21.06.2013 Views

Anno XVI Numero 11 - renatoserafini.org

Anno XVI Numero 11 - renatoserafini.org

Anno XVI Numero 11 - renatoserafini.org

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

2 COMUNI D'EIJROPA novembre 1968<br />

di credito coni?~~iale (CE'CC). I lettori di<br />

Comuni d'Europa e i Soci dell'AICCE rico~.deraiino<br />

certamente le vicende della CEC'C.<br />

Essa nacque per voloiità del Consiglio dei<br />

Comuni d'Europa i~ell'intento di preparare,<br />

attraverso studi e contatti preliminari, la<br />

costituzione di un vero e proprio istituto<br />

fiqiuniiario che avrebbe dovuto assicurare il<br />

credito agli enti locali sul piano europeo.<br />

Levoluzione del mercato finanziario, l'alternarsi<br />

di periodi di scarsa e di larga liquidità,<br />

soprattutto la volontà degli Stati di controiiare<br />

rigidamente la leva del credito nel quudro<br />

delle rispettive politiche economiche e<br />

finunziarie, hanno fino ad oggi reso estremainente<br />

difficile il raggiungimento degli<br />

scopi statutari della CECC. Fu per questo<br />

che venne presa la decisione di utilizzare<br />

questo strumento prevalentemente per approfondire<br />

i temi della politica di svilupipo.<br />

del resto legati strettamente ai problemi della<br />

disponibilità finanziaria dei Poteri locali<br />

Conferenza (che doveva riunirsi nella prima<br />

decade di giugno e che i noti avvenimenti de!<br />

maggio francese hanno fatto rinviare ad ol-<br />

tobre) portava all'ordine del giorno un rap-<br />

porto e un dibattito sul tema: e I costi delle<br />

concentrazioni urbane e il finanziamenlo<br />

dell'attrezzatura delle grandi città e delle<br />

zone urbane D.<br />

Appariva quindi necessario che il CCE,<br />

che partecipa attivamente ai lavori della<br />

Conferenza di Strasburgo e clze n,e è stato<br />

promotore, riflettesse pre~entivamente - tra-<br />

mite la sua Commissione di studio per<br />

la politi,ca regionale - sui vari aspe,tti di<br />

un problema cosi complesso per ricavarne,<br />

se possibile, un orientamento comune per<br />

i propri membri.<br />

Lo scambio di idee s.uiluppatosi nell'in-<br />

contro di Torino con la partecipazione di<br />

esperti è servito se non CL risolvere - come<br />

è ovvio - detti problemi, quanto meno a<br />

inventariarli, a chiarirne la portata e le<br />

alcuni partecipanti al Colloquio di Bruxelles. Si riconoscono, da destra Vanden Brande, Phi-<br />

lippovich, de Smaele, Flaemig, Bareth, Motte, Dehousse, Grosso e Martini.<br />

e fermo comunque l'obiettivo finale per il<br />

quale !a CECC era stata istituita. Ciò spiega<br />

gli stretti legami ch.e sono stati stabiliti fra<br />

la Comn~issioiae del CCE per la politica regionale<br />

e la CECC, divenuta l'indispensabile<br />

supporto tecnico ed <strong>org</strong>anizzativo dell'attività<br />

della Comtnissione.<br />

La predetta riunione di Torino è stata<br />

iaaturalmente una riunione di impostazione<br />

ge~lerule e di avvio del lavoro juttcro.<br />

L'obiettivo che la Co'mmissione si è posta<br />

a breve terinine è quello della redazime di<br />

un Memoranduin P, che il CCE intende preseiltare<br />

alla Commissione delle Comunità<br />

all'inizio del 1969 e che dovrebbe fare il<br />

punto della posizione della nostra Associazione<br />

sulle ragioni e le modalità di una effetklva<br />

partecipazione dei poteri regionali e<br />

locali all'elaborazione e all'attuazione della<br />

politica regionale europea. Infatti dal gennaio<br />

1965, clnta in cui il CCE presentò alle<br />

Con~unità un SUO precedente Memorandum,<br />

molti mutainenti soi~o intervenuti nel conte-<br />

sto politico ed economico europeo, cosicché<br />

esso deve essere profondamente aggio~nato<br />

se vuole costituire un serio presupposto [li<br />

collaborazione e di dialogo con le istituzioni<br />

comunitarie. La prima riunione della Com-<br />

missione è stata però anche destinata ad un<br />

esame generale e prevalentemente metodo-<br />

logico di un a1ti.o problema, più specifico.<br />

postosi all'attenzione del CCE con carattere<br />

di urgenza perché destinato ad essere dibat-<br />

tuto nella VI1 Sessione della !Conferenza Eu-<br />

ropea dei Poteri locali di Strasburgo, nel-<br />

l'ani.bito del Coiisiglio d'Europa. Infatti detta<br />

interdipendenze, a vederne le ripercussioni<br />

seco'ndo la loro collocazione in un quadrc,<br />

purainente nazionale o di autentica comunità<br />

europea sovranazionale.<br />

Soprattutto l'esame è stato utile a situare<br />

correttamente il promblema delle concentra-<br />

zioni urbane nel naturale coiatesto regionale,<br />

preparando cosi il terreno ad ulteriori rifles-<br />

sioni sull'articolazione regionale dello svi-<br />

luppo e sui suoi strumenti.<br />

Tuttavia il compito essenzi,ale della Com-<br />

missione di studio del C'CE rimaneva quelio<br />

dell'elaborazione del K hlemorandum 3, del<br />

resto già p~eannunciato alla Commissione<br />

delle Comunità: una iniziativa del genere<br />

del OCE bene si inseriva, del resto, nella<br />

presente fase di rodaggio della nuova Dire-<br />

zione generale della politica regionale, re-<br />

centemente costituita a Bruxelles.<br />

E' parso utile promuouere a tal fine un<br />

Colloquio a Bruxelles per, un franco e libero<br />

dibattito tra amministratciri regionali e locali.<br />

esperti e rappresenta~~ti delle Istituzior~i<br />

comunitarie, al fine di tmrn'e ulteriori elementi<br />

di verifica e di integrazione delle tesi<br />

già elaborate dal CCE in materia di partecipazione<br />

degli enti locali alla politicci<br />

regionale europea.<br />

Un apposito gruppo di lavoro, formato da<br />

alcuni membri della Commissione di studio<br />

del CCE di cui qui ci occupiamo, riunitosi<br />

a Bolzano nel luglio scorso, ha messo n<br />

punto la preparazione di detto Colloquio, che<br />

si è svolto a Bruxelles nei gio~ni 16-17 ottobre.<br />

Ad esso hanno partecipato circa unn<br />

ottantina di eletti locali europei (regionali,<br />

pro'vinciali e co'munali), responsabili di Isti-<br />

tuti di studio e di ricerche e dei Servizi del-<br />

la programmazione economica su scala nn-<br />

zioiiale, nonché rappresentanti della Com-<br />

?nissione delle Comunità, del Pai-lamento eu-<br />

ropeo e della Direzione generale della polz-<br />

tica regionale di Bruxelles.<br />

<strong>11</strong> Colloquio ha visto un numero vera-<br />

mente nutrito di qualificati interventi nel<br />

corso del dibattito, che era stato introdotto<br />

da una relazione del sottoscritto (nella sua<br />

qualità di Segretario della Commissione di<br />

studio), sul tema generale del Colloquio:<br />

« La partecipazione dei poteri locali alla wo-<br />

lilica regionale e alla programmazione co-<br />

munitaria n (*).<br />

E' certo difficile sintetizzare in poche rigne<br />

il contenuto della disctcssione data l'estrema<br />

varietà degli argomenti toccati, tutti però<br />

convergenti verso alcune esigenze di fondo<br />

e verso alcuni obiettivi sui quali la rela-<br />

zione Martini aveva deliberatamente richia-<br />

mato l'attenzione dei partecipanti. Basterà<br />

ricordare, senza un ordine particolare, i se-<br />

guenti problemi toccati nei vari interventi:<br />

la definizio'ne della programmazione e dei<br />

suoi meccanismi, le conseguenze dell'attri-<br />

buzione di compiti sempre più amwi di deci-<br />

sione economica agli Enti locali, accanto alle<br />

loro tradizionali competenze amministrativ~;<br />

la funzione della regione come punto intermedio<br />

di raccordo tra la ~ealtà locale e quella<br />

nazionale ed europea e l'esigenza di dejinire<br />

il significato della regione sotto i diversi<br />

punti di vista storico, economico e di<br />

comunità politica e democratica; i rapporti<br />

di collaborazione e di conflitto tra i diversi<br />

livelli di potere e di gestione (locale, regionale,<br />

nazionale, europeo); le differenti strutture<br />

necessarie ad assicurare, sul piano regionale<br />

e locale, da un lato il massimo rli<br />

servizi efficienti e dall'altro la creazione di<br />

vere Comunità nel senso non solo socioculturale,<br />

ma anche politico-amministrativo;<br />

l'individuazione di diversi modelli di società<br />

secondo il grado di accentramento e di<br />

decentrameiito dei centri di potere; la necessità<br />

di un inventario delle fuinzioni per stabilire<br />

poi un'ipotesi teorica di una loro distri-<br />

Raymond Rifflet Giovanni Vicario<br />

buzione fra i diversi livelli di governo.<br />

i rapporti e i contrasti tra ra-wresenza poli-<br />

tica e rappresentanza di competenza; i con-<br />

dizionamenti finanziari di unu politica di<br />

svilup-po; l'obiettivo lontano, ma fin d'ora<br />

politicamente significativo, di un bicamera-<br />

lismo europeo con una Camera rappresen-<br />

tativa degli enti regionali, come previsto da!-<br />

lo Statuto del CCE.<br />

Si dirà clze il 8Colloquio di Bruxelles ha<br />

(*) I1 teslo integrale della relazione Martini è pub-<br />

blicato di seguito.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!