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L’INTERVISTA
QUATTRO DOMANDE A RICCARDO SARFATTI
“Ticket e sanità
si può fare di più”
Il candidato dell’Unione alla presidenza
della regione Lombardia illustra il suo
programma, parla di malati, costi e qualità
del sistema. E lancia un appello: non
risparmiamo sui paziente, ma garantiamo la
continuità delle cure.
Lei si candida a Presidente della Regione,
e la sanità rappresenta l’impegno più importante
del Governo Regionale (circa
l’80% del bilancio). Cosa pensa della sanità
in Lombardia?
In generale penso che il sistema sanitario italiano
sia uno dei migliori al mondo. Nel nostro
paese si ha diritto ad essere curati indipendentemente
dal reddito, e questo è un
dato di civiltà, caratteristico dei sistemi europei.
In Lombardia poi c’è una grande tradizione
che da sempre la pone all’avanguardia.
Grazie al grande senso di solidarietà dei
lombardi, ad una felice tradizione universi-
taria, ma soprattutto alla professionalità ed
all’impegno di chi opera in sanità.
Penso invece che molto di più e di meglio
possa fare chi governa la sanità. Alcuni cambiamenti
introdotti negli ultimi anni dalla
giunta guidata da Formigoni hanno creato
parecchi problemi, facendo lievitare i costi,
immediatamente scaricati sui cittadini con
addizionale IRPEF e ticket, mettendo a rischio
la qualità del sistema. Non migliorando
ciò che andava migliorato.
Può fare degli esempi?
Certo, ad esempio oggi l’organizzazione
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sanitaria spinge a dimettere i malati precocemente
e questo fa risparmiare, ma siccome
sul territorio o a domicilio non sono stati
predisposti servizi per garantire la continuità
delle cure, per i pazienti si creano problemi
seri.
Nella nostra regione la presenza di aziende
ospedaliere di diritto privato, profit e
no-profit, è molto significativa, e assicura
un terzo di tutti i ricoveri ospedalieri
con altissimi livelli di qualità. Lei è ostile
o favorevole alla presenza del privato nel
servizio sanitario regionale?
L’obiettivo di chi governa il sistema
deve essere curare al meglio le persone,
e molte strutture gestite privatamente
garantiscono qualità.
Quello che critico, nel sistema lombardo
è di aver introdotto la concorrenza,
che nel mercato sanitario
genera più problemi di quelli che risolve.
Tanto che anche Formigoni
ha fatto una precipitosa marcia indietro
razionando le risorse e imponendo
agli ospedali dei tetti di
produzione uguali per tutti, sbagliando
una seconda volta perché
così si penalizza la qualità. In un sistema
ben regolato pubblico e privato
possono convivere efficacemente
garantendo entrambi qualità.
La Lombardia è conosciuta in
Europa come Regione della libertà
di scelta del luogo di cura da
parte del cittadino. E’ favorevole a questo
diritto o tornerebbe alla programmazione
burocratica di un tempo?
Questa è una favola da sfatare, ovunque in
Italia esiste questo diritto, tant’è che molti
vengono a curarsi in Lombardia a spese delle
loro Regioni. Come quella che la
Lombardia disporrebbe di minori risorse,
queste sono distribuite secondo il rischio di
ammalarsi, che come è noto è molto legato
all’età, per questo le Regioni dove si vive più
a lungo dispongono di maggiori risorse. Un
problema irrisolto anche in Lombardia è
l’opportunità di accedere gratuitamente e
in tempi brevi all’eccellenza.