Il dolore e la collera: quella lontana Italia del 1945 - Rivista Meridiana

Laboratorio del mondo attuale
4. Conflitti, rancori, memorie.
I dolori della guerra, dunque, sono l'elemento assolutamente pre
valente fra i moventi di quella grande esplosione di violenza, con una
differenza importante rispetto all'area emiliana. Come ho già ricorda
to, uno dei tratti specifici dell'Emilia - più esattamente, di alcune
grandi aree emiliane - mi sembrava essere sin dall'inizio il riemergere
di una memoria più lunga, che rimanda agli aspri conflitti rurali che
hanno segnato la regione e al trauma violento dello squadrismo agra
rio. Uno squadrismo agrario più feroce che altrove, che veniva a di
struggere un tessuto collettivo profondamente radicato. La prosecu
zione della ricerca, in particolare il confronto fra le carte d'archivio del
1945 e quelle del 1919-22, ha largamente confermato questa lettura
della realtà emiliana; e confermato anche, su questo punto, la diversità
dell'Emilia rispetto al resto del paese. Indubbiamente per l'Emilia è
particolarmente vero il giudizio di Claudio Pavone secondo cui «la
guerra civile fra fascisti e antifascisti può [...] essere vista come la rica
pitolazione e lo svolgimento finale, sotto la cappa dell'occupazione te
desca, di un conflitto apertosi nel 1919-22». E la mappa degli eccidi
nazisti, ma anche della Resistenza attiva, viene a sovrapporsi non solo
a quella delle aggressioni squadristiche del 1921-22 ma anche alle
mappe di conflitti sociali di lungo periodo.
In Emilia, storie di individui, di famiglie, di gruppi, di collettività
più larghe davvero si mescolano e si confondono con grande inten
sità. Si prendano, ad esempio, i due momenti forse più simbolici, in
diverso modo, del primo dopoguerra bolognese: la punta più dram
matica del conflitto agrario del 1920 e l'uccisione squadristica del ca
polega dei coloni di S. Maria in Duno,
nel 1921.
Amedeo Lipparini, avvenuta
La prima scena si svolge a Medicina, nel momento in cui la lotta
agraria del 1920 è al culmine e gli agrari ricorrono a «liberi lavoratori»
protetti da guardie armate per spezzare l'azione delle leghe. Nella fra
zione di Portonovo centinaia di braccianti esasperati invadono una
grande azienda: restano uccisi tre guardie e un leghista. L'anno succes
sivo, quando l'offensiva fascista è ormai in corso, sempre a Medicina
tre fratelli - anch'essi guardie giurate dipendenti dagli agrari e parenti
di due delle vittime - per vendicare queste ultime uccidono a loro vol
ta un bracciante socialista e ne feriscono il padre. Alla spedizione
squadristica partecipano anche il segretario del fascio del paese e il fi
glio del proprietario di una vasta tenuta a mezzadria, boicottato dalle
leghe l'anno precedente: lo troveremo fra gli agrari uccisi dopo il 25
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