IG Magazine n. 2 - Provincia di Varese

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Moderatamente alcolico Autore: Aaaa????? Quando mi impartiscono un ordine e sono costretto ad eseguirlo la gabbia diventa un po’ più piccola. Quando qualcuno mi delude e tengo tutto dentro, la mia gabbia diventa un po’ più piccola. Quando qualcuno mi offende e non posso picchiarlo, la mia gabbia diventa un po’ più piccola. Quando voglio uscire e non posso la mia gabbia diventa un po’ più piccola. Vi sembrerò un fissato sull’orlo dell’esaurimento nervoso, razza “topodabibliotecazittodatuttaunavitaprendefucileammazzatutti”, ma non lo sono. Un topo, intendo. E allora chi sono? Un uomo senza dignità, per cominciare. Se qualcuno mi chiede aiuto, corro e se mi negano il loro con banali scuse, io ringrazio lo stesso. Grazie di cosa? Un uomo che non sa cosa vuole. Prendo ordini solo perché non ho voglia di darne. Un uomo incompetente. Non c’è nulla in cui io sia veramente bravo. Non mi piace l’informatica e odio gli inglesi e la loro lingua. Sono in via d’estinzione. Devo essere protetto, non ucciso. Un uomo vigliacco. Se qualcuno mi insulta, faccio finta di non avere sentito, voglio solo che si dimentichi tutto in fretta e ho paura che reagendo poi mi trattino peggio, e poi, vedete, sono cresciuto con l’ idea che le persone e le loro opinioni siano tutte egualmente importanti e degne di rispetto. Cazzate. Molti sono poveri scemi, così vuoti che a parlarci insieme senti l’eco! Questa è la vita. Ah, che maleducato, dimenticavo di presentarmi: sono Aria, e sono moderatamente alcolico, per sentirmi libero. Ora sono seduto in un similpub, stile inglese, parquet sul pavimento, sui tavoli, sulle pareti, sul soffitto, sul vassoio, poggio il culo su di una sedia in similpelle, passa il similcameriere. Bevo tequila. Il suo calore restituisce vita al mio corpo cadaverico, bevo alla goccia e ne ordino un altro. C’è un uomo al bancone, mi guarda come se gli facessi schifo ma lo divertissi al tempo stesso. Se mi guarda ancora mi alzo e gli rutto in faccia. Sorride. Rutto. Diventa serio e mi guarda disgustato. Rutto. Si gira. Ho trovato il modo di comunicare. Scommetto che se gli avessi chiesto cortesemente di girarsi non l’ avrebbe fatto. LINGUA DELLA MAGGIORANZA DELLA POPOLA- ZIONE: il rutto. Poco dopo decido di alzarmi. Decisione errata a quanto pare, perché in cinque secondi mi ritrovo schiena a terra e gambe all’aria. Arriva verso di me un grosso energumeno, somigliante a quei tipi che vendono le salamelle nei chioschetti di notte: vestito bianco, unghie nere, mani secche e callose, capelli scuri, pelle rossastra. Il cuoco. “Alzati” mi ordina spazientito, come il padre che rimprovera il bambino. “Dici a me?” chiedo spavaldo. “A te coglione” dice scandendo bene le parole, tenendo i denti stretti, quasi gustando ogni singola lettera. “Così giovane e già a bere... Sei la vergogna della società, sono le quattro del pomeriggio, perché non ti trovi un lavoro?” Io intanto mi sono alzato e le sue parole mi arrivavano dalle spalle, parole di uno stronzo. Vere. Ma rimangono pur sempre di uno stronzo. Però su una cosa si sbaglia: il difficile per me non è stato trovare un lavoro. Il difficile è rassegnarmi al lavoro. Il mio unico obiettivo è sempre stato finire di studiare, non era previsto un dopo. E comunque non un dopo brutto. Ho paura. Ora lavorerò fino a 65 anni. Sarò vecchio quando smetterò. Devo camminare, devo respirare! Percorro una via e piano piano mi riprendo. Vedo un’ enoteca. Mi compro una bottiglia di rosso. Sì. Per il resto che fare? Che pensare? Domani che sarà? Andrò a lavorare. Ma ora siamo io e la mia bottiglia. Sono in ottima compagnia. Squilla il cellulare. È l’ ufficio. Si saranno accorti ora che non sono andato a lavoro. Sto lì, fermo, a guardare lo schermo che lampeggia, fin quando non finisce di squillare. Poi alzo lo sguardo. Vedo il tramonto. E’ molto più bello. Mi viene da piangere, mentre cammino e penso a quanti ne perderò.
ALCOL Tutto quello che c’è da sapere sugli effetti e i rischi L’alcol etilico, etanolo o comunemente alcol, è una sostanza psicoattiva molto diff usa e contenuta in diff erenti tipi di bevande: esistono bevande a BASSO contenuto alcolico (da 3 a 14 gradi = percentuale di alcol etilico contenuta in una bevanda) o “fermentate” (il vino, la birra, il sidro, gli spumanti), bevande con gradazione INTERMEDIA (da 15 a 30 gradi), che si ottengono con l’aggiunta di acqua, zuccheri, essenze o erbe aromatiche (amari e aperitivi) e bevande ad ALTO contenuto di alcol (dai 30 ai 70 e più gradi), i “superalcolici” o “distillati” (whisky, gin, vodka, grappe, acqueviti). L’uomo dell’antichità attribuì all’alcol un signifi cato soprannaturale e le bevande alcoliche entrarono così a far parte di molti riti religiosi; il vino venne usato per disinfettare le ferite o come base per numerose medicine. Fu a partire dal XIX secolo che, con l’industria delle distillerie, i problemi creati dall’abuso di alcol divennero evidenti in tutta la loro gravità e nel 1852 venne coniata la parola alcolismo. In Italia abbiamo una tradizione millenaria di produzione e consumo di alcolici di ogni tipo e il commercio è libero e legale. Se un bicchiere di vino, una birra o un drink non fanno male e possono facilitare la socialità (accompagna spesso momenti anche importanti della nostra vita: i brindisi caratterizzano feste, compleanni, battesimi, matrimoni o incontri piacevoli anche se occasionali), l’eccedere nell’assunzione di una qualsiasi bevanda alcolica può diventare un’abitudine (vera e propria dipendenza psico-fi sica) che può danneggiare l’organismo, i rapporti sociali e le relazioni familiari. I RISCHI Se si esagera con la quantità si può andare incontro ad aumento della pressione sanguigna, sensazione di ebbrezza e leggerezza, aumento della loquacità, rallentamento dei rifl essi, abbassamento della temperatura corporea, diffi coltà nelle prestazioni sessuali. Possono anche presentarsi disturbi digestivi con nausea, vomito e conseguente pessimo risveglio il giorno dopo (i postumi della “sbornia” si manifestano con nausea, mal di testa e vertigine). Quando esagerare con le bevande alcoliche diventa un’abitudine la situazione si complica anche molto, con gastriti, ulcere e tumori allo stomaco, epatiti e cirrosi, danni al sistema nervoso e a quello circolatorio Dopo un periodo di abuso prolungato l’alcol produce facilmente dipendenza, fi sica e mentale. E’ possibile allora che al mattino si avvertano sintomi dovuti alla mancanza della sostanza come tremori alle mani e alla lingua, crampi, nausea, ansia, irritabilità; sintomi che scompaiono dopo l’assunzione di bevande alcoliche. Chi abusa per lungo tempo di bevande alcoliche può anche manifestare un’aggressività diffi cile da controllare. La dipendenza da alcol è cronica e progressiva e si può instaurare rapidamente (ci si abitua in fretta a bere di più illudendosi di riuscire a sopportare senza problemi anche grandi quantità di alcol); può essere fatale se non controllata. In condizioni di dipendenza cronica da alcol si può diventare petulanti o scocciatori, violenti e litigiosi, sbruff oni o piagnoni, rovinando amicizie, amori e matrimoni. Alcol, caff è e tabacco, sono le sostanze legali che ve-
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