Poggio Bracciolini Il processo e il supplizio sul ... - Palumbo Editore
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PARTE QUARTA L’età delle corti: la prima fase della civ<strong>il</strong>tà umanistico-rinascimentale (1380-1492)<br />
CAPITOLO I L’età delle corti: <strong>il</strong> Quattrocento<br />
T1 ON LINE<br />
[Epistolae]<br />
da Prosatori latini del<br />
Quattrocento, a cura di E.<br />
Garin, Ricciardi, M<strong>il</strong>ano-Napoli<br />
1952.<br />
5<br />
10<br />
15<br />
20<br />
25<br />
30<br />
1 Leonardo Aretino: si tratta di Leonardo Bruni (1374 ca.-<br />
1444).<br />
2 Girolamo...eretico: Girolamo da Praga (1380 ca.-1416)<br />
è al centro di questa lettera come esponente di idee riformiste<br />
<strong>sul</strong>la scorta del pensiero di Hus e di John Wycliffe<br />
(del quale divulgò gli scritti conosciuti nella sua permanenza<br />
a Oxford). Da notare, fin dall’inizio, la cautela con<br />
cui <strong>Poggio</strong> si accosta al personaggio, evitando ogni pre-<br />
<strong>Poggio</strong> <strong>Bracciolini</strong><br />
<strong>Il</strong> <strong>processo</strong> e <strong>il</strong> <strong>supplizio</strong> <strong>sul</strong> rogo di Girolamo da Praga<br />
Questa lettera è stata inviata a Leonardo Bruni (detto l’Aretino perché nato presso Arezzo) alla fine del<br />
maggio 1416. Vi si rappresentano <strong>il</strong> <strong>processo</strong> e l’esecuzione <strong>sul</strong> rogo come eretico di Girolamo da Praga,<br />
discepolo di Giovanni Hus, anche lui condannato al rogo l’anno prima. I due avevano creato a Praga un<br />
movimento di riforma religiosa che si era esteso a tutta la Boemia e che chiedeva, fra l’altro, l’abolizione<br />
dei possessi e degli altri beni temporali della Chiesa. <strong>Il</strong> movimento hussita continuò per decenni anche<br />
dopo la morte di Hus e di Girolamo da Praga. La lettera appare grave e preoccupata, anche se non priva<br />
di un forte sentimento di umana partecipazione per la sorte del condanato. Essa inoltre rivela l’ammirazione<br />
e la simpatia di <strong>Bracciolini</strong> per la forte personalità, per l’eloquenza e per <strong>il</strong> coraggio di Girolamo.<br />
Anche se l’autore evita di pronunciarsi esplicitamente a favore delle idee di Girolamo, ri<strong>sul</strong>ta abbastanza<br />
evidente la sua propensione alla tolleranza religiosa. Sia l’ammirazione per l’eloquenza e per la personalità<br />
del condannato, sia questa propensione sono aspetti tipicamente umanistici.<br />
II<br />
<strong>Poggio</strong> saluta <strong>il</strong> suo Leonardo Aretino. 1<br />
Dopo aver passato parecchi giorni ai bagni, scrissi al nostro Niccolò una lettera che credo ti farà leggere.<br />
Pochi giorni dopo <strong>il</strong> mio ritorno a Costanza si cominciò a discutere pubblicamente la causa di<br />
Girolamo da Praga, che dicono eretico. 2 Ho deciso di riferirtene, sia per la gravità dell’avvenimento,<br />
sia, soprattutto, per l’eloquenza e la dottrina dell’uomo. Confesso di non avere mai visto nessuno<br />
che, specialmente in una causa capitale, si avvicinasse di più all’eloquenza di quegli antichi che tanto<br />
ammiriamo. Era mirab<strong>il</strong>e cosa a vedersi con quali accenti, con quale eloquenza, con quali argomenti,<br />
con quale aspetto, con qual viso, con qual fiducia, rispondeva agli avversari, ed infine perorava<br />
la sua causa; 3 tanto che è da rimpiangere che un ingegno così nob<strong>il</strong>e ed eccellente si volgesse all’eresia,<br />
se è poi vero quello di cui l’accusano. Infatti non è nelle mie capacità giudicare di cosa tanto<br />
grave, e mi rimetto perciò alle decisioni di chi è ritenuto più esperto. Ma non credere che io voglia<br />
riferire minutamente questa causa con metodo oratorio; sarebbe cosa lunga, da prendere molti<br />
giorni; io tratterò alcuni punti più interessanti, da cui tu possa farti un’idea delle dottrine di quell’uomo.<br />
Contro di lui erano già stati raccolti molti capi d’accusa, da cui si ricavava la sua eresia; finalmente<br />
si permise che rispondesse pubblicamente alle singole obiezioni. Portato dunque <strong>sul</strong>la tribuna ed<br />
invitato a parlare, ripetutamente rifiutò affermando che doveva, prima di rispondere alle calunnie degli<br />
avversari, sostenere la propria difesa. E proclamava che dovevano ascoltare prima ciò che aveva da<br />
dire a proprio favore. In seguito si sarebbero discusse le calunnie accumulate dai suoi nemici. 4 Poiché<br />
rifiutavano di concederglielo, levandosi in piedi in mezzo alla tribuna esclamò: «Ma che ingiustizia è<br />
questa? per trecento cinquantacinque giorni durante i quali io subivo una durissima prigionia, nella<br />
sporcizia, nello sterco, in catene, nella penuria di tutto, voi avete sempre ascoltato i miei avversari; ed<br />
ora non volete ascoltare me per un’ora? Così è accaduto che, prestando orecchio alle loro accuse per<br />
tanto tempo, vi siete persuasi che sono un eretico, nemico della fede in Dio, persecutore degli ecclesiastici;<br />
e neppur mi si dà <strong>il</strong> modo di scolparmi. Dentro di voi mi avete giudicato malvagio prima di<br />
avermi potuto conoscere qual sono. Ma siete uomini, non dèi; 5 non eterni, ma mortali; potere errare,<br />
ingannarvi, essere raggirati, sedotti. Si dice che qui siano accolti i luminari del mondo, i più saggi della<br />
terra. Tanto più è necessario che vi preoccupiate di non far nulla di avventato, di leggero, di ingiusto.<br />
È in giuoco la testa di un uomo trascurab<strong>il</strong>e come me; ma non parlo per me che prima o poi dovrei<br />
morire; mi sembra indegno della sapienza di tanti uomini prendere nei miei riguardi una decisione<br />
ingiusta, nociva non tanto per la cosa quanto per l’esempio».<br />
Poiché ebbe dette con efficacia queste e molte altre cose, interrotto da clamori e da sussurri di moltissimi,<br />
si stab<strong>il</strong>ì che prima rispondesse alle imputazioni e che poi gli fosse concesso di dire ciò che vo-<br />
concetto in merito alla sua eresia.<br />
3 Era mirab<strong>il</strong>e...causa: <strong>Poggio</strong> esalta le doti oratorie di Girolamo,<br />
che già in questa rapida presentazione ci appare<br />
come un nuovo Cicerone, come una rinnovata figura<br />
classica. La coerenza stoica del comportamento, anzi,<br />
porterà più avanti <strong>Poggio</strong> a vedere in lui «un secondo Catone».<br />
4 E proclamava…nemici: Girolamo rivendica <strong>il</strong> diritto al-<br />
Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]<br />
1<br />
l’esposizione vera e corretta della propria dottrina, secondo<br />
un principio di tolleranza e di libertà tipicamente<br />
umanistico.<br />
5 Ma...dèi: Girolamo si richiama all’umanità dei suoi giudici<br />
e dunque alla flessib<strong>il</strong>ità di una conoscenza concepita<br />
come bene relativo e intrinsecamente interdialogico,<br />
frutto di confronto e mai di superficiale dogmatismo.
PARTE QUARTA L’età delle corti: la prima fase della civ<strong>il</strong>tà umanistico-rinascimentale (1380-1492)<br />
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6 Non disse...pena: la figura di Girolamo emerge con forza<br />
proprio dal suo tener testa agli accusatori dalla situazione<br />
di inferiorità in cui è posto.<br />
7 A molti...accuse: non potendo difendersi, Girolamo è costretto<br />
a volgere «in ridicolo» le accuse fino a creare l’effetto<br />
di un’ironia davvero paradossale.<br />
8 Tutti…morte: si riprende <strong>il</strong> discorso precedente: è impossib<strong>il</strong>e<br />
per Girolamo ritrattare la verità. Questo era stato<br />
l’atteggiamento di Hus che aveva posto come giudice<br />
<strong>Poggio</strong> <strong>Bracciolini</strong> ~ <strong>Il</strong> <strong>processo</strong> e <strong>il</strong> <strong>supplizio</strong> <strong>sul</strong> rogo di Girolamo da Praga<br />
leva. I singoli capi d’accusa venivano dunque letti dal pulpito, e prima gli si chiedeva se avesse qualcosa<br />
da obiettare, poi si udivano le conferme dei testimoni. È indescrivib<strong>il</strong>e l’ab<strong>il</strong>ità delle sue risposte,<br />
<strong>il</strong> genere di argomenti con cui si difendeva. Non disse mai nulla che fosse indegno di un uomo intemerato,<br />
e se la sua fede era davvero quella che professava, non si poteva trovare contro di lui, non dico<br />
un giusto motivo di condanna capitale, ma neppure per una lievissima pena. 6 Diceva che erano<br />
tutte bugie; tutte montature messe su dai suoi nemici. E come fra l’altro gli si leggeva l’accusa d’esser<br />
detrattore della sede apostolica, nemico del romano pontefice, dei cardinali, persecutore dei prelati e<br />
nemico della religione cristiana, alzandosi con voce di pianto e stendendo le mani: «Dove mi rivolgerò,<br />
o padri? A chi chiederò aiuto? Chi pregherò? Chi implorerò? Voi forse? Ma questi miei persecutori<br />
hanno distolto le vostre menti dalla mia salvezza, dipingendomi come nemico di quanti devono<br />
giudicarmi. Così pensarono che se le accuse architettate contro di me ri<strong>sul</strong>tavano troppo lievi, <strong>il</strong> vostro<br />
giudizio avrebbe tuttavia colpito un comune nemico e oppositore di tutti voi, quale con spudorate<br />
menzogne mi hanno descritto. E se voi prestate fede alle loro parole, io non posso sperare in nessuna<br />
via di salvezza».<br />
A molti ribatté con frasi argute, a molti con parole amare; molti, spessissimo, costrinse a ridere in<br />
una ben triste occasione, mettendo in ridicolo le loro accuse. 7 Invitato a dire come intendeva <strong>il</strong> Sacramento,<br />
disse: «Pane prima della consacrazione; vero corpo del Cristo nella consacrazione e dopo; e <strong>il</strong><br />
resto conforme alla fede». Allora un tale: «Ma dicono che hai affermato che resta pane anche dopo la<br />
consacrazione»; e lui: «Resta pane dal fornaio». A uno dell’ordine dei predicatori, che inveiva aspramente,<br />
disse: «Sta zitto, ipocrita»; a un altro, che giurava <strong>sul</strong>la sua coscienza: «Questa, rispose, è la miglior<br />
maniera per ingannare». […]<br />
Tutti aspettavano che si scolpasse negando le accuse o che chiedesse perdono dei suoi errori, ma<br />
egli, sostenendo di non aver errato e di non voler ritrattare cose di cui era falsamente accusato, venne<br />
finalmente a lodare Giovanni Huss, condannato al rogo, chiamandolo buono, giusto, santo e non meritevole<br />
di quella morte. 8 Si disse preparato ad affrontare egli stesso <strong>il</strong> medesimo <strong>supplizio</strong> con animo<br />
forte e sereno, cedendo a quei testimoni così spudoratamente bugiardi, che quando si sarebbero trovati<br />
davanti al Dio che non si inganna avrebbero reso conto a lui delle loro calunnie. Grande era <strong>il</strong> dolore<br />
dell’uditorio; avrebbero infatti voluto che un uomo di tanti meriti si salvasse mostrando un animo<br />
contrito. Egli invece perseverando nei propri sentimenti sembrava desiderare la morte, e, nel lodare<br />
Giovanni Huss, disse che nulla questi aveva sostenuto contro la Chiesa, 9 ma contro l’abuso dei<br />
preti, contro la superbia, <strong>il</strong> fasto e la pompa dei prelati. Infatti, poiché i patrimoni ecclesiastici sono<br />
dovuti innanzitutto ai poveri, poi ai pellegrini, quindi alla fabbrica delle chiese, a quell’uomo era sembrato<br />
indegno che venissero sperperati con meretrici, in banchetti, in cani, cavalli, vesti e altre cose<br />
indegne della religione di Cristo. La sua perorazione fu ab<strong>il</strong>issima 10 perché, pur essendo <strong>il</strong> suo discorso<br />
spesso interrotto da rumori, e disturbato da alcuni che censuravano le sue parole, nessuno di costoro<br />
egli lasciò senza replica, ed attaccandoli tutti li obbligò ad arrossire o a tacere. Quando i mormorii<br />
si levavano di tanto in tanto, costringeva la folla al s<strong>il</strong>enzio rimproverandola, e poi riprendeva<br />
<strong>il</strong> discorso pregando e supplicando che lo lasciassero parlare, perché lo udivano per l’ultima volta. 11<br />
Mai si spaventò a questi clamori, saldo e intrepido nell’animo. Fatto degno di menzione, era stato trecento<br />
quaranta giorni in fondo a una torre fetida e oscura, del cui orrore si dolse affermando che, come<br />
conviene a un uomo forte, non aveva pianto per questo; ma si lamentava di aver patito cose indegne<br />
e si stupiva della crudeltà degli uomini, che in quel luogo non gli avevano permesso né di leggere<br />
né di vedere. 12 Tralascio di parlare dell’ansietà che sempre dovette agitarlo, e che avrebbe dovuto<br />
privarlo della memoria, mentre egli chiamò a testimonio della sua opinione tanti dottissimi e santissimi<br />
uomini; addusse a sostegno della propria tesi tanti dottori della Chiesa, come se tutto quel tempo<br />
in grandissima quiete e serenità si fosse dedicato agli studi.<br />
La sua voce era soave, chiara, sonante, accompagnata da un dignitoso gestire oratorio, esprimente<br />
l’indignazione o suscitante la pietà, che tuttavia egli né cercava né desiderava di ottenere. Stava im-<br />
del proprio pensiero la Sacra Scrittura. Qui Girolamo si<br />
appella direttamente alla giustizia di Dio.<br />
9 nulla…Chiesa: in effetti Hus accettava alcuni principi del<br />
cattolicesimo riconoscendo la transustanziazione, i sacramenti,<br />
la Madonna, i santi, ma in nome di un cristianesimo<br />
povero, caritatevole e semplice, come quello delle<br />
prime comunità di credenti.<br />
10 La sua...ab<strong>il</strong>issima: Girolamo sembra dominare la situazione<br />
e “governare” <strong>il</strong> suo uditorio con la forza dei gesti e<br />
Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]<br />
2<br />
delle parole: l’eloquenza, secondo l’esempio classico, si<br />
dimostra veramente l’arte della persuasione.<br />
11 perché...volta: la certezza della condanna rafforza lo<br />
slancio quasi eroico delle sue perorazioni.<br />
12 si stupiva…vedere: con questa limitazione della conoscenza<br />
(visiva e intellettuale) <strong>Poggio</strong> sottolinea la gravità<br />
di una privazione che colpisce direttamente l’intelligenza<br />
umana e le possib<strong>il</strong>ità — fondamentali per un umanista<br />
— di leggere e di studiare.
PARTE QUARTA L’età delle corti: la prima fase della civ<strong>il</strong>tà umanistico-rinascimentale (1380-1492)<br />
CAPITOLO I L’età delle corti: <strong>il</strong> Quattrocento<br />
13 cardinale di Firenze: si tratta di Francesco Zabarella<br />
(1360-1417), eletto cardinale nel 1411. Ebbe parte attiva<br />
nella preparazione del Conc<strong>il</strong>io di Costanza, sostenendo<br />
posizioni favorevoli al primato conc<strong>il</strong>iare contro <strong>il</strong><br />
esercizi<br />
85<br />
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95<br />
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105<br />
Analizzare e interpretare<br />
1<br />
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<strong>Poggio</strong> <strong>Bracciolini</strong> ~ <strong>Il</strong> <strong>processo</strong> e <strong>il</strong> <strong>supplizio</strong> <strong>sul</strong> rogo di Girolamo da Praga<br />
pavido, intrepido, non solo spregiando la morte, ma desiderandola, tanto che l’avresti detto un secondo<br />
Catone. O uomo degno tra gli uomini di eterno ricordo! Non intendo lodarlo per quel che sentisse<br />
in contrasto con la Chiesa, ma ammiro la dottrina, l’eloquenza, la dolcezza del dire e la finezza del<br />
rispondere; anche se temo che tutto ciò gli sia stato concesso dalla natura per la sua perdizione.<br />
Accordatogli poi un tempo di due giorni per la ritrattazione, vennero a lui molti coltissimi per indurlo<br />
a cambiare parere (e tra questi lo visitò <strong>il</strong> cardinale di Firenze 13 per volgerlo alla retta via). Ma<br />
poiché con molta pertinacia perseverava nei propri errori, fu condannato dal conc<strong>il</strong>io come eretico e<br />
dato alle fiamme. Con volto sereno e aspetto calmo affrontò la morte, non ebbe paura del rogo, non<br />
del genere del tormento, non del trapasso. Nessuno stoico andò mai con tanta serenità verso la morte.<br />
Quando giunse al luogo dell’esecuzione si liberò da sé delle vesti, poi, mettendosi in ginocchio,<br />
adorò <strong>il</strong> legno a cui venne legato, prima con corde bagnate, poi con catene. Allora gli vennero posti<br />
tutt’attorno, fino al petto, grossi pezzi di legno misti a paglia, e non appena fu appiccata la fiamma cominciò<br />
a cantare un inno che solo <strong>il</strong> fumo e le fiamme poterono interrompere. Questo particolare attesta<br />
la singolare fermezza dell’animo suo: quando <strong>il</strong> littore volle accendere <strong>il</strong> rogo alle sue spalle perché<br />
non vedesse, esclamò: «Vieni qua e brucialo davanti ai miei occhi. Se ne avessi avuto paura, non<br />
sarei mai venuto qua, dal momento che potevo fuggire».<br />
Così arse quell’uomo, egregio oltre ogni credenza. Vidi la sua fine, ne seguii tutti gli atti. 14 Se agì<br />
da eretico e si ostinò nel proprio errore, morì tuttavia da f<strong>il</strong>osofo. Ti ho riferito una lunga storia; non<br />
avendo nulla da fare ho voluto impiegare <strong>il</strong> mio tempo in qualcosa, e narrarti eventi che si avvicinano<br />
alle gesta degli antichi. Infatti né Muzio lasciò bruciare la sua mano con la serenità con cui questi<br />
lasciò bruciare <strong>il</strong> suo corpo, né con tanta prontezza Socrate bevve <strong>il</strong> veleno con quanta egli salì <strong>sul</strong> rogo.<br />
Ma ora basta; perdonami se sono stato un po’ lungo. <strong>Il</strong> fatto meritava un racconto anche più dettagliato,<br />
ma non volevo essere troppo loquace. Addio, mio carissimo Leonardo. Costanza, 29 maggio<br />
[1416], giorno in cui Gerolamo subì la sua pena.<br />
Questo testo circolò per secoli in Europa come un atto di<br />
accusa contro l’intolleranza religiosa e le persecuzioni degli<br />
eretici. Ricostruisci i termini della requisitoria di <strong>Bracciolini</strong><br />
contro la Chiesa.<br />
potere pontificio.<br />
14 Vidi...atti: ogni parola e ogni gesto del condannato confermano<br />
la coerenza morale e la fierezza tragica della<br />
sua “resistenza”, sim<strong>il</strong>e a quelle di Socrate o di Seneca,<br />
Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]<br />
2<br />
«alle gesta degli antichi» (come Muzio Scevola), e degna<br />
di un vero «f<strong>il</strong>osofo».<br />
Caratterizza l’atteggiamento dell’autore verso <strong>il</strong> condannato.<br />
Quale virtù <strong>Bracciolini</strong> sembra particolarmente apprezzare?<br />
3