dicembre - Portale del Medico di Famiglia - ULSS n. 10

ULSS
ANNO IV | NUMERO 4° | DICEMBRE 2011 |
AIUTIAMO IL MOZAMBICO
L’ULSS10 coordinerà
la costruzione di 3 abitazioni
per personale medico
A pagina 3
TUTTO SULLA DAY
WEEK SURGERY
di Portogruaro
A pagina 4-5
SPECIALE SICUREZZA
ALIMENTARE
La conservazione
degli alimenti ed il buon
uso del frigorifero (II parte)
A pagina 8-9
Marchio depositato
PERIODICO DI INFORMAZIONE SOCIO SANITARIA DELL’ULSS N. 10 “VENETO ORIENTALE”
WWW.ULSS10.VENETO.IT
COPIA
GRATUITA
SPECIALE
DONAZIONI
DI SANGUE
L’appello dell’AVIS
A pagina 12-13

IN QUESTO NUMERO
Aiutiamo la popolazione del Mozambico
L’ULSS10 coordinerà la costruzione di 3 abitazioni per personale medico-sanitario
Day Week Surgery Multidisciplinare di Portogruaro
Nell’ospedale del futuro il paziente chirurgico è al centro dei percorsi di cura
Nelle sale operatorie la tecnologia wireless
Il Direttore Generale dell’ULS10 in Parlamento europeo
“Più sinergia per assistere meglio i turisti”
Un Comitato Operativo Allargato (COA) per le dipendenze patologiche
Il Liveo XXV Aprile si aggiudica il concorso dedicato alla Prevenzione dell’Ictus
Tutto sulla sicurezza alimentare (II parte)
Una biblioteca nella Day Surgery Multidisciplinare di San Donà
8 anni: in vasca con uno squalo
Pillole di storia: l’analgesia in travaglio di parto
Speciale donazioni di sangue
Chiarimenti sulla pillola abortiva o RU486
San Donà e Portogruaro: ospedali con il bollino rosa
Obbligo di soccorso per chi investe un animale
In crescita gli interventi dei servizi veterinari
Aumentano i diabetici nel Veneto orientale
La percentuale locale supera la media regionale
Cerimonia e medaglia d’oro per 55 dipendenti in quiescenza
L’acquisto di farmaci in Internet e la contraffazione
13 televisori all’ospedale di Jesolo. L’opera benefica dell’AVO
A Portogruaro uno sportello per l’amministratore di sostegno
Internet per tutti ad Annone Veneto
Le lettere dei lettori
Angolo del sorriso
DIRETTORE RESPONSABILE: Mauro Zanutto
DIRETTORE EDITORIALE: Paolo Stocco
COMITATO DI REDAZIONE
Luigi Basso, Ornella Moretto, Pierpaolo Pianozza,
Federico Rigutto, Mauro Zanutto
REDAZIONE
Piazza De Gasperi 5 - 30027 San Donà di Piave (Ve)
E-mail: 10insalute@ulss10.veneto.it
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SOMMARIO
Trimestrale dell’ULSS 10 “Veneto Orientale”
STAMPA
Tipografia Colorama
Via Garda, 13 - San Donà di Piave (Ve)
PROGETTO GRAFICO
Tipografia Colorama |
www.tipografiacolorama.com
ANNO IV NUMERO 4
Registrazione Tribunale di Venezia
N. 19 del 13 settembre 2008
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AIUTIAMO LA POPOLAZIONE
DEL MOZAMBICO
L’ULSS10 COORDINERA’ LA REALIZZAZIONE
DI TRE ABITAZIONI PER PERSONALE MEDICO-SANITARIO
CON IL TUO CONTRIBUTO POSSIAMO OFFRIRE MAGGIORI AIUTI
Il 2012 sarà un anno speciale per l’Azienda ULSS 10. Un
anno di aiuto per la popolazione del Mozambico la
quale, dopo una guerra civile e l’avvio di un processo
democratico, oggi ha estrema necessità di infrastrutture:
dalla fornitura d’acqua a edifici adeguati per fornire
cure mediche.
In questo meraviglioso Paese incastonato nell’area sud
orientale dell’Africa, che vanta spiagge ed angoli di
natura incantevoli, lo stato di salute della popolazione
è infatti allarmante: in presenza di una popolazione
costituita da circa 18 milioni di persone,
solo il 40% ha accesso ai servizi igienici e
all’acqua. Sul fronte Sanità, il 16% della
popolazione ha contratto l’Aids, la cura
della salute è affidata ad una figura
sanitaria ogni 2000 persone, la presenza
di un medico viene garantita ogni 250
mila aitanti e quella di un infermiere ogni
200 mila abitanti. L’aspettativa di vita
sfiora i 50 anni.
Per questo motivo l’ULSS 10, che vanta a
livello di direttori e di dirigenza persone
con notevole esperienza in progetti umanitari
internazionali, nel 2012 coordinerà la realizzazione
di tre abitazioni-ambulatori per personale sanitario, nei
distretti di Maringue, Marromeu e Chemba, dal costo
di 15-18 mila euro ciascuno. Il tutto è possibile con
l’utilizzo di un fondo economico di 55 mila euro, finanziati
dalla Regione Veneto (20 mila) e
dall’Organizzazione Non Governativa ASeS di Mestre
(35 mila euro).
“Questo Paese ha estremo bisogno di aiuto – spiega il
direttore dei Servizi Sociali, dottor Claudio Beltrame –.
La maggior parte della popolazione vive fuori dai centri
urbani ed è proprio nelle zone periferiche che si registra
la carenza di personale sanitario e la maggiore diffusione
di malattie; ciò è dovuto all’assenza della benché
CLAUDIO BELTRAME
ATTUALITÁ
minima presenza di edifici dove poter lavorare, come
ad esempio locali in cui ci sia un minimo di igiene”.
A realizzazione compiuta le tre abitazioni-ambulatori
verranno donate al Ministero della Salute del Mozambico
per massimizzare le cure alla popolazione. Il Ministero
mozambicano, dal canto suo, metterà a disposizione
beni di prima necessità. La cooperazione italiana
sosterrà l’intervento con la messa a disposizione di
materiale per la costruzione delle opere al fianco
dell’Unicef che realizzerà una serie di punti d’acqua.
Partner dell’ULSS 10 anche una cooperativa
mozambicana già attiva nella realizzazione
di infrastrutture, la quale fornirà il
prezioso supporto logistico a livello locale.
“Con queste abitazioni sarà possibile
assicurare la permanenza di personale
sanitario, implementare la prevenzione ed
assicurare un presidio fisso per tutte le
necessità di cura della popolazioneconclude
il dottor Beltrame-. Auspichiamo
che questo nostro intervento consenta di
poter contare anche su altri aiuti, al fine di
ampliare gli interventi che abbiamo in
programma. Dunque mi sento nel dovere di fare un
appello per chi volesse aiutarci in quest’opera di solidarietà:
siamo disponibili ad accogliere l’aiuto di tutti, a
braccia aperte”.
La presenza dell’Azienda ULSS 10 nell’area centrale del
Mozambico consentirà un’ottimizzazione dei costi e
permetterà che quanto eventualmente devoluto
venga interamente e direttamente destinato alla realizzazione
delle infrastrutture.
Per ulteriori informazioni e donazioni
rivolgersi alla Direzione dei Servizi Sociali
Azienda ULSS 10
Telefono 0421-228023
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OSPEDALE
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OSPEDALE
DI PORTOGRUARO
DAY WEEK SURGERY MULTIDISCIPLINARE
NELL’OSPEDALE DEL FUTURO IL PAZIENTE CHIRURGICO E’ AL CENTRO DEI PERCORSI DI CURA
Nell’ultimo decennio la chirurgia generale e specialistica
hanno vissuto una grande evoluzione:
l’applicazione di tecniche mini-invasive, lo sviluppo di
materiali protesici ad elevata biocompatibilità. La diffusione
dell’anestesia locale insieme al miglioramento
delle tecniche anestesiologiche hanno determinato la
possibilità clinica di un impatto più limitato nella vita
della persona che deve essere operata, grazie ad una
degenza più breve e ad una ripresa tempestiva delle
quotidiane attività.
A fronte di un cambiamento clinico di grande rilievo,
anche l’Ospedale di Portogruaro si aggiorna, dedicando
agli utenti una struttura nuova, cui accedono
persone che dispongono di un adeguato supporto
socio-familiare e che necessitano di un intervento
chirurgico di peso limitato, con ricovero programmato.
La struttura multidisciplinare di Day Week Surgery si
propone come risposta a tale esigenza, accogliendo
operandi proposti da diverse Unità Operative, per
interventi che richiedono una breve degenza ospedaliera.
La struttura gestisce infatti i pazienti che possono
essere dimessi dopo soltanto alcune ore di osservazione
(regime ambulatoriale protetto oppure day surgery),
ma anche coloro che necessitano di osservazione
notturna, fino ad un periodo di ricovero di 4 giorni. Ed è
questa la sfida della week surgery con l’apertura a ciclo
continuo della struttura per l’intera settimana feriale (da
lunedì a venerdì), che si differenzia dalle aree omogenee
ad alta complessità per l’attività interamente
programmata, per la minore complessità delle procedure
e per l’assenza di ricoveri urgenti.
La Day Week Surgery è situata al 1° piano dell’ospedale
San Tommaso dei Battuti, contigua alla sala operatoria
e dispone di 10 posti letto. All’ingresso sono situati gli
ambulatori dedicati alla programmazione a cui si
svolgeranno, nell’ambito di una sola giornata, tutte le
attività di preparazione preoperatoria (prelievi ematici,
elettrocardiogramma, visita anestesiologica), con
l’eccezione della radiografia del torace (quando
indicata) che richiede l’accesso alla Radiologia.
Abbiamo l’ambizioso obiettivo di costituire il nucleo per
il futuro Centro Unico di Programmazione a disposizione
di tutto il Dipartimento Chirurgico per assistere efficacemente
nella fase pre e post operatoria i pazienti provenienti
dalle diverse specialità. Ogni stanza di degenza
accoglie due letti ed una stanza da bagno ed è
pensato per garantire il maggiore comfort possibile
durante la permanenza in ospedale.
La Day Week Surgery dispone di personale dedicato,
che si sta progressivamente formando nell’assistenza
postoperatoria di persone sottoposte ad interventi
diversificati per specialità.
Ma quali sono le Unità Operative Complesse che afferiscono
alla Day Week Surgery ed alle attività che vengono
svolte?
CHIRURGIA: plastica di ernie inguino-crurali e della
parete addominale; safenectomia e varicectomia;
cisti pilonidale; biopsie e tumorectomie della mammella;
colecistectomia laparoscopica; alloplastica
laparoscopica di laparoceli ed ernie della parete
addominale; mastectomia; interventi laparoscopici di
chirurgia bariatrica (dell’obesità patologica).
GINECOLOGIA: interventi laparoscopici di biopsia e
di resezione dell’ovaio e della salpinge, mono o bilaterale;
conizzazione della cervice uterina; interventi
sull’endometrio, inclusa interruzione di gravidanza;
interventi di asportazione di lesioni vaginali.
ORTOPEDIA: tunnel
carpale, correzione
dito a scatto, artroscopia
del ginocchio e
della spalla.
UROLOGIA: nefrostomia,
aspirazione di cisti
renali, biopsia renale,
nefroscopia; interventi
endoscopici
sull’uretere; interventi

endoscopici sulla vescica, inclusa TUR di lesioni vescicali;
biopsia ed interventi sull’uretra, biopsia prostatica,
incisione endoscopica della prostata (TUIP); asportazione
di lesioni testicolari, correzione di idrocele, varicocele
e spermatocele, orchiectomia, orchidopessi, inserzione
di protesi testicolari, circoncisione, ESWL di calcoli
renali ed ureterali.
ANESTESIA E RIANIMAZIONE: posizionamento cateteri
venosi centrali a lunga permanenza.
CHE COSA CI ASPETTIAMO DALLA
DAY WEEK SURGERY
Il nostro ospedale vanta un’esperienza in chirurgia di
Day Surgery ed Ambulatoriale Protetta datata già da
vari anni, per tutte le Unità specialistiche presenti,
anche se le attività venivano svolte esclusivamente
utilizzando le risorse fornite da ciascuna Unità.
L’evoluzione che sta maturando, in seguito alla
riorganizzazione degli spazi e delle Strutture, mira a
far convergere pazienti candidati ad interventi omogenei
per complessità, indipendentemente dalla
specifica patologia, in uno spazio dedicato. L’idea
nuova è di porre il paziente chirurgico al centro del
percorso diagnostico-terapeutico: non è il malato
che si sposta ma il medico che lo raggiunge nella
sede più appropriata. Ciò determina vantaggi dalla
redistribuzione delle risorse.
Per l’Azienda sanitaria:
• una maggiore appropriatezza dei ricoveri in
regime ordinario, mantenendo inalterato il numero di
interventi chirurgici;
• un ulteriore potenziamento della preospedalizzazione
(cioè dell’organizzazione dedicata alla preparazione
all’intervento) con conseguente riduzione della degenza
preoperatoria;
• la disattivazione dei posti letto nel fine settimana con
conseguente risparmio di risorse umane e riallocazione
delle stesse per lo svolgimento di altre attività.
Per gli utenti:
• il futuro paziente che viene accolto nella Day Week
Surgery per la preospedalizzazione concentra le indagini
preoperatorie in unica giornata, già definita al
momento della visita ambulatoriale, limitando al massimo
l’interferenza con le sue attività lavorative;
• la data dell’intervento potrà essere definita già al
momento della prima visita, in accordo tra le esigenze
della struttura e quelle dell’utente;
• nelle giornate di
degenza si potrà vivere
con maggiore serenità
l’ansia e la preoccupazione
che accompagnano
ogni intervento
chirurgico, grazie ad un
ambiente meno teso,
non gravato dalla
contiguità con persone
sottoposte ad interventi
OSPEDALE
di chirurgia maggiore;
• organizzazione della degenza e delle sedute di sala
operatoria dedicate, ed escluse dalle reti di emergenza,
che riduce virtualmente a zero la possibilità di un
rinvio dell’intervento programmato. Quest'ultima
evenienza sarebbe gravosa per il paziente, costretto a
rinviare progetti o impegni di lavoro.
Ma vogliamo aggiungere un ulteriore segnale di qualità
nell’assistenza: la possibilità di applicare, in una
struttura dedicata, i principi della Fast Track Surgery
(ancora un termine in inglese… bisognerà iscriversi ad
IL DOTTOR FRANCESCO FIDANZA (A DESTRA) E IL SUO STAFF
un corso…) che potremmo tradurre liberamente nella
possibilità clinica di ridurre l’entità del trauma chirurgico.
Si tratta di un nuovo approccio complessivo al
paziente che necessita di un intervento: vi collaborano
tutti gli operatori per la propria competenza
(dall’anestesista al chirurgo e all’infermiere) che applicano
le tecniche oggi conosciute ed efficaci nel favorire
la più tempestiva ripresa post-operatoria. Facciamo
qualche esempio: riduzione del tempo di digiuno,
anestesia generale con risveglio rapido; efficace
controllo del dolore; prevenzione della nausea e del
vomito postoperatori; riduzione dell’uso di cateteri e
drenaggi, applicati in casi selezionati e rimossi il prima
possibile; precoce rialimentazione e mobilizzazione.
Si comprende quindi che la Day Week Surgery non è
una Struttura dedicata ad interventi di chirurgia minore,
ma una sfida di collaborazione e di competenza tra
tutti gli operatori che hanno come fine il benessere del
paziente che a loro è affidato.
Chiederemo inoltre un aiuto anche a Voi. Per migliorare
progressivamente la nostra efficienza raccoglieremo le
segnalazioni e suggerimenti dei pazienti che operiamo
e dei loro familiari.
Dott.ssa Giuliana Simonatto
Responsabile della Day Week Surgery
Dipartimento di Chirurgia
Ospedale di Portogruaro
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ATTUALITÁ
6
IL DIRETTORE GENERALE DELL’ULSS10 IN PARLAMENTO EUROPEO:
“PIU’ SINERGIA PER ASSISTERE MEGLIO I TURISTI”
Il direttore generale dell’ULSS10, Paolo
Stocco, è intervenuto al Parlamento
Europeo come esperto di turismo e
salute nell’ambito di una conferenza
finalizzata a diffondere questo nuovo
binomio nei Paesi dell’Unione. In tale
contesto non poteva dunque mancare
l’Azienda Sanitaria del “Veneto Orientale”,
che ogni anno ospita il bacino
turistico più importante d’Italia (circa 16
milioni di presenze) ed è stata la prima (in Italia) ad
attivare convenzioni specifiche con le casse mutue
tedesche per agevolare le cure durante i periodi di
vacanza. Nel dibattito, il Commissario per la Salute
John Dalli, esperti internazionali e politici di vario livello,
hanno scambiato il proprio parere sul fatto che l'Unione
europea “deve arrivare ad un cambiamento culturale
quando si tratta di riconoscere e sfruttare le potenzialità
del turismo sanitario”. Tra gli esperti il direttore generale
dell'ULSS10, il quale ha spiegato come l’Azienda Sanitaria
si “attrezzi” ogni estate per accogliere l’impennata di
richieste di cura tra i milioni di turisti che soggiornano
nelle località di Bibione, Caorle, Eraclea e Jesolo. “Oltre
alla nostra organizzazione per il periodo estivo, è fondamentale
fare sistema- ha spiegato Stocco- con gli
operatori economici, con le istituzioni locali e in taluni
casi con le forze dell’ordine, se vogliamo offrire una
rete di assistenza efficiente ed efficace per le emer-
NELLE SALE OPERATORIE
LA TECNOLOGIA WIRELESS
CONNESSIONE DATI E VOCE SENZA FILI
E CON UNA SOLA INFRASTRUTTURA
L’ING.
PETER CASAGRANDE
genze: dagli incidenti stradali ai traumi
più vari che accadono nelle località di
vacanza”. “Ma nel contempo-ha
continuato Stocco- è indispensabile
pensare anche ad una migliore organizzazione
dell’accoglienza per le
persone disabili, che sono circa il 14%
dei cittadini dell’UE, di cui solo una
minima parte trova nelle località turistiche,
oltre che le rispettive bellezze, la
continuità delle cure”.
L’Unione Europea da tempo osserva con attenzione gli
spostamenti sempre più frequenti delle fasce deboli
della popolazione, favoriti in particolare dal minor
costo dei mezzi di trasporto. Anche l’assistenza sanitaria
è sempre più attenta a questo fenomeno. Gli europarlamentari
hanno molto apprezzato le convenzioni
avviate dall’ULSS10 con alcune casse mutue tedesche
che permettono, ai propri associati, di curarsi in vacanza
come essere a casa propria. Lo scorso febbraio il
Parlamento Europeo ha approvato una direttiva per
l’assistenza transfrontaliera ai pazienti: “Direttiva che- ha
precisato il Commissario per la Salute, John Dalli- non
deve servire come ulteriore opportunità di fare shopping
in giro per l'Europa, bensì deve essere uno
strumento utile per chi vive vicino al confine o ha
bisogno di andare all'estero per ragioni strutturali e
infrastrutturali".
Dallo scorso 12 ottobre la tecnologia wireless è una realtà nelle sale operatorie degli ospedali
di Portogruaro, San Donà e Jesolo. Il tutto è stato possibile mediante l’utilizzo di una soluzione
tecnica innovativa in ambito sanitario: degli access point collegati alla rete aziendale, i quali
permettono di gestire simultaneamente, senza fili, l’accesso alla rete informatica (a banda
larga) e le comunicazioni voce collegate al centralino telefonico aziendale.“Questa evoluzione
tecnologica permette ai medici di utilizzare, in sala operatoria, i terminali per la gestione dei
pazienti, e non solo- spiega il direttore del Servizio Tecnico dell’ULSS10, Peter Casagrande-.
Allo stesso access point si collegano anche i cordless usati per le comunicazioni esterne ed
interne all’azienda, con collegamento Voip. E’ chiaro che rinunciare alla presenza di cavi di
rete e telefonici, avere una sola infrastruttura che gestisce in modo integrato entrambi, migliora
le condizioni di lavoro dei medici e permette di usufruire in breve tempo di un servizio di alta
tecnologia. Viceversa, per ottenere lo stesso risultato con i metodi tradizionali, sarebbero serviti una serie di
adeguamenti strutturali alle sale operatorie”.
La soluzione tecnica è stata definita con Astra
Italia Spa, fornitore dei sistemi telefonici
all’ULSS10.
Superata positivamente la fase di sperimentazione,
la nuova rete Wifi e Dect è stata
ampliata alla Cardiologia e alla Dialisi negli
ospedali di San Donà e Jesolo. Il servizio sarà
esteso prossimamente anche alle Fisioterapie
degli ospedali di San Donà e Jesolo.
Giuseppe Bianco, infermiere del pronto soccorso di
Jesolo, ha conquistato il titolo mondiale di ciclismo
nella categoria “Senior B” riservata ai laureati in area
medica, svoltosi lo scorso autunno a Montichiari
(Brescia) su organizzazione della “Novagli Team
Bike”. Si tratta di una vittoria che premia la sua
tenacia, lo spirito agonistico e l’amore per lo sport,
supportati da duri allenamenti.
Giuseppe Bianco corre per la “Magicabike” di San
Donà di Piave presieduta da Franco Baradel.
L’atleta jesolano ha dedicato il titolo mondiale a
due amici ciclisti scomparsi prematuramente,
Renato Moret e Diego Pasqual.

UN COMITATO
OPERATIVO
ALLARGATO
(COA)
PER LE DIPENDENZE
PATOLOGICHE
Lo scorso settembre, nella sala consiliare del Comune
di San Stino di Livenza, è nato il Comitato Operativo
Allargato (COA) per le dipendenze patologiche nel
Veneto orientale. All’assemblea costituente hanno
partecipato personale ospedaliero e sociosanitario
dell’ULSS10, il presidente della Conferenza dei Sindaci
del Veneto Orientale, forze dell’ordine, rappresentanti
di associazioni di volontariato e degli istituti scolastici
del territorio.
Il Comitato Operativo Allargato (COA) ha la funzione di
favorire l’adozione di sinergie e di protocolli operativi tra
le istituzioni che sono in contatto con i portatori di
problematiche correlate a dipendenze patologiche,
da sostanze stupefacenti, alcol, gioco d’azzardo, fumo
di tabacco. “Il COA -argomenta il direttore dei Servizi
Sociali dell’ULSS10, Claudio Beltrame- costituirà inoltre
un nucleo deputato a raccogliere ed intrecciare le
necessità e le osservazioni che giungono dalle unità
operative ospedaliere e dal dipartimento per le dipendenze.
Servirà inoltre ad incentivare la cura e la riabilita-
ATTUALITÁ
zione, a rafforzare tutte quelle collaborazioni strategiche,
sia con i comuni che con le forze dell’ordine e le
scuole, per massimizzare il coordinamento negli
interventi di prevenzione e di cura”. “Così facendoaggiunge
il direttore del dipartimento di prevenzione,
Davide Banon- si rende visibile e si crea una rete di
collaborazione tra i soggetti che a vario titolo intervengono
sulle dipendenze”.
“Dobbiamo cercare-continua il dottor Banon- di far
fronte più possibile al fenomeno emergente del consumo
di sostanze stupefacenti tra i giovani, in particolare
in orario notturno e nei luoghi di divertimento. E non
posso, in questo contesto, che ricordare i due episodi
mortali avvenuti questa estate a Jesolo, a distanza solo
di una sola settimana l’uno dall’altro. Non dimentichiamo
infine che servirà un sostegno anche per quei
portatori di dipendenze che hanno perso il lavoro e
l’abitazione e che, per questi motivi, necessitano di
particolari aiuti”.
IL LICEO XXV APRILE SI AGGIUDICA IL CONCORSO
DEDICATO ALLA PREVENZIONE DELL’ICTUS
Con la produzione di tre cortometraggi dedicati alla prevenzione dell’Ictus, gli studenti del Liceo Classico e Scientifico
“XXV Aprile” sono stati i protagonisti del meeting “Le nuove sfide delle neuroscienze”, svoltosi lo scorso novembre
al Teatro Russolo di Portogruaro. Ad organizzarlo è stata l’unità di Neurologia-Stroke Unit dell’ULSS10, diretta dal
professor Sebastiano D’Anna, che ha visto la partecipazione di 270 tra medici, infermieri di neuroscienze e tecnici
di neurofisiopatologia. All’evento è stato abbinato un concorso riservato agli istituti scolastici del territorio, invitati a
rappresentare, attraverso un cortometraggio, il tema: “Ictus, la Stroke Unit ti salva la vita”.
Ebbene l’istituto “XXV Aprile” di Portogruaro ha ottenuto l’en plein, aggiudicandosi i tre premi in palio, consegnati
dal direttore generale dell’ULSS 10 Paolo Stocco.
Questa la graduatoria finale: 1° premio al filmato “Tre ore per la vita” realizzato degli studenti delle classi I°A Liceo
Classico, 4°A e 4° B del Liceo Scientifico; 2° premio al cortometraggio “Cambia la tua vita” realizzato dalla 2°C
Liceo Classico; 3° premio a “Scelte difficili” realizzato dagli studenti della classe 3°D del Liceo Scientifico con la
collaborazione di uno studente della 4°D del Liceo Scientifico.
I filmati sono stati pubblicati su “10 in Salute television”, la web TV dell’ULSS10, visibile attraverso il sito internet
www.ulss10.veneto.it , cliccando su: “10 in Salute Television”.
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PREVENZIONE
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LE BUONE REGOLE PER MIGLIORARE
LA SICUREZZA ALIMENTARE E LA NUTRIZIONE
CONSIGLI E ISTRUZIONI DEL
“SERVIZIO IGIENE ALIMENTI E NUTRIZIONE”
Dopo le buone pratiche igieniche in cucina, la sezione dedicata al miglioramento della sicurezza alimentare e della
nutrizione continua con la corretta conservazione degli alimenti ed il “buon” uso del frigorifero di casa. Molto spesso,
infatti, luoghi comuni o semplici tradizioni di famiglia ci hanno trasmesso pratiche di conservazione non propriamente
corrette. I consigli degli esperti del S.I.A.N. dell’ULSS 10 possono fugare semplici dubbi in cucina ed aiutarci a
conservare gli alimenti, nelle dispense e nel frigorifero di casa, nella massima sicurezza.
LA CONSERVAZIONE DEGLI ALIMENTI:
COME TENERE UNA DISPENSA PIÙ ORDINATA
L’organizzazione della dispensa e del frigorifero è un
argomento noto agli operatori delle mense scolastiche
e ai ristoratori, molto meno alle famiglie, che spesso
riempiono gli scaffali in modo casuale o seguendo
semplici criteri di spazio. Per tutti gli alimenti vale la
regola generale di riporre quelli acquistati più di recente
dietro o sotto quelli già presenti: questa accortezza
facilita il consumo degli alimenti prima della loro data di
scadenza. Gli alimenti acquistati vanno conservati in
base alle loro caratteristiche.
Alimenti non deperibili. Pasta, farina, riso, legumi
secchi, olio ed altri, hanno una notevole stabilità se
racchiusi in confezioni o contenitori integri. Vanno
conservati nei ripiani chiusi della cucina, a temperatura
ambiente o in locali di deposito freschi e asciutti.
È consigliabile:
• chiudere accuratamente le confezioni una volta
aperte: l’umidità dell’aria facilita l’ammuffimento e lo
sviluppo di insetti eventualmente presenti;
• conservare l’olio in bottiglie di vetro scuro e con collo
stretto, lontano da fonti di calore e dalla luce, perché se
messi a contatto con l’ossigeno tendono a irrancidire;
• leggere sempre sull’etichetta per rispettare la data di
scadenza, le norme e le raccomandazioni per la
conservazione dei prodotti.
Cibi in scatola. Accertarsi sempre della data di
scadenza stampigliata sulla scatola. È consigliabile:
• pulire la parte superiore della scatola metallica in
modo da evitare al momento dell’apertura la contaminazione
degli alimenti in essa contenuti;
• una volta aperta la scatola, nel caso il prodotto non
fosse consumato completamente, trasferirlo in un
contenitore per alimenti e riporlo in frigorifero. Se
all’apertura della confezione il prodotto presenta muffe,
fuoriuscita di gas, bollicine, odore o consistenza non
proprie dell’alimento, scartarlo senza consumarlo e
senza neppure assaggiarlo.
Alimenti deperibili. Il trasporto dal negozio a casa e
la conservazione in frigorifero devono rispettare la
temperatura prevista e non va interrotta la catena del
freddo, per limitare la proliferazione dei microrganismi.
Il trasporto degli alimenti deperibili può essere effettuato
senza attrezzature particolari se dal negozio al frigorifero
di casa non si superano i 15 minuti. Nella stagione
calda, qualora si prevedano tempi di trasporto più
lunghi, è bene riporre gli alimenti in un contenitore isoter-
mico (borsa-frigo), con piastre refrigeranti. Attenzione: se
i prodotti surgelati nei banchi freezer sono brinati o
bagnati e con presenza di ghiaccio sulle confezioni e se
le verdure a pezzetti si presentano in un unico blocco, la
catena del freddo non è stata mantenuta, il prodotto è
stato sottoposto a sbalzi di temperatura. È consigliabile:
• mantenere costantemente pulito Il frigorifero, non
riempirlo eccessivamente e disporre i cibi in modo che
non siano a contatto con le pareti. Questi accorgimenti
favoriscono la circolazione dell’aria e l’omogeneità
delle temperature;
• sbrinare periodicamente il freezer e non riempirlo
eccessivamente, al fine di consentire la giusta circolazione
dell’aria e l’omogeneità della temperatura.
COME POSIZIONARE GLI ALIMENTI
IN FRIGORIFERO
La verdura deve essere posta nell’apposito scomparto.
È bene lavarla, asciugarla
e lasciarla
respirare in sacchetti
di pellicola microforati:
la confezione del
supermercato va
eliminata al più
presto. La frutta e la
verdura anche se
riposte nel frigorifero
perdono col tempo
le loro vitamine. E’
meglio consumarle
rapidamente e
cadenzare gli acquisti.
Le carni vanno
poste sul ripiano più
in basso del frigorifero
sopra il cassetto
delle verdure. Si
possono lasciare
nella confezione del
supermercato; è
meglio comunque
riporle in contenitori per alimenti chiusi. Consumare
preferibilmente la carne macinata entro 24 ore
dall’acquisto, ed entro 3 giorni quella fresca e gli affettati
non confezionati.
Le carni crude vanno separate da quelle cotte, onde
evitare una contaminazione crociata con passaggio di
microbi dalle prime alle seconde. I latticini (latte fresco,
creme a base di latte), le uova e i formaggi freschi
vanno sempre posti sui ripiani più bassi. I salumi affettati
(2ª PARTE)

(2ª PARTE)
vanno riposti nei ripiani appena più in alto, avvolti nella
pellicola o in fogli di alluminio, per evitare il contatto con
l’aria che li secca o annerisce. I rimanenti prodotti vanno
posti sui ripiani superiori. Le uova vanno lasciate nella
loro confezione originale, affinché non entrino in contatto
con altri alimenti e si possa sempre leggere la data
entro cui è preferibile consumarle.
USO DEL CONGELATORE
Sono molti gli alimenti che possono essere congelati in
casa: verdure, frutta, carne cruda e cotta, pollame
crudo o cotto, latticini, pesci, pasticceria. Congelare
solo alimenti freschi ed in piccole porzioni.
La congelazione casalinga differisce dalla surgelazione
industriale: nella prima gli
alimenti raggiungono la temperatura
-18° in un tempo variabile,
realizzando all’interno
dell’alimento la formazione di
grossi cristalli di ghiaccio che
danneggiano i diversi tessuti con
la perdita di oligoelementi e
vitamine. L’alimento congelato
ha una scadenza e deve essere
consumato entro tempi ragionevoli.
Nella surgelazione
industriale la temperatura -18°
viene raggiunta al massimo in 4
ore e l’acqua solidifica in cristalli
piccolissimi che non danneggiano
il prodotto: al momento
dello scongelamento si otterrà
un alimento simile a quello
fresco. Il trasporto dei surgelati
dal punto vendita al freezer di
casa, deve avvenire correttamente
e rapidamente
Come scongelare i cibi.
Il modo migliore per scongelare un prodotto congelato
o surgelato è quello di metterlo direttamente a cuocere
(o nel forno a microonde) subito dopo averlo tolto dal
freezer. Così facendo, infatti, si evita la perdita di nutrienti,
che rimangono nel liquido di cottura. Quando ciò non
è possibile, ad esempio nei casi in cui l’incarto aderisca
troppo tenacemente al prodotto, si può lasciare
l’alimento a scongelare per qualche ora in frigorifero,
PREVENZIONE
IL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE DELL’ULSS10
avendo poi però l’accortezza di includere il liquido di
scongelamento nella preparazione della pietanza, per
limitare la perdita di nutrienti.
Non è mai consigliabile scongelare a temperatura
ambiente (specialmente se si tratta di alimenti di origine
animale), situazione in cui si favorirebbe la proliferazione
dei germi patogeni. Lo scongelamento mediante
immersione in acqua (fredda) è praticabile soltanto se il
prodotto è racchiuso in una confezione impermeabile,
che impedisca il dilavamento dei nutrienti.
ATTENZIONE!
A differenza delle alte temperature, quelle basse non
svolgono un’azione di bonifica: i batteri, le spore e le
tossine non vengono distrutti. Nel frigorifero – e ancora
di più nel congelatore – l’attività biologica viene
soltanto rallentata, per riprendere normalmente una
volta che i prodotti vengono riportati a temperatura
ambiente. È quindi raccomandabile sottoporre
sempre a cottura i cibi conservati con il freddo prima
di consumarli, anche quando si tratta di prodotti già
cucinati.
Sempre riguardo alla sicurezza alimentare, sul prossimo
“10 in Salute” ci sarà una terza parte dedicata alla
preparazione degli alimenti, dal lavaggio delle mani
alla cottura.
Dott.ssa Lionella Bertoli
Direttore del Servizio
Igiene Alimenti e Nutrizione
9

ATTUALITÁ
A SAN DONA’
UNA BIBLIOTECA NELLA DAY SURGERY MULTIDISCIPLINARE
All’ospedale di San Donà di Piave è possibile leggere un “buon” libro,
anche di recente pubblicazione, durante la degenza. Il tutto per
merito di un servizio di biblioteca posta nella Day Surgery Multidisciplinare,
realizzata apposta per i pazienti di Chirurgia, ORL e Ortopedia
candidati all'intervento chirurgico con ricovero diurno.“L'obiettivo
principale di questa iniziativa- spiega il direttore dell’unità di Chirurgia,
il dottor Paolo Sorrentino- è quello di inviare un messaggio di
sdrammatizzazione dell'evento chirurgico e di contribuire pertanto a
ridurre il normale stato d'ansia delle persone chiamate ad affrontare
l'ospedalizzazione”. L'iniziativa nasce dalla collaborazione con la
Libreria Manzoni di San Donà che ha accolto con entusiasmo la
proposta del dottor Sorrentino, fornendo gratuitamente la dotazione
di libri con i quali è stata allestita la biblioteca. Il paziente della Day
Surgery Multidisciplinare ha a disposizione una lista di circa 50 volumi
che sarà periodicamente aggiornata; può inoltre prenotare il libro
che desidera leggere il giorno dell'intervento. Il nuovo servizio sarà oggetto di costante monitoraggio, come tutto ciò che costituisce
l'iter terapeutico e assistenziale della Day Surgery Multidisciplinare per valutare e quantificarne l’impatto sulla qualità percepita
dall' Utenza e per consentire modifiche e adeguamenti alle esigenze espresse dai pazienti.
8 ANNI: IN VASCA CON UNO SQUALO
Quando è uscito dalla vasca aveva la felicità dipinta in volto perché il sogno di accarezzare
uno squalo si era realmente concretizzato. Il protagonista di questo evento è
Alessio, otto anni, impossibilitato a camminare per una forma di disabilità alle gambe.
“Ha una passione sfrenata per gli squali da quando aveva 3 anni – riferisce la mamma
– . Il suo grande desiderio è sempre stato quello di potersi tuffare in mare con gli squali
e poterli toccare. Abbiamo letto su internet che al Tropicarium Park di Jesolo venivano
organizzate delle immersioni speciali. Abbiamo chiamato ed eccoci qua”. La richiesta
è stata subito recepita. Lo scorso ottobre Alessio e mamma si sono presentati alla
mostra degli squali di piazza Brescia, per l’attesa immersione. “Non sono emozionato
ed ho una gran voglia di toccare uno squalo” ha detto sicuro il ragazzino. Riccardo
Sturla, esperto mondiale di squali, ha preso in braccio Alessio: i due si sono quindi
immersi tra gli squali Toro. Il coraggioso ragazzino ha potuto toccarli più volte sul dorso
e sulla pinna. Il suo sogno si è avverato.
DALLA LAPPONIA A SAN DONA’
SANTA CLAUS HA PORTATO LA MAGIA DEL NATALE IN PEDIATRIA
10
IL PORTOGRUARO
SUMMAGA
IN OSPEDALE
Lo scorso dicembre una rappresentanza dei
calciatori della squadra granata è stata ospite
della Pediatria di Portogruaro diretta dal dottor
Antonio Pulella. Capitano Cunico ed i compagni
Corazza, Chesi, Adamo, Giacobbe e De
Sena, hanno fatto visita ai piccoli bambini in
degenza nell’ospedale, donando loro il panettone
del Calcio Portogruaro ed un calendario
2012 della Squadra.
Per i piccoli pazienti nella Pediatria di San Donà è stato un Natale davvero speciale. Lo scorso
dicembre infatti, i bambini ricoverati in questo reparto hanno potuto conoscere il “vero” Santa
Claus, arrivato direttamente dalla Lapponia. Babbo Natale è giunto a Noventa di Piave per far
visita alla Santa’s Helpers Academy, nonché ai tanti allievi che, al termine del corso, sono stati
certificati “aiutanti di Santa Claus”. Poi, accompagnato
da un gruppo di “aiutanti” e della fondatrice
dell’accademia, Ketty Amadio, Babbo Natale ha voluto
incontrare i bambini della Pediatria e donare loro
peluche e libretti che raccontano la storia di Santa
Claus. L’ospite d’eccezione è stato accolto in ospedale
dal personale medico ed infermieristico. Felicissimi i
piccoli ospiti della Pediatria: ricevere un regalo dal “vero”
Babbo Natale è d’altronde un evento eccezionale.

PILLOLE DI STORIA:
L’ANALGESIA IN TRAVAGLIO DI PARTO
a cura del dottor Fabio Toffoletto
A metà del 1800 un ostetrico
di Edimburgo usò per la
prima volta l’etere
nell’analgesia in travaglio di
parto (dopo averlo usato su
se stesso e sul proprio
assistente per sperimentarne
le capacità anestetiche)
attirandosi le ire funeste dei
religiosi e di molte donne, in
quanto tale pratica andava contro l’assioma biblico
nel partorire con dolore. Neanche sei anni dopo, la
Regina Vittoria, donna di carattere, pretese che
l’ostetrico James Snow usasse il cloroformico per
alleviare il dolore della nascita del futuro principe
Leopoldo. In questo caso però, considerato che la
Regina d’Inghilterra era a capo della chiesa Anglicana,
nessuno osò criticare tale scelta. Si trattava nient’altro
che del primo parto senza dolore anche se dovremo
attendere sino agli anni Trenta, e l’opera del chirurgo
Achille Mario Dogliotti, uno dei pionieri della cardiochirurgia
in Italia, per individuare lo spazio anatomico in
cui iniettare l’anestetico per l’anestesia epidurale.
La diffusione del cosiddetto parto indolore avverrà
Soggetta all’attività di direzione e
coordinamento della Piave Servizi S.c.r.l.
ATTUALITÁ
A.S.I. S.p.A. Informa
Il Geom. Maurizio Malizia, Presidente dell’A.S.I. S.p.A., rende noto che verranno
realizzate importanti opere nel territorio del Basso Piave, nel quale l’azienda gestisce
il servizio idrico integrato. I lavori di realizzazione di tali opere inizieranno nei
prossimi mesi. Si tratta di lavori di ampliamento della rete idrica e di fognatura e di
rifacimento di parti di essa ormai obsoleta. L’Azienda, consapevole di gestire un servizio pubblico essenziale per
i cittadini, sta investendo tutte le risorse possibili per il suo miglioramento. Infatti per le opere di prossima realizzazione
sono stati stanziati circa 5 milioni di euro.
I lavori che a breve saranno realizzati interesseranno i comuni di San Donà, Torre di Mosto, Musile, Jesolo e
Caorle. A San Donà verranno sostituite le condotte idriche di via Fornetto e a Torre di Mosto quelle di via San
Martino, la cui realizzazione risale agli anni ‘50 e ‘60. A Passarella, in via Zaramella, a Jesolo, in via Colombo e a
Musile, in via Croce, è previsto sia il rifacimento di una parte delle condotte idriche sia la realizzazione di nuove
condotte di acquedotto per un’estensione totale di circa 2.117 m.
Per quanto riguarda, invece, gli interventi alle condotte fognarie verrà completata la fognatura nera a Chiesanuova
e verranno effettuati interventi di ampliamento alla fognatura nera di Isiata e a quella di Ottava Presa, con
relativi allacciamenti ai depuratori principali di San Donà e di Caorle.
In questo modo ci sarà un miglioramento del trattamento di depurazione che si tradurrà in un beneficio ambientale
significativo, l’azienda, infatti, è da sempre molto attenta alla salvaguardia e alla tutela del territorio.
CONTATTI
TELEFONO: 0421.4811
FAX : 0421.44196
www.asiservizi.it
info@asibassopiave.it
SPORTELLO DI SAN DONÀ DI PIAVE
Via N. Sauro, 21:
da lun. a giov. : 8.30 -12.30 | 15.00 -17.00
Ven. : 8.30 - 12.30
tuttavia altri quarant’anni dopo, agli inizi del Novecento,
con l’arrivo di cateteri di plastica molto sottili che
hanno permesso di far diventare l’analgesia in travaglio
di parto una tecnica a disposizione, in teoria, di tutte le
donne. Oggi questa tecnica è utilizzata nel 70% dei
parti in Gran Bretagna e in Francia, e nell’80% dei parti
negli Stati Uniti d’America. In Italia è riservata solo al
10% dei travagli e non è disponibile in tutte le strutture.
Nella nostra ULSS presso il Presidio Ospedaliero di San
Donà è disponibile 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno,
la possibilità di usufruire dell’analgesia durante il parto.
Nell’ULSS10 sono oltre 1500 le donne che nel corso
degli anni hanno beneficiato di questa tecnica,
approcciandovi attraverso
un percorso che
prevede, oltre alla
visita, una serie di
incontri con anestesisti,
ostetriche, ginecologi
e pediatri, per
rendere partecipi a
questo lieto evento le
future mamme.
SPORTELLO DI JESOLO
Via Mameli:
lun., merc., ven.: 9.00 - 12.00
MESSAGGIO PROMOZIONALE
SPORTELLO DI CAORLE
Loc. Ponte Bilancia:
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11

ATTUALITÁ
DONAZIONI DI SANGUE IN CALO
NEL VENETO ORIENTALE
L’APPELLO DEL PRESIDENTE AVIS-VENETO:
“IL SANGUE NON SI PUÒ SOSTITUIRE
CON FARMACI O SURROGATI INDUSTRIALI”
Il 2011 si chiude con una anomalia, per la prima volta dopo molti anni le donazioni di
sangue non aumentano. Si tratta di una situazione che ha interessato tutta la regione
del Veneto, tranne la provincia di Padova che ha avuto un discreto aumento della
raccolta. Fortunatamente, questo fatto non ha provocato alcuna ripercussione sull’attività medica: non abbiamo avuto
momenti di reale carenza e siamo riusciti anche quest’anno ad aiutare le regioni del Centro e Sud Italia (Lazio, Sicilia e
Sardegna). L’autosufficienza regionale in sangue ed emoderivati è un risultato consolidato, che vede il Veneto al terzo
posto in Italia per sangue raccolto, al secondo posto per l’invio fuori regione, al primo posto tra le 11 regioni riunite nell’AIP
(Accordo Interregionale Plasma) per il conferimento del plasma all’industria farmaceutica. La realtà trasfusionale è
comunque a “macchia di leopardo”: la provincia di Padova, con il suo grande polo ospedaliero e universitario è in
carenza di sangue, quelle di Verona e Venezia sono autosufficienti ma senza più margini operativi, le altre provincie sono
autosufficienti e in grado di sostenere le ulteriori esigenze regionali ed extraregionali. Come si colloca la raccolta di
sangue nell’Azienda ULSS10? Il nostro territorio è sempre stato un importante risorsa per il suo apporto di globuli rossi e
plasma, che è fondamentale per garantire l’autosufficienza provinciale, specie presso l’Ospedale all’Angelo di Mestre,
dove negli ultimi anni si sono concentrate molte importanti attività medico – chirurgiche e che per questo ha visto il più
grosso aumento dei consumi in regione (oltre 5%). Anche nella nostra Azienda Sanitaria si registra una calo della raccolta,
stimabile in meno del 4%, che colpisce sia il Centro di raccolta di S.Donà che quello di Portogruaro mentre Jesolo
mantiene i dati degli scorsi anni. Le cause di questa leggera flessione, peraltro come abbiamo visto generalizzata, sono
da riportare alla congiuntura socio-economica che ha reso più difficoltosa la donazione nei giorni lavorativi per impiegati
e operai, una certa disaffezione verso il servizio trasfusionale per una presunta minor attenzione verso i donatori, uno
scarso ricambio generazionale tra i donatori e, non ultima, una disomogenea attività di chiamata e di informazione dei
soci da parte delle associazioni. Il segnale è stato comunque compreso da tutte le componenti del sistema e ci si sta
muovendo in maniera coordinata per riprendere a crescere. L’ULSS ha aperto la nuova sede del centro di raccolta di
IL DIRETTORE DEL SERVIZIO TRASFUSIONALE: “CON UNA DONAZIONE
UN BENE IMMENSO PER I PIU’ DEBOLI E BISOGNOSI”
L'attività di raccolta del sangue nel territorio di questa
Azienda Sanitaria ha segnato quest'anno, dopo anni di
costante aumento, una flessione del 3,5% rispetto al
2010 per quanto riguarda soprattutto la raccolta di
unità di sangue intero. Tale situazione é stata analizzata
nel Comitato locale di partecipazione, con la presenza
dei rappresentanti delle Associazioni di volontariato del
dono del sangue, allo scopo di capire i motivi di tale
flessione e di porre, per quanto possibile, rimedio al
trend negativo di raccolta che, in prospettiva futura,
potrebbe mettere in difficoltà la funzione di approvvigionamento
e di supporto all'attività clinica. Dall’analisi
complessiva del fenomeno va però precisato che
parallelamente sono diminuiti anche i consumi di emocomponenti
nelle tre strutture ospedaliere dell’ULSS10,
di circa l’1%, e questo grazie al grosso lavoro fatto dal
Comitato Ospedaliero per il Buon Uso del Sangue in
ordine al controllo dell'appropriatezza, al fine di garantire
che questa preziosa risorsa, frutto del dono di tanti
volontari, non sia in alcun modo sprecata ma venga
utilizzata al meglio per le esigenze dei nostri malati. Il
Servizio Trasfusionale dell’ULSS10 ha inoltre contribuito in
maniera concreta all'autosufficienza dell'intero Diparti-
12
mento Trasfusionale della provincia di Venezia supportando
l'approvvigionamento di emazie concentrate
dell'Ospedale di Mestre. Sul fronte strutturale, dallo
scorso luglio il Servizio Trasfusionale ha una nuova sede
all’ospedale di San Donà, decisamente più adeguata
e moderna in termini di comfort e di soluzioni tecnologiche,
la quale permette un migliore servizio non solo ai
donatori di sangue ma anche ai numerosi pazienti che
quotidianamente si rivolgono al Trasfusionale per un
supporto terapeutico. Presto sarà pronta anche la
nuova sede di raccolta all'Ospedale di Jesolo, anche
quest'ultima a lungo attesa. Al fine di comprendere
quali motivi abbiano determinato la contrazione delle
donazioni di sangue, su iniziativa della nostra Azienda
(estesa poi a tutte le strutture del Dipartimento Trasfusionale
di Venezia) è stata condotta un'indagine che ha
coinvolto quasi 500 donatori mediante un questionario
distribuito con la collaborazione dei volontari dell'AVIS
presenti ogni giorno nelle nostre sedi di raccolta. I
risultati sono stati presentati nella riunione del Consiglio
Provinciale dell'AVIS tenutasi lo scorso 3 dicembre a
Pramaggiore. Da essi sono emersi tre punti principali: i
donatori percepiscono nel Servizio Trasfusionale

San Donà e si sta lavorando per
completare quella di Jesolo, sta
cercando di stabilizzare il personale
sanitario che opera nel servizio e
di garantire le attività di raccolta
nei giorni festivi, e ha intrapreso
un’importante azione per migliorare
l’appropriatezza dell’utilizzo da
parte dei medici. Le Avis locali si
stanno impegnando in nuove e
più efficaci attività di proselitismo
e chiamata alla donazione. Non
ci stancheremo mai di ripetere
che la donazione di sangue è
indispensabile per la cura e
l’assistenza dei nostri ammalati
perché non si può ancora sostituire con farmaci o sostituti
industriali. La qualità e la sicurezza della donazione di sangue
dipende dalla presenza di donatori volontari, periodici, informati,
responsabili e associati. All’Avis spetta il compito di promuovere
la donazioni di sangue e il volontariato, organizzando poi i donatori.
Il radicamento dei donatori nella nostra società e potremmo
dire nelle nostre famiglie, la tradizione culturale dei nostri cittadini
hanno sempre favorito l’adesione all’invito a donare. Un recente
e simpatico manifesto avisino comunica che la cosa più dolorosa
della donazione è togliere il cerotto! Al di là degli slogan, la
consapevolezza che con la donazione del proprio sangue si è
fatto qualcosa di concreto per gli altri è la più grande soddisfazione
per il donatore, che gli permette poi di guardare con più
fiducia e speranza a questi nostri giorni così
inquieti.
Alberto Argentoni
Presidente Avis Veneto
dell'ULSS10 un’accoglienza e
un’offerta sanitaria ottime;
ritengono importante la
presenza di un rappresentante
delle associazioni durante
l'attività di raccolta per orientare
il donatore durante la sua
permanenza all'interno dell'ospedale;
le motivazioni che stanno alla base di una minor
frequenza ed assiduità alla donazione di sangue sono per
la maggior parte legate a problemi di lavoro o a difficoltà
personali, fattore che nella situazione economica contingente,
non solo nazionale, incide evidentemente anche
nella vita e nelle scelte dei donatori di sangue. Pur comprendendo
comunque questo tipo di difficoltà ci rivolgiamo
a tutti i donatori di sangue, e soprattutto ai più giovani,
affinché non dimentichino il loro prezioso ruolo nell'assicurare
il sostegno alla salute dei nostri pazienti, consapevoli
che da piccoli sacrifici può derivare un bene immenso
nei confronti dei più deboli e bisognosi.
Francesco Fiorin
Direttore del Servizio Trasfusionale - Azienda ULSS 10
ATTUALITÁ
“IN ORTOPEDIA
LA RICHIESTA DI SANGUE
E’ COSTANTE E NOTEVOLE”
Sono circa 1750 l’anno gli interventi chirurgici eseguiti
dall’Unità di Ortopedia di Portogruaro, di cui circa 400
di traumatologia e circa 350 di chirurgia protesica. Ne
consegue che ogni anno almeno 700 pazienti sottoposti
a cure in questo reparto ospedaliero necessitano
di un apporto di sangue. “La richiesta di sangue è
costante e notevole in questa unità ospedaliera-
spiega il dottor Luigino Turchetto, primario di Ortopedia-.
Se da un lato negli ultimi anni sono diminuiti i
pazienti politraumatizzati, cioè persone con fratture
derivate in particolare da incidenti stradali, e questo è
un fattore sicuramente positivo, di contro si riscontra il
non trascurabile aumento delle fratture nei pazienti
cosiddetti fragili. Si tratta dunque di persone anziane,
spesso osteoporotiche, vittime di
fratture dovute a cadute, quasi
sempre in ambiente domestico,
che sono sovente motivo di una
perdita di sangue”. “Ebbene -continua
il dottor Turchetto- proprio
nelle persone anziane c’è la
necessità di stabilizzare i valori di
emoglobina mediante trasfusioni
di sangue da donatore per evitare
LUIGINO TURCHETTO
complicanze che possono portare al decesso”. Oltre
ai politraumatizzati ed i pazienti “fragili”, necessitano di
un’importante apporto di sangue anche le persone in
età avanzata sottoposte ad intervento di chirurgia
protesica. Negli anziani non è infatti possibile attivare
la procedura di auto-donazione che prevede il prelievo
di una o due sacche di sangue nelle due settimane
antecedenti l’intervento; il sangue raccolto viene
conservato e poi somministrato allo stesso paziente
nella fase post operatoria. “E’ evidente che una
contrazione delle donazioni di sangue, che porta alla
conseguente diminuzione di disponibilità, può mettere
in crisi l’intero sistema-conclude il dottor Luigino
Turchetto- e mi riferisco sia agli interventi d’urgenza
che programmati, con le conseguenze che tutti
possiamo immaginare”.
COME DIVENTARE DONATORE
E’ sufficiente recarsi presso il Servizio Trasfusionale dell'ospedale,
oppure in una sede Avis della propria città. Chi
decide di diventare donatore stabilisce un patto di
fiducia con il “ricevente”, in cui il sistema trasfusionale
funge da intermediario.
Prima di procedere al prelievo il donatore si sottopone
ad un colloquio e ad una visita. Il colloquio aiuterà a
stabilire l'idoneità e a individuare quale tipo di donazione
sia più indicata, la visita ad accertare la sana costituzione
fisica del donatore. A questo punto viene effettuato
un prelievo del sangue necessario per eseguire gli
esami di laboratorio volti ad accertare l'idoneità al
dono. L'intervallo minimo tra una donazione e l'altra è di
90 giorni. Le donne non possono donare sangue durante
le mestruazioni o la gravidanza, e per un anno dopo
il parto. La frequenza annua delle donazioni non deve
essere superiore a 4 volte l'anno per gli uomini e 2 volte
l'anno per le donne.
13

ATTUALITÁ
C’è da sempre un gran
parlare sulla pillola abortiva
denominata RU486. I
media la propongono
come alternativa ad una
interruzione di gravidanza
con metodo chirurgico.
Spesso però non si conoscono
i dettagli di questa
procedura, ed è per
questo motivo che
ritengo opportune alcune
precisazioni.
La somministrazione del
farmaco deve avvenire in
ospedale perché “i rischi
connessi con l’interruzione
farmacologica della
gravidanza si possono
considerare equivalenti a
quella chirurgica solo se
l’intervento avviene in
ambiente ospedaliero”
per “la non prevedibilità
dell’evento” e per il “rispetto
della legislazione
vigente”: così ha disposto
il Consiglio Superiore di
Sanità (CSS) il 18.03.2004.
In un secondo parere il
CSS ha sentenziato inoltre
che “la donna deve essere trattenuta in ospedale fino
ad aborto avvenuto”, è pertanto falso e infondato
pensare di assumere il farmaco e poi andarsene a
casa.
La procedura prevede:
- la certificazione di richiesta di interruzione di gravidanza
datato almeno 7 giorni prima dell’inizio della somministrazione
del farmaco;
- l’assunzione del farmaco entro la 7° settimana di
gravidanza in utero e accertata (cioè entro 49 giorni
dalla data dell’ultima mestruazione o 35 giorni ecografici),
in questo modo viene esclusa la gravidanza
extrauterina;
- il consenso informato debitamente completato e
sottoscritto. In particolare esso prevede la dichiarata
disponibilità della donna al ricovero ospedaliero fino al
termine della procedura ed un successivo controllo
ecografico a distanza, la durata del ricovero di 3 o più
giorni fino ad espulsione del materiale abortivo (il 5%
dopo la somministrazione del primo farmaco, l’80% dei
casi 24 ore dopo la somministrazione del secondo
farmaco, il 10% nei giorni successivi), l’informazione
delle possibili alternative chirurgiche, i rischi di fallimento
(5%) e la necessità di un successivo raschiamento
chirurgico, le possibili complicanze (emorragia 2/1000,
infezioni), quantità e qualità di effetti collaterali variabili
da soggetto a soggetto e non prevedibili
(sanguinamento, nausea, diarrea, cefalea, dolori
addominali, aumento della temperatura);
- la disponibilità al ricovero ordinario fino a completamento
della procedura;
14
CHIARIMENTI
SULLA PILLOLA ABORTIVA O RU 486
- la disponibilità ad
effettuare il controllo a
14-21 giorni dalla dimissione;
- la possibilità di perdite
vaginali fino a 10 giorni
dopo l’intervento;
- l’eventuale ripensamento
dopo somministrazione
del farmaco
può portare a gravi
danni del neonato.
La procedura consiste
nella somministrazione
di una compressa RU
486 (mifepristone),
seguita a distanza di 48
ore da una prostaglandina
(misoprostolo); la
prima blocca l’azione
dell’ormone progestinico
della gravidanza, la
seconda produce le
contrazioni che servono
per espellere il prodotto
di concepimento. Qualora
l’evento non avvenga
si può somministrare
una seconda compressa
a distanza di 24-48
ore.
Chi può essere sottoposto a tale procedura
Chi presenta problemi psicologici a sottoporsi ad
intervento chirurgico, chi presenta allergia a farmaci
anestetici, chi presenta difficoltà anatomiche
all’accesso alla cavità uterina.
Quali sono le controindicazioni
Sospetta gravidanza extrauterina o masse annessiali
(ad esempio fibromi uterini), non precedentemente
segnalati, possono ostacolare le contrazioni;
• IUD (spirale)- in sede;
• grave anemia (Hb< 7.0 g/dl);
• allergia a uno dei farmaci;
• porfiria ereditaria;
• coagulopatie o trattamento con anticoagulanti in
corso;
• trattamento in corso con cortisonici o insufficienza
surrenalica;
• malattie sistemiche gravi (epatica, renale o respiratoria
severe, ipertensione non controllata), malattie cardiovascolari
come l’angina, valvulopatie, aritmie, scompensi
cardiaci, convulsioni non controllate, iperpiressia
da cause non accertate, diabete complicato, immunodeficienza
compreso l’AIDS, disturbi intestinali in atto
(rettocolite ulcerosa, malattia di Crohn), allattamento al
seno, crisi epilettiche, malattie cerebrovascolari.
Vanno escluse anche le donne con bassa soglia di
tolleranza al dolore, con condizioni socio abitative
precarie, con impossibilità a raggiungere un Pronto
Soccorso in breve tempo, le minorenni per difficoltà ad

aderire al protocollo e per le complicanze psicologiche che ne
potrebbero derivare dalla pratica, le donne che non comprendono
bene la nostra lingua.
Come si vede la pillola RU 486 presenta molte limitazioni e, comunque,
non è una procedura priva di rischi. Se da un lato si evita il rischio
chirurgico e l’anestesia totale, si pongono tuttavia in essere giorni di
degenza, possibili complicanze anche severe e un forte disagio
psicologico per le pazienti. Non so quanto sia l’effettivo vantaggio,
tuttavia è compito delle Istituzioni e del Consultori informare adeguatamente
la gestante di quanto è stato detto in questo testo.
Dott. Ermes Miotto
Dirigente medico di Ostetricia e Ginecologia
Ospedale di Portogruaro
ATTUALITÁ
SAN DONA’ E PORTOGRUARO: OSPEDALI CON IL BOLLINO ROSA
Gli ospedali di San Donà di Piave e Portogruaro sono “a misura di donna”, tanto da potersi
fregiare di un marchio di qualità: il bollino rosa. Ad assegnarlo l’Osservatorio Nazionale sulla
salute della Donna (O.N.Da) che lo scorso 15 dicembre, a Roma, ha reso nota la lista degli
ospedali che hanno ottenuto da 1 a 3 bollini rosa, sulla base delle cure fornite per patologie
specificatamente al femminile, ponendo la
donna al centro del percorso diagnostico
terapeutico.
“Il nostro programma-spiega Francesca Merzagora,
presidente dell’Osservatorio Nazionale della
salute e della Donna- da un lato ha lo scopo di
promuovere la medicina di genere all’interno delle strutture ospedaliere,
che rappresenta un fattore cruciale per migliorare la qualità e
l’accessibilità dei servizi; dall’altro consente la creazione di una rete di
ospedali a misura di donna, a cui le utenti possono rivolgersi scegliendo
le strutture più attinenti alle proprie necessità”.
I criteri considerati per l’assegnazione dei bollini si sono basati su tre
indicatori: la presenza di unità operative che curano patologie femminili
specifiche; l’appropriatezza del percorso diagnostico terapeutico
con particolare attenzione alle caratteristiche psico-fisiche e alle specifiche
esigenze dell’utenza femminile; il posizionamento della paziente
al centro delle cure attraverso l’umanizzazione delle cure.
Un algoritmo matematico ha assegnato i bollini sulla base del punteggio
ottenuto dalle singole strutture. Una commissione valutatrice multidisciplinare,
l’Advisory Board, ha infine validato i punteggi e assegnato il
numero di bollini definitivi, considerando eventuali aspetti distintivi nella
cura della Donna presentati nella candidatura (progetti di ricerca,
pubblicazioni scientifiche, servizi clinici o accessori peculiari o di eccellenza).
Ebbene, sia l’Ospedale Civile di San Donà che l’Ospedale San
Tommaso dei Battuti di Portogruaro hanno ottenuto una valutazione
compresa tra 51 e 65 punti che equivale all’assegnazione di un bollino
rosa. Da gennaio le utenti possono esprimere il proprio gradimento sui
servizi offerti dai presidi ospedalieri direttamente sul sito
www.bollinorosa.it. In seguito all’accordo siglato tra O.N.Da e Federfarma,
gli “ospedali rosa” saranno promossi nelle 17.000 farmacie aderenti.
15

ATTUALITÁ
16
OBBLIGO DI SOCCORSO
PER PER CHI CHI INVESTE INVESTE UN UN ANIMALE
ANIMALE
IN IN CRESCITA CRESCITA GLI GLI INTERVENTI INTERVENTI DEI DEI SERVIZI SERVIZI VETERINARI
VETERINARI
Tra le normative in materia di soccorso agli animali
vittime di incidenti stradali, la Legge 120 del 29
luglio 2010 ha apportato modifiche agli articoli 177
e 189 del Codice della Strada, introducendo
importanti disposizioni.
All'articolo 189 del decreto legislativo 285 del
1992, infatti, è stato aggiunto un comma (9-bis)
che prevede precisi obblighi per gli automobilisti:
“L'utente della strada, in caso di incidente comunque
ricollegabile al suo comportamento, da cui
derivi danno a uno o più animali d'affezione, da
reddito o protetti, ha l'obbligo di fermarsi e di porre
in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo
intervento di soccorso agli animali che abbiano
subito il danno. Chiunque non ottempera agli
obblighi di cui al periodo precedente è punito con
la sanzione amministrativa del pagamento di una
somma da euro 389 a euro 1.559. Le persone
coinvolte in un incidente con danno a uno o più
animali d'affezione, da reddito o protetti, devono
porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un
tempestivo intervento di soccorso. Chiunque non
ottempera all'obbligo di cui al periodo precedente
e' soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento
di una somma da euro 78 a euro 311”.
I Servizi Veterinari dell’ULSS10 spesso vengono chiamati
ad intervenire in presenza di animali feriti o in
difficoltà. L’attività svolta da questa Unità afferente
al Dipartimento di Prevenzione, negli ultimi tre anni
ha prodotto gli interventi indicati nel seguente
report:
2009 2010 2011 al 13 novembre
cani 21 16 33
gatti 1 27 41
selvatici 0 3 1
totali 22 46 75 Tot. 143
interventi
Dalla valutazione dei dati riportati è visibile come i
Servizi Veterinari abbiano dato “risposte” in merito
alle urgenze riguardanti gli animali feriti e/o in
difficoltà anche prima dell’emanazione della
norma; è altresì evidente come, nonostante le
difficoltà rappresentate dalla carenza di attrezzature
e dalla molteplicità delle altre attività svolte negli
ambiti della sanità animale e della sicurezza
alimentare, siano aumentati il numero di questi
interventi; in diversi casi ciò si è concretizzato con
la preziosa collaborazione di Veterinari liberi professionisti
e delle Associazioni Zoofile del territorio.
E’ importante ancora ricordare che per i cani vige
l’obbligo di iscrizione alla banca dati dell’anagrafe
canina e della loro corretta custodia con conseguenti
responsabilità civili e penali del proprietario
e/o detentore; infine che il nostro territorio è ancora
attualmente inserito fra le zone a rischio contagio
rabbia e che rimane vigente l’obbligatorietà di
vaccinazione antirabbica dei propri cani.
dott.ssa Paola Serafin
Direttore dell’UOC Sanità Animale
ed Igiene degli
Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche
dott. Denis Marchesan
Coordinatore dei Servizi Veterinari

AUMENTANO I DIABETICI NEL VENETO ORIENTALE
LA PERCENTUALE LOCALE SUPERA
LA MEDIA REGIONALE
IL VENETO HA UNA NUOVA LEGGE
PER LA PERVENZIONE E LA CURA DEL DIABETE
La Regione del Veneto ha varato la legge che istituisce un sistema regionale
di prevenzione, diagnosi e cura del diabete mellito. La legge, nata dall'unificazione
di due progetti presentati in consiglio regionale da Italia dei
Valori e dalla Lega Nord “andrà a creare una rete di servizi territoriali e di
centri di riferimento provinciali e regionali per la diagnosi precoce, la cura,
l'assistenza, l'integrazione scolastica e lavorativa dei soggetti diabetici” ha
spiegato il consigliere regionale Sandro Sandri.
In particolare la legge stabilisce che all'Ulss 20 di Verona sarà istituito il
centro di riferimento regionale per il diabete in età pediatrica, mentre per i
diabetici adulti o affetti da malattie del ricambio, è prevista un’unità operativa
complessa in ogni provincia. In parallelo, il sistema regionale provvederà
alla formazione e all'aggiornamento professionale dei medici e degli
operatori impegnati nelle attività di prevenzione e di cura della malattia
diabetica, inoltre alla valorizzazione delle associazioni dei pazienti diabetici
e dei loro familiari. Per la creazione della rete regionale di servizi e di
assistenza, e per il suo funzionamento, il testo di legge prevede il finanziamento
annuo di 11,5 milioni di euro per ciascuno degli esercizi finanziari
2012 e 2013. Tutti i dettagli sono contenuti nel testo di legge regionale
dell’11 novembre 2011, n.24, dal titolo: “Norme per la prevenzione, la
diagnosi e la cura del diabete mellito dell’età adulta e pediatrica”.
ATTUALITÁ
Nel Veneto orientale cresce in modo esponenziale il numero di
diabetici e supera addirittura la media del nord Italia e quella
regionale. A confermarlo è una ricerca effettuata
dall’Associazione Diabetici Basso Piave-San Donà di Piave, la
quale, elaborando dati forniti dall’ULSS 10 e dall’Istat, evidenzia
come, tra i 217.089 residenti di quest’area del Veneto, ben il
4,76%, ossia 10.329 persone, sia affetto da diabete mellito. Nella
nostra regione lo è il 4,17%. Spulciando tra i numeri balzano
all’occhio i due estremi di tale fenomeno. Si nota dunque che a
Fossalta di Piave la diffusione del diabete (6,18% pari a 261 persone)
è la più elevata tra i venti comuni rientranti nella giurisdizione
dell’ULSS10, seguito Fossalta di Portogruaro (5,81%). La bandierina
di comune “virtuoso”, ossia con la minor presenza di diabetici,
spetta invece a Pramaggiore dove la percentuale (3,18% pari a
150 persone) risulta quasi dimezzata rispetto al dato negativo di
Fossalta di Portogruaro, a fronte di un numero oltretutto maggiore
di residenti, e a seguire tra i “virtuosi” c’è poi Annone Veneto (3,8
%). L’Associazione Diabetici Basso Piave lancia un monito: “Questi
dati mettono in luce un fenomeno sociale preoccupante e inconfutabile-
chiosa il presidente Giovanni Franchin-. Il diabete è in
costante aumento in tutto il Veneto orientale: dobbiamo unirci
tutti, e mi riferisco al mondo del volontariato, all’azienda sanitaria,
ed è altresì molto importante coinvolgere in prima persona i Sindaci
dei Comuni del mandamento, per attuare tutte le possibili
forme di prevenzione al fine di invertire questo trend”.
Fonte: ISTAT 2010 - elaborazione ISS
COS’E’ IL DIABETE ?
Il diabete è una malattia cronica determinata
dall’insufficiente produzione di insulina da parte
delle cellule beta del pancreas. L’insulina è
l’ormone indispensabile per l’utilizzazione del
glucosio. A causa di questa situazione si verifica
un aumento della concentrazione di glucosio nel
sangue (iperglicemia) che viene eliminato
parzialmente con le urine (glicosuria).
Esistono due forme di diabete: il tipo 1, caratterizzato
dalla totale o quasi totale carenza di
insulina, e che richiede una terapia insulinica
sostituiva; il tipo 2, laddove l’insulina è prodotta in
modo incostante, in questo caso il ricorso
all’insulina è necessario solo quando non sono
più sufficienti provvedimenti dietetici o gli ipoglicemizzanti
orali.
Fonte: Associazione Italiana Diabetici
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AZIENDALE
Tanti volti, tante esperienze, tante professionalità, ma
soprattutto decenni di lavoro nella stessa azienda per
55 dipendenti in quiescenza nel 2011. E sono proprio
loro i protagonisti della cerimonia che si è svolta lo
scorso 22 dicembre al Teatro Comunale Russolo di
Portogruaro.
Dal 2010 infatti, su iniziativa del direttore generale Paolo
Stocco, l’ULSS10 organizza un evento unico aziendale
per scambiare gli auguri natalizi e per conferire, ai
dipendenti in pensione, una medaglia d’oro in ossequio
ai tanti anni di lavoro svolti in Azienda.
Il prezioso omaggio è stato consegnato dal direttore
generale Paolo Stocco, unitamente alla direzione
strategica, ai direttori di distretto e della Funzione Ospedaliera,
al direttore del Dipartimento di Prevenzione.
Questi i premiati: Maria Gianna Daneluzzi, Denis Scotti,
Bruno Burel, Mirco Toffoletto, Anna Bagolin, Angelo
Falcomer, Roberto Montagner, Maria Teresa Fuser,
Sandra Bellotto, Paolo Zorzan, Renato Smaniotto, Paola
Marcon, Ornella Flaborea, Gian Paolo Montino, Novella
Bonaldo, Valter Bortolussi, Maurizia Zanco, Dolores
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FOTO VINICIO SCORTEGAGNA
CERIMONIA E MEDAGLIA D’ORO PER 55 DIPENDENTI IN QUIESCENZA
Trevisiol, Angelo Muratore, Bruno Gentile, Luigi Casagrande,
Francesco Tionicello, Maria Rosa Baccelliere,
Carlo Santarossa, Guido Tommasella, Maria Pinos,
Andrea Dal Mas, Silvana Barbini, Giuseppina Morandini,
Franca Guerra, Maria Teresa Argentin, Pierina Furlanetto,
Mario Casarin, Adriano Momentè, Sergio Zigno,
Giancarlo Bogoni, Pierluigi Fabris, Claudio Storto,
Angela Trevisan, Antonio Stangherlin, Lorenza Lazzarato,
Maria Cristina Cella, Luciana Giacchetto, Paolo
Santin, Giancarla Marzaro, Vincenzo Azzini, Franco
Lena, Don Piatro Rossit, Elide Giacomini, Giuseppina
Nadia Furlan, Gianfranco Cereser, Umberto Mozzato,
Renzo Zucconelli, Michele Linciano, Giuliano Roma.
Hanno collaborato all’evento anche i circoli ricreativi
aziendali, di Portogruaro, San Donà e Jesolo. Doveroso
un ringraziamento allo sponsor, Veneto Banca, la quale
ha contribuito all’organizzazione della cerimonia che
nel 2012 si svolgerà a Jesolo. Chi fosse interessato alle
fotografie delle premiazioni può rivolgersi al negozio
“Fotoreporter”, in Viale Trieste 60 a Portogruaro.

L’ACQUISTO DEI
FARMACI IN INTERNET
E LA CONTRAFFAZIONE
La consultazione del web è ormai molto diffusa. Si
possono trovare informazioni e notizie di ogni genere,
inoltre è possibile acquistare prodotti e farmaci, senza
alcun controllo e spesso contraffatti.
La reale entità del fenomeno non è conosciuta, ma
secondo stime dell’FDA il 10% dei medicinali venduti
ogni anno nel mondo è contraffatto. Tuttavia, l’OMS
raccomanda di non fare riferimento a questo singolo
valore medio per definire l’entità globale del fenomeno,
perché si rischia di falsare la situazione reale e di
fuorviare il pubblico, ma di riferirsi ad un intervallo. E’
pertanto ragionevole stimare che la prevalenza di
medicinali contraffatti nel mondo vari da meno dell’1%
nei Paesi industrializzati a più del 10% nei Paesi in via di
sviluppo. In molte aree dell’Africa sub-sahariana, del
Sud-est asiatico e dell’America Latina più del 30% dei
medicinali è contraffatto.
Perché sconsigliano l’acquisto dei farmaci on-line:
1. non c’è alcun contatto diretto con un medico o un
farmacista che assicuri la correttezza della scelta,
rispondendo alle domande sui possibili effetti collaterali
o sulle interazioni con altri farmaci assunti;
2. non è sempre garantito il diritto alla privacy sui dati
personali inseriti al momento dell’acquisto on-line;
3. la possibilità di ottenere il rimborso, è lunga, difficoltosa
e non certa;
4. non esiste alcuna garanzia che i farmaci che ricevi
soddisfino i criteri previsti di qualità, sicurezza ed efficacia,
malgrado quanto viene pubblicizzato sul sito.
Inoltre, non esiste alcuna garanzia che il farmaco sia
deteriorato a causa di una conservazione scorretta o di
ritardi nella consegna;
5. il sito Internet dal quale proviene il farmaco spesso è
situato in un Paese diverso da quello del fruitore,
pertanto il foglietto illustrativo e le notizie riportate sulla
confezione sono scritti in una lingua straniera;
6. un medicinale proveniente da un altro Paese
potrebbe avere un nome simile a quello di un medicinale
in commercio, ma un principio attivo del tutto
diverso;
7. la pubblicità del farmaco può non essere stata sottoposta
ad alcun controllo e può quindi propagandare
effetti miracolistici ben lontani dalla realtà;
8. il farmaco può essere contraffatto, presentando
confezioni autentiche, ma prodotti privi di principio
attivo;
9. se, a causa dell’assunzione del farmaco, sorgesse
qualche problema sarebbe molto difficile rivendicare i
propri diritti contro rivenditori di altri Paesi.
Perché è consigliabile l’acquisto in Farmacia.
E’ diffusamente riconosciuto da parte della quasi totalità
dei cittadini che si servono della farmacia di queste
importanti prerogative:
SICUREZZA, ASSORTIMENTO, CAPILLARITÀ,
COMPETENZA E CONSIGLIO
Il cittadino trova nella farmacia una fonte sicura in
quanto la filiera di distribuzione è gestita da operatori
qualificati e controllati dalle autorità sanitarie. Quotidianamente
per via telematica la farmacia riceve gli
aggiornamenti e i provvedimenti emanati dal Ministero
della Salute che riguardano nuovi farmaci, ritiri di
prodotti o di lotti per i quali si sono rilevate irregolarità. Il
farmacista provvede prontamente al ritiro dal reparto
vendita dei prodotti ritenuti non vendibili da parte del
Ministero della Salute, in questo modo il cittadino è
pienamente tutelato in tempo reale, il farmacista
assume così la funzione di controllore per conto della
Sanità.
E’ altrettanto riconosciuto l’elevato assortimento di
prodotti in farmacia, qualora il prodotto richiesto non
sia disponibile nel giro di poche ore il farmacista riesce
a procurare il prodotto mancante, anche se la farmacia
è collocata in località lontane e disagiate.
Il legislatore, attraverso lo strumento della pianta organica,
ha permesso la formazione di una rete di farmacie
proporzionata alla popolazione, capillarmente
distribuita, che garantisce la continuità assistenziale su
tutto il territorio nazionale, anche laddove altri servizi
sono scomparsi.
Ogni giorno in Italia entrano in farmacia 3 milioni di
persone, trovano un professionista disponibile a dare
un consiglio qualificato, completamente gratuito per i
vari problemi che il cittadino da solo non sa risolvere.
A fronte di possibili cambiamenti Il farmacista come
nel passato si adeguerà alla evoluzione dei tempi ,ai
nuovi bisogni del cittadino, alimentato dal sentimento
profondo di un professionista che ha scelto la cura
della salute del cittadino a base della propria professione.
Questo sarà sostenibile se le istituzioni daranno i
mezzi necessari per mantenere la qualità del servizio a
supporto del servizio sanitario nazionale nel territorio.
Dott. Fiorenzo Zago
Presidente Ordine Farmacisti di Venezia
FARMACIE
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VOLONTARIATO
13 TELEVISORI
ALL’OSPEDALE DI JESOLO
L’OPERA BENEFICA DELL’ASSOCIAZIONE VOLONTARI OSPEDALIERI
I pazienti ricoverati nella Lungodegenza di Jesolo possono
ora usufruire di moderni televisori LCD. Il tutto per
merito dell’Associazione Volontari Ospedalieri di Jesolo
(A.V.O.) che ha fornito ben 13 TV installate in tutte le
stanze della Lungodegenza. All’opera benefica hanno
contributo economicamente anche il Comune di
Jesolo, Associazione Albergatori, panificatori del litorale,
qualche istituto bancario ed alcuni privati cittadini.
Ultimata l’installazione curata dal gruppo Minetto, lo
scorso ottobre si è svolta piccola cerimonia di ringraziamento
in ospedale, a cui hanno partecipato il direttore
generale dell’ULSS10 Paolo Stocco, il direttore della
Lungodegenza Innocente Piazza, la presidente
dell’A.V.O. Franca Santin, il sindaco di Jesolo Francesco
Calzavara, personale medico e ospedaliero. “Queste Tv
migliorano la qualità di degenza dei pazienti-ha esordito
il direttore generale Paolo Stocco-. L’Azienda ringrazia
tutti coloro che hanno contribuito a questa opera di
solidarietà, ma in particolare i volontari dell’AVO che
hanno avuto l’idea e che con il loro impegno quotidiano
trasmettono sollievo ai pazienti”. “Considerato che i
pazienti restano allettati per lunghi periodi- ha aggiunto
la presidente dell’AVO, Franca Santin- abbiamo pensato
che un televisore potesse aiutarli ad avere compagnia.
Sentire suoni e voci, vedere le immagini da questi televisori,
può essere anche una forma di terapia per queste
persone che spesso sono sole”. Non è mancato
l’intervento del sindaco Francesco Calzavara:
“L’ospedale di Jesolo continuerà ad esserci nella nostra
località perché è estremamente importante, ma non
può sottrarsi dal quadro generale di riorganizzazione
sanitaria prevista nel Veneto orientale. Con il valore
LA FENICE ONLUS E LA MUSICOTERAPIA
PER COMBATTERE I DISTURBI ALIMENTARI
Tra le terapie erogate nella comunità residenziale “La Casa delle
Farfalle”, struttura del centro disturbi alimentari di Portogruaro, dal
2008 viene praticata la musicoterapia su iniziativa
dall’associazione “La Fenice Onlus” di concerto con il Centro
Servizi di Volontariato (CSV). Tale disciplina è una modalità di
approccio alla persona che utilizza la musica ed il suono come
strumento di comunicazione non-verbale, per intervenire a
livello educativo, riabilitativo o terapeutico, in una varietà di
condizioni patologiche. Ogni anno sono circa 35 i pazienti,
ricoverati in struttura, che svolgono questa terapia eseguita dallo
psicologo e musicoterapista Paolo Giacopello. “Si tratta di
un’attività integrata al trattamento multidisciplinare svolto in
comunità- spiega il dottor Giacopello- finalizzata a migliorare
l’espressione emotiva e le abilità relazionali dei ragazzi in cura, in
un contesto protetto, attraverso l’uso di strumenti musicali in
libere improvvisazioni, in contesto
espressivo non verbale”.
Per i ragazzi in cura nella comunità
residenziale, lasciarsi andare o liberare
le proprie emozioni in gruppo, è una
realtà complicata e difficoltosa. Per
questo motivo il trattamento di musico-
20
IL DIRETTORE GENERALE E LA PRESIDENTE DELL’AVO
aggiunto di queste televisioni, questo reparto si conferma
un’eccellenza per la nostra comunità”.
La Lungodegenza di Jesolo è attiva da 11 anni e accoglie
pazienti che hanno superato la fase acuta della
malattia ma che hanno ancora bisogno di permanere in
una struttura protetta per il proseguimento di terapie e di
riabilitazione. Nel 2010 questa unità ospedaliera è stata
oggetto di ristrutturazione e di ampliamento: i posti letto
sono stati incrementati da 17 a 26, è stata inoltre creata
un’ampia palestra provvista di un sistema di sollevatori
elettrici riservati ai pazienti con difficoltà motorie.
Guarda il filmato su “10 in Salute Television”,
la web TV dell’ULSS 10, accessibile attraverso
il sito www.ulss10.veneto.it
terapia prevede inizialmente un’esperienza di gruppo solo
osservativa. Con il trascorrere del tempo la partecipazione dei
singoli diventa sempre più attiva; i ragazzi in cura cominciano a
suonare gli strumenti a disposizione con una finalità razionale
all’interno del gruppo, nel quale non si comunica con la voce
ma con strumenti musicali. “Chiediamo poi alle ragazze a cosa
è servito il trattamento – continua il dottor Giacopello- e non a
caso la maggioranza risponde che serve a provare nuove
emozioni, a lasciarsi andare: considerazioni non usuali per un
paziente anoressico. La musicoterapia, integrata alle attività
dell’equipe multidisciplinare che opera in questo centro, gruppi
psicoterapeutici, educativi e ludico-espressivi, è un elemento
che contribuisce a fornire ai pazienti nuove visioni relazionali e
nuove forme espressive”.

A PORTOGRUARO
UNO SPORTELLO
PER L’AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO
L’Amministratore di Sostegno è una persona, nominata
dal giudice tutelare, che aiuta chi non è in
grado di farlo a svolgere bene le funzioni della vita
quotidiana e ad amministrare i suoi beni.
Sono in condizione di avere l’amministratore di sostegno
tutti coloro che, maggiorenni non autosufficienti
sotto il profilo fisico o mentale, non sono in grado,
completamente o solo parzialmente, di svolgere le
normali funzioni della vita quotidiana.
Da Gennaio 2011, in formula sperimentale, è operativo
a Portogruaro un progetto teso a sostenere la
diffusione e il consolidamento dell’istituto
dell’Amministrazione di sostegno. Il Progetto nasce
dall’iniziativa e dalla collaborazione di alcuni enti ed
organizzazioni tra cui il Comune di Portogruaro, il
Comune di Fossalta di Portogruaro, la Camera degli
Avvocati di Portogruaro ed alcune associazioni di
volontariato, in primis l’A.I.T.Sa.M. del mandamento
portogruarese e la Coop Sociale A.P.E.
A partire dal mese di Novembre 2011 collaborano
all’iniziativa anche una buona parte dei Comuni del
mandamento portogruarese.
Lo sportello è stato pensato per amministratori di
sostegno già attivi, per persone che devono predisporre
pratiche relative all’amministratore di sostegno,
per chi vuole intraprendere un’esperienza di
volontariato e per chiunque voglia avere informazioni
sull’argomento. Lo sportello supporta quanti
devono espletare le pratiche relative alla nomina o
sostituzione di un amministratore di sostegno, aiuta a
redigere istanze di integrazione al decreto di
nomina, relazioni e rendicontazioni annuali, accoglie
richieste e adesioni di volontari disponibili alla
nomina promuovendo e sostenendo lo sviluppo di
una rete tra amministratori di sostegno.
Lo sportello inoltre coordina il servizio di consulenza
legale gratuita offerto dalla Camera degli Avvocati di
Portogruaro in materia di amministrazione di sostegno.
Nei primi 10 mesi di attività i dati rilevati evidenziano
un’affluenza in crescita che non si limita piu’ solo alla
realtà portogruarese, e neppure alle famiglie.
Si rilevano infatti 158 accessi da parte di cittadini, n.4
da parte dei servizi socio-sanitari e n. 1 da parte delle
associazioni. Anche se si registra una buona provenienza
dal Comune di Portogruaro (42%), lo sportello
ha fornito il proprio servizio ai cittadini di tutti i Comuni
del portogruarese.
Per quanto riguarda le motivazioni che principalmente
hanno portato all’accesso allo Sportello si
registra soprattutto la richiesta di supporto per la
stesura dei ricorsi (110), per informazioni di carattere
generale (28), per la stesura della relazione e del
rendiconto (11), per la richiesta di un amministratore
di sostegno volontario (10) e per istanze varie al
Giudice Tutelare (5).
L’attività promozionale dello sportello in collaborazione
con l’A.I.T.Sa.M. e la Camera degli Avvocati di
Portogruaro ha consentito inoltre di reperire n. 18
volontari.
Lo sportello per l’Amministratore di Sostegno è operativo
il mercoledì pomeriggio (dalle 14 alle 16) presso
il Settore Servizi Sociali del comune di Portogruaro, in
via Arma di Cavalleria, e il venerdì mattina (dalle 9
alle 11) presso il Tribunale di Venezia – Sezione di
Portogruaro – in via Seminario n. 27.
Riceve su appuntamento e può essere fruibile anche
attraverso l’indirizzo mail
sportelloads@comune.portogruaro.ve.it o al numero
di telefono 320-4306734 nei giorni di apertura.
Angelo Morsanuto
L’Assessore alle Politiche Sociali
del Comune di Portogruaro
DAI COMUNI
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DAI COMUNI
Il Comune di Annone Veneto, nell’ambito delle
attività dell’Assessorato alle Politiche Sociali, ha
ottenuto un finanziamento regionale di 7.000 euro
sulla base di un progetto predisposto dall’Assistente
Sociale Veronica Loia, in collaborazione con il
Comitato Biblioteca, con il quale è stato possibile
creare un centro di pubblico accesso ad internet
ed ai servizi web, usufruibile gratuitamente da tutti i
cittadini. “Abbiamo ritenuto di offrire alla popolazione
un servizio che potesse ridurre il divario digitale
dei cittadini e delle famiglie- spiega l’assessore ai
Servizi Sociali, Alessia Zanon-. Partendo dalla consapevolezza
che la maggior parte delle persone è
dotata di strumenti informatici ma non tutti ne
conoscono le potenzialità, con questo servizio è
possibile aumentare la conoscenza della tecnolo-
22
INTERNET PER TUTTI
AD ANNONE VENETO
gia, a favore soprattutto a chi si sta approcciando
da poco a questi strumenti. Abbiamo pensato
inoltre a chi non ha un proprio computer, strumento
oramai indispensabile nella vita quotidiana, e che
può quindi usufruire gratuitamente di quelli del
Centro. Ritengo che in momento storico di ristrettezza
delle risorse comunali, cogliere l’opportunità di
finanziamenti esterni possa essere l’unico modo per
allargare l’offerta di servizi ai cittadini ed è per
questo che la progettualità caratterizza il lavoro che
sto portando avanti con l’ufficio Servizi Sociali”. Il
Centro, posto nell’edificio dietro la Biblioteca comunale,
è dotato di tre postazioni informatiche a
disposizione di tutti i cittadini nei seguenti orari:
lunedì e martedì dalle 9.00 alle 11.00, mercoledì e
venerdì dalle 16.00 alle 18.00, giovedì dalle 18.00
alle 20.00, il sabato dalle 10.00 alle 12.00. In esso
sono attivi tutti i servizi di protezione e di sicurezza
per minori e, durante gli orari di apertura, vi è
sempre un referente per garantire supporto a chi vi
accede e per assicurare la giusta tranquillità ai
genitori i cui figli ne usufruiscono. E’ stata inoltre
fornita a tutte le famiglie una “chiave di accesso”
da attivare al primo utilizzo. Il Centro denominato
“P3@nnone”, è stato inaugurato lo scorso 10
settembre ed è gestito da un lavoratore socialmente
utile in collaborazione con cittadini volontari.
Veronika Loia
Assistente Sociale - Comune di Annone Veneto
La posta dei lettori
RINGRAZIAMENTI AL PERSONALE OSPEDALIERO DI JESOLO
Gentilissimo Direttore,
mi chiamo Renza Franzin e se fosse possibile, vorrei fosse pubblicata sul Vostro giornale questa mia lettera.
Troppo spesso le prime pagine delle testate giornalistiche e dei notiziari TV vengono riempite da tristi episodi di malasanità. Tali episodi fanno
molto rumore ed indignano tutti. Io invece vorrei testimoniare a favore della Buona Sanità, raccontandoVi l’esperienza che, mio malgrado, ho
dovuto vivere. Lunedì 22 agosto 2011, io e mio marito, Roberto Bragagnolo (che nonostante i cognomi tradiscano le nostre origini venete,
siamo nati e risiediamo in Piemonte, nell’astigiano), eravamo in vacanza presso il camping Union Lido, sul litorale di Jesolo. Verso le ore
21,00 ci incamminavamo per fare la nostra classica passeggiata serale. Ad un attraversamento pedonale nei pressi del nostro campeggio, a
quell’ora molto affollato, venimmo travolti in maniera molto violenta da una motocicletta che percorreva via Fausta ad una velocità sconsiderata.
Io e mio marito, entrambi gravemente feriti, rimanemmo inermi sull’asfalto per quasi un’ora in attesa delle ambulanze, rassicurati però dalle
attenzioni del personale del camping presso cui eravamo ospiti. Va detto che le ambulanze sono giunte sul posto il prima possibile, rallentate
dal forte traffico dell’alta stagione turistica. Giunti i soccorsi, mio marito venne trasportato all’ospedale di Jesolo ed io, vista la particolare gravità
delle mie lesioni, fui portata all’ospedale San Giovanni e Paolo di Venezia.
Arrivata in ospedale, dopo gli indispensabili accertamenti di pronto soccorso, entrai in sala operatoria, dove subii un intervento d’urgenza
durato sette ore, dalla mezzanotte alle sette dell’indomani. Trascorsi poi due giorni in rianimazione in condizioni critiche, ma le preziose cure
ricevute hanno fatto si che già il giovedì mattina potessi essere portata nel reparto di ortopedia.
Sia io che i miei figli, accorsi dopo essere stati avvisati in maniera discreta e gentile dai responsabili del camping, potremmo raccontare decine
di episodi in cui si è palesata la serietà, la professionalità e l’attenzione del personale sia medico che paramedico dell’ospedale di Venezia. Le
medesime parole possono essere usate anche per quanto riguarda mio marito, anch’egli accolto con la stessa umanità e competenza dal
personale tutto dell’ospedale di Jesolo.
Le sarei molto grata quindi se attraverso la testata da Lei diretta, potesse far giungere al maggior numero di persone possibili, il nostro grazie
più sincero e commosso a tutto il personale degli ospedali di Jesolo e Venezia e del camping Union Lido.
Con riconoscenza infinita,
Renza Franzin e Roberto Bragagnolo - Cocconato (Asti)

ANGOLO
DEL SORRISO
FIABE DI NATALE
Come ogni anno i
clown dell'associazione
Vip Venezia Onlus,
propongono durante il
mese di dicembre "Le
Fiabe di Natale" presso il
reparto di Pediatria dell'Ospedale
Civile di San
Donà di Piave.
I bimbi vengono richiamati
dal suono di un campanellino
e vengono accompagnati verso la
stanza dei giochi da un gruppo di clown.
Qui trovano ad accoglierli un mondo
incantato, ricreato tramite scenografie in
tema natalizio ed un clown-narratore
racconta loro una storia che viene
animata proprio dai clown! Le fiabe di
Natale vanno in scena tutti i mercoledi
sera di dicembre dalle 19.30 alle 21.
E RICETE DEL SORISO
a cura di
CLAUNEWS
ANGOLO DEL...
CLOWNTERAPIA IN OSPEDALE
ATTENZIONE AI FALSI VOLONTARI!
Cari amici lettori, ci troviamo a scrivere un articolo per mettervi in guardia
da FALSI VOLONTARI CLOWN che si aggirano per gli ospedali di
tutta Italia. Queste persone offrono un servizio di clownterapia ma A
PAGAMENTO, cioè chiedono un’OFFERTA per la loro visita nelle stanze
di ospedale, spacciandosi per volontari di VIP ITALIA senza essere nè
volontari, nè soci di VIP Italia. Noi volontari clown vip Venezia Onlus
prestiamo il nostro servizio VOLONTARIO e GRATUITO negli ospedali di
SAN DONA’ e PORTOGRUARO da molti anni, ma non abbiamo MAI
chiesto retribuzioni di alcun tipo. I clown VIP VENEZIA ONLUS si distinguono
perché hanno un camice dipinto, con le maniche a righe verdi e
gialle, il colletto rosso, un distintivo stampato sul taschino e stampato
sulla schiena la scritta VIP ITALIA ONLUS. Inoltre sono muniti di cartellino
identificativo azzurro. Invitiamo l’utenza e anche il personale ospedaliero
a prestare attenzione a chi, sotto sembianze benevole, lucra e
mette in cattiva luce la nostra attività volontaria, truffando le persone.
Chiunque venisse in contatto o si trovasse ad essere avvicinato da
clown che chiedono un’offerta, non si faccia coinvolgere ma soprattutto
sappia che ha a che fare con dei truffatori!
Vi preghiamo di segnalare eventuali clown sospetti al numero
348.9317725 oppure all’indirizzo e-mail info@vipveneziaonlus.org
Carissimi letori (più carissime ancora le letrici),
taca sto mese ma rubrica che definire “ecelsa” ze limitativo. Andando indrio nei tenpi (se parla del’epoca de Marco Caco) ve
dimostrarò sensa tema de smentita, che i nostri veci par via de medicina i ghe se saveva tanto de più dei lanpadari (legi: “luminari”)
dei médeghi atuali, i quali quando che i defunge i entra in Paradiso par la porta dei fornitori. Ma entremo subito in
argomento e partimo co l’informassion medego-sientifica dela cultura popolare veneta. Bona giornata a tuti.
Prof. Walter Basso
EL MAL DEL MOLTON
Il “molton” altro non è che il cosiddetto “cavaron” (“caprone” il
italiano), la malattia invece designava la paraotite, terribile
morbo, che normalmente colpiva i fanciulli facendogli gonfiare
le mascelle tanto da farli assomigliare appunto a dei “moltoni”
(con esclusione della barbetta). I soggetti colpiti accusavano
dolori alle “ganasse”, difficoltà di deglutizione e febbre. Una
volta la malattia si curava mettendo un fazzoletto che copriva
mento, orecchie e testa. La ciocca sopra la zagolona faceva
assomigliare il malato, oltre che a un caprone, anche ad un
uovo di pasqua. Poi tanto letto, latte e grappa. Di solito il ragazzino
guariva ma diventava alcolizzato. Se invece “il mal del
molton” colpiva un adulto questo rischiava “de deventare
ciaro” ovvero di non poter più generare figli. Ora “el mal del
molton” non è più di moda, sostituito da un’infinità di rogne
dovute ad allergie, virus, bacilli e altre minibestie similari.
SAGESSA POPOLARE
“I médeghi e la guera, spopola la tera!”
“Falo de médego, volontà de Dio!”
“El médego bravo e cossiensioso dovarìa morire insieme
al so passiente”
“Chi no scolta el dotore, scoltarà el bechin!”
“Chi vol star san, dal médego staga lontan!”
a cura de Walter Basso - www.edizioniscantabauchi.it
- Se lu, caro sior, continua a bere cussì no’l deventarà vecio!!!
- Gò caro, dotore: ze el me sogno restare senpre zóvane!!!
“Dopo la cinquantina, na magagna nova ogni
matina!”
“Pilole de galina e siropo de cantina, i manda a farse
ciavar médego e medesina!”
“Sfogo de pele, salute de buele!”
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