LO STUDIO DELLE IMMAGINI MENTALI - GRUEMP
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CAPITO<strong>LO</strong> 1<br />
<strong>LO</strong> <strong>STUDIO</strong> <strong>DELLE</strong> <strong>IMMAGINI</strong> <strong>MENTALI</strong><br />
a) Una o più definizioni?<br />
“La comunicazione tra il corpo e la mente avviene sotto forma di dialoghi<br />
mentali chiamati immagini. L’immaginazione è il flusso di pensiero e di<br />
percezioni che noi possiamo udire, vedere, annusare, toccare e sentire.<br />
Un’immagine è una rappresentazione interna delle nostre esperienze e delle<br />
nostre fantasie – un modo in cui la nostra mente codifica, immagazzina ed<br />
esprime le informazioni.<br />
E’ il linguaggio dell’immaginazione, delle emozioni, e del nostro essere<br />
più profondo”.<br />
[ liberamente tradotto da Rossman, 1987]<br />
Innanzi tutto, credo sia opportuno tracciare un “recinto” all’interno dello sconfinato<br />
campo che riguarda l’argomento delle immagini mentali, se non altro per capire meglio e<br />
concentrarci di più su ciò che sarà trattato in questa ricerca; faremo questo iniziando da<br />
una definizione del termine, punto non privo di ambiguità interpretative.<br />
Oltre ad essere sicuramente affascinante, lo studio delle immagini mentali è<br />
necessariamente complicato dal fatto che ve ne sono di tipi, fenomenologicamente e<br />
funzionalmente, differenti.<br />
La lingua inglese, per esempio, ha cercato di rendere conto di una delle principali<br />
differenze del mondo immaginativo proponendo due termini, e cioè quello di<br />
imagination e quello di mental imagery.<br />
Ha molta imagination chi ama fantasticare, lasciarsi trascinare dalle immagini<br />
mentali; ha invece elevate abilità di mental imagery chi riesce a rappresentarsi la forma di<br />
un poligono irregolare ruotato di 90 gradi o riesce a memorizzare in modo soddisfacente<br />
30 coppie di parole formando delle immagini che leghino insieme i due elementi di<br />
ciascuna coppia (Cornoldi, 1999).<br />
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