AIM Communications
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patologici e sperimentali di Distrofia Muscolare di<br />
Duchenne<br />
Gazzerro E*, Assereto S*, Chiavarina B*, Sotgia F^,<br />
Bruno C*, Lisanti M^, Minetti C*<br />
*Unità di Malattie Muscolari e Neurodegenerative, Istituto<br />
Gaslini, Genova, ^Kimmel Cancer Center, Dept. of Cancer<br />
Biology, Thomas Jefferson University, Philadelphia, USA<br />
Numerosi dati indicano che in pazienti affetti da<br />
Distrofia Muscolare di Duchenne e Becker (DMD e<br />
BMD) uno dei meccanismi di degenerazione delle fibre<br />
muscolari è costitutito da un’over-attivazione del sistema<br />
ubiquitina-proteasoma. Le proteine mutate e le<br />
molecole a loro associate presentano difetti strutturali<br />
che modificano la loro localizzazione sulla membrana<br />
plasmatica; esse sono dunque trattenute in un<br />
compartimento intracellulare dove vengono rapidamente<br />
degradate dal proteasoma. Abbiamo analizzato<br />
gli effetti di bortezomib, un inibitore del proteasoma<br />
che è stato già approvato per il trattamento del<br />
mieloma multiplo recidivante. Bortezomib è<br />
particolarmente interessante poichè inibisce anche<br />
l’attivazione di Nuclear Factor-kappaB (NF-kB), una<br />
molecola coinvolta nella risposta infiammatoria della<br />
DMD. Inoltre, gli effetti collaterali di questo farmaco<br />
sono stati già studiati. Abbiamo determinato gli effetti<br />
di bortezomib in 2 modelli sperimentali: espianti da<br />
biopsie muscolari di pazienti affetti da DMD o BMD e<br />
topi mdx. I nostri risultati indicano che: (i) bortezomib<br />
può rispristinare l’espressione in membrana della<br />
distrofina e dei componenti del complesso distrofinico<br />
in espianti di pazienti BMD; (ii) bortezomib<br />
incrementa i livelli delle proteine associate alla<br />
distrofina in pazienti DMD. In parallelo, abbiamo<br />
somministrato bortezomib per via sistemica per 1<br />
settimana in topi mdx di 14 settimane, e abbiamo<br />
quindi indagato gli effetti del farmaco su sezioni di<br />
tessuto da muscolo gastrocnemio tramite analisi<br />
immunoistochimica. Il trattamento con bortezomib<br />
incrementa signifi-cativamente i livelli d’espressione e<br />
la localizzazione in membrana di β-distroglicano, αsarcoglicano,<br />
e distrofina. Questi dati indicano<br />
l’importanza di studi a lungo termine in grado di<br />
determinare la valenza terapeutica di questo farmaco<br />
nelle distrofie muscolari.<br />
Iper-MacroCKemia di tipo 1: due casi clinici.<br />
Iacopetti V*, Ricci G^, Neri R*, Vesprini E*, Baldini<br />
C*, Caldarazzo E^, Caponi L°, Siciliano G^, Murri<br />
L^, Bombardieri S*<br />
*Dipartimento di Medicina Interna, ^Dipartimento di<br />
Neuroscienze, °Dipartimento di Patologia Sperimentale<br />
Biotecnologie Mediche, Università di Pisa, Italia<br />
La Macro Creatin chinasi (Macro-CK) è un complesso<br />
di alto peso molecolare, che risulta dalla<br />
polimerizzazione degli isoenzimi della CK (CK-MM,<br />
CK-MB o più comunemente CK-BB) con<br />
immunoglobuline di classe IgG (Macro-CK di tipo 1) o<br />
da oligomeri di CK mitocondriale (Macro-CK di tipo<br />
2). La forma di tipo 1 in genere si associa a patologie<br />
2008<strong>AIM</strong> Conference – Pisa (Italy) June 5-7, 2008<br />
Basic Applied Myology 18 (4): 101-148, 2008<br />
126<br />
autoimmuni, malattie reumatologiche o miopatie<br />
infiammatorie, ma può altresì essere rilevata in soggetti<br />
sani; la forma di tipo 2 è tipicamente descritta come<br />
marker di malattia neoplastica, quale espressione di<br />
degenerazione mitocondriale e necrosi tissutale. Questi<br />
macroenzimi hanno una ridotta clearance plasmatica,<br />
per cui una più lunga emivita, e necessitano di analisi<br />
elettroforetica per distinguerli dagli isoenzimi noti.<br />
Riportiamo due casi clinici con iper-MacroCKemia di<br />
tipo 1. Primo caso: donna di 63 anni con diagnosi<br />
clinica di sindrome fibromialgica, data la<br />
sintomatologia caratterizzata da mialgie diffuse e<br />
positività a tender points, i cui esami ematici<br />
mostravano però da alcuni anni lievi e persistenti valori<br />
aumentati di CK totale (da 300-400 U/L), in assenza di<br />
altre alterazioni alle indagini elettromiografiche ed alla<br />
biopsia muscolare. La paziente ha intrapreso terapia<br />
con Ademetionina, riportando un parziale beneficio<br />
sintomatologico, ma si osservava nello stesso tempo un<br />
ulteriore incremento di CK (740 U/L). E’ stato pertanto<br />
richiesto lo studio dei 3 isoenzimi attraverso indagine<br />
elettroforetica, che ha dimostrato la presenza di un<br />
11,5% di Macro-CK di tipo 1, probabilmente<br />
responsabile dell’incremento ematico di CK totale.<br />
Secondo caso: donna di 77 anni giunta alla nostra<br />
attenzione per il riscontro, da alcuni mesi, di un<br />
importante aumento di CK (1030 U/L); in<br />
considerazione del dato anamnestico di cardiopatia<br />
ischemica, è stato richiesto il dosaggio di CK-MB<br />
(metodo quantitativo basato su attività enzimatica), che<br />
è risultato > di 1000 U/L. La biopsia muscolare<br />
risultava ai limiti della norma, con lieve danno di tipo<br />
neurogeno. Alla ricerca degli isoenzimi di CK<br />
mediante elettroforesi, sono stati ottenuti i seguenti<br />
valori: CK-MB 11,4%, CK-MM 0,0%, CK-BB 0,0% e<br />
Macro-CK di tipo 1 88,6%, quest’ultima tale da<br />
interferire sui valori dei precedenti dosaggi. In<br />
conclusione, nei pazienti con iperCKemia, ai fini di un<br />
preciso inquadramento diagnostico, soprattutto quando<br />
gli altri dati clinico-laboratoristici non sembrano<br />
confermarla, può essere utile il dosaggio di tipo<br />
qualitativo degli isoenzimi di CK con tecnica<br />
elettroforetica.<br />
Definizione di un valido strumento statistico atto a<br />
quantificare la disabilità nei pazienti affetti da<br />
Distrofia Facio-Scapolo Omerale<br />
Lamperti C, Fabbri G, Greco F, Servida M, Vercelli L,<br />
Fiorillo C, Borsato R, Cao M, Cudia P, Frusciante R,<br />
Di Leo R, D’Amico R, Volpi L, Ricciardi L; Pastorello<br />
E, Galluzzi G, Siciliano G, Di Muzio A, D’Angelo G,<br />
Rodolico C, Morandi L, Tomelleri G, Trevisan CP,<br />
Angelini C, Ricci E, Santoro L, Palmucci L, Moggio<br />
M, Tupler R<br />
Progetto Telethon-Clinical Trials 2007<br />
Proporre un approccio omogeneo per raccogliere<br />
informazioni cliniche che permettano analisi statistiche<br />
in pazienti affetti da Distrofia Facio-Scapolo-Omerale<br />
(FSHD). Validare uno score di disabilità standardizzato