Franz Kafka (1883 - 1924) - S.I.O.e.Ch.CF.
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suo tormento, trova una via d’uscita nella malattia fisica. <strong>Kafka</strong> scrive<br />
a Milena: “Ecco: il cervello non riusciva più a tollerare le preoccupazioni<br />
e i dolori che gli erano imposti. Diceva: ‘Non ne posso<br />
più; ma se c’è ancora qualcuno cui importi di conservare il totale, mi<br />
tolga un po’ del mio peso, e si potrà campare ancora un tantino’.<br />
Allora si fecero avanti i polmoni, che – tanto – non avevano nulla da<br />
perdere. Queste trattative tra il cervello e i polmoni, che si svolgevano<br />
a mia insaputa, devono essere state spaventevoli.” 6<br />
E a Milena scrive ancora: “Sono malato di mente, la malattia polmonare<br />
non è altro che lo straripare della malattia mentale”. <strong>Kafka</strong><br />
definisce la tubercolosi polmonare di cui soffre addirittura malattia<br />
spirituale. 4 Sulla lettura che <strong>Kafka</strong> dà del rapporto tra la sua malattia<br />
fisica e quella mentale, secondo gli psicoanalisti si tratta di una<br />
ambiguità che fa parte del discorso poetico. <strong>Kafka</strong>, come Freud,<br />
vede la malattia da un punto di vista psicoanalitico, ma la interpreta<br />
poeticamente alla luce della sua immaginazione, mentre Freud<br />
impiega un rigoroso metodo scientifico.<br />
<strong>Kafka</strong> non è una persona qualsiasi, egli è un diverso, vive in uno<br />
stato di angosciosa solitudine, straniero a tutti, non è inserito né<br />
nella sua città, né nel suo popolo, né nella sua famiglia, né mai troverà<br />
una donna con cui dividere la sua vita. Questa sua diversità si<br />
esprime sotto forma di malattia mentale. Egli quindi attende con<br />
ansia e accoglie positivamente la malattia fisica, che scarica parte<br />
della sofferenza interiore sul corpo e che sottolinea la sua diversità<br />
e unicità. Secondo <strong>Kafka</strong> un diverso e un solitario non può essere<br />
sano, si deve distinguere anche nel corpo.<br />
L’idea di suicidio<br />
Si è detto sopra che <strong>Kafka</strong> ebbe l’idea del suicidio nel 1912.<br />
Nonostante fosse continuamente insoddisfatto di sé e della sua vita<br />
da perenni sensi di colpa, non sembra che egli abbia mai pensato<br />
seriamente al suicidio. L’unica occasione in cui meditò seriamente<br />
questa scelta fu in seguito ad un battibecco in famiglia, durante il<br />
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