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IN UMILE SERVIZIO<br />
IL VeSCOVO DeLL’IMMACOLAtA<br />
Se ne è andato in cielo un “pezzetto”<br />
dell’Immacolata.<br />
Monsignor Alberto Ablondi ha<br />
lasciato la sua Livorno : noi ora<br />
ci sentiamo un po’ orfani, abbiamo<br />
<strong>per</strong>so un Padre, anzi un babbo<br />
<strong>per</strong>ché così si sentiva lui.<br />
In questi giorni di “saluto” ho letto<br />
e riletto il suo ultimo libro nel<br />
capitolo in cui parla della morte:<br />
non è bello infatti dire “è morto”,<br />
più vero, invece, e pieno di s<strong>per</strong>anza<br />
è dire… “il mio fratello si è<br />
avviato”. Avviarsi vuol dire solo<br />
anticipare, vuol dire non separarsi,<br />
restare insieme, aprire una<br />
strada e anticipare la gioia della<br />
comunione. Il suo funerale è stato<br />
proprio come voleva lui, come<br />
un accompagnarsi, <strong>per</strong>ché non ci<br />
si accompagna solo in un unico<br />
luogo sacro, quando si fa insieme<br />
un piccolo tratto di strada che<br />
cammina nella vita del tempo ed<br />
in quella dell’eternità, è un andare<br />
verso un nuovo mattino. Lo<br />
abbiamo accompagnato con uno<br />
scampanio a festa come <strong>per</strong> la<br />
Pasqua di Resurrezione e un applauso<br />
infinito. Lo hanno portato<br />
quasi in braccio fino al luogo del<br />
suo riposo<br />
I quotidiani in questi giorni hanno<br />
scritto pagine e pagine ricordando<br />
l’uomo del dialogo, il parroco,<br />
l’intellettuale, il livornese<br />
doc, ma certamente non hanno<br />
potuto né saputo scrivere cos’era<br />
Monsignor Alberto <strong>per</strong> l’Istituto<br />
l’Immacolata e in particolare <strong>per</strong><br />
la nostra Comunità.<br />
Dire che ci amava è poca cosa,<br />
senz’altro un articolo non potrà<br />
mai far capire ciò che egli era <strong>per</strong><br />
noi e ciò che noi rappresentavamo<br />
<strong>per</strong> lui.<br />
Era l’uomo delle attenzioni: quando<br />
qualcuna di noi era ammalata<br />
o qualche genitore della nostra<br />
scuola si trovava in ospedale…<br />
arrivava sempre con le rose o<br />
con una tavoletta di cioccolata<br />
che, secondo lui, aveva il potere<br />
di tirare su il morale.<br />
Il giorno della festa della mamma<br />
non passava senza una scampanellata<br />
all’ora di pranzo: ti trovavi<br />
davanti Monsignor Alberto<br />
con una splendida azalea in mano<br />
<strong>per</strong> farci gli auguri, <strong>per</strong>ché, secondo<br />
lui, noi eravamo mamme<br />
“doppie”. Da bravo umorista<br />
qualche volta veniva anche <strong>per</strong> la<br />
Befana.<br />
Era l’uomo della costante presenza,<br />
nonostante i suoi tanti viaggi:<br />
partecipava alle cene con i genitori<br />
che definiva “momenti speciali<br />
di catechesi”. Mi viene in<br />
mente quella volta in cui dovevamo<br />
trovarci a cena in casa del<br />
vicesindaco <strong>per</strong> la preparazione<br />
al matrimonio, poiché ero stanca<br />
gli telefonai dicendo che andasse<br />
da solo…lui replicò che era appena<br />
arrivato dall’Ungheria…( chi<br />
aveva orecchi!)…; trascorsi una<br />
serata davvero meravigliosa.<br />
Non mancava ai recital, alle messe,<br />
agli incontri d’Istituto, alle feste,<br />
alle recite.<br />
Ricordo la volta in cui facemmo<br />
8<br />
La Chiesa toscana ha <strong>per</strong>so,<br />
in poco tempo, due Pastori<br />
vicini alle nostre comunità<br />
con l’amicizia,<br />
il sostegno e la condivisione<br />
dell’impegno educativo:<br />
Mons. Alberto Ablondi,<br />
già Vescovo della Chiesa<br />
di Livorno e Mons.Simone<br />
Scatizzi, Vescovo emerito<br />
della Chiesa di Pistoia<br />
un recital sul “Sorriso di Dio” al<br />
teatro “La gran guardia”… venne<br />
direttamente dall’ aeroporto di ritorno<br />
dall’Australia e quando salì<br />
sul palco riuscì a commuovere le<br />
1500 <strong>per</strong>one presenti, parlando<br />
del sorriso del suo Dio, che sembrava<br />
essere lì accanto a lui.<br />
Era l’uomo del ritardo, da bravo<br />
livornese, non arrivava mai in<br />
orario: durante un recital di Pasqua,<br />
poiché le <strong>per</strong>sone intervenute<br />
erano troppe, molte rimasero<br />
nel piazzale della chiesa e le porte<br />
furono socchiuse. Ad un certo<br />
punto si sentì qualcuno che spingeva<br />
<strong>per</strong> entrare e ai rimproveri<br />
della suora di “guardia”lui si mise<br />
a bisbigliare sottovoce “sono il<br />
Vescovo”…naturalmente entrò