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[pdf] Microsoft Word - 2862 - Capitolato tecnico - Policlinico S.Orsola ...

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1.1 PREMESSA<br />

CAPO 1 - DESCRIZIONE DEL PROGETTO<br />

Durante la realizzazione delle opere, si dovrà seguire le parte di capitolato che per ciascuna lavorazione<br />

risulta più specifica; vista la natura di alcune lavorazioni e dei materiali utilizzati per le stesse, potrà accadere<br />

di trovare trattata la stessa in più parti di capitolato; in caso vi fosse contrasto tra le varie soluzione<br />

metodologiche o qualitative riportate, si farà riferimento a quanto più favorevole alla Committenza, secondo il<br />

giudizio della Direzione dei Lavori.<br />

In caso di assenza di specifiche definizioni su particolari lavorazioni all’interno del capitolo ad esse dedicato,<br />

si farà riferimento alle lavorazioni simili presenti negli altri capitoli secondo quanto più favorevole alla<br />

Committenza, in accordo con la Direzione dei Lavori.<br />

Il presente <strong>Capitolato</strong>, riporta nei capitoli che seguono anche lavorazioni e materiali che non sono<br />

attualmente presenti nel progetto. Essi assumeranno valore nel momento in cui dovesse necessitare la<br />

formazione di nuovi prezzi per interventi differenti.<br />

Le informazioni contenute le presente <strong>Capitolato</strong> sono da intendersi complementari e non sostitutive<br />

rispetto a quelle contenute in Elenco Prezzi Unitari.<br />

La descrizione di dettaglio delle caratteristiche tecniche-prestazionali, lo standard qualitativo di riferimento, le<br />

modalità di esecuzione, i riferimenti normativi, le modalità di misurazione ed i relativi oneri esposti di ogni<br />

singola lavorazione, sono descritti negli articoli che compongono questo documento.<br />

Pertanto durante l’esecuzione dei lavori si dovrà porre la massima attenzione ad ottemperare sia alle<br />

prescrizioni riportate in Elenco Prezzi Unitari che a quelle riportate dal presente <strong>Capitolato</strong>; In caso vi fosse<br />

contrasto tra i vari documenti, si farà riferimento a quanto più favorevole alla Committenza, secondo il<br />

giudizio della Direzione dei Lavori.<br />

Sulle varie tavole di progetto sono stati inseriti i codici di riferimento dell’Elenco Prezzi Unitari al fine di<br />

agevolare l’Appaltatore nella determinazione delle singole lavorazioni da applicare per la realizzazione delle<br />

opere in progetto.<br />

1.2 OGGETTO DELL’APPALTO<br />

L'appalto ha per oggetto l’esecuzione dei lavori per la realizzazione di un nuovo blocco ascensori-montaletti<br />

posto a servizio dell’ala sud del padiglione di Ostetricia e Ginecologia (fabbricato n. 4) del <strong>Policlinico</strong> S.orsola-<br />

Malpighi.<br />

Il nuovo blocco, previsto completamente al di fuori della sagoma del fabbricato, trova collocazione nel cortile<br />

chiuso in prossimità dell’innesto della bretella di collegamento del corpo centrale originario con l’ala sud. Il<br />

blocco è posto in adiacenza alla facciata ovest della bretella, i nuovi accessi ai piani sfruttano, ampliandole, le<br />

aperture attualmente corrispondenti ai vani finestre. Al piano 2° essendo lo sbarco collocato su una terrazza<br />

è prevista la realizzazione di un corpo in struttura leggera in profilati di alluminio e pannelli vetrati (vetro<br />

camera di sicurezza) a copertura del percorso di collegamento con le ali. L’ingombro in pianta dei nuovi<br />

blocchi è di circa 7,00 m x 4,00 m per un altezza dal piano di campagna di circa 14 m. L'intervento nel<br />

complesso si configura, ai fini della Legge Regionale 31 del 25/11/2002, come "nuova costruzione".<br />

Contestualmente alla realizzazione dei montacarichi verranno restaurati gli intonaci delle facciate delle<br />

bretelle.<br />

1.3 DESCRIZIONE DEL FABBRICATO<br />

Il fabbricato, risalente al 1932, è costituito da due corpi longitudinali (ali), che si sviluppano in direzione estovest,<br />

collegati ad un nucleo centrale. I due corpi longitudinali sono costituiti da un piano seminterrato più tre<br />

piani fuori terra (rialzato, primo e secondo) oltre ad un sottotetto ad al coperto, quest’ultimo realizzato a falde;<br />

il corpo centrale prevede un piano fuori terra in meno. Tale corpo è stato oggetto di recente ampliamento<br />

mediante l’aggiunta di un corpo nuovo.<br />

Tra le ali ed il corpo centrale sono presenti corridoi di collegamento che conferiscono al padiglione la forma in<br />

pianta ad H, il recente (1995) inserimento di un nuovo corpo centrale sul fonte ovest, dotato anch’esso di<br />

stecche di collegamento con le ali originarie, ha portato alla realizzazione di cortili chiusi raggiungibili<br />

solamente tramite rampe che sottopassano le nuove stecche o tramite l’accesso al fabbricato.<br />

Dal punto di vista distributivo, ogni ala, lunga circa 85 m, è organizzata con un corridoio centrale che<br />

attraversa in senso longitudinale tutto il corpo ai lati del quale sono disposti i vari locali; i collegamenti verticali


avvengono tramite un unico punto scala collocato in posizione mediana in corrispondenza dell’innesto del<br />

corridoio di collegamento con il corpo centrale.<br />

Organizzazione strutturale<br />

L’esecuzione dei lavori di ristrutturazione in alcune zone del fabbricato ha permesso la realizzazione di una<br />

serie di indagini che, seppur non estese a tutto il fabbricato, permettono di caratterizzare l’impostazione<br />

strutturale generale del fabbricato e di individuare buona parte degli elementi strutturali presenti.<br />

Gli elementi portanti verticali sono realizzati in muratura di mattoni pieni e in alcune situazioni locali in travi e<br />

pilastri in cemento armato. La struttura dei corpi laterali è costituita longitudinalmente dalle murature<br />

perimetrali e da due muri di spina che delimitano il corridoio centrale e trasversalmente da una serie di muri<br />

che delimitano i vari locali legando i muri perimetrali con quelli di spina. Lo spessore delle murature varia da<br />

30 cm ( muratura a 2 teste) ai piani alti a 45 cm (muratura a 3 teste) al piano seminterrato; le murature<br />

portanti ( sia quelle interne che quelle esterne) sono provviste di cordolo in calcestruzzo in corrispondenza di<br />

ogni orizzontamento e all’appoggio delle strutture del coperto.<br />

In alcune porzioni del fabbricato, al di sotto dei corridoi posti al piano seminterrato, è presente un tunnel<br />

impiantistico, di altezza di circa 1,40 m, che si collega alla rete dei tunnel del policlinico.<br />

Le strutture portanti orizzontali nelle ali ai piani rialzato, primo e secondo sono realizzate con solai in laterocemento<br />

orditi prevalentemente in direzione trasversale rispetto al corpo di fabbrica<br />

Le strutture del coperto sono realizzate con orditura primaria (capriate) e secondaria (travetti) in legno che<br />

porta un ordito in tavolato di legno o tavelloni con soprastante manto in coppi.<br />

La superficie non vetrata delle facciate è costituita da un rivestimento in pietra.<br />

Per quanto riguarda il fabbricato costituente l’ampliamento questo è costituito da uno schema strutturale<br />

formato da travi e pilastri in struttura metallica con solai i lamiera grecata e getto di completamento; anche<br />

esso è previsto sulle facciate di un rivestimento in lastre di calcestruzzo.<br />

1.4 DESCRIZIONE DELLE OPERE<br />

Opere edili<br />

I principali interventi previsti sono:<br />

• sbancamento e scavo per il raggiungimento del piano di imposta della nuova struttura al disotto<br />

dell’attuale quota del piano seminterrato del fabbricato;<br />

• demolizione di parte della parete e della relativa fondazione dello scannafosso posto in adiacenza al<br />

fabbricato;<br />

• deviazione di un tratto di fognatura interrata interferente con la nuova struttura del blocco montaletti;<br />

• modifica delle aperture (vani finestre) poste sulle facciate del fabbricato esistente adiacenti al nuovo<br />

blocco montaletti;<br />

• intervento di restauro sulla facciata ovest della bretella di collegamento del corpo centrale originario<br />

con l’ala sud (rifacimento degli intonaci, pulizia degli elementi in pietra, revisione dei cornicioni,);<br />

• impermeabilizzazione delle nuove strutture interrate;<br />

• opere di protezione antincendio (elementi di separazione ed impianti);<br />

• esecuzione delle pareti di rivestimento dei nuovi blocchi (ventilata in pannelli di travertino ed in<br />

pannelli di rame);<br />

• finiture edili (tinteggiature, pavimenti, battiscopa,…)<br />

• posa di elementi di lattoneria;<br />

• posa i infissi interni ed esterni;<br />

• assistenza alla posa di impianti (elettrici e di riscaldamento);<br />

• opere a verde di risistemazione del giardino (tappeto erboso ed impianto di irrigazione);<br />

Opere strutturali<br />

I principali interventi previsti sono:<br />

• realizzazione di micropali di fondazione D= 200 mm;<br />

• realizzazione delle strutture in c.a. del blocco montaletti (platea di fondazione, pareti verticali, e<br />

soletta di coperto);<br />

• fornitura e posa delle strutture di carpenteria metallica del coperto dell’area di sbarco al piano 2°.<br />

Impianti<br />

I principali interventi previsti sono:<br />

• fornitura e posa degli impianti ascensori-montaletti antincendio senza locale macchine;<br />

• fornitura e posa degli impianti elettrici di alimentazione dei nuovi impianti ascensori, una parte dei<br />

quali si sviluppa nel tunnel impiantistico posto al disotto dei corridoi del piano seminterrato;;<br />

• interventi sull’impianto di riscaldamento nell’area di collocazione del nuovo blocco montaletti.<br />

2


1.5 FASI DI ATTUAZIONE<br />

La realizzazione delle opere indicate ai punti precedenti, dovrà essere articolata al fine di garantire durante<br />

tutta la durata dei lavori, il normale funzionamento dell’attività sanitaria, nonché la fruibilità dei percorsi esterni<br />

posti all’interno dell’area ospedaliera.<br />

I lavori relativi ai collegamenti degli impianti di nuova realizzazione agli esistenti con particolare riferimento<br />

alla modifiche ed agli interventi sull’impianto di riscaldamento dovranno svolgersi tenendo conto della<br />

promiscuità di alcune aree di cantiere, così come indicato nel Piano di Sicurezza e Coordinamento, e che<br />

nelle aree adiacenti sarà in essere la regolare attività sanitaria. Di questa situazione di fatto l’impresa dovrà<br />

tenere conto in sede di organizzazione del cantiere e di definizione del Piano Operativo di sicurezza.<br />

L’Azienda Ospedaliera si riserva, comunque, di richiedere variazioni al programma dei lavori, al ciclo e ai<br />

tempi di lavorazione, e ad un eventuale frazionamento delle singole lavorazioni, qualora esistano giustificati<br />

impedimenti a giudizio insindacabile dell’Azienda. Eventuali disagi (frammentazione dei lavori. variazione al<br />

programma lavori, sospensioni di lavorazioni, ecc.) procurati all’impresa dalla situazione di fatto non<br />

costituiranno motivo per maggiori compensi.<br />

1.6 VARIAZIONI DELLE OPERE PROGETTATE<br />

L’Azienda ospedaliera si riserva la facoltà di introdurre nelle opere oggetto dell’appalto quelle varianti che a<br />

suo insindacabile giudizio ritenga opportune e necessarie per la buona riuscita dei lavori o per una maggiore<br />

economia degli stessi o per il miglioramento delle opere, senza che l’appaltatore possa pretendere compensi<br />

all’infuori del pagamento a conguaglio dei lavori eseguiti in più o in meno con l’osservanza delle prescrizioni<br />

ed entro i limiti stabiliti dagli articoli 10 e 11 del capitolato generale d’appalto, dagli articoli 45, commi 8, 134 e<br />

135 del regolamento generale e dall'articolo 132 del Codice dei contratti.<br />

3


2.1 PREMESSA<br />

CAPO 2 - QUALITÀ DEI MATERIALI E DEI COMPONENTI<br />

Quale regola generale si intende che i materiali, i prodotti ed i componenti occorrenti, realizzati con materiali<br />

e tecnologie tradizionali e/o artigianali, per la costruzione delle opere, proverranno da quelle località che<br />

l'Appaltatore riterrà di sua convenienza, purché, ad insindacabile giudizio della Direzione dei Lavori,<br />

rispondano alle caratteristiche/prestazioni di seguito indicate.<br />

Nel caso di prodotti industriali la rispondenza a questo capitolato può risultare da un attestato di conformità<br />

rilasciato dal produttore e comprovato da idonea documentazione e/o certificazione.<br />

Per ogni materiale di finitura edile, descritto nell’elenco prezzi unitari, a parità di prestazioni, la scelta del<br />

colore sarà decisa ad insindacabile giudizio della Direzione Lavori e senza che questo comporti alcuna<br />

modificazione di costo.<br />

Tutti i materiali impiegati nel presente appalto dovranno essere conformi nella qualità, nelle modalità di<br />

costruzione e montaggio, nelle prove e certificazioni alle Norme UNI o equipollenti vigenti per ogni materiale<br />

posato.<br />

Si precisa che la “perfetta regola d’arte” si deve intendere come assoluto rispetto, per le modalità di posa e<br />

per la qualità dei materiali impiegati, delle Norme UNI, CEI, UNI-VVF, UNI-CNR, UNI-EN, ASTM o<br />

equipollenti, e delle leggi vigenti; tutte le norme e le leggi richiamate nel presente <strong>Capitolato</strong> e negli elaborati<br />

grafici progettuali integrano quelle citate nel “descrittivo delle opere”.<br />

In generale, per l’accettazione di tutti i materiali in opera da parte della Direzione dei Lavori, l’Appaltatore<br />

dovrà consegnare tutte le certificazioni comprovanti i requisiti minimi previsti dalle normative in vigore per<br />

ciascun elemento richiamate nel presente <strong>Capitolato</strong>, dalle Norme UNI, CEI, UNI-VVF, UNI-CNR, UNI-EN,<br />

ASTM o equipollenti, e delle leggi vigenti.<br />

Tutti i prodotti saranno di prima qualità, e dovranno corrispondere allo standard qualitativo richiesto<br />

dall’elenco prezzi unitari, anche in riferimento alle prestazioni minime identificate dalla marca specifica del<br />

prodotto eventualmente indicata a titolo di “standard qualitativo-prestazione” e dal <strong>Capitolato</strong> Speciale. Non<br />

verrà in nessun caso permesso l’impiego di materiali avariati.<br />

Ove richiesto da parte della Direzione dei Lavori per approvazione ed accettazione, dovranno essere forniti i<br />

disegni di fabbrica, con le caratteristiche delle varie sezioni e finiture, nella scala 1:1. I disegni dovranno<br />

comprendere anche, chiaramente indicati tutti i materiali e componenti dell’elemento completo.<br />

Prima di accettare il materiale la Direzione potrà richiedere la campionatura necessaria di ogni elemento,<br />

richiedere le prove di laboratorio che saranno effettuate in laboratori specializzati indicati dalla Direzione<br />

Lavori ed a carico dell’Appaltatore.<br />

L’Appaltatore provvederà a consegnare la campionatura al vero di dimensioni adeguate, in doppia serie<br />

identica sia dell’elemento che degli eventuali accessori. Detti campioni dovranno essere approvati dalla<br />

Direzione Lavori, una serie sarà conservata dall’Appaltatore e una serie dalla D.L.<br />

2.2 ACQUA, CALCI, CEMENTI ED AGGLOMERATI CEMENTIZI, POZZOLANE, GESSO<br />

a) Acqua – L'acqua per l'impasto con leganti idraulici dovrà avere le seguenti caratteristiche:<br />

• Limpida<br />

• Essere priva di materiali terrosi<br />

• Avere una torbidezza ≤ 2%<br />

Caratteristica Prova Limiti di accettabilità<br />

Ph Analisi chimica da 5,5 a 8,5 .<br />

Contenuto solfati Analisi chimica SO4-- minore 800 m litro<br />

Contenuto cloruri Analisi chimica CI minore 300 mg/litro<br />

Contenuto acido solfidrico Analisi chimica minore 50 m litro<br />

Con.tot. di sali minerali Analisi chimica minore 3000 m litro<br />

Con. Di sostanze organiche Analisi chimica minore 100 mg/litro<br />

Con. Di sostanze solide sospese Analisi chimica minore 2000 mg/litro<br />

4


Le analisi dovranno essere effettuate:<br />

• alla qualificazione,<br />

• ogni sei mesi nel caso di acqua potabile,<br />

• ogni 30 giorni se l'acqua, non potabile, proviene da pozzo o corso d'acqua,<br />

• quando richiesto da D.L. per giustificati motivi.<br />

E’ assolutamente vietato l’uso di acqua di mare. Per l’utilizzo delle acque si fa riferimento al DM 8<br />

Febbraio 1985, Norme UNI 7163 e DM 30 Maggio 1972<br />

b) I leganti idraulici<br />

1) I cementi dovranno rispondere ai limiti di accettazione contenuti nella Legge 26 maggio 1965, n. 595 e<br />

nel DM 3 giugno 1968 («Nuove norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova dei cementi») e<br />

successive modifiche.<br />

Gli agglomerati cementizi dovranno rispondere ai limiti di accettazione contenuti nella Legge 26 maggio<br />

1965, n. 595 e nel DM 31 agosto 1972.<br />

2) A norma di quanto previsto dal Decreto del Ministero dell'industria del 9 marzo 1988, n. 126<br />

(«Regolamento del servizio di controllo e certificazione di qualità dei cementi»), i cementi di cui all'art. 1<br />

lettera A) della Legge 26 maggio 1965, n. 595 (e cioè i cementi normali e ad alta resistenza portland,<br />

pozzolanico e d'altoforno), se utilizzati per confezionare il conglomerato cementizio normale, armato e<br />

precompresso, devono essere certificati presso i laboratori di cui all'art. 6 della Legge 26 maggio 1965, n.<br />

595 e all'art. 20 della Legge 5 novembre 1971, n. 1086. Per i cementi di importazione, la procedura di<br />

controllo e di certificazione potrà essere svolta nei luoghi di produzione da analoghi laboratori esteri di analisi.<br />

3) I cementi e gli agglomerati dovranno essere conservati in magazzini coperti, ben riparati dall'umidità e<br />

da altri agenti capaci di degradarli prima dell'impiego.<br />

4) Le pozzolane saranno ricavate da strati mondi da cappellaccio ed esenti da sostanze eterogenee o di<br />

parti inerti; qualunque sia la provenienza dovranno rispondere a tutti i requisiti prescritti dal RD 16 novembre<br />

1939, n. 2230.<br />

5) Le calci aeree ed idrauliche, dovranno rispondere ai requisiti di accettazione di cui al RD 16 novembre<br />

1939, n. 2231; le calci idrauliche dovranno altresì rispondere alle prescrizioni contenute nella Legge 26<br />

maggio 1965, n. 595 («Caratteristiche tecniche e requisiti dei leganti idraulici») nonché ai requisiti di<br />

accettazione contenuti nel DM 31 agosto 1972 («Norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova degli<br />

agglomerati cementizi e delle calci idrauliche»). Ulteriore riferimento per i requisiti di accettazione sono le<br />

norme CNR 10035/86 per le calci aeree vive e le norme CNR 10036/86 per le calci aeree idrate.<br />

6) Su richiesta del Direttore dei Lavori l' Appaltatore dovrà consegnare copia delle bolle di<br />

accompagnamento di tutte le singole forniture di cemento o calce approvvigionate all'impianto. I requisiti<br />

meccanici, chimici e fisici del cemento dovranno essere controllati dall'Appaltatore per mezzo di prelievi, in<br />

contraddittorio con il fornitore, effettuati dalle autocisterne presso l'impianto di confezionamento, durante la<br />

qualificazione in corso d’ opera, in conformità con quanto previsto al punto 9.3.2. della Norma UNI-ENV<br />

197/1. Copia di tutti i certificati di prova dovrà essere consegnata al Direttore dei Lavori. In caso di ambienti<br />

chimicamente aggressivi si dovrà far riferimento a quanto previsto nelle Norme UNI 9156 e UNI 9607<br />

Classificazione dei leganti idraulici secondo la tipologia<br />

Legante Tipologia<br />

Cementi normali Portland (idraulico)<br />

Pozzolanico<br />

Cementi ad alta<br />

resistenza<br />

Cemento alluminoso<br />

Cementi per sbarramenti<br />

di ritenuta<br />

D’altoforno<br />

Portland (idraulico)<br />

Pozzolanico<br />

D’altoforno<br />

Portland (idraulico)<br />

Pozzolanico<br />

D’altoforno<br />

Agglomerati cementizi A lenta presa<br />

A rapida presa<br />

Calci idrauliche Naturali in zolle<br />

Naturali in polvere<br />

Artificiali in polvere<br />

Eminentemente idraulica naturale in polvere<br />

Eminentemente idraulica artificiale in polvere<br />

Calce idraulica artificiale pozzolanica in polvere<br />

5


Calce idraulica siderurgica in polvere.<br />

Classificazione dei leganti idraulici secondo la resistenza meccanica<br />

Legante Resistenza a flessione Resistenza a compressione<br />

Dopo 7 giorni Dopo 28 giorni Dopo 7 giorni Dopo 28 giorni<br />

(Kg/cm²) (Kg/cm²) (Kg/cm²) (Kg/cm²)<br />

Cemento normale 40 60 175 325<br />

Cemento ad alta resistenza 60 70 325 425<br />

Cemento ad alta resistenza e rapido indurimento 70 80 400 525<br />

Cemento alluminoso 70 80 400 525<br />

Cemento per sbarramento 225<br />

Agglomerato a lenta presa 19 23 210 350<br />

Agglomerato a presa rapida 130<br />

Calce idraulica in polvere 50<br />

Calce eminentemente idraulica 100<br />

Classificazione delle calci<br />

Tipo descrizione<br />

Calce viva Zolle altamente caustiche prodotte calla cottura di rocce a forte contenuto<br />

di carbonato di calcio, composte da ossido di calcio, ossido di magnesio e<br />

altre impurità<br />

Calce spenta, grassello di Calce viva annegata nell’acqua (trasformazione in ossido di calcio)<br />

calce<br />

formando una pasta collosa<br />

Calce idrata Costituita dalla calce viva posta in contatto con una quantità di acqua<br />

stabilita: si presenta in polvere molto fine e secca<br />

Categorie delle calci<br />

Tipo descrizione<br />

Aeree o comuni Capaci di indurire solo all’aria, per assorbimento dell’anidride carbonica<br />

Idrauliche In grado di indurire nell’acqua; meno lavorabili ma con resistenza superiore<br />

Tipologie di calci aeree<br />

Tipo descrizione<br />

Calci grasse Sono le più dure, di colore grigio-biancastro, da non usare in presenza di<br />

umidità<br />

Calci magre Derivano dalla cottura di pietre calcaree meno dure<br />

Calci forti Con contenuto di argilla compreso tra il 5 e il 15%<br />

Tipologie di calci idrauliche<br />

Tipo descrizione<br />

Calci propriamente idrauliche Con contenuto di argilla tra il 15 e 20%<br />

Calci eminentemente idrauliche Con contenuto di argilla tra il 20 e 22%<br />

c) Gesso – Il gesso dovrà essere di recente cottura, perfettamente asciutto, di fine macinazione in modo da<br />

non lasciare residui sullo staccio di 56 maglie a centimetro quadrato, scevro da materie eterogenee e<br />

senza parti alterate per estinzione spontanea. Il gesso dovrà essere conservato in locali coperti, ben<br />

riparati dall'umidità e da agenti degradanti.<br />

2.3 MATERIALI INERTI PER CONGLOMERATI CEMENTIZI E PER MALTE<br />

Gli aggregati per conglomerati cementizi, naturali e di frantumazione, devono essere costituiti da elementi<br />

non gelivi e non friabili, privi di sostanze organiche, limose ed argillose, di getto, ecc., in proporzioni nocive<br />

all'indurimento del conglomerato o alla conservazione delle armature.<br />

La ghiaia o il pietrisco devono avere dimensioni massime commisurate alle caratteristiche geometriche della<br />

carpenteria del getto ed all'ingombro delle armature.<br />

La sabbia per malte dovrà essere priva di sostanze organiche, terrose o argillose, ed avere dimensione<br />

massima dei grani di 2 mm per murature in genere, di 1 mm per gli intonaci e murature di paramento o in<br />

pietra da taglio.<br />

Gli aggregati dovranno avere caratteristiche conformi a quelle previste, per gli aggregati di classe A, nella<br />

Norma UNI 8520/2a. Le caratteristiche degli aggregati dovranno essere verificate:<br />

6


• alla qualificazione;<br />

• a ogni cambio di cava o del fronte di coltivazione della stessa cava;<br />

• ogni 20.000 m3 di calcestruzzo confezionato.<br />

Il Direttore dei Lavori potrà autorizzare frequenze diverse in funzione delle caratteristiche dei materiali<br />

utilizzati.<br />

Sia le sabbie che gli aggregati grossi dovranno avere massa volumica reale non minore di 2.60 t/m3.<br />

Per quanto riguarda gli aggregati esposti a rischio di reagire chimicamente con gli alcali contenuti nel<br />

cemento si farà riferimento a quanto previsto ai punti successivi.<br />

Se gli aggregati provengono da frantumazione di materiale proveniente da scavi in sotterraneo (anche<br />

parzialmente) dovranno essere eseguite, oltre alle prove sopra indicate, le seguenti:<br />

• giornalmente: la determinazione del contenuto di solfati e cloruri;<br />

• settimanalmente: un' analisi mineralogica mirata a rilevare elementi potenzialmente reattivi agli alcali,<br />

integrata da prove di potenziale reattività in presenza di alcali.<br />

Il Direttore dei Lavori potrà autorizzare frequenze diverse in funzione delle caratteristiche dei materiali<br />

utilizzati.<br />

I conglomerati cementizi per strutture in cemento armato dovranno rispettare tutte le prescrizioni di cui al DM<br />

14 gennaio 2008 e relative circolari esplicative.<br />

Definizioni<br />

Tipo Descrizione<br />

Sabbia Costituita da minuti detriti di roccia, da minerali, da calcari cristallini, frammenti di<br />

conchiglie, ecc.<br />

Ghiaia, ghiaietto o Deriva dallo sfaldamento della roccia sedimentaria clastica; è composta da<br />

ghiaino<br />

Pietrisco, pietrischetto o<br />

graniglia<br />

elementi tondeggianti di diametro compreso tra 2 e 20mm<br />

Formato da elementi poliedrici con spigoli vivi, di dimensioni superiori a 20mm,<br />

ottenuto dalla frantumazione di pietrame o ciottoli.<br />

Classificazioni in base alla provenienza<br />

Materiale Tipo Provenienza<br />

Sabbia-ghiaia Viva Dai letti dei fiumi<br />

Sabbia-ghiaia Naturale Da cave<br />

Sabbia-pietrisco Artificale Dalla frantumazione delle rocce<br />

Classificazioni delle sabbie<br />

Sabbia Dimensioni Peso specifico (peso/litro)<br />

Stato umido Stato secco<br />

Finissima 0.05 ÷ 0.15 mm 1.23 0.93<br />

Fine 0.15 ÷ 0.20 mm 1.30 1.00<br />

Media 0.20 ÷ 1.00 mm 1.42 1.17<br />

Grossa 1.00 ÷ 3.00 mm 1.45 1.32<br />

Classificazioni pietrischi in base al tipo di impiego<br />

Materiale Dimensioni Impiego<br />

Ghiaia 40 ÷ 71 mm Strade, ferrovie e getti di medio spessore (fondazioni,<br />

muri di sostegno, ecc.)<br />

Ghiaia 25 ÷ 40 mm Getti di spessore ridotto<br />

Ghiaietto 15 ÷ 25 mm Strade<br />

Ghiaino 5 mm Strade<br />

Pietrisco 25 ÷ 40 mm Ricarichi o costipamenti<br />

Pietrisco 40 ÷ 71 mm Massicciate nell’acqua<br />

Pietrisco calcareo 71 mm Massicciate ferroviarie<br />

Pietrisco siliceo 60 mm Massicciate ferroviarie<br />

Pietrischetto 10 ÷ 15 mm Trattamenti superficiali<br />

Pietrischetto 15 ÷ 25 mm Conglomerati bituminosi<br />

Graniglia 2 ÷ 5 mm Conglomerati bituminosi<br />

Graniglia 5 ÷ 10 mm Trattamenti superficiali<br />

7


2.4 ADDITIVI PER CONGLOMERATI CEMENTIZI<br />

2.4.1 Additivi<br />

Il loro impiego, come per ogni altro componente, dovrà essere preventivamente sperimentato e dichiarato nel<br />

mix design della miscela di conglomerato cementizio, preventivamente progettata.<br />

Tutti gli additivi impiegati dovranno essere conformi alle norme UNI vigenti (7101 , 7120 e 8145); per tutti gli<br />

additivi sarà richiesta una specifica documentazione indicante le caratteristiche chimico-fisiche nonché la<br />

"spettrografia dell'analisi a raggi infrarossi" che attesti la totale corrispondenza del prodotto alle specifiche<br />

dichiarate in fase di adozione dell'additivo medesimo del mix design.<br />

Gli additivi da utilizzarsi, eventualmente, per ottenere il rispetto delle caratteristiche delle miscele in<br />

conglomerato cementizio, potranno essere impiegati solo dopo valutazione degli effetti per il particolare<br />

conglomerato cementizio da realizzare nelle condizioni effettive di impiego.<br />

Particolare cura dovrà essere posta nel controllo del mantenimento nel tempo della lavorabilità del<br />

calcestruzzo fresco.<br />

2.4.2 Additivi fluidificanti e superfluidificanti<br />

Per opere ed in condizionI particolari, ove sia ritenuto necessario dal progettista e dalla DL, si potrà<br />

prevedere la doppia additivazione del conglomerato cementizio che consiste nell'aggiunta in cantiere di una<br />

quantità nota di additivo residuo, caricato all'impianto. Il dosaggio complessivo di additivo al mc non dovrà<br />

superare la quantità stabilita nel mix design.<br />

L'additivo superfluidificante di prima e seconda additivazione dovrà essere di identica marca e tipo. Nel caso<br />

in cui il mix design preveda l'uso di additivo fluidificante come prima additivazione, associato ad additivo<br />

superfluidificante a piè d'opera, questi dovranno essere di tipo compatibile e preventivamente sperimentati in<br />

fase di progettazione del mix design e di prequalifica della miscela.<br />

Dopo la seconda aggiunta di additivo, sarà comunque necessario assicurare la miscelazione per almeno 10<br />

minuti prima dello scarico del calcestruzzo; la D. L. potrà richiedere una miscelazione più prolungata in<br />

funzione dell'efficienza delle attrezzature e delle condizioni di miscelamento.<br />

2.4.3 Additivi aeranti<br />

In caso di conglomerati cementizi per la realizzazione di opere sottoposte a cicli di gelo e disgelo dovranno<br />

essere utilizzati specifici additivi aeranti al fine. di garantire il rispetto delle prescrizioni di cui ai successivi<br />

punti relativi al contenuto di aria occlusa.<br />

2.4.4 Additivi ritardanti<br />

Additivi ritardanti potranno essere eccezionalmente utilizzati, previa idonea qualifica e preventiva<br />

approvazione da parte della Direzione Lavori, per:<br />

• particolari opere che necessitano di getti continui e prolungati, al fine di garantire la loro corretta<br />

monoliticità;<br />

• getti in particolari condizioni climatiche;<br />

• singolari opere ubicate in zone lontane e poco accessibili dalle centrali/impianti di betonaggio.<br />

2.4.5 Disarmanti<br />

Come disarmanti è vietato usare lubrificanti di varia natura e oli esausti.<br />

Dovranno invece essere impiegati prodotti specifici, conformi alla Norma UNI 8866 parti 1 e 2 per i quali sia<br />

stato verificato che non macchino o danneggino la superficie del conglomerato cementizio indurito.<br />

2.4.6 Antievaporanti<br />

Eventuali prodotti antievaporanti filmogeni devono rispondere alle norma UNI da 8656 a 8660. L' Appaltatore<br />

deve sottoporre all'approvazione della Direzione Lavori la documentazione tecnica sul prodotto e sulle<br />

modalità di applicazione; egli deve accertarsi, che il materiale impiegato sia compatibile con prodotti di<br />

successive lavorazioni (ad esempio con il primer di adesione di guaine per impermeabilizzazione di solette)<br />

8


2.5 CARATTERISTICHE DELLE MISCELE<br />

2.5.1 Classi di resistenza dei calcestruzzi<br />

In funzione della resistenza caratteristica cilindrica fck e della resistenza caratteristica cubica Rck vengono<br />

individuate le classi di resistenza riportate nella seguente tabella.<br />

Classi di resistenza del calcestruzzo<br />

Classe di resistenza<br />

(N/mm 2 ) (N/mm 2 )<br />

C8/10 8 10<br />

C12/15 12 15<br />

C16/20 16 20<br />

C20/25 20 25<br />

C25/30 25 30<br />

C30/37 30 37<br />

C35/45 35 45<br />

C40/50 40 50<br />

C45/55 45 55<br />

C50/60 50 60<br />

C55/67 55 67<br />

C60/75 60 75<br />

C70/85 70 85<br />

C80/95 80 95<br />

C90/105 90 105<br />

C100/115 100 115<br />

fck<br />

2.5.2 Granulometria degli aggregati<br />

Rck<br />

9<br />

Categoria del calcestruzzo<br />

NON<br />

STRUTTURALE<br />

STRUTTURALE<br />

ORDINARIO<br />

ALTE<br />

PRESTAZIONI<br />

ALTA<br />

RESISTENZA<br />

Gli aggregati dovranno appartenere ad almeno tre classi granulometriche diverse.<br />

Essi dovranno essere mescolati tra loro in definite percentuali così da formare miscele rispondenti ai criteri di<br />

curve granulometriche teoriche o sperimentali di riferimento e tali che l'impasto fresco e indurito abbia i<br />

prescritti requisiti di resistenza, consistenza, omogeneità, aria inglobata, permeabilità, ritiro e acqua<br />

essudata. Il contenuto minimo di cemento e il rapporto massimo acqua/cemento vanno definiti sulla base<br />

delle condizioni ambientali di esposizione e delle prestazioni richieste.<br />

Le singole pezzature o frazioni granulometriche sono definite:<br />

• per le sabbie solamente da un diametro massimo (D);<br />

• per gli aggregati grossi da un diametro massimo (D) e da un diametro minimo (d);<br />

I limiti del passante ai setacci dei diversi tipi di aggregato sono riportati nella tabella seguente.<br />

Aggregati: limiti di accettazione delle frazioni granulometriche<br />

Aggregato<br />

Passante %<br />

su 1,4D<br />

Passante %<br />

su D<br />

Passante %<br />

su d<br />

Passante %<br />

su d/2<br />

Sabbia (≤ 4 mm) ≥ 98 ≥ 85 --<br />

Grosso (> 4 mm) ≥ 98 ≥ 85 0-15 0- 5<br />

Si dovrà adottare una curva granulometrica che, in relazione al dosaggio di cemento, garantisca la massima<br />

compattezza e la migliore lavorabilità del calcestruzzo.<br />

Le singole frazioni necessarie a comporre la curva granulometrica non dovranno sovrapporsi per più del 15%<br />

e il diametro inferiore (d) della frazione (i+1)-esima dovrà risultare minore o uguale al diametro superiore (D)<br />

della frazione i-esima.<br />

Nella composizione della curva granulometrica nessuna frazione potrà essere dosata in percentuale<br />

maggiore del 45%, salvo preventiva autorizzazione del Direttore dei Lavori.<br />

Il diametro massimo dell'aggregato dovrà essere scelto in funzione dei valori di copriferro e interferro, delle<br />

dimensioni minime dei getti, delle modalità di getto e del tipo di mezzi d'opera; in ogni caso dovrà rispettare<br />

quanto previsto nel punto 5.4. della Norma UNI 9858.<br />

Per quanto concerne l' aggregato fine, per la preparazione di un mix potrà essere usata una sabbia od una<br />

miscela di due sabbie. Le caratteristiche petrografiche, granulometriche, chimiche, fisiche e meccaniche<br />

delle miscele di sabbie dovrà rispondere ai limiti di accettazione stabilito dalla norma UNI 8520/2 per<br />

aggregati fini di Categoria "A"


Ogni 10.000 m3 di calcestruzzo prodotto dovrà essere verificata la curva granulometrica, della miscela degli<br />

inerti, dai campioni prelevati secondo UNI 8520/3 e analizzati secondo UNI 8520/5.<br />

2.5.3 Rapporto acqua/cemento<br />

La quantità d'acqua totale da impiegare per il confezionamento dell'impasto dovrà essere calcolata tenendo<br />

conto dell'acqua libera contenuta negli aggregati. Si dovrà fare riferimento alla Norma UNI 8520 parti 13a e<br />

16a per la condizione "satura a superficie asciutta", nella quale l'aggregato non assorbe ne cede acqua<br />

all'impasto.<br />

Il rapporto acqua/cemento di ciascuna miscela dovrà essere controllato, anche in cantiere, con le modalità<br />

previste nella Norma UNI 6393 almeno una volta ogni tre mesi o ogni 2.000 m3 di produzione; operando con<br />

l'avvertenza di sottrarre dal calcolo della quantità di acqua nel campione quella assorbita dagli aggregati. Il<br />

rapporto A/C non dovrà discostarsi di + 0.03 da quello verificato in fase di qualificazione della relativa<br />

miscela.<br />

2.5.4 Lavorabilità<br />

La lavorabilità è un indice delle proprietà e del comportamento del calcestruzzo nell'intervallo di tempo tra la<br />

produzione e la compattazione dell'impasto in sito nella cassaforma o tra la produzione e la finitura. La<br />

lavorabilità viene comunemente valutata attraverso la misura della consistenza<br />

La classificazione del calcestruzzo in funzione della consistenza verrà ottenuta mediante uno dei metodi<br />

seguenti:<br />

• abbassamento del cono (UNI 9418);<br />

• spandimento (UNI 8020 -metodo B).<br />

2.5.5 essudata<br />

Il calcestruzzo non dovrà presentarsi segregato e la quantità di acqua essudata, misurata secondo la Norma<br />

UNI 7122 ogni 1000 m3 di calcestruzzo confezionato, dovrà essere minore o uguale allo 0.1% in volume.<br />

2.6 ELEMENTI DI LATERIZIO E CALCESTRUZZO<br />

Gli elementi resistenti artificiali da impiegare nelle murature (elementi in laterizio ed in calcestruzzo) possono<br />

essere costituiti di laterizio normale, laterizio alleggerito in pasta, calcestruzzo normale, calcestruzzo<br />

alleggerito.<br />

Quando impiegati nella costruzione di murature portanti, essi debbono rispondere alle prescrizioni contenute<br />

nel DM 14 gennaio 2008 (Approvazione delle norme tecniche per le costruzioni).<br />

Nel caso di murature non portanti le suddette prescrizioni possono costituire utile riferimento, insieme a<br />

quelle delle norme UNI 8942.<br />

Gli elementi resistenti di laterizio e di calcestruzzo possono contenere forature rispondenti alle prescrizioni del<br />

succitato DM 14 gennaio 2008.<br />

La resistenza meccanica degli elementi deve essere dimostrata attraverso certificazioni contenenti i risultati<br />

delle prove e condotte da laboratori ufficiali negli stabilimenti di produzione, con le modalità previste nel DM di<br />

cui sopra.<br />

È in facoltà del Direttore dei Lavori richiedere un controllo di accettazione, avente lo scopo di accertare se gli<br />

elementi da mettere in opera abbiano le caratteristiche dichiarate dal produttore.<br />

I materiali laterizi da impiegare nei lavori dovranno provenire dalle migliori fornaci, essere perfettamente cotti,<br />

avere forma regolare geometrica, facce piene e spigoli perfettamente profilati; percossi dovranno dare un<br />

suono chiaro e acuto e la frattura dovrà mostrare una struttura fine, compatta ed omogenea senza noccioli o<br />

strati, o comunque inclusioni di materie eterogenee; non dovranno presentare sfogliature né contenere noduli<br />

calcarei (calcinelli) e sali di potassio o soda: non dovranno essere gelivi, non dovranno essere vetrificati. In<br />

tutti i casi, stante la varietà dei materiali attualmente presenti nel mercato, la Ditta sarà tenuta a presentare i<br />

certificati di laboratori specializzati attestanti le caratteristiche tecniche di resistenza REI e di conducibilità<br />

termica dei materiali utilizzati.<br />

I laterizi, dovranno corrispondere alle norme per l'accettazione di cui al R.D. 16 novembre 1939 n. 2233 e<br />

D.M. 30/5/74 all. 7 e alle norme UNI vigenti. Si richiamano tra l’altro:<br />

Norme UNI di riferimento<br />

Norma UNI categoria<br />

UNI 5632 Mattoni pieni e semipieni, mattoni e blocchi forati per murature<br />

10


UNI 2107 Tavelle e tavelloni<br />

UNI 2621 Tegole piane e curve<br />

UNI 5633 Blocchi forati per solai<br />

Norme europee di riferimento<br />

Norma EN categoria<br />

EN 772-1 Determinazione della resistenza a compressione<br />

EN 772-5 Determinazione del contenuto in sali<br />

EN 772-7 Determinazione dell’assorbimento in acqua<br />

EN 772-13 Determinazione della densità netta e lorda<br />

EN 772-16 Determinazione delle dimensioni<br />

EN 1745 Determinazione dei valori termici<br />

Tipologie e categorie di resistenza dei mattoni in laterizio<br />

Tipologie<br />

Mattoni forati<br />

Blocchi forati<br />

Mattoni forati<br />

“<br />

“<br />

“<br />

Blocchi forati<br />

“<br />

“<br />

“<br />

Mattoni pieni<br />

“<br />

Mattoni pieni<br />

“<br />

“<br />

Mattoni semipieni<br />

“<br />

Mattoni semipieni<br />

“<br />

“<br />

Norme<br />

UNI<br />

1607<br />

5630<br />

1607<br />

“<br />

“<br />

“<br />

5630<br />

“<br />

“<br />

“<br />

5628<br />

“<br />

5628<br />

“<br />

“<br />

5629<br />

“<br />

5629<br />

“<br />

“<br />

Utilizzo Categorie<br />

Tamponamento<br />

“<br />

Portanti<br />

“<br />

“<br />

“<br />

Portanti<br />

“<br />

“<br />

“<br />

Comuni<br />

“<br />

Comuni e da paramento<br />

“<br />

“<br />

Comuni<br />

“<br />

Comuni e da paramento<br />

“<br />

“<br />

2.7 ARMATURE PER CALCESTRUZZO E ACCIAI DA COSTRUZIONE<br />

11<br />

1<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

Coarico unitario di<br />

rottura (Kg/cm²)<br />

15<br />

15<br />

25<br />

40<br />

60<br />

80<br />

25<br />

40<br />

60<br />

80<br />

100<br />

150<br />

250<br />

350<br />

450<br />

100<br />

150<br />

250<br />

350<br />

450<br />

1) Gli acciai per l'armatura del calcestruzzo normale devono rispondere alle prescrizioni contenute nel<br />

vigente DM attuativo della Legge 5 novembre 1971, n. 1086 (DM 14 gennaio 2008) e relative circolari<br />

esplicative.<br />

2) È fatto divieto di impiegare acciai non qualificati all'origine.<br />

I materiali metallici da impiegare nei lavori dovranno corrispondere alle qualità, prescrizioni e prove appresso<br />

elencate.<br />

Dovranno rispondere a tutte le condizioni previste nel D.P. 30/5/74 e alle vigenti norme UNI.<br />

I materiali metallici da impiegare nei lavori dovranno essere esenti da scorie, soffiature, bruciature, paglie o<br />

qualsiasi altro difetto apparente o latente di fusione, laminazione, trafilatura, fucinatura e simili. Sottoposti ad<br />

analisi chimica dovranno risultare esenti da impurità e da sostanze anomale.<br />

Le reti di acciaio elettrosaldate dovranno corrispondere alle prescrizioni di cui al punto 2.5.4 della parte 1 del<br />

D.P. 30/5/74 e alle altre disposizioni che in materia venissero emanate.<br />

Per tutti i manufatti in lamiera zincata quali canalizzazione, condotti, se non altrimenti disposto dovranno<br />

essere impiegate lamiere zincate secondo il procedimento Sendzimir, e dei tipi commerciali o per profilatura,<br />

a seconda delle lavorazioni meccaniche cui il materiale dovrà essere sottoposto.<br />

Lo strato di zincatura, inteso come massa di zinco, espressa in grammi al metro quadrato, presente<br />

complessivamente sulle due facce della lamiera, dovrà essere: 381 g/mq per zincatura normale; 610 g/mq


per zincatura denominata "pesante", da impiegarsi per serbatoi di acqua e simili, e per uso in ambiente<br />

aggressivo.<br />

E' vietato comunque l'impiego di lamiere con strato di zincatura denominato "extra leggero" o "leggero".<br />

Per gli spessori e per le masse delle lamiere devono essere rispettate le tolleranze di cui al punto 7.1 della<br />

norma di unificazione UNI 5753-66.<br />

2.8 PRODOTTI DI PIETRE NATURALI O RICOSTRUITE<br />

1) La terminologia utilizzata ha il significato di seguito riportato, le denominazioni commerciali devono<br />

essere riferite a campioni, atlanti, ecc.<br />

MARMO (termine commerciale)<br />

Roccia cristallina, compatta, lucidabile, da decorazione e da costruzione, prevalentemente costituita da<br />

minerali di durezza Mohs da 3 a 4 (quali calcite, dolomite, serpentino). A questa categoria appartengono:<br />

- i marmi propriamente detti (calcari metamorfici ricristallizzati), i calcefiri ed i cipollini;<br />

- i calcari, le dolomie e le brecce calcaree lucidabili;<br />

- gli alabastri calcarei;<br />

- le serpentiniti;<br />

- oficalciti.<br />

GRANITO (termine commerciale)<br />

Roccia fanero-cristallina, compatta, lucidabile, da decorazione e da costruzione, prevalentemente costituita<br />

da minerali di durezza Mohs da 6 a 7 (quali quarzo, felspati, felspatoidi). A questa categoria appartengono:<br />

- i graniti propriamente detti (rocce magmatiche intrusive acide fanero-cristalline, costituite da quarzo,<br />

felspati sodico-potassici emiche);<br />

- altre rocce magmatiche intrusive (dioriti, granodioriti, sieniti, gabbri, ecc.);<br />

- le corrispettive rocce magmatiche effusive, a struttura porfirica;<br />

- alcune rocce metamorfiche di analoga composizione come gneiss e serizzi.<br />

TRAVERTINO<br />

Roccia calcarea sedimentaria di deposito chimico con caratteristica strutturale vacuolare, da decorazione e<br />

da costruzione; alcune varietà sono lucidabili.<br />

PIETRA (termine commerciale)<br />

Roccia da costruzione e/o da decorazione, di norma non lucidabile. A questa categoria appartengono rocce<br />

di composizione mineralogica svariatissima, non inseribili in alcuna classificazione. Esse sono riconducibili ad<br />

uno dei due gruppi seguenti:<br />

- rocce tenere e/o poco compatte;<br />

- rocce dure e/o compatte.<br />

Esempi di pietre del primo gruppo sono: varie rocce sedimentarie (calcareniti, arenarie a cemento calcareo,<br />

ecc.), varie rocce piroclastiche (peperini, tufi, ecc.); al secondo gruppo appartengono le pietre a spacco<br />

naturale (quarziti, micascisti, gneiss lastroidi, ardesie, ecc.), e talune vulcaniti (basalti, trachiti, leucititi, ecc.).<br />

Per gli altri termini usati per definire il prodotto in base alle norme, dimensioni, tecniche di lavorazione ed alla<br />

conformazione geometrica, vale quanto riportato nella norma UNI 8458.<br />

2) I prodotti di cui sopra devono rispondere a quanto segue:<br />

a) appartenere alla denominazione commerciale e/o petrografica indicata nel progetto oppure avere<br />

origine dal bacino di estrazione o zona geografica richiesta nonché essere conformi ad eventuali campioni di<br />

riferimento ed essere esenti da crepe, discontinuità, ecc. che riducono la resistenza o la funzione;<br />

b) avere lavorazione superficiale e/o finiture indicate nel progetto e/o rispondere ai campioni di<br />

riferimento; avere le dimensioni nominali concordate e le relative tolleranze;<br />

c) delle seguenti caratteristiche il fornitore dichiarerà i valori medi (ed i valori minimi e/o la dispersione<br />

percentuale):<br />

- massa volumica reale ed apparente, misurata secondo le norme UNI 9724-2 e UNI 9724-7;<br />

- coefficiente di imbibizione della massa secca iniziale, misurato secondo la norma UNI 9724-2;<br />

- resistenza a compressione, misurata secondo la norma UNI 9724-3;<br />

- resistenza a flessione, misurata secondo la norma UNI 9724-5;<br />

12


- resistenza all'abrasione, misurata secondo le disposizioni del RD 16 novembre 1939 n. 2234;<br />

d) per le prescrizioni complementari da considerare in relazione alla destinazione d'uso (strutturale per<br />

murature, pavimentazioni, coperture, ecc.) si rinvia agli appositi articoli del presente capitolato ed alle<br />

prescrizioni di progetto.<br />

e) i materiali utilizzati nelle lavorazioni dovranno essere privi di screpolature, di nodi e scaglie, di<br />

spaccature e cavità, dovranno risultare omogenei ed essere a grana compatta<br />

I valori dichiarati saranno accettati dalla Direzione dei Lavori anche in base un attestato di conformità<br />

rilasciato dal venditore, comprovato da idonea documentazione e/o certificazione<br />

Classificazione delle pietre in base alla forma (RD 16 Novembre n. 2232)<br />

Materiale Caratteristiche<br />

Pietrame misto di cava In pezzi di varie dimensioni<br />

Pietrame di muratura In pezzi selezionati per murature in pietra spaccata di dimensioni tra<br />

20 e 50cm<br />

Pietrame in lastre naturali Che non ha subito alcuna lavorazione<br />

Pietrame in lastre segate Risultante dalla segatura dei blocchi di cava<br />

Pietra in blocchi naturali Materiale in grossi blocchi di cava<br />

Pietra in conci In blocchi squadrati e con le superfici lavorate<br />

Classificazione in base alla lavorazione della superficie<br />

Tipo di superficie Descrizione della superficie<br />

Greggia di cava Tipica della roccia che ha subito lo stacco dalla montagna con mine<br />

o mezzi meccanici<br />

Greggia di spacco Tipica della pietra ottenuta mediante spacco della roccia secondo i<br />

piani di divisibilità<br />

Mano di sega Com striature e rigature ottenute dopo la segatura della roccia<br />

Sbozzata Superficie della roccia che ha subito una prima lavorazione con il<br />

piccone<br />

A punta Presenta una uniforme distribuzione dei solchi e cavità ottenuti<br />

mediante lavorazione con il mazzuolo<br />

Scalpellata Superficie liscia<br />

Bocciardata Superficie della roccia che ha subito la lavorazione con bocciarla<br />

Martellinata Striata in una sola direzione ottenuta dopo la lavorazione con<br />

martellina<br />

Frullonata Liscia con leggere striature come risulta dopo la lavorazione con<br />

virgole<br />

Levigata Superficie liscia ed omogenea ottenuta con l’impiego di virgole<br />

Lucidata Superficie brillante<br />

Classificazione in base al loro impiego<br />

Materiale Colorazione Impiego<br />

Graniti Bianca, grigia, rosa, ross, gialla Pavimentazioni, strutture murarie<br />

Sieniti Rosso-bruna, bianco-giallastra, Pavimentazioni, come pietra da taglio<br />

bruno-violacea, grigia<br />

Dioriti Bianca, grigia, verdastra Lastre di rivestimento, opere stradali<br />

Gabbri Biancastra, grigia, verde bruna Come pietre ornamentali e per murature<br />

Porfidi Rossa,<br />

bruna<br />

rosea verde, gialla, Per murature ordinarie e pavimentazioni<br />

Trachiti Griglio chiara, gialla, rossa Pavimentazioni stradali<br />

Tufi trachiti Grigia, gialla, rossastra, bruna Costruzioni<br />

Basalti Grigio scura, nerastra Pavimentazioni<br />

Travertino Costruzioni non portanti<br />

Calcare Bianco-giallastro-bruna Per soglie, davanzali, gradini, pavimentazioni<br />

Tufo calcareo Bianco-giallastra Pietra da muratura<br />

Sassi Bianco-grigia Muratura e conci<br />

Ciottoli Bianco-grigia Pavimentazioni a secco<br />

13


Marmi Bianca, bianca venata, grigia Rivestimenti, gradini, soglie e davanzali<br />

Ardesie Grigia Da utilizzare in lastre<br />

Gneiss Grigia, rossa, bruno-nerastra Pavimentazioni stradali, fondazioni<br />

Classificazione in base alla rifinitura dei bordi lastra<br />

Tipologia di bordo Descrizione<br />

Naturali di cava Lastre non squadrate<br />

Scapezzate Lastre squadrate con mazza o martello<br />

Rifilate segate Lastre con bordi lisciati come da taglio<br />

Bordo a spigoli vivi Lastre con spigoli<br />

Bordo a spigoli arrotondati Lastre in cui la superficie della costa e quelle della faccia si raccordano<br />

con superficie cilindrica di raggio uguale a ¼ dello spessore della lastra<br />

Bordo a spigoli smussati Lastre in cui gli angoli vengono smussati apportando circa ¼ dello<br />

spessore della lastra<br />

Caratteristiche tecniche<br />

Materiale Peso Rottura a trazione Tensione (Kg/cm²) Rottura a flessione<br />

(Kg/m³)<br />

Rottura a compressione<br />

Graniti 2300 ÷ 2600 30 1150 150<br />

Sieniti 2700 ÷ 3000 35 1500 175<br />

Porfidi 2400 ÷ 2700 55 1750 200<br />

Gneiss e scisti 2500 ÷ 3100 30 1350 170<br />

Serizzi 2300 ÷ 2600 25 900 125<br />

Marmi in genere 2700 ÷ 2800 25 600 100<br />

Travertini 2200 ÷ 2500 15 450 100<br />

Ceppi 2200 ÷ 2300 15 400 100<br />

Puddinghe 2600 ÷ 2800 15 400 100<br />

Arenarie 1800 ÷ 2700 15 400 75<br />

Calcari compatti 2400 ÷ 2700 30 700 125<br />

2.9 PRODOTTI PER PAVIMENTAZIONE<br />

Si definiscono prodotti per pavimentazione quelli utilizzati per realizzare lo strato di rivestimento dell'intero<br />

sistema di pavimentazione.<br />

Per la realizzazione del sistema di pavimentazione si rinvia all'articolo sull'esecuzione delle pavimentazioni.<br />

I prodotti vengono di seguito considerati al momento della fornitura; il Direttore dei Lavori, ai fini della loro<br />

accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un<br />

attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate.<br />

2.9.1 I prodotti di legno<br />

I prodotti di legno per pavimentazione: tavolette, listoni, mosaico di lamelle, blocchetti, ecc. si intendono<br />

denominati nelle loro parti costituenti come indicato nella letteratura tecnica.<br />

I prodotti di cui sopra devono rispondere a quanto segue:<br />

a) essere della essenza legnosa adatta all'uso e prescritta nel progetto;<br />

b) sono ammessi i seguenti difetti visibili sulle facce in vista:<br />

b1) qualità I: piccoli nodi sani con diametro minore di 2 mm se del colore della specie (minore di 1 mm se<br />

di colore diverso) purché presenti su meno del 10% degli elementi del lotto; imperfezioni di lavorazione con<br />

profondità minore di 1 mm e purché presenti su meno del 10% degli elementi;<br />

b2) qualità II:<br />

– piccoli nodi sani con diametro minore di 5 mm se del colore della specie (minore di 2 mm se di colore<br />

diverso) purché presenti su meno del 20% degli elementi del lotto;<br />

– imperfezioni di lavorazione come per la classe I;<br />

– piccole fenditure;<br />

– alburno senza limitazioni ma immune da qualsiasi manifesto attacco di insetti;<br />

b3) qualità III: esenti da difetti che possono compromettere l'impiego (in caso di dubbio valgono le prove<br />

di resistenza meccanica). Alburno senza limitazioni, ma immune da qualsiasi manifesto attacco di insetti;<br />

c) avere contenuto di umidità tra il 10 ed il 15%;<br />

d) tolleranze sulle dimensioni e finitura:<br />

14


d1) listoni: 1 mm sullo spessore; 2 mm sulla larghezza; 5 mm sulla lunghezza;<br />

d2) tavolette: 0,5 mm sullo spessore; 1,5% sulla larghezza e lunghezza;<br />

d3) mosaico, quadrotti, ecc.: 0,5 mm sullo spessore; 1,5% sulla larghezza e lunghezza;<br />

d4) le facce a vista ed i fianchi da accertare saranno lisci;<br />

e) la resistenza meccanica a flessione, la resistenza all'impronta ed altre caratteristiche saranno nei limiti<br />

solitamente riscontrati sulla specie legnosa e saranno comunque dichiarati nell'attestato che accompagna la<br />

fornitura.<br />

f) i prodotti devono essere contenuti in appositi imballi che li proteggano da azioni meccaniche, umidità<br />

nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione prima della posa.<br />

Nell'imballo un foglio informativo indicherà, oltre al nome del fornitore e contenuto, almeno le caratteristiche<br />

di cui ai commi da a) ad e) .<br />

Normativa di riferimento<br />

Tipologia Norme<br />

Listoni UNI 4376, 4737, 4373<br />

Tavolette UNI 4774, 4376, 4374<br />

Perline UNI 4873, 4874, 4875<br />

2.9.2 Le piastrelle di ceramica<br />

Le piastrelle di ceramica per pavimentazioni dovranno essere del materiale indicato nel progetto tenendo<br />

conto che le dizioni commerciali e/o tradizionali (cotto, cottoforte, gres, ecc.) devono essere associate alla<br />

classificazione basata sul metodo di formatura e sull'assorbimento d'acqua secondo la norma UNI EN 87.<br />

a) A seconda della classe di appartenenza (secondo UNI EN 87) le piastrelle di ceramica estruse o<br />

pressate di prima scelta devono rispondere alle norme seguenti:<br />

Assorbimento d'acqua, E in %<br />

Formatura Gruppo I Gruppo IIa Gruppo IIb Gruppo III<br />

E ≤ 3% 3% < E ≤ 6% 6% < E < 10% E > 10%<br />

Estruse (A) UNI EN 121 UNI EN 186 UNI EN 187 UNI EN 188<br />

Pressate a UNI EN 176 UNI EN 177 UNI EN 178 UNI EN 159<br />

I prodotti di seconda scelta, cioè quelli che rispondono parzialmente alle norme predette, saranno<br />

accettati in base alla rispondenza ai valori previsti dal progetto, ed, in mancanza, in base ad accordi tra<br />

Direzione dei Lavori e fornitore.<br />

b) Per i prodotti definiti «pianelle comuni di argilla», «pianelle pressate ed arrotate di argilla» e<br />

«mattonelle greificate» dal RD 16 novembre 1939 n. 2234, devono inoltre essere rispettate le prescrizioni<br />

seguenti: resistenza all'urto 2 Nm (0,20 kgm) minimo; resistenza alla flessione 2,5 N/mm 2 (25 kg/cm 2 )<br />

minimo; coefficiente di usura al tribometro 15 mm per 1 km di percorso.<br />

c) Per le piastrelle colate (ivi comprese tutte le produzioni artigianali) le caratteristiche rilevanti da<br />

misurare ai fini di una qualificazione del materiale sono le stesse indicate per le piastrelle pressate a secco<br />

ed estruse (vedi norma UNI EN 87), per cui:<br />

– per quanto attiene ai metodi di prova si rimanda alla normativa UNI EN vigente e già citata;<br />

– per quanto attiene i limiti di accettazione, tenendo in dovuto conto il parametro relativo all'assorbimento<br />

d'acqua, i valori di accettazione per le piastrelle ottenute mediante colatura saranno concordati fra<br />

produttore ed acquirente, sulla base dei dati tecnici previsti dal progetto o dichiarati dai produttori ed<br />

accettate dalla Direzione dei Lavori;<br />

d) I prodotti devono essere contenuti in appositi imballi che li proteggano da azioni meccaniche,<br />

sporcatura, ecc. nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione prima della posa ed essere accompagnati<br />

da fogli informativi riportanti il nome del fornitore e la rispondenza alle prescrizioni predette.<br />

2.9.3 I prodotti di gomma<br />

I prodotti di gomma per pavimentazioni sotto forma di piastrelle e rotoli devono rispondere alle prescrizioni<br />

date dal progetto ed in mancanza e/o a complemento devono rispondere alle prescrizioni seguenti:<br />

a) Essere esenti da difetti visibili (bolle, graffi, macchie, aloni, ecc.) sulle superfici destinate a restare in<br />

vista;<br />

b) Avere costanza di colore tra i prodotti della stessa fornitura; in caso di contestazione deve risultare<br />

15


entro il contrasto dell'elemento n. 4 della scala dei grigi di cui alla UNI 8272-2.<br />

Per piastrelle di forniture diverse ed in caso di contestazione vale il contrasto dell'elenco n. 3 della scala<br />

dei grigi.<br />

c) Sulle dimensioni nominali ed ortogonalità dei bordi sono ammesse le tolleranze seguenti:<br />

– piastrelle: lunghezza e larghezza ± 0,3%, spessore ± 0,2 mm;<br />

– rotoli: lunghezza ± 1%, larghezza ± 0,3%, spessore ± 0,2 mm;<br />

– piastrelle: scostamento dal lato teorico (in millimetri) non maggiore del prodotto tra dimensione del lato<br />

(in millimetri) e 0,0012;<br />

– rotoli: scostamento dal lato teorico non maggiore di 1,5 mm.<br />

d) La durezza deve essere tra 75 e 85 punti di durezza Shore A.<br />

e) La resistenza all'abrasione deve essere non maggiore di 300 mm 3 .<br />

f) La stabilità dimensionale a caldo deve essere non maggiore dello 0,3% per le piastrelle e dello 0,4%<br />

per i rotoli.<br />

g) La classe di reazione al fuoco deve essere la prima secondo il DM 26 giugno 1984 allegato A3.1).<br />

h) La resistenza alla bruciatura da sigaretta, intesa come alte razioni di colore prodotte dalla<br />

combustione, non deve originare contrasto di colore uguale o minore al n. 2 della scala dei grigi di cui alla<br />

UNI 8272-2. Non sono inoltre ammessi affioramenti o rigonfiamenti.<br />

i) Il potere macchiante, inteso come cessione di sostanze che sporcano gli oggetti che vengono a<br />

contatto con il rivestimento, per i prodotti colorati non deve dare origine ad un contrasto di colore maggiore di<br />

quello dell'elemento N3 della scala dei grigi di cui alla UNI 8272-2. Per i prodotti neri il contrasto di colore non<br />

deve essere maggiore dell'elemento N2.<br />

m) Il controllo delle caratteristiche di cui ai comma da a) ad i) si intende effettuato secondo i criteri<br />

esposti in precedenza (su campionatura o mediante attestato di conformità) utilizzando la norma UNI 8272.<br />

n) I prodotti devono essere contenuti in appositi imballi che li proteggano da azioni meccaniche ed agenti<br />

atmosferici nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione prima della posa.<br />

Il foglio di accompagnamento indicherà oltre al nome del fornitore almeno le informazioni di cui ai commi<br />

da a) ad i).<br />

2.9.4 I prodotti di vinile<br />

I prodotti di vinile, omogenei e non, ed i tipi eventualmente caricati devono rispondere alle prescrizioni di cui<br />

alle seguenti norme.<br />

– UNI 5573 per le piastrelle di vinile;<br />

– UNI EN 649 per le piastrelle di vinile omogeneo;<br />

– UNI EN 649 per le piastrelle di vinile non omogeneo.<br />

I metodi di accettazione sono quelli esposti in precedenza (su campionatura o mediante attestato di<br />

conformità).<br />

I prodotti devono essere contenuti in appositi imballi che li proteggano da azioni meccaniche ed agenti<br />

atmosferici nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione prima della posa.<br />

Il foglio di accompagnamento indicherà le caratteristiche di cui alle norme precitate.<br />

2.9.5 I prodotti in linoleum<br />

Materiale di rivestimento, impermeabile, isolante e resistente alle abrasioni, risultante da un impasto<br />

compresso di farina di sughero con olio di lino ossidato, pressato su sun supporto di tela o di carta.<br />

I principali elementi di cui il linoleum è costituito sono i seguenti:<br />

• Tessuto di juta<br />

• Sughero e/o farina di legno<br />

• Colofonia e/o resina<br />

• Olio di lino ossidatoe/o polimerizzato o altro olio essiccativo<br />

Il linoleum può esser in tinta unita, variegato, striato granito e marmorizzato<br />

Viene fornito in piastrelle o teli di spessore compreso tra 2.0 e 6.7 mm; la tolleranza su tutti gli spessori è ±<br />

0.15 mm.<br />

I metodi di accettazione sono quelli esposti in precedenza (su campionatura o mediante attestato di<br />

conformità).<br />

2.9.6 I prodotti di resina<br />

I prodotti di resina (applicati fluidi od in pasta) per rivestimenti di pavimenti realizzati saranno del tipo<br />

realizzato:<br />

– mediante impregnazione semplice (I1);<br />

– a saturazione (I2);<br />

– mediante film con spessori fino a 200 mm (F1) o con spessore superiore (F2);<br />

16


– con prodotti fluidi cosiddetti autolivellanti (A);<br />

– con prodotti spatolati (S).<br />

Le caratteristiche segnate come significative nel prospetto seguente devono rispondere alle prescrizioni del<br />

progetto.<br />

I valori di accettazione sono quelli dichiarati dal fabbricante ed accettati dal Direttore dei lavori.<br />

I metodi di accettazione sono quelli esposti in precedenza (su campionatura o mediante attestato di<br />

conformità), facendo riferimento alla norma UNI 8298 (varie parti).<br />

Caratteristiche Grado di significatività rispetto ai vari tipi<br />

17<br />

i1 i2 F1 F2 A S<br />

Colore – – + + + –<br />

Identificazione chimico-fisica + + + + + +<br />

Spessore – – + + + +<br />

Resistenza all'abrasione + + + + + +<br />

Resistenza al punzonamento dinamico (urto) – + + + + +<br />

Resistenza al punzonamento statico + + + + + +<br />

Comportamento all'acqua + + + + + +<br />

Resistenza alla pressione idrostatica inversa – + + + + +<br />

Reazione al fuoco + + + + + +<br />

Resistenza alla bruciatura della sigaretta – + + + + +<br />

Resistenza all'invecchiamento termico in aria – + + + + +<br />

Resistenza meccanica dei ripristini – – + + + +<br />

+ significativa; – non significativa<br />

I prodotti devono essere contenuti in appositi imballi che li proteggano da azioni meccaniche e da agenti<br />

atmosferici nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione prima della posa.<br />

Il foglio informativo indicherà, oltre al nome del fornitore, le caratteristiche, le avvertenze per l'uso e per la<br />

sicurezza durante l'applicazione.<br />

2.9.7 I prodotti di calcestruzzo<br />

I prodotti di calcestruzzo per pavimentazioni a seconda del tipo di prodotto devono rispondere alle<br />

prescrizioni del progetto ed in mancanza e/o completamento alle seguenti.<br />

2.9.8 Mattonelle di cemento<br />

Mattonelle di cemento con o senza colorazione e superficie levigata; mattonelle di cemento con o senza<br />

colorazione con superficie striata o con impronta; marmette e mattonelle a mosaico di cemento e di detriti di<br />

pietra con superficie levigata.<br />

I prodotti sopracitati devono rispondere al RD 2234 del 16 novembre 1939 per quanto riguarda le<br />

caratteristiche di resistenza all'urto, resistenza alla flessione e coefficiente di usura al tribometro ed alle<br />

prescrizioni del progetto I metodi di accettazione sono quelli esposti in precedenza (su campionatura o<br />

mediante attestato di conformità).<br />

2.9.9 Masselli di calcestruzzo<br />

Masselli di calcestruzzo per pavimentazioni saranno definiti e classificati in base alla loro forma, dimensioni,<br />

colore e resistenza caratteristica; per la terminologia delle parti componenti il massello e delle geometrie di<br />

posa ottenibili si rinvia alla documentazione tecnica. Essi devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed<br />

in mancanza oda loro completamento devono rispondere a quanto segue:<br />

a) essere esenti da difetti visibili e di forma quali protuberanze, bave, incavi che superino le tolleranze<br />

dimensionali ammesse.<br />

Sulle dimensioni nominali è ammessa la tolleranza di 3 mm per un singolo elemento e 2 mm quale<br />

media delle misure sul campione prelevato;<br />

b) le facce di usura e di appoggio devono essere parallele tra loro con tolleranza ± 15% per il singolo<br />

massello e ± 10% sulle medie;<br />

c) la massa volumica deve scostarsi da quella nominale (dichiarata dal fabbricante) non più del 15% per<br />

il singolo massello e non più del 10% per le medie;<br />

d) il coefficiente di trasmissione meccanica non deve essere minore di quello dichiarato dal fabbricante;<br />

e) il coefficiente di aderenza delle facce laterali deve essere il valore nominale con tolleranza ± 5% per 1<br />

singolo elemento e ± 3% per le medie;<br />

f) la resistenza convenzionale alla compressione deve essere maggiore di 50 N/mm 2 per il singolo<br />

elemento e maggiore di 60 N/mm 2 per la media;


I metodi di accettazione sono quelli esposti in precedenza (su campionatura o mediante attestato di<br />

conformità).<br />

I prodotti saranno forniti su appositi pallets opportunamente legati ed eventualmente protetti dall'azione di<br />

sostanze sporcanti.<br />

Il foglio informativo indicherà, oltre al nome del fornitore, almeno le caratteristiche di cui sopra e le istruzioni<br />

per la movimentazione, sicurezza e posa.<br />

2.9.10 I prodotti di pietre naturali o ricostruite per pavimentazioni.<br />

Si intendono definiti come segue:<br />

- elemento lapideo naturale: elemento costituito integralmente da materiali lapideo (senza aggiunta di<br />

leganti);<br />

- elemento lapideo ricostituito (conglomerato): elemento costituito da frammenti lapidei naturali legati<br />

con cemento o con resine;<br />

- lastra rifilata: elemento con le dimensioni fissate in funzione del luogo d'impiego, solitamente con una<br />

dimensione maggiore di 60 cm e spessore di regola non minore di 2 cm;<br />

- marmetta: elemento con le dimensioni fissate dal produttore ed indipendenti dal luogo di posa,<br />

solitamente con dimensioni minori di 60 cm e con spessore di regola minore di 2 cm;<br />

- marmetta calibrata: elemento lavorato meccanicamente per mantenere lo spessore entro le<br />

tolleranze dichiarate;<br />

- marmetta rettificata: elemento lavorato meccanicamente per mantenere la lunghezza e/o larghezza<br />

entro le tolleranze dichiarate.<br />

Per gli altri termini specifici dovuti alle lavorazioni, finiture, ecc., vedere la norma UNI 9379.<br />

a) I prodotti di cui sopra devono rispondere alle prescrizioni del progetto (dimensioni, tolleranze, aspetto,<br />

ecc.) ed a quanto prescritto nell'articolo prodotti di pietre naturali o ricostruite.<br />

In mancanza di tolleranze su disegni di progetto si intende che le lastre grezze contengono la<br />

dimensione nominale; le lastre finite, marmette, ecc. hanno tolleranza 1 mm sulla larghezza e lunghezza e 2<br />

mm sullo spessore (per prodotti da incollare le tolleranze predette saranno ridotte);<br />

b) le lastre ed i quadrelli di marmo o di altre pietre dovranno inoltre rispondere al RD 2234 del 16<br />

novembre 1939 per quanto attiene il coefficiente di usura al tribometro in mm;<br />

c) I metodi di accettazione sono quelli esposti in precedenza (su campionatura o mediante attestato di<br />

conformità). Le forniture avverranno su pallets ed i prodotti saranno opportunamente legati ed eventualmente<br />

protetti dall'azione di sostanze sporcanti.<br />

Il foglio informativo indicherà almeno le caratteristiche di cui sopra e le istruzioni per la movimentazione,<br />

sicurezza e posa.<br />

2.9.11 I prodotti tessili per pavimenti (moquettes).<br />

a) Si intendono tutti i rivestimenti nelle loro diverse soluzioni costruttive e cioè:<br />

- rivestimenti tessili a velluto (nei loro sottocasi velluto tagliato, velluto riccio, velluto unilivellato, velluto<br />

plurilivello, ecc.);<br />

- rivestimenti tessili piatti (tessuto, nontessuto).<br />

In caso di dubbio e contestazione si farà riferimento alla classificazione e terminologia della norma UNI<br />

8013/1.<br />

b) I prodotti devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed in mancanza o completamento a quanto<br />

segue:<br />

- massa areica totale e dello strato di utilizzazione;<br />

- spessore totale e spessore della parte utile dello strato di utilizzazione;<br />

- perdita di spessore dopo applicazione (per breve e lunga durata) di carico statico moderato;<br />

- perdita di spessore dopo applicazione di carico dinamico.<br />

In relazione all'ambiente di destinazione saranno richieste le seguenti caratteristiche di comportamento:<br />

- tendenza all'accumulo di cariche elettrostatiche generate dal calpestio;<br />

- numero di fiocchetti per unità di lunghezza e per unità di area;<br />

- forza di strappo dei fiocchetti;<br />

- comportamento al fuoco;<br />

c) I metodi di accettazione sono quelli esposti in precedenza (su campionatura o mediante attestato di<br />

conformità).; i valori saranno quelli dichiarati dal fabbricante ed accettati dal Direttore dei lavori. Le modalità<br />

di prova da seguire in caso di contestazione sono quelle indicate nella norma UNI 8014 (varie parti).<br />

d) I prodotti saranno forniti protetti da appositi imballi che li proteggano da azioni meccaniche, da agenti<br />

atmosferici ed altri agenti degradanti nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione prima della posa. Il<br />

foglio informativo indicherà il nome del produttore, le caratteristiche elencate in b) e le istruzioni per la posa.<br />

18


2.9.12 Le mattonelle di asfalto<br />

a) Dovranno rispondere alle prescrizioni del RD 16 novembre 1939, n. 2234 per quanto riguarda le<br />

caratteristiche di resistenza all'urto: 4 N/m (0,40 kg/m minimo); resistenza alla flessione: 3 N/mm 2 (20 kg/cm 2<br />

minimo); coefficiente di usura al tribometro: 15 m/m massimo per 1 km di percorso.<br />

b) I metodi di accettazione sono quelli esposti in precedenza (su campionatura o mediante attestato di<br />

conformità); in caso di contestazione si fa riferimento alle norme CNR e UNI applicabili (UNI 4377, 4380,<br />

4385).<br />

I prodotti saranno forniti su appositi pallets ed eventualmente protetti da azioni degradanti dovute ad<br />

agenti meccanici, chimici ed altri nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione in genere prima della posa.<br />

Il foglio informativo indicherà almeno le caratteristiche di cui sopra oltre alle istruzioni per la posa.<br />

2.9.13 I prodotti di metallo<br />

I prodotti di metallo per pavimentazioni dovranno rispondere alle prescrizioni date nella norma UNI 4630 per<br />

le lamiere bugnate e nella norma UNI 3151 per le lamiere stirate. Le lamiere saranno inoltre esenti da difetti<br />

visibili (quali scagliature, bave, crepe, crateri, ecc.) e da difetti di forma (svergolamento, ondulazione, ecc.)<br />

che ne pregiudichino l'impiego e/o la messa in opera e dovranno avere l'eventuale rivestimento superficiale<br />

prescritto nel progetto.<br />

2.9.14 I conglomerati bituminosi<br />

I conglomerati bituminosi per pavimentazioni esterne fanno riferimento a due principali sottocategorie: i<br />

catrami e i bitumi con i rispettivi sottoprodotti di seguito illustrati<br />

I catrami sono ottenuti dalla distillazione del carbon fossile in assenza di aria e si presenta come un liquido di<br />

colore nero. Vengono utilizzati per lavori di pavimentazione stradale e per altri usi trattati nei successivi<br />

paragrafi. E’ molto sensibile agli sbalzi di temperatura ed ha una buona resistenza all’invecchiamento.<br />

Requisiti di accettazione<br />

Caratteristiche del catrame per lavori di Trattamenti Penetrazioni Conglomerati<br />

pavimentazione stradale<br />

superficiali<br />

Consistenza e viscosità Hutchinson a 25 °C 10÷40 40÷125 125÷500<br />

Peso specifico a 15 °C (g/cm³) 1.14÷1.22 1.15÷1.24 1.16÷1.25<br />

Percentuale massima in peso di acqua 0.5% 0.5% 0.5%<br />

Distillato fino a 200 °C (esclusa l’acqua):<br />

% massima in peso degli oli leggeri<br />

1.00% 1.00% 1.00%<br />

Distillato tra 200 e 270 °C; % in peso deli oli medi 9÷17% 5÷14% 4÷10%<br />

Distillato tra 270 e 300 °C; % in peso deli oli pesanti 16% 18% 18%<br />

Punto di rammollimento (palla e anello) del residuo<br />

della distillazione (peso) a 35 °C: non superiore a<br />

85 °C 85 °C 85 °C<br />

Percentuale massima dei fenoli (in volume) riferita al<br />

peso del catrame<br />

3.00% 3.00% 3.00%<br />

Naftalina: % massima in peso 4.00% 3.00% 3.00%<br />

Residuo insolubile in benzolo (carbonio libero): % in<br />

peso<br />

4.18% 5÷20% 6÷22%<br />

I bitumi sono materiali di colore nero provenienti dalla evaporazione del petrolio (al naturale) oppure come<br />

residui del processo di distillazione del petrolio stesso. E’ un materiale idrorepellente, rigido a temperatura<br />

ambiente, pastoso a 50 °C e fluido a temperature maggiori. I bitumi liquidi vengono utilizzati nella<br />

realizzazione delle pavimentazioni stradali<br />

Classificazione<br />

Tipo Tipo Tipo Tipo Tipo<br />

35/50 50/80 100/120 120/150 150/200<br />

Descrizione<br />

Duri Molli e teneri<br />

Per trattamenti in<br />

profondità e conglomerati<br />

Per trattamenti superficiali<br />

Penetrazione o consistenza (Dow) a 25°C (minimo<br />

in mm)<br />

5 8 10 10 10<br />

Peso specifico a 25°C maggiore di g/m³<br />

Aderenza su granito:<br />

1 1 1 1 1<br />

• Su provini ascitti (Kg/cm²)<br />

7÷3.5 7÷3.5 12<br />

16<br />

22<br />

• Su provini bagnati (Kg/cm²)<br />

3.5÷1.75 3.5÷1.75 6<br />

8<br />

11<br />

Punto di rammollimento non inferiore a 50°C 50°C 38°C 38°C 38°C<br />

19


Solubilità in solfuro di carbonio 99% 99% 99% 99% 99%<br />

Paraffina al massimo 2.50% 2.50% 2.50% 2.50% 2.50%<br />

2.10 PRODOTTI PER IMPERMEABILIZZAZIONI E PER COPERTURE PIANE<br />

Si intendono prodotti per impermeabilizzazioni e per coperture piane quelli che si presentano sotto forma di:<br />

– membrane in fogli e/o rotoli da applicare a freddo od a caldo, in fogli singoli o pluristrato;<br />

– prodotti forniti in contenitori (solitamente liquidi e/o in pasta) da applicare a freddo od a caldo su eventuali<br />

armature (che restano inglobate nello strato finale) fino a formare in sito una membrana continua.<br />

a) Le membrane si designano descrittivamente in base:<br />

1) al materiale componente (esempio: bitume ossidato fillerizzato, bitume polimero elastomero, bitume<br />

polimero plastomero, etilene propilene diene, etilene vinil acetato, ecc.);<br />

2) al materiale di armatura inserito nella membrana (esempio: armatura vetro velo, armatura poliammide<br />

tessuto, armatura polipropilene film, armatura alluminio foglio sottile, ecc.);<br />

3) al materiale di finitura della faccia superiore (esempio: poliestere film da non asportare, polietilene film<br />

da non asportare, graniglie, ecc.);<br />

4) al materiale di finitura della faccia inferiore (esempio: poliestere non tessuto, sughero, alluminio foglio<br />

sottile, ecc.).<br />

b) I prodotti forniti in contenitori si designano descrittivamente come segue:<br />

1) mastici di rocce asfaltiche e di asfalto sintetico;<br />

2) asfalti colati;<br />

3) malte asfaltiche;<br />

4) prodotti termoplastici;<br />

5) soluzioni in solvente di bitume;<br />

6) emulsioni acquose di bitume;<br />

7) prodotti a base di polimeri organici.<br />

c) I prodotti vengono di seguito considerati al momento della loro fornitura, le modalità di posa sono<br />

trattate negli articoli relativi alla posa in opera.<br />

Il Direttore dei lavori ai fini della loro accettazione può procedere a controlli (anche parziali) su campioni<br />

della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate.<br />

Le membrane per coperture di edifici in relazione allo strato funzionale che vanno a costituire (esempio strato<br />

di tenuta all'acqua, strato di tenuta all'aria, strato di schermo e/o barriera al vapore, strato di protezione degli<br />

strati sottostanti, ecc.) devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed in mancanza od a loro<br />

completamento alle seguenti prescrizioni (gli strati funzionali si intendono definiti come riportato nella norma<br />

UNI 8178).<br />

a) Le membrane destinate a formare strati di schermo e/o barriera al vapore devono soddisfare:<br />

– le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore);<br />

– difetti, ortometria e massa areica;<br />

– resistenza a trazione;<br />

– flessibilità a freddo;<br />

– comportamento all'acqua;<br />

– permeabilità al vapore d'acqua;<br />

– invecchiamento termico in acqua;<br />

– le giunzioni devono resistere adeguatamente a trazione ed avere adeguata impermeabilità all'aria.<br />

Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 9380, oppure per i<br />

prodotti non normati, rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei lavori.<br />

Le membrane rispondenti alle varie parti della norma UNI 8629 per le caratteristiche precitate sono valide<br />

anche per questo impiego.<br />

b) Le membrane destinate a formare strati di continuità, di diffusione o di egualizzazione della pressione<br />

di vapore, di irrigidimento o ripartizione dei carichi, di regolarizzazione, di separazione e/o scorrimento o<br />

drenante devono soddisfare:<br />

– le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza e spessore);<br />

– difetti, ortometria e massa areica;<br />

– comportamento all'acqua;<br />

20


– invecchiamento termico in acqua.<br />

Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 9168, oppure per<br />

i prodotti non normati, rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei lavori.<br />

Le membrane rispondenti alle norme UNI 9380 e UNI 8629 per le caratteristiche precitate sono valide<br />

ancheper questo impiego.<br />

c) Le membrane destinate a formare strati di tenuta all'aria devono soddisfare:<br />

– le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza e spessore);<br />

– difetti, ortometria e massa areica;<br />

– resistenza a trazione ed alla lacerazione;<br />

– comportamento all'acqua;<br />

– le giunzioni devono resistere adeguatamente alla trazione ed alla permeabilità all'aria.<br />

Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 9168, oppure per i<br />

prodotti non normati, ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei lavori.<br />

Le membrane rispondenti alle norme UNI 9380 e UNI 8629 per le caratteristiche precitate sono valide anche<br />

per questo impiego.<br />

d) Le membrane destinate a formare strati di tenuta all'acqua devono soddisfare:<br />

– le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore);<br />

– difetti, ortometria e massa areica;<br />

– resistenza a trazione e alla lacerazione;<br />

– punzonamento statico e dinamico;<br />

– flessibilità a freddo;<br />

– stabilità dimensionale in seguito ad azione termica;<br />

– stabilità di forma a caldo;<br />

– impermeabilità all'acqua e comportamento all'acqua;<br />

– permeabilità al vapore d'acqua;<br />

– resistenza all'azione perforante delle radici;<br />

– invecchiamento termico in aria ed acqua;<br />

– resistenza all'ozono (solo per polimeriche e plastomeriche);<br />

– resistenza ad azioni combinate (solo per polimeriche e plastomeriche);<br />

– le giunzioni devono resistere adeguatamente alla trazione ed avere impermeabilità all'aria.<br />

Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 8629 (varie parti),<br />

oppure per i prodotti non normati rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei<br />

lavori.<br />

e) Le membrane destinate a formare strati di protezione devono soddisfare:<br />

– le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore);<br />

– difetti, ortometria e massa areica;<br />

– resistenza a trazione e alle lacerazioni;<br />

– punzonamento statico e dinamico;<br />

– flessibilità a freddo;<br />

– stabilità dimensionali a seguito di azione termica;<br />

– stabilità di forma a caldo (esclusi prodotti a base di PVC, EPDM, IIR);<br />

– comportamento all'acqua;<br />

– resistenza all'azione perforante delle radici;<br />

– invecchiamento termico in aria;<br />

– le giunzioni devono resistere adeguatamente alla trazione;<br />

– l'autoprotezione minerale deve resistere all'azione di distacco.<br />

Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 8629 (varie parti),<br />

oppure per i prodotti non normati rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei<br />

lavori.<br />

Le membrane a base di elastomeri e di plastomeri dei tipi elencati nel seguente comma a) utilizzate per<br />

impermeabilizzazione delle opere elencate nel seguente comma b) devono rispondere alle prescrizioni<br />

elencate nel successivo comma c).<br />

I criteri di accettazione sono verificati mediante controlli su campioni di fornitura o mediante attestato di<br />

conformatià alle caratteristiche descritte allegato alla fornitura.<br />

a) I tipi di membrane considerati sono:<br />

• membrane in materiale elastomerico senza armatura: per materiale elastomerico si intende un<br />

materiale che sia fondamentalmente elastico anche a temperature superiori o inferiori a quelle di<br />

normale impiego e/o che abbia subito un processo di reticolazione (per esempio gomma vulcanizzata).<br />

21


• membrane in materiale elastomerico dotate di armatura;<br />

• membrane in materiale plastomerico flessibile senza armatura: per materiale plastomerico si intende<br />

un materiale che sia relativamente elastico solo entro un intervallo di temperatura corrispondente<br />

generalmente a quello di impiego ma che non abbia subito alcun processo di reticola zione<br />

(come per esempio cloruro di polivinile plastificato o altri materiali termoplastici flessibili o gomme non<br />

vulcanizzate).<br />

• membrane in materiale plastomerico flessibile dotate di armatura;<br />

• membrane in materiale plastomerico rigido (per esempio polietilene ad alta o bassa densità, reticolato<br />

o non, polipropilene);<br />

• membrame polimeriche a reticolazione posticipata (per esempio polietilene clorosol fanato) dotate di<br />

armatura;<br />

• membrane polimeriche accoppiate; membrane polimeriche accoppiate o incollate sulla faccia interna<br />

ad altri elementi aventi funzioni di protezione o altra funzione particolare, comunque non di tenuta. In<br />

questi casi, quando la parte accoppiata all'elemento polimerico impermeabilizzante ha importanza<br />

fondamentale per il comportamento in opera della membrana, le prove devono essere eseguite<br />

sulla membrana come fornita dal produttore.<br />

b) Classi di utilizzo:<br />

Classe A - membrane adatte per condizioni eminentemente statiche del contenuto (per esempio, bacini,<br />

dighe, sbarramenti, ecc.).<br />

Classe B - membrane adatte per condizioni dinamiche del contenuto (per esempio, canali, acquedotti,<br />

ecc.).<br />

Classe C - membrane adatte per condizioni di sollecitazioni meccaniche particolarmente gravose,<br />

concentrate o no (per esempio, fondazioni, impalcati di ponti, gallerie, ecc.<br />

Classe D - membrane adatte anche in condizioni di intensa esposizione agli agenti atmosferici e/o alla<br />

luce.<br />

Classe E - membrane adatte per impieghi in presenza di materiali inquinanti e/o aggressivi (per esempio,<br />

discariche, vasche di raccolta e/o decantazione, ecc.).<br />

Classe F - membrane adatte per il contatto con acqua potabile o sostanze di uso alimentare (per<br />

esempio, acquedotti, serbatoi, contenitori per alimenti, ecc.).<br />

Nell'utilizzo delle membrane polimeriche per impermeabilizzazione, possono essere necessarie anche<br />

caratteristiche comuni a più classi. In questi casi devono essere presi in considerazione tutti quei fattori<br />

che nell'esperienza progettuale e/o applicativa risultano di importanza preminente o che per legge<br />

devono essere considerati tali.<br />

c) Le membrane di cui al comma a) sono valide per gli impieghi di cui al comma b) purché rispettino le<br />

caratteristiche previste nelle varie parti della norma UNI 8898.<br />

I prodotti forniti solitamente sotto forma di liquidi o paste destinati principalmente a realizzare strati di tenuta<br />

all'acqua (ma anche altri strati funzionali della copertura piana) a secondo del materiale costituente, devono<br />

rispondere alle prescrizioni seguenti.<br />

I criteri di accettazione sono verificati mediante controlli su campioni di fornitura o mediante attestato di<br />

conformatià alle caratteristiche descritte allegato alla fornitura.<br />

Bitumi da spalmatura per impermeabilizzazioni (in solvente e/o emulsione acquosa) devono rispondere ai<br />

limiti specificati, per i diversi tipi, alle prescrizioni della norma UNI 4157.<br />

Le malte asfaltiche per impermeabilizzazione devono rispondere alla norma UNI 5660 FA 227.<br />

Gli asfalti colati per impermeabilizzazioni devono rispondere alla norma UNI 5654 FA 191.<br />

Il mastice di rocce asfaltiche per la preparazione di malte asfaltiche e degli asfalti colati deve rispondere alla<br />

norma UNI 4377 FA 233.<br />

Il mastice di asfalto sintetico per la preparazione delle malte asfaltiche e degli asfalti colati deve rispondere<br />

alla norma UNI 4378 FA 234.<br />

I prodotti fluidi od in pasta a base di polimeri organici (bituminosi, epossidici, poliuretanici, epossipoliuretanici,<br />

epossi-catrame, polimetencatrame, polimeri clorurati, acrilici, vinilici, polimeri isomerizzati)<br />

devono essere valutate in base alle caratteristiche seguenti ed i valori devono soddisfare i limiti riportati;<br />

22


quando non sono riportati limiti si intende che valgono quelli dichiarati dal produttore nella sua<br />

documentazione tecnica ed accettati dalla Direzione dei Lavori.<br />

I criteri di accettazione sono verificati mediante controlli su campioni di fornitura o mediante attestato di<br />

conformatià alle caratteristiche descritte allegato alla fornitura.<br />

a) Caratteristiche identificative del prodotto in barattolo (prima dell'applicazione):<br />

Bitumi per manti<br />

Denominazione<br />

Pendenza del piano<br />

di posa<br />

(superficie piana)<br />

Punto di<br />

rammollimento<br />

23<br />

Penetrazione<br />

Punto di rottura<br />

Fraass<br />

(max)<br />

Punto di fiamma<br />

(min)<br />

40/50 ≤5°C 55÷65°C 40÷50 -18°C 260°C<br />

85/25 ≥5°C a 20°C 85°C±5% 25±5% -12°C 270°C<br />

95/15 >20°C 95°C±5% 15±5% -8°C 270°C<br />

Per i valori non prescritti relativi anche ad altri prodotti oltre ai bitumi, si intendono validi quelli dichiarati dal<br />

fornitore ed accettati dalla Direzione dei lavori.<br />

b) Caratteristiche di comportamento da verificare in sito o su campioni significativi di quanto realizzati in<br />

sito:<br />

- spessore minimo dello strato finale in relazione al quantitativo applicato per ogni metro quadrato:<br />

- Valore minimo dell'allungamento a rottura:<br />

- Resistenza minima al punzonamento statico e dinamico:<br />

- Stabilità dimensionale a seguito di azione termica; variazione dimensionale massima in %.<br />

- Impermeabilità minima all'acqua<br />

- Comportamento all'acqua; variazione di massa massima in %.<br />

- Invecchiamento termico in aria a 70 °C, variazione massima della flessibilità a freddo tra prima e dopo il<br />

trattamento<br />

- Invecchiamento termico in acqua, variazione massima della flessibilità a freddo tra prima e dopo il<br />

trattamento<br />

- per i valori si intendono validi quelli dichiarati dal fornitore ed accettati dalla Direzione dei lavori.<br />

2.11 PRODOTTI DI VETRO (LASTRE, PROFILATI AD U E VETRI PRESSATI)<br />

Si definiscono prodotti di vetro quelli che sono ottenuti dalla trasformazione e lavorazione del vetro.<br />

Essi si dividono nelle seguenti principali categorie: lastre piane, vetri pressati, prodotti di seconda<br />

lavorazione.<br />

Per le definizioni rispetto ai metodi di fabbricazione, alle loro caratteristiche, alle seconde lavorazioni, nonché<br />

per le operazioni di finitura dei bordi si fa riferimento alle norme UNI.<br />

I prodotti vengono di seguito considerati al momento della loro fornitura.<br />

Le modalità di posa sono trattate negli articoli relativi alle vetrazioni ed ai serramenti.<br />

Il Direttore dei Lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere a controlli (anche parziali) su campioni<br />

della fornitura oppure richiedere un'attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate.<br />

I vetri piani grezzi sono quelli colati e laminati grezzi ed anche cristalli grezzi traslucidi, incolori, cosiddetti<br />

bianchi, eventualmente armati.<br />

Le loro dimensioni saranno quelle indicate nel progetto. Per le altre caratteristiche vale la norma UNI EN 572<br />

che considera anche le modalità di controllo da adottare in caso di contestazione. I valori di isolamento<br />

termico, acustico, ecc. saranno quelli derivanti dalle dimensioni prescritte, il fornitore comunicherà i valori se<br />

richiesti.<br />

I vetri piani lucidi tirati sono quelli incolori ottenuti per tiratura meccanica della massa fusa, che presenta sulle<br />

due facce, naturalmente lucide, ondulazioni più o meno accentuate non avendo subito lavorazioni di<br />

superficie.<br />

Le loro dimensioni saranno quelle indicate nel progetto.<br />

Per le altre caratteristiche vale la norma UNI EN 572 che considera anche le modalità di controllo da adottare<br />

in caso di contestazione. I valori di isolamento termico, acustico, ecc. saranno quelli derivanti dalle<br />

dimensioni prescritte, il fornitore comunicherà i valori se richiesti.


I vetri piani trasparenti float sono quelli chiari o colorati ottenuti per colata mediante galleggiamento su un<br />

bagno di metallo fuso.<br />

Le loro dimensioni saranno quelle indicate nel progetto.<br />

Per le altre caratteristiche vale la norma UNI EN 572 che considera anche la modalità di controllo da adottare<br />

in caso di contestazione. I valori di isolamento termico, acustico, ecc. saranno quelli derivanti dalle<br />

dimensioni prescritte, il fornitore comunicherà i valori se richiesti.<br />

I vetri piani temprati sono quelli trattati termicamente o chimicamente in modo da indurre negli strati<br />

superficiali tensioni permanenti.<br />

Le loro dimensioni saranno quelle indicate nel progetto.<br />

Per le altre caratteristiche vale la norma UNI 7142 che considera anche le modalità di controllo da adottare in<br />

caso di contestazione. I valori di isolamento termico, acustico, ecc. saranno quelli derivanti dalle dimensioni<br />

prescritte, il fornitore comunicherà i valori se richiesti.<br />

I vetri piani uniti al perimetro (o vetrocamera) sono quelli costituiti da due lastre di vetro tra loro unite lungo il<br />

perimetro, solitamente con interposizione di un distanziatore, a mezzo di adesivi od altro in modo da formare<br />

una o più intercapedini contenenti aria o gas disidratati.<br />

Le loro dimensioni, numero e tipo delle lastre saranno quelle indicate nel progetto.<br />

Per le altre caratteristiche vale la norma UNI 10593 che definisce anche i metodi di controllo da adottare in<br />

caso di contestazione. I valori di isolamento termico, acustico, ecc. saranno quelli derivanti dalle dimensioni<br />

prescritte, il fornitore comunicherà i valori se richiesti.<br />

I vetri piani stratificati sono quelli formati da due o più lastre di vetro e uno o più strati interposti di materia<br />

plastica che incollano tra loro le lastre di vetro per l'intera superficie.<br />

Il loro spessore varia in base al numero ed allo spessore delle lastre costituenti.<br />

Essi si dividono in base alla loro resistenza, alle sollecitazioni meccaniche come segue:<br />

– stratificati antivandalismo;<br />

– stratificati anticrimine;<br />

– stratificati antiproiettile.<br />

Le dimensioni, numero e tipo delle lastre saranno quelle indicate nel progetto.<br />

Per le altre caratteristiche si fa riferimento alle norme seguenti:<br />

a) i vetri piani stratificati antivandalismo ed anticrimine devono rispondere rispettivamente alle norme<br />

UNI 9186;<br />

b) i vetri piani stratificati antiproiettile devono rispondere alla norma UNI 9187.<br />

I valori di isolamento termico, acustico, ecc. saranno quelli derivanti dalle dimensioni prescritte, il fornitore<br />

comunicherà i valori se richiesti.<br />

I vetri piani profilati ad U sono dei vetri greggi colati prodotti sotto forma di barre con sezione ad U, con la<br />

superficie liscia o lavorata, e traslucida alla visione.<br />

Possono essere del tipo ricotto (normale) o temprato armati o non armati.<br />

Le dimensioni saranno quelle indicate nel progetto. Per le altre caratteristiche valgono le prescrizioni della<br />

norma UNI EN 572 che indica anche i metodi di controllo in caso di contestazione.<br />

I vetri pressati per vetrocemento armato possono essere a forma cava od a forma di camera d'aria.<br />

Le dimensioni saranno quelle indicate nel progetto.<br />

Per le caratteristiche vale quanto indicato nella norma UNI 7440 che indica anche i metodi di controllo in caso<br />

di contestazione.<br />

2.12 PRODOTTI DIVERSI (SIGILLANTI, ADESIVI, GEOTESSILI)<br />

Tutti i prodotti di seguito descritti vengono considerati al momento della fornitura. Il Direttore dei lavori ai fini<br />

della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure<br />

richiedere un attestato di conformità della stessa alle prescrizioni di seguito indicate.<br />

Per il campionamento dei prodotti ed i metodi di prova si fa riferimento ai metodi UNI esistenti.<br />

Per sigillanti si intendono i prodotti utilizzati per riempire in forma continua e durevole i giunti tra elementi<br />

edilizi (in particolare nei serramenti, nelle pareti esterne, nelle partizioni interne, ecc.) con funzione di tenuta<br />

all'aria, all'acqua, ecc.<br />

Oltre a quanto specificato nel progetto, o negli articoli relativi alla destinazione d'uso, si intendono rispondenti<br />

alle seguenti caratteristiche:<br />

- compatibilità chimica con il supporto al quale sono destinati;<br />

24


- diagramma forza deformazione (allungamento) compatibile con le deformazioni elastiche del supporto al<br />

quale sono destinati;<br />

- durabilità ai cicli termoigrometrici prevedibili nelle condizioni di impiego, cioè con decadimento delle<br />

caratteristiche meccaniche ed elastiche che non pregiudichino la sua funzionalità;<br />

- durabilità alle azioni chimico-fisiche di agenti aggressivi presenti nell'atmosfera o nell'ambiente di<br />

destinazione.<br />

Il soddisfacimento delle prescrizioni predette si intende comprovato quando il prodotto risponde al progetto<br />

od alle norme UNI 9610 e 9611 e/o in possesso di attestati di conformità; in loro mancanza si fa riferimento ai<br />

valori dichiarati dal produttore ed accettati dalla Direzione dei lavori.<br />

Per adesivi si intendono i prodotti utilizzati per ancorare un prodotto ad uno attiguo, in forma permanente,<br />

resistendo alle sollecitazioni meccaniche, chimiche, ecc. dovute all'ambiente ed alla destinazione d'uso.<br />

Sono inclusi nel presente articolo gli adesivi usati in opere di rivestimenti di pavimenti e pareti o per altri usi e<br />

per diversi supporti (murario, ferroso, legnoso, ecc.).<br />

Sono esclusi gli adesivi usati durante la produzione di prodotti o componenti.<br />

Oltre a quanto specificato nel progetto, o negli articoli relativi alla destinazione d'uso, si intendono forniti<br />

rispondenti alle seguenti caratteristiche:<br />

- compatibilità chimica con il supporto al quale essi sono destinati;<br />

- durabilità ai cicli termoigrometrici prevedibili nelle condizioni di impiego (cioè con un decadimento delle<br />

caratteristiche meccaniche che non pregiudichino la loro funzionalità);<br />

- durabilità alle azioni chimico-fisiche dovute ad agenti aggressivi presenti nell'atmosfera o nell'ambiente di<br />

destinazione;<br />

- caratteristiche meccaniche adeguate alle sollecitazioni previste durante l'uso.<br />

Il soddisfacimento delle prescrizioni predette si intende comprovato quando il prodotto risponde ad una<br />

norma UNI e/o è in possesso di attestati di conformità; in loro mancanza si fa riferimento ai valori dichiarati<br />

dal produttore ed accettati dalla Direzione dei lavori.<br />

Per geotessili si intendono i prodotti utilizzati per costituire strati di separazione, contenimento, filtranti,<br />

drenaggio in opere di terra (rilevati, scarpate, strade, giardini, ecc.) ed in coperture.<br />

Si distinguono in:<br />

- Tessuti: stoffe realizzate intrecciando due serie di fili (realizzando ordito e trama);<br />

- Non tessuti: feltri costituiti da fibre o filamenti distribuiti in maniera casuale, legati tra loro con trattamento<br />

meccanico (agugliatura) oppure chimico (impregnazione) oppure termico (fusione). Si hanno non tessuti<br />

ottenuti da fiocco o da filamento continuo.<br />

(Sono esclusi dal presente articolo i prodotti usati per realizzare componenti più complessi).<br />

Le caratteristiche dimensionali, di resistenza, le tolleranze, i requisiti di accettabilità sono riportati all’interno<br />

dei singoli articoli dell’elenco prezzi unitari<br />

Il soddisfacimento delle prescrizioni predette si intende comprovato quando il prodotto risponde ad una<br />

norma UNI e/o è in possesso di attestato di conformità; in loro mancanza valgono i valori dichiarati dal<br />

produttore ed accettati dalla Direzione dei lavori.<br />

Dovrà inoltre essere sempre specificata la natura del polimero costituente (poliestere, polipropilene,<br />

poliammide, ecc.).<br />

Per i non tessuti dovrà essere precisato:<br />

- se sono costituiti da filamento continuo o da fiocco;<br />

- se il trattamento legante è meccanico, chimico o termico;<br />

- il peso unitario.<br />

2.13 INFISSI<br />

Si intendono per infissi gli elementi aventi la funzione principale di regolare il passaggio di persone, animali,<br />

oggetti, e sostanze liquide o gassose nonché dell'energia tra spazi interni ed esterni dell'organismo edilizio o<br />

tra ambienti diversi dello spazio interno.<br />

Essi si dividono tra elementi fissi (cioè luci fisse non apribili) e serramenti (cioè con parti apribili); gli infissi si<br />

dividono, inoltre, in relazione alla loro funzione, in porte, finestre e schermi.<br />

Per la terminologia specifica dei singoli elementi e delle loro parti funzionali in caso di dubbio si fa riferimento<br />

alla norma UNI 8369.<br />

I prodotti vengono di seguito considerati al momento della loro fornitura; le modalità di posa sono sviluppate<br />

nell'articolo relativo alle vetrazioni ed ai serramenti.<br />

Il Direttore dei lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni<br />

25


della fornitura, oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate.<br />

Le luci fisse devono essere realizzate nella forma, con i materiali e nelle dimensioni indicate nel disegno di<br />

progetto. In mancanza di prescrizioni (od in presenza di prescrizioni limitate) si intende che comunque<br />

devono nel loro insieme (telai, lastre di vetro, eventuali accessori, ecc.) resistere alle sollecitazioni<br />

meccaniche dovute all'azione del vento od agli urti, garantire la tenuta all'aria, all'acqua e la resistenza al<br />

vento.<br />

Quanto richiesto dovrà garantire anche le prestazioni di isolamento termico, isolamento acustico,<br />

comportamento al fuoco e resistenza a sollecitazioni gravose dovute ad attività sportive, atti vandalici, ecc.<br />

Le prestazioni predette dovranno essere garantite con limitato decadimento nel tempo.<br />

Il Direttore dei lavori potrà procedere all'accettazione delle luci fisse mediante i criteri seguenti:<br />

a) mediante controllo dei materiali costituenti il telaio + vetro + elementi di tenuta (guarnizioni, sigillanti)<br />

più eventuali accessori, e mediante controllo delle caratteristiche costruttive e della lavorazione del prodotto<br />

nel suo insieme e/o dei suoi componenti; in particolare trattamenti protettivi di legno, rivestimenti dei metalli<br />

costituenti il telaio, l'esatta esecuzione dei giunti, ecc.;<br />

b) mediante l'accettazione di dichiarazioni di conformità della fornitura alle classi di prestazione quali<br />

tenuta all'acqua, all'aria, resistenza agli urti, ecc.; di tali prove potrà anche chiedere la ripetizione in caso di<br />

dubbio o contestazione.<br />

Le modalità di esecuzione delle prove saranno quelle definite nelle relative norme UNI per i serramenti.<br />

I serramenti interni ed esterni (finestre, porte finestre, e similari) dovranno essere realizzati seguendo le<br />

prescrizioni indicate nei disegni costruttivi o comunque nella parte grafica del progetto.<br />

In mancanza di prescrizioni (od in presenza di prescrizioni limitate) si intende che comunque nel loro insieme<br />

devono essere realizzati in modo da resistere alle sollecitazioni meccaniche e degli agenti atmosferici e<br />

contribuire, per la parte di loro spettanza, al mantenimento negli ambienti delle condizioni termiche,<br />

acustiche, luminose, di ventilazione, ecc.; lo svolgimento delle funzioni predette deve essere mantenuto nel<br />

tempo.<br />

a) Il Direttore dei lavori potrà procedere all'accettazione dei serramenti mediante il controllo dei materiali<br />

che costituiscono l'anta ed il telaio ed i loro trattamenti preservanti ed i rivestimenti mediante il controllo dei<br />

vetri, delle guarnizioni di tenuta e/o sigillanti, degli accessori. Mediante il controllo delle sue caratteristiche<br />

costruttive, in particolare dimensioni delle sezioni resistenti, conformazione dei giunti, delle connessioni<br />

realizzate meccanicamente (viti, bulloni, ecc.) o per aderenza (colle, adesivi, ecc.) e comunque delle parti<br />

costruttive che direttamente influiscono sulla resistenza meccanica, tenuta all'acqua, all'aria, al vento, e sulle<br />

altre prestazioni richieste.<br />

b) Il Direttore dei lavori potrà altresì procedere all'accettazione della attestazione di conformità della<br />

fornitura alle prescrizioni indicate nel progetto per le varie caratteristiche od in mancanza a quelle di seguito<br />

riportate. Per le classi non specificate valgono i valori dichiarati dal fornitore ed accettati dalla Direzione dei<br />

lavori.<br />

A seguire sono riportate le prescrizioni relative alle principali categorie di serramenti presenti.<br />

Ogni singolo infisso è descritto nel corrispondente articolo di Elenco Prezzi Unitari ed elenco descrittivo.<br />

2.13.1 Serrramenti per esterni a taglio termico<br />

DESCRIZIONE DEL SISTEMA<br />

I serramenti dovranno essere realizzati con profilati profilati stondati serie antinfortunistica in lega primaria<br />

d'alluminio 6060 secondo le norme UNI EN 573 UNI EN 755-5 allo stato fisico T5 secondo la normativa<br />

UNI EN 515.<br />

Il sistema richiesto dovrà essere quello denominato "a giunto aperto" con profili a taglio termico nel rispetto<br />

delle disposizioni previste dalla norma UNI 10680. La caratteristica principale di tale soluzione prevede la<br />

guarnizione di tenuta centrale disposta in posizione arretrata rispetto al filo esterno dei profili, in modo da<br />

realizzare un'ampia camera di equalizzazione delle pressioni (giunto aperto).<br />

Lo spessore medio dei profili dovrà essere di mm.1,6/1,8 conforme alla normativa UNI 3879.<br />

I vari componenti dovranno rispondere ai requisiti dalla normativa UNI 3952.<br />

Tutti i profilati saranno elettrocolorati su tinta RAL di produzione standard a scelta della Direzione Lavori.<br />

ACCESSORI<br />

Le caratteristiche di uniformità nella sezione, la complanarità negli angoli e la resistenza delle giunzioni di<br />

collegamento (a 45° o a 90°) tra profilati orizzontali e verticali, saranno assicurate dall'impiego, sia nella parte<br />

esterna che interna dei profilati, con squadrette di sostegno e allineamento e/o cavallotti di collegamento, in<br />

lega d'alluminio estruso, incollati con colla bicomponente e bloccati mediante sistema di spinatura e/o<br />

cianfrinatura.<br />

In particolare il sistema delle giunzioni dovrà impedire movimenti reciproci fra le parti collegate e dovrà<br />

26


assicurare l'equa ripartizione su tutta la sezione dei profilati degli sforzi indotti da sollecitazione a torsione e a<br />

flessione derivanti dalla spinta del vento, dal peso delle lastre e dagli sforzi dell'utenza.<br />

I punti di contatto tra i profilati dovranno essere opportunamente sigillati e protetti per evitare possibili<br />

infiltrazioni di aria, acqua e l'insorgere di fenomeni di corrosione.<br />

Gli accessori dovranno essere originali, studiati e prodotti per il sistema.<br />

DRENAGGI E VENTILAZIONE<br />

Su tutti i profilati delle ante mobili e dei telai fissi saranno eseguite opportune lavorazioni per l'aerazione<br />

perimetrale delle lastre di vetro e per il drenaggio dell'acqua di eventuale infiltrazione.<br />

I profilati esterni dei telai fissi e delle ante mobili dovranno prevedere una gola ribassata di raccolta delle<br />

acque d'infiltrazione per poter permettere il libero deflusso delle stesse, attraverso apposite asole di scarico<br />

esterne. I fori e le asole di drenaggio e di ventilazione dell'anta non dovranno essere eseguiti nella zona di<br />

isolamento, ma attraverso la tubolarità esterna del profilo.<br />

Le asole di drenaggio nei telai saranno protette esternamente con apposite cappette che nel caso di zone<br />

particolarmente ventose, in corrispondenza di specchiature fisse saranno dotate di membrana interna<br />

antiriflusso.<br />

GUARNIZIONI E SIGILLANTI<br />

Tutte le guarnizioni dovranno essere in elastomero (EPDM) e compenseranno le eventuali differenze di<br />

spessore, inevitabili nelle lastre di vetrocamera e/o stratificate, garantendo, contemporaneamente, una<br />

corretta pressione di lavoro perimetrale.<br />

La guarnizione centrale di tenuta (giunto aperto) dovrà avere una conformazione tale da formare un'ampia<br />

camera di equalizzazione delle pressioni per un facile deflusso dell'acqua verso l'esterno.<br />

La sua continuità perimetrale sarà assicurata mediante l'impiego di angoli vulcanizzati preformati ed incollati<br />

alla stessa o in alternativa potranno essere previsti telai vulcanizzati.<br />

Le caratteristiche della guarnizione dovranno corrispondere alla norma UNI 9122.<br />

Tutte le giunzioni tra i profili saranno incollate e sigillate con colla per metalli a base puliuretanica a due<br />

componenti.<br />

DISPOSITIVI DI APERTURA<br />

I sistemi di movimentazione e chiusure "originali del Sistema", dovranno essere idonei a sopportare il peso<br />

delle parti apribili e a garantire il corretto funzionamento secondo la normativa UNI 7525 (Peso del vetro,<br />

spinta del vento, manovra di utenza).<br />

Gli accessori di chiusura saranno montati a contrasto per consentire rapidamente un'eventuale regolazione o<br />

sostituzione anche da personale non specializzato.<br />

Nel caso di finestre apribili ad anta o anta-ribalta posizionati centralmente alla spalletta dovrà essere<br />

applicato un limitatore di apertura a 90°.<br />

TIPOLOGIE DI APERTURA<br />

- anta singola<br />

La chiusura dell'anta sarà effettuata mediante maniglia a Cremonese a più punti di chiusura, tramite un'asta<br />

con terminali a forcella tali da consentire, anche in posizione di chiusura, un ricambio d'aria.<br />

- anta ribalta<br />

La chiusura dell'anta sarà effettuata mediante maniglia a Cremonese a più punti di chiusura. Il meccanismo<br />

sarà dotato di dispositivo di sicurezza contro l'errata manovra posta al centro della maniglia; allo scopo di<br />

evitare lo scardinamento dell'anta dovrà avere i compassi in acciai inox, rigidamente fissati alla tubolarità nel<br />

profilo e frizionati per evitare le chiusure accidentali.<br />

Il meccanismo dovrà consentire e garantire la manovra di ante fino a kg 90 o kg 130.<br />

- wasistas<br />

Le finestre potranno, in funzione delle dimensioni, dei carichi, e del tipo di comando, essere realizzate con:<br />

A) Cricchetti posti sul traverso superiore e due bracci di arresto (sganciabili per la pulizia).<br />

B) Dispositivo di chiusura con comando a distanza in funzione alle dimensioni e ai carichi.<br />

- due ante<br />

La chiusura dell'anta principale sarà effettuata mediante maniglia a cremonese a più punti di chiusura,<br />

tramite un'asta con terminali a forcella tali da consentire, anche in posizione di chiusura, un ricambio d'aria.<br />

In corrispondenza del nodo centrale dovranno essere impiegati particolari tappi che si raccorderanno alla<br />

guarnizione di tenuta del telaio; tali tappi saranno realizzati in EPDM per la parte esterna e in PVC per la<br />

parte interna.<br />

27


- anta - anta ribalta<br />

La chiusura dell'anta sarà effettuata mediante maniglia a Cremonese a più punti di chiusura.<br />

Il meccanismo sarà dotato della sicurezza contro l'errata manovra posta al centro della maniglia; allo scopo<br />

di evitare lo scardinamento dell'anta dovrà avere i compassi d'acciaio inox, rigidamente fissati alla tubolarità<br />

nel profilo e frizionati per evitare le chiusure accidentali.<br />

Il meccanismo dovrà consentire e garantire la manovra di ante fino a kg.90 o kg.130.<br />

- anta a sporgere<br />

La chiusura dell'anta sarà effettuata mediante maniglia a cremonese a pi° punti di chiusura. La<br />

movimentazione d'apertura sarà effettuata mediante bracci di movimentazione non a vista o con cerniere in<br />

vista.<br />

- scorrevole parallelo e ribalta<br />

Il meccanismo sarà applicato sui profilati aventi dimensioni maggiorate. Il meccanismo per ante scorrevoli a<br />

ribalta dovrà consentire la chiusura in pi° punti su tutto il perimetro e la regolazione dell'anta in altezza e in<br />

larghezza. Il meccanismo dovrà avere una portata di 130 Kg. e sarà dotato di compassi frizionati per evitare<br />

le chiusure accidentali. Ad anta chiusa, ruotando la maniglia a 90°, si porterà l'anta in posizione di ribalta, ed<br />

un'ulteriore rotazione della maniglia consentirà di portare l'anta in scorrimento.<br />

- bilico orizzontale o verticale<br />

Le aperture a bilico dovranno essere realizzate tramite cardini con snodi frizionati.<br />

Tali cardini avranno una portata di 180 Kg. per le aperture orizzontali verticali. Per consentire la pulizia del<br />

vetro, sarà possibile sganciare il limitatore di apertura consentendo il ribaltamento dell'anta di 180°, si potrà<br />

inoltre bloccare l'anta una volta ribaltata in modo da garantire la sicurezza delle operazioni di pulizia.<br />

Il dispositivo di manovra sarà composto da una maniglia a cremonese collegata ad un'asta alla quale<br />

saranno assicurati 4 o 6 punti di chiusura perimetrali in funzione delle dimensioni dell'anta.<br />

- serramento a monoblocco<br />

I serramenti a monoblocco saranno realizzati da telai con guida avvolgibile in alluminio applicata<br />

esternamente, realizzate con profili speciali, con guide che consentano l'applicazione di avvolgibile del tipo in<br />

PVC o alluminio (a scelta della D.L.). I cassonetti dovranno essere realizzati con profili in alluminio ed essere<br />

smontabile per consentire una facile ispezione per eventuale manutenzione. Il cassonetto nel suo insieme<br />

dovrà garantire la tenuta all'aria e essere coibentati con idoneo materiale isolante autoestinguente. Il<br />

comando dovrà essere del tipo manuale con avvolgitori incassati nei profili laterali con sistema tradizionale a<br />

cinghia oppure con asta oscillante (arganello) o con motore elettrico azionato mediante pulsante. Tutti gli<br />

accessori dovranno essere montati a scomparsa all'interno del cassonetto e dovranno essere originali,<br />

studiati e prodotti per il sistema.<br />

- serramenti a nastro<br />

I serramenti a nastro saranno realizzati da telai raccordati tra loro da appositi montanti scomponibili, per<br />

potere assorbire le dilatazioni orizzontali e verticali.<br />

- porte<br />

Le aperture delle porte dovranno essere garantite da cerniere fissate ai profili mediante dadi e contropiastre<br />

in alluminio e dovranno essere scelte in base al peso della porta e agli sforzi dell'utenza. Inoltre le cerniere<br />

saranno dotate di un dispositivo eccentrico per la regolazione dell'anta anche a montaggio già effettuato.<br />

Altri accessori, quali maniglie speciali, maniglioni antipanico, serratura di sicurezza, chiudi porta aerei o a<br />

pavimento o eventuali altri dispositivi saranno indicati nelle voci specifiche.<br />

DILATAZIONI<br />

Per consentire il movimento dei vari elementi, che anche, in presenza di sbalzi termici si dilatano, saranno<br />

previsti specifici profilati, accessori e guarnizioni che dovranno essere utilizzati in modo corretto rispettando le<br />

indicazioni delle tolleranze di taglio e di montaggio riportate sulla documentazione tecnica di lavorazione e di<br />

posa del sistema.<br />

VETRI E TAMPONAMENTI<br />

I vetri saranno del tipo a camera composizione 55.1 energy / intercapedine 15/20 / vetro 44.2 basso<br />

emissivo con camera satura di gas Argon. Caratteristiche: Ug=1,1 W/mqK - fattore solare


L'altezza del fermavetro dovrà essere di mm.19 per garantire un'adeguato contenimento del vetro e/o<br />

pannello e dovrà garantire un'adeguata copertura dei sigillanti utilizzati nella composizione dei vetrocamera,<br />

proteggendoli dai raggi solari ed evitare il loro precoce deterioramento.<br />

I vetri dovranno avere uno spessore adeguato alle dimensioni e all'uso degli infissi su cui verranno montati.<br />

Gli spessori dovranno essere calcolati secondo la norma UNI 7143-72 .<br />

I vetri dovranno essere posti in opera nel rispetto della norma UNI 6534-74, con l'impiego di tasselli di<br />

adeguata durezza, a seconda della funzione portante o distanziale. I tasselli dovranno garantire l'appoggio di<br />

entrambe le lastre del vetrocamera e dovranno avere una lunghezza idonea in base al peso da sopportare.<br />

La tenuta attorno alle lastre di vetro dovrà essere eseguita con idonee guarnizioni in EPDM opportunamente<br />

giuntate agli angoli.<br />

La guarnizione cingivetro sarà posizionata sullo stesso piano rispetto al filo esterno del serramento, in modo<br />

da ridurre la sezione in vista della guarnizione, riducendo l'effetto cornice (guarnizione tipo tournant).<br />

I pannelli di tamponamento saranno composti da due lamiere di acciaio zincato e ferniciato a forno nel colore<br />

dei profili con interposto uno strato di isolante termo-acustico formato da un pannello ridigo di lana minerale;<br />

tali pannelli dovranno possedere caratteristiche meccaniche, acustiche e termiche tali da garantire le<br />

prestazioni richieste per l'intero manufatto. In particolare dovranno resistere agli urti in accordo con quanto<br />

previsto dalla normativa in materia di sicurezza (UNI 7697, DL 19 settembre 1994 n°626 e DL 19 marzo<br />

1994 n°242).<br />

PRESTAZIONI<br />

Le prestazioni minime richieste per i manufatti finiti dovranno corrispondere alle classi previste dalla<br />

normativa UNI 7979 e non dovranno essere inferiori a:<br />

Permeabilità all'aria: CLASSE A3 - UNI EN 42 (metodo di prova)<br />

Tenuta all'acqua: CLASSE E4 - UNI EN 86 (metodo di prova)<br />

Resistenza al carico del vento: CLASSE V3 - UNI EN 77 (metodo di prova)<br />

Resistenza meccanica: UNI EN 107 (metodo di prova)<br />

Oppure pari a: GRUPPO C (secondo la norma DIN 18 055)<br />

ISOLAMENTO TERMICO<br />

Le caratteristiche richieste sono: Ug=1,1 W/mqK - fattore solare


LIMITI D'IMPIEGO<br />

Il serramentista, nel determinare le dimensioni massime dei serramenti, dovrà considerare e valutare, oltre le<br />

dimensioni ed il momento d'inerzia dei profilati, anche i dati tecnici degli accessori e le caratteristiche<br />

applicative e meteorologiche quali l'altezza dal suolo, l'esposizione alla pioggia e la velocità dei venti nella<br />

zona.<br />

Per le caratteristiche applicative, si dovranno consultare e seguire le "Raccomandazioni UNCSAAL"<br />

elaborate sulla base delle normative UNI, UNI-EN e UNI-CNR esistenti in merito.<br />

CONTROLLI<br />

Relativamente alla qualità dei materiali forniti, alla protezione superficiale ed alle prestazioni, la D.D.LL (il<br />

committente) si riserva la facoltà di controllo e di collaudo secondo le modalità ed i criteri previsti dalla UNI<br />

3952 alla voce collaudo mediante campionamento. Le caratteristiche di tenuta e di resistenza all'aria,<br />

all'acqua ed al carico del vento, ottenibili dal "sistema", dovranno essere dimostrabili con riproduzione in<br />

fotocopia dei risultati del collaudo effettuato dal costruttore dei serramenti o, in mancanza, dal produttore del<br />

sistema.<br />

- Prova di permeabilità all'aria<br />

- Prova di tenuta all'acqua<br />

- Prova di resistenza al vento<br />

- Prova di resistenza meccanica<br />

Le prove dovranno essere eseguite secondo le normative: DIN 18 055 , UNI EN 42, UNI EN 86, UNI EN<br />

77, UNI EN 107.<br />

I controlli delle finiture superficiali potranno essere eseguiti in conformità a quanto previsto dalle direttive di<br />

marchio QUALICOAT e QUALANOD.<br />

L'attestazione di conformità dovrà essere comprovata da idonea certificazione e/o documentazione.<br />

PERSIANE - TAPPARELLE<br />

Gli schermi (tapparelle, persiane, antoni) con funzione prevalentemente oscurante dovranno essere realizzati<br />

nella forma, con il materiale e nelle dimensioni indicate nel disegno di progetto; in mancanza di prescrizioni o<br />

con prescrizioni insufficienti, si intende che comunque lo schermo deve nel suo insieme resistere alle<br />

sollecitazioni meccaniche (vento, sbattimenti, ecc.) ed agli agenti atmosferici mantenendo nel tempo il suo<br />

funzionamento.<br />

a) Il Direttore dei lavori dovrà procedere all'accettazione degli schermi mediante il controllo dei materiali<br />

che costituiscono lo schermo e dei loro rivestimenti, controllo dei materiali costituenti gli accessori e/o organi<br />

di manovra, mediante la verifica delle caratteristiche costruttive dello schermo, principalmente dimensioni<br />

delle sezioni resistenti, conformazioni delle connessioni realizzate meccanicamente (viti, bulloni, ecc.) o per<br />

aderenza (colle, adesivi, ecc.) e comunque delle parti che direttamente influiscono sulla resistenza<br />

meccanica e durabilità agli agenti atmosferici.<br />

b) Il Direttore dei lavori potrà altresì procedere all'accettazione mediante attestazione di conformità della<br />

fornitura alle caratteristiche di resistenza meccanica, comportamento agli agenti atmosferici (corrosioni, cicli<br />

con lampade solari, camere climatiche, ecc.). L'attestazione dovrà essere comprovata da idonea<br />

certificazione e/o documentazione.<br />

2.13.2 Porte interne<br />

Il sistema richiesto per la costruzione di porte interne dovrà essere realizzato con profili in alluminio<br />

caratterizzati da una linea morbida e raggiata (antinfortunistica). La sagoma dei profilati non dovrà<br />

presentare protuberanze nell’intercapedine tra telaio di cassa e battente ed avere una forma idonea ad<br />

evitare il trattenimento di polvere e sporcizia. Le forme arrotondate dei profili dovranno inoltre facilitarne la<br />

pulizia.<br />

I due profili formanti il telaio e controtelaio, accoppiandosi, dovranno realizzare un imbotte idoneo al<br />

rivestimento di vani murari di spessore compreso da 90 a 230 mm., ampliabile ulteriormente con idoneo<br />

profilo aggiuntivo modulare.<br />

Dovranno essere disponibili almeno due tipi di battente, uno con dimensioni ridotte, idoneo alla realizzazione<br />

di porte con pannello cieco ed uno di dimensioni maggiori per l’inserimento di serratura a pomolo o serratura<br />

di tipo tradizionale con entrata da 35 mm..<br />

La serie dovrà permettere la realizzazione di porte a una o due ante, sia nella versione normale sia con<br />

sopraluce.<br />

I battenti dovranno essere composti da telai in alluminio autoportanti, idonei a ricevere pannelli ciechi o<br />

parzialmente vetrati.<br />

Pannello di tamponamento dello spessore di mm 45/50 tamburato costituito da anima in poliuretano ad alta<br />

densità, due fogli in compensato di pioppo spessore 4 mm, intelaiatura perimetrale in legno duro sezione 50<br />

mm, placcati all'esterno con laminato plastico HPL spessore 9 mm tipo Abet printcore e finitura soft-touch<br />

30


con colori a scelta della direzione lavori su campionario.<br />

Tutti i materiali impiegati dovranno essere conformi alle indicazioni riportate nella norma UNI 3952.<br />

I profili dovranno essere estrusi in lega primaria di alluminio 6060 secondo UNI 9006/1 allo stato bonificato<br />

T5 di composizione adatta per ossidazione anodica e verniciatura.<br />

I profili dovranno essere estrusi nel rispetto delle tolleranze previste dalla norma UNI EN 12020-2.<br />

Il fornitore dovrà dichiarare le caratteristiche meccaniche dei profili per le opportune verifiche statiche indotte<br />

dall’impiego e dal peso dei tamponamenti.<br />

Gli accessori devono essere realizzati con materiali resistenti alla corrosione atmosferica e devono avere<br />

caratteristiche tali da conferire al serramento la resistenza meccanica, la stabilità e la funzionalità per le<br />

condizioni di uso e sollecitazione a cui sono destinati.<br />

Le porte dovranno resistere a errate manovre senza rottura di parti vetrate, fuoriuscita di elementi dalla loro<br />

sede, rottura di organi di manovra e di bloccaggio o altri danneggiamenti che compromettano il<br />

funzionamento o provochino il decadimento delle prestazioni inizialmente possedute.<br />

Gli accessori di movimento dovranno essere montati a contrasto, quindi senza lavorazioni meccaniche, per<br />

consentire l’eventuale rapida regolazione. I materiali costituenti gli accessori devono essere compatibili con<br />

quelli delle superfici con cui vengono posti a contatto. La finitura degli accessori sarà coordinata a quella dei<br />

telai secondo campionatura approvata dal Committente.<br />

Sono richiesti prodotti con finiture superficiali a marchio di qualità.<br />

Le cerniere dovranno essere tassativamente ricavate da estrusi in alluminio, (non sono accettate cerniere in<br />

pressofusione), i loro perni e le viti dovranno essere in acciaio inossidabile, le bussole in poliammide<br />

rinforzato antifrizione.<br />

L’esecuzione dei manufatti dovrà essere fatta a regola d’arte, impiegando i materiali indicati nella normativa<br />

UNI 3952. Le barre di profilo già trattate dovranno essere tagliate, lavorate e assemblate avendo cura che le<br />

superfici in vista dei profili non subiscano alcun deterioramento.<br />

I telai dovranno essere assemblati con robuste squadrette angolari in alluminio estruso, in modo da garantire<br />

stabilità funzionale ed assicurare la necessaria resistenza alle sollecitazioni dell’utenza.<br />

Le caratteristiche dei profili del sistema adottato, dovranno essere tali da garantire che gli angoli una volta<br />

assemblati non presentino in vista parti di profilo prive di trattamento.<br />

Speciali fermavetri arrotondati ad inserimento frontale, con aggancio di sicurezza, realizzato mediante<br />

mollette a scatto predisposte nelle gole dei telai fissi dovranno consentire l’inserimento di vetri con spessori<br />

variabili da 5 a 8 mm e pannelli con spessore di 40 mm.<br />

La vetrazione dovrà essere eseguita secondo quanto previsto dalle norme UNI 6534 e nel rispetto delle<br />

indicazioni previste dal documento <strong>tecnico</strong> UNCSAAL UX9 con l’impiego di tasselli aventi adeguata durezza a<br />

seconda della funzione portante o distanziale.<br />

I tasselli dovranno garantire l'appoggio di entrambe le lastre del vetrocamera e dovranno avere una<br />

lunghezza idonea al peso da sopportare. La tenuta attorno alle lastre di vetro dovrà essere eseguita con<br />

idonee guarnizioni preformate in elastomero etilene-propilene (EPDM) opportunamente giuntate agli angoli.<br />

Criteri di sicurezza: Nella scelta dei vetri sarà necessario attenersi a quanto previsto alla norma UNI 7697.<br />

Le guarnizioni richieste dovranno essere in elastomero etilene-propilene EPDM e dovranno garantire<br />

l’assoluta continuità perimetrale con accurate giunzioni agli angoli.<br />

I trattamenti di finitura, verniciatura e/o ossidazione dovranno essere eseguiti secondo UNI 3952 – UNI 9983 –<br />

UNI 10681 impiegando prodotti omologati e applicati nel rispetto delle prescrizioni QUALICOAT o RAL-GSB<br />

per quanto concerne la verniciatura, secondo il marchio di qualità EURAS-EWAA QUALANOD per quanto<br />

concerne l’ossidazione anodica.<br />

I collegamenti alla muratura dovranno essere definiti in accordo con la direzione lavori e potranno prevedere<br />

l’impiego di controtelai in acciaio zincato per consentire la finitura delle opere murarie.<br />

I punti di fissaggio dovranno essere previsti ogni 70 cm circa.<br />

Le dimensioni dei profili ed il loro fissaggio dovranno assicurare alle lastre di vetro una freccia massima non<br />

superiore ad 1/200 del loro lato più lungo e comunque non superiore a 8 mm. nell’ambito della singola lastra.<br />

I serramenti dovranno rispondere ai livelli prestazionali previsti dalle norme vigenti:<br />

- resistenza meccanica: superamento prova prevista dalla norma UNI EN 107 con i limiti indicati dalla<br />

norma UNI 9158;<br />

- isolamento acustico: il livello di isolamento acustico del serramento dovrà essere rapportato alla<br />

destinazione d’uso del locale nel quale è inserito e al livello del rumore esterno e in accordo con quanto<br />

previsto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5/12/97 Determinazione dei requisiti<br />

acustici passivi degli edifici<br />

Relativamente alla qualità dei materiali forniti, alla protezione superficiale ed alle prestazioni la DD.LL. (il<br />

Committente) si riserva la facoltà di controllo e di collaudo secondo le modalità ed i criteri previsti dalla UNI<br />

3952 alla voce collaudo mediante campionamento.<br />

31


2.13.3 Porte Tagliafuoco<br />

Le porte tagliafuoco omologate REI secondo UNI 9723, saranno costituite da controcassa in acciaio zincato a<br />

caldo, sagomate nel modo più opportuno e comunque secondo i particolari allegati. Ante in lamiera d'acciaio<br />

dello spessore minimo 9/10 scatolata pressopiegata rinforzata con telaio interno in ferro piatto elettrosaldato<br />

su tutto il perimetro del battente; detto telaio dovrà essere ottenuto da trafilatura e nervature particolari di<br />

lamiera d'acciaio SP. 20/10 atte a garantire le deformazioni assiali. Le battute tra anta e telaio dovranno<br />

essere ricavate per profilatura sull'anta stesa ed avere uno sviluppo tale da garantire una sovrapposizione di<br />

almeno 28 mm. Nella zona di applicazione dei chiudiporta dovrà essere prevista l'applicazione di una<br />

piastra supplementare di rinforzo dello spessore minimo di 30/10 mm. la superficie dovrà essere protetta con<br />

due mani di fondo allo zinco. Isolamento con materassino rigido di lana di roccia basaltica avente densità<br />

minima di 140 kg./mc. atta a garantire qualsiasi rischio derivante da compattazione. Detto materassino<br />

coibente dovrà essere reso solidale con la struttura stessa del battente a mezzo di apposite colle igniflighe.<br />

Completa di maniglia e cilindro tipo "Yale", finitura a scelta DL., compresa la serratura a tre punti di chiusura<br />

per il ritegno in chiusura dell'anta principale. Il sistema delle chiavi di apertura dovrà essere differenziato, in<br />

caso di chiusura a chiave la maniglia esterna dovrà essere resa folle per impedire eventuali forzature. Sul<br />

lato cerniere dovrà essere applicato un rostro di sicurezza antideformazione, saldato direttamente sul telaio di<br />

rinforzo interno del battente. Detto rostro dovrà trovare apposito alloggiamento, a porta chiusa, sul<br />

controtelaio.<br />

Il controtelaio dovrà essere formato da robusti profili opportunamente sagomati e zincati a caldo, spessore<br />

minimo mm.20/l0, e completo di tutti gli elementi per la perfetta solidarizzazione alla parete. Compresa la f. e<br />

p. di guarnizione in gomma estrusa sul perimetro del controtelaio per la tenuta dei fumi freddi. La guarnizione<br />

dovrà essere sagomata opportunamente per poter essere montata sul controtelaio. Compresa la guarnizione<br />

autoespandente applicata in abbinamento alla precedente per la tenuta dei fumi caldi. Sul lato inferiore la<br />

guarnizione dovrà essere applicata sul dorso del battente e dovrà essere opportunamente protetta con<br />

lamiera metallica di spessore mm.5/10, sagomata in modo da permettere l’espansione e la tenuta contro il<br />

pavimento, in caso di incendio. Sul lato inferiore la guarnizione dovrà essere applicata sul dorso del battente<br />

e dovrà essere opportunamente protetta con lamiera metallica di spessore mm.5/10, sagomata in modo da<br />

permettere l’espansione e la tenuta contro il pavimento, in caso di incendio. La guarnizione dovrà avere uno<br />

sviluppo di espansione pari a dieci volte il proprio volume, con forza pari a 15 Kg/cmq. ed U punto di inizio<br />

della reazione a 1200C.<br />

Le porte dovranno essere prive di qualsiasi componente derivato dall'amianto e di amianto stesso. il falso<br />

telaio dovrà essere eseguito con profilo pressopiegato in lamiera di spessore 25/10 zincato a caldo;<br />

riempimento dello stesso con lana di roccia basaltica di densità 140 kg/mc. compresa la verniciatura a fuoco<br />

delle parti a vista, vemiciatura che non sviluppi vapori e fumi tossici sotto l’azione dell'incendio, Tutte le porte<br />

avranno la predisposizione per l'applicazione di maniglioni antipanico, chiudiporta idraulico, regolatori di<br />

chiusura, elettromagneti secondo quanto prescritto nella tavola degli infissi, i copriflli imbottiti perimetrali di<br />

raccordo con la muratura, in lamiera di alluminio dello spessore di 15/10 opportunamente sagomata e<br />

verniciata a fuoco, colore a discrezione della D.L., del tipo stondato. Le porte a doppia anta dovranno essere<br />

omologate con boccola a filo del piano di calpestio e dovranno essere corredate del certificato di<br />

omologazione rilasciato con dispositivi non sporgenti dal pavimento.<br />

2.13.4 Altre indicazioni relative agli infissi<br />

Le cerniere dovranno essere in profilato estruso di lega leggera con spine di acciaio inossidabile e le parti di<br />

acciaio a contatto con elementi di lega leggera dovranno essere opportunamente trattati onde evitare<br />

corrosione di natura galvanica.<br />

Per gli infissi con ante scorrevoli le guarnizioni complementari di tenuta saranno costituite da listelli in lana<br />

sintetica idrorepellente ad alta densità, integrata al centro da una pinna flessibile in polipropilene facente<br />

corpo unico con il supporto della lama.<br />

La continuità perimetrale delle guarnizioni complementari di tenuta dovrà essere assicurata mediante<br />

l'impiego di particolari in materiale plastico e listelli in lana sintetica da impiegare agli angoli delle ante e nei<br />

punti di incontro tra le ante stesse, in basso e in alto.<br />

L'evacuazione dell'acqua piovana raccolta nella rotaia di scorrimento inferiore dovrà avvenire attraverso la<br />

camera tubolare della rotaia stessa.<br />

I carrelli di scorrimento devono essere "tandem" (della portata di Kg 75 cad.) ad asta oscillante, così da<br />

assicurare l'equa ripartizione del carico su ciascuna ruota.<br />

L'anello esterno delle ruote dovrà essere in materiale antifrizione ed antiusura, mentre le ruote stesse<br />

dovranno essere di larga sezione trasversale, per diminuire la pressione sul punto d'appoggio e quindi<br />

l'usura, avendo la parte esterna sagomata a V per garantire l'autocentratura sulla guida di scorrimento<br />

metallica.<br />

La sigillatura tra i telai fissi e il contesto edile adiacente sarà eseguita impiegando sigillanti al silicone o al<br />

32


Thiokol, avendo cura di realizzare giunti di larghezza non inferiore ai mm 3 e non superiori ai mm 7, con<br />

profondità minima di mm 6.<br />

Il cordone di sigillatura dovrà essere supportato da apposito materiale di riferimento inerte, elastico ed a celle<br />

chiuse.<br />

Tutti gli infissi esterni prospettanti superfici riscaldate saranno predisposti per ospitare vetri camera.<br />

Per ogni ambiente deve essere assicurata l'illuminazione prevista nella circolare n° 13011/74.<br />

In ogni caso di dovrà fare in modo di impedire in maniera sicura il passaggio verso l'interno dell'acqua<br />

piovana battente a forza contro il vetro, fare sì che il vetro riposi fra due strati di gomma (uno verso l'esterno<br />

ed uno verso l'interno) e garantire la tenuta dell'aria e quindi della polvere anche dal lato della<br />

contromaschera.<br />

L'aspetto dell'infisso dovrà risultare gradevole a vedersi, non dovranno essere in vista viti o tasselli di<br />

fissaggio, le manovre delle tapparelle non dovranno essere eseguite a cinghia e le parti tagliate di profilato<br />

non dovranno presentare sbavature o spigoli troppo taglienti.<br />

Gli infissi interni potranno essere realizzati in profilati di alluminio e pannelli di tamponamento in bilaminato<br />

plastico, ovvero con telaio maestro in legno e battente tamburato rivestito di laminato plastico.<br />

Le porte interne dovranno essere costruite con profilati estrusi tubolari in lega primaria di alluminio verniciato.<br />

Ogni porta dovrà essere eseguita come segue:<br />

• Contromaschera in legno abete.<br />

• Controtelaio perimetrale esterno e controspalle perimetrali interne in profilato aperto con alette di<br />

battuta appositamente sagomate e stondato per favorire il movimento dei letti.<br />

• Telaio mobile in profilato tubolare avente una sezione di mm 40x18 opportunamente stondato con<br />

sede per alloggiamento del pannello - Alette di battuta a doppia guarnizione in pvc a sede rigida.<br />

• Pannello costituito con doppio laminato 10/10, supporto in doppio strato di truciolato ciascuno da<br />

mm5 placcato a nido d'ape di cartone graffiato con contorno perimetrale mobile in legno abete<br />

oppure placcato con pannello in polistirolo espanso - Spessore complessivo mm 40.<br />

• Accessori di assemblaggio e cerniere delle più qualificate con serratura e maniglie di tipo clinico a<br />

scelta della D.L.<br />

• Eventuali congegni e catenaccio per segnalazione di libero e occupato.<br />

• A discrezione della D.L. potranno essere chieste alcune porte con lastra di vetro lucido nella parte<br />

superiore o con piastre paracolpi in acciaio inossidabile, fermo restando i prezzi di capitolalto.<br />

• La foratura di asole per l'inserimento delle griglie di transito dell'aria o il rialzo del fondo delle porte<br />

dal pavimento si intendono compresi nel prezzo.<br />

Le vetrate interne saranno realizzate con le medesime tipologie costruttive degli altri infissi interni, ma<br />

saranno predisposte per accogliere vetri di tipo e spessore tali da garantire i requisiti di sicurezza e di<br />

robustezza.<br />

I profilati dovranno essere estrusi in lega primaria UNI 3669-66.<br />

La verniciatura verrà eseguita in conformità alle norme UNI 4522-66 (finiture e colore da scegliere dalla D.L.).<br />

Tutti i materiali componenti gli infissi dovranno essere scelti secondo le indicazioni della norma UNI 3952-66.<br />

Le vetrate saranno a battente e composte da parti fisse e parti mobili; per alcune però le parti mobili potranno<br />

essere anche a ventola con apertura a 90' oppure a 180'. Si intendono compresi nel prezzo i relativi oneri.<br />

I profilati dovranno essere di adeguata sezione in riferimento alla superficie massima riscontrata e ciò per<br />

avere una omogeneità estetica. Tutte le vetrate dovranno essere provviste di uno zoccolo e di una fascia<br />

orizzontale alla quota delle maniglie: dimensione di dette fasce circa cm 15.<br />

Ogni vetrata sarà corredata di fissavetro a scatto predisposto per contenere nella parte a zoccolo un pannello<br />

con le due facciate in laminato plastico colorato e coibentato con sostanze poliuretaniche, oppure a<br />

discrezione della D.L. con vetro antisfondamento come da abaco degli infissi.<br />

Tutte le parti apribili dovranno avere accessori di apertura, assemblaggio e chiusura delle migliori qualità ed<br />

esteticamente pregevoli.<br />

Le cerniere dovranno avere la parte fissa e la parte mobile in vista uguali e con boccole di rilsan.<br />

Le maniglie devono trovarsi al centro delle battute.<br />

I catenacci e gli squadretti debbono essere in lega di alluminio verniciato. Rimanga comunque inteso che<br />

detti materiali di assemblaggio, di ritenuta e chiusura dovranno essere scelti dalla D.L.<br />

Gli infissi interni devono essere tali, per le loro caratteristiche di materiali e posa, da attenuare i rumori<br />

prodotti per via aerea. L'attenuazione deve essere pari al 50% di quella richiesta per i divisori fissi. Tutti i<br />

serramenti devono essere di facile manovrabilità e di congrua durata. Devono essere tali da realizzare una<br />

facile rimovibilità e sostituzione e contemporaneamente devono essere saldamente fissati ai divisori.<br />

Deve infine essere garantita la solidità dell'infisso nella sua aderenza alla muratura, e l'adeguatezza del tipo<br />

di serratura.<br />

Le porte tagliafuoco saranno realizzate in acciaio con battente pure in acciaio coibentato con lana di roccia;<br />

potranno altresì essere previste parti trasparenti realizzate mediante vetri speciali. La resistenza al fuoco<br />

dovrà essere certificata dai laboratori specializzati autorizzati dal Ministero degli Interni.<br />

Le porte tagliafuoco non devono comunque prevedere battute a pavimento; la tenuta al fumo sarà ottenuta<br />

33


mediante opportune guarnizioni.<br />

Le porte tagliafuoco poste lungo le vie di fuga oltre ai normali dispositivi di corredo (maniglioni antipanico,<br />

regolatore di chiusura, ecc.) dovranno essere equipaggiate, se previsto con dispositivo di aggancio<br />

magnetico asservito all'impianto di rilevazione fumi. Ciascun dispositivo dovrà prevedere sui due lati della<br />

porta il pulsante di sgancio a muro.<br />

Le facciate tipo “Wall-glass” saranno realizzate in alluminio a taglio termico colorato e vetro camera con parti<br />

apribili e parti fisse vetrate o cieche come da disegno particolare e avranno le seguenti caratteristiche:<br />

• La struttura portante sarà realizzata a montanti e traversi, con profili in lega di alluminio; la profondità<br />

dei profilati, disponibili in diverse dimensioni, dovrà essere scelta in conformità al calcolo statico, la<br />

larghezza sarà di 50 mm.<br />

• L’interruzione del ponte termico fra la parte strutturale interna e le copertine di chiusura esterne sarà<br />

realizzata mediante l’interposizione di un listello estruso di materiale sintetico termicamente isolante,<br />

di dimensione adeguata allo spessore delle lastre di tamponamento o dei telai delle parti apribili.<br />

• Il valore del coefficiente di trasmittanza K della struttura in alluminio sarà compreso nel gruppo<br />

prestazionale 2,2 secondo DIN 4108 (2.8 ≤ Kr ≤ 3,5 W/mq°K).<br />

• Il sistema di profilati permetterà di drenare l’eventuale acqua di infiltrazione tramite canali a differente<br />

altezza tra traverso e montante.<br />

• L’accoppiamento fra le parti metalliche ed il listello prevederà il controllo dell’eventuale acqua di<br />

infiltrazione e l’aerazione della scanalatura di contenimento delle lastre di vetrocamera senza che la<br />

stessa venga a contatto con il clima del locale.<br />

• L’aerazione ed il drenaggio della sede del vetro avverranno dai quattro angoli di ogni singolo riquadro<br />

attraverso il profilo di un montante.<br />

• In corrispondenza del traverso superiore al giunto di dilatazione verticale verrà inserito sul montante,<br />

un tappo apposito per il drenaggio verso l’esterno dell’eventuale acqua raccolta.<br />

• Lo stesso tappo sarà previsto anche in prossimità dei traversi di estremità per consentire una<br />

corretta aerazione delle lastre di vetrocamera.<br />

• Il collegamento dei traversi ai montanti sarà realizzato, a seconda del peso delle lastre, mediante<br />

cavallotti in alluminio; sull’estremità dei traversi saranno poste, per chiusura, delle mascherine di<br />

contorno in materiale elastico.<br />

• Tutte le viti ed i bulloni di collegamento e di fissaggio delle parti in alluminio saranno in acciaio<br />

inossidabile.<br />

• La guarnizione cingi vetro esterna, a profilo unico, sarà di forma semplice onde consentire un facile e<br />

sicuro collegamento e sigillatura negli incroci a L, T e a croce.<br />

• Il collegamento sarà eseguito in conformità alle specifiche di lavorazione.<br />

• Le dilatazioni termiche orizzontali verranno assorbite dal giunto montante-traverso.<br />

• I montanti saranno collegati da cannotti ricavati da profili estrusi in aluminio verniciato.<br />

• Le lastre di vetro o i pannelli coibentati saranno posati su supporti in materiale plastico di 10 cm di<br />

lunghezza.<br />

• Il peso delle lastre di tamponamento sarà supportato da appositi punti di forza metallici che lo<br />

trasmetteranno alla struttura.<br />

• I profilati interni ed esterni saranno verniciati con colori RAL a scelta della D.L.<br />

• La permeabilità all’aria per le parti fisse non dovrà essere superiore a 1,5 mc/hmq, media sull’intera<br />

superficie, con una pressione statica di 100 Pa.<br />

• Non ci dovrà essere nessuna infiltrazione d’acqua con pressioni fino a 600 Pa.<br />

• Gli infissi apribili ad anta o ad antaribalta da inserire nel reticolo dovranno essere realizzati con<br />

l’impiego di profilati a taglio termico in lega di alluminio.<br />

• La larghezza del telaio fisso sarà di 55 mm, come l’anta complanare sia all’esterno che all’interno,<br />

mentre l’anta a sormonto (all’interno) misurerà 65 mm.<br />

• Tutti i profili, sia di telaio che di anta, dovranno essere realizzati secondo il principio delle 3 camere e<br />

cioè saranno costituiti da: profili interni, esterni, tubolari e dalla zona di isolamento per garantire una<br />

buona resistenza meccanica, inoltre giunzioni a 45° e 90° stabili e ben allineate.<br />

• Le ali di battuta dei profili di telaio fisso saranno alte 25 mm.<br />

• I semiprofili esterni dei profili di cassa dovranno essere dotati di una sede dal lato muratura per<br />

consentirne l’eventuale inserimento di copriprofili per la finitura del raccordo alla struttura edile.<br />

• Le pareti in vista, interne ed esterne, dei profili avranno spessore non inferiore a 2 mm con una<br />

tolleranza di ± 0,2 mm.<br />

• Il collegamento tra la parte interna e quella esterna dei profili sarà realizzato in modo continuo e<br />

definitivo mediante listelli di materiale sintetico termicamente isolante garantendo un valore di<br />

trasmittanza compreso nel gruppo prestazionale 2,2 secondo DIN 4108 (2,8 ≤ Kr ≤ 3.5 W/mq°K).<br />

• Su tutti i telai verranno eseguite le lavorazioni atte a garantire il drenaggio dell’acqua attorno ai vetri e<br />

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la rapida compensazione dell’umidità dell’aria nella camera di contenimento delle lastre.<br />

• I profili dovranno avere i listelli perfettamente complanari con le pareti trasversali dei semiprofili<br />

interni per evitare il ristagno dell’eventuale acqua di infiltrazione o condensazione.<br />

• I semiprofili esterni avranno invece le pareti trasversali posizionate più basse per facilitare il<br />

drenaggio verso l’esterno (telai fissi) o nella camera del giunto aperto (telai apribili).<br />

• Il drenaggio e la ventilazione dell’anta non dovranno essere eseguiti attraverso la zona di isolamento,<br />

ma attraverso il tubolare esterno.<br />

• La chiusura delle ante delle finestre e delle porte finestre di accesso ai coperti sarà garantita da una<br />

maniglia a cremonese.<br />

• I tamponamenti trasparenti saranno realizzati con vetrocamera 4-12-4.<br />

• I tamponamenti ciechi saranno realizzati con pannelli costituiti da uno strato di coibente termico<br />

interno dello spessore minimo di cm 4, densità di Kg 40 al mq, e da lamiera di alluminio colorato<br />

dello spessore minimo di 15/10 mm sulle facce esterne; dovranno avere un coefficiente di<br />

trasmittanza K inferiore a 0,8 W/mq°K.<br />

Il prezzo unitario comprende tutti gli oneri per il ponteggio, le assistenze murarie, la posa in opera, le lamiere<br />

in alluminio pressopiegato dello spessore 15/10 mm per i rivestimenti verticali interni delle travi portanti la<br />

struttura (HEB) con relativo coibente, i rivestimenti dell’elemento orizzontale marcapiano, i carter orizzontali<br />

per l’occultamento del pacchetto delle persiana esterna, le aperture, le porte e gli accessori come indicati sui<br />

disegni ed ogni altro onere per dare l’opera eseguita a regola d’arte.<br />

2.14 PRODOTTI PER RIVESTIMENTI INTERNI ED ESTERNI<br />

Si definiscono prodotti per rivestimenti quelli utilizzati per realizzare i sistemi di rivestimento verticali (pareti -<br />

facciate) ed orizzontali (controsoffitti) dell'edificio.<br />

I prodotti si distinguono:<br />

A seconda del loro stato fisico:<br />

– rigidi (rivestimenti in pietra - ceramica - vetro - alluminio - gesso - ecc.);<br />

– flessibili (carte da parati - tessuti da parati - ecc.);<br />

– fluidi o pastosi (intonaci - vernicianti - rivestimenti plastici - ecc.).<br />

A seconda della loro collocazione:<br />

– per esterno;<br />

– per interno.<br />

A seconda della loro collocazione nel sistema di rivestimento:<br />

– di fondo;<br />

– intermedi;<br />

– di finitura.<br />

Tutti i prodotti di seguito descritti vengono considerati al momento della fornitura. Il Direttore dei lavori, ai fini<br />

della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura, oppure<br />

richiedere un attestato di conformità della stessa alle prescrizioni di seguito indicate.<br />

PRODOTTI RIGIDI<br />

a) Per le piastrelle di ceramica vale quanto riportato nell'articolo prodotti per pavimentazione, tenendo<br />

conto solo delle prescrizioni valide per le piastrelle da parete.<br />

b) Per le lastre di pietra vale quanto riportato nel progetto circa le caratteristiche più significative e le<br />

lavorazioni da apportare. In mancanza o ad integrazione del progetto valgono i criteri di accettazione generali<br />

indicati nell'articolo: prodotti di pietra integrati dalle prescrizioni date nell'articolo prodotti per pavimentazioni di<br />

pietra (in particolare per le tolleranze dimensionali e le modalità di imballaggio). Sono comunque da<br />

prevedere gli opportuni incavi, fori, ecc. per il fissaggio alla parete e gli eventuali trattamenti di protezione.<br />

c) Per gli elementi di metallo o materia plastica valgono le prescrizioni del progetto.<br />

Le loro prestazioni meccaniche (resistenza all'urto, abrasione, incisione), di reazione e resistenza al<br />

fuoco, di resistenza agli agenti chimici (detergenti, inquinanti aggressivi, ecc.) ed alle azioni<br />

termoigrometriche saranno quelle prescritte in norme UNI in relazione all'ambiente (interno/esterno) nel quale<br />

saranno collocati ed alla loro quota dal pavimento (o suolo), oppure in loro mancanza valgono quelle<br />

dichiarate dal fabbricante ed accettate dalla Direzione dei lavori.<br />

Saranno inoltre predisposti per il fissaggio in opera con opportuni fori, incavi, ecc.<br />

Per gli elementi verniciati, smaltati, ecc. le caratteristiche di resistenza all'usura, ai viraggi di colore, ecc.<br />

saranno riferite ai materiali di rivestimento.<br />

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La forma e costituzione dell'elemento saranno tali da ridurre al minimo fenomeni di vibrazione,<br />

produzione di rumore tenuto anche conto dei criteri di fissaggio.<br />

d) Per le lastre di cartongesso si rinvia all'articolo su prodotti per pareti esterne e partizioni interne.<br />

e) Per le lastre di fibrocemento si rimanda alle prescrizioni date nell'articolo prodotti per coperture<br />

discontinue.<br />

f) Per le lastre di calcestruzzo valgono le prescrizioni generali date nell'articolo su prodotti di calcestruzzo<br />

con in aggiunta le caratteristiche di resistenza agli agenti atmosferici (gelo/disgelo) ed agli elementi<br />

aggressivi trasportati dall'acqua piovana e dall'aria (in via orientativa valgono le prescrizioni della norma UNI<br />

8981, varie parti).<br />

Per gli elementi piccoli e medi fino a 1,2 m come dimensione massima si debbono realizzare opportuni<br />

punti di fissaggio ed aggancio. Per gli elementi grandi (pannelli prefabbricati) valgono per quanto applicabili<br />

e/o in via orientativa le prescrizioni dell'articolo sulle strutture prefabbricate di calcestruzzo.<br />

PRODOTTI FLESSIBILI<br />

a) Le carte da parati devono rispettare le tolleranze dimensionali dell'1,5% sulla larghezza e lunghezza;<br />

garantire resistenza meccanica ed alla lacerazione (anche nelle condizioni umide di applicazione); avere<br />

deformazioni dimensionali ad umido limitate; resistere alle variazioni di calore e quando richiesto avere<br />

resistenza ai lavaggi e reazione o resistenza al fuoco adeguate.<br />

Le confezioni devono riportare i segni di riferimento per le sovrapposizioni, allineamenti (o sfalsatura) dei<br />

disegni, ecc.; inversione dei singoli teli, ecc.<br />

b) I tessili per pareti devono rispondere alle prescrizioni elencate nel comma a) con adeguato livello di<br />

resistenza e possedere le necessarie caratteristiche di elasticità, ecc. per la posa a tensione.<br />

Per entrambe le categorie (carta e tessili) la rispondenza alle norme UNI EN 233, 235 è considerata<br />

rispondenza alle prescrizioni del presente articolo.<br />

PRODOTTI FLUIDI OD IN PASTA<br />

a) Intonaci: gli intonaci sono rivestimenti realizzati con malta per intonaci costituita da un legante (calcecemento-gesso)<br />

da un inerte (sabbia, polvere o granuli di marmo, ecc.) ed eventualmente da pigmenti o terre<br />

coloranti, additivi e rinforzanti.<br />

Gli intonaci devono possedere le caratteristiche indicate nel progetto e le caratteristiche seguenti:<br />

- capacità di riempimento delle cavità ed eguagliamento delle superfici;<br />

- reazione al fuoco e/o resistenza all'antincendio adeguata;<br />

- impermeabilità all'acqua e/o funzione di barriera all'acqua;<br />

- effetto estetico superficiale in relazione ai mezzi di posa usati;<br />

- adesione al supporto e caratteristiche meccaniche.<br />

Per i prodotti forniti premiscelati la rispondenza a norme UNI è sinonimo di conformità alle prescrizioni<br />

predette; per gli altri prodotti valgono i valori dichiarati dal fornitore ed accettati dalla Direzione dei lavori.<br />

b) Prodotti vernicianti: i prodotti vernicianti sono prodotti applicati allo stato fluido, costituiti da un legante<br />

(naturale o sintetico), da una carica e da un pigmento o terra colorante che, passando allo stato solido,<br />

formano una pellicola o uno strato non pellicolare sulla superficie.<br />

Si distinguono in:<br />

- tinte, se non formano pellicola e si depositano sulla superficie;<br />

- impregnanti, se non formano pellicola e penetrano nelle porosità del supporto;<br />

- pitture, se formano pellicola ed hanno un colore proprio;<br />

- vernici, se formano pellicola e non hanno un marcato colore proprio;<br />

- rivestimenti plastici, se formano pellicola di spessore elevato o molto elevato (da 1 a 5 mm circa), hanno<br />

colore proprio e disegno superficiale più o meno accentuato.<br />

I prodotti vernicianti devono possedere valori adeguati delle seguenti caratteristiche in funzione delle<br />

prestazioni loro richieste:<br />

- dare colore in maniera stabile alla superficie trattata;<br />

- avere funzione impermeabilizzante;<br />

- essere traspiranti al vapore d'acqua;<br />

- impedire il passaggio dei raggi U.V.;<br />

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- ridurre il passaggio della CO 2;<br />

- avere adeguata reazione e/o resistenza al fuoco (quando richiesto);<br />

- avere funzione passivante del ferro (quando richiesto);<br />

- resistenza alle azioni chimiche degli agenti aggressivi (climatici, inquinanti);<br />

- resistere (quando richiesto) all'usura.<br />

I limiti di accettazione saranno quelli prescritti nel progetto od in mancanza quelli dichiarati dal<br />

fabbricante ed accettati dalla Direzione dei lavori.<br />

I dati si intendono presentati secondo le norme UNI 8757 e UNI 8759 ed i metodi di prova sono quelli<br />

definiti nelle norme UNI.<br />

2.15 PRODOTTI PER ISOLAMENTO TERMICO<br />

Si definiscono materiali isolanti termici quelli atti a diminuire in forma sensibile il flusso termico attraverso le<br />

superfici sulle quali sono applicati (vedi classificazione tabella 1). Per la realizzazione dell'isolamento termico<br />

si rinvia agli articoli relativi alle parti dell'edificio o impianti.<br />

I materiali vengono di seguito considerati al momento della fornitura; il Direttore dei lavori, ai fini della loro<br />

accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure chiedere un<br />

attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate. Nel caso di contestazione per le<br />

caratteristiche si intende che la procedura di prelievo dei campioni, delle prove e della valutazione dei risultati<br />

sia quella indicata nelle norme UNI ed in loro mancanza quelli della letteratura tecnica (in primo luogo le<br />

norme internazionali ed estere).<br />

I materiali isolanti si classificano come segue:<br />

A) MATERIALI FABBRICATI IN STABILIMENTO (blocchi, pannelli, lastre, feltri ecc.)<br />

1) materiali cellulari<br />

- composizione chimica organica: plastici alveolari;<br />

- composizione chimica inorganica: vetro cellulare, calcestruzzo alveolare autoclavato;<br />

- composizione chimica mista: plastici cellulari con perle di vetro espanso.<br />

2) materiali fibrosi<br />

- composizione chimica organica: fibre di legno;<br />

- composizione chimica inorganica: fibre minerali.<br />

3) materiali compatti<br />

- composizione chimica organica: plastici compatti;<br />

- composizione chimica inorganica: calcestruzzo;<br />

- composizione chimica mista: agglomerati di legno.<br />

4) combinazione di materiali di diversa struttura<br />

- composizione chimica inorganica: composti «fibre minerali-perlite», amianto cemento, calcestruzzi<br />

leggeri;<br />

- composizione chimica mista: composti perlite-fibre di cellulosa, calcestruzzi di perle di polistirene.<br />

5) materiali multistrato (1)<br />

- composizione chimica organica: plastici alveolari con parametri organici;<br />

- composizione chimica inorganica: argille espanse con parametri di calcestruzzo, lastre di gesso<br />

associate a strato di fibre minerali;<br />

- composizione chimica mista: plastici alveolari rivestiti di calcestruzzo.<br />

(1) I prodotti stratificati devono essere classificati nel gruppo A5. Tuttavia, se il contributo alle proprietà di isolamento termico apportato<br />

da un rivestimento è minimo e se il rivestimento stesso è necessario per la manipolazione del prodotto, questo è da classificare nei<br />

gruppi da A1 ad A4.<br />

B) MATERIALI INIETTATI, STAMPATI O APPLICATI IN SITO MEDIANTE SPRUZZATURA<br />

1) materiali cellulari applicati sotto forma di liquido o di pasta<br />

- composizione chimica organica: schiume poliuretaniche, schiume di urea-formaldeide;<br />

- composizione chimica inorganica: calcestruzzo cellulare.<br />

2) materiali fibrosi applicati sotto forma di liquido o di pasta<br />

- composizione chimica inorganica: fibre minerali proiettate in opera.<br />

3) materiali pieni applicati sotto forma di liquido o di pasta<br />

- composizione chimica organica: plastici compatti;<br />

- composizione chimica inorganica: calcestruzzo;<br />

- composizione chimica mista: asfalto.<br />

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4) combinazione di materiali di diversa struttura<br />

- composizione chimica inorganica: calcestruzzo di aggregati leggeri;<br />

- composizione chimica mista: calcestruzzo con inclusione di perle di polistirene espanso.<br />

5) materiali alla rinfusa<br />

- composizione chimica organica: perle di polistirene espanso;<br />

- composizione chimica inorganica: lana minerale in fiocchi, perlite;<br />

- composizione chimica mista: perlite bitumata.<br />

Per tutti i materiali isolanti forniti sotto forma di lastre, blocchi o forme geometriche predeterminate, si devono<br />

dichiarare le seguenti caratteristiche fondamentali:<br />

a) dimensioni: lunghezza - larghezza, valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate<br />

negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore nella sua<br />

documentazione tecnica ed accettate dalla Direzione dei lavori;<br />

b) spessore: valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri documenti<br />

progettuali; in assenza delle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore nella sua documentazione<br />

tecnica ed accettate dalla Direzione dei lavori;<br />

c) massa areica: deve essere entro i limiti prescritti nella norma UNI o negli altri documenti progettuali; in<br />

assenza delle prime due valgono quelli dichiarati dal produttore nella sua documentazione tecnica ed<br />

accettate dalla Direzione dei lavori;<br />

d) resistenza termica specifica: deve essere entro i limiti previsti da documenti progettuali (calcolo in<br />

base alla Legge 9 gennaio 1991 n. 10) ed espressi secondo i criteri indicati nella norma UNI 7357;<br />

e) saranno inoltre da dichiarare, in relazione alle prescrizioni di progetto le seguenti caratteristiche:<br />

- reazione o comportamento al fuoco;<br />

- limiti di emissione di sostanze nocive per la salute;<br />

- compatibilità chimico-fisica con altri materiali.<br />

Per i materiali isolanti che assumono la forma definitiva in opera devono essere dichiarate le stesse<br />

caratteristiche riferite ad un campione significativo di quanto realizzato in opera. Il Direttore dei lavori può<br />

inoltre attivare controlli della costanza delle caratteristiche del prodotto in opera, ricorrendo ove necessario a<br />

carotaggi, sezionamenti, ecc. significativi dello strato eseguito.<br />

Entrambe le categorie di materiali isolanti devono rispondere alle caratteristiche di idoneità all'impiego<br />

riportate negli specifici articoli dell’elenco prezzi unitari, in relazione alla loro destinazione d'uso: pareti, parete<br />

controterra, copertura a falda, copertura piana, controsoffittatura su porticati, pavimenti, ecc.<br />

Se non vengono prescritti valori per alcune caratteristiche si intende che la Direzione dei lavori accetta quelli<br />

proposti dal fornitore; i metodi di controllo sono quelli definiti nelle norme UNI. Per le caratteristiche<br />

possedute intrinsecamente dal materiale non sono necessari controlli.<br />

2.16 PRODOTTI PER PARETI ESTERNE E PARTIZIONI INTERNE<br />

Si definiscono prodotti per pareti esterne e partizioni interne quelli utilizzati per realizzare i principali strati<br />

funzionali di queste parti di edificio.<br />

Per la realizzazione delle pareti esterne e partizioni interne si rinvia all'articolo che tratta queste opere.<br />

I prodotti vengono di seguito considerati al momento della fornitura; il Direttore dei lavori, ai fini della loro<br />

accettazione può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un<br />

attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate. Nel caso di contestazione si intende<br />

che la procedura di prelievo dei campioni, le modalità di prova e valutazione dei risultati sono quelli indicati<br />

nelle norme UNI ed in mancanza di questi quelli descritti nella letteratura tecnica (primariamente norme<br />

internazionali).<br />

I prodotti a base di laterizio, calcestruzzo e similari non aventi funzione strutturale (vedere articolo murature)<br />

ma unicamente di chiusura nelle pareti esterne e partizioni devono rispondere alle prescrizioni del progetto<br />

ed a loro completamento alle seguenti prescrizioni:<br />

a) gli elementi di laterizio (forati e non) prodotti mediante trafilatura o pressatura con materiale normale<br />

od alleggerito devono rispondere alla norma UNI 8942;<br />

b) gli elementi di calcestruzzo dovranno rispettare le stesse caratteristiche indicate nella norma UNI 8942<br />

(ad esclusione delle caratteristiche di inclusione calcarea), i limiti di accettazione saranno quelli indicati nel<br />

progetto ed in loro mancanza quelli dichiarati dal produttore ed approvati dalla Direzione dei lavori;<br />

c) gli elementi di calcio silicato, pietra ricostruita, pietra naturale, saranno accettati in base alle loro<br />

caratteristiche dimensionali e relative tolleranze; caratteristiche di forma e massa volumica (foratura, smussi,<br />

ecc.); caratteristiche meccaniche a compressione, taglio a flessione; caratteristiche di comportamento<br />

38


all'acqua ed al gelo (imbibizione, assorbimento d'acqua, ecc.).<br />

I limiti di accettazione saranno quelli prescritti nel progetto ed in loro mancanza saranno quelli dichiarati<br />

dal fornitore ed approvati dalla Direzione dei lavori.<br />

I prodotti ed i componenti per facciate continue dovranno rispondere alle prescrizioni del progetto ed in loro<br />

mancanza alle seguenti prescrizioni:<br />

- gli elementi dell'ossatura devono avere caratteristiche meccaniche coerenti con quelle del progetto in<br />

modo da poter trasmettere le sollecitazioni meccaniche (peso proprio delle facciate, vento, urti, ecc.) alla<br />

struttura portante, resistere alle corrosioni ed azioni chimiche dell'ambiente esterno ed interno;<br />

- gli elementi di tamponamento (vetri, pannelli, ecc.) devono essere compatibili chimicamente e<br />

fisicamente con l'ossatura; resistere alle sollecitazioni meccaniche (urti, ecc.); resistere alle sollecitazioni<br />

termoigrometriche dell'ambiente esterno e chimiche degli agenti inquinanti;<br />

- le parti apribili ed i loro accessori devono rispondere alle prescrizioni sulle finestre o sulle porte;<br />

- i rivestimenti superficiali (trattamenti dei metalli, pitturazioni, fogli decorativi, ecc.) devono essere coerenti<br />

con le prescrizioni sopra indicate;<br />

- le soluzioni costruttive dei giunti devono completare ed integrare le prestazioni dei pannelli ed essere<br />

sigillate con prodotti adeguati.<br />

La rispondenza alle norme UNI per gli elementi metallici e loro trattamenti superficiali, per i vetri, i pannelli di<br />

legno, di metallo o di plastica e per gli altri componenti, viene considerato automaticamente soddisfacimento<br />

delle prescrizioni sopraddette.<br />

I prodotti ed i componenti per partizioni interne prefabbricate che vengono assemblate in opera (con piccoli<br />

lavori di adattamento o meno) devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed, in mancanza, alle<br />

prescrizioni indicate al punto precedente.<br />

I prodotti a base di cartongesso devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed, in mancanza, alle<br />

prescrizioni seguenti: avere spessore con tolleranze ± 0,5 mm, lunghezza e larghezza con tolleranza ± 2 mm,<br />

resistenza all'impronta, all'urto, alle sollecitazioni localizzate (punti di fissaggio) ed, a seconda della<br />

destinazione d'uso, con basso assorbimento d'acqua, con bassa permeabilità al vapore (prodotto abbinato a<br />

barriera al vapore), con resistenza all'incendio dichiarata, con isolamento acustico dichiarato.<br />

I limiti di accettazione saranno quelli indicati nel progetto ed, in loro mancanza, quelli dichiarati dal produttore<br />

ed approvati dalla Direzione dei lavori.<br />

2.17 PRODOTTI PER ASSORBIMENTO ACUSTICO<br />

Si definiscono materiali assorbenti acustici (o materiali fonoassorbenti) quelli atti a dissipare in forma<br />

sensibile l'energia sonora incidente sulla loro superficie e, di conseguenza, a ridurre l'energia sonora riflessa.<br />

Questa proprietà è valutata con il coefficiente di assorbimento acustico (α), definito dall'espressione:<br />

α = Wa<br />

Wi<br />

dove: Wi è l'energia sonora incidente;<br />

Wa è l'energia sonora assorbita.<br />

Sono da considerare assorbenti acustici tutti i materiali porosi a struttura fibrosa o alveolare aperta. A parità<br />

di struttura (fibrosa o alveolare) la proprietà fonoassorbente dipende dallo spessore.<br />

I materiali fonoassorbenti si classificano secondo lo schema di seguito riportato.<br />

a) Materiali fibrosi<br />

1) Minerali (fibra di amianto, fibra di vetro, fibra di roccia);<br />

2) Vegetali (fibra di legno o cellulosa, truciolari).<br />

b) Materiali cellulari<br />

1) Minerali:<br />

- calcestruzzi leggeri (a base di pozzolane, perlite, vermiculite, argilla espansa);<br />

- laterizi alveolari;<br />

- prodotti a base di tufo.<br />

2) Sintetici:<br />

- poliuretano a celle aperte (elastico - rigido);<br />

- polipropilene a celle aperte.<br />

Per tutti i materiali fonoassorbenti forniti sotto forma di lastre, blocchi o forme geometriche predeterminate, si<br />

39


devono dichiarare le seguenti caratteristiche fondamentali:<br />

- lunghezza - larghezza, valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri<br />

documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore nella sua<br />

documentazione tecnica ed accettate dalla Direzione dei lavori;<br />

- spessore: valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri documenti<br />

progettuali; in assenza delle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore nella sua<br />

documentazione tecnica ed accettate dalla Direzione dei lavori;<br />

- massa areica: deve essere entro i limiti prescritti nella norma UNI o negli altri documenti progettuali; in<br />

assenza delle prime due valgono quelli dichiarati dal produttore nella sua documentazione tecnica ed<br />

accettate dalla Direzione Tecnica;<br />

- coefficiente di assorbimento acustico, misurato in laboratorio secondo le modalità prescritte dalla norma<br />

UNI EN 20354, deve rispondere ai valori prescritti nel progetto od in assenza a quelli dichiarati dal<br />

produttore ed accettati dalla Direzione dei lavori.<br />

Saranno inoltre da dichiarare, in relazione alle prescrizioni di progetto, le seguenti caratteristiche:<br />

- resistività al flusso d'aria;<br />

- reazione e/o comportamento al fuoco;<br />

- limiti di emissione di sostanze nocive per la salute;<br />

- compatibilità chimico-fisica con altri materiali.<br />

I prodotti vengono considerati al momento della fornitura; la Direzione dei lavori ai fini della loro accettazione<br />

può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure chiedere un attestato di<br />

conformità della stessa alle prescrizioni sopra riportate.<br />

In caso di contestazione i metodi di campionamento e di prova delle caratteristiche di cui sopra sono quelli<br />

stabiliti dalle norme UNI ed in mancanza di queste ultime, quelli descritti nella letteratura tecnica<br />

(primariamente norme internazionali od estere).<br />

Per i materiali fonoassorbenti che assumono la forma definitiva in opera devono essere dichiarate le stesse<br />

caratteristiche riferite ad un campione significativo di quanto realizzato in opera. La Direzione dei lavori deve<br />

inoltre attivare controlli della costanza delle caratteristiche del prodotto in opera, ricorrendo ove necessario a<br />

carotaggi, sezionamenti, ecc. significativi dello strato eseguito.<br />

Entrambe le categorie di materiali fonoassorbenti devono rispondere alle caratteristiche di idoneità all'impiego<br />

riportate negli specifici articoli dell’elenco prezzi unitari, in relazione alla loro destinazione d'uso (pareti,<br />

coperture, controsoffittature, pavimenti, ecc.).<br />

Se non vengono prescritti i valori valgono quelli proposti dal fornitore ed accettati dalla Direzione dei lavori.<br />

In caso di contestazione i metodi di campionamento e di prova delle caratteristiche di cui sopra sono quelli<br />

stabiliti dalle norme UNI ed in mancanza di queste ultime quelli descritti nella letteratura tecnica<br />

(primariamente norme internazionali od estere). Per le caratteristiche possedute intrinsecamente dal<br />

materiale non sono necessari controlli.<br />

2.18 PRODOTTI PER ISOLAMENTO ACUSTICO<br />

Si definiscono materiali isolanti acustici (o materiali fonoisolanti) quelli atti a diminuire in forma sensibile la<br />

trasmissione di energia sonora che li attraversa.<br />

Questa proprietà è valutata con il potere fonoisolante (R) definito dalla seguente formula:<br />

R = 10 log Wi<br />

Wt<br />

dove: Wi è l'energia sonora incidente;<br />

Wt è l'energia sonora trasmessa.<br />

Tutti i materiali comunemente impiegati nella realizzazione di divisori in edilizia posseggono proprietà<br />

fonoisolanti.<br />

Per materiali omogenei questa proprietà dipende essenzialmente dalla loro massa areica.<br />

Quando sono realizzati sistemi edilizi compositi (pareti, coperture, ecc.) formate da strati di materiali diversi, il<br />

potere fonoisolante di queste strutture dipende, oltre che dalla loro massa areica, dal numero e qualità degli<br />

strati, dalle modalità di accoppiamento, dalla eventuale presenza di intercapedine d'aria.<br />

Per tutti i materiali fonoisolanti forniti sotto forma di lastre, blocchi o forme geometriche predeterminate, si<br />

devono dichiarare le seguenti caratteristiche fondamentali:<br />

40


- dimensioni: lunghezza - larghezza, valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate<br />

negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore nella<br />

sua documentazione tecnica ed accettata dalla Direzione dei lavori;<br />

- spessore: valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri documenti<br />

progettuali; in assenza delle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore nella sua<br />

documentazione tecnica ed accettate dalla Direzione dei lavori;<br />

- massa areica: deve essere entro i limiti prescritti nella norma UNI o negli altri documenti progettuali; in<br />

assenza delle prime due valgono quelli dichiarati dal produttore nella sua documentazione tecnica ed<br />

accettate dalla Direzione Tecnica;<br />

- potere fonoisolante, misurato in laboratorio secondo le modalità prescritte dalla norma UNI EN ISO 140-<br />

3, deve rispondere ai valori prescritti nel progetto od in assenza a quelli dichiarati dal produttore ed<br />

accettati dalla Direzione dei lavori.<br />

Saranno inoltre da dichiarare, in relazione alle prescrizioni di progetto, le seguenti caratteristiche:<br />

- modulo di elasticità;<br />

- fattore di perdita;<br />

- reazione o comportamento al fuoco;<br />

- limiti di emissione di sostanze nocive per la salute;<br />

- compatibilità chimico-fisica con altri materiali.<br />

I prodotti vengono considerati al momento della fornitura; la Direzione dei lavori ai fini della loro accettazione<br />

può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure chiedere un attestato di<br />

conformità della stessa alle prescrizioni sopra riportate.<br />

In caso di contestazione i metodi di campionamento e di prova delle caratteristiche di cui sopra sono quelli<br />

stabiliti dalle norme UNI ed in mancanza di queste ultime, quelli descritti nella letteratura tecnica<br />

(primariamente norme internazionali od estere).<br />

Per i materiali fonoisolanti che assumono la forma definitiva in opera devono essere dichiarate le stesse<br />

caratteristiche riferite ad un campione significativo di quanto realizzato in opera. La Direzione dei lavori deve<br />

inoltre attivare controlli della costanza delle caratteristiche del prodotto in opera, ricorrendo ove necessario a<br />

carotaggi, sezionamenti, ecc. significativi dello strato eseguito.<br />

Entrambe le categorie di materiali fonoassorbenti devono rispondere alle caratteristiche di idoneità all'impiego<br />

riportate negli specifici articoli dell’elenco prezzi unitari, in relazione alla loro destinazione d'uso (pareti,<br />

coperture, controsoffittature, pavimenti, ecc.).<br />

Se non vengono prescritti i valori valgono quelli proposti dal fornitore ed accettati dalla Direzione dei lavori.<br />

In caso di contestazione i metodi di campionamento e di prova delle caratteristiche di cui sopra sono quelli<br />

stabiliti dalle norme UNI ed in mancanza di queste ultime quelli descritti nella letteratura tecnica<br />

(primariamente norme internazionali od estere). Per le caratteristiche possedute intrinsecamente dal<br />

materiale non sono necessari controlli.<br />

2.19 IMPIANTI DI ASCENSORI, MONTALETTI<br />

2.19.1 Classificazione<br />

Secondo le leggi attualmente in vigore, gli impianti, relativamente agli scopi ed usi, sono classificati nel modo<br />

seguente:<br />

– in servizio privato: comprendenti tutti gli impianti installati in edifici pubblici e privati a scopi ed usi privati,<br />

anche se accessibili al pubblico;<br />

– in servizio pubblico: comprendenti tutti gli impianti adibiti ad un pubblico trasporto.<br />

2.19.2 Rispondenza normativa<br />

DM 18-09-2002 regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio<br />

delle strutture sanitarie pubbliche e private<br />

DPR 30 Aprile 1999, n. 162, regolamento d’attuazione Direttiva 95/16/CE<br />

UNI EN 81-1 edizione novembre 2005, regole di sicurezza per la costruzione e l’installazione di ascensori<br />

elettrici<br />

Direttiva 89/336/CE, direttiva sulla compatibilità elettromagnetica<br />

Direttiva 89/106/CE, direttiva sul risparmio energetico, sull’impatto ambientale e sicurezza d’uso<br />

D.M. 236 del 14/6/89, normativa per il superamento ed eliminazione delle barriere architettoniche<br />

D.M. 15 Settembre 2005 (approvazione della regola tecnica prevenzione incendi), punto 7 – ascensore<br />

antincendio<br />

41


DPR 503 del 24/7/96, normativa per il superamento ed eliminazione delle barriere architettoniche negli<br />

edifici, spazi e servizi pubblici<br />

2.19.3 Caratteristiche tecniche degli impianti<br />

Portata / capienza: 2000 Kg / 26 persone<br />

Velocità: 1,00 m/sec<br />

Fermate: 4<br />

Servizi: 4<br />

Corsa: 12,86 m<br />

Alimentazione: F.M. trifase 380 Vac, illuminazione monofase 220 Vac, frequenza 50 Hz<br />

Macchinario: posto all’interno del vano di corsa (in sommità), ancorato alle guide di scorrimento della cabina.<br />

2.19.4 Direzione dei lavori<br />

Il Direttore dei lavori, ai fini della loro accettazione procederà come segue:<br />

– verificherà che l'impianto, a livello di progetto, abbia avuto le necessarie approvazioni da parte dei<br />

competenti organi di controllo e che le dimensioni siano coerenti con la destinazione d'uso in base alle<br />

norme di dimensionamento e di inserimento nell'edificio;<br />

– verificherà che l'impianto riceva alla fine dell'installazione il collaudo da parte dei competenti organi di<br />

controllo e che i dati relativi siano registrati sulla documentazione obbligatoria in base alla legislazione<br />

vigente.<br />

2.19.5 Altre indicazioni relative agli impianti di sollevamento<br />

Allarmi<br />

– Regolamentare, con segnale acustico e sistema citofonico per collegamento tra cabina e pannello MAP.<br />

– Dispositivo di comunicazione vocale bidirezionale.<br />

Dispositivi impianto<br />

– Cabina con dispositivo di sicurezza paracadute regolamentare, a frenatura progressiva.<br />

– Dispositivo limitatore velocità, per il controllo della velocità.<br />

– Ammortizzatori regolamentari in fondo fossa.<br />

– Scaletta in fondo fossa.<br />

– Quadro elettrico locale di distribuzione (inserito nel quadro di manovra).<br />

– Illuminazione vano di corsa.<br />

– Apertura anticipata porte - inizio movimento apertura porte durante fase di avvicinamento al piano.<br />

– Sistema di ri-livellamento - per garantire un accurato allineamento tra le soglie della porta di piano e di<br />

cabina.<br />

– Ritorno automatico al piano - nel caso di mancanza dell’alimentazione elettrica la cabina si porta<br />

automaticamente al piano più vicino in funzione del senso di marcia più favorevole, con apertura delle<br />

porte.<br />

– Stazionamento cabina al piano principale – la cabina libera da impegni, dopo tempo prefissato, viene<br />

rimandata al piano di stazionamento predefinito.<br />

– Tempo prolungato apertura porte - pulsante in cabina che consente di mantenere le porte aperte per un<br />

tempo predeterminato per consentire le operazioni di riempimento / svuotamento della cabina.<br />

– Priorità in cabina - interruttore a chiave in cabina che consente comando per il piano desiderato, con<br />

annullamento di tutte le prenotazioni di piano e di cabina.<br />

– Priorità ai piani - interruttore a chiave ai piani che consente l’arrivo diretto dell’ascensore al piano di<br />

chiamata, con annullamento di tutte le prenotazioni di piano e di cabina.<br />

– Rilevamento incendio (contatto da sistema di rilevatore incendio dell’edificio) – con attivazione del<br />

segnale tutte le prenotazioni di piano e di cabina vengono annullate e l’ascensore viene portato<br />

immediatamente ad un piano sicuro predefinito, con apertura delle porte per consentire l’uscita dei<br />

passeggeri (escluso dalla fornitura unità rilevamento fuoco).<br />

– Rilevamento acqua in fossa – con attivazione del segnale non vengono serviti i piani estremi (inferiore e<br />

superiore) per impedire che cabina e contrappeso vengano a contatta con l’acqua.<br />

– Indicazione luminosa di fuori servizio - con ascensore in fuori servizio compare automaticamente<br />

l’indicazione a tutti i piani.<br />

– Contatti per sistema remoto – n. 3 contatti per fornire a sistema remoto informazioni e/o indicazioni su<br />

malfunzionamenti.<br />

42


3.1 OPERE PROVVISIONALI<br />

CAPO 3 - MODALITÀ DI ESECUZIONE<br />

Le armature, centine, puntellature, sbatacchiature, casseri, impalcature, ponteggi e tutte le opere<br />

provvisionali di qualunque genere, metalliche ed in legname, comunque occorrenti per la esecuzione di ogni<br />

genere di lavoro, dovranno essere realizzate in modo da impedire qualsiasi deformazione di esse o delle<br />

opere che debbono sostenere; l'esecuzione, gli spostamenti e lo smontaggio delle predette opere dovranno<br />

essere effettuati a cura e spese dell'Appaltatore.<br />

Il dimensionamento ed il calcolo statico delle opere provvisionali dovranno risultare da apposito progetto da<br />

eseguirsi a cura e spese dell'Appaltatore, che dovrà essere consegnato al Direttore dei Lavori, prima<br />

dell'esecuzione.<br />

L'Appaltatore, in ogni caso, rimane il solo responsabile dei danni alle persone, alle cose, alle proprietà<br />

pubbliche e private ed ai lavori per la mancanza od insufficienza delle opere provvisionali, alle quali dovrà<br />

provvedere di propria iniziativa ed adottando tutte le cautele necessarie.<br />

Il piano di sicurezza e coordinamento dovrà esplicitamente prevedere le sicurezze adottate per dette opere<br />

provvisionali ed i ponteggi di qualunque natura.<br />

3.2 DEMOLIZIONI E RIMOZIONI<br />

Le demolizioni di murature, calcestruzzi, ecc. sia in rottura che parziali o complete, devono essere eseguite<br />

con ordine e con le necessarie precauzioni, in modo da non danneggiare le residue murature, da prevenire<br />

qualsiasi infortunio agli addetti al lavoro.<br />

Rimane pertanto vietato di gettare dall'alto i materiali in genere, che invece devono essere trasportati o<br />

guidati in basso, e di sollevare polvere, per il che tanto le murature quanto i materiali di risulta dovranno<br />

essere opportunamente bagnati.<br />

Nelle demolizioni o rimozioni l'appaltatore deve inoltre provvedere alle eventuali necessarie puntellature per<br />

sostenere le parti che devono restare e disporre in modo da non deteriorare i materiali risultanti, i quali tutti<br />

devono ancora potersi impiegare utilmente, sotto pena di rivalsa di danni a favore della stazione appaltante.<br />

Le demolizioni dovranno limitarsi alle parti ed alle dimensioni prescritte, quando, anche per mancanza di<br />

puntellamenti o di altre precauzioni, venissero demolite altre parti, od oltrepassati i limiti fissati, saranno pure<br />

a cura e spese dell'Appaltatore, senza alcun compenso, ricostruite e rimesse in ripristino le parti<br />

indebitamente demolite.<br />

Tutti i materiali riutilizzabili, a giudizio insindacabile della Direzione Lavori, devono essere opportunamente<br />

scalcinati, puliti, custoditi, trasportati ed ordinati nei luoghi deposito che verranno indicati dalla Direzione<br />

stessa, usando cautele per non danneggiarli sia nello scalcinamento, sia nel trasporto, sia nel loro<br />

assestamento e per evitarne la dispersione. Detti materiali restano tutti di proprietà della stazione appaltante,<br />

la quale potrà ordinare all'appaltatore di impiegarli in tutto od in parte nei lavori appaltati.<br />

I materiali di scarto provenienti dalle demolizioni e rimozioni devono sempre dall'Appaltatore essere<br />

trasportati fuori dal cantiere nei punti indicati o alle pubbliche discariche.<br />

Prima della esecuzione delle demolizioni la ditta dovrà sottoporre all'esame del Direttore dei Lavori il progetto<br />

di demolizione con specifico riferimento alle norme di sicurezza adottate.<br />

3.2.1 Altre indicazioni relative alle demolizioni<br />

L'Appaltatore, che come da dichiarazione verificata resa, ha potuto direttamente constatare se i lavori<br />

investiranno una struttura adiacente ad altre, dovrà tenere conto delle necessità, di volta in volta segnalate<br />

dalla Direzione Lavori, l'Impresa deve ritenersi compensata per tutti gli oneri che essa dovrà incontrare:<br />

1) di realizzare opere provvisionali necessarie per garantire la continuazione delle attività nelle parti di<br />

struttura non direttamente interessata dai lavori oggetto del presente appalto;<br />

2) di provvedere all'immediato allontanamento e deposito a discarica dei materiali di risulta onde non<br />

ingombrare le aree esterne a servizio delle attività terziarie attualmente presenti;<br />

3) di dover differire rispetto al programma una o più categorie di lavorazioni;<br />

4) di dover provvedere allo spostamento delle proprie attrezzature, mezzi d'opera, maestranze da un<br />

ambiente all'altro per consentire l'ordinato proseguimento delle attività terziarie presenti;<br />

5) di dover adottare macchinari e mezzi d'opera a bassa rumorosità da utilizzare, peraltro, in maniera non<br />

continuativa e, comunque secondo le indicazioni fornite dalla Direzione dei Lavori competente per la<br />

43


fase;<br />

6) di dover assicurare, nel contempo il corretto funzionamento degli impianti e di quant'altro necessiti per<br />

garantire lo svolgimento delle attività terziarie in essere nelle porzioni della struttura momentaneamente<br />

non interessate dai lavori.<br />

Più in generale, l’Impresa dovrà tener conto dei seguenti oneri compresi nell’Appalto:<br />

7) Prima di iniziare i lavori in argomento l'Appaltatore dovrà accettare con ogni cura la natura, lo stato ed il<br />

sistema delle opere da demolire, disfare o rimuovere, al fine di affrontare con tempestività ed<br />

adeguatezza di mezzi ogni evenienza che possa comunque presentarsi. L'Appaltatore deve provvedere<br />

allo sgombro, rimozione e trasloco di materiale, arredo e suppellettili presenti nei locali prima dell'inizio<br />

dei lavori. Salvo diversa prescrizione, l'Appaltatore disporrà con la tecnica più idonea, le opere<br />

provvisionali, i mezzi d'opera, i macchinari e l'impiego del personale. Di conseguenza il Committente ed il<br />

personale tutto di direzione e sorveglianza sono esclusi da ogni responsabilità connessa all'esecuzione<br />

dei lavori di che trattasi.<br />

8) Prima di dare inizio alle demolizioni dovranno essere interrotte tutte le eventuali erogazioni nonché gli<br />

attacchi e gli sbocchi di qualunque genere, dovranno essere altresì vuotati tubi e serbatoi. La zona dei<br />

lavori sarà opportunamente delimitata, i passaggi saranno ben individuati ed idoneamente protetti;<br />

analoghe protezioni saranno adottate per tutte le zone (interne ed esterne al cantiere) che possano,<br />

comunque, essere interessate da caduta di materiali. Saranno inoltre posti in opera cartelli segnaletici dei<br />

percorsi alternativi. Le strutture eventualmente dovranno essere puntellate; tutti i vani di balconi, finestre,<br />

scale, ballatoio, ascensori etc.;, dopo la demolizione di infissi e parapetti, dovranno essere sbarrati. Le<br />

demolizioni avanzeranno tutte alla stessa quota procedendo dall'alto verso il basso; particolare<br />

attenzione, inoltre dovrà porsi ad evitare che si creino zone di instabilità strutturale, anche se localizzate.<br />

In questo caso, e specie nelle sospensioni di lavoro, si provvederà ad opportuno sbarramento. Nella<br />

demolizione di murature é tassativamente vietato il lavoro degli operai sulle strutture da demolire; questi<br />

dovranno servirsi di appositi ponteggi, indipendenti da dette strutture. Per l'attacco con taglio ossidrico od<br />

elettrico di parti rivestite con pitture al piombo, saranno adottate opportune cautele contro i pericoli di<br />

avvelenamento da vapori di piombo a norma dell'Art. 8 della Legge 10 Luglio 1961 n° 706.<br />

9) In fase di demolizione dovrà assolutamente evitarsi l'accumulo del materiale di risulta, sulle strutture da<br />

demolire o sulle opere provvisionali in misura tale che si verifichino sovraccarichi o spinte pericolose. I<br />

materiali di demolizione dovranno perciò essere immediatamente allontanati, guidati mediante canali o<br />

trasportati in basso con idonee apparecchiature e bagnati onde evitare il sollevamento di polvere.<br />

Risulterà in ogni caso assolutamente vietato il getto dall'alto dei materiali. A carico dell'Appaltatore sono<br />

anche tutte le pratiche, i costi e le attività inerenti la rimozione e l'allontanamento di materiali tossici o<br />

nocivi.<br />

10) Le demolizioni, i disfacimenti, le rimozioni dovranno essere limitati alle parti e dimensioni prescritte. Ove<br />

per errore o per mancanza di cautele, puntellamenti ecc., tali interventi venissero estesi a parti non<br />

dovute, l'Appaltatore sarà tenuto a proprie spese al ripristino delle stesse, ferma restando ogni<br />

responsabilità per eventuali danni.<br />

11) Tutti i materiali provenienti dalle demolizioni, ove non diversamente specificato, resteranno di proprietà<br />

dell'Appaltatore, che dovrà quindi provvedere allo smaltimento a sua cura e spese. Il Committente ha<br />

però la facoltà di riservarsi la proprietà di alcuni materiali che saranno specificati all'Appaltatore in tal<br />

caso allo stesso spetterà l'onere della demolizione con particolare cura degli elementi interessati, della<br />

selezione, trasporto ed immagazzinamento nei depositi che saranno indicati dalla Direzione Lavori.<br />

12) La pulizia di tutta l'area di cantiere, sia giornaliera che a demolizione avvenuta, per l'eliminazione di tutti<br />

gli eventuali detriti e materiali di risulta provenienti dalle demolizioni stesse o comunque in cantiere per<br />

altre cause. Tutti gli oneri ed i lavori per l'esecuzione delle opere per porzioni dell'edificio, onde<br />

consentire il funzionamento parziale della struttura, secondo il programma dei lavori allegato all’offerta,<br />

ed in particolare il trasporto e la conservazione in sito opportuno nell'ambito della struttura degli arredi<br />

mobili e fissi, da riutilizzare, secondo le istruzioni della direzione lavori, ivi compresi lo smontaggio e la<br />

loro ricollocazione e montaggio al completamento delle opere.<br />

3.3 SCAVI E REINTERRI<br />

3.3.1 Scavi in genere<br />

Gli scavi in genere per qualsiasi lavoro, a mano o con mezzi meccanici, dovranno essere eseguiti secondo i<br />

disegni di progetto e la relazione geologica e geotecnica di cui al DM 11 marzo 1988, nonché secondo le<br />

44


particolari prescrizioni che saranno date all'atto esecutivo dalla Direzione dei lavori.<br />

Nell'esecuzione degli scavi in genere l'Appaltatore dovrà procedere in modo da impedire scoscendimenti e<br />

franamenti, restando esso, oltreché totalmente responsabile di eventuali danni alle persone e alle opere,<br />

altresì obbligato a provvedere a suo carico e spese alla rimozione delle materie franate.<br />

L'Appaltatore dovrà inoltre provvedere a sue spese affinché le acque scorrenti alla superficie del terreno<br />

siano deviate in modo che non abbiano a riversarsi nei cavi.<br />

Le materie provenienti dagli scavi, ove non siano utilizzabili o non ritenute adatte (a giudizio insindacabile<br />

della Direzione dei lavori), ad altro impiego nei lavori, dovranno essere portate fuori della sede del cantiere,<br />

alle pubbliche discariche ovvero su aree che l'Appaltatore dovrà provvedere a rendere disponibili a sua cura<br />

e spese.<br />

Qualora le materie provenienti dagli scavi debbano essere successivamente utilizzate, esse dovranno essere<br />

depositate previo assenzo della Direzione dei lavori, per essere poi riprese a tempo opportuno. In ogni caso<br />

le materie depositate non dovranno essere di danno ai lavori, alle proprietà pubbliche o private ed al libero<br />

deflusso delle acque scorrenti in superficie.<br />

La Direzione dei lavori potrà fare asportare, a spese dell'Appaltatore, le materie depositate in<br />

contravvenzione alle precedenti disposizioni.<br />

3.3.2 SCAVI E RINTERRI – indicazioni varie<br />

Negli scavi in genere l'Impresa deve ritenersi compensata per tutti gli oneri che essa dovrà incontrare:<br />

• per taglio di piante, manti stradali e massicciate in memento armato, estirpazione di ceppaie, radici, ecc.;<br />

• per l'eliminazione degli impianti morti e la demolizione dei relativi manufatti interrati;<br />

• per il taglio e lo scavo con qualsiasi mezzo delle materie sia asciutte, che bagnate, di qualsiasi<br />

consistenza ed anche in presenza d'acqua;<br />

• per la regolarizzazione delle scarpate o pareti, per lo spianamento del fondo, per la formazione di<br />

gradoni, per il successivo rinterro all'ingiro delle murature, attorno e sopra le condotte d'acqua od altre<br />

condotte in genere, e sopra le fognature o drenaggi secondo le sagome definitive di progetto;<br />

• per puntellature, sbadacchiature ed armature di qualsiasi importanza e genere secondo tutte le<br />

prescrizioni contenute nel presente <strong>Capitolato</strong>, comprese le composizioni, scomposizioni, estrazioni ed<br />

allontanamento, nonché sfridi, deterioramenti, perdite parziali o totali del legname o dei ferri;<br />

• per l’aggottamento delle acque superficiali e nascenti;<br />

• per impalcature, ponti e costruzioni provvisorie, occorrenti sia per il trasporto delle materie di scavo e sia<br />

per la formazione di rilevati, per passaggi, attraversamenti, ecc.;<br />

• per ogni altra spesa necessaria per l'esecuzione completa degli scavi.<br />

3.3.3 Scavi di sbancamento<br />

Per scavi di sbancamento o sterri andanti s'intendono quelli occorrenti per lo spianamento o sistemazione del<br />

terreno su cui dovranno sorgere le costruzioni, per tagli di terrapieni, per la formazione di cortili, giardini,<br />

scantinati, piani di appoggio per platee di fondazione, vespai, rampe incassate o trincee stradali, ecc., e in<br />

generale tutti quelli eseguiti a sezione aperta su vasta superficie.<br />

3.3.4 Scavi di fondazione od in trincea<br />

Per scavi di fondazione in generale si intendono quelli incassati ed a sezione ristretta necessari per dar luogo<br />

ai muri o pilastri di fondazione propriamente detti.<br />

In ogni caso saranno considerati come scavi di fondazione quelli per dar luogo alle fogne, condutture, fossi e<br />

cunette.<br />

Qualunque sia la natura e la qualità del terreno, gli scavi per fondazione, dovranno essere spinti fino alla<br />

profondità che dalla Direzione dei lavori verrà ordinata all'atto della loro esecuzione.<br />

Le profondità, che si trovano indicate nei disegni, sono perciò di stima preliminare e l'Amministrazione<br />

appaltante si riserva piena facoltà di variarle nella misura che reputerà più conveniente, senza che ciò possa<br />

dare all'Appaltatore motivo alcuno di fare eccezioni o domande di speciali compensi, avendo egli soltanto<br />

diritto al pagamento del lavoro eseguito, coi prezzi contrattuali stabiliti per le varie profondità da raggiungere.<br />

È vietato all'Appaltatore, sotto pena di demolire il già fatto, di por mano alle murature prima che la Direzione<br />

dei lavori abbia verificato ed accettato i piani delle fondazioni.<br />

I piani di fondazione dovranno essere generalmente orizzontali, ma per quelle opere che cadono sopra falde<br />

inclinate, dovranno, a richiesta della Direzione dei lavori, essere disposti a gradini ed anche con determinate<br />

contropendenze.<br />

Compiuta la muratura di fondazione, lo scavo che resta vuoto, dovrà essere diligentemente riempito e<br />

costipato, a cura e spese dell'Appaltatore, con le stesse materie scavate, sino al piano del terreno naturale<br />

primitivo.<br />

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Gli scavi per fondazione dovranno, quando occorra, essere solidamente puntellati e sbadacchiati con robuste<br />

armature, in modo da proteggere contro ogni pericolo gli operai, ed impedire ogni smottamento di materia<br />

durante l'esecuzione tanto degli scavi che delle murature.<br />

L'Appaltatore è responsabile dei danni ai lavori, alle persone, alle proprietà pubbliche e private che potessero<br />

accadere per la mancanza o insufficienza di tali puntellazioni e sbadacchiature, alle quali egli deve<br />

provvedere di propria iniziativa, adottando anche tutte le altre precauzioni riconosciute necessarie, senza<br />

rifiutarsi per nessun pretesto di ottemperare alle prescrizioni che al riguardo gli venissero impartite dalla<br />

Direzione dei lavori.<br />

Col procedere delle murature l'Appaltatore potrà recuperare i legnami costituenti le armature, sempreché non<br />

si tratti di armature formanti parte integrante dell'opera, da restare quindi in posto in proprietà<br />

dell'Amministrazione; i legnami però, che a giudizio della Direzione dei lavori, non potessero essere tolti<br />

senza pericolo o danno del lavoro, dovranno essere abbandonati negli scavi.<br />

3.3.5 Scavi subacquei e prosciugamento<br />

Se dagli scavi in genere e da quelli di fondazione l'Appaltatore, in caso di acque sorgive o filtrazioni, non<br />

potesse far defluire l'acqua naturalmente, è in facoltà della Direzione dei lavori di ordinare, secondo i casi e<br />

quando lo riterrà opportuno, l'esecuzione degli scavi subacquei, oppure il prosciugamento.<br />

Sono considerati come scavi subacquei soltanto quelli eseguiti in acqua a profondità maggiore di 20 cm sotto<br />

il livello costante a cui si stabiliscono le acque sorgive nei cavi, sia naturalmente, sia dopo un parziale<br />

prosciugamento ottenuto con macchine o con l'apertura di canali di drenaggio.<br />

Il volume di scavo eseguito in acqua, sino ad una profondità non maggiore di 20 cm dal suo livello costante,<br />

verrà perciò considerato come scavo in presenza d'acqua, ma non come scavo subacqueo. Quando la<br />

Direzione dei lavori ordinasse il mantenimento degli scavi in asciutto, sia durante l'escavazione, sia durante<br />

l'esecuzione delle murature o di altre opere di fondazione, gli esaurimenti relativi verranno eseguiti con i<br />

compensi previsti dall’elenco prezzi unitari, e l'Appaltatore, se richiesto, avrà l'obbligo di fornire le macchine e<br />

gli operai necessari.<br />

Per i prosciugamenti praticati durante l'esecuzione delle murature, l'Appaltatore dovrà adottare tutti quegli<br />

accorgimenti atti ad evitare il dilavamento delle malte.<br />

3.3.6 Rilevati e rinterri<br />

Per la formazione dei rilevati o per qualunque opera di rinterro, ovvero per riempirei vuoti tra le pareti degli<br />

scavi e le murature, o da addossare alle murature, e fino alle quote prescritte dalla Direzione dei lavori, si<br />

impiegheranno in generale, e, salvo quanto segue, fino al loro totale esaurimento, tutte le materie provenienti<br />

dagli scavi di qualsiasi genere eseguiti per quel cantiere, in quanto disponibili ed adatte, a giudizio della<br />

Direzione dei lavori, per la formazione dei rilevati.<br />

Quando venissero a mancare in tutto o in parte i materiali di cui sopra, si preleveranno le materie occorrenti<br />

ovunque l'Appaltatore crederà di sua convenienza, purché i materiali siano riconosciuti idonei dalla Direzione<br />

dei lavori.<br />

Per rilevati e rinterri da addossarsi alle murature, si dovranno sempre impiegare materie sciolte, o ghiaiose,<br />

restando vietato in modo assoluto l'impiego di quelle argillose e, in generale, di tutte quelle che con<br />

l'assorbimento di acqua si rammolliscono e si gonfiano generando spinte.<br />

Nella formazione dei suddetti rilevati, rinterri e riempimenti dovrà essere usata ogni diligenza perché la loro<br />

esecuzione proceda per strati orizzontali di eguale altezza, disponendo contemporaneamente le materie<br />

bene sminuzzate con la maggiore regolarità e precauzione, in modo da caricare uniformemente le murature<br />

su tutti i lati e da evitare le sfiancature che potrebbero derivare da un carico male distribuito.<br />

Le materie trasportate in rilevato o rinterro con vagoni, automezzi o carretti non potranno essere scaricate<br />

direttamente contro le murature, ma dovranno depositarsi in vicinanza dell'opera per essere riprese poi al<br />

momento della formazione dei suddetti rinterri.<br />

Per tali movimenti di materie dovrà sempre provvedersi alla pilonatura delle materie stesse, da farsi secondo<br />

le prescrizioni che verranno indicate dalla Direzione dei Lavori.<br />

È vietato di addossare terrapieni a murature di fresca costruzione.<br />

Tutte le riparazioni o ricostruzioni che si rendessero necessarie per la mancata od imperfetta osservanza<br />

delle prescrizioni del presente articolo, saranno a completo carico dell'Appaltatore.<br />

È obbligo dell'Appaltatore, escluso qualsiasi compenso, di dare ai rilevati durante la loro costruzione, quelle<br />

maggiori dimensioni richieste dall'assestamento delle terre, affinché all'epoca del collaudo i rilevati eseguiti<br />

abbiano dimensioni non inferiori a quelle ordinate.<br />

L'Appaltatore dovrà consegnare i rilevati con scarpate regolari e spianate, con i cigli bene allineati e profilati e<br />

compiendo a sue spese, durante l'esecuzione dei lavori e fino al collaudo, gli occorrenti ricarichi o tagli, la<br />

ripresa e la sistemazione delle scarpate e l'espurgo dei fossi.<br />

La superficie del terreno sulla quale dovranno elevarsi i terrapieni, sarà previamente scoticata, ove occorra, e<br />

se inclinata sarà tagliata a gradoni con leggera pendenza verso il monte.<br />

46


3.4 PALI INFISSI<br />

3.4.1 Pali di legno<br />

I pali di legno devono essere di essenza forte o resinosa secondo le previsioni di progetto o le disposizioni<br />

che saranno impartite dalla Direzione dei lavori.<br />

I pali dovranno essere scortecciati, ben diritti, di taglio fresco, conguagliati alla superficie ed esenti da carie.<br />

La parte inferiore del palo sarà sagomata a punta e protetta da apposita puntazza in ferro di forma e peso<br />

adeguati agli sforzi indotti dall'infissione.<br />

La parte superiore del palo, sottoposta ai colpi di maglio, dovrà essere munita di anelli di ferro e cuffia che<br />

impedisca durante la battitura ogni rottura.<br />

I pali, salvo diverse prescrizioni, verranno infissi verticalmente nella posizione stabilita dal progetto.<br />

Ogni palo che si spezzasse durante l'infissione o deviasse, dovrà essere, su richiesta della Direzione dei<br />

lavori, tagliato o divelto e sostituito con altro.<br />

I pali dovranno essere battuti fino a rifiuto con maglio di peso adeguato.<br />

Il rifiuto si intende raggiunto quando l'affondamento prodotto da un determinato numero di colpi del maglio,<br />

cadente sempre dalla stessa altezza, non supera il limite che il progettista avrà fissato in funzione del carico<br />

che il palo dovrà sopportare.<br />

Le ultime volate dovranno essere sempre battute in presenza di un incaricato della Direzione dei lavori.<br />

L'Appaltatore non potrà in alcun modo procedere alla recisione della testa del palo senza averne preventiva<br />

autorizzazione.<br />

Al fine di consentire la verifica della portata di progetto, dovranno venire rilevati per ogni palo e trascritti su<br />

apposito registro, i seguenti elementi:<br />

– profondità raggiunta;<br />

– rifiuto;<br />

– peso della cuffia o degli altri elementi di protezione;<br />

– peso della massa battente;<br />

– altezza di caduta del maglio;<br />

– frequenza di colpi;<br />

– energia d'urto;<br />

– efficienza del battipalo.<br />

A giudizio della Direzione dei lavori la portata dei pali battuti potrà essere controllata mediante prove di carico<br />

dirette, da eseguire con le modalità e nel numero che sarà prescritto.<br />

3.4.2 Pali di conglomerato cementizio armato<br />

I pali prefabbricati saranno centrifugati a sezione cava.<br />

Il conglomerato cementizio impiegato dovrà avere una resistenza caratteristica a 28 giorni non inferiore a 40<br />

N/mm 2 e dovrà essere esente da porosità o altri difetti.<br />

Il cemento sarà pozzolanico, e dovrà essere esente da porosità o altri difetti.<br />

Il cemento sarà pozzolanico, ferrico pozzolanico o d'altoforno.<br />

La Direzione dei lavori potrà anche ordinare rivestimenti protettivi.<br />

Il copriferro dovrà essere di almeno tre centimetri.<br />

I pali dovranno essere muniti di robuste puntazze metalliche ancorate al conglomerato.<br />

L'infissione verrà fatta con i sistemi ed accorgimenti previsti per i pali di legno.<br />

I magli, se a caduta libera, dovranno essere di peso non inferiore a quello del palo da infiggere.<br />

Allo scopo di evitare la rottura delle teste dei pali durante l'infissione, saranno applicate sopra di esse<br />

protezioni di legname entro cerchiature di ferro.<br />

Lo spostamento planimetrico della posizione teorica dei pali non potrà superare 10 cm e l'inclinazione finale,<br />

rispetto all'asse teorico, non dovrà superare il 3%.<br />

Per valori degli spostamenti superiori a quelli indicati, la Direzione dei lavori potrà richiedere che i pali siano<br />

rimossi e sostituiti.<br />

Per ogni palo dovranno venire rilevati e trascritti su apposito registro, i seguenti elementi:<br />

– lunghezza;<br />

– diametro esterno alla punta ed alla testa;<br />

– diametro interno alla punta ed alla testa;<br />

– profondità raggiunta;<br />

– rifiuto;<br />

– tipo di battipalo;<br />

– peso del maglio;<br />

– altezza di caduta del maglio;<br />

– caratteristiche della cuffia;<br />

47


– peso della cuffia;<br />

– energia d'urto;<br />

– efficienza del battipalo.<br />

Occorrerà inoltre registrare il numero di colpi necessario all'affondamento del palo per ciascun tratto di 50 cm<br />

finché la resistenza alla penetrazione risulti minore di un colpo per ogni 1,5 ÷ 2 cm, o per ciascun tratto di 10<br />

cm quando la resistenza alla penetrazione superi i valori sopracitati.<br />

Sul fusto del palo dovranno essere riportate delle tacche distanziate tra loro di un metro a partire dalla punta<br />

del palo onde poterne controllare la penetrazione progressiva.<br />

Qualora durante l'infissione si verificassero scheggiature, lesioni di qualsiasi genere oppure deviazioni<br />

dell'asse, che a giudizio della Direzione dei lavori non fossero tollerabili, il palo dovrà essere rimosso e<br />

sostituito.<br />

3.5 PALI TIVELLATI DI FONDAZIONE<br />

3.5.1 PRESCRIZIONI DI CARATTERE GENERALE<br />

Le tecniche di perforazione devono essere le più adatte in relazione alla natura del terreno attraversato; in<br />

particolare:<br />

– la perforazione a secco senza rivestimento è ammessa solo in terreni uniformemente argillosi, dove può<br />

essere eseguita senza alcun ingresso di acqua nel foro;<br />

– la perforazione a fango non è consigliabile in terreni molto aperti senza frazioni medio-fini;<br />

Durante la perforazione occorre tenere conto dell’ esigenza di non peggiorare le carattereistiche meccaniche<br />

del terreno circostante il palo; dovranno quindi essere minimizzati:<br />

– il rammollimento degli strati coesivi;<br />

– la diminuzione di densità relativa degli strati incoerenti;<br />

– la riduzione dell’ aderenza palo-terreno causata da un improprio impiego di fanghi.<br />

La scelta delle attrezzature di perforazione ed i principali dettagli esecutivi dovranno essere messi a punto<br />

mediante l’ esecuzione di perforazioni di prova, dietro richiesta della Direzione dei Lavori, prima della<br />

costruzione dei pali di progetto.<br />

3.5.2 TOLLERANZE GEOMETRICHE<br />

La posizione planimetrica dei pali non dovrà discostarsi da quella di progetto più del 5% del diametro<br />

nominale del palo salvo diversa indicazione della Direzione Lavori. La verticalità dovrà essere assicurata con<br />

tolleranza del 2%.<br />

Le tolleranze sul diametro nominale D, verificate in base ai volumi di calcestruzzo assorbito sono le seguenti:<br />

– per ciascun palo, in base all’ assorbimento complessivo, si ammette uno scostamento dal diametro<br />

nominale compreso tra -0.01 x D e 0.1 x D.<br />

– per ciascuna sezione dei pali sottoposti a misure di assorbimento dose per dose, si ammette uno<br />

scostamento dal diametro nominale compreso tra -0.01 x D e 0.1 x D.<br />

L’ impresa è tenuta ad eseguire a suo esclusivo onere e spese tutti i controlli e tutte le opere sostitutive e/o<br />

complementari che, a giudizio della Direzione Lavori, si rendessero necessarie per ovviare all’ esecuzione di<br />

pali in posizione e/o con dimensioni non conformi alle tolleranze qui stabilite, compresi pali aggiuntivi e opere<br />

di collegamento.<br />

3.5.3 PREPARAZIONE DEL PIANO DI LAVORO, TRACCIAMENTO<br />

L’ Impresa avrà cura di accertare che l’ area di lavoro non sia attraversata da tubazioni, cavi elettrici o<br />

manufatti sotterranei che, se incontrati dalla perforazione, possano recare danno alle maestranze di cantiere<br />

o a terzi. Analoga attenzione dovrà essere prestata a possibili inquinamenti di superficie o della falda da<br />

parte di una incontrollata discarica dei detriti e/o dei fanghi bentonitici.<br />

Se considerato necessario dalla Direzione dei lavori, in corrispondenza di ciascun palo sarà posto in opera<br />

un avampozzo provvisorio di lamiera d’ acciaio con funzioni di guida dell’ utensile, di riferimento per la<br />

posizione plano-altimetrica della sommità del palo e di difesa dall’ erosione del terreno ad opera del liquido<br />

eventualmente presente nel foro. Prima di iniziare la perforazione, a cura e spese dell’ Impresa, si dovrà<br />

indicare sul terreno la posizione dei pali mediante appositi picchetti sistemati in corrispondenza dell’ asse di<br />

ciascun palo.<br />

Su ciascun picchetto dovrà essere riportato il numero progressivo del palo quale risulta dalla pianta della<br />

palificata. Tale pianta, redatta e presentata alla Direzione dei Lavori dall’ Impresa, dovrà indicare la posizione<br />

di tutti i pali, ivi compresi quelli di prova.<br />

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3.5.4 PERFORAZIONE<br />

3.5.4.a Attrezzature<br />

La potenza e la capacità operativa delle attrezzature dovranno in ogni caso essere adeguate alla consistenza<br />

del terreno da attraversare ed alle dimensioni dei pali da eseguire nei tempi previsti. Marcature disposte ad<br />

intervalli regolari sugli organi di manovra degli utensili di scavo dovranno consentire il rapido apprezzamento<br />

della profondità alla quale gli utensili stanno operando. La verticalità delle aste di guida rigide dovrà essere<br />

controllata da un indicatore a pendolo disposto sulle stesse.<br />

3.5.4.b Perforazione a secco senza rivestimento<br />

E’ ammessa esclusivamente nei terreni coesivi di media o elevata consistenza esenti da intercalazioni<br />

incoerenti e non interessati da falde che possano causare ingresso di acqua nel foro. Si possono utilizzare<br />

attrezzi ad elica in due versioni:<br />

– elica continua cilindrica, gradualmente infissa nel terreno con moto rotatorio, fino alla profondità della<br />

base del palo. I detriti vengono in parte portati a giorno dalla rotazione dell’ elica ed in parte vi aderiscono<br />

e sono estratti insieme all’ elica stessa alla fine della perforazione.<br />

– elica a poche spire, a profilo conico, infissa nel terreno tramite un’ asta rigida che le imprime poche<br />

rotazioni e quindi la riporta in superficie per scaricare i detriti accumulatisi sulle spire.<br />

–<br />

3.5.4.c Perforazione con impiego di tubazione di rivestimento provvisoria<br />

La tubazione sarà costituita da tubi di acciaio, di diametro esterno pari al diametro nominale del palo,<br />

suddivisi in spezzoni lunghi 2-2.50 m, connessi fra di loro mediante manicotti esterni filettati o innesti speciali<br />

a baionetta, con risalti interni raccordati di spessore non superiore al 2% del diametro nominale.<br />

L’ infissione della tubazione di rivestimento sarà ottenuta imprimendole un movimento rototraslatorio<br />

mediante una morsa azionata da comandi oleodinamici, oppure applicandole in sommità un vibratore di<br />

adeguata potenza. In questo secondo caso la tubazione potrà essere suddivisa in spezzoni più lunghi di 2.50<br />

m o anche essere costituita da un unico pezzo di lunghezza pari alla profondità del palo.<br />

L’ infissione con vibratore sarà adottata in terreni poco o mediamente addensati, privi di elementi grossolani e<br />

prevalentemente non coesivi. E’ ammessa la giunzione per saldatura degli spezzoni purché non risultino<br />

varchi nel tubo che possano dar luogo all’ ingresso del terreno.<br />

La perforazione all’ interno dei tubi di rivestimento potrà essere eseguita mediante:<br />

– benna automatica con comando a fune o azionata oleodinamicamente,<br />

– secchione manovrato da un’ asta rigida o telescopica.<br />

Entrambi i casi consentiranno la disgregazione del terreno e la estrazione dei detriti dal foro.<br />

In terreni sabbiosi si potrà fare ricorso ad utensili disgregatori rotanti, con risalita dei detriti per trascinamento<br />

ad opera di una corrente ascendente d’ acqua.<br />

Nel caso di presenza di falda, il foro dovrà essere costantemente tenuto pieno d’ acqua (o eventualmente di<br />

fango bentonitico) con un livello non inferiore a quello della piezometrica della falda.<br />

In generale, la perforazionenon dovrà essere approfondita al di sotto della scarpa del tubo di rivestimento.<br />

3.5.4.d Perforazione con l’ ausilio di fanghi bentonitici<br />

La perforazione sarà eseguita mediante secchione azionato da asta rigida o telescopica oppure mediante<br />

benna dotata di virola superiore di centramento e guida. In entrambi i casi il corpo dell’ utensile dovrà lasciare<br />

uno spazio anulare tra esso e la parete del foro di ampiezza sufficiente ad evitare effetti ”pistone” allorchè l’<br />

utensile viene sollevato.<br />

Gli utensili di perforazione dovranno avere conformazione tale da non lasciare sul fondo del foro detriti<br />

smossi o zone di terreno rimaneggiato.<br />

Il secchine dovrà essere provvisto delle aperture per la fuoriuscita del fango all’ atto della estrazione. Il livello<br />

del fango nel foro dovrà essere in ogni caso più alto della massima quota piezometrica delle falde presenti<br />

nel terreno lungo la perforazione.<br />

Il franco dovrà risultare di norma non inferiore ad 1 m e non dovrà scendere al di sotto di 0.60 m all’ atto della<br />

estrazione dell’ utensile dal foro.<br />

La distanza minima fra due perforazioni attigue, in corso, appena ultimate, o in corso di getto dovrà essere<br />

tale da impedire fenomeni di interazione e comunque non inferiore a 5 diametri. Il materiale portato in<br />

superficie dovrà essere sistematicamente portato a discarica. Qualora in fase di completamento della<br />

perforazione fosse accertata l’ impossibilità di eseguire rapidamente il getto, sarà necessario interrompere la<br />

perforazione alcuni metri prima e completarla solo nell’ imminenza del getto.<br />

3.5.4.e Attraversamento di trovanti e/o formazioni rocciose<br />

Nel caso di presenza nel terreno di trovanti lapidei di strati rocciosi cementati e per conseguire un adeguato<br />

49


immorsamento in sustrati di roccia dura si potrà ricorrere all’ impiego di scalpelli frangiroccia azionati a<br />

percussione, di peso e forma adeguati alla natura dell’ ostacolo. L’ uso dello scalpello dovrà essere<br />

frequentemente alternato a quello della benna o del secchione, che hanno il compito di estrarre dal foro i<br />

detriti man mano prodotti dallo scalpello.<br />

Alla sommità dello scalpello dovrà essere disposto un anello di forma appropriata per la guida dell’ utensile.<br />

Salvo deroghe della Direzione dei lavori, l’ impiego dello scalpello comporterà l’ adozione di un rivestimento<br />

provvisorio, spinto sino al tetto della formazione lapidea, allo scopo di evitare urti e rimbalzi laterali dello<br />

scalpello contro le pareti del foro.<br />

Gli oneri relativi all’ impiego dello scalpello, in presenza di trovanti o di strati rocciosi o cementati di qualsiasi<br />

spessore sono compresi nei prezzi d’ elenco.<br />

3.5.4.f Controlli<br />

La Direzione dei Lavori controllerà, in fase di esecuzione del preforo, la rispondenza delle startigrafie di<br />

progetto con quelle effettive.<br />

In presenza di eventuali discordanze, o nel caso che alla base del palo si rinvenga un terreno molto più<br />

compressibile e/o molto meno resistente del previsto, o comunque altre anomalie, la Direzione Lavori<br />

procederà al riesame delle condizioni progettuali ed adotterà gli opportuni provvedimenti.<br />

Alla fine della perforazione si misurerà in contraddittorio con la Direzione dei lavori, rispetto alla quota del<br />

sottoplinto, la profondità del preforo con uno scandaglio; l’ operazione verrà effettuata anche all’ inizio ed al<br />

termine di eventuali interruzioni prolungate della lavorazione in corrispondenza dei turni di riposo o per altri<br />

motivi.<br />

3.5.5 ARMATURE METALLICHE<br />

Le armature dovranno soddisfare le prescizioni di cui all’ articolo ad esse dedicato, essere conformi al<br />

progetto ed essere approvate dalla Direzione dei lavori.<br />

Le armature verticali saranno costituite da barre ad aderenza migliorata, quelle trasversali da una spirale<br />

esterna alle barre verticali. Le armature verranno assemblate fuori opera in “gabbie”; i collegamenti saranno<br />

ottenuti con doppia legatura in filo di ferro oppure mediante punti di saldatura elettrica. Le gabbie di armatura<br />

saranno dotate di opportuni distanziatori atti a garantire la centratura dell’ armatura ed un copriferro netto<br />

minimo rispetto alla parete di scavo di 6 cm.<br />

Le gabbie di armatura dovranno essere perfettamente pulite ed esenti da ruggine, messe in oepra prima dell’<br />

inizio del getto e mantenute in posto sostenendole dall’ alto, evitando in ogni caso di appoggiarle sul<br />

calcestruzzo già in opera o sul fondo del foro.<br />

3.5.6 FORMAZIONE DEL FUSTO DEL PALO<br />

3.5.6.a Preparazione e trasporto del calcestruzzo<br />

Il calcestruzzo dovrà avere la resistenza caratteristica prevista in progetto. Il rapporto acqua-cemento non<br />

dovrà superare 0.5, comprendendo l’ umidità degli inerti nel peso dell’ acqua. La lavorabilità dovrà esser tale<br />

da dare uno “slump” al cono di Abrams compreso tra 16 e 18 cm. Per ottemperare congiuntamente questi<br />

requisiti potrà essere aggiunto all’ impasto un opportuno additivo fluidificante non areante.<br />

E’ ammesso altresì l’ uso di ritardanti di presa o di fluidificanti con effetto ritardante. I prodotti commerciali<br />

che l’ Impresa intende utilizzare dovranno essere sottoposti all’ esame ed alla approvazione preventiva della<br />

Direzione dei lavori. I mezzi di trasporto dovranno essere tali da evitare la segregazione dei componenti.Il<br />

calcestruzzo dovrà esser confezionato e trasportato ad un ritmo tale da consentire il getto di ciascun palo<br />

senza soluzione di continuità nel più breve tempo possibile.<br />

3.5.6.b Posa in opera del calcestruzzo<br />

Il getto del calcestruzzo avverrà impiegando il tubo di convogliamento. Esso sarà costituito da sezioni non più<br />

lunghe di 2.50 m di un tubo in acciaio avente diametro interno 20-25 cm.<br />

L’interno del tubo sarà pulito, privo di irregolarità e strozzature. Le giunzioni tra sezione e sezione saranno del<br />

tipo filettato, senza manicotto (filettatura in spessore) o con manicotti esterni che comportino un aumento del<br />

diametro non superiore a 2.0 cm. Sono escluse le giunzioni a flangia. Il tubo sarà provvisto, all’estremità<br />

superiore, di una tramoggia di carico avente una capacità di 0.4÷0.6 m³ e mantenuto sospeso da un mezzo di<br />

sollevamento.<br />

Prima di istallare il tubo getto, sarà eseguita una ulteriore misura del fondo foro. Per pali trivellati in presenza<br />

di acqua di falda o nel caso in cui si impieghi fango bentonitico il tubo di convogliamento sarà posto in opera<br />

arrestando il suo piede a 30-60 cm dal fondo della perforazione; prima di iniziare il getto si disporrà entro il<br />

tubo, in prossimità del suo raccordo con la tramoggia, un tappo formato da una palla di malta plastica oppure<br />

da uno strato di 30 cm di spessore di verniculite granulare o palline di polistirolo galleggianti sul liquido,<br />

oppure ancora da un pallone di plastica.<br />

50


All’inizio del getto si dovrà disporre di un volume di calcestruzzo pari a quello del tubo di getto e di almeno 3 o<br />

4 m di palo.<br />

Il tubo di convogliamento sarà accorciato per tratti successivi nel corso del getto, sempre osservando una<br />

immersione minima nel calcestruzzo di 2.5 m e massima di 6 m.<br />

Per pali trivellati a secco non occorre alcun tappo alla sommità del tubo di getto.<br />

Viene inoltre precisata la necessità assoluta che la scapitozzatura delle teste dei pali sia eseguita sino alla<br />

completa eliminazione di tutti i tratti in cui le caratteristiche del palo non rispondano a quelle previste. In tal<br />

caso è onere dell’Impresa procedere al ripristino del palo sino alla quota di sottoplinto.<br />

3.5.6.c Controlli<br />

L’Impresa, a sua cura e spese, dovrà provvedere alla esecuzione di:<br />

- una analisi granulometrica ogni 500 mc di inerte impiegato;<br />

- una serie di prove di carico a rottura su cubetti di calcestruzzo prelevati in numero e modalità conformi a<br />

quanto prescritto nel presente capitolato ed a quando richiesto dalla Direzione Lavori;<br />

- una prova con il cono Abrams per ogni betoniera o 10 mc di calcestruzzo impiegato;<br />

- il rilievo della quantità di calcestruzzo impiegato per ogni palo, il rilievo dose per dose (dose =<br />

autobetoniera) dell’assorbimento di calcestruzzo e del livello raggiunto dallo stesso entro il foro in corso<br />

di getto, sarà fatto impiegando uno scandaglio a base piatta su almeno i primi dieci pali e sul 10% dei pali<br />

successivi. In base a questo rilievo potrà essere ricostruito l’andamento del diametro medio effettivo<br />

lungo il palo (profilo di getto).<br />

3.5.7 DOCUMENTAZIONE DEI LAVORI<br />

L’esecuzione di ogni singolo palo dovrà comportare la registrazione su apposita scheda, compilata<br />

dall’Impresa in contraddittorio con la Direzione Lavori, dei seguenti dati:<br />

- identificazione del palo;<br />

- data di inizio perforazione e di fine getto;<br />

- risultati dei controlli eseguiti sul fango eventualmente usato per la perforazione;<br />

- profondità effettiva raggiunta dalla perforazione;<br />

- profondità del fondo foro prima della posa del tubo getto;<br />

- “slumps” del calcestruzzo:<br />

- assorbimento totale effettivo del calcestruzzo e volume teorico del palo;<br />

- “profilo di getto” ove richiesto;<br />

- risultati delle prove di rottura a compressione semplice.<br />

Nella documentazione generale dovrà inoltre comparire:<br />

- una scheda con le caratteristiche delle polveri bentonitiche e relativi additivi eventualmente usati;<br />

- una scheda con le caratteristiche dei componenti del calcestruzzo, compresi i risultati delle analisi<br />

granulometriche degli inerti come da descrizioni del presente capitolato.<br />

3.5.8 PROVA DI CONTROLLO DELLA CONSISTENZA DEL CALCESTRUZZO (SLUMP – TEST)<br />

L’apparecchiatura che dovrà essere a disposizione in cantiere per la misura della consistenza del<br />

calcestruzzo è costiuita dal cono di Abrams e da un pestello di ferro. Il cono di Abrams è un fusto troncoconico<br />

in lamiera, alto 30.48 cm. Le cui aperture di base hanno un diametro rispettivamente di 10.15 cm e<br />

20.52 cm. Esso è inoltre provvisto di due maniglie e di due alette poste sulla base maggiore, di lunghezza<br />

pari a 7.62 cm.<br />

Il pestello metallico ha un diametro di 16 mm, una lunghezza di 61 cm rastremato all’estremità inferiore per il<br />

tratto di 2.5 cm circa in modo da avere una testa sferica con raggio di circa 6 mm.<br />

La determinazione della prova seguirà le seguenti fasi:<br />

- si pone a terra su superficie dura, liscia, ben livellata e pulita, il cono di lamiera;<br />

- lo si riempie, in successione, con tre strati di calcestruzzo; ogni strato verrà costipato con 25 colpi del<br />

pestello;<br />

- dopo l’ultimo colpo di pestello (per il terzo strato), il calcestruzzo verrà rastremato, livellato e lisciato alla<br />

cima del cono;<br />

- con ogni cura, si sfilerà il cono di lamiera dal calcestruzzo;<br />

- si porrà il cono di lamiera a fianco del calcestruzzo e aiutandosi con un regolo metallico ed un metro, si<br />

determinerà l’abbassamento in centimetri<br />

3.5.9 PROVE DI CONTROLLO SUI PALI DI PROGETTO<br />

3.5.9.a Prove di carico<br />

Il numero dei pali da sottoporre alla prova di carico deve essere stabilito in base all’importanza dell’opera ed<br />

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al grado di omogeneità del sottosuolo; tale numero deve essere pari ad almeno il 2% del totale del numero<br />

dei pali, con un minimo di due. La scelta dei pali di prova sarà affidata alla Direzione Lavori e comunque<br />

dovrà tener presente la necessità di interessare le diverse situazioni del sottosuolo evitandone la<br />

concentrazione.<br />

Il carico di prova sarà in genere pari a 1.5 volte il carico di esercizio; tale rapporto potrà essere incrementato,<br />

a insindacabile giudizio della Direzione Lavori, sino a 2.5; al momento della prova di calcestruzzo del palo<br />

dovrà avere almeno 28 giorni di stagionatura. Le modalità di applicazione e così pure la successione dei cicli<br />

di carico e di scarico saranno prescritti dalla Direzione Lavori anche in funzione della natura dei terreni di<br />

fondazione.<br />

Il carico sarà applicato mediante un martinetto, che trova contrasto mediante un’adeguata zavorra o pali di<br />

reazione il cui manometro (o cella di carico) dovrà essere corredato da un certificato di taratura di data non<br />

anteriore ad un mese. Le misure dei cedimenti dovranno essere rilevate mediante tre micrometri centesimali<br />

disposti a 120° attorno al palo, interposti tra la testa del palo ed una struttura portamicrometri solidale al<br />

terreno in punti sufficientemente distanti dal palo di prova e dal sistema di contrasto, così da evitare l’<br />

influenza delle operazioni di carico e scarico.<br />

Ii tale struttura devono distare non meno di 3.0 m e non meno di 3 diametri dal palo di prova, ed infine non<br />

meno di 2.0 m dall’ impronta della zavorra o da eventuali pali di reazione. La struttura portamicrometri dovrà<br />

essere protetta da vibrazioni ed urti accidentali e schermata dai raggi solari per minimizzare le deformazioni<br />

di natura termica. Di ciascuna prova dovrà essere redatto apposito verbale, controfirmato dalle parti, nel<br />

quale saranno riportati tra l’ altro: data e ora di ogni variazione di carico, entità del carico, le letture ai<br />

micrometri ed il diagramma carichi-cedimenti. Al verbale saranno allegati i certificati di taratura del<br />

manometro (o cella di carico).<br />

3.5.9.b 16.9.2. Controlli non distruttivi<br />

Scopo dei controlli non distruttivi è quello di verificare le caratteristiche geometriche e meccaniche dei pali,<br />

non compromettendone l’ integrità strutturale. A taklke scopo potrà essere richiesta l’ esecuzione di :<br />

- prove geofisiche,<br />

- carotaggio continuo meccanico,<br />

- scavo attorno al fusto del palo.<br />

-<br />

3.5.9.c Prove geofisiche<br />

Possone essere eseguite mediante l’ emissione di impulsi direttamente alla testa del palo o lungo il fusto<br />

entro fori precedentemente predisposti. Il primo tipo di controllo potrà essere eseguito per qualsiasi tipo di<br />

palo; il secondo sarà applicato ai soli pali trivellati di grande diametro (D>700 mm).<br />

Il numero dei controlli sarà di volta in volta stabilito dalla Direzione dei Lavori anche in relazione all’<br />

importanza dell’ opera, al tipo di palo, alle caratteristiche geotecniche ed idrogeologiche dei terreni di<br />

fondazione ed alle anomalie riscontrate durante l’ esecuzione dei pali.<br />

I pali da sottoporre a controllo mediante prove geofisiche saranno prescelti dalla Direzione dei Lavori.<br />

Sui pali prescelti per le prove lungo il fusto dovrà essere predisposta, prima delle operazioni di getto, l’<br />

installazione di tubi estesi a tutta la lunghezza del palo, entro cui possano scorrere le sondine di emissione e<br />

ricezione degli impulsi.<br />

Le prove dovranno essere eseguite alternando entro i fori le posizioni delle sonde trasmittente e ricevente.<br />

3.5.9.d Carotaggio continuo meccanico<br />

Il carotaggio dovrà essere eseguito con utensili ed attrezzature tali da garantire la verticalità del foro e<br />

consentire il prelievo continuo allo stato indisturbato del conglomerato e, se richiesto, del sedime d’ imposta.<br />

Allo scopo saranno impiegati doppi carotieri provvisti di corona diamantata aventi diametro interno minimo<br />

pari a 60 mm.<br />

Nel corso della perforazione dovranno essere rilevate le caratteristiche macroscopiche del conglomerato e le<br />

discontinuità eventualmente presenti, indicando in dettaglio la posizione ed il tipo delle fratture, le percentuali<br />

di carotaggio e le quote raggiunte con ogni singola manovra di avanzamento.<br />

Su alcun i spezzoni di carota saranno eseguite prove di laboratorio atte a definire le caratteristiche fisicomeccaniche<br />

e chimiche.<br />

Al termine del carotaggio si provvederà a riempire il foro mediante boiacca di cemento immessa dal fondo<br />

foro. Il carotaggio si eseguirà a cura e spese dell’ Impresa in corrispondenza di quei pali ove si fossero<br />

manifestate inosservanze rispetto alle norme tecniche d’ appalto ed alle disposizioni della Direzione dei<br />

Lavori.<br />

3.5.9.e Scavi attorno al fusto del palo<br />

Verranno richiesti ogni qualvolta si nutrano dubbi sulla verticalità e regolarità della sezione nell’ ambito dei<br />

primi 4-5 m di palo. Il fusto del palo dovrà essere messo a nudo e pulito con un violento getto d’ acqua e reso<br />

52


visibile all’ ispezione visiva. Successivamente si provvederà a riempire lo scavo con materiali e modalità di<br />

costipamento tali da garantire il ripristino della situazione primitiva.Tali operazioni saranno eseguite, a cura e<br />

spese dell’ Impresa, in corrispondenza di quei pali ove si fossero manifestate inosservanze rispetto alle<br />

presenti norme tecniche ed alle disposizioni della Direzione dei Lavori.<br />

3.6 MICROPALI DI FONDAZIONE<br />

3.6.1 GENERALITA’<br />

Vengono definiti micropali di fondazione i pali trivellati aventi diametro di perforazione non superiore a 250<br />

mm con fusto costituito da malta di cemento gettata in opera e da idonea armatura in acciaio.<br />

Per la formazione del fusto sono ammesse le seguenti modalità di esecuzione:<br />

- riempimento a gravità,<br />

- riempimento a bassa pressione,<br />

- iniezioni ripetute ad alta pressione.<br />

La scelta della modalità di formazione del fusto dovrà avvenire nel pieno rispetto delle specifiche contenute<br />

negli elaborati grafici del progetto esecutivo delle strutture.<br />

3.6.2 TOLLERANZE GEOMETRICHE<br />

Le tolleranze ammesse sono le seguenti:<br />

- la posizione planimetrica non dovrà discostarsi da quella di progetto per più di 5 cm, salvo diverse<br />

indicazioni della Direzione dei Lavori;<br />

- la deviazione dell' asse del micropalo rispetto all' asse di progetto non dovra’ essere maggiore del 2%;<br />

- la sezione dell' armatura metallica non dovrà risultare inferiore a quella di progetto;<br />

- il diametro dell' utensile di perforazione non dovrà risultare inferiore al diametro della perforazione<br />

prevista in sede di progetto.<br />

Ogni micropalo che risultasse non conforme alle tolleranze qui stabilite dovrà essere sostituito con altro<br />

eseguito correttamente, a cura e spese dell' Appaltatore.<br />

3.6.3 PREPARAZIONE DEL PIANO DI LAVORO, TRACCIAMENTO<br />

L' Appaltatore avrà cura di accertare che l' area di lavoro non sia attraversata da tubazioni, cavi elettrici e/o<br />

telefonici o manufatti sotterranei di qualsiasi natura che, se incontrati durante la perforazione, possano,<br />

essere danneggiati e/o arrecare danno alle maestranze e/o a terzi.<br />

Prima dell' inizio delle perforazioni, si dovrà, a cura e spese dell' Appaltatore, individuare sul terreno la<br />

posizione dei micropali mediante appositi picchetti collocati in corrispondenza dell' asse di ciascun micropalo.<br />

Su ciascun picchetto dovrà essere riportato il numero progressivo del micropalo quale risulta dalla pianta<br />

della palificata.<br />

Tale pianta, redatta e presentata alla Direzione Lavori dall' Appaltatore, dovrà indicare la posizione<br />

planimetrica di tutti i micropali, inclusi gli eventuali micropali di prova, contrassegnati con numero<br />

progressivo.<br />

3.6.4 PERFORAZIONE<br />

La perforazione deve essere condotta con modalità ed utensili tali da consentire la regolarità delle successive<br />

operazioni di getto; in particolare dovrà essere minimizzato il disturbo del terreno nell' intorno del foro; in<br />

particolare dovrà essere evitata la dispersione di acqua all' interno dei terreni interessati dalla perforazione.<br />

La perforazione dovrà essere eseguita con l’ inclinazione indicata negli elaborati grafici di progetto delle<br />

strutture; tale inclinazione potrà eventualmente subire modeste variazioni a seguito di prescrizioni della<br />

Direzione dei lavori.<br />

Al termine della perforazione, il foro dovrà essere accuratamente sgombrato dai detriti.<br />

L' ordine di esecuzione dei pali nell' ambito di ciascun gruppo dovrà assicurare la non interferenza delle<br />

perforazioni con fori in corso di iniezione o in attesa di riempimento, ove occorra si dovrà provvedere allo<br />

spostamento della macchina perforatrice su gruppi contigui prima di ultimare la perforazione dei micropali<br />

appartenenti al gruppo in lavorazione.<br />

L’ Appaltatore dovrà predisporre un programma relativo all’ esecuzione dei micropali; tale programma dovrà<br />

essere sottoposto alla preventiva approvazione della D.L.<br />

3.6.5 CONFEZIONE E POSA DELLE ARMATURE<br />

Le armature metalliche dovranno corrispondere ai requisiti indicati negli elaborati grafici del progetto<br />

53


esecutivo delle strutture ed alle prescrizioni contenute nel presente capitolato speciale d' appalto per le opere<br />

strutturali; in ogni caso, le armature saranno estese a tutta la lunghezza dei micropali.<br />

Verranno impiegati tubi d' acciaio senza saldatura longitudinale; le giunzioni tra i diversi spezzoni di tubo<br />

potranno essere ottenute mediante manicotti filettati o saldati.<br />

Nel caso in cui i tubi di armatura siano dotati di valvole per l' iniezione, essi dovranno essere accuratamente<br />

scovolati internamente dopo l' esecuzione dei fori di uscita della malta allo scopo di asportare le sbavature<br />

lasciate dal trapano.<br />

Le valvole saranno costituite da manicotti di gomma di spessore minimo pari a 3.5 mm, aderenti al tubo e<br />

mantenuti in posizione mediante anelli in fili di acciaio saldati al tubo in corrispondenza dei bordi dei<br />

manicotti.<br />

La valvola più bassa sarà posta immediatamente al di sopra del fondello che occlude la base del tubo.Le<br />

armature tubolari dovranno essere dotate di distanziatori non metallici per assicurare un copriferroi minimo<br />

pari a 15 mm; tali distanziatori saranno posizionati, di preferenza, sui manicotti di giunzione.<br />

3.6.6 FORMAZIONE DEL FUSTO DEL MICROPALO<br />

La formazione del fusto dovrà iniziare in una fase immediatamente successiva alla perforazione di ciascun<br />

palo. In caso contrario, la perforatrice resterà in posizione fino alle successiva ripresa del lavoro e provvederà<br />

quindi alla pulizia del preforo immediatamente prima dell' inizio delle operazioni di posa delle armature<br />

tubolari e di getto della malta.<br />

In ogni caso, non dovrà trascorrere più di un' ora tra il termine della perforazione ed il getto della malta.<br />

3.6.7 RIEMPIMENTO A GRAVITA’<br />

Il riempimento a gravità del preforo, dopo la posa delle armature, dovrà avvenire tramite un tubo di<br />

alimentazione calato fino a 10-15 cm dal fondo e dotato superiormente di un imbuto o tramoggia di carico. Il<br />

riempimento verrà proseguito sino a che la malta immessa risalga in superficie priva di inclusioni; si dovrà<br />

attendere al fine di accertare la necessità o meno di rabbocchi si potrà quindi estrarre il tubo convogliatore<br />

quando il foro sarà perfettamente riempito.<br />

Eventuali rabbocchi da eseguire prima di raggiungere tale situazione vanno praticati esclusivamente tramite il<br />

tubo convogliatore.<br />

L' armatura tubolare potrà essere utilizzata come tubo convogliatore solo se il suo diametro interno non<br />

supera i 50 mm; in caso contrario si dovrà ricorre ad un tubo convogliatore separato, dotato di otturatore<br />

posizionato alla base del tubo di armatura del palo.<br />

3.6.8 RIEMPIMENTO A BASSA PRESSIONE<br />

Il foro dovrà essere interamente rivestito; la posa della malta avverrà, in un primo momento, entro il<br />

rivestimento provvisorio, tramite un tubo convogliatore, così come descritto al punto precedente.<br />

Successivamente si applicherà al rivestimento una idonea testa a tenuta alla quale si invierà aria in pressione<br />

(5-6 kg/cm2) mentre si solleverà gradualmente il rivestimento fino alla sua prima giunzione. Si smonterà<br />

allora la sezione superiore del rivestimento e si applicherà la testa di pressione alla parte rimasta nel terreno,<br />

previo rabboccamento dall' alto al fine di riportare a livello la malta. Si procederà analogamente per le sezioni<br />

successivefino a completare l' estrazione del rivestimento.<br />

3.6.9 INIEZIONI RIPETUTE AD ALTA PRESSIONE<br />

Le fasi della posa in opera saranno le seguenti:<br />

- riempimento della cavità anulare compresa tra il tubo a valvole e le pareti del preforo, ottenuta<br />

alimentando con apposito condotto di iniezione e otturatore semplice la valvola più bassa finchè la malta<br />

risale sino alla bocca del foro;<br />

- lavaggio con acqua all' interno del tubo;<br />

- avvenuta la presa della malta precedentemente posta in opera, si inietteranno, valvola per valvola, volumi<br />

di malta non eccedenti le sei volte il volume del preforo;<br />

- lavaggio con acqua all' interno del tubo;<br />

- avvenuta la presa della malta precedentemente iniettata, si ripeterà l' operazione in pressione<br />

limitatamente a quelle valvole per le quali: il volume iniettato non abbia raggiunto il valore predetto, le<br />

pressioni residue di iniezione misurate a bocca foro al raggiungimento del limite volumetrico non superino<br />

i 7 kg/cm 2 .<br />

Al termine dell' iniezioni si riempirà a gravità l' interno del tubo.<br />

3.6.10 CARATTERISTICHE DELLE MALTE DA IMPIEGARE PER LA FORMAZIONE DI MICROPALI<br />

Le malte dovranno essere caratterizzate da:<br />

54


- rapporto acqua/cemento < 0.5,<br />

- resistenza caratteristice cubica ≥ 300 kg/cm 2 ,<br />

Per garantire la resistenza richiesta e la necessaria lavorabilità e stabilità dell' impasto, dovrà essere adottato<br />

il dosaggio minimo di 600 kg di cemento per m 3 di impasto.<br />

Per una corretta posa in opera si potranno anche aggiungere all' impasto additivi fluidificanti.<br />

3.6.11 CONTROLLI E MISURE<br />

La profondità delle perforazioni, da valutare rispetto alla quota del sottoplinto, verrà misurata come segue:<br />

- in base alla lunghezza delle aste di perforazione immerse nel foro al termine della perforazione<br />

medesima, con l' utensile appoggiato sul fondo;<br />

- in base alla lunghezza dell' armatura.<br />

Nel caso in cui la differenza delle due misure dovesse risultare maggiore di 0.10 m, si dovrà provedere alla<br />

pulizia del fondo del foro, asportandone i detriti accumulatisi, dopo avere estratto l' armatura.<br />

Nel corso dell' esecuzione si preleverà un campione di miscela per ogni micropalo; su tale campione si<br />

determinerà il peso specifico ed il bleeding.<br />

Il peso specifico dovrà risultare pari almeno al 90% di quello teorico; nelle prove di decantazione, l' acqua<br />

separata in 24 ore non dovrà superare il 3% in volume.<br />

Con il campione di miscela verranno altresì preparati cubetti di 7 o 10 cm di lato, da sottoporre a prove di<br />

schiacciamento per compressione, nella misura di almeno una prova per ogni micropalo.<br />

Le modalità di prova dovranno essere conformi alle normative ed alle preventive richieste della Direzione dei<br />

Lavori.<br />

3.6.12 DOCUMENTAZIONE DEI LAVORI<br />

L' esecuzione di ogni singolo micropalo sarà documentata mediante la compilazione, da parte dell'<br />

Appaltatore ed in contraddittorio con la Direzione dei Lavori, di una apposita scheda sulla quale si<br />

registreranno i dati seguenti:<br />

- identificazione del micropalo,<br />

- data di inizio della perforazione e termine del (o iniezione),<br />

- profondità effettiva raggiunta dalla perforazione,<br />

- assorbimento totale effettivo di miscela di iniezione,<br />

- per i micropali formati mediante iniezioni ripetute ad alta pressione, le pressioni residue minime e le<br />

quantità complessive iniettate per ogni fase di iniezione ad alta pressione,<br />

- risultati delle misure di peso specifico, di decantazione e di resistenza caratteristica cubica a<br />

compressione.<br />

3.6.13 PORTATA DEI MICROPALI<br />

I micropali dovranno garantire la portata in esercizio indicata negli elaborati del progetto esecutivo delle<br />

strutture. La portata dovrà essere verificata mediante le prove di carico da eseguire nel numero e con le<br />

modalità stabilite dalle normative, dalle specifiche del progetto esecutivo delle strutture e da quelle della<br />

Direzione dei Lavori.<br />

In accordo con quanto stabilito dal DM 14/01/2008 punto 6.4.3.6 devono essere eseguite prove d’integrità dei<br />

pali secondo le modalità stabilite dalla norma e secondo le indicazioni fornite dalla Direzione dei Lavori.<br />

In accordo con quanto stabilito dal DM 14/01/2008, punto 6.4.3.7.2 dovranno essere eseguite prove di<br />

verifica in corso d’opera. Le prove di carico sono quantificate secondo quanto definito dal suddetto punto<br />

6.4.3.7.2 (“ 2 prove se il numero di pali è compreso tra 21 e 50”)<br />

L’onere accessorio di tali prove è a carico dell’ Impresa Appaltatrice ed è da considerarsi a tutti gli effetti<br />

incluso nell’ offerta economica, in quanto compreso nelle voci dei prezzi unitari e dunque negli oneri<br />

dell’Impresa per l’esecuzione delle opere a regola d’arte, come riportato nei capitolati e negli elenchi prezzi.<br />

3.7 ALTRI TIPI DI PALI COSTRUITI IN OPERA<br />

3.7.1 Pali speciali di conglomerato cementizio costruiti in opera (tipo Simplex, ranki, ecc.).<br />

La preparazione dei fori destinati ad accogliere gli impasti dovrà essere effettuata senza alcuna asportazione<br />

di terreno mediante l'infissione delle tubo-forma, secondo le migliori norme tecniche d'uso della fattispecie,<br />

preventivamente approvata dalla Direzione dei lavori.<br />

Per tolleranza degli spostamenti rispetto alla posizione teorica dei pali e per tutte le modalità di infissione del<br />

tubo-forma e relativi rilevamenti, valgono le norme descritte precedentemente per i pali prefabbricati in<br />

calcestruzzo armato centrifugato.<br />

Ultimata l'infissione del tubo-forma si procederà anzitutto alla formazione del bulbo di base in conglomerato<br />

55


cementizio mediante energico costipamento dell'impasto e successivamente alla confezione del fusto,<br />

sempre con conglomerato cementizio energicamente costipato.<br />

Il costipamento del getto sarà effettuato con i procedimenti specifici per il tipo di palo adottato, procedimenti<br />

che, comunque, dovranno essere preventivamente concordati con la Direzione dei lavori.<br />

Il conglomerato cementizio impiegato sarà del tipo prescritto negli elaborati progettuali e dovrà risultare<br />

esente da porosità od altri difetti.<br />

Il cemento sarà pozzolanico o d'altoforno.<br />

L'introduzione del conglomerato nel tubo-forma dovrà avvenire in modo tale da ottenere un getto omogeneo<br />

e compatto, senza discontinuità o segregazione; l'estrazione del tubo-forma, dovrà essere effettuata<br />

gradualmente, seguendo man mano la immissione ed il costipamento del conglomerato cementizio ed<br />

adottando comunque tutti gli accorgimenti necessari per evitare che si creino distacchi, discontinuità od<br />

inclusioni di materiali estranei del corpo del palo.<br />

Durante il getto dovrà essere tassativamente evitata l'introduzione di acqua all'interno del tubo, e si farà<br />

attenzione che il conglomerato cementizio non venga trascinato durante l'estrazione del tubo-forma; si avrà<br />

cura in particolare che l'estremità inferiore di detto tubo rimanga sempre almeno 100 cm sotto il livello<br />

raggiunto dal conglomerato.<br />

Dovranno essere adottati inoltre tutti gli accorgimenti atti ad evitare la separazione dei componenti del<br />

conglomerato cementizio ed il suo dilavamento da falde freatiche, correnti subacquee, ecc.<br />

Quest'ultimo risultato potrà essere ottenuto mediante arricchimento della dose di cemento, oppure con<br />

l'adozione di particolari additivi o con altri accorgimenti da definire di volta in volta con la Direzione dei lavori.<br />

Qualora i pali siano muniti di armatura metallica, i sistemi di getto e di costipamento dovranno essere, in ogni<br />

caso, tali da non danneggiare l'armatura né alterarne la posizione rispetto ai disegni di progetto.<br />

Le gabbie d'armatura dovranno essere verificate, prima della posa in opera, dalla Direzione dei lavori.<br />

Il copriferro sarà di almeno 5 cm.<br />

La profondità massima raggiunta da ogni palo sarà verificata prima del getto dalla Direzione dei lavori e<br />

riportata su apposito registro giornaliero.<br />

La Direzione dei lavori effettuerà inoltre gli opportuni riscontri sul volume del conglomerato cementizio<br />

impiegato, che dovrà sempre risultare superiore al volume calcolato sul diametro esterno del tubo-forma<br />

usato per l'esecuzione del palo.<br />

3.7.2 Pali jet grouting<br />

I pali tipo jet grouting, o colonne consolidate di terreno, saranno ottenuti mediante perforazione senza<br />

asportazione di materiale e successiva iniezione ad elevata pressione di miscele consolidanti di<br />

caratteristiche rispondenti ai requisiti di progetto ed approvata dalla Direzione dei lavori.<br />

Alla stessa Direzione dei lavori dovrà essere sottoposto, per l'approvazione l'intero procedimento costruttivo<br />

con particolare riguardo ai parametri da utilizzare per la realizzazione delle colonne, e cioè la densità e la<br />

pressione della miscela cementizia, la rotazione ed il tempo di risalita della batteria di aste, ed alle modalità di<br />

controllo dei parametri stessi.<br />

3.7.3 Prove di carico valevoli per ogni palificazione portante<br />

I pali saranno sottoposti a prove di carico statico od a prove di ribattitura in relazione alle condizioni ed alle<br />

caratteristiche del suolo e secondo la normativa stabilita dal DM 11 marzo 1988.<br />

3.7.4 Controlli non distruttivi valevoli per ogni palificazione portante<br />

Oltre alle prove di resistenza dei calcestruzzi e sugli acciai impiegati previsti dalle vigenti norme, la Direzione<br />

dei lavori potrà richiedere prove secondo il metodo dell'eco o carotaggi sonici in modo da individuare gli<br />

eventuali difetti e controllare la continuità.<br />

3.8 OPERE E STRUTTURE DI MURATURA<br />

3.8.1 Malte per murature<br />

L'acqua e la sabbia per la preparazione degli impasti devono possedere i requisiti e le caratteristiche tecniche<br />

riportate negli specifici articoli nella prima parte del capitolato.<br />

L'impiego di malte premiscelate e premiscelate pronte è consentito, purché ogni fornitura sia accompagnata<br />

da una dichiarazione del fornitore attestante il gruppo della malta, il tipo e la quantità dei leganti e degli<br />

eventuali additivi. Ove il tipo di malta non rientri tra quelli appresso indicati il fornitore dovrà certificare con<br />

prove ufficiali anche le caratteristiche di resistenza della malta stessa.<br />

Le modalità per la determinazione della resistenza a compressione delle malte sono riportate nel DM 13<br />

56


settembre 1993.<br />

I tipi di malta e le loro classi sono definiti in rapporto alla composizione in volume; malte di diverse proporzioni<br />

nella composizione confezionate anche con additivi, preventivamente sperimentate, possono essere ritenute<br />

equivalenti a quelle indicate qualora la loro resistenza media a compressione risulti non inferiore ai valori di<br />

cui al DM 14/01/2008.<br />

3.8.2 MURATURE IN GENERE: CRITERI GENERALI PER L’ESECUZIONE<br />

Nelle costruzioni delle murature in genere verrà curata la perfetta esecuzione degli spigoli, delle volte,<br />

piattabande, archi e verranno lasciati tutti i necessari incavi, sfondi, canne e fori per:<br />

– ricevere le chiavi e i capichiavi delle volte, gli ancoraggi delle catene e delle travi a doppio T; le testate<br />

delle travi (di legno, di ferro); le pietre da taglio e quanto altro non venga messo in opera durante la<br />

formazione delle murature;<br />

– il passaggio delle canalizzazioni verticali (tubi pluviali, dell'acqua potabile, canne di stufe e camini, scarico<br />

acqua usata, immondizie, ecc.);<br />

– per il passaggio delle condutture elettriche, di telefoni e di illuminazione;<br />

– le imposte delle volte e degli archi;<br />

– gli zoccoli, dispositivi di arresto di porte e finestre, zanche, soglie, ferriate, ringhiere, davanzali, ecc.<br />

Quanto detto, in modo che non vi sia mai bisogno di scalpellare le murature già eseguite.<br />

La costruzione delle murature deve iniziarsi e proseguire uniformemente, assicurando il perfetto<br />

collegamento sia con le murature esistenti, sia fra le parti di esse.<br />

I mattoni, prima del loro impiego, dovranno essere bagnati fino a saturazione per immersione prolungata in<br />

appositi bagnaroli e mai per aspersione.<br />

Essi dovranno mettersi in opera con i giunti alternati ed in corsi ben regolari e normali alla superficie esterna;<br />

saranno posati sopra un abbondante strato di malta e premuti sopra di esso in modo che la malta rifluisca<br />

all'ingiro e riempia tutte le commessure.<br />

La larghezza dei giunti non dovrà essere maggiore di otto né minore di 5 mm.<br />

I giunti non verranno rabboccati durante la costruzione per dare maggiore presa all'intonaco od alla<br />

stuccatura col ferro.<br />

Le malte da impiegarsi per l'esecuzione delle murature dovranno essere passate al setaccio per evitare che i<br />

giunti fra i mattoni riescano superiori al limite di tolleranza fissato.<br />

Le murature di rivestimento saranno fatte a corsi bene allineati e dovranno essere opportunamente collegate<br />

con la parte interna.<br />

Se la muratura dovesse eseguirsi con paramento a vista (cortina) si dovrà avere cura di scegliere per le<br />

facce esterne i mattoni di migliore cottura, meglio formati e di colore più uniforme, disponendoli con perfetta<br />

regolarità e ricorrenza nelle commessure orizzontali, alternando con precisione i giunti verticali.<br />

In questo genere di paramento i giunti non dovranno avere larghezza maggiore di 5 mm e, previa loro<br />

raschiatura e pulitura, dovranno essere profilati con malta idraulica o di cemento, diligentemente compressa<br />

e lisciata con apposito ferro, senza sbavatura.<br />

Le sordine, gli archi, le piattabande e le volte dovranno essere costruite in modo che i mattoni siano sempre<br />

disposti in direzione normale alla curva dell'intradosso e la larghezza dei giunti non dovrà mai eccedere i 5<br />

mm all'intradosso e 10 mm all'estradosso.<br />

All'innesto con muri da costruirsi in tempo successivo dovranno essere lasciate opportune ammorsature in<br />

relazione al materiale impiegato.<br />

I lavori di muratura, qualunque sia il sistema costruttivo adottato, debbono essere sospesi nei periodi di gelo,<br />

durante i quali la temperatura si mantenga, per molte ore, al disotto di zero gradi centigradi.<br />

Quando il gelo si verifichi solo per alcune ore della notte, le opere in muratura ordinaria possono essere<br />

eseguite nelle ore meno fredde del giorno, purché al distacco del lavoro vengano adottati opportuni<br />

provvedimenti per difendere le murature dal gelo notturno.<br />

Le impostature per le volte, gli archi, ecc. devono essere lasciate nelle murature sia con gli addentellati d'uso,<br />

sia col costruire l'origine delle volte e degli archi a sbalzo mediante le debite sagome, secondo quanto verrà<br />

prescritto.<br />

La Direzione dei lavori stessa potrà ordinare che sulle aperture di vani di porte e finestre siano collocati degli<br />

architravi (cemento armato, acciaio) delle dimensioni che saranno fissate in relazione alla luce dei vani, allo<br />

spessore del muro e al sovraccarico.<br />

Nel punto di passaggio fra le fondazioni entro terra e la parte fuori terra sarà eseguito un opportuno strato<br />

(impermeabile, drenante, ecc.) che impedisca la risalita per capillarità.<br />

3.8.3 Murature portanti: tipologie e caratteristiche tecniche<br />

Si dovrà fare riferimento alle norme tecniche contenute nel DM 14/01/2008., n. 103 e relativa circolare di<br />

istruzione.<br />

In particolare vanno tenute presenti le prescrizioni che seguono:<br />

57


a) Muratura costituita da elementi resistenti artificiali.<br />

La muratura è costituita da elementi resistenti aventi generalmente forma parallelepipeda, posti in opera<br />

in strati regolari di spessore costante e legati tra di loro tramite malta.<br />

Gli elementi resistenti possono essere di:<br />

– laterizio normale;<br />

– laterizio alleggerito in pasta;<br />

– calcestruzzo normale;<br />

– calcestruzzo alleggerito.<br />

Gli elementi resistenti artificiali possono essere dotati di fori in direzione normale al piano di posa<br />

(elementi a foratura verticale) oppure in direzione parallela (elementi a foratura orizzontale).<br />

b) Muratura costituita da elementi resistenti naturali.<br />

La muratura è costituita da elementi di pietra legati tra di loro tramite malta.<br />

Le pietre, da ricavarsi in genere per abbattimento di rocce, devono essere non friabili o sfaldabili, e<br />

resistenti al gelo, nel caso di murature esposte direttamente agli agenti atmosferici.<br />

Non devono contenere in misura sensibile sostanze solubili o residui organici.<br />

Le pietre devono presentarsi monde di cappellaccio e di parti alterate o facilmente removibili; devono<br />

possedere sufficiente resistenza sia allo stato asciutto che bagnato, e buona adesività alle malte.<br />

In particolare gli elementi devono possedere i requisiti minimi di resistenza determinabili secondo le<br />

modalità descritte nel DM 14/01/2008..<br />

L'impiego di elementi provenienti da murature esistenti è subordinato al soddisfacimento dei requisiti<br />

sopra elencati ed al ripristino della freschezza delle superfici a mezzo di pulitura e lavaggio delle superfici<br />

stesse.<br />

Le murature formate da elementi resistenti naturali si distinguono nei seguenti tipi:<br />

1) muratura di pietra non squadrata composta con pietrame di cava grossolanamente lavorato, posto in<br />

opera in strati pressoché regolari;<br />

2) muratura listata: costituita come la muratura in pietra non squadrata, ma intercalata da fasce di<br />

conglomerato semplice o armato oppure da ricorsi orizzontali costituiti da almeno due filari in laterizio pieno,<br />

posti ad interasse non superiore a 1,6 m ed estesi a tutta la lunghezza ed a tutto lo spessore del muro;<br />

3) muratura di pietra squadrata: composta con pietre di geometria pressoché parallelepipeda poste in<br />

opera in strati regolari.<br />

3.8.4 Muratura portante: particolari costruttivi<br />

L'edificio a uno o più piani a muratura portante deve essere concepito come una struttura tridimensionale<br />

costituita da singoli sistemi resistenti collegati tra di loro e con le fondazioni e disposti in modo da resistere<br />

alle azioni verticali ed orizzontali.<br />

A tal fine si deve considerare quanto segue:<br />

a) Collegamenti<br />

I tre sistemi di elementi piani sopraddetti devono essere opportunamente collegati tra loro.<br />

Tutti i muri saranno collegati al livello dei solai mediante cordoli e, tra di loro, mediante ammorsamenti<br />

lungo le intersezioni verticali.<br />

Inoltre essi saranno collegati da opportuni incatenamenti al livello dei solai. Nella direzione di tessitura<br />

dei solai la funzione di collegamento potrà essere espletata dai solai stessi purché adeguatamente ancorati<br />

alla muratura.<br />

Il collegamento tra la fondazione e la struttura in elevazione sarà di norma realizzato mediante cordolo di<br />

calcestruzzo armato disposto alla base di tutte le murature verticali resistenti, di spessore pari a quello della<br />

muratura di fondazione e di altezza non inferiore alla metà di detto spessore.<br />

b) Cordoli<br />

In corrispondenza dei solai di piano e di copertura i cordoli si realizzeranno generalmente in cemento<br />

armato, di larghezza pari ad almeno 2/3 della muratura sottostante, e comunque non inferiore a 12 cm, e di<br />

altezza almeno pari a quella del solaio e comunque non inferiore alla metà dello spessore del muro.<br />

Per i primi tre orizzontamenti, a partire dall'alto, l'armatura minima dei cordoli sarà di almeno 6 cm 2 con<br />

diametro non inferiore a 12 mm.<br />

In ogni piano sottostante gli ultimi tre, detta armatura minima sarà aumentata di 2 cm 2 a piano.<br />

La stessa armatura dovrà essere prevista nel cordolo di base interposto tra la fondazione e la struttura in<br />

elevazione.<br />

In ogni caso, le predette armature non dovranno risultare inferiori allo 0,6% dell'area del cordolo.<br />

Le staffe devono essere costituite da tondi di diametro non inferiore a 6 mm poste a distanza non<br />

superiore a 30 cm.<br />

Per edifici con più di 6 piani, entro e fuori terra, l'armatura dei cordoli sarà costituita da tondi con<br />

diametro non inferiore a 14 mm e staffe con diametro non inferiore a 8 mm.<br />

58


Negli incroci a L le barre dovranno ancorarsi nel cordolo ortogonale per almeno 40 diametri; lo squadro<br />

delle barre dovrà sempre abbracciare l'intero spessore del cordolo.<br />

c) Incatenamenti orizzontali interni<br />

Gli incatenamenti orizzontali interni, aventi lo scopo di collegare i muri paralleli della scatola muraria ai<br />

livelli dei solai, devono essere realizzati per mezzo di armature metalliche.<br />

Tali incatenamenti dovranno avere le estremità efficacemente ancorate ai cordoli.<br />

Nella direzione di tessitura del solaio possono essere omessi gli incatenamenti quando il collegamento è<br />

assicurato dal solaio stesso.<br />

In direzione ortogonale al senso di tessitura del solaio gli incatenamenti orizzontali saranno obbligatori<br />

per solai con luce superiore ai 4,5 m e saranno costituiti da armature con una sezione totale pari a 4 cm 2 per<br />

ogni campo di solaio.<br />

d) Spessori minimi dei muri<br />

Lo spessore dei muri non può essere inferiore ai seguenti valori:<br />

a) muratura in elementi resistenti artificiali pieni 12 cm;<br />

b) muratura in elementi resistenti artificiali semipieni 20 cm;<br />

c) muratura in elementi resistenti artificiali forati 25 cm;<br />

d) muratura di pietra squadrata 24 cm;<br />

e) muratura listata 40 cm;<br />

f) muratura di pietra non squadrata 50 cm.<br />

3.8.5 Paramenti per le murature di pietrame<br />

Per le facce a vista delle murature di pietrame, secondo gli ordini della Direzione dei lavori, potrà essere<br />

prescritta l'esecuzione delle seguenti speciali lavorazioni:<br />

a) con pietra rasa e teste scoperte (ad opera incerta);<br />

b) a mosaico grezzo;<br />

c) con pietra squadrata a corsi pressoché regolari;<br />

d) con pietra squadrata a corsi regolari.<br />

a) Nel paramento con «pietra rasa e teste scoperte» (ad opera incerta) il pietrame dovrà essere scelto<br />

diligentemente fra il migliore e la sua faccia vista dovrà essere ridotta col martello a superficie<br />

approssimativamente piana; le pareti esterne dei muri dovranno risultare bene allineate e non presentare<br />

rientranze o sporgenze maggiori di 25 mm.<br />

b) Nel paramento a «mosaico grezzo» la faccia vista dei singoli pezzi dovrà essere ridotta col martello e<br />

la grossa punta a superficie perfettamente piana ed a figura poligonale, ed i singoli pezzi dovranno<br />

combaciare fra loro regolarmente, restando vietato l'uso delle scaglie.<br />

In tutto il resto si seguiranno le norme indicate per il paramento a pietra rasa.<br />

c) Nel paramento a «corsi pressoché regolari» il pietrame dovrà essere ridotto a conci piani e squadrati,<br />

sia col martello che con la grossa punta, con le facce di posa parallele fra loro e quelle di combaciamento<br />

normali a quelle di posa. I conci saranno posti in opera a corsi orizzontali di altezza che può variare da corso<br />

a corso, e potrà non essere costante per l'intero filare. Nelle superfici esterne dei muri saranno tollerate<br />

rientranze o sporgenze non maggiori di 15 mm.<br />

d) Nel paramento a «corsi regolari» i conci dovranno essere perfettamente piani e squadrati, con la<br />

faccia vista rettangolare, lavorati a grana ordinaria, essi dovranno avere la stessa altezza per tutta la<br />

lunghezza del medesimo corso, e qualora i vari corsi non avessero eguale altezza, questa dovrà essere<br />

disposta in ordine decrescente dai corsi inferiori ai corsi superiori, con differenza però fra due corsi<br />

successivi non maggiore di 5 cm. La Direzione dei lavori potrà anche prescrivere l'altezza dei singoli corsi, ed<br />

ove nella stessa superficie di paramento venissero impiegati conci di pietra da taglio, per rivestimento di<br />

alcune parti, i filari di paramento a corsi regolari dovranno essere in perfetta corrispondenza con quelli della<br />

pietra da taglio.<br />

Tanto nel paramento a corsi pressoché regolari, quanto in quello a corsi regolari, non sarà tollerato<br />

l'impiego di scaglie nella faccia esterna; il combaciamento dei corsi dovrà avvenire per almeno un terzo della<br />

loro rientranza nelle facce di posa, e non potrà essere mai minore di 10 cm nei giunti verticali.<br />

La rientranza dei singoli pezzi non sarà mai minore della loro altezza, né inferiore a 25 cm; l'altezza<br />

minima dei corsi non dovrà essere mai minore di 20 cm.<br />

In entrambi i paramenti a corsi, lo sfalsamento di due giunti verticali consecutivi non dovrà essere minore<br />

di 10 cm e le commessure avranno larghezza non maggiore di 1 cm.<br />

59


Per tutti i tipi di paramento le pietre dovranno mettersi in opera alternativamente di punta in modo da<br />

assicurare il collegamento col nucleo interno della muratura.<br />

Per le murature con malta, quando questa avrà fatto convenientemente presa, le commessure delle<br />

facce di paramento dovranno essere accuratamente stuccate.<br />

In quanto alle commessure, saranno mantenuti i limiti di larghezza fissati negli articoli precedenti<br />

secondo le diverse categorie di muratura.<br />

Per le volte in pietrame si impiegheranno pietre di forma, per quanto possibile, regolari, aventi i letti di<br />

posa o naturalmente piani o resi grossolanamente tali con la mazza o col martello.<br />

In tutte le specie di paramenti la stuccatura dovrà essere fatta raschiando preventivamente le commessure<br />

fino a conveniente profondità per purgarle dalla malta, dalla polvere, e da qualunque altra materia estranea,<br />

lavandole con acqua abbondante e riempiendo quindi le commessure stesse con nuova malta della qualità<br />

prescritta, curando che questa penetri bene dentro, comprimendola e lisciandola con apposito ferro, in modo<br />

che il contorno dei conci sui fronti del paramento, a lavoro finito, si disegni nettamente e senza sbavature.<br />

3.8.6 Altre indicazioni sulle murature<br />

Le murature in laterizi saranno fatte con mattoni di buona cottura e qualità, secondo le prescrizioni del<br />

Direttore Lavori, di forma e dimensioni regolari e con spigoli vivi ed esattamente profilati.<br />

Si richiama in merito il DM 14/01/2008..<br />

Usandosi i mattoni, si dovrà avere cura che essi corrispondano per dimensioni e foratura al tipo prescritto dal<br />

Direttore Lavori e di scartare rigorosamente quelli mal forati, contorti, fessurati, in parte rotti o comunque<br />

difettosi. Prima della loro posa in opera i laterizi dovranno essere convenientemente bagnati e ben rivestiti di<br />

malta nelle facce di combaciamento e dovranno subire la compressione necessaria e sufficiente perché le<br />

connessure risultino ben riempite e di spessore non superiore a mm 6. Si dovrà inoltre curare che i corsi<br />

risultino perfettamente orizzontali e gli spigoli ed i paramenti esattamente verticali (od in piombo) e che tutti i<br />

giunti siano opportunamente sfalsati; sono tassativamente vietate le così dette "sorelle" ed è pure inibito l'uso<br />

dei "pezzi" se non strettamente necessario per formare la struttura muraria; i muri dovranno essere innalzati,<br />

per quanto è possibile, contemporaneamente.<br />

Nell'esecuzione delle murature dovranno essere inserite le architravature necessarie per la realizzazione dei<br />

vani di porte e finestre ed inoltre dovranno essere lasciate le canne prescritte volta per volta, gli scavi, i<br />

dentelli, le immorsature e le sporgenze che fossero necessarie per l'ossatura di cornici ed altro, nonché le<br />

tracce necessarie all'alloggiamento ed al passaggio degli impianti tecnologici e dei quadri di comando e di<br />

distribuzione in genere.<br />

Le lesene, le cornici, i pilastri, i mezzi pilastri e gli aggetti in genere dovranno avere le dimensioni che<br />

verranno indicate e che risulteranno dai tipi.<br />

Tutte le dette pareti saranno eseguite con le migliori regole dell'arte, a corsi orizzontali ed a perfetto filo, per<br />

evitare la necessità di forte impiego di malta per l'intonaco. Nelle pareti in foglio, quando la Direzione Lavori lo<br />

ordinasse, saranno introdotte nella costruzione intelaiatura in legno o metallo attorno ai vani delle porte, allo<br />

scopo di poter fissare i serramenti al telaio anziché alla parete. Per gli infissi esterni o resistenti al fuoco la<br />

cassematte saranno eseguite in lamiera di acciaio.<br />

Quando una parete deve eseguirsi fin sotto al soffitto, la chiusura dell'ultimo corso sarà eseguita in materiale<br />

elastico, in modo da evitare lo schiacciamento della parete ad opera di un ritiro della struttura portante.<br />

Quando per parete di altezza superiore a m 4,50 o per l'applicazione della norma antisismica si rendesse<br />

necessario, il Direttore Lavori potrà ordinare l'esecuzione di un cordolo orizzontale di irrigidimento armato di<br />

altezza pari ad uno o due corsi o cordoli verticali di sezione minima 0,04 mq; l'onere di tali corsi è da<br />

intendersi compensato con il prezzo unitario della muratura.<br />

Qualora non si rendesse necessario completare la muratura sino al soffitto, si dovranno comunque<br />

prevedere pilastrini di consolidamento dello stesso spessore del muro elevati fino al soffitto.<br />

I muri resistenti al fuoco (REI) dovranno essere esclusivamente eseguiti con mattoni certificati dai laboratori<br />

specializzati.<br />

I tamponamenti esterni dovranno essere eseguiti in termoblocchi formanti in corrispondenza delle parti<br />

strutturali intercapedine di materiale isolante per garantirne l'isolamento termico, ovvero in termoblocchi<br />

esterni ad una testa, intercapedine di materiale isolante e mattoni forati interni. Il coefficiente di trasmissione<br />

termica globale non dovrà essere superiore a 0,7 Kcal/°C mq h e comunque dovrà essere quello desumibile<br />

dai calcoli dei disperdimenti termici di cui alla legge n° 10/91. I termoblocchi o i termolaterizi dovranno essere<br />

certificati dai laboratori specializzati.<br />

Per le murature eseguite con paramento a vista, secondo i disegni previsti del progetto, dovranno utilizzarsi<br />

mattoni di migliore cottura, meglio formati o di colore più uniforme, disponendoli con perfetta regolarità e<br />

ricorrenza nelle connessure orizzontali alternando con precisione i giunti verticali. Le connessure faccia a<br />

vista non dovranno avere grossezza superiore a mm 5 e, previa loro raschiatura e pulitura, dovranno essere<br />

profilate con malta di cemento di tipo reoplastico e lisciate a ferro senza sbavature o col tipo di finitura che<br />

richiederà il Direttore dei lavori.<br />

Il rivestimento dei pilastri, delle lesene, delle travi e delle velette in c.a. inserite nelle murature faccia a vista<br />

60


sarà eseguito con teste di mattoni staccate dal pezzo intero poste in opera in continuità al muro corrente.<br />

3.9 MURATURE E RIEMPIMENTI IN PIETRAME A SECCO - VESPAI<br />

Murature in pietrame a secco<br />

Dovranno essere eseguite con pietre lavorate in modo da avere forma il più possibile regolare, restando<br />

assolutamente escluse quelle di forma rotonda, le pietre saranno collocate in opera in modo che si colleghino<br />

perfettamente fra loro, scegliendo per i paramenti quelle di maggiori dimensioni, non inferiori a 20 cm di lato,<br />

e le più adatte per il miglior combaciamento, onde supplire così colla accuratezza della costruzione alla<br />

mancanza di malta. Si eviterà sempre la ricorrenza delle commessure verticali.<br />

Nell'interno della muratura si farà uso delle scaglie soltanto per appianare i corsi e riempire gli interstizi tra<br />

pietra e pietra.<br />

La muratura in pietrame a secco per muri di sostegno in controriva o comunque isolati sarà sempre coronata<br />

da uno strato di muratura in malta di altezza non minore di 30 cm; a richiesta della Direzione dei lavori vi si<br />

dovranno eseguire anche regolari fori di drenaggio, regolarmente disposti, anche su più ordini, per lo scolo<br />

delle acque.<br />

Riempimenti in pietrame a secco (per drenaggi, fognature, banchettoni di consolidamento e simili)<br />

Dovranno essere formati con pietrame da collocarsi in opera a mano su terreno ben costipato, al fine di<br />

evitare cedimenti per effetto dei carichi superiori.<br />

Per drenaggi o fognature si dovranno scegliere le pietre più grosse e regolari e possibilmente a forma di<br />

lastroni quelle da impiegare nella copertura dei sottostanti pozzetti o cunicoli; oppure infine negli strati inferiori<br />

il pietrame di maggiore dimensione, impiegando nell'ultimo strato superiore pietrame minuto, ghiaia o anche<br />

pietrisco per impedire alle terre sovrastanti di penetrare e scendere otturando così gli interstizi tra le pietre.<br />

Sull'ultimo strato di pietrisco si dovranno pigiare convenientemente le terre, con le quali dovrà completarsi il<br />

riempimento dei cavi aperti per la costruzione di fognature e drenaggi.<br />

Vespai e intercapedini<br />

Nei locali in genere i cui pavimenti verrebbero a trovarsi in contatto con il terreno naturale potranno essere<br />

ordinati vespai in pietrame o intercapedini in laterizio. In ogni caso il terreno di sostegno di tali opere dovrà<br />

essere debitamente spianato, bagnato e ben battuto per evitare qualsiasi cedimento.<br />

Per i vespai in pietrame si dovrà formare anzitutto in ciascun ambiente una rete di cunicoli di ventilazione,<br />

costituita da canaletti paralleli aventi interasse massimo di 1,50 m; essi dovranno correre anche lungo tutte le<br />

pareti ed essere comunicanti tra loro. Detti canali dovranno avere sezione non minore di 15 cm x 20 cm di<br />

altezza ed un sufficiente sbocco all'aperto, in modo da assicurare il ricambio dell'aria.<br />

Ricoperti tali canali con adatto pietrame di forma pianeggiante, si completerà il sottofondo riempiendo le zone<br />

rimaste fra cunicolo e cunicolo con pietrame in grossi scheggioni disposti coll'asse maggiore verticale ed in<br />

contrasto fra loro, intasando i grossi vuoti con scaglie di pietra e spargendo infine uno strato di ghiaietto di<br />

conveniente grossezza sino al piano prescritto.<br />

Le intercapedini, a sostituzione di vespai, potranno essere costituite da un piano di tavelloni murati in malta<br />

idraulica fina e poggianti su muretti in pietrame o mattoni, ovvero da voltine di mattoni, ecc.<br />

3.10 OPERE E STRUTTURE DI CALCESTRUZZO<br />

3.10.1 Calcestruzzi gettati in opera: produzione, trasporto e posa<br />

3.10.1.a Centrali di betonaggio ed impianti di cantiere<br />

I conglomerati cementizi possono essere confezionati esclusivamente in centrali di betonaggio o impianti di<br />

cantiere che siano stati preventivamente esaminati ed approvati dalla Direzione Lavori.<br />

L'effettiva capacità produttiva oraria delle centrali e degli impianti dovrà essere commisurata alle produzioni<br />

previste dal Programma di Costruzione.<br />

Gli impianti e le centrali di betonaggio dovranno essere dotati di sistema di dosaggio automatico e di tutti gli<br />

strumenti ed attrezzature idonei a garantire un costante controllo dei dosaggi di tutti i componenti, delle<br />

granulometrie e dell'umidità degli aggregati.<br />

Ogni centrale di betonaggio od impianto di cantiere dovrà avere al proprio interno un laboratorio dotato di<br />

tutte le attrezzature per effettuare le prove di controllo in corso d'opera.<br />

3.10.1.b Cemento<br />

Non è consentito mescolare fra loro cementi di diverso tipo, classe e provenienza; per- ciascuna opera dovrà<br />

61


essere impiegato un unico tipo di cemento (tipo, classe, produttore e stabilimento di produzione ).<br />

Il cemento, se in sacchi, sarà sistemato su pedane poste su un pavimento asciutto ed in ambiente chiuso. I<br />

sacchi di cemento di diverso tipo verranno conservati separatamente e chiaramente identificati con idonei<br />

cartelli.<br />

Il cemento, se sfuso, sarà conservato in silos che garantiscano la perfetta tenuta nei confronti dell'umidità<br />

atmosferica; ogni silo conterrà un unico tipo e classe di cemento proveniente da uno stesso stabilimento di<br />

produzione; a tale scopo il silo dovrà essere, chiaramente identificato mediante un cartello di idonee<br />

dimensioni facilmente visibile dalla cabina di comando della centrale o dell'impianto di betonaggio.<br />

Il dosaggio ed il tipo di cemento dovranno essere scelti in relazione al tipo ed alle caratteristiche costruttive<br />

dell'opera ed a quelle ambientali in cui la stessa si verrà a trovare, con particolare riferimento alla resistenza<br />

meccanica, durabilità e temperatura del getto in fase di indurimento.<br />

3.10.1.c Aggregati<br />

Gli aggregati dovranno essere stoccati in quantità congruente con il programma lavori e comunque<br />

sufficiente a completare qualsiasi opera che debba essere gettata senza interruzioni. Il luogo di stoccaggio<br />

dovrà essere di dimensioni adeguate e consentire l'immagazzinamento con separazione delle diverse<br />

pezzature che dovranno essere divise da appositi setti.<br />

Per ogni cumulo dovrà essere apposto un cartello di idonee dimensioni indicante la classe granulometrica<br />

dell'aggregato.<br />

La superficie di appoggio di ogni cumulo dovrà essere conformata in modo tale da consentire<br />

l'allontanamento dell'acqua piovana e di percolazione.<br />

Si raccomanda che i cumuli siano coperti da idonee tettoie.<br />

Gli aggregati dovranno essere prelevati in modo tale da garantire la rotazione continua dei volumi stoccati.<br />

3.10.1.d Pesatura e miscelazione<br />

Il cemento, l'acqua, le eventuali aggiunte (ceneri e microsilice) e gli additivi, dovranno essere misurati con<br />

dispositivi separati e usati esclusivamente per ciascuno di essi; gli aggregati dovranno essere dosati per<br />

pesate singole o cumulative di almeno tre classi.<br />

Il cemento dovrà essere sempre pesato con bilancia indipendente più sensibile di quella utilizzata per gli<br />

aggregati.<br />

Il tenore di umidità di tutte le diverse classi di aggregati dovrà essere controllato almeno una volta al giorno e<br />

comunque ogni volta che cambiano le condizioni atmosferiche nel corso della giornata; inoltre le tramogge<br />

contenenti le sabbie dovranno essere dotate di strumenti idonei a misurare l'umidità nelle sabbie stesse<br />

all'inizio di ciascuna pesata in modo da eseguire automaticamente la correzione di peso effettivo rispetto al<br />

teorico e la detrazione dell'acqua presente nell'aggregato. Per gli aggregati grossi, in assenza di sonde di<br />

rilevamento la percentuale di umidità potrà essere impostata in modo fisso in base alle rilevazioni giornaliere<br />

che dovranno essere registrate su idoneo modulo.<br />

In centrale/impianto di betonaggio dovrà essere disponibile un quaderno dove dovranno essere riportati<br />

almeno una volta al giorno tutti i valori del tenore di umidità per le varie classi di aggregati confrontati, per<br />

quelli fini, con quelli letti automaticamente dalle sonde. Per questi ultimi, nel caso in cui il valore letto dalle<br />

sonde differisca più dello 0,5% rispetto a quello ottenuto con la prova manuale dovranno essere indicati i<br />

provvedimenti apportati per la correzione della taratura delle sonde e per la correzione della miscela.<br />

Il cemento, l'acqua e gli eventuali additivi dovranno essere dosati con precisione di almeno il 2% e gli<br />

aggregati con una precisione del 3% per ogni singola classe di accordo con le specifiche della norma UNI<br />

9858 parte 9.8.<br />

La centrale impianto di betonaggio dovrà essere dotata di pesi campione o di altri dispositivi ausiliari di<br />

taratura, per controllare l'accuratezza di ogni misura in tutto il campo di valori consentito da ogni strumento.<br />

Verrà predisposto un programma di controlli delle tarature eseguito da personale qualificato: le bilance<br />

dovranno essere revisionate almeno una volta ogni due mesi, tarate all'inizio del lavoro e successivamente<br />

almeno una volta all'anno.<br />

L'impianto dovrà essere costruito in maniera tale che i componenti di un nuovo impasto non possano essere<br />

pesati finchè non sia stata ultimata la pesata e lo scarico dei componenti dell'impasto precedente.<br />

Nel luogo di produzione ed in cantiere, inoltre, saranno installati termometri atti a misurare la minima e la<br />

massima temperatura atmosferica giornaliera<br />

L'impianto dovrà essere di tipo completamente automatizzato. Il sistema di gestione e controllo dell'impianto<br />

dovrà essere in grado di stampare per ogni carico una bolla ove devono essere riportati per le varie colonne:<br />

• n° identificativo del mix in produzione;<br />

• la classe di resistenza caratteristica<br />

• la classe di esposizione ambientale<br />

• la classe di consistenza<br />

• i metri cubi trasportati<br />

62


• soggetto (ad esempio impresa esecutrice) richiedente la fornitura;<br />

• cantiere di destinazione;<br />

• opera (ed eventualmente parte d'opera) cui si riferisce la fornitura;<br />

• ora di fine carico del mix prodotto;<br />

• identificazione (ad esempio targa) del mezzo di trasporto;<br />

• materiali componenti il mix con indicati:<br />

• per gli aggregati: la pezzatura nominale e la cava di provenienza;<br />

• per i cementi: tipo, classe, produttore e cementificio;<br />

• per le aggiunte (ceneri volanti e microsilice): tipo e provenienza;<br />

• per gli additivi (fluidificanti, superfluidificanti, aeranti, ecc.): marca e tipo;<br />

• per l'acqua: se proveniente da acquedotto, pozzo, cisterna.<br />

• la ricetta, per un mc, del mix in fase di produzione;<br />

• la ricetta del mix per gli n m c in fase di produzione;<br />

• l'umidità relativa alle singole classi di aggregati (rilevata automaticamente con le sonde almeno per<br />

gli aggregati fini);<br />

• la ricetta per gli n mc in produzione, corretta in funzione dell'umidità relativa alle varie classi degli<br />

aggregati;<br />

• l'effettivo carico (dosaggio) per ogni singolo componente;<br />

• la differenza (+/-) tra quanto effettivamente caricato e il teorico corretto;<br />

• l'errore percentuale di carico (dosaggio) per ogni singolo componente;<br />

• il rapporto acqua/cemento di progetto del mix (considerando gli aggregati saturi con superficie<br />

asciutta) e quello effettivamente ottenuto dopo il carico (dosaggio) tenuto .anche conto dell'umidità<br />

degli aggregati.<br />

Gli impasti dovranno rispondere ai requisiti di omogeneità e a tal fine il tempo e la velocità di mescolamento<br />

dovranno essere adeguati.<br />

Al fine di garantire un migliore controllo del rapporto acqua/cemento e una corretta miscelazione dell'impasto,<br />

si raccomanda l'impiego di impianti di betonaggio con premiscelatore a satelliti, correzione automatica del<br />

rapporto acqua-cemento e controllo della consistenza.<br />

La necessaria e/o prescritta lavorabilità potrà essere ottenuta, insieme ai bassi valori del rapporto A/C,<br />

mediante l'impiego di additivi fluidificanti o superfluidificanti e mai impiegando maggiori quantità di acqua<br />

complessiva rispetto a quella prevista nella composizione di progetto (mix-design) del conglomerato<br />

cementizio.<br />

3.10.1.e Trasporto e scarico<br />

Nel caso di miscelazione diretta in betoniera, ferme restando le prescrizioni del tempo di miscelazione fornite<br />

nel precedente punto, si dovrà fare in modo che una parte dell'acqua e di aggregato grosso venga caricata<br />

prima del cemento e degli altri aggregati.<br />

Il trasporto del conglomerato cementizio dal luogo del confezionamento a quello di impiego dovrà avvenire<br />

utilizzando mezzi ed attrezzature idonee ad evitare che si verifichi la segregazione dei vari componenti<br />

l'impasto o il deterioramento dell'impasto stesso.<br />

In ogni caso il tempo intercorrente tra il confezionamento dell'impasto all'impianto ed il getto non dovrà<br />

essere superiore a 60 minuti.<br />

In caso di particolari condizioni operative, qualora sia stato eseguito uno specifico studio di qualifica del mix<br />

che ne attesti il mantenimento della lavorabilità nel tempo con controllo dell'abbassamento al cono di Abrams<br />

ogni 15' e qualora la temperatura esterna sia compresa nell'intervallo tra 5°C e 30°C, tale tempo potrà essere<br />

esteso fino a 90 minuti.<br />

Nel caso in cui per il mantenimento della lavorabilità a lungo periodo occorresse una "ritempera" della<br />

miscela di calcestruzzo fresco, questa potrà avvenire solo mediante aggiunta. di additivo superfluidificante<br />

secondo quanto specificato nei precedenti paragrafi.<br />

Le betoniere dovranno essere esaminate periodicamente per verificare la diminuzione dell'efficacia dovuta<br />

sia ad accumulo di conglomerato indurito o legante che all'usura delle lame. L'autobetoniera dovrà essere<br />

dotata di apposito libretto che attesti le revisioni periodiche effettuate (ogni 4000 mc. o almeno una volta al<br />

mese).<br />

Ogni carico di conglomerato cementizio dovrà essere accompagnato da una bolla.<br />

Il personale dell' Appaltatore sarà tenuto ad esibire dette bolle, su richiesta, al personale della Direzione<br />

Lavori.<br />

Se pompato, il conglomerato cementizio dovrà avere alla bocca di uscita della tubazione il valore dello slump<br />

di progetto.<br />

All'atto dello scarico saranno controllate l'omogeneità e la lavorabilità dell'impasto.<br />

63


3.10.1.f Getto e maturazione del conglomerato cementizio<br />

Programmazione dei getti<br />

L' Appaltatore è tenuto a presentare ogni settimana alla Direzione Lavori un modulo preventivamente<br />

concordato con la stessa riportante il dettagliato programma settimanale dei getti previsti per il piano<br />

successivo con indicati:<br />

• il luogo, l'ora, l'opera e la struttura;<br />

• i m3 di cls previsti, la classe di resistenza e i codici delle miscele utilizzate;<br />

• i relativi impianti di confezionamento.<br />

Ogni variazione al programma dovrà essere comunicata (salvo casi dovuti a motivi di sicurezza), in forma<br />

scritta, con un preavviso minimo di 24 ore.<br />

Operazioni di getto<br />

I getti potranno avere inizio solo dopo che il Direttore dei Lavori avrà verificato:<br />

• preparazione e rettifica dei piani di posa;<br />

• pulizia delle casseforme;<br />

• posizione e corrispondenza al progetto delle armature e del copriferro;<br />

• posizione degli inserti (giunti, water stop, ecc.).<br />

I getti dovranno risultare perfettamente conformi ai particolari costruttivi di progetto e alle eventuali<br />

prescrizioni aggiuntive.<br />

In nessun caso si dovranno verificare cedimenti dei piani di appoggio e delle pareti di contenimento; in<br />

tale ultimo caso l' Appaltatore dovrà provvedere al loro ripristino.<br />

Prima del getto tutte le superfici di contenimento del calcestruzzo dovranno essere pulite, lavate con<br />

acqua o aria in pressione e trattate con prodotti disarmanti preventivamente autorizzati dal Direttore dei<br />

Lavori; se porose, dovranno essere mantenute umide per almeno due ore prima dell'inizio dei getti. I<br />

ristagni d'acqua dovranno essere allontanati dal fondo.<br />

Lo scarico del calcestruzzo dal mezzo di trasporto nelle casseforme dovrà avvenire con tutti gli<br />

accorgimenti atti a evitarne la segregazione. L'altezza di caduta libera del calcestruzzo fresco, misurata<br />

dall’uscita dello scivolo o della bocca del tubo convogliatore, non dovrà mai essere maggiore di 100 cm. Il<br />

calcestruzzo dovrà cadere verticalmente ed essere steso in strati orizzontali, di spessore misurato dopo<br />

la vibrazione comunque non maggiore di 50 cm .<br />

Il calcestruzzo dovrà essere posto in opera e addensato con ogni cura in modo che le superfici esterne si<br />

presentino lisce e compatte, omogenee, perfettamente regolari, senza vespai o nidi di ghiaia ed esenti da<br />

macchie o chiazze. I vespai eventualmente formatisi durante la posa in opera dovranno essere dispersi<br />

prima della vibrazione del calcestruzzo.<br />

A meno che non sia altrimenti stabilito, il calcestruzzo dovrà essere addensato con un numero di vibratori<br />

a immersione o a parete determinato, prima di ciascuna operazione di getto, in relazione alla classe di<br />

consistenza del calcestruzzo, alle caratteristiche dei vibratori e alla dimensione del getto stesso; la durata<br />

della vibrazione è determinata da tempo intercorso dall ' immersione totale del vibratore fino all'<br />

affioramento in superficie della boiacca. Per omogeneizzare la massa durante il costipamento di uno<br />

strato i vibratori a immersione dovranno penetrare per almeno 5 cm nello strato inferiore. E' vietato<br />

scaricare il conglomerato in un unico cumulo e distenderlo con l'impiego del vibratore.<br />

Nel caso di getti da eseguire in presenza d'acqua l'Appaltatore dovrà adottare gli accorgimenti necessari<br />

per impedire che l'acqua dilavi il calcestruzzo e ne pregiudichi la regolare presa e maturazione; inoltre<br />

dovrà provvedere con i mezzi più adeguati all'aggottamento o alla deviazione della stessa o, in<br />

alternativa, adottare per l'esecuzione dei getti miscele con caratteristiche idrorepellenti preventivamente<br />

autorizzate dal Direttore dei Lavori.<br />

Riprese di getto<br />

Di norma i getti dovranno essere eseguiti senza soluzione di continuità, in modo da evitare ogni ripresa.<br />

Nel caso ciò non fosse possibile, a insindacabile giudizio del Direttore dei Lavori, prima di poter effettuare<br />

la ripresa la superficie del calcestruzzo indurito dovrà essere accuratamente pulita, lavata, spazzolata e<br />

scalfita fino a diventare sufficientemente rugosa, così da garantire una perfetta aderenza con il getto<br />

successivo; ciò potrà essere ottenuto anche mediante l’'impiego di additivi ritardanti o di ritardanti<br />

superficiali.<br />

Tra le successive riprese di getto non si dovranno avere distacchi, discontinuità o differenze di aspetto e<br />

colore; in caso contrario l' Appaltatore dovrà provvedere ad applicare adeguati trattamenti superficiali<br />

traspiranti al vapore d'acqua.<br />

Getti in clima freddo<br />

Ai fini del getto del calcestruzzo, il clima si definisce "freddo" quando la temperatura dell'aria è minore di<br />

5°C.<br />

In queste condizioni il getto potrà essere eseguito dietro il rispetto delle seguenti prescrizioni:<br />

nel caso in cui la temperatura dell'aria sia compresa fra 0°C e + 5° C, la produzione e la posa in opera<br />

del conglomerato cementizio dovranno essere sospese, a meno che non sia garantita una temperatura<br />

64


dell'impasto al momento del getto non inferiore a + 10°C;<br />

• questa temperatura potrà essere ottenuta eventualmente anche mediante un adeguato sistema di<br />

preriscaldamento degli inerti e/ o dell ' acqua di impasto alI' impianto di betonaggio. In questo caso,<br />

però, .la temperatura raggiunta dall'impasto non deve mai essere superiore a 25°C.<br />

• per temperature comprese fra –4° C e 0° C è ammessa esclusivamente I' esecuzione di getti relativi<br />

a pali e diaframmi, ferme restando le condizioni dell'impasto di cui ai punti precedenti.<br />

• in nessun caso un getto può essere eseguito quando la temperatura dell ' aria esterna è inferiore a -<br />

4°C.<br />

Getti in clima caldo<br />

Se durante le operazioni di getto la temperatura dell'aria supera i 35°C all'ombra, la temperatura<br />

dell'impasto non dovrà superare i 30°C; tale limite potrà essere convenientemente abbassato per getti<br />

massivi.<br />

La temperatura delle casseforme dovrà essere ricondotta a tale valore con tolleranza di 5°C mediante<br />

preventivi getti esterni di acque fredda.<br />

Al fine di abbassare la temperatura del calcestruzzo potrà essere usato ghiaccio, in sostituzione di parte<br />

dell'acqua di impasto, o gas refrigerante di cui sia garantita la neutralità nei riguardi delle caratteristiche<br />

del calcestruzzo e dell'ambiente.<br />

Per ritardare la presa del cemento e facilitare la posa e la finitura del calcestruzzo potranno essere<br />

impiegati additivi ritardanti, o fluidificanti ritardanti di presa, preventivamente autorizzati dal Direttore dei<br />

Lavori.<br />

Stagionatura<br />

I metodi di stagionatura e la loro durata dovranno essere tali da garantire per il calcestruzzo indurito:<br />

• la prescritta resistenza e durabilità;<br />

• la assenza di fessure o cavillature in conseguenza del ritiro per rapida essiccazione delle superfici di<br />

getto o per sviluppo di elevati gradienti termici all'interno della struttura.<br />

Deve quindi essere previsto un adeguato periodo di stagionatura protetta.<br />

La protezione consiste nell ' impedire, durante la fase iniziale del processo di indurimento :<br />

• l’essiccazione della superficie del calcestruzzo;<br />

• il congelamento dell'acqua d'impasto prima che il calcestruzzo abbia raggiunto un grado adeguato di<br />

indurimento.<br />

Nella tabella seguente sono riportati i tempi minimi di stagionatura. in giorni. per strutture esposte nelle<br />

classi di esposizione da "non significativa" a "normale".<br />

Durata minima in giorni della stagionatura protetta<br />

Sviluppo della resistenza del calcestruzzo in<br />

funzione delle condizioni ambientali<br />

Rapido Medio Lento<br />

Temperatura del calcestruzzo (°C) 5 10 15 5 10 15 5 10 15<br />

I) Non esposto ad insolazione diretta; UR<br />

dell’aria circostante ≥ 80 %<br />

2 2 1 3 3 2 3 3 2<br />

II) Insolazione diretta media o vento di media<br />

4 3 2 6 4 3 8 5 4<br />

velocita’ o UR > 50 %<br />

III) Insolazione intensa o vento di forte velocita’<br />

o UR < 50 %<br />

65<br />

4 3 2 8 6 5 10 8 5<br />

Per condizioni di esposizione ambientale piu’ gravose, le durate di stagionatura della tabella di cui sopra<br />

dovranno essere aumentate secondo le disposizioni della D.L.<br />

La velocita’ di sviluppo della resistenza del calcestruzzo puo’ essere valutata mediante la tabella<br />

seguente.<br />

Sviluppo della resistenza del calcestruzzo<br />

Velocità di sviluppo della resistenza A/C<br />

Classe di resistenza del<br />

cemento<br />

Rapida


sicurezza strutturale in relazione ai quali può essere stabilito un tempo minimo maggiore per<br />

raggiungere la resistenza voluta alla rimozione dei casseri.<br />

Si dovranno seguire le raccomandazioni delle norme UNI 9859, determinando eventualmente mediante<br />

appositi strumenti, l'età equivalente del calcestruzzo.<br />

I metodi di stagionatura proposti dal Progettista dovranno essere preventivamente sottoposti all'esame<br />

del Direttore dei Lavori che potrà richiedere delle verifiche sperimentali con le modalità di seguito<br />

descritte.<br />

Nel caso siano previste, nelle 24 ore successive al getto durante la fase di stagionatura, temperature<br />

dell'aria con valori minori di 5°C o maggiori di 35°C, l’Appaltatore dovrà utilizzare esclusivamente casseri<br />

in legno o coibentati sull'intera superficie del getto ed eventualmente teli isolanti.<br />

I materiali coibenti di più comune utilizzo sono:<br />

• fogli di polistirolo o poliuretano espansi, tagliati opportunamente e fissati ai casseri; fogli di lana di<br />

roccia ricoperti da fodere di polietilene;<br />

• fogli di schiuma vinilica;<br />

• schiume poliuretaniche spruzzate sull'esterno della cassaforma.<br />

Per un più efficace utilizzo tali materiali dovranno essere sempre protetti dall’umidità con teloni<br />

impermeabili.<br />

Tutte le superfici dovranno essere mantenute umide per almeno 48 ore dopo il getto mediante utilizzo di<br />

prodotti filmogeni applicati a spruzzo ovvero mediante continua bagnatura con serie di spruzzatori<br />

d'acqua o con altri idonei sistemi. Per le solette e preferibile utilizzare i prodotti filmogeni citati o eseguire<br />

la bagnatura continuamente rinnovata. Qualora il prodotto filmogeno venga applicato su una superficie di<br />

ripresa, prima di eseguire il successivo getto si dovrà procedere a ravvivare la superficie.<br />

Il metodo di stagionatura prescelto dovrà assicurare che le variazioni termiche differenziali nella sezione<br />

trasversale delle strutture, da misurare con serie di termocoppie, non provochino fessure o cavillature tali<br />

da compromettere le caratteristiche del calcestruzzo indurito. Tali variazioni termiche potranno essere<br />

verificate direttamente nella struttura mediante serie di termocoppie predisposte all' interno del cassero<br />

nella posizione indicata dal Progettista.<br />

Anche se non è possibile stabilire esatti limiti per le differenze di temperatura che sono accettabili nelle<br />

sezioni trasversali in fase di indurimento, poiché esse dipendono non solo dalla composizione<br />

dell'impasto e dalle caratteristiche di sviluppo della resistenza, ma anche dalla forma geometrica<br />

dell'elemento strutturale e dalla velocità con la quale il manufatto, dopo la rimozione dei casseri,<br />

raggiunge I' equilibrio termico con l'ambiente, dovranno essere rispettati i limiti seguenti per limitare le<br />

tensioni di origine termica:<br />

• una differenza massima di 20°C sulla sezione durante il raffreddamento dopo la rimozione dei<br />

casseri;<br />

• una differenza massima di 10-15°C attraverso i giunti di costruzione e per strutture con sezioni di<br />

dimensioni molto variabili.<br />

Durante il periodo di stagionatura protetta si dovrà evitare che i getti subiscano urti, vibrazioni e<br />

sollecitazioni di ogni genere.<br />

Accelerazione dei tempi di stagionatura<br />

Di norma per i calcestruzzi gettati in opera viene esclusa l'accelerazione dei tempi di maturazione con<br />

trattamenti termici.<br />

Stagionatura di getti massivi<br />

In fase di maturazione dovranno essere sempre applicati gli accorgimenti prescritti a proposito dei getti<br />

ordinari, dovrà essere evitata la scasseratura precoce e, dove necessario, si dovrà procedere al<br />

raffreddamento dell'interno del getto mediante circolazione di liquido.<br />

L 'appaltatore dovrà programmare il getto in modo da eseguirlo nelle ore più opportune in relazione alla<br />

prevedibile temperatura ambientale al momento del getto stesso ed al suo prevedibile sviluppo nelle ore<br />

successive:<br />

Dovrà, inoltre, sottoporre all'approvazione della D.L. il programma di maturazione.<br />

3.10.1.g Caratteristiche estetiche<br />

Affinché il colore superficiale del calcestruzzo, determinato dalla sottile pellicola di malta che si forma nel<br />

getto a contatto con la cassaforma, risulti il più possibile uniforme, il cemento utilizzato in ciascuna opera<br />

dovrà provenire dallo stesso cementificio ed essere sempre dello stesso tipo e classe, la sabbia dovrà<br />

provenire dalla stessa cava ed avere granulometria e composizione costante.<br />

Le opere o i costituenti delle opere a "faccia a vista" dovranno avere lo stesso aspetto esteriore dovranno<br />

ricevere lo stesso trattamento di stagionatura; in particolare si dovrà curare che l'essiccamento della massa<br />

del calcestruzzo sia lento e uniforme.<br />

Si dovranno evitare condizioni per le quali si possano formare efflorescenze sul calcestruzzo; qualora queste<br />

apparissero, sarà onere dell’Appaltatore eliminarle tempestivamente mediante spazzolatura, senza impiego<br />

66


di acidi.<br />

Le superfici finite e curate come indicato ai punti precedenti dovranno essere adeguatamente protette se le<br />

condizioni ambientali e di lavoro saranno tali da poter essere causa di danno in qualsiasi modo alle superfici<br />

stesse.<br />

Si dovrà evitare che vengano prodotte sulla superficie finita scalfitture, macchie o altro che ne pregiudichino<br />

la durabilità o l'estetica.<br />

Si dovranno evitare inoltre macchie di ruggine dovute alla presenza temporanea dei ferri di ripresa; in tali casi<br />

occorrerà prendere i dovuti provvedimenti evitando che l'acqua piovana scorra sui ferri e successivamente<br />

sulle superfici finite del getto.<br />

Qualsiasi danno o difetto della superficie finita del calcestruzzo dovrà essere eliminato a cura dell'<br />

Appaltatore, con i provvedimenti preventivamente autorizzati dal Direttore dei Lavori.<br />

Tutti gli elementi, metallici e non, utilizzati per la legatura ed il sostegno dei casseri dovranno essere rimossi<br />

dopo la casseratura<br />

3.10.1.h Ripristini e stuccature<br />

Nessun ripristino o stuccatura potrà essere eseguito dopo il disarmo del calcestruzzo senza il preventivo<br />

controllo del Direttore dei Lavori, che dovrà autorizzare i materiali e la metodologia , proposti dal Progettista,<br />

da utilizzare per l'intervento.<br />

A seguito di tali interventi, il D.L. potrà richiedere, per motivi estetici, la ripulitura o la verniciatura del getto con<br />

idonei prodotti.<br />

3.10.1.i Controlli in corso d’opera<br />

Il Direttore dei Lavori ordinera’ l’esecuzione dei controlli in corso d’opera al fine di verificare la rispondenza<br />

dei materiali impiegati alle specifiche di progetto.<br />

Per i prelievi di campioni di calcestruzzo fresco si dovra’ fare riferimento alla UNI 9416.<br />

Per quanto riguarda le resistenze meccaniche, il controllo di accettazione dovra’ avvenire secondo quanto<br />

specificato nelle Norme Tecniche emanate in applicazione delle legge 5.11.71 n. 1086.<br />

Il Direttore dei Lavori potra’ disporre l’esecuzione sul calcestruzzo indurito di prove e controlli integrativi<br />

mediante prelievo di carote e/o altri metodi quali prove sclerometriche, ultrasuoni, misure di resistivita’, etc…,<br />

anch’esse a totale carico dell’appaltatore.<br />

3.10.2 Casseforme, armature di sostegno, centinature ed attrezzature di costruzione<br />

Per tali opere provvisionali l'Appaltatore comunicherà preventivamente alla Direzione Lavori il sistema e le<br />

modalità esecutive che intende adottare, ferma restando l'esclusiva responsabilità l'Appaltatore stesso per<br />

quanto riguarda la progettazione e l'esecuzione di tali opere provvisionali e la loro rispondenza a tutte le<br />

norme di legge ed ai criteri di sicurezza che comunque possono riguardarle. Il sistema prescelto dovrà<br />

comunque essere atto a consentire la realizzazione delle opere in conformità alle disposizioni contenute nel<br />

progetto esecutivo, e comunque deve essere conforme a quanto previsto nel “Progetto della Sicurezza”,<br />

come recepito e/o integrato dal”Piano Operativo per la Sicurezza”.<br />

Tutte le attrezzature dovranno essere dotate degli opportuni accorgimenti affinché, in ogni punto della<br />

struttura, la rimozione dei sostegni sia regolare ed uniforme.<br />

3.10.2.a Caratteristiche delle casseforme<br />

Si prescrive l'uso di casseforme metalliche o di materiali fibrocompressi o compensati; in ogni caso le<br />

casseforme dovranno avere dimensioni e spessori sufficienti ad essere opportunamente irrigidite o<br />

controventate per assicurare l'ottima riuscita delle superfici dei getti e delle opere e la loro perfetta<br />

rispondenza ai disegni di progetto.<br />

Le attrezzature in oggetto dovranno comunque rispondere ai requisiti richiesti dalle normative vigenti in<br />

materia con particolare riferimento ai disposti del D.P.R. n. 164/56.<br />

Potranno essere adottate apposite matrici se prescritte in progetto per l'ottenimento di superfici a faccia vista<br />

con motivi o disegni in rilievo.<br />

Nel caso di utilizzo di casseforme in legno, si dovrà curare che le stesse siano eseguite con tavole a bordi<br />

paralleli e ben accostate, in modo che non abbiano a presentarsi, dopo il disarmo, sbavature o<br />

disuguaglianze sulle facce in vista del getto. In ogni caso l' Appaltatore avrà cura di trattare le casseforme,<br />

prima del getto, con idonei prodotti disarmanti. Le parti componenti i casseri debbono essere a perfetto<br />

contatto per evitare la fuoriuscita di boiacca cementizia.<br />

3.10.2.b Pulizia e trattamento<br />

I casseri devono essere puliti e privi di elementi che possano in ogni modo pregiudicare l'aspetto della<br />

superficie del conglomerato cementizio indurito.<br />

67


Dove e quando necessario si farà uso di prodotti disarmanti disposti in strati omogenei continui. I disarmanti<br />

non dovranno assolutamente macchiare la superficie in vista del conglomerato cementizio. Su tutte le<br />

casseforme di una stessa opera dovrà essere usato lo stesso prodotto.<br />

3.10.2.c Giunti e riprese di getto<br />

I giunti tra gli elementi di cassaforma saranno realizzati con ogni cura al fine di evitare fuoriuscite di boiacca e<br />

creare irregolarità o sbavature; potrà essere prescritto che tali giunti debbano essere evidenziati in modo da<br />

divenire elementi architettonici.<br />

Le riprese di getto saranno, sulla faccia vista, delle linee rette e, qualora richiesto dalla Direzione Lavori,<br />

saranno marcate con gole o risalti di profondità o spessore di 2-3 cm., che all'occorrenza verranno<br />

opportunamente sigillati.<br />

3.10.2.d Legature delle casseforme e distanziatori delle armature<br />

I dispositivi che mantengono in posto le casseforme, quando attraversano il conglomerato cementizio, non<br />

devono essere dannosi a quest'ultimo, in particolare viene prescritto che, dovunque sia possibile, gli elementi<br />

delle casseforme vengano fissati nella esatta posizione prevista usando fili metallici liberi di scorrere entro<br />

tubi di PVC o simile, questi ultimi destinati a rimanere incorporati nel getto di conglomerato cementizio; dove<br />

ciò non fosse possibile, previa informazione alla DL, potranno essere adottati altri sistemi prescrivendo le<br />

cautele da adottare.<br />

E' vietato l'uso di distanziatori di legno o metallici, sono ammessi quelli in plastica, ma ovunque sia possibile<br />

dovranno essere usati quelli in malta di cemento.<br />

La superficie del distanziatore a contatto con la cassaforma deve essere la più piccola possibile, si<br />

preferiranno quindi forme cilindriche, semicilindriche e semisferiche.<br />

3.10.2.e Predisposizioni di fori, tracce, cavità, ecc.<br />

L' Appaltatore avrà l'obbligo di predisporre in corso di esecuzione quanto è previsto nei disegni costruttivi per<br />

ciò che concerne fori, tracce, cavità, incassature, etc. per la posa in opera di apparecchi accessori quali<br />

inserti metallici e non, giunti, appoggi e simili.<br />

3.10.2.f Disarmo<br />

Si potrà procedere alla rimozione delle casseforme dai getti quando saranno state raggiunti i tempi indicati ai<br />

paragrafi precedenti o, se maggiori, i tempi prescritti dal progettista per ottenere le resistenze richieste. In<br />

assenza di specifici accertamenti, l' Appaltatore dovrà attenersi a quanto stabilito dalle "Norme Tecniche di<br />

cui al D.M. 9/1/1996, emanate in applicazione dell'art. 21 della legge 5.11.1971 n° 1086".<br />

Le eventuali irregolarità o sbavature, qualora ritenute tollerabili, dovranno essere asportate mediante<br />

bocciardatura ed i punti difettosi dovranno essere ripresi accuratamente con malta cementizia a ritiro<br />

compensato immediatamente dopo il disarmo<br />

Eventuali elementi metallici, quali chiodi o reggette che dovessero sporgere dai getti, dovranno essere tagliati<br />

almeno 1,0 cm sotto la superficie finita e gli incavi risultanti verranno accuratamente sigillati con malta fine di<br />

cemento ad alta adesione.<br />

3.10.3 Acciaio in barre per calcestruzzo<br />

3.10.3.a Approvvigionamento dell’acciaio in barre<br />

Saranno ammessi alla fornitura di acciaio per costruzioni soltanto fornitori prequalificati dall' Appaltatore.<br />

Prima dell'inizio della fornitura si dovrà trasmettere una lettera di notifica alla D.L. con il nominativo del<br />

Fornitore, i tipi d'acciaio e le caratteristiche della gamma richiesta e copia del dossier di qualificazione.<br />

L'Appaltatore dovrà documentare la provenienza, il tipo e la classe di ogni partita di acciaio in barre che entra<br />

in cantiere, nonché il peso complessivo della partita e quello dei tondini di uno stesso diametro.<br />

Per partita si intende il quantitativo di materiale che, pervenendo da un unico stabilimento nel periodo<br />

massimo di una settimana, potrà essere considerato come unica fornitura omogenea sia per titolo che. per<br />

caratteristiche fisico-meccaniche.<br />

3.10.3.b Controllo del peso e della sezione<br />

Per il controllo del peso effettivo da ogni partita dovranno essere prelevati dei campioni di barra. Qualora<br />

risultassero sezioni effettive inferiori a quelle ammesse dalle tolleranze previste nel D.M. attuativo della<br />

Legge n° 1086 il materiale verrà rifiutato e subito allontanato dal cantiere.<br />

Qualora il peso effettivo risultasse inferiore al 98% di quello teorico e fosse accettabile in base alle tolleranze<br />

previste nel D.M. attuativo della Legge n° 1086, dovranno essere aggiunte (modificando i disegni di progetto<br />

e informando il Direttore dei Lavori) barre in quantità sufficiente a realizzare una sezione di acciaio non<br />

68


inferiore a quella prevista dal progetto esecutivo originariamente approvato.<br />

3.10.3.c Controlli<br />

Per l'acciaio controllato in stabilimento, 1'Appaltatore dovrà produrre la documentazione prescritta dalle<br />

norme in vigore (D.M. 9/1/96, par. 2.2.8.2. e 2.2.8.3.) che certifichi gli avvenuti controlli (esistenza del Marchio<br />

depositato presso il Servizio Tecnico Centrale del Ministero dei Lavori Pubblici) e consentire al Direttore dei<br />

Lavori di accertare la presenza dei contrassegni di riconoscimento.<br />

Tutte le fomiture di acciaio dovranno essere accompagnate da un certificato di un Laboratorio Ufficiale,<br />

riferito al tipo di armatura di cui trattasi, e marchiate secondo quanto previsto al punto 2.2.9. del D.M. 9/1/96.<br />

Durante i lavori dovranno essere prelevati, per essere inviati a Laboratori Ufficiali o autorizzati, non meno di<br />

tre campioni per ciascun diametro utilizzato, ogni 1000 barre o partita se di minore entità, della lunghezza<br />

rispettivamente di:<br />

• 1.20 m per diametro delle barre inferiore o uguale a 10mm;<br />

• 1.50 m per diametro delle barre compreso tra 12 e 18 mm;<br />

• 1.80 m per diametro delle barre superiore o uguale a 20 mm.<br />

In caso di risultato sfavorevole delle prove di resistenza e duttilità, previste per legge, il complesso delle barre<br />

al quale si riferisce il campione dovrà essere accantonato e identificato in attesa dei risultati delle ulteriori<br />

verifiche.<br />

Rimane comunque salva la facoltà del Direttore dei Lavori di disporre, per giustificati motivi, eventuali ulteriori<br />

controlli a carico dell'Appaltatore.<br />

3.10.3.d Giunzioni<br />

Le giunzioni verranno eseguite:<br />

• per sovrapposizione delle barre,<br />

• per sovrapposizione e saldatura,<br />

• mediante manicotti filettati,<br />

secondo le specifiche contenute nel progetto delle strutture.<br />

3.10.3.e Realizzazione delle gabbie e posizionamento delle armature per cemento armato<br />

Le gabbie di armatura dovranno essere, per quanto possibile, composte fuori opera; in ogni caso in<br />

corrispondenza di tutti i nodi dovranno essere eseguite legature doppie incrociate in filo di ferro ricotto di<br />

diametro non inferiore a 0.6 mm in modo da garantire l'invariabilità della geometria della gabbia durante il<br />

getto.<br />

Nel caso di gabbie assemblate con parziale saldatura l'acciaio dovrà essere del tipo saldabile.<br />

La posizione delle armature metalliche entro i casseri dovrà essere garantita utilizzando esclusivamente<br />

opportuni distanziatori in materiale plastico non deformabile oppure di malta o pasta cementizia, in modo da<br />

rispettare il copriferro prescritto. L'Appaltatore dovrà adottare tutti gli accorgimenti necessari affinché le<br />

gabbie mantengano la posizione di progetto all'interno delle casseforme durante il getto.<br />

3.10.4 MALTE E CALCESTRUZZI CEMENTIZI PREMISCELATI A RITIRO COMPENSATO<br />

Le malte reoplastiche, fornite premiscelate a secco, dovranno essere impastate in idonei miscelatori con il<br />

minimo quantitativo d' acqua indicato dalla ditta produttrice; esse saranno miscelate sino ad ottenere un<br />

impasto omogeneo e privo di grumi, aggiungendo eventualmente altra acqua, qualora l' impasto non si<br />

presentasse di consistenza plastica, ma comunque senza superare i quantitativi massimi di acqua indicati<br />

dalla stessa ditta produttrice.<br />

La temperatura ottimale d' impiego delle malte reoplastiche è di circa 20°C; sono tuttavia accettabili<br />

temperature comprese tra 10 e 35°C. Al di fuori di tale intervallo, l' applicazione potrà avvenire solo dietro<br />

autorizzazione da parte della Direzione dei lavori.<br />

3.10.4.a Requisiti delle miscele, controlli<br />

Tutte le malte cementizie dovranno avere le seguenti caratteristiche meccaniche:<br />

• - ritiro nullo o leggero effetto espansivo,<br />

• - resistenza a compressione a tre giorni: ....................................................... 400kg/cm2,<br />

• - resistenza a compressione a ventotto giorni: ............................................... 800kg/cm2,<br />

• - resistenza a flessione a tre giorni:.................................................................. 90kg/cm2,<br />

• - adesione al calcestruzzo a tre giorni: ............................................................. 20kg/cm2.<br />

In caso di non rispondenza dei materiali alle specifiche richieste, si dovrà provvedere alla revisione delle<br />

formulazioni delle miscele.<br />

69


3.10.5 Controlli sul conglomerato cementizio<br />

Per i controlli sul conglomerato ci si atterrà a quanto previsto dal capitolo 11 del DM 14 gennaio 2008.<br />

Il conglomerato viene individuato tramite la resistenza caratteristica a compressione secondo quanto<br />

specificato nel suddetto capitolo 11 del DM 14 gennaio 2008.<br />

La resistenza caratteristica del conglomerato dovrà essere non inferiore a quella richiesta dal progetto.<br />

Il controllo di qualità del conglomerato si articola nelle seguenti fasi: studio preliminare di qualificazione,<br />

controllo di accettazione, prove complementari (vedere paragrafi 4, 5 e 6 dell'allegato 2).<br />

I prelievi dei campioni necessari per i controlli delle fasi suddette avverranno al momento della posa in opera<br />

dei casseri, secondo le modalità previste nel paragrafo 3 del succitato Allegato 2.<br />

Al fine di verificare la rispondenza delle opere eseguite alle specifiche e agli standard prefissati, l'Appaltatore<br />

dovrà eseguire o far eseguire tutte le prove e i controlli previsti dalle presenti prescrizioni, così come quelli<br />

integrativi richiesti dal Direttore dei Lavori in base a motivate esigenze tecniche. .<br />

Tutti gli oneri diretti e indiretti derivanti dall'applicazione delle presenti prescrizioni, compresi quelli necessari<br />

per il prelievo, confezionamento, trasporto dei campioni di materiali da sottoporre a prove fisiche chimiche e<br />

meccaniche, nonché i costi di esecuzione di queste ultime a cura di Laboratori Ufficiali o Autorizzati, si<br />

intendono compresi e compensati dai prezzi contrattuali.<br />

Le prove di carico prescritte dalle specifiche contrattuali o dai documenti di progetto o richieste dal Direttore<br />

dei Lavori in base a motivate esigenze tecniche o dal Collaudatore, così come quelle previste dalle leggi<br />

vigenti, dovranno essere eseguite a cura e spese dell'Appaltatore. Per tutti i tipi di prova l'Appaltatore dovrà<br />

fornire i tecnici, le maestranze, le attrezzature, predisporre le eventuali opere provvisionali e i ponteggi in<br />

quantità e tipologie adeguate all'esecuzione delle prove medesime.<br />

Prima della effettuazione delle prove il progettista dovrà concordare la disposizione ed il tipo delle<br />

apparecchiature, degli strumenti e dei materiali da utilizzare, al fine di garantire la operatività e la precisione<br />

richiesta controllando anche lo stato delle tarature.<br />

L’Appaltatore dovrà assicurare, nel rispetto delle norme di sicurezza, la completa accessibilità sia alle opere<br />

da collaudare che agli strumenti di misura.<br />

Per consentire l' esecuzione delle prove previste in tempi congruenti con le esigenze di avanzamento dei<br />

lavori, l' Appaltatore dovrà fare riferimento a uno o più laboratori attrezzati. Le prove previste ai sensi della<br />

Legge 1086 e relativi decreti di attuazione dovranno essere effettuate solo presso Laboratori Ufficiali o<br />

Autorizzati.<br />

Nel caso d'esecuzione di opere che, per effetto di operazioni successive, risultassero inaccessibili o<br />

comunque non più ispezionabili, prima di procedere con le operazioni successive l'Appaltatore dovrà darne<br />

informazione al Direttore dei Lavori; nel caso in cui l' Appaltatore non ottemperi a quanto sopra, il Direttore<br />

dei Lavori potrà richiedere, a cura e spese dell'Appaltatore, la messa a nudo delle parti occultate o che<br />

vengano rese comunque accessibili le opere preventivamente non ispezionate.<br />

3.10.6 Altre indicazioni sulle modalita’ di esecuzione per il cemento armato normale<br />

Nell'esecuzione delle opere di cemento armato normale l'appaltatore dovrà attenersi alle norme contenute<br />

nella Legge n. 1086/71 e nelle relative norme tecniche del DM 14 gennaio 2008. In particolare:<br />

a) Gli impasti devono essere preparati e trasportati in modo da escludere pericoli di segregazione dei<br />

componenti o di prematuro inizio della presa al momento del getto.<br />

Il getto deve essere convenientemente compatto; la superficie dei getti deve essere mantenuta umida<br />

per almeno tre giorni.<br />

Non si deve mettere in opera il conglomerato a temperature minori di 0 °C, salvo il ricorso ad opportune<br />

cautele.<br />

b) Le giunzioni delle barre in zona tesa, quando non siano evitabili, si devono realizzare possibilmente<br />

nelle regioni di minor sollecitazione, in ogni caso devono essere opportunamente sfalsate.<br />

Le giunzioni di cui sopra possono effettuarsi mediante:<br />

- saldature eseguite in conformità delle norme in vigore sulle saldature;<br />

- manicotto filettato;<br />

- sovrapposizione calcolata in modo da assicurare l'ancoraggio di ciascuna barra. In ogni caso la<br />

lunghezza di sovrapposizione in retto deve essere non minore di 20 volte il diametro e la<br />

prosecuzione di ciascuna barra deve essere deviata verso la zona compromessa. La distanza mutua<br />

(interferro) nella sovrapposizione non deve superare 6 volte il diametro.<br />

c) Le barre piegate devono presentare, nelle piegature, un raccordo circolare di raggio non minore di 6<br />

volte il diametro. Gli ancoraggi devono rispondere a quanto prescritto al punto 4.1.6.1.4 del DM 14 gennaio<br />

2008. Per barre di acciaio incrudito a freddo le piegature non possono essere effettuate a caldo.<br />

70


d) La superficie dell'armatura resistente deve distare dalle facce esterne del conglomerato di almeno 0,8<br />

cm nel caso di solette, setti e pareti, e di almeno 2 cm nel caso di travi e pilastri. Tali misure devono essere<br />

aumentate, e al massimo rispettivamente portate a 2 cm per le solette ed a 4 per le travi ed i pilastri, in<br />

presenza di salsedine marina, ed altri agenti aggressivi. Copriferri maggiori richiedono opportuni<br />

provvedimenti intesi ad evitare il distacco (per esempio reti).<br />

Le superfici delle barre devono essere mutuamente distanziate in ogni direzione di almeno una volta il<br />

diametro delle barre medesime e, in ogni caso, non meno di 2 cm.<br />

Si potrà derogare a quanto sopra raggruppando le barre a coppie ed aumentando la mutua distanza<br />

minima tra le coppie ad almeno 4 cm.<br />

Per le barre di sezione non circolare si deve considerare il diametro del cerchio circoscritto.<br />

e) Il disarmo deve avvenire per gradi ed in modo da evitare azioni dinamiche. Esso non deve inoltre<br />

avvenire prima che la resistenza del conglomerato abbia raggiunto il valore necessario in relazione<br />

all'impiego della struttura all'atto del disarmo, tenendo anche conto delle altre esigenze progettuali e<br />

costruttive; la decisione è lasciata al giudizio del Direttore dei lavori.<br />

Tutte le strutture in conglomerato cementizio dovranno essere eseguite secondo le migliori regole d'arte, in<br />

modo da risultare perfettamente omogenee, ben collegate ed allineate ai piani orizzontali e verticali con una<br />

tolleranza mai maggiore di 5 mm, sia in sporgenza, sia in rientranza.<br />

In nessun caso saranno ammessi affioramenti di orditura, boiaccature o rappezzi con intonaci, indice di<br />

deficiente esecuzione dei getti.<br />

Il conglomerato cementizio dovrà essere ottenuto, utilizzando unicamente impastatrici create a questo scopo,<br />

con esclusione quindi di quelle "a bicchiere" ruotante intorno ad un asse orientabile per i carico e lo scarico.<br />

La resistenza caratteristica cubica (R' b K) dei conglomerati non deve in ogni caso essere inferiore a 250<br />

Kg/cmq dopo 28 giorni per le fondazioni ed a 300 Kg/cmq per le strutture in elevazione.<br />

L'acqua per il confezionamento dei conglomerati e delle malte deve essere limpida, non contenere sali<br />

(particolarmente solfati e cloruri). Il suo pH deve risultare compreso tra 6 e 8. Resta tassativamente escluso<br />

l'impiego di acque marine o salmastre o comunque aggressive.<br />

Ove risulti prescritto a disegno o richiesto dal Direttore dei Lavori, dovrà usarsi comunque l'additivo<br />

fluidificante (ad. es. Rheomac 561 in ragione di 2,00 litri/q.li di cemento) per portare l'abbassamento del cono<br />

Abrams da 20 + 30 mm a 180 + 200 mm a parità del getto durante il periodo di presa; la D.L. potrà richiedere<br />

la sorveglianza della casa produttrice degli additivi sulla esecuzione dei conglomerati e potrà far eseguire dei<br />

controlli chimici sui conglomerati già in opera, al fine di accertare la presenza nel conglomerato dell'additivo<br />

richiesto.<br />

La dosatura dei materiali per il conferimento degli impasti di conglomerato cementizio dovrà avvenire<br />

unicamente a peso o a volume.<br />

I conglomerati preconfezionati dovranno essere consegnati in cantiere pronti all'uso senza nessun<br />

trattamento preventivo.<br />

Il trasporto del conglomerato dovrà avvenire con mezzi adeguati, in modo da escludere ogni pericolo di<br />

separazione dei materiali o di prematuro inizio della presa.<br />

In caso di necessità, e previa autorizzazione della Direzione dei Lavori, i getti potranno essere eseguiti con<br />

l'impiego di pompe del tipo a spinta meccanica. Dovranno tuttavia essere garantite e appurate le prescritte<br />

caratteristiche di resistenza del conglomerato.<br />

Potrà essere autorizzato dalla Direzione Lavori l'impiego di fluidificanti, l'onere del quale sarà a carico<br />

dell'Appaltatore.<br />

Non sarà consentito l'impiego di inerti di natura diversa da quella prescritta o di additivi di vario tipo (antigelo,<br />

fluidificanti, acceleratore di presa, impermeabilizzanti, ecc.) senza la preventiva autorizzazione scritta della<br />

Direzione Lavori.<br />

Non sarà consentito il getto del conglomerato a temperature minori di 0 °C, salvo i ricorso ad opportune<br />

cautele, quali ad es. l'impiego di additivi antigelo.<br />

L'impiego di antigelo non escluderà l'onere, in specie durante le ore notturne, della protezione delle superfici<br />

esposte con stuoie, sabbia o con accorgimenti similari.<br />

Nella stagione calda, ed in particolare quando i getti sono esposti all'azione diretta dei raggi del sole, si<br />

dovranno ugualmente adottare speciali cautele consistenti in frequenti inaffiamenti e copertura delle superfici<br />

esposte con sabbia, teli, stuoie o materiali similari da mantenere costantemente umidi.<br />

Comunque la superficie dei getti dovrà essere mantenuta umida per almeno tre giorni; ciò a prescindere dalla<br />

stagione o dalle condizioni ambientali in cui avviene l'esecuzione dei getti stessi.<br />

Nelle riprese a getto, se il conglomerato è già indurito, si dovrà rimettere al vivo la superficie dei getti di prima<br />

fase, asportando tutta la parte fine affiorata, rendendola scabra e lavandola con acqua, in modo da<br />

assicurare il collegamento efficace con ripresa del getto. Nei casi in cui si paventi l'infiltrazione di acqua si<br />

dovranno inserire giunti speciali in neoprene tipo idrostop o similari.<br />

Quando non risultino indicate nei disegni, le interruzioni dei getti, se necessarie, dovranno essere concordate<br />

con la Direzione Lavori.<br />

71


La Direzione Lavori si riserva il diritto di ordinare all'Appaltatore l'esecuzione della vibrazione dei getti, che<br />

sarà eseguita con vibratori idonei e comunque approvati dalla D.L.; i tempi di vibrazione dovranno essere<br />

sempre commisurati alle cubature dei getti e alla composizione granulometrica degli inerti.<br />

E' assolutamente vietato il trasporto del conglomerato all'interno del cassero, utilizzando l'effetto della<br />

vibrazione.<br />

Sui registri di cantiere dovrà essere sempre registrata la data di inizio e di ultimazione di ciascun getto. Nei<br />

casi in cui si paventi l'infiltrazione di acqua si dovranno inserire giunti speciali in neoprene del tipo idrostop o<br />

similari.<br />

I getti dovranno essere eseguiti in stretta e tassativa aderenza alla legislazione e normativa esistente, a<br />

quanto sopra prescritto e a quanto prescritto dai documenti contrattuali, con particolare riguardo ai disegni<br />

esecutivi.<br />

Nessuna opera in conglomerato cementizio dovrà essere soggetta al transito diretto di personale e mezzi<br />

d'opera prima che abbia raggiunto un sufficiente grado di maturazione.<br />

Il disarmo dovrà avvenire per gradi ed in modo da evitare azioni dinamiche, e non prima che la resistenza del<br />

conglomerato abbia raggiunto il valore necessario in relazione all'impiego delle strutture all'atto del disarmo.<br />

La decisione sarà lasciata al giudizio della Direzione Lavori.<br />

In assenza di specifici accertamenti ed in normali condizioni ambientali di maturazione si devono osservare i<br />

tempi minimi di disarmo indicati dalla normativa vigente.<br />

Nella progettazione delle strutture che si prevede di eseguire in cemento armato è ammessa la realizzazione<br />

con cemento in opera o anche secondo criteri di parziale o integrale prefabbricazione o industrializzazione.<br />

I requisiti che le strutture devono possedere in relazione alla propria funzione sono quelli statici; la sicurezza<br />

deve essere verificata sia nell'insieme della struttura, sia nelle singole parti dell'edificio e negli impianti.<br />

Devono sussistere idonee condizioni di sicurezza sia ai carichi e alle condizioni normali di esercizio, sia ad<br />

alcune condizioni eccezionali prevedibili.<br />

3.10.7 Modalita’ di esecuzione per il cemento armato precompresso<br />

Nell'esecuzione delle opere di cemento armato precompresso l'appaltatore dovrà attenersi alle prescrizioni<br />

contenute nelle attuali norme tecniche del DM 14 gennaio 2008.<br />

In particolare:<br />

Il getto deve essere costipato per mezzo di vibratori ad ago od a lamina, ovvero con vibratori esterni, facendo<br />

particolare attenzione a non deteriorare le guaine dei cavi.<br />

Le superfici esterne dei cavi post-tesi devono distare dalla superficie del conglomerato non meno di 25 mm<br />

nei casi normali, e non meno di 35 mm in caso di strutture site all'esterno o in ambiente aggressivo. Il<br />

ricoprimento delle armature pre-tese non deve essere inferiore a 15 mm o al diametro massimo dell'inerte<br />

impiegato, e non meno di 25 mm in caso di strutture site all'esterno o in ambiente aggressivo.<br />

Nel corso dell'operazione di posa si deve evitare, con particolare cura, di danneggiare l'acciaio con intagli,<br />

pieghe, ecc.<br />

Si deve altresì prendere ogni precauzione per evitare che i fili subiscano danni di corrosione sia nei depositi<br />

di approvvigionamento sia in opera, fino alla ultimazione della struttura. All'atto della messa in tiro si debbono<br />

misurare contemporaneamente lo sforzo applicato e l'allungamento conseguito; i due dati debbono essere<br />

confrontati tenendo presente la forma del diagramma sforzi allungamenti a scopo di controllo delle perdite<br />

per attrito.<br />

Per le operazioni di tiro, ci si atterrà a quanto previsto al punto 6.2.4.1 del succitato DM.<br />

L'esecuzione delle guaine, le caratteristiche della malta, le modalità delle iniezioni devono egualmente<br />

rispettare le suddette norme.<br />

3.10.8 Riferimenti normativi per le opere in cemento armato<br />

Nella esecuzione delle opere in conglomerato cementizio armato e di quelle in carpenteria metallica l'<br />

Appaltatore dovrà attenersi strettamente a tutte le norme vigenti, con particolare ancorchè non esclusivo<br />

riferimento a quelle nel seguito indicate.<br />

LEGGI, DECRETI MINISTERIALI, CIRCOLARI MIN. LL.PP.<br />

RIFERIMENTO DESCRIZIONE<br />

DM 14/01/2008. “Approvazione delle norme tecniche per le costruzioni”<br />

Ordinanza P.C.M n. 3274 20/03/2003 Allegato 1 “Criteri per l’ individuazione delle zone sismiche –<br />

individuazione, formazione e aggiornamento degli elenchi<br />

delle medesime zone”<br />

Legge 5.11.1971, n. 1086: "Norma per la disciplina delle opere in conglomerato<br />

cementizio, normale e precompresso ed a struttura<br />

72


metallica".<br />

Circolare Min LL. PP. 14.2.1974 n. 11951 "Istruzione per l' applicazione delle norme sul cemento<br />

armato".<br />

Circolare Min LL. PP. 31.7.1979 n. 19581 "Legge 5.11.1971, n. 1086, art. 7 - Collaudo statico".<br />

Circolare Min LL. PP. 9.1.1980, n. 20049 "Legge 5.11.1971, n. 1086 - Istruzioni relative ai controlli sul<br />

conglomerato cementizio adoperato per le strutture in<br />

cemento armato".<br />

Circolare Min. LL. PP. 1.9.87, n. 29010 “Legge 5 Novembre 1971, N. 1086- Decreto Ministeriale 27<br />

Luglio 1985, Controllo dei materiali in genere e degli acciai<br />

per cemento armato normale in particolare”.<br />

Circolare Min LL. PP. 16.7.1992, n. 36105 "Legge 5.11.1971, n. 1086 - D.M. 14.2.1992 - Acciai per<br />

cemento armato e per carpenteria".<br />

Circolare Min LL. PP. 24.6.1993, n.<br />

37406/STC<br />

"Legge 5.11.1971, n. 1086 - Istruzioni relative alle norme<br />

tecniche per l' esecuzione delle opere in c.a. normale e<br />

precompresso e per le strutture metalliche di cui al D.M.<br />

14.2.1992.<br />

D.M. Min LL. PP. 9.1.1996: "Norme tecniche per il calcolo, l' esecuzione ed il collaudo<br />

delle strutture in cemento armato, normale e precompresso<br />

e per le strutture metalliche.<br />

Circolare Min. LL.PP. 15 Ottobre 1996, n.<br />

252<br />

Servizio <strong>tecnico</strong> centrale del Ministero dei<br />

Lavori Pubblici<br />

“Legge 5 Novembre 1971, n. 1086 – Istruzioni per<br />

l’applicazione delle Norme Tecniche per il calcolo,<br />

l’esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato,<br />

normale e precompresso e per le strutture metalliche.<br />

“Linee guida per il calcestruzzo strutturale”.<br />

Legge 2 febbraio 1974, n. 64 "Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni<br />

per le zone sismiche".<br />

Circolare Min. LL.PP. 5.3.1985 n. 25882 " Istruzioni per l' applicazione delle norme tecniche per le<br />

costruzioni sismiche".<br />

D.M. Min LL. PP. 16.1.1996: "Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche".<br />

Circolare Min. LL.PP. 10.4.1997 "Istruzioni per l' applicazione delle Norme tecniche per le<br />

costruzioni in zone sismiche di cui al decreto ministeriale 16<br />

gennaio 1996.<br />

D.M. Min. LL.PP. 20.11.1987 "Norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo<br />

degli edifici in muratura e per il loro consolidamento".<br />

Circolare Min. LL.PP. 4.1.1989, n. 30787 "Istruzioni in merito alle norme tecniche per la progettazione,<br />

esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e per il loro<br />

consolidamento".<br />

D.M. Min. LL. PP. 3.12.87 "Norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo<br />

delle costruzioni prefabbricate".<br />

Circolare Min. LL. PP. 16.3.1989, n. 31104 "Istruzioni in merito alle norme tecniche per la progettazione,<br />

esecuzione e collaudo delle costruzioni prefabbricate".<br />

D.M. Min. LL. PP. 11.3.1988 "Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle<br />

rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri<br />

generali e le prescrizioni per la progettazione l' esecuzione<br />

ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle<br />

opere di fondazione".<br />

Circolare Min LL. PP. 24.9.1988, n. 30483 "L. 2.2.74, n. 64 - art. 1 - Istruzioni per l' applicazione del<br />

D.M. 11.3.1988".<br />

D.M. Min. LL.PP. 12.2.1982 "Aggiornamento delle norme tecniche relative ai Criteri<br />

generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei<br />

73


carichi e sovraccarichi".<br />

Circolare Min. LL.PP. 24.5.1982, n. 22631 "Istruzioni applicative D.M. 12.02.82".<br />

D.M. Min. LL. PP. 16.1.1996 "Norme tecniche relative ai Criteri generali per la verifica di<br />

sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi".<br />

D.Min. LL.PP. 4.5.1990 "Aggiornamento delle norme tecniche per la progettazione,<br />

esecuzione e collaudo di ponti stradali".<br />

Circolare Min. LL.PP. 25 febbraio 1991, n.<br />

34223<br />

"L. 2.2.1974, n. 64, art. 1 - D.M. 4.5.90. Istruzioni<br />

applicative".<br />

L. 26.5.1965, n. 595 "Caratteristiche tecniche e requisiti dei leganti idraulici".<br />

D.M. 3.6.1968 "Nuove norme sui requisiti di accettazione e modalità di<br />

prova dei cementi".<br />

D.M. 31.8.1972 "Norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova degli<br />

agglomerati cementizi e delle calci idrauliche".<br />

D.M. 20.11.1984 "Modificazione al D.M. 3.6.1968 recante norme sui requisiti<br />

di accettazione e modalità di prova dei cementi".<br />

D.M. 9.3.1988, n. 126 "Regolamento del servizio di controllo e certificazione di<br />

qualità dei cementi".<br />

D.M. 13.9.1993<br />

ISTRUZIONI CNR<br />

“Nuove Norme sui requisiti di accettazione e modalita’ di<br />

prova dei cementi”.<br />

CNR 10011 "Costruzioni in acciaio: istruzioni per il calcolo, l' esecuzione,<br />

il collaudo e la manutenzione".<br />

CNR 10016 "Travi composte di acciaio e calcestruzzo. Istruzioni per l'<br />

impiego nelle costruzioni".<br />

CNR 10018 "Apparecchi d' appoggio in gomma e PTFE nelle costruzioni.<br />

Istruzioni per il calcolo e l' impiego".<br />

CNR 10022 “Costruzioni di profilato d’acciaio formati a freddo. Istruzioni<br />

per l’impiego”.<br />

CNR 10012 "Istruzioni per la valutazione delle azioni sulle costruzioni".<br />

CNR 10025 "Istruzioni per il progetto, l' esecuzione ed il controllo delle<br />

strutture prefabbricate in calcestruzzo".<br />

DOCUMENTI UNI e CNR-UNI<br />

CEMENTI<br />

UNI 7208 Determinazione del calore di idratazione col metodo per<br />

soluzione.<br />

UNI 7374 Determinazione della finezza mediante permeabilimetro ad<br />

aria.<br />

UNI 9156 Cementi resistenti ai solfati - classificazione e composizione.<br />

UNI 9188 Determinazione del tenore di alluminato tricalcico (C3A) del<br />

clinker contenuto nei cementi pozzolanici.<br />

UNI 9606 Cementi resistenti al dilavamento. Classificazione e<br />

composizione.<br />

UNI 9607 Cementi resistenti ai solfati. Metodi di controllo della<br />

composizione.<br />

UNI 9943 Cementi resistenti al dilavamento. Metodi di controllo della<br />

composizione.<br />

74


UNI ENV 196 Metodi di prova dei cementi;<br />

UNI ENV 197/1 Cemento. Composizione, specifiche e criteri di conformita’.<br />

ACQUA<br />

UNI EN 1008 Acqua per calcestruzzo.<br />

AGGREGATI<br />

UNI 8520 Aggregati per confezione di calcestruzzi (Definizioni,<br />

classificazioni, caratteristiche, limiti di accettazione e<br />

determinazioni varie).<br />

UNI 7549 Aggregati leggeri (definizioni, classificazioni e determinazioni<br />

varie).<br />

ADDITIVI PER IMPASTI CEMENTIZI (DEFINIZIONI, CLASSIFICAZIONI, LIMITI DI ACCETTAZIONE E<br />

DETERMINAZIONI VARIE)<br />

UNI 7101 Definizione e classificazione.<br />

UNI 7102 Additivi fluidificanti. Idoneità e relativi metodi di controllo.<br />

UNI 7103 Additivi aeranti. Idoneità e relativi metodi di controllo.<br />

UNI 7104 Additivi ritardanti. Idoneità e relativi metodi di controllo.<br />

UNI 7105 Additivi acceleranti. Idoneità e relativi metodi di controllo.<br />

UNI 7106 Additivi fluidificanti-aeranti. Idoneità e relativi metodi di<br />

controllo.<br />

UNI 7107 Additivi fluidificanti-ritardanti. Idoneità e relativi metodi di<br />

controllo.<br />

UNI 7108 Additivi fluidificanti-acceleranti. Idoneità e relativi metodi di<br />

controllo.<br />

UNI 7109 Additivi antigelo. Idoneità e relativi metodi di controllo.<br />

UNI 7110 Determinazione della solubilità in acqua distillata<br />

ed in acqua satura di calce.<br />

UNI 7111 Determinazione del tenore di sostanza secca.<br />

UNI 7112 Determinazione delle sostanze zuccherine riducenti.<br />

UNI 7114 Determinazione del potere schiumogeno degli additivi aeranti<br />

e fluidificanti aeranti.<br />

UNI 7115 Determinazione della densità degli additivi liquidi o in<br />

soluzione.<br />

UNI 7116 Determinazione dell' alcalinità totale.<br />

UNI 7117 Determinazione della tensione superficiale di soluzioni<br />

contenenti additivi.<br />

UNI 7118 Determinazione della concentrazione idrogenionica (pH) di<br />

soluzioni contenenti additivi.<br />

UNI 7119 Determinazione del cloro.<br />

UNI 7120 Determinazione dei tempi di inizio e fine presa delle paste<br />

cementizie contenenti additivi antigelo.<br />

UNI 8145 Additivi superfluidificanti. Idoneità e relativi metodi di<br />

controllo.<br />

AGGIUNTE<br />

UNI EN 450 Ceneri volanti per calcestruzzo. Definizioni, requisiti e<br />

75


controllo di qualita’.<br />

UNI EN 451 / 1 Metodo di prova delle ceneri volanti. Determinazione del<br />

contenuto di ossido di calcio libero.<br />

AGENTI ESPANSIVI NON METALLICI PER IMPASTI CEMENTIZI (LIMITI DI ACCETTAZIONE E<br />

DETERMINA ZIONI VARIE)<br />

UNI 8146 Idoneità e relativi metodi di controllo.<br />

UNI 8147 Determinazione dell' espansione contrastata della malta<br />

contenente l' agente espansivo.<br />

UNI 8148 Determinazione dell' espansione contrastata del calcestruzzo<br />

contenente l' agente espansivo.<br />

UNI 8149 Determinazione della massa volumica.<br />

METODOLOGIE DI PROVA PER MALTE E CALCESTRUZZI ORDINARI<br />

MALTE<br />

UNI 6009 Stampo per la preparazione provini da 4 x 4 x 16 cm di malta<br />

plastica – Complessivo e parti componenti.<br />

UNI 6010 Stampo, copristampo e cuscinetto per la preparazione<br />

provini di malta buttata per prove di resistenza a<br />

compressione.<br />

UNI 6011 Stampo, copristampo e cuscinetto per la preparazione<br />

provini di malta buttata per prove di resistenza a trazione.<br />

UNI 7044 Determinazione della consistenza mediante l' impiego della<br />

tavola a scosse.<br />

UNI 7121 Determinazione del contenuto d' aria.<br />

UNI 7927 Determinazione della resistenza alla penetrazione e dei<br />

tempi di inizio e fine presa.<br />

UNI 6687 Determinazione del ritiro idraulico.<br />

CALCESTRUZZI: PROVE ALLO STATO FRESCO<br />

UNI 8146<br />

Idoneità e relativi metodi di controllo.<br />

UNI 6126 Prelevamento di campioni in cantiere.<br />

UNI 9417 Classificazione della consistenza.<br />

UNI 6128 Confezione in laboratorio di calcestruzzi sperimentali;<br />

UNI 6127 Preparazione e stagionatura dei provini in calcestruzzo.<br />

UNI 6393 Controllo della composizione del calcestruzzo fresco.<br />

UNI 9418 Determinazione della consistenza - Prova di abbassamento<br />

al cono (slump test).<br />

UNI 9419 Determinazione della consistenza - Prova Vébé.<br />

UNI 9420 Determinazione della consistenza - Indice di compattabilità.<br />

UNI 8020 Determinazione della consistenza - Spandimento alla tavola<br />

a scosse.<br />

UNI 6394 Determinazione della massa volumica.<br />

UNI 6395 Determinazione volumetrica per pressione del contenuto d'<br />

aria.<br />

UNI 7122 Determinazione della quantità d' acqua d' impasto essudata.<br />

UNI 7123 Determinazione dei tempi d' inizio e fine presa mediante la<br />

76


misura della resistenza alla penetrazione.<br />

UNI 6555 Determinazione del ritiro idraulico su calcestruzzi<br />

confezionati con inerti della dimensione massima fino a 30<br />

mm.<br />

UNI 7086 Determinazione del ritiro idraulico su calcestruzzi<br />

confezionati con inerti della dimensione massima oltre 30<br />

mm.<br />

UNI 9416 Criteri generali di campionamento.<br />

CALCESTRUZZI – PROVE ALLO STATO INDURITO<br />

UNI 6127 Preparazione e stagionatura dei provini in calcestruzzo.<br />

UNI 6130 Parte prima: forma e dimensione dei provini. Parte seconda:<br />

casseforme per il confezionamento dei provini.<br />

UNI 6131 Prelevamento campioni di calcestruzzo indurito.<br />

UNI 6394 Determinazione della massa volumica.<br />

UNI 6505 Determinazione del contenuto di cemento (metodo<br />

Florentin).<br />

UNI 6132 Prove di resistenza alla compressione.<br />

UNI 6135 Prove di resistenza alla trazione.<br />

UNI 6133 Prove di resistenza alla flessione.<br />

UNI 6134 Prove di resistenza alla compressione su monconi di provini<br />

rotti per flessione.<br />

UNI 6556 Determinazione del modulo elastico secante a<br />

compressione.<br />

UNI 6686 Requisiti per macchine per prove di compressione su<br />

materiali da costruzione.<br />

CNR-UNI 10020 Prove di aderenza su barre di acciaio ad aderenza<br />

migliorata.<br />

-UNI 6555 Determinazione del ritiro idraulico su calcestruzzi<br />

confezionati con inerti della dimensione massima sino a 30<br />

mm.<br />

UNI 7086 Determinazione del ritiro idraulico su calcestruzzi<br />

confezionati con inerti della dimensione massima oltre 30<br />

mm.<br />

UNI 7699 Determinazione dell' assorbimento di acqua alla pressione<br />

atmosferica.<br />

UNI 7928 Determinazione della permeabilità allo ione cloruro.<br />

UNI 8019 Determinazione della permeabilità allo ione solfato.<br />

UNI 7087 Determinazione della resistenza alla degradazione per cicli di<br />

gelo e disgelo.<br />

UNI 9189 Determinazione dell' indice sclerometrico.<br />

UNI 9502 Procedimento analitico per valutare la resistenza al fuoco<br />

degli elementi costruttivi di conglomerato cementizio armato<br />

normale e precompresso.<br />

UNI 9524 Calcestruzzo indurito – Rilievi microsismici mediante impulsi<br />

d’onde vibrazionali ad alta frequenza, in campioni o strutture<br />

di calcestruzzo semplice, armato o precompresso.<br />

77


UNI 9525 Calcestruzzo – Determinazione dell’assorbimento di acqua<br />

per immersione sotto vuoto.<br />

UNI 9526 Calcestruzzo – Determinazione dell’assorbimento di acqua<br />

per capillarita’.<br />

UNI 9536 Calcestruzzo indurito – Determinazione della forza di<br />

estrazione con inserti pre-inglobati nel getto.<br />

UNI 9771 Calcestruzzo indurito – Determinazione della frequenza<br />

fondamentale di risonanza flessionale, estensionale e<br />

torsionale.<br />

UNI 10157 Determinazione della forza di estrazione mediante inserti<br />

post-inseriti a estrazione geometrica forzata.<br />

CORROSIONE E PROTEZIONE DELL’ARMATURA<br />

UNI 9535 Corrosione e protezione dell’armatura del calcestruzzo –<br />

Determinazione del potenziale dei ferri di armatura.<br />

UNI 9747 Corrosione delle armature del calcestruzzo in condizioni di<br />

aggressione – Metodi di intervento e prevenzione.<br />

UNI 9944 Corrosione e protezione dell’armatura del calcestruzzo –<br />

Determinazione della profondita’ di carbonatazione e del<br />

profilo di penetrazione degli ioni cloro nel calcestruzzo.<br />

UNI 10174 Istruzione per l’ispezione delle strutture di cemento armato<br />

esposte all’atmosfera mediante mappatura di potenziale.<br />

UNI 10322 Corrosione delle armature del calcestruzzo – Metodo per la<br />

determinazione del grado di protezione del calcestruzzo nei<br />

confronti dell’armatura.<br />

DURABILITA’ DELLE OPERE IN CALCESTRUZZO<br />

UNI 8981 Durabilità delle opere e manufatti in calcestruzzo -<br />

definizioni, azioni aggressive ed istruzioni per migliorare la<br />

resistenza sotto specifiche condizioni;<br />

MALTE E CALCESTRUZZI SPECIALI: Malte cementizie espansive per ancoraggi - definizioni,<br />

classificazioni e determinazioni varie.<br />

UNI 8993 Definizione e classificazione.<br />

UNI 8994 Controllo di idoneità.<br />

UNI 8995 Determinazione della massa volumica per malta fresca.<br />

UNI 8996 Determinazione dell' espansione libera in fase plastica.<br />

UNI 8997 Determinazione della consistenza mediante canaletta su<br />

malte superfluide.<br />

UNI 8998 Determinazione della quantità d' acqua d' impasto essudata;<br />

UNI 7548 Calcestruzzo leggero<br />

Parte prima: definizione e classificazione.<br />

Parte seconda: determinazione della massa volumica.<br />

AICAP Raccomandazioni tecniche per l'impiego del conglomerato<br />

cementizio fibroso.<br />

AICAP Raccomandazioni tecniche per l'impiego del conglomerato<br />

cementizio impregnato con polimeri.<br />

CNR 29 Norme sui misti cementati.<br />

MATERIALI AUSILIARI PER IL GETTO DI OPERE IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO<br />

UNI 8886 Prodotti disarmanti per calcestruzzi. Parte prima:<br />

78


definizione e classificazione. Parte seconda: prova dell'<br />

effetto disarmante alla temperatura di 20° e 80° su superficie<br />

di acciaio o di legno trattato.<br />

Prodotti filmogeni per la protezione del calcestruzzo durante la maturazione<br />

UNI 8656<br />

UNI 8657<br />

UNI 8658<br />

UNI 8659<br />

UNI 8660<br />

Classificazione e requisiti.<br />

Determinazione della ritenzione d' acqua.<br />

Determinazione del tempo di essiccamento.<br />

Determinazione del fattore di riflessione dei prodotti filmogeni<br />

pigmentati di bianco.<br />

Determinazione dell' influenza esercitata dai prodotti<br />

filmogeni sulla resistenza all' abrasione del calcestruzzo.<br />

3.10.9 Responsabilità per le opere in calcestruzzo armato e calcestruzzo armato precompresso<br />

Nell'esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso l'appaltatore dovrà attenersi<br />

strettamente a tutte le disposizioni contenute nella Legge 5 novembre 1971, n. 1086 e nelle relative norme<br />

tecniche vigenti.<br />

Nelle zone sismiche valgono le norme tecniche emanate in forza dalla Legge 2 febbraio 1974 n. 64.<br />

Tutti i lavori di cemento armato facenti parte dell'opera appaltata saranno eseguiti in base ai calcoli di stabilità<br />

accompagnati da disegni esecutivi e da una relazione, che dovranno essere redatti e firmati da un <strong>tecnico</strong><br />

abilitato iscritto all'Albo, e che l'appaltatore dovrà presentare alla Direzione dei lavori entro il termine che gli<br />

verrà prescritto, attenendosi agli schemi e disegni facenti parte del progetto ed allegati al contratto o alle<br />

norme che gli verranno impartite, a sua richiesta, all'atto della consegna dei lavori.<br />

L'esame e verifica da parte della Direzione dei lavori dei progetti delle varie strutture in cemento armato non<br />

esonera in alcun modo l'appaltatore e il progettista delle strutture dalle responsabilità loro derivanti per legge<br />

e per le precise pattuizioni del contratto.<br />

3.11 SOLAI<br />

3.11.1 Generalità<br />

Le coperture degli ambienti e dei vani e le suddivisioni orizzontali tra gli stessi potranno essere eseguite a<br />

seconda delle indicazioni di progetto, con solai di uno dei tipi descritti negli articoli successivi.<br />

I solai di partizione orizzontale (interpiano) e quelli di copertura dovranno essere previsti per sopportare, a<br />

seconda della destinazione prevista per i locali relativi, i carichi comprensivi degli effetti dinamici ordinari,<br />

previsti nel DM 14/01/2008.<br />

I solai dovranno avere caratteristiche di resistenza all’incendio maggiore o uguale a quanto previsto<br />

dalla vigente normativa in funzione della destinazione d’uso del fabbricato e della sua altezza<br />

antincendio.<br />

L'Appaltatore dovrà provvedere ad assicurare solidamente alla faccia inferiore di tutti i solai ganci di ferro<br />

appendilumi nel numero, forma e posizione che, a sua richiesta sarà precisato dalla Direzione dei lavori.<br />

3.11.2 Solai su travi e travetti di legno<br />

Le travi principali di legno avranno le dimensioni e le distanze che saranno indicate in relazione alla luce ed al<br />

sovraccarico.<br />

I travetti (secondari) saranno collocati alla distanza, fra asse e asse, corrispondente alla lunghezza delle<br />

tavelle che devono essere collocate su di essi e sull'estradosso delle tavelle deve essere disteso uno strato<br />

di calcestruzzo magro di calce idraulica formato con ghiaietto fino o altro materiale inerte.<br />

3.11.3 Solai su travi di ferro a doppio t (putrelle) con voltine di mattoni (pieni o forati) o con<br />

elementi laterizi interposti<br />

Questi solai saranno composti dalle travi, dai copriferri, dalle voltine di mattoni (pieni o forati) o dai tavelloni o<br />

dalle volterrane ed infine dal riempimento.<br />

Le travi saranno delle dimensioni previste nel progetto o collocate alla distanza prescritta; in ogni caso tale<br />

79


distanza non sarà superiore ad 1 m. Prima del loro collocamento in opera dovranno essere protette con<br />

trattamento antincorrosivo e forate per l'applicazione delle chiavi, dei tiranti e dei tondini di armatura delle<br />

piattabande.<br />

Le chiavi saranno applicate agli estremi delle travi alternativamente (e cioè uno con le chiavi e la successiva<br />

senza), ed i tiranti trasversali, per le travi lunghe più di 5 m, a distanza non maggiore di 2,50 m.<br />

Le voltine di mattoni pieni o forati saranno eseguite ad una testa in malta comune od in foglio con malta di<br />

cemento a rapida presa, con una freccia variabile fra cinque e dieci centimetri.<br />

Quando la freccia è superiore ai 5 cm dovranno intercalarsi fra i mattoni delle voltine delle grappe di ferro per<br />

meglio assicurare l'aderenza della malta di riempimento dell'intradosso.<br />

I tavelloni e le volterrane saranno appoggiati alle travi con l'interposizione di copriferri.<br />

Le voltine di mattoni, le volterrane ed i tavelloni, saranno poi ricoperti sino all'altezza dell'ala superiore della<br />

trave e dell'estradosso delle voltine e volterrane, se più alto, con scoria leggera di fornace o pietra pomice o<br />

altri inerti leggeri impastati con malta magra fino ad intasamento completo.<br />

Quando la faccia inferiore dei tavelloni o volterrane debba essere intonacata sarà opportuno applicarvi<br />

preventivamente uno strato di malta cementizia ad evitare eventuali distacchi dell'intonaco stesso.<br />

3.11.4 Solai di cemento armato o misti: generalità e classificazione<br />

Nei successivi punti sono trattati i solai realizzati esclusivamente in calcestruzzo armato o calcestruzzo<br />

armato precompresso o misti in calcestruzzo armato precompresso e blocchi in laterizio od in altri materiali.<br />

Vengono considerati sia i solai eseguiti in opera che quelli formati dall'associazione di elementi prefabbricati.<br />

Per tutti i solai valgono le prescrizioni già date per le opere in calcestruzzo armato e calcestruzzo armato<br />

precompresso, ed in particolare valgono le prescrizioni contenute nel DM 14 gennaio 2008 «Approvazione<br />

delle nuove norme tecniche per e costruzioni».<br />

I solai di calcestruzzo armato o misti sono così classificati:<br />

a. solai con getto pieno: di calcestruzzo armato o di calcestruzzo armato precompresso;<br />

b. solai misti di calcestruzzo armato, calcestruzzo armato precompresso e blocchi interposti di<br />

alleggerimento collaboranti e non, di laterizio od altro materiale;<br />

c. solai realizzati dall'associazione di elementi di calcestruzzo armato e calcestruzzo armato precompresso<br />

prefabbricati con unioni e/o getti di completamento.<br />

Per i solai del tipo 1) valgono integralmente le prescrizioni del precedente paragrafo “Opere in calcestruzzo”.<br />

I solai del tipo 2) e 3) sono soggetti anche alle norme complementari riportate nei successivi punti.<br />

3.11.5 Solai misti di calcestruzzo armato e calcestruzzo armato precompresso e blocchi forati di<br />

laterizio<br />

a) I solai misti di cemento armato normale e precompresso e blocchi forati di laterizio si distinguono nelle<br />

seguenti categorie:<br />

1) solai con blocchi aventi funzione principale di alleggerimento;<br />

2) solai con blocchi aventi funzione statica in collaborazione con il conglomerato.<br />

I blocchi di cui al punto 2), devono essere conformati in modo che nel solaio in opera sia assicurata con<br />

continuità la trasmissione degli sforzi dall'uno all'altro elemento.<br />

Nel caso si richieda al laterizio il concorso alla resistenza agli sforzi tangenziali, si devono usare elementi<br />

monoblocco disposti in modo che nelle file adiacenti, comprendenti una nervatura di conglomerato, i giunti<br />

risultino sfalsati tra loro. In ogni caso, ove sia prevista una soletta di conglomerato staticamente integrativa di<br />

altra di laterizio, quest'ultima deve avere forma e finitura tali da assicurare la solidarietà ai fini della<br />

trasmissione degli sforzi tangenziali.<br />

Per entrambe le categorie il profilo dei blocchi delimitante la nervatura di conglomerato da gettarsi in<br />

opera non deve presentare risvolti che ostacolino il deflusso di calcestruzzo e restringano la sezione delle<br />

nervature stesse.<br />

La larghezza minima delle nervature di calcestruzzo per solai con nervature gettate o completate in<br />

opera non deve essere minore di 1/8 dell'interasse e comunque non inferiore a 8 cm.<br />

Nel caso di produzione di serie in stabilimento di pannelli di solaio completi il limite minimo predetto potrà<br />

scendere a 5 cm.<br />

L'interasse delle nervature non deve in ogni caso essere maggiore di 15 volte lo spessore medio della<br />

soletta, il blocco interposto deve avere dimensione massima inferiore a 52 cm.<br />

b) Caratteristiche dei blocchi<br />

1) Spessore delle pareti e dei setti dei blocchi.<br />

Lo spessore delle pareti orizzontali compresse non deve essere minore di 8 mm, quello delle pareti<br />

perimetrali non minore di 8 mm, quello dei setti non minore di 7 mm.<br />

80


Tutte le intersezioni dovranno essere raccordate con raggio di curvatura, al netto delle tolleranze,<br />

maggiori di 3 mm.<br />

Si devono adottare forme semplici, caratterizzate da setti rettilinei ed allineati, particolarmente in<br />

direzione orizzontale, con setti con rapporto spessore/lunghezza il più possibile uniforme.<br />

Il rapporto fra l'area complessiva dei fori e l'area lorda delimitata dal perimetro della sezione del blocco<br />

non deve risultare superiore a 0,6 ÷ 0,625 h, ove h è l'altezza del blocco in metri.<br />

2) Caratteristiche fisico-meccaniche.<br />

La resistenza caratteristica a compressione, riferita alla sezione netta delle pareti e delle costolature<br />

deve risultare non minore di:<br />

– 30 N/mm 2 nella direzione dei fori;<br />

– 15 N/mm 2 nella direzione trasversale ai fori;<br />

per i blocchi di cui alla categoria a2)<br />

e di:<br />

– 15 N/mm 2 nella direzione dei fori;<br />

– 5 N/mm 2 nella direzione trasversale ai fori;<br />

per i blocchi di cui alla categoria a1).<br />

La resistenza caratteristica a trazione per flessione dovrà essere non minore di:<br />

– 10 N/mm 2 per i blocchi di tipo a2);e di:<br />

– 7 N/mm 2 per i blocchi di tipo a1).<br />

Speciale cura deve essere rivolta al controllo dell'integrità dei blocchi con particolare riferimento alla<br />

eventuale presenza di fessurazioni.<br />

c) Spessore minimo dei solai.<br />

Lo spessore dei solai a portanza unidirezionale che non siano di semplice copertura non deve essere<br />

minore di 1/25 della luce di calcolo ed in nessun caso minore di 12 cm.<br />

Per i solai costituiti da travetti precompressi e blocchi interposti il predetto limite può scendere ad 1/30.<br />

Le deformazioni devono risultare compatibili con le condizioni di esercizio del solaio e degli elementi<br />

costruttivi ed impiantistici ad esso collegati.<br />

d) Spessore minimo della soletta.<br />

Nei solai del tipo a1) lo spessore minimo del calcestruzzo della soletta di conglomerato non deve essere<br />

minore di 4 cm.<br />

Nei solai del tipo a2), può essere omessa la soletta di calcestruzzo e la zona rinforzata di laterizio, per<br />

altro sempre rasata con calcestruzzo, può essere considerata collaborante e deve soddisfare i seguenti<br />

requisiti:<br />

- possedere spessore non minore di 1/5 dell'altezza, per solai con altezza fino a 25 cm, non minore di 5 cm<br />

per solai con altezza maggiore;<br />

- avere area effettiva dei setti e delle pareti, misurata in qualunque sezione normale alla direzione dello<br />

sforzo di compressione, non minore del 50% della superficie lorda.<br />

e) Protezione delle armature.<br />

Nei solai, la cui armatura è collocata entro scanalature, qualunque superficie metallica deve risultare<br />

contornata in ogni direzione da uno spessore minimo di 5 mm di malta cementizia.<br />

Per armatura collocata entro nervatura, le dimensioni di questa devono essere tali da consentire il<br />

rispetto dei seguenti limiti:<br />

- distanza netta tra armatura e blocco 8 mm;<br />

- distanza netta tra armatura ed armatura 10 mm.<br />

Per quanto attiene la distribuzione delle armature: trasversali, longitudinali, per taglio, si fa riferimento<br />

alle citate Norme contenute nel DM del 27 luglio 1985.<br />

In fase di esecuzione prima di procedere ai getti i laterizi devono essere convenientemente bagnati.<br />

Gli elementi con rilevanti difetti di origine o danneggiati durante la movimentazione dovranno essere<br />

eliminati.<br />

f) Conglomerati per i getti in opera.<br />

Si dovrà studiare la composizione del getto in modo da evitare rischi di segregazione o la formazione di<br />

nidi di ghiaia e per ridurre l'entità delle deformazioni differite. Il diametro massimo degli inerti impiegati non<br />

dovrà superare 1/5 dello spessore minimo delle nervature né la distanza netta minima tra le armature.<br />

Il getto deve essere costipato in modo da garantire l'avvolgimento delle armature e l'aderenza sia con i<br />

blocchi sia con eventuali altri elementi prefabbricati.<br />

81


3.11.6 Solai prefabbricati<br />

Tutti gli elementi prefabbricati di calcestruzzo armato e calcestruzzo armato precompresso destinati alla<br />

formazione di solai privi di armatura resistente al taglio o con spessori, anche locali, inferiori ai 4 cm, devono<br />

essere prodotti in serie controllata. Tale prescrizione è obbligatoria anche per tutti gli elementi realizzati con<br />

calcestruzzo di inerte leggero o calcestruzzo speciale.<br />

Per gli orizzontamenti in zona sismica, gli elementi prefabbricati devono avere almeno un vincolo che sia in<br />

grado di trasmettere le forze orizzontali a prescindere dalle resistenze di attrito. Non sono comunque<br />

ammessi vincoli a comportamento fragile.<br />

Quando si assuma l'ipotesi di comportamento a diaframma dell'intero orizzontamento, gli elementi dovranno<br />

essere adeguatamente collegati tra di loro e con le travi o i cordoli di testata laterali.<br />

3.11.7 Solai misti di calcestruzzo armato e calcestruzzo armato precompresso e blocchi diversi dal<br />

laterizio<br />

a) Classificazioni.<br />

I blocchi con funzione principale di alleggerimento, possono essere realizzati anche con materiali diversi<br />

dal laterizio (calcestruzzo leggero di argilla espansa, calcestruzzo normale sagomato, materie plastiche,<br />

elementi organici mineralizzati, ecc.).<br />

Il materiale dei blocchi deve essere stabile dimensionalmente.<br />

Ai fini statici si distinguono due categorie di blocchi per solai:<br />

a1) blocchi collaboranti;<br />

a2) blocchi non collaboranti.<br />

Blocchi collaboranti.<br />

Devono avere modulo elastico superiore a 8 kN/mm 2 ed inferiore a 25 kN/mm 2 .<br />

Devono essere totalmente compatibili con il conglomerato con cui collaborano sulla base di dati e<br />

caratteristiche dichiarate dal produttore e verificate dalla Direzione dei Lavori. Devono soddisfare a tutte le<br />

caratteristiche fissate per i blocchi di laterizio della categoria a2).<br />

Blocchi non collaboranti.<br />

Devono avere modulo elastico inferiore ad 8 kN/mm 2 e svolgere funzioni di solo alleggerimento.<br />

Solai con blocchi non collaboranti richiedono necessariamente una soletta di ripartizione, dello spessore<br />

minimo di 4 cm, armata opportunamente e dimensionata per la flessione trasversale. Il profilo e le dimensioni<br />

dei blocchi devono essere tali da soddisfare le prescrizioni dimensionali imposte per i blocchi di laterizio non<br />

collaboranti.<br />

b) Spessori minimi.<br />

Per tutti i solai, così come per i componenti collaboranti, lo spessore delle singole parti di calcestruzzo<br />

contenenti armature di acciaio non potrà essere minore di 4 cm.<br />

3.11.8 Solai realizzati con l'associazione di elementi di calcestruzzo armato e calcestruzzo armato<br />

precompresso prefabbricati<br />

Oltre le prescrizioni indicate nei punti precedenti, in quanto applicabili, sono da tenere presenti le seguenti<br />

prescrizioni.<br />

a) L'altezza minima non può essere minore di 8 cm.<br />

Nel caso di solaio vincolato in semplice appoggio monodirezionale, il rapporto tra luce di calcolo del<br />

solaio e spessore del solaio stesso non deve essere superiore a 25.<br />

Per solai costituiti da pannelli piani, pieni od alleggeriti, prefabbricati precompressi (tipo 3), senza soletta<br />

integrativa, in deroga alla precedente limitazione, il rapporto sopraindicato può essere portato a 35.<br />

Per i solai continui, in relazione al grado di incastro o di continuità realizzato agli estremi, tali rapporti<br />

possono essere incrementati fino ad un massimo del 20%.<br />

È ammessa deroga alle prescrizioni di cui sopra qualora i calcoli condotti con riferimento al reale<br />

comportamento della struttura (messa in conto dei comportamenti non lineari, fessurazione, affidabili modelli<br />

di previsione viscosa, ecc.) anche eventualmente integrati da idonee sperimentazioni su prototipi, non<br />

superino i limiti indicati nel DM 14 gennaio 2008.<br />

Le deformazioni devono risultare in ogni caso compatibili con le condizioni di esercizio del solaio e degli<br />

elementi costruttivi ed impiantistici ad esso collegati.<br />

b) Solai alveolari.<br />

Per i solai alveolari, per elementi privi di armatura passiva d'appoggio, il getto integrativo deve estendersi<br />

82


all'interno degli alveoli interessati dall'armatura aggiuntiva per un tratto almeno pari alla lunghezza di<br />

trasferimento della precompressione.<br />

c) Solai con getto di completamento.<br />

La soletta gettata in opera deve avere uno spessore non inferiore a 4 cm ed essere dotata di una<br />

armatura di ripartizione a maglia incrociata.<br />

3.11.9 Altre prescrizioni sui solai in genere<br />

Per l'impiego di solai in laterizio o strutture miste non omogenee, oltre a quanto indicato nelle leggi e nelle<br />

norme di riferimento, si specifica che:<br />

• i solai devono essere conformati in modo che le loro parti resistenti a pressione vengano nella posa a<br />

collegarsi tra di loro, così da assicurare una uniforme trasmissione degli sforzi di pressione dall'uno<br />

all'altro elemento;<br />

• ove sia disposta una soletta di calcestruzzo staticamente integrativa di quella in laterizio, quest'ultima<br />

deve avere forma e finitura tali da assicurare la perfetta aderenza tra i due materiali, ai fini della<br />

trasmissione degli sforzi di scorrimento;<br />

• il carico di rottura a pressione semplice riferito alla sezione netta delle pareti e delle costolature non deve<br />

risultare inferiore a Kg 350 per cmq e quello a trazione, dedotto con la prova di flessione, non minore di<br />

Kg 50 per cmq;<br />

• qualsiasi superficie metallica deve risultare circondata da una massa di cemento che abbia in ogni<br />

direzione spessore non minore di un cm.<br />

Nell'esecuzione dei solai la Ditta è libera di adottare tutte le soluzioni tipologiche che ritenga opportuno. Resta<br />

comunque inteso che:<br />

• nel caso di solai prefabbricati è richiesta la continuità tra solai contigui e le armature metalliche<br />

longitudinali non dovranno presentare intervalli superiori ai 60 cm;<br />

• la resistenza al fuoco dei solai deve comunque essere pari a 90/120 primi secondo le indicazioni.<br />

Nell'esecuzione dei solai, infine, la Ditta deve realizzare tutti gli scassi ed i cavi necessari all'alloggiamento e<br />

al passaggio degli impianti, nonchè tutti gli irrigidimenti ed i rompitratta richiesti dal calcolo.<br />

3.12 GIUNTI SISMICI<br />

I giunti sismici, aventi l’ ampiezza descritta negli elaborati del progetto esecutivo delle strutture, saranno<br />

costituiti da profili in alluminio dotati di alette preforate di ancoraggio, da fissare ai solai mediante tasselli e/o<br />

dispositivi di ancoraggio di varia natura. I giunti dovranno essere provvisti di sistema a doppia articolazione,<br />

tale da consentire i movimenti nelle due direzioni del piano del giunto e nella direzione ad esso ortogonale.<br />

Per ognuna delle direzioni dovranno essere ugualmente consentiti i movimenti in entrambi i versi.<br />

I profili centrali in alluminio dovranno essere collegati fra di loro da una piastra in acciaio di spessore<br />

adeguato, in relazione alla larghezza del giunto ed ai carichi di progetto. I giunti dovranno garantire il rispetto<br />

delle seguenti prestazioni:<br />

• movimento totale orizzontale consentito: come da specifiche di progetto;<br />

• carichi verticali utili:<br />

• carichi distribuiti non inferiori a quelli per i quali è stato dimensionato il piano maggiormente caricato tra<br />

quelli collegati dal giunto;<br />

• carichi concentrati: quelli compatibili con le esigenze del piano maggiormente caricato tra quelli collegati<br />

dal giunto (carichi concentrati conseguenti al passaggio di lettighe, carrelli, apparecchiature mobili etc…..<br />

in funzione delle attività ospitate dal piano medesimo nelle sue condizioni di normale utilizzo).<br />

Nella realizzazione dei giunti dovrà inoltre essere garantita la compartimentazione antincendio mediante<br />

l’inserimento di opportuni dispositivi certificati sotto il giunto strutturale con caratteristiche di resistenza al<br />

fuoco compatibili con quanto previsto dal progetto antincendio.<br />

La compartimentazione dovrà essere risvoltata anche sui perimetri verticali dei giunti (a parete) ed essere poi<br />

ricoperta da un coprigiunto in alluminio di larghezza proporzionale a quella del giunto servito.<br />

3.13 STRUTTURE DI ACCIAIO<br />

3.13.1 GENERALITA’<br />

L' Appaltatore sarà tenuto all'osservanza di tutte le normative vigenti, con particolare riferimento alla legge<br />

5.11.1971, n. 1086, del DM 14/01/2008. alla istruzione CNR - 10011/85 ("Costruzioni di acciaio: istruzioni per<br />

il calcolo, l' esecuzione, il collaudo e la manutenzione"), alla istruzione CNR 10016/85 ("Travi composte di<br />

acciaio e calcestruzzo. Istruzioni per l' impiego nelle costruzioni") ed alle CNR-UNI e/o UNI citate nel seguito<br />

83


e/o citate nel precedente capitolo sulle opere in calcestruzzo.<br />

Prima dell'approvvigionamento dei materiali da impiegare, l' Appaltatore dovrà presentare alla Direzione<br />

Lavori i disegni costruttivi di officina; in tali elaborati dovranno essere completamente definiti tutti i dettagli di<br />

lavorazione ed in particolare:<br />

• i diametri e la disposizione dei bulloni, nonchè dei fori relativi;<br />

• le coppie di serraggio dei bulloni ad alta resistenza;<br />

• le classi di qualità delle saldature;<br />

• il progetto e le tecnologie di esecuzione delle saldature e specificatamente: le dimensioni dei cordoni, le<br />

caratteristiche dei procedimenti, le qualità degli elettrodi<br />

• gli schemi di montaggio e le controfrecce di officina.<br />

Sui disegni costruttivi di officina saranno inoltre riportate le distinte dei materiali, nelle quali sarà specificato<br />

numero, qualità, tipo di lavorazione, grado di finitura dimensioni e peso teorico di ciascun elemento<br />

costituente la struttura.<br />

L' Appaltatore dovrà inoltre far conoscere per iscritto, prima dell’approvvigionamento dei materiali da<br />

impiegare, la loro provenienza con riferimento alle distinte di cui sopra.<br />

3.13.2 QUALITA’ DEI MATERIALI DA IMPIEGARE PER LA COSTRUZIONE<br />

I materiali da impiegare per la costruzione dovranno essere conformi alle specifiche di cui al Capitolo 11 del<br />

DM 14/01/2008.<br />

La documentazione minima richiesta all’atto dell’ordinazione dei materiali e’ il certificato di conformita’<br />

secondo UNI applicabile ed in vigore.<br />

In casi speciali o nel caso di impiego di acciai diversi da quelli le cui caratteristiche sono definite nel citato DM<br />

14/01/2008.possono essere richiesti altri documenti di certificazione, unitamente ad eventuali richieste di<br />

controlli particolari.<br />

Nel caso di carenze dei certificati di controllo sopracitati, si puo’ sopperire con prove di controllo sostitutive<br />

su campioni del materiale in fornitura, dietro richiesta della Direzione Lavori, a cura e spese dell’Appaltatore.<br />

3.13.2.a Acciai laminati<br />

L’Appaltatore impieghera’ in generale acciai del tipo S275 JR e s355JR aventi le caratteristiche di cui al DM<br />

14/01/2008.<br />

3.13.2.b Acciai per strutture saldate<br />

Gli acciai per strutture saldate dovranno rispondere ai requisiti di cui al punto 2.3 del citato Capitolo 2 del<br />

D.M. 9.1.96 (Norme Tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato,<br />

normale e precompresso e per le strutture metalliche).<br />

3.13.2.c Acciai speciali<br />

Per impieghi speciali e’ consentito l’impiego di acciai speciali diversi da quelli indicati ai precedenti punti<br />

purche’ essi rispondano alle specifiche di cui al citato DM 14/01/2008., e vengano corredati da adeguata<br />

documentazione e purche’ il loro impiego venga preventivamente autorizzato dalla Direzione Lavori.<br />

3.13.2.d Bulloni<br />

Viti, dadi, rosette e piastrine debbono essere conformi alle specifiche di cui al DM 14/01/2008.<br />

3.13.2.e Elettrodi<br />

Dovranno essere impiegati elettrodi conformi a quanto stabilito dal DM 14/01/2008.<br />

3.13.3 CONTROLLI SUI MATERIALI<br />

Tutti i materiali destinati alla costruzione di strutture in acciaio dovranno essere controllati, prima dell' inizio<br />

delle lavorazioni, da parte della Direzione Lavori a spese dell' Appaltatore ed alla presenza di un suo<br />

rappresentante.<br />

A tale scopo è fatto obbligo all'Impresa di concordare in tempo utile con la Direzione Lavori la data di<br />

esecuzione delle prove relative a ciascun controllo.<br />

Le prove sui materiali si svolgeranno presso i Laboratori indicati dalla Direzione Lavori.<br />

L'entità dei lotti da sottoporre a verifica, il numero e le modalità di prelievo dei campioni saranno conformi alle<br />

Normative ed alle UNI vigenti.<br />

84


La Direzione lavori ha comunque la facoltà di prelevare, in qualunque momento della lavorazione, campioni<br />

di materiali da sottoporre a prova presso Laboratori di sua scelta, per verificarne la rispondenza alle norme di<br />

accettazione ed ai requisiti di progetto. Tutti gli oneri relativi sono a carico dell' Appaltatore.<br />

Si precisa che tutti gli acciai dovranno essere sottoposti al controllo della resilienza.<br />

Per ogni operazione di prova sarà redatto, a cura e spese dell' Appaltatore, apposito verbale, che sarà<br />

firmato dalla Direzione Lavori e dall' Appaltatore stesso.<br />

3.13.4 UNIONI SALDATE<br />

Dovranno essere adottati i procedimenti di saldatura di cui al DM 14/01/2008..<br />

Potranno quindi essere adottati i seguenti procedimenti:<br />

• saldatura manuale ad arco con elettrodi rivestiti;<br />

• saldatura automatica ad arco sommerso;<br />

• saldatura automatica o semiautomatica sotto gas protettore (CO2 o sue miscele);<br />

• altro procedimento di saldatura la cui attitudine a garantire una saldatura pienamente efficiente deve<br />

essere previamente verificato mediante le prove preliminari di qualifica dei procedimenti di saldatura,<br />

prove da eseguire secondo quanto stabilito al DM 14/01/2008.<br />

Le saldature da eseguire (sia in officina che in cantiere) con elettrodi rivestiti debbono essere eseguite da<br />

operai che abbiano superato le prove di qualifica indicate dalla UNI per la classe relativa al tipo di elettrodo<br />

ed alle posizioni di saldatura previste.<br />

Per quanto riguarda la distinzione in classi delle saldature si fa riferimento a quanto disposto dal DM<br />

14/01/2008.<br />

3.13.5 CONTROLLI SULLE UNIONI SALDATE<br />

La Direzione Lavori sottoporra’ il progetto e le tecnologie di esecuzione delle saldature alla consulenza ed al<br />

controllo dell’Istituto Italiano della Saldatura o di altro Ente di Sua fiducia. La Direzione dei Lavori stabilirà il<br />

tipo e l’estensione dei controlli da eseguire sulle saldature, sia in corso d’opera che ad opera finita, in<br />

conformita’ con quanto stabilito dalle Norme e tenuto conto delle eventuali raccomandazioni dell’Ente di<br />

Consulenza.<br />

Consulenze e controlli saranno eseguiti dagli Enti e/o istituti indicati dalla Direzione Lavori, i relativi oneri<br />

saranno a carico dell’Appaltatore.<br />

3.13.6 CONTROLLI IN CORSO DI LAVORAZIONE<br />

L' Appaltatore è tenuto ad avvertire la Direzione Lavori dell'arrivo, nella sua officina, dei materiali<br />

(precedentemente sottoposti a controllo) che saranno impiegati nella costruzione delle strutture in acciaio.<br />

L'Impresa dovrà essere in grado di individuare e documentare in ogni momento la provenienza dei materiali<br />

impiegati nelle lavorazioni e di risalire ai corrispondenti verbali di prova, verbali di cui dovrà esibire copia a<br />

richiesta della Direzione dei Lavori.<br />

Alla Direzione Lavori è riservata comunque la facoltà di eseguire in ogni momento della lavorazione tutti i<br />

controlli che riterrà opportuni per accertare che i materiali impiegati siano quelli precedentemente sottoposti a<br />

controllo, che le strutture siano conformi ai disegni di progetto e che le stesse siano eseguite a perfetta<br />

regola d'arte.<br />

In particolare l'Impresa dovrà attenersi alle seguenti disposizioni:<br />

• i pezzi destinati ad essere bullonati in opera devono essere montati in modo tale da poter riprodurre nel<br />

montaggio definitivo le stesse posizioni che avevano in officina all'atto dell'esecuzione dei fori;<br />

• non sono ammesse al montaggio in opera eccentricità relative a fori corrispondenti, maggiori del gioco<br />

foro-bullone previsto dal DM 14/01/2008. Entro tale limite è opportuna la regolarizzazione del foro con<br />

utensile adatto;<br />

• l'uso delle spine d'acciaio è ammesso, in corso di montaggio, esclusivamente per richiamare i pezzi nella<br />

giusta posizione;<br />

• i fori per chiodi e bulloni devono essere eseguiti col trapano, con assoluto divieto dell'uso della fiamma e<br />

devono presentare superficie interna cilindrica liscia e priva di screpolature e cricche; per le giunzioni con<br />

bulloni (normali e ad alta resistenza) le eventuali sbavature sul perimetro del foro dovranno essere<br />

asportate mediante molatura locale;<br />

• di regola si dovranno impiegare bulloni ad alta resistenza dei seguenti diametri: 12, 14, 16, 18, 20, 22, 24,<br />

27 mm.<br />

• Per i bulloni normali, la lunghezza del tratto non filettato del gambo deve essere, in generale, maggiore di<br />

quella delle parti da serrare e si deve sempre fare uso di rosette. E' tollerato, tuttavia, che non più di<br />

mezza spira di filetto rimanga compresa nel foro.<br />

• Nelle unioni bullonate di strutture che possano essere soggette a vibrazioni e/o ad inversioni dello sforzo,<br />

85


dovranno sempre essere impiegati controdadi.<br />

3.13.7 MONTAGGIO<br />

L' Appaltatore porterà alla preventiva conoscenza della Direzione Lavori il sistema e le modalità esecutive<br />

che intende adottare, ferma restando la responsabilità dell' Appaltatore stesso per quanto riguarda<br />

l'esecuzione delle operazioni di montaggio, la loro rispondenza a tutte le norme di legge ed ai criteri di<br />

sicurezza che comunque possono riguardarle.<br />

Il sistema prescelto dovrà comunque essere adatto a consentire la realizzazione della struttura in conformità<br />

alle disposizioni contenute nel progetto esecutivo.<br />

Nella progettazione e nell'impiego delle attrezzature di montaggio, l' Appaltatore è tenuto a rispettare le<br />

norme, le prescrizioni ed i vincoli che eventualmente venissero imposti da Enti, Uffici e persone responsabili<br />

riguardo alla zona interessata.<br />

Durante il carico, il trasporto, lo scarico, il deposito e il montaggio, si dovrà porre la massima cura per evitare<br />

che le strutture vengano deformate o sovrasollecitate.<br />

Le parti a contatto con funi, catene ed altri organi di sollevamento dovranno essere opportunamente protette.<br />

Il montaggio sarà eseguito in modo che la struttura raggiunga la configurazione geometrica di progetto. In<br />

particolare, per quanto riguarda le travi, si dovrà controllare che la controfreccia ed il posizionamento in<br />

corrispondenza degli appoggi, siano conformi alle indicazioni di progetto, rispettando le tolleranze previste.<br />

La stabilità delle strutture dovrà essere assicurata durante tutte le fasi costruttive e la rimozione dei<br />

collegamenti provvisori e di altri dispositivi ausiliari (ivi compresi i controventi provvisori) dovrà<br />

essere fatta solo quando essi risulteranno staticamente superflui.<br />

Nei collegamenti con bulloni si dovrà procedere alla alesatura di quei fori che non risultino centrati e nei quali<br />

i bulloni previsti in progetto non entrino liberamente se il diametro del foro alesato risulta superiore al<br />

diametro nominale del bullone oltre la tolleranza prevista dal DM 14/01/2008. si dovrà procedere alla<br />

sostituzione del bullone con uno di diametro superiore.<br />

Nei collegamenti ad attrito con bulloni ad alta resistenza è prescritta la esecuzione della sabbiatura a metallo<br />

bianco non più di due ore prima dell'unione. E' ammesso il serraggio dei bulloni con chiave pneumatica<br />

purchè questo venga controllato con chiave dinamometrica, la cui taratura dovrà risultare da certificato<br />

rilasciato da Laboratorio Ufficiale in data non anteriore ad un mese.<br />

Per ogni unione con bulloni l' Appaltatore effettuerà, alla presenza della Direzione Lavori, un controllo di<br />

serraggio su un numero di bulloni pari al 10% del totale ed in ogni caso su non meno di quattro. Dopo il<br />

completamento della struttura e prima della esecuzione delle prove di carico, l' Appaltatore dovrà effettuare la<br />

ripresa della coppia di serraggio di tutti i bulloni costituenti le unioni dandone preventiva comunicazione alla<br />

Direzione Lavori.<br />

3.13.8 TOLLERANZE DI LAVORAZIONE E MONTAGGIO<br />

Le tolleranze di lavorazione e di montaggio debbono essere contenute al di sotto di limiti tali da garantire la<br />

perfetta realizzazione dell'opera, nel rispetto della Normativa e delle specifiche contenute nel progetto<br />

esecutivo delle strutture.<br />

3.13.9 PROTEZIONE DELLE SUPERFICI DELLE STRUTTURE METALLICHE<br />

3.13.9.a Generalità<br />

Tutte le superfici delle strutture in acciaio dovranno essere protette contro la corrosione mediante uno dei<br />

due cicli di verniciatura definiti nel presente articolo, a seconda che si tratti di superfici a vista o di superfici<br />

interne.<br />

Entrambi i cicli saranno preceduti da una accurata preparazione mediante sabbiatura. Particolare cura dovrà<br />

essere posta nel trattamento delle superfici in corrispondenza delle giunzioni ad attrito per impedire qualsiasi<br />

infiltrazione all'interno dei giunti. Non saranno accettati prodotti vernicianti che non siano rispondenti alle<br />

caratteristiche ed ai requisiti prescritti, restando a totale ed esclusivo carico dell'Impresa l’asportazione e la<br />

sostituzione di verniciature che non risultassero idonee.<br />

Le verniciature dovranno essere eseguite in condizioni d'ambiente idonee alle caratteristiche dei prodotti<br />

impiegati. Non si dovrà procedere ai trattamenti quando temperatura ed umidità dell'aria superano le soglie<br />

minima e massima proprie di ciascun prodotto. Non si dovrà procedere all'applicazione di uno strato fino a<br />

che quello precedente non sia perfettamente essiccato.<br />

Tutti gli strati dovranno essere protetti da pioggia o bagnatura in genere per un periodo minimo di 18 ore<br />

dall'applicazione. Gli strati dovranno avere tonalità di colore diverse per consentire il controllo della loro<br />

applicazione.<br />

Per entrambi i cicli l'applicazione dovrà essere effettuata secondo lo schema che segue, salvo diverse<br />

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disposizioni formalmente impartite dalla Direzione Lavori:<br />

• in officina a lavorazione ultimata: sabbiatura di tutte le superfici ed applicazione dello strato di primer e<br />

delle due mani a finire ove previste.<br />

• in opera ad avvenuto completamento del montaggio, con spazzolatura dei punti da ritoccare, ritocchi<br />

sullo strato di primer, applicazione dello strato intermedio ed applicazione dello strato di finitura.<br />

3.13.9.b Accettazione dei prodotti vernicianti e garanzie<br />

I prodotti impiegati per le verniciature dovranno essere di primarie marche. E' in facoltà della Direzione Lavori<br />

rifiutare prodotti di marche che non diano sicuro affidamento di buona qualità.<br />

Ad avvenuta consegna dei lavori, e prima di dare corso ai cicli di verniciatura previsti, l'Impresa dovrà<br />

consegnare alla Direzione Lavori i campioni di tutti i prodotti vernicianti componenti i due cicli, con i relativi<br />

diluenti, in contenitori sigillati del peso di kg 0,500 cadauno, nel numero di tre per ogni prodotto.<br />

Ciascun campione dovrà essere accompagnato da schede tecniche riportanti le caratteristiche di<br />

composizione ed applicazione del prodotto.<br />

La Direzione Lavori, a sua cura ed a spese dell'Impresa, provvederà a sottoporre i campioni a prova presso i<br />

Laboratori di Sua fiducia per verificarne la rispondenza ai requisiti richiesti.<br />

Solo dopo che i Laboratori avranno accertato tale rispondenza, la Direzione lavori formalizzerà<br />

l'autorizzazione all'Appaltatore all'applicazione dei cicli, riservandosi di verificare in qualsiasi momento<br />

durante il corso dei lavori, sempre a spese dell'Appaltatore, la conformità dei prodotti impiegati, presenti a piè<br />

d'opera, ai campioni sottoposti a prova.<br />

L'Appaltatore è tenuto a garantire la buona esecuzione dei lavori e la conservazione del ciclo applicato per un<br />

periodo di sette anni.<br />

La decorrenza della suddetta garanzia inizierà alla data del certificato di ultimazione lavori, con l'obbligo di<br />

gratuita manutenzione per tutto il periodo di garanzia.<br />

Nel detto periodo, l'Appaltatore resta obbligato ad eseguire a propria cura e spese i ritocchi e quanto altro si<br />

rendesse necessario al fine di mantenere la verniciatura in condizioni di totale efficienza.<br />

Se i lavori di ritocco eseguito nel periodo di garanzia supereranno il 20% della superficie totale, l'Appaltatore<br />

sarà tenuto ad eseguire a sua cura e spese una totale successiva mano di verniciatura a conguaglio, al fine<br />

di ripristinare il buon aspetto estetico dell'opera.<br />

3.13.9.c Preparazione delle superfici<br />

Sabbiatura<br />

Si procederà preliminarmente alla molatura di tutti gli spigoli per eliminare eventuali sbavature che<br />

potrebbero compromettere la continuità dello strato protettivo. Successivamente saranno eliminate eventuali<br />

tracce di grasso da tutte le superfici.<br />

Si effettuerà quindi la sabbiatura a metallo quasi bianco di grado A SA 2 1/2 degli standard fotografici delle<br />

Svensk Standard SIS secondo la specifica SP 10 delle Norme SSPC (Steel Structure Painting Council);<br />

dovranno essere impiegati abrasivi fini per ottenere un profilo di incisione compreso tra mm 0.025 e mm<br />

0.050.<br />

A sabbiatura ultimata, prima di iniziare la verniciatura, si dovrà provvedere alla completa asportazione di<br />

residui di ossidi, abrasivi e polvere.<br />

Le superfici sabbiate tassativamente non dovranno essere inumidite prima dell'applicazione dello strato di<br />

primer, che dovrà essere effettuata entro il termine di 8 ore dalla sabbiatura, prima che venga a formarsi un<br />

qualsiasi principio di ruggine. Qualora si verificassero formazioni di ruggine, la sabbiatura dovrà essere<br />

ripetuta a cura e spese dell'Appaltatore.<br />

Spazzolatura<br />

Ad ultimazione del montaggio in opera delle strutture in acciaio, si dovrà procedere alla sabbiatura delle<br />

saldature eventualmente eseguite in opera per renderle atte a ricevere il trattamento protettivo. Si eseguirà<br />

quindi la spazzolatura delle superfici interessate da abrasioni, danneggiamenti, ecc., in preparazione dei<br />

ritocchi che dovranno essere fatti per ricostituire la continuità dello strato di primer. La spazzolatura, da<br />

effettuarsi con attrezzi meccanici, dovrà essere di grado C St 3 degli standard fotografici delle Svensk<br />

Standard SIS secondo la specifica SP 3 delle Norme SSPC (Steel Structure Painting Council) .<br />

Prima di procedere alla verniciatura si dovrà procedere alla completa asportazione di ossidi e polveri.<br />

3.13.9.d Ciclo di verniciatura del tipo “A” per le strutture metalliche per le quali è prevista la successiva<br />

applicazione di intonaco ignifugo<br />

Sulle superfici preparate come descritto al punto precedente si applicherà una mano di antiruggine<br />

oleofenolico a base epossidica a due componenti o a base di minio al piombo (spessore = 30 µ).<br />

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3.13.9.e Ciclo di verniciatura del tipo “B” per le strutture metalliche per le quali NON è prevista la successiva<br />

applicazione di intonaco ignifugo<br />

Sulle superfici preparate come descritto al precedente punto 13.1 si applicherà il seguente ciclo di<br />

verniciatura<br />

• mano di fondo costituita da antiruggine oleofenolico a base epossidica a due componenti o a base di<br />

minio al piombo (spessore = 30 µ);<br />

• prima mano di pittura oleosintetica o al clorocaucciù alchidica (spessore = 30 µ);<br />

• seconda mano di pittura oleosintetica o al clorocaucciù alchidica (spessore = 30 µ).<br />

3.13.9.f Applicazione dei prodotti vernicianti<br />

Non si deve procedere all' applicazione di alcuna vernice in ambienti con temperatura inferiore a 4° C, ne' in<br />

presenza di pioggia, nebbia, rugiada o umidità relativa dell' aria ambiente superiore all' 85%, ne' su superfici<br />

umide.Le vernici debbono essere applicate esclusivamente a rullo o a pennello.Sui valori degli spessori<br />

ultimati, a film secco, così come descritti in precedenza, sono ammesse le seguenti tolleranze:<br />

• per ciascuna mano: 10%;<br />

• sul ciclo complessivo: 5%.<br />

La Direzione dei Lavori si riserva di accettare spessori inferiori, oltre le tolleranze suddette, con riduzioni del<br />

compenso proporzionale al minore spessore rispetto a quello prescritto (senza considerare la tolleranza)<br />

ovvero di ordinare la stesura di una successiva mano di vernice senza compenso alcuno per l' Appaltatore.<br />

Nessun compenso è riconosciuto per spessori maggiori di quelli prescritti.<br />

3.13.10 Manufatti accessori<br />

Di norma saranno utilizzati acciai comuni secondo le norme UNI 5334-64 del tipo Fe42A-B-C-D e comunque<br />

quelli che saranno prescritti negli elaborati progettuali e secondo le indicazioni della Direzione dei Lavori.<br />

Tutte le opere in ferro che saranno posate all’esterno dell’edificio saranno trattate con zincatura a caldo<br />

Nelle opere di ferro, questo deve essere lavorato diligentemente con maestria, regolarità di forme e<br />

precisione di dimensioni, secondo i disegni di progetto ed i particolari costruttivi che verranno prodotti in corso<br />

dei lavori, con particolare attenzione nelle saldature e ribaditure. I fori saranno tutti eseguiti con trapano; le<br />

chiodature, ribaditure, ecc. dovranno essere perfette, senza sbavature; i tagli essere limati.<br />

Saranno rigorosamente rifiutati tutti quei pezzi che presentino il più leggero indizio di imperfezione.<br />

a) Ogni pezzo od opera completa in ferro dovrà essere fornita a piè d’opera trattana con ciclo di verniciatura<br />

antiruggine ove previsto ovvero con ciclo di zincatura a caldo, secondo le secondo la norma UNI – E<br />

14.07.000.0<br />

Per ogni opera in ferro, a richiesta della Direzione dei Lavori, l’Appaltatore avrà l’obbligo di presentare il<br />

relativo modello alla preventiva approvazione.<br />

L’Impresa sarà in ogni caso, obbligata a controllare gli ordinativi ed a rilevare sul posto le misure esatte<br />

delle diverse opere in ferro essendo responsabile degli inconvenienti che potessero verificarsi per<br />

l’omissione di tale controllo.<br />

In particolare si prescrive:<br />

b) Parapetti previsti in tutte le terrazze, praticabili e non - Saranno costruite a perfetta regola d’arte, secondo<br />

i tipi che verranno indicati all’atto esecutivo. Esse dovranno presentare tutti i regoli ben dritti, spianati ed<br />

in perfetta composizione. I tagli delle connessioni per i ferri incrociati mezzo a mezzo dovranno essere<br />

della massima precisione ed esattezza, ed il vuoto di uno dovrà esattamente corrispondere al pieno<br />

dell’altro, senza la minima ineguaglianza o discontinuità. Le inferriate con regoli intrecciati ad occhio non<br />

presenteranno nei buchi, formati a fuoco, alcuna fessura. In ogni caso l’intreccio dei ferri dovrà essere<br />

diritto ed in parte dovrà essere munito di occhi, in modo che nessun elemento possa essere sfilato. I telai<br />

saranno fissati ai ferri di orditura e saranno muniti di forti grappe ed arpioni, ben chiodati ai regoli di telaio<br />

in numero, dimensioni e posizioni che verranno indicate.<br />

c) Parapetti per scale, passerelle, ecc. – Saranno costruite a perfetta regola d’arte, secondo i disegni di<br />

progetto e i particolari costruttivi che verranno prodotti in corso dei lavori. Le strutture saranno composte<br />

da trafilati, profilati, tubolari, piatti commerciali di normale produzione, tagliati, assemblati fuori opera<br />

ovvero in opera, a seconda del tipo e delle dimensioni del manufatto stesso e comunque secondo le<br />

indicazioni della Direzione dei Lavori. I gradini saranno costruiti in grigliato elettrofuso con maglia<br />

antitacco e corredati nella parte anteriore di un profilato speciale antisdrucciolevole.<br />

d) Grigliati per cavedi e prese d’aria - Saranno utilizzati grigliati elettrofusi (tipo Keller) con struttura<br />

reticolare in acciaio costituita da longherine portanti in piatto e da distanziali (collegamenti) in tondo o<br />

quadro ritorto. Le longherine saranno composte da piatti a sezione rettangolare di eguale altezza e<br />

spessore, disposti parallelamente tra di loro e dovranno sopportare il carico agente sul grigliato fra i due<br />

appoggi; i distanziali saranno formati da elementi a sezione circolare o quadra ritorta, disposti<br />

perpendicolarmente alle longherine portanti, sono collegati alle longherine mediante “elettrofusione”. Tutti<br />

i grigliati dovranno essere del tipo antitacco. I grigliati saranno costruiti in acciaio Fe360B – UNI EN<br />

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10025, ed avranno un trattamento di protezione mediante zincatura a caldo secondo la norma UNI – E<br />

14.07.000.0.<br />

I manufatti dovranno essere simili al campione che potrà richiedere la Direzione dei Lavori.<br />

Per tutte le strutture metalliche si dovranno osservare le norme di cui alla legge 5 novembre 1971, n. 1086 ed<br />

al DM 14/01/2008..<br />

3.14 ESECUZIONE COPERTURE CONTINUE (PIANE)<br />

Si intendono per coperture continue quelle in cui la tenuta all'acqua è assicurata indipendentemente dalla<br />

pendenza della superficie di copertura.<br />

Esse si intendono convenzionalmente suddivise nelle seguenti categorie:<br />

– copertura senza elemento termoisolante con strato di ventilazione oppure senza;<br />

– copertura con elemento termoisolante, con strato di ventilazione oppure senza strato di ventilazione.<br />

Quando non è diversamente descritto negli altri documenti progettuali (o quando questi non sono<br />

sufficientemente dettagliati) si intende che ciascuna delle categorie sopracitate sarà composta dai seguenti<br />

strati funzionali (definite secondo UNI 8178).<br />

a) La copertura non termoisolata non ventilata avrà quali strati di elementi fondamentali: 1) l'elemento<br />

portante con funzioni strutturali; 2) lo strato di pendenza con funzione di portare la pendenza della copertura<br />

al valore richiesto; 3) l'elemento di tenuta all'acqua con funzione di realizzare la prefissata impermeabilità<br />

all'acqua meteorica e di resistere alle sollecitazioni dovute all'ambiente esterno; 4) lo strato di protezione con<br />

funzione di limitare le alterazioni dovute ad azioni meccaniche, fisiche, chimiche e/o con funzione decorativa.<br />

b) La copertura ventilata ma non termoisolata avrà quali strati ed elementi fondamentali: 1) l'elemento<br />

portante; 2) lo strato di ventilazione con funzione di contribuire al controllo del comportamento igrotermico<br />

delle coperture attraverso ricambi d'aria naturali o forzati; 3) strato di pendenza (se necessario); 4) elemento<br />

di tenuta all'acqua; 5) strato di protezione.<br />

c) La copertura termoisolata non ventilata avrà quali strati ed elementi fondamentali:<br />

1) l'elemento portante; 2) strato di pendenza; 3) strato di schermo o barriera al vapore con funzione di<br />

impedire (schermo), o di ridurre (barriera) il passaggio del vapore d'acqua e per controllare il fenomeno della<br />

condensa; 4) elemento di tenuta all'acqua; 5) elemento termoisolante con funzione di portare al valore<br />

richiesto la resistenza termica globale della copertura; 6) strato filtrante; 7) strato di protezione.<br />

d) La copertura termoisolata e ventilata avrà quali strati ed elementi fondamentali:<br />

1) l'elemento portante con funzioni strutturali; 2) l'elemento termoisolante; 3) lo strato di irrigidimento o<br />

supporto con funzione di permettere allo strato sottostante di sopportare i carichi previsti; 4) lo strato di<br />

ventilazione; 5) l'elemento di tenuta all'acqua; 6) lo strato filtrante con funzione di trattenere il materiale<br />

trasportato dalle acque meteoriche; 7) lo strato di protezione.<br />

e) La presenza di altri strati funzionali (complementari) eventualmente necessari perché dovuti alla<br />

soluzione costruttiva scelta, dovrà essere coerente con le indicazioni della UNI 8178 sia per quanto riguarda i<br />

materiali utilizzati sia per quanto riguarda la collocazione rispetto agli altri strati nel sistema di copertura.<br />

Per la realizzazione degli strati si utilizzeranno i materiali indicati nel progetto, ove non sia specificato in<br />

dettaglio nel progetto od a suo complemento si rispetteranno le prescrizioni seguenti:<br />

1) Per l'elemento portante, a seconda della tecnologia costruttiva adottata, si farà riferimento alle<br />

prescrizioni già date nel presente capitolato sui calcestruzzi, strutture metalliche, sulle strutture miste acciaio<br />

calcestruzzo, sulle strutture o prodotti di legno, ecc.<br />

2) Per l'elemento termoisolante si farà riferimento all'articolo sui materiali per isolamento termico ed<br />

inoltre si curerà che nella posa in opera siano realizzate correttamente le giunzioni, siano curati i punti<br />

particolari, siano assicurati adeguati punti di fissaggio e/o garantita una mobilità termoigrometrica rispetto allo<br />

strato contiguo.<br />

3) Per lo strato di irrigidimento (o supporto), a seconda della soluzione costruttiva impiegata e del<br />

materiale, si verificherà la sua capacità di ripartire i carichi, la sua resistenza alle sollecitazioni meccaniche<br />

che deve trasmettere e la durabilità nel tempo.<br />

4) Lo strato di ventilazione sarà costituito da una intercapedine d'aria avente aperture di collegamento<br />

con l'ambiente esterno, munite di griglie, aeratori, ecc. capaci di garantire adeguato ricambio di aria, ma<br />

limitare il passaggio di piccoli animali e/o grossi insetti.<br />

5) Lo strato di tenuta all'acqua sarà realizzato a seconda della soluzione costruttiva prescelta con<br />

membrane in fogli o prodotti fluidi da stendere in sito fino a realizzare uno strato continuo.<br />

a) Le caratteristiche delle membrane sono quelle indicate all'articolo prodotti per coperture. In fase di<br />

posa si dovrà curare: la corretta realizzazione dei giunti utilizzando eventualmente i materiali ausiliari (adesivi,<br />

89


ecc.), le modalità di realizzazione previste dal progetto e/o consigliate dal produttore nella sua<br />

documentazione tecnica ivi incluse le prescrizioni sulle condizioni ambientali (umidità, temperature, ecc.) e di<br />

sicurezza. Attenzione particolare sarà data all'esecuzione dei bordi, punti particolari, risvolti, ecc. ove<br />

possono verificarsi infiltrazioni sotto lo strato.<br />

b) Le caratteristiche dei prodotti fluidi e/o in pasta sono quelle indicate nell'articolo prodotti per coperture.<br />

In fase di posa si dovrà porre cura nel seguire le indicazioni del progetto e/o del fabbricante allo scopo di<br />

ottenere strati uniformi e dello spessore previsto che garantiscano continuità anche nei punti particolari quali<br />

risvolti, asperità, elementi verticali (camini, aeratori, ecc.).<br />

Sarà curato inoltre che le condizioni ambientali (temperatura, umidità, ecc.) od altre situazioni (presenza<br />

di polvere, tempi di maturazione, ecc.) siano rispettate per favorire una esatta rispondenza del risultato finale<br />

alle ipotesi di progetto.<br />

6) Lo strato filtrante, quando previsto, sarà realizzato a seconda della soluzione costruttiva prescelta con<br />

fogli di nontessuto sintetico od altro prodotto adatto accettato dalla Direzione dei lavori. Sarà curata la sua<br />

corretta collocazione nel sistema di copertura e la sua congruenza rispetto all'ipotesi di funzionamento con<br />

particolare attenzione rispetto a possibili punti difficili.<br />

7) Lo strato di protezione, sarà realizzato secondo la soluzione costruttiva indicata dal progetto.<br />

I materiali (verniciature, granigliature, lamine, ghiaietto, ecc.) risponderanno alle prescrizioni previste<br />

nell'articolo loro applicabile. Nel caso di protezione costituita da pavimentazione quest'ultima sarà eseguita<br />

secondo le indicazioni del progetto e/o secondo le prescrizioni previste per le pavimentazioni curando che<br />

non si formino incompatibilità meccaniche, chimiche, ecc. tra la copertura e la pavimentazione sovrastante.<br />

8) Lo strato di pendenza è solitamente integrato in altri strati, pertanto si rinvia i materiali allo strato<br />

funzionale che lo ingloba. Per quanto riguarda la realizzazione si curerà che il piano (od i piani) inclinato che<br />

lo concretizza abbia corretto orientamento verso eventuali punti di confluenza e che nel piano non si formino<br />

avvallamenti più o meno estesi che ostacolino il deflusso dell'acqua. Si cureranno inoltre le zone raccordate<br />

all'incontro con camini, aeratori, ecc.<br />

9) Lo strato di barriera o schermo al vapore sarà realizzato con membrane di adeguate caratteristiche<br />

(vedere articolo prodotti per coperture continue).<br />

Nella fase di posa sarà curata la continuità dello strato fino alle zone di sfogo (bordi, aeratori, ecc.),<br />

inoltre saranno seguiti gli accorgimenti già descritti per lo strato di tenuta all'acqua.<br />

10) Per gli altri strati complementari riportati nella norma UNI 8178 si dovranno adottare soluzioni<br />

costruttive che impieghino uno dei materiali ammessi dalla norma stessa.<br />

Il materiale prescelto dovrà rispondere alle prescrizioni previste nell'articolo di questo capitolato ad esso<br />

applicabile.<br />

Per la realizzazione in opera si seguiranno le indicazioni del progetto e/o le indicazioni fornite dal<br />

produttore, ed accettate dalla Direzione dei lavori, ivi comprese quelle relative alle condizioni ambientali e/o le<br />

precauzioni da seguire nelle fasi di cantiere.<br />

Il Direttore dei lavori per la realizzazione delle coperture piane opererà come segue:<br />

a) Nel corso dell'esecuzione dei lavori (con riferimento ai tempi e alle procedure) verificherà via via che i<br />

materiali impiegati e le tecniche di posa siano effettivamente quelle prescritte ed inoltre, almeno per gli strati<br />

più significativi, verificherà che il risultato finale sia coerente con le prescrizioni di progetto e comunque con la<br />

funzione attribuita all'elemento o strato consideraro.<br />

In particolare verificherà: il collegamento tra gli strati; la realizzazione dei giunti/sovrapposizioni (per gli<br />

strati realizzati con pannelli, forgli ed in genere con prodotti preformati); l'esecuzione accurata dei bordi e dei<br />

punti particolari. Ove sono richieste lavorazioni in sito verificherà con semplici metodi da cantiere: 1) le<br />

resistenze meccaniche (portate, pulsonamenti, resistenze a flessione); 2) adesioni o connessioni fra strati (o<br />

quando richiesta l'esistenza di completa separazione); 3) la tenuta all'acqua, all'umidità ecc.<br />

b) A conclusione dell'opera eseguirà prove (anche solo localizzate di funzionamento formando battenti di<br />

acqua, condizioni di carico, di punzonamento, ecc. che siano significativi delle ipotesi previste dal progetto a<br />

dalla realtà.<br />

Avrà cura di far aggiornare e raccogliere i disegni costruttivi più significativi unitamente alla descrizione<br />

e/o schede tecniche dei prodotti impiegati (specialmente quelli non visibili ad opera ultimata) e le prescrizioni<br />

attinenti la successiva manutenzione.<br />

3.15 OPERE DI IMPERMEABILIZZAZIONE<br />

Si intendono per opere di impermeabilizzazione quelle che servono a limitare (o ridurre entro valori prefissati)<br />

il passaggio di acqua (sotto forma liquida o gassosa) attraverso una parte dell'edificio (pareti, fondazioni,<br />

pavimenti controterra ecc.) o comunque lo scambio igrometrico tra ambienti.<br />

Esse si dividono in:<br />

– impermeabilizzazioni costituite da strati continui (o discontinui) di prodotti;<br />

– impermeabilizzazioni realizzate mediante la formazione di intercapedini ventilate.<br />

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Le impermeabilizzazioni, si intendono suddivise nelle seguenti categorie:<br />

a) Impermeabilizzazioni di coperture continue o discontinue;<br />

b) Impermeabilizzazioni di pavimentazioni;<br />

c) Impermeabilizzazioni di opere interrate;<br />

d) Impermeabilizzazioni di elementi verticali (non risalita d'acqua).<br />

Per la realizzazione delle diverse categorie si utilizzeranno i materiali e le modalità indicate negli altri<br />

documenti progettuali, ove non siano specificate in dettaglio nel progetto od a suo completamento si<br />

rispetteranno le prescrizioni seguenti:<br />

1) Per le impermeabilizzazioni di coperture, vedere i precedenti paragrafi.<br />

2) Per le impermeabilizzazioni di pavimentazioni, vedere il paragrafo “Esecuzione delle pavimentazioni”.<br />

3) Per la impermeabilizzazione di opere interrate valgono le prescrizioni seguenti:<br />

a) Per le soluzioni che adottino membrane in foglio o rotolo si sceglieranno i prodotti che per resistenza<br />

meccanica a trazione, agli urti ed alla lacerazione meglio si prestano a sopportare l'azione del materiale di<br />

reinterro (che comunque dovrà essere ricollocato con le dovute cautele) le resistenze predette potranno<br />

essere raggiunte mediante strati complementari e/o di protezione ed essere completate da soluzioni<br />

adeguate per ridurre entro limiti accettabili, le azioni di insetti, muffe, radici e sostanze chimiche presenti del<br />

terreno.<br />

Inoltre durante la realizzazione si curerà che i risvolti, punti di passaggio di tubazioni, ecc. siano<br />

accuratamente eseguiti onde evitare sollecitazioni localizzate o provocare distacchi e punti di infiltrazione.<br />

b) Per le soluzioni che adottano prodotti rigidi in lastre, fogli sagomati e similari (con la formazione di<br />

interspazi per la circolazione di aria) si opererà come indicato nel comma a) circa la resistenza meccanica.<br />

Per le soluzioni ai bordi e nei punti di attraversamento di tubi, ecc. si eseguirà con cura la soluzione adottata<br />

in modo da non costituire punti di infiltrazione e di debole resistenza meccanica.<br />

c) Per le soluzioni che adottano intercapedini di aria si curerà la realizzazione della parete più esterna (a<br />

contatto con il terreno) in modo da avere continuità ed adeguata resistenza meccanica. Al fondo<br />

dell'intercapedine si formeranno opportuni drenaggi dell'acqua che limitino il fenomeno di risalita capillare<br />

nella parete protetta.<br />

d) Per le soluzioni che adottano prodotti applicati fluidi od in pasta si sceglieranno prodotti che<br />

possiedano caratteristiche di impermeabilità ed anche di resistenza meccanica (urti, abrasioni, lacerazioni).<br />

Le resistenze predette potranno essere raggiunte mediante strati complementari e/o di protezione ed essere<br />

completate da soluzioni adeguate per ottenere valori accettabili di resistenza ad agenti biologici quali radici,<br />

insetti, muffe, ecc. nonché di resistenza alle possibili sostanze chimiche presenti nel terreno.<br />

Durante l'esecuzione si curerà la corretta esecuzione di risvolti e dei bordi, nonché dei punti particolari<br />

quali passaggi di tubazioni, ecc. in modo da evitare possibili zone di infiltrazione e/o distacco. La<br />

preparazione del fondo, l'eventuale preparazione del prodotto (miscelazioni, ecc.) le modalità di applicazione<br />

ivi comprese le condizioni ambientali (temperatura ed umidità) e quelle di sicurezza saranno quelle indicate<br />

dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla Direzione dei lavori.<br />

4) Per le impermeabilizzazioni di elementi verticali (con risalita d'acqua) si eseguiranno strati<br />

impermeabili (o drenanti) che impediscano o riducano al minimo il passaggio di acqua per capillarità, ecc. Gli<br />

strati si eseguiranno con fogli, prodotti spalmati, malte speciali, ecc. curandone la continuità e la collocazione<br />

corretta nell'elemento.<br />

L'utilizzo di estrattori di umidità per murature, malte speciali ed altri prodotti similari, sarà ammesso solo<br />

con prodotti di provata efficacia ed osservando scrupolosamente le indicazioni del progetto e del produttore<br />

per la loro realizzazione.<br />

Il Direttore dei lavori per la realizzazione delle opere di impermeabilizzazione opererà come segue:<br />

a) Nel corso dell'esecuzione dei lavori, con riferimento ai tempi e alle procedure, verificherà via via che i<br />

materiali impiegati e le tecniche di posa siano effettivamente quelle prescritte ed inoltre almeno per gli strati<br />

più significativi verificherà che il risultato finale sia coerente con le prescrizioni di progetto e comunque con la<br />

funzione attribuita all'elemento o strato considerato.<br />

In particolare verificherà i collegamenti tra gli strati, la realizzazione di giunti/sovrapposizioni dei singoli<br />

prodotti costituenti uno strato, l'esecuzione accurata dei bordi e dei punti particolari ove sono richieste<br />

lavorazioni in sito. Per quanto applicabili verificherà con semplici metodi da cantiere le resistenze meccaniche<br />

(punzonamenti, resistenza a flessione, ecc.) la impermeabilità dello strato di tenuta all'acqua, le continuità (o<br />

discontinuità) degli strati, ecc.<br />

b) A conclusione dell'opera eseguire prove (anche solo localizzate) per verificare le resistenze ad azioni<br />

meccaniche localizzate, la interconnessione e compatibilità con altre parti dell'edificio e con eventuali opere di<br />

completamento.<br />

Avrà cura di far aggiornare e raccogliere i disegni costruttivi unitamente alle schede tecniche di prodotti<br />

ed eventuali prescrizioni per la manutenzione.<br />

91


3.16 INDICAZIONI COMUNI ALLE COPERTURE E IMPERMEABILIZZAZIONI<br />

Le impermeabilizzazioni delle coperture devono essere eseguite con materiali inattaccabili dagli agenti<br />

atmosferici e da agenti chimici presenti nell'atmosfera e per i quali sia garantita una durata non inferiore a 20<br />

anni, in assenza di ripristini o manutenzioni straordinarie.<br />

Fra le coperture piane si devono escludere manti non dotati di piani di scorrimento fra struttura ed<br />

impermeabilizzazione e non dotati di strato di protezione superiore. Per i materiali bituminosi o asfaltici è<br />

richiesto il rispetto delle Norme UNI 3838-4157-5659.<br />

Lo smaltimento delle acque può avvenire su manto impermeabilizzante con le stesse caratteristiche di<br />

impermeabilità e di protezione già descritte sopra, tenuto conto nell'esecuzione delle maggiori difficoltà<br />

realizzative in presenza di angoli, sormonti e curve del manto.<br />

Lo smaltimento delle acque dovrà avvenire in tubi pluviali verticali eseguiti con materiale per il quale sia<br />

garantita una durata non inferiore a 20 anni, in assenza di ripristini o manutenzioni straordinarie.<br />

Per quanto riguarda le dispersioni termiche, si ritiene di sottolineare l'esigenza di eliminare i ponti termici in<br />

modo accurato, al fine di evitare punti o zone fredde sulle superfici interne delle pareti che possono sia<br />

influenzare sfavorevolmente la conservazione dell'edificio (condensazioni, muffe), sia produrre sgradevoli<br />

sensazioni di irraggiamento freddo sugli occupanti.<br />

I percorsi pedonali di servizio sulle coperture non praticabili verranno realizzati con lastre di cemento rigato<br />

antisdrucciolevole opportunamente armate di cm 40x40 o 50x50 e di spessore non inferiore a cm 4,<br />

appoggiate ai quattro spigoli mediante supporti di materiale plastico.<br />

Le coibentazioni dovranno indicativamente essere realizzate con lastre di materiale coibente accuratamente<br />

posate sul piano sottostante e perfettamente incastrate tra loro.<br />

In base a quanto indicato dal Diagramma di Glaser si dovrà prevedere la barriera al vapore in guaina di<br />

poliestere saldata o foglio di alluminio.<br />

Nelle zone ove non fosse possibile utilizzare l'incastro, le lastre dovranno essere saldate fra di loro a mezzo<br />

di speciali nastri adesivi. Il lavoro di posa dovrà avvenire in modo da ridurre al minimo indispensabile il<br />

calpestio del materiale in opera e comunque dovrà essere presa ogni precauzione al fine di evitare il<br />

danneggiamento anche da parte degli esecutori di altre opere.<br />

Si raccomanda l'interposizione di stratificazioni di poliestere tessuto non tessuto tra il sottofondo e la<br />

coibentazione e tra questa e i teli impermeabilizzanti.<br />

L'impermeabilizzazione delle falde di copertura verrà eseguita con guaine bituminose e di poliestere saldate a<br />

fuoco su sottofondo ben asciutto e perfettamente livellato, munito degli sgoli in corrispondenza delle strutture<br />

verticali.<br />

Tutta la superficie da impermeabilizzare verrà spalmata con adatti adesivi ed i teli verranno accuratamente<br />

sovrapposti e risvoltati in corrispondenza delle strutture verticali, secondo le indicazioni della Direzione Lavori.<br />

Essi verranno anche accuratamente raccordati con boccacci predisposti. La loro saldatura verrà effettuata a<br />

fuoco.<br />

Per quanto riguarda l'isolamento termico vale quanto previsto per le coperture non praticabili; il materiale<br />

impiegato dovrà inoltre presentare un'adeguata resistenza meccanica in rapporto ai carichi di esercizio<br />

previsti.<br />

I servizi igienici o comunque i locali soggetti a possibili versamenti di acqua saranno impermeabilizzati con<br />

guaina bituminosa armata saldata a fuoco o con una stratificazione di emulsioni bituminose spalmate a<br />

freddo in più strati sul sottofondo compresa la formazione dei colli di raccordo alle pareti.<br />

3.17 INTONACI<br />

Gli intonaci in genere dovranno essere eseguiti in stagione opportuna, dopo aver rimossa dai giunti della<br />

muratura, la malta poco aderente, ripulita e abbondantemente bagnata la superficie della parete stessa.<br />

Gli intonaci di qualunque specie siano (lisci, a superficie rustica, ecc.) non dovranno mai presentare peli,<br />

crepature, irregolarità negli allineamenti e negli spigoli, od altri difetti.<br />

Quelli comunque difettosi o che non presentassero la necessaria aderenza alle murature, dovranno essere<br />

demoliti e rifatti dall'Appaltatore a sue spese.<br />

Ad opera finita l'intonaco dovrà avere uno spessore di circa 12-15 mm. Gli spigoli sporgenti o rientranti<br />

verranno eseguiti ad angolo oppure con opportuno arrotondamento a seconda degli ordini che in proposito<br />

darà la Direzione Lavori. Negli spigoli vivi degli intonaci interni è consentito inserire una righetta in lamiera<br />

stirata con funzioni di coprifilo.<br />

Gli intonaci interni dovranno essere eseguiti con malta bastarda dosata a q.li 4,00 di cemento "325" e calce<br />

idraulica, nelle proporzioni di 2 a 1 per mc 1,00 di sabbia lavata e saranno costituiti da un rinzaffo e da un<br />

successivo strato tirato su testimoni e da una lisciatura in malta fine di calce. Quest'ultima da non eseguirsi in<br />

corrispondenza delle pareti da rivestire. Spessore complessivo mm 12-15.<br />

Essi potranno anche essere eseguiti mediante malte premiscelati opportunamente additivati a base gesso e<br />

per i locali umidi a base cemento.<br />

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Gli intonaci esterni dovranno essere costituiti da un rinzaffo e da un successivo strato in malta composta con<br />

q 4,00 di cemento "325" per mc di sabbia lavata, tirata su testimoni e lisciata in malta fine di calce.<br />

Quest'ultima lisciatura non dovrà essere eseguita in corrispondenza delle parti da rivestire. Lo spessore<br />

complessivo dell'intonaco sarà di 12-15 mm.<br />

3.18 SISTEMI PER RIVESTIMENTI INTERNI ED ESTERNI<br />

Si definisce sistema di rivestimento il complesso di strati di prodotti della stessa natura o di natura diversa,<br />

omogenei o disomogenei che realizzano la finitura dell'edificio.<br />

I sistemi di rivestimento si distinguono, a seconda della loro funzioni in:<br />

– rivestimenti per esterno e per interno;<br />

– rivestimenti protettivi in ambienti con specifica aggressività;<br />

– rivestimenti protettivi di materiali lapidei, legno, ferro, metalli non ferrosi, ecc.<br />

3.18.1 Sistemi realizzati con prodotti rigidi<br />

Devono essere realizzati secondo le prescrizioni del progetto ed a completamento del progetto con le<br />

indicazioni seguenti:<br />

a) Per le piastrelle di ceramica (o lastre di pietra, ecc. con dimensioni e pesi similari) si procederà alla<br />

posa su letto di malta svolgente funzioni di strato di collegamento e di compensazione e curando la<br />

sufficiente continuità dello strato stesso, lo spessore, le condizioni ambientali di posa (temperatura ed<br />

umidità) e di maturazione. Si valuterà inoltre la composizione della malta onde evitare successivi fenomeni di<br />

incompatibilità chimica o termica con il rivestimento e/o con il supporto.<br />

Durante la posa del rivestimento si curerà l'esecuzione dei giunti, il loro allineamento, la planarità della<br />

superficie risultante ed il rispetto di eventuali motivi ornamentali.<br />

In alternativa alla posa con letto di malta si procederà all'esecuzione di uno strato ripartitore avente<br />

adeguate caratteristiche di resistenza meccanica, planarità, ecc. in modo da applicare successivamente uno<br />

strato di collegamento (od ancoraggio) costituito da adesivi aventi adeguate compatibilità chimica e termica<br />

con lo strato ripartitore e con il rivestimento. Durante la posa si procederà come sopra descritto.<br />

b) Per le lastre di pietra, calcestruzzo, fibrocemento e prodotti similari si procederà alla posa mediante<br />

fissaggi meccanici (elementi ad espansione, elementi a fissaggio chimico, ganci, zanche e similari) a loro<br />

volta ancorati direttamente nella parte muraria e/o su tralicci o similari. Comunque i sistemi di fissaggio<br />

devono garantire una adeguata resistenza meccanica per sopportare il peso proprio e del rivestimento,<br />

resistere alle corrosioni, permettere piccole regolazioni dei singoli pezzi durante il fissaggio ed il loro<br />

movimento in opera dovuto a variazioni termiche.<br />

Il sistema nel suo insieme deve avere comportamento termico accettabile, nonché evitare di essere<br />

sorgente di rumore inaccettabile dovuto al vento, pioggia, ecc. ed assolvere le altre funzioni loro affidate quali<br />

tenuta all'acqua ecc. Durante la posa del rivestimento si cureranno gli effetti estetici previsti, l'allineamento o<br />

comunque corretta esecuzione di giunti (sovrapposizioni, ecc.), la corretta forma della superficie risultante,<br />

ecc. c) Per le lastre, pannelli, ecc. a base di metallo o materia plastica si procederà analogamente a quanto<br />

descritto in b) per le lastre.<br />

Si curerà in base alle funzioni attribuite dal progetto al rivestimento, l'esecuzioni dei fissaggi la<br />

collocazione rispetto agli strati sottostanti onde evitare incompatibilità termiche, chimiche od elettriche.<br />

Saranno considerate le possibili vibrazioni o rumore indotte da vento, pioggia, ecc. Verranno inoltre verificati i<br />

motivi estetici, l'esecuzione dei giunti, la loro eventuale sigillatura, ecc.<br />

I rivestimenti in piastrelle di ceramica dovranno essere eseguiti a perfetta regola d'arte col materiale prescelto<br />

dalla Direzione Lavori e conformemente ai campioni che verranno volta a volta eseguiti, a richiesta della<br />

Direzione dei Lavori.<br />

Particolare cura dovrà porsi nella posizione in sito degli elementi, in modo che questi a lavoro ultimato<br />

risultino perfettamente aderenti al retrostante intonaco.<br />

Gli elementi del rivestimento montati a colla dovranno perfettamente combaciare fra loro e le linee dei giunti,<br />

debitamente stuccate con cemento bianco o diversamente colorato, dovranno risultare, a lavoro ultimato,<br />

perfettamente allineate. I rivestimenti dovranno essere completati con tutti gli eventuali gusci di raccordo ai<br />

pavimenti ed agli spigoli, con eventuali listelli, cornici, ecc.<br />

A lavoro ultimato i rivestimenti dovranno essere convenientemente lavati e puliti.<br />

Particolare cura dovrà essere posta nell'esecuzione della stuccatura di raccordo con l'intonaco al filo<br />

superiore del rivestimento al fine di evitare l'eccessivo accumulo di polvere.<br />

3.18.2 Sistemi realizzati con prodotti flessibili<br />

Devono essere realizzati secondo le prescrizioni date nel progetto con prodotti costituiti da carte da parati (a<br />

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ase di carta, tessili, fogli di materie plastiche o loro abbinamenti) aventi le caratteristiche riportate<br />

nell'articolo loro applicabile ed a completamento del progetto devono rispondere alle indicazioni seguenti.<br />

A seconda del supporto (intonaco, legno, ecc.), si procederà alla sua pulizia ed asportazione dei materiali<br />

esistenti nonché al riempimento di fessure, piccoli fori, alla spianatura di piccole asperità, ecc. avendo cura di<br />

eliminare, al termine, la polvere ed i piccoli frammenti che possono successivamente collocarsi tra il foglio ed<br />

il supporto durante la posa.<br />

Si stenderà uno strato di fondo (fissativo) solitamente costituito dallo stesso adesivo che si userà per<br />

l'incollaggio (ma molto più diluito con acqua) in modo da rendere uniformemente assorbente il supporto<br />

stesso e da chiudere i pori più grandi. Nel caso di supporti molto irregolari e nella posa di rivestimenti<br />

particolarmente sottili e lisci (esempio tessili) si provvederà ad applicare uno strato intermedio di carta fodera<br />

o prodotto similare allo scopo di ottenere la levigatezza e continuità volute.<br />

Si applica infine il telo di finitura curando il suo taglio preliminare in lunghezza e curando la concordanza dei<br />

disegni, la necessità di posare i teli con andamento alternato ecc.<br />

Durante l'applicazione si curerà la realizzazione dei giunti, la quantità di collante applicato, l'esecuzione dei<br />

punti particolari quali angoli, bordi di porte, finestre, ecc., facendo le opportune riprese in modo da garantire<br />

la continuità dei disegni e comunque la scarsa percepibilità dei giunti.<br />

3.18.3 Sistemi realizzati con prodotti fluidi<br />

Devono essere realizzati secondo le prescrizioni date nel progetto (con prodotti costituiti da pitture, vernici<br />

impregnanti, ecc.) aventi le caratteristiche riportate nell'articolo loro applicabile ed a completamento del<br />

progetto devono rispondere alle indicazioni seguenti:<br />

a) su pietre naturali ed artificiali impregnazione della superficie con siliconi o olii fluorurati, non<br />

pellicolanti, resistenti agli UV, al dilavamento, agli agenti corrosivi presenti nell'atmosfera;<br />

b) su intonaci esterni:<br />

• tinteggiatura della superficie con tinte alla calce, o ai silicati inorganici;<br />

• pitturazione della superficie con pitture organiche;<br />

c) su intonaci interni:<br />

• tinteggiatura della superficie con tinte alla calce, o ai silicati inorganici;<br />

• pitturazione della superficie con pitture organiche o ai silicati organici;<br />

• rivestimento della superficie con materiale plastico a spessore;<br />

• tinteggiatura della superficie con tinte a tempera;<br />

d) su prodotti di legno e di acciaio.<br />

I sistemi si intendono realizzati secondo le prescrizioni del progetto ed in loro mancanza (od a loro integrazione) si<br />

intendono realizzati secondo le indicazioni date dal produttore ed accettate dalla Direzione dei lavori; le<br />

informazioni saranno fornite secondo le norme UNI 8758 o UNI 8760 e riguarderanno:<br />

– criteri e materiali di preparazione del supporto;<br />

– criteri e materiali per realizzare l'eventuale strato di fondo ivi comprese le condizioni<br />

ambientali (temperatura, umidità) del momento della realizzazione e del periodo di maturazione,<br />

condizioni per la successiva operazione;<br />

– criteri e materiali per realizzare l'eventuale strato intermedio ivi comprese le condizioni citate<br />

all'alinea precedente per la realizzazione e maturazione;<br />

– criteri e materiali per lo strato di finiture ivi comprese le condizioni citate al secondo alinea.<br />

e) Durante l'esecuzione, per tutti i tipi predetti, si curerà per ogni operazione la completa esecuzione<br />

degli strati, la realizzazione dei punti particolari, le condizioni ambientali (temperatura, umidità) e la corretta<br />

condizione dello strato precedente (essiccazione, maturazione, assenza di bolle, ecc.), nonché le prescrizioni<br />

relative alle norme di igiene e sicurezza.<br />

Qualunque tinteggiatura, coloritura o verniciatura dovrà essere preceduta da una conveniente ed<br />

accuratissima preparazione delle superfici, e precisamente da raschiature, scrostature, stuccature, eventuali<br />

riprese di spigoli e tutto quanto occorre per eguagliare le superfici medesime.<br />

Successivamente le dette superfici dovranno essere perfettamente levigate con carta vetrata, quando trattasi<br />

di coloriture o verniciature, nuovamente stuccate, indi pomiciate e lisciate, previa imprimitura, con modalità e<br />

sistemi atti ad assicurare la perfetta riuscita del lavoro.<br />

Speciale riguardo dovrà aversi per le superfici da rivestire con vernici. Per le opere in legno la stuccatura<br />

dovrà essere preceduta dalla raschiatura delle parti ossidate.<br />

Le tinteggiature, coloriture e verniciature dovranno, se richiesto, essere anche eseguite con colori diversi su<br />

una stessa parete.<br />

L'appaltatore ha l'obbligo, dopo l'applicazione di ogni passata e prima di procedere all'esecuzione successiva,<br />

di farsi rilasciare dal personale della Direzione una dichiarazione scritta.<br />

Deve essere sempre applicato un apposito fondo, adatto a determinare la coesione fra supporto e<br />

pitturazione.<br />

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Sulle superfici di metallo devono essere applicate due mani di antiruggine al minio o ai cromossidi, o essere<br />

eseguita una zincatura a caldo. Sulle superfici di legno il fondo deve essere costituito da una imprimitura<br />

composta di acqua ragia e oli di lino cotto per le pitturazioni diverse.<br />

Sulle superfici intonacate o cementizie deve essere applicata una mano di fondo trasparente antialcalino, per<br />

neutralizzare le alcalinità dei conglomerati e permettere l'aderenza della pittura.<br />

Il Direttore dei lavori per la realizzazione del sistema di rivestimento opererà come segue:<br />

a) Nel corso dell'esecuzione dei lavori (con riferimento ai tempi ed alle procedure) verificherà via via che<br />

i materiali impiegati e le tecniche di posa siano effettivamente quelle prescritte ed inoltre almeno per gli strati<br />

più significativi verificherà che il risultato delle operazioni predette sia coerente con le prescrizioni di progetto<br />

e comunque con la funzione che è attribuita all'elemento o strato realizzato.<br />

In particolare verificherà:<br />

– per i rivestimenti rigidi le modalità di fissaggio, la corretta esecuzione dei giunti e quanto riportato nel<br />

punto loro dedicato, eseguendo verifiche intermedie di resistenza meccanica, ecc.;<br />

– per i rivestimenti con prodotti flessibili (fogli) la corretta esecuzione delle operazioni descritte nel<br />

relativo punto;<br />

– per i rivestimenti fluidi od in pasta il rispetto delle prescrizioni di progetto o concordate come detto nel<br />

punto a) verificando la loro completezza, ecc. specialmente delle parti difficilmente controllabili al<br />

termine dei lavori.<br />

b) A conclusione dei lavori eseguirà prove (anche solo localizzate) e con facili mezzi da cantiere creando<br />

sollecitazioni compatibili con quelle previste dal progetto o comunque similanti le sollecitazioni dovute<br />

all'ambiente, agli utenti futuri, ecc. Per i rivestimenti rigidi verificherà in particolare il fissaggio e l'aspetto delle<br />

superfici risultanti; per i rivestimenti in fogli, l'effetto finale e l'adesione al supporto; per quelli fluidi la<br />

completezza, l'assenza di difetti locali, l'aderenza al supporto.<br />

3.19 OPERE DI VETRAZIONE E SERRAMENTISTICA<br />

– Si intendono per opere di vetrazione quelle che comportano la collocazione in opera di lastre di vetro (o<br />

prodotti similari sempre comunque in funzione di schermo) sia in luci fisse sia in ante fisse o mobili di<br />

finestre, portefinestre o porte;<br />

– Si intendono per opere di serramentistica quelle relative alla collocazione di serramenti (infissi) nei vani<br />

aperti delle parti murarie destinate a riceverli.<br />

3.19.1 Opere di vetrazione<br />

La realizzazione delle opere di vetrazione deve avvenire con i materiali e le modalità previsti dal progetto ed<br />

ove questo non sia sufficientemente dettagliato valgono le prescrizioni seguenti:<br />

a) Le lastre di vetro in relazione al loro comportamento meccanico devono essere scelte tenendo conto<br />

delle loro dimensioni, delle sollecitazioni previste dovute a carico vento e neve, delle sollecitazioni dovute ad<br />

eventuali sbattimenti e delle deformazioni prevedibili del serramento.<br />

Devono inoltre essere considerate per la loro scelta le esigenze di isolamento termico, acustico, di<br />

trasmissione luminosa, di trasparenza o traslucidità, di sicurezza sia ai fini antinfortunistici che di resistenza<br />

alle effrazioni, atti vandalici, ecc.<br />

Per la valutazione della adeguatezza delle lastre alle prescrizioni predette, in mancanza di prescrizioni<br />

nel progetto si intendono adottati i criteri stabiliti nelle norme UNI per l'isolamento termico ed acustico, la<br />

sicurezza, ecc. (UNI 7143, UNI 7144, UNI 7170 e UNI 7697).<br />

Gli smussi ai bordi e negli angoli devono prevenire possibili scagliature.<br />

b) I materiali di tenuta, se non precisati nel progetto, si intendono scelti in relazione alla conformazione e<br />

dimensioni delle scanalature (o battente aperto con ferma vetro) per quanto riguarda lo spessore e<br />

dimensioni in genere, capacità di adattarsi alle deformazioni elastiche dei telai fissi ed ante apribili; resistenza<br />

alle sollecitazioni dovute ai cicli termoigrometrici tenuto conto delle condizioni microlocali che si creano<br />

all'esterno rispetto all'interno, ecc. e tenuto conto del numero, posizione e caratteristiche dei tasselli di<br />

appoggio, periferici e spaziatori.<br />

Nel caso di lastre posate senza serramento gli elementi di fissaggio (squadrette, tiranti, ecc.) devono<br />

avere adeguata resistenza meccanica, essere preferibilmente di metallo non ferroso o comunque protetto<br />

dalla corrosione. Tra gli elementi di fissaggio e la lastra deve essere interposto materiale elastico e durabile<br />

alle azioni climatiche.<br />

c) La posa in opera deve avvenire previa eliminazione di depositi e materiali dannosi dalle lastre,<br />

serramenti, ecc. e collocando i tasselli di appoggio in modo da far trasmettere correttamente il peso della<br />

lastra al serramento; i tasselli di fissaggio servono a mantenere la lastra nella posizione prefissata.<br />

Le lastre che possono essere urtate devono essere rese visibili con opportuni segnali (motivi<br />

ornamentali, maniglie, ecc.).<br />

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La sigillatura dei giunti tra lastra e serramento deve essere continua in modo da eliminare ponti termici<br />

ed acustici. Per i sigillanti e gli adesivi si devono rispettare le prescrizioni previste dal fabbricante per la<br />

preparazione, le condizioni ambientali di posa e di manutenzione. Comunque la sigillatura deve essere<br />

conforme a quella richiesta dal progetto od effettuata sui prodotti utilizzati per qualificare il serramento nel<br />

suo insieme.<br />

L'esecuzione effettuata secondo la norma UNI 6534 potrà essere considerata conforme alla richiesta del<br />

presente capitolato nei limiti di validità della norma stessa.<br />

3.19.2 Opere di serramentistica<br />

La realizzazione della posa dei serramenti deve essere effettuata come indicato nel progetto e quando non<br />

precisato deve avvenire secondo le prescrizioni seguenti:<br />

d) Le finestre collocate su propri controtelai e fissate con i mezzi previsti dal progetto e comunque in<br />

modo da evitare sollecitazioni localizzate.<br />

Il giunto tra controtelaio e telaio fisso se non progettato in dettaglio onde mantenere le prestazioni<br />

richieste al serramento dovrà essere eseguito con le seguenti attenzioni:<br />

- assicurare tenuta all'aria ed isolamento acustico;<br />

- gli interspazi devono essere sigillati con materiale comprimibile e che resti elastico nel tempo, se ciò<br />

non fosse sufficiente (giunti larghi più di 8 mm) si sigillerà anche con apposito sigillante capace di<br />

mantenere l'elasticità nel tempo e di aderire al materiale dei serramenti;<br />

- il fissaggio deve resistere alle sollecitazioni che il serramento trasmette sotto l'azione del vento od i<br />

carichi dovuti all'utenza (comprese le false manovre).<br />

e) La posa con contatto diretto tra serramento e parte muraria deve avvenire:<br />

- assicurando il fissaggio con l'ausilio di elementi meccanici (zanche, tasselli ad espansione, ecc.);<br />

- sigillando il perimetro esterno con malta previa eventuale interposizione di elementi separatori quali<br />

non tessuti, fogli, ecc.;<br />

- curando l'immediata pulizia delle parti che possono essere danneggiate (macchiate, corrose, ecc.)<br />

dal contatto con la malta.<br />

f) Le porte devono essere posate in opera analogamente a quanto indicato per le finestre; inoltre si<br />

dovranno curare le altezze di posa rispetto al livello del pavimento finito.<br />

Per le porte con alte prestazioni meccaniche (antieffrazione) acustiche, termiche o di comportamento al<br />

fuoco, si rispetteranno inoltre le istruzioni per la posa date dal fabbricante ed accettate dalla Direzione dei<br />

lavori.<br />

Il Direttore dei lavori per la realizzazione opererà come segue:<br />

a) Nel corso dell'esecuzione dei lavori (con riferimento ai tempi ed alle procedure) verificherà via via che<br />

i materiali impiegati e le tecniche di posa siano effettivamente quelli prescritti.<br />

In particolare verificherà la realizzazione delle sigillature tra lastre di vetro e telai e tra i telai fissi ed i<br />

controtelai; la esecuzione dei fissaggi per le lastre non intelaiate; il rispetto delle prescrizioni di progetto, del<br />

capitolato e del produttore per i serramenti con altre prestazioni.<br />

b) A conclusione dei lavori eseguirà verifiche visive della corretta messa in opera e della completezza dei<br />

giunti, sigillature, ecc. Eseguirà controlli orientativi circa la forza di apertura e chiusura dei serramenti<br />

(stimandole con la forza corporea necessaria) l'assenza di punti di attrito non previsti, e prove orientative di<br />

tenuta all'acqua, con spruzzatori a pioggia, ed all'aria, con l'uso di fumogeni, ecc.<br />

Nelle grandi opere i controlli predetti potranno avere carattere casuale e statistico.<br />

Avrà cura di far aggiornare e raccogliere i disegni costruttivi più significativi unitamente alla descrizione<br />

e/o schede tecniche dei prodotti impiegati (specialmente quelli non visibili ad opera ultimata) e le prescrizioni<br />

attinenti la successiva manutenzione.<br />

3.20 ESECUZIONE DELLE PARETI ESTERNE E PARTIZIONI INTERNE<br />

Si intende per parete esterna il sistema edilizio avente la funzione di separare e conformare gli spazi interni al<br />

sistema rispetto all'esterno.<br />

Si intende per partizione interna un sistema edilizio avente funzione di dividere e conformare gli spazi interni<br />

del sistema edilizio.<br />

Nella esecuzione delle pareti esterne si terrà conto della loro tipologia (trasparente, portante, portata,<br />

monolitica, ad intercapedine, termoisolata, ventilata) e della loro collocazione (a cortina, a semicortina od<br />

inserita).<br />

Nella esecuzione delle partizioni interne si terrà conto della loro classificazione in partizione semplice<br />

(solitamente realizzata con piccoli elementi e leganti umidi) o partizione prefabbricata (solitamente realizzata<br />

con montaggio in sito di elementi predisposti per essere assemblati a secco).<br />

Quando non è diversamente descritto negli altri documenti progettuali (o quando questi non sono<br />

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sufficientemente dettagliati) si intende che ciascuna delle categorie di parete sopracitata è composta da più<br />

strati funzionali (costruttivamente uno strato può assolvere a più funzioni), che devono essere realizzati come<br />

segue:<br />

a) Le pareti a cortina (facciate continue) saranno realizzate utilizzando i materiali e prodotti rispondenti al<br />

presente capitolato (vetro, isolanti, sigillanti, pannelli, finestre, elementi portanti, ecc.). Le parti metalliche si<br />

intendono lavorate in modo da non subire microfessure o comunque danneggiamenti ed, a seconda del<br />

metallo, opportunamente protette dalla corrosione.<br />

Durante il montaggio si curerà la corretta esecuzione dell'elemento di supporto ed il suo ancoraggio alla<br />

struttura dell'edificio eseguendo (per parti) verifiche della corretta esecuzione delle giunzioni (bullonature,<br />

saldature, ecc.) e del rispetto delle tolleranze di montaggio e dei giochi. Si effettueranno prove di carico<br />

(anche per parti) prima di procedere al successivo montaggio degli altri elementi.<br />

La posa dei pannelli di tamponamento, dei telai, dei serramenti, ecc., sarà effettuata rispettando le<br />

tolleranze di posizione, utilizzando i sistemi di fissaggio previsti. I giunti saranno eseguiti secondo il progetto e<br />

comunque posando correttamente le guarnizioni ed i sigillanti in modo da garantire le prestazioni di tenuta<br />

all'acqua, all'aria, isolamento termico, acustico, ecc. tenendo conto dei movimenti localizzati della facciata e<br />

dei suoi elementi dovuti a variazioni termiche, pressione del vento, ecc.<br />

La posa di scossaline coprigiunti, ecc. avverrà in modo da favorire la protezione e la durabilità dei<br />

materiali protetti ed in modo che le stesse non siano danneggiate dai movimenti delle facciate.<br />

Il montaggio dei vetri e dei serramenti avverrà secondo le indicazioni date nell'articolo a loro dedicato.<br />

b) Le pareti esterne o partizioni interne realizzate a base di elementi di laterizio, calcestruzzo, calcio<br />

silicato, pietra naturale o ricostruita e prodotti similari saranno realizzate con le modalità descritte nell'articolo<br />

opere di muratura, tenendo conto delle modalità di esecuzione particolari (giunti, sovrapposizioni, ecc.)<br />

richieste quando la muratura ha compiti di isolamento termico, acustico, resistenza al fuoco, ecc. Per gli altri<br />

strati presenti morfologicamente e con precise funzioni di isolamento termico, acustico, barriera al vapore,<br />

ecc. si rinvia alle prescrizioni date nell'articolo relativo alle coperture.<br />

Per gli intonaci ed i rivestimenti in genere si rinvia all'articolo sull'esecuzione di queste opere. Comunque<br />

in relazione alle funzioni attribuite alle pareti ed al livello di prestazione richiesto si curerà la realizzazione dei<br />

giunti, la connessione tra gli strati e le compatibilità meccaniche e chimiche.<br />

Nel corso dell'esecuzione si curerà la completa esecuzione dell'opera con attenzione alle interferenze<br />

con altri elementi (impianti), all'esecuzione dei vani di porte e finestre, alla realizzazione delle camere d'aria o<br />

di strati interni curando che non subiscano schiacciamenti, discontinuità, ecc. non coerenti con la funzione<br />

dello strato.<br />

c) Le partizioni interne costituite da elementi predisposti per essere assemblati in sito (con o senza<br />

piccole opere di adeguamento nelle zone di connessione con le altre pareti o con il soffitto) devono essere<br />

realizzate con prodotti rispondenti alle prescrizioni date nell'articolo prodotti per pareti esterne e partizioni<br />

interne.<br />

Nell'esecuzione si seguiranno le modalità previste dal produttore (ivi incluso l'utilizzo di appositi attrezzi)<br />

ed approvate dalla Direzione dei lavori. Si curerà la corretta predisposizione degli elementi che svolgono<br />

anche funzione di supporto in modo da rispettare le dimensioni, tolleranze ed i giochi previsti o comunque<br />

necessari ai fini del successivo assemblaggio degli altri elementi. Si curerà che gli elementi di collegamento e<br />

di fissaggio vengano posizionati ed installati in modo da garantire l'adeguata trasmissione delle sollecitazioni<br />

meccaniche. Il posizionamento di pannelli, vetri, elementi di completamento, ecc. sarà realizzato con<br />

l'interposizione di guarnizioni, distanziatori, ecc. che garantiscano il raggiungimento dei livelli di prestazione<br />

previsti ed essere completate con sigillature, ecc.<br />

Il sistema di giunzione nel suo insieme deve completare il comportamento della parete e deve essere<br />

eseguito secondo gli schemi di montaggio previsti; analogamente si devono eseguire secondo gli schemi<br />

previsti e con accuratezza le connessioni con le pareti murarie, con i soffitti, ecc.<br />

3.21 ESECUZIONE DELLE PAVIMENTAZIONI<br />

Si intende per pavimentazione un sistema edilizio avente quale scopo quello di consentire o migliorare il<br />

transito e la resistenza alle sollecitazioni in determinate condizioni di uso.<br />

Esse si intendono convenzionalmente suddivise nelle seguenti categorie:<br />

− pavimentazioni su strato portante;<br />

− pavimentazioni su terreno (cioè dove la funzione di strato portante del sistema di pavimentazione è svolta<br />

del terreno).<br />

Quando non è diversamente descritto negli altri documenti progettuali (o quando questi non sono<br />

sufficientemente dettagliati) si intende che ciascuna delle categorie sopracitate sarà composta dai seguenti<br />

strati funzionali.<br />

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a) La pavimentazione su strato portante avrà quali elementi o strati fondamentali: 1) lo strato portante,<br />

con la funzione di resistenza alle sollecitazioni meccaniche dovute ai carichi permanenti o di esercizio; 2) lo<br />

strato di scorrimento, con la funzione di compensare e rendere compatibili gli eventuali scorrimenti<br />

differenziali tra strati contigui; 3) lo strato ripartitore, con funzione di trasmettere allo strato portante le<br />

sollecitazioni meccaniche impresse dai carichi esterni qualora gli strati costituenti la pavimentazione abbiano<br />

comportamenti meccanici sensibilmente differenziati; 4) lo strato di collegamento, con funzione di ancorare il<br />

rivestimento allo strato ripartitore (o portante); 5) lo strato di rivestimento con compiti estetici e di resistenza<br />

alle sollecitazioni meccaniche, chimiche, ecc.).<br />

A seconda delle condizioni di utilizzo e delle sollecitazioni previste i seguenti strati possono diventare<br />

fondamentali: 6) strato di impermeabilizzante con funzione di dare alla pavimentazione una prefissata<br />

impermeabilità ai liquidi ed ai vapori; 7) strato di isolamento termico con funzione di portare la<br />

pavimentazione ad un prefissato isolamento termico; 8) strato di isolamento acustico con la funzione di<br />

portare la pavimentazione ad un prefissato isolamento acustico; 9) strato di compensazione con funzione di<br />

compensare quote, le pendenze, gli errori di planarità ed eventualmente incorporare impianti (questo strato<br />

frequentemente ha anche funzione di strato di collegamento).<br />

b) La pavimentazione su terreno avrà quali elementi o strati funzionali: 1) il terreno (suolo) con funzione<br />

di resistere alle sollecitazioni meccaniche trasmesse dalla pavimentazione; 2) strato impermeabilizzante (o<br />

drenante); 3) lo strato ripartitore; 4) strati di compensazione e/o pendenza; 5) il rivestimento. A seconda delle<br />

condizioni di utilizzo e delle sollecitazioni previste altri strati complementari possono essere previsti.<br />

Per la pavimentazione su strato portante sarà effettuata la realizzazione degli strati utilizzando i materiali<br />

indicati nel progetto, ove non sia specificato in dettaglio nel progetto od a suo complemento si rispetteranno<br />

le prescrizioni seguenti:<br />

1) Per lo strato portante a seconda della soluzione costruttiva adottata si farà riferimento alle prescrizioni<br />

già date nel presente capitolato sulle strutture di calcestruzzo, strutture metalliche, sulle strutture miste<br />

acciaio e calcestruzzo, sulle strutture di legno, ecc.<br />

2) Per lo strato di scorrimento a seconda della soluzione costruttiva adottata si farà riferimento alle<br />

prescrizioni già date per i prodotti quali la sabbia, membrane a base sintetica o bituminosa, fogli di carta o<br />

cartone, geotessili o pannelli di fibre, di vetro o roccia.<br />

Durante la realizzazione si curerà la continuità dello strato, la corretta sovrapposizione, o realizzazione<br />

dei giunti e l'esecuzione dei bordi, risvolti, ecc.<br />

3) Per lo strato ripartitore a seconda della soluzione costruttiva adottata si farà riferimento alle<br />

prescrizioni già date per i prodotti quali calcestruzzi armati o non, malte cementizie, lastre prefabbricate di<br />

calcestruzzo armato o non, lastre o pannelli a base di legno.<br />

Durante la realizzazione si curerà oltre alla corretta esecuzione dello strato in quanto a continuità e<br />

spessore, la realizzazione di giunti e bordi e dei punti di interferenza con elementi verticali o con passaggi di<br />

elementi impiantistici in modo da evitare azioni meccaniche localizzate od incompatibilità chimico fisiche.<br />

Sarà infine curato che la superficie finale abbia caratteristiche di planarità, rugosità, ecc. adeguate per lo<br />

strato successivo.<br />

4) Per lo strato di collegamento a seconda della soluzione costruttiva adottata si farà riferimento alle<br />

prescrizioni già date per i prodotti quali malte, adesivi organici e/o con base cementizia e nei casi particolari<br />

alle prescrizioni del produttore per elementi di fissaggio, meccanici od altro tipo.<br />

Durante la realizzazione si curerà la uniforme e corretta distribuzione del prodotto con riferimento agli<br />

spessori e/o quantità consigliate dal produttore in modo da evitare eccesso da rifiuto od insufficienza che può<br />

provocare scarsa resistenza od adesione. Si verificherà inoltre che la posa avvenga con gli strumenti e nelle<br />

condizioni ambientali (temperatura, umidità) e preparazione dei supporti suggeriti dal produttore.<br />

5) Per lo strato di rivestimento a seconda della soluzione costruttiva adottata si farà riferimento alle<br />

prescrizioni già date nell'articolo sui prodotti per pavimentazioni.<br />

Durante la fase di posa si curerà la corretta esecuzione degli eventuali motivi ornamentali, la posa degli<br />

elementi di completamento e/o accessori, la corretta esecuzione dei giunti, delle zone di interferenza (bordi,<br />

elementi verticali, ecc.) nonché le caratteristiche di planarità o comunque delle conformazioni superficiali<br />

rispetto alle prescrizioni di progetto, nonché le condizioni ambientali di posa ed i tempi di maturazione.<br />

6) Per lo strato di impermeabilizzazione a seconda che abbia funzione di tenuta all'acqua, barriera o<br />

schermo al vapore valgono le indicazioni fornite per questi strati all'articolo sulle coperture continue.<br />

7) Per lo strato di isolamento termico valgono le indicazioni fornite per questo strato all'articolo sulle<br />

coperture piane.<br />

8) Per lo strato di isolamento acustico a seconda della soluzione costruttiva adottatasi farà riferimento<br />

per i prodotti alle prescrizioni già date nell'apposito articolo.<br />

Durante la fase di posa in opera si curerà il rispetto delle indicazioni progettuali e comunque la continuità<br />

dello strato con la corretta realizzazione dei giunti/sovrapposizioni, la realizzazione accurata dei risvolti ai<br />

bordi e nei punti di interferenza con elementi verticali (nel caso di pavimento cosiddetto galleggiante i risvolti<br />

dovranno contenere tutti gli strati sovrastanti). Sarà verificato nei casi dell'utilizzo di supporti di gomma,<br />

98


sughero, ecc.<br />

il corretto posizionamento di questi elementi ed i problemi di compatibilità meccanica, chimica, ecc., con<br />

lo strato sottostante e sovrastante.<br />

9) Per lo strato di compensazione delle quote valgono le prescrizioni date per lo strato di collegamento<br />

(per gli strati sottili) e/o per lo strato ripartitore (per gli spessori maggiori a 20 mm).<br />

Per le pavimentazioni su terreno la realizzazione degli strati sarà effettuata utilizzando i materiali indicati nel<br />

progetto, ove non sia specificato in dettaglio nel progetto o da suo complemento si rispetteranno le<br />

prescrizioni seguenti:<br />

10) Per lo strato costituito dal terreno si provvederà alle operazioni di asportazione dei vegetali e dello<br />

strato contenente le loro radici o comunque ricco di sostanze organiche. Sulla base delle sue caratteristiche<br />

di portanza, limite liquido, plasticità, massa volumica, ecc. si procederà alle operazioni di costipamento con<br />

opportuni mezzi meccanici, alla formazione di eventuale correzione e/o sostituzione (trattamento) dello strato<br />

superiore per conferirgli adeguate caratteristiche meccaniche, di comportamento all'acqua, ecc.<br />

In caso di dubbio o contestazioni si farà riferimento alla norma UNI 8381 e/o alle norme CNR sulle<br />

costruzioni stradali.<br />

11) Per lo strato impermeabilizzante o drenante si farà riferimento alle prescrizioni già fornite per i<br />

materiali quali sabbia, ghiaia, pietrisco, ecc. indicate nella norma UNI 8381 per le massicciate (o alle norme<br />

CNR sulle costruzioni stradali) ed alle norme UNI e/o CNR per i tessuti nontessuti (geotessili). Per<br />

l'esecuzione dello strato si adotteranno opportuni dosaggi granulometrici di sabbia, ghiaia e pietrisco in modo<br />

da conferire allo strato resistenza meccanica, resistenza al gelo, limite di plasticità adeguati.<br />

Per gli strati realizzati con geotessili si curerà la continuità dello strato, la sua consistenza e la corretta<br />

esecuzione dei bordi e dei punti di incontro con opere di raccolta delle acque, strutture verticali, ecc.<br />

In caso di dubbio o contestazione si farà riferimento alla UNI 8381 e/o alle norme CNR sulle costruzioni<br />

stradali.<br />

12) Per lo strato ripartitore dei carichi si farà riferimento alle prescrizioni contenute sia per i materiali sia<br />

per la loro realizzazione con misti cementati, solette di calcestruzzo, conglomerati bituminosi alle prescrizioni<br />

della UNI 8381 e/o alle norme CNR sulle costruzioni stradali. In generale si curerà la corretta esecuzione<br />

degli spessori, la continuità degli strati, la realizzazione dei giunti dei bordi e dei punti particolari.<br />

13) Per lo strato di compensazione e/o pendenza valgono le indicazioni fornite per lo strato ripartitore; è<br />

ammesso che esso sia eseguito anche successivamente allo strato ripartitore purché sia utilizzato materiale<br />

identico o comunque compatibile e siano evitati fenomeni di incompatibilità fisica o chimica o comunque<br />

scarsa aderenza dovuta ai tempi di presa, maturazione e/o alle condizioni climatiche al momento<br />

dell'esecuzione.<br />

14) Per lo strato di rivestimento valgono le indicazioni fornite nell'articolo sui prodotti per pavimentazione<br />

(conglomerati bituminosi, massetti calcestruzzo, pietre, ecc.). Durante l'esecuzione si curerà a secondo della<br />

soluzione costruttiva prescritta dal progetto le indicazioni fornite dal progetto stesso e comunque si curerà, in<br />

particolare, la continuità e regolarità dello strato (planarità, deformazioni locali, pendenze, ecc.) l'esecuzione<br />

dei bordi e dei punti particolari. Si curerà inoltre l'impiego di criteri e macchine secondo le istruzioni del<br />

produttore del materiale ed il rispetto delle condizioni climatiche e di sicurezza e dei tempi di presa e<br />

maturazione.<br />

Il Direttore dei lavori per la realizzazione delle coperture piane opererà come segue:<br />

a) Nel corso dell'esecuzione dei lavori (con riferimento ai tempi ed alle procedure) verificherà via via che<br />

i materiali impiegati e le tecniche di posa siano effettivamente quelle prescritte ed inoltre, almeno per gli strati<br />

più significativi verificherà che il risultato finale sia coerente con le prescrizioni di progetto e comunque con la<br />

funzione che è attribuita all'elemento o strato realizzato. In particolare verificherà: il collegamento tra gli strati;<br />

la realizzazione dei giunti/sovrapposizioni per gli strati realizzati con pannelli, fogli ed in genere con prodotti<br />

preformati; la esecuzione accurata dei bordi e dei punti particolari. Ove sono richieste lavorazioni in sito<br />

verificherà con semplici metodi da cantiere: 1) le resistenze meccaniche (portate, punzonamenti, resistenze a<br />

flessione); 2) adesioni fra strati (o quando richiesto l'esistenza di completa separazione); 3) tenute all'acqua,<br />

all'umidità, ecc.<br />

b) A conclusione dell'opera eseguirà prove (anche solo localizzate) di funzionamento formando battenti<br />

di acqua, condizioni di carico, di punzonamento, ecc. che siano significativi delle ipotesi previste dal progetto<br />

o dalla realtà.<br />

Avrà cura di far aggiornare e raccogliere i disegni costruttivi unitamente alla descrizione e/o schede<br />

tecniche dei prodotti impiegati (specialmente quelli non visibili ad opera ultimata) e le prescrizioni attinenti la<br />

successiva manutenzione.<br />

3.21.1 Altre indicazioni sulle pavimentazioni<br />

La posa in opera dei pavimenti di qualsiasi tipo o genere dovrà venire eseguita in modo che la superficie<br />

risulti perfettamente piana ed osservando scrupolosamente le disposizioni che, di volta in volta, saranno<br />

99


impartite dalla Direzione Lavori.<br />

I singoli elementi dovranno combaciare esattamente tra di loro, dovranno risultare perfettamente fissati al<br />

sottostrato e non dovrà verificarsi nelle connessure dei diversi elementi a contatto la benché minima<br />

ineguaglianza.<br />

I pavimenti dovranno essere consegnati diligentemente finiti, lavorati e senza macchie di sorta.<br />

Resta comunque contrattualmente stabilito che per un periodo almeno di dieci giorni dopo l'ultimazione di<br />

ciascun pavimento l'Appaltatore avrà l'obbligo di impedire l'accesso di qualunque persona nei locali. Ad ogni<br />

modo, ove i pavimenti risultassero in tutto o in parte danneggiati per il passaggio abusivo di persone e per<br />

altre cause, l'Appaltatore dovrà a sua cura e spese ricostruire le parti danneggiate.<br />

L'Appaltatore ha l'obbligo di presentare alla Direzione Lavori i campioni dei pavimenti che saranno prescritti.<br />

Tuttavia la Direzione Lavori ha piena facoltà di provvedere il materiale di pavimentazione.<br />

Nella realizzazione dei pavimenti in corrispondenza dei giunti tra una tipologia e l'altra o in corrispondenza<br />

dell'anta di tutti i locali si deve prevedere l'inserimento di un giunto in ottone collegato alla rete di<br />

equalizzazione del potenziale il cui onere è da intendersi compensato nei prezzi d'appalto.<br />

1) Sottofondo impianti, massetto, rasatura, isolamento acustico<br />

Il piano destinato alla posa dei pavimenti, di qualsiasi tipo essi siano, dovrà essere opportunamente<br />

predisposto mediante la realizzazione della seguente stratigrafia di strati di base:<br />

- Realizzazione di un sottofondo di ricoprimento degli impianti eseguito in calcestruzzo alleggerito<br />

con argilla espansa o polistirolo, avente una densità minima di 500 Kg/m 3 variabile a seconda delle<br />

necessità con un minimo di 8 cm. La superficie di tale sottofondo dovrà essere spianata al fine di<br />

predisporlo alle successive lavorazioni. Il tempo di maturazione del getto sarà in funzione dell’inerte<br />

e del legante utilizzati secondo le prescrizioni riportate sull’elenco descrittivo delle voci o sull’elenco<br />

prezzi unitari<br />

- Eventuale fornitura e posa in opera di una barriera acustica di separazione con i successivi strati<br />

composta da un telo di gomma pressata da risvoltare in corrispondenza delle pareti perimetrali; tale<br />

barriera avrà anche lo scopo di dissociare il getto del massetto superiore dal sottofondo impianto<br />

realizzando una sorta di pavimento galleggiante.<br />

- Realizzazione di un massetto porta pavimento in malta cementizia armato con rete metallica<br />

leggera, di spessore non minore di cm 5 con superficie spianata, livellata, tirata a staggia e<br />

perfettamente frattazzata, pronta a ricevere i successivi strati di pavimentazione di tipo ceramico da<br />

posare a colla. Il tempo di maturazione del getto sarà in funzione del legante utilizzato secondo le<br />

prescrizioni riportate sull’elenco descrittivo delle voci o sull’elenco prezzi unitari.<br />

- Nei locali ove è prevista la posa di pavimentazione di tipo resiliente (gomma, linoleum, vinilico)<br />

dovrà essere realizzata una rasatura con malta cementizia di tipo autolivellante ad alta resistenza<br />

alla compressine al fine di costituire un piano omogeneo perfettamente piano.<br />

In alternativa alla posa a colla per i pavimenti ceramici, in accordo con la Direzione Lavori, portà essere<br />

eseguita la posa a fresco mediante la formazione sopra il sottofondo impianti di strato di malta cementizia<br />

magra, dello spessore di almeno cm 4, che dovrà essere ben battuto e costipato. Sopra di esso si<br />

poseranno le mattonelle a seconda del disegno o delle istruzioni che verranno impartite dalla Direzione<br />

Lavori. Le mattonelle saranno quindi battute e verranno stuccate con malta liquida di puro cemento<br />

distesa sopra ad esse. Infine la superficie sarà pulita e tirata a lucido con segatura bagnata e quindi<br />

successivamente trattata in caso di pietra naturale.<br />

Le mattonelle greificate, prima del loro impiego, dovranno essere bagnate a rifiuto per immersione.<br />

2) Pavimenti in grès, granito grès, monocottura, pietra naturale.<br />

La posa sarà realizzata a mezzo collante monocomponente o bicomponente (lattice di gomma + miscela<br />

di sabbia/cemento) su sottofondo predisposto. Il collante verrà steso mediante spatola dentata 8/10 mm;<br />

la stuccatura delle fughe sarà realizzata con prodotti idonei in commercio a granulometria appropriata e<br />

colore a scelta D.L..<br />

Sulle soglie con cambio di tipologia di pavimentazione dovranno essere forniti e posti in opera dei profili<br />

di ottone forato. Dovranno essere inoltre realizzati dei giunti di dilatazione mediante la fornitura e posa<br />

in opera di elementi tipo Joint serie Joint Filler per posa a colla o similare per ambienti di grandi<br />

dimensioni e corridoi (riquadri da 15 a 25mq con lato massimo 6.00m all'interno e riquadri da 5 a 10mq<br />

con lato massimo 4.00 all'esterno<br />

3) Pavimenti in linoleum o gomma.<br />

La superficie superiore del sottofondo in malta di cemento (spessore cm 4) ovvero in massetto<br />

autolivellante ad alta resistenza dovrà essere perfettamente piana e liscia, togliendo gli eventuali difetti<br />

con stuccature a gesso.<br />

100


L'applicazione del pavimento, che non dovrà avere uno spessore inferiore a mm 3, dovrà essere fatta su<br />

sottofondo perfettamente asciutto; nel caso in cui per ragioni di assoluta urgenza non si possa attendere<br />

il perfetto prosciugamento del sottofondo, esso sarà protetto con vernice speciale detta antiumido.<br />

L'applicazione del pavimento dovrà essere fatta da operai specializzati con mastice di resina o con altre<br />

colle speciali. Il pavimento dovrà essere incollato su tutta la superficie e non dovrà presentare<br />

rigonfiamenti od altri difetti di sorta.<br />

Alla fine si procederà alla saldatura delle piastrelle e dei teli.<br />

La pulitura dei pavimenti dovrà essere fatta con segatura (esclusa quella di castagno) inumidita con<br />

acqua dolce leggermente saponata, che verrà passata e ripassata sul pavimento fino a ottenere la<br />

pulitura.<br />

Dovrà poi il pavimento essere asciugato passandovi sopra segatura asciutta e pulita, e quindi strofinato<br />

con stracci imbevuti con olio di lino cotto.<br />

Tale ultima applicazione contribuirà a mantenere la plasticità e ad aumentare la impermeabilità del<br />

pavimento.<br />

Nei locali nei quali si prevede l'inserimento di pavimento senza procedere alla rimozione del pavimento<br />

esistente si procederà all'incollaggio dello stesso sul preesistente sostrato mediante collanti particolari<br />

previa la regolarizzazione degli avvallamenti esistenti, la sigillatura delle fessurazioni e il fissaggio delle<br />

piastrelle distaccate mediante particolari malte ad elevate caratteristiche di resistenza.<br />

4) Pavimenti antistatici in gomma caucciù<br />

La posa del pavimento antistatico in gomma caucciù sarà eseguita sul sottofondo predisposto come<br />

indicato al punto precedente che dovrà essere molto ben asciutto e privo di polveri.<br />

Lo spessore del pavimento non dovrà mai essere inferiore a mm 3.<br />

La posa in opera sarà eseguita da operai specializzati mediante doppio incollaggio con colle speciali<br />

evitando la formazione di bolle d'aria ed il sollevamento dei lembi.<br />

Qualora la posa in opera debba essere eseguita su pavimento in grès levigato esistente il piano di posa<br />

dovrà essere opportunamente trattato mediante sgrassatura chimica ed eventuale irruvidimento chimico<br />

e meccanico allo scopo di favorire l'adesione del collante al sustrato esistente. Particolare attenzione<br />

dovrà essere posta nella scelta del collante che dovrà garantire la perfetta adesione del pavimento al<br />

sustrato e la conducibilità.<br />

Sotto i teli o le piastrelle secondo le indicazioni della ditta fornitrice dovranno essere poste piattine di<br />

rame con maglia della dimensione minima di cm 50x50 collegate con il conduttore di terra. In<br />

corrispondenza di dette lastre non si dovrà stendere collante. I giunti tra le piastrelle ed i teli dovranno<br />

infine essere accuratamente saldati a caldo tra loro mediante uno speciale nastro. Il battiscopa di finitura<br />

dovrà avere le stesse caratteristiche di conducibilità del pavimento ed essere saldato alle pareti.<br />

3.22 CONTROSOFFITTI<br />

Tutti i controsoffitti dovranno essere eseguiti con cura particolare allo scopo di ottenere superfici esattamente<br />

orizzontali o anche verticali senza ondulazioni o altri difetti.<br />

Per quanto riguarda le caratteristiche statiche, gli ancoraggi all'impalcato soprastante dovranno essere tali da<br />

garantire nel modo più assoluto dalla eventualità di distacco degli elementi di plafonature.<br />

I controsoffitti in pannelli di alluminio forellinato o lisci coibentati con materassino di lana di roccia avranno un<br />

coefficiente di assorbimento di circa il 70% a 800 HZ saranno di area non inferiore a mq 0,5 e superficie<br />

inferiore trattata con vernice lavabile di colore bianco opaco; l'armatura metallica sarà costituita da tubo tipo<br />

Elios di diametro mm 13, completa di attacchi, distanziatori, tiranti, ecc., predisposta anche per consentire,<br />

senza ulteriori rafforzamenti, il collocamento di lampade, bocchette, pannelli radianti ecc. anche di dimensioni<br />

inferiori a quelle di un pannello.<br />

I materassini di lana di roccia saranno posti entro sacchetti di alluminio. Per i controsoffitti in doghe di<br />

alluminio coibentati o meno con materassino in lana di roccia, vedasi quanto detto per i controsoffitti in<br />

pannelli di alluminio.<br />

I controsoffitti in doghe di alluminio saranno del tipo a fughe chiuse con o senza materassino di lana di roccia<br />

e dovranno avere le caratteristiche tecniche già indicate per i controsoffitti in pannelli di alluminio.<br />

I controsoffitti dei corridoi e dei servizi saranno eseguiti con pannelli di gesso alleggeriti opportunamente<br />

trattati.<br />

I controsoffitti degli ambienti operatori saranno eseguiti con pannelli di gesso rivestiti con pellicola in alluminio<br />

trattato atti a garantire una perfetta igienicità e la tenuta dell’aria. L’orditura portante sarà del tipo nascosta.<br />

Durante l'esecuzione dei controsoffitti di qualunque natura si dovranno prevedere gli scassi per<br />

l'alloggiamento dei corpi illuminanti, e delle bocchette per gli impianti di condizionamento.<br />

Non saranno accettati controsoffitti realizzati con pannelli contenenti fibre di amianto a meno che non venga<br />

prodotta una certificazione attestante l'inalterabilità nel tempo del materiale.<br />

101


3.23 RETI DI SCARICO<br />

3.23.1 Impianto di scarico acque usate<br />

In conformità alla Legge 46 del 5 marzo 1990 gli impianti idrici ed i loro componenti devono rispondere alle<br />

regole di buona tecnica; le norme UNI sono considerate norme di buona tecnica.<br />

Il presente capitolo è complementare a quanto riportato sul capitolato Impianti Meccanici.<br />

Si intende per impianto di scarico delle acque usate l'insieme delle condotte, apparecchi, ecc. che<br />

trasferiscono l'acqua dal punto di utilizzo alla fogna pubblica.<br />

Il sistema di scarico deve essere indipendente dal sistema di smaltimento delle acque meteoriche almeno<br />

fino al punto di immissione nella fogna pubblica.<br />

Il sistema di scarico può essere suddiviso in casi di necessità in più impianti convoglianti separatamente<br />

acque fecali, acque saponose, acque grasse. Il modo di recapito delle acque usate sarà comunque conforme<br />

alle prescrizioni delle competenti autorità.<br />

L'impianto di cui sopra si intende funzionalmente suddiviso come segue:<br />

– parte destinata al convogliamento delle acque (raccordi, diramazioni, colonne, collettori);<br />

– parte destinata alla ventilazione primaria;<br />

– parte destinata alla ventilazione secondaria;<br />

– raccolta e sollevamento sotto quota;<br />

– trattamento delle acque;<br />

Per la realizzazione delle diverse parti funzionali si utilizzeranno i materiali ed i componenti indicati nei<br />

documenti progettuali ed a loro completamento si rispetteranno le prescrizioni seguenti.<br />

Vale inoltre quale precisazione ulteriore a cui fare riferimento la norma UNI 9183.<br />

1) I tubi utilizzabili devono rispondere alle seguenti norme:<br />

- tubi di acciaio zincato UNI 6363 e UNI 8863 (il loro uso deve essere limitato alle acque di scarico con<br />

poche sostanze in sospensione e non saponose). Per la zincatura si fa riferimento alle norme sui<br />

trattamenti galvanici. Per i tubi di acciaio rivestiti, il rivestimento deve rispondere alle prescrizioni delle<br />

norme UNI esistenti (polietilene, bitume, ecc.) e comunque non deve essere danneggiato o staccato; in<br />

tal caso deve essere eliminato il tubo;<br />

- tubi di ghisa: devono rispondere alle UNI ISO 6594, essere del tipo centrifugato e ricotto, possedere<br />

rivestimento interno di catrame, resina epossidica ed essere esternamente catramati o verniciati con<br />

vernice antiruggine;<br />

- tubi di piombo: devono rispondere alla UNI 7527/1. Devono essere lavorati in modo da ottenere sezione<br />

e spessore costanti in ogni punto del percorso. Essi devono essere protetti con catrame e verniciati con<br />

vernici bituminose per proteggerli dall'azione aggressiva del cemento;<br />

- tubi di gres: devono rispondere alla UNI EN 295-2;<br />

- tubi di fibrocemento: devono rispondere alla UNI EN 588-1;<br />

- tubi di calcestruzzo non armato: devono rispondere alla UNI sperimentale 9534, i tubi armati devono<br />

rispondere alle prescrizioni di buona tecnica (fino alla disponibilità di norma UNI);<br />

- tubi di materiale plastico: devono rispondere alle seguenti norme:<br />

• tubi di PVC per condotte all'interno dei fabbricati: UNI EN 1329-1;<br />

• tubi di PVC per condotte interrate: UNI EN 1401-1;<br />

• tubi di polietilene ad alta densità (PEad) per condotte interrate: UNI 7613;<br />

• tubi di polipropilene (PP): UNI EN 1451-1;<br />

• tubi di polietilene ad alta densità (PEad) per condotte all'interno dei fabbricati: UNI<br />

8451.<br />

2) Per gli altri componenti vale quanto segue:<br />

- per gli scarichi ed i sifoni di apparecchi sanitari vedere articolo sui componenti dell'impianto di adduzione<br />

dell'acqua (<strong>Capitolato</strong> impianti meccanici);<br />

- in generale i materiali di cui sono costituiti i componenti del sistema di scarico devono rispondere alle<br />

seguenti caratteristiche:<br />

a) minima scabrezza, al fine di opporre la minima resistenza al movimento dell'acqua;<br />

b) impermeabilità all'acqua ed ai gas per impedire i fenomeni di trasudamento e di fuoriuscita odori;<br />

c) resistenza all'azione aggressiva esercitata dalle sostanze contenute nelle acque discarico, con<br />

particolare riferimento a quelle dei detersivi e delle altre sostanze chimiche usate per lavaggi;<br />

d) resistenza all'azione termica delle acque aventi temperature sino a 90 °C circa;<br />

e) opacità alla luce per evitare i fenomeni chimici e batteriologici favoriti dalle radiazioni luminose;<br />

f) resistenza alle radiazioni UV, per i componenti esposti alla luce solare;<br />

102


g) resistenza agli urti accidentali;<br />

- in generale i prodotti ed i componenti devono inoltre rispondere alle seguenti caratteristiche:<br />

h) conformazione senza sporgenze all'interno per evitare il deposito di sostanze contenute o trasportate<br />

dalle acque;<br />

i) stabilità di forma in senso sia longitudinale sia trasversale;<br />

l) sezioni di accoppiamento con facce trasversali perpendicolari all'asse longitudinale;<br />

m) minima emissione di rumore nelle condizioni di uso;<br />

n) durabilità compatibile con quella dell'edificio nel quale sono montati;<br />

- gli accumuli e sollevamenti devono essere a tenuta di aria per impedire la diffusione di odori all'esterno,<br />

ma devono avere un collegamento con l'esterno a mezzo di un tubo di ventilazione di sezione non<br />

inferiore a metà del tubo o della somma delle sezioni dei tubi che convogliano le acque nell'accumulo;<br />

- le pompe di sollevamento devono essere di costituzione tale da non intasarsi in presenza di corpi solidi in<br />

sospensione la cui dimensione massima ammissibile è determinata dalla misura delle maglie di una<br />

griglia di protezione da installare a monte delle pompe.<br />

Per la realizzazione dell'impianto si utilizzeranno i materiali, i componenti e le modalità indicate nei documenti<br />

progettuali, e qualora non siano specificate in dettaglio nel progetto od a suo completamento si rispetteranno<br />

le prescrizioni seguenti.<br />

Vale inoltre quale prescrizione ulteriore a cui far riferimento la norma UNI 9183.<br />

1) Nel suo insieme l'impianto deve essere installato in modo da consentire la facile e rapida<br />

manutenzione e pulizia; deve permettere la sostituzione, anche a distanza di tempo, di ogni sua parte senza<br />

gravosi o non previsti interventi distruttivi di altri elementi della costruzione; deve permettere l'estensione del<br />

sistema, quando previsto, ed il suo facile collegamento ad altri sistemi analoghi.<br />

2) Le tubazioni orizzontali e verticali devono essere installate in allineamento secondo il proprio asse,<br />

parallele alle pareti e con la pendenza di progetto. Esse non devono passare sopra apparecchi elettrici o<br />

similari o dove le eventuali fuoruscite possono provocare inquinamenti. Quando ciò è inevitabile devono<br />

essere previste adeguate protezioni che convogliano i liquidi in un punto di raccolta. Quanto applicabile vale il<br />

DM 12 dicembre 1985 per le tubazioni interrate.<br />

3) I raccordi con curve e pezzi speciali devono rispettare le indicazioni predette per gli allineamenti, le<br />

discontinuità, le pendenze, ecc.<br />

Le curve ad angolo retto non devono essere usate nelle connessioni orizzontali (sono ammesse tra tubi<br />

verticali ed orizzontali), sono da evitare le connessioni doppie e tra loro frontali ed i raccordi a T. I<br />

collegamenti devono avvenire con opportuna inclinazione rispetto all'asse della tubazione ricevente ed in<br />

modo da mantenere allineate le generatrici superiori dei tubi.<br />

4) I cambiamenti di direzione devono essere fatti con raccordi che non producono apprezzabili variazioni<br />

di velocità od altri effetti di rallentamento.<br />

Le connessioni in corrispondenza di spostamento dell'asse delle colonne della verticale devono avvenire<br />

ad opportuna distanza dallo spostamento e comunque a non meno di 10 volte il diametro del tubo ed al di<br />

fuori del tratto di possibile formazione delle schiume.<br />

5) Gli attacchi dei raccordi di ventilazione secondaria devono essere realizzati come indicato nella norma<br />

UNI 9183. Le colonne di ventilazione secondaria, quando non hanno una fuoriuscita diretta all'esterno,<br />

possono:<br />

- essere raccordate alle colonne di scarico ad una quota di almeno 15 cm più elevata dal bordo<br />

superiore del troppopieno dell'apparecchio collocato alla quota più alta nell'edificio;<br />

- essere raccordate al di sotto del più basso raccordo di scarico;<br />

- devono essere previste connessioni intermedie tra colonna di scarico e ventilazione almeno ogni 10<br />

connessioni nella colonna di scarico.<br />

6) I terminali delle colonne fuoriuscenti verticalmente dalle coperture devono essere a non meno di 0,15<br />

m dall'estradosso per coperture non praticabili ed a non meno di 2 m per coperture praticabili. Questi<br />

terminali devono distare almeno 3 m da ogni finestra oppure essere ad almeno 0,60 m dal bordo più alto<br />

della finestra.<br />

7) Punti di ispezione devono essere previsti con diametro uguale a quello del tubo fino a 100 mm, e con<br />

diametro minimo di 100 mm negli altri casi.<br />

La loro posizione deve essere:<br />

- al termine della rete interna di scarico insieme al sifone e ad una derivazione;<br />

- ad ogni cambio di direzione con angolo maggiore di 45°;<br />

- ogni 15 m di percorso lineare per tubi con diametro sino a 100 mm ed ogni 30 m per tubi con<br />

diametro maggiore;<br />

- ad ogni confluenza di due o più provenienze;<br />

- alla base di ogni colonna.<br />

Le ispezioni devono essere accessibili ed avere spazi sufficienti per operare con gli utensili di pulizia.<br />

Apparecchi facilmente rimovibili possono fungere da ispezioni.<br />

103


Nel caso di tubi interrati con diametro uguale o superiore a 300 mm bisogna prevedere pozzetti di<br />

ispezione ad ogni cambio di direzione e comunque ogni 40/50 m.<br />

8) I supporti di tubi ed apparecchi devono essere staticamente affidabili, durabili nel tempo e tali da non<br />

trasmettere rumori e vibrazioni. Le tubazioni vanno supportate ad ogni giunzione; ed inoltre quelle verticali<br />

almeno ogni 2,5 m e quelle orizzontali ogni 0,5 m per diametri fino a 50 mm, ogni 0,8 m per diametri fino a<br />

100 mm, ogni 1,00 m per diametri oltre 100 mm. Il materiale dei supporti deve essere compatibile<br />

chimicamente ed in quanto a durezza con il materiale costituente il tubo.<br />

9) Si devono prevedere giunti di dilatazione, per i tratti lunghi di tubazioni, in relazione al materiale<br />

costituente ed alla presenza di punti fissi quali parti murate o vincolate rigidamente.<br />

Gli attraversamenti delle pareti a seconda della loro collocazione possono essere per incasso diretto,<br />

con utilizzazione di manicotti di passaggio (controtubi) opportunamente riempiti tra tubo e manicotto, con foro<br />

predisposto per il passaggio in modo da evitare punti di vincolo.<br />

10) Gli scarichi a pavimento all'interno degli ambienti devono sempre essere sifonati con possibilità di un<br />

secondo attacco.<br />

3.23.2 Impianto di scarico acque meteoriche<br />

In conformità alla Legge 46 del 5 marzo 1990 gli impianti idrici ed i loro componenti devono rispondere alle<br />

regole di buona tecnica; le norme UNI sono considerate norme di buona tecnica.<br />

Si intende per impianto di scarico acque meteoriche l'insieme degli elementi di raccolta, convogliamento,<br />

eventuale stoccaggio e sollevamento e recapito (a collettori fognari, corsi d'acqua, sistemi di dispersione nel<br />

terreno). L'acqua può essere raccolta da coperture o pavimentazioni all'aperto. Il sistema di scarico delle<br />

acque meteoriche deve essere indipendente da quello che raccoglie e smaltisce le acque usate ed industriali.<br />

Esso deve essere previsto in tutti gli edifici ad esclusione di quelli storico-artistici.<br />

Il sistema di recapito deve essere conforme alle prescrizioni della pubblica autorità in particolare per quanto<br />

attiene la possibilità di inquinamento.<br />

Gli impianti di cui sopra si intendono funzionalmente suddivisi come segue:<br />

– converse di convogliamento e canali di gronda;<br />

– punti di raccolta per lo scarico (bocchettoni, pozzetti, caditoie, ecc.);<br />

– tubazioni di convogliamento tra i punti di raccolta ed i punti di smaltimento (verticali = pluviali; orizzontali =<br />

collettori);<br />

– punti di smaltimento nei corpi ricettori (fognature, bacini, corsi d'acqua, ecc.).<br />

Per la realizzazione delle diverse parti funzionali si utilizzeranno i materiali ed i componenti indicati nei<br />

documenti progettuali. Qualora non siano specificati in dettaglio nel progetto od a suo completamento, si<br />

rispetteranno le prescrizioni seguenti:<br />

a) in generale tutti i materiali ed i componenti devono resistere all'aggressione chimica degli inquinanti<br />

atmosferici, all'azione della grandine, ai cicli termici di temperatura (compreso gelo/disgelo) combinate con le<br />

azioni dei raggi IR, UV, ecc.);<br />

b) gli elementi di convogliamento ed i canali di gronda oltre a quanto detto in a) se di metallo devono<br />

resistere alla corrosione, se di altro materiale devono rispondere alle prescrizioni per i prodotti per le<br />

coperture, se verniciate dovranno essere realizzate con prodotti per esterno rispondenti al comma a); la<br />

rispondenza delle gronde di plastica alla norma UNI EN 607 soddisfa quanto detto sopra;<br />

c) i tubi di convogliamento dei pluviali e dei collettori devono rispondere a seconda del materiale a<br />

quanto indicato nell'articolo relativo allo scarico delle acque usate; inoltre i tubi di acciaio inossidabile devono<br />

rispondere alle norme UNI 6904e UNI EN 10088-2;<br />

d) per i punti di smaltimento valgono per quanto applicabili le prescrizioni sulle fognature date dalle<br />

pubbliche autorità. Per i chiusini e le griglie di piazzali vale la norma UNI EN 124.<br />

Per la realizzazione dell'impianto si utilizzeranno i materiali, i componenti e le modalità indicate nei documenti<br />

progettuali, e qualora non siano specificati in dettaglio nel progetto od a suo completamento, si rispetteranno<br />

le prescrizioni seguenti. Vale inoltre quale prescrizione ulteriore cui fare riferimento la norma UNI 9184 Fa 1-<br />

93.<br />

a) Per l'esecuzione delle tubazioni vale quanto riportato nell'articolo impianti di scarico acque usate. I<br />

pluviali montati all'esterno devono essere installati in modo da lasciare libero uno spazio tra parete e tubo di 5<br />

cm; i fissaggi devono essere almeno uno in prossimità di ogni giunto ed essere di materiale compatibile con<br />

quello del tubo.<br />

b) I bocchettoni ed i sifoni devono essere sempre del diametro delle tubazioni che immediatamente li<br />

seguono. Quando l'impianto acque meteoriche è collegato all'impianto di scarico acque usate deve essere<br />

interposto un sifone.<br />

Tutte le caditoie a pavimento devono essere sifonate.<br />

104


Ogni inserimento su un collettore orizzontale deve avvenire ad almeno 1,5 m dal punto di innesto di un<br />

pluviale;<br />

c) per i pluviali ed i collettori installati in parti interne all'edificio (intercapedini di pareti, ecc.) devono<br />

essere prese tutte le precauzioni di installazione (fissaggi elastici, materiali coibenti acusticamente, ecc.) per<br />

limitare entro valori ammissibili i rumori trasmessi.<br />

Il Direttore dei lavori per la realizzazione dell'impianto di adduzione dell'acqua opererà come segue:<br />

a) nel corso dell'esecuzione dei lavori, con riferimento ai tempi ed alle procedure, verificherà via via che i<br />

materiali impiegati e le tecniche di esecuzione siano effettivamente quelle prescritte ed inoltre, per le parti<br />

destinate a non restare in vista, o che possono influire irreversibilmente sul funzionamento finale, verificherà<br />

che l'esecuzione sia coerente con quella concordata (questa verifica potrà essere effettuata anche in forma<br />

casuale e statistica nel caso di grandi opere).<br />

Effettuerà o farà effettuare e sottoscrivere in una dichiarazione di conformità le prove di tenuta all'acqua<br />

come riportato nell'articolo sull'impianto di scarico acque usate.<br />

b) Al termine dei lavori eseguirà una verifica finale dell'opera e si farà rilasciare dall'esecutore una<br />

dichiarazione di conformità dell'opera alle prescrizioni del progetto, del presente capitolato e di altre eventuali<br />

prescrizioni concordate.<br />

Il Direttore dei lavori raccoglierà inoltre in un fascicolo i documenti progettuali più significativi, la dichiarazione<br />

di conformità predetta (ed eventuali schede di prodotti) nonché le istruzioni per la manutenzione con modalità<br />

e frequenza delle operazioni.<br />

3.23.3 Altre indicazioni relative alle modalità di esecuzione delle fognature<br />

Nell’esecuzione dei lavori l’Impresa dovrà attenersi alle migliori regole dell’arte, alle prescrizioni di legge e dei<br />

regolamenti vigenti, ai documenti di progetto nonché a quanto indicato dalla Direzione dei Lavori.<br />

Sia durante la fase di progettazione che durante quella di esecuzione di un sistema di fognatura occorre<br />

seguire tre principi:<br />

a) deve essere facile e rapida la manutenzione di ogni parte del sistema;<br />

b) deve essere possibile sostituire ogni parte del sistema;<br />

c) deve essere possibile estendere il sistema e collegarlo facilmente ad altri impianti simili.<br />

TRACCIAMENTI<br />

Sarà cura e dovere dell’Impresa, prima di iniziare i lavori, procurarsi presso la Direzione Lavori tutti i dati<br />

costruttivi, le misure e gli ordini particolari inerenti, ed in base a tali informazioni completare il tracciamento a<br />

mezzo di picchetti, sagome e modine, ecc. sottoponendoli alla Direzione Lavori per il controllo e solo dopo<br />

l’assenso di questa potrà darsi l’inizio alle opere relative.<br />

Quantunque i tracciamenti siano fatti e verificati dalla Direzione Lavori, l’impresa resterà responsabile<br />

dell’esattezza dei medesimi, e quindi sarà obbligata a demolire e rifare a sue spese quelle opere che non<br />

risultassero eseguite conformemente ai disegni di progetto ed alle prescrizioni inerenti.<br />

Saranno a carico dell’Impresa le spese per i rilievi, tracciamenti, verifiche e misurazioni, per i cippi di cemento<br />

ed in pietra, per materiali e mezzi d’opera, ed inoltre per il personale ed i mezzi di trasporto occorrenti,<br />

dall’inizio delle consegne fino al collaudo compiuto.<br />

CONSERVAZIONE DELLA CIRCOLAZIONE - SGOMBERI E RIPRISTINI<br />

L’Impresa, nell’esecuzione delle opere, dovrà assicurare la circolazione pedonale e, ove possibile, quella<br />

veicolare sulle strade interessate dai lavori.<br />

Essa provvederà pertanto a tutte le necessarie opere provvisionali (passerelle, recinzioni, ecc.),<br />

all’apposizione di tutta la segnaletica regolamentare per l’eventuale deviazione del traffico veicolante, ed alla<br />

sua sorveglianza.<br />

In ogni caso, a cura e spese dell’impresa dovranno essere mantenuti gli accessi a tutti gli ingressi stradali<br />

privati, ovvero tacitati gli aventi diritto, nonché provveduto alla corretta manutenzione ed all’interrotto esercizio<br />

dei cavi e delle condutture di qualsiasi genere interessate ai lavori.<br />

Gli scavi saranno effettuati anche a tronchi successivi e con interruzioni, allo scopo di rispettare le<br />

prescrizioni precedenti.<br />

L’Impresa è tenuta a mantenere, a rinterri avvenuti, il piano carreggiato atto al transito dei pedoni e dei mezzi<br />

meccanici, provvedendo a tal fine allo sgombero di ciottoli ed alla rimessa superficiale di materiale idoneo<br />

allo scopo.<br />

Ultimate le opere, l’Impresa dovrà rimuovere tutti gli impianti di cantiere e sgomberare tutte le aree occupate,<br />

rimettendo tutto in pristino stato, in modo che nessun pregiudizio o alterazione derivino in dipendenza dei<br />

lavori eseguiti.<br />

Dovrà inoltre – qualora necessario – provvedere ai risarcimenti degli scavi con materiali idonei,<br />

all’espropriazione del ciottolame affiorante, ed in genere alla continua manutenzione del piano stradale in<br />

corrispondenza degli scavi, in modo che il traffico si svolga senza difficoltà e pericolosità.<br />

105


SCAVI<br />

Negli scavi dovranno essere adottate tutte le cautele necessarie a prevenire scoscendimenti e smottamenti,<br />

restando l’Impresa esclusivamente responsabile degli eventuali danni e tenuta a provvedere, a proprie<br />

spese, alle rimozioni delle materie franate ed al ripristino delle sezioni correnti.<br />

Gli scavi ed i trasporti saranno eseguiti con mezzi adeguati e con sufficiente mano d’opera; si avrà cura di<br />

assicurare in ogni caso il regolare smaltimento ed il deflusso delle acque.<br />

I materiali provenienti dagli altri impieghi nei lavori, dovranno essere portati a rifiuto in zone disposte a cura<br />

dell’Impresa; lo stesso dicasi per quelle invece inutilizzabili ed esuberanti le necessità dei lavori.<br />

ESECUZIONE SCAVI PER POSA TUBAZIONI<br />

Prima di iniziare lo scavo vero e proprio si dovrà procedere al disfacimento della pavimentazione stradale ove<br />

esiste.<br />

L’Imprenditore edile deve rilevare la posizione di cippi o di segnali indicatori di condutture sotterranee, di<br />

termini di proprietà o di segnaletica orizzontale, allo scopo di poter assicurare durante il susseguente<br />

ripristino la loro rimessa in sito con la maggior esattezza possibile.<br />

SCAVI A SEZIONE OBBLIGATA E RISTRETTA<br />

Saranno spinti alla profondità indicata dalla Direzione Lavori, con pareti verticali che dovranno essere<br />

sbadacchiate ed armate per evitare franamenti nei cavi, restando a carico dell’Impresa ogni danno a persone<br />

o cose che potrà verificarsi.<br />

Qualora in considerazione della natura del terreno, l’Impresa intendesse eseguire lo scavo con pareti<br />

inclinate (per difficoltà, ovvero per l’impossibilità di costruire la fognatura in presenza di armature e<br />

sbadacchiature) dovrà sempre chiedersi il permesso alla Direzione Lavori.<br />

L’Impresa è obbligata ad evacuare le acque di qualunque origine esistenti od affluenti nei cavi, ove ciò sia<br />

ritenuto necessario dalla Direzione Lavori, ad insindacabile giudizio, per una corretta esecuzione delle opere.<br />

Nei prezzi relativi, fra l’altro, sono compresi l’onere delle demolizioni di pavimentazioni stradali e di qualsiasi<br />

genere, di acciottolati, di massicciate e sottofondi stradali, di murature, sottofondi, tombini, ecc.<br />

DEMOLIZIONE DI MURATURE<br />

Le demolizioni di murature devono essere eseguite con ordine e con le necessarie precauzioni in modo da<br />

prevenire danneggiamenti a strutture e fabbricati esistenti in adiacenza od in vicinanza.<br />

L’Impresa è quindi pienamente responsabile per tutti i danni che le demolizioni possono arrecare alle<br />

persone ed alle cose.<br />

POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI<br />

Prima di dare inizio ai lavori concernenti la posa delle tubazioni confezionate fuori opera e dei pezzi speciali<br />

relativi, l’Impresa dovrà avere in deposito una congrua parte del quantitativo totale dei tubi previsti dal<br />

progetto al fine di evitare ritardi nei lavori. I tubi che l’Impresa intenderà porre in opera dovranno<br />

corrispondere per forma e caratteristiche ai campioni prelevati dalla Direzione Lavori e custoditi presso la<br />

stazione appaltante. I direttore lavori visionerà i tubi forniti una volta nel cantiere ed una volta<br />

immediatamente prima della loro posa in opera; i tubi che non corrispondano ai campioni approvati, non<br />

confezionati in base alle prescrizioni saranno rifiutati e l’appaltatore dovrà provvedere al loro immediato<br />

allontanamento a sua cura e spese.<br />

La posa in opera dei tubi dovrà avvenire previo assenso della Direzione Lavori e non prima che sia ultimato<br />

lo scavo completo tra un pozzetto di visita ed il successivo.<br />

I tubi saranno posti su una base di calcestruzzo cementizio confezionato a q.li 1,50 di cemento dello<br />

spessore minimo di cm 8. Il loro allineamento secondo gli assi delle livellette di progetto sarà indicato con filo<br />

di ferro o nylon teso tra i punti fissati dalla Direzione Lavori.<br />

I tubi, posti sul letto preventivamente spianato e battuto, saranno collocati in opera con le estremità<br />

affacciate; l’anello elastico, il cui diametro interno sarà inferiore a quello esterno del tubo, verrà infilato, dopo<br />

adeguata pretensione, sulla testa del tubo da posare, poi, spingendo questa dentro il bicchiere del tubo già<br />

posato, si farà in modo che l’anello rotoli su se stesso fino alla posizione definitiva curando che, ad<br />

operazione ultimata, resti compresso in modo uniforme lungo il suo contorno.<br />

Le tubazioni, siano esse orizzontali o verticali, devono essere installate in perfetto allineamento con il proprio<br />

asse e parallele alle pareti. Le tubazioni orizzontali, inoltre, devono essere posizionate con l’esatta pendenza<br />

loro assegnata in sede di progetto.<br />

La testa del tubo non dovrà essere spinta contro il fondo del bicchiere ad evitare che i movimenti delle<br />

tubazioni producano rotture. Nella connessura ortogonale così formata dovrà quindi essere inserito, con<br />

perfetta sigillatura, un nastro plastico con sezione ad angolo retto, eventualmente limitato alla metà inferiore<br />

del bicchiere.<br />

Durante la posa del condotto dovranno porsi in opera i pezzi speciali relativi, effettuando le giunzioni con i<br />

106


pezzi normati nei medesimi modi per essi descritti. Gli allacciamenti dovranno essere eseguiti in modo che<br />

siano evitati gomiti, bruschi risvolti e cambiamenti di sezione, impiegando pezzi speciali. La Direzione Lavori<br />

potrà autorizzare che il collegamento tra tubazioni ed allacciamenti sia eseguita mediante foratura del<br />

collettore principale, inserimento del tubo del minore diametro e successiva stuccatura; ove si effettui la<br />

foratura questa dovrà essere eseguita con estrema cura, delle minori dimensioni possibili, evitando la caduta<br />

dei frammenti all’interno della tubazione ed asportando con idoneo attrezzo quanto potesse ciononostante<br />

cadervi. Il tubo inserito non dovrà sporgere all’interno della tubazione principale e la giunzione dovrà essere<br />

stuccata accuratamente e rinforzata con un collare di malta, abbracciante il tubo principale, dello spessore di<br />

almeno 3 cm ed esteso a 5 cm a valle del filo esterno del tubo immesso.<br />

I pezzi speciali ed i raccordi che la Direzione Lavori ordinasse di porre in opera durante la posa delle<br />

tubazioni per derivare futuri allacciamenti dovranno essere provvisti di chiusura con idoneo tappo cementizio.<br />

Tali pezzi devono inoltre consentire la corretta connessione fra le diverse parti della rete, senza creare<br />

discontinuità negli allineamenti e nelle pendenze. È sconsigliato l’uso delle derivazioni piane a doppio T così<br />

come non devono mai essere usate curve ad angolo retto nelle tubazioni orizzontali. È consigliabile realizzare<br />

la connessione tra le diramazioni e le colonne con raccordi formanti angolo con la verticale prossimo a 90°. I<br />

cambiamenti di direzione devono essere realizzati con raccordi che limitino il più possibile, ove non eliminino<br />

completamente, variazioni di velocità e/o altri effetti nocivi.<br />

Nel corso delle operazioni di posa si avrà cura di mantenere costantemente chiuso l’ultimo tratto messo in<br />

opera mediante un consistente tampone sferico assicurato da una fune o mediante tappi pneumatici, per<br />

impedire l’introdursi di corpi estranei nella condotta anche nel caso di allagamento del cavo.<br />

I tubi in PVC con giunto a bicchiere destinati agli allacciamenti saranno posti in opera su base di sabbia dello<br />

spessore di almeno 30 cm in tutte le altre direzioni.<br />

Le giunzioni dei tubi saranno sigillate con adesivi plastici che garantiscano nel tempo un comportamento<br />

elastico.<br />

È consigliabile che il percorso delle tubazioni di scarico non passi al di sopra di apparecchiature o materiali<br />

per i quali una possibile perdita possa provocare pericolo o contaminazione. Ove questo non sia possibile è<br />

necessario realizzare una protezione a tenuta al di sotto delle tubazioni in grado di drenare, raccogliere e<br />

convogliare alla rete generale di scarico eventuali perdite.<br />

CAMERETTE<br />

Le camerette d’ispezione, di immissione, di cacciata e quelle speciali in genere verranno eseguite secondo i<br />

tipi e con le dimensioni risultanti dal progetto, sia che si tratti di manufatti gettati in opera che di pezzi<br />

prefabbricati.<br />

Nel primo caso il conglomerato cementizio da impiegare nei getti sarà di norma confezionato con cemento<br />

tipo 325 dosato a q.li 2,50 per mc di impasto. Prima dell’esecuzione del getto dovrà aversi cura che i gradini<br />

di accesso siano ben immorsati nella muratura provvedendo, nella posa, sia di collocarli perfettamente<br />

centrati rispetto al camino di accesso ed ad esatto piombo tra di loro, sia di non danneggiare la protezione<br />

anticorrosiva.<br />

I manufatti prefabbricati dovranno venire confezionati con q.li 3,50 di cemento 325 per mc di impasto, vibrati<br />

su banco e stagionati almeno 28 giorni in ambiente umido. Essi verranno posti in opera a perfetto livello su<br />

sottofondo in calcestruzzo che ne assicuri la massima regolarità della base di appoggio. Il raggiungimento<br />

della quota prevista in progetto dovrà di norma venir conseguito per sovrapposizione di elementi prefabbricati<br />

di prolunga, sigillati fra loro e con il pozzetto con malta di cemento: solo eccezionalmente, quando la<br />

profondità della cameretta non possa venir coperta con le dimensioni standard delle prolunghe commerciali e<br />

limitatamente alla parte della camera di supporto al telaio portachiusino, si potrà ricorrere ad anelli eseguiti in<br />

opera con getto di cemento o concorsi di laterizio.<br />

Tanto le camerette prefabbricate quanto quelle eseguite in opera, se destinate all’ispezione od alla<br />

derivazione, di condotti principali di fognatura, dovranno avere il fondo sagomato a semitubo dello stesso<br />

diametro delle tubazioni in esse concorrenti e di freccia pari a circa ¼ del diametro stesso; quelle<br />

prefabbricate dovranno inoltre essere provviste di fianchi di alloggiamento per le tubazioni concorrenti con<br />

innesti del medesimo tipo di quelli delle tubazioni stesse, salvo contraria disposizione della Direzione Lavori,<br />

di procedere alla parziale demolizione delle pareti del pozzetto.<br />

Le camerette d’ispezione vanno previste:<br />

a) al termine della rete di scarico assieme al sifone e ad una derivazione;<br />

b) ad ogni cambio di direzione con angolo maggiore di 45°;<br />

c) ogni 15 m di percorso lineare per tubi con diametro fino a 100 mm;<br />

d) ogni 30 m di percorso lineare per tubi con diametro oltre i 100 mm;<br />

e) ad ogni confluenza di due o più provenienze;<br />

f) alla fine di ogni colonna.<br />

POZZETTI DI SCARICO DELLE ACQUE STRADALI<br />

I pozzetti per lo scarico delle acque stradali saranno costituiti da manufatti prefabbricati in calcestruzzo di<br />

107


cemento di tipo monoblocco muniti di sifone incorporato.<br />

Salvo contrarie disposizioni della Direzione dei Lavori avranno dimensioni interne di cm 50 x 50 x 90 oppure<br />

cm 45 x 45 x 90. La copertura sarà costituita da una caditoia in ghisa nel caso che il pozzetto venga installato<br />

in sede stradale o da un chiusino pure in ghisa qualora venga installato sotto il marciapiede. Il tubo di scarico<br />

sarà di norma in calcestruzzo del tipo senza bicchiere, del diametro interno di cm 12.<br />

I pozzetti saranno posti in opera su sottofondo in calcestruzzo; la superficie superiore del sottofondo dovrà<br />

essere perfettamente orizzontale e a quota idonea a garantire l’esatto collocamento altimetrico del manufatto<br />

rispetto alla pavimentazione stradale.<br />

ALLACCIAMENTO AI CONDOTTI DI FOGNATURA PRINCIPALI<br />

Gli allacciamenti dei pozzetti stradali ai condotti di fognatura dovranno, di norma, essere realizzati (salvo<br />

particolari disposizioni della Direzione Lavori) in tubi di calcestruzzo di cemento opportunamente rinfiancati.<br />

Nell’esecuzione delle opere di allacciamento si dovrà avere particolare cura per evitare gomiti, bruschi risvolti<br />

e cambiamenti di sezione ricorrendo sempre all’impiego di pezzi speciali di raccordo e di riduzione.<br />

Le connessioni con gli sghembi dovranno essere accuratamente eseguite ai fini di non creare sollecitazioni di<br />

sorta su di essi, con pericolo di rotture.<br />

Nell’eventualità di dover allacciare al condotto stradale immissioni in punti in cui non esistono sghembi, le<br />

operazioni relative saranno stabilite volta per volta dalla Direzione Lavori.<br />

Per l’inserimento di sghembi in tubazioni prefabbricate in c.a. si dovrà procedere con ogni diligenza onde<br />

evitare la rottura del condotto, limitando le dimensioni del foro a quanto strettamente necessario; gli sghembi<br />

verranno quindi saldati alla tubazione senza che abbiano a sporgere all’interno del tubo e gettando all’esterno<br />

dello stesso un blocco di ammaraggio in calcestruzzo onde ad evitare il distacco del pezzo speciale.<br />

In alternativa gli innesti potranno essere realizzati praticando dei fori sulle tubazioni per mezzo di una<br />

macchina carotatrice e inserendo in questi uno sghembo, previa l’interposizione di una apposita guarnizione<br />

di tenuta.<br />

Nel collegamento tra i condotti e gli sghembi dovranno infine prendersi le precauzioni atte ad evitare la<br />

trasmissione su questi ultimi di ogni sollecitazione che ne possa provocare la rottura o il distacco. L’Impresa<br />

resterà in ogni caso responsabile di cedimenti, rotture e danni che si verificassero e dovrà provvedere a sua<br />

cura e spese alle riparazioni e sostituzioni relative, nonché al risarcimento di danni derivati alla stazione<br />

appaltante o a Terzi.<br />

COLLAUDO DELLE OPERE DI FOGNATURA<br />

Le operazioni di collaudo dovranno essere concluse entro sei mesi dalla data di ultimazione dei lavori.<br />

L’Impresa si impegna a dare esecuzione con la massima sollecitudine possibile a tutti i lavori che, nel corso<br />

delle operazioni di collaudo, risulteranno necessari per rendere le opere conformi al progetto ed alle<br />

prescrizioni di contratto.<br />

Il collaudo potrà essere concluso solo una volta che sia stata accertata la piena e positiva funzionalità degli<br />

impianti non ritenendosi al riguardo sufficiente il mero accertamento dell’esecuzione degli impianti in<br />

conformità al progetto.<br />

L’Impresa si impegna a dare completa e gratuita garanzia sugli impianti per due anni dopo il collaudo.<br />

L’Impresa dovrà inoltre fornire i disegni aggiornati degli impianti eseguiti, completi di dettagli tecnici e dei<br />

cataloghi delle apparecchiature.<br />

È infine previsto un periodo di gratuita manutenzione a partire dalla data di ultimazione dei lavori fino a quella<br />

del certificato di collaudo e sarà, in ogni caso, non inferiore a centottanta giorni.<br />

3.24 OPERE A VERDE<br />

Tutti gli interventi di allestimento e disallestimento dei cantieri, esecuzione di lavorazioni che interessano i<br />

terreni (in particolare operazioni di scavo e movimenti di terra), interventi sul verde per lo svolgimento<br />

dell’attività di cantiere, dovranno pertanto essere eseguiti nel rispetto delle indicazioni fornite dal documento<br />

dall’Azienda Ospedaliera di Bologna <strong>Policlinico</strong> S.<strong>Orsola</strong>-Malpighi “Procedura di gestione delle modalità di<br />

interveto nei cantieri edili che interessano aree verdi” riportato in allegato al piano di sicurezza e<br />

coordinamento che costituisce parte integrante del presente capitolato speciale d’Appalto.<br />

Lavori di sistemazione a verde<br />

PRESCRIZIONI GENERALI<br />

Accertamenti preliminari<br />

Prima di dar luogo all'esecuzione dei lavori oggetto del presente <strong>Capitolato</strong>, l'Impresa dovrà ispezionare il<br />

luogo accompagnato da personale <strong>tecnico</strong> dell’Officina Giardinieri dell’Azienda Ospedaliera che affiancherà<br />

la D.L. nelle fasi di lavoro relative alle opere a verde, per prendere visione delle condizioni di lavoro e<br />

assumere tutte le informazioni e le indicazioni necessarie in merito alle opere da realizzare (con particolare<br />

108


iguardo alle dimensioni, alle caratteristiche specifiche e alle eventuali connessioni con altri lavori di<br />

costruzione, movimenti di terra e sistemazione ambientale in genere) all'innaffiamento conseguente la messa<br />

a dimora delle piante, all'irrigazione ed alla manutenzione.<br />

Nel corso dell’ispezione dovranno essere concordate le aree di accantieramento e le modalità di protezione<br />

del verde esistente, compresa l’eventuale necessità di tiranti o altre strutture provvisorie, sulla base delle<br />

indicazioni fornite nello specifico documento allegato.<br />

Pulizia delle aree<br />

Le piante arboree ed arbustive da rimuovere e non riutilizzabili devono essere tagliate e le radici totalmente<br />

estirpate, facendo attenzione a non danneggiare le piante vicine da conservare. Prima dell'inizio dei lavori, le<br />

superfici interessate devono essere ripulite da tutti i materiali nocivi, in particolare per le piante, come ad es.<br />

macerie, rifiuti, parti vegetali difficilmente decomponibili e simili. Le parti di suolo inquinate da grassi ed oli<br />

minerali, vernici e sostanze chimiche, devono essere allontanate. Durante l'esecuzione dei lavori di<br />

sistemazione e le operazioni di piantagione, tutti i materiali di risulta (frammenti di pietre e mattoni, residui di<br />

lavorazione, spezzoni di filo metallico, di cordame e di canapa, contenitori e sacchi vuoti, ecc.) e gli utensili<br />

utilizzati, dovranno essere quotidianamente rimossi per mantenere il luogo il più in ordine possibile. I materiali<br />

di risulta dovranno essere allontanati dal cantiere a cura e spese dell'Impresa.<br />

Rimozione degli strati fertili del suolo<br />

La rimozione dello strato di suolo vegetale, o terra di coltura, deve essere realizzata separata mente da tutti<br />

gli altri movimenti di terra. La terra di coltura deve essere asportata da tutte le superfici destinate a<br />

costruzioni e pavimentazioni, scavi e riporti, od utilizzate per le Installazioni di cantiere, affinché sia<br />

conservata e riutilizzata per lavori di costruzione del paesaggio, nel luogo e con le modalità indicate dalla<br />

D.L. Durante la rimozione, la terra di coltura non può essere mescolata con materiali estranei, in particolare<br />

se dannosi per le piante.<br />

Accatastamento degli strati fertili del suolo<br />

La terra di coltura deve essere ordinatamente accatastata lontano dal cantiere e quindi non può essere<br />

soggetta a transito di veicoli. Si devono evitare inquinamenti sia durante l'accatastamento che durante il<br />

periodo di deposito. Il deposito deve essere recintato e protetto contro l'erosione e le erbe infestanti,<br />

mediante rinverdimento intermedio con essenze erbose. I cumuli di terra di coltura non devono essere troppo<br />

grandi, per evitare di danneggiare la struttura e la fertilità. Per depositi di breve durata il deposito può avere<br />

un'altezza massima di 5 mt con scarpate a pendenza naturale; per depositi di lunga durata il deposito può<br />

avere un'altezza massima di 3 mt e pendenza massima 2:3.<br />

Norme per l'esecuzione dei lavori<br />

L'impresa e' tenuta ad eseguire i lavori a perfetta regola d'arte, avvalendosi di personale specializzato,<br />

secondo i dettami ultimi della tecnica e a fornire materiali rispondenti a quanto determinato nel presente<br />

capitolato.<br />

Tutte le opere e tutte le somministrazioni che, a giudizio della D.L., non siano state eseguite a perfetta regola<br />

d'arte, oppure non rispettino le prescrizioni previste, dovranno essere nuovamente effettuate a spese<br />

dell'impresa.<br />

Garanzia<br />

L'impresa è tenuta a garantire, per tutte le opere a verde, il buon esito e la manutenzione fino a collaudo e<br />

comunque per un periodo di tempo non inferiore ad un anno dalla data di esecuzione.<br />

Responsabilità dell'impresa<br />

L'impresa e' responsabile di ogni danno o perdita di proprietà causato dai suoi dipendenti ed e' tenuta, senza<br />

alcun compenso a ripristinare le alberature, i gruppi arbustivi, le aree prative nonché i manufatti, le<br />

attrezzature, gli impianti di irrigazione danneggiati nel corso dei lavori.<br />

QUALITÀ' DEI MATERIALI<br />

Tutto il materiale agrario (terre di coltivo, concimi ecc.) e il materiale vegetale (alberi, arbusti, ecc.) occorrente<br />

per la realizzazione della sistemazione a verde, deve essere della migliore qualità e rispondere ai requisiti<br />

richiesti. L'impresa dovrà sostituire a sua cura e spese, con altre rispondenti ai requisiti, le eventuali partite<br />

non ritenute idonee dalla D.L. L'approvazione dei materiali spediti sul posto non deve tuttavia essere<br />

considerata come accettazione definitiva: la D.L. si riserva infatti la facoltà di rifiutare, in qualsiasi momento,<br />

quei materiali e quelle provviste che si siano alterati dopo l'introduzione sul cantiere, nonché il diritto di farli<br />

analizzare per accertare la loro rispondenza con i requisiti specificati nel presente capitolato. In ogni caso<br />

l'impresa, pur avendo ottenuto l'approvazione dei materiali dalla D.L., resta totalmente responsabile della<br />

buona riuscita delle opere. L'impresa fornirà tutto il materiale (agrario e vegetale) indicato nell'elenco prezzi e<br />

riportato nei disegni di progetto nelle qualità e quantità necessarie alla realizzazione della sistemazione.<br />

Non è consentita la sostituzione di piante che l'impresa non riuscisse a reperire; ove tuttavia venga<br />

dimostrato che una o più specie non siano reperibili, l'impresa potrà proporre per iscritto la sostituzione con<br />

piante simili e di equivalente valore. La D.L. si riserva la facoltà di accettare le sostituzioni indicate o di<br />

proporne altre in alternativa.<br />

Materiale agrario<br />

109


Per materiale agrario si intende tutto il materiale usato negli specifici lavori di agricoltura, vivaismo<br />

sistemazione paesaggistica (terra, concimi, tutori, ecc.) necessario alla messa a dimora, all'allevamento, alla<br />

cura e alla manutenzione delle piante occorrenti per la sistemazione.<br />

Terreno agrario da coltivo<br />

Il terreno agrario da coltivo per la sistemazione delle superfici indicate dalla D.L., dovrà avere caratteristiche<br />

fisiche e chimiche tali da garantire un sicuro attecchimento di colture erbacee, arbustive ed arboree<br />

permanenti. In particolare il terreno dovrà risultare di reazione neutra, sufficientemente dotato di sostanza<br />

organica e di elementi nutritivi, di medio impasto, privo di ciottoli, detriti, radici, piante infestanti, ecc. Viene<br />

generalmente considerato come terreno vegetale adatto per lavori di paesaggismo lo strato superficiale (30<br />

cm) di ogni normale terreno di campagna. La terra vegetale non idonea deve essere immediatamente<br />

rimossa dal luogo delle operazioni.<br />

Prodotti per il miglioramento del suolo<br />

SI tratta di prodotti con sostanze organiche, di origine naturale o sintetica, che vengono utilizzati, secondo le<br />

indicazioni della D.L., per aumentare la percentuale di sostanze organiche nello strato di suolo vegetale,<br />

migliorare la capacita' di imbibizione, modificare le caratteristiche fisiche del terreno (ammendanti),<br />

modificare la reazione chimica del terreno (correttivi). In accordo con la D.L. si potranno impiegare detti<br />

prodotti dei quali siano dichiarati la provenienza, la composizione ed il campo d'azione e siano forniti negli<br />

involucri originali secondo la normativa vigente.<br />

Fertilizzanti e ammendanti organici (letame, torba)<br />

Il letame da impiegare dovrà essere di origine bovina o equina, ben maturo e di giusta consistenza per uno<br />

spandimento meccanizzato e le successive lavorazioni di interramento.<br />

Per ogni partita di torba si devono indicare il luogo di origine, il peso specifico, la percentuale in peso di<br />

sostanza organica, gli eventuali additivi. E' ammesso l'impiego di composto proveniente dalla trasformazione<br />

della frazione organica di rifiuti solidi urbani purché ben maturato aerobicamente e finemente vagliato per<br />

rimuovere componenti indesiderati (vetro, plastica) ed in ogni caso conforme ai requisiti fissati dalle<br />

normative vigenti (CPR 915182 e relative norme di applicazione).<br />

Terricciato<br />

E' costituito dal suolo vegetale e parti di piante erbacee, con eventuali additivi come torba, letame, calce,<br />

concimi organici e minerali. Per ogni partita fornita, si devono indicare il luogo di provenienza del suolo<br />

vegetale e gli additivi.<br />

Concimi minerali e organici<br />

I fertilizzanti minerali da impiegare devono essere di marca nota sul mercato, avere titolo dichiarato ed<br />

essere forniti dell'involucro originale della fabbrica. I fertilizzanti organici devono essere procurati<br />

dall'appaltatore soltanto da fornitori precedentemente autorizzati dal Committente. Le quantità vanno stabilite<br />

sulla base delle caratteristiche del terreno di coltura originario e delle piante messe a dimora.<br />

Pali di sostegno, ancoraggi e legature<br />

I tutori per l'ancoraggio degli alberi dovranno essere di legno di castagno, diritti, scortecciati e appuntiti dalla<br />

parte della estremità di maggior spessore che va conficcata nel terreno. Le legature per l'ancoraggio delle<br />

piante verranno effettuate con collari speciali o con adatto materiale elastico, oppure in corda di canapa con<br />

protezione del tronco in gomma o tela juta.<br />

Pacciame<br />

Le sostanze, in fibre vegetali, utilizzate come pacciame devono essere in grado di creare un microclima<br />

favorevole alla crescita vegetale, di proteggere il suolo dall'erosione e da altri meccanici, di accumulare e<br />

restituire acqua. Il pacciame non deve contenere alcuna componente nociva alle piante. Nel caso in cui<br />

venga utilizzato per la semina a secco, la maggior parte delle fibre deve avere una lunghezze minima di 10<br />

cm.<br />

Acqua<br />

L'acqua da utilizzare per l'innaffiamento subito dopo la messa a dimora, l'irrigazione e la manutenzione, non<br />

dovrà contenere sostanze inquinanti e sali nocivi oltre i limiti di tolleranza di fitotossicità relativa.<br />

Materiale vegetale<br />

Per materiale vegetale si intende tutto il materiale (alberi, arbusti, sementi, ecc.) occorrente per l'esecuzione<br />

del lavoro. Questo materiale può provenire da qualsiasi vivaio sia di proprietà dell'impresa sia di altre<br />

aziende, purché se ne dichiari la provenienza e questa venga accettate dalla D.L. La D.L. si riserva<br />

comunque la facoltà di effettuare contestualmente all'impresa appaltatrice, visite ai vivai di provenienza allo<br />

scopo di scegliere le piante; si riserva quindi la facoltà di scartare quelle non rispondenti alle caratteristiche<br />

indicate nel presente <strong>Capitolato</strong>, nell'Elenco prezzi e negli elaborati di progetto in quanto non conformi ai<br />

requisiti fisiologici e fotosanitari che garantiscano la buona riuscita dell'impianto o che non ritenga comunque<br />

adatte alla sistemazione da realizzare. Le piante dovranno essere esenti da attacchi di insetti, malattie<br />

crittogamiche, virus, altri patogeni, deformazioni e alterazioni di qualsiasi natura che possano compromettere<br />

il regolare sviluppo vegetativo o il portamento tipico della specie. L'impresa sotto la sua piena responsabilità<br />

potrà utilizzare piante non provenienti da vivaio eIo di particolare valore estetico unicamente se indicate in<br />

progetto eIo accettate dalla D.L. Le piante dovranno essere .etichettate singolarmente o per gruppi omogenei<br />

110


per mezzo di cartellini di materiale resistente alle intemperie sui quali sia stata riportata, in modo leggibile e<br />

indelebile, la denominazione botanica del gruppo a cui si riferiscono.<br />

Alberi<br />

Gli alberi dovranno presentare portamento e dimensioni rispondenti alle caratteristiche richieste dal progetto<br />

e tipici della specie, della varietà e dell'età al momento della loro messa a dimora. Per le piantagioni si<br />

possono adoperare piantine complete di fusto e radici oppure parti di piante (talee, astoni). Le piantine<br />

possono provenire da seme (semenzali, trapianti) o essere di origine agamica (barbatelle, polloni radicati). Il<br />

fusto e le branche principali dovranno essere esenti da deformazioni, capitozzature , ferite di qualsiasi origine<br />

e tipo, grosse cicatrici o segni conseguenti ad urti, scortecciamenti, legature, ustioni da sole e cause<br />

meccaniche in genere.<br />

La chioma, salvo quando diversamente richiesto dovrà essere ben ramificata, uniforme ed equilibrata per<br />

simmetria e distribuzione delle branche principali e secondarie all'interno della stessa. L'apparato radicale<br />

dovrà presentarsi ben accestito, ricco di piccole ramificazioni e di radici capii/ari fresche e sane. Gli alberi<br />

dovranno essere normalmente forniti in contenitore o zolla; le zolle e i contenitori (vasi, mastelli di legno o di<br />

plastica, ecc.) dovranno essere proporzionati alle dimensioni delle piante. Per gli alberi e le piantine forestali,<br />

forniti con zolla o contenitore, la terra dovrà essere compatta, ben aderente alle radici, senza crepe evidenti<br />

con struttura e tessitura tali da non determinare condizioni di asfissia. Le piante in contenitore dovranno<br />

essere state adeguatamente rinvasate in modo da non presentare un apparato radicale eccessivamente<br />

sviluppato lungo la superficie del contenitore stesso. Le zolle dovranno essere ben imballate con un apposito<br />

involucro degradabile juta, paglia, teli, reti di ferro non zincato, ecc.), oppure realizzato con pellicola plastica<br />

porosa o altri materiali equivalenti. Gli alberi dovranno corrispondere alle richieste del progetto e dell'elenco<br />

prezzi secondo quanto segue:<br />

- altezza dell'albero: distanza che intercorre tra il colletto e il punto più alto della chioma;<br />

- circonferenza del fusto: misurata a un metro dal colletto (non saranno ammesse sottomisure salvo<br />

accettazione della D.L.).<br />

Arbusti e cespugli<br />

Arbusti e cespugli, qualunque siano le loro caratteristiche ( a foglia decidua o sempreverde) anche se<br />

riprodotti per via agamica, non dovranno avere portamento filato, dovranno possedere un minimo di tre<br />

ramificazioni alla base e presentarsi dell'altezza prescritta in progetto o in elenco prezzi, proporzionata al<br />

diametro della chioma e a quello del fusto.<br />

Anche per arbusti e cespugli l'altezza totale verrà rilevata analogamente a quella degli alberi.<br />

Gli arbusti e i cespugli potranno essere forniti in contenitori, in zolla o a radice nuda.<br />

Il loro apparato radicale dovrà essere ricco di piccole ramificazioni e di radici capillari. Per le indicazioni<br />

riguardanti l'apparato radicale, !'imballo delle zolle, la terra delle zolle e dei contenitori vale quanto esposto<br />

nel precedente articolo a proposito degli alberi.<br />

Piante rampicanti, sarmentose e ricadenti<br />

Le piante appartenenti a queste categorie dovranno avere almeno 2 forti getti, essere dell'altezza richiesta<br />

(dal colletto all'apice vegetativo più lungo) ed essere sempre fornite in zolla o in contenitori secondo quanto<br />

prescritto.<br />

Ispezione<br />

Le piante dovranno essere sottoposte all'ispezione e alla approvazione della D.L. e del personale <strong>tecnico</strong><br />

dell’Officina Giardinieri dell’Azienda Ospedaliera nel vivaio stesso o al momento della consegna, per il<br />

controllo della qualità, delle proporzioni e delle varietà. La D.L. potrà respingere le piante se durante la messa<br />

a dimora, le radici rivelassero difetti o danni. Le piante respinte dovranno essere subito allontanate dal luogo<br />

dei lavori.<br />

Contenitori<br />

Dovranno essere ispezionabili per controllare che le radici non abbiano subito danni. Piante con radici o zolle<br />

danneggiate non dovranno essere messe a dimora a meno che non ci sia un ordine specifico della D.L.<br />

MODALITA' DI ESECUZIONE DEI LAVORI<br />

Lavorazioni preliminari<br />

L'impresa, prima di procedere alla lavorazione del terreno, deve provvedere all'eventuale decespugliamento,<br />

alla eliminazione delle specie infestanti e ritenute a giudizio della D.L. non conformi alle esigenze della<br />

sistemazione, all'estirpazione delle ceppaie e allo spietramento superficiale.<br />

Lavorazione del terreno<br />

Su indicazione della D.L. l'impresa dovrà procedere alla lavorazione del terreno fino alla profondità<br />

necessaria, preferibilmente eseguita con l'impiego di mezzi meccanici e attrezzi specifici a seconda della<br />

lavorazione prevista. In pratica l'impresa avrà cura di far lavorare il terreno a zappa, spianando eventuali<br />

leggere solcature, anche con l'eventuale riporto di terra vegetale, sì da rendere le superfici di impianto<br />

perfettamente profilate.<br />

Le lavorazioni saranno eseguite nei periodi idonei, con il terreno in tempera, evitando di danneggiarne la<br />

struttura e di formare suole di lavorazione.<br />

111


Nel corso di questa operazione l'impresa dovrà rimuovere tutti i sassi,le pietre e gli eventuali ostacoli<br />

sotterranei che potrebbero impedire la corretta esecuzione dei lavori.<br />

Nel caso si dovesse imbattere in ostacoli naturali di rilevanti dimensioni che presentano difficoltà ad essere<br />

rimossi, oppure manufatti sotterranei di qualsiasi natura di cui si ignori l'esistenza (es. cavi, fognature,<br />

tubazioni, reperti archeologici, ecc.), l'impresa dovrà interrompere i lavori e chiedere istruzioni specifiche alla<br />

D.L.<br />

Correzione, ammendamento e concimazione di fondo del terreno<br />

Dopo aver effettuato le lavorazioni, l'impresa, su istruzione della D.L., dovrà incorporare nel terreno tutte le<br />

sostanze eventualmente necessarie ad ottenere la correzione, l'ammendamento e la concimazione di fondo.<br />

Questa potrà essere realizzata, a discrezione della D.L., con letame maturo e/o concimi minerali in rapporto<br />

alle caratteristiche del terreno.<br />

Qualora il terreno risultasse particolarmente povero di sostanza organica, e' da prevedersi l'impiego di letame<br />

ben maturo o composto, da spandersi in modo uniforme sul terreno, previa rastrellatura di amminutamento e<br />

di miscelamento del letame stesso con la terra in ragione di 300 - : 500 ql/ha.<br />

Nel caso di miglioramento della struttura del suolo con l'aggiunta di sostanze ammendanti (torba, terricciato,<br />

ecc.), si deve realizzare un uniforme mescolamento con l'intero strato vegetale del terreno. Prima della<br />

esecuzione delle concimazioni di fondo, l'impresa e' tenuta a dame tempestivo avviso alla D.L., onde questa<br />

possa disporre per eventuali controlli d'impiego delle qualità e dei modi di lavoro. Dove la morfologia e la<br />

pendenza del terreno lo consentono lo spandimento potrà essere effettuato con mezzi meccanici. Nella<br />

eventualità che lo spessore della terra vegetale e la sua natura non dessero garanzia di buon attecchimento<br />

e successivo sviluppo delle piantagioni, l'impresa e' tenuta ad effettuare la sostituzione del materiale stesso<br />

con altro più adatto alle esigenze dei singoli impianti.<br />

Tracciamenti e picchettature<br />

Prima della messa a dimora delle piante e dopo le operazioni di preparazione agraria del terreno, l'impresa<br />

predisporrà la picchettatura delle aree di impianto, segnando la posizione nella quale dovranno essere<br />

eseguite le piantagioni (alberi, arbusti, altre piante segnalate in progetto). Prima di procedere alle operazioni<br />

successive, l'impresa deve ottenere l'approvazione della D.L.<br />

Preparazione delle buche e dei fossi<br />

Le buche ed i fossi per la piantagione delle specie vegetali dovranno avere le dimensioni più ampie possibili<br />

in rapporto alla grandezza delle piante da mettere a dimora. In genere l'apertura delle buche avverrà<br />

meccanicamente, su terreno sodo e pianeggiante potrà essere effettuata con trattore e trivella. Nello scavo<br />

delle buche, la terra di coltura deve essere separata dall'altra terra ed inserita successivamente nell'ambito<br />

delle radici principali delle piante.<br />

Nella preparazione delle buche e dei fossi, l'impresa dovrà assicurarsi che nella zona in cui le piante<br />

svilupperanno le radici non ci siano ristagni di umidità e provvedere che lo scolo delle acque superficiali<br />

avvenga correttamente.<br />

Apporto di terra di coltivo<br />

Prima di effettuare qualsiasi impianto o semina, l'impresa, in accordo con la D.L., dovrà verificare che il<br />

terreno in sito, sia adatto alla piantagione, in caso contrario dovrà apportare terra di coltivo in quantità<br />

sufficiente a riempire totalmente le buche e i fossi per gli alberi e gli arbusti, curando che vengano frantumate<br />

tutte le zolle e gli ammassi di terra.La terra di coltivo rimossa e accantonata nelle fasi iniziali degli scavi sarà<br />

utilizzata, secondo le istruzioni della D.L.<br />

SCAVI ALL’INTERNO DELL’AREA DI PERTINENZA DI ALBERATURE<br />

La data di inizio dei lavori di scavo che ricadono all’interno dell’area di pertinenza di alberature, da eseguirsi<br />

solo dopo avere ottenuto il necessario nulla osta da parte dell’ufficio competente del Comune di Bologna,<br />

dovrà essere comunicata alla D.L. e all’Officina Giardinieri per consentire al personale <strong>tecnico</strong> di effettuare un<br />

sopralluogo durante gli scavi, al fine di valutare i possibili rischi di danni all’apparato radicale. Le radici che si<br />

dovessero eventualmente intercettare devono essere recise con taglio netto, rifilate con utensili affilati,<br />

disinfettate e protette con specifici prodotti fungistici.<br />

MESSA A DIMORA DI ALBERI E ARBUSTI<br />

Lavori preliminari<br />

Alcuni giorni prima della piantagione, l'impresa dovrà procedere, se richiesto dalla D.L., al riempimento<br />

parziale delle buche già predisposte, in modo che le piante possano essere collocate su uno strato di fondo<br />

di spessore adeguato alle dimensioni della zolla o delle radici delle diverse specie vegetali.<br />

Carico, trasporto e scarico delle piante<br />

L'impresa dovrà far pervenire alla D.L. ,con almeno 48 ore di anticipo comunicazione scritta della data in cui<br />

le piante verranno consegnate sul cantiere. Per quanto riguarda il trasporto delle piante, l'impresa dovrà<br />

prendere tutte le precauzioni necessarie affinché queste arrivino sul luogo della sistemazione nella migliore<br />

condizione possibile, curando che il trasferimento venga effettuato con mezzi, protezioni e modalità di carico<br />

idonei, con particolare attenzione perché rami e corteccia non subiscano danni e le zolle non abbiano a<br />

112


frantumarsi o ad essiccarsi a causa dei sobbalzi o per il peso del. carico del materiale soprastante.<br />

Le piante, provenienti da vivai o dalla campagna, devono essere caricate ordinatamente sui mezzi di<br />

trasporto, disponendo vicine le piante della stessa specie e dimensione. in basso quelle più resistenti ed in<br />

alto quelle più delicate, ed avendo cura. di evitare il surriscaldamento. Per evitare I'essicamento da parte del<br />

vento provocato dal veicolo in movimento, si devono utilizzare per il trasporto veicoli chiusi. Una volta arrivate<br />

a destinazione, tutte le piante dovranno essere trattate in modo che sia evitato loro ogni danno; il tempo<br />

intercorrente tra il prelievo in vivaio e la messa a dimora definitiva (o la sistemazione in vivaio provvisorio)<br />

dovrà essere il più breve possibile. In particolare l'impresa curerà che le zolle e le radici delle piante che non<br />

possono essere immediatamente messe a dimora non subiscano ustioni e mantengano il grado di umidità<br />

adeguato alla loro conservazione.<br />

Nel caso in cui il surriscaldamento abbia provocato una precoce germogliazione delle piante, queste devono<br />

essere subito trapiantate in una stazione provvisoria ombrosa o nella stazione definitiva. Le partite gelate<br />

devono essere portate In ambienti immuni da gelo, ma freddi e lentamente sgelate.<br />

Accatastamento in cantiere<br />

Le piante possono essere accatastate in cantiere per un tempo massimo di 48 ore, avendo cura di evitare sia<br />

l'essiccazione che il surriscaldamento. Le piante senza pane devono essere disposte in cataste alte non più<br />

di 1,5 metri, con le radici una contro l'altra, bagnate e coperte con terra. Le piante con pane devono essere<br />

accatastate in un luogo il più possibile ombroso, con i pani uno contro l'altro, bagnati e coperti all'esterno con<br />

terra o paglia.<br />

Trapianto provvisorio in cantiere<br />

Se si supera il tempo massimo di accatastamento di 48 ore, senza che sia possibile procedere al trapianto<br />

nella stazione definitiva, si dovrà procedere al trapianto in una stazione provvisoria. La stazione provvisoria<br />

deve essere realizzata in luogo ombroso e riparato dal vento, protetto dal ristagno dell'acqua e dalle<br />

inondazioni. Le piante devono essere trapiantate e separate per specie e dimensione. Ciascuna pianta deve<br />

essere collocata in una buca appositamente predisposta, con le radici nude o il pane completamente<br />

circondati da terra soffice o sabbia (tagliole). Nei trapianti invernali, le piante più sensibili al freddo devono<br />

essere provviste di una copertura con sostanze adatte come paglia o ramaglie. Il controllo e la manutenzione<br />

devono essere continui. Parassiti e malattie devono essere combattuti subito dopo la loro comparsa.<br />

Epoca di piantagione<br />

- Le piante a foglia caduca devono essere trapiantate nel periodo di riposo vegetativo.<br />

- Le piante sempreverdi senza pane devono essere trapiantate nel primo autunno o nella tarda primavera. Le<br />

piante sempreverdi con pane possono essere trapiantate tutto l'anno, con l'eccezione dell'epoca in cui<br />

escono i germogli e i mesi più caldi estivi.<br />

- Le piante in vaso possono essere trapiantate tutto l'anno salvo i mesi più caldi estivi.<br />

- Le piante senza pane non possono essere trapiantate in periodi di gelo.<br />

Processo di piantagione<br />

Le distanze per la messa a dimora e la densità di impianto, a seconda delle specie delle piante, sono quelle<br />

indicate in progetto. Le distanze potranno venir modificate in più o in meno, in relazione a particolari<br />

caratteristiche locali, specie per quanto riguarda l'ubicazione geografica e la disponibilità idrica del terreno<br />

destinato all'impianto.<br />

La messa a dimora delle piante, dovrà avvenire in relazione alle quote finite, avendo cura che non presentino<br />

radici scoperte ne' risultino interrate oltre il colletto. Per le piante fornite in zolla, l'imballo dovrà essere tagliato<br />

al colletto e aperto sui fianchi senza rimuoverlo da sotto la zolla. La zolla deve essere integra, aderente alle<br />

radici; se si presenta troppo asciutta dovrà essere immersa in acqua con tutto rimballo. Le piante dovranno<br />

essere collocate e orientate in modo da ottenere il miglior risultato estetico e <strong>tecnico</strong>. Le piante di rilevanti<br />

dimensioni dovranno essere rese stabili per mezzo di pali, ancoraggi e legature. Il riempimento delle buche<br />

dovrà essere effettuato con terra vegetale sciolta che andrà pressata adeguatamente. Nel caso la D.L.<br />

decida che venga effettuata una concimazione secondaria localizzata, l’impresa avrà cura di spargere il<br />

fertilizzante vicino alle radici e alle zolle. A riempimento ultimato, attorno alle piante dovrà essere formata una<br />

conCa per la ritenzione dell'acqua onde favorire la ripresa della pianta. Ogni pianta verrà' bagnata con i<br />

seguenti quantitativi di acqua:<br />

- piante arbustive 1.3 litri;<br />

-piante arboree fino a due m di altezza 5-15litri.<br />

L'eventuale potatura di trapianto deve essere autorizzata dalla D.L. e l'impresa dovrà seguire rigorosamente<br />

le disposizioni Impartite. . Le superfici di taglio cori diametro superiore a 3 cm devono essere trattate con<br />

mastice cicatrizzante. Le piante sempreverdi non devono essere potate. Dopo la piantagione, la superficie<br />

del suolo all'interno della buca deve essere conguagliata e scarificata.<br />

Messa a dimora delle piante rampicanti, sarmentose e ricadenti<br />

La messa a dimora di queste piante e'identica per ciascuna delle tipologie sopraindicate.<br />

L'impresa è tenuta a completare la piantagione legando i getti, ove necessario, alle apposite strutture di<br />

sostegno. Per le prime cure di trapianto valgono le norme indicate precedentemente.<br />

113


ESPIANTO, CONSERVAZIONE E REIMPIANTO DI ARBUSTI<br />

Espianto<br />

L’impresa è tenuta a procedere all’espianto degli arbusti indicati dalla D.L. senza danneggiare le parti aeree e<br />

radicali delle piante ai fini di assicurare la buona riuscita del loro successivo reimpianto, che dovrà avvenire in<br />

tempi rapidi e comunque tali da a garantire il buon attecchimento del materiale vegetale. In particolare le<br />

operazioni di zollatura dovranno essere eseguite a regola d’arte e garantire la formazione di pani di terra di<br />

dimensioni adeguate. su indicazioni della D.L. l’impresa dovrà procedere a eventuali potature delle chiome<br />

degli arbusti.<br />

Conservazione<br />

La conservazione degli esemplari arbustivi espiantati dovrà realizzarsi in loco utilizzando vasi di adeguate<br />

dimensioni da collocare in luogo ombroso e riparato dal vento. Sarà compito dell’impresa prestare le<br />

necessarie cure al materiale vegetale (eventuali periodiche annaffiature, coperture o protezioni dal gelo,<br />

utilizzo di prodotti antiparassitari) secondo le indicazioni fornite dalla D.L.<br />

Reimpianto<br />

Il reimpianto dovrà essere effettuato al termine dei lavori nei tempi più rapidi e secondo le indicazioni della<br />

D.L. al fine di ricostruire il disegno originale della formazione. Le piante morte o danneggiate in modo<br />

irrimediabile dovranno essere sostituite con esemplari di nuova fornitura della stessa specie e caratteristiche<br />

di quelle originarie, a spese dell’impresa.<br />

POTATURA DI ESEMPLARI ARBOREI<br />

Per consentire l’esecuzione di intervalli edili sulla facciata ovest del padiglione ospedaliero, l’impresa dovrà<br />

provvedere alla preventiva potatura di due esemplari aroborei di ippocastano di notevoli dimensioni posti ai<br />

lati dell’ingresso dell’edificio. L’intervento, da eseguire nel periodo del riposo vegetativo sotto il diretto<br />

controllo del personale <strong>tecnico</strong> dell’Officina Giardinieri, dovrà essere effettuato con piattaforma aerea da<br />

personale specializzato. La potatura prevista sarà limitata al lato della chioma adiacente l’edificio e consisterà<br />

nel raccorciamento dei rami secondari nella misura sufficiente ad agevolare le successive operazioni edili.<br />

Qualora la potatura risultasse più estesa di quella prevista, sarà compito dell’impresa esecutrice, previo<br />

accordo con la D.L. e sotto il diretto controllo del personale <strong>tecnico</strong> dell’Officina Giardinieri, intervenire anche<br />

sulla restante chioma ai fini di riequilibrare l’apparato aereo delle alberature.<br />

SUPERFICI A PRATO POLIFITO PERMANENTE ASCIUTTO<br />

Lavorazione preliminare<br />

Su tutte le superfici destinate a semina, preventivamente arate e concimate, si dovrà eseguire una<br />

lavorazione di affinamento del terreno con vangatrlce o fusatrice rotante. L'operazione deve consentire un<br />

efficace interramento e dispersione dei concimi nel terreno. Il risultato finale dovrà garantire un omogeneo<br />

sminuzzamento delle zolle, la completa estirpazione degli infestanti e lasciare a lavoro ultimato un letto di<br />

semina ben sagomato e privo di avvallamenti.<br />

Periodo dl semina<br />

Inizio primavera<br />

Modalità' di semina<br />

- meccanica normale con seminatrice seguita da rullo;<br />

- manuale a spaglio;<br />

- idrosemina.<br />

Idrosemina<br />

Su tutte le superfici con riporto di terreno vegetale, si potrà procedere attraverso idrosemina potenziata con la<br />

miscela di specie erbacee di cui sopra. Questa consiste nell'irrorazione a mezzo di idroseminatrici ad alta<br />

pressione di un aggregato di semente, sostanze miglioratrici del terreno, ammendanti, leganti, fertilizzanti<br />

organici e chimici a lenta cessione, correttivi e acqua. L'irrorazione ad alta pressione permette di ottenere una<br />

migliore adesione e penetrazione del seme nel terreno con abbondante frazione di detrito; questo sistema<br />

offre la possibilità di rinverdire rapidamente le scarpate e allunga la scelta del periodo di applicazione, con<br />

possibilità estese anche all'autunno.<br />

MANUTENZIONE DELLE OPERE A VERDE<br />

L’impresa è tenuta a effettuare la manutenzione delle piante interessate dai lavori di cantiere fino alla data del<br />

collaudo. La manutenzione comprende le seguenti operazioni<br />

- irrigazione;<br />

- ripristino conche e rincalzi;<br />

- falciatura, diserbi, sarchiature;<br />

- concimazioni;<br />

- potature;<br />

- sostituzione delle piante morte;<br />

- difesa dalle infestanti;<br />

114


- ripristino della verticalità delle piante;<br />

CHIUSURA DEL CANTIERE<br />

A conclusione dei lavori l’impresa esecutrice È tenuta al ripristino di tutte le superfici a prato occupate dal<br />

cantiere e/o interessate dal passaggio di mezzi meccanici.<br />

Sarà inoltre a carico dell’impresa il ripristino degli elementi irrigui intercettati nel corso dei lavori, la verifica<br />

dell’efficienza degli impianti di irrigazione e la riparazione delle parti eventualmente danneggiate e non più<br />

funzionanti.<br />

Fino alla data del collaudo l’impresa è responsabile dell’eventuale compromissione dello stato vegetativo<br />

delle piante e della stabilità delle alberature interessate dai lavori di scavo e di cantiere; dovrà pertanto farsi<br />

carico dell’esecuzione degli interventi richiesti dalla D.L. su indicazione del personale <strong>tecnico</strong> della Officina<br />

Giardinieri, che si rendessero necessari per ripristinare le condizioni iniziali delle piante (ad esempio<br />

puntellature, sostituzioni di materiale vegetale, accertamenti della stabilità della pianta mediante indagine<br />

visiva e strumentale)<br />

3.25 LAVORI DIVERSI NON SPECIFICATI NEI PRECEDENTI ARTICOLI<br />

Per tutti gli altri lavori previsti negli articoli riportati nella lista delle lavorazioni e forniture, ma non specificati e<br />

descritti nei precedenti articoli, si seguiranno le prescrizioni riportate nell’elenco prezzi unitari.<br />

3.26 LAVORI EVENTUALI NON PREVISTI<br />

Per la esecuzione di categorie di lavoro non previste, e per le quali non siano stati convenuti i relativi prezzi,<br />

si procederà alla determinazione ed approvazione dei nuovi prezzi con le modalità previste 134 e 135 del<br />

regolamento generale e dall'articolo 132 del Codice dei contratti.<br />

Se l’Appaltatore non accetta i nuovi prezzi così determinati e approvati, l’Azienda ospedaliera può ingiungergli<br />

l’esecuzione delle lavorazioni o la somministrazione dei materiali sulla base di detti prezzi, comunque<br />

ammessi nella contabilità; ove l’appaltatore non iscriva riserva negli atti contabili nei modi previsti, i prezzi<br />

s’intendono definitivamente accettati.<br />

Gli operai forniti per le opere in economia dovranno essere idonei ai lavori da eseguirsi e provvisti dei<br />

necessari attrezzi. Le macchine ed attrezzi dati a noleggio dovranno essere in perfetto stato di servibilità e<br />

provvisti di tutti gli accessori necessari per il loro regolare funzionamento.<br />

Saranno a carico dell'Appaltatore la manutenzione degli attrezzi e delle macchine e le eventuali riparazioni, in<br />

modo che essi siano sempre in buono stato di servizio.<br />

I mezzi di trasporto per i lavori in economia dovranno essere forniti in pieno stato di efficienza.<br />

115


CAPO 4 - NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI<br />

Il contratto è stipulato “a corpo”. L’importo del contratto, come determinato in sede di gara, resta fisso e<br />

invariabile, senza che possa essere invocata da alcuna delle parti contraenti alcuna successiva verificazione<br />

sulla misura o sul valore attribuito alla quantità<br />

I prezzi unitari di cui all’elenco prezzi unitari, ancorché senza valore negoziale ai fini dell’appalto e della<br />

determinazione dell’importo complessivo dei lavori, sono vincolanti per la definizione, valutazione e<br />

contabilizzazione di eventuali varianti, addizioni o detrazioni in corso d’opera, qualora ammissibili ai sensi<br />

dell’articolo 132 del Codice dei contratti, e che siano estranee ai lavori già previsti nonché ai lavori in<br />

economia<br />

Le norme di misurazione sia per quanto riguarda gli oneri compresi nei prezzi unitari costituenti il corpo<br />

oggetto di contratto che per la contabilizzazione e valutazione di eventuali varianti saranno le seguenti.<br />

4.1 DEMOLIZIONI IN GENERE<br />

La misurazione delle demolizione sarà determinata nell’Elenco dei Prezzi Unitari in funzione della specifica<br />

lavorazione.<br />

4.2 SCAVI IN GENERE<br />

Oltre che per gli obblighi particolari emergenti dal presente articolo, con i prezzi d'elenco per gli scavi in<br />

genere l'Appaltatore si deve ritenere compensato per tutti gli oneri che esso dovrà incontrare:<br />

- per taglio di piante, estirpazione di ceppaie, radici, ecc.;<br />

- per l'eliminazione degli impianti morti e la demolizione dei relativi manufatti interrati;<br />

- per il taglio delle perimetrazioni stradali o delle solette di marciapiede in cemento;<br />

- per lo scavo con qualsiasi mezzo delle materie sia asciutte che bagnate, di qualsiasi consistenza ed<br />

anche in presenza d'acqua;<br />

- per paleggi, innalzamento, carico, trasporto e scarico a rinterro od a rifiuto entro i limiti previsti in elenco<br />

prezzi, sistemazione delle materie di rifiuto, deposito provvisorio e successiva ripresa;<br />

- per la regolazione delle scarpate o pareti, per lo spianamento del fondo, per la formazione di gradoni,<br />

attorno e sopra le condotte di acqua od altre condotte in genere, e sopra le fognature o drenaggi secondo<br />

le sagome definitive di progetto;<br />

- per puntellature, sbadacchiature ed armature di qualsiasi importanza e genere secondo tutte le<br />

prescrizioni contenute nel presente <strong>Capitolato</strong>,<br />

- compresi le composizioni, scomposizioni, estrazioni ed allontanamento, nonché‚ sfridi, deterioramenti,<br />

perdite parziali o totali del legname o dei ferri;<br />

- per l’aggottamento delle acque superficiali e nascenti che potessero danneggiare la buona riuscita degli<br />

scavi;<br />

- per impalcature, ponti e costruzioni provvisorie, occorrenti sia per il trasporto delle materie di scavo sia<br />

per la formazione di rilevati, per passaggi, attraversamenti, ecc.;<br />

- per ogni altra spesa necessaria per l'esecuzione completa degli scavi.<br />

La misurazione degli scavi verrà effettuata nei seguenti modi:<br />

- il volume degli scavi di sbancamento verrà determinato col metodo delle sezioni ragguagliate, in base ai<br />

rilevamenti eseguiti in contraddittorio con l'Appaltatore, prima e dopo i relativi lavori;<br />

- gli scavi di fondazione saranno computati per un volume uguale a quello risultante dal prodotto della base<br />

di fondazione per la sua profondità sotto il piano degli scavi di sbancamento, ovvero del terreno naturale,<br />

quando detto scavo di sbancamento non viene effettuato.<br />

Al volume così calcolato si applicheranno i vari prezzi fissati nell'elenco per tali scavi; vale a dire che essi<br />

saranno valutati sempre come eseguiti a pareti verticali, ritenendosi già compreso e compensato col prezzo<br />

unitario di elenco ogni maggiore scavo.<br />

4.3 RILEVATI E RINTERRI<br />

Il volume dei rilevati sarà determinato con il metodo delle sezioni ragguagliate, in base a rilevamenti eseguiti<br />

come per gli scavi di sbancamento. I rinterri di cavi a sezione ristretta saranno valutati a metro cubo per il loro<br />

volume effettivo misurato in opera dopo la costipazione dei materiali. Nei prezzi di elenco sono previsti tutti gli<br />

oneri per il trasporto dei terreni da qualsiasi distanza e per gli eventuali indennizzi a cave di prestito.<br />

4.4 RIEMPIMENTO CON MISTO GRANULARE<br />

Il riempimento con misto granulare a ridosso delle murature per drenaggi, vespai, ecc., sarà valutato a metro<br />

cubo per il suo volume effettivo misurato in opera dopo la costipazione.<br />

116


4.5 PALIFICATE DI FONDAZIONE<br />

Saranno valutate per la loro lunghezza misurata tra le quote di intradosso della platea di fondazione in c.a. e<br />

la quota del piede del palo.<br />

Nel prezzo sono compresi tutti gli oneri per la trivellazione, la fornitura ed il getto del calcestruzzo, la fornitura<br />

e posa del ferro d'armatura, nonché‚ la scapitozzatura, l'impiego di fanghi bentonitici, l'allontanamento dal<br />

cantiere di tutti i materiali di risulta e gli spostamenti delle attrezzature.<br />

4.6 MURATURE IN GENERE<br />

Tutte le murature in genere, salvo le eccezioni in appresso specificate, saranno misurate geometricamente, a<br />

volume od a superficie, secondo la categoria, in base a misure prese sul vivo dei muri, esclusi cioè gli<br />

intonaci. Sarà fatta deduzione di tutti i vuoti di luce superiore a 3,00 metri quadri e dei vuoti di canne fumarie,<br />

canalizzazioni, ecc., che abbiano sezione superiore a 0,25 metri quadri (rimanendo per questi ultimi,<br />

all'Appaltatore, l'onere della loro eventuale chiusura con materiale in cotto), salvo diversa indicazione<br />

sull’elenco prezzi unitari.,. Così pure sarà sempre fatta deduzione del volume corrispondente alla parte<br />

incastrata di pilastri, piattabande, ecc., di strutture diverse, nonché‚ di pietre naturali od artificiali, da pagarsi<br />

con altri prezzi di tariffa. Nei prezzi unitari delle murature di qualsiasi genere, qualora non debbano essere<br />

eseguite con paramento di faccia vista, si intende compreso il rinzaffo delle facce visibili dei muri. Tale<br />

rinzaffo sarà sempre eseguito, ed è compreso nel prezzo unitario, anche a tergo dei muri che debbono<br />

essere poi caricati a terrapieni. Per questi ultimi muri é pure sempre compresa la eventuale formazione di<br />

feritoie regolari e regolarmente disposte per lo scolo delle acque ed in generale quella delle immorsature e la<br />

costruzione di tutti gli incastri per la posa in opera della pietra da taglio od artificiale. Il rinzaffo si intende<br />

realizzato anche sulla faccia interna di muri “a cassetta”.<br />

Nei prezzi della muratura di qualsiasi specie si intende compreso ogni onere per formazione di spalle,<br />

sguinci, canne, spigoli, strombature, incassature per imposte di archi, volte e piattabande.<br />

Qualunque sia la curvatura data alla pianta ed alle sezioni dei muri, anche se si debbano costruire sotto<br />

raggio, le relative murature non potranno essere comprese nella categoria delle volte e saranno valutate con<br />

i prezzi delle murature rette senza alcun compenso in più.<br />

Le ossature di cornici, cornicioni, lesene, pilastri ecc., di aggetto superiore a 5 cm sul filo esterno del muro,<br />

saranno valutate per il loro volume effettivo in aggetto con l'applicazione dei prezzi di tariffa stabiliti per le<br />

murature.<br />

Per le ossature di aggetto inferiore a 5 cm non verrà applicato alcun sovrapprezzo.<br />

Quando la muratura in aggetto é diversa da quella del muro sul quale insiste, la parte incastrata sarà<br />

considerata come della stessa specie del muro stesso. Le murature di mattoni ad una testa od in foglio si<br />

misureranno a vuoto per pieno, al rustico, deducendo soltanto le aperture di superficie uguale o superiore a<br />

3.00 mq, intendendo nel prezzo compensata la formazione di sordini, spalle, piattabande, ecc., nonché‚<br />

eventuali intelaiature in legno che la Direzione dei lavori ritenesse opportuno di ordinare allo scopo di fissare i<br />

serramenti al telaio, anziché‚ alla parete.<br />

Quando per pareti di altezza superiore a m 4 o per l’applicazione della norma antisismica si rendesse<br />

necessario, il Direttore dei lavori potrà ordinare l’esecuzione di cordoli orizzontali o verticali di irrigidimento in<br />

calcestruzzo armato di sezione minima pari a mq 0,04; l’onere per l’esecuzione di detti cordoli nonché per<br />

l’ancoraggio delle armature alle strutture portanti e la fornitura e posa in opera dei materiali occorrenti è da<br />

intendersi compensato con il prezzo unitario della muratura.<br />

Le murature di mattoni ad una testa od in foglio si misurano a vuoto per pieno, al rustico deducendo soltanto<br />

le aperture di superficie superiore a mq 3,00 per la sola parte eccedente, intendendo nel prezzo compensata<br />

la formazione di spalle, architravi, piattabande, ecc., nonché eventuali intelaiature in legno od in ferro che la<br />

Direzione dei Lavori ritenesse opportuno di ordinare allo scopo di fissare i serramenti al telaio, anziché alla<br />

parete.<br />

Le murature di mattoni faccia a vista saranno pagate al mq di superficie effettivamente eseguita. Nel prezzo<br />

si intende compresa la stuccatura dei corsi con malta reoplastica tirata a ferro alla cappuccina o come<br />

prescriverà il direttore dei lavori. Nei prezzi unitari si intendono comprese l'esecuzione di architravi, spalle,<br />

sguinci, spighe o strombature, incassature nonchè delle zanche di ancoraggio alla muratura o alle travi e ai<br />

pilatri retrostanti. Sarà pure compensata col prezzo della muratura faccia a vista l'esecuzione di rivestimenti<br />

di pilastri, travi o velette in c.a. mediante teste di mattoni staccate dal mattone intero realizzate in continuità<br />

con la parete adiacente.<br />

4.7 MURATURE IN PIETRA DA TAGLIO<br />

La pietra da taglio da pagarsi a volume sarà sempre valutata a metro cubo in base al volume del primo<br />

parallelepipedo retto rettangolare, circoscrivibile a ciascun pezzo. Le lastre, i lastroni e gli altri pezzi da<br />

pagarsi a superficie, saranno valutati in base al minimo rettangolo circoscrivibile.<br />

Per le pietre di cui una parte viene lasciata grezza, si comprenderà anche questa nella misurazione, non<br />

tenendo però alcun conto delle eventuali maggiori sporgenze della parte non lavorata in confronto delle<br />

dimensioni assegnate dai tipi prescritti.<br />

117


Nei prezzi relativi di elenco si intenderanno sempre compresi tutti gli oneri specificati nelle norme sui materiali<br />

e sui modi di esecuzione.<br />

4.8 CALCESTRUZZI<br />

I calcestruzzi per fondazioni, murature, volte, ecc. e le strutture costituite da getto in opera, saranno in genere<br />

pagati a metro cubo e misurati in opera in base alle dimensioni prescritte, esclusa quindi ogni eccedenza,<br />

ancorché‚ inevitabile, dipendente dalla forma degli scavi aperti e dal modo di esecuzione dei lavori.<br />

Nei relativi prezzi oltre agli oneri delle murature in genere, s'intendono compensati tutti gli oneri specificati<br />

nelle norme sui materiali e sui modi di esecuzione.<br />

4.9 CONGLOMERATO CEMENTIZIO ARMATO<br />

Il conglomerato per opere in cemento armato di qualsiasi natura e spessore sarà valutato per il suo volume<br />

effettivo, senza detrazione del volume del ferro che verrà pagato a parte.<br />

Quando trattasi di elementi a carattere ornamentale gettati fuori opera (pietra artificiale), la misurazione verrà<br />

effettuata in ragione del minimo parallelepipedo retto a base rettangolare circoscrivibile a ciascun pezzo, e<br />

nel relativo prezzo si deve intendere compreso, oltre che il costo dell'armatura metallica, tutti gli oneri<br />

specificati nelle norme sui materiali e sui modi di esecuzione, nonché‚ la posa in opera, sempre ché‚ non sia<br />

pagata a parte.<br />

I casseri, le casseforme e le relative armature di sostegno, se non comprese nei prezzi di elenco del<br />

conglomerato cementizio, saranno computati separatamente con i relativi prezzi di elenco. Pertanto, per il<br />

compenso di tali opere, bisognerà attenersi a quanto Previsto nell'Elenco dei Prezzi Unitari.<br />

Si intendono, invece, compresi e compensati le impalcature ed i ponti di servizio, l'innalzamento dei materiali,<br />

qualunque sia l'altezza alla quale l'opera in cemento armato dovrà essere costruita, nonché il getto e la sua<br />

vibratura e gli additivi che il direttore dei lavori vorrà prevedere in relazione alla stagione ed alle caratteristiche<br />

del terreno, nonché l'esecuzione delle asole dei cavi e degli scassi che il direttore dei lavori richiederà di<br />

inserire in aggiunta a quelli riportati nei disegni. Non si prevedono maggiorazioni per l’esecuzione di solette o<br />

pareti sottili.<br />

Nei prezzi di elenco s’intendono altresì compresi e compensati gli oneri per l’esecuzione dei giunti strutturali e<br />

dei giunti di ripresa, nonché la necessità di dover inserire i diaframmi tipo water-stop o di dover eseguire i<br />

getti in più strati o con calcestruzzi particolari a basso ritiro o a basso calore d’idratazione.<br />

Il ferro tondo per armature di opere di cemento armato di qualsiasi tipo nonché‚ la rete elettrosaldata sarà<br />

valutato secondo il peso effettivo; nel prezzo oltre alla lavorazione e lo sfrido é compreso l'onere della<br />

legatura dei singoli elementi e la posa in opera dell'armatura stessa.<br />

4.10 CASSEFORME<br />

Saranno valutati per la loro superficie bagnata e nel relativo prezzo di elenco s'intende compensata ogni<br />

tipologia di cassaforma (legno o metallo), qualsiasi altezza dal piano di posa, ogni fornitura occorrente di<br />

legname, ferramenta, ecc., ed ogni sfrido relativo, ogni spesa per la lavorazione e l'apprestamento (angolari,<br />

gocciolatoi, ecc.); per collocamento in opera di longarine o filagine di collegamento, e tavoloni; per<br />

trattamento superficiale delle superfici bagnate, per palchi provvisori di servizio e sollevamento dei materiali a<br />

qualunque altezza; per rimozioni ad opera ultimata, perdite, guasti e per ogni altro lavoro, nessuno escluso<br />

od eccettuato, occorrente per dare le opere complete ed idonee all'uso.<br />

4.11 ARMATURA PER CALCESTRUZZI ARMATI<br />

Il ferro di armatura necessario per i calcestruzzi armati, per le solette ed i solai misti, sarà valutato a peso, in<br />

base allo sviluppo risultante dai disegni esecutivi, secondo il peso specifico teorico di 7850 Kg/mc od in base<br />

al peso risultante da campionatura su barre della lunghezza di 1 metro, effettuato in contraddittorio con<br />

l'impresa. Non verrà tenuto alcun conto del filo di ferro occorrente per la legatura di eventuali sfridi o di<br />

sovrapposizioni non risultanti dai disegni di progetto né di ferri impiegati per il distanziamento od il sostegno<br />

delle armature.<br />

4.12 SOLAI<br />

I solai interamente di cemento armato (senza laterizi) saranno valutati al metro cubo come ogni altra opera di<br />

cemento armato.<br />

Ogni altro tipo di solaio, qualunque sia la forma, sarà invece pagato al metro quadrato di superficie netta<br />

misurato all'interno dei cordoli e delle travi di calcestruzzo, esclusi, quindi, la presa e l'appoggio su cordoli<br />

perimetrali o travi di calcestruzzo o su eventuali murature portanti, salvo diversa indicazione riportata<br />

sull’elenco prezzi unitari.<br />

Nel prezzo dei solai orizzontali o pendenzati si intende compreso l'onere per l'esecuzione di asole e scassi, lo<br />

spianamento superiore con malta sino al piano di posa del massetto alleggerito, nonché ogni opera e<br />

materiale occorrente per dare il solaio completamente finito e pronto per la pavimentazione e per l'intonaco,<br />

come prescritto nelle norme sui materiali e sui modi di esecuzione. Nel prezzo dei solai, di tipo prefabbricato,<br />

118


misti di cemento armato, anche predalles o di cemento armato precompresso e laterizi sono comprese la<br />

fornitura, lavorazione e posa in opera, del ferro occorrente, il noleggio delle casseforme e delle impalcature di<br />

sostegno di qualsiasi entità, con tutti gli oneri specificati per le casseforme dei cementi armati.<br />

Il prezzo a metro quadrato dei solai suddetti si applicherà senza alcuna maggiorazione anche a quelle<br />

porzioni in cui, per resistere a momenti negativi, il laterizio sia sostituito da calcestruzzo; saranno però pagati<br />

a parte tutti i cordoli perimetrali relativi ai solai stessi, salvo diversa indicazione riportata sull’elenco prezzi<br />

unitari.<br />

4.13 CONTROSOFFITTI<br />

I controsoffitti saranno misurati in base alla superficie della loro proiezione orizzontale, quelli verticali saranno<br />

valutati per la loro superficie effettiva.<br />

S’intendono compresi nelle superfici misurate tutte le armature, i sostegni di ancoraggio, i ponteggi, i profili<br />

perimetrali, le cornici di coprifilo e la formazione dei fori per la posa dei corpi illuminanti e dei diffusori degli<br />

impianti di condizionamento e di ogni altro tipo di foro occorrente per gli impianti o le attrezzature. Nei prezzi<br />

unitari s’intendono compresi e compensati gli oneri e gli sfridi per l’esecuzione con più colori per ogni<br />

ambiente nonché il montaggio diagonale rispetto ai muri perimetrali e l’esecuzione di velette a plafoni con<br />

profilo curvilineo.<br />

Nei prezzi unitari dei controsoffitti, oltre agli oneri sopra previsti, s’intendono compresi anche quelli relativi<br />

all’esecuzione di opere in locali con pareti curvilinee o comunque con andamento irregolare, nonché quelli<br />

relativi all’esecuzione, nell’ambito dello stesso ambiente di soffitti realizzati con materiali diversi (es.<br />

cartongesso perimetrali e un numero intero di pannelli quadrati o doghe) o con disegni particolari in pianta e<br />

in sezione forniti dalla direzione dei lavori ovvero riguardanti attrezzature o strutture pendenti dal soffitto dei<br />

locali.<br />

Nei prezzi unitari s’intendono compresi gli oneri per l’esecuzione di fasce perimetrali in cartongesso di<br />

centrature di un numero intero di pannelli.<br />

4.14 VESPAI<br />

Nei prezzi dei vespai é compreso ogni onere per la fornitura di materiali e posa in opera come prescritto nelle<br />

norme sui modi di esecuzione. La valutazione sarà effettuata al metro cubo di materiali in opera.<br />

4.15 PAVIMENTI<br />

I pavimenti di qualsiasi genere saranno valutati per la superficie vista tra le pareti intonacate dell'ambiente.<br />

Nella misura non sarà perciò compresa l'incassatura dei pavimenti nell'intonaco.<br />

Nelle quantificazioni di misura per ciascun genere di pavimento si intendono compresi le assistenze murarie,<br />

l'onere per la fornitura dei materiali e per ogni lavorazione intesa a dare i pavimenti stessi completi e rifiniti<br />

come prescritto, compreso il mastice di attacco, ma escluso il sottofondo, salvo diversa indicazione<br />

sull’elenco prezzi.<br />

Nei prezzi unitari si intendono comprese e compensate l'esecuzione dei pavimenti secondo disegni particolari<br />

forniti dal Direttore dei lavori, così come l'esecuzione di pavimenti utilizzando per ogni ambiente piastrelle di<br />

due o più colori o tipi (max 5), nonché la posa in diagonale rispetto all’andamento dei muri e l’esecuzione con<br />

profilo curvilineo.<br />

Nei prezzi unitari dei pavimenti, oltre agli oneri sopra previsti, s’intendono compresi anche quelli relativi<br />

all’esecuzione dei pavimenti in adiacenza a canalette incassate a pavimento o basamenti di apparecchiature<br />

radiologiche od altro, nonché quelli relativi all’esecuzione di pavimenti in ambienti a pianta curvilinea o<br />

comunque con andamento irregolare. Nei prezzi dei gradini per i vani scala o dei pavimenti per le rampe,<br />

s’intendono comprese le esecuzioni particolari (rigatura a punta, martellinatura, ecc.) atti a rendere l’opera a<br />

norma dei dettati della legge 626/94.<br />

Nel prezzo dei pavimenti vinilici, salvo diversa specificazione, si intende sempre compresa la saldatura a filo<br />

dei teli o delle piastrelle e l'esecuzione degli sgoli o dei battiscopa risvoltati secondo le richieste del Direttore<br />

dei lavori.<br />

4.16 RIVESTIMENTI DI PARETI<br />

I rivestimenti di piastrelle o di mosaico verranno misurati per la superficie effettiva qualunque sia la sagoma e<br />

la posizione delle pareti da rivestire. Nel prezzo al metro quadrato sono comprese la fornitura e la posa in<br />

opera di tutti i pezzi speciali di raccordo, angoli, ecc., che saranno computati nella misurazione, nonché‚<br />

l'onere per la preventiva preparazione con malta delle pareti da rivestire, la stuccatura finale dei giunti e la<br />

fornitura di collante per rivestimenti, le assistenze murarie ed i ponteggi per l'esecuzione dei lavori a<br />

qualunque altezza.<br />

Nei prezzi unitari si intendono comprese e compensate l'esecuzione dei rivestimenti secondo disegni<br />

particolari forniti dal Direttore dei lavori, così come l'esecuzione di rivestimenti utilizzando, per ogni ambiente,<br />

piastrelle di due o più colori o tipi.<br />

119


4.17 FORNITURA IN OPERA DEI MARMI, PIETRE NATURALI OD ARTIFICIALI<br />

I prezzi della fornitura in opera dei marmi e delle pietre naturali od artificiali, previsti in elenco, saranno<br />

applicati alle superfici effettive dei materiali in opera.<br />

Ogni onere derivante dall'osservanza delle norme, prescritte nel presente <strong>Capitolato</strong>, si intende compreso nei<br />

prezzi.<br />

Specificatamente detti prezzi comprendono gli oneri per la fornitura, lo scarico in cantiere, il deposito e la<br />

provvisoria protezione in deposito, la ripresa, il successivo trasporto ed il sollevamento dei materiali a<br />

qualunque altezza, con eventuale protezione, copertura o fasciatura; per ogni successivo sollevamento e per<br />

ogni ripresa con boiacca di cemento od altro materiale, per la fornitura di lastre di piombo, di grappe, staffe,<br />

regolini, chiavette perni occorrenti per il fissaggio; per ogni occorrente scalpellamento delle strutture murarie<br />

e per la successiva chiusura e ripresa delle stesse, per la stuccatura dei giunti, per la pulizia accurata e<br />

completa, per la protezione a mezzo di opportune opere provvisorie delle pietre già collocate in opera, e per<br />

tutti i lavori che risultassero necessari per il perfetto rifinimento dopo la posa in opera.<br />

I prezzi di elenco sono pure comprensivi dell'onere dell'imbottitura dei vani dietro i pezzi, fra i pezzi stessi o<br />

comunque tra i pezzi e le opere murarie da rivestire, in modo da ottenere un buon collegamento, e, dove<br />

richiesto, un incastro perfetto.<br />

4.18 INTONACI<br />

I prezzi degli intonaci saranno applicati alla superficie intonacata senza tener conto delle superfici laterali di<br />

risalti, lesene e simili. Tuttavia saranno valutate anche tali superfici laterali quando la loro larghezza superi 5<br />

cm. Varranno sia per superfici piane, che curve. L'esecuzione di gusci di raccordo, se richiesti negli angoli fra<br />

pareti e soffitto e fra pareti e pareti, con raggio non superiore a 15 cm, é pure compresa nel prezzo, avuto<br />

riguardo che gli intonaci verranno misurati anche in questo caso come se esistessero gli spigoli vivi.<br />

Nel prezzo degli intonaci è compreso l'onere per l'esecuzione dei ponteggi e del trasporto al piano dei<br />

materiali per qualunque altezza nonché l'onere della ripresa, dopo la chiusura, di tracce di qualunque genere,<br />

della muratura di eventuali ganci al soffitto e delle riprese contro pavimenti, zoccolature e serramenti.<br />

I prezzi dell'elenco valgono anche per intonaci su murature di mattoni forati dello spessore di una testa,<br />

essendo essi comprensivi dell'onere dell'intasamento dei fori dei laterizi.<br />

Gli intonaci interni ed esterni saranno computati per la superficie geometrica eseguita con deduzione dei<br />

vuoti di qualunque dimensione.<br />

Nessun speciale compenso sarà dovuto per gli intonaci eseguiti a piccoli tratti anche in corrispondenza di<br />

spalle e mazzette di vani di porte e finestre né per l'inserimento negli spigoli di righette in acciaio stirato con<br />

funzioni di irrigidimento, né per l’esecuzione di intonaci su muri curvilinei.<br />

4.19 TINTEGGIATURE, COLORITURE E VERNICIATURE<br />

Nei prezzi delle tinteggiature, coloriture e verniciature in genere sono compresi tutti gli oneri prescritti nelle<br />

norme sui materiali e sui modi di esecuzione del presente <strong>Capitolato</strong> oltre a quelli per la pulizia e la rasatura<br />

delle superfici, i mezzi d'opera, i ponteggi, il trasporto, lo smontaggio e il montaggio di infissi, ecc.<br />

Le tinteggiature interne ed esterne per pareti e soffitti saranno in generale misurate con le stesse norme<br />

sancite per gli intonaci.<br />

Per la coloritura o verniciatura degli infissi e simili si osserveranno le norme seguenti:<br />

• per le porte, bussole e simili, si computerà due volte la luce netta dell'infisso, oltre alla mostra o allo<br />

sguincio, se ci sono, non detraendo la eventuale superficie del vetro. E' compresa con ciò anche la<br />

verniciatura del telaio per muri grossi o del cassettoncino tipo romano per tramezzi e dell'imbotto tipo<br />

lombardo, pure per tramezzi. La misurazione della mostra e dello sguincio sarà eseguita in proiezione su<br />

piano verticale parallelo a quello medio della bussola (chiusa) senza tener conto di sagome, risalti o<br />

risvolti;<br />

• per le opere in ferro semplici e senza ornati, quali finestre grandi a vetrate e lucernari, serrande avvolgibili<br />

a maglia, saranno computati i tre quarti della loro superficie complessiva, misurata sempre in proiezione,<br />

ritenendo così compensata la coloritura dei sostegni, grappe e simili accessori, dei quali non si terrà<br />

conto alcuno nella misurazione;<br />

• per le opere di ferro di tipo normale a disegno, quali ringhiere, cancelli anche riducibili, inferriate e simili,<br />

sarà computata due volte l'intera loro superficie, misurata con le norme e con le conclusioni di cui alla<br />

lettera precedente;<br />

• per le serrande di lamiera ondulata o ad elementi di lamiera, sarà computata due volte e mezza la luce<br />

netta del vano, in altezza, tra la soglia e la battitura della serranda, intendendo con ciò compensato<br />

anche la coloritura della superficie non in vista.<br />

Tutte le coloriture o verniciature s'intendono eseguite su ambo le facce e con i rispettivi prezzi di elenco si<br />

intende altresì compensata la coloritura, o verniciatura di nottole, braccioletti e simili accessori.<br />

4.20 INFISSI DI LEGNO<br />

Gli infissi, come porte, finestre, vetrate, coprirulli e simili, si misureranno da una sola faccia sul perimetro<br />

120


esterno dei telai, siano essi semplici o a cassettoni, senza tener conto degli zampini da incassare nei<br />

pavimenti o soglie. Le parti centinate saranno valutate secondo la superficie del minimo rettangolo<br />

circoscritto, ad infisso chiuso, compreso come sopra il telaio maestro, se esistente.<br />

Nel prezzo degli infissi sono comprese mostre e contromostre. Gli spessori indicati nelle varie voci della<br />

tariffa sono quelli che debbono risultare a lavoro compiuto.<br />

Tutti gli infissi dovranno essere sempre provvisti delle ferramenta di sostegno e di chiusura, delle codette a<br />

muro, maniglie e di ogni altro accessorio occorrente per il loro buon funzionamento. Essi dovranno inoltre<br />

corrispondere in ogni particolare ai campioni Approvati dalla Direzione dei lavori.<br />

Tutti gli infissi dovranno essere sempre provvisti di vetri del tipo a camera o come specificato nell'elenco<br />

prezzi e/o nell’abaco infissi, della ferramenta di sostegno e di chiusura, delle codette a muro, pomoli, maniglie<br />

e maniglioni, serrature e di ogni altro accessorio occorrente per il loro buon funzionamento .<br />

Nei prezzi degli infissi interni si intendono compresi gli oneri per l'esecuzione degli scassi nei quali inserire le<br />

griglie di transito degli impianti di condizionamento nonché l'esecuzione di piallatura del fondo per<br />

soprelevare l'anta dalla soglia.<br />

I prezzi dell'elenco dovranno comprendere la fornitura e posa d'opera dell'infisso e dei relativi accessori di cui<br />

sopra, l'onere dello scarico e del trasporto sino ai singoli vani di destinazione e la manutenzione per garantirne il<br />

perfetto funzionamento sino al collaudo finale, nonché il collegamento locale alla rete generale di<br />

equipotenzialità quando necessario.<br />

4.21 INFISSI DI ALLUMINIO<br />

Gli infissi di alluminio, come finestre, vetrate di ingresso, porte, pareti a facciate continue, saranno valutati o<br />

cadauno elemento o al metro quadrato di superficie misurata all'esterno delle mostre e coprifili e compensati<br />

con le rispettive voci d'elenco. Nei prezzi sono compresi i controtelai da murare, tutte le ferramenta e le<br />

eventuali pompe a pavimento per la chiusura automatica delle vetrate, nonché‚ tutti gli oneri derivanti<br />

dall'osservanza delle norme e prescrizioni contenute nelle norme sui materiali e sui modi di esecuzione.<br />

Tutti gli infissi dovranno essere sempre provvisti di vetri del tipo a camera o come specificato nell'elenco<br />

prezzi e/o nell’abaco infissi, della ferramenta di sostegno e di chiusura, delle codette a muro, pomoli, maniglie<br />

e maniglioni, serrature e di ogni altro accessorio occorrente per il loro buon funzionamento .<br />

Nei prezzi degli infissi interni si intendono compresi gli oneri per l'esecuzione degli scassi nei quali inserire le<br />

griglie di transito degli impianti di condizionamento nonché l'esecuzione di piallatura del fondo per<br />

soprelevare l'anta dalla soglia.<br />

I prezzi dell'elenco dovranno comprendere la fornitura e posa d'opera dell'infisso e dei relativi accessori di cui<br />

sopra, l'onere dello scarico e del trasporto sino ai singoli vani di destinazione e la manutenzione per garantirne il<br />

perfetto funzionamento sino al collaudo finale, nonché il collegamento locale alla rete generale di<br />

equipotenzialità quando necessario.<br />

4.22 LAVORI DI METALLO<br />

Tutti i lavori in acciaio qualora ne sia prevista la compensazione a misura saranno in generale valutati a peso<br />

ed i relativi prezzi verranno applicati al peso effettivo dell'acciaio stesso a lavorazione completamente<br />

ultimata e determinato prima della loro posa in opera, con pesatura diretta fatta in contraddittorio ed a spese<br />

dell'Appaltatore, escludendo dal peso le verniciature e coloriture.<br />

Nei prezzi dei lavori in acciaio è compreso ogni e qualunque compenso per forniture accessorie, per<br />

lavorazioni, montatura, forature varie, bullonature, saldature e posizionamento in opera.<br />

Sono pure compresi e compensati i trattamenti superficiali previsti dagli elaborati di progetto, il tiro ed il<br />

trasporto in alto ovvero la discesa in basso e tutto quanto è necessario per dare i lavori compiuti in opera a<br />

qualsiasi altezza.<br />

4.23 TUBI PLUVIALI<br />

I tubi pluviali potranno essere di plastica, metallo, ecc. I tubi pluviali di plastica saranno misurati al metro<br />

lineare in opera, senza cioè tener conto delle parti sovrapposte, intendendosi compresa nei rispettivi prezzi di<br />

elenco la fornitura a posa in opera di staffe e cravatte di ferro.<br />

I tubi pluviali di rame o lamiera zincata, ecc. saranno valutati a peso, determinato con le stesse modalità di<br />

cui al comma 19 e con tutti gli oneri di cui sopra.<br />

4.24 IMPIANTI MECCANICI<br />

Si rimanda a quanto espressamente specificato nell’elenco dei prezzi unitari.<br />

4.25 IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI<br />

Si rimanda a quanto espressamente specificato nell’elenco dei prezzi unitari.<br />

4.26 IMPIANTI ASCENSORI E MONTACARICHI<br />

Gli impianti saranno valutati a corpo per ciascun impianto.<br />

121


Nel prezzo a corpo sono compresi tutti i materiali e prestazioni di manodopera specializzata necessari per<br />

dare l'impianto completo e funzionante. Sono compresi a titolo non esaustivo:<br />

• Trasporto dei materiali in cantiere (compreso scarico del materiale dal mezzo di trasporto e trasferimento<br />

dello stesso tramite il piano seminterrato nell’area di montaggio,<br />

• Custodia dei materiali depositati nell’apposita area<br />

• Mano d’opera specializzata per rilievi, montaggio dei materiali ed assistenza al collaudo.<br />

• Tasselli ad espansione per fissaggio apparecchiature<br />

• Ganci omologati nella testata del vano corsa con portata e posizionamento come da progetto Kone (con<br />

portata 40 e 15 KN)<br />

• Quadro di manovra a microprocessore<br />

• Quadretto elettrico locale di distribuzione inserito nel quadro di manovra<br />

• Illuminazione del vano di corsa<br />

• sistema per alimentazione elettrica di emergenza e commutazione delle linee di alimentazione<br />

• Collegamenti elettrici di terra dal quadro di manovra sino alla base del vano di corsa.<br />

• Manovalanza in aiuto al montatore<br />

• Batteria di accumulatori per l’alimentazione del segnale d’allarme e della luce in cabina<br />

• Esame finale degli impianti (95/16/CE)<br />

• Manutenzione conservativa gratuita per i primi 12 mesi dall’ultimazione del montaggio<br />

• Installazione in cabina del sistema di comunicazione<br />

• Scaletta di fondo fossa<br />

• Sistema di deflusso acqua in fossa<br />

• Linea di terra collegante le parti metalliche dell’impianto con il dispersore<br />

• Dispersore per messa a terra<br />

• Fornitura e posa del pozzetto per la messa a terra degli impianti<br />

• Rimozione della pellicola protettiva da cabina, porte e portali a fine montaggio<br />

• Allontanamento dei materiali di risulta in apposito sito all’interno dell’area di cantiere.<br />

• Sistemi di protezione per limitare il flusso di acqua all’interno del vano di corsa<br />

• Rimozione della pellicola protettiva da cabina, porte e portali in periodo successivo ad ultimazione<br />

montaggio<br />

• Pulizia generale della cabina e sbarchi, regolazione di apparecchiature e meccanismi all’interno del vano<br />

di corsa e della fossa per danni subiti in periodo successivo ad ultimazione montaggio<br />

• Pratiche e competenze VV.FF.<br />

4.27 OPERE DI ASSISTENZA AGLI IMPIANTI<br />

Gli oneri relativi alle opere di assistenza di tutti gli impianti, le finiture, gli infissi o qualsivoglia altra lavorazione<br />

sono già compresi all’interno dei prezzi unitari dei singoli articoli; l’elenco che segue riporta un elenco non<br />

esaustivo delle prestazioni che si intendono compensate. All’interno dei capitolati speciali relativi agli impianti<br />

elettrici e meccanici sono presenti ulteriori elenchi relativi a tali oneri.<br />

• scarico dagli automezzi, collocazione in loco compreso il tiro in alto ai vari piani e sistemazione in<br />

magazzino di tutti i materiali pertinenti agli impianti;<br />

• muratura di scatole, cassette, sportelli, controtelai di bocchette, serrande e griglie, guide e porte<br />

ascensori;<br />

• fissaggio di apparecchiature in genere ai relativi basamenti e supporti;<br />

• formazione di basamenti di calcestruzzo o muratura e, ove richiesto, la interposizione di strato isolante<br />

baggioli, ancoraggi di fondazione e nicchie;<br />

• manovalanza e mezzi d'opera in aiuto ai montatori per la movimentazione inerente alla posa in opera di<br />

quei materiali che per il loro peso e/o volume esigono tali prestazioni;<br />

• i materiali di consumo ed i mezzi d'opera occorrenti per le prestazioni di cui sopra;<br />

• il trasporto alla discarica dei materiali di risulta delle lavorazioni;<br />

• scavi e rinterri relativi a tubazioni od apparecchiature poste interrate;<br />

• ponteggi di servizio interni ed esterni;<br />

• le opere e gli oneri di assistenza agli impianti dovranno essere calcolati in ore lavoro sulla base della<br />

categoria della manodopera impiegata e della quantità di materiali necessari e riferiti a ciascun gruppo di<br />

lavoro.<br />

• tutte le opere necessarie a movimentare dai magazzini di fornitura al cantiere e nell'ambito nel cantiere,<br />

tutte le apparecchiature, i macchinari ed i materiali di grosse dimensioni che necessitano di mezzi<br />

meccanici per essere posti in opera;<br />

• tutte le opere necessarie per l'esecuzione di fori, tracce, scassi, tagliole, sia in tramezzi di laterizio che in<br />

pareti del tipo più diverso, compreso quelle in c.a., impalcatura, murature di rifoglio a lesena, ferramenta<br />

di sostegno e di supporto a tubazioni, canalizzazioni ed apparecchiature, rasature, rivestimenti,<br />

122


cassonature, portelli d'ispezione e quanto altro necessario per sostenere, fornire e porre in opera a<br />

regola d'arte, gl'impianti stessi, si intende compresa l'esecuzione di eventuali punti fissi e slitte di<br />

scorrimento;<br />

• tutte le opere di ripristino dei fori, tracce, scassi e tagliole, necessarie per riportare allo stato preesistente<br />

l'area interessata dai lavori compreso il rifacimento degli intonaci e la tinteggiatura dei muri;<br />

• tutte le opere necessarie a fare in modo che sia mantenuta in corrispondenza dei muri REI, la resistenza<br />

al fuoco prevista mediante la tamponatura degli scassi con materassini intumescenti, polimero in stato<br />

spugnoso di tipo intumescente, stucchi siliconici resistenti al fuoco, sacchetti resistenti al fuoco, manicotti<br />

per tubazioni resistenti al fuoco ed in particolare per la realizzazione di barriere passive resistenti al fuoco<br />

con prodotti certificati in classe REI 180 comprendenti:<br />

- Pannello in fibra minerale resistente al fuoco ad alta densità ( 152 Kg/mc) rivestito su di un lato con<br />

materiale intumescente.<br />

- Spugna resistente al fuoco da posizionare sui condotti in lamiera, serrande tagliafuoco, tubazioni,<br />

canaline elettriche, ecc.<br />

- Stucco resistente al fuoco di tipo omologato.<br />

- Stucco resistente al fuoco omologato di tipo siliconico.<br />

- Il tutto messo in opera da personale specializzato compresa la certificazione di prova dei prodotti e<br />

dichiarazione di conformità dei materiali installati e dichiarazione di responsabilità dei lavori eseguiti.<br />

• tutte le opere necessarie a fare in modo che durante l'attraversamento di pareti, in corrispondenza di<br />

zanche di sostegno o punti fissi sia mantenuta la continuità elettrica mediante l'adozione di particolari<br />

accorgimenti da concordare con la D.L;<br />

• tutte le opere necessarie a spostare temporaneamente e successivamente ripristinare tutti i materiali<br />

(tecnici ed economali quali tubi, scaffali, archivi, condutture elettriche telefoniche e speciali ecc.)<br />

interferenti con l'esecuzione dei lavori<br />

• tutte le opere necessarie ad eseguire i fori, le asole, gli scassi e gli ancoraggi per la posa in opera delle<br />

tubazioni, canali , scarichi ecc, nonché di tutte le altre parti di impianti per le quali è prevista la posa<br />

incassata<br />

• tutte le opere necessarie a ripristinare le demolizioni eseguite (tamponamenti e tinteggiature)<br />

mantenendo il grado di resistenza al fuoco dei vari tramezzi;<br />

• tutte le opere necessarie a ripulire l'area, oggetto dei lavori, di tutti i materiali di risulta o di sfrido derivante<br />

dalle lavorazioni;<br />

• ogni altro onere di facchinaggio ancoraggio, o passaggio per dare l'opera eseguita a regola d'arte,<br />

ultimata collaudata e funzionante.<br />

4.28 MANODOPERA<br />

La contabilizzazione della manodopera per l'esecuzione di eventuali lavori da compensarsi in economia,<br />

ordinati dalla direzione lavori, sarà effettuata sulla base dei prezzi unitari derivanti delle tabelle dalla<br />

«Commissione Regionale per il rilevamento del costo della mano d'opera, dei materiali, dei trasporti e dei<br />

noli», edite dal Provveditorato alle Opere Pubbliche di Bologna, valide al momento dell'offerta, incrementati<br />

del 2% per gli oneri per la sicurezza, del 15% (quindici per cento) per spese generali e del 10% (dieci per<br />

cento) per utili di impresa.<br />

Il ribasso percentuale offerto dall'appaltatore si applicherà solo all'incremento del 15% per spese generali e<br />

del 10% per utili di impresa.<br />

4.29 NOLEGGI<br />

La contabilizzazione dei noli per l'esecuzione di eventuali lavori da compensarsi in economia, ordinati dalla<br />

direzione lavori, sarà effettuata sulla base dei prezzi unitari derivanti delle tabelle dalla «Commissione<br />

Regionale per il rilevamento del costo della mano d'opera, dei materiali, dei trasporti e dei noli», edite dal<br />

Provveditorato alle Opere Pubbliche di Bologna, valide al momento dell'offerta, incrementati del 2% per gli<br />

oneri per la sicurezza e del 15% (quindici per cento) per spese generali.<br />

Il ribasso percentuale offerto dall'appaltatore si applicherà solo all'incremento del 15% per spese generali.<br />

4.30 TRASPORTI<br />

La contabilizzazione dei trasporti per l'esecuzione di eventuali lavori da compensarsi in economia, ordinati<br />

dalla direzione lavori, sarà effettuata sulla base dei prezzi unitari derivanti delle tabelle dalla «Commissione<br />

Regionale per il rilevamento del costo della mano d'opera, dei materiali, dei trasporti e dei noli», edite dal<br />

Provveditorato alle Opere Pubbliche di Bologna, valide al momento dell'offerta, incrementati del 2% per gli<br />

oneri per la sicurezza e del 15% (quindici per cento) per spese generali.<br />

Il ribasso percentuale offerto dall'appaltatore si applicherà solo all'incremento del 15% per spese generali.<br />

123


4.31 DISPOSIZIONI GENERALI RELATIVE AI PREZZI DEI LAVORI<br />

I prezzi unitari in base ai quali, dopo deduzione del pattuito ribasso d'asta calcolato sull'importo complessivo<br />

a base d'asta saranno pagati i lavori appaltati a misura e le somministrazioni, sono indicati nell’Elenco Prezzi<br />

Unitari allegato.<br />

Essi compensano:<br />

a) circa i materiali, ogni spesa (per fornitura, trasporto, dazi, cali, perdite, sprechi, ecc.), nessuna<br />

eccettuata, che venga sostenuta per darli pronti all'impiego, a piede di qualunque opera;<br />

b) circa gli operai e mezzi d'opera, ogni spesa per fornire i medesimi di attrezzi e utensili del mestiere,<br />

nonché per premi di assicurazioni sociali, per illuminazione dei cantieri in caso di lavoro notturno;<br />

c) circa i noli, ogni spesa per dare a piè d'opera i macchinari e mezzi pronti al loro uso;<br />

d) circa i lavori a misura ed a corpo, tutte le spese per forniture, lavorazioni, mezzi d'opera, assicurazioni<br />

d'ogni specie, indennità di cave, di passaggi o di deposito, di cantiere, di occupazione temporanea e<br />

d'altra specie, mezzi d'opera provvisionali, carichi, trasporti e scarichi in ascesa o discesa, ecc., e per<br />

quanto occorre per dare il lavoro compiuto a perfetta regola d'arte, intendendosi nei prezzi stessi<br />

compreso ogni compenso per gli oneri tutti che l'Appaltatore dovrà sostenere a tale scopo, anche se non<br />

esplicitamente detti o richiamati nei vari articoli e nell'elenco dei prezzi del presente <strong>Capitolato</strong>.<br />

I prezzi medesimi, per lavori a misura ed a corpo, nonché il compenso a corpo, diminuiti del ribasso offerto, si<br />

intendono accettati dall'Appaltatore in base ai calcoli di sua convenienza, a tutto suo rischio e sono fissi ed<br />

invariabili<br />

124


5.1 FORNITURE<br />

CAPO 5 - CERTIFICAZIONI<br />

Le forniture di materiali, componenti, sistemi e subsistemi di opere edili ed elementi strutturali devono<br />

essere accompagnate in cantiere dalle documentazioni e certificazioni richieste per legge e/o previste dal<br />

presente capitolato speciale e dall’elenco prezzi unitari.<br />

I materiali o componenti la cui fornitura non fosse accompagnata in cantiere dalla documentazione<br />

necessaria, o fosse accompagnata da documentazione non ritenuta idonea o sufficiente a giudizio della<br />

direzione lavori, non potranno essere posati in opera fino alla produzione della documentazione richiesta.<br />

In particolare tra la documentazione richiesta dovranno essere prodotte le seguenti certificazioni:<br />

5.1.1 Elementi strutturali<br />

− Strutture di carpenteria metallica: - Certificato di collaudo secondo UNI EN 1024<br />

- dichiarazione che il prodotto è qualificato ai sensi del 14-01-2008 e di<br />

aver soddisfatto tutte le relative prescrizioni.<br />

- elementi di muratura portante - certificati di laboratorio sulle prestazioni dei prodotti<br />

- dichiarazione di conformità<br />

5.1.2 Tutti i materiali e componenti edili:<br />

− scheda tecnica<br />

− scheda di sicurezza<br />

− dichiarazione che i materiali utilizzati non contengono nessuna delle sostanze tossiche o nocive di cui<br />

all’elenco aggiornato del Centro Studi Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale del Ministero<br />

della Sanità come richiesto dall’art. 52.6 del R.E. del Comune di Bologna.<br />

5.1.3 Materiali classificati ai fini della reazione e resistenza al fuoco<br />

Prima dell’installazione i materiali l’impresa dovrà documentare la corrispondenza degli stessi alla normativa<br />

di prevenzione incendi attraverso le schede tecniche e le dichiarazioni di conformità, i certificati di resistenza<br />

al fuoco e i certificati di omologazione. Prima della fine dei lavori e dell’emissione dello stato finale l’impresa<br />

dovrà consegnare tutte le dichiarazioni richieste dalla normativa vigente redatte sui modelli 2008 di cui<br />

all’allegato II di cui al DM 04-05-98 debitamente firmate dalla stessa e/o da <strong>tecnico</strong> abilitato ai sensi della L.<br />

n° 818/84. In via indicativa e non esaustiva le dichiarazioni da predisporre risultano le seguenti:<br />

elementi separanti: isolante per canali – isolante per tubazioni – sigillanti antifuoco cuscini antincendio, collari,<br />

mattoni intumescenti, sigillanti intumescenti, malta intumescente ecc.<br />

- MOD. DICH. POSA IN OPERA a firma dell’installatore con elenco dei materiali e planimetria con<br />

l’indicazione della posizione degli elementi<br />

- Dichiarazione di conformità rilasciata dal produttore all’installatore<br />

- Rapporto di prova<br />

porte rei<br />

- MOD. DICH. POSA IN OPERA a firma dell’impresa e/o dall’installatore con elenco dei materiali e<br />

planimetria con l’indicazione della posizione degli elementi<br />

- Dichiarazione di conformità rilasciata dal produttore all’installatore<br />

- Certificato di omologazione ministeriale in data non anteriore i 5 anni<br />

- Rapporto di prova<br />

strutture di compartimentazione: pareti e solai<br />

A) se si tratta di strutture complesse che non hanno riferimento con tipologie già certificate<br />

- MOD. REL. REI a firma di <strong>tecnico</strong> abilitato ai sensi della legge 818/84 con elenco elementi individuati con<br />

numerazione progressiva<br />

- MOD. CERT. REI a firma di <strong>tecnico</strong> abilitato ai sensi della legge 818/84<br />

- MOD. DICH. RIV. PROT. a firma dell’installatore con elenco dei materiali e dove sono posati<br />

- MOD. DICH. CORRISP. a firma di <strong>tecnico</strong> abilitato ai sensi della legge 818/84<br />

- Relazione di calcolo o valutativa a firma di <strong>tecnico</strong> abilitato ai sensi della legge 818/84<br />

- Dichiarazioni di conformità dei componenti rilasciate dai produttori all’installatore<br />

- Rapporti di prova dei componenti<br />

125


B) se si tratta di strutture semplici che hanno riferimento con tipologie già certificate:<br />

- MOD. REL. REI a firma di <strong>tecnico</strong> abilitato ai sensi della legge 818/84 con elenco elementi individuati con<br />

numerazione progressiva<br />

- MOD. CERT. REI a firma di <strong>tecnico</strong> abilitato ai sensi della legge 818/84<br />

- MOD. DICH. RIV. PROT. a firma dell’installatore con elenco dei materiali e dove sono posati<br />

- Rapporti di prova<br />

rivestimenti protettivi<br />

- MOD. REL. REI a firma di <strong>tecnico</strong> abilitato ai sensi della legge 818/84 con elenco elementi individuati con<br />

numerazione progressiva<br />

- MOD. CERT. REI a firma di <strong>tecnico</strong> abilitato ai sensi della legge 818/84,<br />

- DICH. RIV. PROT. a firma dell’installatore con elenco dei materiali e dove sono posati<br />

- MOD. DICH. CORRISP. a firma di <strong>tecnico</strong> abilitato ai sensi della legge 818/84<br />

- Relazione di calcolo o valutativa a firma di <strong>tecnico</strong> abilitato ai sensi della legge 818/84<br />

- Dichiarazione di conformità rilasciata dal produttore all’installatore (o dal produttore al rivenditore e dal<br />

rivenditore all’installatore ecc.)<br />

- Rapporti di prova dei componenti<br />

- Certificati di omologazione ministeriale in data non anteriore i 5 anni (per i materiali con caratteristiche di<br />

classe di reazione al fuoco)<br />

5.2 POSA IN OPERA<br />

La posa in opera di materiali, componenti, sistemi e subsistemi di opere edili ed elementi strutturali deve<br />

essere eseguita da installatori qualificati i quali dovranno rilasciare le dichiarazioni richieste per legge e/o<br />

previste dal presente capitolato speciale e dall’elenco prezzi unitari, nei termini stabiliti dal cronoprogramma<br />

delle lavorazioni.<br />

126


INDICE<br />

CAPO 1 - DESCRIZIONE DEL PROGETTO ................................................................................................ 1<br />

1.1 PREMESSA ................................................................................................................................................................... 1<br />

1.2 OGGETTO DELL’APPALTO .......................................................................................................................................... 1<br />

1.3 DESCRIZIONE DEL FABBRICATO ............................................................................................................................... 1<br />

1.4 DESCRIZIONE DELLE OPERE ..................................................................................................................................... 2<br />

1.5 FASI DI ATTUAZIONE .................................................................................................................................................. 3<br />

1.6 VARIAZIONI DELLE OPERE PROGETTATE ................................................................................................................ 3<br />

CAPO 2 - QUALITà DEI MATERIALI E DEI COMPONENTI ........................................................................ 4<br />

2.1 PREMESSA ................................................................................................................................................................... 4<br />

2.2 ACQUA, CALCI, CEMENTI ED AGGLOMERATI CEMENTIZI, POZZOLANE, GESSO ................................................. 4<br />

2.3 MATERIALI INERTI PER CONGLOMERATI CEMENTIZI E PER MALTE ..................................................................... 6<br />

2.4 ADDITIVI PER CONGLOMERATI CEMENTIZI.............................................................................................................. 8<br />

2.5 CARATTERISTICHE DELLE MISCELE ......................................................................................................................... 9<br />

2.6 ELEMENTI DI LATERIZIO E CALCESTRUZZO .......................................................................................................... 10<br />

2.7 ARMATURE PER CALCESTRUZZO E ACCIAI DA COSTRUZIONE .......................................................................... 11<br />

2.8 PRODOTTI DI PIETRE NATURALI O RICOSTRUITE ................................................................................................. 12<br />

2.9 PRODOTTI PER PAVIMENTAZIONE .......................................................................................................................... 14<br />

2.10 PRODOTTI PER IMPERMEABILIZZAZIONI E PER COPERTURE PIANE ................................................................. 20<br />

2.11 PRODOTTI DI VETRO (LASTRE, PROFILATI AD U E VETRI PRESSATI) ................................................................ 23<br />

2.12 PRODOTTI DIVERSI (SIGILLANTI, ADESIVI, GEOTESSILI) ..................................................................................... 24<br />

2.13 INFISSI ........................................................................................................................................................................ 25<br />

2.14 PRODOTTI PER RIVESTIMENTI INTERNI ED ESTERNI ........................................................................................... 35<br />

2.15 PRODOTTI PER ISOLAMENTO TERMICO ................................................................................................................ 37<br />

2.16 PRODOTTI PER PARETI ESTERNE E PARTIZIONI INTERNE .................................................................................. 38<br />

2.17 PRODOTTI PER ASSORBIMENTO ACUSTICO ......................................................................................................... 39<br />

2.18 PRODOTTI PER ISOLAMENTO ACUSTICO .............................................................................................................. 40<br />

2.19 IMPIANTI DI ASCENSORI, MONTALETTI .................................................................................................................. 41<br />

CAPO 3 - MODALITÀ DI ESECUZIONE ..................................................................................................... 43<br />

3.1 OPERE PROVVISIONALI ............................................................................................................................................ 43<br />

3.2 DEMOLIZIONI E RIMOZIONI ...................................................................................................................................... 43<br />

3.3 SCAVI E REINTERRI .................................................................................................................................................. 44<br />

3.4 PALI INFISSI ............................................................................................................................................................... 47<br />

3.5 PALI TIVELLATI DI FONDAZIONE .............................................................................................................................. 48<br />

3.6 MICROPALI DI FONDAZIONE .................................................................................................................................... 53<br />

3.7 ALTRI TIPI DI PALI COSTRUITI IN OPERA ................................................................................................................ 55<br />

3.8 OPERE E STRUTTURE DI MURATURA ..................................................................................................................... 56<br />

3.9 MURATURE E RIEMPIMENTI IN PIETRAME A SECCO - VESPAI ............................................................................ 61<br />

3.10 OPERE E STRUTTURE DI CALCESTRUZZO ............................................................................................................ 61<br />

3.11 SOLAI .......................................................................................................................................................................... 79<br />

3.12 GIUNTI SISMICI .......................................................................................................................................................... 83<br />

3.13 STRUTTURE DI ACCIAIO ........................................................................................................................................... 83<br />

3.14 ESECUZIONE COPERTURE CONTINUE (PIANE) ..................................................................................................... 89<br />

3.15 OPERE DI IMPERMEABILIZZAZIONE ........................................................................................................................ 90<br />

3.16 INDICAZIONI COMUNI ALLE COPERTURE E IMPERMEABILIZZAZIONI ................................................................. 92<br />

3.17 INTONACI ................................................................................................................................................................... 92<br />

3.18 SISTEMI PER RIVESTIMENTI INTERNI ED ESTERNI ............................................................................................... 93<br />

3.19 OPERE DI VETRAZIONE E SERRAMENTISTICA ...................................................................................................... 95<br />

3.20 ESECUZIONE DELLE PARETI ESTERNE E PARTIZIONI INTERNE ......................................................................... 96<br />

3.21 ESECUZIONE DELLE PAVIMENTAZIONI .................................................................................................................. 97<br />

3.22 CONTROSOFFITTI ................................................................................................................................................... 101<br />

3.23 RETI DI SCARICO ..................................................................................................................................................... 102<br />

3.24 OPERE A VERDE ..................................................................................................................................................... 108<br />

3.25 LAVORI DIVERSI NON SPECIFICATI NEI PRECEDENTI ARTICOLI ....................................................................... 115<br />

3.26 LAVORI EVENTUALI NON PREVISTI ....................................................................................................................... 115<br />

CAPO 4 - Norme per la misurazione e valutazione dei lavori ................................................................... 116<br />

4.1 DEMOLIZIONI IN GENERE ....................................................................................................................................... 116<br />

4.2 SCAVI IN GENERE ................................................................................................................................................... 116<br />

4.3 RILEVATI E RINTERRI.............................................................................................................................................. 116<br />

4.4 RIEMPIMENTO CON MISTO GRANULARE .............................................................................................................. 116<br />

4.5 PALIFICATE DI FONDAZIONE ................................................................................................................................. 117<br />

4.6 MURATURE IN GENERE .......................................................................................................................................... 117<br />

4.7 MURATURE IN PIETRA DA TAGLIO ........................................................................................................................ 117<br />

4.8 CALCESTRUZZI ........................................................................................................................................................ 118<br />

4.9 CONGLOMERATO CEMENTIZIO ARMATO ............................................................................................................. 118<br />

4.10 CASSEFORME .......................................................................................................................................................... 118<br />

4.11 ARMATURA PER CALCESTRUZZI ARMATI ............................................................................................................ 118<br />

4.12 SOLAI ........................................................................................................................................................................ 118<br />

4.13 CONTROSOFFITTI ................................................................................................................................................... 119<br />

4.14 VESPAI ..................................................................................................................................................................... 119<br />

127


4.15 PAVIMENTI ............................................................................................................................................................... 119<br />

4.16 RIVESTIMENTI DI PARETI ....................................................................................................................................... 119<br />

4.17 FORNITURA IN OPERA DEI MARMI, PIETRE NATURALI OD ARTIFICIALI ............................................................ 120<br />

4.18 INTONACI ................................................................................................................................................................. 120<br />

4.19 TINTEGGIATURE, COLORITURE E VERNICIATURE .............................................................................................. 120<br />

4.20 INFISSI DI LEGNO .................................................................................................................................................... 120<br />

4.21 INFISSI DI ALLUMINIO ............................................................................................................................................. 121<br />

4.22 LAVORI DI METALLO ............................................................................................................................................... 121<br />

4.23 TUBI PLUVIALI .......................................................................................................................................................... 121<br />

4.24 IMPIANTI MECCANICI .............................................................................................................................................. 121<br />

4.25 IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI ............................................................................................................................ 121<br />

4.26 IMPIANTI ASCENSORI E MONTACARICHI .............................................................................................................. 121<br />

4.27 OPERE DI ASSISTENZA AGLI IMPIANTI ................................................................................................................. 122<br />

4.28 MANODOPERA ......................................................................................................................................................... 123<br />

4.29 NOLEGGI .................................................................................................................................................................. 123<br />

4.30 TRASPORTI .............................................................................................................................................................. 123<br />

4.31 DISPOSIZIONI GENERALI RELATIVE AI PREZZI DEI LAVORI ............................................................................... 124<br />

CAPO 5 - CERTIFICAZIONI ..................................................................................................................... 125<br />

5.1 FORNITURE .............................................................................................................................................................. 125<br />

5.2 POSA IN OPERA....................................................................................................................................................... 126<br />

128

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