La Bestia di Porpora o Poema di Alessandro - Italianistica e Spettacolo
La Bestia di Porpora o Poema di Alessandro - Italianistica e Spettacolo
La Bestia di Porpora o Poema di Alessandro - Italianistica e Spettacolo
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong><br />
o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
<strong>di</strong> Elio Pagliarani<br />
PROLOGO<br />
Voci e luci<br />
VOCE DI ALESSANDRO Non è un problema <strong>di</strong> scelte, si tratta <strong>di</strong> attendere,<br />
come la crisalide aspetta nel bozzolo, tanto lo so che che mi spunteranno<br />
le ali.<br />
VOCE DEL I DEL CORO Nei capitoli precedenti abbiamo preso in esame<br />
quelle azioni della corteccia cerebrale<br />
VOCE DI ALESSANDRO Macchina <strong>di</strong> presagi, l’inquietu<strong>di</strong>ne che mi pervade<br />
è delle forme, dei colori, con cui si presenterà la certezza.<br />
VOCE DEL I DEL CORO che possono essere designate come nozioni <strong>di</strong><br />
avviamento al lavoro.<br />
VOCE DI ALESSANDRO Sarà <strong>di</strong> notte o tra le nebbie? E c’è il girasole notturno<br />
seguace della luna, giraluna? Sì c’è: la bella-<strong>di</strong>-notte. Attesa <strong>di</strong> un<br />
solo colore, quasi ragno, attesa monocroma, telaragna.<br />
VOCE DEL I DEL CORO Queste azioni che si esercitano in seguito alla formazione<br />
<strong>di</strong> un legame temporale<br />
VOCE DI ALESSANDRO “Aspetto un grido, cerco una risposta”<br />
VOCE DEL I DEL CORO provocano il passaggio <strong>di</strong> un organo<br />
VOCE DI ALESSANDRO Solo un colore, ma un colore che muti.<br />
41 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
VOCE DEL I DEL CORO dallo stato <strong>di</strong> riposto allo stato <strong>di</strong> attività.<br />
VOCE DI ALESSANDRO Celeste, penso. Ma non mi interessa <strong>di</strong>re penso,<br />
voglio <strong>di</strong>re so: so <strong>di</strong> che colore è la luna – lo <strong>di</strong>rei, ma non m’importa nulla<br />
della luna.<br />
VOCE DEL I DEL CORO O se l’attività <strong>di</strong> quel dato organo è continua, come<br />
avviene ad esempio per il rene,<br />
VOCE DI ALESSANDRO E meno ancora della terra!<br />
VOCE DEL I DEL CORO ne mo<strong>di</strong>ficano il livello.<br />
VOCE DI ALESSANDRO No, la luna è scialba, è squallida, <strong>di</strong> lei mi attira e<br />
respinge, <strong>di</strong> lei mi invischia solo la freddezza. Non so se è la freddezza<br />
in sé, o quella della luna, che mi respinge e m’attira; ma è al cielo, al cielo<br />
che sono ansioso <strong>di</strong> ripetermi.<br />
VOCE DEL II DEL CORO Mille settecento ottanta per la festa<br />
VOCE DI ALESSANDRO Al cielo io guardo; un cielo splen<strong>di</strong>do <strong>di</strong> gelo, terso<br />
assoluto – e che si senta incombere tempesta.<br />
VOCE DEL II DEL CORO mille settecento ottanta per la corona sulla testa<br />
VOCE DI ALESSANDRO Le tempeste hanno splendori incomparabili e il mio<br />
magnetismo si comunica.<br />
VOCE DEL I DEL CORO <strong>La</strong> corteccia cerebrale dei gran<strong>di</strong> emisferi<br />
VOCE DI ALESSANDRO Se attira i fulmini il mio tronco io sono pronto.<br />
VOCE DEL II DEL CORO Mille settecento ottanta teste costò la festa della<br />
corona sulla testa<br />
VOCE DI ALESSANDRO “Se ammirerò <strong>di</strong> notte la tormenta m’infiammerò<br />
senza potermi spegnere”.<br />
VOCE DEL I DEL CORO <strong>La</strong> corteccia cerebrale dei gran<strong>di</strong> emisferi può agi-<br />
L’illuminista 42
e su tutti gli effettori<br />
VOCE DEL II DEL CORO Crollarono le impalcature sui festanti nella piazza<br />
della festa<br />
VOCE DI ALESSANDRO Ma oltre il gelo, nel cielo, oltre la tempesta, nel cielo,<br />
ci troverò colori: io troverò nel cielo<br />
VOCE DEL I DEL CORO <strong>La</strong> corteccia cerebrale dei gran<strong>di</strong> emisferi può agire<br />
su tutti gli effettori non soltanto per portarli a uno stato <strong>di</strong> attività<br />
VOCE DI ALESSANDRO Nero, rosso, rosso, rosso, lilla, nero, nero, nero<br />
rosso.<br />
VOCE DEL II DEL CORO O per tappare i buchi dove <strong>di</strong>morano<br />
VOCE DI ALESSANDRO Devo chiudere gli occhi, tanto abbacinano: ma ce li<br />
ho dentro: nero, nero, rosso, rosso, rosso.<br />
VOCE DEL II DEL CORO O per tappare i buchi dove <strong>di</strong>morano<br />
VOCE DI ALESSANDRO No, no, nel cielo c’è il colore celeste, o bianco o<br />
rosa, nel cielo c’è il colore della Sposa, della Sposa Celeste, della Bianca<br />
Signora Luminosa.<br />
VOCE DEL I DEL CORO I lavori del nostro laboratorio hanno <strong>di</strong>mostrato che<br />
gli impulsi cerebrali giungendo all’organo già in attività ne mo<strong>di</strong>ficano il<br />
livello.<br />
VOCE DI ALESSANDRO Chi parla ancora della terra?! Perché gettate altro<br />
fango su <strong>di</strong> me? Non vi è bastata la mia nascita?!<br />
BALLETTO IN SEI FIGURE<br />
A) Io sono bello<br />
Io sono bello!<br />
Io sono bello?<br />
Io sono bello…<br />
B) Disse: “Io sono bello”.<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
43 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
Disse: “Io sono bello!”.<br />
Disse: “Io sono bello?”.<br />
Disse: “Io sono bello… ”.<br />
C) Disse: “Io sono bello” e uscì.<br />
Disse: “Io sono bello!” e uscì.<br />
Disse: “Io sono bello?” e uscì.<br />
Disse: “Io sono bello… ” e uscì.<br />
D) “Io sono bello” <strong>di</strong>sse, e uscì.<br />
“Io sono bello!” <strong>di</strong>sse, e uscì.<br />
“Io sono bello?” <strong>di</strong>sse, e uscì.<br />
“Io sono bello… ” <strong>di</strong>sse, e uscì.<br />
E) “Io” <strong>di</strong>sse “sono bello”.<br />
“Io” <strong>di</strong>sse “sono bello!”.<br />
“Io” <strong>di</strong>sse “sono bello?”.<br />
“Io” <strong>di</strong>sse “sono bello… ”.<br />
F) “Io, invece” <strong>di</strong>sse “sono bello”.<br />
“Io sono bello” <strong>di</strong>sse “dunque sono”.<br />
“Io sono bello” <strong>di</strong>sse “tu no”.<br />
“Io sono bello…” <strong>di</strong>sse. “Davvero?”<br />
ATTO I<br />
Scena Prima<br />
Il salotto della Signora dei salotti a Pietroburgo<br />
ALESSANDRO Prima <strong>di</strong> tutto, non venire a patti, col mondo. Poi lo sguardo<br />
rivolto verso l’alto, con la mira da zero all’infinito, puntando all’assoluto.<br />
II AMICO Ma l’assoluto esclude ogni possesso.<br />
ALESSANDRO Benissimo, e chi parla <strong>di</strong> possesso? Non senti com’è già<br />
greve la parola? È volgare ogni nozione <strong>di</strong> possesso, la più volgare <strong>di</strong> tutte,<br />
dopo quella <strong>di</strong> chi <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> scegliere il meno peggio.<br />
L’illuminista 44
II AMICO Non si può possedere l’Assoluto. Sarebbe una contrad<strong>di</strong>zione<br />
in termini: l’Assoluto non sarebbe tale, sarebbe meschino relativo;<br />
oppure l’uomo che ne partecipasse rimarrebbe schiacciato nel rapporto.<br />
ALESSANDRO Tu <strong>di</strong>ci che l’uomo non reggerebbe il confronto?<br />
III AMICO Dice che non è possibile il confronto. Che l’Assoluto non<br />
ammette rapporti con l’umano.<br />
ALESSANDRO Dell’umano non so, troppo spesso si <strong>di</strong>ce umano tutto ciò<br />
che è vile. Ma so dell’uomo e so che è sua l’Idea. Che cos’è la preghiera,<br />
non è un tramite con l’Assoluto? E il canto, il verso, è più che tramite,<br />
è conquista, appartenenza all’Assoluto.<br />
III AMICO Il verso è un gioco, un puro gioco.<br />
ALESSANDRO Appunto, <strong>di</strong>ci puro e <strong>di</strong>ci gioco, non è poco contro il mondo.<br />
SIGNORA DEI SALOTTI <strong>Alessandro</strong> <strong>Alessandro</strong>vic, cos’avete contro il mondo?<br />
ALESSANDRO Nulla, Signora, sento che mi limita.<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
I AMICO Vodka allora e brin<strong>di</strong>amo contro il mondo!<br />
Rumore <strong>di</strong> brin<strong>di</strong>si. Entra il I del coro che va a porsi in un esiguo appartato<br />
angolo della scena.<br />
I DEL CORO È ad esempio un or<strong>di</strong>nario meccanismo <strong>di</strong> avviamento al<br />
lavoro.<br />
Continuano le voci del brin<strong>di</strong>si: “Contro il mondo, contro il mondo!”<br />
SIGNORA DEI SALOTTI Non c’è nessuna che prenda le sue parti?<br />
VOCE NON INDIVIDUATA TRA GLI INVITATI Una sposa nichilista!<br />
I AMICO (vivacemente, come in polemica con l’affermazione precedente)<br />
<strong>La</strong> Sposa Celeste!<br />
45 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
III AMICO (anch’egli con vivo tono polemico) È una finzione, un flatus<br />
vocis, un’immagine <strong>di</strong> poesia, cioè astratta.<br />
ALESSANDRO Astratta come l’Assoluto.<br />
IV AMICO Astratta come la domenica.<br />
I AMICO Come la verità, come il reale che non muti.<br />
III AMICO Dico Sposa Bianca, Dama Celeste, Algida Signora per <strong>di</strong>re<br />
ENTRA IL II DEL CORO CHE RAGGIUNGE IL PRIMO E DICE:<br />
Crollarono le impalcature della piazza.<br />
ALESSANDRO Per <strong>di</strong>re?<br />
III AMICO Per <strong>di</strong>re Arlecchino, Colombina, una mia immagine mutevole<br />
e imprecisa, una finzione che riempie a piacimento, un sogno.<br />
ALESSANDRO Di più futile del sogno c’è soltanto chi ne parla. Ah, se il<br />
sogno sarà mai ancora termine <strong>di</strong> confronto, <strong>di</strong> me si <strong>di</strong>rà che cercavo,<br />
che volli l’opposto del sogno.<br />
II AMICO Ma la Dama Celeste.<br />
I DEL CORO Quale l’azione <strong>di</strong> uno stimolo, con cui sia stato elaborato<br />
un riflesso con<strong>di</strong>zionato sull’attività <strong>di</strong> un dato organo<br />
ALESSANDRO <strong>La</strong> Dama Celeste è reale e io la canto.<br />
III AMICO È reale perché la canti.<br />
ALESSANDRO <strong>La</strong> canto perché è reale e l’aspetto.<br />
I AMICO L’aspettiamo<br />
che venga il suo regno!<br />
VOCI IN CORO L’aspettiamo<br />
che venga il suo regno!<br />
L’illuminista 46
II DEL CORO <strong>La</strong> protesta è un fatto <strong>di</strong> testa, i sensi non protestano.<br />
III AMICO O sono pazzi o sono sciocchi.<br />
LA SIGNORA DEI SALOTTI O molto giovani. (rivolta agli amici) Eccovi delle<br />
fanciulle: ecco Natascia, Varvara, Katiuscia, Olga.<br />
I AMICO (inchinandosi alle ragazze) Ho piacere, piacere. E più se mi fate<br />
vedere dov’è che sudate <strong>di</strong> più.<br />
Suoni inarticolati d’imbarazzo.<br />
SIGNORA DEI SALOTTI Badate, Boris Nicolaievic!<br />
I AMICO È che amo gli odori femminili.<br />
<strong>La</strong> Signora se ne va rapidamente seguita da Natascia<br />
ALESSANDRO (inchinandosi alle tre rimaste) Ho piacere, ho piacere,<br />
ho piacere.<br />
II AMICO (a Varvara) Balla?<br />
VARVARA Certamente.<br />
I due si uniscono ad altre coppie che ballano.<br />
I AMICO È che non amo gli odori femminili.<br />
Anche Katiuscia si allontana rapidamente.<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
ALESSANDRO (accennando a movenze <strong>di</strong> danza da solo)<br />
“Andavo verso il Nord spoglio <strong>di</strong> fronde<br />
Andavo nella polvere del gelo,<br />
Sentivo la tua voce misteriosa,<br />
Brillavi come argento in lontananza.<br />
Creata nella sorda mezzanotte,<br />
Brillavi come argento in lontananza”.<br />
47 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
Un cucù batterà la mezzanotte.<br />
OLGA (sorridendo) Dici a me, <strong>Alessandro</strong>?<br />
ALESSANDRO (sorridendo a sua volta) Brilli come argento?<br />
I AMICO Sei opaca e sudata.<br />
OLGA E tu come minimo inibito.<br />
II DEL CORO C’è una spiegazione agli epilettici?<br />
Se ne va anche Olga. <strong>Alessandro</strong> si avvicina a un caminetto acceso.<br />
ALESSANDRO “<strong>La</strong> mia anima depressa è <strong>di</strong>ventata tessuto <strong>di</strong> terra glaciale”.<br />
I DEL CORO <strong>La</strong> <strong>di</strong>fferenza con le comuni azioni <strong>di</strong> avviamento al lavoro<br />
ALESSANDRO Glaciale, glaciale, ma non è troppo il ghiaccio attorno a<br />
me!?<br />
I DEL CORO consiste solo nel fatto che le influenze corticali<br />
ALESSANDRO Sole, “spandete sole nella lontananza”, o sole rosso, fiamma,<br />
io mi stupisco.<br />
I DEL CORO trovano già l’effettore in stato <strong>di</strong> attività<br />
ALESSANDRO “L’anima stupefatta è <strong>di</strong>ventata zolla – zolla <strong>di</strong> gelida terra!”<br />
(pausa)<br />
Gelida, gelida ancora? (pausa più lunga)<br />
Terra, terra ancora?<br />
Gli si avvicina, come richiamato dal tono <strong>di</strong> voce più alto, il I amico.<br />
I AMICO Scusami, caro, ma non dormirò stanotte, perché penso;<br />
non potrà finire nel sonno il pensiero che penso: penso a Lei. Davvero tu<br />
cre<strong>di</strong> che verrà la Sposa Celeste?<br />
L’illuminista 48
ALESSANDRO Perciò sono vivo, l’aspetto. O tu non cre<strong>di</strong>?<br />
I AMICO Credo.<br />
Il fuoco scoppietta nel camino.<br />
I AMICO Parlami <strong>di</strong> Lei. Com’è?<br />
ALESSANDRO È dura. È immobile.<br />
I AMICO È amore.<br />
ALESSANDRO Ricor<strong>di</strong> le parole: “cesserà per voi il movimento, immobilità<br />
del sole dell’amore”?<br />
I AMICO Oh vaso <strong>di</strong> bellezza e <strong>di</strong> bontà!<br />
ALESSANDRO Buono è Cristo, non Lei, perché Lei è definitiva.<br />
I DEL CORO Spesso assai sorprendente, tuttavia, è la <strong>di</strong>fferenza che si<br />
nota negli effetti degli impulsi corticali.<br />
I AMICO Ma ogni specie <strong>di</strong> luce tu la ami? Io non sopporto queste<br />
fiamme.<br />
ALESSANDRO Chissà cosa intendono alcuni quando <strong>di</strong>cono poeta. Qualcosa<br />
<strong>di</strong> futile, suppongo, o, peggio, <strong>di</strong> elegante. O, peggio ancora, qualcuno<br />
che si appaghi <strong>di</strong> sogni. Allora certo, Boris Nicolaievic, noi non siamo<br />
poeti, noi siamo profeti: la nostra parola è al servizio del vero, ne pre<strong>di</strong>chiamo<br />
l’avvento.<br />
I AMICO Saremo i testimoni della Sposa!<br />
ALESSANDRO Siamo i testimoni della Sposa!<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
I e II DEL CORO (per la prima volta parlano in coro) In primo luogo bisogna<br />
saper slacciare rapidamente i reggicatene. L’anello della catena non cinge<br />
strettamente la gamba e tra l’anello e la gamba può passare un <strong>di</strong>to;<br />
in tal modo il ferro batte contro la gamba, la sfrega, e in un sol giorno il<br />
49 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
detenuto senza reggicatene avrebbe il tempo <strong>di</strong> farsi delle piaghe.<br />
I AMICO Quanta gloria è su <strong>di</strong> noi!<br />
Ritorna la Signora dei Salotti, con il II e il IV amico, e Natascia e Varvara.<br />
SIGNORA DEI SALOTTI “Signori! Silenzio! Il nostro bellissimo poeta ci<br />
reciterà una sua bellissima poesia e, spero, <strong>di</strong> nuovo sulla Bellissima<br />
Dama”.<br />
ALESSANDRO (accetta) “Io adolescente accendo le candele, custo<strong>di</strong>sco il<br />
fuoco del turibolo. Muta ella ride su quell’altra riva”.<br />
Oppure: “Varco la soglia degli oscuri templi,<br />
compio una cerimonia <strong>di</strong>sadorna.<br />
Aspetto lì la bellissima dama<br />
Nello scintillio <strong>di</strong> rosse lampade…<br />
Io non sento sospiri né loquela,<br />
ma credo amata nella tua presenza”.<br />
Applausi del pubblico.<br />
I AMICO (saluta e se ne va) Omaggi, omaggi a tutti.<br />
VARVARA (ad <strong>Alessandro</strong>) So anch’io che lei è quello che scrive le<br />
poesie più belle. Ma ce lo fa pagare.<br />
II AMICO Ah sì, e come?<br />
VARVARA Col contegno. Col <strong>di</strong>stacco e la superbia del contegno.<br />
ALESSANDRO Sì, certo, grazie per averlo notato, grazie mille.<br />
I E II DEL CORO È più <strong>di</strong>fficile imparare a levarsi con abilità la biancheria <strong>di</strong><br />
sotto le catene. È tutto un trucco da prestigiatore.<br />
ALESSANDRO (rivolto a Varvara) È già molto che aspetto? Non so. Io so<br />
aspettare con naturalezza. E se fosse questo il pro<strong>di</strong>gio? Ho avuto già<br />
tutto? Voglio cantare ed ho la gola adatta, e canto. E poi? Sì, ma c’è ben<br />
altro.<br />
L’illuminista 50
Scena Seconda<br />
Un corridoio che termina in una stanza quasi nuda e poco illuminata. Nella<br />
stanza cinque persone, tre guardano in silenzio delle carte, due parlottano<br />
a voce bassa. Un bussare articolato alla porta d’ingresso in fondo<br />
al corridoio: una lunga e una breve ripetuta tre volte. Il IV amico, che stava<br />
parlando corre alla porta.<br />
IV AMICO (sottovoce) <strong>La</strong> parola?<br />
VOCE FUORI SCENA Alba, è l’alba.<br />
ENTRA IL V AMICO Sono l’ultimo?<br />
IV AMICO Che t’importa? Sei venuto al tuo minuto.<br />
V AMICO Ah, ecco perché? Ognuno <strong>di</strong> noi aveva un orario <strong>di</strong>verso.<br />
IV AMICO Sì, certo, e un itinerario <strong>di</strong>verso.<br />
Raggiungono gli altri<br />
I AMICO Le entità matematiche hanno un’esistenza analoga alle<br />
entità della fisica: sono astratte dalle cause sensibili, ma non sono separabili<br />
da esse.<br />
II AMICO Il nostro numero è perfetto.<br />
IV AMICO Non saremo in pochi?<br />
I AMICO Il numero è perfetto. E non è solo a garanzia del segreto.<br />
II AMICO Ci garantisce anche maggior rapi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> decisione e <strong>di</strong> azione.<br />
I AMICO Decisione. Azione. E perché è un privilegio.<br />
V AMICO Che non vogliamo spartire.<br />
I AMICO Che non dobbiamo spartire.<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
51 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
ALESSANDRO Non è un privilegio. E non abbiamo scelta.<br />
I AMICO È come se lo fosse, ora, privilegio. E non pesa.<br />
III AMICO Se c’è qualcuno che gli pesa, lo <strong>di</strong>ca adesso.<br />
I AMICO No, non c’è più tempo. Se c’è qualcuno che gli pesa, tirerà<br />
da sé la conseguenza. Noi getteremo gigli sulla Neva. Ma dopo.<br />
Si ripete il bussare e la stessa cerimonia: “<strong>La</strong> parola? / Alba è l’alba. /<br />
Entra”.<br />
I AMICO Eccoci tutti e sette. Numero perfetto.<br />
Diminuisce la luce, le voci non si <strong>di</strong>stinguono più, per parecchi secon<strong>di</strong>.<br />
Poi si sente, più volte:<br />
risolutiva”.<br />
“Senza prezzo, senza prezzo” e “Prova risolutiva, prova<br />
III AMICO (andando al centro della scena che si illumina <strong>di</strong> nuovo)<br />
Ho bisogno <strong>di</strong> Lei, della Bellezza.<br />
VI AMICO (come sopra) Ho bisogno <strong>di</strong> Lei, della Ragione.<br />
I AMICO Siete qui dentro e ancora a questo punto?!<br />
IV AMICO Non stanchiamoci invece, se la nostra attesa serve a definire<br />
la sua nascita, se è capace <strong>di</strong> incidere sui lineamenti <strong>di</strong> Lei. Chie<strong>di</strong>amoci<br />
ancora: è la Ragione, il Logos <strong>di</strong>vino che atten<strong>di</strong>amo incarnarsi,<br />
o la Bellezza?<br />
II AMICO È Sophia, è la Divina Bellezza della Ragione Divina che<br />
prenderà carne e volto.<br />
III AMICO Ma dove e da chi sarà generata?<br />
V AMICO Da semplici, da puri <strong>di</strong> spirito.<br />
I AMICO Attento, che si ricade in Cristo.<br />
L’illuminista 52
ALESSANDRO E ci aspetta ben altro della ripetizione.<br />
VI AMICO Ripetizione non è reminiscenza, è piuttosto ossessione,<br />
trauma; è allineata dalla nostra parte.<br />
III AMICO <strong>La</strong> ripetizione è l’atto col quale l’uomo assume su <strong>di</strong> sé la<br />
propria colpa.<br />
II AMICO È Lei che assumerà su <strong>di</strong> sé le nostre colpe.<br />
ALESSANDRO Ancora Cristo, sarebbe troppo comodo!<br />
I AMICO Due volte orrendo: noi non abbiamo colpe, né Lei prenderà<br />
su <strong>di</strong> sé il peso dei miserabili!<br />
II AMICO Chi sono i miserabili?<br />
I AMICO Tutti quelli che non sono qui.<br />
V AMICO Ma Lei è amore.<br />
ALESSANDRO Amore, sì, ma non amore come sentimento.<br />
I AMICO Come passione e come libertà.<br />
ALESSANDRO Come fuoco e come necessità.<br />
III AMICO Perché non come sentimento?<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
ALESSANDRO Perché Lei è più <strong>di</strong> noi, perché Lei non è privata.<br />
II AMICO Ma senza <strong>di</strong> noi sarebbe ugualmente? E non è il sentimento<br />
che alimenta l’amore?<br />
ALESSANDRO Come sarebbe esigua e mutevole, se fosse il nostro sentimento<br />
il suo alimento.<br />
I AMICO Se <strong>di</strong>pendesse da un tuo raffreddore.<br />
ALESSANDRO Il fatto è che noi rifiutiamo il provvisorio, non c’interessa.<br />
53 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
II AMICO Ma il movimento, la mobilità sono nell’uomo e sono nella<br />
natura: guarda le stagioni, lo svolgimento del destino dei fiori.<br />
ALESSANDRO A quel mutamento ci penseranno i fiori, o gli animali, o gli<br />
altri. E ci sarebbe anche senza <strong>di</strong> noi, anche senza <strong>di</strong> noi ci sono le stagioni.<br />
E ciò che può fare a meno <strong>di</strong> me non m’interessa.<br />
III AMICO È amore fisico?<br />
ALESSANDRO È totale, è definitivo, dunque non lascerà senza misura<br />
nessuna parte della nostra fibra.<br />
VI AMICO È così invadente? Mi fa un po’ orrore.<br />
III AMICO Tu confon<strong>di</strong> l’idea dei rapporti con Lei con quelli con una<br />
meretrice, sarà tutto <strong>di</strong>verso e proprio l’opposto, come un ver<strong>di</strong>ssimo lago<br />
<strong>di</strong> alpe e un putrido stagno.<br />
II AMICO Sarà opposto e sarà uguale, sarà sempre uguale nella carne.<br />
ALESSANDRO Tu separi la carne dallo spirito?!<br />
I AMICO Proce<strong>di</strong>amo alla cerimonia: ecco la tunica!<br />
I sette procedono alla vestizione della Bellissima Dama vestendo con<br />
rigoroso cerimoniale una Poltrona <strong>di</strong>rettorio e recitando le lo<strong>di</strong> del “Salve<br />
Regina”. Le luci <strong>di</strong> nuovo basse, <strong>di</strong> nuovo voci in<strong>di</strong>stinte, <strong>di</strong> nuovo “Senza<br />
prezzo, senza prezzo” e “Prova risolutiva, prova risolutiva”. <strong>La</strong> luce<br />
permane fioca fino alla fine della scena.<br />
V AMICO Sarà tremendo.<br />
ALESSANDRO Soprattutto per chi resta vincitore.<br />
I AMICO Ciò che conta è la vittoria.<br />
ALESSANDRO Ciò che conta è la necessità.<br />
I AMICO <strong>La</strong> necessità della vittoria.<br />
L’illuminista 54
III AMICO Ma chi non supera la prova, come farà a sopravvivere?<br />
I AMICO Non è necessario che sopravviva.<br />
IV AMICO Esploderà sulla piazza.<br />
V AMICO Esploderà su tutta Pietroburgo.<br />
I AMICO Esploderà la Pasqua sulla Russia: è per te Santa Russia è<br />
per te.<br />
Uno alla volta escono i sette (<strong>Alessandro</strong> e i suoi sei amici) e all’uscita si<br />
vedrà bene che escono in nove (forse una voce fuori scena scan<strong>di</strong>rà:<br />
“uno, due, tre ecc.” man mano che escono) ma comunque si vedrà poi<br />
bene che escono anche i due del coro, con stupore visivo e imbarazzo<br />
dei sette amici.<br />
Scena Terza<br />
Salotto pesante con pesanti tendaggi<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
LIUBA (seduta su un <strong>di</strong>vano, ad <strong>Alessandro</strong> in pie<strong>di</strong> vicino a lei)<br />
Farai salire anche me, <strong>Alessandro</strong>, sul tuo cavallo bianco?<br />
ALESSANDRO Ti presenti con gli attributi del sogno a me che cerco la certezza.<br />
O mia contrad<strong>di</strong>zione, e ti presenti troppo uguale a ciò che aspetto,<br />
non mi lasci margine, non mi lasci più nulla da inventare.<br />
LIUBA Ma la certezza, la presenza, è da riconoscere, non è da<br />
inventare. Si può non riconoscere, puoi essere deluso.<br />
ALESSANDRO Non sono deluso, ma non ho più scelte, mi sento prigioniero.<br />
Sapevo che non era questione <strong>di</strong> scelta, ma altro è saperlo, altro<br />
esserci dentro.<br />
LIUBA E io, come mi sento? E cosa scelgono i tuoi capelli bion<strong>di</strong>?<br />
55 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
ALESSANDRO Liuba, Liuba, ho bisogno <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere.<br />
Liuba esplode in un riso che ha inizio nervoso ma termina in gioia <strong>di</strong>stesa<br />
ALESSANDRO (interdetto) Perché ri<strong>di</strong>? Com’è fresco il tuo riso, ri<strong>di</strong> ancora.<br />
LIUBA Ve<strong>di</strong> che un margine c’è, che non hai inventato tutto?<br />
ALESSANDRO È vero, è vero, non avevo ancora inventato il tuo ridere.<br />
(pausa).<br />
E dovrò anche inventare il tuo piangere.<br />
LIUBA E dovrai certo inventare il mio pianto. (pausa). Sai perché<br />
ridevo, <strong>Alessandro</strong>? D’improvviso m’è parso <strong>di</strong> essere cresciuta <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci<br />
centimetri.<br />
ALESSANDRO Io rimango della stessa misura.<br />
LIUBA Oh, tu certo sei alto abbastanza!<br />
ALESSANDRO Ma ho freddo.<br />
LIUBA Perciò hai freddo. (con voce commossa) Se hai freddo è<br />
perché non ti scal<strong>di</strong>, se non ti scal<strong>di</strong> vuol <strong>di</strong>re che non riesco a scaldarti.<br />
Questa volta ride <strong>Alessandro</strong>: un riso squillante, ma tutto su <strong>di</strong> un tono.<br />
ALESSANDRO Accenderemo una pira, costruiremo un caminetto gigante,<br />
tesoro: se non sei tu a scaldarmi, non c’è proprio nessuno. “Tu sei il giorno<br />
limpido. I miei sogni sono aquile gridanti nell’azzurro una freccia trafigge<br />
i loro cuori volano in un’indomita caduta ma anche nella caduta non<br />
c’è fine per le lo<strong>di</strong>; e lo strepito, e le grida!”<br />
LIUBA Perché la caduta, <strong>Alessandro</strong>? Stringimi che voglio sentirti,<br />
stringimi forte; dammi un poco <strong>di</strong> dolore vero, <strong>di</strong> sapore concreto, fisico.<br />
I DEL CORO Dobbiamo domandarci: l’ignoranza della funzione vitale è<br />
stata solo il risultato <strong>di</strong> una imperfetta tecnica <strong>di</strong> pensiero e <strong>di</strong> una insufficienza<br />
<strong>di</strong> dati scientifici?<br />
L’illuminista 56
II DEL CORO O non è invece il risultato <strong>di</strong> un blocco caratteriologico, <strong>di</strong><br />
un’intenzione inconscia, per così <strong>di</strong>re?<br />
Entra il III del coro che raggiunge i compagni<br />
III DEL CORO <strong>La</strong> storia della scienza non consente nessun dubbio sul<br />
fatto che lo stu<strong>di</strong>o della vita fu impe<strong>di</strong>to, sul fatto che la struttura mistico–meccanicistica<br />
dell’umanità ha bloccato per migliaia <strong>di</strong> anni con tutti –<br />
<strong>di</strong>co tutti – i mezzi concepibili, lo stu<strong>di</strong>o della base (e qui un aggettivo che<br />
non si capirà) … istica della vita.<br />
ALESSANDRO “Divampano simboli arcani<br />
sul muro cieco, profondo.<br />
Dorati e rossi papaveri<br />
gravano sopra il mio sonno.<br />
Chiudo gli occhi dalla paura.<br />
L’aurea treccia <strong>di</strong> una fanciulla.<br />
Su me il firmamento è ormai basso,<br />
nero sonno mi grava nel petto.<br />
<strong>La</strong> fine predestinata si approssima,<br />
e guerra e incen<strong>di</strong>o mi stanno davanti”.<br />
LIUBA Se hai paura non mi ami.<br />
ALESSANDRO Ho paura perché ti amo. Si trema all’apparire del vero, tremore<br />
panico che paga l’inadeguata aspettativa dell’intelletto. Sono tutto<br />
in rivolta, vorrei scarnificarmi con le mie mani. Quanta parte <strong>di</strong> me devo<br />
<strong>di</strong>struggere, se devo salire fino a te, se voglio starti al fianco.<br />
LIUBA Devi soltanto chinarti.<br />
ALESSANDRO Oh, cara, cara, se potessi esplodere!<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
I DEL CORO Le nevrosi sono il risultato <strong>di</strong> una stasi (ingorgo) <strong>di</strong> energia<br />
sessuale.<br />
II DEL CORO Tale stasi è determinata da una turba nella carica dell’energia<br />
sessuale dell’organismo.<br />
57 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
III DEL CORO È in<strong>di</strong>fferente che questo fatto sia o no percepito dall’Io e<br />
non importa né che l’apparato psichico lo fraintenda o no in modo nevrotico,<br />
né quali specie d’ideologie l’in<strong>di</strong>viduo sviluppi intorno alla <strong>di</strong>sarmonia<br />
del suo sistema energetico.<br />
TUTTI E TRE IN CORO L’esperienza clinica quoti<strong>di</strong>ana non lascia alcun<br />
dubbio in proposito: l’eliminazione della stasi sessuale attraverso la scarica<br />
orgastica porta seco l’eliminazione <strong>di</strong> ogni manifestazione nevrotica.<br />
I DEL CORO (con voce allontanantesi) Le <strong>di</strong>fficoltà implicate da questo compito<br />
terapeutico sono <strong>di</strong> natura prevalentemente sociale.<br />
Escono i tre del coro. <strong>Alessandro</strong> e Liuba si baciano con un certo impegno,<br />
come approfittando <strong>di</strong> un momento <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne<br />
Vengono fuori da <strong>di</strong>etro una tenda i sei amici<br />
II AMICO Applausi <strong>di</strong> maniera. Avete sfiorato il ri<strong>di</strong>colo.<br />
LIUBA Soltanto sfiorato?<br />
ALESSANDRO (visibilmente interdetto) Potevo fare <strong>di</strong>versamente?<br />
LIUBA (ridendo sod<strong>di</strong>sfatta) Non lo credo, no, temo proprio <strong>di</strong> no.<br />
V AMICO (rivolto ad <strong>Alessandro</strong>) Non saprei come <strong>di</strong>rti, ti è mancato da un<br />
lato lo slancio, dall’altro l’ironia.<br />
I AMICO Coll’ironia vacci piano, non appartiene all’azione.<br />
II AMICO Allora, Liuba, che si fa? Vuoi che ripeta la prova o avanti<br />
un altro?<br />
Rientrano un po’ trafelati e come sorpresi i tre del coro che vanno al loro<br />
posto. Gli altri li guardano e sghignazzano fra loro come a <strong>di</strong>re: “ci siete<br />
cascati eh, ve l’abbiamo fatta”. Eventualità <strong>di</strong> un breve balletto unicamente<br />
gestuale dei sei amici.<br />
L’illuminista 58
Stessa scena della II<br />
Scena Quarta<br />
II AMICO È fuori gioco chi non c’era a quelle nozze! Ma che razza <strong>di</strong><br />
Argonauti siete se avete mancato l’evento! Quanto è povero e tristo chi<br />
non ha avuto luce dalle nozze.<br />
Raccontando le nozze, egli le mima; costringe i tre del coro a far la parte,<br />
prima dei conta<strong>di</strong>ni che recano i doni, poi del corteo che segue gli<br />
sposi e infine delle conta<strong>di</strong>ne agghindate che ballano.<br />
<strong>La</strong> chiesa del 17 agosto a Tarakanovo, bianca chiesa <strong>di</strong><br />
pietra in mezzo a un verde prato. All’uscita dal tempio i conta<strong>di</strong>ni recarono<br />
in dono agli sposi due can<strong>di</strong>de oche adorne <strong>di</strong> nastri. Poi il corteo si<br />
<strong>di</strong>resse a Boblovo su troiche addobbate con ghirlande <strong>di</strong> rose.<br />
E lì, mentre i mistici sposi salivano i gra<strong>di</strong>ni del poggiolo, la vecchia nutrice<br />
li cosparse <strong>di</strong> luppolo. Durante il pranzo conta<strong>di</strong>ne agghindate cantavano<br />
<strong>di</strong>nanzi alla villa glorificando la coppia.<br />
I tre del coro continuano a ballare meccanicamente come conta<strong>di</strong>ne<br />
agghindate<br />
IV AMICO È vero che Rozwadowski si è sentito male?<br />
II AMICO Dopo gli sposi è il più fortunato; è stato toccato dalla grazia,<br />
ha più intensamente partecipato all’evento. Era pallido e fiero e non<br />
ha mai vacillato un momento. Rozwadowski, il nobile testimone della sposa,<br />
dopo le nozze si è ritirato in convento.<br />
I tre del coro si bloccano. Vengono riportati al loro posto. Come sono<br />
lasciati soli nel loro angolo riprendono la loro autonomia<br />
V AMICO Sì, me l’hanno confermato da Varsavia. Reduce dalle nozze,<br />
Rozwadowski si è chiuso in un convento. Altra immagine <strong>di</strong> bellezza,<br />
<strong>di</strong> quella degli sposi nel giorno delle nozze, i suoi occhi non vogliono e<br />
non possono sostenere.<br />
IV AMICO O ne ebbe il cuore infranto?<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
59 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
II AMICO Che vuoi <strong>di</strong>re, che era geloso?<br />
I AMICO Vattene, vattene empio. Si può essere gelosi <strong>di</strong> Dio?<br />
I DEL CORO <strong>La</strong> funzione dell’orgasmo è dunque espressa nel ciclo quadrifase<br />
II DEL CORO tensione meccanica – carica bioelettrica – scarica bioelettrica<br />
– <strong>di</strong>stensione meccanica.<br />
III DEL CORO A titolo <strong>di</strong> brevità,<br />
I TRE DEL CORO INSIEME <strong>La</strong> chiameremo funzione <strong>di</strong> tensione e carica.<br />
IV AMICO (al I amico) Tu sta’ zitto, che alle nozze non c’eri!<br />
II AMICO E Mosca si appresti ad accogliere la bellissima Sposa<br />
incarnata.<br />
I SEI AMICI IN CORO È concluso l’Avvento! <strong>La</strong> nostra liturgia assume i<br />
paramenti della Pasqua! Estasi, i nostri cuori intrepi<strong>di</strong> sono pari al tuo<br />
momento!<br />
Scena Quinta<br />
Nel Salotto della scena III<br />
ALESSANDRO “<strong>La</strong> mia luna è in un maestoso zenit. Mi inebrierò <strong>di</strong> libertà<br />
notturna e là mi avvolgerò in argentei fili, in un eccesso <strong>di</strong> felicità”.<br />
I AMICO Siamo allo zenit, <strong>Alessandro</strong>, hai ragione, e io mi sento in<br />
perfetta comunione, come nell’Ultima Cena, dopo che Cristo ebbe spezzato<br />
il suo pane agli apostoli.<br />
ALESSANDRO Ma nell’ultima cena un tra<strong>di</strong>tore<br />
I AMICO (gridando) <strong>Alessandro</strong>!<br />
ALESSANDRO Qui nessuna tra<strong>di</strong>sce, lo so. (pausa) Sono così felice, così<br />
felice che vorrei dormire.<br />
L’illuminista 60
I AMICO (gridando più forte) <strong>Alessandro</strong>!<br />
ALESSANDRO Ecco cos’è: sono io che manco, sono io a tra<strong>di</strong>re, a tra<strong>di</strong>re<br />
me. Come se fosse Cristo il tra<strong>di</strong>tore nel banchetto.<br />
I AMICO (piange e grida) <strong>Alessandro</strong>, <strong>Alessandro</strong>, io ti colpisco.<br />
Breve colluttazione rumorosa.<br />
ALESSANDRO (ansimando) Chi <strong>di</strong> noi due è più buffone!?<br />
Entra Liuba <strong>di</strong> corsa<br />
LIUBA <strong>Alessandro</strong>, Boris, che succede?<br />
I AMICO Ah, Liuba Dimitrevna, non lo so.<br />
ALESSANDRO (ridendo, ad alta voce) Ho inventato un nuovo gioco. (con<br />
durezza) Non ci si può fermare, bisogna inventare, inventare.<br />
LIUBA Anche i sentimenti?<br />
ALESSANDRO Soprattutto i sentimenti. Gli intellettuali non idealisti inventeranno<br />
nuove idee, i sentimentali non sentimentalisti inventeranno nuovi<br />
sentimenti, o almeno nuovi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> sentire. Non c’è nulla <strong>di</strong> dato una<br />
volta per sempre; e ciò che è scontato è scontato.<br />
LIUBA Non serve più.<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
ALESSANDRO Non stimola più. Come potete amare qui dentro? Proviamo<br />
ad o<strong>di</strong>are.<br />
I AMICO Ma se <strong>di</strong>ci così ti capisco: proviamo a rovesciare l’amore,<br />
a stanare l’o<strong>di</strong>o se cova nel fondo.<br />
ALESSANDRO (a Liuba, ridendo, a bassa voce) Cara, lasciati o<strong>di</strong>are.<br />
LIUBA Puoi sezionarmi viscera per viscera, ma l’o<strong>di</strong>o in fondo a<br />
me non ce lo trovi.<br />
61 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
I AMICO Ma l’o<strong>di</strong>o in fondo a lei non ce lo trovi.<br />
ALESSANDRO Bene, né io lo cerco in lei.<br />
LIUBA Né io l’inventerò perché tu possa coglierlo dentro <strong>di</strong> me.<br />
I AMICO Ma noi neghiamo l’o<strong>di</strong>o, non ha segni nella nostra liturgia.<br />
ALESSANDRO Non è che cerco l’o<strong>di</strong>o, è lui che invade: è che lo sento per<br />
tutte queste nostre cose care.<br />
LIUBA È vero che sale.<br />
ALESSANDRO E mi sento in ritardo. E mi scaldo al confronto (pausa) Non<br />
è un problema <strong>di</strong> scelte, si tratta <strong>di</strong> attendere.<br />
LIUBA E che modello avranno, per amare, dopo? Perché ci sarà<br />
un dopo, scenderà anche l’o<strong>di</strong>o che sale, avrà la sua bassa marea.<br />
ALESSANDRO Macchina <strong>di</strong> presagi, l’inquietu<strong>di</strong>ne che mi pervade è delle<br />
forme, dei colori, con cui si presenterà la certezza. Sarà un altro amore,<br />
posto che importi. Così come stanno le cose, non vedo proprio perché<br />
non dovrei inciderti addosso il bel marchio proprietà privata; senza gusto,<br />
con ira maggiore, se tu ti prestassi.<br />
LIUBA Avrò dei torti verso <strong>di</strong> te <strong>Alessandro</strong>, ci saranno no<strong>di</strong> da<br />
sciogliere nella nostra storia.<br />
ALESSANDRO Non ci sono no<strong>di</strong> da sciogliere nella nostra storia, è nella<br />
storia che ci sono i no<strong>di</strong>, e spesso ti ingarbugli, ti invischi sempre più se<br />
provi a scioglierli: vanno tagliati netti punto e basta.<br />
LIUBA <strong>Alessandro</strong>, ciò che mi spaventa è lo stesso entusiasmo.<br />
Metti nell’o<strong>di</strong>o lo stesso entusiasmo.<br />
ALESSANDRO Certezza, determinazione.<br />
LIUBA Ma io, lo rifiuto.<br />
L’illuminista 62
ENTRA LA MADRE Che cosa rifiuti, cara?<br />
ALESSANDRO Un futile gioco.<br />
LA MADRE Nei tuoi giochi non c’è più tua madre, <strong>Alessandro</strong>.<br />
ALESSANDRO <strong>La</strong> madre trionfa nei miei giochi.<br />
Coro dei personaggi (non dei tre del coro), che sono attenti, in silenzio, in<br />
<strong>di</strong>sparte per tutta la scena)<br />
Trionfo della madre nei giochi <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>.<br />
I ninnoli del padre indossan lo scafandro,<br />
<strong>La</strong> madre batte ciglio nel fondo degli abissi,<br />
<strong>La</strong> riverisce il figlio con i ginocchi scissi.<br />
Non è facile la rima con gli abissi.<br />
Non è facile la rima con gli abissi!<br />
LA MADRE <strong>La</strong> madre è esclusa.<br />
ALESSANDRO Non dai giochi.<br />
LIUBA Sono io l’esclusa, ora, non lo capite?<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
ALESSANDRO (a Liuba) Liuba, se soltanto sapessi ancora che significa,<br />
come vorrei <strong>di</strong>rti ancora t’amo! O zenit, come reggerti? Io m’inginocchio.<br />
È umano, Liuba, che vacilli anch’io. Se il figlio <strong>di</strong> Dio, Liuba, il figlio <strong>di</strong> Dio<br />
fu tentato <strong>di</strong> <strong>di</strong>re: Allontana da me questo calice, dove c’era il riscatto del<br />
mondo, dove c’era il riscatto del mondo<br />
LIUBA Caro, caro, alzati; davvero io ti peso tanto?<br />
I AMICO <strong>Alessandro</strong>, hai detto: “umano”! Davvero mi sembri l’angelo<br />
precipitato nelle tenebre! Che caduta verticale!<br />
LA MADRE Andatevene, che avete messo in ginocchio mio figlio. Liuba,<br />
non te lo perdonerò mai.<br />
ALESSANDRO “Hanno aperto il mio uscio le tormente,<br />
e in un insolito fonte <strong>di</strong> neve<br />
63 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
Fine del I atto<br />
Primo Intermezzo<br />
io ricevo un secondo battesimo.<br />
………………………………..<br />
Tu mi prometti altri istanti?<br />
Pre<strong>di</strong>ci un’imminente primavera?”.<br />
Poco dopo che è calata la scena del I atto compare sul palcoscenico l’Autore<br />
il quale inizierà un Dialogo con il pubblico, in particolare con uno<br />
Spettatore come risulterà dal copione, ma sarebbe augurabile che intervenissero<br />
anche spettatori veri e propri, e che chi recita la parte dell’Autore<br />
ce la facesse a improvvisare; ove non ci riesca dovrà ammetterlo,<br />
<strong>di</strong>cendo per esempio: “Questo non lo so, ora provo a chiederlo all’autore<br />
vero e proprio che è in sala, oppure al regista o a chiunque voglia<br />
rispondere” e simili.<br />
AUTORE Vedo che siete perplessi. Anch’io, sono perplesso anch’io.<br />
E certo se l’autore ha sentito il bisogno <strong>di</strong> mandarmi qui a rappresentarlo<br />
– perché io ho la parte dell’autore – vuol <strong>di</strong>re che non si sente con la<br />
coscienza tranquilla, che gli sono rimasti dei dubbi anche a lui: se mi<br />
manda a spiegare le ragioni, le sue ragioni, al <strong>di</strong> fuori della vicenda teatrale<br />
vera e propria. Non gli bastava quella, non era libero <strong>di</strong> far <strong>di</strong>re e fare<br />
al suo <strong>Alessandro</strong> qualsiasi cosa – o niente – perché non gli ha fatto fare<br />
niente – ma comunque un niente che comprendesse anche quelle ragioni<br />
che devo portare io qui ora? (pausa). Perché troppo spesso gli autori<br />
mascherano con artifici la loro personale incapacità <strong>di</strong> rappresentazione!<br />
I SPETTATORE Ma vai fuori strada anche tu: dagli un taglio e <strong>di</strong>cci, se è ciò<br />
che devi <strong>di</strong>re, perché questo atto è stato fatto così. (Pausa) Che razza <strong>di</strong><br />
gente ci avete fatto vedere: sono fumosi, sbia<strong>di</strong>ti, campati per aria.<br />
AUTORE (possono entrare giocolieri e saltimbanchi)<br />
Provate a nascere a San Pietroburgo / provate ad avere<br />
vent’anni / fra la fine e l’inizio del secolo / quando il conte<br />
Leone Nicolaievic / si mette a frugare la terra guidando<br />
l’aratro / e combatte il sudore con champagne ben<br />
L’illuminista 64
ghiacciato / che i mugiki gli portano <strong>di</strong>etro all’aratro /<br />
quando l’happening alla corte dei granduchi / lo declina la<br />
bomba nichilista.<br />
Interviene sul palcoscenico la spalla dell’Autore<br />
SPALLA Provate a nascere con una nonna due zie zitelle e madre<br />
separata./ Nascete bello alto biondo salotto pronto e senza troppi sol<strong>di</strong>/<br />
AUTORE non vi rimane molto da fare, vi scrivete le poesie in attesa/<br />
SPALLA <strong>di</strong> andare a donne.<br />
AUTORE E più energie avete più siete alto biondo fortunato<br />
SPALLA più camminate a spasso tra le nuvole!<br />
AUTORE Tanto non dura molto!<br />
II SPETTATORE È durata anche troppo!<br />
I SPETTATORE (gli eventuali giocolieri se ne vanno)<br />
Giratevela come vi pare<br />
non si può andare avanti così<br />
AUTORE lo sapevano anche loro<br />
SPALLA e aspettavano la Figlia <strong>di</strong> Dio<br />
loro <strong>di</strong>cevano: il figlio <strong>di</strong> Dio<br />
essendo <strong>di</strong>sceso ormai troppi anni fa<br />
ci troviamo lo stesso un ingorgo<br />
non possiamo saltare a metà<br />
AUTORE Attendevano un’altra Incarnazione. Di genere femminile:<br />
Sophia, Sposa Celeste, Dama Bianca<br />
I SPETTATORE … Ha un altro nome!<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
ATTO SECONDO<br />
65 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
Scena Prima<br />
Stanza della meretrice bruna, la tarda mattina. Entrano la meretrice bruna<br />
e la meretrice bionda, che si accostano furtive al letto dove c’è <strong>Alessandro</strong>.<br />
MERETRICE BRUNA Guardalo, guardalo, piano piano, che dorme.<br />
M. BIONDA Hai ragione che è bello, e come è biondo!<br />
M. BRUNA E vedessi come è alto!<br />
M. BIONDA Da dove viene?<br />
M. BRUNA E chi lo sa? L’ho pescato all’osteria, tu eri già andata via,<br />
l’ho trascinato qui che non pesava niente.<br />
M. BIONDA Sbronzo?, eppure pesano da sbronzi.<br />
M. BRUNA Embè sì, sbronzo.<br />
M. BIONDA Chissà che <strong>di</strong>spiaceri ha.<br />
M. BRUNA Embè sì, molti, deve averne un mucchio.<br />
ALESSANDRO (dal letto) Un mucchio, sì, ma <strong>di</strong> felicità!<br />
M. BRUNA (un po’ seccata)<br />
Allora sei sveglio, ci hai sentite?!<br />
Guarda che tipo!<br />
M. BIONDA (stupefatta) Ha detto che è felice!<br />
M. BRUNA O che bel puttaniere, sei felice <strong>di</strong> star qui, anche a quest’ora!<br />
Di solito se dormono qui, poi vanno via con un muso, quelli che<br />
hanno le stufe accese a casa loro, si capisce. Che sono poi i più infelici,<br />
si capisce. Vuoi stare qui? Non mi par vero, se mi aiuti nell’affitto! (Si<br />
entusiasma del suo <strong>di</strong>re, si butta sul letto e lo abbraccia). Resta con me,<br />
bel puttaniere, che ti darò tanta felicità!<br />
L’illuminista 66
ALESSANDRO Ma ce l’ho già!<br />
M. BRUNA E BIONDA Che cosa! Che cosa?<br />
ALESSANDRO <strong>La</strong> felicità, ne ho avuta sempre tanta.<br />
M. BRUNA Allora perché sei venuto qui, a farmi rabbia?<br />
M. BIONDA Ma se era sbronzo.<br />
M. BRUNA Sì, che eri ubriaco fra<strong>di</strong>cio.<br />
ALESSANDRO Appunto, bevo.<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
M. BIONDA Allora ti è successo qualcosa, non sei più felice e bevi per<br />
affogare il tuo dolore.<br />
ALESSANDRO (si alza sul letto) Non è successo nulla, e scoppio <strong>di</strong> felicità.<br />
Ho un amico che le bestemmie più acrobatiche le <strong>di</strong>ce quando è allegro:<br />
troppo facile, è troppo facile bestemmiare nella rabbia!<br />
M. BIONDA (alla Bruna) Oh Dio, non sarà matto, matto da manicomio?!<br />
Le due ragazze sembrano ora proprio spaventate. <strong>Alessandro</strong> si alza dal<br />
letto, poi vi si siede, tirandosi addosso una coperta. Cerca <strong>di</strong> essere dolce<br />
e persuasivo.<br />
ALESSANDRO No, non sono matto, state buone. E avete ragione voi.<br />
Come tutti, anch’io bevo per <strong>di</strong>menticare. Solo che voglio <strong>di</strong>menticare,<br />
voglio affogare la mia felicità. Ne fuggo perché è immobile. Perché è definitiva.<br />
Come volevo che fosse. O perché non è definitiva. (Rivolto a Bruna)<br />
Prova a pensare – chiu<strong>di</strong> gli occhi – adesso voglio il massimo impossibile<br />
– riapri gli occhi: ce l’hai. Che felicità! E dopo, che fai? Prova a chiedere,<br />
dopo, le cose minime possibili, se ce la fai. Dopo scappi via, se ce<br />
la fai. E noi fuggiamo verso la catastrofe. Non parlo <strong>di</strong> voi due ragazze che<br />
bene o male buttate un salvagente. Ma noi c’è un vuoto che ci succhia.<br />
BRUNA Hai voglia a <strong>di</strong>re, ma tu invece non stai bene.<br />
67 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
ALESSANDRO Per un eccesso <strong>di</strong> felicità. E poi io ne aspetto un’altra,<br />
un’altra ancora.<br />
BRUNA Chi?<br />
ALESSANDRO <strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong>.<br />
BIONDA Cosa?<br />
<strong>Alessandro</strong> si alza, si avvicina alla Bionda, la bacia sulla bocca.<br />
ALESSANDRO <strong>La</strong> tua bellezza magalda, orlata <strong>di</strong> merletti da dozzina, la<br />
mussola nera che fascia come scaglia <strong>di</strong> serpe le tue forme, splen<strong>di</strong>damente<br />
torbide, come il lirismo, fonte d’ogni mio spettacolo e mio male.<br />
BRUNA (a Bionda, staccandola da <strong>Alessandro</strong>)<br />
Adesso tu te ne vai, esci, per favore, esci subito!<br />
BIONDA (ride, accarezza <strong>Alessandro</strong> e se ne va)<br />
Vado, vado, non te lo rubo mica, questo bel matto biondo.<br />
Apre la porta e sulla soglia vede i tre del coro in attesa, vestiti come normali<br />
personaggi, operai, e si rivolta ammirata alla Bruna <strong>di</strong>cendo:<br />
Ostia!, hai già la fila dei clienti!<br />
Scena Seconda<br />
L’interno della bettola<br />
ALESSANDRO Prima <strong>di</strong> tutto, non venire a patti, col mondo. Poi lo sguardo<br />
rivolto verso l’alto con la mira da zero all’infinito, puntando all’assoluto.<br />
I BEVITORE Meglio puntare in basso, nel bicchiere, sennò l’oste ci mette<br />
della roba.<br />
MERETRICE BIONDA Meglio puntare in basso, nelle cosce sennò come<br />
ti scal<strong>di</strong>.<br />
ALESSANDRO È ciò che voglio <strong>di</strong>re. È ciò ch’io <strong>di</strong>co: tu sei bionda, la vodka<br />
è trasparente e aspetto il rosso, che conflagri. Ci sarà una luce rossa.<br />
L’illuminista 68
III BEVITORE Ho bevuto una volta un vino rosso.<br />
BRUNA È meglio lo champagne.<br />
IV BEVITORE Lo champagne è più da donna.<br />
BIONDA Come siete noiosi, qui c’è poca allegria.<br />
Salta sul tavolo rovesciando bottiglie e bicchieri. Frastuono, risa, frasi <strong>di</strong><br />
approvazioni, frasi <strong>di</strong> risentimento, come: “Brava bionda” e “Scema, e chi<br />
mi paga il mio bicchiere?”.<br />
ALESSANDRO Bionda, un altro salto, e pago io, pago io che si beva nell’attesa.<br />
BRUNA Di che?<br />
I bevitore (le dà uno schiaffo sonoro e poi mentre quella grida le dà dei<br />
baci)<br />
Di questo, <strong>di</strong> questo e <strong>di</strong> questo!<br />
II BEVITORE Il pope Gapon non è mio zio.<br />
ALESSANDRO “<strong>La</strong> fierezza del nuovo battesimo<br />
Ha trasformato in ghiaccio il mio cuore.<br />
Tu mi prometti altri istanti?<br />
Pre<strong>di</strong>ci un’imminente primavera?<br />
Ma guarda come il cuore si rallegra!<br />
Sbarrato dalle nevi è il firmamento.<br />
<strong>La</strong> primavera non verrà, e non serve:<br />
terzo battesimo sarà la Morte”!.<br />
BEVITORI IN CORo Bravo, bravo!<br />
III BEVITORE Ma questo menagramo.<br />
II BEVITORE Il pope Gapon non è mio zio.<br />
OSTE Finora ha sempre pagato.<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
69 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
BRUNA Finora ha sempre pagato, ma a lungo andare ti stufa, non<br />
si vive <strong>di</strong> solo pane, ti mette addosso una malinconia, ci vuole anche un<br />
po’ <strong>di</strong> allegria.<br />
BIONDA Vuoi farmi credere che sia <strong>di</strong> ghiaccio? Eppure non lo credo.<br />
BRUNA No, no, affatto! Non è mica <strong>di</strong> ghiaccio! Però parla sempre<br />
del ghiaccio.<br />
ALESSANDRO E <strong>di</strong> fuoco.<br />
BRUNA Di fuoco? Non mi pare: <strong>di</strong>ci rosso, <strong>di</strong>ci porpora, <strong>di</strong>ci vermiglio.<br />
ALESSANDRO E non è la stessa cosa?<br />
BRUNA No, il tuo rosso non riscalda, fa paura, fa paura come il<br />
gelo che <strong>di</strong>ci tu.<br />
ALESSANDRO (ridendo) Brava, brava, hai ragione, dammi un bacio.<br />
I BEVITORE Ve<strong>di</strong> che sa anche essere allegro?<br />
Entrano nella bettola nuovi venuti vestiti elegantemente, la maggior parte<br />
delle meretrici si avvicinano a costoro.<br />
II BEVITORE E questi mo’ chi sono, che vogliono questi qui?<br />
UN NUOVO VENUTO Eccoci in mezzo al popolo.<br />
BRUNA Ormai stiamo <strong>di</strong>ventando <strong>di</strong> moda.<br />
II BEVITORE Il pope Gapon non è mio zio!<br />
I AMICO (che è fra i nuovi venuti) Et voilà il nostro <strong>Alessandro</strong> con la sua<br />
meretrice quoti<strong>di</strong>ana. Sei così sbronzo o fingi <strong>di</strong> non riconoscermi, poeta<br />
<strong>di</strong> bruchi? Proprio così, <strong>Alessandro</strong>, le tue rose erano <strong>di</strong> raso e sono<br />
andate in malora, si sono imputri<strong>di</strong>te, decomposte, sono venuti fuori i vermi,<br />
i bruchi! Affari tuoi, ma ciò che non ti posso permettere è l’orrenda<br />
metamorfosi che hai fatto compiere alla Bellissima Dama, il tuo bruco più<br />
velenoso, che hai trasformato in prostituta e in finta grandezza del gene-<br />
L’illuminista 70
e <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ce quadrata <strong>di</strong> meno uno!<br />
ALESSANDRO Grazie, Boris Nicolaievic, tu sei sempre il più bravo, il più<br />
acuto dei miei interpreti, hai giu<strong>di</strong>cato perfettamente la mia ricerca, la mia<br />
attesa <strong>di</strong> oggi: è sempre l’assoluto!<br />
I AMICO È la negazione<br />
ALESSANDRO È l’assoluto negativo. (pausa) Ho rovesciato la mia vita<br />
come un guanto per portare questo peso, questa certezza. E come brucio,<br />
senza confronto.<br />
I AMICO Ma così ti per<strong>di</strong>.<br />
ALESSANDRO Tu sei perduto e non lo puoi capire: sta in ciò la per<strong>di</strong>zione.<br />
Io mi salvo, invece; ma <strong>di</strong> salvarmi che m’importa? Brucio perché mi<br />
misuro all’assoluto. Lo accetto senza definizione, con ogni definizione.<br />
Così tu sei perduto, Boris, perché non hai trovato più la strada; io mi perdo<br />
perché l’ho trovata, perché sono sulla strada giusta, dove cavalca<br />
indenne solo l’Apocalisse. Ma il vero resterà: questa è l’unica <strong>di</strong>fferenza<br />
fra noi due, Boris: non invi<strong>di</strong>armela perché ora io pago più la mia presente<br />
vita <strong>di</strong> quanto tu non paghi ora la tua presente morte.<br />
I AMICO Sei grottesco, grottesco e come sempre presuntuoso.<br />
ALESSANDRO Come potrei durare sennò.<br />
Voci <strong>di</strong> amici che chiamano: “Boris” e <strong>di</strong>cono: “An<strong>di</strong>amo, an<strong>di</strong>amo”.<br />
Escono i nuovi venuti.<br />
BIONDA Però, come lo ha messo a posto a quello là, a quel presuntuoso.<br />
BRUNA Gli ha tenuto testa perché anche lui è uno <strong>di</strong> loro.<br />
ALESSANDRO Disponete <strong>di</strong> me, mie fanciulle e voi tutti, signore e signori,<br />
sempre ai vostri or<strong>di</strong>ni. E lo straniero dov’è, ch’io gli lavi i pie<strong>di</strong>?<br />
VOCI IN CORO Ma sei tu lo straniero qui dentro!<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
71 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
ALESSANDRO Sono io lo straniero qui dentro!<br />
Scena Terza<br />
<strong>Alessandro</strong> esce dalla bettola: lo segue la bruna.<br />
BRUNA Dove vai così in fretta <strong>Alessandro</strong>?<br />
ALESSANDRO Ho fretta cara ho un appuntamento.<br />
BRUNA Allora ti lascio.<br />
ALESSANDRO Ma no, vieni anche tu. Ho un appuntamento con la gioia,<br />
non mi darai noia.<br />
BRUNA Se hai un appuntamento con la gioia, allora proprio stasera<br />
io sono in più.<br />
ALESSANDRO Ma è qui la gioia, non senti? È contenuta, è ancora timida,<br />
ma è presente, non c’è dubbio. Sta’ buona, sta’ buona, fra poco la sentiremo<br />
esplodere.<br />
BRUNA Ne ho proprio voglia.<br />
ALESSANDRO Perché cosa ti manca?<br />
BRUNA Grazie a Dio, a me non mi manca niente nella vita. Ma tu<br />
non guar<strong>di</strong>: non ve<strong>di</strong> che borsetta?<br />
ALESSANDRO È bellissima, la porta la mia gioia.<br />
BRUNA Via, dacci almeno un’occhiata, non ve<strong>di</strong>? ha la fibbia d’argento…ma<br />
a te non importa niente, <strong>Alessandro</strong>, perché ti importa così<br />
poco della gente?<br />
ALESSANDRO Che pensierosa, ma allora a te la gioia proprio non ti tocca.<br />
BRUNA Ma lo sai bene che mi tocca più spesso che a te. Tu piuttosto<br />
voglio <strong>di</strong>re, adesso sembri allegro, ma non guar<strong>di</strong> in faccia nessuno,<br />
è una febbre anche questa, è una allegria che non tocca.<br />
L’illuminista 72
ALESSANDRO E a te che importa?<br />
BRUNA Grazie, è la prima risposta. È la prima volta che rispon<strong>di</strong><br />
proprio a una cosa che <strong>di</strong>co io; <strong>di</strong> solito vai <strong>di</strong>etro solo ai tuoi <strong>di</strong>scorsi.<br />
ALESSANDRO Se seguo i vostri mi sbranate subito.<br />
BRUNA E <strong>di</strong> chi è la colpa?<br />
ALESSANDRO Rosso, rosso, nero, lillà, nero, rosso, rosso… Ma se sono<br />
pieno <strong>di</strong> gioia, uno due tre, ne voglio dare un poco anche a te (le bacia la<br />
punta del naso). Ecco che ti metti a piangere, credevi che non lo sapessi,<br />
sei commossa come una brocca, smettila che ti sculaccio.<br />
Bruna si mette a piangere. <strong>Alessandro</strong> per farla ridere si mette a fare il<br />
buffone.<br />
ALESSANDRO Smettila sennò faccio il lupo uhuh<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
Si mette a quattro zampe ululando come un lupo. E poi lecca i pie<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Bruna, cerca <strong>di</strong> intrufolarsi con la testa fra le gonne.<br />
ALESSANDRO Prima ti lecco tutta e poi ti mangio. Uhu. Adesso ti faccio il<br />
solletico con le zampe insanguinate, con le zanne sanguinarie.<br />
BRUNA (si mette a ridere)<br />
Dai che mi scombini tutta, già che sono così in <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne,<br />
che bel buffone che sei, <strong>Alessandro</strong>.<br />
<strong>Alessandro</strong> tutto contento le saltella attorno e si fa anche una passeggiatina,<br />
sempre a quattro zampe.<br />
ALESSANDRO Ecco la gioia. Chissà perché la gioia è solo a quattro zampe.<br />
(lieve pausa). In ogni caso è solo orizzontale, mai verticale. È verticale<br />
l’orgoglio, la vertigine, l’angoscia, ma (alzando la voce come per<br />
cantare) la gioia, la gioia è soltanto a quattro zampe come il lupo <strong>di</strong> Cappuccetto<br />
Rosso (l’aria da canzone è già finita, il seguito sarà detto quasi<br />
sillabando lentamente ma in tono nervoso) il fatto è che chi ha gioia oggi<br />
deve stare accucciato, deve stare nascosto, e deve essere sanguinario:<br />
73 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
solo i lupi hanno gioia in questo posto. Ma bisognerà ritornare sulla gioia.<br />
Passano due nottambuli piuttosto eleganti che si fermano esterrefatti.<br />
I NOTTAMBULO Ehi tu bestione che fai lì, alzati!<br />
Silenzio<br />
II NOTTAMBULO Diciamo a te stupido, o sei così ubriaco che non ce la fai<br />
ad alzarti?<br />
ALESSANDRO (sempre a quattro pie<strong>di</strong>)<br />
“Così s’in<strong>di</strong>gna tutto ciò che è sazio,<br />
si strugge il sussiego dei ventri satolli,<br />
perché il truogolo è stato rovesciato,<br />
è sconvolta la loro stalla putrida!<br />
Ora una magra sorte li ha colpiti:<br />
la loro casa è immersa nelle tenebre,<br />
brucia l’u<strong>di</strong>to il grido <strong>di</strong> chi ha fame<br />
e il riso rosso delle altrui ban<strong>di</strong>ere!”<br />
Quasi non fanno in tempo a <strong>di</strong>re: “ma questo è un sovversivo”, “è un<br />
ubriacone sovversivo” che <strong>Alessandro</strong> con un grosso colpo <strong>di</strong> testa nella<br />
pancia fa cadere uno dei due, che scappano via spaventati urlando.<br />
Anche Bruna si spaventa <strong>di</strong> nuovo.<br />
ALESSANDRO Che, hai paura, sciocca? Non aver paura <strong>di</strong> me. Io non faccio<br />
male a nessuno. Posso fare del male soltanto a me.<br />
Si alza in pie<strong>di</strong>, ma continua a ululare e ululando con rabbia si morde le<br />
mani, e se ne va in fretta lasciando Bruna sola.<br />
Scena Quarta<br />
<strong>La</strong> Bruna si guarda intorno un po’ smarrita, poi vede i tre del coro seduti<br />
su <strong>di</strong> una panchina (dove stavano in ombra anche nella scena precedente,<br />
mentre in quella dell’osteria erano fra i bevitori silenziosi), va a<br />
L’illuminista 74
sedersi in silenzio con loro, che non si scompongono; poi d’improvviso:<br />
I DEL CORO (rivolto a Bruna)<br />
T’abbiamo presa con le zampe sul lardo, puttana.<br />
II DEL CORO Così ci tra<strong>di</strong>sci eh!<br />
Le dà un violento schiaffo. Bruna è completamente sbalor<strong>di</strong>ta, non sa<br />
reagire che piangendo e chiedendo:<br />
BRUNA Ma perché, perché, che ho fatto <strong>di</strong> male?<br />
III DEL CORO Non vorrai negare<br />
BRUNA Ma che cosa?<br />
I DEL CORO <strong>La</strong>scia perdere, smettila, non fare la furba, ti abbiamo vista<br />
benissimo.<br />
BRUNA (riprendendosi un poco dalla sorpresa)<br />
(Come Bruna li nomina, si vedranno bene in viso, per la prima volta)<br />
Basta! Piotr, Ivan, Fiodor, siete ubriachi? Se avete qualcosa<br />
da <strong>di</strong>re <strong>di</strong>temelo chiaro, spiegatevi.<br />
PIOTR Ti abbiamo vista, Mascia, con quello là, non puoi negarlo.<br />
MASCIA Quello là chi? <strong>Alessandro</strong>? (Si mette a ridere vedendo i<br />
cenni d’assenso degli altri) Ma cosa credete, chi ve l’ha detto, non è mica<br />
un poliziotto o una spia!<br />
I tre si consultano a bassa voce<br />
FIODOR O sei molto furba o sei molto sciocca.<br />
IVAN In tutti e due i casi peggio per te.<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
Fa per picchiarla ancora, ma stavolta Mascia non si lascia prendere,<br />
scappa, ma viene fermata dalla meretrice bionda sopraggiunta.<br />
75 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
BIONDA Dove vai, dove cre<strong>di</strong> <strong>di</strong> andare?<br />
MASCIA (in<strong>di</strong>cando i tre che si avvicinano)<br />
Sono impazziti, Katia. Dicono che <strong>Alessandro</strong> è una spia.<br />
KATIA (ridendo) Perché, non lo sapevi, non te n’eri ancora accorta?<br />
Mascia questa volta rimane profondamente turbata, scossa dalla sicurezza<br />
degli altri, e scoppia a piangere.<br />
MASCIA Oh no, non ci credo, non <strong>di</strong>temi che <strong>Alessandro</strong> è una spia<br />
della polizia! Non è possibile, possibile che io non mi accorgo più <strong>di</strong> niente,<br />
che non sento più niente?<br />
Risate fra i quattro, soprattutto della Bionda<br />
KATIA Ma no, chi ti ha detto della polizia?<br />
PIOTR Abbiamo solo detto che è una spia.<br />
MASCIA Ma <strong>di</strong> chi allora, <strong>di</strong> Guglielmone? <strong>La</strong>vora per gli stranieri,<br />
se non è della polizia?<br />
IVAN Non per gli stranieri.<br />
MASCIA (con sollievo)<br />
Vedete allora che lo <strong>di</strong>te anche voi, che non è vero, se non<br />
è per gli stranieri e se non è della polizia, vuol <strong>di</strong>re che non è una spia.<br />
FIODOR Mascia, cerca <strong>di</strong> capire. Capisci bene, perché sennò rimani<br />
proprio sola, non puoi restare con noi, nemmeno un cane ti darà una<br />
mano.<br />
KATIA (con aria eccitata)<br />
È spia, è spia, la spia più pericolosa, proprio perché non<br />
<strong>di</strong>pende dalla polizia.<br />
PIOTR Lui non <strong>di</strong>pende dallo zar, perciò è più fatica combatterlo;<br />
lo zar, ormai, non è questione <strong>di</strong> molto.<br />
L’illuminista 76
IVAN È la spia che può trovare alleati qui dentro, dentro ciascuno<br />
<strong>di</strong> noi.<br />
KATIA Ma se gliel’hai detto anche tu che è uno straniero.<br />
MASCIA Gli ho appena detto che non guarda in nessun posto, e non<br />
lascia segno quando tocca.<br />
IVAN Appunto.<br />
MASCIA Ma è così solo.<br />
IVAN Appunto.<br />
MASCIA Appunto: è così solo! E lo sentite nemico?<br />
PIOTR Perché è solo? E come mangia?<br />
Scena Quinta<br />
<strong>Alessandro</strong> prosegue la camminata da solo, nei primi segni dell’alba.<br />
Farà degli incontri che si vedranno via via, fra i quali uno con i due che<br />
aveva spaventato ululando, che a loro volta lo colgono un po’ <strong>di</strong> sorpresa,<br />
lo picchiano in silenzio lasciandolo per terra e poi se ne vanno. Poi<br />
<strong>Alessandro</strong> si rialza e proseguirà il suo camminare brancolante. Anche<br />
quando gli sembrerà <strong>di</strong> essere solo, non lo sarà mai perché apparirà chiaramente<br />
che volti lo osservano dalle finestre e dagli angoli delle strade.<br />
Sta ritornando vicino allo spiazzo dove aveva lasciato Mascia.<br />
ALESSANDRO (declama da solo)“Ebbene! Bacia le mie labbra smorte<br />
Togliti la cintura dolorosa.<br />
PIOTR (rivolto a Mascia)<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
E la tua barca–potrà mai approdare<br />
All’altezza in cui sono crocifisso?”<br />
77 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
sua misura.<br />
Ve<strong>di</strong>, parla sempre <strong>di</strong> sé. Anche il dolore lo riduce tutto alla<br />
MASCIA È così in<strong>di</strong>feso che ne assorbe un mucchio.<br />
PIOTR E a noi che serve, che serve a noi un ubriaco che parla da<br />
solo?<br />
ALESSANDRO “Cristo è ormai stanco <strong>di</strong> portar la croce!”<br />
FIODOR E questi continui riferimenti a Cristo, che vogliono <strong>di</strong>re? Te<br />
lo <strong>di</strong>co io cosa vogliono <strong>di</strong>re: vuol <strong>di</strong>re che non ha segni <strong>di</strong> futuro davanti<br />
a sé, se continua a cercare un significato nei simboli del passato.<br />
MASCIA Io voglio bene agli ubriachi. Amare gli ubriachi è male? Le<br />
<strong>di</strong>cono solo loro certe parole che arrivano <strong>di</strong>rettamente, <strong>di</strong>rettamente<br />
al…insomma che colpiscono giusto.<br />
KATIA (ridendo) Volevi <strong>di</strong>re al cuore e poi hai avuto paura. Perché ti abbiamo<br />
spiegato che quello è un lavoro da spia, non è così?<br />
ALESSANDRO “Bambino, aspetterai la primavera –<br />
la primavera ti deluderà.<br />
Tu chiamerai sul firmamento il sole –<br />
ma il sole non si leverà nel cielo.<br />
E il grido, se comincerai a gridare,<br />
come una pietra sparirà nel nulla… ”<br />
IVAN Lo senti? In nome del nulla non si combatte nessuna battaglia,<br />
chi lo credesse ha già perso prima. Ma il grave è che c’è anche chi<br />
vuole perdere e <strong>di</strong>etro a questi c’è chi continua a vincere, sopra la loro<br />
per<strong>di</strong>ta.<br />
MASCIA Ma lui intanto grida.<br />
PIOTR Poteva servire anni fa, quando ancora la gente dormiva,<br />
ora la gente è sveglia, e gli ubriachi che si <strong>di</strong>struggono, che hanno dolore<br />
per niente, fanno il gioco degli altri, indeboliscono le nostre file se stanno<br />
dalla nostra parte. Lo capisci adesso?<br />
L’illuminista 78
ALESSANDRO “Io trascino trascino la mia vita,<br />
la mia vita sorda, <strong>di</strong>ssennata<br />
Oggi esulto con animo sereno,<br />
e domani invece canto e piango.<br />
Ma se la catastrofe è imminente?<br />
Se mi sta <strong>di</strong>etro alla schiena<br />
colui che ha coperto lo specchio<br />
Con la sua mano immensa?…<br />
Dallo specchio lampeggerà una luce<br />
E, serrando gli occhi dall’orrore,<br />
ripiegherò in quel regno della notte”.<br />
MASCIA Ma non sentite il suo dolore, e lo lasciate solo? Io vado da lui.<br />
IVAN (ridendo) Sì, vacci, che lo calmerai.<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
MASCIA Magari fosse, ma lui non mi vede quasi mai.<br />
PIOTR Te l’abbiamo detto: dalla sua parte, tu sì che saresti sola,<br />
che non sai piangere in pubblico, che non sai nutrirti <strong>di</strong> parole.<br />
FIODOR E poi sia chiaro: non è vero che il nostro lavoro è per tutti.<br />
È lo sfruttatore quando si trova in <strong>di</strong>fficoltà che <strong>di</strong>ce che sfruttatori e sfruttati<br />
siamo tutti eguali. È nel futuro casomai che sarà per tutti; oggi noi non<br />
lavoriamo e non vogliamo lavorare nell’interesse <strong>di</strong> tutti, ma nel nostro.<br />
ALESSANDRO “Ecco la mia spada<br />
(lunga pausa)<br />
Non ne ho più bisogno<br />
(pausa)<br />
Chi mi ha svigorito la mano?<br />
Ma come puoi volare e volteggiare<br />
Senza amore, senza anima né viso?<br />
Ma l’ora giunse. Rivangando il tempo,<br />
mi sovvenne; no, non sono schiavo.”<br />
Scoppia la rivoluzione, dalla parte opposta del palcoscenico, sul quale<br />
rimane il solo <strong>Alessandro</strong>, che osserva immobile. Si proiettino possibil-<br />
79 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
mente documentari dal vero, e attori ripetano ciò che è proiettato, sempre<br />
sulla improvvisata scena opposta al palcoscenico. In sostanza uno<br />
spettacolo multiplo sul tipo <strong>di</strong> quelli della <strong>La</strong>nterna Magica <strong>di</strong> Praga.<br />
Dopo pochi minuti, un periodo <strong>di</strong> tempo pressoché uguale, sarà impiegato<br />
nel proce<strong>di</strong>mento opposto: cioè questa volta la pellicola proietterà ciò<br />
che contemporaneamente reciteranno gli attori; e gli attori daranno vita<br />
alla seguente scena: <strong>Alessandro</strong> dal suo posto comincia a declamare il<br />
suo poema “I Do<strong>di</strong>ci” (in russo, con qualche parola chiave, suggerita<br />
come un’eco, in italiano).<br />
ALESSANDRO “Dvenacat! Dvenacat! Dvenacat!”<br />
“Cupa sera.<br />
Neve bianca.<br />
<strong>La</strong> bufera<br />
i viandanti abbatte e sfianca.<br />
<strong>La</strong> bufera<br />
sulla testa intera!”<br />
<strong>La</strong> bufera<br />
sulla terra intera!<br />
<strong>La</strong> bufera<br />
sulla terra intera!<br />
Dalla parte opposta alcuni rivoluzionari formano il drappello dei Do<strong>di</strong>ci<br />
facendo dapprima da coro, ripetendo le parole iniziali <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>, poi<br />
dalle file del teatro il drappello marcia verso il palcoscenico, lo sale, circonda<br />
<strong>Alessandro</strong>, lo calpesta, continuando a cantare, essi soli, il poema–ballata.<br />
Secondo Intermezzo<br />
Sul palcoscenico l’Autore e la Spalla.<br />
SPALLA E adesso che si fa? È <strong>di</strong>fficile andare avanti. Perché non<br />
finire così? Mica lo troverai un finale più bello, un finale con la rivoluzione!<br />
Che cosa vuoi <strong>di</strong> più?<br />
AUTORE Certo, per lui, per <strong>Alessandro</strong>, in sostanza finì così. Per noi no.<br />
Compare trafelato <strong>Alessandro</strong><br />
L’illuminista 80
ALESSANDRO Nemmeno per me finì così!<br />
AUTORE Stia calmo, per lei finì così. Cos’altro poteva chiedere<br />
ancora? Più nulla, dunque non aveva più nulla da fare, non aveva più<br />
spazio per vivere. Solo per caso, poeta, solo per caso lei sopravvisse per<br />
un po’ al grande falò della rivoluzione.<br />
SPALLA Ma sì! E tutte le storie che ha fatto per trovare una scusa<br />
plausibile per morire: e prima lo scorbuto per denutrizione e poi l’astenia<br />
e il cuore magari: via che sembrava Bertoldo che finge <strong>di</strong> cercare e non<br />
vuole trovare l’albero, l’albero dove dovrebbe essere impiccato.<br />
ALESSANDRO Nemmeno per me finì così: e dopo che avrete riempito tutte<br />
le pance?, urlavo a pancia vuota.<br />
SPALLA Perché, lei crede davvero che sia un lavoro da poco riempire<br />
le pance <strong>di</strong> tutti?<br />
AUTORE Dopo che avranno riempito davvero la pance <strong>di</strong> tutti, ritornerà<br />
ai poeti la parola, dopo ci darete una mano, per chiedere qualche<br />
cosa d’altro, per riempire altri vuoti. Ma dopo.<br />
ALESSANDRO Se mai c’è stato, il secolo d’oro dei vagabondaggi solitari<br />
è finito; ma l’artista deve essere trepido, ben sapendo che prezzo si paga<br />
mescolare l’arte alla vita.<br />
AUTORE Giusto. E ha deviato il <strong>di</strong>scorso. Lo vogliate o no, voi tenete<br />
sempre i pie<strong>di</strong> in due staffe.<br />
ALESSANDRO Uno nel passato e uno nel futuro.<br />
SPALLA Va bene, va bene, ma lei non ci serve nel finale.<br />
ALESSANDRO Mi avete già adoperato abbastanza?<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
AUTORE Si ricorda un suo <strong>di</strong>alogo con Liuba?:<br />
“non serve più, non stimola più”. Ora è il suo caso.<br />
ALESSANDRO I più vivete senza futuro eppure c’è, ed è sempre conseguenza.<br />
81 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
SPALLA Ma stia tranquillo: dai libri risulta che lei è stato così signore,<br />
così elegante, così corretto, che a Mosca nel maggio del 21 a chi urlò<br />
che i suoi versi li aveva scritti un cadavere, lei confermò sul posto: “Ha<br />
ragione, sono morto”, e se ne andò in quello stesso agosto.<br />
ALESSANDRO È bella? Facciamola aspettare. Devo farmi la barba? Mi<br />
metto il panciotto verde? No, non devo darle importanza. È bella? È molto<br />
bella? Che m’importa! Che farcene oggi della bellezza? Falla entrare<br />
subito. Sei bella? Sei bella?: rispon<strong>di</strong>. Sì, sì, volevo <strong>di</strong>re appunto della tua<br />
consapevolezza. Ma è bello ciò che si tocca? Amo la luci<strong>di</strong>tà dopo la febbre,<br />
con la febbre. Quella è delirio, non è luci<strong>di</strong>tà. Amo la luci<strong>di</strong>tà che<br />
costa vita. Dunque, sie<strong>di</strong>mi accanto e parlami <strong>di</strong> me. Sono incastrato, fra<br />
l’angoscia <strong>di</strong> vivere e la paura <strong>di</strong> morire.<br />
AUTORE Eppure questo non è il nostro finale!<br />
ALESSANDRO Se tornerò in Italia, adesso che mi date il passaporto? No,<br />
lì no, è troppo buio. E sono ricaduto in Cristo. Perché c’è ancora lui alla<br />
testa dei Do<strong>di</strong>ci? Perché è metafora dell’uomo provvisorio, perché neanche<br />
i Do<strong>di</strong>ci operano in ambito definitivo. Il mio comunque è un poema<br />
ironico. Qui intendo per ironia non il <strong>di</strong>leggio, ma il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> percepire<br />
contemporaneamente due fenomeni <strong>di</strong>scor<strong>di</strong> o la simultanea attribuzione<br />
dello stesso fenomeno a due serie semantiche.<br />
AUTORE Eppure questo non è il nostro finale!<br />
ALESSANDRO “Aria, aria! Puskin lo uccise la mancanza d’aria!”<br />
Balletto in 5 figure<br />
A) Io ho aria<br />
Io ho pancia<br />
Io ho aria<br />
nella pancia<br />
B) Tu hai aria<br />
Tu hai pancia<br />
Tu hai aria<br />
nella pancia<br />
L’illuminista 82
C) Io ho aria<br />
Tu hai pancia<br />
Chi ha aria<br />
nella pancia<br />
D) Lei ha aria<br />
Lei ha pancia<br />
Lei ha aria<br />
nella pancia<br />
E) “Io invece”, <strong>di</strong>sse “ho aria”<br />
Tu hai pancia”, <strong>di</strong>sse “io no”<br />
“Io ho aria”, <strong>di</strong>sse “e tu no”<br />
“Io ho pancia”, <strong>di</strong>sse “dunque ho”.<br />
ATTO III<br />
Scena Unica<br />
Il recinto dell’ippodromo, a Pietrogrado. Nella folla abbigliata nella maniera<br />
più variopinta e caotica, si vedranno la Signora dei salotti con un vestito<br />
<strong>di</strong> organza e un grande boa <strong>di</strong> struzzo, il primo e altri amici, Mascia,<br />
Katia e i tre dell’ex coro, il poeta piccolino, il critico gigantesco con la fronte<br />
alta, e commissari del popolo in <strong>di</strong>visa, ufficiali e soldati dell’esercito<br />
rosso: come per il gran finale <strong>di</strong> una rivista.<br />
SIGNORA DEI SALOTTI Boris, che ne <strong>di</strong>ci <strong>di</strong> mille rubli su Peronospera?<br />
VOCI STUPITE IN CORO Mille rubli, mille?<br />
II AMICO Ho una soffiata: Asdrubale, lo danno a sette, è un investimento<br />
sicuro.<br />
III AMICO Io punterei sulla Gumiliova, quella sì che è una cavalla da<br />
corsa.<br />
UN COMMISSARIO È vero che l’ambasciatore?<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
83 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
CRITICO GIGANTESCO Non proprio l’ambasciatore, se l’è fatta il segretario<br />
d’ambasciata.<br />
SIGNORA DEI SALOTTI Un bell’uomo, e ha <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> meno dell’ambasciatore.<br />
UFFICIALE Sì, va bene, ma non lasciamoci <strong>di</strong>strarre, non per<strong>di</strong>amo la<br />
corsa, non per<strong>di</strong>amo la puntata, parleremo dopo della Gumiliova.<br />
POETA PICCOLO Ma tu Signora, li hai davvero mille rubli da buttare? Prestane<br />
duecento a me.<br />
UFFICIALE Glieli ho chiesti prima io.<br />
I AMICO (ridendo) No, prima io.<br />
POETA PICCOLINO Ma se è lei che ti mantiene.<br />
CRITICO GIGANTESCO Compagni, un duello?! Faccio da padrino io.<br />
UFFICIALE Dopo, è ora <strong>di</strong> puntare.<br />
SOLDATINO Baionette e cannoni?<br />
Passa Mascia, il soldatino la segue, l’abbraccia, la bacia, scompaiono<br />
insieme. Arriva il segretario dell’ambasciatore: baciamano alle signore,<br />
stretta <strong>di</strong> mano cerimoniosa ai signori: arrivato all’ultimo del gruppo<br />
estrae la pistola e gli spara. Quello cade in silenzio.<br />
UFFICIALE Ma cosa fa?<br />
SEGRETARIO Lo meritava.<br />
SIGNORA DEI SALOTTI Ma che <strong>di</strong>ce?!<br />
SEGRETARIO Ah, no, mi sono sbagliato!<br />
CRITICO GIGANTESCO Comunque, approfittiamo del guazzabuglio per<br />
drogare i cavalli.<br />
L’illuminista 84
UFFICIALE Arrestate l’assassino.<br />
POETESSA Non facciamo scandali.<br />
Il poeta piccolo, il critico gigantesco e il secondo amico si avviano furtivamente<br />
verso il recinto dei cavalli.<br />
I tre dell’ex coro armeggiano con livelle e strumenti da ingegnere.<br />
FIODOR Io farei la curva più in là.<br />
PIOTR Di quanti metri?<br />
IVAN Dipenderà anche dal fatto se l’allarghiamo o no.<br />
FIODOR Certamente: la pista sarà più grande, più lunga e più larga,<br />
l’importante è che non muti il rapporto.<br />
PIOTR Vuoi lasciare inalterato il rapporto?<br />
Tornano i tre della droga<br />
POETA PICCOLO Adesso è sicuro che vincerà Peronospora!<br />
<strong>La</strong> Signora dei Salotti estrae un grande biglietto da mille rubli e lo allunga<br />
al critico gigantesco<br />
SIGNORA DEI SALOTTI Corri, piccolo, vai.<br />
Il critico va dall’allibratore.<br />
IL CRITICO GIGANTESCO Mille rubli su Peronospora.<br />
ALLIBRATORE Mille?! Su Peronospora?! Saranno falsi??<br />
CRITICO GIGANTESCO Falso sarà il tuo cazzo!<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
ALLIBRATORE E poi adesso è tar<strong>di</strong>, stanno dando il via. Ecco, sparano<br />
adesso.<br />
85 L’illuminista
Elio Pagliarani<br />
CRITICO GIGANTESCO (estraendo un’enorme pistola)<br />
Guarda che sparo anch’io.<br />
ALLIBRATORE Ecco la ricevuta per 15.000 rubli.<br />
Il critico raggiunge gli altri, che per sembrare <strong>di</strong>sinteressati, anziché guardare<br />
la corsa dei cavalli, si mettono a osservare quelli che fanno i rilievi<br />
scientifici.<br />
FIODOR Si possono mutare anche i rapporti, anzi più spesso è lì<br />
che deve intervenire il mutamento: <strong>di</strong>pende da ciò che vogliamo fare.<br />
II AMICO Se facessimo un’ellisse: le <strong>di</strong>stanze dai fuochi danno somma<br />
costante.<br />
COMMISSARIO Ellisse è una delle sezioni coniche.<br />
IVAN Mai visto una pista da corsa fatta a ellisse.<br />
SIGNORA DEI SALOTTI Una ragione <strong>di</strong> più per farla.<br />
POETESSA In una pista ellittica chissà quanti ruzzoloni.<br />
UFFICIALE Ma tanto capitano anche qui: ecco che ne cadono due in<br />
una volta sola.<br />
POETA PICCOLINO Una certa abbondanza nella dose.<br />
Arrivano <strong>di</strong> corsa Mascia, Katia e il soldatino.<br />
KATIA Hanno ammazzato due cavalli!<br />
MASCIA Li hanno avvelenati!<br />
CRITICO GIGANTESCO Ma chi l’ha detto, ma non è vero.<br />
SOLDATINO Caduti, sono caduti.<br />
POETA PICCOLO Si saranno addormentati!<br />
L’illuminista 86
MASCIA Addormentati?, intanto che correvano?!<br />
KATIA E poi dormono in pie<strong>di</strong>. Perché, non è vero? Si sa che i<br />
cavalli dormono in pie<strong>di</strong>, lo <strong>di</strong>cono tutti.<br />
SIGNORA DEI SALOTTI Avete messo troppa droga.<br />
POETA PICCOLO Non capisco perché sono cascati solo in due, se ne ho<br />
drogati tre.<br />
UFFICIALE Nessuno doveva cadere, così ci scopriranno!<br />
POETESSA (eccitatissima) Ha vinto Asdrubale!<br />
CRITICO GIGANTE Il terzo drogato, come è possibile?!<br />
SIGNORA DEI SALOTTI E così mi avete fatto fuori altri mille rubli.<br />
POETA PICCOLO È un’indecenza! Hanno drogato i cavalli! Le scommesse<br />
sono nulle.<br />
VOCI DAL FONDO Arridatece li sor<strong>di</strong> nostri!<br />
F I N E<br />
“<strong>La</strong> <strong>Bestia</strong> <strong>di</strong> <strong>Porpora</strong> o <strong>Poema</strong> <strong>di</strong> <strong>Alessandro</strong>”<br />
87 L’illuminista