Ferrazze tra acque e industria - Comune di San Martino Buon Albergo
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S a n M a r t i n o d a ( r i ) s c o p r i r e<br />
Visite guidate ai monumenti e ai luoghi del territorio<br />
Domenica 18 maggio 2008 – ore 10.00<br />
Le <strong>Ferrazze</strong>: <strong>tra</strong> <strong>acque</strong> e <strong>industria</strong><br />
visita guidata con Marco Pasa<br />
iniziativa realizzata in collaborazione con
FERRAZZE: UN CENTRO INDUSTRIALE; LE ORIGINI.<br />
Lo sviluppo del centro <strong>di</strong> <strong>Ferrazze</strong> risale al '200-'300 ed è strettamente<br />
legato alla s<strong>tra</strong>or<strong>di</strong>naria fioritura delle Arti della Lana nel centro citta<strong>di</strong>no e<br />
alla massiccia <strong>di</strong>ffusione del pascolo ovino nella “Campanea Minor”, la<br />
fascia <strong>di</strong> alta pianura a nord del corso dell'A<strong>di</strong>ge, dove la ricchezza <strong>di</strong><br />
risorgive consente una febbrile attività <strong>di</strong> molini, gualchiere e folli lungo il<br />
corso del Fibbio.<br />
Per influenza delle Arti si assiste anzi ad una sempre più precisa<br />
delimitazione delle aree riservate alle <strong>di</strong>verse attività: molini dal laghetto<br />
<strong>di</strong> Squarà alle Sorzive; folli da lana dalle Sorzive alle <strong>Ferrazze</strong>; fucine e<br />
magli nella zona <strong>di</strong> <strong>Ferrazze</strong> e <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Martino</strong> Bonalbergo; cartiere da<br />
<strong>Ferrazze</strong> a valle. Se infatti Montorio, presi<strong>di</strong>ato dall'alto dal suo rassicurante<br />
castello, <strong>di</strong>viene, grazie alle <strong>acque</strong> del Fibbio, il maggior centro<br />
veronese per la follatura della lana; "Ferraciae" si specializza nella<br />
rifinitura del ferro a scopi militari - imbrunitoi ed aguzzatoi <strong>di</strong> armi - in<br />
stretta connessione con la funzione ancora spiccatamente militare del<br />
Campo Marcio, l'ampia area <strong>di</strong> acquartieramento militare nei pressi <strong>di</strong><br />
porta Vescovo alle porte <strong>di</strong> Verona.<br />
Accanto alla considerevole importanza agricola <strong>Ferrazze</strong> ne ha però sin<br />
da quest'epoca anche una agricola: è infatti qui che dal corso principale<br />
del Fibbio viene derivata per l'adacquamento delle gran<strong>di</strong> possessioni<br />
scaligere la Fossa <strong>di</strong> Campalto, in seguito denominata Fossa Rosella.<br />
IL '500-'600: DA CENTRO INDUSTRIALE AD AREA AGRICOLA.<br />
Alla metà del '500 con la inarrestabile crisi del settore laniero che risente<br />
sia dei pesanti effetti della politica economica veneziana, tesa a privilegiare<br />
le industrie lagunari a scapito <strong>di</strong> quelle delle città <strong>di</strong>pendenti<br />
dell'interno, sia, ed in misura assai maggiore delle crescenti importazioni<br />
<strong>di</strong> lane s<strong>tra</strong>niere e della loro vincente concorrenza assistiamo alla drastica<br />
riduzione dei folli da lana cui fa però riscontro un notevole aumento del<br />
numero delle cartiere ed una sostanziale tenuta dei molini da grano, il cui<br />
sviluppo è favorito da un lato dalla vicinanza alla fascia collinare dove la<br />
cerealicoltura è ancora molto <strong>di</strong>ffusa e dall'altro al centro urbano, dei<br />
magli e delle fucine per la lavorazione siderurgica.<br />
Da un lato <strong>Ferrazze</strong> mantiene una considerevole importanza come sede<br />
<strong>di</strong> uno dei più gran<strong>di</strong>osi complessi <strong>industria</strong>li del tempo, quello "delli ere<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> messer Zulian dalle Calze qual sono in tutto Rude sette, ciouè due Rude<br />
da molin, due Rude da Cartera, doi Rude da Batter Rame et una Ruda da<br />
imbrunire armi" dall'altro un grande sviluppo conosce l'utilizzazione delle<br />
<strong>acque</strong> a fini a-dacquatori ed agricoli: alcuni coraggiosi impren<strong>di</strong>tori hanno<br />
coraggiosamente affrontato le non poche spese necessarie per<br />
l'introduzione <strong>di</strong> poderosi sistemi <strong>di</strong> adacquamento atti a <strong>tra</strong>sformare<br />
questa arida area <strong>di</strong> alta pianura costituita da un suolo ghiaioso e<br />
grossolano e caratterizzata da un clima naturalmente arido in una fertile<br />
plaga <strong>di</strong> marcite ad alto red<strong>di</strong>to. Nei secoli XVII e XVIII con i gran<strong>di</strong>
miglioramenti fon<strong>di</strong>ari introdotti nella "Campanea Minor" dalle ricche<br />
famiglie citta<strong>di</strong>ne: Bonetti, Cozza, Murari a Curte, Zenobi, Todeschi,<br />
Mercanti, Marioni, Muselli; con la <strong>di</strong>ffusione delle colture prative<br />
adacquatorie; con la costruzione dei gran<strong>di</strong> "fenili" per il razionale<br />
allevamento bovino e delle casare per la <strong>tra</strong>sformazione del latte;<br />
quest'area della "Campanea Minor" finisce per assumere un volto<br />
tipicamente agricolo. Non <strong>di</strong> rado gli stessi proprietari degli e<strong>di</strong>fici preferiscono<br />
<strong>tra</strong>scurare, in alcuni casi ad<strong>di</strong>rittura abbattere, i loro impianti per<br />
utilizzare, anche illegalmente, le <strong>acque</strong> a fini agricoli, <strong>tra</strong>sformarsi in<br />
proprietari terrieri ed investire nei miglioramenti fon<strong>di</strong>ari i loro capitali.<br />
Nascono così le due fosse Bonetti, in seguito rispettivamente denominate<br />
Murara e Zenobia, la fossa Cozza e la il territorio della futura Musella,<br />
porta le sue <strong>acque</strong> a Casa Pozza.<br />
TRA '600 ED '800: LA PERSISTENZA DELL'ATTIVITA' INDUSTRIALE.<br />
Nel corso del '600, anche se ormai gli usi agricoli sono <strong>di</strong>ventati<br />
preponderanti rispetto a quelli <strong>industria</strong>li il complesso <strong>di</strong> <strong>Ferrazze</strong> non solo<br />
è ancora presente ma si è anzi potenziato. Nella visita del 1688 infatti<br />
"Gl'edefficij delle <strong>Ferrazze</strong> sono Bocche otto quali servono per due ruotte<br />
da molino, due da Cartere, due da batter ferro, e queste sono <strong>di</strong> raggione<br />
del Signor Francesco Spinetta, e due da batter rame <strong>di</strong> raggione parte del<br />
Nobil Huomo Pietro Zenobio et Rochi Calderer". Ed ancora più imponenti<br />
appaiono nel verbale della Visita Generale dalle sorgenti del Fibbio fino<br />
all'A<strong>di</strong>ge praticata dalla Commissione eletta dal Convocato 25 novembre<br />
1821 ed avvisata colla circolare 1 febbraio 1822 della Presidenza del<br />
Consorzio Fibbio e Fossa Campalto quando il complesso risulta <strong>di</strong> proprietà<br />
Nicolini:<br />
"Il primo E<strong>di</strong>fizio a des<strong>tra</strong> è <strong>di</strong> due Ruote, la bocca che manda acqua alla<br />
animazion <strong>di</strong> sedeci martelli <strong>di</strong> carta ed una ruota che alza acqua alli usi<br />
dell'e<strong>di</strong>fizio fu ritrovata larga pie<strong>di</strong> uno nove e nove; la sinis<strong>tra</strong> che muove<br />
do<strong>di</strong>ci piloni simili larga pie<strong>di</strong> uno otto e otto.<br />
A detto E<strong>di</strong>fizio da carta sussegue verso la sinis<strong>tra</strong> sponda un E<strong>di</strong>fizio da<br />
macina <strong>di</strong> due Ruote una da Giallo ed una da bianco; la bocca della prima<br />
larga pie<strong>di</strong> uno cinque e sei, quella della seconda pie<strong>di</strong> uno oncie nove.<br />
In<strong>di</strong> un E<strong>di</strong>fizio da majo da ferro <strong>di</strong> tre ruote sopra due soli Canali. Uno<br />
muove la ruota del mantice e la ruota da molar ferri ed è largo pie<strong>di</strong> uno<br />
cinque e sei, l'al<strong>tra</strong> che alza due Martelli larga pie<strong>di</strong> due uno e sei ed altro<br />
da rame <strong>di</strong> tre bocche due delle quali animanti la Ruota che inalza due<br />
martelli, una larga pie<strong>di</strong> due otto e uno ed una larga pie<strong>di</strong> due nove e<br />
quattro. La terza poi anima il mantice larga pie<strong>di</strong> uno sette e due".<br />
FERRAZZE ALLA FINE DELL' '800: UN CENTRO INDUSTRIALE<br />
Alla fine dell' '800 <strong>Ferrazze</strong> riacquista una notevole importanza<br />
<strong>industria</strong>le.
In quest'epoca, grazie all'iniziativa <strong>di</strong> un abile impren<strong>di</strong>tore, Felice<br />
Mazzurana, è infatti sede <strong>di</strong> una fabbrica <strong>di</strong> sapone che, animata da un<br />
motore idraulico della forza <strong>di</strong> 8 cavalli, occupa 4 operai e 2 operaie per<br />
300 giornate l'anno; <strong>di</strong> una fabbrica per l'es<strong>tra</strong>zione dell'olio dai semi <strong>di</strong><br />
ricino ed in parte anche per l'es<strong>tra</strong>zione dell'olio dalle sanse delle olive,<br />
fondata nel 1870, che ha un motore idraulico della forza <strong>di</strong> 50 cavalli atto<br />
ad animare 4 torchi ed una macina ed occupa 60 operai e 15 operaie per<br />
300 giornate l'anno con una produzione annua me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> circa 5.000<br />
quintali <strong>di</strong> olio <strong>di</strong> ricino ma che arriva a produrne in alcuni anni fortunati<br />
sino a 6.000 quintali oltre a 440 quintali <strong>di</strong> olio <strong>di</strong> mandorle. Sempre a<br />
<strong>Ferrazze</strong> opera un torchio da olio al quale lavorano per 90 giornate l'anno<br />
3 lavoranti e che fornisce una produzione me<strong>di</strong>a annua <strong>di</strong> 180 ettolitri e<br />
che continuerà ad operare con crescente successo sino al 1901 quando<br />
viene rilevata dalla <strong>di</strong>tta Oleifici Veneti, dal 1907 <strong>di</strong>tta Oleifici Veneti<br />
Riuniti. Nel 1894 lo stesso Felice Mazzurana apre a Montorio anche uno<br />
stabilimento per la produzione <strong>di</strong> concimi artificiali anch'esso ceduto nel<br />
1901 alla <strong>di</strong>tta Oleifici Veneti.<br />
È solo alla fine dell' '800 che la zona <strong>di</strong> <strong>Ferrazze</strong>, come quella <strong>di</strong><br />
Montorio, cominciano a perdere la loro importanza <strong>industria</strong>le a tutto<br />
vantaggio dell'area <strong>industria</strong>le <strong>di</strong> Basso Aquar, ottimamente servita dai<br />
collegamenti ferroviari e dal Canale Industriale.<br />
La comunità riesce per altro ancora a <strong>di</strong>mos<strong>tra</strong>re la propria vitalità<br />
innalzando nel 1929, con i contributi ed il lavoro materiale dei suoi abitanti<br />
la chiesa parrocchiale consacrata il 10 agosto 1941 ed intitolata a santa<br />
Maria della Neve o <strong>di</strong> Nives.<br />
LA CHIESA PARROCCHIALE DI FERRAZZE<br />
L’iniziativa <strong>di</strong> erigere il primo oratorio pubblico de<strong>di</strong>cata alla Madonna<br />
<strong>di</strong> Nives o della Neve in <strong>Ferrazze</strong>, all’epoca nella giuris<strong>di</strong>zione spirituale <strong>di</strong><br />
Montorio, si deve al nobile veronese Giuseppe Spinetta proprietario della<br />
villa attigua, <strong>di</strong> una piccola tenuta agricola a prativo irriguo e <strong>di</strong> alcuni<br />
opifici valorizzati dalle <strong>acque</strong> del Fibbio.<br />
Questi nel 1692 rivolge la supplica al vescovo <strong>di</strong> Verona Pietro Leoni. E’<br />
però il nipote Lorenzo a completare nel 1696 i lavori, a dotare la cappella<br />
e ad ottenere il 10 luglio <strong>di</strong> quell’anno l’autorizzazione a celebrarvi la<br />
santa messa festiva.<br />
Nel 1929, cresciute le esigenze spirituali, è però la Comunità <strong>di</strong><br />
<strong>Ferrazze</strong> a costruire con il concorso <strong>di</strong> tutta le popolazione la nuova<br />
chiesa meglio rispondente alle crescenti esigenze degli abitanti. Il 4<br />
gennaio 1939 la zona <strong>di</strong> <strong>Ferrazze</strong> viene eretta a parrocchia autonoma; la<br />
consacrazione è del 10 agosto 1941 e se ne festeggia la ricorrenza la<br />
prima domenica dopo il 5 agosto.