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AIM Communications

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Padova, Padova; ^^IRCCS Fondazione "C. Mondino",<br />

Università di Pavia, Pavia; °°IRCCS Ospedale Maggiore<br />

Policlinico, Dipartimento di Scienze Neurologiche, Milano;<br />

§§Unità di Neuropsichiatria Infantile, Ospedale Maggiore,<br />

Bologna; ççCentro Neuromuscolare, Ospedale S.G. Battista,<br />

Università di Torino, Torino; ***IRCCS Oasi Maria SS,<br />

Unità di Neurologia, Troina, Italia<br />

Le distrofie muscolari congenite con ridotta<br />

glicosilazione dell’alfa-distroglicano sono un gruppo<br />

eterogeneo di malattie associate a mutazioni in 6 geni<br />

per la sintesi di proteine con attività<br />

glicosiltrasferasica. Mutazioni in ognuno di questi geni<br />

danno origine ad un’ampia variabilità fenotipica. Nel<br />

contesto di uno studio multicentrico che ha coinvolto i<br />

principali centri neuromuscolari italiani abbiamo<br />

analizzato i 6 geni in 88 pazienti con DMC e riduzione<br />

dell’alfa-destro-glicano alla biopsia muscolare (n=59)<br />

o un fenotipo suggestivo di alfa-distroglicanopatia con<br />

alfa-destroglicano normale (n=10) o in cui la biopsia<br />

muscolare non era disponibile (n=19). Lo scopo dello<br />

studio è stato di stabilire la prevalenza delle mutazioni<br />

in questi geni nella popolazione italiana e lo spettro<br />

fenotipico associato. Mutazioni omozigoti ed eterozigoti<br />

composte sono state identificate in 40 individui<br />

di 38 famiglie e 46 differenti mutazioni sono state<br />

identificate. Mutazioni sono state riscontrate in 32/59<br />

casi con ridotta espressione dell’alfa-distroglicano ed<br />

in 8/19 in cui la biopsia muscolare non era disponibile.<br />

Nessuno dei pazienti con alfa-distroglicano normale<br />

aveva mutazioni nei 6 geni. Le mutazioni in POMT1<br />

erano le più frequenti nella nostra coorte con 15 casi,<br />

seguite da POMGnT1 con 12, POMT2 con 7 e FKRP<br />

con 6 casi. Nessuna mutazione è stata riscontrata nei<br />

geni che codificano fukutin e LARGE. I nostri risultati<br />

hanno confermato che mutazioni in questi geni<br />

possono essere associate con un’ampia variabilità<br />

fenotipica, ma alcuni fenotipi erano più comunemente<br />

associati a mutazioni in geni specifici. Nella coorte<br />

italiana mutazioni in POMT1 erano più frequentemente<br />

asso-ciate a RMN cerebrale normale, microcefalia e<br />

ritardo mentale (7/15 casi), mentre mutazioni in<br />

POMGnT1 erano quasi invariabil-mente associate al<br />

fenotipo Muscle-Eye-Brain (MEB) (9/12). Mutazioni<br />

in POMT2 erano associate ad un predominante<br />

coinvolgimento cerebellare in 3 su 7 casi. I pazienti<br />

con mutazioni in FKRP invece mostravano un più<br />

ampio spettro clinico che andava da forme lievi a<br />

fenotipi MEB. I nostri dati allargano lo spettro clinico<br />

associato con mutazioni in questi geni e forniscono dati<br />

sulla loro prevalenza nella popolazione italiana.<br />

Difetto parziale di caveolina 3 in miopatia con<br />

rippling<br />

Mirabella M*, Charlton R^, Valente EM°, Petrini S§,<br />

D’AmicoA§, Tasca G*, Roberts M^, Barresi R^, Ricci<br />

E*, De Benedetti F§, Bertini E§, Straub V^<br />

*Institute of Neurology, Catholic University, Rome, Italy;<br />

^Institute of Human Genetics, International Centre for Life,<br />

University of Newcastle upon Tyne, Newcastle upon Tyne,<br />

UK; °IRCCS CSS-Mendel Institute, Rome, Italy; §Unit of<br />

2008<strong>AIM</strong> Conference – Pisa (Italy) June 5-7, 2008<br />

Basic Applied Myology 18 (4): 101-148, 2008<br />

130<br />

Molecular Medicine, Bambino Gesu’ Research Children’s<br />

Hospital, Rome, Italy<br />

La miopatia con rippling (RMD) è stata associata sia a<br />

mutazioni di CAV3 che a sindromi miasteniche<br />

immunomediate. Riportiamo 2 pazienti con RMD e<br />

difetto acquisto di caveolina-3 immunomediata di<br />

origine ancora sconosciuta. Nei due pazienti sono state<br />

escluse mutazioni CAV3 e non sono stati riscontrati<br />

anticorpi circolanti per AChR o MuSK. Il primo<br />

paziente sviluppò una RMD dopo una sindrome<br />

influenzale, con mialgie e debolezza ai cingoli intorno<br />

all’eta’ di 33 anni. Gli esami elettrofisiologi non<br />

mostravano segni neuropatia ed il rippling era<br />

elettricamente silente. Il CK nel sangue era intorno a<br />

400U/l. Alla biopsia muscolare si evidenziava un<br />

mosaico di espressione della caveolina-3 con segni di<br />

lieve variabilità di calibro delle fibre. A distanza di 2<br />

anni il paziente ebbe un ricupero spontaneo della<br />

sintomatologia. Il secondo paziente esordì con<br />

debolezza ai cingoli, e mialgie a 20 anni.<br />

Successivamente sviluppò una RMD con mioedema a<br />

tutti i gruppi muscolari compresi i facciali. Gli esami<br />

elettrofisiologici mostrarono un EMG miopatico in<br />

assenza di attività spontanea e di velocità di<br />

conduzione nervosa normale. Il CK nel sangue era<br />

persistentemente aumentato di 6-8 volte. La biopsia<br />

muscolare mostrava moderata variabilità di calibro<br />

delle fibre, nessun segnio di infiammazione ed un<br />

aspetto a mosaico della caveolina-3. La debolezza<br />

muscolare è peggiorata gradualmente ed un<br />

monitoraggio EKG Holter evidenziò un blocco atrioventricolare<br />

di 2° grado. Le mialgie sono migliorate<br />

con terapia di Dantriolene. Nel sospetto di una malattia<br />

immunomediata, la paziente è stata sottoposta a<br />

plasmaferesi seguita da terapia steroidea e ciclosporina<br />

e da allora sta migliorando. Concludendo, nella RMD<br />

acquisita, il difetto di caveolina 3 è immunomediato e<br />

può essere spontaneamente reversibile. Inoltre, la<br />

malattia può essere efficacemente trattata come una<br />

condizione autoimmune. I pazienti vengono<br />

monitorizzati con attenzione.<br />

Nuovi metodi non-invasivi di valutazione funzionale<br />

di pazienti con miopatie metaboliche<br />

Morandi L *, Porcelli S ^, Marzorati M°, Lanfranconi<br />

F ^, Grassi B°§<br />

*Fondazione Istituto Neurologico “Carlo Besta” Milano;<br />

^Dip. Scienze Tecnologie Biomediche, Università di Milano;<br />

°IBFM-CNR, Milano; § Dip. Scienze Tecnologie Biomediche,<br />

Università di Udine, Italia<br />

Nei pazienti affetti da miopatie mitocondriali (MM) o<br />

malattia di McArdle (McA) gli indici di ossigenazione<br />

muscolare ottenuti mediante near-infrared spectroscopy<br />

(NIRS) sono risultati in grado di identificare e<br />

quantificare la limitazione funzionale del metabolismo<br />

ossidativo. Abbiamo studiato la cinetica di adeguamento<br />

del consumo di O2 polmonare (VO2) durante la<br />

transizione da riposo ad esercizio a carico costante, allo<br />

scopo di verificare se questa correla con gli indici

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