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Come si costruisce un modello semiriproduzione a ventola intubata ...

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<strong>Come</strong> <strong>si</strong> <strong>costruisce</strong> <strong>un</strong> <strong>modello</strong><br />

<strong>semiriproduzione</strong><br />

a <strong>ventola</strong> <strong>intubata</strong> elettrica<br />

giuseppe ghisleri<br />

34


Lo Skylancer era da molto tempo nella<br />

mia lista dei modelli “da costruire”<br />

ed il fatto di aver provato lo Skyray della<br />

Scorpio mi ha convinto che era gi<strong>un</strong>to il<br />

momento. Dico questo perché il Douglas<br />

F5D-1 Skylancer non è altro che la ver<strong>si</strong>one<br />

avanzata del Douglas F4D-1 Skyray, ed<br />

è basato sulla stessa ala. Lo Skylancer non<br />

andò oltre lo stato di prototipo (ne furono<br />

costruiti solo quattro esemplari), sopravanzato,<br />

c’è chi dice per ragioni politiche<br />

e non per meriti intrinseci, dal Crusader.<br />

In pratica, fatte le debite proporzioni, tra<br />

il mio Skylancer, esemplare <strong>un</strong>ico, e lo<br />

Skyray della Scorpio, del quale vennero<br />

costruiti moltis<strong>si</strong>mi esemplari, c’è lo stesso<br />

rapporto anche progettuale che c’è tra i due<br />

aerei veri. Sì, d’accordo, forse esagero,<br />

ma <strong>un</strong> fondo di verità c’è!<br />

35


Caratteristiche generali<br />

• L<strong>un</strong>ghezza: 16,40 m<br />

• Ap. alare: 10,21 m<br />

• Altezza: 4,52 m<br />

• Sup. alare: 51,7 m²<br />

• Peso a vuoto: 7.912 kg<br />

• Peso max decollo: 12.733 kg<br />

• Motore: Pratt & Whitney J57-P-8<br />

Prestazioni<br />

• Vel. mas<strong>si</strong>ma: 1.590 km/h<br />

• Tangenza: 17.500 m<br />

• Rateo di salita: 105,3 m/s<br />

• Spinta/Peso: 0,65<br />

36<br />

Due dei quattro Skylancer costruiti furono as-<br />

segnati alla NASA per lo sviluppo di alc<strong>un</strong>i pro-<br />

grammi. Uno dei due aerei (NASA 213) venne<br />

affidato a Neil Armstrong, destinato di lì a pochi<br />

anni ad essere il primo uomo sulla l<strong>un</strong>a.<br />

Oggi lo Skylancer 213 fa bella mostra di sé<br />

come “gate guardian” dell’Armstrong Air &<br />

Space Museum di Wapakoneta, Ohio.


Penso che la costruzione del <strong>modello</strong><br />

richieda solo qualche indicazione<br />

sui particolari meno abituali.<br />

In <strong>un</strong>’epoca in cui la maggior parte<br />

degli aeromodellisti è attratta dal<br />

“pronto al volo” a buon prezzo, immagino<br />

che ben pochi lettori (o più<br />

probabilmente ness<strong>un</strong>o) <strong>si</strong> metterà<br />

a costruire lo Skylancer.<br />

Quei pochi che vorranno imbarcar<strong>si</strong><br />

in questo progetto, saranno<br />

senz’altro aeromodellisti di vecchio<br />

stampo e per “vecchio” intendo fare<br />

riferimento al modo d’intendere il<br />

modellismo, non all’età del soggetto!<br />

Aeromodellisti quindi dotati dell’esperienza<br />

necessaria per affrontare<br />

e risolvere i problemi costruttivi<br />

che <strong>si</strong> presenteranno via via.<br />

La parte più impegnativa è stata<br />

quella relativa alla modellazione<br />

solida dello Skylancer, dato che ho<br />

usato <strong>un</strong> programma a me completamente<br />

sconosciuto. Mi è costata<br />

“sangue, sudore e lacrime” ed ha<br />

preso, in termini di ore, più tempo<br />

che la costruzione vera e propria,<br />

ma l’ho con<strong>si</strong>derata come <strong>un</strong>a sfida<br />

personale. Alla fine, la guerra con<br />

le in<strong>si</strong>die del programma ha volto<br />

trionfalmente a mio favore.<br />

Dopo aver costruito il Panther,<br />

presentato sul secondo numero di<br />

FlyOff da Giuseppe Rumor, ho<br />

deciso di farlo volare solo dopo la<br />

realizzazione dello Skyray della<br />

Scorpio, vista la spinta ottenibile<br />

con <strong>un</strong> pacco 3s2p LiPo da 2000<br />

mAh.Però, dopo aver visto il miglioramento<br />

di prestazioni ottenibile con<br />

i nuovi pacchi 4s1p da 3200 mAh<br />

che consentono <strong>un</strong>a scarica continua<br />

di 20 C (64 A) e prestazioni che<br />

niente hanno da invidiare ai migliori<br />

modelli con ventole a scoppio, mi è<br />

venuta la voglia di realizzare <strong>un</strong> <strong>modello</strong><br />

con la Fantex annegata in <strong>un</strong><br />

condotto costruito come “<strong>si</strong> deve”<br />

per valutare la differenza di presta-<br />

Dall’alto: il master della fusoliera<br />

è qua<strong>si</strong> completo e non resta che<br />

verificare il perfetto adattamento<br />

delle ali. Il master, rivestito in<br />

tessuto di carbonio, verrà succes<strong>si</strong>vamente<br />

svuotato sciogliendo il<br />

polistirolo col diluente. Un particolare<br />

dell’alloggiamento della<br />

<strong>ventola</strong> col condotto d’uscita.<br />

37


38<br />

zioni rispetto al <strong>si</strong>stema Scorpio che,<br />

per favorire la semplicità di costruzione,<br />

prevede che la <strong>ventola</strong> se ne<br />

stia praticamente all’aria aperta.<br />

Il <strong>modello</strong> è in scala, fatta eccezione<br />

per la dimen<strong>si</strong>one delle prese d’aria.<br />

Purtroppo le ventole richiedono che<br />

i condotti cau<strong>si</strong>no meno perdite di<br />

carico pos<strong>si</strong>bile. Tradotto in pratica,<br />

ciò <strong>si</strong>gnifica che l’energia che il<br />

motore trasferisce alla <strong>ventola</strong> deve<br />

finire all’aria trattata nella maggior<br />

quantità pos<strong>si</strong>bile. Le perdite di<br />

energia causate da brusche deviazioni<br />

del flusso, da prese piccole<br />

e con i bordi non arrotondati, <strong>si</strong><br />

traducono in perdita di spinta e tutti<br />

sappiamo che le ventole non ne<br />

hanno mai in abbondanza.<br />

La sezione delle prese dev’essere<br />

almeno uguale all’area spazzata<br />

dalla girante ed il condotto va<br />

disegnato in modo che le variazioni<br />

nella forma della sezione non <strong>si</strong><br />

traducano in variazioni dell’area<br />

trasversale che dev’essere il più<br />

pos<strong>si</strong>bile costante.<br />

Lo stesso discorso vale per lo<br />

scarico, che deve avere <strong>un</strong>’area pari<br />

al 90-95% dell’area spazzata dalla<br />

<strong>ventola</strong>. Qual<strong>si</strong>a<strong>si</strong> cosa che sporga<br />

o non <strong>si</strong>a carenata opport<strong>un</strong>amente,<br />

provoca perdite più o meno grandi.<br />

Particolare attenzione ho posto nel<br />

carenare il motore che, essendo la<br />

Fantex <strong>un</strong>a <strong>ventola</strong> propul<strong>si</strong>va, <strong>si</strong><br />

trova davanti alla girante.<br />

Un cono opport<strong>un</strong>amente sagomato,<br />

realizzato in fibra di vetro da 120<br />

g/dm 2 su di <strong>un</strong>a sagoma a perdere in<br />

polistirolo, ha risolto il problema.<br />

Il cono è indipendente dal motore<br />

ed è sostenuto da due alette che <strong>si</strong><br />

avvitano sui sostegni in compensato<br />

esterni al condotto. Le<br />

alette hanno <strong>un</strong>o spessore ed <strong>un</strong>a<br />

struttura diverse per permettere di<br />

carenare anche i cavi d’alimentazione<br />

e di controllo del motore.<br />

Ness<strong>un</strong>a carenatura è stata posta<br />

dietro alla girante visto che il<br />

costruttore ha già provveduto con-<br />

Un condotto di aspirazione in<br />

fase di laminazione ed <strong>un</strong>o finito.<br />

Un dettaglio del condotto montato<br />

in fusoliera ed il <strong>modello</strong> finito<br />

e stuccato, pronto per la carteggiatura<br />

finale e la verniciatura.


Le fa<strong>si</strong> d’installazione del gruppo<br />

<strong>ventola</strong>-motore col cono di carenatura<br />

del motore descritto nel<br />

testo ed il condotto d’uscita.<br />

venientemente a questa bisogna.<br />

Un piccolo app<strong>un</strong>to, forse inutile,<br />

ma mi p<strong>un</strong>ge vaghezza di farlo: la<br />

velocità dell’aria nei condotti non<br />

è più elevata dopo la <strong>ventola</strong>, <strong>si</strong>a<br />

questa propul<strong>si</strong>va o trattiva, ma è<br />

costante se il condotto ha sezione<br />

costante. Quindi, nel nostro caso,<br />

la velocità mas<strong>si</strong>ma <strong>si</strong> ha proprio in<br />

corrispondenza del restringimento di<br />

sezione provocato dalla presenza del<br />

motore. Da ciò <strong>si</strong> capisce che meglio<br />

<strong>si</strong> lavora in questa zona, maggiore<br />

sarà il rendimento dell’impianto.<br />

Si sa che i modelli a <strong>ventola</strong> <strong>intubata</strong><br />

sono solitamente veloci, ma hanno<br />

scarse qualità come arrampicatori.<br />

Il motivo è molto semplice: <strong>un</strong>a<br />

<strong>ventola</strong> muove <strong>un</strong> volume d’aria<br />

inferiore rispetto ad <strong>un</strong>’elica, ma le<br />

conferisce <strong>un</strong>a velocità superiore.<br />

Semplificando, pos<strong>si</strong>amo dire che<br />

la velocità che <strong>un</strong> <strong>modello</strong> può<br />

raggi<strong>un</strong>gere dipende, oltre che dalle<br />

sue caratteristiche aerodinamiche,<br />

dalla velocità del flusso d’aria,<br />

mentre la capacità di salita dipende<br />

dalla quantità di aria mossa.<br />

Un <strong>modello</strong> leggero non sarà più<br />

veloce, ma <strong>si</strong> arrampicherà meglio.<br />

E’ quindi necessario fare tutto il pos<strong>si</strong>bile<br />

per contenere il peso finale.<br />

Questa con<strong>si</strong>derazione mi ha spinto<br />

ad usare il carbonio per costruire la<br />

fusoliera, in modo da ottenere <strong>un</strong>a<br />

struttura con la rigidità voluta ad<br />

<strong>un</strong> peso inferiore a quello ottenibile<br />

con la lana di vetro.<br />

La parte inferiore è costruita con<br />

<strong>un</strong>o strato di tessuto da 200 g/dm 2 ,<br />

la parte superiore con tessuto da<br />

120 g ed il tutto è stato ricoperto<br />

con vetro da 40 g. Dopo la cartavetratura<br />

con grana 80, ancora <strong>un</strong>o<br />

strato di vetro da 40 g/dm 2 a finire<br />

e per chiudere qualche buchetto<br />

generato<strong>si</strong> qua e là.<br />

Le ordinate sono in balsa da 3 mm<br />

rivestito con carbonio da 120 g/dm 2 .<br />

Le due principali hanno la f<strong>un</strong>zione<br />

di portare i listelli in compensato da 5<br />

mm per il fissaggio della <strong>ventola</strong> che<br />

viene modificata con gli appoggi in<br />

compensato da 3 mm come <strong>si</strong> vede<br />

(Segue a pag. 42)<br />

39


40<br />

1<br />

Capottina asportabile<br />

Comp.3<br />

Profilo attacco SN22<br />

Comp.1<br />

Balsa 5<br />

DANGER<br />

Rivestimento balsa 1<br />

Polistirolo 15 kg/mc<br />

Sezione tipica ala<br />

Profilo estremità SN22<br />

Ordinate in balsa da 6<br />

laminate con carbonio da 90 gr/mq<br />

Balsa 3<br />

Supporto <strong>ventola</strong> e condotto<br />

Comp.5<br />

Tessuto carbonio 90 gr/mq<br />

Estremità sagomate con balsa morbido<br />

con inserto di comp.0,6<br />

Direzionale fisso<br />

balsa 8<br />

Ordinate in balsa da 3 Ordinate in balsa da 3<br />

Ordinate in balsa da 6<br />

laminate con carbonio da 90 gr/mq<br />

Ordinate in balsa da 6<br />

laminate con carbonio da 90 gr/mq<br />

DOUGLAS F5D-1 SKYLANCER<br />

RIPRODUZIONE V.I.E. ( Ventola Intubata Elettrica )<br />

VENTOLA FANTEXX 6XX -Motore Mega ACn 22/10/3<br />

Alimentazione 4 celle LiPo da 3200 mAh<br />

Peso 1.650 gr<br />

L<strong>un</strong>ghezza 1085 mm<br />

Ap.Al. 778 mm<br />

Progetto e disegno<br />

Giuseppe Ghisleri<br />

Per<strong>si</strong>chello - CR - Dicembre 2005<br />

Dal progetto al <strong>modello</strong> finito in 19 (semplici?) passaggi<br />

2 3 4<br />

5 6 7<br />

8 9 10


Avete voglia di costruire <strong>un</strong>a <strong>semiriproduzione</strong><br />

a <strong>ventola</strong> <strong>intubata</strong> elettrica? Se la<br />

risposta è affermativa, ecco qui <strong>un</strong> <strong>si</strong>ntetico<br />

elenco di con<strong>si</strong>gli utili, maturati durante la<br />

realizzazione dello Skylancer:<br />

1) scegliete la <strong>ventola</strong> da usare tra le tante<br />

in commercio e, intorno a questa, disegnate<br />

gli esecutivi del <strong>modello</strong>. Non importa che<br />

<strong>si</strong>a <strong>un</strong> disegno pubblicabile sulle riviste, ma<br />

deve com<strong>un</strong>que contenere tutte le “co<strong>si</strong>ne”<br />

che vi serviranno per la costruzione.<br />

2) Procuratevi la <strong>ventola</strong> prescelta. Nel caso in<br />

esame, <strong>si</strong> tratta della “Fantex 6XX” Scorpio.<br />

3) Già che ci <strong>si</strong>ete, fatevi dare anche il<br />

supporto motore ed il condotto di scarico.<br />

Adattate il tutto ai vostri bisogni, incollate<br />

cioè con epoxy i supporti in compensato da<br />

3 mm appo<strong>si</strong>tamente costruiti.<br />

4) Procuratevi <strong>un</strong> buon motore brushless.<br />

Visto che la Fantex è prevista per il Mutron<br />

SCM 22.10.03 ATI, ho usato proprio questo.<br />

5) Costruite <strong>un</strong> condotto di scarico che vi<br />

consenta di piazzare la <strong>ventola</strong> nel p<strong>un</strong>to<br />

prescelto del <strong>modello</strong> e che rispetti questa<br />

caratteristica: la superficie finale del condotto<br />

dev’essere compresa tra il 90 ed il<br />

95% dell’area spazzata dalla <strong>ventola</strong>. Il<br />

90% vi darà <strong>un</strong> po’ più velocità, il 95% vi<br />

11 12 13<br />

14 15 16<br />

17 18<br />

19<br />

darà <strong>un</strong> po’ più di spinta statica.<br />

6) Costruite i due sostegni in compensato da<br />

5 mm su cui fissare l’impianto propul<strong>si</strong>vo.<br />

7) Costruite la parte inferiore del condotto<br />

di afflusso dell’aria aspirata che andrà incollato<br />

ai supporti.<br />

8) Costruite il cono per carenare il motore,<br />

incollatevi i due sostegni che, avvitati<br />

ai supporti in compensato, lo terranno in<br />

po<strong>si</strong>zione. Uno dei sostegni è <strong>un</strong>a semplice<br />

lamina di compensato da 3 mm sagomata,<br />

l’altro è cavo per consentire il passaggio<br />

dei fili di alimentazione del motore. Anche<br />

questo è sagomato.<br />

9) Costruite i condotti di aspirazione. Questa<br />

è <strong>un</strong>’operazione delicata perché è importante<br />

che la sezione dei condotti, di forma<br />

variabile dalle prese d’aria alla <strong>ventola</strong>,<br />

rimanga il più pos<strong>si</strong>bile costante per evitare<br />

perdite di carico. Ricordate che <strong>un</strong> brusco allargamento<br />

della sezione provoca maggiori<br />

perdite di <strong>un</strong> brusco restringimento.<br />

10) Ecco come <strong>si</strong> presenta in trasparenza il<br />

complesso <strong>ventola</strong>-condotti.<br />

11) L’ordinata posteriore è costruita in 3 parti:<br />

quella centrale su cui vengono incollati la<br />

scarico ed i supporti della <strong>ventola</strong> e le due<br />

laterali che vengono po<strong>si</strong>zionate succes<strong>si</strong>vamente.<br />

La struttura è <strong>un</strong> multistrato di balsa<br />

da 6 mm con superfici in carbonio.<br />

12) L’ordinata anteriore è pure in 3 pezzi,<br />

per rendere pos<strong>si</strong>bile l’inserimento in<br />

fusoliera. E’ rappresentata nell’immagine<br />

come <strong>un</strong> pezzo <strong>un</strong>ico perché le parti devono<br />

essere incollate as<strong>si</strong>eme a formare<br />

<strong>un</strong>a struttura in grado di portare i carichi<br />

aerodinamici delle ali. La struttura è quella<br />

precedentemente descritta.<br />

13) Il regolatore verrà po<strong>si</strong>zionato così..<br />

14) Il pacco batterie , 2 pacchi 2s da 3200 mAh<br />

collegati in serie a fornire 14,8 V, viene po<strong>si</strong>zionato,<br />

per questioni di centraggio, tra i condotti<br />

d’aspirazione, inserendolo dall’apertura<br />

ricavata sotto alla cabina del pilota.<br />

15) La ricevente viene messa dalla parte<br />

opposta del condotto rispetto al regolatore.<br />

L’antenna passa in <strong>un</strong> tubo in plastica<br />

inserito nell’ala. In questo modo l’antenna<br />

è completamente esterna alla fusoliera costruita<br />

in carbonio.<br />

16) Il <strong>modello</strong> finito, ma senza ali.<br />

17) Ed ecco il <strong>modello</strong> completo, visto da sotto.<br />

18) Il <strong>modello</strong> completo in trasparenza.<br />

19) Così apparirà il <strong>modello</strong> finito.<br />

41


dalle immagini 3D a pagina 41.<br />

L’ordinata anteriore svolge anche<br />

il compito di tenere in po<strong>si</strong>zione le<br />

parti anteriori dei condotti, costruite<br />

in due pezzi separati. L’ordinata posteriore<br />

porta il condotto di scarico.<br />

La <strong>ventola</strong> s’inserisce con la sua<br />

parte posteriore nel condotto di<br />

scarico e <strong>si</strong> appoggia sulla parte<br />

inferiore del condotto centrale.<br />

Una semiordinata, costruita come le<br />

precedenti, riduce la distanza tra gli<br />

appoggi dei supporti della <strong>ventola</strong> e<br />

ne riduce le pos<strong>si</strong>bili deformazioni.<br />

Tutta questa parte dei condotti di<br />

flusso dell’aria è fissa nel <strong>modello</strong>.<br />

Il condotto viene chiuso anterior-<br />

42<br />

mente alla <strong>ventola</strong> da <strong>un</strong>a parte<br />

semicilindrica che viene avvitata<br />

sui sostegni da 5 mm.<br />

I condotti sono costruiti in vetro da<br />

120 g/dm 2 in <strong>un</strong> solo strato. Le parti<br />

anteriori, in depres<strong>si</strong>one, sono rinforzate<br />

con del roving di carbonio<br />

a formare degli irrigidimenti esterni.<br />

I pieni per costruire i condotti sono<br />

realizzati in polistirolo a perdere.<br />

Le parti sono finite con stucco francese<br />

applicato a pennello dopo <strong>un</strong>a<br />

leggera diluizione con acqua, poi <strong>si</strong><br />

passano <strong>un</strong> paio di mani di fissativo<br />

per muri sfarinati e cera distaccante.<br />

Per ottenere il pezzo finito è necessario<br />

sciogliere il polistirolo con<br />

diluente ripulendo accuratamente le<br />

pareti dalla “sbobba” che ne risulta.<br />

Lo scarico ed i semicilindri sono<br />

sagomati su polistirolo rivestito con<br />

plastica ade<strong>si</strong>va trattata con cera<br />

distaccante e vengono separati dai<br />

master senza che <strong>si</strong>a necessario<br />

scioglierli col diluente.<br />

Le ali sono in polistirolo da 15 kg/m 3<br />

rivestito con balsa da 1 mm.<br />

La finitura è quella di <strong>un</strong>a volta:<br />

qualche mano di tendicarta ed <strong>un</strong>o<br />

strato di Modelspan.<br />

Lo Skylancer pesa - pronto al volo<br />

- 1650 grammi per <strong>un</strong>a spinta statica,<br />

misurata col <strong>modello</strong> a p<strong>un</strong>ta<br />

in giù sul piatto di <strong>un</strong>a bilancia e


44<br />

motore al mas<strong>si</strong>mo, di 950 g.<br />

L’impianto propul<strong>si</strong>vo è costituito<br />

da <strong>un</strong>a <strong>ventola</strong> Fantex 6XX, motore<br />

Mutron SCM22.10.03 ATI e 4 celle<br />

LiPo Kokam da 3200 mAh in serie.<br />

Il <strong>modello</strong> viene lanciato da <strong>un</strong>a<br />

rampa con 13 metri di corda elastica<br />

da 10 mm di diametro tirata per<br />

13-15 pas<strong>si</strong>. Con<strong>si</strong>glio senz’altro<br />

di costruire la rampa di lancio e di<br />

non fidar<strong>si</strong> assolutamente di tirare il<br />

cavo a mano col <strong>modello</strong> agganciato,<br />

per poi rilasciarlo al momento<br />

del volo senza la minima guida.<br />

Ho ancora sotto agli occhi <strong>un</strong><br />

incidente visto anni fa ad <strong>un</strong> rad<strong>un</strong>o<br />

a Modena, col <strong>modello</strong> che finisce a<br />

terra, trascinato impietosamente dal<br />

cavo elastico, a formare <strong>un</strong>a strisciata<br />

di pezzi di balsa e lana di vetro!<br />

La rampa è <strong>un</strong>a <strong>si</strong>cura garanzia<br />

contro questo genere d’incidenti.<br />

Il collaudo è avvenuto in novembre<br />

ed è risultato senza problemi.<br />

La po<strong>si</strong>zione del baricentro mi dava<br />

qualche pen<strong>si</strong>ero, anche se l’ala è<br />

esattamente la stessa del <strong>modello</strong><br />

della Scorpio, a parte il profilo che è


<strong>un</strong> SN22 disegnato da Simone No<strong>si</strong>.<br />

La fusoliera però è molto più l<strong>un</strong>ga<br />

e larga e, con queste dimen<strong>si</strong>oni, ha<br />

<strong>un</strong>a discreta influenza sulla po<strong>si</strong>zione<br />

del P<strong>un</strong>to Neutro del <strong>modello</strong>.<br />

Le batterie po<strong>si</strong>zionate nel p<strong>un</strong>to<br />

più arretrato raggi<strong>un</strong>gibile lasciavano<br />

ancora lo Skylancer leggermente<br />

picchiato rispetto al p<strong>un</strong>to indicato<br />

da Scorpio e, per la mia esperienza,<br />

col baricentro in quella po<strong>si</strong>zione<br />

lo Skyray era picchiato e richiedeva<br />

diverse tacche di trim a cabrare.<br />

Com<strong>un</strong>que, come <strong>si</strong> suol dire: “<strong>modello</strong><br />

picchiato <strong>modello</strong> salvato” e<br />

allora... imposto due tacche di trim<br />

a cabrare, controllo i movimenti,<br />

do <strong>un</strong> po’ di motore e, dopo <strong>un</strong><br />

l<strong>un</strong>go sospiro, schiaccio il pedale<br />

di rilascio dell’elastico.<br />

Lo Skylancer fila via con <strong>un</strong>a certa<br />

lentezza, <strong>si</strong> fa per dire, ma sono abituato<br />

a lanciare con la stessa catapulta<br />

(con elastico tre metri più corto)<br />

il Panther che pesa circa mezzo chilo<br />

di meno e la differenza <strong>si</strong> nota.<br />

Metto al mas<strong>si</strong>mo e mi accorgo subito<br />

di avere tra le mani <strong>un</strong> <strong>modello</strong><br />

perfettamente centrato. Che cu....!<br />

Pardon, volevo dire: “la classe non<br />

è acqua”, naturalmente.<br />

Riduco solo il trim del cabra di <strong>un</strong>a<br />

tacca ed è tutto a posto. Il <strong>modello</strong> è<br />

stabilis<strong>si</strong>mo e godibilis<strong>si</strong>mo, sembra<br />

più lento del Panther, ma <strong>un</strong> passaggio<br />

basso a piena velocità mi dice<br />

che forse sono le maggiori dimen<strong>si</strong>oni<br />

che danno quest’impres<strong>si</strong>one.<br />

Nonostante abbia impostato la corsa<br />

degli alettoni ad <strong>un</strong> valore inferiore a<br />

quella dell’elevatore (le superfici mobili<br />

svolgono ambedue le f<strong>un</strong>zioni),<br />

il primo tonneau con metà comando<br />

mi dice che a fine corsa la velocità di<br />

rotazione sarà elevatis<strong>si</strong>ma ed infatti<br />

la prova succes<strong>si</strong>va me lo conferma.<br />

Il comportamento in salita prol<strong>un</strong>gata<br />

a 45° è buono ed è pos<strong>si</strong>bile<br />

raggi<strong>un</strong>gere <strong>un</strong>a discreta quota<br />

che consente di eseguire il mezzo<br />

tonneau ed il mezzo looping per il<br />

ritorno in assoluta <strong>si</strong>curezza prima<br />

di perdere troppa velocità.<br />

Anche i looping dal volo livellato<br />

<strong>si</strong> fanno senza il minimo problema.<br />

Molto buono anche il comportamento<br />

a mezzo motore, come verifico<br />

facendo <strong>un</strong>a serie di passaggi<br />

lenti a bassa quota per e<strong>si</strong>genze<br />

fotografiche. Non ho programmato<br />

il regolatore ed in <strong>un</strong>o di questi<br />

passaggi il motore <strong>si</strong> spegne di colpo<br />

proprio di fronte a me, manco<br />

fosse <strong>un</strong> motore a scoppio!<br />

La velocità è discreta e la quota<br />

consentirebbe <strong>un</strong>a virata senza<br />

problemi, ma so che i delta rallentano<br />

paurosamente se l’incidenza<br />

aumenta oltre certi valori ed allora,<br />

visto che mi trovo all’aeroporto,<br />

tiro dritto ed atterro ad almeno 250<br />

metri di distanza, avendo paura che<br />

la radio mi pianti negli ultimi metri.<br />

Fort<strong>un</strong>atamente la cosa non <strong>si</strong><br />

verifica ed <strong>un</strong> amico mi accompagna<br />

con la sua auto a riprendere<br />

il <strong>modello</strong>. Intanto penso: però,<br />

che planata! Che ci stia anche <strong>un</strong>a<br />

ver<strong>si</strong>one PSS nello Skylancer?<br />

Dopo aver fatto parecchi altri voli,<br />

<strong>un</strong>a cosa che con<strong>si</strong>glio subito a chi<br />

lo volesse costruire è di realizzare le<br />

superfici mobili senza le alette equilibratrici<br />

che sporgono anteriormente<br />

rispetto alla linea di cerniera. Così<br />

gli elevoni non saranno in scala, ma<br />

eviterete di doverli riparare tutte le<br />

volte che atterrate dove l’erba non è<br />

più che perfettamente rasata.<br />

Il problema dello spegnimento del<br />

motore <strong>si</strong> è ripetuto ancora, ma<br />

succede solo quando <strong>si</strong> vuole<br />

volare modulando il gas.<br />

Pare, ma gli esperti non mi hanno garantito<br />

che il problema <strong>si</strong>a realmente<br />

dovuto a questo, che la parzializzazione<br />

del gas richieda <strong>un</strong> maggior<br />

carico sul regolatore e che questo<br />

interrompa l’alimentazione al motore<br />

andando in protezione termica.<br />

Dopo aver fatto diverse prove<br />

cambiando motore e regolatore, ho<br />

rimontato i pezzi originari ed ho cominciato<br />

a fare tutto il volo a pieno<br />

gas senza il minimo problema.<br />

In <strong>un</strong>’occa<strong>si</strong>one, lo spegnimento è<br />

avvenuto proprio davanti a me in <strong>un</strong><br />

passaggio a bassa quota e mezzo gas,<br />

ma lo Skylancer ha confermato le<br />

sue qualità di planatore consentendo<br />

di eseguire <strong>un</strong>a virata di 180 gradi in<br />

tutta <strong>si</strong>curezza in modo da atterrare<br />

sulla pista senza il minimo danno.<br />

C’è ancora <strong>un</strong> problema non risolto,<br />

evidenziato dalle temperature più<br />

elevate, tipiche della stagione.<br />

Si tratta della temperatura raggi<strong>un</strong>ta<br />

dalle batterie che <strong>si</strong> trovano<br />

in <strong>un</strong> ambiente chiuso senza la<br />

minima ventilazione. E’ ovvio che<br />

la soluzione sarebbe a portata di<br />

mano: <strong>un</strong> paio di aperture nella fusoliera<br />

risolverebbero il problema,<br />

almeno parzialmente, ma rovinerebbero<br />

completamente l’estetica<br />

del <strong>modello</strong>, ed allora... <br />

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