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I Licheni dell'Erbario del Museo di Storia Naturale dell'I.T.S.G.

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878 F. MERLO<br />

necessario, si è proceduto all’aggiornamento. A tal fine si è fatto riferimento<br />

a NIMIS (1993). In altri casi si è proceduto ad una revisione degli exsiccata utilizzando<br />

le chiavi analitiche <strong>di</strong> CLAUZADE & ROUX (1985), NIMIS (1987,<br />

1992), NIMIS & BOLOGNINI (1993), NIMIS et al. (1987) e OZENDA & CLAUZA-<br />

DE (1970), e <strong>di</strong>verse opere iconografiche (WIRTH, 1987; PUNTILLO, 1996;<br />

MOBERG & HOLMÅSEN, 1992). Numerosi sono i casi dubbi per i quali non è<br />

stato effettuato l’aggiornamento nomenclaturale, in questi casi è stato riportato<br />

esclusivamente l’epiteto storico, in<strong>di</strong>cato con il simbolo “?”. Di tali campioni<br />

non si è tentata una revisione, o perché si tratta <strong>di</strong> gruppi particolari che<br />

richiedono l’intervento <strong>di</strong> specialisti, o perché il materiale è povero <strong>di</strong> strutture<br />

anatomiche fondamentali per la corretta determinazione e non si è voluto<br />

sacrificare <strong>del</strong> materiale storico senza avere la sicurezza <strong>di</strong> giungere a conclusioni<br />

certe. Si fornisce anche la valutazione sullo stato <strong>del</strong> campione e, ove<br />

riportata in targhetta, la data <strong>di</strong> raccolta.<br />

I campioni lichenici oggetto <strong>del</strong>la presente nota ammontano a 303 reperti<br />

che, considerata la nomenclatura utilizzata dagli autori, si riferiscono a 230<br />

taxa infragenerici. Alla luce <strong>del</strong>le già citate <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> aggiornamento degli<br />

epiteti, la stima <strong>del</strong> numero <strong>di</strong> specie secondo la nomenclatura moderna rimane<br />

approssimativa, pari a circa 154 specie.<br />

Di estremo interesse sono i 135 reperti riferiti alle raccolte <strong>del</strong> grande<br />

naturalista madonita Francesco Minà Palumbo (Fig. 4).<br />

Si tratta <strong>di</strong> raccolte ine<strong>di</strong>te, per lo più <strong>del</strong> 1889, effettuate alla Favorita<br />

<strong>di</strong> Palermo, a Ficuzza, a Castelbuono e altrove sulle Madonie. Non sono ad<br />

oggi noti altri reperti lichenici attribuiti al Minà Palumbo. Altri 19 reperti<br />

portano la firma <strong>di</strong> Lojacono-Pojero (Fig. 5).<br />

Questi fu il primo a pubblicare <strong>di</strong> <strong>Licheni</strong> in Sicilia (LOJACONO, 1890),<br />

ma <strong>di</strong> questo insigne botanico erano noti in Sicilia soltanto 3 exsiccata conservati<br />

presso l’Herbarium Me<strong>di</strong>terraneum. Della maggior parte <strong>di</strong> questi<br />

reperti il Lojacono non dà notizia nei suoi elenchi, essi risultano quin<strong>di</strong> ine<strong>di</strong>ti.<br />

Altro materiale siciliano porta la firma <strong>di</strong> V. Priolo (con 11 exsiccata provenienti<br />

da Randazzo) e <strong>di</strong> A. Todaro e Augusto Palumbo, con un campione<br />

ciascuno proveniente rispettivamente da Ustica e da Selinunte. In particolare<br />

<strong>di</strong> A. Todaro erano noti soltanto 2 exsiccata, anch’essi ospitati presso l’Herbarium<br />

Me<strong>di</strong>terraneum.<br />

Dei reperti non siciliani, molti portano la firma <strong>di</strong> alcuni dei più autorevoli<br />

lichenologi italiani ed europei <strong>del</strong>l’800. Tra questi meritano una menzione<br />

particolare Baglietto, Canepa, Carestia, Ferrari, Arcangeli, Piccinini, John<br />

Lange, Nyman, Heufler, ecc. (Fig. 6)<br />

Numerosi sono i campioni provenienti da prestigiose collezioni quali<br />

Lichenes Gallici Exsiccata (LGE) (Fig. 7), Erbario Crittogramico Italiano<br />

(ECI) (Fig. 8), Plantae Italicae (PI), Pl. Crypt. Arduennae (PCA), Plantarum

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