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5] Prolusione del presidente
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più preciso su come organizzeremo le nostre future riunioni
e sui disagi che dovremo subire che, comunque, mi auguro
temporanei.
Nell’ambito di questa ristrutturazione – grazie ai mezzi
messi a disposizione dal Comune e in parte dalla Fondazione
della Banca del Monte – come precedentemente accennato,
partiranno anche i lavori per l’attuazione di una biblioteca automatizzata
che, secondo programmi condivisi da noi e dalla
Civica Amministrazione, dovrà essere impostata in modo da
dare un nuovo servizio alla Città, per cui in collegamento molto
stretto con il Sistema bibliotecario urbano che, come è noto,
ha come suo centro la Biblioteca Queriniana. In tema di gestione
dei materiali documentari, poi, nel corso di questa riorganizzazione,
si dovrà considerare e cercare di risolvere anche
il problema della conservazione e fruibilità dei beni archivistici,
che si sta affacciando e ponendo in maniera sensibile per la
nostra città.
Non ultimo fra i propri compiti istituzionali, il nostro Ateneo,
è chiamato altresì a partecipare attivamente – come d’altra
parte è sempre stato fatto – nelle persone del presidente e del
segretario, alla vita della Fondazione “Ugo Da Como” di Lonato;
ma ciò, seppure impegnativo, non è argomento da approfondire
in questa sede.
Ora, prima che il segretario svolga la sua relazione sull’attività
registrata nel corso dell’anno 2006, permettete una rapida
cerimonia: abbiamo pensato di dare un piccolo ricordo ad alcuni
nostri soci benemeriti, la medaglia d’oro dell’Ateneo, per
quanto da loro fatto per la vita della nostra Accademia. Le persone
in argomento sono i già citati “past presidents” avvocati
Cesare Trebeschi e Angelo Rampinelli Rota e i “past vice-presidents”
professori Giuseppe Viani (scienziato), che purtroppo
non è potuto esser presente, e Luigi Amedeo Biglione di Viarigi
(letterato e storico). A loro la riconoscenza mia personale,
quella di tutti i soci, nonché di quanti hanno a cuore la cultura
bresciana, sottolineando che il nostro antico Ateneo si aspetta
di ricevere ancora molto da loro, dalla loro esperienza e dalla
loro cultura.