Settembre 1998 La sedonera, il malgaro, il maestro intaghatore, la fabbricatrice di scarpets, la contadina, la «locandiera» del rifugio: sono sei umili mestieri che chi vive in montagna deve saper fare e accettare per poter vivere e mantenere la famiglia. E a sei rappresentanti di questi mestieri, a sei uomini e donne che <strong>nel</strong>la loro vita hanno scelto di continuare a vivere <strong>nel</strong>le contrade della Valcellina, è stato dedicato il premio intitolato «Il lavoro <strong>nel</strong>la tradizione alpina in Valcellina». Organizzato <strong>dal</strong> Comitato per la Salvaguardia della Valcellina, guidato da Teresa Borsatti, animatrice anche del Museo della Casa Clautana, e <strong>dal</strong>l'Associazione Valcellina, presieduta da Alvaro Cardin, già sindaco di Pordenone e «barciano» di adozione per via di matrimonio, il premio è stato assegnato domenica 6 settembre a Cimolais, <strong>nel</strong> corso di una simpatica mattinata allietata <strong>dal</strong>la Corale «G. Tomat» di Spilimbergo diretta da Alessandro Maurutto e da un sole (<strong>nel</strong> quale nessuno sperava dopo i violenti temporali dei giorni precedenti) che ha messo in evi FRIPLI WEL MONDO un premio a chi è rimasto in montagna (sei esempi di cittadini e di lavoratori) di Nico Nanni Il tavolo delle autorità durante la premiazione svoltasi a Cimolais. denza i colori più belli della valle. Questi i premiati: Selmina Stella De Paoli di Andreis: «Durante la sua centenaria esistenza, tutta dedicata ai molteplici, pesanti lavori affidati per tradizione alle donne - recita la motivazione -, ha camminato a lungo/eira/)fl/ mont commerciando i mestoli e le scarpetes delle quali è stata infaticabile produttrice». Giacomina De Lorenzi di Casso «una delle ultime scarpettaie della valle, continua a tra- Claut Barcis Maria Lorenzi (ha ritirato il premio per il marito Quarto). ?**miaK' Lina Salvador (ha ritirato il premio per il padre Albino). puntare scarpets come insegna la tradizione e ne tramanda il metodo mostrando una lodevole fedehà a questa attività femminile un tempo essenziale alla vita delle nostre comunità». Quarto Lorenzi di Claut «tipico rappresentante dei malgari valcellinesi che hanno praticato con amore l'antico mestiere dei padri, Tonaro (come viene chiamato, ndr) continua con ammirevole tenacia l'attività dell'alpeggio sempre accogliendo con cordiahtà quanti sostano presso la casera della malga». Osvalda Pezzin di Erto «si impone all'attenzione di tutti per il temperamento combattivo e per la dedizione al lavoro <strong>nel</strong>la staOa e nei campi tutto svolto senza il sussidio dei mezzi meccanici, inadatti ai pendii montani, dimostrando così che l'attività contadina tradizionale conserva genuinità nei prodotti e valori significativi». Albino Salvador di Barcis «tenacemente attaccato alla sua solitaria Molassa dove coltiva i valori delle tradizioni e della vita vicino alla natura, è l'ultimo vero maestro di artigianato artistico in ValceUina per la sua abihtà <strong>nel</strong>l'intreccio, intagho e decorazione del legno». Lucia Venaria Morossi di Cimolais «tra le tante dure prove della vita si è cimentata <strong>nel</strong>la ge stione del Rifugio Pordenone in Val Montanaia conducendolo per lungo tempo con grande saggezza, cordialità e con successo riconosciuto <strong>nel</strong>la storia della pratica alpinistica del <strong>Friuli</strong> Occidentale». «Questi premiati - dice Teresa Borsatti - rappresentano tanti altri lavoratori e lavoratrici, del presente e del passato, degni della nostra ammirazione per l'abnegazione che li ha contraddistinti <strong>nel</strong>le fatiche della vita di montagna. Sono quei piccoli grandi difensori dell'ambiente che, pur senza avere in mente questo obiettivo, l'hanno salvaguardato consegnandolo, per quanto possibile, integro ai valligiani e in modo particolare all'attenzione del Comitato per la salvaguardia della Valcellina, che è sorto 12 anni fa, appunto perché era necessario difendere il nostro territorio da un'insidia che lo minacciava: la costruzione di un enorme bacino idroelettrico all'altezza di Lesis». Attraverso le azioni fatte, le lotte, r«opposizione culturale» sollecitata contro lo stravolgimento dell'ambiente valcellinese, attraverso il Premio Papa Leone Magno (che annualmente viene assegnato a una personalità che si è battuta per la Valcellina e per l'ambiente) e ora anche questi premi, il Comitato «può oggi dire - sottolinea ancora la prof. Borsatti - che la Valcellina sta <strong>nel</strong> cuore non solo dei valligiani residenti e di quelli, per forza di cose, emigrati, ma sta anche <strong>nel</strong> cuore dei suoi molti amici che desiderano mettere insieme tanti sentimenti, memorie, energie, idee, talenti e mezzi, per fare della ValceUina un luogo di lavoro sereno per chi vi abita, di salubre ristoro per chi vi soggiorna, di godimento dell'anima per chi sale le sue belle montagne e cime». Le fa eco Alvaro Cardin: «La nostra società è sempre più orientata verso un tecnicismo esasperato: tuttavia, forse per contrapposizione, è anche alla ricerca dei valori più veri. Risco- Giacomina De Lorenzi. prire la ValceUina e la montagna in genere, la gente che vi vive e vi lavora, significa spesso ritrovare proprio quei valori». Piace qui riportare quanto ha scritto su questi premiati Mauro Corona, scultore e scalatore di Erto, ormai famoso anche come scrittore: «Finalmente una volta tanto si vuol riconoscere il valore degli umili e premiare l'epopea degh ultimi. Di uhimi ve ne sono pochi, ormai, poiché tutti hanno fatto un piccolo passo Lucia Morossi. avanti (...) La montagna è ripida e ogni tanto si scuote anche violentemente e allora chi non ha avuto la mano ben stretta sull'appiglio è già rotolato via verso il mare. Sono rimasti i montanari di classe, quelli che non mollano l'appiglio [Corona è uno di questi, ndr]. E fra questi, appunto, gli ultimi, coloro che vengono finalmente premiati perché nonostante la parete difficile e la scalata assurda hanno tenuto duro (...)». Andreis E r t o Selmina Stella De Paoli. Osvalda Pezzin. Gian y/incenzo Ì^Aorai Vastronomo at Sequals I l celebre astronomo Pio Emanuelli, direttore dell'OsservatorioAstronomico di Roma, il 9 febbraio 1910 scrìve a Gian Vincenzo Mora, «astronomo» che viveva a Sequals: «Chiarissimo signore, Lei mi scuserà immensamente se io mi permetto di scriverLe (...) Questa mia è di riverirLa e fare le mie più vive congratulazioni per i suoi bei lavori astronomici, che con ammirazione ho letto (...) Siam tanto pochi noi astrofili qui in Italia, che sarebbe proprio un peccato non conoscersi...». Alla lettera, Emanuelli allegava due estratti di suoi lavori scientifici sulla Cometa Halley. Ma ciò che interessa qui è mettere in evidenza la stima che Pastronomo aveva per Mora. Al quale in un 'altra circostanza scrive: «...Ella è senza dubbio un astronomo, però del tutto sacri ficato in quelPangolo del <strong>Friuli</strong>, come Lei chiama il Suo paese». Questa corrispondenza ci consente di fare la conoscenza con un personaggio che fece della sua vita un 'intera dedizione alla scienza e a quella astronomica in particolare, senza mai abbandonare la sua «piccola patria», Sequals. Paese di terrazzai sparsi per il mondo; oppure paese natale di Camera: così è nota Sequals, e non da oggi. Ma una recente pubblicazione del Comime di Sequals su Gian Vincenzo Mora consente, appunto, di conoscere questo eminente studioso. Nato <strong>nel</strong> 1870 e morto <strong>nel</strong> 1953, Mora studiò da solo, ma divenne un astronomo conosciuto e apprezzato in tutto il mondo e in corrispondenza con ipiù eminenti studiosi del- Pepoca. Per lui la volta celeste. le stelle, i pianeti, i calcoli matematici non avevano segreti; armato di regolo calcolatore risolvevaproblemi complessi con la massima facilità; la conoscenza di diverse lingue gli facilitava i rapporti con altri studiosi. Un nipote dello scienziato sequalsese, Umberto Mora, ha messo a disposizione del Comune Gian Vincenzo Mora. carte, documenti, scritti e fotografie del celebre zio; un ingegnere milanese. Salvo De Meis, ha provveduto alla stesura del libro, che rende omaggio a questo figlio del <strong>Friuli</strong> Occidentale «che ir- radiò <strong>nel</strong> mondo - si legge sulla pietra tombale - la luce del suo sapere» e per di più, come testimonia il nipote, quasi sempre a titolo gratuito. Erano molti, infatti, gli scienziati che si rivolgevano a Mora per dei calcoli. Altre importantitestimonianzevengono da Jean Meeus, an ch'eghastronomocalcolatore, in contatto con Mora, al quale si deve l'introduzione del libro. Fu lui, tra Paltro a indicare a De Meis Popera di Mora ed è in seguito a tale segnalazione che De Meis si è incuriosito al punto <strong>dal</strong> decidere di scriverne dopo aver acquisito la documentazione necessaria. Tra gli studi di Gian Vincenzo Mora quello sulle «Opposizioni di Marte <strong>nel</strong> 1894», pubblicato <strong>nel</strong> 1895 <strong>nel</strong>PAnnuario Astro-meteorologico di Venezia e le «Opposizioni di Marte <strong>dal</strong> 1800 al 1999» pubblicato <strong>nel</strong> 1909 <strong>dal</strong>P «Astronomische Nachrichten» pubblicazione scientìfica tedesca molto prestigiosa allora come oggi. Da ricordare anche la «Carta Celeste Zodiacale» del 1889, le «Ricerche sullo splendore di Venere» dove Mora applica l'analisi matematica alP astronomia. Nel 1904 su «L'Astrofilo» apparve un articolo sulla stella variabile Algol, con osservazioni sui calcoli che ancor oggi appaiono stupefacenti. Fra Paltro Pastronomo di Sequals dimostrava di essere perfetta mente padrone delle diverse teorie delPepoca e di saper effettuare dei calcoli sui pianeti e le stelle che oggi vengono eseguiti con sofisticate apparecchiature e Pausilio del computer. Scrive De Meis: «Le annotazioni sullo splendore apparente di Marte, non sono notizie correnti alPepoca, ma derivano <strong>dal</strong>le sue proprie osservazioni e dai calcoli per la riduzione in formule». E i suoi metodi sono estremamente originali e degni ancor oggi della massima attenzione. Gian Vincenzo Mora ha onorato Sequals e il <strong>Friuli</strong> in un settore non molto usuale, quello degli studi scientifici: è bello che oggi sia lui ad essere onorato e ricordato con questa pubblicazione. ..v,-,-w-W N.Na.
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