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Land_Art-Elisa Boscolo Bibi-Raffaella Toniolo-Davide ...

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GRUPPO:<br />

ELISA BOSCOLO BIBI<br />

RAFFAELLA TONIOLO<br />

DAVIDE PADOVAN<br />

LAND ART<br />

INTERVENTI SUL PAESAGGIO NATURALE<br />

THE WORKSHOP


COMUNICATO STAMPA<br />

PAG 6<br />

PRESENTAZIONE DEL PROGETTO<br />

PAG 10<br />

STORIA DELLA LOCATION<br />

PAG 14<br />

PERIODO STORICO E LAND ART<br />

PAG 18<br />

BIOGRAFIA DEGLI ARTISTI E OPERE<br />

GERRY SCHUM<br />

PAG 22<br />

MICHAEL HEIZER<br />

PAG 24<br />

BOEZEM MARINUS<br />

PAG 26<br />

CHRISTO E JEANNE-CLAUDE<br />

PAG 28<br />

ROBERT SMITHSON<br />

PAG 30<br />

RICHARD LONG<br />

PAG 32<br />

CURRICULUM DEI CURATORI DELLA MOSTRA<br />

PAG 36


COMUNICATO STAMPA


COMUNICATO<br />

STAMPA<br />

LAND ART<br />

INTERVENTI SUL PAESAGGIO NATURALE<br />

La mostra “LAND ART, Interventi sul Paesaggio naturale” celebra i primi 50 anni dell’omonima<br />

corrente artistica.<br />

Gli anni Sessanta sono caratterizzati da una profonda tensione e sfiducia; infatti, dopo la Seconda<br />

Guerra Mondiale, la perdita di autorevolezza dello Stato, in quanto principale strumento<br />

di azione sociale, sviluppa le più intricate dinamiche del consumismo e delle nuove tecnologie.<br />

L’artista mira quindi ad un definitivo sfondamento dei confini tradizionali della pittura e della<br />

scultura, pratiche che restano di peculiare importanza, ma non più dominanti nella creazione<br />

artistica essendo limitate. I maggiori esponenti della <strong>Land</strong> <strong>Art</strong>, a questo proposito, attivano un<br />

processo di riflessione sui limiti dei linguaggi artistici e del sistema dell’arte, intervenendo direttamente<br />

nel territorio naturale.<br />

In occasione dell’anniversario, il Comune di Venezia e l’Accademia di Belle <strong>Art</strong>i di Venezia, intendono<br />

promuovere un’iniziativa volta alla valorizzazione del territorio mondiale, non più posto<br />

sullo sfondo del quotidiano ma come soggetto principale. Dal 7 Gennaio al 26 Aprile, infatti, la<br />

città si aprirà sul paesaggio americano ed europeo; un portale virtuale che catapulterà lo spettatore<br />

in opere di straordinaria bellezza e fascino attraverso dei percorsi originali.<br />

L’evento non si limita a presentare al pubblico straordinarie opere radicate in territorio americano,<br />

ma invita il visitatore ad ammirare esempi di un’arte rivoluzionaria, che cambierà per sempre<br />

il concetto artistico e a cui tuttora gli artisti contemporanei si ispirano.<br />

La mostra, situata nelle Corderie dell’Arsenale di Venezia, raccoglierà in se le maggiori e<br />

più importanti testimonianze della corrente: innanzi tutto, verrà proiettato a ripetizione il celebre<br />

documentario di Gerry Schum, intitolato anch’esso <strong>Land</strong> <strong>Art</strong>, che registra vari interventi<br />

delle tendenza, chiamata Earth <strong>Art</strong> prima che lui stesso ne coniasse il termine attuale; il film<br />

raccoglie una serie di video che mostrano interventi di artisti quali J. Dibbets, R. Long, B.<br />

Flanagan, D. Oppenheim, W. De Maria. A ogni sala sarà dedicato un artista in particolare e,<br />

attraverso modellini in scala e tridimensionali, si potrà ottenere una visione a trecentosessanta<br />

gradi dell’opera: nella prima stanza vedremo Double Negative (1969) di Michael Heizer (Berkeler,<br />

1944), che rappresenta due tagli netti nel bordo orientale della Mormon Mesa; la stanza<br />

subito adiacente sarà occupata da Robert Smithson (New Jersey, 1938 – 1973) e dalla sua<br />

Spiral Jetty (1970) di cui lui stesso ha realizzato un film documentario in pellicola, intitolato<br />

appunto Spiral Jetty, considerato parte integrante dell’opera insieme alla costruzione vera e propria;<br />

Valley Curtain (1974) di Christo (Gabrovo, 1935), un grande telo arancione che copre<br />

interamente tutta la Rifle Gap nelle Rocky Mountains; nella quarta stanza troveremo l’opera<br />

originale di Richard Long (Bristol, 1945) Slate Circle Delabole (1976), un cerchio di quasi<br />

due metri di diametro composto da 168 pezzi di ardesia vicini tra loro sul pavimento; e per ultima,<br />

ma non per importanza, la mastodontica Green Chaterdal (2009) di Marinus Boezem<br />

- 6 -


(Leerdam, 1934), l’unica opera europea della mostra, che simula le dimensioni e la forma della<br />

Cattedrale di Reims, in Francia, composta da pioppi.<br />

L’evento “LAND ART” si imposta, oltre che su uno studio specifico di persone competenti per<br />

una classificazione a fini didattici con rispettive descrizioni e approfondimenti, anche sulla presenza<br />

di alcuni spunti fortemente innovativi come l’applicazione di tecnologie informatiche di<br />

ultima generazione, come l’utilizzo del sistema QR, già attivo in alcuni Musei dell’Istituzione.<br />

Basteranno un palmare, un tablet, un cellulare o uno smartphone con fotocamera, una connessione<br />

ad internet e un software gratuito per accedere, fotografando speciali etichette, a contenuti<br />

speciali relativi agli artisti selezionati.<br />

La mostra non si limita a presentare al pubblico straordinarie opere radicate in territorio americano,<br />

ma invita il visitatore ad ammirare esempi di un’arte rivoluzionaria, che cambierà per<br />

sempre il concetto artistico e a cui tuttora gli artisti contemporanei si ispirano.<br />

Una particolare nota va al catalogo della mostra; il volume riesamina i documenti fotografici<br />

dando maggiori informazioni sul significato sia emozionale che commerciale delle opere, tenendo<br />

in considerazione il contesto storico.<br />

Info:<br />

INTERVENTI SUL PAESAGGIO NATURALE<br />

Organizzazione generale: <strong>Elisa</strong> <strong>Boscolo</strong> <strong>Bibi</strong>, <strong>Raffaella</strong> <strong>Toniolo</strong>, <strong>Davide</strong> Padovan;<br />

in collaborazione con l’Accademia di Belle <strong>Art</strong>i di Venezia e il Comune di Venezia.<br />

Sede: Corderie dell’Arsenale, Campo della tana Castello 2169/F, 30100, Venezia.<br />

Apertura: Lunedì 7 Gennaio 2014, ore 11:30<br />

Orario: tutti i giorni, 9:00 am – 7:00 pm<br />

fino al 26 Aprile 2014<br />

Telefono:041 5218711<br />

E-mail:info@landart.it<br />

Per informazioni contattare:<br />

<strong>Elisa</strong> <strong>Boscolo</strong> <strong>Bibi</strong>: elisa_bibi@hotmail.it<br />

<strong>Raffaella</strong> <strong>Toniolo</strong>: raffaellatoniolo@hotmail.it<br />

<strong>Davide</strong> Padovan: davidepadovan92@gmail.com<br />

- 7 -<br />

LAND ART<br />

INTERVENTI SUL PAESAGGIO NATURALE


PRESENTAZIONE DEL<br />

PROGETTO


PRESENTATION<br />

OF<br />

THE<br />

PROJECT<br />

L’ausilio delle nuove tecnologie ci permette di<br />

raggruppare i maggiori esponenti della <strong>Land</strong> <strong>Art</strong><br />

sotto un unico tetto; attraverso video, documentari<br />

e fotografie infatti, è possibile viaggiare di<br />

luogo in luogo, osservando opere troppo lontane<br />

per essere viste o logorate e distrutte dal tempo.<br />

Le sensazioni e le emozioni provate di fronte alla<br />

monumentalità di tali opere sono difficili da ricreare,<br />

essendo osservate su supporti diversi dalla<br />

natura stessa. Per questo motivo l’idea base del<br />

progetto sta nel ricreare, attraverso dei modellini<br />

in scala, alcune delle opere di questi grandi artisti.<br />

Il nostro intento non è assolutamente quello<br />

di riprodurre in toto la loro opera, ma ridare le<br />

stesse sensazioni. La costruzione di modellini<br />

darebbe all’osservatore l’idea della tridimensionalità,<br />

anche se in misure ridotte.<br />

Molti sono i video creati direttamente dagli artisti<br />

coinvolti in questo progetto, come i diversi video<br />

riguardanti l’opera più importante di Robert<br />

- 10 -<br />

Smithson “Spiral Jetty” del 1970 (http://www.<br />

youtube.com/watch?v=fTx4Pp4aPXA), i video di<br />

Christo e Janne-Claude, che riprendono le loro<br />

opere più famose, e il classico film “<strong>Land</strong> <strong>Art</strong>” di<br />

Gerry Schum, che descrive al meglio la poetica<br />

delle opere di questi grandi artisti..<br />

Ogni stanza sarà occupata da un solo artista e<br />

attraverso le sue opere, sia tangibili come possono<br />

essere quelle di Richard Long (http://www.<br />

youtube.com/watch?v=oqf9xfa3L5k&feature=re<br />

lated , http://www.richardlong.org), sia fotografiche<br />

e miniaturizzate, come le meravigliose opere<br />

di Christo e Jeanne-Claude (http://www.christojeanneclaude.net/video_overview_medium.<br />

shtml), Marinuso Boezem e Michael Heizer , si<br />

potrà osservare da vicino opere di mastodontica<br />

bellezza, occupando uno dei luoghi più vicini<br />

all’arte moderna a Venezia come le Corderie<br />

dell’ Arsenale, sede della Biennale.


Christo<br />

Wrapped Trees (Progetto per la Fondation Beyeler e Berower Park, Riehen, Svizzera)<br />

Collage 1997 in due parti<br />

12 x 30 1/2 “e 26 1/4 x 30 1/2” (30,5 x 77,5 cm e 66,7 x 77,5 cm)<br />

Matita, tessuto, spago, pastello, carboncino, pastello a cera, carta topografica e campione<br />

di tessuto<br />

Foto: Wolfgang Volz<br />

Christo<br />

Abu Dhabi Mastaba (Progetto per Emirati Arabi Uniti)<br />

Disegno 1977<br />

22 x 28 “(56 x 71 cm)<br />

Matita, pastello a cera, pastello e carboncino<br />

Foto: Eeva-Inkeri<br />

- 11 -


STORIA DELLA LOCATION


HISTORY<br />

OF<br />

THE<br />

LOCATION<br />

L’Arsenale di Venezia a partire dal XII secolo fu<br />

il punto di riferimento dell’industria navale veneziana,<br />

infatti questo complesso poteva essere<br />

considerato come una moderna fabbrica: al suo<br />

interno vi lavoravano diversi artigiani specializzati<br />

(gli arsenalotti) che attraverso una catena<br />

di montaggio assemblavano i diversi manufatti.<br />

Questa struttura si estendeva per 46 ettari e gli<br />

arsenalotti nei periodi di piena attività produttiva<br />

raggiungevano fino le 2000 unità.<br />

L’Arsenale fu il simbolo della potenza economica,<br />

politica e militare della città e nel corso dei<br />

secoli vi si realizzarono diversi ampliamenti.<br />

Le Corderie dell’Arsenale, in passato adibite<br />

alla costruzione di gomene, cavi e cordame,<br />

furono edificate per la prima volta nel 1303 e<br />

ricostruite poi da Antonio da Ponte tra il 1579<br />

e il 1585. L’edifico composto da capriate lignee,<br />

presenta una struttura tripartita in tre navate<br />

(316m in lunghezza, 21m in larghezza e 9,70m<br />

- 14 -<br />

in altezza) che sostengono due soppalchi nelle<br />

navate laterali, all’altezza di 7m.<br />

L a s t r u t t u r a h a u n o s p a z i o e s p o s i t i v o d i 6 4 0 0 m q .<br />

Gli ampi locali delle Corderie sono attualmente<br />

utilizzati come una delle sedi espositive della<br />

Biennale di Venezia oltre che per alcune attività<br />

di piccola cantieristica ed altre attività minori.


COME<br />

ARRIVARE<br />

In vaporetto ACTV<br />

Da Piazzale Roma o Ferrovia<br />

Llinea 52, fermata Celestia (fermata a richiesta).<br />

Periodicità: ogni 20 minuti.<br />

Tempo di percorrenza: circa 30 minuti.<br />

Dalla fermata Celestia proseguire a piedi verso<br />

sinistra, attraversare il ponte e seguire la passerella<br />

lungo le mura e fino all’ingresso.<br />

Linea 1, fermata Arsenale<br />

Periodicità: ogni 10 minuti.<br />

Tempo di percorrenza: circa 45 minuti.<br />

Dalla fermata Arsenale proseguire a sinistra,<br />

attraversare il ponte e seguire la fondamenta<br />

opposta. Girare a sinistra alla Calle della Tana e<br />

proseguire dritto.<br />

(i servizi di linea ACTV sono a pagamento, per informazioni<br />

contattare il numero di telefono +39 041 2424 oppure il sito<br />

www.actv.it)<br />

Dall’aeroporto Marco Polo<br />

- 15 -<br />

Alilaguna Linea Blu, fermata Bacini<br />

Periodicità: ogni ora.<br />

Tempo di percorrenza: circa 45 minuti.<br />

Dalla fermata dei Bacini proseguire a piedi verso<br />

destra e seguire la fondamenta fino all’ingresso<br />

del museo.<br />

(per maggiori informazioni www.alilaguna.it/lineablu)<br />

A piedi<br />

Tempo di percorrenza: circa un’ora.<br />

Seguire le indicazioni verso Piazza San Marco,<br />

proseguire verso San Zaccaria e poi continuare<br />

a percorrere la fondamenta fino al Arsenale.


CONTESTO STORICO E<br />

LAND ART


HISTORICAL<br />

CONTEXT<br />

AND<br />

LAND ART<br />

Vorremmo ricreare l’opportunità di poter osservare<br />

da vicino opere di mastodontica bellezza,<br />

occupando uno dei luoghi più vicini all’arte moderna<br />

a Venezia, come le Corderie dell’ Arsenale,<br />

sede della Biennale.<br />

Soprattutto in Occidente, la tensione tangibile<br />

e la sfiducia causate dalla Seconda Guerra<br />

Mondiale gettano la popolazione nel baratro del<br />

consumismo, sfondando definitivamente i confini<br />

tradizionali dell’arte e ricercando nuove forme di<br />

espressione. Varie diramazioni si propagano da<br />

questo sfondo storico, una di queste è la <strong>Land</strong><br />

<strong>Art</strong>.<br />

Il rapporto che lega l’individuo all’ambiente è di<br />

primaria importanza, dal momento che la natura<br />

fa da sfondo al quadro della nostra esistenza,<br />

ma la nostra ambizione e i nostri talenti, combinandosi,<br />

ci inducono a desiderare qualcosa di<br />

più della semplice sopravvivenza: aspiriamo a<br />

lasciare un segno, a inscrivere le nostre osservazioni<br />

e i nostri gesti nel paesaggio, nel ten-<br />

- 18 -<br />

tativo di interpretare e superare lo spazio in cui<br />

viviamo.<br />

L’opporsi alla geometrizzazione astratta e all’artificialità<br />

prepotente degli anni Sessanta porta<br />

gli artisti di questa corrente artistica a rivalutare<br />

le forme, rendendo naturale ciò che è artificiale<br />

e artificiale ciò che è naturale. Attraverso forme<br />

geometriche, tipicamente innaturali, artisti<br />

come Michael Heizer, Walter De Maria, Rober<br />

Smithson, Richard Long, Christo, e Marinus<br />

Boezem modificano la conformazione del paesaggio,<br />

creando eventi assolutamente suggestivi<br />

e indimenticabili, cercando di allargare a dismisura<br />

il campo d’azione possibile dell’arte fino a<br />

farlo diventare la realtà stessa, fisica e mentale.<br />

Gli artisti, con questo nuovo approccio all’arte, si<br />

sottraggono alle regole di mercato, costringendo<br />

quest’ultimo a lasciare i vecchi spazi museali ed<br />

espositivi e intraprendendo un atteggiamento<br />

contrario a quello che vuole la tradizione.


Walter De Maria<br />

1977 Catron County<br />

New Mexico<br />

- 19 -


BIOGRAFIE DEGLI ARTISTI<br />

E OPERE


GERRY-<br />

SCHUM<br />

Gerry Schum nasce nel 1938 a Colonia. Nel<br />

1969, quando viene messa in vendita l’apparecchiatura<br />

di videoregistrazione, il gallerista annuncia<br />

la nascita a Berlino di una Video Gallery, una<br />

galleria di tipo nuovo, dedicata alle trasmissioni<br />

delle opere immateriali della videoarte, dando<br />

così la possibilità ad artisti stranieri di usare il<br />

video. La Fernseh Galerie di Düsseldorf viene<br />

inaugurata con un documentario intitolato <strong>Land</strong><br />

art, che registra vari interventi delle recentissima<br />

tendenza, fino ad allora chiamata Earth <strong>Art</strong>, volta<br />

a trasformare in opera d’arte frammenti di natura<br />

e paesaggi remoti e solitari; quindi una serie di<br />

video che raccolgono dal vivo interventi di artisti<br />

quali J. Dibbets, R. Long, B. Flanagan, D. Oppenheim,<br />

W. De Maria. <strong>Land</strong> <strong>Art</strong> viene trasmesso<br />

dalla rete Freies Berlin il 15 aprile 1969. L’anno<br />

successivo Schum produce “Identifications”,<br />

proponendo la registrazione delle “azioni” di<br />

numerosi artisti internazionali tra i quali Joseph<br />

- 22 -<br />

Beuys, Gilbert & George, Alighiero Boetti. Muore<br />

nel 1973 a Verstorben.


<strong>Land</strong>art<br />

<strong>Land</strong> <strong>Art</strong> è la terminologia coniata da Gerry<br />

Schum realizzando un videotape che raccoglie<br />

dal vivo gli interventi degli artisti: questi artisti<br />

operano uscendo dagli spazi tradizionali quali<br />

gallerie o musei per interviene direttamente sullo<br />

spazio macroscopico della natura: ampie distese<br />

di deserto, montagne rocciose, campi ricoperti<br />

di neve, fiumi che si estendono all’infinito, tipico<br />

della cultura anglosassone e del paesaggio<br />

americano.<br />

Gerry Schum<br />

immagini tratte dal film “<strong>Land</strong> art”<br />

del 1969<br />

- 23 -


MICHAEL-<br />

HEIZER<br />

Michael Heizer è nato in California, ha frequentato<br />

il San Francisco l’<strong>Art</strong> Institute. Nel 1966 si<br />

sposta a New York, dove ha iniziato la sua carriera<br />

di artista con lavori di piccole dimensioni,<br />

dipinti e sculture. Alla fine del 1960 lascia New<br />

York per recarsi nei deserti della California e del<br />

Nevada, dove ha iniziato a produrre opere su<br />

grande scala e documentazioni in film e in fotografie<br />

dei suoi lavori. La sua produzione più nota<br />

è Double Negative, 535 metri di trincea scavata<br />

sul fianco di una montagna nel deserto del Nevada.<br />

Il lavoro fu documentato da Gerry Shum<br />

nel famoso film <strong>Land</strong> <strong>Art</strong>. Da allora, Heizer ha<br />

continuato a produrre opere di <strong>Land</strong> <strong>Art</strong> e dalla<br />

fine degli anni ‘90, il suo lavoro si è concentrato<br />

principalmente su City, il progetto di un enorme<br />

complesso nel deserto di Lincoln County, in<br />

Nevada. Ha inoltre prodotto una serie di dipinti<br />

astratti, e sculture di grandi dimensioni, spesso<br />

ispirate alle forme prodotte dai nativi americani,<br />

- 24 -<br />

che si possono trovare nei musei e negli spazi<br />

pubblici in tutto il mondo. Il suo lavoro è sostenuto<br />

dalla Dia <strong>Art</strong> Foundation attraverso una borsa<br />

di studio della Fondazione Lannan. City è tuttora<br />

incompiuto e non è ancora aperto alle visite del<br />

pubblico.


Double-<br />

Negative<br />

Double Negative è una notevole opera d’arte in<br />

vasta scala. La costruzione dell’opera consiste<br />

nella distruzione di qualcosa che un tempo c’era,<br />

il che fa assomigliare questo intervento ad una<br />

trincea. L’opera d’arte è di per sé uno spazio<br />

negativo (da qui il titolo dell’opera), si pone la<br />

meditazione sul principio dell’arte come creazione,<br />

quando Heizer non ha infatti aggiunto, ma<br />

sottratto.<br />

Michael Heizer<br />

Double negative<br />

Mormon Mesa, Nevada<br />

del 1969<br />

- 25 -


BOEZEM-<br />

MARINUS<br />

Nel 1954, Boezem inizia la Vrije Academie <strong>Art</strong>ibus<br />

di Utrecht, ma ha lasciato dopo un anno per<br />

continuare i suoi studi presso la Vrije Academie<br />

a L’Aia. Al Academie, i suoi interessi erano per<br />

lo più per la superficie piana. Nel 1950, ha lavorato<br />

come disegnatore e pittore. Nel 1960, il<br />

suo lavoro divenne più spaziale e divenne conosciuto<br />

e rispettato da un pubblico crescente. Il<br />

lavoro Boezem è inequivocabilmente influenzato<br />

dal Nouveau Réalisme in Europa e dalla Pop <strong>Art</strong><br />

in America. Le sue opere contengono oggetti e<br />

parti di paesaggi: le proposte consistono in sculture<br />

spaziali fatte di aria e di altri materiali, come<br />

il cotone e canne, prodotti raramente utilizzati<br />

nell’ambito artistico. Come un uomo d’affari, Boezem<br />

ha portato le sue proposte in una valigetta<br />

e viaggiato per musei e gallerie per venderli.<br />

Come i suoi contemporanei, si sforzava di portare<br />

l’arte fuori dalle mura del museo, data la loro<br />

grandezza e il loro significato.<br />

Dalla metà degli anni 1970, Boezem inizia a<br />

lavorare alle sue idee concettuali nella scultura:<br />

- 26 -<br />

qui l’ambiente gioca un ruolo importante. Temi<br />

come l’aria, luce, suono e movimento, i temi<br />

centrali nel suo lavoro iniziale, rsono il filo conduttore<br />

delle sue sculture. Nel 1970 l’insegnamento<br />

dibenta una parte importante delle sue<br />

attività: si dedica, infatti, a quello che allora si<br />

chiamava ‘l’educazione non formale’. Nel 1980<br />

ha lavorato su diversi progetti importanti in cui il<br />

paesaggio gioca un ruolo fondamentale; il suo<br />

lavoro più grande e più importante in questo<br />

periodo è la Cattedrale di Green (1978-1987). Di<br />

quest’opera, 174 pioppi italiani sono stati piantati<br />

in una prateria in Flevoland, nei Paesi Bassi, che<br />

riproducono la pianta della Cattedrale gotica di<br />

Reims. Molti lavori di Boezem possono essere<br />

collocati tra i più importanti e significativi simboli<br />

della <strong>Land</strong> <strong>Art</strong>: motivi come paesaggi, spazio,<br />

clima, luce, aria e cartografia svolgono un ruolo<br />

centrale nel lavoro di Boezem. Nel 1990 propone<br />

numerose opere video, ma anche molte sculture<br />

negli spazi pubblici.


The<br />

Green<br />

Cathedral<br />

Si trova nel Sud della provincia di Flevoland, in<br />

Olanda. L’opera è composta da 178 pioppi lombardi<br />

piantati in modo da imitare la struttura, le<br />

pareti e le arcate della cattedrale di Reims<br />

Gli alberi hanno ora un’altezza di trenta metri,<br />

e l’opera si estende su 150 metri in lunghezza<br />

e 75 metri in larghezza – mentre la cattedrale<br />

originale è lunga 138,75 m, larga trenta e alta 38<br />

metri, ma solo al centro.<br />

Marinus Boezem<br />

Green Catherdal<br />

Flevoland, Olanda<br />

del 2009<br />

- 27 -


CHRISTO<br />

E<br />

JEANNE-<br />

CLAUDE<br />

Christo nasce a Gabrovo, Bulgaria. Suo padre,<br />

Vladimir Yavachev, era uno scienziato, e sua<br />

madre, Tsveta Dimitrova, nata nella Repubblica<br />

di Macedonia, è stata segretaria presso l’Accademia<br />

di Belle <strong>Art</strong>i di Sofia. Professori dell’Accademia<br />

riconoscono il talento di Christo già dalla<br />

giovane età.<br />

Christo studia arte presso l’Accademia Sofia tra<br />

il 1953-1956 prima di trasferirsi a Praga, Cecoslovacchia<br />

(ora Repubblica Ceca) fino al 1957,<br />

quando partì per l’Occidente corrompendo un<br />

funzionario ferroviario.<br />

Christo rapidamente si stabilì a Vienna e si<br />

iscrive all’Accademia di Belle <strong>Art</strong>i di Vienna.<br />

Dopo aver passato solo un semestre, si recò a<br />

Ginevra e si trasferisce a Parigi nel 1958. Come<br />

risultato della sua fuga, ha perso la sua cittadinanza<br />

bulgara ed è diventato un apolide. La sua<br />

vita a Parigi è stata caratterizzata da difficoltà<br />

finanziarie e l’isolamento sociale, peggiorate<br />

dalla sua difficoltà di apprendimento della lingua<br />

francese. Guadagna soldi con ritratti (paragonati<br />

da lui alla prostituzione), firmati con il suo cogno-<br />

- 28 -<br />

me “Javachef”;i suoi primi lavori sono stati firmati<br />

“Christo”.<br />

Christo e Janne-Claude si conoscono nel 1958,<br />

quando a lui viene commissionato il ritratto della<br />

madre di quella che sarà, poi, compagna di vita<br />

e di arte.<br />

Nel 1961 Christo e Jeanne-Claude coprono di<br />

barili tutto il porto di Colonia; questa fu la loro<br />

prima collaborazione. Nel 1962, la coppia ha<br />

affrontato il primo progetto monumentale, Rideau<br />

de Fer (cortina di ferro). Senza il consenso<br />

delle autorità e come una dichiarazione contro<br />

il Muro di Berlino, hanno bloccato Rue Visconti,<br />

una piccola strada nei pressi della Senna, con<br />

barili di petrolio. Nel febbraio del 1964, Christo<br />

e Jeanne-Claude approdano a New York City.<br />

Dopo un breve ritorno in Europa, si stabiliscono<br />

negli Stati Uniti nel settembre dello stesso anno.<br />

Anche se povero e privo di conoscenza della<br />

lingua inglese, Christo espone i propri lavori in<br />

diverse gallerie, tra cui il noto Castelli Gallery di<br />

New York e la Galleria Schmela di Düsseldorf, in<br />

Germania.


Valley<br />

Curtain<br />

Lungo 400 metri, il panno doveva essere teso<br />

nella Gap Rifle, una valle delle Montagne Rocciose<br />

vicino a Rifle, Colorado. Il progetto ha<br />

richiesto 14.000 m2 di stoffa da appendere a<br />

quattro cavi in acciaio, fissato con sbarre di ferro<br />

fissati nel cemento su ogni pendio.<br />

Christo<br />

Valley Curtain<br />

Gap-rifle, Colorado<br />

del 1970<br />

- 29 -


ROBERT-<br />

SMITHSON<br />

( 1938 – 1973) è un artista americano del New<br />

Jersey considerato anch’egli uno dei fondatori<br />

della <strong>Land</strong> <strong>Art</strong>. Smithson è affascinato dai grandi<br />

processi di trasformazione natura, è attratto<br />

dal degrado progressivo della materia. Le sue<br />

opere non sono facilmente classificabili: sviluppa<br />

a partire dal 1968 il concetto del site – nonsite:<br />

una all’aperto difficilmente accessibile e apprezzabile<br />

a causa del luogo impervio in cui è posta<br />

e l’altra mentale, che cerca di completare l’altra,<br />

attraverso reportage fotografici e scritti dell’artista.<br />

Nel 1969 durante un viaggio nello Yucatàn<br />

in Messico, Smithson installa in vari luoghi i suoi<br />

Mirror Displacements, lastre specchianti, disposte<br />

in configurazioni regolari nella sabbia, nella<br />

terra e tra la vegetazione, in modo da assorbire<br />

e riflettere la luce, il cielo e l’atmosfera. Nel 1970<br />

presso il Great Salt Lake nello Utah, riesce a<br />

portare a termine la Spiral Jetty, il suo più importante<br />

intervento, un grande molo a forma di<br />

- 30 -<br />

spirale, costruito accumulando con bulldozer e<br />

camion più di 6.500 tonnellate di terreno circostante,<br />

come terra, rocce e cristalli di sale. Questo<br />

gigantesco monumento primitvo negli anni<br />

è destinato a mutare rendndo l’opera ancor più<br />

affascinante. Muore all’età di 35 anni durante un<br />

sopraluogo per un nuovo progetto di <strong>Land</strong> <strong>Art</strong>.


Spiral-<br />

Jetty<br />

Quest’opera consiste in una mastodontico molo<br />

a spirale della lunghezza di quattrocento metri,<br />

realizzata dall’artista Robert Smithson in un lago<br />

salato nello stato americano dello Utah.<br />

Il molo a spirale di Smithson ha tre livelli di percezione,<br />

a seconda del punto da cui la si osserva:<br />

out (fuori, in inglese): visto dall’aereo l’opera può<br />

essere apprezzata nella sua interezza, insieme<br />

all’ambiente nella quale è inserita;<br />

Robert Smithson<br />

Spiral Jetty<br />

Great Salt Lake, Utah<br />

del 1970<br />

- 31 -<br />

in (presso): visto dal livello del terreno, l’opera si<br />

percepisce ad una scala maggiore ed isolata dal<br />

contesto generale (il paesaggio);<br />

at (dentro): osservata dall’interno l’opera appare<br />

gigantesca ed avvolge l’osservatore che non<br />

può percepirla interamente con un unico sguardo,<br />

si possono vedere però dettagliatamente le<br />

rocce che la compongono, l’acqua ed i cristalli di<br />

sale.


RICHARD-<br />

LONG<br />

(Bristol, 1945) è un’artista inglese che fa parte<br />

del movimento della <strong>Land</strong> <strong>Art</strong>. Consegue<br />

il diploma presso il West of England College<br />

of <strong>Art</strong> di Bristol e tra il ’66 e il ’68 frequenta<br />

a Londra la St. Martin School of <strong>Art</strong>. Le sue<br />

“passeggiate”(performance) sono costituite da<br />

sculture fatte con materiali semplici reperiti sul<br />

posto e documentate con foto, video e mappe.<br />

Può essere un esempio il suo primo lavoro ”A<br />

line made by walking” del 1967, riproduzione<br />

fotografica della linea lasciata sull’erba di un<br />

prato dall’artista. Per Long l’incontro tra ambiente<br />

e natura è un fatto intimo e primitivo, privo di<br />

mediazioni artificiali. Negli anni successivi impronta<br />

il suo lavoro su segni essenziali e primitivi<br />

come linee e spirali, utilizzando i materiali raccolti<br />

durante le sue passeggiate. I suoi lavori sono<br />

caratterizzati da elementi distintivi tipici della sua<br />

terra e dalla pittura paesaggistica inglese del<br />

XIX secolo. Nel 1978 parecipa alla Biennal di<br />

- 32 -<br />

Venezia, decicata in quell’occasione al rapporto<br />

tra arte e natura. Long, artista di fama intenazionale<br />

ha esposto in tutto il mondo ed è presente<br />

nelle più prestigiose collezioni di arte contemporanea.


Slate<br />

Circle<br />

Delabole<br />

Slate Circle Delabole, un cerchio pieno realizzato<br />

sul pavimento di ardesia dalla cava Delabole<br />

in Cornovaglia, è stato costruito in ardesia tagliata<br />

grossolanamente a mantenere il suo carattere<br />

il più naturale possibile. La disposizione circolare<br />

è un ordine imposto, ma la piattezza di ogni pezzo<br />

è caratteristico dell’ardesia, che rappresenta<br />

un ordine naturale, fuso con l’artificialità della<br />

forma.<br />

Richard Long<br />

Slate Circle Delabole<br />

Tate Britain<br />

del 1976<br />

- 33 -


CURRICULUM DEI CURATORI<br />

DELLA MOSTRA


<strong>Elisa</strong> <strong>Boscolo</strong> <strong>Bibi</strong>, Chioggia (30015)<br />

Studente dell’Accademia di Belle <strong>Art</strong>i di Venezia e dopo poche esperienze vissute nel campo<br />

pubblicitario e artistico, scrivo in merito alla presentazione della mostra - LAND ART – Interventi<br />

sul paesaggio naturale –.<br />

E’ importante pensare alle nuove generazioni, così distaccate ormai dal campo artistico: ritengo<br />

importante pensare ad un evento che richiami i giovani, magari realizzato da giovani.<br />

Distaccarsi dal concetto tradizionale di museo per realizzare qualcosa di assolutamente innovativo,<br />

come può essere il progetto sopra menzionato: un ponte collegato all’altra parte del<br />

mondo, all’America per la precisione, dove questi grandi artisti hanno lasciato le loro opere. Un<br />

vortice spaziotemporale che vi trasporta in diversi paesaggi e vi permette di sentire, vedere,<br />

toccare opere immense (letteralmente), magari perdute o semplicemente distanti. Tutto miniaturizzato<br />

per entrare nelle vaste aree dell’Arsenale, ricreando suggestioni anche attraverso<br />

video e suoni.<br />

Realizzare un luogo di paesaggi in un ambiente chiuso è complicato, ma la voglia di fare e la<br />

sete di sapere unite ad una buona conoscenza della storia dell’<strong>Art</strong>e contemporanea mi portano<br />

a pensare che sia possibile.<br />

Dopo aver frequentato diversi corsi specifici e aver seguito diverse lezioni nel corso di Scienze<br />

Museali nell’università di Ca’ Foscari situata anch’essa a Venezia, aver coordinato la realizzazione<br />

di una piccola mostra, composta da opere di studenti del Liceo <strong>Art</strong>istico di Venezia<br />

(LAS), situata nella sua sede centrale, a budget limitato, penso di essere in grado di coordinarne<br />

una più grande.<br />

Le diverse conferenze avvenute in musei d’arte contemporanea (Palazzo Grassi, Punta della<br />

dogana) hanno rivoluzionato completamente il mio metodo, che vuole essere sempre più<br />

comunicativo con lo spettatore, non solo mostrandogli l’opera d’arte analizzata, ma facendolo<br />

vivere in essa.<br />

L’abitare lontano dalla città non mi permette di essere veloce nei miei spostamenti, ma qualora<br />

il progetto venga accettato sarebbe un piacere per me trasferirmi definitivamente a Venezia<br />

per essere più disponibile in tutti gli orari.<br />

Sperando che questo possa incuriosirvi<br />

Distinti saluti<br />

<strong>Elisa</strong><br />

- 36 -<br />

LAND ART<br />

INTERVENTI SUL PAESAGGIO NATURALE


<strong>Raffaella</strong> <strong>Toniolo</strong><br />

Carmignano di Brenta (PD), 35010<br />

nata a Camposampiero il 10 settembre 1991,<br />

Attualmente studio all’Accademia di Belle <strong>Art</strong>i di Venezia indirizzo Nuove Tecnologie delle <strong>Art</strong>i,<br />

grafica pubblicitaria.<br />

Due anni fa mi sono diplomata all’Istituto d’<strong>Art</strong>e ISA Michele Fanoli a Cittadella (PD) con due<br />

titoli di studio, il primo di Maestro d’<strong>Art</strong>e, rilasciato dopo l’esame del terzo anno di istituto e<br />

quello di Grafica Pubblicitaria e Fotografia rilasciato al quinto anno dopo l’esame di stato.<br />

Nell’arco degli anni scolastici e tutt’ora ho avuto la possibilità di collaborare come webdesign<br />

e grafico assieme a diversi operatori del settore che mi hanno regalato molta esperienza,<br />

mentre durante il periodo scolastico mi sono proposta più volte nel coordinare le Settimane<br />

dell’<strong>Art</strong>e dell’istituto le quali venivano autonomamente organizzate dagli studenti che dovevano<br />

preoccuparsi nella realizzazione dei laboratori e nella coordinazione del personale non che dei<br />

responsabili esterni che si proponevano nel collaborare come professionisti nei laboratori per<br />

portare un po’ della loro esperienza.<br />

Ho oltretutto partecipato a corsi di Scenografia Teatrale e in Allestimento e Display a Milano i<br />

quali mi hanno preparata professionalmente come scenografa, allestitore di eventi e mostre<br />

d’arte oltre che sfilate di moda; Sono quindi disponibile nell’assumermi le responsabilità organizzative<br />

e di coordinamento della mostra.<br />

Cordiali Saluti.<br />

<strong>Raffaella</strong> <strong>Toniolo</strong><br />

- 37 -<br />

LAND ART<br />

INTERVENTI SUL PAESAGGIO NATURALE


<strong>Davide</strong> Padovan,<br />

nato a Vicenza<br />

l’11 febbraio 1992,<br />

Mi sono diplomato all’istituto tecnico “S.B. Boscardin” a Vicenza.<br />

Ho quindi una buona conoscenza nel ramo artistico, soprattutto nell’ambito pittorico, non che<br />

scultoreo e anche architettonico. Grazie ad un seminario a cui ho, una buona conoscenza e<br />

padronanza tecniche scultoree. Ho avuto anche la possibilità non che fortuna di aver partecipato<br />

ad una mostra organizzata dal comune di Caldogno per i giovani artisti in cui ho potuto<br />

non solo esporre i miei lavori migliori ma mi era stato dato anche il compito organizzare l’esposizione<br />

delle opere dei diversi giovani artisti che partecipavano alla mostra. Attualmente<br />

frequento il primo anno all’Accademia di Belle <strong>Art</strong>i di Venezia (indirizzo Nuove Tecnologie delle<br />

<strong>Art</strong>i, grafica pubblicitaria) e pur essendo solo all’inizio mi sento entusiasta del mio percorso<br />

e vorrei poter offrire la mia esperienza per l’allestimento delle opere e l’organizzazione delle<br />

stanze per l’esposizione.<br />

Cordiali Saluti<br />

<strong>Davide</strong> Padovan<br />

- 38 -<br />

LAND ART<br />

INTERVENTI SUL PAESAGGIO NATURALE


METODOLOGIA<br />

E TECNICHE<br />

DELLA<br />

COMUNICAZIONE<br />

Anno scolastico 2011-2012<br />

Indirizzo Nuove Tecnologie per le <strong>Art</strong>i<br />

Professoressa ORIETTA BERLANDA<br />

Realizzato da:<br />

<strong>Elisa</strong> <strong>Boscolo</strong> <strong>Bibi</strong><br />

<strong>Raffaella</strong> <strong>Toniolo</strong><br />

<strong>Davide</strong> Padovan

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