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IN UMILE SERVIZIO Il carisma educativo, un dono da far crescere per la causa del Regno IL NOStrO CArISMA eDUCAtIVO e IL SUO INCArNArSI NeLLA StOrIA Il carisma dell’educazione ha fortemente segnato il cammino della nostra Congregazione fin dal suo nascere Le nostre fondatrici Filomena Rossi e Giovanna Ferrari furono chiamate a Treppio nel 1861 per “istruire le fanciulle ed assistere gli infermi”. “Istruire” per educare, per promuovere, per far sì che il popolo di quel paese progredisse, mediante l’istruzione, nella conoscenza, nella religione e nella civiltà L’educazione della gioventù, attraverso la promozione culturale in genere, e della donna in particolare (le fanciulle del popolo), fu l’opzione preferenziale delle nostre prime Madri. Il carisma educativo fu accolto fin dai primi anni della Congregazione come dono da far crescere per la causa del Regno. Nelle relazioni dei primi Capitoli generali si legge la preoccupazione di dare stabilità al carisma e la convinzione che l’educazione e la scuola, come l’assistenza agli infermi, fosse la specifica missione della Congregazione. A tale scopo l’impegno primario fu la formazione spirituale e culturale delle suore, la cura degli edifici, la ricerca dei mezzi di sussistenza e l’attenzione alle esigenze dei tempi e del territorio. Non si aprivano case che non fossero destinate all’educazione della gioventù: scuola materne,scuole elementari, ricreatori, oratori, orfanotrofi, fino agli istituti di scuola superiore, ai convitti e pensionati universitari, e non venivano intraprese opere, se non richieste della Chiesa e dei Padri OSM, e sempre finalizzate ad una presenza educativa e di assistenza. Un elemento caratterizzante il servizio educativo della Congregazione fu l’attenzione ai segni dei tempi: “Ci siamo adoperate di fare studiare alcuni soggetti nei diversi rami di musica, pittura, francese, per dare alla Congregazione suore idonee per le varie opere” (Madre Antonina Chinotto - Superiora Generale). Novità ed intraprendenza furono le linee guida nel qualificare, con una formazione ed una preparazione adeguate, le suore: “Sapendo 4 che dalla presente generazione ha da dipendere, per l’avvenire, tutto il bene della famiglia,della Chiesa e della società, le maestre niente lascino di intentato per compiere come si deve, la loro missione”. Il lavoro, iniziato modestamente e con grande fatica, ma con lo sguardo profetico, ebbe un grande sviluppo negli anni successivi alla fondazione e rivelò la sua funzione provvidenziale durante la seconda guerra mondiale con forme diversificate di accoglienza e di sostegno. Nell’itinerario compiuto dalla Congregazione possiamo constatare l’impegno a non bloccare il patrimonio del carisma delle Fondatrici e dell’Istituto per riattualizzarlo nel tempo e nell’oggi, in questo oggi così frammentato e privo di riferimenti solidi che diano consistenza ad ogni scelta di via. Una lettura attenta dei documenti e delle tappe realizzate evidenzia le linee portanti del Carisma della Congregazione. “Fare scuola alle fanciulle del popolo ed assistere gli infermi” è caratterizzato da: - uno stile: l’umile servizio - un modello: Maria, l’ancella del Signore - un costante movimento apostolico: “assecondare le esigenze liberatrici degli uomini e della società” (Costituzioni Congregazione Suore Mantellate, art. 6) - un atteggiamento contemplativo : “stare come Maria ai piedi delle infinite croci dell’umanit” (id., art. 208) - un impegno : “portare solidarietà e conforto a quanti sono nell’angustia e nel dolore (id., art. 208) Altro aspetto che connota il servizio educativo è il valore della comunità educante e della scuola continua a pagina 20
Ave Maria Ai frati e a tutta la Famiglia dei Servi Sono lieto di poter comunicare a tutto l’Ordine l’evento tanto atteso: l’inserimento della Terziaria dei Servi di Maria Cecilia Eusepi, nell’Albo dei Beati della Chiesa, in seguito al riconoscimento dello scampato pericolo di vita, scientificamente inspiegabile, accaduto a Monte Romano (VT) il 4 agosto 1959 a favore di Tommaso Ricci. La straordinarietà dell’evento emerge non solo dalla santità riscontrata in una Giovane deceduta a soli 18 anni, ma altresì dagli scritti che Ella ci lasciò come preziosa eredità e nei quali si intravedono le grandi linee della spiritualità trasmessaci dalla secolare Tradizione dell’Ordine. Il suo, pertanto, è un messaggio che si rivolge a tutta la Nostra Famiglia nell’articolazione varia delle sue componenti. Il primo insegnamento che apprendiamo dagli scritti dell’Eusepi è il suo intenso desiderio di Dio. Nulla in lei ebbe la forza di tale impeto interiore e tutta la sua vita fu orientata in questa direzione. Gesù Eucarestia, da lei definito il suo «Tesoro», costituì il riferimento costante della sua esistenza. L’assenza dell’Eucarestia rappresentava per lei il venir meno del senso stesso della vita. Accanto all’Eucarestia, l’amore appassionato alla Vergine Addolorata, che lei definiva il suo «Cuore». Quando Cecilia riceveva Gesù Sacramentato, le pareva di rivivere il momento nel quale la Vergine santa ricevé tra le braccia il corpo morto del Figlio. Con lo stesso amore e devozione Cecilia era solita accogliere Gesù nel Sacramento. Leggiamo nella vita dell’Eusepi le varie vicende della vita nostra, certamente diversa dalla sua nel vario succedersi degli eventi, ma 5 ANNO XXXI N° 3 - 2010 Un avvenimento che impreziosisce le celebrazioni dell’anno giubilare LA beAtIFICAZIONe DI CeCILIA eUSePI Il Padre Generale comunica all’Ordine Servitano l’evento tanto atteso VeN. CeCILIA eUSePI sostanzialmente coincidente con le difficoltà che tutti noi incontriamo. Come noi anche lei dovette subire l’amarezza dei desideri irrealizzati. Desiderava essere suora di vita apostolica, missionaria, interamente dedita a Dio, dovette invece lasciare la vita del chiostro, rinunciare agli alti ideali che le attraversavano il cuore, essere inchiodata da malattia devastante, privata della possibilità non solo di ricevere quotidianamente l’Eucarestia, ma perfino di recarsi a Messa alla domenica. Come noi conobbe la vita d’ogni giorno, in mezzo alla gente. La vita della parrocchia la vide attenta e partecipe alle attività liturgiche e associative, e, più tardi, agli interessi apostolici a livello diocesano. Partecipò alla vita dell’Azione Cattolica, condividendone le attività e gli ideali tracciati nel programma riassunto nel trinomio: preghiera, azione, sacrificio. Ebbe l’esperienza del sacrificio richiesto nell’assistere i bambini della scuola materna lungo l’intera giornata. Esperimentò anche la gioia di donare agli altri tanta parte di sé, aiutando nello studio le sue compagne, dando loro esempio di impegno anche nella vita spirituale, perfino fondando la Compagnia dell’Addolorata e scrivendone addirittura lo Statuto. Giovanissima, a soli 12 anni volle divenire Terziaria dell’Ordine dei Servi di Maria. Non fu spinta da alcuno, ma solo mossa dal desiderio di vivere la spiritualità dei Fondatori così come l’aveva appresa dalla lettura del volumetto Grappoli d’oro di Monte Senario. La santità di vita che emanava da quelle persone innamorate di Dio e della Vergine Addolorata la spinse ad abbracciare un ideale rispondente alla vita di qualsiasi cristiano vero. Conobbe le difficoltà che tutti noi, in un modo o nell’altro, incontriamo nella vita: l’invidia, le calunnie, la cattiveria, le menzogne. Su tutte lei stese il manto della carità, giungendo perfino a ringraziare coloro che l’avevano colpita, perché le avevano dato occasione, con la sofferenza, di offrire al Signore il martirio del cuore. Negli scritti che lei ci lasciò, è possibile leggere ciò che umanamente ciascuno di noi rifiuta: il dolore, come appassionata dimostrazione d’amore al Signore. Lei scorgeva nella sofferenza l’estrema assimilazione al Cristo che si spegne sul Legno. Seppe così coniugare mirabilmente il patire all’amare. La figura di Cecilia Eusepi rimane per ciascuno di noi la dimostrazione che l’Ordine della Vergine Benedetta è vivo. È vivo nei suoi santi, è vivo nel messaggio che i migliori tra di noi continuano a trasmetterci nella fedeltà al carisma dei Sette. Essi, nella unità della loro partecipazione ai Dolori della Vergine Madre e nella carità vissuta nel reciproco rispetto e accoglienza, continuano ad invitarci a salire coraggiosamente su quell’erta di dolore e di amore, dove ci ha preceduti l’esempio mirabile della Terziaria Cecilia Eusepi. Dal nostro convento di San Marcello de Urbe, 1 luglio 2010, memoria del Beato Ferdinando Maria Baccilieri, Terziario O.S.M. fr.Ángel María Ruiz Garnica,O.S.M. priore generale
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