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IN UMILE SERVIZIO DA VIAreggIO grAZIe “Il Signore è il mio pastore non manco di nulla. In prati rigogliosi mi conduce e ad acque limpide mi disseta”. Bellissime queste “parole” del salmo, ma a volte impossibili da sentire vicine a noi, povere molecole sperse nel grande universo, silenzioso e freddo nella sua vastità e bellezza. Se non vi fossero sul nostro cammino persone come Suor Cecilia Scarcella che rendono tutte quelle “parole” e tutto quello spazio veri e avvolgenti. Lei era capace di star vicino a chi soffriva o gioiva con pacatezza e amore disinteressato; le lacrime che, in alcuni momenti della vita, si risolverebbero in disperazione, con la sua presenza si trasformavano in fiducia, coraggio. E così nei momenti belli della vita: sembravano più “chiari”, più limpidi e luminosi. La sua partenza, per altro universo, sembra assurda; il vuoto lasciato nella vita di tante persone, incolmabile. Si cerca di sentirla lontana perchè in gita scolastica o per impegno della Congregazione, in “Le nostre prime suore, nel cercare e seguire Cristo mediante il dono totale di se stesse, per amore hanno vissuto una vita semplice e modesta, del tutto normale, caratterizzata da un sano equilibrio e da una genuina pietà”. da: Studio delle Origini per essere fedeli al carisma, a cura di Sr. Philomena Spidale, 1977 modo da sentire intorno il ritorno e illuderci che è assenza temporanea così il dolore si lenisce un po’. Pensandola in questo “viaggio” non possiamo che vederla in compagnia di persone che lei ha amato, soccorso, aiutato. Personalmente voglio crederla in compagnia dei miei cari ai quali ha attutito, tante volte, il dolore e lo sgomento. La voglio “vedere” con loro in questi “pascoli ubertosi” che sono l’altra dimensione a noi ancora estranea, che ride, che parla con loro di noi, dell’ultimo tempo trascorso con noi, dei nostri problemi, delle nostre eterne paure e non per far chiacchiere, ma per consigliarsi anche con loro per, ancora una volta, aiutarci con disinteresse e ironia. I luoghi che ha lasciato: la scuola, il convento, rimandano costantemente la sua assenza: non c’è cosa più evocativa dei luoghi e delle cose! Negli ultimi tempi si era fatta sempre più piccolina, fragile, ma mai sconfitta o assente a noi. Era una fragilissima donna di ferro, che ancora consolava con lo sguardo scavato nel volto e con parole pronunciate a fatica per quel respiro difficile da gestire. Ora il suo respiro sarà sicuro perchè ricco dell’ossigeno che il suo Signore le ha dato e “Le Fondatrici, in adesione umile e concreta al piano di Dio sono andate incontro agli uomini del loro tempo ‘facendo un po’ di bene’. Istruendo ed educando i giovani, assistendo gli orfani e i malati, sono andate verso i ‘poveri’ dove questi si trovavano, nei paesi e nelle città, in Diocesi e regioni vicine e lontane, con l’apertura e la disponibilità dell’umile Ancella del Signore”. id. 16 le darà in eterno. La voglio immaginare festosa, disponibile, accogliente lassù in quella dimensione infinita, felice per aver incontrato tante persone a lei care, tanti amici ma soprattutto per aver incontrato la Vergine della quale è stata serva fedele e mediatrice del suo messaggio a noi. La Vergine l’avrà accolta tra le sue braccia di mamma e forse tra quelle braccia, dopo essersi riposata dal lungo viaggio, ancora una volta le avrà parlato di noi. Suor Cecilia, ovunque lei sia, grazie per tutto quello che ci ha donato e per tutto quello che ci donerà. la sua Paola Martinelli Filomena Rossi e Giovanna Ferrari sono memoria viva per noi Suore “Mantellate”. Due donne umili e semplici, nascoste e vigili come Maria; tutte proposte al servizio dei “poveri”, ai quali donavano tutte se stesse, insieme al pane materiale che ricavavano dalla questua, all’attenzione per le sofferenze e all’impegno di promozione umana, culturale e sociale delle giovani.
PeLLegrINAggIO A SANtIAgO De COMPOSteLA Con il cuore colmo di gioia e di commozione ringrazio il Signore per l’esperienza del pellegrinaggio a Santiago de Compostela (dal 17 al 27 agosto), organizzato dal Centro Diocesano di Pastorale Giovanile di Firenze in occasione dell’Anno Santo Compostelano 2010 e, in particolar modo, per tutto ciò che il Signore ha voluto teneramente donarci in questo itinerario condiviso, consapevoli che l'incontro con Lui resta comunque e sempre il motivo primo e la meta del Cammino. Ringrazio le nostre guide instancabili: don Alessandro Lombardi, responsabile del Centro Diocesano di Pastorale Giovanile e Mons. Stefano Manetti, rettore del seminario di Firenze, per la dedizione e l'impegno con cui si sono prodigati non solo nell'organizzare tutto al meglio, ma soprattutto per aver offerto a me e a tutti i giovani che si sono lasciati coinvolgere in questo progetto l'opportunità di vivere un'esperienza indimentica- bile, che ci ha permesso di crescere nella fede e gustare la bellezza del camminare con e per Gesù... Il programma prevedeva un percorso a piedi di alcune tappe del Cammino di Santiago per un totale di 160 km; tutti noi pellegrini, all'incirca settanta giovani, dopo una sosta preliminare a Lourdes per affidare il viaggio a Maria, e fare il cammino sotto il suo sguardo, abbiamo mosso i primi passi da Pamplona per arrivare dopo una settimana proprio nella città che ospita le spoglie dell’apostolo San Giacomo. Io credo davvero che "Chi spera nel Signore, cammina senza stancarsi.." perché questo, nei giorni di cammino verso Santiago, si faceva sempre più chiaro nella mia mente. Ogni volta, infatti, che il mio desiderio di raggiungere la meta è stato più forte e più importante di ogni fatica, di ogni difficoltà... riuscivo ad aprire il cuore e quella fatica diventava già superabile guardando alla luce dell'amore di Dio. Penso 17 ANNO XXXI N° 3 - 2010 che, anche nel quotidiano, proprio quando ci mettiamo in cammino avendo una motivazione ed un chiaro obiettivo da raggiungere, qualunque imprevisto che, se fermi, costituirebbe un ostacolo, diventa quasi speranza. E’ possibile viaggiare da soli. Ma un buon camminatore sa che il grande viaggio è quello della vita ed esso esige dei compagni … c’è cammino e cammino: partire e mettersi in marcia e aiutare gli altri a cominciare la stessa marcia per costruire un mondo più giusto e umano. (H. Camara, Camminiamo la speranza) Spero tanto che in tutti noi che abbiamo vissuto questo pellegrinaggio non si spenga mai il desiderio di camminare con Gesù e auguro a ciascuno di essere capaci realmente di accogliere Cristo come Via, per camminare sempre nella Verità e vivere una Vita in pienezza, quella che solo Lui può donarci! Tiziana Dulcetti
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