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Franz Kafka (1883 - 1924) - S.I.O.e.Ch.CF.

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condannati a morte, che avanzano ignorando il loro male; dei malati<br />

che proseguono incuranti e incurabili. Un altro tema molto importante,<br />

al pari della malattia, è l’ebraismo che non è mai citato esplicitamente<br />

in nessuna opera, ma del quale possiamo leggere tra le<br />

righe molti richiami. 2<br />

I protagonisti dei romanzi sono uomini sani, che però vengono<br />

fiaccati dai loro mali mentali, come per esempio l’agrimensore K.<br />

nel Castello: nel momento supremo, quando il funzionario Brugel lo<br />

può aiutare miracolosamente, l’agrimensore è talmente privo di<br />

energie che crolla addormentato. Il tema dell’insonnia e dell’impossibilità<br />

di dormire ritorna a più riprese. I personaggi kafkiani, come<br />

il loro autore, non hanno pace nemmeno nelle attività quotidiane e<br />

più elementari, quali il mangiare e il dormire.<br />

Per quanto nelle opere di <strong>Kafka</strong> non si parli esplicitamente di<br />

malattia, va detto però che talvolta emerge il problema del corpo<br />

come elemento estraneo da sé, basti pensare al racconto La metamorfosi,<br />

in cui il protagonista è trasformato in un orrendo insetto. In<br />

altri racconti compaiono grottesche figure dalla stazza enorme,<br />

come il padre de La condanna o la cantante Brunelda, o viceversa<br />

figure magre e minuscole, come l’artista digiunatore, alter-ego di<br />

<strong>Kafka</strong> che muore di inedia.<br />

L’intera opera è la traduzione del senso di estraneità di <strong>Kafka</strong><br />

rispetto al mondo esterno, del suo desiderio e nello stesso tempo dell’impossibilità<br />

di vivere la realtà quotidiana come chiunque, di partecipare<br />

al godimento degli affetti e degli avvenimenti che la vita<br />

offre. E vive questo stato di disagio come una colpa, nella convinzione<br />

di esserne egli stesso la causa. Si rifugia pertanto nel suo<br />

mondo, quello della letteratura, vivendo una condizione di alienato<br />

dalla società. “Spesso i suoi racconti o i suoi romanzi hanno la caratteristica<br />

dei sogni, come se nella notte, mentre scriveva, fissasse<br />

sulla carta le sue fantasie, le sue allucinazioni”. 3<br />

Quanto alla tubercolosi, essa viene considerata qualcosa di buono,<br />

qualcosa che gli crea situazioni in cui può vivere l’esistenza che più<br />

gli è propria. Non è la malattia fisica ad essere forte e grave, ma la<br />

malattia mentale che, per non sopraffare l’individuo con la forza del<br />

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