Voci di corridoio - ISISS Antonio Scarpa

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LA LA LA REDAZIONE REDAZIONE DI DI "VOCI "VOCI "VOCI DI DI CORRIDOIO"
CORRIDOIO"
Insegnante responsabile:
Gaetano de Biase
Marta Momesso (III A LL) (Direttore)
Giacomo Bisceglie (IV A LS) (Vicedirettore)
Beatrice Lio (III C LS) (Vicedirettore)
Davide Schileo (II LC) (Vignettista)
Martina Tommasi (III C LS) (Vignettista)
Alberto Marcuzzi (III B LS) (Vignettista)
Gabriel Costache (IV Ginnasio LC) (Grafico)
Mattia Celebrin (I A LS)
Alberto Coden (I C ITIS)
Olga Pavan (V Ginnasio LC)
Michele Grassilli (V Ginnasio LC)
Luisa Moretti (III C LS)
Giulia Piazza (III C LS)
Andrea Buso (IV A ITIS)
Riccardo Pasquali (III C LS)
Riccardo Princivalli (III C LS)
Paolo De Faveri (III B LS)
Claudia Goxhay (III B LS)
Laura Rui (I A LC)
Diego Ardissono (I A LC)
Anna Carrer (I A LC)
Giulia Maitan (I A LC)
Fatima Tizi (III A LS)
Julia Nowak (III A LL)
Roberta Maccari (IV A LS)
Giulia Manzato (IV A LS)
Elena Santi (V A LS)
Franca Perin (IV C LS)
Isabella Saccardi (III C LS)
Adriana Grillo (V Ginnasio LC)
Federica Zanotto (III C LS)
Federico Celia (IV C LS)

Editoriali
Editoriali
Salvagente: evoca già vacanza l’immagine di un grande salvagente su cui sdraiarsi in mare aperto. Eppure il
tema scelto dai ragazzi per questo numero del giornalino è stato ispirato da una delle vicende più
emblematiche degli ultimi difficili mesi: il naufragio della Concordia, che è divenuto metafora di un Paese-
nave che sta seriamente rischiando la deriva (una “nave senza noc nocchiere chiere in gran tempesta” di dantesca
memoria). Il tema è stato tuttavia coniugato dai ragazzi in modo diverso, e decisamente più ottimistico e
“leggero”, con riferimento anche al “salvare” qualcuno. E così si è pensato ad esempio al salvagente come
chance davanti ad una qualsiasi difficoltà. Anche la cultura lo è, specie in tempi in cui sembra contare di
più la non cultura dell’apparire e del percorso facile. L’esperienza del giornalino dimostra che solo facendo
fatica si ottengono buoni risultati. E in qquesti
uesti mesi sono arrivate anche delle belle soddisfazioni, come il
premio per la “comunicazione sociale” ottenuto con un blog (di cui troverete traccia nel numero)
nell’ambito dell’iniziativa dell’Ulss 9 “Oblò Cube” sul tema della diversità. Tema a noi car caro vista la presenza
in redazione di diverse anime e di diversi carismi, tra cu i spicca il promettente gruppo dei vignettisti. Cresce
anche la competenza dei nostri “giornalisti” in erba grazie ad un incontro con la giornalista Barbara
Battistella, che ci ha iniziato ad un mestiere che diventa una scelta di vita. Non posso che augurare buona
lettura con la speranza che l’esperienza scolastica, nella fattispecie in questo istituto,possa rappresentare
per tutti un “salvagente” ad una vita senza senso e senza meta.
Gaetano de Biase
Ieri non avevo voglia di fare nulla, quindi mi sono messa lì, passiva davanti alla televisione. Era da un po’
che non lo facevo! Ah! Otium antico! La televisione ti ha sostituito con un mucchio di cavolate. Tra una
pubblicità e un’altra n’altra ogni tanto c’era un film, ma quelli non mi stupivano molto, almeno non quanto le
réclame. Ero persa nell’immaginazione dell’avere tutti quei prodotti, utili e non, finché una frase mi stupì:
“il mondo ha bisogno di eroi”… ed era la propaganda per uuna
na birra … una birra … che salva il mondo. Non
tanto questo mi ha particolarmente allibita, quando, appena conclusa quella frase, venne una nuova
pubblicità che iniziava con la stessa frase della precedente mentre finiva: “il mondo ha bisogno
di
eroi”! Ancora?! ora?! Mettetevi d’accordo! C’è già la birra! Questa volta la
promozione era sui giornalini per ragazzi.
Da qui sono nati i miei pensieri: possono davvero una birra e dei
giornalini per adolescenti salvare un mondo? Iniziai con una lista di
proposte che ora non scrivo per rispetto alla decenza sociale, ma
no: la mia risposta finale era proprio no. Adesso lasc lascio lo spazio ai
pensieri dei giornalisti: loro ci indicheranno la via per la salvezza, a
cosa stare attenti, a come aprire gli occhi. Lo so che la birra piace,
ma non ci salva. Lo so che i giornalini piacciono … ma piacerà di
più questa nuova edizione di “Voci Voci di corridoio”! Sarà il vostro
salvagente!
E allora enjoy!
Marta Momesso 3A LL

Gettiamo un salvagente!
Da molti anni è una realtà sempre all’ordine del giorno quella dell’enorme afflusso di stranieri clandestini
nel nostro paese. Non passa infatti fatti settimana senza che vi siano nuovi sbarchi a Lampedusa.
Questo problema ha da sempre suscitato un forte dibattito: queste persone hanno diritto a stare qui? Non
dovremmo rispedirle a casa loro? Dobbiamo accoglierli quando invece nei loro paesi origi originari i nostri
connazionali sono trattati brutalmente, se non
uccisi?
La battaglia da qui suscitata si è poi portata
anche sul piano politico ed è stata usata anche
come oggetto di propaganda elettorale. Alcuni
anni fa, girando per i nostri paesi, si potev potevano
infatti vedere manifesti rappresentanti
immagini di navi piene di clandestini con scritte
frasi come “noi gli abbiamo respinti” o
“abbiamo fermato l’invasione”.
Penso che, prima di dire cose di questo genere,
dovremmo immedesimarci nei panni di questa
povera gente: sono nati in paesi dove vige un
regime dittatoriale o è in corso una guerra, dove se si dice qualcosa di sbagliato si viene uccisi, dove l’unico
problema è arrivare alla sera riuscendo ad aver sfamato sé stessi e propri figli; poi arriva un b bbel
giorno, nel
quale qualcuno ci dice che laggiù, al di là del mare, c’è un paese dove si può vivere dignitosamente, dove
regnano la libertà e la pace. Voi cosa fareste? Restereste lì nella speranza che un giorno qualcosa cambi
miracolosamente e continuando o la vostra misera esistenza? Certamente no. Allora decidono di vendere
quel poco che possiedono per comprare i biglietti di una nave che forse li porterà a destinazione. Forse.
E noi vogliamo ricacciare questa gente, riportandola ai loro paesi d’origine ddove
ove ormai non hanno più nulla,
dopo aver affrontato viaggi nei quali hanno visto in faccia la morte e dove alcuni l’hanno anche trovata?
Gettiamogli un salvagente per una vita migliore! Anche loro, essendo del tutto uguali a noi, hanno diritto ad
avere una possibilità a costruirsi una vita libera.
Paolo De Faveri, III B LS
Per saperne di più sul tema, rimandiamo alla recensione del film “Quando sei nato non ti puoi più nascondere” che
troverete al termine di questo numero, nella sezione dedicata alle recensioni.

Il salvagente tecnologico
“Salvagente = anello arancione che
può salvarti la vita”, ecco cosa potreste
trovare cercando salvagente in un
vocabolario, ma questa definizione
sembra essere destinata a cambiare,
perché?
Perché un esperimento hi-tech tech mostra
come saranno i Baywatch del futuro,
infatti quest’estate, in una delle
spiagge più pericolose dalla California,
i bagnini hanno un nuovo alleato:
EMILY, il primo robot in grado di
salvare i bagnanti in mare.
Funziona così: quando un bagnino
vede un bagnante in difficoltà, lancia
Emily in acqua.
I sensori del
Robot
individuano il
bagnante: un
sonar lo
localizza in
acqua e una
telecamera lo osserva mentre annaspa
tra le onde. Una volta raggiunto
l’uomo in pericolo, l’altoparlante di
Emily parla con la voce del bagnino a
terra, che lo rassicura e gli dice di
aggrapparsi
robottino.
al salvagente del
Le dimensioni di Emily sono piuttosto
ridotte: è lungo un metro e mezzo ed è
rosso, lungo e affusolato come un
sigaro, per nuotare efficacemente tra
le onde dell’Oceano. Riesce a portare
in braccio appena 7 chili di peso, ma,
quando “nuota” nell’acqua, è in grado
di trascinare in salvo una persona,
trainandola fino a riva; infatti il motore
è a idrogetto come quello che
utilizzano le comuni moto d’acqua:
utile e veloce in caso di salvataggio
Il primo Baywatch
cibernetico è costruito
dall’americana
Hydronalix, e ,dato
l’esito positivo
dell’esperimento, ha
deciso di continuare con
la produzione di questi
robot e di crearne una nuova versione.
Ancora una volta la tecnologia, con
infiniti modi, riesce esce sempre a renderci
la vita più facile e anche più sicura.
Mattia Celebrin 1A LS

S.O.S. la Terra sta annegando, c’è bisogno di un enorme salvagente!
.
.
..Solitamente mio
padre non mi saluta con un “Ciao..come è andata
oggi a scuola?”, ma tende sempre ad informarmi
su ciò che è accaduto nel resto del mondo,
mentre io ero intenta a comprendere il significato
latino del doppio dativo. Naturalmente non
mancano le solite esclamazioni, quali e io mi ritrovo sempre
a pensare che sia fin troppo facile combinare guai
e aspettarsi che gli altri li risolvano solo perché gli
vien detto di farlo. Una volta ho persino rischiato
di credergli: avevo deciso che da grande
mi sarei impegnata nel
cambiare il mondo, ma non
sapevo come fare: Platone
aveva avuto Socrate
come maestro, non
era diventato un
così grande
filosofo senza
alcun aiuto
e,inseguito,
aveva
insegnato ad
Aristotele; Giotto
aveva appreso parte
del suo stile da Cimabue; e
Einstein instein non aveva fatto tutta la strada da solo.
Ma, allora, perché dovremmo farla noi? Per quale
motivo tutti pensano che dovremmo tentare
e,addirittura, riuscire in tale impresa se poi loro
perdono il proprio tempo a lamentarsi e nessuno
ci insegna da dove ve cominciare? Di esempi da
seguire ve ne sono abbastanza pochi! Da piccola
pensavo ingenuamente che se non vi fossero più
stati eserciti le guerre si sarebbero
concluse,nessuno avrebbe più dovuto veder
partire amici e fratelli per il fronte e tutti
avremmo o vissuto più tranquilli: ma mi sbagliavo.
Solo da poco ho capito che ciò sarebbe inutile.
Insomma, è facile notare come la storia si ripeta
inevitabilmente: la realtà in cui viviamo non è
molto diversa da quella di Sallustio, un Catilina e
una Sempronia del el XXI secolo li si trovano
facilmente ed è inutile affliggersi, visto che non si
è fatto nulla per evitare una simile situazione, per
imparare dagli errori del passato. E vi è persino
chi si chiede perché dovremmo tentare di
cambiare la nostra “bella” soc società, dove coloro
che dovrebbero aiutarci a condurre la nostra vita
al meglio ci mettono in crisi con le loro
decisioni sbagliate,prese solo per
soddisfare interessi
personali; dove le
conduttrici televisive
gareggiano per
mostrare ognuna il più
bell’abito “vedo,non
vedo”, che in realtà
lascia intendere tutto;
dove si continua a
combattere per scopi
economici, senza alcun riguardo
per le convenzioni sociali; e dove ciò
che non è lecito, lo diviene a seconda dei
nostri desideri?..Forse per poter acquisire un
poco più di dignità!
Fatima Tizi III A LS

Casa Sicura
Ho percorso questa strada una o due volte in
passato
Attraverso una porta aperta
Cado attraverso lei
C'è un segnale di aggiornamento più avanti
Come uno spartiacque
E mi apre davanti agli occhi
Strade per cominciare
A rinascere
E conoscere per la prima volta
Strade, tutte che in modi completamente diversi
Risplendono perchè possa rendermi conto
Dell’uomo migliore che sono ora
Sono stato in alcune parti della lla mia mente
Alle spalle vedo cose peggiori rispetto a quello
che mi aspetta
E sul mio cammino come in un sogno
mi prende alla sprovvista
Dal nulla sei diventata forte come la pietra
E ora non dovrai più restare sola
Cosa c'è, lo so
Sei sempre stata la mia casa sicura
cammino, corro, mi estinguo dentro di te
Sei sempre stata la mia casa sicura
Tutto il mio mondo è traslocato
So ciò che sono e sempre sarò
La tua realtà, è molto più bella di quando potessi
sognare
Le mie paure scompaiono
E resisterei e combatterei
Tutto il mondo per te
Fiducia, e destino
Non ci ho mai creduto davvero
Il mio unico Dio è l'amore e
La fiducia, ciò che vedo in te
e posso tenerla stretta, la verità
Come un peso nelle mani
Safe Home
I've been down this road once or twice before
Through the open door
I come falling through it
There's a sign post up ahead
Like a watershed
And it opens my eyes
Ways, for me to begin
To be born again
And knowing for the first time
Ways, all so differently
Shine for me to see
The better man that I am
I've been places in my head
Behind nd me worse than what's ahead
And on my path just like a dream
Takes me from the inbetween
From out of nowhere here you came strong as stone
And now w I'll never have to be alone
What it is I know
You ou have always been my safe home
I walk, I run, I burn n out into you
You have always been my safe home
My whole world has moved on
I know what I am and I'll always be
Your reality, is better than I could dream
All my fears ears turn from black to white
And I'd stand and fight
The whole world for you
Faith, and destiny
I never did believe
My only god is love and
Faith, what I see in you
And I can hold it true
Like a weight in my hand
a cura di Alberto Marcuzzi, III B LS

Patente te a 17 anni: conviene?
Devo ancora capire se è vantaggiosa o meno.
Chiunque ne avrà sentito parlare. “ Da aprile
2012 si potrà guidare a 17 anni: è legge”, così
scrivono i giornali. Più precisamente dal 21 aprile
e devo dire che di giorni rni non ne mancano poi
tanti… Ma chiariamoci un poco le idee. Perché
spesso notizie del genere fanno scalpore e la
maggior parte di coloro che ne parla non ha la
minima idea di quel che sta succedendo.
• Avere 17 anni ed essere in possesso di
patente A in corso di validità sulla quale non
gravano provvedimenti di revoca o
sospensione
• Designare massimo tre accompagnatori che
non devono avere oltre 60 anni e devono
essere titolari da almeno dieci anni di
patente B o superiore
• Seguire un corso o di formazione di almeno
dieci ore effettive di guida
”fattibile”
• Esercitarsi con un’auto con rapporto
potenza/peso non superiore a 55 kW/t e
comunque di potenza non superiore a 70kW
recante il contrassegno “GA”(= Guida
Accompagnata)
• Naturalmente i 17enni che hanno ottenuto
l’autorizzazione sono soggetti alle stesse
limitazioni in vigore per i neopatentati e
inoltre durante la guida deve essere presente
un solo accompagnatore agnatore e non si possono
trasportare passeggeri.
Motivazione di una proposta del genere?? A
quanto pare re è per via della richiesta di dare la
possibilità ai 17enni di esercitarsi un anno prima
nella guida di un’automobile in vista del
conseguimento della patente B. La potremo
dunque definire una “guida accompagnata” non
di certo una vera e propria patente. Le condizioni
però sono molte e sono proprio queste che mi
han fatto riflettere:
“ok 17 anni compiuti, non ho una patente A ma
potrei farmela”
“mamma, papà e un bel trentenne affascinante”
“ehm qui la vedo dura.. tanto per la macchina quanto
per il contrassegno da d*****e”
“mi sembra giusto per le stesse limitazioni..ma
insomma non posso trasportare passeggeri??”
Idea scartata al solo pensare che dovrei ottenere la patente A, fare dieci ore di guida, prendermi una altra
macchina solo per scarrozzare i miei in giro, il che lo vedo senza senso. Tanto vale che guidino loro!
Certo non ha tutti i torti una legge del genere dato il numeroso tasso di incidenti stradali. Infatti questi sono
la prima causa di morte tra i giovani: ogni giorno sulle strade italiane perde la vita un ragazzo tra i 15 e i 20
anni. Totale: 371 vittime e 38.235 feriti tra gli adolescenti nel 2010. Numeri che fanno riflettere. Salviamoci
gente da questa strage dell’asfalto, salviamoci da quei sabati sera che finiscono improvvisamente con le
note della canzone del momento a tutto volume. Basta solo un attimo.
Luisa Moretti, III C LS

Un salvagente all'arte!
Impacchettare il mondo per svelarlo!
Questa è l'idea che ha ispirato l'artista parigino,
Christo, che imballa oggetti comuni, paesaggi
naturali, edifici o grandi monumenti per dare
un’idea misteriosa di ciò che vi sta dentro, ma
anche per renderlo importante, proprio come un
dono.
Un intervento temporaneo
che richiede una grande
progettazione e uno studio
accurato del territorio,
delle scelte artistiche adatte
al luogo, un operare che però
non entra in conflitto con
questo; è anzi un'azione che
sottolinea e cambia l'ambiente
solo per attirare l'attenzione.
L'intero progetto è sempre
autofinanziato e i materiali impiegati sono tutti
scarti dell'industria, riciclati e riciclabili.
Uno degli interventi più importanti è stato
l'imballaggio del Reichstag di Berlino nel 1995,
per il quale sono stati i impiegati più di 100 mila
metri quadrati di tessuto, una vera e propria
architettura del sogno. Si vedono i bordi del
monumento, ma il contenuto scompare. Il
palazzo del Parlamento che la gente vede tutti i
giorni lascia il posto a qualcosa che non si
riconosce conosce più e che diventa
interessante perché mai visto
prima così.
Christo, infatti, attraverso
mezzi d'espressione e di
comunicazione insoliti,
tenta di costituire un
salvagente a opere d'arte
delle quali "svela
nascondendo"
bellezza e l'importanza.
la
Il suo intervento nel paesaggio costituisce una
trasformazione inimmaginabile prima e
indimenticabile dopo.
Claudia Goxhaj 3B LS

Un n salvagente per il congiuntivo!
Un addio imposto dall'ignoranza
Sfido chiunque a negare di aver mai sentito dirsi "Non penso che tu sei una cattiva persona", concetto a
parte, questo è un errore - per non definirlo orrore - che ormai sta contagiando una grande fetta della
popolazione italiana, dai giovani agli stessi " "adulti".
Come si sa ogni lingua ha una sua evoluzione del corso della sua vita, però come disse Hermann Mulle "Le
mutazioni buone sono così rare che possiamo considerarle tutte cattive" ci può provare che non si arriverà a
nulla di buono.
Ormai l'indicativo o sta sommergendo piano, piano il congiuntivo, di questi tempi sarebbe più facile trovare
un bigfoot nel deserto del Sahara che sentire pronunciare correttamente un congiuntivo! Spesso mi
domando perché la lingua italiana, ricca di mille sfaccettature dall dall'armonia 'armonia e dall'eleganza unica, debba
essere violentata in questo modo! Secoli e secoli di modellamento linguistico stanno andando in fumo per
colpa della moda e della frenesia nazionale che impone un ritmo alquanto zelante e alla portata di tutti.
Quando è il “diverso” a … SALVARTI
Tutto considerato, però, c'è anche da dire che
non tutto il male vien per nuocere e che non è
la prima volta che ciò accade, infatti nella
lingua latina, madre dell'italiano, erano
presenti anche altri tem tempi, ormai scomparsi
nell'italiano.
Gabriel Costache IV Ginnasio LC
L'estate scorsa ho avuto il piacere cere di passare una giornata insieme ad alcuni ragazzi della Nostra Famiglia.
Sono bastate poche ore per lasciare un bellissimo ricordo dentro di me e insieme a questo molta voglia di
ripetere quest'esperienza. Penso non si potesse scegliere nome più appro appropriato priato per questa associazione
dove ci si sente subito a casa e a proprio agio come in una vera famiglia. Magari può sembrarvi strano ma
non sono stata io ad insegnare qualcosa a quei ragazzi ma loro a me! Non pretendevano niente e così è
stato molto facile e entrarci in sintonia ed essere me stessa con loro. Cosa mi viene in mente quando penso
alla Nostra Famiglia? Amore, generosità, amicizia, rispetto, accoglienza, sincerità, condivisione. In una sola
parola: VITA. Perchè la vita è piena di difficoltà e si cade molte volte, ma, con l'amore delle persone che
credono in noi, che ci vogliono bene e che ci aiutano a rialzarci, possiamo superare i momenti peggiori e
gioire con loro di quelli migliori. E chi lavora alla Nostra Famiglia le sa bene queste cose e pen penso che
vengano ricompensati ogni giorno per quello che fanno perchè non c'è ricompensa maggiore del sorriso di
un bambino o di un ragazzo che condi condivide vide i suoi progressi con te.
Adriana Grillo, V ginnasio LC

Salvati dallo sport
Quante volte si è sentito parlare di ragazzi usciti dal
nulla e diventati campioni!? Ragazzi dall'infanzia
difficile che, grazie allo sport, sono riusciti nell'arduo
compito di farsi uomini. E' lo sport che si insidia nella
curiosità dei ragazzi di strada arrabbiati contro il
mondo intero, e li placa, e li plasma. Questo accade
per esempio a Giuliano, appena fuori Napoli, dove
nascono promesse del pugilato grazie ad una piccola
palestra aperta da circa vent’anni. Una palestra di vita.
I ragazzi abbandonano i vicoli malfamati e la droga per
dirigersi regolarmente agli allenamenti e lottare per un
nuovo e sano obbiettivo. Imparano il gioco pulito e la
lealtà abbandonando quell'esistenza che intaccava
loro le menti. Ora in quella piccola palestra si
percepisce e soltanto l’energia quasi primordiale che
precede il match di pugilato. Lo sport trasmette i suoi
benefici non solo all’atleta stesso, ma anche a tutti
coloro che gli stanno accanto. Come succede in
Brasile, dove l’ex giocatore Romario de Souza, nato a
Jacarezinho, carezinho, una delle “favelas” più popolose di Rio de
Janeiro, alla firma del ricco contratto con il Barcellona,
comprò una casa di 12 piani in città, per togliere
familiari e amici da quella straziante condizione di vita.
Geniale in campo quanto generoso nel condividere la
S.O.S. SFIGATI
sua fortuna. Altra storia difficile è quella della piccola
rumena Nadia Comaneci che, scoperta all’asilo inizia
subito una trionfante carriera nella ginnastica artistica
tanto che all’età di 7 anni è già in pedana a
collezionare vittorie. . È la prima ginnasta ad essere
valutata con dei “10” ed è raro. Può sembrare la
normale storia di una campionessa, ma la sua non è
stata una vita facile. Salvo quel corpo nulla è
realmente suo e nel 1981 diventa purtroppo una delle
tante donne di Nicu, il figlio del dittatore Ceausescu.
Durante una tournee negli Usa, riesce a fuggire e a
chiedere asilo politico. Lo sport le ha permesso di
essere libera e di scappare da quella patria che era
diventata per lei come una prigione. Inoltre negli Usa
ha aperto una na accademia di ginnastica per poter fare
delle sue straordinarie abilità un dono per gli altri. Per
lei la pratica sportiva ha significato la salvezza.
Questi possono sembrare solo esempi, ma sono storie
reali, di persone che hanno av avuto la fortuna di poter
cambiare la propria situazione, migliorare e riscattarsi.
È proprio così: lo sport ci offre mille occasioni per
aggrapparci al “salvagente” e non annegare. Lo sport
può salvare la vita!
“Bisogna far capire ai giovani che laurearsi a 28 anni è da sfigati”. Così disse il viceministro del Lavoro, Michel
Martone.
Forse per il viceministro laurearsi a 24 e poi finire a lavorare in un call center è più figo. Sarà.
Giulia Piazza 3C LS
Mettendo però da parte lo stile e l’antipatica ntipatica generalizzazione con cui se ne è uscito, bisogna riconoscere a Martone
che un po’ di contenuto in quell’esternazione c’era: non si possono fare anni e anni fuori corso per poi prendere una
laurea con la quale, entrando quasi trentenni nel mondo ddel
lavoro ci si fa ben poco.
La flessibilità lavorativa di cui tanto si parla in questo periodo, dovrebbe cominciare innanzitutto da un altro tipo di
flessibilità: quella mentale, al momento della scelta della facoltà a cui iscriversi una volta maturati. Quella è la vera
della chiave di volta. Sì, perché oltre a tener conto dei propri interessi e delle proprie attitudini, è importante al giorno
d’oggi dare un peso rilevante all’offerta per quella facoltà nel mondo del lavoro.
All’inizio può anche essere dura, ra, ma col senno di poi, e magari con un buon contratto di lavoro in tasca, quella
flessibilità e quei sacrifici (tanto cari al ministro Fornero) fatti in precedenza verranno premiati.
In questo modo, dopo essersi laureati a 24 24-25 anni e dopo aver intrapreso so una buona carriera lavorativa, potremo
finalmente andare dal viceministro Martone a dargli il cinque, altro che sfigati!
Olga Pavan V Ginnasio LC

Ogni scuola ha il suo salvagente!
Spazioso o stretto, bello o brutto, affollato o meno, ogni scuola è dotata di un salvagente: il bagno. Lui sì
che è un vero amico, sempre pronto ad accoglierti per qualsiasi tua necessità; e non mi riferisco solo a
quelle di tipo fisiologico!
Sempre pronto o con il suo specchio a darti man forte per una raddrizzata ai capelli o al trucco ogni mattina,
a volte mettendoti davanti agli occhi scene che non avresti mai voluto vedere… Ma sempre con dolcezza.
Sempre pronto con i suoi muri a reggerti quando ti senti poco bene, ad accoglierti quando piangi in silenzio
se c’è qualcosa che non va. Pronto a ricevere i tuoi pugni o le tue parole dopo una verifica andata da cani al
cambio dell’ora. Lui…
Eccolo mentre d’inverno ti dà calore con i suoi termi, ascoltandoti co consolare nsolare un’amica. Lui, che di storie
d’amore e di pettegolezzi oramai ne sa una più del diavolo, ma che non ha mai detto niente a nessuno. Lui,
che ti offre un posticino tranquillo per sgranocchiare qualcosa in pace o per staccare un attimo quando non
ce la fai più a stare in classe…
Lui, il bagno.
Un sentito “grazie” da parte di tutti quanti, caro bagno; sei e sarai sempre il nostro unico vero salvagente!
Olga Pavan V Ginnasio LC

Dipendenza macchinette
Ore 8.00: >.
Ore 9.55: >.
Ore 11.05: >.
Ore 12.55: : Uscendo dalla scuola e incontrando l’omino che riscuote i soldi ai distributori automatici pensi:

Terra Compromessa
Era di Giovedì sera che un prete a scuola ci spiegò
come la Terra Promessa di Mosè fosse ormai
compromessa. Il tale era l'attuale coord coordinatore
nazionale di Pax Cristi: un'associazione cattolica
che opera anche in Terrasanta, errasanta, da cui Don
Nandino Capovilla ritornava per fare il punto e
testimoniare l'ennesimo viaggio. Inutile
raccontare i perchè di un'occupazione spietata
che ha sistematicamente soffocato i Palestinesi a
vantaggio dei fratelli israeliani, costringendoli in
fazzoletto di terra. Ragionevole sarebbe sta stato
pensare una spartizione equa tra le due
popolazioni ma – perchè c'è un ma e anche un
però – l'appoggio delle potenze occidental occidentali e
degli Stati Uniti in primis, ha portato Israele a
prendere il sopravvento già nel ventesimo secolo secolo,
concedendosi licenze sempre empre più ampie rispetto
a quelli che erano i patti iniziali. Allo slogan “un
popolo senza terra ra per una terra senza popolo”,
gli Ebrei di tutto il mondo hanno creduto
ciecamente, come se la fondazione dello Stato di
Israele fosse la giusta ricompensa per le
deportazioni e tutte le atrocità subite nel corso
del secondo grande conflitto. Insomma gli
Israeliani che a dire re il vero tutti ebrei non sono sono, si
sentono pienamente legittimati, e così anche i
Palestinesi che neppure loro sono tutti
musulmani! I secondi i ormai hanno optato per la
non-violenza perchè ridottisi idottisi all'impotenza di
topi, costretti a viaggiare in tunn tunnel interrati per
non incrociare, nello spostamento tra un
quartiere rtiere e l'altro di Gerusalemme
Gerusalemme, lo sguardo dei
“compatrioti”. Confrontato il numero di
confessioni religiose alle rispettive percentuali, si
può facilmente intuire quanto il motivo religioso
sia relativo e comunque non sufficiente a
spiegare le ragioni della conflittualità israelopalestinese.
Per correttezza l'e l'espansione
coloniale di Israele, pur essendo un conclamato
oltraggio per i Palestinesi e uno spudorato
tradimento di quelli che eerano
gli accordi di
spartizione, non si può uò definire conflitto conflitto, né
tantomeno guerra, stando alle fonti uf ufficiali: a
quel pochissimo che si legge o si vede in giornali e
telegiornali. Più che di Storia per però si è parlato
molto di storie, innumerevoli quelle di Palestinesi
e Israeliani fisicamente divisi da un muro
impenetrabile e imponente, che getta un'ombra
di petrolio sui ui volti di tanta troppa gente, e sfida il
cielo in grandezza e in lunghezza gareggia con la
muraglia cinese. Più ddi
sette volte cento
chilometri, sono – o non sono – un buon motivo
per allarmarsi? Speriamo che ancora non lo siano,
scusate il gioco ioco di parole parole, per disperare.
Giacomo Biscegl Bisceglie, IV A LS

"Sommersi ommersi e salvati" ... Testimonianza di un "Salvato"
“Ricorderò sempre quel giorno in cui sono venuti
a salvarci: ci toccavano per capire se eravamo
uomini o bestie”. Questa è solo una delle tante
frasi che hanno segnato il racconto di Sahmuel
Von Belskoy-Levy Levy durante la conferenza tenutasi
il 28 gennaio nel nostro istituto.
Samuel Artale era ancora un
bambino quando è stato deportato
insieme alla sua famiglia nel campo
di concentramento di Aushwitz .
Ritengo che questa sia una di
quelle anime incancellabili, un
personaggio deciso, fermo che ha
saputo trovare la propria forza nei
momenti più deboli della propria
vita. Pensare di avere di fronte a sé
un rappresentante di quella che è
stato un periodo di terrore
disumano ha lasciato nella mia
mente, e non solo, un ricordo
indelebile. Forse l’aspetto che più mi hha
colpito è
la “freddezza” con cui il signor Artale si
esprimeva, il non coinvolgimento di sentimenti
che ha costruito nel rifarsi una vita. Tento di
mettermi nelle sue condizioni, cerco di capire
cosa poteva aver vissuto in stanze degradate,
lottando giorno no per giorno per la sopravvivenza,
osservando la morte che si proponeva
costantemente di fronte agli occhi. A nove anni
noi tutti andavamo a scuola, giocavamo con gli
amici, guardavamo i cartoni, avevamo una
famiglia, eravamo felici. Eppure, c’è chi tutto
questo non l’ha vissuto e, personaggi come
Artale, sono maturati in così poco tempo o, per
meglio dire, sono dovuti crescere velocemente.
Racconta: “I bambini come me avevano una
caratteristica importante: le nostre dita sottili
erano utilizzate per
controllare la bocca e
gli orifizi dei cadaveri
(e non solo) per
recuperare denti od
oggetti in oro” :
affermazioni
agghiaccianti.
Dopo queste
testimonianze ci sono
tanti dubbi e pensieri
che occupano la mia
mente. È possibile che
l’uomo riesca ad
arrivare a tanto? Può il
pregiudizio diventare così incombente da dover
eliminare milioni di Ebrei? È una situazione
ipoteticamente ricreabile in futuro? Come cambia
la vita di un uomo che ha vissuto tutto questo e
soprattutto io, sarei capace di sopportarlo?
Cari lettori, ci sarebbe molto da dire su questo
argomento tuttavia concludo così, invitandovi a
riflettere nelle parole di Lev Tolstoj il quale scrive:
“ per vivere con onore bisogna struggersi,
battersi, sbaragliare ogni cosa e ricominciare
tutto da capo e buttare uttare via tutto, e di nuovo
ricominciare e lottare, e perdere eternamente.”
Roberta Maccari 4 A LS

Con gran sorpresa lo Scarpa compie l'impresa
Qui per voi mi accingo a raccontare
una storia che è un po’ al di fuori del normale,
venerdì 9 Marzo un fatto epico è avvenuto
che il prestigio della nostra scuola ha sicuramente accresciuto,
protagonisti di quest’evento inaspettato
sono fanciulli chi il liceo di Motta ha ben plasmato,
la disciplina che non è mai opinione
era l’oggetto del della loro ardua missione,
le Olimpiadi di matematica dovevan infatti disputare
e della loro gara a squadre io vi voglio raccontare.
Da un grande maestro eran guidati
e per gareggiare a Udine si eran recati,
all’inizio della competizione un gran silenzio era calato
e non c’era nessuno che non fosse concentrato.
Ventiquattro erano i diabolici quesiti da affrontare
e per due ore i sette dovettero sudare,
cinque erano i posti per qualificarsi alle nazionali
e molti di più erano gli accaniti rivali,
da occhialuti nemici eran minacciati,
tutti provenienti da istituti assai stimati.
Ma i nostri, agendo sempre in collaborazione
di molti problemi trovarono la soluzione,
risposte giuste continuavano a dare
e la graduatoria cominciaron pian piano a scalare.
Negli attimi finali assai alta era la tensione
e ancor di più la paura della mancata qualificazione,
e quando i nostri eroi scoprirono di aver guadagnato il quinto posto
festeggiarono in modo tutt’altro che composto!
Contro ogni aspettativa alle nazionali la nostra squ squadra adra sbarca,
portando alto il vessillo del liceo Antonio Scarpa,
a Cesenatico compiere di nuovo l’impresa sarà dura,
ma l’importante è non fare una poco dignitosa figura,
e se negli anni a venire tutto ciò un abitudine diventerà
il nostro liceo nell’Olimpo delle scuole svettare potrà!
Giulia Manzato 4A LS

Cultura … Salvagente!
Nel mese di maggio del 2011 la IV e la V ginnasio
del nostro Istituto, in collaborazione con il Museo
Archeologico di Oderzo, hanno organizzato,
insieme alle loro insegnanti, una giornata in cui
alcuni studenti hanno preso parte all’iniziativa
“Siamo di parola”.
Ognuno di loro ha illustrato ai visitatori del
Museo alcuni reperti archeologici risalenti al
periodo successivo al I millennio a. C., come ad
esempio iscrizioni, bassorilievi, mosaici, statuette
di bronzo e monete antiche. . L’iniziativa è stata
ripetuta altre due volte, l’ultima a dicembre, e ha
Vi aspettiamo al Museo Archeologico "Eno Bellis" di Oderzo, venerdì 18 maggio alle ore 20:00. I
ragazzi frequentanti il ginnasio del Liceo Classico presen presenteranno teranno i reperti in esposizione.
In alto mare
riscosso un grande apprezzamento fra studenti,
insegnanti e soprattutto visitatori.
L’esperienza verrà riproposta con nuovi interpreti
anche alla fine di quest’anno scolastico, sper sperando
di richiamare ancora una volta numerose persone
interessate alla cultura.
Questa iniziativa è molto importante perché per
crescere e progredire dobbiamo avvicinare la
gente e i soprattutto gli studenti all’immenso
patrimonio artistico e culturale che tutta l’Italia
possiede, a cominciare dalle città e dalle zone più
vicine a noi.
Si è, ormai , all’ultimo “atto” scolastico; nel quale ci si deve guardare alle spalle e rivedere quello che si ha
fatto finora per trarre le somme, capire dove si ha sbagliato, scegliere cosa fare per migliorare e decidere
come continuare.
Chi ha qualche lacuna cerca di alzare i suoi voti, e nonostante il poco tempo che rimane si può riuscire a
rimediare.
Certo, tutti sanno quanto può essere difficile recuperare più voti in meno di due mesi, e sanno che
bisognerà rimboccarsi le maniche.
Nessuno vorrebbe rifare fare due volte lo stesso anno, e questo convinzione può essere d’aiuto, se abbinata a
tutto quello che si potrebbe perdere con la bocciatura.
Ma finche c’è vita c’è speranza, e per mantenerla basta pensare : non è ancora finita.
Michele Grassilli V Ginnasio LC
Alberto Coden, I C ITI

Signora, suo figlio è molto bravo ma non studia!
Signora, suo figlio è molto bravo ma non studia!
Questa forse è la frase più detta dai professori ai
genitori, ma è sempre veritiera? Suo figlio non
studia o non sa studiare?
Molte volte la colpa non è dello studente che non
studia ma forse è colpa del metodo di studio che
si adotta. Le domande sono:
Si può acquisire un metodo di studio ?
L’intelligenza è modificabile? Si può insegnare ad
imparare?
Domande che si ripetono da decenn decenni senza che
sia data loro una risposta completa, esaustiva e
concreta. Quesiti che ci si pongono in particolar
modo quando si notano problemi di rendimento:
domande che si fanno i genitori quando vedono i
loro ragazzi passare ore e ore al tavolino sen senza
purtroppo raggiungere risultati apprezzabili . Ma
perché il ragazzo non possiede un suo metodo di
studio? Perché non e’ motivato? Perché non
riesce a fare collegamenti? Perché impara a
pappagallo senza ragionare? In questi casi
diventa un’esigenza cercare care di dare una riposta
al fine di salvaguardare il futuro di un ragazzo,
attrezzandolo per poter proseguire il cammino
scolastico senza incidenti .
Per avere un buon metodo bisogna seguire tre
punti. La prima cosa da fare è imparare a
costruire tabelle, lle, schemi, sintesi .La seconda
quella di ragionare in modo critico su ciò che
studia sviluppando un proprio pensiero
autonomo. La terza far nascere la motivazione a
studiare come esigenza di ricerca e interesse
personale.
Il metodo di studia varia pe però da persona a
persona, da cervello a cervello. Infatti c’è chi è
più predisposto all’apprendimento e ha buona
memoria, quindi non ha bisogno di molto studio.
Chi invece ha un cervello metodico, grazie al
quale con l’utilizzo di schemi e sottolineature
riesce esce a memorizzare al meglio le informazioni. In
fine chi invece ha bisogno di approfondimenti e
continui ripassi per fissare le informazioni.
Bisogna quindi imparare a conoscersi e non
essere pigri, impegnarsi e rimboccarsi le maniche
. Solo così si potrà far cambiare le parole dei
professori che tanto animano di rabbia i genitori.
L’importante comunque è non esagerare perché
come disse il filosofo Francesco Bacone " "passare
troppo tempo a studiare è pigrizia" .
Riccardo Pasquali 3C LS

Salvate il soldato P!
“Hello guys, let’s go to the mountains!” Questa frase apparentemente potrebbe descrivere l’euforia incontenibile di
un gruppetto di ragazzi dell’ISISS Scarpa … ripeto apparentemente.
Non vorrei scendere subito nei dettagl dettagli, i, quindi faccio un piccolo passo indietro a quella fresca mattinata dell’8
febbraio … quando un giovane ragazzo assonnato si allacciava gli scarponi, pronto ad aggredire le piste da sci.
Neanche Messner avrebbe potuto fermarlo, era inarrestabile, ma non aaveva
veva fatto i conti con la sorte avversa e lo
attendevano una serie di sfortunati eventi. Il mio amico P, conosceva le piste come le sue tasche, ogni scorciatoia o
sentiero erano troppo scontati e un qualsiasi alpinista si sarebbe sentito un dilettante nei suoi confronti.
L’inarrestabile P, una volta messi ai piedi gli sci, come fossero armi da sterminio di massa, cominciava a mettere in
pratica anni e anni di intenso addestramento sciistico, dopo un breve ripasso delle regole dello sciatore modello, o
meglio o di quello che secondo lui è lo sciatore modello.
1 PADRONANZA: lo sciatore modello deve adeguare le sue capacità alle condizioni della neve e del tempo;
2 TRAIETTORIE: scegliere la direzione senza incertezza; gli altri sciatori devono capire con chi hanno a che fare;
3 SORPASSO: è sempre consentito, d’altronde perché fare sequenze e sequenze di curve se si può arrivare più
velocemente alla fine della pista facendola tutta a uovo e superando chiunque?
Forse però in tutta la sua esperienza aveva tralasciato la re regola gola base: “Assicurarsi di aver ben fissato gli scarponi agli
sci prima di partire”. Ecco, appunto.
L’irrefrenabile P, intrepido come sempre decise di affrontare un fuoripista che non conosceva. A un certo punto in
discesa prese il sopravvento su di lui de delle lle pietre scoperte dalla neve e un piccolo fosso e fu così che perse lo sci destro
e quello che successe poi in realtà è ancora oggi non pienamente definibile. O meglio, si è visto un misto di neve, sci e
racchette rotolare giù, ma del mio amico P non abb abbiamo iamo avuto notizie fino al tardo pomeriggio, al momento della
partenza per poi tornare a casa. Tranquilli, non è morto, è qui seduto accanto a me in classe, solo leggermente ferito
nell’orgoglio!
Intercultura: Esperienze in Danimarca
Beatrice Lio e Riccardo Princivalli 3C LS
L'anno scorso ho deciso di trascorrere la quarta liceo all'estero con Intercultura. Destinazione: Danimarca, da più di
otto mesi ormai vivo in una famiglia danese e frequento qui la scuola.
Non so bene da dove cominciare a descrivere quanto la Danimarca sia diversa dall'Italia, in tutti i sensi, dalle cose più
ovvie come l'ambiente o il cibo, alla cultura e al ccomportamento
delle persone.
Lo stato danese funzione benissimo, tutto é efficiente ed é uno degli stati con il livello di corruzione più basso al
mondo. In più il sistema di assistenza sociale per i cittadini é avanzatissimo e le persone ricevono soldi dal dallo stato più o
meno per qualsiasi cosa, sono rimasta molto colpita da questo all'inizio perché é completamente diverso da quello che
succede a casa in Italia, e quindi da quello a cui sono abituata. Per esempio: una volta compiuti i 18 anni si ricevono
dei soldi mensilmente dallo stato per poter continuare a studiare (la cifra che si riceve varia in base ad alcuni criteri,
per esempio se si vive da soli o con i genitori, quanto alto é lo stipendio dei genitori ecc); le madri che crescono dei
figli da sole ricevono icevono moltissimi sussidi e aiuti; i disoccupati ricevono mensilmente dallo stato una cifra più alta degli
stipendi di chi fa i lavori meno pagati; le visite dentistiche sono pagate dallo stato a tutti i minorenni. Questi sono solo

alcuni esempi di quanto bene funziona lo stato e di quanto sia diverso da quello italiano! Per esempio da noi sarebbe
impensabile dare ai disoccupati così tanti soldi.
É molto diverso anche il sistema scolastico. A sette anni si comincia la Folkeskole, che dura nove anni obbli obbligatori, più
un decimo facoltativo. Al termine dei nove anni obbligatori, un qualsiasi sedicenne danese si trova davanti a un sacco
di possibilità diverse:
1-Cominciare Cominciare subito una delle diverse scuole superiori. Potendo scegliere tra il Gymnasium (un equiva equivalente dei nostri
licei), l'Handelsskole (una scuola di economia), la Tekninkskole (una specie di ITIS) o la Produtionsskole (una scuola che
introduce al mondo del lavoro, come le nostre scuola professionali).
2-Se Se non si hanno le idee chiare o non ci si se sente nte pronti alle scuole superiori, o anche in caso di voti troppo bassi, si
può fare il decimo anno di folkeskole, quello facoltativo.
3-Molto Molto comuni in Danimarca, ma ahimè inesistenti in Italia, sono le Efterskole, in cui decide di entrare la maggior
parte dei ragazzi. Sono delle scuole speciali che durano due anni, in cui ragazzi sono costretti a trasferirsi in dei
campus e a condividere delle stanze con gli altri studenti. Ogni efterskole é specializzata in qualcosa, per esempio in
lingue straniere, o (quelle elle più popolari) in sport. Io sono rimasta molto colpita dalle efterskole perché a parer mio si
matura un sacco ad andar a vivere lontano dalla famiglia (anche se tornando a casa per il weekend) a 15 15-16 anni, a
doversi pulire da soli la camera e ad impa imparare rare a condividere e a vivere assieme ad altre persone. L'unico difetto di
queste scuole é che non sono pubbliche e costano abbastanza.
Io sono nel secondo anno di Gymnasium, e poiché dopo la folkeskole si hanno tutte questa possibilità, in classe siamo
tutti tti di età diverse dai 17 ai 20 anni. A differenza dell'Italia dove abbiamo tipi diversi di liceo, qui c'é solo il
Gymnasium, ma all'interno ogni studente sceglie la sua classe, e ogni classe studia delle materie obbligatorie (danese,
inglese, religione, matematica atematica ecc) più tre materie a livello avanzato che cambiano per ogni classe; per esempio nella
mia il corso prevede: Chimica livello A, Matematica B e Biologia B. Ogni studente deve scegliere anche una seconda
lingua straniera tra Spagnolo, Francese o Tedesco (nella mia scuola fanno quasi tutti tedesco perché abitiamo vicino al
confine con la Germania quindi é utile). Come in Italia la classe é formata da un gruppo fisso di persone (a parte per le
lezioni di lingua straniera, dove ci sono classi miste iin
n base a cosa si é scelto), però si cambia aula ogni lezione. Questo
perché ogni materia ha un tipo di aula diverso: chimica e biologia si fanno in laboratorio, le classi di inglese, spagnolo,
tedesco e francese hanno le librerie con i testi in lingua stra straniera e i dizionari ecc...
Entrando nella mia scuola danese gli studenti italiani rimarrebbero colpiti per molte cose. Questo é un elenco delle
cose che io ho trovato molto strane quando sono arrivata:
-Non Non si dà del Lei ai professori, e li si chiama per nnome
ome (é stata dura abituarsi!); in generale i professori non sono
severi quindi in classe molti studenti si tolgono le scarpe o quasi tutti mangiano, infatti è assolutamente normale
vedere persone che mangiano insalata o pasta durante la lezione, perché son sono o pochissimi i prof che lo vietano.
-Ci Ci sono computer sparsi un po' dappertutto per la scuola. Questo perché le assenze, gli orari, i voti, tutto viene
gestito in internet, in un sito chiamato Lectio. Ogni studente ha un account e una password personale ( (che sono dati
SOLO agli studenti, non ai loro genitori). Accedendo al proprio account si può vedere il proprio orario, si possono
vedere i propri voti, quali compiti per casa bisogna fare e soprattutto quando si é assenti da una lezione bisogna
accedere e scrivere in internet il motivo dell'assenza (non c'é bisogno di nessun libretto o di nessuna firma dei
genitori). L'orario non é uguale tutte le settimane ma cambia spesso, e soprattutto non si sa mai in che classe ci sarà
lezione, per questo la mattina quando ando si arriva a scuola si può usare uno dei computer in corridoio per controllare in
quale a ula si ha lezione.
In ogni classe c'é un computer collegato ad una smart smart-board board (una “lavagna” su cui si proietta lo schermo del
computer), a delle casse per l'audio io e ovviamente alla rete internet della scuola. La lezione in generale é molto diversa
da quelle a cui siamo abituati in Italia. Di solito il prof sceglie un argomento, dà una spiegazione breve alla classe, poi c cci
si divide in gruppi ed ogni gruppo deve uusare
sare la lezione per fare delle ricerche e cercare di capire una parte

dell'argomento (assegnata dall'insegnante) e preparare una spiegazione per la classe. Durante questo lavoro possiamo
usare i nostri computer (che possiamo tranquillamente portare ed usar usare e in classe, anzi é molto comune prendere
appunti col computer invece che con carta e penna!), power point, video da youtube ecc.
-Non Non ci sono verifiche o interrogazioni. Ogni tanto ci sono dei test in classe ma possiamo usare i libri e gli appunti;
però periodicamente dobbiamo scrivere dei rapporti sulle cose che abbiamo fatto in classe (per esempio sugli
esperimenti fatti con chimica, o sui film visti in inglese) e spedirli via internet ai professori, che valuteranno così gli
studenti. É come se da noi si prendessero i voti in pagella solo in base ai compiti per casa.
-La La scuola organizza delle feste con tanto di Dj e banco del bar che vende alcolici leggeri (birra, sidro o vino) agli
studenti. L'alcool viene servito dai professori e dai bidelli.
-In un certo senso la scuola é degli studenti. Mi spiego: ci sono una serie di comitati che permettono agli studenti di
decidere gran parte delle cose che succedono a scuola. C'é un comitato studentesco che organizza le feste e gli
spettacoli, e addirittura ora che he la scuola deve essere restaurata c'é un comitato creato apposta per questo; hanno
ricevuto un certo budget dalla scuola e hanno fatto dei progetti su come riverniciare i muri, come sistemare l'area
relax con un bancone tipo bar su cui ci si può sedere a lavorare e una serie di divanetti, e così via poi una mattina ce li
hanno presentati in aula magna e abbiamo votato come vogliamo che la scuola sia cambiata!
-Durante Durante gli spettacoli scolastici spesso e volentieri si fa ironia su altri studenti, sui profes professori sori e sul preside. Cose del
genere verrebbero considerate offensive da noi, ma qui vengono prese come sana ironia e tutti ci ridono su!
-Ogni Ogni classe a turno deve aiutare a pulire la scuola. Per una settimana ogni classe, dopo la pausa pranzo deve fermarsi
a svuotare tutti i cestini in mensa, a pulire i tavoli e a metterci le sedie sopra. così gli addetti alle pulizie avranno men meno
lavoro da fare.
-Le Le classi devono lavorare per pagarsi la gita all'estero dell'ultimo anno. La cosa più comune da fare é vendere torte in
corridoio, la scuola assegna dei turni in cui le diverse classi possono farlo, ci si organizza in classe e si decide chi deve
preparare i dolci, poi in ricreazione ci si mette fuori in corridoio e si vende al massimo a 5 corone alla fetta (1
euro=circa =circa 7,5 corone). Si possono fare anche altri lavoretti per la scuola, per esempio pulire dopo le feste, per
guadagnare di più. Più la classe guadagna più bello sarà l'albergo dove alloggeranno in gita, più lontana sarà la meta,
più belle le attività che si faranno. Per esempio la classe di studi sociali quest'anno ha tirato su abbastanza soldi da
potersi permettere di andare una settimana negli Stati Uniti.
In generale a scuola si imparano meno cose rispetto a noi in Italia, ma si impara a diventare più responsabili, a
lavorare in gruppo e a fare molte più cose pratiche nei diversi laboratori.
Direi che ho scritto anche troppo quindi evito di annoiarvi oltre, spero di avervi dato un'idea di quanto sia diversa la
scuola danese e chiudo dicendo che quest'es quest'esperienza perienza fino ad ora é stata meravigliosa e la consiglio a tutti!
Giulia Manzato 4A LS

Intervista doppia: Maturando e Matricola (Oderzo)
Domande Maturando Matricola
Foto
Nome? Anna
Classe? Quinta C, Liceo Scientifico Prima A, L. delle Scienze
Applicate
Cosa ti ha
dato/cosa pensi ti
darà il liceo?
Quante ore studi,
mediamente, nel
pomeriggio?
Consiglieresti
questa scuola?
Perché?
Cosa vorresti fare
da grande?
Fantastici compagni (in
particolare Smanio che ci
tiene tanto ad essere citato)
3 ore
Hai un modello? No
No, perché quello che c’è da
studiare e troppo teorico
Traduttore o manager nel
marketing
Giovanni
Materia dolente? Storia dell’arte Fisica
Una buona preparazione per il
futuro
1 ora e mezza
Si, perché l’ambiente è bello e
per i professori
Non lo so intanto voglio finire
bene il liceo
Stai aspettando Si, per fare quello che mi No, non mi mancano perché
No

desiderosamente
di uscire dal
liceo?/ Ti mancano
le scuole medie?
Perché?
Come vedi le
matricole/ i
maturandi? Li vedi
lontani?
Cosa cambieresti o
cosa manca al
nostro istituto?
Sei pentito/a di
aver scelto il liceo?
Cosa odi e cosa
preferisci della tua
generazione?
Come ti tiri su
quando sei
demoralizzato/a?
Quale super
potere vorresti
avere?
Ti piacerebbe
vivere all’estero?
piace
Ripenso a come ero io in
prima e li vedo parecchio
lontani, sono molto euforici
Servirebbero delle attività
pratiche per stim stimolare lo
studio
Si, perché non mi piace quello
che studiamo
Non mi piace che molti
pensano di poter avere tutto
subito e senza far nulla però
mi piace la nostra curiosità, la
voglia di fare nuove
esperienze e il coraggio che
serve per farle
sto bene qua
Non li vedo né molto vicini ma
neanche così lontani
Cambierei i computer in aula
informatica
Corro se c’è il sole Suono la chitarra o faccio due
tiri a Basket
Teletrasporto Vorrei essere super intelligente
No
Non mi piace che ci sia poca
intraprendenza ma mi piace
che abbiamo interessi comuni
Si e lo farò ben presto No, preferisco stare qui
Beatrice Lio e Luisa Moretti, III C LS

Intervista doppia: Maturando e Matricola (Oderzo)
Domande Maturando Matricola
Foto
Nome? Giacomo (Jack) Pierantonio
Classe? Quinta A, Liceo Linguistico Prima B, Liceo Linguistico
Tre parole per descrivere Stressante, vecchia e … con le crepe! Lui: Piccola! Mmmm … Bella.
questa scuola?
Io: La verità!
Lui: Bella!
Io: La verità!
Lui: Va beh! Metti bella e ... Noiosa!
Cosa cambieresti? Il sistem sistema dell’utilizzo dei fondi! Metterei un piano in più!
*Si sente che è rappresentante
d'istituto!*
Cosa ti piace? Ci sono tante ragazze
*Faccia da furbo*
La consiglieresti? Dipende!
Cosa ti aspetteresti
dall'ISISS Scarpa?
*Sta sul vago! Ha capito tutto!*
Di uscire! No va beh! Una buona
preparazione nelle lingue.
Credi negli alieni? Non in quelli verdi! Sì.
Nel 2012 finirà il mondo? No.
Cosa diresti a Obama? Che è un ipocrita perché doveva finire
un paio di guerre e sono ancora lì per
l’interesse dell’America!
Mmmm…cosa mi piace?! Non lo so! Ah
beh! I bagni! *Convinto*
Sì dai.
Di uscire sapendo le lingue.
No
Che mi presti un po' di soldi.

Di sciogliere l’istituzione della chiesa! Anche a lui!
E a Benedetto XVI? Di sciogliere l’istituzione della chiesa! Anche a lui!
Sei a favore della pena di
morte?
Sei favorevole alle droghe
leggere?
No.
Sì!
*Sorrisone* Sorrisone*
Global o No Global? No global! Con violenza se necessaria!
Bisogna far un po’ di rivoluzione qua!
Sei a favore del crocifisso
nelle classi?
Attuale presidente del
senato?
Personaggi femminili della
storia?
Quando cadde l'impero
romano d'occidente?
(476 d.C.)
Capitale del Sud Africa?
(Pretoria, Città del Capo e
Bloemfontein)
Qua è un discorso! E’ un nostro simbolo
culturale, ma lo toglierei: essendo la
scuola laica, è solo ipocrisia.
Non lo so! Non ne ho idea! Schifani?!
*Buttato spudoratamente a caso*
Giovanna D’Arco! Cicciolina!
476 d.C.
Una celebre frase in latino? Veni, vidi, vici!
*E iniziò a raccontarmi anche quella
d'Oriente con i Bizantini!*
Città del Capo! So solo quella! Johannesburg.
*Ne disse molte, ma presi questa! Fa lo
spaccone lui!*
Lo scopo della tua vita? Fare soldi. Non lo so!
Credi che i soldi possano
fare la felicità?
Lui:
Io: 'Gnurant!
No.
Sì!
*Sorrisone*
Global, ma dipende per cosa.
No.
Schifani!
*Lo sa!*
*Faccia schifata dell'intervistatrice*
Non lo so dai!
*Anche sotto consiglio errato!*
Lui: Io?! Ma…io?! IO?!
Io: No! Io!
Lui: Scripta manent, verba volant, toh!
No.
Marta Momesso (III A LL)

Intervista sta doppia: Rappresentanti
Domande
Nome
Perchè ti sei candidato/a?
Sei rimasto sorpreso di essere
stato eletto?
Perchè pensi che ti abbiano
votato/a?
Un pregio?
Un difetto?
Difetto dell’altro
rappresentante?
Materia preferita?
Ultimo libro letto?
Canzone che canti sotto la
doccia?
Federico Federica
Perché sono qua da tanti anni
e mi sarebbe piaciuto fare da
portavoce
No, nonostante ci siano stati
validi avversari contavo su un
buon numero di voti
Su proposta del presidente del
consiglio d’istituto
No, perché credevo nelle mia
possibilità anche se sapevo che
Federico avrebbe avuto un
buon numero di voti
Non lo so, sono pazzi Per la propaganda fatta
Estroverso Tenace
Presuntuoso Testarda
Non me ne vengono in mente Se la tira
Inglese Biologia
Inheritance Come diventare Buddha in
cinque settimane
Ho un grande repertorio Wonderwall

Doneresti gli organi?(da
morto)
Credi negli alieni?
Nel 2012 finirà il mondo?
Cosa diresti a Obama?
E a Benedetto XVI?
La legge è uguale per tutti?
Sei favorevole alla pena di
morte?
Legalizzeresti le droghe
leggere?
Global o no global?
E giusto che ci sia o no il
crocifisso in classe?
Presidente attuale del senato?
(Schifani)
Personaggi della storia
femminili?
L’Impero Romano d’Occidente
quando cadde? (476 d.C.)
Capitale del Sudafrica?
(Pretoria, Città del Capo e
Bloemfontein)
Una celebre frase in latino?
Scopo della tua vita?
Sì Sì
Sì Sì
No Probabile
“Sei una grande persona, ma
non hai rispettato alcune
aspettative che avevi detto di
fare. Voglio comprare la
maglietta dei Two Fingers”
“Se vendessi i tuoi vestiti
basterebbero per sfamare
l’Africa”
No, credo che i soldi comprino
tutto, “fanno la felicità”.
“Hai una bella moglie.
Da grandi poteri derivano
grandi responsabilità”
“Riconsidera il Buddha”
No
Sì Dipende
No Sì
Global, anche se gran parte
della gente che manifesta non
sa nemmeno il perché e in
alcuni casi finisce col rovinare
proteste sensate
È giusto in quanto fa parte
della nostra tradizione, però si
potrebbero mettere anche
simboli di altre religioni
Global
Non lo so, Monti? Fini
Rita Levi Montalcini Rita Levi Montalcini
486 d.C. 473 d.C.
Ne ha tre, una con la j Nairobi
Scripta manet verba volat Nunc est bibendum
Vivo alla giornata, ma spero
proprio di trovarne uno
Sì
Raggiungere il mio obiettivo:
conquistare il mondo
Beatrice Lio e Luisa Moretti, III C LS

Risultati questionari metodi di recupero
In merito ai questionari riguardanti il metodo di recupero adottato quest’anno, riteniamo che i
risultati ottenuti denotino la necessità di cambiare sistema. La maggioranza degli alunni ha
riportato lamentele sottolineando quanto fosse difficile recuperare i debiti rimanendo al passo con
il programma e quindi quanto la stanchezza abbia influito sulle prestazioni dei corsi. Sebbene vi
fossero anche studenti favorevoli al nuovo sistema, tuttavia anch’essi hanno manifestato
perplessità in merito all’orario dei corsi e alla loro struttura. Il metodo vigente quest’anno, inoltre,
ha portato a situazioni sfavorevoli nei confronti degli alunni senza debiti, poiché questi erano
sottoposti a un numero maggiore di interrogazioni. Riteniamo quindi sarebbe opportuno
ripristinare istinare il vecchio sistema o perlomeno adottarne un altro più vicino alle esigenze comuni.
1. I corsi di recupero tenuti in orario scolastico sono stati produttivi al fine di
rivedere gli argomenti in vista dell’esame?
• 57% per niente
• 42% sufficientemente
• 41% molto
2. Le ore previste per i corsi di recupero con il nuovo sistema vigente quest’anno,
subito successive al normale orari scolastico, hanno richiesto un impegno
eccessivo?
• 28% per niente
• 27% non eccessivamente
• 89% molto
3. La modifica di orari ha creato disagi o problemi per il rientro delle 13.30 con i
mezzi di trasporto pubblico?
• 70% sì
• 77% no
I rappresentanti d’Istituto
(Federico Celia, Federica Zanotto, Andrea Buso)

4. Nonostante la nuova forma di orario il normale programma ha subito dei
rallentamenti?
• 63% sì
• 84% no
5. Durante le ore di recupero alcuni professori hanno evidenziato stanchezza o
affaticamento dovuto alle lezioni delle ore precedenti?
• 76% sì
• 72% no
6. Tutti gli insegnanti hanno aderito alla proposta di esonerare dalle verifiche orali
gli studenti soggetti ai corsi?
7.
• 69% sì
• 78% no
Contrari
50%
Bilancio Finale:
Incerti
8%
Favorevoli
42%

Armonia che disarma
La redazione di Voci di corridoio vi invita allo spettacolo della Rete Progetto Pace il 26 aprile alle ore 20,30
al teatro Cristallo di Oderzo, dove sarà presente anche Paul Bhatti, attuale ministro dell’armonia nazionale
in Pakistan al posto di suo fratello.
“L’Armonia che … disarma” è il nuovo spettacolo
scritto e interpretato dai ragazzi della Rete
Progetto Pace delle scuole “Sansovino” di Oderzo
e “Scarpa” di Motta di Livenza- Oderzo. La scelta
del tema è ricaduta sulla figura di Shabhaz Batti,
ministro dell’Armonia nazionale le in Pakistan,
assassinato il 2 marzo 2011 per aver cercato di
creare rete tra esponenti di religioni e culture
diverse, lui cristiano in un Paese ad altissima
incidenza islamica. Un testimone del nostro
tempo la cui vita sarà raccontata da brevi scene
recitate citate intervallate da un’ipotetica intervista al
fratello Paul, che ha preso il suo posto come
ministro e che è legato al nostro territorio da un
rapporto lungo di lavoro e di stima. Tra una scena
e l’altra saranno eseguite canzoni sul tema della
solidarietà età accompagnate da coreografie di ballo.
“L’Armonia che … disarma”, il cui titolo allude
all’incarico ministeriale di Shabhaz ma anche ad
un ingrediente proprio della pace e della
nonviolenza che ha il potere di disarmare nonché
al mistero delle note che e si mescolano gioiose in
tutto lo spettacolo, è frutto di una collaborazione
tra due scuole che prosegue da anni.
Essa dimostra come si possano trasmettere
messaggi di fratellanza partendo dal quotidiano e
come il fascino di figure alte che si sono
sacrificate icate per un mondo migliore sorprenda
sempre e spinga a desiderare il cambiamento.
Il testo è interamente scritto dai ragazzi come
loro sono anche la scelta delle canzoni e le
coreografie delle ballerine.
Il ricavato della serata sarà devoluto per progetti
di CUAMM_Medici con l’Africa in Sud Sudan da
cui è rientrato da poco Rinaldo Bonario, amico e
collaboratore come sua moglie Endria del
Progetto Pace ormai da anni.
Uno spettacolo inedito che dimostra come la
scuola possa divenire laboratorio di idee, tale talenti,
incontro tra le generazioni e valorizzare i singoli
nel gruppo.
Il gruppo della rete Progetto pace (dal volantino dello spettacolo)
La redazione vi invita anche allo spettacolo “The Canterville Ghost” da Oscar Wilde che verrà
rappresentato il 23 maggio alle ore 20,30 al teatro Cristallo di Oderzo.
Il gruppo Progetto Pace e il gruppo del Teatro in Inglese ringraziano quanti hanno
generosamente contribuito alla raccolta di 950 euro, che sono stat stati i equamente distribuiti tra il
Viaggio Umanitario e il teatro stesso, nonché il signor Vendrame i signori Rusalen per la
collaborazione.

GITA AL CERN
C’è chi ci ha dato dei secchioni e chi invece ci ha invidiato tantissimo ... per cosa? Per la meta della nostra
gita! A settembre, entusiasmati e incuriositi dalla conferenza tenuta dal prof Bortolin (ex studente del
nostro istituto tecnico) abbiamo proposto di andare a visitare il CERN di Ginevra, e così, a gennaio, noi della
4A, insieme alla 4D e accompagnati ati dai prof Stringelli, Momesso e Toffolon, abbiamo avuto la possibilità di
esplorare un luogo che sembra tratto da un film di fantascienza, e se non mi credete pensate che l’accesso
alle caverne sotterranee è regolato da un lettore della retina e che dur durante ante la prima conferenza a cui
abbiamo assistito è stato affrontato anche il tema dei salti nel tempo! Gran parte del merito per la buona
riuscita della gita va ai professori e soprattutto all’Ing. Bortolin, che, lavorando al CERN, ha pianificato il
nostro soggiorno nel dettaglio facendoci visitare luoghi normalmente non aperti al pubblico. Non
dimentichiamo però che anche noi abbiamo fatto la nostra parte, infatti abbiamo dovuto prepararci prima
della visita e al ritorno fare una relazione dell’esperienza vissuta presentandola ai ragazzi delle quarte e
delle quinte. Chi non era presente all’incontro però si chiederà cosa sia il CERN. Il nome è l’acronimo di
Consiglio Europeo per la Ricerca Nucleare, essa è una struttura che nasce nel 1949 come polo scientif scientifico a
livello internazionale, nel complesso ha un estensione spaziale notevole, ma quello che più sorprende è il
suo sviluppo sotterraneo, infatti l’acceleratore di particelle LHC, uno degli esperimenti più importanti, si
trova a 1oom sotto terra ed è un tunnel con una circonferenza di 27km (giusto per rimanere in tema: un
enorme salvagente!). Gli altri esperimenti in corso consistono in vari rilevatori che si occupano
dell’individuazione e della classificazione delle particelle, i più importanti sono ALIC ALICE, del cui impianto di
refrigerazione si occupa il prof Bortolin, ATLAS, che cerca il famoso bosone di Higgs, e CMS. Ciò che cerca di
fare il CERN è indagare la materia nei suoi costituenti fondamentali, le particelle, per poter arrivare a
comprendere l’origine rigine dell’intero universo, e questo progetto ha avuto traguardi importanti, sia per quanto
riguarda le conoscenze della fisica nucleare e sia perché queste scoperte sono state poi applicate al campo
medico, tecnico e informatico, ad esempio proprio al CE CERN RN è nato il World Wide Web. Certo la nostra non è
stata esattamente una gita come tutte le altre (non ci staccavamo mai dal quaderno degli appunti e anche a
mensa sentivi parlare solo di collisioni e decadimenti di particelle!), ma l’aver visto con i prop propri occhi gli
esperimenti in corso e quello che i ricercatori fanno è stata un’esperienza unica e interessantissima. Sia noi
alunni che i professori siamo stati entusiasti del viaggio, e speriamo che altri studenti dello Scarpa possano
vivere come noi una così osì straordinaria “lezione di fisica”.
Giulia Manzato 4A LS

Salvaguardando la diversità ...
Non sai mai chi incontri per strada.. Devono averlo pensato molti
mottensi in questi caldi giorni di primavera, sconcertati da
barboni, indiani, metallari in giro per la loro città. Ma mentre le
persone li fissavano con aria perplessa o divertita, chiedendosi
quanto tempo fosse trascorso da Carnevale, queste alternative
combriccole si avviavano verso la loro meta con una missione
da compiere: foto sulla diversità. rsità. Erano infatti i coraggiosi
alunni del Liceo Scientifico che hanno deciso di partecipare
all’ Oblò Cube, un’iniziativa che coinvolge le scuole del
territorio Opitergino – Mottense in un concorso della
Creatività, la cui presentazione e premiazione ha hanno avuto
luogo venerdì 23 Marzo. L’obiettivo? Creare un progetto
multimediale che esprima il nostro punto di vista riguardo
alla diversità, il tema di quest’anno. Un tema complesso,
ma da cui nessuno si è fatto spaventare, ed è tra tante
risate e idee che e abbiamo iniziato il nostro lavoro,
pensando di realizzare un video in cui foto, frasi,
canzone insegnano ad andare oltre la paura del diverso.
Insediandoci a casa dei più vicini, o monopolizzando
panchine nei parchi, o utilizzando cinque minuti nella
ricreazione, reazione, abbiamo fotografato e posato , imitando
le più svariate diversità– non senza collezionare
sguardi incuriositi e dubbiosi. Il tempo non
sembrava essere mai abbastanza per travestirsi,
recitare; trovare l’angolazione giusta per le foto e lo
sfondo – nonchè mettere a dura prova la pazienza
dei fotografi - ; comporre la musica e le parole, mischiando un rap
a dir poco originale con riflessioni forse troppo serie, correndo da una parte all’altra
pur di registrare in tempo; montare il video, anzi, pra praticamente ticamente assediare la cattedra e il nostro video
maker ufficiale, trasformandoci in critici alle volte anche troppo puntigliosi. Tutte situazioni in cui le risate sorgono
spontanee e bene accette, risate che hanno contribuito a farci sperare che il nostro lavoro sarebbe stato effettivamente
riconosciuto; ma anche se così non è stato , risate che rimarranno sempre e comunque.
Premiato ed apprezzato a dovere è stato invece il gruppo “Voci di Corridoio”, il cui progetto consisteva nel realizzare un bl blog
a tema nel quale, attraverso video, recensioni, poesie, citazioni, disegni e soprattutto articoli, hanno espresso il loro punto di
vista riguardo questa tematica. Ognuno ha contribuito come meglio poteva ed il risultato è stato veramente molto
apprezzato: hanno creato un blog, , l’OBLOG, (www.oblog2012.altervista.org) ) che parla a chi lo legge attraverso molti
linguaggi diversi, riuscendo così a sfruttare la stessa varietà delle proprie abilità per trattare la diversità e i suoi dive diversi
aspetti. Un premio (quello o per la Comunicazione sociale) dunque più che meritato, e non ci resta che unirci anche noi ai
complimenti che hanno risuonato nel cinema Cristallo quando i nostri giornalisti sono saliti sul palco: bravi ragazzi!
Isabella Saccardi, III C LS
I ragazzi del l giornalino hanno deciso di impiegare i 250 euro del premio conseguito in parte per il giornale (la copertina
a colori e un nuovo blog curato dal nostro grafico e informatico Gabriel sono frutto di quel contributo), in parte per
finanziare il progetto del Teatro in inglese e il viaggio umanitario nei Pesi dell’Est Europa (Croazia, Serbia, Romania,
Ungheria, Bulgaria), a cui parteciperanno il vicedirettore Giacomo Bisceglie e Widi Pinarel, vecchia conoscenza del
giornalino (redattrice nei due anni preceden precedenti).

Il meglio di Oblog
Quest'anno Voci di Corridoio si è cimentata nel
partecipare al progetto Oblò Cube, realizzato
dall'azienda Ulss 9. Il progetto Oblò Cube
raccoglie classi dell'area opitergina e mottense
offrendo loro la possibilità ità di presentare un
elaborato a tema. Durante l'ultima edizione si è
cercato di sensibilizzare i concorrenti portandoli a
discutere e riflettere sulla Diversità.
L'evento finale, tenutosi presso il Cinema Cristallo
venerdì 23 marzo, ha messo a dura prova la giuria
a cui è stato assegnato l'ingrato compito di
assegnare i premi scegliendo tra i prodotti
multimediali creati da oltre 400 ragazzi.
Da Tutti ne parlano, ma cosa è la “Diversità”?
[…]Spesso, però, la diversità appare come un pericolo,
una minaccia, una barriera che si oppone tra “i simili”
e “gli altri”. Ciò accade quando la nostra idea di
“Simile” sfuma nella quotidianità. […]
[…]La La diversità è una ricchezza, un vanto, un pregio.
La diversità è l’equilibrio che gestisce i rapporti tra le
persone. Tuttavia, quando questo equilibrio si rompe,
viene a crersi una situazione di dominio e le vittime
sono sempre costituite dalla minoranza numerica. numerica.[…]
[…]Gestire la diversità richiede impegno, coraggio,
pazienza, ma regala la gioia della scoperta, l’avventura
del viaggio, il rischio del confronto e l’audacia del
mettersi in discussione. […]
Da Ho parlato col vento – Ladri di carrozzelle
[…] Ho visto nel vento un grande futuro
senza barriere aldilà di ogni muro
un futuro abitato da gente che pensa
e non ferma lo sguardo solo sull’apparenza
sull’apparenza. […]
Da Siamo figli del Mondo Intero
[…]«Il «Il tuo Cristo è ebreo. La tua macchina è
giapponese. La tua pizza è italiana. La tua democrazia
greca. Il tuo caffè brasiliano. La tua vacanza turca. I
tuoi numeri arabi. Il l tuo alfabeto latino. Solo il tuo
vicino è uno straniero». […]
Voci di Corridoio ne è uscita a testa alta
ricevendo il premio in ex aequo, consegnato da
dott. Astolfo, Assessore di Motta di Livenza, con
la 3° A Informatici CFP Lepido Rocco di Motta di
Livenza.
La nostra redazione, per l'evento, ha preparato
un Blog ( www.Oblog2012.altervista.org ) ove
tutti i nostri membri hanno potuto dire la loro
scrivendo
immagini.
articoli e pubblican pubblicando video o
Estraendo i concetti che rendono meglio l'idea di
ciò che è per noi la “Diversità” …
Da Via le mani dagli occhi!
[…]Il rispetto è la base della quotidianità.[...]
[...]Per poter sopravvivere abbiamo bisogno di
nasconderci, ma per poter vivere abbiamo bisogno di
essere accettati.[…]
Dalla vignetta Il rancore
[…]La diversità è il nostro onore, ma ci guardano tutti
con rancore. […]
Da Massima sull’ignoranza
[...]La verità non ammette termine di paragone e
pertanto sfugge all’indagine umana, perché incapace
di strumento che vada oltre la ragione. […]
Da L’elogio alla diversità
Quali appaiono a me le singole cose, tali esse sono per
me,
e quali esse appaiono a te, tali sono per te;
e uomini siamo tu e io
Platone
Gabriel Costache IV LC

Pubblichiamo volentieri nella sezione “scuola” un articolo scritto spontaneamente da una studentessa in
risposta ad un altro apparso sul precedente numero del giornalino, intitolato, in modo poco felice,
“Efficienza delle bidelle” che aveva creato polemich polemiche e e qualche risentimento. Lo facciamo per scusarci con
quanti si siano sentiti feriti da quelle parole per la leggerezza con cui abbiamo pubblicato quell’intervento.
Preferiamo siano le parole di una studente e non di un professore o di un collaboratore scolastico a
rispondere all’accaduto perché è più nello spirito del nostro giornalino che è degli studenti e per gli studenti.
Vogliamo infine ringraziare tutto il personale dei collaboratori scolastici per l’abnegazione e la
professionalità con cui svolge tutti i giorni il suo lavoro, rappresentando per noi studenti un riferimento
costante e rassicurante.
Efficienza Bidelle
Leggendo questo articolo pubblicato in “Voci di corridoio” il primo quadrimestre del vigente anno
scolastico non ho potuto evitare svariate constatazioni che ora, se mi è lecito, vorrei esporre.
Mi rivolgo direttamente a te “coraggiosa ragazza” che ti firmi anonimamente.
Innanzitutto i miei complimenti per la correttezza sintattica e ortologica che prodigalmente hai
dimostrato dall’inizio izio alla fine del tuo elaborato, vorrei poter dire lo stesso del contenuto.
Hai cominciato il tuo testo, come da prassi alle scuole elementari, con l’immagine tanto romantica
quanto banale di una bellissima e gentile fanciulla in una giornata assolata. Fi Fino a quando coglie la
generosa e benevole intenzione della protagonista di arrecare sollievo alle persone care il lettore
rimane sinceramente incantato dall’eroina di questa storia. Non comprende ancora chiaramente il
terrore negli occhi della bidella, dop dopotutto otutto la fanciulla “appropinquatasi” (perdonami la citazione)
timidamente alla signora si è rivolta a lei in maniera così soave! Quindi il lettore incuriosito
prosegue e quando inceppa nell’esclamazione della tenera fanciulla: “Allora? Vorrei una risposta risposta.
Non posso stare qui ad aspettare che faccia notte!” finalmente capisce lo sgomento, lo sconcerto e
il balbettio della povera bidella. La dolce donzella uscita da una fiaba dei fratelli Grimm si è
trasformata nel giro di una manciata di secondi in un vora vorace ce e spietato orco. String endomi
solidariamente alla signora che ha sopportato mitemente la tua arroganza e villania, ti invito
cortesemente a scendere dal regale piedistallo su cui ti sei posta così altezzosamente.
Eseguendo una superficiale analisi del della la protagonista del tuo articolo ho notato come questa
riesca a vedersi esclusivamente com e una ragazza dalle virtù e dai valori morali decisamente
superiori alla media, ecco ciò che succede guardandosi in uno specchio deformante. Propongo
quindi, rivolgendomi ndomi a tutti gli studenti dell’Istituto Scarpa che hanno a cuore questa faccenda, a
meno che la “dolce e bella ragazza” non voglia rimanere nella sua fallace illusione, una colletta per
comprarle (rimanendo in tema di fiabe) uno specchio parlante come que quello della matrigna di
Biancaneve capace di dirle solo la verità.
Passando sopra all’evidente egocentrismo che la ragazza dimostra quando vede il mondo bloccarsi
completamente ed unicamente per lei ad una sua parola, vorrei momentaneamente soffermarmi

sulla sua “non maleducazione”. Partendo dall’inderogabile fatto che non si può sempre ottenere
ciò che si desidera e che di “grazie” non se ne dice mai abbastanza, e mettendo in evidenza come
la signora tirata in causa ha garantito di informarsi sulla questione pòstale (dal momento che,
come spero si sappia, non si può essere costantemente a conoscenza di tutto) mi sento di
sottolineare senza alcun ripensamento l’infantile maleducazione e scortesia dimostrata dalla
ragazza protagonista per non aver ricevuto “alc “alcuna una risposta (per lei) soddisfacente”.
Vorrei quindi concludere, Anonimo, rivolgendomi alla malcapitata signora che hai citato nel tuo
articolo esprimendole tutto il mio sostegno.
Grazie dell’attenzione.
Ipse Dixit
Non vedevate l'ora 'ora di leggere i nuovi Ipse Dixit di voci di corridoio, eh?
Ringraziamo tutti coloro che ci hanno inviato gli Ipse Dixit e che sono stati semp sempre re pronti a segnarsi gli
scivoloni dei prof! Aspettiamo altrettante "soffiate" di ciò che accade nelle classi del dello scarpa, potete
contattarci sulla nostra pagina Facebook.
"Chiudete quelle finestre che queste porte che ci ha lasciato Napoleone fanno un sacco di spifferi!"
[Zanette]
"Sempre a pensare male voi, eh? Vi conosco io, adolescenti con la mente turbata!" [Bellinato]
"G., a cosa stai pensando??? ndo??? Alla pappa?!" [Bellinato]
"Ciccì coccò, ciccì coccò, ma non potete parlare oggi pomeriggio?! Se vi piace parlare dove sposa sposare un
marito ricco!" [Bellinato]
"Ma pensa alla tua povera mamma che sarà lì a struggersi per te!!!" [Bellinato]
Elena Santi , V A LS
"Ragazze, potete anche farmi gli occhioni dolci, siete bellissime, ma comunque non vi dò l'assemblea!"
[Cesaro]
“Ragazze ok che stiamo parlando di vocabolario culinario, per però ò non serve dire la parola C puntini puntini"
[Giacometti, , la parola non era “c***o” era “conserva”]
''Bramare? Mah, bramare è il desiderio degli animali! Sì insomma, voi cosa dite al vostro ragazzo o alla
vostra ragazza? zza? Ti bramo? Hahahah!'' [ [Lorenzon]

"Specchio, specchio delle mie brame. Chi è il più pirla del reame?" [ [Leoni]
"Chi non saprà le proposizioni a campanello ... Se la vedrà con me, in un'interrogazione ... (Tono da
maniaco) ... del terzo tipo" [Costanzo Costanzo]
"C. che sexy sei con gli occhiali! Se fossi una bella fanciulla ti strizzerei l'occhio!" [ [Zanette Zanette]
"Ma cosa devi andare a fare in bagno proprio durante la correzione della verifica? Non c'è mica Mastro
Geppetto che ti spiega gli errori in bagno!" [ [Bellinato]
"E. è veramente irritante spiegare gare con uno che guarda l'orologio sopra la mia testa ogni 2 secondi"
"Ma no prof guardavo il crocifisso!"
Dopo la terza volta che F. si soffiava il naso con insistenza, la prof Bellinato sentenzia, con aria truce: "F.,
hai finito di TROMBARE?" - risata generale enerale - "Ma a no, sciocchini, intendevo col naso!"
L. va a fare delle fotocopie.
….10 minuti dopo….
Pradissito: : “Ma la L. si è persa? No perché lei se vede una mosca si ferma e pianta discorso!”
….entra L….
C: “L.! Hai visto una mosca?”
Pradissito: “No perché ho detto una cosa su di te prima!”
L: “Ha detto che sono una moscaaa?!”
Filosofia: parlando di gocce …
M.: “Si! Nei pannolini P*****s della pubblicità….”
Poncia: : “Scusa Momesso, cosa ti è successo?”
Magoga: : “Il primo che parla è morto e scrivo una nota sul suo cadavere! Zitti e mosca! Il prossimo fonema è
la vostra morte!”
… più tardi ... Magoga: : “Spero vadano in un luogo molto caldo dopo la morte.”
*pauuura*
Pradissito: “Posso parlare? ... . Posso parlare? parlare?! Cioè posso esistere in questa classe?!”
L.: “Le mantenesse vanno promenute!”
… Prof parla, classe parla …
...Prof zitta, classe zitta….
Pradissito: : “Ah! Ma se io sto zitta, voi state attenti al silenzio?!”
Artis historia magistra vitae est [Costella Costella]
"prof, si è tagliato i capelli?"
"no veramente me li hanno tagliati!" [Costella]

Quando i Cinesi scopriranno la carta igienica non ci sarà più la foresta amazzonica! [Costella Costella]
"Partiamo con la Hera di Samo il più bel volto della Grecia antica " (è senza testa!) [ [Costella]
"Dove vanno i Greci a fare mountainbike? Alle Cicladi!" [Costella]
La Cia è assente, sarà in missione segreta [Costella]
Non bisognerebbe parlare di Paestum a mezzogiorno [Costella]
Visto che stiamo parlando di piante, non risp rispondete con i piedi! [Costella]
"l'arte greca fa perdere la testa by Hera di Samo" [Costella]
"è severamente vietato farsi male agli arti superiori, siamo allo Scarpa!" [Costella]
"come è fatto il fregio? Non puoi dire me ne fregio! " [Costella]
"vedete, non si ha più come nei kouroi le trecce sulle spalle, evidentemente Bob Marley non piaceva più"
[Costella]
(Prendendo la cartina geografica arrotolata) Ragazzi, il mondo sta andando a rotoli! [Costella]
Palatina non è costruita sul palato [Costella Costella]
(Allacciandosi la cintura e rivolgendosi al prof Costella) The last book of the century [Betto]
Z? cos’è? Il simbolo chimico di Zorro? [Betto]
a cura di tutto l'ISISS Antonio Scarpa

“CRANK: CRANK: cronaca di una dipendenza” di Ellen Hopkins
“La vita era bella prima che incontrassi il mostro. Dopo, la vita è stata
una figata. O almeno per un po’ “.
Le parole della Hopkins ci catapultano nella storia di Kristina Georgia
Snow, genitori separati, come sono separate anche le due metà della
ragazza. a. Da una parte voti perfetti e comportamento impeccabile,
dall’altra succube di Bree, il proprio alter ego, sfrontata, curiosa,
impavida ed esplosiva, talmente tanto da oscurare la personalità di
Kristina e, insinuandosi passo dopo passo nella stanza dell della sua
mente, vi si insedia da parassita.
La giovane, andando a trascorrere un mese d’estate dal padre in
Florida, subisce uno scisma interno e ,inesperta e incapace di
affrontare il mondo, si lascia guidare da Adam, attraente e misterioso,
che la porterà sulla ulla strada a senso unico e senza ritorno del crank. Si
lascerà cadere sempre più in un imbuto senza fine, accorgendosi di
essere l'ennesima serva del mostro trovandosi ormai in ginocchio
dinanzi a questo.
“ Il crank è molto più di una droga. È una ragion ragione di vita. Puoi voltargli
le spalle. Ma andartene davvero, no, non puoi. Il mostro mi parlerà
per sempre. E oggi mi chiama fuori dalla porta”.
Dipendenza vuol dire lasciarsi scivolare l’esistenza tra le dita, abbandonare ogni legge morale e civile per immergersi
nel vuoto, per salire in un luogo privo di tempo e di spazio, nel quale esistono soltanto le regole dettate dal mostro.
Una persona sotto o effetto di stupefacenti sarebbe capace di tradire il proprio migliore amico, di lanciarsi dal palazzo
più alto della città per provare l'ebrezza della scarica di adrenalina. Dipendenza significa decidere di non aggrapparsi
all’unico salvagente che ci viene ne lanciato, ma di affondare negli abissi della nebbia e non riemergere più.
Attraverso l’ipnotica storia di Kristina/Bree scopriamo una storia di schiavitù, ma anche di ribellione e di rinascita.
Difatti dalla droga non si può scappare, ma si può contras contrastare tare con la forza della volontà e dell’affetto, se non verso noi
stessi, almeno verso gli altri.
Julia Nowak 3B LL

“Quando Quando sei nato non puoi più nasconderti” regia di Marco Tullio Giordana
Una famiglia bresciana benestante, non particolarmente chiusa alla realtà dei migranti ma lontana dai problemi sociali
dell'emigrazione, viene sconvolta da quello che succede al figlio dodicenne Sandro: dura durante nte una crociera in barca con
il padre, Sandro cade in mare e viene raccolto da un barcone di immigrati clandestini. Corre il rischio di essere
identificato dagli scafisti come un ricco italiano e quindi di essere sequestrato per un riscatto. Sarà il cland clandestino
rumeno Radu a salvarlo facendolo passare per un orfano curdo. Sandro deve cavarsela con le sue forze in una realtà a
lui sconosciuta, in una situazione molto diversa da quella in cui abitualmente vive
Questa disavventura si risolverà felicemente per Sandro, che ritorna sano e salvo dalla sua famiglia e ormai più maturo
per l'esperienza che ha fatto. Ha avuto modo di vedere le disperate condi condizioni zioni dei clandestini, le morti in mare di
coloro che non hanno resistito alle privazioni della lunga navigazione, la crudeltà e il cinismo degli scafisti senza
scrupoli che spesso abbandonano in mare i migranti e le dure condizioni dei centri di accoglien accoglienza.
Sandro vuole a tutti i costi aiutare l'immigrato rumeno Radu, che lo aveva salvato e protetto quando erano sul
barcone, e sua sorella, Alina. Ciò pone l’obbligo morale ai genitori di Sandro di avvicinarsi ad un mondo fino ad ora mai
considerato e, per ringraziare i due fratelli rumeni per l'aiuto che hanno dato al loro figlio, vorrebbero accoglierli nella
loro famiglia adottandoli. Ma i due sono clandestini e risulta che
Radu è maggiorenne e ha avuto problemi con la giustizia rumena:
legalmente dovrebbe e essere rimpatriato. I due ragazzi d ecidono di
scappare a Brescia dove nel frattempo sono ritornati Sandro e i
suoi genitori.
Sandro è affezionato particolarmente ad Alina. Quando lei e suo
fratello si presentano in tarda serata a casa di Sandro, sia
quest'ultimo st'ultimo che i suoi genitori li accolgono benevolmente. Il
padre di Sandro, però, dice ai due che li ospiterà solo per quella
notte, poiché essi sono clandestini. Mentre Sandro e i suoi genitori
dormono, Radu e Alina rubano soldi e gioielli e scappano via via.
Sandro inizialmente è molto deluso dal comportamento
veramente inaspettato dei due rumeni, ma dopo qualche giorno,
riflettendo, capisce, al contrario dei genitori molto superficiali, che
vi erano problemi non facili da risolvere. Così, dopo una telefonat telefonata
d'aiuto ricevuta da Milano da parte di Alina, decide di cercarla
senza avvertire i genitori. Troverà Alina in un grande edificio
abbandonato dove vive la varia umanità dei clandestini. Scoprirà
che Radu non è il fratello di Alina ma il suo protettore che la
costringe a prostituirsi.
Il film si conclude con Sandro che invita Alina a tornare con lui, ma rimane sospesa la risposta di lei (anche se le
immagini finali lasciano intuire che la ragazza accetterà).
Il regista Marco Tullio Giordana ha dichiarato: «Volevo raccontare con gli occhi ancora innocenti e perfino riconoscenti
di un bambino che è stato salvato da loro chi sono questi migranti. Sandro scopre che sono molto simili a lui, che sono
governati dagli stessi sentimenti, che può nascere l’amicizia, l’amore, il bisogno l’uno dell’altro, in modo
assolutamente sincero».
Beatrice Lio 3C LS

Dulcis Dulcis in in fundo fundo ...
...
IL SALVAGENTE MUSICALE a cura di Olga Pavan
Chi non ha mai trovato nella musica il suo “salvagente” a cui aggrapparsi nei momenti più difficili? Vi
propongo per ogni decade dagli anni ’60 fino ad oggi una bella canzone…
1965
HELP! - The Beatles
Help, I need somebody,
help, not just anybody,
help, you know I need someone, help!
When I was younger,
so much younger than today,
I never needed anybody's help
in any way.
But now these days are gone,
I'm not so self assured,
now I find I've changed my mind
and opened up the doors.
Help me if you can, I'm feeling down
Aiutami se puoi, mi sento giù,
And I do appreciate you being round.
E apprezzo molto che tu sia qui, i,
Help me, get my feet back on the ground, Aiutami a tornare coi piedi per terra,
Won't you please, please help me?
Ti prego, ti prego, non vuoi aiutarmi?
And now my life
has changed in oh so many ways,
my independence
seems to vanish in the haze.
But every now and then I feel so insecure,
I know that I just need you like
I've never done before.
Help me if you can, I'm feeling down
Aiutami se puoi, mi sento giù,
And I do appreciate you being round.
E apprezzo molto che tu sia qui,
Help me, get my feet back on the ground, Aiutami a tornare coi piedi per terra,
Won't you please, please help me,
Ti prego, ti prego, non vuoi aiutarmi,
help me, help me, oh.
aiutarmi, aiutarmi, oh.
Nonostante il ritmo molto veloce ed allegro, Help! è stata scritta da John
Lennon spinto dallo stress e dal disagio dovuto all’improvvisa fama
acquisita con i Beatles. La canzone avuto un immediato successo
mondiale, anche in Italia, dove è rimasta nelle classifiche per 19
settimane.
Aiuto Ho bisogno di qualcuno,
aiuto Non di uno qualsiasi,
aiuto Sai ho bisogno di qualcuno, aiuto!
Quando ero più giovane,
molto più giovane di adesso,
non avevo mai bisogno dell'aiuto di nessuno
in nessun modo.
Ma ora quei giorni sono passati
e non sono così sicuro di me,
ora scopro che le mie idee sono cambiate,
ho aperto le porte.
E adesso che la mia vita
è cambiata in molti modi
la mia indipendenza
sembra scomparire nella foschia.
Ma a volte mi sento così insicuro,
io so che ho bisogno di te
come non mai.
But every now and then I feel so insecure, Ma a volte mi sento così insicuro,

1975
SOS - Abba
Where are those happy days,
So when you're near me,
darling, can't you hear me? SOS!
The love you gave me,
nothing else can save me, SOS!
When you're gone
how can I even try to go on?
When you're gone
though I try how can I carry on?
You seem so far away
though you are standing near.
You made me feel alive
but something died I fear
I really tried to make it out
I wish I understood
what happened to our love.
It used to be so good…
So when you're near me,
Darling, can't you hear me? SOS!
The love you gave me,
nothing else can save me, SOS!
When you're gone
how can I even try to go on?
When you're gone
though I try how can I carry on?
Dove sono quei giorni felici,
they seem so hard to find?
che sembrano così difficili da trovare?
I try to reach for you
Ho provato ad arrivare a te,
but you have closed your mind.
ma hai chiuso la tua mente.
Whatever happened to our love?
Cos’è successo al nostro amore?
I wish I understood
Vorrei riuscire a capirlo,
it used to be so nice, it used to be so good! era così bello, era così buono!
E quando mi sei vicino,
caro, riesci a sentirmi? SOS!
L’amore che mi hai dato,
nient’altro può salvarmi, SOS!
Quando te ne sarai andato
come posso provare ad andare avanti?
Quando te ne sarai andato
come posso provare ad andare avanti?
Sembri tanto lontano
anche se sei qui vicino.
Mi hai fatto sentire viva,
ma temo qualcosa sia morto.
Ho cercato veramente di riuscirci,
vorrei aver capito cosa è
cosa è successo al nostro amore.
Era così buono…
E quando mi sei vicino,
caro, riesci a sentirmi? SOS!
L’amore che mi hai dato,
nient’altro può salvarmi, SOS!
Quando te ne sarai andato
come posso provare ad andare avanti?
Quando te ne sarai andato
come posso provare ad andare avanti?
Prima delle celebri Mamma mia e Dancing Queen, questo
singolo tratto dal terzo album del gruppo pop svedese, dilaga
nel mondo la cosiddetta "ABBAmania" . Tra i fan di questa
canzone anche John Lennon, che la “incoronò” la sua canzone
pop preferita.

1984
I WANT TO BREAK FREE - Queen
I want to break free I want to break free Voglio liberarmi, voglio liberarmi
I want to break free from your lies
Voglio liberarmi dalle tue bugie
You're so self satisfied
Tu sei soddisfatta di te stessa
I don't need you
E io non ho bisogno di te
I've got to break free
Devo liberarmi
God knows, God knows I want to break free Dio sa, Dio sa che io voglio liberarmi
I've fallen in love
Mi sono innamorato
I've fallen in love for the first time
Mi sono innamorato per la prima volta
And this time I know it's for real
E’ questa volta so che è sul serio
I've fallen in love, yeah
Mi sono innamorato, yeah
God knows, God knows I've fallen in love Dio sa, Dio sa che mi sono innamorato
It's strange but it's true
Hey, I can't get over the way
you love me like you do
But I have to be sure
When I walk out that door
Oh how I want to be free, baby
Oh how I want to be free
Oh how I want to break free
But life still goes on
I can't get used to living without,
living without
Living without you by my side
I don't want to live alone, hey
God knows, got to make it on my own
So baby can't you see
I've got to break free
I've got to break free
I want to break free, yeah
I want, I want, I want, I want to break free
Ooh yeah
I want to break - yeah eah
Strano ma vero
Non riesco ad emulare
il tuo modo di amarmi
Ma devo essere sicuro
Quando esco da quella porta
Oh, quanto voglio essere libero
Oh, quanto voglio essere libero
Oh, quanto desidero liberarmi
Di questa canzone è molto noto è il videoclip. L'allora fidanzata di Roger
Taylor consigliò ai comp onenti del gruppo di fare una parodia della soap
opera inglese "Coronation Street", indossando abiti femminili che, tuttavia,
creò molte polemiche negli Stati Uniti, al punto che MTV lo censurò per 7
anni e Freddie Mercury successivamente dichiarò che la band non avrebbe
più svolto un concerto negli Stati Uniti d'America.
Ma la vita continua
Non posso abituarmi a vivere senza
vivere senza
Vivere senza di te da parte mia
Non voglio vivere da solo, ehi
Dio sa, ci devo riuscire da solo
Allora, baby, cerca di capire che
Devo liberarmi
Devo liberarmi
Voglio liberarmi, yeah
Voglio, voglio, voglio, voglio liberarmi
I want, I want, I want, I want to break free Voglio, voglio, voglio, voglio liberarmi

1999
I SAVED THE WORLD TODAY - Eurythmics
Monday finds you like a bomb
That’s been left there
ticking there too long
You’re bleeding
Some days there's nothing
left to learn
From the point of no return
You're leaving.
Hey hey I saved the world today
Everybody’s happy now
The bad things gone away
And everybody’s happy now
The good thing’s here to stay
Please let it stay
There’s a million mouths to feed
And I’ve got everything I need
I’m breathing
And there’s a hurting thing inside
But I’ve got everything to hide
I'm grieving
Hey hey I saved the world today
Everybody’s happy now
The bad things gone away
And everybody’s happy now
The good thing’s here to stay
Please let it stay.
Doo doo doo doo doo the good thing
Hey hey I saved the world today
Everybody’s happy now
The bad things gone away
And everybody’s happy now
The good thing’s here to stay
Please let it stay
Everybody's happy now
Lunedì ti ha trovata come una bomba
Che è stata lasciata a ticchettare
per troppo tempo.
Stai sanguinando.
Certi giorni, non c'è niente
cui si possa trarre insegnamento
Dal punto di non ritorno,
Te ne stai andando.
La canzone è stata scritta dai due membri del grup gruppo, Annie Lennox e David A.
Stewart e rappresenta il ritorno degli Eurythmics sulla scena musicale dopo
quasi dieci anni di assenza.
Hey, Hey, oggi ho salvato il mondo…
Tutti sono felici ora,
Tutto ciò che c'era di cattivo se n'è andato via
e tutti sono felici ora
Le cose buone e giuste sono qui per restarci
Per favore lasciatele rimanere.
C'è un milione di bocche da sfamare
Io ho tutto ciò di cui ho bisogno,
Io sono a posto senza problemi.
C'è qualcosa che mi fa male dentro
E io devo nasconderlo tutto.
Stai prendendo fiato.
Hey, Hey, oggi ho salvato il mondo …
Tutti sono felici ora,
Tutto to ciò che c'era di cattivo se n'è andato via
e tutti sono felici ora
Le cose buone e giuste sono qui per restarci
Per favore lasciatele rimanere.
Hey, Hey, oggi ho salvato il mondo…
Tutti sono felici ora,
Tutto ciò che c'era di cattivo se n'è andato via
e tutti sono felici ora
Le cose buone e giuste sono qui per restarci
Per favore lasciatele rimanere.
Ora tutti sono felici

2009
YOU FOUND ME - Fray
I found God on the corner of 1st and Amistad Ho trovato Dio all’angolo tra First e Amistad
Where the West was all but won
Dove l'ovest non era vinto
All alone smoking his last cigarette
Tutto solo, fumando la sua ultima sigaretta,
I said, "Where've you been?"
Gli ho detto “Dove sei stato?”
He said, "Ask anything".
E lui ha detto “chiedimi qualsiasi altra cosa”
Where were you
Dov’eri
when everything was falling apart.
Quando tutto stava crollando?
All my days were spent by the telephone Tutti i miei giorni passati accanto al telefono
It never rang and all I needed eded was a call Che non suonava mai e tutto ciò di cui avevo
bisogno era una chiamata
That never came to the corner of 1st and Amistad Che non è arrivata all’angolo tra 1st e Amistad
Lost and insicure, you found me, you found me Perso ed insicuro mi hai trovato, mi hai trovato
Lying on the floor, surrounded, surrounded. Sdraiato sul pavimento, circondato, circondato
Why'd you have to wait?
Perché hai dovuto aspettare?
Where were you? Where were you?
Dov’eri? Dov’eri?
Just a little le late you found me, you found me. Solo un pò in ritardo mi hai trovato, mi hai
trovato
But in the end everyone ends up alone
Alla fine tutti ci ritroveremo soli
Losing her the only one who's ever known Perdendo lei, l’unica che ha davvero conosciuto
Who I am…
Chi sono
Who I'm not and who I wanna place
Chi non sono e chi avrei voluto essere
No way to know
Non c’è modo di sapere
How long she will be next to me
Quanto tempo resterà accanto a me
Lost and insecure you found me, you found me Perso ed insicuro mi hai trovato, mi hai trovato
Lying on the floor surrounded, surrounded Sdraiato sul pavimento, circondato, circondato
Why'd you have to wait?
Perché hai dovuto aspettare?
Where were you? Where were you?
Dov’eri? Dov’eri?
Just a little late, you found me, you found me. Solo un pò in ritardo mi hai trovato, mi hai
trovato
The early morning the city breaks
Al mattino presto la città collassa
And I've been calling for years and years an and years Ho chiamato per anni ed anni
And you never left me no messages
E non mi hai mai lasciato messaggi
You never sent me no letters
Non mi hai mai spedito lettere
You got some kind of nerve
Hai un bel coraggio
taking all I want.
A prendere tutto quello che voglio voglio.
Lost and insecure, you found me, you found ound me Perso ed insicuro mi hai trovato, mi hai trovato
The Fray sono un gruppo musicale statunitense nato a Denver in Colorado.Hanno
debuttato con l'album How to Save a Life, in cui è contenuta anche questa canzone.

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