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ANNO XXXI N° 3 - 2010<br />
IN UMILE SERVIZIO<br />
PERIODICO DI INFORMAZIONE DELLE SUORE MANTELLATE SERVE DI MARIA CONGREGAZIONE DI PISTOIA<br />
“Sorgono belle e maestose le<br />
o<strong>per</strong>e che l’uomo <strong>per</strong> impulso<br />
divino imprende sovente…<br />
Così pure avverrà della<br />
Congregazione nostra,<br />
che Dio, con un soffio di vita,<br />
fece sorgere sulle oscure<br />
montagne dell’Appennino<br />
pistoiese, e propriamente<br />
nel paesello di Treppio,<br />
servendosi <strong>per</strong> tale<br />
uopo di umili soggetti<br />
che diedero principio<br />
alla fondazione di essa…”<br />
(Così scriveva nel 1904 suor<br />
Innocenza Barontini, segretaria della<br />
Madre Generale Agnese Andreani)<br />
IN QUeStO NUMerO<br />
La nostra congregazione compie 150<br />
anni di vita p. 2<br />
Una luce sul nostro cammino p. 3<br />
Il nostro carisma educativo p. 4<br />
La beatificazione di Cecilia Eusepi p. 5<br />
I servi e la cura del creato p. 6<br />
Treppio - Casa “Mater Dei”, prima casa della Congregazione, oggi luogo di accoglienza e di spiritualità<br />
Le LONtANe OrIgINI<br />
“Nacque questo nuovo Istituto in<br />
Treppio, paese assai popolato sulle<br />
montagne di Pistoia verso Bologna nel<br />
1861, fondato da due terziarie vestite a<br />
Firenze” (Lettera-relazione nelle Cost.<br />
del 1888, di P. Giannini, osm).<br />
“Le <strong>Mantellate</strong> dei Servi di Maria furono<br />
chiamate a Treppio, Pieve di 1500<br />
anime, distante da Pistoia circa 18 miglia,<br />
nel 1861, a farvi scuola, annuente<br />
l’ordinario del Luogo” (Cost. 1887).<br />
La Congregazione delle <strong>Mantellate</strong><br />
Serve di Maria nacque a TREP-<br />
PIO, Paese dell’Appennino Tosco-<br />
Emiliano e ne furono le Fondatrici<br />
due Terziarie dell’Ordine dei Servi<br />
di Maria: FILOMENA ROSSI di Firenze<br />
e GIOVANNA FERRARI di<br />
Sambuca Pistoiese. Esse furono invitate<br />
a Treppio dal Pievano, il quale<br />
si era rivolto ai Servi di Maria della<br />
SS. Annunziata di Firenze chiedendo<br />
due terziarie <strong>per</strong> “fare scuola alle<br />
fanciulle del popolo e assistere gli infermi”.<br />
La richiesta del Parroco e di tutta la<br />
popolazione di Treppio si inserisce<br />
in quel bisogno educativo e di promozione<br />
umana che in pieno 1800<br />
si faceva strada, particolarmente in<br />
Toscana, dove le repressioni di Pie-<br />
tro Leopoldo avevano impedito alla<br />
Chiesa il diritto di educare e di dedicarsi<br />
alle o<strong>per</strong>e di crescita umana,<br />
culturale e sociale particolarmente<br />
nei confronti della donna.<br />
In questo contesto la Congregazione<br />
delle <strong>Mantellate</strong> Serve di Maria può<br />
definire la sua fisionomia istituzionale<br />
e la sua peculiare caratteristica di<br />
servizio educativo, nonché di attenzione<br />
ai più deboli e sofferenti.<br />
Le due Terziarie, Filomena Rossi e<br />
Giovanna Ferrari, iniziarono la loro<br />
missione educativa il 6 ottobre 1861.<br />
Ad esse si unirono altre giovani, dando<br />
così forma alla prima comunità<br />
religiosa che viveva profondamente<br />
la spiritualità servitana, rispondendo<br />
alle sollecitazioni dello spirito, alle<br />
istanze della Chiesa di Treppio, alle<br />
esigenze dei tempi e del territorio.<br />
Dal 1861 al 1866 la Congregazione<br />
si affermò nell’esercizio delle virtù,<br />
nella lode a Dio, nell’amore alla Vergine<br />
Addolorata e nell’umile servizio<br />
ai fratelli, tanto che Mons. Giovanni<br />
Breschi, vicario capitolare <strong>per</strong> la diocesi<br />
di Pistoia, confermò l’es<strong>per</strong>ienza<br />
vissuta ed approvò le prime<br />
«Regole di vita <strong>per</strong> le terziarie di<br />
Maria SS. Addolorata che vivono<br />
in comunità al Treppio.»
IN UMILE SERVIZIO<br />
LA NOStrA CONgregAZIONe COMPIe 150 ANNI DI VItA<br />
“Con profonda riconoscenza al Signore <strong>per</strong> il dono del Carisma e con la gioia nel cuore, il 9 ottobre 2010 a Treppio,<br />
con la cerimonia dell’accensione della lampada, avrà inizio l’Anno giubilare in occasione del 150° anniversario<br />
di fondazione della Congregazione”.<br />
(dalla Lettera di indizione della Su<strong>per</strong>iora Generale Suor M. Emanuela Canziani)<br />
Il logo del 150° di fondazione rappresenta<br />
simbolicamente le nostre<br />
due Fondatrici Filomena Rossi e<br />
Giovanna Ferrari, che, avendo<br />
messo al centro della loro vita Cristo<br />
irradiano luce nella storia.<br />
Le due “foglie” -giallo e azzurro-,<br />
infatti, si fondono nel verde della<br />
foglia centrale, come avviene nei<br />
colori primari, ed esprimono che<br />
A<strong>per</strong>tura unanime del 150° nelle comunità 06 ottobre 2010, orario vespro<br />
TREPPIO > A<strong>per</strong>tura anno giubilare<br />
con la presenza di P. Hubert Moons, OSM<br />
09 ottobre 2010, ore 15.30<br />
Celebrazione “L’annuncio a Maria”<br />
(ogni comunità nella propria parrocchia)<br />
25 marzo 2011<br />
ROMA > Udienza dal Papa 13 aprile 2011<br />
TREPPIO > Processione con Gesù morto 22 aprile 2011, ore 21.00<br />
Celebrazione “Visitazione di Maria”<br />
(ogni comunità nella propria parrocchia)<br />
31 maggio 2011<br />
TREPPIO > Marcia con fiaccola e inaugurazione<br />
del monumento delle Fondatrici con la presenza<br />
del Vescovo di Pistoia Mons. Mansueto Bianchi<br />
02 giugno 2011<br />
TREPPIO > Conferenza storica:<br />
Prof.ssa Serenella Macchietti<br />
20 agosto 2011 ore 15.30<br />
Concerto (vocale o d’organo) ore 21.00<br />
Celebrazione “B.V. Addolorata”<br />
(ogni comunità nella propria parrocchia)<br />
15 settembre 2011<br />
Chiusura unanime del 150° nelle comunità<br />
TREPPIO > Chiusura Anno giubilare<br />
06 ottobre 2011, orario vespro<br />
Presentazione o<strong>per</strong>e Tino Sartori 08 ottobre 2011, ore 15.30<br />
Celebrazione eucaristica conclusiva<br />
presieduta da P. Angel M. Ruiz, Priore Generale OSM<br />
ore 17.00<br />
TREPPIO > Mostra Da giugno ad agosto<br />
2<br />
solo nell’unione con Cristo, nasce<br />
la vita e la fecondità della missione.<br />
Il verde, colore della s<strong>per</strong>anza, apre<br />
il nostro cuore alla fiducia, e ci dà la<br />
consapevolezza che Cristo Signore<br />
accompagna il nostro cammino e<br />
sostiene il nostro impegno apostolico,<br />
con la forza della sua linfa.<br />
CALeNDArIO DegLI eVeNtI CeLebrAtIVI DeL 150°
UNA LUCe SUL NOStrO CAMMINO<br />
L’idea di accendere una lampada nello<br />
“spazio della memoria”, a Treppio, e da lì<br />
inviarla nelle diverse comunità della Congregazione,<br />
come in un pellegrinaggio di<br />
fede, è nata dal desiderio di rispondere a<br />
una forte esigenza di unità e di comunione<br />
e di rinsaldare il senso di appartenenza alla<br />
nostra famiglia religiosa. Ogni comunità<br />
costituirà una tappa “viva” di questo itinerario<br />
della luce e sarà rafforzata e illuminata<br />
dalla presenza della lampada.<br />
VALORE DI UNA LAMPADA<br />
Nel 1861, all’origine della nostra<br />
storia, siamo state chiamate a Treppio,<br />
un paese della montagna pistoiese;<br />
oggi, abitiamo un frammento<br />
di mondo, dove lo Spirito ci ha inviate<br />
<strong>per</strong> testimoniare la luce vera<br />
che è Cristo.<br />
“Vera sorgente tu sei della vita, nella<br />
tua luce vediamo la luce”. (Sl 36,10)<br />
Col battesimo siamo entrate nella<br />
realtà luminosa di Cristo-Luce che<br />
ci porta «a vedere la storia come<br />
Lui, a giudicare la vita come Lui,<br />
a scegliere e ad amare come Lui, a<br />
s<strong>per</strong>are come insegna Lui, a vivere<br />
in Lui la comunione con il Padre e<br />
ItINerArIO LAMPADA 150°<br />
TOSCANA<br />
Comunità Dal Al<br />
Treppio 09.10 09.10<br />
S. Piero Agliana 09.10 23.10<br />
FI - “S. M. al Pignone” 23.10 06.11<br />
FI - “S. Gallo” 06.11 13.11<br />
FI - “Ist. S. Gregorio” 13.11 20.11<br />
Capalle 20.11 27.11<br />
Reggello - Via Caselli 27.11 04.12<br />
LI - “Ist. l’Immacolata” 04.12 11.12<br />
Pistoia 11.12 18.12<br />
Putignano 18.12 24.12<br />
LI - “Ist. Rossi-Ferrari” 24.12 08.01.11<br />
Viareggio 08.01 15.01<br />
EMILIA<br />
Fornovo 15.01 22.01<br />
S. Martino 22.01 29.01<br />
Correggio 29.01 05.02<br />
BO. Bertalia 05.02 12.02<br />
Bologna 12.02 19.02<br />
VENETO<br />
Trevignano 19.02 26.02<br />
Sernaglia 26.02 05.03<br />
Biadene 05.03 12.03<br />
S. Gaetano 12.03 19.03<br />
Mestre - “Ist S. Gioacchino” 19.03 26.03<br />
lo Spirito Santo» (II rinnovamento<br />
della catechesi, 38)<br />
“lo sono la luce del mondo, chi segue<br />
me, non cammina nelle tenebre, ma<br />
avrà la luce della vita” (Gv 8,12)<br />
Quando Gesù si riferisce a se stesso<br />
come la luce intende affermare<br />
“Non devi cercare la luce, è la luce<br />
che ti è venuta incontro. Per questo<br />
desideriamo che la lampada del<br />
150°, simbolo della luce di Cristo,<br />
entri in tutte le nostre comunità <strong>per</strong><br />
illuminare il quotidiano che siamo<br />
chiamate a vivere, con le <strong>per</strong>sone, le<br />
situazioni, le difficoltà e le s<strong>per</strong>anze<br />
che lo segnano.<br />
3<br />
ANNO XXXI N° 3 - 2010<br />
“La tua parola è lucerna al mio passo,<br />
il lume acceso sul mio sentiero”.<br />
(Sl 119,105)<br />
Accogliere la lampada impegna ad<br />
essere testimoni della luce, a portare<br />
sempre la fiaccola accesa, a tenerla<br />
in alto senza nasconderla, a vigilare<br />
<strong>per</strong>ché non si spenga, <strong>per</strong> mancanza<br />
dell’olio della fede, della s<strong>per</strong>anza<br />
e dell’amore.<br />
La fiamma di una lampada ad olio<br />
è modesta, ma quando la lampada<br />
viene posta sul lucerniere, tutta la<br />
stanza ne rimane illuminata.<br />
Comunità Dal Al<br />
Maerne 26.03 02.04<br />
Mestre - “Villa Salus” 02.04 16.04<br />
Mestre - Via Grazioli 16.04 30.04<br />
Vicenza 30.04 07.05<br />
LOMBARDIA<br />
Campodolcino 07.05 14.05<br />
Milano 14.05 21.05<br />
S. Macario 21.05 28.05<br />
TOSCANA<br />
Carmignanello 28.05 04.06<br />
Casalguidi 04.06 11.06<br />
Seano 11.06 18.06<br />
Serravalle di Bibbiena 18.06 09.07<br />
Caletta 09.07 30.07<br />
LI - “Ist. Rossi-Ferrari” 30.07 20.08<br />
LAZIO<br />
Roma Via Calasanzio 20.08 03.09<br />
PUGLIA<br />
Apricena 03.09 17.09<br />
LAZIO<br />
Roma “Ist. S. Giuliana” 17.09 24.09<br />
Roma “Ist. Mater Dolorosa” 24.09 08.10
IN UMILE SERVIZIO<br />
Il carisma educativo, un dono da far crescere <strong>per</strong> la causa del Regno<br />
IL NOStrO CArISMA eDUCAtIVO<br />
e IL SUO INCArNArSI NeLLA StOrIA<br />
Il carisma dell’educazione<br />
ha fortemente segnato<br />
il cammino della nostra<br />
Congregazione fin dal<br />
suo nascere<br />
Le nostre fondatrici Filomena<br />
Rossi e Giovanna Ferrari furono<br />
chiamate a Treppio nel 1861 <strong>per</strong><br />
“istruire le fanciulle ed assistere gli<br />
infermi”.<br />
“Istruire” <strong>per</strong> educare, <strong>per</strong> promuovere,<br />
<strong>per</strong> far sì che il popolo<br />
di quel paese progredisse, mediante<br />
l’istruzione, nella conoscenza,<br />
nella religione e nella civiltà<br />
L’educazione della gioventù, attraverso<br />
la promozione culturale<br />
in genere, e della donna in particolare<br />
(le fanciulle del popolo), fu<br />
l’opzione preferenziale delle nostre<br />
prime Madri.<br />
Il carisma educativo fu accolto fin<br />
dai primi anni della Congregazione<br />
come dono da far crescere <strong>per</strong><br />
la causa del Regno.<br />
Nelle relazioni dei primi Capitoli<br />
generali si legge la preoccupazione<br />
di dare stabilità al carisma e<br />
la convinzione che l’educazione<br />
e la scuola, come l’assistenza agli<br />
infermi, fosse la specifica missione<br />
della Congregazione.<br />
A tale scopo l’impegno primario fu<br />
la formazione spirituale e culturale<br />
delle suore, la cura degli edifici, la<br />
ricerca dei mezzi di sussistenza e<br />
l’attenzione alle esigenze dei tempi<br />
e del territorio.<br />
Non si aprivano case che non fossero<br />
destinate all’educazione della<br />
gioventù: scuola materne,scuole<br />
elementari, ricreatori, oratori, orfanotrofi,<br />
fino agli istituti di scuola<br />
su<strong>per</strong>iore, ai convitti e pensionati<br />
universitari, e non venivano intraprese<br />
o<strong>per</strong>e, se non richieste<br />
della Chiesa e dei Padri OSM, e<br />
sempre finalizzate ad una presenza<br />
educativa e di assistenza.<br />
Un elemento caratterizzante il<br />
servizio educativo della Congregazione<br />
fu l’attenzione ai segni dei<br />
tempi: “Ci siamo ado<strong>per</strong>ate di fare<br />
studiare alcuni soggetti nei diversi<br />
rami di musica, pittura, francese,<br />
<strong>per</strong> dare alla Congregazione suore<br />
idonee <strong>per</strong> le varie o<strong>per</strong>e” (Madre<br />
Antonina Chinotto - Su<strong>per</strong>iora<br />
Generale).<br />
Novità ed intraprendenza furono<br />
le linee guida nel qualificare, con<br />
una formazione ed una preparazione<br />
adeguate, le suore: “Sapendo<br />
4<br />
che dalla presente generazione ha<br />
da dipendere, <strong>per</strong> l’avvenire, tutto<br />
il bene della famiglia,della Chiesa<br />
e della società, le maestre niente<br />
lascino di intentato <strong>per</strong> compiere<br />
come si deve, la loro missione”.<br />
Il lavoro, iniziato modestamente<br />
e con grande fatica, ma con lo<br />
sguardo profetico, ebbe un grande<br />
sviluppo negli anni successivi alla<br />
fondazione e rivelò la sua funzione<br />
provvidenziale durante la seconda<br />
guerra mondiale con forme diversificate<br />
di accoglienza e di sostegno.<br />
Nell’itinerario compiuto dalla<br />
Congregazione possiamo constatare<br />
l’impegno a non bloccare il<br />
patrimonio del carisma delle Fondatrici<br />
e dell’Istituto <strong>per</strong> riattualizzarlo<br />
nel tempo e nell’oggi, in questo<br />
oggi così frammentato e privo<br />
di riferimenti solidi che diano<br />
consistenza ad ogni scelta di via.<br />
Una lettura attenta dei documenti<br />
e delle tappe realizzate evidenzia<br />
le linee portanti del Carisma della<br />
Congregazione.<br />
“Fare scuola alle fanciulle del popolo<br />
ed assistere gli infermi” è caratterizzato<br />
da:<br />
- uno stile: l’umile servizio<br />
- un modello: Maria, l’ancella del<br />
Signore<br />
- un costante movimento apostolico:<br />
“assecondare le esigenze liberatrici<br />
degli uomini e della società”<br />
(Costituzioni Congregazione<br />
Suore <strong>Mantellate</strong>, art. 6)<br />
- un atteggiamento contemplativo<br />
: “stare come Maria ai piedi<br />
delle infinite croci dell’umanit”<br />
(id., art. 208)<br />
- un impegno : “portare solidarietà<br />
e conforto a quanti sono nell’angustia<br />
e nel dolore (id., art. 208)<br />
Altro aspetto che connota il servizio<br />
educativo è il valore della<br />
comunità educante e della scuola<br />
continua a pagina 20
Ave Maria<br />
Ai frati e a tutta<br />
la Famiglia dei Servi<br />
Sono lieto di poter comunicare a<br />
tutto l’Ordine l’evento tanto atteso:<br />
l’inserimento della Terziaria<br />
dei Servi di Maria Cecilia Eusepi,<br />
nell’Albo dei Beati della Chiesa,<br />
in seguito al riconoscimento dello<br />
scampato <strong>per</strong>icolo di vita, scientificamente<br />
inspiegabile, accaduto a<br />
Monte Romano (VT) il 4 agosto<br />
1959 a favore di Tommaso Ricci.<br />
La straordinarietà dell’evento emerge<br />
non solo dalla santità riscontrata<br />
in una Giovane deceduta a soli 18<br />
anni, ma altresì dagli scritti che Ella<br />
ci lasciò come preziosa eredità e nei<br />
quali si intravedono le grandi linee<br />
della spiritualità trasmessaci dalla<br />
secolare Tradizione dell’Ordine. Il<br />
suo, <strong>per</strong>tanto, è un messaggio che<br />
si rivolge a tutta la Nostra Famiglia<br />
nell’articolazione varia delle sue<br />
componenti.<br />
Il primo insegnamento che apprendiamo<br />
dagli scritti dell’Eusepi è il<br />
suo intenso desiderio di Dio. Nulla<br />
in lei ebbe la forza di tale impeto interiore<br />
e tutta la sua vita fu orientata<br />
in questa direzione. Gesù Eucarestia,<br />
da lei definito il suo «Tesoro»,<br />
costituì il riferimento costante della<br />
sua esistenza. L’assenza dell’Eucarestia<br />
rappresentava <strong>per</strong> lei il venir<br />
meno del senso stesso della vita.<br />
Accanto all’Eucarestia, l’amore appassionato<br />
alla Vergine Addolorata,<br />
che lei definiva il suo «Cuore».<br />
Quando Cecilia riceveva Gesù Sacramentato,<br />
le pareva di rivivere il<br />
momento nel quale la Vergine santa<br />
ricevé tra le braccia il corpo morto<br />
del Figlio. Con lo stesso amore e<br />
devozione Cecilia era solita accogliere<br />
Gesù nel Sacramento.<br />
Leggiamo nella vita dell’Eusepi<br />
le varie vicende della vita nostra,<br />
certamente diversa dalla sua nel<br />
vario succedersi degli eventi, ma<br />
5<br />
ANNO XXXI N° 3 - 2010<br />
Un avvenimento che impreziosisce le celebrazioni dell’anno giubilare<br />
LA beAtIFICAZIONe DI CeCILIA eUSePI<br />
Il Padre Generale comunica all’Ordine Servitano l’evento tanto atteso<br />
VeN. CeCILIA eUSePI<br />
sostanzialmente coincidente con le<br />
difficoltà che tutti noi incontriamo.<br />
Come noi anche lei dovette subire<br />
l’amarezza dei desideri irrealizzati.<br />
Desiderava essere suora di vita apostolica,<br />
missionaria, interamente<br />
dedita a Dio, dovette invece lasciare<br />
la vita del chiostro, rinunciare<br />
agli alti ideali che le attraversavano<br />
il cuore, essere inchiodata da malattia<br />
devastante, privata della possibilità<br />
non solo di ricevere quotidianamente<br />
l’Eucarestia, ma <strong>per</strong>fino di<br />
recarsi a Messa alla domenica.<br />
Come noi conobbe la vita d’ogni<br />
giorno, in mezzo alla gente. La vita<br />
della parrocchia la vide attenta e<br />
partecipe alle attività liturgiche e<br />
associative, e, più tardi, agli interessi<br />
apostolici a livello diocesano.<br />
Partecipò alla vita dell’Azione Cattolica,<br />
condividendone le attività e<br />
gli ideali tracciati nel programma<br />
riassunto nel trinomio: preghiera,<br />
azione, sacrificio.<br />
Ebbe l’es<strong>per</strong>ienza del sacrificio richiesto<br />
nell’assistere i bambini<br />
della scuola materna lungo l’intera<br />
giornata. Es<strong>per</strong>imentò anche la<br />
gioia di donare agli altri tanta parte<br />
di sé, aiutando nello studio le sue<br />
compagne, dando loro esempio di<br />
impegno anche nella vita spirituale,<br />
<strong>per</strong>fino fondando la Compagnia<br />
dell’Addolorata e scrivendone addirittura<br />
lo Statuto. Giovanissima, a<br />
soli 12 anni volle divenire Terziaria<br />
dell’Ordine dei Servi di Maria. Non<br />
fu spinta da alcuno, ma solo mossa<br />
dal desiderio di vivere la spiritualità<br />
dei Fondatori così come l’aveva<br />
appresa dalla lettura del volumetto<br />
Grappoli d’oro di Monte Senario.<br />
La santità di vita che emanava da<br />
quelle <strong>per</strong>sone innamorate di Dio e<br />
della Vergine Addolorata la spinse<br />
ad abbracciare un ideale rispondente<br />
alla vita di qualsiasi cristiano<br />
vero. Conobbe le difficoltà che<br />
tutti noi, in un modo o nell’altro,<br />
incontriamo nella vita: l’invidia, le<br />
calunnie, la cattiveria, le menzogne.<br />
Su tutte lei stese il manto della<br />
carità, giungendo <strong>per</strong>fino a ringraziare<br />
coloro che l’avevano colpita,<br />
<strong>per</strong>ché le avevano dato occasione,<br />
con la sofferenza, di offrire al Signore<br />
il martirio del cuore. Negli scritti<br />
che lei ci lasciò, è possibile leggere<br />
ciò che umanamente ciascuno di<br />
noi rifiuta: il dolore, come appassionata<br />
dimostrazione d’amore al<br />
Signore. Lei scorgeva nella sofferenza<br />
l’estrema assimilazione al Cristo<br />
che si spegne sul Legno. Seppe<br />
così coniugare mirabilmente il patire<br />
all’amare. La figura di Cecilia<br />
Eusepi rimane <strong>per</strong> ciascuno di noi<br />
la dimostrazione che l’Ordine della<br />
Vergine Benedetta è vivo. È vivo<br />
nei suoi santi, è vivo nel messaggio<br />
che i migliori tra di noi continuano<br />
a trasmetterci nella fedeltà al carisma<br />
dei Sette. Essi, nella unità della<br />
loro partecipazione ai Dolori della<br />
Vergine Madre e nella carità vissuta<br />
nel reciproco rispetto e accoglienza,<br />
continuano ad invitarci a salire coraggiosamente<br />
su quell’erta di dolore<br />
e di amore, dove ci ha preceduti<br />
l’esempio mirabile della Terziaria<br />
Cecilia Eusepi.<br />
Dal nostro convento di San Marcello<br />
de Urbe, 1 luglio 2010,<br />
memoria del Beato Ferdinando Maria<br />
Baccilieri, Terziario O.S.M.<br />
fr.Ángel María Ruiz Garnica,O.S.M.<br />
priore generale
IN UMILE SERVIZIO<br />
L‘ Unione Internazionale<br />
Famiglia dei Servi (UNIFAS),<br />
nei suoi 120 rappresentanti,<br />
si è riunita, dal 7 al 14 luglio,<br />
a Rio de Janeiro in un importante<br />
convegno <strong>per</strong> riflettere e<br />
approfondire il grande tema<br />
della cura del creato<br />
Siamo familiari della terra, del cielo, dell’acqua, del fuoco, del vento”<br />
I SerVI e LA CUrA DeL CreAtO<br />
Parole di a<strong>per</strong>tura del Priore generale fra Angel M. Ruiz Garnica O.S.M.<br />
“FAMILIARI”<br />
E CANTORI DEL CREATO<br />
Siamo figli della terra, plasmati<br />
dal Creatore con polvere del suolo<br />
(Gn 2, 7), avviati sui sentieri<br />
del tempo, in cammino di trasformazione:<br />
sì, polvere noi siamo e<br />
in polvere ritorneremo (cf. Gn 3,<br />
19), <strong>per</strong> giungere nella terra nuova<br />
del Regno. Insieme con noi,<br />
la terra lodi il divino Creatore<br />
(cf. Dn 3, 5 2-90): ... Benedica<br />
la terra il Signore, lo lodi e lo esalti<br />
nei secoli. Benedite, monti e colline,<br />
il Signore, lodatelo ed esaltatelo<br />
nei secoli. Benedite, creature tutte<br />
che germinate sulla terra il Signore,<br />
lodatelo ed esaltatelo nei secoli [...]<br />
Benedite, figli dell’uomo, il Signore,<br />
lodatelo ed esaltatelo nei secoli<br />
... (Dn 3, 74-76. 82).<br />
Siamo figli del cielo, figli del Padre<br />
celeste (cf. Mt 6, 9) — Dio<br />
misterioso — che è nel segreto<br />
e che vede nel segreto (Mt 6,<br />
6), creati, maschio e femmina, a<br />
sua immagine e somiglianza (cf.<br />
Gn 1, 26- 27), bramosi del cielo<br />
nuovo (cf. Ap 21, 1), ansiosi di<br />
tornare nel giardino di Eden (cf.<br />
Gn 3, 23), nel paradiso celeste.<br />
Insieme con noi, il cielo lodi il<br />
divino Creatore (cf. Dn 3, 52-<br />
90): ... Benedite, cieli, il Signore,<br />
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.<br />
[...] Benedite, sole e luna, il Signore,<br />
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.<br />
Benedite, stelle del cielo, il Signore,<br />
lodatelo ed esaltatelo nei secoli (Dn<br />
3, 59. 62-63).<br />
Siamo figli dell’acqua, nati dalle<br />
acque del grembo materno e<br />
rinati, nel battesimo, da acqua<br />
e Spirito (Gv 3, 5), dissetati da<br />
quell’acqua viva che zampilla <strong>per</strong><br />
la vita eterna (Gv 4, 14). Insieme<br />
con noi le acque tutte lodino<br />
il divino Creatore (cf. Dn 3,<br />
52-90): ... Benedite, acque tutte,<br />
che siete sopra i cieli, il Signore, lodatelo<br />
ed esaltatelo nei secoli. [...]<br />
Benedite, piogge e rugiade, il Signore,<br />
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.<br />
[...] Benedite, sorgenti, il Signore,<br />
lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Be-<br />
6<br />
nedite, mari e fiumi, il Signore, lodatelo<br />
ed esaltatelo nei secoli (Dn<br />
3, 60. 64. 77-78).<br />
Siamo figli del fuoco, battezzati<br />
in Spirito Santo e fuoco (Mt 3,<br />
11; Le 3, 16), infiammati da quel<br />
fuoco che Gesù è venuto a portare<br />
sulla terra (cf. Lc 12, 49), ardenti<br />
del desiderio di penetrare il<br />
mistero della morte e risurrezione<br />
di Cristo alla luce della Scrittura<br />
(cf. Le 24, 32. 27). Insieme con<br />
noi, il fuoco lodi il divino Creatore<br />
(cf. Dn 3, 52-90): ... Benedite,<br />
fuoco e calore, il Signore, lodatelo<br />
ed esaltatelo nei secoli. [...]<br />
Benedite, luce e tenebre, il Signore,<br />
lodatelo ed esaltatelo nei secoli (Dn<br />
3, 66. 72).<br />
Siamo figli del vento, animati<br />
dall’alito di vita di Dio Creatore<br />
e dal soffio vivificante del Risorto<br />
(cf. Jn 20,22-23), scossi dallo<br />
stesso vento gagliardo che si abbatté<br />
impetuoso e riempì tutta la<br />
casa (At 2, 2) dove erano radunati<br />
in preghiera i primi discepo-
li con la Madre, mossi dal vento<br />
dello Spirito che soffia dove vuole<br />
(Gv 3, 5) e che orienta i nostri<br />
passi sui sentieri sempre nuovi<br />
del Vangelo. Insieme con noi,<br />
il vento lodi il divino Creatore<br />
(cf. Dn 3, 52-90): ... Benedite, o<br />
venti tutti, il Signore, lodatelo ed<br />
esaltatelo nei secoli. [...] Benedite,<br />
uccelli tutti dell’aria, il Signore, lodatelo<br />
ed esaltatelo nei secoli (Dn<br />
3, 65. 80).<br />
“Vogliamo educarci a difendere<br />
la vita e generare s<strong>per</strong>anza”<br />
MESSAGGIO FINALE<br />
La Famiglia servitana, con la<br />
partecipazione dei rappresentanti<br />
provenienti da ventotto Paesi<br />
del Mondo, si è riunita a Rio de<br />
Janeiro dal 7 al 14 luglio 2010<br />
<strong>per</strong> riflettere assieme sul tema “I<br />
Servi di Maria e la cura del creato”.<br />
Riconosciamo che Dio ha dato<br />
al genere umano il dominio della<br />
creazione, inteso come sua cura,<br />
amore, protezione e non sfruttamento<br />
e distruzione.<br />
Riconosciamo che la vocazione<br />
dell’uomo è quella di servire<br />
Dio custodendo il creato, così<br />
come indicato in Genesi 2, 15:<br />
“L’uomo è posto da Dio nel giardino<br />
<strong>per</strong> custodirlo- servirlo” e <strong>per</strong><br />
noi, Famiglia servitana, “servire”<br />
è la parola d’ordine della nostra<br />
testimonianza nella Chiesa e nel<br />
mondo.<br />
Vogliamo vivere questo servizio<br />
di cura del creato ispirandoci a<br />
Maria, la Madre che ha portato<br />
nel grembo “Colui che i cieli e la<br />
terra non possono contenere”.<br />
Vogliamo educarci a difendere la<br />
vita e generare s<strong>per</strong>anza, promuovendo<br />
nelle realtà dove viviamo<br />
l’o<strong>per</strong>a dello Spirito vivificante.<br />
7<br />
ANNO XXXI N° 3 - 2010<br />
Noi, Famiglia servitana, ci impegniamo<br />
a:<br />
1. Conoscere meglio e divulgare<br />
la centenaria es<strong>per</strong>ienza della<br />
Famiglia servitana in difesa della<br />
Foresta Amazzonica; sostenere il<br />
progetto “Giubileo <strong>per</strong> l’Amazzonia”<br />
(dieci anni senza disboscamenti)<br />
e progetti di sviluppo<br />
alternativo alla manipolazione<br />
del legno (manejo madeireiro),<br />
sensibilizzando i nostri Paesi a<br />
non consumare legno provenienti<br />
dalla Amazzonia;<br />
2. Formare una piccola commissione<br />
rappresentativa della Famiglia<br />
servitana, nominata dal Consiglio<br />
dell’UNIFAS <strong>per</strong> animare<br />
un dialogo globale e attivare tra<br />
i Servi di Maria un interscambio<br />
di idee, informazioni e risorse relative<br />
alla cura del Creato;<br />
3. Condividere i contenuti di<br />
questo convegno nelle UNIFAS<br />
nazionali e nei gruppi della Famiglia<br />
servitana ai quali apparteniamo<br />
in occasione di capitoli<br />
e riunioni nonché esprimere la<br />
cura della creazione nella nostra<br />
preghiera, lavoro e stile di vita;<br />
4. Nel prossimo convegno<br />
dell’UNIFAS presentare i<br />
progressi realizzati rispetto ai<br />
suddetti impegni
IN UMILE SERVIZIO<br />
IL VeSCOVO DeLL’IMMACOLAtA<br />
Se ne è andato in cielo un “pezzetto”<br />
dell’Immacolata.<br />
Monsignor Alberto Ablondi ha<br />
lasciato la sua Livorno : noi ora<br />
ci sentiamo un po’ orfani, abbiamo<br />
<strong>per</strong>so un Padre, anzi un babbo<br />
<strong>per</strong>ché così si sentiva lui.<br />
In questi giorni di “saluto” ho letto<br />
e riletto il suo ultimo libro nel<br />
capitolo in cui parla della morte:<br />
non è bello infatti dire “è morto”,<br />
più vero, invece, e pieno di s<strong>per</strong>anza<br />
è dire… “il mio fratello si è<br />
avviato”. Avviarsi vuol dire solo<br />
anticipare, vuol dire non separarsi,<br />
restare insieme, aprire una<br />
strada e anticipare la gioia della<br />
comunione. Il suo funerale è stato<br />
proprio come voleva lui, come<br />
un accompagnarsi, <strong>per</strong>ché non ci<br />
si accompagna solo in un unico<br />
luogo sacro, quando si fa insieme<br />
un piccolo tratto di strada che<br />
cammina nella vita del tempo ed<br />
in quella dell’eternità, è un andare<br />
verso un nuovo mattino. Lo<br />
abbiamo accompagnato con uno<br />
scampanio a festa come <strong>per</strong> la<br />
Pasqua di Resurrezione e un applauso<br />
infinito. Lo hanno portato<br />
quasi in braccio fino al luogo del<br />
suo riposo<br />
I quotidiani in questi giorni hanno<br />
scritto pagine e pagine ricordando<br />
l’uomo del dialogo, il parroco,<br />
l’intellettuale, il livornese<br />
doc, ma certamente non hanno<br />
potuto né saputo scrivere cos’era<br />
Monsignor Alberto <strong>per</strong> l’Istituto<br />
l’Immacolata e in particolare <strong>per</strong><br />
la nostra Comunità.<br />
Dire che ci amava è poca cosa,<br />
senz’altro un articolo non potrà<br />
mai far capire ciò che egli era <strong>per</strong><br />
noi e ciò che noi rappresentavamo<br />
<strong>per</strong> lui.<br />
Era l’uomo delle attenzioni: quando<br />
qualcuna di noi era ammalata<br />
o qualche genitore della nostra<br />
scuola si trovava in ospedale…<br />
arrivava sempre con le rose o<br />
con una tavoletta di cioccolata<br />
che, secondo lui, aveva il potere<br />
di tirare su il morale.<br />
Il giorno della festa della mamma<br />
non passava senza una scampanellata<br />
all’ora di pranzo: ti trovavi<br />
davanti Monsignor Alberto<br />
con una splendida azalea in mano<br />
<strong>per</strong> farci gli auguri, <strong>per</strong>ché, secondo<br />
lui, noi eravamo mamme<br />
“doppie”. Da bravo umorista<br />
qualche volta veniva anche <strong>per</strong> la<br />
Befana.<br />
Era l’uomo della costante presenza,<br />
nonostante i suoi tanti viaggi:<br />
partecipava alle cene con i genitori<br />
che definiva “momenti speciali<br />
di catechesi”. Mi viene in<br />
mente quella volta in cui dovevamo<br />
trovarci a cena in casa del<br />
vicesindaco <strong>per</strong> la preparazione<br />
al matrimonio, poiché ero stanca<br />
gli telefonai dicendo che andasse<br />
da solo…lui replicò che era appena<br />
arrivato dall’Ungheria…( chi<br />
aveva orecchi!)…; trascorsi una<br />
serata davvero meravigliosa.<br />
Non mancava ai recital, alle messe,<br />
agli incontri d’Istituto, alle feste,<br />
alle recite.<br />
Ricordo la volta in cui facemmo<br />
8<br />
La Chiesa toscana ha <strong>per</strong>so,<br />
in poco tempo, due Pastori<br />
vicini alle nostre comunità<br />
con l’amicizia,<br />
il sostegno e la condivisione<br />
dell’impegno educativo:<br />
Mons. Alberto Ablondi,<br />
già Vescovo della Chiesa<br />
di Livorno e Mons.Simone<br />
Scatizzi, Vescovo emerito<br />
della Chiesa di Pistoia<br />
un recital sul “Sorriso di Dio” al<br />
teatro “La gran guardia”… venne<br />
direttamente dall’ aeroporto di ritorno<br />
dall’Australia e quando salì<br />
sul palco riuscì a commuovere le<br />
1500 <strong>per</strong>one presenti, parlando<br />
del sorriso del suo Dio, che sembrava<br />
essere lì accanto a lui.<br />
Era l’uomo del ritardo, da bravo<br />
livornese, non arrivava mai in<br />
orario: durante un recital di Pasqua,<br />
poiché le <strong>per</strong>sone intervenute<br />
erano troppe, molte rimasero<br />
nel piazzale della chiesa e le porte<br />
furono socchiuse. Ad un certo<br />
punto si sentì qualcuno che spingeva<br />
<strong>per</strong> entrare e ai rimproveri<br />
della suora di “guardia”lui si mise<br />
a bisbigliare sottovoce “sono il<br />
Vescovo”…naturalmente entrò
e tutto fu…diverso. Quando era<br />
presente lui arrivava la luce e l’allegria,<br />
<strong>per</strong>ché sapeva vivere tutto<br />
con la gioia di un bimbo.<br />
Era un amico: quando tornava da<br />
qualche viaggio veniva a cena e ci<br />
mostrava le foto che aveva scattato<br />
…portava le foto, portava il<br />
suo umorismo, portava la Parola<br />
di Dio e portava anche il gelato<br />
o qualche altra prelibatezza. A<br />
tavola amava servirsi da solo: lo<br />
chiamava il piatto della libertà! E<br />
noi lasciavamo che lui si sentisse<br />
a casa sua e potesse prendere e<br />
fare ciò che voleva.<br />
Era un fratello: durante gli anni<br />
<strong>per</strong> me molto duri, in cui non sapevo<br />
come sistemare la mia mamma,<br />
bastò una telefonata a Monsignore<br />
<strong>per</strong>ché mi risolvesse in<br />
qualche modo la delicata situazione.<br />
Non passava sera senza che<br />
mi chiamasse <strong>per</strong> sentire come<br />
andava o soltanto <strong>per</strong> augurarmi<br />
la buona notte.<br />
E appena mia madre si spense, lui<br />
era al mio fianco con la tenerezza<br />
La notizia non ci ha colto di sorpresa<br />
ma ci ferisce come un colpo<br />
che spegne la consapevolezza che<br />
un punto di riferimento forte <strong>per</strong><br />
la nostra difficile attività se ne è<br />
andato.<br />
La morte di Mons. Simone Scatizzi,<br />
ora Vescovo emerito della nostra<br />
Diocesi, ci riempie di dolore<br />
e rimuove in noi un groviglio di<br />
sentimenti che ci lasciano attoniti<br />
ma anche consapevoli di non<br />
averlo <strong>per</strong>duto, ora che si colloca<br />
nell’economia di una Fede che<br />
trascende la quotidianità con le<br />
sue innumerevoli difficoltà, <strong>per</strong><br />
inserirsi definitivamente nel mistero<br />
infinito di una vita che non<br />
e la delicatezza di fratello, di padre.<br />
Ma la cosa più bella del nostro<br />
rapporto è stata la stima che aveva<br />
della Comunità.<br />
L’aveva soprannominata la “Comunità<br />
della Cuccagna.”<br />
Durante una riunione, ci stavamo<br />
verificando sul nostro stare<br />
insieme e talvolta mettevamo in<br />
evidenza degli aspetti negativi.<br />
Una di noi, arrivata in comunità<br />
da poco, esplose dicendo che non<br />
sapevamo cosa fosse vivere altrove<br />
e che la nostra comunità era<br />
una vera “ cuccagna”…<br />
Quando Monsignore venne a<br />
cena, ridendo gli riferimmo l’episodio;<br />
lui spalancò la sua grande<br />
bocca con un sorriso che gli andava<br />
da un orecchio all’altro: era<br />
felice di sentire che nella nostra<br />
Comunità si stava bene, <strong>per</strong>ché<br />
gli era capitato proprio da poco,<br />
che una suora gli avesse confidato<br />
piangendo, che la sua comunità<br />
era un inferno.<br />
Da allora ogni cartolina che ci<br />
ha fine.<br />
La vita del Ce.is di Pistoia si mescola<br />
fino dalla sua nascita con la<br />
responsabilità pastorale assunta<br />
da Mons. Scatizzi nella Diocesi.<br />
Fu il giorno 13 luglio 1981, il<br />
giorno dopo il suo arrivo a Pistoia<br />
– è lui a ricordarlo – che <strong>per</strong> primo<br />
ricevette un gruppo di giovani<br />
guidato da una religiosa delle<br />
Suore <strong>Mantellate</strong>, che volevano<br />
iniziare “un’attività di prevenzione<br />
nei confronti del grave problema<br />
della tossicodipendenza”. La<br />
temerarietà dell’impresa, correlata<br />
con la giovane età degli studenti<br />
guidati dalla loro insegnante,<br />
avrebbe indotto chiunque a,<br />
continua a pagina 10<br />
9<br />
ANNO XXXI N° 3 - 2010<br />
inviava portava l’indirizzo: “Alla<br />
cara comunità della cuccagna”…<br />
e quando ci incontrava ci salutava<br />
con quelle parole.<br />
Una giornalista ha scritto che era<br />
appassionato di archeologia e che<br />
è stato <strong>per</strong> molti un vero archeologo<br />
dei cuori, <strong>per</strong>ché sapeva<br />
scavare in profondità <strong>per</strong> trovare<br />
il bene in ogni <strong>per</strong>sona e in ogni<br />
situazione. E’ vero, lui ha scavato<br />
nei nostri cuori e ha portato alla<br />
luce immensi tesori che forse non<br />
avremmo mai conosciuto.<br />
Ha lasciato un segno nel nostro<br />
Istituto, nella nostra Comunità,<br />
ma soprattutto nel nostro cuore…<br />
Sono certa che da lassù avrà<br />
un occhio di riguardo <strong>per</strong> la sua<br />
tanto amata comunità della cuccagna,<br />
che grazie a lui, tenta di<br />
amare con piccoli gesti e di pedalare<br />
non solo quando c’è il sole,<br />
ma anche quando tira un forte<br />
libeccio<br />
Suor M. Letizia Lunghi<br />
Una vicinanza portatrice di una grande fede in Dio e nell’uomo<br />
UN SOStegNO NeL NOStrO CAMMINO A FIANCO DeI PIÙ DebOLI<br />
Il Ce.I.S di Pistoia, espressione del carisma di servizio delle Suore <strong>Mantellate</strong> nell’ ambito del recu<strong>per</strong>o dei<br />
tossicodipendenti, così ricorda Mons. Simone Scatizzi,
IN UMILE SERVIZIO<br />
UN SOStegNO<br />
NeL NOStrO CAMMINO<br />
A FIANCO<br />
DeI PIÙ DebOLI continua da pagina 10<br />
<strong>per</strong>lomeno, prendere tempo nel<br />
dare una risposta. Invece, dopo<br />
una sommaria analisi dell’entusiasmo<br />
dei presenti - è sempre lui<br />
che parla - “mi parve di capire<br />
che potevo fidarmi” (…). Vi assicuro<br />
che mi parve una benedizione<br />
del Signore, anzi una sua carezza<br />
appena giunto a compiere,<br />
in nome della Chiesa, un servizio<br />
non facile, in un contesto in cui,<br />
da alunno una volta, ero chiamato<br />
ad impegnarmi <strong>per</strong> essere guida.<br />
Mi caricai anch’io della loro<br />
fiducia. Promisi la mia vicinanza,<br />
il mio sostegno”.<br />
E il sostegno morale, di sprone, di<br />
coraggio, di soluzioni, di fiducia,<br />
di s<strong>per</strong>anza e di fede non ci è mai<br />
DALLA SPAgNA<br />
Carissime Consorelle,<br />
Vi scrivo <strong>per</strong> condividere con<br />
tutte voi la gradevole e positiva<br />
es<strong>per</strong>ienza, della mia partecipazione<br />
ad un programma di Radio<br />
Cattolica, <strong>per</strong> parlare della nostra<br />
Congregazione di <strong>Mantellate</strong><br />
Serve di Maria di Pistoia.<br />
Il giorno 26 maggio, Radio<br />
“LUCE” mi chiamò <strong>per</strong> telefono<br />
<strong>per</strong> far conoscere a tutta la Spagna<br />
la nostra Congregazione. Tran<strong>qui</strong>lla,<br />
senza paura, e con l’aiuto<br />
dello Spirito Santo, ho risposto<br />
affermativamente. Durante l’intervista<br />
alla radio, ho condiviso il<br />
microfono con cinque giornalisti<br />
e specialisti che volevano conoscere<br />
meglio il nostro carisma.<br />
All’inizio, ho spiegato in che<br />
cosa consiste la nostra vocazione<br />
di Sorelle <strong>Mantellate</strong> Serve di<br />
Maria, chi erano e come vissero<br />
le nostre Madri Fondatrici. Ho<br />
parlato delle nostre care Fondatrici<br />
Filomena Rossi e Giovanna<br />
mancato, nel difficile cammino,<br />
ormai trentennale, di questa associazione<br />
che si è trovata spesso in<br />
difficoltà rispetto alle normative,<br />
alle strutture, ai problemi economici,<br />
al mutare delle condizioni<br />
sociali e culturali di una società<br />
in evoluzione che spesso lascia<br />
<strong>per</strong> strada i più deboli e crea vuoti<br />
esistenziali che spingono a trovare<br />
soluzioni effimere capaci di distruggere<br />
e annientare la dignità<br />
e l’essenza dell’uomo.<br />
È su questo terreno, soprattutto,<br />
che la vicinanza di Mons. Scatizzi<br />
ci è stata fondamentale in quanto<br />
portatrice di una grande fede in<br />
Dio e nell’uomo, sua creatura, a<br />
partire proprio da coloro che più<br />
di ogni altro hanno <strong>per</strong>duto il<br />
senso della loro dignità ed hanno<br />
bisogno di recu<strong>per</strong>arla come <strong>per</strong>sone<br />
consapevoli del loro valore<br />
Ferrari, le loro origini, la loro vita<br />
prima di dare inizio alla Congregazione.<br />
Ho spiegato che erano<br />
donne di profonda vita spirituale<br />
e di servizio, con un grande amore<br />
a Dio ed alla Madonna. Ho<br />
spiegato come furono chiamate<br />
dal Vescovo di Pistoia <strong>per</strong> richiesta<br />
del Parroco di Treppio. Esse<br />
risposero sì, come Maria, <strong>per</strong> servire<br />
i più bisognosi, <strong>per</strong> insegnare<br />
ai più piccoli e poveri, <strong>per</strong> aprire<br />
scuole, visitare e assistere gli ammalati,<br />
impegnandosi <strong>per</strong> “Fare<br />
un po’ di bene” al popolo di<br />
Treppio. Col tempo assunsero la<br />
prima regola e si unirono all’Ordine<br />
dei Servi di Maria. Nel corso<br />
degli anni la nostra Congregazione<br />
si è estesa in America, Africa<br />
ed Europa. L’ultima comunità religiosa<br />
è stata a<strong>per</strong>ta in Uganda<br />
nel 2000.<br />
Ho precisato che siamo una Congregazione<br />
di Diritto Pontificio,<br />
grazie al Papa Pio X. Ho delinea-<br />
10<br />
umano e trascendentale.<br />
Nel dolore del momento ci conforta<br />
particolarmente ricorrere a<br />
questi ultimi pensieri di ricordo<br />
e di una pastorale spinta a vedere<br />
la nostra attività, sicuramente<br />
piena di debolezze ed inefficienze,<br />
come servizio cristianamente<br />
teso verso un’umanità che soffre<br />
nel travaglio di un divenire pieno<br />
di affanni e privo di punti di riferimento<br />
certi.<br />
Ci uniamo al dolore della Chiesa<br />
che è in Pistoia e, insieme a tutta<br />
la comunità cristiana, preghiamo<br />
<strong>per</strong> l’anima di questo Pastore della<br />
Chiesa e ringraziamo Dio <strong>per</strong><br />
avercelo dato nella s<strong>per</strong>anza certa<br />
che il suo aiuto non ci mancherà,<br />
ora più che mai, che vive<br />
nell’ineffabile mistero di Dio.<br />
Il Ce.I.S. di Pistoia<br />
Es<strong>per</strong>ienze<br />
UNA SOreLLA MANteLLAtA ALLA rADIO CAttOLICA “LUCe”,<br />
Per LA SPAgNA.
to pure il nostro carisma “l’umile<br />
servizio come Maria”, che è,<br />
oggi, a<strong>per</strong>tura a tutte le necessità<br />
umane e spirituali dei bambini e<br />
degli adulti. Avendo Maria come<br />
modello, vogliamo trasmettere il<br />
grande amore di Dio <strong>per</strong> tutti gli<br />
uomini.<br />
Di Filomena Rossi si diceva “e<br />
fece bene assai”, “lasciando di sé<br />
buona memoria”. Ho sottolineato<br />
della vita di Suor Filomena il<br />
suo amore <strong>per</strong> la Chiesa, <strong>per</strong> l’Eucaristia,<br />
<strong>per</strong> la Vergine Addolorata.<br />
Ho evidenziato la sua amabilità,<br />
umiltà, lo spirito di servizio e<br />
di preghiera. Di Suor Giovanna,<br />
ho spiegato che era una donna<br />
di vita austera, che “mendicava”<br />
con umiltà <strong>per</strong> aiutare gli altri, e<br />
che fu modello d’osservanza religiosa,<br />
di amore alla Eucaristia ed<br />
alla Vergine.<br />
A Treppio dissero di loro “che<br />
erano donne umili, semplici, di<br />
preghiera”. Ho ricordato a tutti<br />
gli ascoltatori che il prossimo 6<br />
ottobre 2010, la nostra Congregazione<br />
aprirà le celebrazioni <strong>per</strong><br />
il 150° Anniversario della Fondazione<br />
ed ho invitato tutti a pregare<br />
<strong>per</strong> noi affinchè riusciamo ad<br />
essere il volto amoroso di Dio <strong>per</strong><br />
gli altri.<br />
Nella seconda parte dell’intervista,<br />
ho spiegato come è nata la<br />
mia vocazione.<br />
Ho raccontato che a 7 anni ho<br />
sentito che Dio parlava al mio<br />
cuore e voleva che io lo amassi<br />
con esclusività Mi sentivo molto<br />
amata da Dio, e cominciai a capire<br />
che anche Lui voleva che io<br />
l’amassi con esclusività. Ero una<br />
ragazza molto vivace, andavo alla<br />
scuola di ballo, suonavo la chitarra,<br />
il mandolino... Alla sera, andavo<br />
dai Servi di Maria a pregare,<br />
a Messa tutti i giorni, ed in estate<br />
viaggiavo in Francia <strong>per</strong> imparare<br />
francese. Ma il Signore mi<br />
chiamava. Sentendomi sicura del<br />
suo amore e della mia vocazione,<br />
decisi, a 16 anni, di entrare nella<br />
Congregazione delle <strong>Mantellate</strong><br />
Serve di Maria. Per questa decisione<br />
cosi importante, fui aiutata<br />
dal consiglio e dal discernimento<br />
del mio Padre Confessore,<br />
dell’Ordine dei Servi di Maria.<br />
Presa la decisione, dovetti recarmi<br />
ad Alfafar (Valenza), a 600<br />
Km dalla mia città, <strong>per</strong> incontrarmi<br />
con la Comunità Religiosa<br />
delle Sorelle <strong>Mantellate</strong>. Tutto<br />
fu una novità, lì non conoscevo<br />
nessuno, ma subito mi sentii molto<br />
bene. Ricordo con molto affetto<br />
l’entusiasmo con cui intrapresi<br />
il cammino nella vita religiosa. Il<br />
Signore e la Madonna erano sempre<br />
con me. Al principio, i miei<br />
genitori non erano tanto contenti,<br />
<strong>per</strong>ò mi diedero il loro consenso.<br />
Ero affezionata e mi costava<br />
lasciare i miei genitori. Desideravo<br />
essere maestra e andare in<br />
missione, cambiare il mondo...<br />
ma nell’ incontro col Signore, mi<br />
sono resa conto che dovevo convertirmi<br />
innanzitutto io.<br />
L’interiorizzazione della Parola, il<br />
silenzio, la preghiera... presto mi<br />
hanno fatto capire che <strong>per</strong> amare<br />
e seguire Cristo, il migliore<br />
esempio e modello era sua Madre<br />
Maria. Ho sentito da sempre<br />
la Vergine accanto a me, la<br />
sua grande protezione ed amore.<br />
Il passo successivo fu lasciare la<br />
Spagna, e raggiungere Pistoia <strong>per</strong><br />
la formazione religiosa fra le sorelle<br />
<strong>Mantellate</strong>. È preziosa tutta<br />
la mia vocazione. Nel 2009, ho<br />
celebrato i miei 50 anni come<br />
Mantellata Serva di Maria. Benedico<br />
moltissimo Dio <strong>per</strong> tutto ciò<br />
che ho vissuto, <strong>per</strong> quanto mi ha<br />
amato, e <strong>per</strong> tutte le opportunità<br />
che la mia vocazione mi ha dato<br />
di fare il bene al prossimo. Sono<br />
molto felice di offrire la mia vita<br />
a Dio ed al prossimo.<br />
In un terzo momento ho parlato<br />
11<br />
ANNO XXXI N° 3 - 2010<br />
della nostra vita di comunità<br />
Ho sottolineato che la nostra<br />
Comunità si trasforma mediante<br />
l’ascolto della Parola di Dio,<br />
la Lectio Divina, la celebrazione<br />
della Eucarestia, la liturgia delle<br />
Ore, la preghiera <strong>per</strong>sonale e comunitaria,<br />
e la celebrazione del<br />
sacramento della riconciliazione.<br />
È fondamentale accogliere l’amore<br />
di Dio, che ci spinge in ogni<br />
momento ad amare le sorelle e<br />
gli uomini d’oggi. Finalmente,<br />
nell’ultima parte, ho approfittato<br />
dell’opportunità della radio, <strong>per</strong><br />
incoraggiare i giovani affinché<br />
rispondano con generosità alla<br />
chiamata di Dio; qualunque sia<br />
la loro vocazione, la vita religiosa<br />
o il matrimonio, devono sa<strong>per</strong>e<br />
ascoltare e rispondere a Dio, <strong>per</strong>ché<br />
seguendo la strada che Egli ha<br />
scelto <strong>per</strong> ognuno di noi saranno<br />
più felici. Ho ricordato le parole<br />
del Maestro: “Venite e vedete”.<br />
La mia es<strong>per</strong>ienza di rispondere sì<br />
a Dio, mi ha fatto sempre sentire<br />
libera, amata da Dio, dalla Madonna,<br />
e da tutte le mie care sorelle<br />
che ho conosciuto nella vita<br />
religiosa.<br />
Sono felice e molto grata. Amo<br />
la mia Congregazione e faccio il<br />
mio lavoro quotidiano come se<br />
tutti i giorni fossero nuovi, con<br />
gli occhi a<strong>per</strong>ti alla trascendenza.<br />
La preghiera, i sacramenti, il servizio<br />
ai bambini ed alle famiglie...<br />
mi fanno già vivere il Cielo sulla<br />
terra.<br />
Che Maria nostra Madre ci faccia<br />
rispondere sempre “SI” alla chiamata.<br />
Carissime Sorelle, prego<br />
sempre <strong>per</strong> tutte voi.<br />
Suor M. Pilar Martin<br />
Gli insegnanti della Scuola Sacro Cristo della Fede di Alcàsser (Valenza-Spagna)
IN UMILE SERVIZIO<br />
In margine al Convegno O.S.M.<br />
sulla cura del creato<br />
eMOZIONI, IMPreSSIONI, PeNSIerI<br />
SU UN VIAggIO eD UN INCONtrO<br />
A SOrPreSA…<br />
“Perché proprio a me e non ad<br />
altri?” (Seppure faccio parte<br />
dell’Unifasi).<br />
E’ stata la mia prima reazione<br />
quando Madre Emanuela mi ha<br />
proposto di partecipare dal 7 al<br />
14 luglio 2010 al Convegno internazionale<br />
della Famiglia Servitana<br />
a Rio De Janeiro (Brasile) sul<br />
tema “I SERVI DI MARIA E LA<br />
CURA DEL CREATO.<br />
In un primo momento, la proposta<br />
mi è sembrata troppo grande e mi<br />
ha un po’ spaventata, tanto che ho<br />
voluto attendere fino a sera prima<br />
di dare una risposta positiva.<br />
Mi sosteneva il pensiero che il<br />
Brasile è la terra dove mio fratello<br />
P. Antonio (Cesio) ha trascorso<br />
i suoi 30 anni di vita sacerdotale<br />
condividendo con i più poveri ed<br />
umili sofferenze, gioie, s<strong>per</strong>anze<br />
promuovendo con fermezza la giustizia<br />
e l’amore.<br />
Appena ho deciso di accettare<br />
questa missione, si è creato in me<br />
un filo diretto con lui, certa del<br />
suo sorriso dal Cielo e del suo aiuto,<br />
anche se, nel profondo di me<br />
stessa avevo molti timori ed insorgevano<br />
gli interrogativi più strani:<br />
“Ce la farò!? E se mi sentissi male?<br />
E se l’aereo…?”<br />
Questi ed altri pensieri mi tenevano<br />
in ansia spingendomi a raccomandarmi<br />
alla protezione di tutti<br />
i Santi.<br />
Finalmente è arrivato il 7 luglio.<br />
Non c’era più da attendere, tutto<br />
era pronto, <strong>per</strong>sino il mio animo<br />
era più sereno: avrei viaggiato con<br />
altre quattro Suore Serve di Maria<br />
e mi aspettava una bellissima avventura.<br />
In aereo ho pregato tanto, ho letto,<br />
tremato, dormito: ho fatto di<br />
tutto…<br />
Tredici ore e mezzo non passano<br />
velocemente!!! Ed eccoci alle 17<br />
dello stesso giorno a Rio de Janeiro,<br />
proprio all’ora del tramonto.<br />
Là è inverno e fa buio presto. In<br />
Italia, invece, l’orologio segnava<br />
le 22!<br />
Ad attenderci all’aeroporto c’erano<br />
un giovane professo OSM brasiliano,<br />
e l’autista del pulmino<br />
incaricato di portarci al Centro<br />
Estudos Do Sumarè, sede del Convegno.<br />
A noi, poi, si sono uniti P.<br />
Ettore Turrini, vecchio missionario,<br />
roccia OSM dell’Amazzonia,<br />
ed alcune Sorelle OSSM, provenienti<br />
dall’Acre, che <strong>per</strong> raggiungere<br />
Rio avevano anch’essi viaggiato<br />
tutto il giorno.<br />
Dopo quaranta minuti fra palazzi<br />
e favelas, siamo arrivati a destinazione.<br />
Lì ci aspettava una calorosa<br />
accoglienza da parte del Padre<br />
Generale, P. Angel, di Sr. Elizabeth,<br />
segretaria Unifas, e di tanti<br />
partecipanti già presenti. Alcuni<br />
volti, specie tra gli Italiani, mi erano<br />
noti, altri no. Tuttavia mi sono<br />
sentita subito a mio agio. Nonostante<br />
nazionalità e lingue diverse,<br />
si è creata un’intesa veramente<br />
grande fra tutti, fin dal primo momento.<br />
Fraternità ed amicizia, che<br />
è andata aumentando man mano<br />
che trascorrevano i giorni.<br />
Ogni partecipante ha dato il meglio<br />
di sé contribuendo a rendere<br />
piacevoli i vari incontri, dalla colazione<br />
del mattino all’appuntamento<br />
serale delle 20 (ora del tè o<br />
piuttosto della camomilla).<br />
12<br />
Particolarmente significativa è<br />
stata la sfilata delle bandiere dei<br />
diversi Paesi dove o<strong>per</strong>ano i Servi,<br />
seguita dalla foto di gruppo.<br />
Ciascuna bandiera era diventata<br />
la bandiera di tutti, (almeno <strong>per</strong><br />
me), tanto ci si sentiva uniti come<br />
un’unica famiglia.<br />
Il tutto ben preparato: Liturgia<br />
quotidiana in varie lingue, dove<br />
nessuno era escluso, <strong>per</strong>ché trovava<br />
la possibilità di esprimersi;<br />
encomiabile l’organizzazione delle<br />
uscite al Santuario Nazionale<br />
De Aparecida, al Monte Pào De<br />
Acùcar, al Cristo Redentor (Corcovado),<br />
alla Santa Messa nella<br />
Parrocchia dei Servi “Vergine Addolorata”<br />
di Rio e alla serata carnevalesca<br />
nei locali della medesima<br />
parrocchia.<br />
I frati brasiliani si sono dati molto<br />
da fare <strong>per</strong>ché tutto funzionasse a<br />
<strong>per</strong>fezione.<br />
Disponibilità e gratuità, fatta di<br />
tanti piccoli gesti incredibili, erano<br />
all’ordine del giorno.<br />
Il tema trattato, cominciando<br />
dalle parole di a<strong>per</strong>tura del Priore<br />
Generale, è stato affascinante.<br />
Le relazioni di Sr. Elizabeth A.<br />
Johnson, professoressa di Teologia<br />
all’Università FORDHAM a New<br />
York e di Fra Clodovis M. Boff<br />
OSM, su problemi ecologici e la<br />
difesa del creato, e la presentazione<br />
di alcune realtà a livello mondiale
all’interno della nostra Famiglia,<br />
hanno allargato i nostri orizzonti,<br />
suscitando immenso stupore ed<br />
accrescendo in ciascuno la consapevolezza<br />
della necessità di mettere<br />
in atto tutte le nostre energie<br />
<strong>per</strong> divenire I VERI CUSTODI<br />
DEL GIARDINO DI DIO.<br />
Non sono mancate le riflessioni<br />
<strong>per</strong>sonali e di gruppo, da cui è scaturito<br />
il messaggio finale rivolto<br />
oltre che alle autorità civili competenti,<br />
all’intera Famiglia dei<br />
Servi, con particolare riferimento<br />
alla “Salvaguardia della foresta<br />
amazzonica, nella difesa della vita<br />
e nel sostegno degli abitanti indigeni<br />
della foresta”.<br />
Aver partecipato a questo Convegno<br />
è stata davvero un’es<strong>per</strong>ienza<br />
meravigliosa!<br />
Mi porto nel cuore i tanti volti di<br />
fratelli e sorelle incontrati, insieme<br />
alla viva gioia di appartenere<br />
alla Famiglia dei Servi, grande<br />
non tanto <strong>per</strong> numero, quanto <strong>per</strong><br />
il CUORE CHE VI VIBRA DEN-<br />
TRO.<br />
Grazie ancora, Sr. Emanuela e sorelle<br />
tutte, <strong>per</strong> avermi donato questa<br />
bellissima opportunità.<br />
Sr. M. Artemia Civiero<br />
“Deve rimanere qualcuno<br />
che più tardi possa<br />
testimoniare che Dio<br />
è vissuto anche in quest’epoca.<br />
E <strong>per</strong>chè non dovrei<br />
essere io<br />
questo testimone?<br />
Etty Hillesum<br />
SILVIA MeMOrIAL<br />
FOUNDAtION<br />
Una giornata<br />
indimenticabile<br />
Ricordo che, quando la Balikuddenbe<br />
Primary School di Kisoga<br />
decise di istituire un “Memorial<br />
Day” in ricordo di Silvia, fu <strong>per</strong><br />
me un momento di grande commozione.<br />
“Silvia vivrà sempre <strong>qui</strong> con noi,<br />
in mezzo a noi.” Queste parole,<br />
pronunciate da chi vive una realtà<br />
dove la morte prematura è così<br />
quotidianamente presente da sembrare<br />
un evento normale e quasi<br />
scontato, dove, inevitabilmente,<br />
il senso della vita e della morte<br />
è concepito in modo così diverso<br />
dal nostro, mi colpirono particolarmente.<br />
E quando, il 12 agosto, anniversario<br />
della scomparsa di Silvia, ha<br />
avuto luogo la prima commemorazione,<br />
ho capito che la gente di<br />
Kisoga mi aveva fatto un dono incredibilmente<br />
prezioso.<br />
13<br />
ANNO XXXI N° 3 - 2010<br />
E’ stata un’emozione indescrivibile<br />
vedere centinaia di bambini<br />
indossare quella maglietta azzurra<br />
con il ritratto di Silvia e la scritta<br />
“With god all is possible” …<br />
E Silvia era lì con noi, con i suoi<br />
dolci occhi azzurri, con il suo sorriso<br />
…<br />
Ettore Conti
IN UMILE SERVIZIO<br />
DA MeStre<br />
“VILLA SALUS”, ALL’ALteZZA DeI teMPI<br />
La Sanità è in continua evoluzione<br />
e il nostro Ospedale ne segue costantemente<br />
le direttive.<br />
Questa realtà è stata positivamente<br />
riconosciuta dall’ispezione regionale<br />
(Arss = Agenzia Regionale Servizi<br />
Sanitari), che, nei giorni 23,<br />
24, 25 giugno ha sostato in Villa<br />
Salus, svolgendo un lavoro meticoloso<br />
e capillare in ogni settore.<br />
Al termine, la Commissione ha<br />
positivamente apprezzato il lavoro<br />
fatto e darà indicazioni alla Regione<br />
affinché possa essere dichiarato<br />
accreditato.<br />
Iniziata con l’assemblea generale<br />
a<strong>per</strong>ta dal saluto di Sr. Giuseppina<br />
Vitale, l’ispezione è terminata<br />
con la seconda assemblea generale<br />
durante la quale la Presidente di<br />
Commissione ha avuto parole di<br />
encomio, dicendo fra l’altro: «E’<br />
una bella struttura, sana e solida…».<br />
Ha proseguito notando che<br />
i risultati, verificati nei vari settori<br />
e rilevati durante l’ispezione, non<br />
sono dovuti ad un lavoro affrettato<br />
in vista dell’accreditamento, ma<br />
al sistema con il quale le Direzioni<br />
e tutto il Personale - sanitario,<br />
amministrativo, religioso - hanno<br />
sempre lavorato.<br />
Il motore è stato senz’altro la collaborazione<br />
fra le tre Direzioni<br />
- Direttore Sanitario Dott. Massimo<br />
Forte, Direttore Amministrativo<br />
Dott. Mauro Vitacca, e Dott.<br />
ssa Luisa Conzut Responsabile del<br />
Personale infermieristico -. Infatti,<br />
collaborando con la Direzione<br />
Generale, in questi anni si sono<br />
dedicati con intelligenza e competenza,<br />
con impegno e disinteresse,<br />
alla gestione dell’Ospedale, seguiti<br />
dall’impegno di tutto il Personale.<br />
A conclusione del lungo cammino<br />
<strong>per</strong> l’ottenimento dell’accreditamento<br />
e <strong>per</strong> esprimere il proprio<br />
compiacimento a tutti, la Direzione<br />
ha organizzato <strong>per</strong> questa sera<br />
un rinfresco e un momento di festa,<br />
invitando i dipendenti e le loro famiglie<br />
presso il parco dell’Ospedale.<br />
N.B. “Accreditamento” è un processo<br />
formale attraverso il quale un ente pubblico<br />
(in questo caso la Regione Veneto)<br />
riconosce ed attesta che una istituzione<br />
(in questo caso l’Ospedale Villa Salus)<br />
abbia il possesso di re<strong>qui</strong>siti previsti dagli<br />
standard nazionali/regionali <strong>per</strong> gli<br />
erogatori di prestazioni sanitarie <strong>per</strong><br />
conto del Servizio Sanitario Nazionale<br />
e Regionale.<br />
14<br />
Ciò non toglie la dizione di “Ospedale<br />
classificato”, ma completata così:<br />
“Ospedale classificato – accreditato<br />
- che consolida il rapporto con<br />
il Servizio Sanitario, <strong>per</strong>mettendo<br />
all’Ospedale di accedere ad ulteriori<br />
attività di tipo assistenziale.<br />
Sr. M. Consiglia Agostini<br />
CAMPODOLCINO, 17 AgOStO 2010<br />
UNA SPLeNDIDA SOrPreSA A VILLA gIOIOSA!<br />
Con uno stupore che non ha confini,<br />
è stata realizzata una cappellina,<br />
dedicata a Maria Madre delle<br />
grazie, proprio nello spazio adibito,<br />
<strong>per</strong> anni, alla raccolta dei rifiuti.<br />
Sr Elsa, da tempo, voleva dare un<br />
tocco mariano al cortile di Villa<br />
Gioiosa, collocandovi una statua<br />
di Maria in una posizione tale da<br />
renderla visibile a chi passava <strong>per</strong><br />
strada.<br />
Invece la Madonna non la pensava<br />
così! Voleva proprio essere posta<br />
sulla strada in modo che tutti potessero<br />
sostare <strong>per</strong> pregare.…Che<br />
coincidenza!!!…Mentre la suora<br />
chiudeva il cancelletto del cortile,<br />
una villeggiante le chiese:- Lì dentro<br />
mettete la Madonna? – La risposta<br />
fu no, <strong>per</strong>chè il pensiero era<br />
di metterla nel cortile!<br />
La signora ritornò con la stessa domanda,<br />
aggiungendo: “Se mettete<br />
la Madonna lì dentro, vedrà quanta<br />
gente si fermerà a pregare….Ci<br />
pensiamo noi: io e mio marito a<br />
costruire la cappellina.<br />
Anita e Guido iniziarono il lavoro<br />
anche con altre <strong>per</strong>sone a noi sconosciute,<br />
e, con un tocco bello e<br />
raggiante della pittrice, la cappellina<br />
fu completata.
MILANO:<br />
UNDICI ANNI IN VIA VASArI rICOrDI DI SCUOLA<br />
Era il settembre del 1991. Iniziavo<br />
l’asilo e cominciavo un <strong>per</strong>corso<br />
nell’Istituto di via Vasari 16 a Milano,<br />
che sarebbe proseguito fino<br />
al 2002, anno in cui ho iniziato<br />
il liceo. Ma il mio legame con la<br />
scuola e in particolar modo con la<br />
mia maestra delle elementari, non<br />
si è certo concluso con l’esame di<br />
terza media. Quel luogo dove ho<br />
trascorso gran parte dell’infanzia,<br />
ha lasciato delle impronte profonde<br />
nella mia vita.<br />
Ho il ricordo preciso di tante <strong>per</strong>sone<br />
che mi hanno accompagnato<br />
non solo nel <strong>per</strong>corso scolastico,<br />
ma -quel che più conta- mi hanno<br />
insegnato a vivere, abituandomi fin<br />
da piccola ad avere dei particolari<br />
valori. Mi sono da poco laureata in<br />
Lettere, ma non dimentico quello<br />
che mi è stato trasmesso in quegli<br />
anni. Oggi cerco di portare questo<br />
tesoro all’esterno e donarlo a tutti i<br />
bambini che seguo e che ho seguito<br />
nel volontariato e non solo.<br />
Nei cinque anni delle elementari<br />
ho imparato ad amare la lettura. Al<br />
mattino la campanella suonava alle<br />
otto e mezza, ma io e i miei compagni<br />
facevamo a gara a chi arriva-<br />
va primo in classe dove la suora ci<br />
aspettava. E lì leggevamo e leggevamo.<br />
Abbiamo preso confidenza<br />
con i libri in questo modo e leggere<br />
diventò qualcosa di piacevole.<br />
Aspettavamo così in silenzio il momento<br />
della preghiera, momento di<br />
riflessione collettivo, mai scontato<br />
e mai rovinato dall’abitudine. Ogni<br />
mattina una classe di venti bambini<br />
affidava a Dio i propri pensieri<br />
e le proprie domande e pregava<br />
<strong>per</strong> la famiglia, <strong>per</strong> gli amici, <strong>per</strong> i<br />
bambini in guerra e <strong>per</strong> quelli poveri.<br />
Spesso la preghiera rimaneva<br />
a<strong>per</strong>ta: allora ogni nostro gesto<br />
nella giornata si faceva preghiera<br />
(o almeno ci provavamo). E’ proprio<br />
in momenti come questi che<br />
ho imparato a conoscere il prossi-<br />
UNA SPLeNDIDA SOrPreSA A VILLA gIOIOSA!<br />
L’inaugurazione è stata la sera di<br />
martedì 17 agosto. La fiaccolata è<br />
partita dalla parrocchia, insieme a<br />
un numero veramente strepitoso di<br />
gente, guidata dal parroco don Bruno<br />
che ha iniziato con la preghiera:<br />
“Sotto la tua protezione” , supplica<br />
non concordata tra sr Elsa e don<br />
Bruno, e che suor Elsa aveva fatto<br />
stampare sul retro della foto, all’insaputa<br />
l’uno dell’altra. La commozione<br />
tra le <strong>per</strong>sone è tuttora palpabile<br />
e la cappellina è già luogo<br />
dove la Madonna ascolta, esorta,<br />
consola, dà s<strong>per</strong>anza. Alla fiaccolata<br />
è seguito un rinfresco nel cortile;<br />
mo, vicino e lontano.<br />
Parlavamo frequentemente<br />
dell’Africa e della<br />
missione in Swatziland,<br />
dei nostri coetanei meno<br />
fortunati e <strong>per</strong> loro riponevamo<br />
i nostri risparmi<br />
nel salvadanaio al centro<br />
della classe.<br />
Passavo molte ore a<br />
scuola, anche alle medie.<br />
non si capisce bene chi l’abbia preparato!<br />
Non è mancato niente di<br />
quanto necessario: fari illuminanti,<br />
microfoni, nastri tremuli, fiocchi<br />
gentili e fiori profumati. Non è<br />
mancato neppure il vin-brulè fatto<br />
nella cucina della villa e la lotteria.<br />
Ancora lo stupore è nel nostro cuore<br />
e nella nostra mente, e continuiamo<br />
a ripetere: “Ma che faccia<br />
avranno i volontari e le <strong>per</strong>sone<br />
che hanno fermamente voluto che<br />
la Madonna sia una presenza materna<br />
<strong>per</strong> la gente del posto e <strong>per</strong><br />
tanti villeggianti?<br />
le suore di Campodolcino<br />
15<br />
ANNO XXXI N° 3 - 2010<br />
Le ore di lezione si intersecavano<br />
con quelle dedicate al gioco, alla<br />
preparazione delle recite, delle mostre,<br />
dei cartelloni, dei corsi di pianoforte<br />
pomeridiani e del dialogo<br />
coi compagni e con le insegnanti.<br />
Ho avuto es<strong>per</strong>ienza di quello che<br />
adesso è il mio ideale di scuola: una<br />
scuola che si presenta come strumento<br />
di crescita sotto ogni profilo,<br />
in cui gli adulti sono delle guide da<br />
seguire; una scuola che non deve<br />
essere vissuta come luogo di verifica<br />
e di valutazione, in cui non è importante<br />
essere migliori del proprio<br />
compagno; una scuola come quella<br />
di don Lorenzo Milani a Barbiana.<br />
Chiara Cenati
IN UMILE SERVIZIO<br />
DA VIAreggIO<br />
grAZIe<br />
“Il Signore è il mio pastore<br />
non manco di nulla.<br />
In prati rigogliosi mi conduce<br />
e ad acque limpide mi disseta”.<br />
Bellissime queste “parole” del salmo,<br />
ma a volte impossibili da sentire<br />
vicine a noi, povere molecole<br />
s<strong>per</strong>se nel grande universo, silenzioso<br />
e freddo nella sua vastità e<br />
bellezza. Se non vi fossero sul nostro<br />
cammino <strong>per</strong>sone come Suor<br />
Cecilia Scarcella che rendono tutte<br />
quelle “parole” e tutto quello spazio<br />
veri e avvolgenti.<br />
Lei era capace di star vicino a chi<br />
soffriva o gioiva con pacatezza e<br />
amore disinteressato; le lacrime<br />
che, in alcuni momenti della vita,<br />
si risolverebbero in dis<strong>per</strong>azione,<br />
con la sua presenza si trasformavano<br />
in fiducia, coraggio. E così nei<br />
momenti belli della vita: sembravano<br />
più “chiari”, più limpidi e luminosi.<br />
La sua partenza, <strong>per</strong> altro universo,<br />
sembra assurda; il vuoto lasciato<br />
nella vita di tante <strong>per</strong>sone, incolmabile.<br />
Si cerca di sentirla lontana<br />
<strong>per</strong>chè in gita scolastica o <strong>per</strong><br />
impegno della Congregazione, in<br />
“Le nostre prime suore, nel cercare<br />
e seguire Cristo mediante il dono<br />
totale di se stesse, <strong>per</strong> amore hanno<br />
vissuto una vita semplice e modesta,<br />
del tutto normale, caratterizzata da<br />
un sano e<strong>qui</strong>librio e da una genuina<br />
pietà”.<br />
da: Studio delle Origini <strong>per</strong> essere<br />
fedeli al carisma, a cura di Sr.<br />
Philomena Spidale, 1977<br />
modo da sentire intorno il ritorno<br />
e illuderci che è assenza temporanea<br />
così il dolore si lenisce un po’.<br />
Pensandola in questo “viaggio” non<br />
possiamo che vederla in compagnia<br />
di <strong>per</strong>sone che lei ha amato, soccorso,<br />
aiutato.<br />
Personalmente voglio crederla in<br />
compagnia dei miei cari ai quali ha<br />
attutito, tante volte, il dolore e lo<br />
sgomento. La voglio “vedere” con<br />
loro in questi “pascoli ubertosi” che<br />
sono l’altra dimensione a noi ancora<br />
estranea, che ride, che parla con<br />
loro di noi, dell’ultimo tempo trascorso<br />
con noi, dei nostri problemi,<br />
delle nostre eterne paure e non <strong>per</strong><br />
far chiacchiere, ma <strong>per</strong> consigliarsi<br />
anche con loro <strong>per</strong>, ancora una<br />
volta, aiutarci con disinteresse e<br />
ironia.<br />
I luoghi che ha lasciato: la scuola,<br />
il convento, rimandano costantemente<br />
la sua assenza: non c’è cosa<br />
più evocativa dei luoghi e delle<br />
cose! Negli ultimi tempi si era fatta<br />
sempre più piccolina, fragile, ma<br />
mai sconfitta o assente a noi. Era<br />
una fragilissima donna di ferro, che<br />
ancora consolava con lo sguardo<br />
scavato nel volto e con parole pronunciate<br />
a fatica <strong>per</strong> quel respiro<br />
difficile da gestire. Ora il suo respiro<br />
sarà sicuro <strong>per</strong>chè ricco dell’ossigeno<br />
che il suo Signore le ha dato e<br />
“Le Fondatrici, in adesione umile e<br />
concreta al piano di Dio sono andate<br />
incontro agli uomini del loro tempo<br />
‘facendo un po’ di bene’.<br />
Istruendo ed educando i giovani,<br />
assistendo gli orfani e i malati, sono<br />
andate verso i ‘poveri’ dove questi<br />
si trovavano, nei paesi e nelle città,<br />
in Diocesi e regioni vicine e lontane,<br />
con l’a<strong>per</strong>tura e la disponibilità<br />
dell’umile Ancella del Signore”.<br />
id.<br />
16<br />
le darà in eterno.<br />
La voglio immaginare festosa, disponibile,<br />
accogliente lassù in<br />
quella dimensione infinita, felice<br />
<strong>per</strong> aver incontrato tante <strong>per</strong>sone<br />
a lei care, tanti amici ma soprattutto<br />
<strong>per</strong> aver incontrato la Vergine<br />
della quale è stata serva fedele e<br />
mediatrice del suo messaggio a noi.<br />
La Vergine l’avrà accolta tra le sue<br />
braccia di mamma e forse tra quelle<br />
braccia, dopo essersi riposata dal<br />
lungo viaggio, ancora una volta le<br />
avrà parlato di noi.<br />
Suor Cecilia, ovunque lei sia, grazie<br />
<strong>per</strong> tutto quello che ci ha donato e<br />
<strong>per</strong> tutto quello che ci donerà.<br />
la sua<br />
Paola Martinelli<br />
Filomena Rossi e Giovanna Ferrari<br />
sono memoria viva <strong>per</strong> noi Suore<br />
“<strong>Mantellate</strong>”. Due donne umili<br />
e semplici, nascoste e vigili come<br />
Maria; tutte proposte al servizio dei<br />
“poveri”, ai quali donavano tutte se<br />
stesse, insieme al pane materiale che<br />
ricavavano dalla questua, all’attenzione<br />
<strong>per</strong> le sofferenze e all’impegno<br />
di promozione umana, culturale e<br />
sociale delle giovani.
PeLLegrINAggIO A SANtIAgO De COMPOSteLA<br />
Con il cuore colmo di gioia e di<br />
commozione ringrazio il Signore<br />
<strong>per</strong> l’es<strong>per</strong>ienza del pellegrinaggio a<br />
Santiago de Compostela (dal 17 al<br />
27 agosto), organizzato dal Centro<br />
Diocesano di Pastorale Giovanile<br />
di Firenze in occasione dell’Anno<br />
Santo Compostelano 2010 e,<br />
in particolar modo, <strong>per</strong> tutto ciò<br />
che il Signore ha voluto teneramente<br />
donarci in questo itinerario<br />
condiviso, consapevoli che l'incontro<br />
con Lui resta comunque e<br />
sempre il motivo primo e la meta<br />
del Cammino. Ringrazio le nostre<br />
guide instancabili: don Alessandro<br />
Lombardi, responsabile del Centro<br />
Diocesano di Pastorale Giovanile e<br />
Mons. Stefano Manetti, rettore del<br />
seminario di Firenze, <strong>per</strong> la dedizione<br />
e l'impegno con cui si sono<br />
prodigati non solo nell'organizzare<br />
tutto al meglio, ma soprattutto <strong>per</strong><br />
aver offerto a me e a tutti i giovani<br />
che si sono lasciati coinvolgere<br />
in questo progetto l'opportunità di<br />
vivere un'es<strong>per</strong>ienza indimentica-<br />
bile, che ci ha <strong>per</strong>messo di crescere<br />
nella fede e gustare la bellezza del<br />
camminare con e <strong>per</strong> Gesù...<br />
Il programma prevedeva un <strong>per</strong>corso<br />
a piedi di alcune tappe del<br />
Cammino di Santiago <strong>per</strong> un totale<br />
di 160 km; tutti noi pellegrini,<br />
all'incirca settanta giovani, dopo<br />
una sosta preliminare a Lourdes <strong>per</strong><br />
affidare il viaggio a Maria, e fare il<br />
cammino sotto il suo sguardo, abbiamo<br />
mosso i primi passi da Pamplona<br />
<strong>per</strong> arrivare dopo una settimana<br />
proprio nella città che ospita<br />
le spoglie dell’apostolo San Giacomo.<br />
Io credo davvero che "Chi s<strong>per</strong>a<br />
nel Signore, cammina senza stancarsi.."<br />
<strong>per</strong>ché questo, nei giorni di<br />
cammino verso Santiago, si faceva<br />
sempre più chiaro nella mia mente.<br />
Ogni volta, infatti, che il mio desiderio<br />
di raggiungere la meta è stato<br />
più forte e più importante di ogni<br />
fatica, di ogni difficoltà... riuscivo<br />
ad aprire il cuore e quella fatica diventava<br />
già su<strong>per</strong>abile guardando<br />
alla luce dell'amore di Dio. Penso<br />
17<br />
ANNO XXXI N° 3 - 2010<br />
che, anche nel quotidiano, proprio<br />
quando ci mettiamo in cammino<br />
avendo una motivazione ed un<br />
chiaro obiettivo da raggiungere,<br />
qualunque imprevisto che, se fermi,<br />
costituirebbe un ostacolo, diventa<br />
quasi s<strong>per</strong>anza.<br />
E’ possibile viaggiare da soli. Ma un<br />
buon camminatore sa che il grande<br />
viaggio è quello della vita ed esso<br />
esige dei compagni … c’è cammino<br />
e cammino: partire e mettersi in<br />
marcia e aiutare gli altri a cominciare<br />
la stessa marcia <strong>per</strong> costruire un<br />
mondo più giusto e umano. (H. Camara,<br />
Camminiamo la s<strong>per</strong>anza)<br />
S<strong>per</strong>o tanto che in tutti noi che abbiamo<br />
vissuto questo pellegrinaggio<br />
non si spenga mai il desiderio<br />
di camminare con Gesù e auguro a<br />
ciascuno di essere capaci realmente<br />
di accogliere Cristo come Via, <strong>per</strong><br />
camminare sempre nella Verità e<br />
vivere una Vita in pienezza, quella<br />
che solo Lui può donarci!<br />
Tiziana Dulcetti
IN UMILE SERVIZIO<br />
(rI)trOVArSI<br />
Trovare il tempo di essere amico,<br />
scriveva Madre Teresa di Calcutta,<br />
è la strada della felicità.<br />
Questo devono aver pensato gli organizzatori<br />
della cena di beneficenza<br />
che si è svolta sabato 25 settembre<br />
nel salone dell’Istituto Suore <strong>Mantellate</strong><br />
di Pistoia.<br />
Questo lo si leggeva stampato sulle<br />
magliette di chi aveva allestito i tavoli,<br />
di chi era addetto alla cucina,<br />
di chi serviva, di chi si occupava<br />
della lotteria, di chi seguiva le prove<br />
dei musicisti di talento che hanno<br />
regalato emozioni alla serata (Tiziano<br />
Mazzoni e il suo gruppo).<br />
E forse è significativo ri<strong>per</strong>correre<br />
la genesi di questo incontro, che è<br />
nato dal ritrovarsi insieme, dopo 40<br />
anni, di un gruppo di compagni di<br />
classe delle elementari.<br />
Dall’idea espressa a voce alta dai<br />
pochi che ancora si vedevano, è<br />
partita la ricerca. Una volta recu<strong>per</strong>ato<br />
l’elenco degli alunni inserito<br />
nel registro di classe, sono iniziati i<br />
passaparola, le telefonate, le ricerche<br />
attraverso la rete, i primi contatti<br />
, fino all’occasione conviviale,<br />
che <strong>per</strong>mette di riannodare i fili di<br />
una relazione lontana nel tempo,<br />
ma così importante nel <strong>per</strong>corso di<br />
crescita individuale.<br />
In molti, fin da subito, è nata la volontà<br />
di andare oltre: trovare il tempo<br />
di rivedersi, di rinsaldare i rapporti,<br />
dare al ritrovarsi insieme un<br />
significato di valore.<br />
Qualcuno ricerca le foto di quegli<br />
anni, alcuni si scrivono, non solo<br />
<strong>per</strong> ripensare ai tanti episodi dell’esser<br />
stati bambini insieme in un ambiente<br />
sereno, ma anche <strong>per</strong> raccontarsi<br />
un po’ dell’oggi, di una vita<br />
adulta fatta di famiglie, figli, lavoro,<br />
solitudini, gioie e preoccupazioni.<br />
18<br />
Dagli incontri serali nei locali dell’Istituto<br />
e dalle conversazioni con “l’antica”<br />
insegnante, matura l’idea di creare<br />
una occasione di solidarietà: farsi amici<br />
di uno di quei tanti bambini, che,<br />
senza andare troppo lontano, non vivono<br />
in un contesto positivo ed hanno<br />
bisogno di essere accompagnati in<br />
un tratto del loro <strong>per</strong>corso formativo<br />
umano e culturale.<br />
Un gesto di amicizia allargata, che si<br />
è concretizzato nella organizzazione<br />
di una cena <strong>per</strong> la raccolta fondi, in<br />
cui ognuno ha messo a frutto i propri<br />
talenti <strong>per</strong> la buona riuscita della<br />
serata.<br />
La risposta è stata positiva ed i partecipanti<br />
(un centinaio tra parenti e<br />
amici) sono stati accolti nel salone<br />
e nel giardino della scuola da questo<br />
gruppo di ex alunni che, con la loro<br />
maestra, hanno trovato il tempo di<br />
essere amici.
L’ereDItà DI UN grANDe CrIStIANO<br />
La recente beatificazione di John<br />
Henry Newman, convertitosi<br />
dall’anglicanesimo e divenuto cardinale,<br />
decisa e realizzata da Benedetto<br />
XVI, grande ammiratore<br />
del teologo inglese, ha richiamato<br />
l’attenzione di tutta la chiesa su<br />
una eccezionale figura di pensatore<br />
cristiano e sulla preziosa eredità<br />
che egli ha lasciato a tutta la chiesa.<br />
In particolare, di lui si devono<br />
ricordare le concezioni relative al<br />
primato della coscienza (“Prima la<br />
coscienza, poi il Papa”), al rapporto<br />
fra fede e ragione o fra teologia<br />
e filosofia (particolarmente vivo<br />
nell’insegnamento del Papa Benedetto<br />
XVI) e alla coraggiosa dottrina<br />
sul laicato (attualissima nel<br />
momento in cui la chiesa sta riflettendo<br />
sui documenti del concilio<br />
Vaticano II, di cui Newman può<br />
essere tran<strong>qui</strong>llamente considerato<br />
come un profetico anticipatore).<br />
Un dono di Dio che ci raggiunge<br />
nel tempo insieme difficile e fecondo<br />
del nostro cammino ecclesiale.<br />
Che ci raggiunge e ci incoraggia.<br />
La grande stima manifestata dal<br />
Papa nei riguardi di un pensiero<br />
originalissimo che, proprio <strong>per</strong><br />
questo, ha trovato nel passato (e<br />
anche nel presente) difficoltà e critiche,<br />
fa ben s<strong>per</strong>are <strong>per</strong> il nostro<br />
futuro. A meno che le celebrazioni<br />
non vogliano essere fine a se stesse<br />
e trascorrere su di noi come l’acqua<br />
sull’im<strong>per</strong>meabile..<br />
Nelle sue accuratissime e documentatissime<br />
ricerche storiche, Newman<br />
aveva sco<strong>per</strong>to la funzione<br />
sostanzialmente determinante del<br />
pensiero dei fedeli in un momento<br />
(secolo quarto) in cui la gerarchia<br />
inclinava paurosamente verso le<br />
eresie di tipo ariano.<br />
Col suo sensus fidei, il popolo cristiano,<br />
questa volta inteso nel senso<br />
di complesso dei semplici fedeli,<br />
aveva salvato la chiesa riportandola<br />
sulle sicure strade dell’orto-<br />
dossia, autorevolmente indicate<br />
dai primi concili ecumenici. Un<br />
episodio significativo, se vogliamo<br />
<strong>per</strong>fino strano, comunque, almeno<br />
apparentemente, straordinario, che<br />
si è poi ripetuto altre volte nella<br />
storia della chiesa, anche in tempi<br />
recenti.<br />
E’ dalla storia che il teologo inglese<br />
trae fuori la sua incandescente teologia.<br />
Il popolo cristiano, popolo<br />
di battezzati, totalmente inabitato<br />
dalla presenza dello Spirito Santo,<br />
ha un suo peso importante nella<br />
stessa elaborazione del pensiero anche<br />
dogmatico della chiesa. Anche<br />
se l’ultima parola appartiene alla<br />
gerarchia, la parola e il pensiero dei<br />
laici hanno la loro funzione specifica,<br />
di cui la chiesa non può e non<br />
deve fare a meno.<br />
E’ così che Newman affermava<br />
conseguentemente che i laici dovevano<br />
essere interpellati sempre,<br />
addirittura anche prima della proclamazione<br />
di un dogma. Per esempio,<br />
aggiungeva, <strong>per</strong> quello che poi<br />
diventerà il dogma dell’infallibilità<br />
pontificia.<br />
Furono proprio i laici , guidati dal<br />
Duca di Norfolk, a chiedere la porpora<br />
<strong>per</strong> il grande innovatore e<br />
Leone XIII glie la concesse, su<strong>per</strong>ando<br />
i non pochi ostacoli che incontrò<br />
nella chiesa del tempo e in<br />
particolare nella curia romana.<br />
Un raggio di luce che arrivava dalla<br />
brumosa terra di Albione, dove<br />
Newman, dopo aver vagato qua e<br />
là, aveva fissato la sua residenza.<br />
Proprio a Birmingham, la sua città,<br />
si è recato di <strong>per</strong>sona Benedetto<br />
XVI <strong>per</strong> proclamarlo beato e così<br />
imporlo all’ammirazione e all’imitazione<br />
di tutti i cristiani.<br />
I laici dovrebbero ora proclamarlo<br />
loro patrono.<br />
Giordano Frosini<br />
19<br />
ANNO XXXI N° 3 - 2010<br />
Preghiera<br />
Guidami, Luce gentile,<br />
in mezzo al buio che mi avvolge<br />
guidami Tu!<br />
La notte è scura e io sono lontano<br />
da casa,<br />
guidami Tu!<br />
Dirigi il mio cammino;<br />
io non ti chiedo di vedere<br />
l’orizzonte lontano, un solo passo mi<br />
basta.<br />
Non sempre sono stato così,<br />
né Ti pregavo<br />
che fossi Tu a condurmi.<br />
Amavo scegliere e vedere io stesso la<br />
mia strada,<br />
ma ora sii Tu la mia guida!<br />
Amavo la luce splendente,<br />
sprezzavo i <strong>per</strong>icoli,<br />
e l’orgoglio reggeva la mia volontà:<br />
non ricordare gli anni passati!<br />
Per tanto tempo la tua forza mi ha<br />
protetto.<br />
Sono certo che ancora mi guiderai<br />
<strong>per</strong> lande e steppe,<br />
<strong>per</strong> dirupi e torrenti,<br />
finchè la notte sia passata;<br />
e all’alba mi sorridano quei volti di<br />
angeli<br />
dapprima a lungo amati,<br />
e <strong>per</strong> un poco <strong>per</strong>duti.<br />
Card. John Henry Newman
IN UMILE SERVIZIO<br />
continua da pagina 4<br />
come luoghi di evangelizzazione<br />
e di appartenenza alla missione<br />
evangelizzatrice della Chiesa ed<br />
alla sua ministerialità.<br />
L’attenzione di promozione, di<br />
amore costruttivo, di misericordia,<br />
ha fatto intravedere nuovi<br />
orizzonti dove poter incarnare il<br />
carisma e attualizzarlo nell’oggi;<br />
gli emarginati dalla nostra<br />
società: anziani, bambini e adolescenti<br />
in difficoltà, tossicodipendenti,<br />
carcerati e nuove forme<br />
di presenza <strong>per</strong> offrire una<br />
risposta alle urgenze del nostro<br />
tempo.<br />
La situazione attuale della Congregazione,<br />
che ha visto una diminuzione<br />
di forze, non ha messo in<br />
discussione la possibilità di essere<br />
ancora un segno di novità, sia pure<br />
nella precarietà dei mezzi.<br />
Abbiamo capito che il carisma<br />
educativo è, oggi, più che mai,<br />
dono <strong>per</strong> la Chiesa e <strong>per</strong> il mondo<br />
e che dobbiamo impegnarci<br />
in una educazione che mira alla<br />
“costruzione di una nuova civiltà,<br />
quella dell’amore”<br />
Presente e futuro del carisma sono<br />
Alla fine del cammino mi diranno:<br />
Hai vissuto, hai amato?<br />
Ed io senza dire niente<br />
Aprirò il cuore pieno di nomi<br />
Pedro Casaldaliga<br />
IN UMILE SERVIZIO<br />
PERIODICO DI INFORMAZIONE DELLE SUORE MANTELLATE SERVE DI MARIA CONGREGAZIONE DI PISTOIA<br />
“Sorgono belle e maestose le<br />
o<strong>per</strong>e che l’uomo <strong>per</strong> impulso<br />
divino imprende sovente…<br />
Così pure avverrà della<br />
Congregazione nostra,<br />
che Dio, con un soffio di vita,<br />
fece sorgere sulle oscure<br />
montagne dell’Appennino<br />
pistoiese, e propriamente<br />
nel paesello di Treppio,<br />
servendosi <strong>per</strong> tale<br />
uopo di umili soggetti<br />
che diedero principio<br />
alla fondazione di essa…”<br />
(Così scriveva nel 1904 suor<br />
Innocenza Barontini, segretaria della<br />
Madre Generale Agnese Andreani)<br />
ANNO XXXI N° 3 - 2010<br />
Treppio - Casa “Mater Dei”, prima casa della Congregazione, oggi luogo di accoglienza e di spiritualità<br />
Le LONtANe OrIgINI<br />
“Nacque questo nuovo Istituto in<br />
Treppio, paese assai popolato sulle<br />
montagne di Pistoia verso Bologna nel<br />
1861, fondato da due terziarie vestite a<br />
Firenze” (Lettera-relazione nelle Cost.<br />
del 1888, di P. Giannini, osm).<br />
“Le <strong>Mantellate</strong> dei Servi di Maria furono<br />
chiamate a Treppio, Pieve di 1500<br />
anime, distante da Pistoia circa 18 miglia<br />
nel 1861, a farvi scuola, annuente<br />
l’ordinario del Luogo” (Cost. 1887).<br />
La Congregazione delle <strong>Mantellate</strong><br />
Serve di Maria nacque a TREP-<br />
PIO, Paese dell’Appennino Tosco-<br />
Emiliano e ne furono le Fondatrici<br />
due Terziarie dell’Ordine dei Servi<br />
tro Leopoldo avevano impedito alla<br />
Chiesa il diritto di educare e di dedicarsi<br />
alle o<strong>per</strong>e di crescita umana,<br />
culturale e sociale particolarmente<br />
nei confronti della donna.<br />
In questo contesto la Congregazione<br />
delle <strong>Mantellate</strong> Serve di Maria può<br />
definire la sua fisionomia istituzionale<br />
e la sua peculiare caratteristica di<br />
servizio educativo, nonché di attenzione<br />
ai più deboli e sofferenti.<br />
Le due Terziarie, Filomena Rossi<br />
e Giovanna Ferrari, iniziarono la<br />
loro missione educativa il 6 ottobre<br />
1861.<br />
Ad esse si unirono altre giovani, dando<br />
così forma alla prima comunità<br />
religiosa che viveva profondamente<br />
affidati a noi, oggi, un tempo carico<br />
di novità, ma anche segnato<br />
dalla precarietà, dalla conflittualità,<br />
dal disagio e dal peso di tante<br />
ferite umane.<br />
È nostro compito, come donne e<br />
come serve di Maria, trasmettere<br />
il volto materno e misericordioso<br />
di Dio in questo spazio temporale,<br />
intensificando la forza della fede,<br />
l’ardimento della carità, l’audacia<br />
della s<strong>per</strong>anza.<br />
ANNO DOMINI: 2010<br />
IO CreDO rIS<strong>Org</strong>erò<br />
sr. M. Onofria Grandin<br />
Mestre, Via Grazioli<br />
sr. M. Antonietta Furlan<br />
Saluzzo<br />
sr. M. Lucia Simòn Checa<br />
Alcàsser, Valencia<br />
sr. M. Antonietta Grandin<br />
Mestre, Via Grazioli<br />
IN UMILe SerVIZIO<br />
Anno XXXI n° 3 - 2010<br />
reDAZIONe<br />
Istituto Suore <strong>Mantellate</strong><br />
Corso Silvano Fedi - Pistoia<br />
Tel. 0573 976050<br />
scuola@scuolamantellate.org<br />
caterina.colom@gmail.com<br />
www.scuolamantellate.org<br />
20<br />
G.M.<br />
Mamma di sr. Gesuina Bongiorno<br />
Plainfield, USA<br />
Mamma di sr. Antonietta Casarin<br />
Mestre, Via Grazioli<br />
Mamma di sr. Teresita Schiavon<br />
Hluti, Swaziland<br />
IMPAgINAZIONe<br />
Studio Phaedra, Pistoia<br />
StAMPA<br />
Bianchi Srl, Pistoia