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<strong>Luigi</strong> <strong>Fascianella</strong><br />

di Giancarlo Tirendi<br />

Chi scrive non è certamente la persona più adatta per parlare della figura del Notar <strong>Luigi</strong><br />

<strong>Fascianella</strong>: prima che mi venisse proposto di realizzare il presente interevento, è inutile negarlo,<br />

<strong>Fascianella</strong> era per me solo un nome da associare ad un grande benefattore, un uomo che sembrava<br />

squadrarmi, con sguardo severo, ogni qual volta passavo davanti al suo ritratto posto innanzi gli<br />

uffici della direzione.<br />

Gli uffici di cui vi parlo sono quelli dell’Associazione Nuova Civiltà, un’organizzazione nata dal<br />

volontariato, per opera di Don Giuseppe Anzalone, che opera a San Cataldo ormai da quasi venti<br />

anni. Nuova Civiltà, dal 1999, ha avuto l’onere e soprattutto l’onore di avere affidati gli immensi<br />

locali dell’Ente Morale <strong>Fascianella</strong>, da parte del Consiglio di Amministrazione dell’Ente, presieduto<br />

dall’allora Vescovo di Caltanissetta, Mons. Alfredo Garsia.<br />

Ma prima di arrivare ai giorni nostri, è consigliabile fare un salto indietro nel tempo, così da<br />

comprendere, per quanto ci sarà possibile, chi era <strong>Luigi</strong> <strong>Fascianella</strong> e cosa è stato possibile<br />

realizzare grazie al suo operato.<br />

Volendo effettuare una breve indagine su quali siano i personaggi storici più conosciuti della storia<br />

di San Cataldo, si potrebbe senz’altro dire che <strong>Fascianella</strong> detiene un singolare record: il suo nome<br />

è certamente uno dei più conosciuti dalla quasi totalità della popolazione sancataldese (chiunque,<br />

anche i più piccoli, sanno indicare ad un estraneo visitatore dove si trovi l’Istituto <strong>Fascianella</strong> o,<br />

come molti amano dire storpiandone il nome “La <strong>Fascianella</strong>”), ma sul Notaio <strong>Luigi</strong> <strong>Fascianella</strong> è<br />

difficilissimo reperire delle informazioni, nonostante i molti testi scritti, a tutt’oggi, sulla storia di<br />

San Cataldo.<br />

Dall’indagine effettuata, sono giunto pertanto alla triste conclusione che la gran parte dei giovani di<br />

San Cataldo (e non solo) è maggiormente portata ad identificare <strong>Fascianella</strong> con un edificio più che<br />

con una persona realmente vissuta a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo!<br />

<strong>Luigi</strong> <strong>Fascianella</strong> nacque a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, nel 1864, appena due anni<br />

dopo la memorabile visita svolta nel nostro paese da Garibaldi e dall’autore del “Conte di<br />

Montecristo” (Alessandro Dumas padre), nella rivoluzionaria San Cataldo del tempo (che come<br />

amava ripetere mio nonno, già a quell’epoca, si contrapponeva a Caltanissetta che, al contrario, si<br />

fregiava di essere “borbonica”).<br />

<strong>Fascianella</strong> nasce in una famiglia di agiate condizioni economiche e sin da giovane si distinse per le<br />

sue più che eccellenti doti di studente. In quel periodo, è bene ricordarlo, solo pochissime persone<br />

accedevano agli studi universitari e solo chi era veramente portato per lo studio (a prescindere dalle<br />

condizioni economiche familiari) proseguiva fino al conseguimento di una laurea. <strong>Fascianella</strong>, per<br />

l’appunto, fu uno di questi, studiò a Palermo dove conseguì la laurea in giurisprudenza, per poi fare<br />

ritorno a San Cataldo dove iniziò, ben presto, la carriera di avvocato.<br />

Se pur ancora molto giovane, palesando sin da allora il suo interesse per il sociale e per le fasce più<br />

deboli della popolazione, nell’inverno 1893 – 94 <strong>Fascianella</strong> si interessò alla vicenda del “Fascio<br />

dei Lavoratori” di San Cataldo, durante la quale i braccianti agricoli del nostro paese insorsero<br />

contro le condizioni di grave sfruttamento alla quale erano sottoposti all’epoca.<br />

Il fascio dei lavoratori era un movimento a carattere “socialista rivoluzionario” e, ovviamente, non<br />

poteva non destare preoccupazione nelle autorità dell’epoca che pertanto richiesero, nella persona<br />

del “prefetto dell’ordine”, di compilare elenchi dettagliati di tutti i membri del fascio così da poterli<br />

tenere più facilmente sotto controllo. Grazie al rapporto stilato negli atti di pubblica sicurezza<br />

dell’epoca, possiamo trarre alcune notizie interessanti sull’allora ventinovenne <strong>Fascianella</strong> e su<br />

quali fossero gli ideali che l’animavano in quel primo periodo della sua vita (vi è da considerare che


si tratta di un rapporto stilato da un delegato di P.S., il quale era fortemente ostile al movimento<br />

socialista del fascio sancataldese). Secondo quanto riferito nel rapporto “L’avv. <strong>Luigi</strong> <strong>Fascianella</strong><br />

ha principi politici alquanto spinti, motivo per cui è associato ai fratelli Asaro (due tra i capi del<br />

movimento) e ad altri che sono ritenuti per principali promotori e sostenitori del Fascio, mentre<br />

egli è da ritenere per consigliere intimo di siffatta istituzione. È un part – bomb senza autorità, ma<br />

molto attivo, facile agli intrighi, ed appartiene alla minoranza di questo consiglio comunale che<br />

ognora più si fa audace la quale tenta imporsi per soddisfare le bizze personali. Egli fu nominato<br />

nella carica onorifica di vice – giudice conciliatore, ma fu costretto a rinunciare per<br />

incompatibilità a causa principalmente del suo carattere punto corretto e della sua indole<br />

intrigante e appassionata. Attualmente egli aspira ad un posto di notaro”.<br />

Come accennavamo più sopra, la biografia compilata dal delegato di Pubblica Sicurezza è in realtà<br />

pervasa da una spiccata ostilità, in quanto i dirigenti della P.S. erano in realtà nemici personali di<br />

<strong>Fascianella</strong> e di altri consiglieri comunali che si battevano alacremente per fare revocare il<br />

provvedimento che assegnava una guardia municipale da assegnare al servizio del delegato di P.S.!<br />

Ma da queste brevi righe è comunque possibile comprendere quanto appassionato e idealista fosse il<br />

temperamento di <strong>Fascianella</strong>, ideali e passioni che successivamente il Fascinella profuse in quella<br />

che era la sua vera inclinazione.<br />

La vera vocazione del <strong>Fascianella</strong>, infatti, si manifestò soltanto l’anno dopo, nel 1895, quando<br />

assieme ai giovani sacerdoti A. Vassallo, C. Cammarata e C. Carletta, <strong>Fascianella</strong> si ritrovò a<br />

dirigere il Movimento Cattolico Sancataldese, che in quegli anni muoveva i primi passi.<br />

Sempre in quegli anni, l’avvocato <strong>Fascianella</strong>, descritto come un “intelligente e dinamico giovane”<br />

era già consigliere comunale e si ritrovò assieme ai sacerdoti Alberto Vassallo e Rosario Mammano<br />

ad un congresso al quale partecipava don <strong>Luigi</strong> Cerutti (teorico e organizzatore del movimento<br />

cooperativo contadino cattolico in <strong>It</strong>alia). Durante il convegno don Cerutti spiegò quali fossero le<br />

regole alla base della fondazione di una cassa rurale e soprattutto quali vantaggi potevano derivarne<br />

per le classi sociali più svantaggiate abitanti nelle zone rurali.<br />

Animato da quegli ideali che lo spingevano ad aiutare le classi economiche più disagiate (quegli<br />

stessi ideali che avevano portato il fazioso delegato di P.S. a definirlo come un “pericoloso<br />

rivoluzionario”) <strong>Fascianella</strong>, tornato a San Cataldo, mise tutto il suo entusiasmo nella fondazione<br />

della “Cassa Rurale”, di cui fu nominato, da subito, segretario. Successivamente, sempre su<br />

iniziativa di <strong>Luigi</strong> <strong>Fascianella</strong>, venne fondata la “Cassa operaia”, con finalità similari alla<br />

precedente Cassa Rurale, ma principalmente rivolta a sostenere e a far credito agli artigiani e alle<br />

loro piccole iniziative imprenditoriali.<br />

L’attivismo di <strong>Fascianella</strong> nel campo sociale, trovò quindi il suo naturale sbocco in politica,<br />

attraverso l’inserimento nel consiglio comunale, dove il notaio venne eletto più volte (sempre per la<br />

parte cattolica). Nel 1897 <strong>Fascianella</strong> fu, assieme a Vassallo, Cammarata e Carletta tra i fondatori<br />

del “Partito municipale cattolico”.<br />

Come afferma Cataldo Naro “<strong>Fascianella</strong> poteva vedere nelle iniziative sociali cattoliche la<br />

realizzazione delle sue aspirazioni socialiste, l’incarnazione di una sorta di “socialismo cristiano”.<br />

Nel 1896 un altro delegato di P.S. (quello che aveva redatto il primo rapporto era morto suicida nel<br />

1895), affermava infatti che “<strong>Fascianella</strong> fino a due anni prima professava principi socialisti e<br />

risultava prodigo di consigli verso i capi del Fascio dei Lavoratori, mentre poi è diventato la<br />

persona più zelante dell’agitazione cattolica […] dimostrando un clericalismo straordinario”.<br />

Grazie al grande lavoro svolto, <strong>Fascianella</strong> riuscì a conquistarsi la stima di tutti gli esponenti del<br />

Movimento Cattolico Diocesano e nei primi anni del ventesimo secolo ebbe anche l’onore di fare<br />

parte della “Federazione Diocesana delle Opere Economico – Sociali Cattoliche”.


Non è facile immaginare la San Cataldo dei primi del novecento per un giovane del ventunesimo<br />

secolo, ma è sufficiente ascoltare i racconti delle persone più anziane, per comprendere quanta<br />

miseria ci fosse e quanto importante potesse essere l’opera svolta da operatori sociali, quale fu<br />

<strong>Fascianella</strong>, in quel periodo di enormi stenti. E tale miseria divenne ancor più grande<br />

successivamente alla Grande Guerra (successivamente, purtroppo, ribattezzata come “Prima guerra<br />

mondiale”, quando il mondo riuscì ad organizzare la seconda tragedia planetaria); San Cataldo ebbe<br />

all’epoca circa 250 caduti (senza contare i morti per prigionia, malattia, infortuni e dispersi) ed è in<br />

questo quadro di devastazione, lutto e miseria che va inquadrata la fondazione della sezione<br />

sancataldese del Partito Popolare di Don <strong>Luigi</strong> Sturzo, tra i cui fondatori, animati da un idealismo<br />

democratico introvabile in noi uomini del terzo millennio, fu proprio <strong>Luigi</strong> <strong>Fascianella</strong>, che restò<br />

fino alla morte fedele a tali principi democratici.<br />

Sebbene, come dicevo più sopra, siano pochissime le informazioni oggi in nostro possesso su<br />

<strong>Fascianella</strong>, tra le righe è comunque possibile comprendere che ci troviamo di fronte alla figura di<br />

un grande cattolico, un uomo che seguendo i veri principi del Vangelo si è sempre dedicato al<br />

prossimo con assoluta abnegazione, evitando però di pubblicizzare i suoi atti di generosità<br />

attraverso quei proclami e quelle campagne pubblicitarie alle quali, oggi, siamo ormai purtroppo<br />

ampiamente assuefatti.<br />

Non è dunque facile per noi uomini d’oggi comprendere un uomo come <strong>Fascianella</strong>, un uomo che<br />

non avendo avuto il dono di un figlio proprio, decide di creare un futuro migliore ai figli degli altri<br />

donando quasi tutto ciò che possiede alla diocesi di Caltanissetta, così da fondare, tra le altre cose,<br />

anche una scuola che avviasse i figli dei contadini all’uso delle moderne tecniche agricole<br />

(<strong>Fascianella</strong>, che oltre ad essere notaio era anche proprietario terriero, fu un grande promulgatore<br />

del progresso nel campo agricolo: introdusse l’uso dei concimi minerari sul territorio di San Cataldo<br />

ed arrivò a costituire anche un consorzio destinato all’acquisto e alla distribuzione di tali concimi).<br />

Alla sua morte, avvenuta il 23 dicembre del 1933, Monsignor Alberto Vassallo (che all’epoca era<br />

nunzio apostolico a Monaco di Baviera) scrisse grandi cose su di lui: “La morte del notar<br />

<strong>Fascianella</strong> mi ha cagionato vero dolore, […] a lui si deve la fondazione dei due grandi istituti di<br />

credito di San Cataldo, prima la Cassa Agraria con Don Cerutti, poi la Cassa Operaia. Era la sola<br />

persona di vero ingegno e posizione sociale che attivamente si dichiarava per le cose cattoliche”.<br />

Nel testamento olografo redatto da <strong>Fascianella</strong>, alla Diocesi di Caltanissetta nella persona del<br />

Vescovo pro tempore, venivano destinate le tenute di Furiana e Favarella e la somma di £ 200.000<br />

in contanti: tale lascito era destinato ad istituire a San Cataldo un “Orfanotrofio maschile per gli<br />

orfani prevalentemente figli di contadini, al fine di educarli cristianamente e avviarli all’arte<br />

agraria”. Il testamento venne affidato all’avvocato Arcangelo Cammarata, che prese talmente a<br />

cuore l’incarico da donare al nuovo istituto circa diecimila metri quadri di terra di sua proprietà<br />

della contrada S. Antonio, Morillo, San Gaetano, zona dove per l’appunto sorse il nuovo edificio.<br />

L’opera divenne ente morale con decreto del 18 giugno del 1936, mentre la prima pietra venne<br />

posta, con una cerimonia solenne, il 15 novembre del 1936 alla presenza di tutte le autorità. Alla<br />

costruzione dell’imponente opera, è bene precisarlo, parteciparono anche il Ministero di Grazia e<br />

Giustizia, le due Casse locali e altri privati benefattori: all’interno dell’edificio sorsero anche i locali<br />

del “Centro di Rieducazione per i Minorenni” e quelli del “Tribunale per i minori”.<br />

Nel 1938, nonostante l’edificio non fosse ancora ultimato, vista l’impellente necessità, venne<br />

avviato il centro di rieducazione per i minorenni e la sua gestione venne affidata all’avvocato<br />

Cammarata.<br />

Il nome di tale istituzione era, per l’appunto, “Orfanotrofio <strong>Fascianella</strong>” e comprendeva la suo<br />

interno 153 vani utili suddivisi tra una prima sezione denominata “Istituto di Osservazione” (a sua<br />

volta comprendente una Sezione Amministrativa e una Sezione di Custodia Preventiva) e una


seconda sezione destinata alla “rieducazione” dei minori, che era per l’appunto denominata “Casa<br />

di rieducazione”. Nell’istituto era anche in funzione una scuola media.<br />

Tale orfanotrofio venne però, dopo lunghe trattative, interamente ceduto all’Amministrazione del<br />

Patrimonio dello stato, per complessivi £ 20.500.000. Con tale somma, nel rispetto delle ultime<br />

volontà lasciate dal notaio <strong>Luigi</strong> <strong>Fascianella</strong>, venne successivamente costruita la “Casa del<br />

Fanciullo Notar <strong>Luigi</strong> <strong>Fascianella</strong>”, quegli stessi locali di cui parlavo all’inizio di questo breve<br />

articolo, all’interno dei quali chi scrive si trova oggi ad operare.<br />

Per costruire l’imponente edificio, oltre ai ricavati della vendita di cui sopra, fu necessario utilizzare<br />

gli utili ricavati dalla vendita delle terre di Buriana (anch’esse donate dal Notaio <strong>Fascianella</strong>) e dei<br />

contributi della Regione Siciliana; il nuovo edificio venne costruito sulle terre prima appartenute al<br />

notaio Calogero Russo e nel 1956 si diede avvio alla costruzione dell’importante complesso.<br />

Fino al 1999, come a tutti noto, l’istituto <strong>Fascianella</strong> è stato retto dai padri Salesiani, che hanno<br />

fatto grandi cose in favore dei minori più bisognosi (orfani, figli di ex combattenti, bambini<br />

abbandonati) non solo di San Cataldo, ma dell’intera Sicilia.<br />

Oggi, a causa della crisi vocazionale che affligge, ormai da anni, la Chiesa Cattolica, l’istituto è<br />

stato affidato all’Associazione Nuova Civiltà.<br />

Nonostante l’eccezionale lavoro svolto dai Salesiani nei loro quasi quarant’anni di gestione,<br />

l’istituto era in condizioni di semi – abbandono al momento della consegna alla nostra<br />

organizzazione da parte di Mons. Garsia.<br />

Per anni un manipolo di volontari ha lavorato sette giorni su sette, festivi compresi, per raccogliere<br />

il denaro necessario a rimettere in sesto la struttura. Gli ideali che hanno animato questi ragazzi<br />

sono gli stessi, (me ne rendo conto solo ora), che all’epoca animavano il giovane <strong>Luigi</strong> <strong>Fascianella</strong>,<br />

cattolico e idealista, che non si fermava davanti a nessuna difficoltà nel suo lavoro di aiuto alle<br />

classi più deboli.<br />

I volontari e gli operatori che oggi lavorano all’interno dell’Associazione Nuova Civiltà non sono<br />

sacerdoti ma sono guidati da un sacerdote, Don Giuseppe Anzalone e sono animati da quegli stessi<br />

ideali e principi cattolici che animavano il notaio <strong>Fascianella</strong>.<br />

Oggi, all’interno dell’istituto, sono attivi una comunità alloggio per ragazze abbandonate/disagiate<br />

(la Comunità “Alba”), un nuovissimo campo di calcio, una palestra di recentissima ristrutturazione<br />

adibita a scuola di danza, una sala giochi, un asilo, un laboratorio cinematografico, un ampio<br />

auditorium/teatro trasformabile, in pochi istanti, in cinema. Centinaia sono i giovani che ogni<br />

giorno affollano la nostra struttura che è diventato una sorta di “oratorio” aggiornato al terzo<br />

millennio (pur di coinvolgere i giovani siamo arrivati, perfino, a girare tre lungometraggi e,<br />

attualmente, è in corso di lavorazione il quarto).<br />

Descrivere in questa sede le molte altre attività dell’associazione sarebbe prolisso e fuori luogo:<br />

quel che speriamo, dal profondo del nostro cuore, è che il notaio <strong>Fascianella</strong> possa essere fiero di<br />

noi e di quello che stiamo continuando a fare, anche e soprattutto grazie a lui, per i giovani disagiati<br />

del nostro paese.<br />

Bibiliografia<br />

• Salvatore Arcarese “San Cataldo e Sancataledesi – Dalle origini ai giorni nostri” – Litografia<br />

Editrice Nocera, San Cataldo 1980


• C. Naro “Dizionario biografico del movimento cattolico nisseno” Edizioni del Seminario,<br />

Caltanissetta 1986<br />

• C.Naro “La fondazione della Cassa Rurale di San Cataldo” , San Cataldo 1980<br />

• C. Naro “Tra preti sociali” in “Preti sociali e pastori d’anima”, Ed. Sciascia, Caltanissetta<br />

1994

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