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MILANO:<br />

UNDICI ANNI IN VIA VASArI rICOrDI DI SCUOLA<br />

Era il settembre del 1991. Iniziavo<br />

l’asilo e cominciavo un <strong>per</strong>corso<br />

nell’Istituto di via Vasari 16 a Milano,<br />

che sarebbe proseguito fino<br />

al 2002, anno in cui ho iniziato<br />

il liceo. Ma il mio legame con la<br />

scuola e in particolar modo con la<br />

mia maestra delle elementari, non<br />

si è certo concluso con l’esame di<br />

terza media. Quel luogo dove ho<br />

trascorso gran parte dell’infanzia,<br />

ha lasciato delle impronte profonde<br />

nella mia vita.<br />

Ho il ricordo preciso di tante <strong>per</strong>sone<br />

che mi hanno accompagnato<br />

non solo nel <strong>per</strong>corso scolastico,<br />

ma -quel che più conta- mi hanno<br />

insegnato a vivere, abituandomi fin<br />

da piccola ad avere dei particolari<br />

valori. Mi sono da poco laureata in<br />

Lettere, ma non dimentico quello<br />

che mi è stato trasmesso in quegli<br />

anni. Oggi cerco di portare questo<br />

tesoro all’esterno e donarlo a tutti i<br />

bambini che seguo e che ho seguito<br />

nel volontariato e non solo.<br />

Nei cinque anni delle elementari<br />

ho imparato ad amare la lettura. Al<br />

mattino la campanella suonava alle<br />

otto e mezza, ma io e i miei compagni<br />

facevamo a gara a chi arriva-<br />

va primo in classe dove la suora ci<br />

aspettava. E lì leggevamo e leggevamo.<br />

Abbiamo preso confidenza<br />

con i libri in questo modo e leggere<br />

diventò qualcosa di piacevole.<br />

Aspettavamo così in silenzio il momento<br />

della preghiera, momento di<br />

riflessione collettivo, mai scontato<br />

e mai rovinato dall’abitudine. Ogni<br />

mattina una classe di venti bambini<br />

affidava a Dio i propri pensieri<br />

e le proprie domande e pregava<br />

<strong>per</strong> la famiglia, <strong>per</strong> gli amici, <strong>per</strong> i<br />

bambini in guerra e <strong>per</strong> quelli poveri.<br />

Spesso la preghiera rimaneva<br />

a<strong>per</strong>ta: allora ogni nostro gesto<br />

nella giornata si faceva preghiera<br />

(o almeno ci provavamo). E’ proprio<br />

in momenti come questi che<br />

ho imparato a conoscere il prossi-<br />

UNA SPLeNDIDA SOrPreSA A VILLA gIOIOSA!<br />

L’inaugurazione è stata la sera di<br />

martedì 17 agosto. La fiaccolata è<br />

partita dalla parrocchia, insieme a<br />

un numero veramente strepitoso di<br />

gente, guidata dal parroco don Bruno<br />

che ha iniziato con la preghiera:<br />

“Sotto la tua protezione” , supplica<br />

non concordata tra sr Elsa e don<br />

Bruno, e che suor Elsa aveva fatto<br />

stampare sul retro della foto, all’insaputa<br />

l’uno dell’altra. La commozione<br />

tra le <strong>per</strong>sone è tuttora palpabile<br />

e la cappellina è già luogo<br />

dove la Madonna ascolta, esorta,<br />

consola, dà s<strong>per</strong>anza. Alla fiaccolata<br />

è seguito un rinfresco nel cortile;<br />

mo, vicino e lontano.<br />

Parlavamo frequentemente<br />

dell’Africa e della<br />

missione in Swatziland,<br />

dei nostri coetanei meno<br />

fortunati e <strong>per</strong> loro riponevamo<br />

i nostri risparmi<br />

nel salvadanaio al centro<br />

della classe.<br />

Passavo molte ore a<br />

scuola, anche alle medie.<br />

non si capisce bene chi l’abbia preparato!<br />

Non è mancato niente di<br />

quanto necessario: fari illuminanti,<br />

microfoni, nastri tremuli, fiocchi<br />

gentili e fiori profumati. Non è<br />

mancato neppure il vin-brulè fatto<br />

nella cucina della villa e la lotteria.<br />

Ancora lo stupore è nel nostro cuore<br />

e nella nostra mente, e continuiamo<br />

a ripetere: “Ma che faccia<br />

avranno i volontari e le <strong>per</strong>sone<br />

che hanno fermamente voluto che<br />

la Madonna sia una presenza materna<br />

<strong>per</strong> la gente del posto e <strong>per</strong><br />

tanti villeggianti?<br />

le suore di Campodolcino<br />

15<br />

ANNO XXXI N° 3 - 2010<br />

Le ore di lezione si intersecavano<br />

con quelle dedicate al gioco, alla<br />

preparazione delle recite, delle mostre,<br />

dei cartelloni, dei corsi di pianoforte<br />

pomeridiani e del dialogo<br />

coi compagni e con le insegnanti.<br />

Ho avuto es<strong>per</strong>ienza di quello che<br />

adesso è il mio ideale di scuola: una<br />

scuola che si presenta come strumento<br />

di crescita sotto ogni profilo,<br />

in cui gli adulti sono delle guide da<br />

seguire; una scuola che non deve<br />

essere vissuta come luogo di verifica<br />

e di valutazione, in cui non è importante<br />

essere migliori del proprio<br />

compagno; una scuola come quella<br />

di don Lorenzo Milani a Barbiana.<br />

Chiara Cenati

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