Efficienza energetica e politica ambientale La sfida dell'innovazione ...
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N. 1 - 15 Gennaio 2010 - Anno 58<br />
Milano Architettura Design Edilizia<br />
Fiera Milano, Rho 03_06 Febbraio 2010<br />
1563<br />
IMREADY Srl - Spedizione in abbonamento postale - Tabella B - (Tassa riscossa) - autorizzazione rilasciata a IMREADY Srl - n. 959 del 19.12.08 dalla Direzione Generale PP.TT. della Rep. S. Marino<br />
Quindicinale<br />
di informazione<br />
per ingegneri<br />
e architetti<br />
<strong>La</strong> situazione internazionale e i possibili cambiamenti nel nostro Paese<br />
<strong>Efficienza</strong> <strong>energetica</strong> e <strong>politica</strong> <strong>ambientale</strong><br />
<strong>La</strong> <strong>sfida</strong> dell’innovazione per un futuro sostenibile<br />
PROF. ING. GIANBATTISTA ZORZOLI<br />
Nel 2010, anno che chiude la<br />
prima decade del terzo millennio,<br />
secondo il World<br />
Energy Outlook 2009 dell’IEA,<br />
malgrado il calo provocato dalla<br />
crisi economico-finanziaria la domanda<br />
mondiale di energia sarà già<br />
tornata quasi al livello del 2007 e, a<br />
politiche energetiche immutate<br />
(scenario di riferimento), fra il 2007<br />
e il 2030 crescerà mediamente<br />
dell’1,5% all’anno. Può sembrare<br />
poco, ma in termini assoluti significa<br />
un incremento di 4,8 miliardi di<br />
tep (+ 40%).<br />
Non a caso lo stesso rapporto illustra<br />
anche uno scenario denominato<br />
450, in quanto garantirebbe una<br />
concentrazione di CO2 equivalente<br />
nell’atmosfera mai superiore a 450<br />
ppm, così da limitarne a 2 °C l’incremento<br />
della temperatura media.<br />
In tal modo nel 2030 rispetto allo<br />
scenario di riferimento il quantitativo<br />
annuo di emissioni si ridurrebbe<br />
di 13,8 miliardi di tonnellate.<br />
segue a pag. 5<br />
Mtoe<br />
12.000<br />
10.000<br />
8.000<br />
6.000<br />
4.000<br />
2.000<br />
Inquinamento atmosferico:<br />
servono strategie diverse<br />
PROF. ING. GIUSEPPE FUMAROLA<br />
Inquinamento atmosferico e<br />
cambiamento climatico sono<br />
fenomeni strettamente interconnessi<br />
che non possono essere<br />
trattati separatamente come è avvenuto<br />
sino ad oggi. Negli ultimi<br />
anni diversi convegni e dibattiti,<br />
sino al più recente sponsorizzato<br />
dall’EFCA [1], hanno ribadito la<br />
necessità di affrontare questi temi<br />
0<br />
con un approccio integrato.<br />
Nel 2007 l’UNECE ha deciso di<br />
costruire il futuro Ambiente per<br />
l’Europa, programmando una<br />
Conferenza Ministeriale per il<br />
2011 ad Astana nel Kazakistan<br />
[2] e invitando la comunità scientifica<br />
ad elaborare idee e proposte<br />
per quella occasione.<br />
Questo lavoro è un contributo<br />
che mette in rilievo la mancanza<br />
di coerenza e le contraddizioni<br />
Informazione, new economy<br />
e la <strong>sfida</strong> del terzo millennio<br />
PROF. ING. PIERANGELO ANDREINI<br />
C’<br />
è chi dice che il progresso<br />
compiuto dall’uomo nel<br />
XX° secolo equivale al<br />
cammino fatto dall’umanità in tutti<br />
i secoli precedenti dall’inizio della<br />
Fondato nel 1952 www.giornaleingegnere.it<br />
1980 1990 2000 2010 2020 2030<br />
segue a pag. 4<br />
civiltà, che esso sarà poco rispetto a<br />
ciò che prospettano i prossimi decenni<br />
e che l’attuale cultura sarà rapidamente<br />
sovvertita da una nuova,<br />
di carattere globale, capace di<br />
coinvolgere tutto il mondo praticamente<br />
in tempo reale.<br />
ANDAMENTO E PREVISIONE DELLA DOMANDA DI ENERGIA<br />
segue a pag. 6<br />
DAVIDE CANEVARI<br />
<strong>La</strong> matematica, certo, non è<br />
un’opinione. A volte lo sono,<br />
invece, i sondaggi (non a caso<br />
detti d’opinione), pur avendo<br />
sempre a che fare con i numeri. E<br />
questo vale anche - forse soprattutto<br />
- per un tema scottante come<br />
quello del nucleare. Negli ultimi mesi<br />
si sono, infatti, alternate inchieste<br />
con esiti profondamente diversi tra<br />
di loro.<br />
segue a pag. 3<br />
Cina e India<br />
non-OECD<br />
OECD<br />
Pubblicati i risultati di un’indagine dell’Ispo<br />
I nuovi scenari “nucleari”<br />
Gli italiani cambiano idea?<br />
1563<br />
FOCUS/<br />
INFRASTRUTTURE “EUROPA - AFRICA”<br />
Lo scorso ottobre si è svolta a Napoli la conferenza annuale del programma TEN-T,<br />
evento organizzato dalla Commissione, dal Ministero italiano delle infrastrutture e dei trasporti,<br />
dalla presidenza dell’Unione Europea. Tra i temi trattati, il possibile futuro infrastrutturale<br />
dell’Africa e il ruolo che potrebbe svolgere l’Europa, vista anche la vicinanza geografica.<br />
Partendo da questo spunto il Giornale dell’Ingegnere ha deciso di dedicare un dossier<br />
di approfondimento al Sud del Mediterraneo e alle possibilità di sviluppo – anche in<br />
campo energetico – nel prossimo ventennio.<br />
DA PAG. 7 A PAG. 12<br />
fonte: OCED/IEA 2009<br />
foto: Greg<br />
Milano Architettura Design Edilizia<br />
Fiera Milano, Rho 03_06 Febbraio 2010<br />
ORDINI<br />
Stefano Calzolari<br />
nuovo Presidente<br />
di Milano<br />
■ Roberto Di Sanzo<br />
“Sarà un’avventuraappassionante”.<br />
E’ con<br />
questo spirito<br />
che Stefano<br />
Calzolari ha assunto,<br />
lo scorso<br />
mese di ottobre,<br />
la carica<br />
di Presidente<br />
dell’Ordine degli Ingegneri di<br />
Milano. Ingegnere civile edile<br />
con indirizzo strutturista, laureato<br />
al Politecnico del capoluogo<br />
lombardo, Stefano Calzolari<br />
è un libero professionista che<br />
per quattro anni ha collaborato<br />
proprio con l’attuale Rettore del<br />
Politecnico, il professor Giulio<br />
Ballio (“Un’esperienza davvero<br />
rilevante per la mia formazione<br />
professionale”). Per quanto concerne<br />
la sua carriera ordinistica,<br />
Calzolari è stato Consigliere per<br />
più mandati, Presidente della<br />
“Commissione Formazione” e<br />
della “Commissione Qualità”.<br />
segue a pagina 14<br />
ANNIVERSARIO<br />
I cent’anni<br />
della “Metallurgia<br />
Italiana”<br />
■ prof. dott. Gianangelo Camona<br />
Il 16 novembre 2009 l’AIM –<br />
Associazione Italiana di Metallurgia<br />
– ha invitato soci e amici<br />
presso il Museo della Scienza e<br />
della Tecnologia “Leonardo da<br />
Vinci” per festeggiare un duplice<br />
anniversario: il Centenario della<br />
rivista dell’Associazione, “<strong>La</strong> Metallurgia<br />
Italiana”, e il Cinquantenario<br />
del Centro Studi Materiali<br />
per l’Energia – CME.<br />
“<strong>La</strong> Metallurgia Italiana” ha visto<br />
la sua nascita il 15 novembre<br />
1909, promossa dall’Associazione<br />
fra gli Industriali Metallurgici<br />
Italiani come suo organo<br />
ufficiale.<br />
Voluta con l’intento principale<br />
di rappresentare la voce istituzionale<br />
dell’industria metallurgica<br />
nazionale, la rivista è<br />
andata via via spostando il suo<br />
baricentro verso contenuti tecnico-scientifici,<br />
che sono divenuti<br />
assolutamente preminenti<br />
soprattutto dopo che la testata<br />
è passata di proprietà all’AIM<br />
nel 1947.<br />
segue alle pagine 22-23
2 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />
1563<br />
Fondato nel 1952 www.giornaleingegnere.it<br />
QUINDICINALE DI INFORMAZIONE<br />
PER INGEGNERI E ARCHITETTI<br />
Direttore responsabile<br />
Carlo Valtolina<br />
Presidente del Collegio Ingegneri e Architetti di Milano<br />
Vicedirettore<br />
Pierangelo Andreini<br />
____________________________<br />
Direttore scientifico-culturale<br />
Giulio Galli<br />
____________________________<br />
Assistente al direttore<br />
Franco Ligonzo<br />
Comitato di gestione<br />
Adriano De Maio, Patrizia Giracca,<br />
Anna Semenza, Carlo Valtolina,<br />
Gilberto Ricci<br />
Comitato Scientifico Culturale<br />
AREA STRATEGICA<br />
Sergio Barabaschi, Vittorio Coda,<br />
Alberto Quadrio Curzio, Adriano<br />
DeMaio, Giacomo Elias, Giuseppe<br />
<strong>La</strong>nzavecchia, Giovanni Nassi, Massimo<br />
Saita<br />
AREA FORMAZIONE, RICER-<br />
CA E INNOVAZIONE<br />
Umberto Bertelè, Maurizio Cumo,<br />
Walter Niccodemi, Aldo Norsa,<br />
Lucio Pinto, Michele Presbitero,<br />
Umberto Ruggiero, Claudio Smiraglia,<br />
Cesare Stevan<br />
AREA TECNICA, ECONOMICA,<br />
NORMATIVA<br />
E PROFESSIONALE<br />
Mario Abate, Pierangelo Andreini,<br />
Guido Arrigoni, Giancarlo Bobbo,<br />
Gianmario Bolloli, Sergio Brofferio,<br />
Giuseppe Callarame, Vittorio<br />
Carnemolla, Franco Cianflone, Sergio<br />
Clarelli, Piercarlo Comolli, Antonio<br />
De Marco, Gabriele Di Caprio,<br />
Mario Ghezzi, Gian Carlo<br />
Giuliani, Leopoldo Iaria, Franco Ligonzo,<br />
Ernesto Pedrocchi, Giovanni<br />
Rigone, Michele Rossi, Alberto Rovetta,<br />
Angelo Selis, Giorgio Simeone,<br />
Franco Sironi, Andrea Sommaruga,<br />
Francesco Tozzi Spadoni,<br />
Giorgio Valentini<br />
Direttore editoriale<br />
Pierfrancesco Gallizzi<br />
____________________________<br />
Redazione<br />
Responsabile: Sandra Banfi<br />
Davide Canevari<br />
Roberto Di Sanzo<br />
Patrizia Ricci<br />
Comitato d’onore<br />
Edoardo Bregani, Vittore Ceretti,<br />
Adolfo Colombo, Riccardo Pellegatta,<br />
Fabio Semenza, Gianni Verga<br />
Presidenti degli Ordini e Collegi<br />
abbonati al Giornale dell’Ingegnere<br />
Di diritto componenti del Comitato<br />
Scientifico Culturale “Area Tecnica,<br />
economica, normativa e professionale”<br />
Collegio ingegneri di Pavia: Giovanni<br />
Rigone; Collegio ingegneri di Venezia:<br />
Franco Pianon<br />
Ordini ingegneri: Alessandria: Gregorio<br />
Marafioti; Aosta: Michel Grosjacques;<br />
Belluno: Luigi Panzan; Bergamo:<br />
Donatella Guzzoni; Biella: Renato<br />
Bertone; Brindisi: Erminio Elia;<br />
Caserta: Vittorio Severino; Catanzaro:<br />
Salvatore Saccà; Como: Manlio<br />
Cantaluppi; Cremona: Adriano Faciocchi;<br />
Cuneo: Adriano Gerbotto;<br />
Forli’-Cesena: Lucio Lelli; Imperia:<br />
Pino Domenico; Lecco: Teodoro Berera;<br />
Lodi: Angelo Pozzi; Mantova:<br />
Tommaso Ferrante; Milano: Gianfranco<br />
Agnoletto; Monza: Piergiorgio<br />
Borgonovo; Napoli: Luigi Vinci; Novara:<br />
Giancarlo Ferrera; Parma: Angelo<br />
Tedeschi; Pavia: Giampiero Canevari;<br />
Piacenza: Fabrizio Perazzi;<br />
Reggio Emilia: Piero Antonio Gasparini;<br />
Sondrio: Enrico Moratti; Torino:<br />
Ilario Cursaro; Trento: Alberto Salizzoni;<br />
Treviso: Vittorino Dal Cin; Varese:<br />
Roberta Besozzi; Verbania: Alberto<br />
Gagliardi; Vercelli: Guido Torello;<br />
Verona: Mario Zocca.<br />
Hanno collaborato a questo numero:<br />
Gianangelo Camona, Bruno Ciborra, Giuseppe Fumarola, Luca Iannantuoni, Giuseppe<br />
<strong>La</strong>nzavecchia, Anna Magrini, Giovanni Manzini, GianBattista Zorzoli<br />
Proprietà Editoriale<br />
Società di Servizi del<br />
Collegio degli Ingegneri<br />
e Architetti di Milano S.r.l.<br />
corso Venezia 16 - 20121 Milano<br />
____________________________<br />
Casa Editrice<br />
IMREADY Srl<br />
Strada Cardio, 4 47891 Galazzano – RSM<br />
Tel. 0549.901003 Fax 0549.909096<br />
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Direzione, redazione, segreteria<br />
corso Venezia 16 - 20121 Milano<br />
tel. +39 0276011294<br />
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Autorizzazione:<br />
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Prot. n. 2346/75/2008<br />
del 12 dicembre 2008.<br />
Copia depositata presso il Tribunale<br />
della Rep. Di San Marino.<br />
____________________________<br />
Autorizzazione: Segreteria di Stato<br />
Affari Interni Prot. n. 926/75/2009<br />
del 11 maggio 2009.<br />
Copia depositata presso il Tribunale<br />
della Rep. di San Marino<br />
© Copyright by Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano<br />
Gli articoli e le note firmate esprimono l’opinione dell’autore, non necessariamente<br />
quella del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, e non impegnano l’Editore<br />
e la Redazione. L’invio di immagini e testi implica l’autorizzazione dell’autore<br />
alla loro pubblicazione a titolo gratuito e non dà luogo alla loro restituzione, anche<br />
in caso di mancata pubblicazione. <strong>La</strong> direzione si riserva il diritto di ridimensionare<br />
gli articoli pervenuti, senza alterarne il contenuto e il significato globale.<br />
Progetto grafico, fotocomposizione<br />
S.G.E. Servizi Grafici Editoriali<br />
via Rossini, 2 - Rivolta d’Adda<br />
Tel. 0363 371 203 - Fax 0363 370 674<br />
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40138 Bologna<br />
Oltre agli Abbonati individuali Il Giornale dell’Ingegnere viene distribuito:<br />
• agli iscritti agli Ordini degli Ingegneri delle province di Alessandria, Aosta,<br />
Belluno, Bergamo, Biella, Brindisi, Caserta, Catanzaro, Como, Cremona, Cuneo,<br />
Forlì-Cesena, Imperia, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Monza e Brianza,<br />
Napoli, Novara, Parma, Pavia, Piacenza, Reggio Emilia, Sondrio, Torino, Trento,<br />
Treviso, Varese, Verbania,Vercelli e Verona;<br />
• agli iscritti ai Collegi degli Ingegneri di Pavia e Venezia;<br />
• agli iscritti al Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano;<br />
• agli iscritti alle Associazioni aderenti all’ANIAI (Associazione Nazionale Ingegneri<br />
e Architetti Italiani);<br />
• alle Associazioni professionali, ai principali Enti tecnici e Industrie nazionali,<br />
ad alcuni istituti scolastici medi superiori, ad alcune sedi Universitarie.<br />
Con la collaborazione istituzionale di:<br />
ASSOBETON, ASSOLEGNO, ASSOVETRO, ATECAP, UNCSAAL<br />
DI QUESTO NUMERO SONO STATE DIFFUSE 85.000 COPIE<br />
LAVORO E MANAGEMENT<br />
Nuova ISO 9004, strumento utile<br />
per misurare il livello del proprio successo<br />
DOTT. ING. GIOVANNI MANZINI<br />
Nel novembre scorso<br />
l’ISO ha pubblicato<br />
l’aggiornamento della<br />
norma ISO 9004:2009. <strong>La</strong><br />
nuova edizione contiene numerose<br />
novità che sono state<br />
introdotte per interagire in<br />
modo sempre più efficiente<br />
con il contesto economicoproduttivo,<br />
per identificare le<br />
aspettative di tutte le parti interessate<br />
(clienti, proprietà,<br />
dipendenti, autorità, fornitori,<br />
sindacati...), per raggiungere<br />
e mantenere i risultati desiderati<br />
fornendo una risposta<br />
equilibrata a tali aspettative.<br />
<strong>La</strong> nuova ISO 9004 mette a<br />
disposizione del management<br />
uno strumento di diagnosi del<br />
proprio livello di successo<br />
(tramite alcune metodologie<br />
di autovalutazione) e di guida<br />
nelle aree di miglioramento.<br />
Si ricorda che la ISO 9004<br />
edizione 2000 rappresentava<br />
una guida per le organizza-<br />
“<strong>La</strong> società ha fame di ingegneri<br />
ma l’offerta è meno di un terzo”.<br />
Apriva così Il Giornale<br />
dell’Ingegnere del 15 gennaio<br />
1990, ospitando in bella evidenza<br />
la relazione di Claudio Ferrari,<br />
presidente della Foster Wheeler<br />
Italiana, presentata nel corso del<br />
convegno nazionale di<br />
impiantistica industriale dal tema<br />
“Europa 2000: una <strong>sfida</strong> per<br />
l’impiantistica”. Il documento<br />
trattava della mancanza cronica<br />
di professionisti del settore, a<br />
fronte di una richiesta quasi tripla<br />
rispetto all’offerta. Tant’è vero<br />
che l’ingegner Ferrari aveva<br />
esordito lanciando “un grido di<br />
allarme sulla drammatica<br />
mancanza di ingegneri”.<br />
Drammatico era la parola giusta<br />
da usare in tale contesto in<br />
quanto, stando ai dati presentati<br />
da Ferrari, la domanda di<br />
ingegneri da parte delle aziende<br />
era di oltre 20 mila unità all’anno,<br />
mentre alla fine degli anni ’80 e<br />
agli inizi dei ’90 se ne laureavano<br />
in media circa 600. Un altro dato<br />
sconfortante era il seguente: “Alla<br />
già scarsa scolarità universitaria,<br />
con ancora più scarsa iscrizione a<br />
ingegneria, l’università italiana fa<br />
corrispondere una ulteriore<br />
carente produttività, accanto ad<br />
un 30% di fuori corso endemico,<br />
corrispondente al modesto<br />
Tariffe Abbonamenti<br />
zioni che, andando oltre i requisiti<br />
contenuti nella ISO<br />
9001:2000, intendessero prendere<br />
in esame l’efficacia e l’efficienza<br />
del proprio sistema<br />
di gestione per la qualità e le<br />
potenzialità per il miglioramento<br />
delle proprie prestazioni,<br />
sviluppando in tale direzione<br />
ciascuno dei conte-<br />
il GIORNALE dellʼINGEGNERE ǀ gennaio 1990<br />
Accadeva 20 anni fa<br />
Annuale ___________________________________ Euro 25<br />
Studenti iscritti alle facoltà di ingegneria<br />
e architettura del 5° anno<br />
promozionale per un anno ___________________ Euro 15<br />
Collettivi (minimo 50 abbonamenti) ____________ Euro 10<br />
Estero ____________________________________ Euro 30<br />
PER INFORMAZIONI E ABBONAMENTI RIVOLGERSI A:<br />
IMREADY Srl<br />
Strada Cardio, 4<br />
47891 Galazzano - RSM<br />
Tel. 0549.941003 Fax 0549.909096<br />
www.imready.it<br />
info@imready.it<br />
nuti della ISO 9001:2000.<br />
Nove anni dopo, la nuova<br />
ISO 9004 non risponde solo<br />
alla necessità di un riallineamento<br />
con il mutato scenario<br />
economico-sociale per<br />
stare al passo con i tempi, ma,<br />
attraverso una lettura prospettica<br />
del rapporto organizzazione-contesto,costitui-<br />
risultato di circa 78 mila<br />
laureati annui su 250 mila<br />
iscritti. Tasso di mortalità del<br />
70%. Per ogni 100 studenti<br />
nuovi iscritti se ne laureano<br />
all’incirca 30 (…) Tra i pochi<br />
laureati ancora più esigui<br />
sono gli ingegneri, in<br />
drammatica diminuzione.<br />
Gli abbandoni sono, per<br />
ingegneria, numerosi. Più<br />
alti (quasi il doppio) che a<br />
medicina”. Le conclusioni<br />
dell’ingegner Ferrari,<br />
quindi, piuttosto crude e<br />
allo stesso tempo allarmanti,<br />
fornivano un quadro tutt’altro<br />
che roseo per la professione negli<br />
anni successivi e – in generale –<br />
per l’economia del nostro Paese.<br />
“L’università italiana –<br />
sottolineava il presidente della<br />
Foster Wheeler Italiana – nel<br />
1988 ha prodotto 5.663<br />
ingegneri, praticamente uno ogni<br />
10 mila abitanti, che sono<br />
drammaticamente pochi se li<br />
confrontiamo con i 6 ogni 10<br />
mila abitanti del Giappone”. Il<br />
tutto in un panorama nel quale il<br />
mondo delle imprese aveva negli<br />
ultimi anni invertito la tendenza,<br />
iniziando a richiedere con<br />
insistenza professionisti<br />
qualificati, soprattutto ingegneri,<br />
per cercare di rimanere<br />
competitive e concorrenziali a<br />
A tutti gli Abbonati<br />
foto: Lee Chisholm<br />
sce anche una guida per la<br />
gestione strategica e operativa<br />
delle organizzazioni che<br />
desiderano conseguire il successo<br />
e mantenerlo nel lungo<br />
periodo.<br />
<strong>La</strong> nuova edizione enfatizza<br />
in particolare:<br />
■ la prospettiva etico-sociale;<br />
■ la mission e vision dell’organizzazione;<br />
■ l’adattività e la flessibilità,<br />
intese come capacità dell’organizzazione<br />
di modificare,<br />
anche in modo sostanziale,<br />
se stessa e i propri prodotti e<br />
processi, in risposta alle mutevoli<br />
condizioni di rischio/opportunità;<br />
■ il knowledge management;<br />
■ il risk management;<br />
■ l’allineamento e il collegamento<br />
con gli altri sistemi di<br />
gestione adottati dall’organizzazione;<br />
■ la capacità di trasformare<br />
le strategie in azioni concrete<br />
e correlare i risultati agli obiettivi.<br />
livello mondiale. E allora, che<br />
fare? Le proposte dell’ingegner<br />
Ferrari per porre rimedio ad una<br />
situazione difficile erano pensate<br />
sia per il breve che per il lungo<br />
periodo. Più interessanti, per<br />
quanto si è verificato in futuro,<br />
valutare le risposte a mediolungo<br />
raggio. Innanzitutto,<br />
“aumentare il numero di neoingegneri,<br />
diminuendo nel<br />
contempo la ‘mortalità’ che<br />
avviene durante il periodo di<br />
università”. E poi, ecco la grande<br />
intuizione: “Creazione di nuovi<br />
ingegneri di ‘primo livello’, una<br />
figura di professionista con<br />
diploma universitario intermedio,<br />
già largamente diffusa in tutta<br />
Europa”. Una soluzione adottata<br />
negli ultimi anni e che tanto sta<br />
facendo discutere.<br />
Per qualsiasi segnalazione di errore e variazione di indirizzo,<br />
rivolgersi a:<br />
PICOMAX SrL<br />
Via Borghetto, 1 - 20122 Milano<br />
T. 02.77428040 - F. 02.76340836<br />
E-mail: abbonamenti@picomax.it
N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 3<br />
DALLA PRIMA PAGINA│ENERGIA<br />
Indagine Ispo: sulla carta l’Italia è pronta a tornare al nucleare<br />
segue da pag. 1<br />
Rilevamenti che hanno<br />
bocciato a priori l’opzione,<br />
enfatizzando come<br />
la maggior parte degli italiani<br />
sia ancora contraria a un<br />
ritorno all’atomo, sono stati<br />
seguiti a pochi giorni di distanza<br />
da studi che, al contrario,<br />
hanno mostrato aperture<br />
inattese ad ampia maggioranza.<br />
Quest’ultimo è il caso<br />
dello studio – presentato<br />
a metà novembre - commissionato<br />
all’Ispo dall’Associazione<br />
italiana nuclearisti.<br />
<strong>La</strong> ricerca dal titolo "Gli italiani<br />
e il nucleare", come è<br />
stato precisato dagli autori, è<br />
stata realizzata con l’obiettivo<br />
di indagare la percezione<br />
del problema energetico in<br />
Italia, il livello di informazione<br />
circa la posizione dell’Italia<br />
rispetto all’impiego dell’energia<br />
nucleare, le opinioni<br />
della popolazione circa l’impiego<br />
e la produzione di energia<br />
nucleare come soluzione<br />
alternativa al problema energetico.<br />
I risultati finali sembrano<br />
dare ragione alle aspettative<br />
del ministro Scajola e<br />
paiono delineare un percorso<br />
di ritorno al nucleare in<br />
Italia più semplice del previsto.<br />
“In sintesi – spiegano i ricercatori<br />
dell’Ispo – si può dire<br />
che il 63 per cento degli<br />
italiani dà più rilievo ai benefici<br />
derivanti dall’impiego del<br />
nucleare, mentre il 37 per<br />
cento manifesta posizioni più<br />
critiche”. Parrebbe più di una<br />
semplice apertura, quindi...<br />
“L’indice sintetico - precisa lo<br />
studio dell’Ispo - è stato calcolato<br />
conteggiando le opinioni<br />
favorevoli al nucleare<br />
espresse dagli intervistati alle<br />
domande proposte. Sono stati<br />
esclusi dal calcolo dell’indice<br />
tutti coloro che non sono<br />
mai stati in grado di esprimere<br />
un’opinione”.<br />
Vale la pena, a questo punto,<br />
riprendere dall’inizio il percorso<br />
che ha portato a questo<br />
pronunciamento, cercando di<br />
evidenziare alcune asimmetrie<br />
e criticità. Rispetto ad altre<br />
ricerche che hanno preso<br />
subito il problema di petto<br />
(siete favorevoli o contrari all’energia<br />
nucleare?) in questo<br />
caso c’è stata una sapiente<br />
strategia di avvicinamento,<br />
partendo dal cuore del problema.<br />
L’insostenibilità dell’attuale<br />
modello energetico<br />
italiano.<br />
A specifica domanda – si trova<br />
d’accordo con l’affermazione<br />
che oggi il costo dell’energia<br />
è diventato troppo alto<br />
– ben il 99 per cento del<br />
campione interpellato ha risposto<br />
con un sì. Il 95 per<br />
cento ha poi riconosciuto come<br />
fondamentale pensare sin<br />
da ora a fonti di energia diverse<br />
da quelle oggi utilizzate<br />
perché prima o poi finiranno.<br />
Il 92 per cento, infine, ha confermato<br />
che le centrali attualmente<br />
impiegate in Italia,<br />
per la produzione di energia<br />
elettrica, sono davvero troppo<br />
inquinanti.<br />
Certo, alcune domande sono<br />
state poste con una innegabile<br />
furbizia. Soprattutto in<br />
questa fase dell’economia, infatti,<br />
è davvero difficile trova-<br />
re persone disposte a dichiarare<br />
non eccessivo il costo di<br />
un servizio, si tratti di energia,<br />
telefonia, affitti, o anche<br />
della spesa alimentare. <strong>La</strong><br />
censura dei costi attuali della<br />
bolletta era quindi scontata.<br />
Lo studio<br />
afferma<br />
che la maggior<br />
parte degli italiani<br />
dà più peso<br />
ai benefici<br />
che non alle criticità<br />
di un possibile<br />
ritorno all’atomo.<br />
Eppure,<br />
scendendo<br />
nel dettaglio<br />
dei numeri<br />
emergono alcuni<br />
dubbi significativi<br />
Allo stesso tempo, appare un<br />
po’ troppo generica la domanda<br />
sull’inquinamento, soprattutto<br />
quando pone nello<br />
stesso calderone tecnologie<br />
profondamente diverse e con<br />
livelli di emissioni non comparabili<br />
come la generazione<br />
da olio combustibili (peraltro<br />
quasi del tutto scomparsa in<br />
Italia), da gas (tradizionale o<br />
con cicli combinati) e da carbone.<br />
Comunque sia, alla fine emerge<br />
un plebiscito a favore di<br />
una modifica sostanziale dell’attuale<br />
quadro di riferimento.<br />
Ma in quale direzione? Prima<br />
di fare entrare in gioco il<br />
nucleare come possibile risposta,<br />
sono state poste alcune<br />
altre domande proprio sul<br />
nucleare.<br />
“Abbiamo indagato – proseguono<br />
gli esperti dell’Ispo - il<br />
livello di informazione della<br />
popolazione italiana sul nucleare.<br />
Il quadro che è emerso<br />
è piuttosto positivo. Non<br />
solo gli italiani sanno che, già<br />
da tempo, sono attive molte<br />
centrali nucleari vicine al confine<br />
italiano (80 per cento),<br />
Il campione interpellato<br />
ma anche che il quadro legislativo<br />
italiano si sta muovendo<br />
verso un ritorno al nucleare<br />
(58 per cento). Un po’meno<br />
diffusa, la consapevolezza<br />
che l’Italia acquista energia<br />
nucleare prodotta in altri<br />
Stati: il 49 per cento non ne è<br />
al corrente”.<br />
In realtà colpisce – negativamente<br />
– il fatto che ben 4 italiani<br />
(adulti) su dieci non abbiano<br />
in alcun modo percepito<br />
la volontà di un rinascimento<br />
nucleare nonostante<br />
questo sia diventato uno degli<br />
aspetti più importanti del<br />
contraddittorio politico di<br />
questi ultimi mesi, anche con<br />
un confronto acceso tra governo<br />
e Regioni.<br />
<strong>La</strong> percentuale degli informati<br />
risulta superiore tra i maschi<br />
(74 per cento rispetto al 56<br />
per cento delle femmine), tra<br />
gli adulti (mentre si scende al<br />
56 per cento tra gli ultra sessantacinquenni),<br />
tra i laureati<br />
(78 per cento rispetto al 57<br />
cento di chi non ha titoli di<br />
studio o si è fermato alle elementari).<br />
Il percorso degli studiosi dell’Ispo,<br />
prima di chiedere direttamente<br />
agli italiani di<br />
prendere una posizione pro<br />
o contro, ha cercato di sondare<br />
la consapevolezza dei<br />
benefici che potrebbero derivare<br />
all’Italia dalla produzione<br />
di energia nucleare. Questi i<br />
dati più significativi emersi:<br />
■ Il 65 per cento degli italiani<br />
si è detto d’accordo sul fatto<br />
che il nucleare potrebbe ridurrebbe<br />
la nostra dipendenza<br />
<strong>energetica</strong> dall’estero;<br />
■ Il 50 per cento che la nostra<br />
economia potrebbe beneficiare<br />
di un’accelerazione<br />
nello sviluppo scientifico e<br />
tecnologico;<br />
■ il 56 per cento che per i<br />
consumatori potrebbe concretizzarsi<br />
una riduzione della<br />
spesa.<br />
Un’altra vittoria per i nuclearisti.<br />
Un buon riscontro in termini<br />
di fiducia riguarda anche<br />
i livelli di sicurezza delle<br />
centrali: il 57 per cento ritiene<br />
che le centrali di oggi siano<br />
più sicure del passato. Resta,<br />
invece, controversa la que-<br />
Gli esperti dellʼIspo hanno intervistato per via<br />
telefonica un campione di 800 maggiorenni,<br />
statisticamente rappresentativo della popolazione<br />
residente in Italia per sesso, età, titolo di studio,<br />
condizione occupazionale, area geografica di residenza<br />
e ampiezza demografica del comune di residenza. Al<br />
campione è stato somministrato un questionario di tipo<br />
strutturato, composto da domande chiuse.<br />
stione dell’inquinamento: meno<br />
della metà del campione –<br />
il 42 per cento - ritiene che<br />
la produzione di energia nucleare<br />
in Italia consentirebbe<br />
di ridurre l’inquinamento, ma<br />
un numero più elevato di italiani<br />
– il 49 per cento - non è<br />
d’accordo con questa affermazione.<br />
Dalla elaborazione di tutte<br />
queste risposte si arriva all’affermazione<br />
con la quale ha<br />
avuto inizio questo articolo:<br />
si può dire che il 63 per cento<br />
degli italiani dà più rilievo<br />
ai benefici derivanti dall’impiego<br />
del nucleare, mentre il<br />
37 per cento manifesta posizioni<br />
più critiche. Via libera<br />
alla posa della prima pietra,<br />
quindi? Non proprio. Il passaggio<br />
da una posizione di<br />
massima a una domanda un<br />
po’ più diretta assottiglia subito<br />
la schiera dei sostenitori.<br />
In definitiva, la popolazione<br />
cosa pensa che dovrebbe fare<br />
l’Italia, in tema di nucleare?<br />
Per il futuro – conclude il rapporto<br />
dell’Ispo - la maggioranza<br />
relativa del campione,<br />
ovvero il 44 per cento del<br />
campione, vorrebbe che l’Italia<br />
cominciasse anche a produrre<br />
energia nucleare... <strong>La</strong><br />
chiave di lettura sta proprio<br />
nell’uso dell’aggettivo relativa.<br />
Le risposte alternative<br />
hanno in effetti ricevuto me-<br />
no consensi. C’è stato un 33<br />
per cento di rifiuto categorico<br />
sia nei confronti dell’acquisto<br />
di energia nucleare prodotta<br />
al di fuori dei nostri confini,<br />
sia a maggior ragione di una<br />
produzione in patria. Ma an-<br />
che un 16 per cento che si è<br />
espresso perché l’Italia continui<br />
come sta facendo ora.<br />
Quindi, evitando interpretazioni<br />
un po’ troppo forzate,<br />
che continui a non avere nel<br />
proprio mix di generazione<br />
Tubi centrifugati h:<br />
l’eccellenza nel no-dig<br />
<br />
h<br />
<br />
h<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
E Tubi S.r.l.<br />
Via Montale 4/5 30030 Pianiga (VE)<br />
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L’attuale sistema<br />
energetico<br />
nazionale<br />
viene bocciato<br />
all’unanimità<br />
per costi<br />
e livelli<br />
di emissioni.<br />
Il nucleare<br />
potrebbe<br />
rappresentare un<br />
punto di svolta,<br />
anche se tutt’ora<br />
spaventa il possibile<br />
impatto <strong>ambientale</strong><br />
foto: Simone Ramella<br />
la fonte nucleare! Se si considerano<br />
assieme i due valori<br />
dei contrari o degli scettici ecco<br />
che si raggiunge il 49 per<br />
cento.<br />
C’è un altro elemento che<br />
merita un approfondimento.<br />
Il rifiuto categorico al nucleare<br />
è apparso trasversale rispetto<br />
al livello di informazione<br />
sul tema di chi ha risposto.<br />
Mentre tra gli informati sul<br />
nucleare è risultata maggiore,<br />
se pur di poco, la percentuale<br />
di chi ha vota in favore<br />
della produzione (49 per cento).<br />
Tra i non informati cresce<br />
la percentuale di chi vuole<br />
continuare come si è fatto fino<br />
ad oggi (20 per cento rispetto<br />
a 16 per cento). Per altro,<br />
con un po’ di malizia, si<br />
potrebbe anche aggiungere<br />
che è stata accuratamente evitata<br />
la domanda forse più determinante<br />
per giungere al<br />
cuore del problema: Al di là<br />
di un appoggio di massima,<br />
vorreste nel vostro comune<br />
di residenza una centrale nucleare?<br />
Perché questo è il vero<br />
punto di svolta, anche se<br />
la ricerca non ne ha parlato<br />
è la sindrome Nimby il vero<br />
ostacolo tra il dire e il fare.<br />
Dunque? L’impressione è che<br />
anche questo sondaggio, che<br />
sembra disegnare un’Italia<br />
sempre più pronta a un ritorno<br />
al nucleare, vada preso<br />
con una certa cautela, per evitare<br />
entusiasmi (o preoccupazioni,<br />
dipende dai punti di<br />
vista) fuorvianti. Ma, soprattutto,<br />
che si debba investire<br />
ancora molto in formazione e<br />
informazione! Prima di tutto<br />
per far sapere – a quel 42 per<br />
cento degli italiani che ancora<br />
non se ne è accorto – che il<br />
governo ha preso precisi impegni<br />
nei confronti del nucleare.<br />
Poi, per promuovere un più<br />
maturo dibattito sulle questioni<br />
dei costi, della gestione<br />
delle scorie, della localizzazione<br />
degli impianti e per<br />
sensibilizzare quelle fasce di<br />
italiani (i giovanissimi, le casalinghe,<br />
i pensionati, i non<br />
laureati) che ancora mostrano<br />
livelli troppo bassi di conoscenza<br />
della materia.<br />
E ai quali ha quindi poco senso<br />
chiedere di pronunciarsi<br />
su un tema che non conoscono<br />
affatto.
4 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />
DALLA PRIMA PAGINA│AMBIENTE<br />
Inquinamento e cambiamento del clima: necessarie nuove politiche<br />
segue da pag. 1<br />
che si ritrovano in molte direttive<br />
e rapporti europei che<br />
trattano problemi legati all’ambiente.<br />
Qui di seguito sono<br />
riportati sommariamente<br />
solo pochi esempi.<br />
<strong>La</strong> Direttiva su Qualità dell’Aria<br />
e Aria Pulita per l’Europa<br />
[3] é una misura strategica<br />
che stabilisce “...obiettivi<br />
per la qualità dell’aria ambiente<br />
scelti al fine di evitare, prevenire<br />
e ridurre effetti dannosi sulla<br />
salute umana e sull’ambiente<br />
nel suo insieme”. Di fatto esso si<br />
occupa di inquinanti convenzionali<br />
dannosi per la salute,<br />
ma non di ambiente. I gas ad<br />
effetto serra non sono considerati,<br />
come se il cambiamento<br />
climatico non fosse un<br />
problema di qualità dell’aria,<br />
alle Autorità locali si richiede<br />
il monitoraggio dell’ozono<br />
per “...verificare l’efficacia<br />
delle strategie di riduzione delle<br />
emissioni”, sapendo che dette<br />
strategie non rientrano nelle<br />
loro competenze, e si richiede<br />
il monitoraggio delle polveri<br />
nell’aria, senza fornisce un criterio<br />
per discriminare il contributo<br />
dovuto a sorgenti naturali,<br />
che in alcune aree geografiche<br />
è particolarmente rilevante.<br />
<strong>La</strong> Direttiva IPPC, che in Europa<br />
interessa circa 52.000 industrie,<br />
è stato il primo passo<br />
di un approccio integrato per<br />
gli impatti su aria, sistemi idrici,<br />
suolo, rifiuti e rumore. Essa<br />
stabilisce che gli standard<br />
di emissione di inquinanti dalle<br />
diverse attività produttive<br />
dovranno essere fissati sulla<br />
base delle Migliori Tecnologie<br />
Disponibili (MTD), de-<br />
scritte nei cosiddetti BREF.<br />
In questa Direttiva e nei<br />
BREF i gas serra non sono<br />
considerati. Le MTD possono<br />
essere rispettate con misure<br />
a monte o lungo il processo<br />
produttivo, ma in larga<br />
parte si affidano a tecnologie<br />
end-of-pipe di depurazione degli<br />
effluenti prima del loro rilascio<br />
nell’ambiente. Queste<br />
tecnologie richiedono consumi<br />
di energia aggiuntivi e a<br />
volte additivi vari che, a loro<br />
volta, necessitano trattamen-<br />
ti depurativi e/o smaltimento<br />
con ulteriore consumo di<br />
energia, con conseguente aumento<br />
di emissioni di CO 2.<br />
<strong>La</strong> mancanza di riferimenti a<br />
questo problema nell’IPPC<br />
autorizza le Autorità nazionali<br />
o locali ad ignorarlo nella<br />
fase di autorizzazione e a<br />
richiedere limiti indiscriminatamente<br />
sempre più restrittivi.<br />
Da parte industriale<br />
non vi sono difficoltà tecnologiche<br />
ad adeguarsi salvo i<br />
maggiori costi che però van-<br />
no a gravare sul prodotto finale.<br />
Le decisioni che verranno assunte<br />
per alcuni Stati si preannunciano<br />
pesanti sul piano<br />
economico. L’obiettivo sarebbe<br />
di mantenere l’aumento<br />
della temperatura media<br />
superficiale terrestre al di sotto<br />
di 2 °C rispetto ai livelli<br />
pre-industriali. Il traguardo è<br />
stato suggerito del 4° Rapporto<br />
dell’IPCC [4] il quale<br />
però non considera assolutamente<br />
le eventuali conseguenze<br />
per gli inquinanti non<br />
ad effetto serra. Qualunque<br />
decisione venga assunta, in linea<br />
con il programma dell’Unione<br />
Europea di riduzione<br />
delle emissioni di gas serra<br />
per il 2020, sarà basata su<br />
aspetti economici, ma non<br />
ambientali, poiché manca un<br />
adeguato approccio integrato<br />
al problema.<br />
A titolo di esempio si pensi<br />
alle biomasse tanto invocate<br />
come fonte <strong>energetica</strong> alternativa<br />
e rinnovabile. Nel target<br />
Europeo del 20% di energie<br />
rinnovabili [5] il 10% dovrebbe<br />
derivare dai biofuels<br />
in sostituzione di combustibili<br />
convenzionali nel settore<br />
trasporti. <strong>La</strong> scelta è legata a<br />
ragioni di costi, mercato e<br />
competizione, ma non ambientali.<br />
<strong>La</strong> Valutazione di Impatto<br />
che accompagna il documento<br />
“Renewable Energy<br />
Road Map” [6], riconosce che<br />
“la sostituzione delle fonti convenzionali<br />
di calore con le biomasse<br />
può generare un effetto negativo<br />
sulla qualità dell’aria se<br />
non si adottano impianti di qualità”.<br />
Pure il Consiglio Europeo<br />
riconosce [7] che “...il rischio<br />
che la diffusione di colture<br />
destinate alla produzione di biomasse<br />
e biofuels, …… in assenza<br />
di una idonea valutazione e<br />
adeguata salvaguardia <strong>ambientale</strong>,<br />
avrà un impatto negativo<br />
sulla biodiversità e sulla sicurezza<br />
degli approvvigionamenti<br />
alimentari ed eventualmente<br />
anche un maggiore impatto sul<br />
clima”. Nella valutazione dell’impatto<br />
<strong>ambientale</strong> da massiccio<br />
uso di biomasse vi sarebbero<br />
poi altri aspetti da<br />
considerare legati al consumo<br />
specifico di acqua, diverso<br />
per ciascun tipo di coltura<br />
[8], all’invasività di tali colture<br />
maggiore di altri vegetali<br />
[9], all’indisponibilità di terreni<br />
arabili che favorirebbe la<br />
deforestazione.<br />
Si potrebbero analizzare le direttive<br />
e i documenti relativi a<br />
molte altre questioni rilevanti<br />
come uso del territorio, gestione<br />
dei rifiuti, desertificazione,<br />
agricoltura, ecc. per<br />
rendersi conto che le soluzioni<br />
adottate non sono mai il<br />
risultato di un approccio integrato<br />
completo dell’impatto<br />
sull’ambiente.<br />
<strong>La</strong> <strong>politica</strong> europea é basata<br />
sui principi di sussidiarietà,<br />
proporzionalità e precauzione.<br />
In campo <strong>ambientale</strong> vige<br />
pure il principio chi inquina<br />
paga che dovrebbe avere priorità<br />
o maggior peso rispetto<br />
agli altri principi ed invece è il<br />
meno adottato e mai nel suo<br />
pieno significato.<br />
Negli ultimi decenni si è registrata<br />
una proliferazione di<br />
leggi e regolamenti in campo<br />
<strong>ambientale</strong> che ha causato<br />
una frammentazione di obiettivi,<br />
competenze, formazione,<br />
cultura, e ha portato alla formazione<br />
di gruppi di interessi<br />
in contrasto tra loro e difficili<br />
da riconciliare in approccio<br />
integrato.<br />
Per questo viene spesso posto<br />
l’accento sul fatto che il<br />
cambiamento climatico starebbe<br />
già condizionando settori<br />
come risorse idriche, agricoltura,<br />
produzioni alimentari,<br />
foreste, pesca, energia, infrastrutture<br />
e pianificazione<br />
urbana, turismo, salute, biodiversità,<br />
ecosistemi, ma non<br />
si dice il contrario: che lo sviluppo<br />
incontrollato e disgiunto<br />
dei predetti settori è<br />
stata la causa che sta portando<br />
al temuto cambiamento<br />
climatico.<br />
<strong>La</strong> Direttiva IPPC<br />
è stato il primo<br />
passo di un<br />
approccio integrato<br />
per la mitigazione<br />
degli impatti su aria,<br />
sistemi idrici,<br />
suolo, rifiuti<br />
e rumore.<br />
Essa stabilisce<br />
che gli standard<br />
di emissione<br />
di inquinanti<br />
dalle diverse<br />
attività<br />
produttive<br />
dovranno essere<br />
fissati sulla base<br />
delle Migliori<br />
Tecnologie<br />
Disponibili (MTD),<br />
descritte nei<br />
cosiddetti BREF<br />
Desertificazione, abbandono<br />
delle campagne, incendi di foreste,<br />
aree degradate, ridotta<br />
biodiversità, ecc. sono fenomeni<br />
registrati sin dal secolo<br />
scorso, ancor prima che si<br />
parlasse di cambiamento climatico,<br />
dovuti ad una <strong>politica</strong><br />
che favoriva lo sviluppo industriale<br />
incoraggiando la migrazione<br />
verso le grandi città,<br />
fenomeno analogo a quello<br />
che oggi avviene in tanti Paesi<br />
in via di sviluppo o sottosviluppati.<br />
All’inizio del secolo<br />
scorso la popolazione rurale<br />
nel mondo era quasi il<br />
97%, mentre oggi si è ridotta<br />
al 50% [10]. Questa migrazione<br />
trasferisce la povertà<br />
dalle aree rurali alle periferie<br />
delle grandi città con gravi<br />
conseguenze sull’ambiente in<br />
ambedue le aree: nelle prime<br />
genera desertificazione e perdita<br />
di biodiversità, nelle seconde<br />
genera aumento di domanda<br />
di acqua potabile,<br />
energia, prodotti chimici, suoli<br />
da urbanizzare, strade, mobilità<br />
e conseguentemente,<br />
aumento di rifiuti solidi, acque<br />
reflue, inquinamento atmosferico,<br />
impatto sull’ambiente<br />
e sul cambiamento climatico.<br />
Di povertà si parla tanto, su<br />
basi ideologiche, religiose, sociali<br />
o economiche, ma non<br />
se ne analizzano i risvolti sul<br />
piano <strong>ambientale</strong>. Questi forse<br />
potrebbero meglio sostenere<br />
le ragioni della necessità<br />
di un eradicamento della povertà.<br />
Serve dunque ripensare<br />
la <strong>politica</strong> per l’ambiente e per<br />
l’inquinamento atmosferico<br />
in particolare, da fondare su<br />
una visione integrata dei problemi<br />
e sul coinvolgimento<br />
consapevole e informato dei<br />
cittadini.<br />
prof. ing. Giuseppe Fumarola<br />
Università dell’Aquila<br />
Past-President EFCA<br />
(European Federation of<br />
Clean Air and Environmental<br />
Protection Associations),<br />
Vice-Presidente CSIA/ATI<br />
Bibliografia<br />
1. European Symposium on “How to fight air pollution and climate change effectively together in Europe?”. European<br />
Parliament Strasbourg, France, 6-7 November 2008<br />
2. http://register.consilium.europa.eu/pdf/en/09/st10/st10932.en09.pdf<br />
3. http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2008:152:0001:0044:EN:PDF<br />
4. http://www.ipcc.ch/pdf/assessment-report/ar4/syr/ar4_syr.pdf<br />
5. http://ec.europa.eu/energy/climate_actions/doc/2008_res_ia_en.pdf<br />
6.http://ec.europa.eu/energy/energy_policy/doc/05_renewable_energy_roadmap_full_impact_assessment_en.pdf<br />
7. http://www.consilium.europa.eu/ueDocs/cms_Data/docs/pressData/en/envir/108747.pdf<br />
8. W. Gerbens-Leenesa et al. (2009), The water footprint of bioenergy. PNAS published online before print June 3,<br />
2009, doi:10.1073/pnas.0812619106<br />
9. www.plosone.org/article/info:doi/10.1371/journal.pone.0005261<br />
10. http://www.un.org/esa/population/publications/wup2007/2007WUP_ExecSum_web.pdf<br />
foto: Anita Komuves
N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 5<br />
DALLA PRIMA PAGINA│SVILUPPO E SOCIETÀ<br />
Innovazione, nuove dimensioni produttive ed economia:<br />
la grande <strong>sfida</strong> <strong>energetica</strong> dipende anche da queste condizioni<br />
segue da pag. 1<br />
Questo, con interventi calibrati<br />
nel tempo, volti sia a incrementare<br />
l’efficienza <strong>energetica</strong><br />
riducendo il fabbisogno<br />
energetico, sia a portare a<br />
quasi un terzo il contributo<br />
delle fonti non fossili (nucleare<br />
e rinnovabili).<br />
Di qui al 2030 rispetto allo<br />
scenario di riferimento il 450<br />
comporterebbe 10,5 migliaia<br />
di miliardi di dollari di investimenti<br />
aggiuntivi, consentendo<br />
però una riduzione delle<br />
bollette energetiche fra il<br />
2010 e il 2030 pari a 8600 miliardi<br />
di dollari, per non parlare<br />
dei benefici per la salute<br />
umana e per l’ambiente, consentiti<br />
dai minori inquinamenti,<br />
e della maggiore sicurezza<br />
<strong>energetica</strong> (ridotta domanda<br />
di gas e petrolio).<br />
E’ assai probabile che il nostro<br />
futuro energetico si collochi<br />
all’interno della forbice<br />
fra i due suddetti scenari. Gli<br />
impegni che verranno inevitabilmente<br />
presi sul clima,<br />
produrranno una robusta<br />
spinta innovativa, costituita<br />
da un mix di norme (si pensi<br />
solo alle nuove direttive europee<br />
sull’efficienza), di incentivi<br />
e di penalizzazioni<br />
(oneri per le emissioni di CO 2,<br />
multe agli stati membri dell’UE<br />
che non raggiungessero<br />
gli obiettivi concordati), destinata<br />
ad accelerare la di per<br />
sé robusta evoluzione tecnologica<br />
“spontanea” del settore<br />
energetico. Per convincersene,<br />
basta pensare che trenta<br />
anni fa, quando molti degli<br />
attuali lettori di questo Giornale<br />
erano già professionalmente<br />
attivi, parole come cicli<br />
combinati, Led, fotovoltaico<br />
a film sottile, sequestro<br />
di anidride carbonica, smart<br />
grid non entravano certo nel<br />
loro lessico quotidiano.<br />
L’accelerazione del processo<br />
spontaneo riguarderà innovazioni<br />
di processo, innovazioni<br />
incrementali di prodotti<br />
già sul mercato, ma anche<br />
(soprattutto?) innovazioni radicali.<br />
Che in misura diversa<br />
attraverseranno l’insieme della<br />
produzione e dei servizi,<br />
ma anche dell’economia<br />
agro-forestale.<br />
Chi resterà fuori o semplicemente<br />
tarderà a prendere l’autobus<br />
dell’innovazione indotta<br />
dai futuri obiettivi/vincoli<br />
energetico-ambientali, sarà –<br />
mi scuso per l’inevitabile gioco<br />
di parole – inevitabilmente<br />
“fuori”.<br />
Per quanto concerne l’efficienza<br />
elettrica, sarà ad esempio<br />
tutt’altro che trascurabile<br />
la domanda di componenti e<br />
sistemi per la regolazione del<br />
flusso luminoso nell’illuminazione<br />
pubblica, che si avvalgono<br />
di tecnologie di comunicazione<br />
a larga banda caratterizzate<br />
da bassi costi di<br />
installazione; di sistemi di illuminazione<br />
autostradale che,<br />
attraverso sensori rilevano<br />
l’intensità del traffico veicolare,<br />
la situazione meteorologica<br />
e il livello di illuminamento,<br />
determinando il valore di<br />
potenza di funzionamento ottimale<br />
di ogni singolo punto<br />
luminoso. O, per l’efficienza<br />
nell’edilizia, la produzione di<br />
manufatti strutturali in conglomerato<br />
cementizio armato,<br />
invece che con acciaio,<br />
con fibre di basalto e/o con<br />
reti di basalto e/o con barre a<br />
base di fibre di basalto, con<br />
notevole risparmio energetico.<br />
Oppure software ad hoc,<br />
finalizzati alla gestione ottimale<br />
di processi, di macchine,<br />
di sistemi energetici, come<br />
pure per il loro monitoraggio.<br />
Sempre per esemplificare, nel<br />
campo delle rinnovabili è maturo<br />
il tempo per avviare la<br />
produzione industriale di impianti<br />
fotovoltaici a concentrazione.<br />
Poiché il costo delle<br />
celle fotovoltaiche, che per<br />
ATTUALITÀ MONDO<br />
Unità di misura: modifiche<br />
al Sistema Internazionale<br />
PROF. ING. PIERANGELO ANDREINI<br />
Con decreto del 29 ottobre<br />
scorso, pubblicato<br />
nella GURI n°<br />
273 del 23.11.2009, il Ministero<br />
dello Sviluppo Economico<br />
ha provveduto a recepire<br />
nell’ordinamento nazionale<br />
il disposto della direttiva<br />
2009/3 del Parlamento Europeo<br />
e del Consiglio<br />
dell’11.3.2009, che ha modificato<br />
per l’ennesima volta la<br />
nota direttiva 80/181/CEE<br />
sul riavvicinamento delle legislazioni<br />
degli Stati Membri<br />
riguardo alle unità di misura.<br />
Come noto, con questo fondamentale<br />
provvedimento,<br />
attuato in Italia con il D.P.R.<br />
12.8.1982 n. 802, l’Europa ha<br />
introdotto l’obbligo di adozione<br />
in tutto lo spazio economico,<br />
come unità legali,<br />
delle sole unità di misura del<br />
Sistema Internazionale (SI).<br />
Il D.P.R. è altrettanto famoso<br />
in Italia, perché ha stabilito<br />
che le unità di misura legali<br />
da utilizzare per esprimere<br />
dal 1952<br />
grandezze sono, appunto,<br />
quelle Internazionali, di fatto<br />
escludendo l’uso, come negli<br />
altri paesi, di termini comuni,<br />
quali miglio, quintale, caloria,<br />
grado centigrado ecc. Oltre<br />
a ciò, il decreto aveva autorizzato,<br />
in via transitoria, fino<br />
al 31.12.1999, l’utilizzo di<br />
indicazioni plurime, costituite<br />
da una unità di misura legale<br />
(SI) accompagnata da<br />
una o più indicazioni espresse<br />
con unità diverse, poi prorogato<br />
al 31.12.2009.<br />
Ora il recente provvedimento<br />
ministeriale ha soppresso<br />
tale scadenza e introdotto ulteriori<br />
modifiche per recepire<br />
altri disposti della direttiva<br />
2009/3/CE, rendendo così<br />
operanti alcune decisioni adottate<br />
negli ultimi anni dalla<br />
Conferenza generale dei pesi e<br />
delle misure. Si tratta dell’eliminazione<br />
dal SI, stabilita dalla<br />
Conferenza nel 1995, dell’anomalia<br />
delle unità supplementari,<br />
come categoria separata<br />
da quelle fondamentali<br />
e derivate, classificando le<br />
on-line<br />
www.giornaleingegnere.it<br />
unità «radiante» e «steradiante»<br />
come unità derivate adimensionali;<br />
dell’inserimento<br />
del «katal», con simbolo «kat»,<br />
come unità di misura SI per<br />
l’attività catalitica e, infine, di<br />
una nuova nota sul «kelvin»,<br />
adottata dalla Conferenza nel<br />
2007, per eliminare una delle<br />
principali fonti di variabilità<br />
osservata tra realizzazioni diverse<br />
del punto triplo dell’acqua.<br />
Il «kelvin» è definito, ora,<br />
con riferimento a una specifica<br />
composizione isotopica dell’acqua,<br />
come segue: “il kelvin,<br />
unità di temperatura termodinamica,<br />
è la frazione 1/273,16<br />
della temperatura termodinamica<br />
del punto triplo dell’acqua<br />
con composizione isotopica<br />
definita dai seguenti rapporti<br />
della quantità di sostanza:<br />
0,00015576 mol di 2 H per<br />
mole di 1 H, 0,0003799 mol di<br />
17 O per mole di 16 O e<br />
0,0020052 mol di 18 O per mole<br />
di 16 O”. In ogni caso, è da<br />
osservare che rimane consentito<br />
l’uso del grado Celsius<br />
(non centigrado).<br />
Collegio degli Ingegneri<br />
e Architetti di Milano<br />
1563<br />
le loro specifiche caratteristiche<br />
oggi e probabilmente anche<br />
domani saranno importate,<br />
incide solo per il 10%<br />
circa sul costo complessivo,<br />
per la restante parte l’eccellenza<br />
raggiunta dall’industria<br />
italiana nell’ottica (lenti di<br />
concentrazione) e soprattutto<br />
nella meccanica di precisione<br />
(inseguitore solare) giustifica<br />
ampiamente l’obiettivo<br />
di costruire in Italia una<br />
posizione internazionale di<br />
rilievo nella fornitura di questa<br />
tipologia di impianti, che<br />
rappresenta il futuro delle<br />
grandi installazioni fotovoltaiche<br />
a terra.<br />
Considerazioni analoghe val-<br />
gono per l’utilizzo energetico<br />
delle biomasse, che già dispone<br />
in Italia di un vivace tessuto<br />
produttivo nella realizzazione<br />
dei componenti più<br />
importanti (caldaie, ma anche<br />
turbine per ORC) e nella<br />
produzione di biomasse con<br />
tecniche di short rotation forestry,<br />
e si appresta ad averlo<br />
nel campo dei biocarburanti<br />
con la prima bioraffineria di<br />
seconda generazione attualmente<br />
in fase realizzativa, tecnologia<br />
che come materia<br />
prima utilizza paglia o biomassa<br />
ligneocellulosica e non<br />
entra quindi in concorrenza<br />
con la produzione alimentare.<br />
Le competenze già acquisite a<br />
F.P. PARTNERS<br />
IL RISANAMENTO DELLE MURATURE<br />
DAL 1991 APPLICHIAMO L'ELETTROSMOSI ALL'EDILIZIA.<br />
CREPE, FESSURE E CAVILLATURE, NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI, NON SONO<br />
DOVUTE AD ERRORI DI PROGETTAZIONE E/O DI ESECUZIONE LAVORI, MA ALLA<br />
DIMINUZIONE DI VOLUME DEL TERRENO, A CAUSA DELLA SUA DISIDRATAZIONE.<br />
crepe nei muri?<br />
la reidratazione è la soluzione !<br />
LA NOSTRA TECNOLOGIA:<br />
Sfruttando i campi elettrosmotici imposti,<br />
sposta l'acqua nel terreno di fondazione<br />
reidratandolo fino alle condizioni originarie.<br />
L'installazione dell'impianto non è invasiva<br />
e prevede l’esecuzione di piccoli fori per<br />
NOVITÁ MONDIALE • NOVITÁ MONDIALE • NOVITÁ MONDIALE • NOVITÁ MONDIALE •<br />
livello di R&S consentono altresì<br />
di creare in Italia una rete<br />
di industrie attive nella realizzazione<br />
dei componenti e<br />
dei sistemi che nel prossimo<br />
futuro verranno richiesti dallo<br />
sviluppo delle smart grid,<br />
in grado di gestire la diffusa<br />
presenza nelle reti di distribuzione<br />
di impianti (rinnovabili,<br />
piccola cogenerazione)<br />
che producono energia elettrica<br />
in modo spesso aleatorio<br />
o comunque poco programmabile.<br />
Infine, se decollerà il<br />
programma nucleare, se l’industria<br />
italiana è intenzionata<br />
ad acquisirvi una presenza<br />
non marginale, le verrà richiesto<br />
un salto di qualità anche<br />
per moltissime produzione<br />
tradizionali.<br />
Perché queste prospettive si<br />
realizzino, occorrono però tre<br />
condizioni. Ovviamente la<br />
propensione delle imprese a<br />
correre i rischi insiti in significative<br />
accelerazioni del processo<br />
innovativo. In secondo<br />
luogo la consapevolezza che<br />
la scelta del piccolo cabotaggio<br />
nella maggior parte dei<br />
casi non paga: o si assumono<br />
dimensioni produttive che<br />
consentano di puntare sul<br />
mercato globale o non si regge<br />
nemmeno in quello domestico.<br />
<strong>La</strong>st but not least, la<br />
disponibilità delle banche a<br />
finanziare le aziende, che oggi<br />
come oggi appare il fattore<br />
più critico.<br />
l’alloggiamento degli elettrodi, collegati da<br />
cavi elettrici interrati o murati.<br />
F.P. Partners con costi contenuti<br />
garantisce risultati sicuri, perché non<br />
agisce sugli effetti ma sulle cause del<br />
problema.<br />
Sede operativa: Info: Amministratore unico:<br />
Via <strong>La</strong> spezia, 169 fp@elettrosmosi.it Ing. Carlo Falugi<br />
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foto: Stefan Andrej Shambora<br />
BREVETTO INTERNAZIONALE •BREVETTO INTERNAZIONALE •BREVETTO INTERNAZIONALE •<br />
PR2007A000098<br />
prof. ing. GianBattista Zorzoli<br />
Presidente ISES Italia<br />
(International<br />
Solar Energy Society)
6 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />
DALLA PRIMA PAGINA│ECONOMIA E MERCATO<br />
Informazione, new economy e inizio del terzo millennio:<br />
un decennio di cambiamento o di occasioni mancate?<br />
segue da pag. 1<br />
In effetti, basta uno sguardo<br />
al recente passato e alle<br />
proiezioni future per avere<br />
conferma del cambiamento<br />
epocale che sta determinandosi<br />
e concordare con queste<br />
valutazioni.<br />
<strong>La</strong> popolazione mondiale, quadruplicata<br />
nel ‘900, potrà raggiungere<br />
gli 8 miliardi nel 2025<br />
e con essa sono cresciuti e<br />
stanno crescendo, esponenzialmente,<br />
conoscenza, tecnologie,<br />
produzione e consumi.<br />
In particolare è cresciuta in<br />
modo formidabile l’interconnessione<br />
tra le persone con<br />
l’aumento della mobilità. A<br />
questo proposito i dati sono<br />
davvero impressionanti, se si<br />
pensa che oggi nel mondo circolano<br />
circa ottocento milioni<br />
di veicoli a motore, esclusi<br />
tricicli e bicicli, con una densità<br />
di 1 veicolo ogni 8-9 abitanti,<br />
non equamente distribuiti,<br />
però, dato che in Cina la<br />
densità è di 1 veicolo per 30<br />
abitanti. Secondo alcune recenti<br />
previsioni, attendibili,<br />
considerato il breve lasso di<br />
tempo, entro il 2025 il parco<br />
circolante a livello mondiale<br />
potrà raddoppiare, superando<br />
un miliardo e mezzo di veicoli,<br />
con una densità di un veicolo<br />
a motore ogni 5 abitanti.<br />
Ma ancor più impressionante è<br />
la velocità con cui procede l’interconnessione<br />
immateriale,<br />
con l’estensione globale del<br />
web e la diffusione della telefonia<br />
mobile. Per quest’ultima<br />
si stima che il numero di cel-<br />
lulari, raddoppiato in meno di<br />
tre anni, abbia raggiunto i 4<br />
miliardi, dei quali 600 milioni<br />
connessi a internet.<br />
Sono gli aspetti più evidenti di<br />
uno straordinario sviluppo tecnologico<br />
che sta creando scenari<br />
economici e sociali mai<br />
immaginati prima, ma che pone<br />
molti interrogativi, a partire<br />
dalla “questione <strong>ambientale</strong>”.<br />
Di qui le ragioni per le quali il<br />
decennio trascorso è visto da<br />
alcuni come la decade che ha<br />
segnato uno straordinario capovolgimento,<br />
ma da altri come<br />
quella delle occasioni mancate.<br />
Di fatto per Cina, India e mol-<br />
ti altri paesi con economia in<br />
fase di transizione sono stati<br />
dieci anni di continua espansione,<br />
con tassi di crescita del<br />
pil di due cifre. Al contrario,<br />
per i paesi di più vecchia industrializzazione<br />
il periodo è<br />
stato contrassegnato da una<br />
notevole dose di insicurezza<br />
<strong>politica</strong>, economica e finanziaria,<br />
nonostante l’ottimistica partenza<br />
seguita alla caduta del<br />
muro di Berlino, purtroppo seguita<br />
dalla tragedia dell’11 settembre<br />
e dalla più recente crisi<br />
recessiva.<br />
Paradossalmente, la “new economy”,<br />
svincolatasi dalle localizzazioni<br />
produttive per ab-<br />
battere i costi di gestione, in<br />
Europa e negli USA sta penalizzando<br />
la generazione che<br />
l’ha costruita, che appare ansiosa<br />
e sfiduciata nello scontro<br />
con le economie emergenti.<br />
Ma questa “new economy” ha<br />
il respiro corto, se non è anche<br />
“clean” e “soft”, ovvero capace<br />
di coniugare tutela dell’ambiente,<br />
coesione sociale e<br />
competitività, traendo forza<br />
dalle comunità e dai territori.<br />
Per darle prospettiva, occorre<br />
che i paesi emergenti, che a loro<br />
volta hanno avocato, comprensibilmente,<br />
l’idea di un<br />
progresso continuo e illimitato,<br />
ne assicurino la sostenibilità,<br />
Paradossalmente,<br />
la “new economy”,<br />
svincolatasi dalle<br />
localizzazioni<br />
produttive per<br />
abbattere i costi di<br />
gestione, in Europa<br />
e negli USA,<br />
sta penalizzando<br />
la generazione<br />
che l’ha costruita<br />
perché i fattori propulsivi di un<br />
economia veramente nuova<br />
non sono tanto i beni materiali,<br />
quanto quelli immateriali,<br />
come idee innovatrici, informazione<br />
ed equità intergenerazionale<br />
e infragenerazionale.<br />
Sono questi due requisiti dell’equità,<br />
in ultima analisi, che<br />
alimentano le maggiori ansie<br />
e che costituiscono i termini<br />
della questione.<br />
E’ un problema di difficile soluzione,<br />
che richiede di mutare<br />
alla base gli approcci conoscitivi<br />
e di adottare nuove modalità<br />
di valutazione del progresso,<br />
con indicatori economici<br />
più adeguati, capaci di “internalizzare”<br />
tutti gli effetti della<br />
crescita.<br />
A questo fine è essenziale l’apporto<br />
degli strumenti di comunicazione<br />
scientifica e tecnica,<br />
che assicurano una costante<br />
relazione tra comunicatori<br />
e tecnici e una verifica<br />
FONTI RINNOVABILI<br />
continua delle innovazioni e<br />
informazioni, con l’effetto di<br />
accelerare la curva di apprendimento.<br />
Si deve investire,<br />
quindi, maggiormente nel valore<br />
della comunicazione, potenziandone<br />
i mezzi, come<br />
questo quindicinale. Ma non<br />
basta comunicare, occorre che<br />
l’informazione favorisca un<br />
continuo, immediato, incalzante<br />
confronto tra gli operatori,<br />
per elevare il livello di consapevolezza<br />
dei decisori pubblici<br />
e privati, sino al consumatore/utente<br />
e migliorare i<br />
modelli di produzione e consumo,<br />
così promuovendo l’innovazione<br />
e la sostenibilità nella<br />
sua triplice valenza, <strong>ambientale</strong>,<br />
economica e sociale.<br />
In tal modo è possibile accrescere<br />
la risorsa strategica della<br />
conoscenza, il potenziale di<br />
un’intelligenza collettiva della<br />
nuova società, interconnessa e<br />
partecipativa, che è il vero fattore<br />
di competizione e ricchezza.<br />
A questo obiettivo il Giornale<br />
si sforzerà di dare il proprio<br />
contributo, per assecondare il<br />
cambiamento e non mancare<br />
l’occasione di pubblicare, nei<br />
prossimi numeri dell’anno, approfondimenti,<br />
dossier e focus,<br />
già precisamente scadenzati,<br />
sui grandi temi economici dell’ambiente,<br />
dell’energia, dell’edilizia,<br />
della competitività e della<br />
mobilità, ai quali auspichiamo<br />
segua un nutrito dibattito<br />
con commenti e riflessioni dei<br />
lettori.<br />
prof. ing. Pierangelo Andreini<br />
Da Bonn a Masdar City, per IRENA<br />
un lavoro a “tutto campo”<br />
DOTT. ING. GIOVANNI MANZINI<br />
L’<br />
foto: Michelle Meiklejohn<br />
IRENA (Agenzia internazionale<br />
delle fon-<br />
ti rinnovabili) si è uffi-<br />
cialmente costituita il 26 gennaio<br />
del 2009 a Bonn (Germania)<br />
ed ha designato quale<br />
sua sede permanente Masdar<br />
City, (alle pagg. 26 e 27 un<br />
servizio dedicato a questa<br />
realtà) la prima città al mondo<br />
a emissioni zero in via di costruzione<br />
vicino ad Abu Dhabi,<br />
la capitale degli Emirati<br />
Arabi Uniti. L’attività di IRE-<br />
NA avrà quale sedi principali<br />
anche Bonn, che ospiterà il<br />
centro <strong>dell'innovazione</strong> e della<br />
tecnologia nel campo delle<br />
fonti rinnovabili, e Vienna,<br />
che ospiterà gli uffici di collegamento<br />
con le altre organizzazioni<br />
attive nello stesso<br />
settore.<br />
Tale assegnazione della sede<br />
principale segnala una duplice<br />
intenzione: quella del mondo<br />
occidentale tesa a vincolare<br />
i Paesi in via di sviluppo a<br />
un impegno concreto nello<br />
sviluppo delle fonti rinnovabili<br />
e quella degli Emirati Arabi,<br />
di porre tale settore in cima<br />
alla lista delle loro priorità.<br />
Si ricorda che, nel 2006 il Living<br />
Planet Report del WWF<br />
ha evidenziato che gli Emirati<br />
Arabi avevano un'impronta<br />
profondamente negativa sull'ecosistema<br />
mondiale, anche<br />
peggiore di quella degli USA.<br />
Le cause di tale situazione sono<br />
molteplici, da una parte<br />
una conformazione naturale<br />
povera, dall'altra Suv e schizofrenie<br />
della modernità.<br />
Ora gli Emirati hanno avuto<br />
l'appoggio incondizionato degli<br />
altri Paesi, tra i quali l'Italia,<br />
per avere nel proprio territorio<br />
la sede dell'IRENA, e perciò<br />
è indubbia la volontà di<br />
spingere gli sceicchi più moderni<br />
del Golfo a essere precursori<br />
e guida per tutta l'area,<br />
anche se non è pensabile<br />
che non ci siano stati anche<br />
degli scambi che abbiano influenzato<br />
la contrattazione per<br />
foto: Marc John<br />
una scelta di tale importanza.<br />
A questo punto, la <strong>sfida</strong> consiste<br />
nel ripetere nell’ambito<br />
delle fonti rinnovabili il boom<br />
dello sviluppo immobiliare,<br />
che si allargò a tal punto da<br />
raggiungere l'Oman, l’India,<br />
la Giordania e l’Egitto. Un effetto<br />
a catena, conseguito anche<br />
grazie ad una saggia operazione<br />
di marketing, che si<br />
spera possa replicarsi anche<br />
riguardo alle rinnovabili.
N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 7<br />
FOCUS/<br />
A CURA DI DAVIDE CANEVARI<br />
INFRASTRUTTURE<br />
“EUROPA-AFRICA”<br />
1563<br />
Focus “Integrazione<br />
delle infrastrutture<br />
Europa-Africa”<br />
In questo numero<br />
proponiamo<br />
una sintesi dell’eventoorganizzato<br />
dalla Commissione,<br />
dal ministero<br />
italiano delle Infrastrutture<br />
e dei trasporti<br />
e dalla presidenza<br />
svedese dell'Unione europea<br />
(Napoli, 20-22 ottobre 2009). <strong>La</strong> conferenza<br />
ha messo in evidenza gli aspetti di<br />
maggior rilievo: la mobilità come volano<br />
di crescita anche in Africa, i problemi dell’incidentalità<br />
sulle strade e della pirateria,<br />
l’inadeguatezza di qualunque modalità di<br />
trasporto, i fondi TEN-T per contribuire<br />
a realizzare opere di infrastruttura e le relative<br />
assegnazioni per l’Italia, la concorrenza<br />
dell’Asia, il ruolo dell’energia per avvicinare<br />
le due sponde del Mediterraneo<br />
e lo sviluppo della generazione da fonti<br />
rinnovabili nei prossimi vent’anni.<br />
<strong>La</strong> nostra sintesi dà una visione “satellitare”<br />
del tema ma per capire di più e meglio anche<br />
le possibilità di business per le imprese<br />
italiane, riteniamo che sia necessario<br />
scendere di quota e toccare aspetti più particolari<br />
e concreti. Allo scopo, nel corso<br />
dell’anno, faremo un secondo focus dedicato<br />
all’interscambio Italia-Africa e alle testimonianze<br />
delle imprese italiane eccellenti<br />
che hanno lavorato in Africa con successi,<br />
problemi, e prospettive. Vi ringraziamo<br />
per l’attenzione.<br />
Franco Ligonzo<br />
A Napoli la conferenza annuale<br />
del programma europeo TEN-T<br />
Cinque milioni di chilometri<br />
di strade asfaltate, 215<br />
mila chilometri di linee<br />
ferroviarie, 41 mila chilometri di<br />
vie navigabili interne. Sono questi<br />
i numeri più significativi – e di<br />
sicuro impatto mediatico – della<br />
rete di trasporto europea a disposizione<br />
dei 27 Stati membri.<br />
Una rete dinamica e in continua<br />
evoluzione. Così come lo sono le<br />
esigenze di mobilità (dei cittadini<br />
e delle merci) previste in costante<br />
e forte crescita anche in<br />
un orizzonte di lungo periodo.<br />
Per consentire una circolazione<br />
rapida e facilitata tra gli Stati<br />
membri e garantire buoni collegamenti<br />
internazionali l’Unione<br />
europea ha creato l’iniziativa rete<br />
transeuropea di trasporto<br />
(TEN-T). In estrema sintesi, la<br />
stessa Europa così spiega gli<br />
obiettivi operativi di TEN-T: la<br />
rete fornisce un contributo fondamentale<br />
alla costruzione dei<br />
collegamenti mancanti o all’eliminazione<br />
delle strozzature nella<br />
nostra struttura di trasporto<br />
perché intende creare una rete<br />
unica, multimodale, che integra<br />
in modo efficiente le direttrici di<br />
trasporto terrestre, marittimo e<br />
aereo di tutta la Ue.<br />
Lo scorso ottobre (nelle giornate<br />
del 21 e del 22) si è svolta a<br />
Napoli la conferenza annuale del<br />
programma TEN-T, organizza-<br />
ta dalla Commissione, dal ministero<br />
italiano delle Infrastrutture<br />
e dei trasporti e dalla presidenza<br />
svedese dell'Unione europea.<br />
Il tema scelto per questa<br />
edizione 2009 è stato: Il futuro<br />
delle reti transeuropee di trasporto.<br />
Costruire ponti fra l’Europa<br />
e i suoi vicini.<br />
Tre, nello specifico, i principali<br />
obiettivi che si<br />
era posta la Con-<br />
ferenza: fare il<br />
punto della situazione<br />
sullo stato<br />
dell’arte dei 30<br />
progetti prioritari<br />
(stabilendo anche<br />
i possibili ulteriori<br />
step da qui al<br />
2020), annunciare<br />
lo stanziamento<br />
di 500 milioni<br />
di euro di finanziamenti<br />
per progetti<br />
di infrastrutture<br />
europee,<br />
sempre nell’ambito<br />
del pro-<br />
Una delle novità<br />
più interessanti<br />
dell’edizione 2009<br />
è stata la scelta<br />
di aprire<br />
il confronto<br />
e il dibattito<br />
anche ai Paesi<br />
dell’Africa<br />
mediterranea<br />
gramma TEN-T, e infine valutare<br />
come migliorare le interconnessioni<br />
con le aree geografiche<br />
confinanti, in particolare<br />
con l’Africa.<br />
E proprio a questo aspetto il<br />
Giornale dell’Ingegnere ha deciso<br />
di dedicare uno spazio di approfondimento,<br />
partendo dai nu-<br />
merosi documenti presentati durante<br />
la due giorni napoletana,<br />
ma ampliando anche l’attenzione<br />
all’aspetto energetico che promette<br />
già nei prossimi anni di<br />
concretizzare varie opportunità<br />
di collaborazione tra le due<br />
sponde del Mediterraneo.<br />
Certo, l’attuale contesto operativo<br />
non è dei più agevoli. Durante<br />
i lavori sono<br />
state, ad esempio,<br />
evidenziate due<br />
criticità. Il settore<br />
dei trasporti – anche<br />
se i mass media<br />
ne hanno parlato<br />
con minore<br />
attenzione di quella<br />
riservata al<br />
comparto finanziario<br />
– è stato interessato<br />
da pesanti<br />
fallimenti,<br />
proprio per il declino<br />
della movimentazione<br />
delle<br />
merci legato alla<br />
crisi mondiale che<br />
ha colpito, in particolare, gli<br />
scambi internazionali. Inoltre, nei<br />
piani di sostegno all’economia<br />
le infrastrutture energetiche hanno<br />
per ora goduto di maggiore<br />
attenzione rispetto a quelle viarie.<br />
C’è tuttavia la condivisa consapevolezza<br />
che sono proprio le<br />
vie dei trasporti ad unire popoli<br />
e mercati e a fungere, quindi, da<br />
catalizzatore della ripresa; e che<br />
occorre dunque tornare ad investire<br />
su questo comparto.<br />
Come già accennato, una delle<br />
novità più interessanti dell’edizione<br />
2009, è stata la scelta di<br />
aprire il confronto anche ai Paesi<br />
del Mediterraneo e all’Africa<br />
per ragionare in termini di connessione<br />
tra le reti TEN-T e<br />
quelle africane e, più in generale,<br />
per promuovere il valore della<br />
mobilità come volano di crescita<br />
in un Paese – l’Africa – che<br />
mostra pesantissime carenze.<br />
Non solo in termini infrastrutturali,<br />
come si evidenzierà negli articoli<br />
di approfondimento pubblicati<br />
in questo numero del<br />
Giornale.<br />
Guardando proprio al Continente<br />
africano sono tre gli ambiziosi<br />
percorsi che la Conferenza<br />
ha delineato: assegnare all’Africa<br />
un nuovo ruolo come<br />
soggetto attivo nel bacino Mediterraneo;<br />
proseguire nell’erogazione<br />
di finanziamenti per la<br />
realizzazione di infrastrutture di<br />
trasporto con standard qualitativi<br />
elevati; integrare due sistemi<br />
oggi troppo distanti, mettendo<br />
a disposizione del continente<br />
africano le conoscenze e le migliori<br />
pratiche acquisite in Europa<br />
nel settore delle reti di trasporto.
8 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />
INFRASTRUTTURE “EUROPA-AFRICA”<br />
FOCUS/<br />
È indispensabile promuovere una nuova cultura della mobilità<br />
Una partnership tra Europa<br />
e Africa sul terreno<br />
delle infrastrutture,<br />
perchè? E, soprattutto,<br />
con quale ruolo da parte della<br />
Ue e con quali aspettative<br />
per i Paesi al di là del Mar<br />
Mediterraneo? Per rispondere<br />
alle domande – per nulla<br />
scontate – si potrebbe partire<br />
da un detto coniato proprio<br />
per il Continente africano: Se<br />
un uomo ha fame non regalargli<br />
del pesce; insegnagli a<br />
pescare. Traslato in ambito<br />
infrastrutturale, non basta assicurare<br />
fondi per realizzare<br />
nuove strade, o mettere a disposizione<br />
dei governi locali il<br />
know how delle aziende europee<br />
di eccellenza nel settore<br />
delle grandi opere. Occorre<br />
anche far radicare una nuova<br />
cultura che dia il giusto valore<br />
allo stesso principio di libera<br />
circolazione di merci e<br />
persone, al concetto di sicurezza<br />
e di mobilità sostenibile,<br />
ad un approccio di rete tra<br />
nazioni, alla logistica intesa<br />
come indispensabile valore<br />
aggiunto.<br />
Questa visione d’insieme si<br />
dimostra vincente più che<br />
mai oggi. Nell’attuale contesto<br />
di crisi generalizzata, che<br />
si aggiunge ai cambiamenti<br />
climatici in atto, proprio le<br />
nazioni più povere del Pianeta<br />
sono anche le realtà maggiormente<br />
vulnerabili. Come<br />
tali, potenzialmente interessate<br />
da flussi migratori senza<br />
precedenti verso le economie<br />
più avanzate.<br />
Consapevole di questo rischio<br />
globale, proprio il Consiglio<br />
d’Europa, lo scorso 18 maggio,<br />
ha segnalto tra i possibili<br />
antidoti ad un ulteriore decadimento<br />
delle economie locali,<br />
un deciso sviluppo delle<br />
infrastrutture, con particolare<br />
riguardo ai Paesi dell’Africa<br />
Sub sahariana. Questo al<br />
fine di rendere più agevoli i<br />
flussi tra le economie africana<br />
ed europea (e all’interno della<br />
stessa Africa), riducendo i<br />
costi e migliorando i servizi,<br />
sia per le persone, sia per le<br />
merci.<br />
Questa scelta richiede, ovviamente,<br />
un nuovo approccio<br />
di sistema e una capacità di<br />
pianificazione che ad oggi è<br />
spesso mancata. Non solo tra<br />
i diversi soggetti coinvolti (a<br />
partire dai singoli Stati, quan-<br />
do si parla – ad esempio – di<br />
opere di portata sovranazionale)<br />
ma anche tra le differenti<br />
modalità, in una logica<br />
di interazione strada-rotaianave-aereo.<br />
Partendo dal presupposto<br />
che - per ovvie ragioni<br />
geografiche - nei traffici<br />
internazionali andranno inevitabilmente<br />
privilegiate le vie<br />
d’acqua e le rotte aeree.<br />
Per quanto riguarda i traffici<br />
marittimi, attualmente sono<br />
oltre dieci milioni i cittadini<br />
che viaggiano ogni anno tra<br />
l’Africa e l’Europa scegliendo<br />
la nave come mezzo di<br />
trasporto. Le opportunità di<br />
collaborazione tra l’Unione<br />
africana e l’Unione europea<br />
sono dunque fondate e molteplici.<br />
Ancor prima di intervenire<br />
sulle infrastrutture, occorre<br />
agire sul fronte burocratico,<br />
rendendo più agevoli<br />
gli iter autorizzativi, pur senza<br />
compromettere le ragioni<br />
di sicurezza. Venendo, invece,<br />
agli aspetti più legati al discorso<br />
infrastrutturale, gli interventi<br />
ritenuti più urgenti<br />
riguardano il dragaggio dei<br />
principali porti africani, necessario<br />
per agevolare l’attracco<br />
di navi di maggiore<br />
tonnellaggio (e qui entra in<br />
gioco soprattutto il traffico di<br />
merci).<br />
Inoltre, sempre in termini di<br />
movimentazione delle merci,<br />
si ritiene inadeguato il numero<br />
di attracchi ad oggi disponibili:<br />
un chiaro collo di bottiglia<br />
che complica lo sviluppo<br />
di nuovi traffici tra Europa<br />
e Africa, con tempi di attesa -<br />
prima di poter effettuare le<br />
operazioni di carico e sacrico<br />
- assolutamente antieconomici.<br />
Altrettanto strategica<br />
sarà scelta di migliorare i<br />
collegamenti viari interni tra i<br />
porti e le aree di produzione<br />
(o di consumo) nel cuore dell’Africa,<br />
per non trasformare<br />
gli stessi porti in cattedrali nel<br />
deserto.<br />
Per quanto riguarda la sicurezza,<br />
occorrerà implementare<br />
gli standard internazionali<br />
ISPS (International Ship<br />
and Port Facilities Security<br />
code) in merito alla prevenzione<br />
dell’immigrazione illegale,<br />
al contrasto al traffico di<br />
stupefacenti, alla lotta al terrorismo.<br />
Senza trascurare le<br />
questioni ambientali, che anche<br />
al di fuori<br />
del vecchio<br />
Continente<br />
dovranno godere<br />
di attenzioni<br />
– e interventi<br />
– crescenti.<br />
Va detto che,<br />
già oggi, l’Unioneeuropea<br />
collabora<br />
con 10 Paesi<br />
dell’area mediterranea<br />
-<br />
Marocco, Algeria,<br />
Tunisia,<br />
Egitto, Israele,<br />
Giordania,<br />
<strong>La</strong> soluzione<br />
del problema<br />
della pirateria,<br />
specie lungo<br />
le coste<br />
del Corno d’Africa<br />
e nel Golfo<br />
di Guinea,<br />
è tra gli impegni<br />
dell’UE<br />
Libano, Autorità palestinese,<br />
Siria e Turchia – proprio nel<br />
settore della sicurezza marittima<br />
(nelle due accezioni anglosassoni<br />
di security e di safety)<br />
attraverso il progetto Safemed.<br />
Questo stesso programma<br />
affronta anche la<br />
questione della riduzione delle<br />
emissioni inquinanti e dello<br />
smaltimento dei rifiuti.<br />
Una delle questioni scottanti<br />
resta, per altro, quella della<br />
pirateria. Anche se dal 2003<br />
alla fine del 2006 il numero<br />
di atti di pirateria rilevati risulta<br />
in calo a livello mondiale,<br />
lungo le coste africane si<br />
è evidenziato un aumento del<br />
17 per cento. Nel 2008 la situazione<br />
sembra essere ulteriormente<br />
peggiorata, in particolare<br />
nelle aree più esposte<br />
del Corno d’Africa e del<br />
Golfo di Guinea. Programmi<br />
di supporto e di aiuto sono<br />
già stati identificati dall’International<br />
Maritime Organisation.<br />
Ma è chiaro che – allo<br />
stato attuale – la questione<br />
della insicurezza dei transiti<br />
pone seri freni allo sviluppo<br />
dei traffici marittimi o impone<br />
severi aumenti di costo a<br />
quelli che vengonougualmen-<br />
te effettuati.<br />
Per quanto concerne<br />
il traffico<br />
aereo, l’aspetto<br />
certamente più<br />
critico è quello<br />
della sicurezza<br />
dei voli. L’Unione<br />
europea, in<br />
più occasioni,<br />
ha sottolineato<br />
l’importanza di<br />
creare una rete<br />
satellitare di monitoraggio<br />
e<br />
controllo dei<br />
traffici molto più<br />
moderna e tecnologicamente<br />
evoluta di quella attualmente<br />
in dotazione.<br />
L’inadeguatezza degli strumenti<br />
oggi in uso è evidenziata<br />
chiaramente dai dati inerenti<br />
l’incidentalità dei trasporti<br />
aerei. Dagli aeroporti<br />
africani decolla soltanto il 3<br />
per cento dei voli di linea su<br />
scala mondiale; eppure gli<br />
stessi sono responsabili del 19<br />
per cento degli incidenti, il<br />
più delle volte proprio per errori<br />
di navigazione.<br />
foto: Jean Nathalie<br />
Secondo un documento<br />
presentato dalla Commissione<br />
europea lo<br />
scorso luglio - Connecting<br />
Africa and Europe: working<br />
towards strengthening transport<br />
cooperation - l’attuale<br />
dotazione infrastrutturale dell’Africa<br />
mostra pesantissimi<br />
ritardi. Non solo in confronto<br />
agli standard europei, ma anche<br />
rispetto a quanto si rileva<br />
in altre aree del Pianeta ancora<br />
in via di sviluppo. Con<br />
6,8 chilometri di strade ogni<br />
cento chilometri quadrati di<br />
territorio, il Continente Nero<br />
resta a grande distanza dall’America<br />
<strong>La</strong>tina (che arriva a<br />
12 chilometri) e dall’Asia (con<br />
18 chilometri). Per non parlare<br />
delle carenze in termini<br />
di manutenzione, tasto dolente<br />
anche in molte nazioni<br />
occidentali (Stati Uniti compresi)<br />
e, a maggior ragione,<br />
in questa parte del globo.<br />
<strong>La</strong> situazione è altrettanto<br />
precaria in termini di interconnessioni<br />
ferroviaria, soprattutto<br />
nei Paesi dell’Africa<br />
Occidentale e Centrale,<br />
dove sono una quindicina le<br />
nazioni senza neppure un<br />
chilometro di rotaia. Solo tre<br />
Con oltre<br />
un milione<br />
di morti<br />
ogni anno,<br />
l’incidentalità<br />
sulle strade<br />
rappresenta<br />
una delle priorità<br />
di intervento<br />
Nel concreto? L’Unione europea<br />
ha già concluso accordi<br />
in materia di aviazione con<br />
vari Paesi terzi, come il Marocco<br />
e la Giordania. Lo scorso<br />
aprile, in Namibia, si è anche<br />
tenuta una conferenza in<br />
materia di aviazione per discutere<br />
la messa a punto di un<br />
partenariato tra l’Unione europea<br />
e l’Africa nel campo<br />
dell’aviazione civile. In giugno<br />
la Commissione ha, poi,<br />
pubblicato una comunicazione<br />
che esamina le possibilità<br />
di collaborazione fra i due<br />
continenti nel campo dei trasporti.<br />
Qualcosa, dunque, si<br />
sta già muovendo.<br />
Ulteriori progressi, in termini<br />
di sicurezza, potrebbero aversi<br />
dall’estensione all’Africa di<br />
Egnos (un servizio gratuito<br />
volto a migliorare l’accuratezza<br />
dei segnali GPS). Su<br />
questo l’Europa ha già dichiarato<br />
la sua disponibilità.<br />
Venendo alla gomma, questa<br />
modalità continua ad essere<br />
la scelta in assoluto prevalente<br />
nella movimentazione delle<br />
merci, dai traffici locali a<br />
sclare fino a quelli che coinvolgono<br />
più Stati diversi, con<br />
una quota compresa tra l’80 e<br />
il 90 per cento del totale.<br />
Spesso si tratta di una scelta<br />
obbligata, non esistendo alcuna<br />
alternativa.<br />
Criticità ci sono anche nel trasporto<br />
passeggeri. Ogni anno<br />
in Africa gli incidenti stradali<br />
causano la morte di un<br />
milione di persone (circa 650<br />
mila sono pedoni, olte 200<br />
mila dei quali bambini). Il costo<br />
sociale di questi incidenti<br />
è impressionante, tra l’1 e il<br />
aeroporti, inoltre, possono essere<br />
classificati tra i primi 150<br />
a livelo mondiale, per volumi<br />
di passeggeri trasportati.<br />
Infine, il traffico marittimo<br />
che pur aggiudicandosi la<br />
quasi totalità dei trasporti internazionali<br />
– tra il 92 e il 97<br />
per cento del totale – soffre<br />
di non pochi problemi. Gli<br />
80 maggiori porti del Continente,<br />
che movimentano i<br />
3 per cento dell’intero prodotto<br />
interno lordo dell’Africa,<br />
secondo stime effettuate<br />
dalla Commissione europea.<br />
Da qui la scelta di Bruxelles,<br />
adottata come vero e proprio<br />
piano strategico di azione, di<br />
intensificare gli sforzi per assicuarere<br />
il trasferimento ai<br />
Paesi in via di sviluppo delle<br />
conoscenze (e delle buone<br />
pratiche) in tema di sicurezza<br />
stradale. Questo, nella pratica,<br />
porterà alla definizione di linee<br />
guida da proporre ai governi<br />
locali e regionali, alla<br />
scelta di destinare specifici<br />
fondi comunitari allo sviluppo<br />
di progetti di sicurezza stradale,<br />
alla necessità di includere<br />
negli studi di fattibilità<br />
di nuovi investimenti infrastrutturali<br />
anche l’aspetto della<br />
road safety.<br />
Per quanto riguarda, invece,<br />
la parte più strettamente infrastrutturali,<br />
in stretta collaborazione<br />
con l’Unione africana<br />
occorrerà rimettere mano<br />
agli otto grandi corridoi<br />
trans-africani già identificati<br />
come direttrici di traffico di<br />
rilevanza sovra nazionale, ma<br />
ancora in parte da realizzare<br />
o con gravi carenze manutentive<br />
per i tratti già costruiti.<br />
Si tratta, in particolare di:<br />
■ Dakar-Ndjamena<br />
■ Nouakchott-<strong>La</strong>gos<br />
■ Khartoum-Djibouti<br />
■ <strong>La</strong>gos-Mombasa<br />
■ Cairo-Gaborone<br />
■ N'djamena-Windhoek<br />
■ Beira-Lobito<br />
■ Dar Es Salaam-Kigali<br />
Per quanto riguarda le grandi<br />
direttrici ferroviarie, infine, sarà<br />
essenziale l’identificazione<br />
delle nuove linee, attraverso<br />
un accurato lavoro di concertazione<br />
tra i numerosi soggetti<br />
coinvolti sia a livello politico<br />
che economico (a partire<br />
dalle autorità portuali e<br />
dai partener industriali).<br />
Cemento, asfalto, acciaio saranno<br />
dunque indispensabili<br />
in grande quantità per un migliore<br />
futuro dell’Africa. Ma,<br />
altrettanto preziosi saranno<br />
anche il cuore e il cervello.<br />
Perché in gioco c’è un intero<br />
sistema da concepire e condividere.<br />
Prima ancora che da<br />
costruire.<br />
Africa, un continente<br />
che viaggia sempre “in riserva”<br />
Nessuna modalità<br />
di trasporto<br />
in Africa si può<br />
definire adeguata<br />
secondo i nostri<br />
parametri: strade<br />
insufficienti<br />
e mal tenute,<br />
intere nazioni<br />
senza ferrovia,<br />
porti insicuri<br />
e scali aerei<br />
sottodimensionati<br />
flussi di import ed export,<br />
mostrano gravi carenze in<br />
termini di sicurezza e dotazioni.<br />
<strong>La</strong> flotta delle navi mercantili<br />
ha un’età media nettamente<br />
superiore rispetto<br />
agli standard nel resto del<br />
mondo: ben l’80 per cento<br />
dei natanti ha superato i 15<br />
anni di servizio, mentre la<br />
media planetaria degli over<br />
15 anni scende alle soglie del<br />
15 per cento.<br />
Come conseguenza di tutto<br />
ciò, i costi di trasporto sono<br />
in Africa tra i più elevati al<br />
mondo – in proporzione –<br />
pari al 15 per cento circa del<br />
valore delle esportazioni rispetto<br />
al 3 per cento che si<br />
rileva per le merci delle nazioni<br />
industrializzate. <strong>La</strong> situazione<br />
è ancora più disperata<br />
nelle aree più inaccessibili<br />
dell’Africa. In realtà come il<br />
Malawi o il Ciad i costi di trasporto<br />
possono incidere anche<br />
per un 50 per cento sul<br />
valore finale delle merci<br />
esportate. È anche per questa<br />
ragione che l’incidenza del<br />
Made in Africa sul totale dei<br />
traffici mondiali è crollata dal<br />
già ridotto 6 per cento del<br />
1960 al 2 per cento attuale.
N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE<br />
INFRASTRUTTURE “EUROPA-AFRICA”<br />
9<br />
FOCUS/<br />
<strong>La</strong> rete transeuropea di trasporto<br />
ha tanta voglia di crescere<br />
Dieci anni rappresentano<br />
un orizzonte temporale<br />
tutto sommato<br />
contenuto se si parla di grandi<br />
opere e di ambiziose realizzazioni<br />
infrastrutturali. Nei<br />
prossimi dieci anni l’Europa è<br />
chiamata, dunque, a compiere<br />
un mezzo miracolo. È infatti<br />
previsto che entro il 2020<br />
il traffico tra i Paesi membri<br />
possa addirittura raddoppiare<br />
rispetto ai volumi attuali. Un<br />
fatto certamente auspicabile<br />
da un punto di vista sociale<br />
ed economico, che richiederà<br />
investimenti massicci, per<br />
completare e ammodernare<br />
secondo criteri sostenibili la<br />
rete europea ad oggi disponibile.<br />
Per raggiungere il traguardo<br />
– confermano gli<br />
esperti di Bruxelles - serviranno<br />
circa 500 miliardi di<br />
euro, di cui 270 miliardi per<br />
gli assi e i progetti prioritari.<br />
Proprio lo scorso 21 ottobre<br />
la Commissione europea ha<br />
notificato un primo gruppo<br />
di progetti che beneficeranno<br />
di un totale di 500 milioni<br />
di euro destinati a importanti<br />
opere di infrastrutture di<br />
trasporto in tutta l'Unione.<br />
“I fondi – è stato precisato<br />
durante la conferenza partenopea<br />
- saranno assegnati a<br />
titolo del programma Rete<br />
transeuropea dei trasporti<br />
(TEN-T), che contribuisce a<br />
finanziare i lavori di costruzione<br />
dei collegamenti mancanti<br />
o di eliminazione delle<br />
strozzature, per rendere più<br />
rapida e facile la circolazione<br />
delle merci e delle persone<br />
tra gli Stati membri”.<br />
Tra i Paesi beneficiari, anche<br />
l’Italia, assieme ad Austria,<br />
Belgio, Germania, Spagna,<br />
Francia, Ungheria, Olanda,<br />
Portogallo, Svezia e Regno<br />
Unito.<br />
Come precisa la stessa Commissione<br />
europea, all’inizio si<br />
pensava di ripartire su varie<br />
annualità quresto mezzo miliardo<br />
di euro. Poi, consapevoli<br />
del fatto che le grandi<br />
opere sono uno dei motori<br />
dell’economia e, dunque, possono<br />
accelerare l’uscita dalla<br />
crisi, è stato deciso di anticipare<br />
in toto lo sforzo finanziario.<br />
Nel dettaglio, ecco l’elenco<br />
dei finanziamenti che<br />
sono stati annunciati a Napoli:<br />
■ Austria. Costruzione del<br />
quarto binario della tratta occidentale<br />
Vienna-Linz: stazione<br />
ferroviaria di Melk (3,4<br />
milioni di euro)<br />
■ Belgio. Ricostruzione del<br />
Noorderlaanbridge (1,3 milioni<br />
di euro)<br />
■ Francia. Nuova linea ferroviaria<br />
ad alta velocità LGV<br />
Est; seconda fase: tratta Baudrecourt-Vendenheim<br />
(76<br />
milioni di euro)<br />
■ Germania. A3 Francoforte-Norimberga,<br />
restauro del<br />
ponte principale di Randersacker<br />
(2,4 milioni di euro);<br />
Ampliamento trimodale del<br />
porto di Colonia (3,3 milioni<br />
di euro)<br />
■ Ungheria. Costruzione di<br />
un’area di imbarco comune<br />
per le operazioni Schengen e<br />
non-Schengen e il trasferimento<br />
ininterrotto dei passeggeri<br />
nell’aeroporto di Budapest<br />
(7,6 milioni di euro)<br />
■ Italia. Raccordo anulare di<br />
Roma - Tratto nordoccidentale<br />
- Creazione della terza<br />
corsia in entrambe le direzioni<br />
di marcia dal km 11+250<br />
al km 12+650 – <strong>La</strong>vori di<br />
completamento (3 milioni di<br />
euro); Opere di potenziamento<br />
dell'accessibilità nautica<br />
del porto di Venezia-<br />
Marghera - drenaggio ordi-<br />
Antonio Tajani<br />
(già vicepresidente della<br />
Commissione europea)<br />
nario e d’urgenza in due sezioni<br />
dei canali navigabili<br />
Ovest e Sud (3,9 milioni di<br />
euro); Nodo di Torino, tratta<br />
Susa-Stura, eliminazione della<br />
strozzatura (52,7 milioni di<br />
euro); Integrazione dell'IP1 di<br />
comunicazione e sorveglianza<br />
(4 milioni di euro)<br />
■ Paesi Bassi. Eliminazione<br />
della strozzatura dell’arteria<br />
nord-sud A2 (E25): costruzione<br />
del tunnel autostradale<br />
urbano a Maastricht (15 milioni<br />
di euro)<br />
■ Portogallo. Piano di sviluppo<br />
dell’aeroporto di Faro –<br />
Fase 1 (6 milioni di euro)<br />
■ Spagna. Superstrada SE-<br />
40 (Siviglia) - Tratta Coria del<br />
Rio-Dos Hermanas - tunnel<br />
nord e sud (24 milioni di euro)<br />
■ Svezia. Infrastrutture portuali<br />
nel porto nord di Malmö<br />
(5,9 milion di euro); Collegamento<br />
di Partihall E6.21 (16,3<br />
milioni di euro)<br />
■ Regno Unito. Opere di drenaggio<br />
e bonifica dell’estuario<br />
del Tamigi a supporto dello<br />
sviluppo del porto multi-<br />
I fondi TEN-T<br />
contribuiscono<br />
a realizzare opere<br />
di infrastruttura<br />
finanziando studi<br />
per superare<br />
le difficoltà presenti<br />
nella fase iniziale<br />
dei progetti<br />
o coprendo i costi<br />
di una parte<br />
dei lavori<br />
veri e propri<br />
C’è anche l’Italia<br />
tra le nazioni<br />
che beneficeranno<br />
dei 500 milioni<br />
di euro assegnati<br />
lo scorso ottobre;<br />
ma è francese<br />
lo stanziamento<br />
più significativo<br />
modale integrato London<br />
Gateway e della logistica (14<br />
milioni di euro); Piano di gestione<br />
del traffico del corridoio<br />
A14 (11,7 milioni di euro);<br />
<strong>La</strong>vori sulla tratta Felixstowe-Nuneaton<br />
(9,2 milioni<br />
di euro).<br />
Nelle prossime settimane sarà<br />
reso pubblico un secondo<br />
gruppo di progetti che beneficeranno<br />
dei fondi TEN-T<br />
stanziati.<br />
A Napoli è stato anche tempo<br />
di bilanci su quanto realizzato<br />
fino ad oggi. Gli esperti<br />
del settore hanno fatto il<br />
punto sui progressi registrati<br />
Åsa Torstensson (ministro<br />
svedese dell'Industria)<br />
nel 2008 nel processo di attuazione<br />
dei 30 progetti prioritari<br />
TEN-T. “È stato realizzato<br />
il 39 per cento degli investimenti<br />
necessari – cita<br />
una nota ufficiale della Commissione<br />
europea – e sono<br />
stati investiti 161 miliardi di<br />
euro nei progetti prioritari. 4<br />
di questi sono stati terminati e<br />
2 sono in fase di completamento.<br />
Progressi si sono registrati<br />
anche riguardo ad altri<br />
progetti, in particolare nel<br />
periodo 2007-2009. Lo scorso<br />
anno, nonostante la crisi<br />
economica, sono stati investiti<br />
oltre 14 miliardi di euro.<br />
Tuttavia, secondo le stime attuali,<br />
il 35 per cento degli investimenti<br />
necessari per completare<br />
la rete sarà effettuato<br />
dopo il 2013”.<br />
L’Unione europea, comunque,<br />
non è certo una realtà a<br />
sé stante. È condivisa a tutti i<br />
livelli – politico, istituzionale,<br />
economico, imprenditoriale<br />
– la necessità di agevolare<br />
anche i collegamenti con<br />
i parner economici confinanti,<br />
accanto allo sviluppo<br />
delle reti infrastrutturali interne.<br />
Certamente con l’Africa,<br />
ma anche con l’area<br />
Nord-Ovest. Durante la conferenza<br />
tenutasi a Napoli è<br />
stato così siglato uno specifico<br />
accordo inerente lo sviluppo<br />
dei collegamenti viabilistici<br />
e della logistica nella<br />
parte settentrionale dell’Europa.<br />
Firmatari dell’accordo i<br />
rappresentanti della Commissione<br />
europea, di Norvegia,<br />
Russia, Danimarca, Estonia,<br />
Finlandia, Germania,<br />
Lettonia, Lituania, Polonia,<br />
Svezia e Bielorussia.<br />
Il commento di Antonio Tajani,<br />
vicepresidente della<br />
Commissione europea: “Le<br />
sfide e le opportunità del settore<br />
dei trasporti hanno una<br />
natura sempre più internazionale<br />
e il partenariato della<br />
dimensione settentrionale per<br />
il trasporto e la logistica costituirà<br />
un'ottima occasione<br />
per affrontarle insieme nell'Europa<br />
del Nord”.<br />
Ancora più fiducioso sui possibili<br />
scenari aperti da questo<br />
accordo è stato Åsa Torstensson,<br />
ministro svedese<br />
dell'Industria, dell’energia e<br />
delle comunicazioni. “L'Europa<br />
del Nord – ha commentato<br />
da Napoli - è una regione<br />
ricca di risorse naturali,<br />
con un settore industriale<br />
altamente sviluppato. Le lunghe<br />
distanze all'interno della<br />
regione e la lontananza dai<br />
mercati più importanti rappresentano<br />
una <strong>sfida</strong> per il<br />
settore dei trasporti. Il partenariato<br />
della dimensione settentrionale<br />
per il trasporto e<br />
la logistica promette di essere<br />
un valido strumento per ricercare<br />
insieme le misure e i<br />
progetti da attuare per migliorare<br />
le infrastrutture che<br />
mettono in collegamento i<br />
Paesi all’interno della regione<br />
e con quelli al di fuori”.<br />
World Bank: “Senza riforme è impossibile<br />
reperire i fondi per le grandi opere”<br />
Secondo l’ultimo studio<br />
della World Bank,<br />
pubblicato ai primi di<br />
novembre, per assicurare la<br />
crescita economica dell’Africa<br />
occorrerà investire 93<br />
miliardi di dollari all’anno<br />
per i prossimi anni in infrastrutture.<br />
L’inadeguatezza<br />
del livello attuale di investimenti,<br />
in reti elettriche e idriche,<br />
nuove strade e infrastrutture,<br />
information &<br />
communications technology<br />
(ICT) rappresenterebbe un<br />
freno alla crescita del prodotto<br />
interno lordo locale<br />
quantizzabile in due punti<br />
all’anno, riducendo del 40<br />
per cento la produttività delle<br />
attività economiche locali.<br />
Secondo lo studio della<br />
World Bank nell’Africa sub<br />
sahariana i 24 Paesi presi in<br />
esame spendono attualmente<br />
45 miliardi di dollari/anno<br />
in infrastrutture (in<br />
buona parte attingendo a risorse<br />
interne). <strong>La</strong> notizia positiva<br />
riguarda proprio questa<br />
cifra: si tratta di un valore<br />
superiore rispetto a quello<br />
fino ad oggi stimato. <strong>La</strong><br />
notizia negativa è che rimane<br />
un gap di 48 miliardi di<br />
dollari/anno rispetto al volere<br />
stimato come ottimale<br />
(appunto, 93 miliardi) per<br />
un adeguato sviluppo dell’area.<br />
Se da una parte, continuano<br />
gli esperti della<br />
World Bank, ben 17 miliardi<br />
di euro potrebbero essere<br />
recuperati aumentando l’efficienza<br />
del sistema locale e<br />
riducendo gli sprechi, resta<br />
pur sempre un gap valuta-<br />
bile in 31 miliardi di dollari.<br />
Il problema principale sembra<br />
riguardare le infrastrutture<br />
energetiche. Attualmente<br />
nei 48 Paesi dell’Africa<br />
sub-sahariana la capacità<br />
di generazione elettrica<br />
complessiva è di soli 68.000<br />
MW, più o meno l’equivalente<br />
della potenza installata<br />
in Spagna. Inoltre, circa il 25<br />
per cento di questa capacità<br />
teorica non è effettivamente<br />
sfruttato per l’età eccessiva<br />
degli impianti e per lo scarso<br />
livello delle manutenzioni.<br />
Ne risulta un costo del<br />
L’intera Africa<br />
sub sahariana<br />
può contare<br />
su una capacità<br />
di generazione<br />
inferiore a quella<br />
della sola Spagna.<br />
kWh pari a 18 centesimi di<br />
dollaro, valore estremamente<br />
elevato, almeno per i<br />
parametri economici dell’area.<br />
Non è sensibilmente migliore<br />
la situazione delle infrastrutture<br />
viarie. Solo il 40 per<br />
cento degli abitanti che non<br />
risiedono in un centro urbano<br />
vive a meno di due chilometri<br />
di distanza da una<br />
strada “percorribile in tutte le<br />
stagioni”. Tenendo conto<br />
anche dei problemi burocratici,<br />
che si riflettono in<br />
lungaggini insostenibili, ciò<br />
si traduce in una velocità<br />
media di soli 12 chilometri/ora<br />
nella movimentazione<br />
delle merci.<br />
Infine l’acqua: meno del 60<br />
per cento della popolazione<br />
africana ha accesso all’acqua<br />
potabile mentre sono nettamente<br />
al di sotto degli standard<br />
dei Paesi sviluppati le<br />
condizioni dell’irrigazione.<br />
Al riguardo c’è un dato che<br />
parla da solo: negli ultimi 40<br />
anni la superficie arabile dell’Africa<br />
è cresciuta soltanto<br />
di 4 milioni di ettari rispetto<br />
ai 25 milioni di ettari della<br />
Cina e ai 32 milioni di ettari<br />
dell’India.<br />
Obiageli Ezekwesili, vice<br />
presidente per l’Africa della<br />
Banca Mondiale ha così<br />
commentato i dati: “Certamente<br />
servono nuovi investimenti,<br />
ma allo stato attuale<br />
il rischio, se non si pensa<br />
prima di tutto ad eliminare<br />
le troppe inefficienze, è<br />
quello di versare acqua all’interno<br />
di un colabrodo.<br />
L’Africa potrà turare questi<br />
buchi solo attraverso le riforme<br />
e il miglioramento<br />
delle politiche locali. Quando<br />
questo cambiamento si<br />
concretizzerà, lo stesso sarà<br />
letto dagli investitori come<br />
il segnale che l’Africa è davvero<br />
pronta per fare affari;<br />
ed è dunque diventata un<br />
mercato appetibile”.<br />
E, a quel punto, reperire quei<br />
31 miliardi di dollari all’anno<br />
che mancano all’appello non<br />
sarà più un’impresa proibitiva.
10 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />
FOCUS/<br />
Gas, petrolio e una bilancia commerciale in deficit<br />
Tra i partner commerciali<br />
preferiti dall’Italia<br />
l’Africa occupa un<br />
posto di un certo rilievo come<br />
fornitore. Mentre come<br />
mercato di sbocco delle nostre<br />
esportazioni scala, inevitabilmente,<br />
verso il fondo<br />
della classifica. E questo per<br />
un chiaro motivo: i nostri acquisti<br />
all’interno del Continente<br />
Nero… riguardano essenzialmente<br />
il nero petrolio<br />
(e il gas naturale). Materie<br />
prime energetiche, quindi, di<br />
cui il nostro Paese ha un disperato<br />
bisogno e che, nel<br />
2008, sono state pure interessate<br />
da un picco delle<br />
quotazioni, prima dell’esplosione<br />
della crisi nella sua<br />
massima virulenza. Molto<br />
meno appetibile - almeno<br />
per le economie locali - e<br />
dunque meno acquistato,<br />
sembra essere il made in<br />
Italy di qualità. Da qui la forte<br />
differenza nel peso specifico<br />
dell’Africa come nostro<br />
partner commerciale: assorbe<br />
solo il 4,9 per cento delle<br />
nostre esportazioni ma copre<br />
il 10,2 per cento delle<br />
nostre importazioni.<br />
Sfogliando i rapporti di Ice<br />
(Istituto per il commercio<br />
estero) ed Istat si scoprono<br />
maggiori dettagli. “Nel 2008<br />
– spiegano gli esperti dell’Ice<br />
- il deficit commerciale dell’Italia<br />
con l’Africa si è ampliato,<br />
soprattutto a causa<br />
della crescita del saldo negativo<br />
con i Paesi dell’Africa<br />
settentrionale, che ha riguardato<br />
in particolare Algeria<br />
e Libia. Le importazioni<br />
complessive sono aumentate<br />
di oltre il 20 per<br />
cento rispetto al 2007. Gli<br />
INFRASTRUTTURE “EUROPA-AFRICA”<br />
acquisti da Algeria (più 41<br />
per cento), Egitto (più 23 per<br />
cento), Libia (più 24 per cento)<br />
e Sud Africa (più 19 per<br />
cento) hanno contribuito significativamente<br />
a questo incremento.<br />
Ad essi va sommato<br />
l’ottimo risultato delle<br />
importazioni dalla Nigeria<br />
(più 8 per cento), che si inserisce<br />
in un trend di crescita<br />
iniziato nel 2003. Questi<br />
flussi riflettono gli acquisti di<br />
materie prime dall’area: Libia<br />
e Algeria si confermano, anche<br />
nel 2008, prima e seconda<br />
fonte di prodotti energetici<br />
per l’Italia”.<br />
È comunque significativo anche<br />
il trend delle esportazioni,<br />
lievitate sensibilmente<br />
nel corso del 2008, rispetto<br />
all’anno prima: più 23 per<br />
cento considerando l’area nel<br />
suo complesso, con una netta<br />
prevalenza dei Paesi che<br />
si affacciano al Mediterraneo<br />
Libia e Algeria<br />
si confermano,<br />
anche nel 2008,<br />
prima e seconda<br />
fonte di prodotti<br />
energetici<br />
per il nostro<br />
Paese<br />
Con la sola<br />
esclusione<br />
del Giappone,<br />
l’Asia continua<br />
a strappare<br />
quote<br />
di mercato<br />
alle nazioni<br />
occidentali<br />
foto: Sergio Russo<br />
IL COMMERCIO ESTERO DELL'ITALIA PER AREE GEOGRAFICHE (valore %, anno 2008)<br />
Arre geografiche<br />
Unione Europea<br />
Europa non UE<br />
Africa settentrionale<br />
Altri Paesi Africa<br />
America settentrionale<br />
America centro e sud<br />
Medio Oriente<br />
Asia centro e sud<br />
Asia orientale<br />
Resto del mondo<br />
peso %<br />
58,5<br />
11,3<br />
3,6<br />
1,3<br />
7,0<br />
3,3<br />
5,1<br />
1,3<br />
6,1<br />
2,5<br />
100<br />
(più 32 per cento) e con Algeria<br />
e Libia entrambe in<br />
crescita addirittura del 63 per<br />
cento. Meno significativi, invece,<br />
i dati relativi alle esportazioni<br />
negli altri Paesi africani,<br />
a conferma di come<br />
l’Africa per l’Italia dei commerci<br />
sia soprattutto il<br />
Maghreb.<br />
Interessante anche rapportare<br />
la presenza dell’Italia nel<br />
Continente africano a quella<br />
dei suoi principali competitor<br />
commerciali. “Sempre in<br />
relazione all’Africa settentrionale<br />
– prosegue l’Ice - è<br />
stato positivo il trend delle<br />
esportazioni di Germania e<br />
Spagna, meno però dell’andamento<br />
che ha contraddistinto<br />
l’Italia; mentre è restata<br />
invariata la quota del<br />
Regno Unito ed è lievemente<br />
diminuita quella francese.<br />
<strong>La</strong> situazione cambia radicalmente<br />
se si guarda all’A-<br />
In Africa si vende un’auto...<br />
ogni cento telefoni<br />
cellulari. È questa una delle<br />
tante contraddizioni (almeno<br />
secondo i parametri<br />
nostrani) del Continente Nero.<br />
Lo scorso anno sono stati,<br />
infatti, venduti oltre 130<br />
milioni di cellulari in Africa<br />
(compreso il Medio Oriente).<br />
Un valore di assoluto rilievo<br />
su scala mondiale se<br />
confrontato con i meno di<br />
190 milioni dell’Europa Occidentale,<br />
con i 480 milioni<br />
dell’Asia e del Pacifico, con i<br />
“soli” 120 milioni dell’America<br />
<strong>La</strong>tina.<br />
Di tutt’altro tenore il mercato<br />
dell’auto. Nel 2007 risultano<br />
vendute oltre 70 milioni di<br />
auto nel mondo: 23 milioni<br />
sono state immatricolate in<br />
Europa, 21,4 in Asia (ma già<br />
nel 2008 c’è stato il sorpasso<br />
nei confronti del Vecchio<br />
Continente), 19,4 negli Stati<br />
Uniti e in Canada, 4,4 milioni<br />
nell’America <strong>La</strong>tina. Chiudono<br />
la classifica il Medio<br />
Oriente con 2,4 milioni e l’Africa<br />
con soli 1,4 milioni. Un<br />
intero continente, quindi,<br />
mette su strada (molte) meno<br />
macchine di una singola nazione<br />
come l’Italia!<br />
Pressoché inesistente è ad<br />
oggi anche l’industria locale<br />
di settore. Secondo le statistiche<br />
internazionali dell’Organization<br />
of Motor Vehicle<br />
Manufacturers, organismo<br />
che ha appena compiuto i 90<br />
anni di vita, la produzione di<br />
auto è limitata a 72.500 unità/anno<br />
in Egitto e a 321 mila<br />
vetture/anno in Sud Africa.<br />
Nel complesso meno di<br />
400 mila quattro ruote ri-<br />
Esportazioni Importazioni<br />
var. % dei valori '07/'08 peso % var. % dei valori '07/'08<br />
-3,7<br />
9,7<br />
32,4<br />
3,4<br />
-5,0<br />
1,7<br />
10,8<br />
5,7<br />
1,1<br />
-<br />
frica sub-sahariana: l’Asia<br />
orientale continua a strappare<br />
quote ai Paesi occidentali,<br />
grazie ad un aumento<br />
che continua ininterrotto da<br />
almeno un decennio e che<br />
riguarda (con l’esclusione del<br />
Giappone) tutte le economie<br />
che ne fanno parte, in particolare<br />
quella cinese”.<br />
È interessante valutare anche<br />
i numeri relativi ai primi<br />
mesi del 2009. “I dati dei<br />
primi mesi del 2009 (rispetto<br />
allo stesso periodo del 2008)<br />
– concludono gli esperti dell’Ice<br />
- mostrano, anche in<br />
Africa, una riduzione dei<br />
flussi. A differenza di altre<br />
aree però, le esportazioni<br />
verso l’Africa settentrionale<br />
hanno resistito maggiormente<br />
(contenendo la perdita<br />
entro i 6 punti percentuali),<br />
mentre le importazioni<br />
hanno subito una brusca<br />
battuta d’arresto (meno 27<br />
spetto al complessivo mondiale<br />
di 52,6 milioni; neppure<br />
l’1 per cento.<br />
Altrettanto evidente il gap se<br />
si considerano i veicoli com-<br />
54,0<br />
11,2<br />
8,3<br />
1,9<br />
3,6<br />
2,9<br />
5,1<br />
2,0<br />
10,4<br />
0,6<br />
100<br />
-5,3<br />
6,1<br />
24,8<br />
7,4<br />
7,5<br />
1,7<br />
20,1<br />
8,7<br />
3,8<br />
-<br />
per cento per l’Africa settentrionale<br />
e meno 46 per<br />
cento per gli altri Paesi africani).<br />
Un ultimo interessante dato<br />
riguarda gli investimenti italiani<br />
in Africa. Nel corso del<br />
2008 si registra una chiusura<br />
progressiva dei rubinetti. Le<br />
ragioni vanno ricercate soprattutto<br />
nella contrazione<br />
delle quotazioni delle materie<br />
prime (in particolare<br />
energetiche) e nel sempre<br />
più difficile accesso al credito<br />
che hanno limitato la partenza<br />
di grandi progetti, specie<br />
nel comparto<br />
dell’oil&gas. Tra le nazioni<br />
che sembrano avere sofferto<br />
di più della contrazione<br />
di flussi finanziari dall’Italia<br />
ci sono l’Angola, l’Egitto<br />
(che tuttavia rimane la destinazione<br />
privilegiata degli<br />
investimenti italiani in Africa)<br />
e la Libia.<br />
Mercato dell’auto fermo al palo<br />
È boom invece per i cellulari<br />
In Africa, nel 2007,<br />
risultano vendute<br />
solamente 1,4<br />
milioni di auto<br />
contro gli oltre 70<br />
milioni del resto del<br />
mondo. Per i veicoli<br />
commerciali si<br />
producono 284 mila<br />
camion rispetto ai<br />
18 milioni del<br />
mercato mondiale.<br />
foto: CIAT<br />
merciali. <strong>La</strong> capacità produttiva<br />
è di poco al di sopra delle<br />
42 mila unità/anno in Egitto<br />
(valore comunque in forte<br />
crescita rispetto all’anno precedente)<br />
e di 242 mila unità<br />
scarse in Sud Africa. Totale:<br />
284 mila camion rispetto a<br />
una produzione mondiale<br />
che sfiora i 18 milioni di unità.<br />
Infine gli autobus. Se su<br />
scala planetaria la produzione<br />
annua si assesta appena al di<br />
sotto delle 600 mila unità il<br />
contributo delle catene di<br />
montaggio africane si ferma a<br />
meno di 3.200 bus prodotti<br />
in Egitto e a meno di 1.400<br />
costruiti in Sud Africa.<br />
Difficile pensare a un prossimo<br />
imminente boom della<br />
mobilità interna con una<br />
struttura produttiva ad oggi<br />
ancora così debole e localizzata<br />
in due sole nazioni.
N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 11<br />
FOCUS/<br />
AParigi, 13 luglio 2008,<br />
l’Unione per il Mediterraneo<br />
formalizza<br />
l’intenzione di dare un’accelerazione<br />
concreta ai programmi<br />
di collaborazione tra<br />
le due sponde del grande mare,<br />
in un’ottica di bacino. Non<br />
più Europa da una parte, e<br />
Africa dall’altra. Bensì 43 Stati<br />
(tanti sono i Paesi interessati)<br />
che cooperano su specifiche<br />
tematiche, essendo legati<br />
dalla geografia, prima ancora<br />
che dall’economia o dalla<br />
cultura. Questo, in particolare,<br />
per affrontare le questioni<br />
dell’energia, dello sviluppo<br />
sostenibile, della lotta<br />
ai cambiamenti climatici.<br />
Per evitare di disperdere le<br />
forze, come già successo in<br />
precedenti iniziative, e per<br />
meglio monitorare i progressi<br />
ottenuti, l’Unione per il Mediterraneo<br />
si è posta sei obiettivi<br />
specifici: favorire la realizzazione<br />
di nuove reti di trasporto,<br />
combattere l’inquinamento<br />
del mar Mediterraneo,<br />
creare un’agenzia dedicata allo<br />
sviluppo della piccola e<br />
media impresa, attivare un<br />
coordinamento per la protezione<br />
civile esteso a tutta l’area,<br />
promuovere la costituzione<br />
di una rete tra i diversi<br />
sistemi universitari e concretizzare<br />
il Piano solare mediterraneo.<br />
Proprio quest’ultimo punto<br />
sembra essere il più concreto<br />
(o il più agevole da concretizzare).<br />
<strong>La</strong> ragione è semplice.<br />
Lo sviluppo dell’Europa<br />
nei prossimi lustri non può<br />
prescindere da un incremento<br />
massiccio della generazione<br />
elettrica da fonte rinnovabile.<br />
E sempre più si fa strada<br />
la convinzione che accanto<br />
agli ambiziosi progetti di crescita<br />
interna occorra favorire<br />
la nascita di importanti iniziative<br />
in un territorio – quello,<br />
appunto, dell’Africa settentrionale<br />
- favorevole per le<br />
condizioni climatiche e accessibile<br />
con relativa facilità<br />
per il posizionamento geografico.<br />
Produrre kWh verdi in Africa<br />
da trasferire in Europa, favorendo<br />
la crescita economica e<br />
sociale del Sud del Mediterraneo<br />
da una parte; e rendendo<br />
più agevole il raggiungimento<br />
degli obiettivi europei<br />
di lotta ai cambiamenti<br />
climatici dall’altra.<br />
“Il Piano Solare per il Mediterraneo<br />
(PSM), lanciato nel<br />
luglio 2008 dall’Unione per il<br />
Mediterraneo – conferma l’ingegner<br />
Roberto Vigotti in un<br />
dossier di approfondimento<br />
pubblicato su Nuova Energia<br />
- rappresenta un importante<br />
passo verso una più grande<br />
cooperazione tra entrambe le<br />
sponde. Il Piano mira ad incrementare<br />
l’utilizzo dell’energia<br />
solare e di altre tecnologie<br />
rinnovabili disponibili e<br />
già mature per la generazione<br />
di elettricità. L’obiettivo finale<br />
della proposta è lo sviluppo,<br />
entro il 2020, di 20 GW<br />
di nuova capacità di generazione<br />
installata nei Paesi dell’area<br />
del Mediterraneo (prevalentemente<br />
fotovoltaico,<br />
ma anche eolico e biomasse).<br />
Tutti i progetti del PSM sono<br />
sviluppati con lo scopo di<br />
soddisfare la domanda di<br />
energia locale ed europea”. È<br />
importante sottolineare questo<br />
aspetto: non si tratta di<br />
una sorta di moderno colonialismo<br />
energetico, ovvero<br />
di un mero sfruttamento delle<br />
risorse locali ad unico uso e<br />
consumo dell’Europa. <strong>La</strong><br />
stessa Ue chiarisce che il progetto<br />
è molto più articolato.<br />
Prevede, infatti, lo sviluppo<br />
della generazione nei Paesi<br />
dell’Africa settentrionale anche<br />
attraverso il trasferimen-<br />
INFRASTRUTTURE “EUROPA-AFRICA”<br />
Sarà l’energia ad avvicinare le due sponde del Mediterraneo?<br />
to tecnologico, la realizzazione<br />
di nuove interconnessioni<br />
(non solo verso l’Europa, ma<br />
anche all’interno dell’Africa),<br />
la promozione di soluzioni<br />
per l’efficienza <strong>energetica</strong>.<br />
“L’obiettivo primario del Piano<br />
– prosegue Vigotti - è il<br />
soddisfacimento dei bisogni<br />
energetici dei Paesi del Sud e<br />
il trasporto di parte dell’energia<br />
elettrica prodotta verso<br />
l’Europa, fattore essenziale<br />
per la redditività del Piano, se<br />
i meccanismi di incentivazione<br />
previsti dalla proposta di<br />
direttiva sulle energie rinnovabili<br />
saranno adeguatamente<br />
applicati”.<br />
Il Piano è già entrato nel vivo.<br />
<strong>La</strong> prima fase dovrebbe infatti<br />
concretizzarsi entro la fine<br />
del 2010 e prevede la realizzazione<br />
di un primo portafoglio<br />
di circa 10-20 progetti<br />
pilota nell’ordine di alcuni<br />
MW ciascuno per il solare<br />
fotovoltaico, di 50 MW<br />
per il solare a concentrazione<br />
e di 100 MW per le fattorie<br />
eoliche. <strong>La</strong> scala è quindi già<br />
interessante, fin da queste prime<br />
fasi di avvio. In questi stessi<br />
mesi si dovrà definire il percorso<br />
per i prossimi dieci anni,<br />
così da poter concretizzare<br />
per la fine del 2020 l’obiettivo<br />
dei 20 MW.<br />
Si potrà fare davvero? Gli<br />
esperti sembrano d’accordo<br />
sul fatto che, già oggi, sul piano<br />
strettamente tecnologico<br />
non dovrebbero esserci particolari<br />
impedimenti. L’obiettivo<br />
è alla portata del know<br />
how a disposizione dell’industria<br />
di settore in Europa. Le<br />
barriere sono più che altro di<br />
natura immateriale: finanziarie,<br />
amministrative, regolatorie,<br />
legali (licenze, autorizzazioni,<br />
tariffe, eccetera).<br />
Il cammino previsto per la seconda<br />
fase, quella di sviluppo,<br />
che dovrebbe portare alla<br />
effettiva messa in esercizio<br />
di 20 GW tra il 2011 e il<br />
2020, non sarà dunque tutto<br />
in discesa. Attorno allo stesso<br />
tavolo dovranno sedersi i numerosi<br />
soggetti interessati,<br />
condividendo un unico piano<br />
d’azione: i rappresentanti<br />
politici della Commissione<br />
europea e dei Paesi africani,<br />
il mondo dell’industria, quello<br />
dell’energia (sia generazione<br />
che distribuzione), gli investitori<br />
e le istituzioni finanziarie<br />
(in primis, la Banca<br />
Mondiale e la Banca Europea<br />
degli Investimenti). Il successo<br />
della seconda fase del<br />
Piano passerà attraverso sei<br />
tappe, così scandite nel dossier<br />
pubblicato da Nuova<br />
Energia:<br />
■ Valutazione delle risorse<br />
rinnovabili realmente disponibili,<br />
selezione dei possibili<br />
siti, valutazione delle capacità<br />
locali industriali e delle potenzialità<br />
di sviluppo del mercato<br />
delle rinnovabili nei Paesi<br />
della regione del Mediterraneo.<br />
■ Valutazione delle iniziative<br />
nel campo del solare e delle<br />
altre energie rinnovabili ad<br />
oggi già in essere per la generazione<br />
di elettricità e definizione<br />
di specifiche misure<br />
atte a ottimizzare gli sforzi<br />
esistenti.<br />
■ Definizione di un contesto<br />
legislativo e regolatorio e delle<br />
condizioni istituzionali e<br />
amministrative per uno sviluppo<br />
delle tecnologie rinnovabili.<br />
■ Studio di opzioni possibili e<br />
meccanismi di finanziamento<br />
(includendo schemi di import-export,<br />
concessioni finanziarie<br />
e carbon finance)<br />
insieme con le soluzioni più<br />
efficaci ed economiche per<br />
assicurare il coinvolgimento<br />
attivo del settore privato.<br />
■ Studio delle condizioni per<br />
migliorare l’efficienza <strong>energetica</strong><br />
nel settore degli edifici,<br />
applicazioni domestiche, industria<br />
e trasporto, inclusi gli<br />
aspetti finanziari ed economici.<br />
■ Valutazione delle questioni<br />
delle infrastrutture di trasporto<br />
verso i Paesi europei,<br />
tenendo conto degli accordi<br />
bilaterali esistenti e del coinvolgimento<br />
degli operatori<br />
del sistema di trasmissione. I<br />
progetti di infrastruttura della<br />
rete elettrica potrebbero essere<br />
di priorità condivisa nel<br />
contesto euro-mediterraneo;<br />
L’obiettivo finale<br />
del Piano solare<br />
è lo sviluppo<br />
entro il 2020<br />
di 20 GW<br />
di nuova capacità<br />
di generazione<br />
installata<br />
nei Paesi dell’area<br />
del Mediterraneo<br />
meridionale<br />
tali temi potrebbero essere<br />
anche affrontati nel quadro<br />
dell’iniziativa Trans-European<br />
Networks.<br />
Non c’è comunque spazio solo<br />
per il solare - e per l’eolico<br />
- nei progetti di sviluppo<br />
energetico di interesse (anche)<br />
europeo in Africa. Una<br />
frontiera altrettanto promet-<br />
tente riguarda l’incremento<br />
della produzione da idroelettrico.<br />
Nell’ambito del congresso<br />
mondiale Hydro, che<br />
si è tenuto a Lione a fine ottobre<br />
2009, è stato evidenziato<br />
che lo sviluppo dell’idroelettrico<br />
a bacino potrebbe<br />
rappresentare un’importante<br />
soluzione ai problemi energetici<br />
del continente africano.<br />
“L’Africa – è emerso durante<br />
i lavori - possiede 1.300<br />
dighe, ma solo il 4 per cento<br />
delle risorse sono utilizzate<br />
per la produzione di energia<br />
elettrica. Gran parte di questi<br />
sbarramenti sono stati costruiti<br />
nei decenni passati e<br />
molte delle opere difettano di<br />
manutenzione. L’ammodernamento<br />
di tali impianti è<br />
quindi la più immediata delle<br />
azioni da avviare”. Sul fronte<br />
delle nuove costruzioni, secondo<br />
la Fao potrebbero essere<br />
addirittura 1.000 i progetti<br />
fattibili e finanziabili (per<br />
un valore complessivo di 65<br />
miliardi di dollari).
12 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />
FOCUS/<br />
Nord Africa: occorre triplicare la capacità di generazione<br />
Africa settentrionale,<br />
che si affaccia sul Me- L’ diterraneo, sarà una<br />
delle aree del Pianeta più dinamiche<br />
nei prossimi 20 anni.<br />
Il tasso medio annuo di crescita<br />
del Pil dovrebbe, infatti,<br />
attestarsi al di sopra del 4 per<br />
cento - da qui al 2030 - con<br />
Turchia e Algeria nel ruolo<br />
di locomotive. Le differenze<br />
rispetto alle nazioni europee<br />
del Mediterraneo rimarranno<br />
elevate, pur riducendosi<br />
rispetto ad oggi. In termini di<br />
reddito pro capite il rapporto<br />
passerà da uno a cinque, ad<br />
uno a quattro.<br />
È atteso anche un boom demografico.<br />
I Paesi del Sud del<br />
Mediterraneo, secondo le stime<br />
attuali, vedranno crescere<br />
la popolazione residente dagli<br />
attuali 260 milioni fino a 350<br />
milioni. Egitto, Turchia, Algeria,<br />
Marocco le nazioni più<br />
interessate da questo fenomeno.<br />
È chiaro che la combinazione<br />
di un’economia in crescita e<br />
di una popolazione in forte<br />
espansione (soprattutto in<br />
ambito urbano) si tradurrà in<br />
un deciso aumento della domanda<br />
di energia. C’è un dato<br />
significativo al riguardo.<br />
Considerando i consumi<br />
complessivi in termini di<br />
Mtoe (milioni di tonnellate<br />
equivalenti di petrolio) nell’area<br />
mediterranea, nel 1970 la<br />
domanda dei Paesi europei<br />
rappresentava oltre l’87 per<br />
cento del totale. Ad oggi il<br />
gap si è già ridotto. Le nazioni<br />
del Mediterraneo del Nord<br />
rappresentano il 68 per cento<br />
dei consumi, quelli dell’area<br />
Sud-Est il16 e quelli del Sud-<br />
Ovest il 15 per cento. Nel<br />
INFRASTRUTTURE “EUROPA-AFRICA”<br />
2030 il peso delle nazioni europee<br />
dovrebbe scendere fino<br />
alle soglie del 58 per cento<br />
lasciando la restante parte<br />
ai Paesi asiatici e soprattutto<br />
africani che si affacciano sul<br />
Mare nostrum.<br />
Il problema degli approvvigionamenti<br />
energetici e della<br />
sicurezza è quindi già oggi<br />
centrale nelle strategie di svi-<br />
luppo dell’area, e a maggior<br />
ragione lo sarà in proiezione<br />
futura. Se, infatti, Algeria,<br />
Egitto, Libia e Siria sono<br />
esportatori di fonti fossili, Marocco,<br />
Tunisia, Israele, Giordania<br />
e Turchia sono costretti<br />
a ricorrere alle importazioni<br />
per coprire il fabbisogno interno.<br />
Si stima che ora del<br />
2030, l’area dell’Africa medi-<br />
terranea, dovrà importare circa<br />
il 40 per cento del proprio<br />
fabbisogno di petrolio, il 30<br />
per cento del gas consumato<br />
e oltre il 70 per cento di carbone.<br />
Lo sviluppo delle fonti rinnovabili<br />
si propone come una<br />
risposta concreta (se pur parziale)<br />
a questo scenario di<br />
possibile scarsità <strong>energetica</strong> o<br />
Entro il 2030<br />
nell’Africa<br />
del Nord<br />
è atteso<br />
un boom<br />
demografico<br />
e una decisa<br />
crescita del Pil<br />
con immediate<br />
conseguenze<br />
sulla domanda<br />
di energia<br />
Già oggi l’area<br />
dipende<br />
dalle importazioni<br />
per coprire<br />
il fabbisogno<br />
di fonti fossili;<br />
molto promettenti<br />
le opportunità<br />
di sviluppo<br />
in loco<br />
delle rinnovabili,<br />
soprattutto<br />
eolico e solare<br />
di eccessiva dipendenza dall’estero.<br />
Da un punto di vista<br />
puramente climatico è evidente<br />
che la regione potrebbe<br />
godere di condizioni ideali e<br />
decisamente più appetibili di<br />
quelle che nel Sud dell’Europa<br />
hanno comunque portato<br />
allo sviluppo di piani ambiziosi.<br />
Secondo stime, la radiazione<br />
media annua va da<br />
1.300 kWh per metro quadrato<br />
nelle aree costiere a<br />
3.200 kWh nelle zone più interne<br />
a Sud. Sono valori doppi<br />
rispetto a quelli della media<br />
italiana e tripli se paragonati a<br />
quelli tedeschi. Altrettanto di<br />
rilievo il potenziale eolico: la<br />
velocità del vento si trova nella<br />
fascia tra 6 e 11 m/s.<br />
Tornando ai consumi, l’OME<br />
(l’Osservatorio Mediterraneo<br />
dell’Energia) stima che la domanda<br />
di elettricità crescerà<br />
in media del 4,6 per cento<br />
ogni anno fino al 2030, per<br />
un totale di 1.385 TWh. Tradotto<br />
in “centrali”, significa<br />
dover installare capacità produttiva<br />
aggiuntiva per circa<br />
250 GW. Ovvero più che triplicare<br />
l’attuale dotazione passando<br />
dai 103 GW in funzione<br />
nel 2005 ai 357 preventivati<br />
per il 2030. Strategico, a<br />
quel punto, sarà affrontare la<br />
questione della distribuzione,<br />
realizzando nuove linee e il<br />
miglioramento delle interconnessioni<br />
con le zone rurali<br />
e le aree più interne.<br />
Quale potrà essere, in definitiva,<br />
il ruolo delle rinnovabili<br />
in risposta al suddetto aumento<br />
della domanda? Al di<br />
là dei calcoli teorici fatti sulla<br />
carta, restano purtroppo molte<br />
barrire – alcune che hanno<br />
a che fare sempre con la carta<br />
... – che potrebbero intralciare<br />
uno sviluppo sostenuto,<br />
con ovvie conseguenze negative<br />
in termini economici,<br />
sociali e ambientali. Per citarne<br />
solo un paio: sussidi<br />
troppo elevati ancora riconosciuti<br />
alle fonti tradizionali e<br />
mancanza di meccanismi di<br />
supporto (analoghi ai Certificati<br />
Verdi europei).
N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 13<br />
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14 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />
LINEA DIRETTA CON GLI ORDINI<br />
Intervista a Stefano Calzolari, dallo scorso ottobre presidente dell’Ordine della Provincia di Milano<br />
“Un rapporto più stretto con gli iscritti, per valorizzare<br />
le qualità e le competenze professionali degli ingegneri”<br />
segue da pag. 1<br />
Presidente Calzolari, un incarico<br />
prestigioso e ricco di responsabilità.<br />
“Certo, un impegno forte in<br />
quanto sono notevoli le attese<br />
degli iscritti. Negli ultimi<br />
anni Milano è stata un po’ ai<br />
margini della realtà ordinistica<br />
nazionale, forse per una<br />
mancanza di progettualità e<br />
di obiettivi precisi.<br />
Ecco perché è essenziale<br />
creare una squadra esperta,<br />
in grado di far tornare il nostro<br />
Ordine alla creatività di<br />
un tempo, il che comporta<br />
capacità di proposta e disponibilità<br />
a collaborare con gli<br />
altri Ordini che condividono<br />
la spinta innovatrice. Nulla di<br />
improvvisato, sia chiaro: insieme<br />
ad un gruppo qualificato<br />
di colleghi, provenienti<br />
da tutti i settori dell’ingegneria,<br />
da tempo siamo coinvolti<br />
in un progetto maturato negli<br />
anni. Un progetto che<br />
punta al rinnovamento della<br />
vita ordinistica”.<br />
Facile a dirsi: ma a farsi?<br />
“Innanzitutto l’Ordine dovrà<br />
ricostruire il contatto diretto<br />
con gli iscritti. In campagna<br />
elettorale abbiamo usato lo<br />
slogan: l’Ordine deve tornare<br />
a ‘respirare’.<br />
Il concetto è molto semplice:<br />
la nostra sede dovrà essere<br />
sempre più ospitale con i colleghi<br />
che, in un continuo<br />
scambio con la società, trasferiscono<br />
e acquisiscono conoscenze,<br />
competenze e capacità<br />
professionali. Stiamo<br />
parlando di oltre 12 mila ingegneri,<br />
una risorsa importante<br />
e da valorizzare”.<br />
Un’operazione sicuramente impegnativa.<br />
“L’ingegneria è cruciale nella<br />
società contemporanea. <strong>La</strong><br />
cultura ingegneristica può gestire<br />
le complessità che caratterizzano<br />
il nostro tempo e<br />
mettere a disposizione della<br />
comunità i progressi e le nozioni<br />
derivanti dal sapere tecnico-scientifico.<br />
L’ingegneria<br />
è materia di pacificazione: detiene<br />
le conoscenze e sa spiegare<br />
il perché di determinati<br />
fatti, fornisce i metodi per affrontarli<br />
al meglio, prevenirli<br />
o gestirli per il Bene Comune.<br />
In questa visione il sistema<br />
ordinistico, al quale la legge<br />
attribuisce compiti di ‘garanzia’<br />
a tutela della collettività,<br />
può divenire un grande e dinamico<br />
laboratorio di cultura<br />
tecnica”.<br />
Tra i suoi impegni vi è una<br />
grande attenzione all’etica e alla<br />
deontologia professionale: in<br />
che modo possono essere rivalutati<br />
concetti di così notevole<br />
importanza?<br />
“Riattualizzando queste tematiche<br />
all’epoca contemporanea.<br />
E non solo per la libera<br />
professione, ma per tutti i<br />
rapporti professionali e relazionali<br />
che coinvolgono gli<br />
ingegneri. L’etica è un concetto<br />
ampio: sarebbe necessario,<br />
per esempio, riscrivere il<br />
significato di ‘decoro professionale’,<br />
rendendo espliciti<br />
concetti e contenuti che, fino<br />
a poco tempo fa, erano requisiti<br />
impliciti dell’agire professionale,<br />
ma che oggi rischiano<br />
di essere dimenticati.<br />
Stiamo vivendo in un’epoca<br />
di pessimismo, di profondo<br />
svuotamento morale, e soltanto<br />
la riscoperta di un agire<br />
etico, mosso da concreti valori<br />
di riferimento, come il bene<br />
sociale, permetterà di ricostruire<br />
un vero rapporto fiduciario<br />
tra la professione e la<br />
collettività. Il compito da affidare<br />
alla Commissione Etica<br />
dell’Ordine sarà: ridefinire, attraverso<br />
una casistica più attuale,<br />
le modalità del ‘buon<br />
agire dell’ingegnere’. Su questi<br />
temi c’è molta attenzione anche<br />
da parte della Consulta<br />
degli Ordini degli Ingegneri<br />
della Lombardia e del CNI e<br />
sono convinto che si potrà fare<br />
insieme un ottimo lavoro”.<br />
Altra questione: il rapporto tra<br />
qualità e ingegneria.<br />
“Da rivalutare e rivitalizzare.<br />
Partiamo però dal presupposto<br />
che l’ingegneria italiana,<br />
da sempre, si caratterizza per<br />
la grande sostanza che sa offrire<br />
alla comunità ed è ora<br />
che questa sostanza sia valorizzata,<br />
attraverso un idoneo<br />
percorso di certificazione delle<br />
competenze degli ingegneri,<br />
gestito proprio dagli<br />
Ordini professionali. Non parlo<br />
solo delle competenze dei<br />
liberi professionisti, ma di tutti<br />
coloro che esercitano la<br />
professione di ingegnere anche<br />
in forma dipendente,<br />
pubblica o privata. Gli Ordini<br />
professionali sarebbero perfettamente<br />
in grado di certificare<br />
le competenze dei propri<br />
ingegneri e dovrebbero farlo,<br />
dando vita a un processo di<br />
qualificazione degli iscritti su<br />
base volontaria, il che non è<br />
Stefano Calzolari:<br />
“Sono convinto<br />
che soltanto<br />
la riscoperta<br />
di un agire etico,<br />
mosso da concreti<br />
valori<br />
di riferimento,<br />
come l’utilità<br />
sociale, permetterà<br />
di ricostruire<br />
un rapporto<br />
fiduciario vero<br />
tra la professione<br />
e la collettività”<br />
affatto in contrasto con i<br />
compiti istituzionali di gestione<br />
dell’Albo. Al giorno<br />
d’oggi non basta gestire una<br />
serie di nomi o di elenchi<br />
asettici. I colleghi andrebbero<br />
conosciuti meglio, seguendo<br />
l'evoluzione del loro curriculum<br />
professionale, valorizzandone<br />
le capacità ‘attuali’;<br />
in tal modo si potranno offrire<br />
alla società informazioni di<br />
effettiva utilità e verità, su ingegneri<br />
che l’Ordine avrà ‘valutato’<br />
al meglio nei rispettivi<br />
“Al giorno d’oggi<br />
il percorso didattico<br />
per diventare<br />
ingegnere<br />
è ancora vincente,<br />
grazie a corsi<br />
di studio<br />
che conferiscono<br />
versatilità<br />
e capacità<br />
di adattarsi<br />
ai vari settori<br />
professionali”<br />
ambiti di competenza. Il nostro<br />
intendimento è quindi di<br />
dar vita a un progetto volontario<br />
di qualificazione, con gli<br />
ingegneri che illustrano personali<br />
capacità, settori di interesse,<br />
specializzazioni e abilità.<br />
Non sarà un esame, ma<br />
un colloquio tra candidato ed<br />
esperti; in tal modo la qualificazione<br />
diverrà anche un elemento<br />
fondante del rapporto<br />
etico con la società. Altro<br />
fattore da non sottovalutare<br />
è l'aggiornamento continuo<br />
nell’arco della vita professionale,<br />
che deve connotarsi come<br />
miglioramento del ‘saper<br />
fare’ e del ‘saper far fare’,<br />
complementare al ‘sapere’<br />
universitario”.<br />
Lei crede che la professione ingegneristica<br />
sia ancora appeti-<br />
bile per i più giovani?<br />
“Certamente. Al giorno d’oggi<br />
il percorso didattico per diventare<br />
ingegnere è ancora<br />
vincente, grazie a corsi di studio<br />
che conferiscono versatilità<br />
e capacità di adattarsi ai<br />
vari settori professionali.<br />
Vorrei anche sfatare il luogo<br />
comune secondo il quale l’ingegneria<br />
non è creativa. Invece<br />
chi svolge questa professione<br />
deve sapersi adattare<br />
alle situazioni imposte dagli<br />
eventi, essere mentalmente<br />
flessibile, aperto, in grado di<br />
escogitare idee e soluzioni ad<br />
hoc, senza appiattirsi su mere<br />
applicazioni procedurali e<br />
normative”.<br />
A proposito di formazione: qual<br />
è il suo giudizio sulla laurea<br />
triennale?<br />
“In questo caso è necessario<br />
assumere un atteggiamento<br />
pragmatico e dare dignità<br />
professionale ai triennali. Come?<br />
Facendo chiarezza sulle<br />
competenze.<br />
In seguito, una volta stabilito<br />
come potranno operare i vari<br />
tipi di ingegneri oggi esistenti,<br />
si potrà aprire la discussione<br />
sull’ingegnere del futuro<br />
e su come dovrà essere<br />
formato, continuando il dialogo<br />
con l’Università e non<br />
dimenticando di essere in Europa.<br />
Si dovrà fare di tutto<br />
per tutelare la serietà della<br />
professione di ingegnere, salvaguardandone<br />
i contenuti<br />
fin dai banchi dell’Università<br />
ed introducendo il tirocinio<br />
sul campo.<br />
Ovviamente bisognerà attendere<br />
che sia finalmente varata<br />
una buona Riforma delle<br />
Professioni, che comprenda<br />
anche questi temi”.<br />
Lei ha da poco assunto la guida<br />
dell’Ordine: qual è il primo impegno<br />
sull’agenda?<br />
“Riorganizzare il metodo di<br />
lavoro, del Consiglio e delle<br />
Commissioni, valorizzando<br />
l’attività e l’impegno delle persone<br />
coinvolte. Per quanto<br />
concerne i progetti a lungo<br />
termine, invece, ho già parlato<br />
della qualificazione degli<br />
iscritti all’Ordine su base volontaria,<br />
attraverso la certificazione<br />
delle loro competenze<br />
professionali.<br />
Inoltre, ci dovremo attivare<br />
tutti insieme per tutelare la<br />
serietà della nostra professione,<br />
anche attraverso uno specifico<br />
piano di comunicazione,<br />
approfittando di tutte le<br />
occasioni che ci saranno date<br />
per metterne in chiaro i contenuti<br />
e le competenze che li<br />
potranno garantire. <strong>La</strong> difesa<br />
della serietà professionale<br />
degli ingegneri sarà totale”.<br />
Ultima domanda: cosa ne pensa<br />
della liberalizzazione delle tariffe?<br />
“<strong>La</strong> verità è che non si può<br />
barattare il risparmio economico<br />
con la perdita di sicurezza<br />
collettiva e l’impoverimento<br />
del contenuto della<br />
prestazione professionale offerta.<br />
Se da un lato non si può<br />
ignorare la logica del mercato<br />
concorrenziale, dall’altro<br />
non si può svalutare la qualità<br />
prestazionale e basarsi unicamente<br />
su un’ingegneria<br />
spregiudicata ed avventurosa.<br />
Pertanto, saremo impegnati<br />
a ricercare i metodi che<br />
consentiranno di misurare<br />
con oggettività la qualità delle<br />
prestazioni professionali e<br />
che permetteranno di individuare<br />
le risorse indispensabili<br />
per l’ottenimento di tale<br />
qualità”.
N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 15<br />
Indice dell’Anno 2009<br />
Anche in questo esordio di 2010 - come nel passato - sul<br />
primo numero dell’anno vi proponiamo l'indice degli<br />
articoli apparsi nei dodici mesi appena trascorsi. Questo<br />
strumento, utile e fruibile, si rivolge soprattutto ai lettori che<br />
desiderano recuperare o rileggere pezzi pubblicati in passato.<br />
Ma non solo. Rappresenta anche una valida occasione per<br />
ripensare a quanto abbiamo fatto e per tracciare una carta di<br />
identità del nostro Giornale. Cosa emerge, dunque, dall'analisi<br />
dell'indice del 2009?<br />
Prima di tutto che il Giornale dell’Ingegnere ha vissuto una<br />
svolta epocale, con la presenza di ben 16 inserti speciali monotematici<br />
dedicati ad argomenti di attualità come l’acqua, la<br />
qualità, la proprietà intellettuale, ma anche legati ad aspetti più<br />
specifici della professione quali l’edilizia, il calcestruzzo,<br />
AMBIENTE<br />
Trattamento di acque e rifiuti, ecco gli investimenti<br />
dell’Italia<br />
Dario Cozzi, n. 1 – pag. 1<br />
“Pacchetto clima-energia, serve una valutazione globale<br />
tra costi e benefici<br />
Roberto Di Sanzo, n. 1 - pag. 2<br />
L'industria non è la sola fonte di inquinamento atmosferico<br />
n. 4 – pag. 6<br />
Artico, piano d'azione dell'Unione Europea<br />
Pierangelo Andreini, n. 4 – pag. 7<br />
L'ingegneria idraulica nell'analisi del movimento delle<br />
grandi masse<br />
Ramòn G. Pacheco e Davide Motta, n. 4 pag. 10<br />
Ispezioni ambientali, presto la Direttiva<br />
Claudio Donghi, n. 4 – pag. 11<br />
Commissione europea: strategia per lo smantellamento<br />
delle navi<br />
Claudio Donghi, n. 4 – pag. 13<br />
Emergenza acqua: dall’atteggiamento “locale” alle<br />
politiche mondiali<br />
Franco Ligonzo, n. 5 – pag. 6<br />
Il fenomeno dei Wildfire, gli incendi delle foreste<br />
Giovanni Manzini, n. 6 – pag. 1<br />
Arpa Lombardia, Picco: "Bacino padano penalizzato<br />
da diesel e carenza di vento"<br />
Donato Di Catino, n. 7 – pag. 14<br />
Rifiuti, così l'Europa affronta la gestione e lo smaltimento<br />
Davide Canevari, n. 8 – pag. 1<br />
Premio per l'ambiente alle migliori aree urbane. Sono<br />
Stoccolma e Amburgo "le regine" d'Europa<br />
Davide Canevari, n. 9 – pag. 1<br />
Cambiamenti climatici: l'Europa guarda alle misure di<br />
adattamento<br />
Giovanni Manzini, n. 10 – pag. 2<br />
Il "Piano 20-20-20" è stato approvato dal Consiglio europeo<br />
Giovanni Avico, n. 10 – pag. 5<br />
Dal 2019 solo edifici a zero energia<br />
n. 15 – pag. 4<br />
Cambiamenti climatici, presentato lo studio dell'EPA<br />
Giovanni Manzini, n. 16 – pag. 1<br />
Sostenibilità <strong>ambientale</strong>, l'indagine dell'Istat. Prosegue<br />
la lenta marcia dei Comuni italiani<br />
Davide Canevari, n. 17 – pag. 3<br />
Clima, Formigoni incontra Schwarzenegger. Prove di<br />
"network" tra Governi internazionali<br />
Davide Bertani, n. 18 – pag. 2<br />
Sostenibilità, metodi e indicatori per una corretta<br />
valutazione<br />
Claudio Donghi, n. 18 – pag. 17<br />
Bruxelles e Lussemburgo: la Commissione europea<br />
punta sul sistema di gestione <strong>ambientale</strong> EMAS<br />
Davide Canevari, n. 20-21 – pag. 3<br />
ARCHITETTURA E URBANISTICA<br />
Costruire la città del futuro: “MADE Expo 2009”, dal<br />
progetto al cantiere<br />
n. 1 – pag. 13<br />
Realizzata a Milano la nuova sede di Sky Italia, un<br />
centro direzionale per la produzione televisiva<br />
Antonio Migliacci, n. 2 – pag. 1<br />
<strong>La</strong> “strategia <strong>energetica</strong>” nella trasformazione di<br />
un’ex area industriale<br />
Giancarlo Marzorati, n. 2 – pag. 7<br />
Il Disegno di Legge sulla qualità architettonica<br />
Donato Di Catino, n. 3 – pag. 3<br />
L'opera e l'impegno di Fabio Mello<br />
Andrea Disertori, n. 3 – pag. 11<br />
Ex aree Falk, imprenditori chiedono incontro a Limitless<br />
n. 4 – pag. 13<br />
Aspetto statico e architettonico, l'importanza del "fattore<br />
lastra"<br />
Enrico Rota, n. 8 – pag. 12<br />
<strong>La</strong> "Città ideale", progetto urbanistico innovativo per<br />
vivere in una sfera<br />
Roberto Di Sanzo, n. 9 – pag. 11<br />
Dubai, sogno o realtà?<br />
Matteo Vitali, n. 14 – pag. 1<br />
Expo 2015 adotta il codice etico<br />
Roberto di Sanzo, n. 16 – pag. 1<br />
Parigi: quattro progetti per il nuovo "tempio del tennis".<br />
Un concorso che spazia tra ingegneria e architettura<br />
Carlo Teoldi, n. 17 – pag. 20<br />
ARTE E CULTURA<br />
In mostra Cesare Cattaneo e la sua partecipazione ai<br />
“Littoriali della cultura e dell’arte del 1934 – 1935”<br />
Elisa Mariani Travi, n. 2 – pag. 12<br />
A Parigi un "mini-Louvre" dell'architettura<br />
Carlo Teoldi, n. 3 – pag. 11<br />
I valori e i limiti dell'arte del costruire<br />
Enrico Rota, n. 4 – pag. 1<br />
l’ingegneria sismica, il fotovoltaico.<br />
Particolarmente significativo è anche il dato riguardante il<br />
numero dei nostri collaboratori. Rispetto all'anno precedente<br />
sono quasi raddoppiate le firme che hanno garantito un supporto<br />
qualificato al nostro Giornale - 193 su 118 del 2008 – a<br />
dimostrazione di come la pluralità e la competenza delle voci<br />
ospitate sia uno dei punti certi del nostro prodotto editoriale.<br />
I quasi 5oo articoli pubblicati sono stati suddivisi in 18 sezioni,<br />
tra le quali spiccano energia (che ha annoverato 37 contributi),<br />
normativa (con 34), formazione e innovazione (entrambe<br />
con 20 articoli), ambiente (18), professione (16 articoli)<br />
oltre allo Speciale dedicato al Congresso degli Ordini.<br />
È stato per noi motivo di grande soddisfazione, per altro, anche<br />
l’interesse dimostrato dai nostri lettori che oltre ai con-<br />
Milano, Gran Guglia del Duomo. Un convegno sul<br />
"caso Croce"?<br />
Edoardo Bregani e Marco Castelli, n. 7 – pag. 1<br />
Antonio Sant'Elia e il manifesto dell'architettura futurista<br />
Elisa Mariani Travi, n. 7 – pag. 14<br />
Valéry e l'introduzione al metodo di Leonardo da<br />
Vinci. Un viaggio a Parigi sulle tracce dello scrittore<br />
francese<br />
Carlo Teoldi, n. 9 – pag. 12<br />
L'ingegneria, l'architettura e il design nel cinema di<br />
Michelangelo Antonioni<br />
Carlo Teoldi, n. 13 – pag. 22<br />
Al Pirellone tra fotografie e sculture<br />
n. 13 – pag. 22<br />
<strong>La</strong> Gran Guglia del Duomo di Milano e il caso Croce<br />
n. 16 – pag. 5<br />
Il 28 ottobre giornata dedicata alla Gran Guglia del<br />
Duomo.<br />
Recuperare e valorizzare la nostra memoria.<br />
Carlo Valtolina, n. 17 – pag. 1<br />
Ricordo di Gio Ponti, maestro e "poeta" d'architettura<br />
Vittore Ceretti, n. 17 – pag. 15<br />
Una nuova cultura per l'abbattimento delle barriere architettoniche<br />
Achille Baratta, n. 18 – pag. 5<br />
Roma ci propone "Il genio di Leonardo"<br />
n. 18 – pag. 19<br />
Le isole dei laghi lombardi, "gioielli" di valore assoluto<br />
Elisa Mariani Travi, n. 18 – pag. 20<br />
Una corretta <strong>politica</strong> linguistica ed educativa. Nelle nostre<br />
Università c’è bisogno d’italiano<br />
Francesco Sabatini, n. 20-21 – pag. 1<br />
Le Università italiane non dimentichino la nostra lingua<br />
Vittorio Carnemolla, n. 20-21 – pag. 4<br />
Non bisogna rinunciare alla propria identità. L’uso della<br />
madrelingua nelle scienze naturali<br />
Ralph Mocikat, Hermann Dieter, n. 20-21 – pag. 4<br />
Milano ha celebrato la Gran Guglia e il caso Croce<br />
Sandra Banfi, n. 20-21 – pag. 6<br />
Hopper in 160 opere<br />
Elisa Mariani Travi, n. 20-21 – pag. 22<br />
COMMEMORAZIONI E MEMORIE<br />
Il ricordo. E’ mancato il professor Pietro Pedeferri<br />
n. 1 – pag. 12<br />
Addio a Umberto Seregni, stampatore e imprenditore.<br />
Da oltre dieci anni a fianco del nostro Giornale<br />
n. 2 – pag. 11<br />
Ci ha lasciati il professor Pedeferri<br />
Riccardo De Col, n. 2 – pag. 12<br />
Piero Sraffa, maestro di cultura<br />
Mauro <strong>La</strong>ngfelder, n. 3 – pag. 13<br />
Guglielmo Marconi, cent'anni fa il conferimento del<br />
Nobel per la fisica<br />
Andrea Albini, n. 9 – pag. 7<br />
Nel 1909 nasceva Lodovico Belgiojoso. Lo ricordiamo<br />
con suo figlio Alberico<br />
Marina Furlanis, n. 16 – pag. 1<br />
E' morto Dietrich von Bothmer: acquistò il "cratere di<br />
Eufronio"<br />
n. 18 – pag. 15<br />
ECONOMIA E IMPRESE<br />
Sviluppo sostenibile, dagli ingegneri un contributo per<br />
colmare il ritardo<br />
Claudio Morati, n. 2 – pag. 1<br />
Imprese italiane e protezione <strong>ambientale</strong>: si continua<br />
a "curare" anziché "prevenire"<br />
Davide Canevari, n. 4 – pag. 1<br />
Qualità e standard per accrescere la fiducia<br />
Pierangelo Andreini, n. 6 – pag. 1<br />
Sostenibilità e responsabilità nell'attività professionale<br />
Adolfo Colombo, n. 7 – pag. 1<br />
Università e imprese: impegno comune per il rilancio<br />
della ricerca<br />
Francesco Tozzi Spadoni, n. 7 – pag. 6<br />
Produttività e sviluppo sostenibile, il contributo della<br />
nostra categoria<br />
Claudio Morati, n. 8 – pag. 1<br />
Produttività, più qualità per un'affidabilità totale<br />
Francesco Tozzi Spadoni, n. 10 – pag. 1<br />
Alle imprese “piace” l’ingegneria meccanica<br />
n. 12 – pag. 3<br />
(Piero Torretta) "Essenziale il ruolo delle regole per<br />
consolidare l'economia mondiale"<br />
Davide Canevari, n. 15 – pag. 1<br />
Micro-aziende e ricerca come antidoto alla crisi economica?<br />
Davide Canevari, n. 14 – pag. 3<br />
Come cambia la nostra società. Verso la fine della<br />
"cultura del saper fare"<br />
Giuseppe <strong>La</strong>nzavecchia - Introduzione: Pierangelo Andreini<br />
e Franco Ligonzo, n. 17 – pag. 22<br />
Recessione economica e regole della sostenibilità<br />
Claudio Morati, n. 18 – pag. 1<br />
EDILIZIA<br />
Congresso del C.T.E. – Innovazione tecnologica: vero<br />
motore dello sviluppo dell’industrializzazione edilizia<br />
Stefania Alessandrini, n. 1 – pag. 14<br />
L’intervista al presidente Giovanni Plizzari<br />
Stefania Alessandrini, n. 1 – pag. 14<br />
Cemento e mattoni, l’Italia è protagonista sui mercati<br />
stranieri<br />
Davide Canevari, n. 2 – pag. 3<br />
Bellicini (Cresme): “Ma in futuro il mercato presenterà<br />
molte insidie”<br />
n. 2 – pag. 3<br />
SCC – Challenges and barriers to application<br />
Patrizia Ricci, n. 1 – pag. 14<br />
Le pavimentazioni industriali e le nuove tecniche delle<br />
costruzioni<br />
Andrea Dari, n. 2 – pag. 10<br />
Edilizia, le strutture in legno: sostenibilità e risparmio<br />
energetico<br />
Franco <strong>La</strong>ner, n. 3 – pag. 1<br />
Costruzioni: sostenibilità e efficienza <strong>energetica</strong><br />
Pierangelo Andreini, n. 5 – pag. 1<br />
Le pavimentazioni industriali in calcestruzzo fibrorinforzato<br />
Giovanni Plizzari, n. 6 – pag. 13<br />
Eurostat, in flessione la produzione edilizia<br />
n. 11 – pag. 5<br />
Crisi internazionale: edilizia in difficoltà<br />
Davide Canevari, n. 18 – pag. 1<br />
ENERGIA<br />
Quale futuro per il settore dell’energia?<br />
GiovanBattista Zorzoli, n. 1 - pag. 1<br />
Unione europea: cresce la dipendenza <strong>energetica</strong><br />
Claudio Donghi, n. 1 pag. 4<br />
REGGIO EMILIA<br />
1 febbraio 2010<br />
2 febbraio 2010<br />
8 febbraio 2010<br />
CORSO<br />
A CURA DI SANDRA BANFI<br />
tributi di carattere tecnico e scientifico, ci hanno inviato numerose<br />
lettere a conferma di come percepiscano Il Giornale<br />
dell'Ingegnere quale palestra di confronto di pareri e di opinioni.<br />
Dai bilanci ai progetti… Sono, infatti, ambiziosi i programmi<br />
che riguardano il 2010. Numerosi i Focus e gli approfondimenti<br />
previsti; verranno ripresi argomenti come qualità e acqua,<br />
ma grande attenzione sarà riservata anche ai trasporti, all’ambiente,<br />
alla progettazione e alla costruzione.<br />
Anche in futuro saranno certamente benvenuti i contributi di<br />
ingegneri, architetti e più in generale professionisti che desiderino<br />
arricchire, con il loro apporto, la nostra proposta editoriale.<br />
Per condividere con noi uno strumento libero, qualificato,<br />
di alto livello, con massima serietà e grande impegno.<br />
Un ritorno al nucleare? Bello ma quasi impossibile<br />
Ernesto Pedrocchi, n. 2 – pag. 1<br />
I cambiamenti climatici e le politiche energetiche<br />
Danilo Corazza, n. 3 – pag. 1<br />
Energia, firmato accordo UE-Egitto<br />
Claudio Donghi, n. 4 – pag. 11<br />
Reattore sperimentale ITER, in ritardo i lavori per<br />
realizzarlo<br />
Claudio Donghi, n. 4 – pag. 13<br />
Dati e statistiche sull'energia: nuovo regolamento<br />
comunitario<br />
Claudio Donghi, n. 4 – pag. 13<br />
Energia: tra Europa e Africa prove di dialogo. Le<br />
sponde del Mediterraneo sono meno lontane<br />
Davide Canevari, n. 5 – pag. 1<br />
Il possibile sviluppo del settore nucleare<br />
Pierluigi Cerretti, n. 5 – pag. 1<br />
Energia: centrali nucleari quale sicurezza per il futuro<br />
F. Parozzi, E. Caracciolo, n. 6 – pag. 1<br />
Slitta, ma di poco, il picco petrolifero<br />
Giovanni Avico, n. 6 – pag. 2<br />
Impianti termoelettrici, energia "pulita e pregiata"<br />
Pierluigi Villa, n. 8 - pag. 1<br />
I Giorni delle rinnovabili, proposta di ISES Italia<br />
n. 8 – pag. 13<br />
<strong>La</strong> situazione <strong>energetica</strong> e i possibili cambiamenti<br />
Franco Velonà, n. 9 – pag. 1<br />
Nucleare, rimozione a secco di combustibile irraggiato<br />
Maurizio Cumo, n. 9 – pag. 1<br />
<strong>La</strong> crescita del carbone<br />
n. 9 – pag. 4<br />
Impianti di Generazione Distribuita. Pubblicato il rapporto<br />
dell'AEEG<br />
Giovanni Manzini, n. 9 – pag. 5<br />
Commissione europea, l'energia è "on-line"<br />
n. 9 – pag. 9<br />
www.qualitaliacontrollotecnico.it<br />
Nuove Norme Tecniche<br />
2008<br />
PROGRAMMA<br />
Principi di progettazione<br />
Azioni sulle costruzioni<br />
I materiali - <strong>La</strong> robustezza<br />
strutturale. <strong>La</strong> redazione<br />
di un progetto strutturale<br />
Progettazione sismica<br />
degli edifici in c.a. e acciaio<br />
I dispositivi antisismici<br />
Verifica degli edifici esistenti<br />
Indagini sull’esistente<br />
SEDE DI SVOLGIMENTO<br />
Via Aristotele 4<br />
42100 Reggio Emilia<br />
(LOC. BUCO DEL SIGNORE)<br />
2010<br />
A seguito della pubblicazione del D.M. per le costruzioni<br />
avvenuta il 4/02/2008 e della relativa circolare 617<br />
del 2/02/2009, le Norme Tecniche per le costruzioni<br />
sono state aggiornate rispetto alla versione del 2005<br />
e presentano rilevanti modifiche volte anche<br />
all’integrazione con le Norme comunitarie.<br />
Qualitalia Controllo Tecnico vuole promuovere<br />
l’aggiornamento professionale degli ingegneri italiani<br />
con un corso specialistico sulle Nuove Norme<br />
Tecniche. S’intende così fornire una guida al nuovo<br />
approccio progettuale, con particolare riferimento<br />
al comportamento al sisma delle strutture e alla<br />
valutazione della sicurezza delle strutture esistenti.<br />
Relatore principale e coordinatore didattico:<br />
Prof. Ing. Carlo Castiglioni<br />
Professore ordinario del Dipartimento<br />
di Ingegneria Strutturale del Politecnico di Milano<br />
Quota d’iscrizione € 400 +IVA 20%<br />
Per informazioni dettagliate sul programma<br />
e iscrizioni ai corsi telefonare al nr. 02.50995020<br />
oppure compilare il form elettronico<br />
alla pagina formazione del sito<br />
www.qualitaliacontrollotecnico.it<br />
FORMAZIONE<br />
*Qualitalia Formazione è un servizio di Qualitalia Controllo Tecnico
16 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />
Il settore idrocarburi e le sabbie bituminose<br />
Claudio Donghi, n. 12 – pag. 1<br />
Energia e Unione Europea: un "mosaico" di 27 tessere<br />
Davide Canevari, n. 13 – pag. 1<br />
Il 2008 segna il boom del fotovoltaico<br />
Claudio Donghi, n. 13 – pag. 2<br />
Gas serra, anche l'EPA ammette il rischio<br />
n. 13 – pag. 23<br />
Prosegue lo smantellamento del nucleare in Italia<br />
Decommissioning delle centrali: i "casi" di <strong>La</strong>tina e<br />
Garigliano<br />
Maurizio Cumo, n. 14 – pag. 1<br />
Barack Obama e la <strong>politica</strong> <strong>energetica</strong><br />
Giovanni Avico, n. 14 – pag. 2<br />
Energia da fusione: per ora rimane un miraggio<br />
Guido Possa, n. 15 – pag. 1<br />
E' ufficiale: entro il 2012 addio alle lampade a incandescenza<br />
Luca Iannantuoni, n. 15 – pag. 4<br />
Decreto anticrisi: Scajola avvia gare per forniture<br />
gas<br />
n. 15 – pag. 4<br />
Energia: aspettando la "COP 15" ecco il "Nordic Climate<br />
Solution"<br />
Davide Canevari, n. 17 – pag. 1<br />
Energia solare: i rapporti del MATTM<br />
Giovanni Manzini, n. 17 – pag. 17<br />
Danimarca, un modello energetico virtuoso<br />
n. 17 – pag. 19<br />
Voli commerciali a biofuel? Ambizioso, ma si può<br />
fare<br />
n. 17 – pag. 19<br />
Nucleare: gli accordi Italia-Francia riaccendono la<br />
"solita" polemica<br />
Vincenzo Morelli, Baldassarre Zaffiro, n. 19 – pag. 1<br />
Finmeccanica tratta con Enel e Areva: "Siamo pronti<br />
a partecipare alla <strong>sfida</strong>"<br />
n. 19 – pag. 5<br />
<strong>La</strong> Confederazione mondiale dei Regolatori dell’energia<br />
si è riunita ad Atene<br />
Giovanni Manzini, n. 20-21 – pag. 3<br />
Anticipazione del WEO 2009: diminuite le emisioni<br />
di CO2<br />
Giovanni Manzini, n. 20-21 – pag. 11<br />
FORMAZIONE E UNIVERSITA’<br />
Universus, al via i master: ricca l’offerta per i giovani<br />
n. 1 – pag. 14<br />
<strong>La</strong>urea breve e formazione dell'ingegnere<br />
Umberto Ruggiero, n. 3 – pag. 1<br />
Ordini e Federazioni, grande attenzione all'aggiornamento<br />
e alla formazione<br />
Roberto Di Sanzo, n. 3 – pag. 8<br />
All'Università di Verona la facoltà di ingegneria e<br />
scienze informatiche<br />
n. 9 – pag. 6<br />
<strong>La</strong> riforma del "3 + 2" piace al mondo del lavoro. Dal<br />
Politecnico di Milano segnali incoraggianti<br />
Dario Cozzi, n. 12 – pag. 1<br />
Docenza, ricerca e produzione<br />
Angelo Selis, n. 12 – pag. 1<br />
<strong>La</strong> <strong>La</strong>urea internazionale in Civil Engineering all'Università<br />
di Bologna<br />
Marco Savoia, n. 13 – pag. 20<br />
"<strong>La</strong> comunità internazionale apprezza la qualità dei nostri<br />
studenti e ricercatori"<br />
Davide Canevari, n. 14 – pag. 1<br />
Politecnico di Milano: boom di matricole<br />
n. 15 – pag. 2<br />
Costantino nuovo Rettore del Politecnico di Bari.<br />
Punto di partenza: un'attenta "strategia dell'ascolto"<br />
Umberto Ruggiero, n. 17 – pag. 1<br />
Ingegneria: boom di iscrizioni a Bologna, Forlì, Rimini<br />
e Ravenna<br />
n. 18 – pag. 15<br />
<strong>La</strong> "Carlo Cattaneo-Liuc" promuove un master in Management<br />
Aeronautico<br />
n. 18 – pag. 15<br />
Italia verso il nucleare: c'è carenza di ingegneri<br />
n. 18 – pag. 15<br />
Università dell'Aquila: riprende il cammino verso la<br />
"normalità"<br />
n. 18 – pag. 15<br />
Universus-Csei festeggia Ruggiero e Costantino<br />
n. 19 – pag. 13<br />
Ricerca del Politecnico di Milano: in crescita i "mercati<br />
digitali" (+7%)<br />
n. 19 – pag. 13<br />
Roma Tor Vergata, Ingegneria e Medicina: un master<br />
in "Protezione da emergenze"<br />
n. 19 – pag. 13<br />
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI<br />
Unione europea: cresce il trasporto delle merci. Il<br />
73% degli "spostamenti" avviene ancora su strada<br />
Davide Canevari, n. 3 – pag. 1<br />
Tribuna delle opinioni - Il Ponte sullo Stretto nel centenario<br />
del terremoto di Messina e provincia<br />
Achille Baratta, n. 3 – pag. 12<br />
Veicoli a motore,le prescrizioni tecniche uniformi<br />
compiono cinquant'anni<br />
Claudio Donghi, n. 4 – pag. 7<br />
Negli Stati Uniti le strade si stanno "sbriciolando". E<br />
intanto in Cina le infrastrutture non bastano più<br />
Davide Canevari, n. 11 – pag. 1<br />
Cina pronta a consumare tonnellate di asfalto<br />
n. 11 – pag. 3<br />
Sorpresa: la Commissione europea non boccia il<br />
modello Italia. Resta però il problema delle infrastrutture<br />
stradali e ferroviarie<br />
Davide Canevari, n. 12 – pag. 14<br />
Infrastrutture: quali investimenti per il futuro?<br />
n. 15 – pag. 20<br />
INNOVAZIONE, RICERCA<br />
E NUOVE TECNOLOGIE<br />
(Bruno Coppi) “Il Paese deve recuperare interesse per<br />
il sapere”<br />
Davide Canevari, n. 1 – pag. 1<br />
Trasmissione a distanza di dati e segnali, l'ingegneria<br />
e la telemedicina<br />
Valeria Montanari e ing. Paolo Silvestri, n. 4 – pag. 12<br />
Il "supermicroscopio-laser", un grande successo made<br />
in Italy<br />
n. 5 – pag. 2<br />
Ricerca, la soluzione vincente contro la crisi. L'Unione<br />
Europea chiede più coraggio ai privati<br />
Davide Canevari, n. 6 – pag. 1<br />
Italiani e tecnologie informatiche: c'è poco feeling.<br />
<strong>La</strong> metà delle famiglie non possiede un computer<br />
Davide Canevari, n. 7 – pag. 1<br />
Sistemi olfattivi artificiali: ricerca e nuove applicazioni<br />
Ferdinando Clarelli, n. 9 – pag. 1<br />
Posta Elettronica Certificata: ancora troppi i dubbi e<br />
le criticità<br />
Andrea Guido Sommaruga, n. 9 – pag. 10<br />
I nuovi scienziati non conoscono ostacoli. Fantasia<br />
creativa per progetti lungimiranti<br />
Alberto Pieri, n. 10 – pag. 1<br />
Macchi: "Bisogna incentivare l'innovazione e la ricerca"<br />
Davide Canevari, n. 12 – pag. 1<br />
Tecnologie informatiche: per gli italiani un approccio<br />
sbagliato<br />
Andrea Guido Sommaruga, n. 12 – pag. 13<br />
Un progetto innovativo di riqualificazione urbana<br />
Gabriella Funaro, Giulio Mizzoni, n. 13 – pag.20<br />
Puntamento di precisione contro i tumori<br />
n. 15 – pag. 6<br />
Adriano De Maio presidente del Centro Europeo di<br />
Nanomedicina<br />
Simone Carriero, n. 15 – pag. 6<br />
Enrico Saggese: "Nel settore spaziale la nostra ricerca<br />
è ai vertici mondiali"<br />
Davide Canevari, n. 16 – pag. 1<br />
Associazione Italiana Prove non Distruttive. A colloquio<br />
con il Presidente Roberto Gittardi<br />
n. 16 – pag. 14<br />
Roma capofila del progetto per l'auto elettrica. Firmato<br />
l'accordo tra il Comune e l'Enel<br />
n. 17 – pag. 2<br />
(Giovanni Lelli) "L'Enea è un ente al servizio del Paese:<br />
tra i nostri obiettivi le energie rinnovabili"<br />
Roberto Di Sanzo, n. 19 – pag. 1<br />
Potocnik: la priorità è la sicurezza <strong>energetica</strong><br />
Davide Canevari, n. 19 – pag. 1<br />
Internet, cresce il numero degli utenti. Gli italiani<br />
affezionati al suffisso ".it"<br />
Donato Di Catino, n. 19 – pag. 2<br />
Il sottosegretario Stefano Saglia: "Interessi politici<br />
non affossino il progetto"<br />
n. 19 – pag. 5<br />
Astronomia: utili e necessarie le scoperte di questo<br />
settore<br />
Enrico Rota, n. 20-21 – pag. 1<br />
Il programma Desktop Icon Saver<br />
Andrea Guido Sommaruga, n. 20-21 – pag. 22<br />
LETTERE<br />
Le procedure sugli appalti per la costruzione di impianti<br />
e opere<br />
Mario Scarbocci, n. 3 – pag. 10<br />
Economia: stabilità e globalizzazione<br />
Gianfranco Capponi, n. 4 – pag. 13<br />
Responsabilità e ingegneri/1<br />
Giuseppe De Marte, n. 5 – pag. 13<br />
Responsabilità e ingegneri/2<br />
Mario Scarbocci, n. 5 – pag. 13<br />
Responsabilità e professione<br />
Franco Ligonzo, n. 8 – pag. 11<br />
Milano, arredo urbano: il monumento a Carlo Porta<br />
Andrea Disertori, n. 9 – pag. 7<br />
Il mio saluto è un arrivederci<br />
Adriano De Maio, n. 10 – pag. 1<br />
L'etica, gli ingegneri e gli architetti<br />
Carlo Valtolina, n. 13 – pag. 1<br />
Illuminazione esterna: norme e leggi. Considerazioni<br />
e approfondimenti sulla materia<br />
Matteo Seraceni, n. 15 – pag. 11<br />
Il ruolo dell'Uni. Gli obiettivi primari e le leggi regionali<br />
Paolo Soardo, n. 15 – pag. 12<br />
Il nostro Paese e il settore spaziale<br />
Maurizio Forcieri, n. 18 – pag. 19<br />
"Già oggi siamo tutti responsabili"... fondamentali i valori<br />
etici<br />
Pier Giorgio Confente, n. 18 – pag. 21<br />
Una visione meno drammatica della nostra società<br />
GianBattista Zorzoli, n. 19 – pag. 12<br />
Il professor <strong>La</strong>nzavecchia e la nostra società. L’auspicio:<br />
renderla davvero competitiva<br />
Sara Sanviti, n. 20-21 – pag. 6<br />
Emissioni dei gas serra e soluzioni possibili<br />
Mario Scarbocci, n. 20-21 – pag. 13<br />
“Le recenti Norme Tecniche per le Costruzioni non mi<br />
convincono”<br />
Roberto Toninelli, n. 20-21 – pag. 17<br />
Una replica “a tutto campo”<br />
Gian Carlo Giuliani, n. 20-21 – pag. 17<br />
Gio Ponti, un grande maestro. “Lo colpii con una<br />
poesia”<br />
Enrico Bertè, n. 20-21 – pag. 21<br />
LINEA DIRETTA CON GLI ORDINI<br />
A cura di Roberto Di Sanzo<br />
Roberto Bolettieri (Matera): “Decisi e compatti per valorizzare<br />
il ruolo dell’ingegnere. Un impegno comune:<br />
più attenzione alla sicurezza sul lavoro”<br />
n. 2 - pag. 8<br />
(Luigi Vinci) "Napoli: la situazione per i liberi professionisti<br />
è difficile"<br />
n. 3 – pag. 8<br />
(Gaetano Fede – Consulta degli Ingegneri della Sicilia)<br />
"Con un ruolo istituzionale le Federazioni rappresenteranno<br />
un importante valore aggiunto per gli Ordini<br />
provinciali"<br />
n. 4 – pag. 8<br />
Bellizzotti (Pescara): "Sviluppo e crisi economica al<br />
centro del Congresso"<br />
n. 5 – pag. 11<br />
(Amalia Ercoli Finzi – Milano)"Due gli obiettivi che devono<br />
perseguire gli Ordini: tutelare i cittadini e internazionalizzare<br />
la professione"<br />
n. 6 – pag. 11<br />
(Aldo Altamore – Caltanissetta)"Fare squadra e unire<br />
le rispettive competenze. Così gli ingegneri potranno<br />
essere davvero competitivi"<br />
n. 7 – pag. 11<br />
Sisma dell'Aquila: dagli Ordini un impegno comune<br />
a favore dell'Abruzzo<br />
n. 8 – pag. 4<br />
(Paolo De Sanctis – L’Aquila) "<strong>La</strong> ricostruzione della<br />
nostra città dovrà seguire regole certe e precise"<br />
n. 9 – pag. 8<br />
(Renato Bertone – Biella) "<strong>La</strong> crisi economica coinvolge<br />
anche la nostra professione: puntiamo sulla formazione<br />
per uscirne il prima possibile"<br />
n. 10 – pag. 6<br />
(Giancarlo Capitta – Sassari) "Istituzionalizzare le federazioni:<br />
un passo in più per rendere protagonisti gli<br />
ingegneri nella vita economica e sociale del Paese"<br />
n. 11 – pag. 6<br />
(Marco Favaretti – Federazione Ordini Ingegneri Veneto):<br />
“Ragioniamo sulla nascita dei nuovi Ordini regionali.<br />
Così il dialogo con le istituzioni diventerà più<br />
efficace”<br />
n. 12 – pag. 6<br />
Cambio ai vertici del Cni: Stefanelli si dimette. Il nuovo<br />
presidente è il ligure Rolando<br />
n. 17 – pag. 6<br />
Santi Trovato (Messina): "Evitiamo polemiche. Aiutiamo<br />
Messina a rinascere"<br />
n. 18 – pag. 1<br />
Saccà (Catanzaro): “Da noi le prospettive sono tutt'altro<br />
che rosee"<br />
Roberto Di Sanzo, n. 19 – pag. 12<br />
Rinnovati gli Ordini provinciali. Il 2010 inizia tra novità<br />
e conferme<br />
Roberto di Sanzo, n. 20-21 – pag. 1<br />
LINEA DIRETTA CON GLI ORDINI<br />
Alla scoperta del sito Internet<br />
A cura di Francesco Tarricone<br />
Ordine degli ingegneri della Provincia di Napoli<br />
n. 3 – pag. 8<br />
Consulta degli Ordini degli Ingegneri della Sicilia<br />
n. 4 – pag. 8<br />
Ordine degli Ingegneri di Pescara<br />
n. 5 – pag. 11<br />
Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano<br />
n. 6 – pag. 11<br />
Ordine degli Ingegneri della Provincia di Caltanissetta<br />
n. 7 – pag. 11<br />
Ordine degli ingegneri della Provincia di Biella<br />
n. 10- pag. 6<br />
Ordine degli Ingegneri della Provincia di Sassari<br />
n. 11 – pag. 6<br />
NOMINE E RICONOSCIMENTI<br />
L'ingegner Michele Valente nuovo presidente dell'American<br />
Concrete Institute Italy Chapter<br />
Andrea Dari, n. 4 – pag. 9<br />
Ordine di Milano: premiati i migliori elaborati del<br />
2008<br />
Donato Di Catino, n. 6 – pag. 5<br />
Carlo Valtolina è il nuovo presidente del Collegio degli<br />
Ingegneri e Architetti<br />
Roberto Di Sanzo, n. 8 – pag. 2<br />
Politecnico di Milano: laurea ad honorem ad Ackerman<br />
n. 18 – pag. 20<br />
NORMATIVA<br />
Pubblicato lo standard europeo per i sistemi “water<br />
mist”<br />
Giovanni Manzini, n. 1 - pag. 12<br />
Gas di petrolio liquefatto (GPL): varati importanti<br />
provvedimenti<br />
Giovanni Manzini, n. 1 - pag. 12<br />
Nuove regole per trasporto e distribuzione del metano<br />
Mario Abate, n. 1 – pag. 12<br />
Guida Cei per apparecchiature elettriche ed elettroniche<br />
Giovanni Manzini, n. 2 – pag. 10<br />
Life Cycle Processes, pubblicato un nuovo standard<br />
Claudio Donghi, n. 2 – pag. 10<br />
Nuove regole per gli impianti di distribuzione stradale<br />
di metano e gpl<br />
Mario Abate, n. 3 – pag. 9<br />
Costruzioni, il ciclo di vita e la valutazione totale dei<br />
costi<br />
Claudio Donghi, n. 4 – pag. 9<br />
UNI 11280:2008: il controllo iniziale e la manutenzione<br />
dei sistemi di estinzione incendi ad estinguenti<br />
gassosi<br />
Mario Abate, n. 5 – pag. 12<br />
Coperture degli edifici. Nuova UNI 9460:2008<br />
Giovanni Manzini, n. 5 – pag. 12<br />
Qualità nei servizi per audit in incognito<br />
Giovanni Manzini, n. 5 – pag. 12<br />
Il nuovo conto energia<br />
Edoardo M. Azzimonti, n. 6 – pag. 12<br />
Impianti antincendio, i locali destinati ai gruppi di<br />
pompaggio<br />
n. 6 – pag. 12<br />
Sicurezza nella costruzione e installazione degli ascensori<br />
Mario Abate, n. 7 – pag. 13<br />
Un "vocabolario" per facilitare l'applicazione delle<br />
ISO 14000<br />
n. 7 – pag. 13<br />
Nanomateriali, Technical Report dell'ISO sulla sicurezza<br />
Giovanni Manzini, n. 8 – pag. 14<br />
Recipienti semplici a pressione, le nuove regole della<br />
Commissione<br />
n. 8 – pag. 14<br />
Sicurezza e prevenzione antincendio: linee guida per<br />
l'approccio ingegneristico<br />
Giovanni Manzini, n. 9 – pag. 9<br />
<strong>La</strong>mpade, progettazione ecocompatibile. Pubblicato<br />
il regolamento "europeo"<br />
Giovanni Manzini, n. 9 – pag. 9<br />
Al bando i termometri al mercurio. Entra in vigore il<br />
Decreto ministeriale<br />
Giovanni Manzini, n. 9 – pag. 9<br />
Prodotti da costruzione: presentato il provvedimento<br />
sulla reazione al fuoco<br />
Giovanni Manzini, n. 9 – pag. 9<br />
Altri dieci anni per miglio e pinta<br />
Pierangelo Andreini, n. 11 – pag. 1<br />
Analisi della normativa sull'illuminazione esterna<br />
Paolo Soardo, n. 11 – pag. 1<br />
Certificazione e ispezione dei <strong>La</strong>boratori: Sinal e Sincert<br />
dannno vita ad "Accredia"<br />
Giovanni Avico, n. 11 – pag. 2<br />
Anticipazioni sulle modifiche dei procedimenti di<br />
prevenzione incendi<br />
Mario Abate, n. 12 – pag. 12<br />
Il "Fondo Canevari" sulla normativa elettrotecnica arricchisce<br />
la Biblioteca<br />
Edoardo Bregani, n. 13 – pag. 21<br />
Pubblicato il provvedimento sulla prestazione <strong>energetica</strong><br />
degli edifici e degli impianti termici<br />
Giovanni Manzini, n. 14 – pag. 15<br />
Commissione Nucleare: l'attività normativa dell'Uni<br />
Maurizio Cumo, n. 15 – pag. 1<br />
Progettazione impianti di illuminazione esterna, inquadramento<br />
normativo<br />
Luca Mamprin, n. 15 – pag. 20<br />
Biodiesel: importanti novità dal CEN<br />
n. 17 – pag. 17<br />
Prevenzione incendi: ancora differito l'adeguamento<br />
degli alberghi<br />
Mario Abate, n. 18 – pag. 14<br />
Reti dell'energia e Ministero dell'Ambiente<br />
Giovanni Manzini, n. 18 – pag. 14<br />
Aerogeneratori e problema del rumore<br />
Giovanni Manzini, n. 18 – pag. 14<br />
ISO: il piano strategico 2011-2015<br />
n. 18 – pag. 21<br />
Stoccaggio strategico del gas. Nuova Delibera dell’AEEG<br />
Giovanni Manzini, n. 20-21 – pag. 11<br />
Miglioramento della sicurezza degli impianti ascensori.<br />
Pubblicato il decreto che ci allinea all’Europa virtuosa<br />
Bruno Ciborra, n. 20-21 – pag. 13<br />
PROFESSIONE<br />
Saremo chiamati tutti responsabili<br />
Franco Ligonzo, n. 2 – pag. 1<br />
Convegno: A Cosenza in primo piano etica e cultura<br />
della responsabilità<br />
n. 2 – pag. 8<br />
(Paolo Stefanelli) “Gli ingegneri e le scelte strategiche<br />
nazionali: uniamo le forze per essere davvero protagonisti”<br />
Roberto Di Sanzo, n. 1 – pag. 1<br />
Mentre suona la campana del vespro<br />
Luigi Canepari, n. 2 – pag. 11<br />
Amarcord. Dal Politecnico a Marrakech<br />
Marco Rosa Bernardins, n. 2 – pag. 11<br />
Per un'informazione qualificata e corretta<br />
Sandra Banfi, n. 3 – pag. 2<br />
L'obiettivo: nel 2009 un milione di copie<br />
Pierangelo Andreini, n. 4 – pag. 2<br />
Stefanelli: "Ingegneri contrari all'albo unico dei tecnici<br />
laureati”<br />
n. 5 – pag. 11<br />
(Assobeton) Intervista al presidente Giovanni Cestaro<br />
n. 6 – pag. 12<br />
Indagine Antitrust, reazione del CNI: "E' un duro attacco<br />
alle professioni"<br />
Roberto Di Sanzo, n. 7 – pag. 2<br />
L'ingegneria al femminile tra passato e futuro. Cent'anni<br />
fa a Torino la laurea di Emma Strada<br />
Sandra Banfi, n. 7 – pag. 5<br />
Castelli: "Abolizione dei minimi tariffari, un grave<br />
danno per tutta l'ingegneria"<br />
n. 9 – pag. 2<br />
Ingegneri e Sicilia, nel 2008 raddoppiate le assunzioni<br />
n. 9 – pag. 6<br />
"Stefanelli: è necessario valorizzare il ruolo dell'ingegnere<br />
nella società contemporanea"<br />
Donato Di Catino, n. 13 – pag. 1<br />
Una cultura attiva e dibattuta per governare il cambiamento<br />
Pierangelo Andreini, n. 13 – n. 1<br />
Venticinque anni di notizie veronesi<br />
Maurizio Cossato, n. 13 – pag. 1<br />
Istat, ingegneria prima per i neolaureati<br />
Giovanni Manzini, n. 13 – pag. 9<br />
Già oggi siamo tutti responsabili<br />
Franco Ligonzo, n. 16 – pag. 1<br />
Tribuna delle opinioni - Lo strano ruolo dell'architetto<br />
ambientalista<br />
Sara Sanviti, n. 17 – pag. 19<br />
(Gianni Rolando)"Tuteliamo e rafforziamo l'identità<br />
dell'ingegnere con una cultura tecnico-scientifica superiore"<br />
Roberto Di Sanzo, n. 18 – pag. 1<br />
Ordini, continuano a crescere gli iscritti<br />
Roberto Di Sanzo, n. 18 – pag. 3<br />
Tribuna delle opinioni - Ingegneria: a proposito di<br />
qualità, tempi e costi<br />
Mario Scarbocci, n. 18 – pag. 18<br />
Un milione di copie, un milione di Auguri!<br />
Pierangelo Andreini, n. 20-21 – pag. 1<br />
<strong>La</strong> riforma urbanistica della Lombardia ha prodotto<br />
nuovi spazi professionali<br />
Gianluigi Sartorio, n. 20-21 – pag. 16<br />
SALA DI LETTURA<br />
Maledetta Chernobyl! <strong>La</strong> vera storia del nucleare in<br />
Italia<br />
Recensione a cura di Pierangelo Andreini<br />
n. 1 – pag. 13<br />
"Eroi del cielo" di Giorgio Evangelisti<br />
Recensione a cura di Franco Gerosa<br />
n. 3 – pag. 12
N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 17<br />
"Generatori di vapore" di Donatello Annaratone<br />
Recensione a cura di Pierangelo Andreini<br />
n. 3 – pag. 13<br />
Italian Engineering and Contracting in the world<br />
n. 5 – pag. 13<br />
Il professor Cumo e gli impianti nucleari<br />
Recensione a cura di Pierangelo Andreini<br />
n. 7 – pag. 13<br />
Il rischio di esplosione e le polveri "industriali"<br />
n. 9 –pag. 10<br />
Combustibili per motori e metrologia legale<br />
n. 9 – pag. 10<br />
Oltre misura, il linguaggio della bellezza nel monastero<br />
di San Pietro a Reggio Emilia<br />
Recensione a cura di Giorgio Ferrari, n. 9 – pag. 13<br />
Milano e il quartiere Cantalupa<br />
Recensione a cura di Franco Ligonzo, n. 12 – pag. 13<br />
Giancarlo Modonesi e le professioni dell'ingegnere e<br />
dell'architetto<br />
Recensione a cura di Franco Ligonzo, n. 13 – pag. 21<br />
Progetto di strutture resistenti al fuoco<br />
Recensione a cura di Antonio De Marco<br />
n. 14 – pag. 14<br />
Un mondo di ascensori<br />
Recensione a cura di Bruno Ciborra<br />
n. 17 – pag. 28<br />
Acustica, ambiente esterno<br />
Recensione a cura di Umberto Ruggiero<br />
n. 17 – pag. 28<br />
Carlo Ferrari da Passano e la "Fabbrica del Duomo"<br />
Recensione a cura di Elisa Mariani Travi<br />
n. 19 – pag. 14<br />
Costruzioni civili e beni culturali: diagnostica con il<br />
metodo degli ultrasuoni<br />
n. 20-21 – pag. 21<br />
SICUREZZA<br />
Costruzioni, sempre più spesso infortuni al di fuori dei<br />
cantieri<br />
Roberto Di Sanzo, n. 4 – pag. 1<br />
Un impegno comune per la sicurezza<br />
Romeo <strong>La</strong> Pietra, n. 4 – pag. 1<br />
(Sicurezza)Un tema centrale per il nostro futuro<br />
Romeo <strong>La</strong> Pietra, n. 4 – pag. 3<br />
SPECIALE “ACQUA”<br />
A cura di Franco Ligonzo – n. 5 - pagg. 7 - 10<br />
Il perché di uno Speciale<br />
Difendiamo l'oro blu del XXI secolo<br />
Giovanni Mastino<br />
I problemi di approvvigionamento idrico nelle regioni soggette a fenomeni di siccità<br />
Renato Drusiani<br />
Impianto ad osmosi inversa per rimuovere nitrati e cromo<br />
Michele Pugliese<br />
L'evoluzione del clima a Milano e nel resto d'Italia<br />
Sergio Borghi<br />
Analisi e considerazioni sulla dissalazione dell'acqua di mare<br />
Marco Rognoni<br />
SPECIALE “ACQUA/2”<br />
A cura di Franco Ligonzo – n. 6 - pagg. 7 - 10<br />
Nuove tecnologie applicabili al ciclo integrale delle acque<br />
Alessandra Icardi<br />
I sistemi MBR. Moderne applicazioni per il riutilizzo dell'oro blu<br />
Samuele Sala<br />
Le vasche di laminazione a servizio delle reti di drenaggio urbano<br />
Matteo Stella<br />
Biandrate punta sull'energia alternativa<br />
Marco Paolo Inglese<br />
SPECIALE “QUALITÀ”<br />
A cura di Pierangelo Andreini e Franco Ligonzo – n. 7 - pagg. 7 - 10<br />
Qualità, tra regole e opportunità<br />
Pierangelo Andreini e Franco Ligonzo<br />
UNI EN ISO 9001:2008<br />
Attualità della norma rispetto alle nuove criticità aziendali<br />
Franco Ligonzo<br />
Il sistema di accreditamento italiano alla luce del regolamento europeo<br />
Filippo Trifiletti<br />
Nuova frontiera della certificazione: innovazione e sostenibilità<br />
Paolo Gianoglio<br />
Valutazione di conformità. <strong>La</strong> ISO/IEC 17021:2006<br />
Claudio Donghi<br />
UNI ISO 10014:2007<br />
Una norma per i decisori aziendali<br />
Giancarlo Colferai<br />
Analisi della nuova UNI EN ISO 9001:2008<br />
Un'occasione di rivisitazione critica del Sistema Qualità<br />
Monica Perego<br />
SPECIALE “QUALITÀ/2”<br />
A cura di Pierangelo Andreini e Franco Ligonzo – n. 8 - pagg. 7 - 10<br />
Continua lo Speciale Qualità<br />
Pierangelo Andreini e Franco Ligonzo<br />
<strong>La</strong> certificazione del servizio come aiuto alla funzione Marketing<br />
Radu Solomon<br />
Analisi e considerazioni sull'ultima revisione della UNI EN ISO 9001<br />
Alessandro Negrini<br />
<strong>La</strong> riduzione degli ostacoli agli scambi intra-comunitari<br />
Giovanni Avico<br />
Gestione <strong>ambientale</strong> nei sistemi locali<br />
Antonio Vidili<br />
L'integrazione di approccio alla qualità per gli impianti solari<br />
Vincenzo Delacqua - ICIM S.p.A.<br />
ISO 22222:2008, qualità finanziaria ed economica<br />
Giovanni Manzini<br />
Il ruolo e l'operatività dell'Agenzia per la Sicurezza Nucleare<br />
Giancarlo Casarelli, n. 4 – pag. 5<br />
Costruzioni: pubblicato lo standard britannico sulla sicurezza<br />
antincendio<br />
Giovanni Manzini, n. 4 – pag. 7<br />
Terremoto dell'Aquila, ingegneri subito in prima linea.<br />
Nel nostro Paese ancora troppi gli edifici vulnerabili<br />
n. 8 – pag. 1<br />
Considerazioni sullo stato della ingegneria sismica in<br />
Italia<br />
Gian Carlo Giuliani, n. 8 – pag. 3<br />
Terremoto: 500 ingegneri in campo per la ricostruzione<br />
n. 9 – pag. 8<br />
Tribuna delle opinioni - Il crollo di San Giuliano e la<br />
"sopraelevazione"<br />
Giovanna Baratta, n. 9 – pag. 13<br />
Il terremoto dell'Abruzzo. <strong>La</strong> progettazione e l'esecuzione<br />
Marco Savoia, n. 10 – pag. 1<br />
"<strong>La</strong> formazione qualificata a favore dello sviluppo professionale continuo"<br />
Rosa Anna Favorito<br />
Sicurezza sul lavoro, l'impegno degli ingegneri di<br />
Piemonte e Valle d'Aosta<br />
n. 10 – pag. 6<br />
Il presidente Barroso in visita in Abruzzo<br />
n. 10 – pag. 4<br />
L'incendio dell'impianto petrolifero di Buncefield<br />
Giovanni Manzini, n. 11 – pag. 1<br />
AEEG: diminuiscono le dispersioni di gas e migliora<br />
la sicurezza generale della rete<br />
Giovanni Manzini, n. 12 – pag. 2<br />
<strong>La</strong> tragedia di Viareggio. Fuga ed esplosione del gpl<br />
Giovanni Manzini, n. 14 – pag. 1<br />
Sicurezza: gli eventi sismici e la corretta progettazione<br />
degli ascensori<br />
Bruno Ciborra, n. 14 – pag. 14<br />
Tribuna delle opinioni - Il treno per Yucca Mountain<br />
non parte: le scorie nucleari americane su un binario<br />
morto<br />
Luciano Vianelli, n. 15 – pag. 14<br />
<strong>La</strong> "sicurezza" durante la progettazione. Attività, metodi<br />
e identificazione dei pericoli<br />
Fabrizio Tallone, n. 18 – pag. 16<br />
SPECIALE 54° CONGRESSO A CURA DI ROBERTO DI SANZO<br />
Ripercorriamo gli ultimi dieci anni del Congresso del CNI. Da Lecce a <strong>La</strong><br />
Spezia, quanta strada ha percorso la categoria<br />
Dario Cozzi, n. 13 – pag. 4<br />
Il Congresso di Pescara? Ecco cosa ci attendiamo<br />
n. 13 - pag. 6<br />
Il programma sociale: visite ad Atri, al "Volto Santo" di Manoppello e a<br />
<strong>La</strong>nciano<br />
n. 13 – n.7<br />
"Il post-terremoto dell'Abruzzo ha messo in mostra la competenza tecnica<br />
e scientifica degli ingegneri"<br />
n. 13 – pag. 8<br />
Paolo Stefanelli: "L'unità della categoria è fondamentale per valorizzare<br />
il nostro patrimonio di competenza e professionalità"<br />
n. 14 – pag. 6<br />
(Romeo <strong>La</strong> Pietra) “Svolta epocale: gli ingegneri presentano una bozza<br />
SPECIALI TEMATICI<br />
di proposta di legge per la riforma dell'ordinamento della professione”<br />
n. 14 – pag. 6<br />
(Antonio Bellizzotti)"Un congresso che ridà dignità e meriti agli ingegneri"<br />
n. 14 – pag. 6<br />
Sicurezza e riforma professionale: da Pescara "svolta epocale" per la<br />
categoria<br />
n. 15 – pag. 17<br />
Il professor Masi: "In Italia un grave deficit di protezione sismica delle<br />
strutture esistenti"<br />
n. 15 – pag. 17<br />
<strong>La</strong> mozione congressuale:<br />
Tempi rapidi per varare la riforma delle professioni<br />
n. 15 – pag. 17<br />
(Franco Braga) L'importanza del rispetto delle regole: vecchie e nuove<br />
Norme Tecniche per le Costruzioni<br />
n. 15 – pag. 18<br />
(Michele Rossi) "Il ruolo degli ingegneri, esempio di efficienza e concretezza<br />
nella ricostruzione dell'Aquila"<br />
n. 15 – pag. 18<br />
Un "Libro bianco" sullo stato di salute dei porti e dei litorali italiani<br />
n. 15 – pag. 18<br />
Commissione impiantisti: Maggior chiarezza sulla certificazione <strong>energetica</strong><br />
degli edifici<br />
n. 15 – pag. 18<br />
(Ilario Cursaro) "Dobbiamo lavorare con un unico obiettivo: far emergere<br />
le eccellenze nel mondo ingegneristico"<br />
n. 15 – pag. 19<br />
(Giuseppe Levis)"<strong>La</strong> formazione, elemento imprescindibile per la categoria"<br />
n. 15 – pag. 19<br />
SPECIALE “EDILIZIA”<br />
Sostenibilità ed efficienza <strong>energetica</strong><br />
A cura di Anna Magrini – n. 10 – pagg. 7 - 11<br />
Il punto sulla situazione tecnico legislativa italiana<br />
A.M.<br />
Sostenibilità ed efficienza <strong>energetica</strong> delle costruzioni<br />
Anna Magrini<br />
Protocolli internazionali per un'azione armonizzata<br />
Maria Chiara Torricelli e Caterina Gargari<br />
<strong>La</strong> sostenibilità delle costruzioni nel contesto del nostro Paese<br />
Paola Zampiero<br />
L'importanza del "progettista impiantistico". Figura fondamentale fin dall'inizio dei lavori<br />
Francesco Martiroli e Roberto Del Nero<br />
L'acustica in edilizia tra presente e futuro: gli ambienti interni e i requisiti passivi<br />
Raffaella Bellomini, Lucia Busa e Sergio Luzzi<br />
<strong>La</strong>terizio all'insegna dell'edilizia sostenibile<br />
a cura di ANDIL<br />
HQI a garanzia di qualità e sostenibilità dell'EPS<br />
a cura di AIPE<br />
SPECIALE “EDILIZIA/2”:<br />
Sostenibilità ed efficienza <strong>energetica</strong><br />
A cura di Anna Magrini – n. 11 - pagg. 7 - 12<br />
Rating della sostenibilità <strong>ambientale</strong> delle costruzioni: diffusione ed esempi di applicazione<br />
Paola Zampiero<br />
<strong>La</strong> <strong>politica</strong> per l'efficienza <strong>energetica</strong> degli edifici<br />
Roberto Moneta<br />
Gli obiettivi e le disposizioni adottate dalla Regione Lombardia<br />
Ivan Mozzi, Francesca Baragiola, Clara Pistoni<br />
Sostenibilità <strong>ambientale</strong>. Materiali eco-compatibili, prestazioni in esercizio, valutazione di impatto <strong>ambientale</strong><br />
dei materiali da costruzione durante l'intero ciclo della vita<br />
Benedetta Barozzi, Italo Meroni<br />
Sistemi per il recupero/riutilizzo delle acque reflue depurate<br />
M. C. Collivignarelli, S. Zanaboni<br />
Le immissioni di rumore nelle abitazioni: la nuova legge modifica la "normale tollerabilità" dell'art. 844 del<br />
codice civile<br />
Giorgio Campolongo<br />
Il benessere visivo nella sostenibilità <strong>energetica</strong> e <strong>ambientale</strong><br />
Paolo Ricciardi<br />
Calcestruzzo negli edifici: i vantaggi della massa termica<br />
a cura di Assobeton<br />
<strong>La</strong> vetrata isolante e il risparmio energetico<br />
a cura di Assovetro<br />
Serramenti certificati ad alte prestazioni<br />
SPECIALE “SOFTWARE PER IL CALCOLO STUTTURALE”<br />
A cura di Andrea Dari – n. 12 - pagg. 11 - 18<br />
Perché un dossier sul software<br />
Andrea Dari<br />
Indicazioni delle norme tecniche per le costruzioni sul calcolo strutturale attraverso il software<br />
Marco Savoia<br />
Il problema della validazione del calcolo nella normativa<br />
Paolo Sattamino<br />
Nuove caratteristiche per un software attuale<br />
Intervista al professor Enrico Spacone e al ricercatore Guido Camata<br />
Paolo Segala<br />
A Roma il caso della Torre Eurosky all'Eur<br />
Stefano Calì e Luciano Gioacchini
18 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />
SPECIALI TEMATICI<br />
SPECIALE INGEGNERIA ANTISISMICA<br />
A cura di Gian Carlo Giuliani – n.13 - pagg. 11 - 18<br />
Perché uno Speciale "Ingegneria Antisismica"<br />
Gian Carlo Giuliani<br />
Principi di resistenza delle strutture al sisma<br />
Gian Carlo Giuliani<br />
Terremoto in Abruzzo: ricostruire con moderne tecnologie antisismiche<br />
Alessandro Martelli<br />
Analisi critica dei software<br />
Fabio Capsoni, Paolo De Angelis, Gianluca Vesa<br />
<strong>La</strong> previsione dei terremoti e dei loro effetti: scenari di pericolosità sismica dipendenti dal tempo<br />
G.F. Panza, A. Peresan, F. Vaccari<br />
Costruzioni: la qualità del progetto e i danni sismici<br />
Beppe Luraschi e Pierpaolo Cicchiello<br />
Resistenza delle strutture: i dispositivi di isolalmento sismico<br />
Agostino Marioni<br />
Armatura a traliccio nei letti di malta: una soluzione efficace per incrementare le prestazioni sismiche degli<br />
elementi in muratura<br />
Andrea Penna<br />
SPECIALE “ACQUA/3”<br />
A cura di Franco Ligonzo – n. 14 - pagg. 7 - 12<br />
Rete, manutenzione e materiali<br />
Franco Ligonzo<br />
L approvvigionamento idrico della città di Milano<br />
Riccardo Airoldi<br />
Le reti idropotabili: materiali utilizzati, criteri manutentivi e gestionali, contenimento e riduzione delle perdite<br />
Stefano Tani<br />
Depurazione delle acque: il sistema di Milano<br />
Maurizio Brown, Savino Colia<br />
L’acciaio inox al servizio dell’acqua potabile<br />
Fausto Capelli<br />
Dissalazione: aspetti economici presenti e sviluppi futuri<br />
Raul Martin<br />
UNITA DI MISURA E CONCLUSIONI<br />
Potenza dell’impianto: consumi consuntivi o calcolo dei fabbisogni?<br />
Paolo Timoni<br />
Marco Paolo Inglese<br />
Siccità in Italia: illusioni della scienza climatica?<br />
Mario Tomasino - Università di Venezia<br />
SPECIALE CLIMATIZZAZIONE INVERNALE<br />
Le nuove prospettive<br />
A cura di Anna Magrini – n. 15 – pagg. 7 - 10<br />
Edifici: prioritaria l'efficienza del riscaldamento<br />
Pierangelo Andreini<br />
L integrazione edificio-impianto: l'efficienza <strong>energetica</strong> e le potenzialità di intervento nella riqualificazione<br />
Anna Magrini<br />
Come raggiungere il comfort termico<br />
Francesca Romana D'Ambrosio<br />
Le nuove soluzioni impiantistiche nella climatizzazione invernale<br />
Valerio Da Bove<br />
Le problematiche relative all'inserimento di nuovi impianti nel recupero dell'architettura tradizionale<br />
Giovanna Franco<br />
L'efficienza dei sottosistemi per l'ottimizzazione delle prestazioni energetiche dell'impianto<br />
Marco Cartesegna<br />
Le "Linee guida" nazionali sulla certificazione<br />
SPECIALE “FOTOVOLTAICO”<br />
A cura di Gianni Silvestrini – n. 16 - pagg. 7 - 12<br />
Integrazione nell'edilizia: stato dell'arte in Italia<br />
Niccolò Aste<br />
Fotovoltaico, tecnologia vincente<br />
Gianni Silvestrini<br />
Costi e prospettive della tecnologia<br />
Arturo Lorenzoni<br />
Dove va il fotovoltaico? Il ruolo della ricerca di frontiera<br />
Jacopo Tonziello e Francesca Ferrazza<br />
Energia solare: sempre pulita, dall'inizio alla fine<br />
Riccardo Battisti<br />
Un'analisi "ragionata" della guida CEI per la realizzazione di impianti fotovoltaici<br />
Emiliano Curina<br />
A Scansano un'applicazione nel podere "Le Mandorlaie"<br />
Gianemilio Franchini<br />
<strong>La</strong> tecnologia micromorfa: stato dell'arte e futuri sviluppi<br />
Sergio C. Bofferio<br />
Mario Abate<br />
Riccardo Airoldi<br />
Andrea Albini<br />
Stefania Alessandrini<br />
Pierangelo Andreini<br />
Alelessandro Aronica<br />
Niccolò Aste<br />
Giovanni Avico<br />
Edoardo M. Azzimonti<br />
Sandra Banfi<br />
Francesca Baragiola<br />
Achille Baratta<br />
Giovanna Baratta<br />
Benedetta Barozzi<br />
Riccardo Battisti<br />
Raffaella Bellomini<br />
Davide Bertani<br />
Enrico Bertè<br />
Massimo Bocciolini<br />
Andrea Bolondi<br />
Sergio Borghi<br />
Edoardo Bregani<br />
Sergio C. Brofferio<br />
Maurizio Brown<br />
Lucia Busa<br />
Mario Calderini<br />
Stefano Calì<br />
Danilo Campagna<br />
Giorgio Campolongo<br />
Luigi Canepari<br />
Davide Canevari<br />
Fausto Capelli<br />
Gianfranco Capponi<br />
Fabio Capsoni<br />
E. Caracciolo<br />
Vittorio Carnemolla<br />
Marco Cartesegna<br />
Simone Carriero<br />
Giancarlo Casarelli<br />
Marco Castelli<br />
Vittore Ceretti<br />
Pierluigi Cerretti<br />
Bruno Ciborra<br />
Pierpaolo Cicchiello<br />
Ferdinando Clarelli<br />
Savino Colia<br />
Giancarlo Colferai<br />
M.C. Collivignarelli<br />
Adolfo Colombo<br />
Maria Grazia Dotoli<br />
Pier Giorgio Confente Renato Drusiani<br />
Danilo Corazza<br />
Rosa Anna Favorito<br />
Maurizio Cossato<br />
Giorgio Ferrari<br />
Nicola Costantino<br />
Francesca Ferrazza<br />
Dario Cozzi<br />
Filippo Ferroni<br />
Maurizio Cumo<br />
Maurizio Forcieri<br />
Emiliano Curina<br />
Gianemilio Franchini<br />
Francesca Romana D’Ambrosio Giovanna Franco<br />
Valerio Da Bove<br />
Gabriella Funaro<br />
Andrea Dari<br />
Marina Furlanis<br />
Paolo De Angelis<br />
Paolo Galante<br />
Riccardo De Col<br />
Pierfrancesco Gallizzi<br />
Vincenzo Delacqua<br />
Caterina Gargari<br />
Roberto Del Nero<br />
Franco Gerosa<br />
Adriano De Maio<br />
Paolo Gianoglio<br />
Antonio De Marco<br />
Luciano Gioacchini<br />
Giuseppe De Marte<br />
Gian Carlo Giuliani<br />
Donato Di Catino<br />
Claudia Gregis<br />
Hermann Dieter<br />
Luca Iannantuoni<br />
Roberto Dini<br />
Alessandra Icardi<br />
Roberto Di Sanzo<br />
Marco Paolo Inglese<br />
Andrea Disertori<br />
Franco <strong>La</strong>ner<br />
Claudio Donghi<br />
Mauro <strong>La</strong>ngfelder<br />
SPECIALE “PROGETTARE E COSTRUIRE IN CALCESTRUZZO”<br />
A cura di Patrizia Ricci – n. 17 - alle pagg. 7 - 14<br />
Una serie di "speciali" dedicata ai materiali da costruzione<br />
Andrea Dari<br />
Le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni<br />
Intervista a Paolo Riva, Preside della Facoltà di Ingegneria di Bergamo<br />
Il danno degli elementi non strutturali a seguito del terremoto dell'Aquila<br />
Gaetano Manfredi, Gennaro Magliulo, Vincenzo Pentangelo<br />
<strong>La</strong> scelta del calcestruzzo in funzione del tipo di struttura<br />
Roberto Marino<br />
Milano e il progetto "Porta Nuova Garibaldi"<br />
Danilo Campagna, Alessandro Aronica, Claudia Gregis<br />
"Progetto Concrete" come strumento di diffusione delle NTC<br />
Andrea Bolondi<br />
Nuove frontiere per le prestazioni del CLS<br />
Giovanni Plizzari<br />
Intervista a Renzo Arletti, nuovo presidente ASSOBETON<br />
Simone Carriero<br />
SPECIALE “PROGETTARE E COSTRUIRE IN CALCESTRUZZO/2”<br />
A cura di Patrizia Ricci – n. 18 - pagg. 7-12<br />
L'importanza dell'aggiornamento per l'ingegnere moderno<br />
Marco Savoia<br />
Il progetto della Chiesa di San Giacomo a Foligno<br />
Stefania Alessandrini<br />
Dopo la laurea serve un "giusto approccio" al mondo del lavoro<br />
Camillo Nuti<br />
Pavimenti per uso industriale post-tesi<br />
Sergio Tattoni<br />
Il capitolato Pavical, una esigenza dei pavimentatori<br />
Massimo Bocciolini<br />
Pavimentazioni stradali in calcestruzzo, una scelta per uno sviluppo sostenibile<br />
Fabio Miseri<br />
Murature in blocchi di CLS aerato autoclavato: fondamentali per la sostenibilità e la sicurezza<br />
Paolo Galante<br />
SPECIALE “PROPRIETA' INTELLETTUALE”<br />
A cura di Filippo Ferroni – n. 19 - pagg. 7 - 11<br />
Asset dell'economia della conoscenza<br />
Pierangelo Andreini<br />
Brevetti e innovazione tecnologica: prospettive e scenari nel terzo millennio<br />
Filippo Ferroni<br />
I ventisette volti dell'Europa della ricerca<br />
Davide Canevari<br />
Quando la creatività rilancia l'economia<br />
Roberto Dini<br />
Difesa della proprietà intellettuale<br />
A colloquio con il giudice Tarantola<br />
Franco Ligonzo<br />
Il know-how: un viaggio tra gli aspetti di legge più significativi<br />
Carlo Sala<br />
SPECIALE “PROPRIETA’ INTELLETTUALE/2”<br />
A cura di Filippo Ferroni – n. 20-21 - pagg. 7 - 10<br />
Puntare sulla valorizzazione degli intangibles<br />
Lucio Ricci, Alessandro Mele<br />
Politecnico di Milano<br />
Le Università devono esaltare i risultati delle loro ricerche<br />
Gianluca Valentini<br />
Università <strong>La</strong> Sapienza di Roma<br />
Il primo passo verso un cammino virtuoso: dal laboratorio al mercato<br />
Ufficio Valorizzazione, Ricerca e Innovazione<br />
Università di Bologna<br />
Così proteggiamo e promuoviamo le idee davvero innovative<br />
Staff del Knowledge Transfer Office e del Settore di Comunicazione per la Ricerca dell’Alma Mater Studiorum<br />
Politecnico di Bari<br />
Uno strumento per incrementare il patrimonio dei nostri Atenei<br />
Nicola Costantino, Maria Grazia Dotoli<br />
Università degli Studi di Firenze<br />
L’area ingegneristica rappresenta il 30 per cento dei nostri brevetti<br />
Marco Pierini, Alberto Tesi<br />
Politecnico di Torino<br />
Così si può favorire una nuova imprenditorialità accademica<br />
Mario Calderini<br />
Università di Brescia<br />
Per il futuro, saranno trainanti nanotecnologie e rinnovabili<br />
Aldo Zenoni<br />
HANNO COLLABORATO NELL’ANNO 2009:<br />
Giuseppe <strong>La</strong>nzavecchia<br />
Romeo <strong>La</strong> Pietra<br />
Franco Ligonzo<br />
Arturo Lorenzoni<br />
Beppe Luraschi<br />
Sergio Luzzi<br />
Gennaro Magliulo<br />
Anna Magrini<br />
Luca Mamprin<br />
Gaetano Manfredi<br />
Giovanni Manzini<br />
Elisa Mariani Travi<br />
Roberto Marino<br />
Agostino Marioni<br />
Alessandro Martelli<br />
Raul Martin<br />
Francesco Martiroli<br />
Giancarlo Marzorati<br />
Giovanni Mastino<br />
Alessandro Mele<br />
Italo Meroni<br />
Antonio Migliacci<br />
Fabio Miseri<br />
Giulio Mizzoni<br />
Ralh Mocikat<br />
Roberto Moneta<br />
Valeria Montanari<br />
Claudio Morati<br />
Vincenzo Morelli<br />
Davide Motta<br />
Ivan Mozzi<br />
Alessandro Negrini<br />
Camillo Nuti<br />
Ramòn Pacheco<br />
G.F. Panza<br />
F. Parozzi<br />
Ernesto Pedrocchi<br />
Andrea Penna<br />
Vincenzo Pentangelo<br />
Monica Perego<br />
A. Peresan<br />
Alberto Pieri<br />
Marco Pierini<br />
Clara Pistoni<br />
Giovanni Plizzari<br />
Michele Pugliese<br />
Lucio Ricci<br />
Patrizia Ricci<br />
Paolo Ricciardi<br />
Marco Rognoni<br />
Marco Rosa Bernardins<br />
Enrico Rota<br />
Umberto Ruggiero<br />
Francesco Sabatini<br />
Carlo Sala<br />
Samuele Sala<br />
Sara Sanviti<br />
Gianluigi Sartorio<br />
Paolo Sattamino<br />
Marco Savoia<br />
Mario Scarbocci<br />
Angelo Selis<br />
Paolo Segala<br />
Matteo Seraceni<br />
Paolo Silvestri<br />
Gianni Silvestrini<br />
Paolo Soardo<br />
Radu Solomon<br />
Andrea Guido Sommaruga<br />
Matteo Stella<br />
Fabrizio Tallone<br />
Stefano Tani<br />
Francesco Tarricone<br />
Sergio Tattoni<br />
Carlo Teoldi<br />
Alberto Tesi<br />
Paolo Timoni<br />
Mario Tomasino<br />
Roberto Toninelli<br />
Jacopo Tonziello<br />
Maria Chiara Torricelli<br />
Francesco Tozzi Spadoni<br />
Filippo Trifiletti<br />
F. Vaccari<br />
Gianluca Valentini<br />
Carlo Valtolina<br />
Franco Velonà<br />
Gianluca Vesa<br />
Luciano Vianelli<br />
Antonio Vidili<br />
Pierluigi Villa<br />
Matteo Vitali<br />
Baldassarre Zaffiro<br />
Paola Zampiero<br />
S. Zanaboni<br />
Aldo Zenoni<br />
GiovanBattista Zorzoli
N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 19<br />
L’INTERVENTO<br />
Il futuro della società è veramente drammatico?<br />
PROF. DOTT. GIUSEPPE LANZAVECCHIA<br />
Ho letto sul n° 19 del<br />
Giornale le osservazioni<br />
dell’amico G.B. Zorzoli<br />
al mio articolo e sento il<br />
dovere di dare alcune brevi risposte.<br />
Ci muoviamo in un mondo<br />
pieno di incognite, di incertezze<br />
e in rapido cambiamento:<br />
questo richiede di riferirsi sempre<br />
più alla scienza, ossia all’unico<br />
sapere che permette il<br />
dubbio, e col dubbio la possibilità<br />
di “perfezionare” le conoscenze.<br />
Solo eccezionalmente<br />
di falsificarle, come pretende<br />
Popper; la meccanica di Newton<br />
è valida ancor oggi e viene<br />
usata per costruire praticamente<br />
qualunque struttura, mentre<br />
quella relativistica serve per andare<br />
sulla luna e quella quantistica<br />
per fare i transistor. <strong>La</strong> base<br />
della scienza, cioé la sperimentazione,<br />
può ritenersi sicura<br />
ai fini pratici, mentre qualsiasi<br />
soluzione alternativa (intuizione,<br />
pseudoscienze come<br />
l’omeopatia, pura razionalità, la<br />
stessa esperienza) è inaffidabile.<br />
Si può usare la scienza per fare<br />
ipotesi ma, da fisico teorico positivista<br />
penso, con Newton,<br />
che le ipotesi contengano sempre<br />
aspetti di arbitrarietà (hypotheses<br />
non fingo). Così, riguardo<br />
al cosiddetto “global warming”,<br />
mi irritano gli “aggiustamenti”<br />
dovuti alle discussioni<br />
con politici e ambientalisti,<br />
le cosiderazioni etiche, che la<br />
scienza deve ignorare e riguardano<br />
comportamento e applicazione,<br />
e l’uso di insultare gli<br />
avversari, come ricorda Andrew<br />
C. Revkin. Per conoscere<br />
il clima basta leggere i lavori<br />
scientifici: in questa ultima doz-<br />
Siamo Siamo Siamo Siamo Siam Siamo Siamo ii<br />
ia ia prese prese presenti prese prese prese senti senti enti enti ti ii<br />
al al aaal al MADE MAD MAD AD ADE AD AD AD<br />
AD AD AD DE DE DEE DE DE<br />
DE DE DE DE EEEx<br />
EEx E EEx EEx<br />
E Expo EEx<br />
Ex xpo xpo xpo<br />
xpo xpo pooo<br />
oo<br />
o<br />
pad. pad pad ppad.<br />
pad ppad<br />
pad.<br />
. 4<br />
4 stand sstand<br />
sstand<br />
t nd nd nd nd d D01 D01 D0 D01 D01 D01 0001<br />
00<br />
0<br />
zina di giorni ne ho visti una<br />
dozzina, uno, su Nature, dice<br />
che la temperatura interglaciale<br />
fu, circa 100 000 anni fa, almeno<br />
6°C più alta dell’odierna<br />
e che “that there are serious deficiencies<br />
in our understanding<br />
of climates that are warmer<br />
than today's”; mentre Franco<br />
Prodi afferma che “il dialogo<br />
fra scienziati e <strong>politica</strong> internazionale,<br />
dovrebbe essere un<br />
aspetto accessorio”.<br />
<strong>La</strong> complessità rende poco affidabile<br />
lo studio dei fenomeni,<br />
come nel caso del Global Warming.<br />
Tutte le grandi scoperte<br />
della scienza hanno mostrato<br />
che il mondo è semplice, e che<br />
le difficoltà sorgono dall’introduzione<br />
di complessità non necessaria,<br />
come insegna il rasoio<br />
di Ockham.<br />
Buona parte degli scienziati non<br />
crede al cosiddetto principio di<br />
precauzione (in Italia si legga<br />
Carlo Bernardini, ma anche altri,<br />
tra i quali il sottoscritto); con<br />
Umberto Colombo abbiamo<br />
scritto che “non ci si può far<br />
guidare da ragionamenti a priori,<br />
da principi etici, da codici di<br />
condotta come il principio di<br />
precauzione, ma occorre studiare<br />
la natura e capire come<br />
essa si comporta”. C’è chi ritiene<br />
che ogni evento sia, allo stesso<br />
tempo, benefico e rischioso,<br />
come insegna <strong>La</strong>o Tse. Io mi<br />
sono divertito, alcuni anni fa, a<br />
trovare di ogni fenomeno ritenuto<br />
benefico una possibile applicazione<br />
dannosa e, naturalmente,<br />
il discorso vale anche<br />
per i fenomeni ritenuti dannosi<br />
che possono dare benefici<br />
(come la botulina).<br />
Ho sempre ritenuto la scienza<br />
figlia del dubbio e, al riguardo,<br />
ho più volte citato una bellis-<br />
ASPEN AEROGELSTM<br />
nel DNA la forza isolante dell’aerogel<br />
+POTERE ISOLANTE: SOLANTE: NTE: 0,014 <br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
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<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
00,014<br />
014 = RIS<br />
RISPARMIO PA ARMIO ENERGETICO<br />
- SPESSORE: da 5 fino a 10 mm = RISPARMIO RISP RISPA ARMIO DI SPAZIO SPAAZIO<br />
MASSIME PRESTAZIONI PRESTA PRESTAZIONI<br />
COSTANTI COSTA ANTI NEGLI ANNI<br />
E LUNGA DURATA DURA<br />
URAT TA A DEL MATERIALE MAT TERIALE ISOLANTE IISOLANTE<br />
IISOLANTE<br />
Il <br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Il più ampio arco di temperatura d’impiego<br />
da -200 °C a 650 °C per applicazioni criogeniche, edilizia,<br />
impiantistica e processi industriali<br />
Facile <br />
<br />
<br />
<br />
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<br />
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<br />
Facile e rapida installazione: installazione : flessibile per tutte le geometrie<br />
Sottile <br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Sottile e leggero, leggero<br />
, , riduce riduce lo lo spazio spazio per per l’isolamento l’isolamento e<br />
e<br />
ridimensiona l’apporto logistico<br />
Idrofobico <br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Idrofobico ma traspirante: traspirante : elimina l’umidità sotto l’isolamento<br />
I PRODOTTI ISOLANTI ASPEN AEROGELS<br />
-200 °C<br />
-200 °C<br />
-200 °C<br />
200 200 °C °C SP SPACELOFT ACELOFT<br />
90 °C CR CRYOGEL YOGEL<br />
sima frase di Feynman. L’11<br />
novembre Giulio Busi ha ricordato<br />
che "per Jonas solo chi<br />
dubita è libero", mentre Freeman<br />
Dyson ne “Lo scienziato<br />
come ribelle”, in corso di pubblicazione,<br />
considera la scienza<br />
frutto dell’irriverenza verso i<br />
saperi costituiti. Dyson, del resto,<br />
si ispira a Feynman: “Come<br />
la scienza può vivere senza certezza,<br />
così la religione può vivere<br />
senza dogma”. Mentre la<br />
scienza è figlia del dubbio qualsiasi<br />
altro modo di procedere<br />
in relazione agli eventi naturali<br />
e artificiali è sicuramente inconsistente.<br />
<strong>La</strong> certezza dell’IPCC porta a<br />
proporre soluzioni, come il protocollo<br />
di Kyoto e seguenti, inutili,<br />
dannosi se non ridicoli. Il<br />
GW è dovuto in parte rilevante<br />
all’uomo, come ritiene anche<br />
Bjorn Lomborg, che ha<br />
detto: «Secondo alcuni, Obama<br />
dovrebbe tagliare le emissioni<br />
del 20% rispetto ai livelli<br />
del 1990, usando le energie rinnovabili,<br />
con un costo superiore<br />
all'1% del Pil. Anche se tutto<br />
il mondo facesse altrettanto si<br />
ridurrebbe la temperatura del<br />
pianeta di un ventesimo di grado<br />
Fahrenheit per la fine del<br />
secolo, al costo di 10mila miliardi<br />
di dollari. <strong>La</strong> Germania<br />
ha sovvenzionato i pannelli solari,<br />
ma i modelli climatici dimostrano<br />
che di qui alla fine<br />
del secolo i 156 miliardi di dollari<br />
spesi saranno serviti solo a<br />
ritardare il riscaldamento globale<br />
di un'ora. <strong>La</strong> maggior parte<br />
dei modelli economici mostra<br />
che il riscaldamento globale<br />
produrrà, di qui alla fine<br />
del secolo, danni complessivamente<br />
pari a circa il 3% del Pil.<br />
Non è trascurabile, ma non è<br />
650 °C<br />
PYROGEL<br />
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neanche la fine del mondo. Per<br />
la fine del secolo, le Nazioni<br />
Unite prevedono che la ricchezza<br />
del cittadino medio si<br />
sarà incrementata del 1400% rispetto<br />
a oggi.»<br />
Non voglio dilungarmi oltre; ricordo<br />
ancora che, nel basso<br />
medioevo, un riscaldamento del<br />
pianeta superiore a quello attuale<br />
e durato oltre 200 anni,<br />
fu salutato come un evento felice.<br />
Ma l’uomo giudica secondo<br />
criteri di convenienza a breve,<br />
o etici, o ideologici e comunque<br />
utili per convincere –<br />
democraticamente – la gente,<br />
ma scientificamente inconsistenti.<br />
Rispondere al presidente Salvatore<br />
Saccà è, al contempo,<br />
più semplice e difficile; l’articolo<br />
su “Come cambia la nostra<br />
società” è la mia risposta: se un<br />
paese, un continente, il mondo<br />
non sono disposti a cambiare<br />
radicalmente in termini culturali,<br />
strutturali, operativi essi sono<br />
destinati al disastro. Non<br />
credo che si stia superando la<br />
crisi, e neppure ci credono gli<br />
economisti, i politici, gli analisti<br />
che lo dichiarano. Certamente<br />
il Pil potrà aumentare, si potranno<br />
un domani inventare<br />
nuovi posti di lavoro, ma soltanto<br />
gli individui, i gruppi sociali,<br />
i paesi che riusciranno a<br />
ricrearsi secondo i nuovi modi<br />
di essere – innanzitutto superando<br />
la vecchia cultura del saper<br />
fare e adottando la nuova<br />
basata sulle conoscenze rigorose<br />
– riusciranno non solo a<br />
sopravvivere ma a riattivare<br />
uno sviluppo deciso che lascerà<br />
sempre più indietro gli altri<br />
incapaci di farlo.<br />
Questa evoluzione trova le piccole<br />
imprese in buona parte im-<br />
preparate e sia chiaro che gli<br />
eventuali aiuti finanziari non<br />
porteranno alcun giovamento.<br />
Tuttavia le piccole imprese non<br />
sono condannate a priori: per<br />
esse esistono vie e strumenti<br />
per tornare ad essere valide e<br />
competitive, ma che sono inconsciamente<br />
le stesse imprese<br />
a non volerle percorrere.<br />
Inoltre aree marginali, o marginalizzate,<br />
come il Sud del nostro<br />
paese, trovano forse maggiori<br />
difficoltà (personalmente<br />
credo che le regioni del nord e<br />
del nord-est, in particolare, siano<br />
caratterizzate da rischi maggiori)<br />
a trovare i nuovi strumenti<br />
dello sviluppo. Ma anche<br />
questo dipende dalla propria<br />
arcaica cultura: molti paesi<br />
del terzo mondo stanno dimostrando<br />
che l’essere “arretrati”<br />
rispetto alle nuove prospettive<br />
non è un handicap, ma<br />
può essere addirittura un vantaggio.<br />
Vorrei allora qui di seguito dare,<br />
sinteticamente, qualche suggerimento<br />
di cosa si dovrebbe<br />
fare per adeguare il sistema produttivo<br />
e tutta la società alla<br />
nuova cultura.<br />
Innanzitutto occorre un’educazione<br />
diversa e più seria, che<br />
deve coinvolgere i politici, i media,<br />
la scuola, la formazione,<br />
l’aggiornamento: la gente è<br />
ignorante, la cultura media ha il<br />
suo massimo nel saper rispondere<br />
ai quiz della televisione.<br />
<strong>La</strong> gente è infarcita da informazioni<br />
deformate se non errate,<br />
residuo della cultura passata,<br />
talvolta addirittura arcaica,<br />
che fanno ancora la base del<br />
nostro insegnamento; delle credenze<br />
dovute all’intuizione, al<br />
senso comune, alle ideologie.<br />
<strong>La</strong> scuola insegna nozioni che,<br />
0,014 <br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
in buona parte, sono superflue<br />
o non servono, mentre ignora<br />
tante altre conoscenze – ad<br />
esempio quelle che si aggiungono<br />
quotidianamente – che<br />
sono addirittura ignote ai docenti.<br />
Un altro aspetto da considerare<br />
è l’incertezza, che non<br />
è una novità, che la nuova struttura<br />
delle conoscenze sta riducendo,<br />
ma che la velocità del<br />
cambiamento rende drammatica<br />
perché non dà il tempo di<br />
decidere o di correggere le decisioni<br />
eventualmente prese e<br />
risultate inadatte.<br />
Come si possono organizzare<br />
le piccole imprese per acquisire<br />
i vantaggi delle grandi pur conservando<br />
la loro tradizionale<br />
flessibilità? Consiglio di ricercare<br />
i casi nei quali questo è avvenuto<br />
e di capire come e perché<br />
sono accaduti. Io ne conosco<br />
alcuni, altri potranno essere<br />
descritti dai lettori del nostro<br />
Giornale.<br />
Le piccole imprese, più facimente<br />
delle grandi, possono poi<br />
approfittare delle opportunità<br />
casuali: Serendipity (si veda il<br />
mio articolo dell’anno scorso<br />
“Scienza e ingegneria. Accelerazione<br />
della storia e sviluppo”<br />
apparso sul Giornale), Effetto<br />
ferro di cavallo recentemente<br />
studiato da Alain Beattie in<br />
“False economy. A surprising<br />
economic history of the world”.<br />
Poi c’è la ricerca, che deve studiare<br />
soprattutto il nuovo, il<br />
non programmabile.<br />
Infine non bisogna aiutare il<br />
passato, ma sostenere il futuro.<br />
Le imprese inutili debbono<br />
scomparire e lasciare il posto<br />
alle nuove che propongono<br />
nuovi modi di fare e di essere,<br />
nuovi prodotti, una continua<br />
capacità di cambiamento.
20 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />
ATTUALITÀ MONDO<br />
L’illuminazione e “l’era dei LED”<br />
DOTT. ING. LUCA IANNANTUONI<br />
L’<br />
era dell'illuminazione<br />
a LED sembra ormai<br />
alle porte e si annun-<br />
cia come una svolta epocale<br />
che, come tale, secondo gli<br />
esperti avrà ricadute importanti<br />
sulle nostre abitudini e il<br />
nostro stile di vita. Cambia il<br />
modo in cui si genera la luce:<br />
non più attraverso il riscaldamento<br />
dei materiali o la<br />
produzione di scariche elettriche,<br />
ma grazie al depotenziamento<br />
di elettroni, ottenuto<br />
mediante il transito in<br />
semiconduttori opportunamente<br />
drogati, che liberano<br />
così energia sotto forma di<br />
fotoni. <strong>La</strong> diversa scelta dei<br />
semiconduttori determina la<br />
diversa lunghezza d'onda dell'emissione<br />
e l'efficienza nella<br />
conversione elettro-ottica<br />
(e quindi l'intensità luminosa)<br />
ed è stata proprio la svolta<br />
innovativa introdotta da<br />
Shuji Nakamura mediante<br />
l'utilizzo del nitruro di Gallio<br />
(GaN) come drogante, nei<br />
primi anni '90, che ha aperto<br />
la strada ai diodi luminosi ad<br />
alto flusso e ai conseguenti<br />
ingenti investimenti nel settore<br />
da parte delle grandi<br />
aziende multinazionali produttrici<br />
di lampade, aprendo<br />
così le porte agli impieghi illuminotecnici.<br />
Con il Power LED, ovvero<br />
il diodo in grado di trasformare<br />
energia elettrica in luce<br />
con potenza uguale o superiore<br />
a 1 W, è possibile realizzare<br />
sorgenti luminose caratterizzate<br />
da un’elevata affidabilità,<br />
una lunga durata e<br />
una elevata efficienza (quindi<br />
un basso consumo). Questi<br />
LED di nuova generazione<br />
si stanno così imponendo per<br />
i vantaggi che offrono in termini<br />
di risparmio energetico<br />
e dei costi di manutenzione,<br />
unitamente alla loro ecocompatibilità<br />
rispetto alle<br />
lampade ad alta efficienza<br />
(che contengono mercurio e<br />
altri metalli pesanti). Perchè<br />
tale tecnologia non resti una<br />
nicchia, almeno finché i costi<br />
delle unità non scenderanno<br />
in maniera sensibile, occorrerà<br />
pero' concentrare gli<br />
sforzi sulla valorizzazione delle<br />
innumerevoli possibilità<br />
applicative determinate da<br />
pregi e peculiarità solo apparentemente<br />
secondari. I più<br />
importanti riguardano senz’altro<br />
le dimensioni estremamente<br />
compatte dei dispositivi,<br />
che permettono una<br />
riduzione dei pesi e degli ingombri,<br />
nonché di posizionare<br />
fonti luminose dove prima<br />
non era pensabile; la possibilità<br />
di effettuare il controllo<br />
cromatico (la luce bianca<br />
generata è luce bianca eterocromatica<br />
ottenuta miscelando<br />
le luci pressoché monocromatiche<br />
emesse dai singoli<br />
diodi, generalmente<br />
LED rossi, verdi e blu) rendendo<br />
gli ambienti "comunicativi";<br />
la tattilità del dispositivo<br />
permette di poter cam-<br />
biare il rapporto tra l'utilizzatore<br />
e la luce (grazie alle<br />
basse temperature è possibile<br />
il contatto diretto).<br />
Occorre, insomma, che cambi<br />
anche il modo di concepire<br />
e ideare le sorgenti luminose<br />
e non mancano i primi<br />
Con il Power LED,<br />
ovvero il diodo<br />
in grado<br />
di trasformare<br />
energia elettrica<br />
in luce con potenza<br />
uguale o superiore<br />
a 1 W, è possibile<br />
realizzare sorgenti<br />
luminose<br />
caratterizzate<br />
da un’elevata<br />
affidabilità, una<br />
lunga durata e una<br />
elevata efficienza.<br />
esempi convincenti di integrazione<br />
architettonica, oggetto<br />
di elaborazioni di design,<br />
per lo più, ma che dimostrano<br />
come sia importante<br />
non relegare il prodotto<br />
alla semplice sostituzione del<br />
corpo luce fluorescente con<br />
uno analogo a matrice di dio-<br />
di. Inoltre, le sorgenti LED,<br />
per essere davvero competitive,<br />
devono essere dotate di<br />
accessori specifici e opportunamente<br />
progettati che innalzano<br />
inevitabilmente i costi<br />
di sostituzione, mettendo<br />
un freno alla loro diffusione e<br />
costituendo un forte stimolo<br />
alla ricerca e sviluppo. Infatti,<br />
per esmpio, poichè è importante<br />
garantire la costanza<br />
della corrente circolante ai capi<br />
del chip (o die), pena il decadimento<br />
delle prestazioni e<br />
la riduzione della vita utile, il<br />
dispositivo risulta naturalmente<br />
dotato di un' elettronica<br />
di controllo che, se da<br />
un laro può essere vista come<br />
una complicazione e un<br />
costo, dall'altra rende facile<br />
l'ulteriore integrazione di accessori<br />
preposti al cosiddetto<br />
light management. Questi, oltre<br />
a comportare una riduzione<br />
ulteriore dei consumi,<br />
possono drasticamente cambiare<br />
il comportamento degli<br />
utenti e aprire la strada a nuovi<br />
approcci progettuali.<br />
Anche se il settore dell'illuminazione<br />
non è particolarmente<br />
energivoro, la tendenza<br />
attuale è quella di<br />
spingere necessariamente<br />
verso le tecnologie a più basso<br />
consumo e basso impatto<br />
<strong>ambientale</strong>. Ciò non sempre<br />
si concretizza in un vantaggio<br />
immediato per il consumatore<br />
ed è quindi importante<br />
che l'evoluzione delle<br />
In alto: esempio di<br />
sostituzione di elementi<br />
luminosi LED in corpi luce<br />
tradizionali per semafori<br />
stradali<br />
A sinistra: pannello di<br />
illuminazione a led per luci<br />
da soffitto<br />
sorgenti a LED abbia tra i<br />
suoi punti di forza l'attenzione<br />
alla valorizzazione dei<br />
contenuti più innovativi e stimoli<br />
in tempi brevi la realizzazione<br />
di un sistema di certificazione<br />
condiviso, presupposto<br />
per una chiara<br />
identificazione della qualità<br />
e delle caratteristiche del prodotto,<br />
ancora molto poco familiare,<br />
dando le necessarie<br />
garanzie ai nuovi potenziali<br />
utilizzatori.<br />
E’ difficile immaginare che i<br />
LED possano sostituire nell'immediato<br />
tutti i dispositivi<br />
di illuminazione, soprattutto<br />
quelli a luce diffusa (uno<br />
dei maggiori punti deboli sta<br />
nella difficoltà di realizzare<br />
sorgenti compatte ad elevato<br />
flusso), ma è innegabile che<br />
l'ambito applicativo di maggiore<br />
portata che si intravede<br />
sarà probabilmente proprio<br />
quello urbano, caratterizzato<br />
da impianti di illuminazione<br />
che devono rendere il loro<br />
servizio con continuità per<br />
molte ore all'anno e che sono<br />
caratterizzati da una spesa<br />
<strong>energetica</strong> e manutentiva in<br />
grande crescita. Qui il rispetto<br />
delle norme (in particolare<br />
la EN 62471:2008) è ancora<br />
di difficile applicabilità<br />
per i LED e individua un traguardo<br />
fondamentale per il<br />
loro successo. E' presto per<br />
trarre conclusioni, ma è certo<br />
che il dispositivo che ha<br />
raggiunto la sua maggior fama,<br />
non molti anni fa', grazie<br />
al controllo remoto degli apparecchi<br />
televisivi, sta davvero<br />
sorprendendo e probabilmente<br />
sarà all'altezza delle<br />
più ambiziose aspettative.<br />
IL RICORDO<br />
Ci ha lasciati<br />
il professor Bergier<br />
<strong>La</strong> scomparsa del già direttore del<br />
dipartimento di Storia del Politecnico Federale<br />
di Zurigo e una recente pubblicazione Enel<br />
sulla storia dell’energia nucleare in Italia: spunti<br />
per alcune riflessioni.<br />
DOTT. ING. BRUNO CIBORRA<br />
Afine ottobre è apparsa<br />
la notizia della morte<br />
del professor Jean-<br />
François Bergier conosciuto<br />
in Europa per i suoi studi storici<br />
e docente in numerose<br />
Università. Era assurto alla<br />
conoscenza del grande pubblico<br />
negli ultimi anni per il<br />
suo ruolo di coordinatore degli<br />
studi sul comportamento<br />
della Svizzera durante la seconda<br />
guerra mondiale nell’ambito<br />
tecnologico (esportazioni<br />
di armi), economico e<br />
finanziario.<br />
<strong>La</strong> parola Politecnico che appare<br />
nel sommario fa ben intuire<br />
il legame avuto anche<br />
con l’ingegneria. In particolare<br />
vorremmo ricordare, per<br />
quanto riguarda l’Italia, che<br />
agli inizi degli anni ‘70 quando<br />
prendeva corpo il primo<br />
sintomo della grande crisi<br />
<strong>energetica</strong> in Europa ed in<br />
Italia, due giovani ingegneri<br />
italiani laureati al Politecnico<br />
di Milano (Ciborra e <strong>La</strong>zzaro)<br />
si proponevano nel<br />
mezzo delle varie urlate soluzioni<br />
dei poteri forti (accademici<br />
e politici) una analisi<br />
storica seria del fenomeno<br />
pur con mezzi ed approcci<br />
ingegneristici.<br />
Si concretizzava una proposta<br />
di ricerca sulla evoluzione<br />
dei vettori energetici in Italia<br />
ed Europa dagli anni 50<br />
agli anni 70. Tale proposta<br />
seria per quanto inusuale fu<br />
ignorata, quando non derisa,<br />
dai poteri vigenti. Prese corpo<br />
l’idea di utilizzare, come<br />
spesso è avvenuto nella storia<br />
d’Italia, la Svizzera non solo<br />
come terra di asilo politico o<br />
finanziario, ma anche intellettuale.<br />
<strong>La</strong> proposta fu inoltrata all’Istituto<br />
di Storia del Politecnico<br />
di Zurigo, piacque al<br />
professor Bergier che la sostenne<br />
e la fece propria. A<br />
onor del vero in Italia vi fu<br />
una istituzione che credette<br />
in tale studio e fu l’Ufficio<br />
Borse di Studio per l’Estero<br />
del Ministero degli Esteri Italiano<br />
che erogò una borsa di<br />
ricerca. Con detto contributo<br />
il lavoro si sviluppò e si concluse<br />
con un interessante seminario<br />
tenuto in lingua francese<br />
al Politecnico Federale<br />
di Zurigo forse a pochi metri<br />
dal luogo dove tenne le sue<br />
lezioni Einstein o ancora più<br />
lontano nel tempo dove il<br />
critico letterario italiano De<br />
Sanctis teneva - esule - lezioni<br />
di storia della letteratura<br />
italiana nel 1800.<br />
Le conclusioni del seminario<br />
mettevano in luce come l’e-<br />
voluzione dell’uso delle risorse<br />
energetiche prendeva corpo,<br />
più che dal concetto di<br />
sostituzione di un vettore<br />
energetico in esaurimento e<br />
ricerca di nuove fonti, dal<br />
concetto di evoluzione tecnologica<br />
di uso e soprattutto<br />
dalle valutazioni sul contenuto<br />
non solo quantitativo ma<br />
anche qualitativo dell’energia.<br />
Per chiarire con un esempio<br />
si può così spiegare: un chilo<br />
di carbone e una certa quantità<br />
di elettricità a parità di<br />
misura in Joule hanno un<br />
contenuto assai diverso in<br />
flessibilità di trasporto e uso.<br />
<strong>La</strong> stessa quantità di energia<br />
elettrica a sua volta se prodotta<br />
da una centrale idraulica<br />
o geotermica o termonucleare<br />
ha un contenuto di<br />
flessibilità diverso. Sempre in<br />
tale lavoro appariva per la<br />
prima volta la proposta dell’idrogeno<br />
da calore nucleare<br />
quale vettore energetico ottimizzante<br />
fra quantità e flessibilità.<br />
Detto tema venne in<br />
contemporanea sviluppato<br />
dal Centro di Ricerca di<br />
Ispra.<br />
Il seminario dunque ebbe<br />
grande successo suscitando<br />
interesse anche al di fuori del<br />
Politecnico svizzero. Alcuni<br />
spunti furono riportati in articoli<br />
sulla pagina della scienza<br />
del Corriere della Sera e<br />
su Il Giornale dell’Ingegnere.<br />
Oggi il rapporto di questi<br />
studi dovrebbe essere archiviato<br />
presso l’Ufficio Borse<br />
di Studio.<br />
Dunque, a parte l’impatto tenue<br />
sulla realtà nazionale -<br />
come accade spesso per l’impegno<br />
professionale di colleghi<br />
ingegneri - si può dire<br />
che forse non si sapeva perché<br />
fare questa ricerca, ma<br />
sicuramente si sentiva che si<br />
doveva fare.<br />
Concludiamo con una nota<br />
positiva che idealmente si<br />
raccorda a quanto scritto sopra.<br />
Si riparla di rilancio del<br />
nucleare. Ben meritoria e non<br />
casuale è stata una recente<br />
iniziativa di Enel di pubblicare<br />
un dossier sulla storia (e<br />
sottolineiamo la parola storia)<br />
dell’energia nucleare in<br />
Italia con interessanti documenti<br />
e foto. Il libro è intitolato<br />
“Il nucleare in Italia. L’età<br />
dell’Energia” (Archivio storico<br />
Enel, 131 pagine). Una<br />
attenta lettura è vivamente<br />
consigliata a chi oggi sta<br />
prendendo direttamente od<br />
indirettamente decisioni sul<br />
tema. Come diceva Churchill<br />
più ci guardiamo indietro, più<br />
velocemente procediamo in<br />
avanti.
N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 21<br />
Norme strutturali:<br />
non si naviga più a vista.<br />
MASTERSAP e tutti gli altri prodotti della Collana AMV sono conformi a NTC 2008,<br />
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22 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />
DALLA PRIMA PAGINA│ANNIVERSARIO<br />
Cent’anni di storia per la rivista “<strong>La</strong> Metallurgia Italiana”<br />
E il Centro Studi “Materiali per l’Energia” celebra il cinquantenario<br />
segue da pag. 1<br />
Fin dalle sue origini<br />
l’AIM ha svolto la sua<br />
funzione di promozione<br />
dell’intero campo della<br />
metallurgia, dalla produzione<br />
alla trasformazione e all’utilizzo<br />
dei materiali metallici,<br />
attraverso l’attività di<br />
Centri di studio che, operando<br />
dall’ interno dell’ Associazione,<br />
sono incaricati di<br />
agevolare lo sviluppo delle<br />
varie branche della metallurgia<br />
nazionale. Ad ogni Centro<br />
fanno riferimento i soci<br />
interessati ad un particolare<br />
settore, da acciaio a materiali<br />
non ferrosi, da pressofusione<br />
a lavorazioni plastiche, da<br />
trattamento termico a metallurgia<br />
delle polveri, a corrosione<br />
piuttosto che rivestimenti<br />
o metallurgia fisica, e<br />
così via. Questa suddivisione<br />
in Centri ha un aspetto dinamico,<br />
seguendo il mutare delle<br />
esigenze del mondo della<br />
metallurgia. Così l’attuale<br />
Centro Materiali per l’Energia<br />
- CME è la veste con cui<br />
si presenta ai giorni nostri il<br />
Centro Metallurgia Nucleare<br />
- CMN, nato nel 1959 sotto<br />
la spinta dei programmi<br />
energetici nazionali di quel<br />
tempo. Una volta declinato<br />
l’interesse nazionale per il nucleare,<br />
il Centro (dal 1989<br />
con la nuova denominazione<br />
CME) ha ampliato i suoi<br />
orizzonti alle problematiche<br />
dei materiali dell’intero comparto<br />
dell’energia, favorendo<br />
l’ampliamento delle conoscenze<br />
e l’interscambio tra-<br />
mite giornate di studio, convegni,<br />
corsi, pubblicazioni, visite<br />
agli impianti, come del<br />
resto fanno tutti i Centri di<br />
studio dell’AIM.<br />
Il Centenario della rivista e il<br />
Cinquantenario del Centro<br />
Studi Materiali per l’Energia<br />
sono stati adeguatamente festeggiati,<br />
alla presenza di oltre<br />
200 persone, proprio nella se-<br />
de che , nel 1959, aveva visto<br />
svolgersi la prima manifestazione<br />
del CMN, dal titolo<br />
“Giornate della fisica dei metalli<br />
e metallurgia nucleare”.<br />
L’incontro del 16 novembre,<br />
aperto dal saluto del Presidente<br />
AIM Nicodemi, oltre<br />
alla parte celebrativa è stato<br />
arricchito il mattino - dedicato<br />
al CME - da una tavola<br />
5A KLIMAHOUSE<br />
5 FIERA INTERNAZIONALE PER L’EFFICIENZA ENERGETICA<br />
E LA SOSTENIBILITÀ IN EDILIZIA<br />
A KLIMAHOUSE<br />
FIERA INTERNAZIONALE PER L’ ’EFFICIENZA<br />
’E<br />
ENERGETIC A<br />
E LA SOSTENIBILIT ENIBILITÀÀ<br />
IN EDILIZIA<br />
KLIMAHOUSE 10<br />
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ORE 9,00 - 18,00<br />
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2 22010<br />
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www .klimahouse.it<br />
MEDIA<br />
PARTNER<br />
rotonda con titolo “<strong>La</strong> situazione<br />
mondiale del nucleare:<br />
e l’Italia?”, coordinata dal Presidente<br />
della FAST, Clerici,<br />
e animata dalla presenza di<br />
autorevoli esperti di ENEL,<br />
Ansaldo Nucleare, Nucleco,<br />
Federacciai, Confindustria,<br />
ENEA. Al termine della tavola<br />
rotonda – a sorpresa - il<br />
Presidente di Federacciai, Pasini,<br />
ha consegnato a Nico-<br />
plus pplus<br />
l<br />
VISITE GUIDATE GUID GUIDATTE<br />
A<br />
C<br />
aseClima<br />
Klimahouse Fo Forum<br />
ANO<br />
GLI ESPOSIT ESPOSITORI ORI SI PRESENTA<br />
PRESENTANO<br />
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ONVEGNO INTERNAZIONALE<br />
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ASE-<br />
EMOSTRA MOSTRA FOTOGRAFICA F FOTOGRAFICA<br />
DI CCASE-<br />
CLIMA COSTRUITE C COSTRUITE<br />
IN ITALIA ITAALIA<br />
Online tick<br />
et<br />
INGRES INGRESSO<br />
RIDOTTO<br />
-50%<br />
segue a pag. 23
N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 23<br />
segue da pag. 22<br />
demi una targa come segno<br />
di riconoscimento per il suo<br />
impegno a favore della siderurgia.<br />
Nel pomeriggio - dedicato<br />
alla rivista - si è invece<br />
dibattuto sul futuro dell’editoria<br />
scientifica, sempre<br />
nell’ambito di una tavola rotonda<br />
dal titolo “L’editoria<br />
scientifica: declino o adeguamento<br />
alle nuove tecnologie?”,<br />
cui hanno partecipato<br />
responsabili di riviste<br />
scientifiche di categoria, giornalisti,<br />
esperti dei nuovi mezzi<br />
di divulgazione.<br />
<strong>La</strong> giornata è stata conclusa<br />
dalla presentazione del nuovo<br />
volume “Archeometallurgia”<br />
(di cui a lato è riportata la recensione),<br />
dalla consegna del<br />
premio AIM “Aldo Daccò” -<br />
per uno studio nell’ambito<br />
delle tecniche di fonderia e<br />
solidificazione- e del premio<br />
AIM “Felice De Carli” - per<br />
giovani ricercatori del settore<br />
metallurgico -, dalla proiezione<br />
di un filmato storico<br />
sull’industria metallurgica nella<br />
prima metà del secolo<br />
scorso.<br />
prof. dott. Gianangelo Camona<br />
www.rockwool.it<br />
“Archeo metallurgia” di W. Nicodemi e C. Mapelli<br />
PROF. DOTT. GIANANGELO CAMONA<br />
Dopo averci provato con la<br />
pietra (...ma ben prima di<br />
pensare alla plastica..), per<br />
soddisfare i suoi bisogni di materiali<br />
strutturali l’uomo si è ingegnato<br />
“inventando” i metalli. Stando alle<br />
datazioni con radiocarbonio, i primi<br />
reperti mediorientali potrebbero risalire<br />
a 8500 anni fa, e dalle nostre<br />
parti c’è una data sicura, quella dell’ascia<br />
dell’uomo di Similaun, la quale<br />
- con i suoi componenti in materiale<br />
organico ben conservati e protetti<br />
dal ghiaccio - ha consentito<br />
una collocazione certa nel tempo.<br />
Risultato, come riporta il volume<br />
che esaminiamo: l’ascia risale a 5200<br />
anni fa!<br />
Il termine “inventato”, che avete appena<br />
letto, non meravigli perché, sino<br />
all’ultima parte del nostro XIX<br />
secolo, tutto quanto fatto dall’uomo<br />
con i metalli è stato frutto di<br />
empirismo puro, ma un empirismo<br />
guidato da una capacità di osservazione<br />
e da una spinta alla sperimentazione<br />
stupefacenti. Senza di<br />
queste, e se avessimo dovuto basarci<br />
solo su quanto si trova in natura<br />
allo stato metallico - sul poco ferro<br />
meteorico o su rame, argento, oro<br />
nativi , cioè non legati ad altri elementi<br />
entro dei minerali - la maggior<br />
parte dell’umanità si troverebbe<br />
ora con in mano sassi, corna di cervo,<br />
slitte di legno invece che martelli,<br />
vomeri, automobili. I nostri prodotti<br />
avanzati hanno alle spalle intelligenze<br />
che hanno saputo ragionare<br />
su strani materiali che si creavano<br />
attorno ai loro fuochi di bivacco,<br />
che hanno saputo intuire che<br />
quel tal terriccio rossastro era del<br />
tutto particolare, che hanno saputo<br />
immaginare accrocchi in grado<br />
di ottenere gli stessi effetti del ven-<br />
to per stimolare la combustione, e<br />
così via. In parole brevi, intelligenze<br />
che hanno regalato all’umanità i metalli<br />
- traendoli dai minerali - e che<br />
successivamente hanno messo a<br />
punto procedimenti in grado di dare<br />
sia materiali sempre più puri sia<br />
oggetti utili sempre più complessi.<br />
Queste sono state le mie prime considerazioni<br />
scorrendo il volume su<br />
cui attiro la vostra attenzione: si tratta<br />
di un inno, documentatissimo, all’ingegnosità<br />
dell’uomo. Ma ovviamente<br />
non ci si può fermare a questo.<br />
Va detto innanzitutto che chi<br />
ha scritto ha preso in considerazione<br />
una grande quantità di materiale,<br />
sia bibliografico che iconografico,<br />
con il vantaggio di elaborarlo con<br />
gli occhi esperti di chi, come gli autori,<br />
ha una confidenza pluridecennale<br />
coi metalli. Un’altra cosa da rimarcare<br />
è il modo rigoroso, ma nello<br />
stesso tempo piano, con cui è<br />
trattata la materia, il che rende accessibile<br />
il testo sia a “chi ne sa” sia<br />
a “chi vuole imparare”. Quanto a<br />
questi ultimi, è particolarmente me-<br />
Si mangia il fuoco.<br />
ARCHEO METALLURGIA<br />
Walter Nicodemi, Carlo Mapelli<br />
pagg. XI+ 275<br />
AIM - Associazione Italiana<br />
di Metallurgia<br />
(settembre 2009)<br />
ritorio far conoscere loro una parte<br />
tanto importante del passato (ed il<br />
volume sarà testo di base per un<br />
corso , presso il Politecnico di Milano,<br />
nell’ambito dell’istituzione degli<br />
insegnamenti di cultura scientifica,<br />
tecnica, umanistica).…..Senza<br />
scomodare Cicerone con il suo “Historia<br />
magistra vitae” - ma molto<br />
più modestamente per esperienza<br />
personale, in chiacchierate recenti<br />
con studenti liceali - ho constatato<br />
che per fare passare l’idea della complessità<br />
costruttiva e della variegata<br />
fenomenologia presenti in un altoforno<br />
moderno, è quasi indispensabile<br />
partire dagli antenati, quei lontani<br />
forni fusori costituiti da poco<br />
più di una buca nel terreno.<br />
A questo punto, per entrare nel vivo<br />
del volume, credo sia necessario<br />
fare due considerazioni partendo<br />
dal suo titolo, composto da due<br />
parole, “Archeo” e “Metallurgia”.<br />
Quanto ad “Archeo”, c’è il rischio<br />
che susciti istintivamente l’idea che<br />
ci si trovi di fronte soprattutto a descrizioni<br />
di scavi di tombe polverose<br />
e di ritrovamenti di corredi funerari,<br />
magari egiziani o mediorientali.<br />
L’ipotesi va subito scartata<br />
perché in realtà la materia considerata<br />
parte ovviamente dal mondo<br />
antico, ma si dipana poi per periodi<br />
(età romana, alto e basso medioevo,<br />
rinascimento e post- rinascimento,<br />
rivoluzione industriale),<br />
fino a quel limite temporale, prima<br />
accennato (seconda metà del XIX<br />
secolo), a partire dal quale la metallurgia<br />
inizia ad assumere la veste<br />
di una scienza, uscendo da un’<br />
“era archeologica”. Quanto alla seconda<br />
parte del titolo, “Metallurgia”,<br />
il lettore troverà nel libro notizie<br />
su tutta la trafila con cui l’uomo<br />
di ogni epoca - anche in continenti<br />
extraeuropei - ha affrontato l’estrazione<br />
del minerale, la produzione<br />
del materiale metallico, le sue<br />
lavorazioni. E questo per tutti i metalli<br />
che hanno trovato impiego nei<br />
secoli passati (dal ferro ai metalli<br />
preziosi, passando attraverso il<br />
piombo e il rame), cogliendo per<br />
ognuno le applicazioni più caratteristiche:<br />
dall’oro dei gioielli mesopotamici,<br />
al bronzo delle statue greche,<br />
dal piombo delle condotte<br />
d’acqua romane al ferro delle cotte<br />
medioevali, dalla ghisa delle bombarde<br />
allo stagno del peltro dei caratteri<br />
di stampa, e così via.<br />
Un altro pregio dell’opera è dato<br />
dalla essenzialità delle notazioni<br />
scientifiche, soprattutto relative alla<br />
chimica dei processi, che aiutano<br />
la comprensione del lettore senza<br />
sovraccaricarlo di informazioni. Altrettanto<br />
si può dire dell’ultimo capitolo<br />
- il decimo: “<strong>La</strong> nascita della<br />
scienza dei metalli”- e dell’Appendice,<br />
in cui si ripercorrono i punti<br />
essenziali delle tecniche di datazione.<br />
In fine il lettore amante di notizie<br />
curiose troverà moltissimi spunti<br />
interessanti. Tre esempi a caso:<br />
come è stata ottenuta la colorazione<br />
delle labbra di uno dei bronzi di<br />
Riace (..senza avere un rossetto che<br />
resistesse per millenni all’acqua di<br />
mare) ? Qual’ era l’organizzazione e<br />
la produzione di un impianto siderurgico<br />
del tardo ‘400 ? Dove e<br />
quando è stato installato il primo<br />
ponte di ghisa?<br />
In ogni ricetta è importante<br />
saper scegliere i giusti ingre-<br />
dienti. Così come quando si<br />
costruisce un edificio è fonda-<br />
mentale che i materiali siano<br />
incombustibili e non rilascino<br />
gas tossici in caso d’incendio.<br />
<strong>La</strong> lana di roccia Rockwool<br />
fonde a temperature superiori<br />
ai 1000°C, impedisce al fuoco<br />
di propagarsi e limita in modo<br />
consistente la produzione di<br />
fumo proteggendo le perso-<br />
ne. <strong>La</strong> qualità sta nel mezzo:<br />
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24 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />
L’APPROFONDIMENTO<br />
Materiali sostenibili in edilizia: analisi e considerazioni<br />
PROF. ING. ANNA MAGRINI*<br />
Il concetto di edificio sostenibile<br />
considera la<br />
combinazione di un’ampia<br />
varietà di sistemi e tecniche<br />
di progettazione. Uno dei<br />
punti di partenza è sicuramente<br />
rappresentato dall’utilizzo<br />
di materiali e prodotti<br />
sostenibili. Questi possono<br />
permettere di contenere i costi<br />
di manutenzione e sostituzione<br />
degli elementi edilizi<br />
nell’ambito della vita utile<br />
dell’edificio, consentono un<br />
maggiore risparmio energetico<br />
e tutelano la salute degli<br />
occupanti. L’impatto <strong>ambientale</strong><br />
associato alla realizzazione<br />
dei prodotti per l’edilizia<br />
può essere utilmente<br />
ridotto nell’intero ciclo di vita.<br />
Cosa sono i materiali sostenibili?<br />
Il termine viene utilizzato<br />
per comprendere vari<br />
aspetti. Possono essere costituiti<br />
da sostanze rinnovabili<br />
o non rinnovabili: il loro im-<br />
patto viene valutato nell’intero<br />
ciclo di vita e in relazione<br />
agli obiettivi per i quali sono<br />
stati utilizzati. <strong>La</strong> base per la<br />
costruzione di edificio sostenibile<br />
è l’uso di materiali sostenibili,<br />
ovvero materiali che<br />
possono essere utilizzati senza<br />
effetti negativi sull’ambiente,<br />
che possono essere<br />
prodotti localmente, senza la<br />
necessità di essere trasportati<br />
per lunghe distanze.<br />
I produttori di materiali da<br />
costruzione, che hanno avuto<br />
a che fare fino ad oggi con<br />
una produzione industriale<br />
basata sull’ampio uso di prodotti<br />
chimici e su gran quantità<br />
di energia per le lavorazioni,<br />
si trovano in questi ultimi<br />
tempi a porre maggiore<br />
attenzione agli effetti che i<br />
materiali in distribuzione possono<br />
avere su ambiente e salute.<br />
Quali sono quindi i materiali<br />
che si possono considerare<br />
sostenibili? Materiali ecologici,<br />
naturali, anche tradiziona-<br />
li o innovativi. Si va dal legno,<br />
ai mattoni e forati in fibra<br />
di legno mineralizzata, in<br />
terra cruda, liberi da sostanze<br />
nocive, intonaci e malte a calce,<br />
in argilla, isolanti termici<br />
ed acustici in fibra di legno o<br />
in varie fibre<br />
naturali.<br />
Un’analisi riportata<br />
in [1]<br />
già qualche anno<br />
fa ha presentato<br />
una catalogazione<br />
di<br />
materiali in relazione<br />
ai diversi<br />
elementi che<br />
si possono classificare<br />
come<br />
sostenibili, fornendo<br />
alcune considerazioni.<br />
Per giudicare se un materiale<br />
è sostenibile, si possono individuare<br />
alcuni criteri. Ci si<br />
può domandare:<br />
In che misura i materiali utilizzati<br />
possono causare danni<br />
per l’ambiente? Quando si<br />
utilizzano materiali sostenibili<br />
è essenziale che siano rinnovabili,<br />
non tossici e, quindi,<br />
sicuri per l’ambiente.<br />
In che misura un materiale<br />
da costruzione può contribuire<br />
al mantenimento dell’ambiente<br />
negli anni a<br />
Possono anche<br />
essere costituiti<br />
da sostanze<br />
non rinnovabili.<br />
Il loro impatto deve<br />
essere valutato<br />
sull’intero ciclo di vita<br />
venire? Leghe<br />
e metalli<br />
possono essere<br />
più dannosi<br />
per l’ambiente<br />
in<br />
quanto non<br />
biodegradabili,<br />
e non facilmentericiclabili<br />
(non come<br />
il legno,<br />
per esempio)<br />
In che misura il materiale<br />
utilizzato è localmente disponibile?<br />
Se il materiale è di<br />
provenienza locale e può essere<br />
rifornito a distanza limitata,<br />
si possono ridurre al minimo<br />
le emissioni nocive per<br />
il trasporto.<br />
Per la scelta di materiali e<br />
prodotti si possono considerare<br />
i seguenti aspetti.<br />
L’efficienza della risorsa, che<br />
può essere valutata secondo i<br />
seguenti criteri: il potenziale<br />
riciclo, la disponibilità in natura,<br />
la provenienza da un<br />
processo produttivo che sia<br />
efficiente in termini energetici,<br />
che permetta la minimizzazione<br />
degli scarti e rifiuti<br />
(eventualmente riciclabili) e<br />
che comporti ridotte emissioni<br />
di gas a effetto serra. Oltre<br />
a questi elementi, occorre<br />
considerare, come già accennato,<br />
la disponibilità a livello<br />
locale, la possibilità di riciclo<br />
alla fine del periodo di utilizzo,<br />
il confezionamento in materiali<br />
riciclati o riciclabili, la<br />
durata (maggiore o comparabile<br />
con quella dei prodotti<br />
convenzionali).<br />
<strong>La</strong> qualità dell’aria interna<br />
può essere incrementata utilizzando<br />
materiali che soddisfino<br />
i seguenti criteri: materiali<br />
che emettono in quantità<br />
minime o non emettono<br />
sostanze tossiche o irritanti<br />
(con attestazione del produttore),<br />
minime emissioni di<br />
composti organici volatili,<br />
prodotti e sistemi che resistano<br />
all’umidità o inibiscono<br />
la crescita di contaminanti biologici<br />
negli edifici, materiali,<br />
componenti e sistemi che<br />
richiedono semplici metodi<br />
di pulizia, non tossici.<br />
L’efficienza <strong>energetica</strong> può<br />
essere controllata utilizzando<br />
materiali, componenti e sistemi<br />
che contribuiscano a<br />
ridurre il consumo di energia<br />
negli edifici.<br />
Un criterio per definire la<br />
sostenibilità di un materiale<br />
o componente in edilizia<br />
dovrebbe partire da una valutazione<br />
del suo ciclo di vita,<br />
che, attraverso un protocollo<br />
definito a livello generale,<br />
possa quantificare attraverso<br />
un punteggio e quindi<br />
un valore oggettivo, la<br />
prestazione globale del materiale<br />
o componente stesso.<br />
In generale, nella maggiore<br />
attenzione che si sta affermando<br />
per la costruzione di<br />
edifici sostenibili, l’applicazione<br />
di procedure di<br />
questo tipo sta diventando<br />
necessaria per la valutazione<br />
del contributo che i materiali<br />
da costruzione rappresentano<br />
nel contesto globale.<br />
Nell’ambito delle valutazioni<br />
previste dal protocollo ITA-<br />
CA per la sostenibilità degli<br />
edifici, si considera, tra gli elementi<br />
essenziali di valutazione,<br />
l’utilizzo di materiali<br />
eco-compatibili con la finalità<br />
di ridurre il consumo di materie<br />
prime non rinnovabili e<br />
di favorire l’impiego di materiali<br />
riciclati e/o di recupero<br />
per diminuire il consumo di<br />
nuove risorse.<br />
Il Protocollo Itaca, quale sistema<br />
di valutazione della<br />
qualità <strong>energetica</strong> ed <strong>ambientale</strong><br />
degli edifici, è stato recepito<br />
recentemente dalla Regione<br />
Marche e Puglia. Esso<br />
è stato recentemente aggiornato<br />
per tener conto di elementi<br />
riguardanti la valutazione<br />
dei consumi energetici<br />
per la climatizzazione<br />
invernale, basata sui requisiti<br />
e le modalità di verifica contenuti<br />
nel Decreto Legislativo<br />
n. 192; l’analisi dei consumi<br />
energetici estivi, con la valutazione<br />
del livello di controllo<br />
della radiazione solare; la<br />
valutazione dell’impiego di<br />
materiali da costruzione ecocompatibili,<br />
da fonti rinnovabili<br />
e riciclati; una maggiore<br />
attenzione all’impiego di acqua<br />
potabile, analizzando<br />
separatamente i consumi per<br />
irrigazione e usi indoor; la valutazione<br />
del mantenimento a<br />
lungo termine delle<br />
prestazioni dell’involucro<br />
edilizio, come richiesto dalla<br />
normativa vigente.<br />
Quali sono le caratteristiche<br />
dei materiali considerati<br />
adeguati per l’edilizia sostenibile?<br />
Dall’elenco riportato qui<br />
di seguito [1] si possono evidenziare<br />
le peculiarità di alcuni<br />
materiali.<br />
LATERIZI<br />
Materiali da costruzione prodotti<br />
da impasto di argilla,<br />
sabbia e acqua per la realizzazione<br />
di muri portanti –<br />
non portanti , tramezzature e<br />
coperture. Devono essere<br />
prodotti con impasti di argille<br />
provenienti da cave preferibilmente<br />
ubicate in loco,<br />
escludendo argille provenienti<br />
da scarti di precedenti attività<br />
lavorative. <strong>La</strong> radioattività deve<br />
risultare inferiore a limiti<br />
prefissati. <strong>La</strong> certificazione del<br />
produttore deve specificare le<br />
materie impiegate, la loro provenienza<br />
e la radioattività.<br />
BLOCCHI IN CLS ED ARGILLA<br />
Blocchi per muratura in cls e<br />
argilla espansa vibrocompressi,<br />
di vario spessore. I<br />
blocchi risultano leggeri con<br />
buone caratteristiche meccaniche,<br />
e buon isolamento termo-acustico.<br />
Il cemento utilizzato<br />
per la malta di allettamento<br />
dovrà risultare non additivato<br />
da sostanze di sintesi,<br />
scorie d’alto forno e con livelli<br />
di radioattività controllata.<br />
BLOCCO CASSERO<br />
IN LEGNO –CEMENTO<br />
Blocchi cassero, per muratura<br />
portante in cls armato, in<br />
legno mineralizzato con cemento<br />
Portland puro al 99% e<br />
con radioattività entro i limiti<br />
di legge. I blocchi cassero<br />
si posano completamente a<br />
secco, vengono poi riempiti<br />
in calcestruzzo; Il cemento<br />
deve risultare puro, non additivato<br />
da sostanze di sintesi,<br />
scorie d’alto forno e con livelli<br />
di radioattività controllata.<br />
Per l’armatura verticale<br />
ed orizzontale inserita all’interno<br />
occorre fare un buon<br />
collegamento a terra oppure<br />
utilizzare acciaio austenitico,<br />
paramagnetico.<br />
MATTONI IN TERRA CRUDA<br />
Mattoni prodotti senza cottura<br />
da terre argillose in varie<br />
dimensioni e con peso<br />
specifico apparente di ca. 700<br />
kg/m3 . Vengono realizzati a<br />
mano e alleggeriti con fibre<br />
di paglia di cereali o pula di riso<br />
ed essiccati naturalmente. I<br />
mattoni devono essere prodotti<br />
con impasti di limo e argille<br />
naturali, con radioattività<br />
contenuta entro limiti prestabiliti.<br />
E’ consentita l’eventuale<br />
aggiunta di additivi e stabilizzanti<br />
purchè derivati da<br />
elementi naturali, di tipo organico<br />
o minerale, quali calce<br />
naturale, fibre di paglia, caseina,<br />
gomma arabica, caucciù<br />
naturale, olio di lino, cotone,<br />
cocco, sisal, ecc. Vengono<br />
prevalentemente messi in<br />
opera con malta di argilla o<br />
malta di calce idraulica naturale.<br />
LEGNO<br />
Materiali da costruzione rinnovabili,<br />
riciclabili e biodegradabili,<br />
costituiti principalmente<br />
da cellulosa, emicellulosa<br />
e lignina. Il legno è un<br />
materiale naturale, con buone<br />
caratteristiche di durata e resistenza,<br />
ottimo isolante termico<br />
e acustico, facilmente<br />
lavorabile. Deve provenire da<br />
boschi gestiti secondo i corretti<br />
principi colturali, che ne<br />
segue a pag. 25
N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 25<br />
L’APPROFONDIMENTO<br />
segue da pag. 24<br />
assicurano la rinnovazione e<br />
la sostenibilità, oppure da<br />
piantagioni. Per ottimizzare<br />
la sostenibilità deve essere data<br />
priorità, nei limiti del possibile,<br />
al legno proveniente da<br />
foreste locali.<br />
SOLVENTI<br />
I più comuni solventi naturali<br />
per diluizione di oli e vernici<br />
, a parte l’acqua propria<br />
delle idropitture murali, oltre<br />
all’aceto e all’ alcool , risultano<br />
composti a base di terpeni<br />
(limonene ricavato dalla spremitura<br />
di scorze di agrumi) ,<br />
oli essenziali naturali (olio etereo<br />
di lavanda, di garofano ,di<br />
rosmarino, olio d’uovo) e resine<br />
vegetali (olio di trementina).<br />
Risultano completamente<br />
biodegradabili. I solventi<br />
naturali devono risultare<br />
privi di prodotti sintetici,<br />
aromatici e clorurati.<br />
SVERNICIATORI<br />
Prodotti utilizzati per rimuovere<br />
vernici. Devono risultare<br />
composti da resine naturali,<br />
privi di esalazioni tossiche,<br />
esenti da idrocarburi clorurati.<br />
Essi sono costituiti prevalentemente<br />
da acqua, gesso,<br />
potassa caustica, farina di grano,<br />
sapone di potassio, olio di<br />
lino, olio di eucalipto, saponi<br />
naturali e a base di cera d’api<br />
e ammonio. Sono da evitare<br />
sverniciatori a base di solventi<br />
sintetici, idrocarburi clorati.<br />
COLLE<br />
Colle e sostanze adesive naturali<br />
derivanti da materie che<br />
sono presenti in natura. Devono<br />
risultare prive di solventi,<br />
non emettere gas tossici<br />
e prodotti con tecniche a<br />
basso impatto <strong>ambientale</strong>, risultano<br />
elettrostaticamente<br />
neutre.<br />
ISOLANTI<br />
Una menzione particolare riguarda<br />
i materiali isolanti considerati<br />
sostenibili. Sembra in<br />
qualche caso particolarmente<br />
difficoltoso determinarne le<br />
prestazioni termiche e la durabilità,<br />
anche in relazione al<br />
mantenimento di un valore<br />
di resistenza termica sufficientemente<br />
elevato da garantirne<br />
l’efficacia nel tempo.<br />
Inoltre sorge qualche perplessità<br />
in relazione all’approvvigionamento<br />
e alla sostenibilità<br />
in termini di produzione<br />
locale e quindi riduzione<br />
dell’impatto relativo al<br />
trasporto.<br />
PANNELLI IN FIBRA DI LEGNO<br />
<strong>La</strong> fibra di legno è ottenuta<br />
dai cascami di legno e dai le-<br />
Tra le variabili<br />
che entrano<br />
in gioco, anche<br />
la disponibilità<br />
a livello locale<br />
e la possibilità di<br />
riciclo alla fine del<br />
periodo di utilizzo<br />
gni di scarsa qualità. <strong>La</strong> materia<br />
prima viene ridotta a piccole<br />
dimensioni , bollita , infeltrita<br />
e stabilizzata. Viene<br />
poi assemblata prevalentemente<br />
per autoincollaggio<br />
con la lignina contenuta nello<br />
stesso legno, senza aggiunta<br />
di collanti chimici; i pannelli<br />
risultano resistenti al fuoco,<br />
traspirabili, resistenti alla compressione,<br />
ed esenti da sostanze<br />
nocive. Riutilizzabili,<br />
riciclabili, elettrostaticamente<br />
neutri.<br />
SUGHERO<br />
Corteccia della quercia da su-<br />
ghero. Viene utilizzato come<br />
sughero espanso , naturale, in<br />
granuli, autocollato mediante<br />
un processo di espansione<br />
dei granuli che permette la<br />
fuoriuscita della suberina. Inattaccabile<br />
da parassiti e muffe,<br />
resistenza al fuoco (classe 1),<br />
igroscopico, impermeabile all’acqua,<br />
permeabile al vapore,<br />
imputrescibile, leggero, elastico,<br />
riutilizzabile e riciclabile.<br />
Deve risultare esente da<br />
colle di sintesi.<br />
PANNELLI IN FIBRA DI LEGNO<br />
MINERALIZZATA<br />
CON CEMENTO PORTLAND<br />
<strong>La</strong> fibra di legno è ottenuta<br />
dai cascami di legno e dai legni<br />
di scarsa qualità; <strong>La</strong> materia<br />
prima viene ridotta a piccole<br />
dimensioni , bollita , infeltrita<br />
e stabilizzata. Viene<br />
poi assemblata prevalentemente<br />
per autoincollaggio<br />
con la lignina contenuta nello<br />
stesso legno, senza aggiunta<br />
di collanti chimici; i pannelli<br />
risultano resistenti al fuoco,<br />
traspirabili, resistenti alla compressione,<br />
ed esenti da sostanze<br />
nocive. Riutilizzabili,<br />
riciclabili, elettrostaticamente<br />
neutri.<br />
PANNELLI IN FIBRA DI LEGNO<br />
MINERALIZZATA<br />
CON MAGNESITE<br />
Pannelli in fibre di legno mineralizzate<br />
con magnesite ad<br />
alta temperatura; risultano termoisolanti,<br />
fonoisolanti, fonoassorbenti,<br />
traspirabili, resistenti<br />
all’attacco fungino e<br />
al fuoco.<br />
FIBRA DI LINO<br />
Materiale naturale ricavato dal<br />
lino e successivamente lavorato<br />
per realizzare materassini.<br />
E’ poco infiammabile.<br />
KENAF<br />
Il Kenaf fa parte della fami-<br />
NEWS ISOLAMENTO ǀ Aktarus Group Srl A cura di Imready<br />
Aerogel al servizio dell’edilizia<br />
Aktarus Group Srl (www.aktarusgroup.com) nasce<br />
con una specifica vocazione nel mondo dell’isolamento<br />
e delle sue declinazioni specifiche in ogni campo<br />
d’applicazione e si caratterizza da sempre per la spiccata<br />
propensione a cogliere le innovazioni, quelle vere, destinate<br />
a cambiare non solo il mercato ma, soprattutto<br />
il modo di vivere.<br />
Per questo rivolge da subito l’attenzione ai prodotti derivati<br />
dalla nanotecnologia e conclude, nel 2007, un<br />
contratto di distribuzione esclusiva di prodotti isolanti<br />
delle grandi aziende americane Aspen Aerogels® e Industrial<br />
Nanotech oltre a prodotti Diamon Fusion, nano<br />
film dedicati alla protezione delle superfici a base di<br />
silice. Aspens Aerogels® è uno dei prodotti straordinari<br />
che prendono vita dagli studi della nanotecnologia applicata<br />
e che sono destinati a rivoluzionare le logiche dell’isolamento.<br />
L’Aerogel è composto per almeno il 90%<br />
di aria che lo rende un isolante ad altissima efficienza<br />
con la più bassa conducibilità termica (lambda 0,014<br />
w/mk) riscontrabile in un materiale solito. Con questo<br />
composto è stato realizzato Aspen Aerogels®, l’innovativo<br />
feltro isolante estremamente tenace, duraturo,<br />
sottile, da 2 a 8 volte più efficiente di un coibente tradizionale.<br />
Aspen Aerogels® si presenta come un materassino,<br />
distribuito in bobine, che consente la massima protezione<br />
termica con il minimo spessore e il minor peso,<br />
di seguito la tipologia di prodotti: Spaceloft® per l’impiego<br />
in edilizia, Cryogel® per le applicazioni criogeniche<br />
e Pyrogel® per l’impiantistica industriale.<br />
Spaceloft®, la soluzione in edilizia che permette di ottenere<br />
i più alti valori di R possibili, con spessori estremamente<br />
ridotti, praticamente eliminando i ponti termici.<br />
Ne consegue un effettivo incremento dell’efficienza<br />
<strong>energetica</strong> dei fabbricati dove viene utilizzato<br />
con ottimi risultati termici e acustici e con possibilità applicative<br />
finora non considerate. <strong>La</strong> flessibilità del prodotto<br />
consente l’utilizzo in spazi ridotti e la coibentazione<br />
continua di strutture irregolari e ad angolo stretto non<br />
eseguibili con altri materiali.<br />
Inoltre, il minor volume di materiale impiegato crea il<br />
conseguente abbattimento dei costi di trasporto, imballo,<br />
magazzinaggio e di smaltimento, con indubbio beneficio<br />
per l’ambiente.<br />
Nansulate® è il prodotto verniciante messo a punto da<br />
Industrial Nanotech che cambia la concezione dell’isolamento<br />
termico con soluzioni alternative ai materiali<br />
isolanti convenzionali.<br />
I prodotti Nansulate® sono vernici industriali ecologiche,<br />
semplici da applicare, che non presentato i tipici<br />
problemi di giunzione o di adattamento alle strutture impiantistiche.<br />
Un sottilissimo strato di vernice offre, insieme ad un<br />
elevato potere isolante, un’efficace protezione dagli<br />
agenti corrosivi e antimuffa.<br />
Tutto questo si traduce in risparmio di tempo e costi di<br />
manutenzione, incremento di produttività degli operatori,<br />
efficienza e sicurezza degli edifici e degli impianti.<br />
Una somma di opportunità che aiuta a comprendere i<br />
vantaggi che la nanotecnologia sta apportando in generale<br />
all’economia delle risorse umane, energetiche<br />
e ambientali. Il componente che fornisce le caratteristiche<br />
di isolamento termico di Nansulate Translucent<br />
è l’abbinamento di Hydro-NM-Oxide, uno dei migliori<br />
materiali isolanti al mondo, con resine acriliche e additivi<br />
performanti. <strong>La</strong> sua particolare struttura porosa, di dimensioni<br />
nanometriche, ostacola il percorso del trasferimento<br />
termico esprimendo un bassissimo valore<br />
di conduttività termica. Poiché la conduttività termica è<br />
la capacità di condurre calore, ne consegue che più è<br />
basso il valore più ciò equivale ad una migliore capacità<br />
di isolamento. Offre anche tenace aderenza al<br />
substrato e opposizione all’azione di agenti corrosivi<br />
e proliferanti: ruggine, muffe e funghi. L’alto livello di<br />
protezione in superficie è dovuto alla particolare chimica<br />
delle particelle, molto efficiente e sicura.<br />
DIAMON FUSION® è il Trattamento Nano-tecnologico<br />
per superfici a base di silicio: in versione salvietta<br />
e spray si può applicare sulla maggioranza delle<br />
superfici che contengono silice (ossido di silicio), come<br />
il vetro, la ceramica, la porcellana o il granito. Il<br />
trattamento nano tecnologico reagisce con la catena<br />
molecolare della silice nella superficie e sullo stesso<br />
substrato creando una superficie con i seguenti vantaggi:<br />
Idrorepellenza (per il vetro, aumento della visibilità)<br />
Repellenza all’olio<br />
Protezione da impronte e macchie digitali<br />
Resistenza a macchie di sporco e graffi<br />
Resistenza a striature e urti (10 volte la resistenza<br />
normale)<br />
Resistenza all’abrasione<br />
Riduzione dei depositi di calcio e sodio<br />
Aumento del potere di isolamento elettrico (almeno<br />
1000 volte)<br />
Stabilità UV<br />
Piu splendore della superficie (+20%)<br />
Maggiore lubrificazione (+30% di protezione dall’attrito<br />
o frizione)<br />
Per maggiori informazioni tecniche consultare il nostro<br />
sito www.aktarusgroup.com<br />
Siamo presenti al MADE EXPO<br />
Pad. 4 Stand D01/E02<br />
glia delle piante di canapa; è<br />
meglio conosciuto fin dall’antichità<br />
come HIBISCUS<br />
CANNABINUS per i suoi<br />
numerosi impieghi. Ha ottime<br />
caratteristiche come pianta<br />
e come prodotto dopo la<br />
potatura.<br />
<strong>La</strong> pianta può essere utilizzata<br />
come antismog, perché<br />
è in grado di ripulire l’aria .<br />
Preserva la fertilità del terreno<br />
e non occorrono concimi<br />
chimici per la sua coltivazione.<br />
CANAPA<br />
Pianta tessile, originaria della<br />
Persia, appartiene alla famiglia<br />
delle orticacee. Per la sua<br />
coltivazione non occorrono<br />
concimi e diserbanti e non<br />
vengono utilizzate sostanze<br />
chimiche o additivi per la sua<br />
trasformazione in filati, carta,<br />
materiale da rivestimento,<br />
pannelli isolanti, ecc.<br />
CANNA PALUSTRE<br />
<strong>La</strong> canna palustre (Phragmites<br />
communis ) è molto diffusa<br />
nelle zone paludose . Materiale<br />
vegetale , biodegradabile<br />
e riciclabile viene lavorato<br />
a pannelli o a stuoie (cannicciato)<br />
ed utilizzato come<br />
struttura porta-intonaco e come<br />
isolante termico ed acustico.<br />
COCCO<br />
Materiale leggero realizzato<br />
con fibre di cocco; le fibre si<br />
ottengono dal mesocarpo delle<br />
noci della palma di cocco;<br />
è imputrescibile, idrorepellente,<br />
viene reso ignifugo mediante<br />
trattamento con sali<br />
borici. Viene utilizzato come<br />
isolante termo-acustico. Non<br />
si carica elettrostaticamente.<br />
JUTA<br />
Fibra tessile, molto elastica e<br />
resistente allo strappo ricava-<br />
Saint-Gobain Isover studia e<br />
propone soluzioni per la sostenibilità<br />
in edilizia grazie a tecnologie<br />
per l’isolamento termoacustico<br />
che riducono l’utilizzo<br />
di energia migliorando allo stesso<br />
tempo i livelli di comfort.<br />
L’edilizia, infatti, ha un impatto<br />
sull’ambiente innanzitutto attraverso<br />
lo sfruttamento delle risorse<br />
e l’emissione di sostanze<br />
inquinanti. In Europa gli edifici<br />
sono responsabili di circa il 30%<br />
delle emissioni e 40% del consumo<br />
di energia totale, ma un<br />
dato ancora più rilevante è che i<br />
due terzi del consumo energetico<br />
degli edifici europei sono destinati<br />
al riscaldamento.<br />
Mentre le normali prassi dell’edilizia standard sono<br />
guidate da considerazioni economiche a breve termine,<br />
l’edilizia sostenibile si basa su accessibilità,<br />
qualità ed efficienza a lungo termine. Questo significa<br />
limitare l’impatto negativo sull’ambiente. Ma non<br />
solo. Un edificio è progettato e costruito in modo sostenibile<br />
se riduce al minimo l’utilizzo di acqua, materie<br />
prime ed energia per tutto il suo ciclo di vita. Un edificio,<br />
infatti, genera diversi tipi di costi: il costo diretto<br />
dei materiali sull’edificio e della costruzione, i<br />
costi operativi (riparazione e manutenzione), i costi di<br />
demolizione, i costi indiretti legati all’ambiente (costi<br />
di inquinamento) e i costi per gli utenti (costi di conduzione<br />
come acqua, gas ed elettricità).<br />
Una soluzione in lana di vetro Saint-Gobain Isover<br />
permette un risparmio 100 volte maggiore rispetto<br />
all’energia consumata e alla CO2 emessa durante la<br />
propria produzione, trasporto e smaltimento. Il bilancio<br />
CO2 ed energia diventa positivo solo dopo pochi<br />
mesi dall’installazione del materiale. I vantaggi<br />
sono visibili in ogni fase del ciclo di vita dei prodotti,<br />
fasi che sono indici della sostenibilità di un prodotto:<br />
PRODUZIONE<br />
<strong>La</strong> lana di vetro utilizzata da Saint-Gobain Isover è un<br />
materiale ecocompatibile perché realizzata con più<br />
dell’80% di vetro riciclato. <strong>La</strong> quantità di energia necessaria<br />
a produrla è nettamente inferiore a quella<br />
richiesta da molti altri materiali isolanti. Questo significa<br />
un ridotto impatto sulle risorse naturali.<br />
Per i forni e gli impianti Saint-Gobain Isover utilizza le<br />
tecniche più efficaci in termini di rendimento e consumo<br />
di corrente al fine di risparmiare energia, diminuire<br />
le emissioni di CO2, ottimizzare la combustione,<br />
riducendo quindi il rilascio di ossido d’azoto.<br />
Per minimizzare la quota di polvere liberata nell’ambiente<br />
vengono impiegati dei filtri performanti per<br />
ta da numerosi tipi di piante.<br />
Dalla sua fibra si ottengono<br />
filati per fare teli, corde funi,<br />
sacchi. Viene usata come materiale<br />
termoisolante. E’ economica,<br />
traspirante e riciclabile.<br />
Neutra elettrostaticamente<br />
FIBRA DI CELLULOSA<br />
Isolante ottenuto dalla cellulosa<br />
naturale e da materie<br />
cellulosiche di recupero. Le<br />
fibre di cellulosa naturale derivano<br />
dalla canapa e dal cotone.<br />
Le fibre di cellulosa di<br />
recupero sono prodotte dalla<br />
trasformazione della carta<br />
di giornale trattata con sali<br />
di boro.<br />
Esse risultano resistenti al<br />
fuoco e rispondono mediamente<br />
alla classe 1. Inattac-<br />
Nel settore<br />
degli isolanti<br />
va tenuta in grande<br />
considerazione<br />
la questione<br />
delle aree di<br />
approvvigionamento<br />
cabile dagli insetti, imputrescibile,<br />
traspirante, riciclabile.<br />
ISOLANTI<br />
DI ORIGINE MINERALE<br />
PANNELLI IN SILICATO<br />
DI CALCIO<br />
Pannelli in silicato di calcio,<br />
per l’isolamento termo-acustico,<br />
permeabili al vapore,<br />
antincendio, traspirabili, incombustibili<br />
(classe 0).<br />
ISOLANTI<br />
DI ORIGINE MINERALE<br />
VETRO CELLULARE<br />
Isolante alveolare leggero, che<br />
viene prodotto dal vetro puro,<br />
sabbia di quarzo e vetro riciclato<br />
con l’aggiunta di carbonio.<br />
Portato ad elevate temperature<br />
avviene un processo<br />
di fusione, e successiva<br />
espansione, senza l’utilizzo di<br />
leganti; materiale riciclabile se<br />
non viene messo in opera con<br />
colle a base di bitume o prodotti<br />
di sintesi. Risulta impermeabile<br />
all’acqua e al vapor<br />
d’acqua, incombustibile, non<br />
attaccabile da parassiti e roditori,<br />
resistente alla compressione,<br />
non deformabile ,<br />
privo di tossicità.<br />
ISOLANTI<br />
DI ORIGINE ANIMALE<br />
LANA DI PECORA<br />
Fibra tessile ottenuta dalla lavorazione<br />
del pelo di pecora;<br />
da sempre utilizzata per tappeti<br />
e moquettes, ma anche<br />
per materassini e feltri in edilizia.<br />
I prodotti per edilizia<br />
vengono realizzati con lane<br />
grosse, non adatte ai tessuti e<br />
risultano quindi uno scarto<br />
del ciclo tessile. Biocompatibile,<br />
riutilizzabile e riciclabile,<br />
deve essere prodotta senza alcun<br />
tipo di collante; può venire<br />
trattata con borace per<br />
essere resa inattaccabile da<br />
parassiti ed ininfiammabile.<br />
Ottimo come isolante termico<br />
ed acustico.<br />
*Ordinario di Fisica<br />
Tecnica Ambientale,<br />
Università di Pavia<br />
_______________<br />
NOTE:<br />
1] SCHEDA PROGETTO N. 27<br />
P.R.T.A. 2002-2003, AZIONE B.13<br />
P.R.A.A. 2004-2006, Elenco base<br />
dei materiali per l’edilizia sostenibile<br />
(2005), Giunta Regionale Toscana,<br />
Direzione Generale della Presidenza,<br />
Area di Coordinamento Programmazione<br />
e controllo. Settore<br />
Programmazione dello Sviluppo Sostenibile<br />
NEWS SOSTENIBILITÀ ǀ Saint-Gobain A cura di Imready<br />
Sostenibilità firmata Saint-Gobain<br />
rendere puliti i gas prodotti.<br />
Nel processo produttivo Saint-Gobain<br />
Isover riduce il consumo di<br />
acqua e di materie prime di base<br />
incrementando, invece, l’utilizzo<br />
di materie prime secondarie create<br />
dal riciclo di quelle di base. Gli<br />
scarti del processo di produzione<br />
vengono riciclati con la conseguenza<br />
che il livello di rifiuti viene<br />
ridotto notevolmente.<br />
TRASPORTO<br />
Grazie alle loro proprietà elastiche,<br />
i prodotti in lana di vetro possono<br />
essere compressi moltissimo,<br />
fino a 8 volte il loro ingombro<br />
durante la fase di imballaggio e<br />
palletizzazione. Questo processo<br />
brevettato riduce l’impatto <strong>ambientale</strong> dovuto al trasporto,<br />
migliora la movimentazione e riduce la necessità<br />
di materiali per l’imballaggio. In caso di prodotti<br />
non comprimibili l’impatto <strong>ambientale</strong> è ridotto<br />
grazie a produzioni locali e centri di distribuzione vicini<br />
ai propri clienti. Questo aspetto è importante perché<br />
permette di limitare l’impatto <strong>ambientale</strong> causato<br />
dai trasporti su strada.<br />
IMPIEGO<br />
<strong>La</strong> lana di vetro di Saint-Gobain Isover si presenta<br />
come uno dei materiali più efficienti sul mercato grazie<br />
ad elevate performance termiche e acustiche. Impiegando<br />
le soluzioni per l’isolamento di Saint-Gobain<br />
Isover si può risparmiare fino al 75% dell’energia<br />
richiesta per creare il riscaldamento o il raffrescamento<br />
di un edificio riducendo le relative emissioni<br />
di CO2. Insieme ai sistemi di ventilazione d’aria<br />
controllata ad elevata prestazione, Saint-Gobain Isover<br />
contribuisce al controllo del livello di umidità migliorando<br />
la qualità dell’aria degli ambienti interni dell’edificio.<br />
L’edificio risulta anche più sicuro in termini<br />
di protezione dal fuoco grazie alle caratteristiche di<br />
non combustibilità proprie della lana di vetro. Per tutte<br />
le soluzioni non è richiesta alcuna manutenzione.<br />
FINE DEL CICLO DI VITA<br />
<strong>La</strong> lana di vetro è un materiale inorganico per oltre il<br />
95% e per questo le sue caratteristiche termiche,<br />
acustiche e meccaniche durano nel tempo. Inoltre, i<br />
sistemi Saint-Gobain Isover sono facilmente smantellabili<br />
al termine della durata di un edificio e tutti i<br />
componenti possono essere separati e riciclati.
26 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />
L’APPROFONDIMENTO<br />
Masdar, la città a impatto zero che vuole far scuola nel mondo<br />
DAVIDE CANEVARI<br />
Un laboratorio di idee,<br />
dove poter pensare in<br />
grande. Come può fare<br />
solamente chi non ha vincoli<br />
di spesa e - anche in questo<br />
periodo buio dell’economia<br />
- può permettersi di investire<br />
miliardi di (petro)dollari.<br />
Qualcosa, però, di molto<br />
concreto, in parte fruibile già<br />
nel presente, certamente replicabile<br />
altrove nel futuro.<br />
Una realtà dove i camici bianchi<br />
dei ricercatori convivono<br />
con gli abiti blu dei manager,<br />
degli architetti, degli ingegneri<br />
che stanno concretizzando<br />
questo progetto. E, naturalmente,<br />
con il tipico abbigliamento<br />
indossato dai promotori<br />
locali dell’iniziativa.<br />
Potrebbe essere delineato in<br />
queste poche righe il profilo<br />
di Masdar, la città che sta nascendo<br />
a 30 chilometri di distanza<br />
dal centro di Abu<br />
Dhabi e che vuole trasformare<br />
la somma di tanti zeri in<br />
un risultato positivo senza<br />
precedenti. Emissioni: zero;<br />
dipendenza dalle fonti fossili<br />
tradizionali: zero; auto private<br />
in circolazione: zero; rifiuti<br />
conferiti in discarica: praticamente<br />
zero.<br />
Dunque, la prima città di dimensioni<br />
significativa – una<br />
volta ultimata, ospiterà residenze<br />
per 50 mila abitanti e<br />
1.500 aziende – a impatto zero.<br />
Risultato che vale una fortuna<br />
per un Pianeta sempre<br />
più allarmato dalle conseguenze<br />
dei cambiamenti climatici.<br />
Masdar City, interamente di<br />
proprietà della Mubadala Development<br />
Company, è stata<br />
progettata da Norman Foster<br />
e sarà realizzata in soli 8<br />
anni, grazie anche a una copiosa<br />
iniezione di investimenti<br />
(circa 22 miliardi di dollari).<br />
Date le dimensioni e i contenuti<br />
tecnologici del progetto,<br />
la realizzazione della città avverrà<br />
in 7 fasi.<br />
Filo conduttore dell’iniziativa,<br />
come già accennato, è stata<br />
la scelta di dimostrare che<br />
l’impatto <strong>ambientale</strong> del costruito<br />
può essere minimizzato.<br />
Dunque, che esistono<br />
modelli di urbanizzazione alternativi<br />
a quelli che oggi<br />
hanno portato l’edilizia ad essere<br />
responsabile di ben il 40<br />
per cento delle emissioni climalteranti.<br />
Per questo lo sfruttamento<br />
ottimale delle risorse<br />
energetiche rinnovabili presenti<br />
in loco è diventato elemento<br />
guida nella progettazione,<br />
fin dalle sue prime fasi.<br />
Non un’appendice aggiunta<br />
a lavori ultimati.<br />
Vie strette costeggiate da spazi<br />
verdi e piccoli corsi d’acqua,<br />
sono state inseriti come<br />
elementi per facilitare lo sfruttamento<br />
delle correnti e dei<br />
venti al fine di migliorare l’aerazione<br />
degli spazi abitati. Ma<br />
sarà il sole – con una quota<br />
pari a circa l’80 per cento - ad<br />
assicurare la maggior parte<br />
del fabbisogno energetico dei<br />
residenti, valutato - una volta<br />
a regime - in soli 200-240<br />
MW. Questo, grazie alla realizzazione<br />
di un impianto di<br />
grande taglia, localizzato al di<br />
fuori della città, e alla copertura<br />
dei tetti degli edifici con<br />
pannelli solari. Si stima che<br />
questa soluzione possa ridurre<br />
le emissioni in atmosfera<br />
di circa un milione di tonnellate/anno<br />
di anidride carbonica<br />
rispetto all’utilizzo alternativo<br />
dei combustibili fossili.<br />
Un risparmio che potrà essere<br />
valorizzato sui mercati delle<br />
emissioni e che garantirà crediti<br />
verdi per i prossimi 21 anni.<br />
Il sole sarà anche il motore degli<br />
impianti di desalinizzazione<br />
per la produzione di acqua<br />
potabile. Grande attenzione<br />
sarà dedicata proprio<br />
alla gestione del ciclo dell’ac-<br />
qua, con l’obiettivo di re-immettere<br />
in circolo il 60 per<br />
cento della risorsa idrica utilizzata,<br />
dopo averla adeguatamente<br />
purificata.<br />
Il concetto di uso sostenibile<br />
delle risorse sarà trasferito nel<br />
concreto sui singoli cittadini.<br />
Ad ogni abitante sarà assegnata<br />
una quota di energia e<br />
di acqua prefissate. Per i consumi<br />
di kWh la dotazione sarà<br />
9 volte inferiore rispetto<br />
agli standard di un cittadino<br />
statunitense; per l’acqua il target<br />
sarà di 80 litri al giorno<br />
per persona.<br />
E per chi non rientrerà nei<br />
parametri? Al quesito risponde<br />
Jay R. Witherspoon, direttore<br />
tecnologico del progetto<br />
per conto di CH2M<br />
Hil. “È importante che ogni<br />
cittadino impari a valutare la<br />
propria impronta ecologica controllando<br />
in prima persona i<br />
processi di consumo di energia<br />
e acqua e la produzione<br />
di rifiuti. Una delle soluzioni<br />
allo studio prevede di munire<br />
ogni abitazione di uno schermo<br />
che segnali eventuali eccessi<br />
o, addirittura, quella di<br />
dotare tutti i residenti di una<br />
sorta di computer da polso<br />
in grado di segnalare gli sprechi,<br />
comminando anche le<br />
sanzioni. È chiaro che gli abitanti<br />
di Masdar dovranno<br />
condividere lo spirito della<br />
città, seguire un corso di formazione<br />
e adottare stili di vita<br />
idonei al progetto”.<br />
Altro elemento chiave, per la<br />
NEWS ǀ PCL Spa A cura di Imready<br />
Da P.C.L. una gamma di soluzioni versatili,<br />
performanti e tecnologicamente avanzate<br />
<strong>La</strong> necessità di realizzare soluzioni tecnico-costruttive<br />
ad alte prestazioni termiche, in relazione all’entrata<br />
in vigore della sempre più restrittiva normativa sul<br />
risparmio energetico e all’affermazione sul mercato di<br />
una concorrenzialità legata alla costruzione di edifici<br />
caratterizzati da un elevato contenimento dei consumi<br />
energetici, ha profondamente modificato<br />
il mondo delle costruzioni, soprattutto<br />
nelle soluzioni progettuali di involucro.<br />
Gli obiettivi della normativa <strong>energetica</strong><br />
sono diventati infatti un potente<br />
stimolo per il settore e hanno favorito<br />
la ricerca e lo sviluppo di prodotti<br />
innovativi ad alte prestazioni,<br />
in grado di dare risposte adeguate alle<br />
specificità della condizione climatica e<br />
costruttiva italiana.<br />
Il comparto del laterizio, tradizionalmente dominante<br />
in Italia come materiale per la realizzazione di involucri,<br />
ha affrontato la <strong>sfida</strong> del miglioramento delle prestazioni<br />
termiche intervenendo positivamente su tutti<br />
quegli aspetti che lo penalizzavano nel confronto<br />
con altri materiali.<br />
È il caso di P.C.L. S.p.A. (Produzione Commercio <strong>La</strong>terizi)<br />
che, a partire dagli anni ‘30, ha sempre mirato<br />
ad un graduale e continuo sviluppo dei propri prodotti,<br />
offrendo ai progettisti una gamma completa di manufatti<br />
versatili e altamente performanti.<br />
In risposta ai sempre più incalzanti limiti normativi, l’azienda<br />
di Limbiate, che fa parte del Consorzio Poroton<br />
Italia ® dagli anni ‘70, si è impegnata a concepire<br />
sistemi costruttivi che consentono ad un solo pro-<br />
dotto di soddisfare tutti quei requisiti che una muratura<br />
dovrebbe riassumere in sè: isolamento termoacustico,<br />
resistenza statica, protezione dal fuoco, durabilità,<br />
economicità e facilità di posa in opera.<br />
Oltre al tradizionale blocco POROTON ® , la produzione<br />
di P.C.L. S.p.A. comprende attualmente la gamma<br />
NORMABLOK ® Più’, sistema brevettato di<br />
blocchi in laterizio, alleggeriti in pasta, totalmente<br />
iniettati di polistirene caricato con<br />
grafite, per la realizzazione di pareti monostrato.<br />
L’interruzione della conduzione<br />
del calore attraverso il giunto orizzontale,<br />
grazie alla presenza di uno zoccolo di 1<br />
cm di isolante, consente in soli 31 cm di<br />
spessore di ottenere un valore di trasmittanza<br />
termica pari a 0,29 W/m²K.<br />
P.C.L. S.p.A. è anche specializzata in sistemi preassemblati<br />
brevettati “a sandwich”, costituiti da due<br />
blocchi in laterizio, alleggeriti in pasta, con interposto<br />
del materiale isolante fissato meccanicamente, in<br />
stabilimento, ai blocchi, tramite tasselli in polipropilene.<br />
I suddetti moduli costruttivi permettono la realizzazione,<br />
con un solo prodotto, di pareti pluristrato<br />
isolate. Tali sistemi sono disponibili nella versione<br />
NORMABLOK ® Blu8 con isolante battentato in polistirene<br />
espanso microforato Porostir ® e nella versione<br />
EUROBRICK ® Bio, con isolante in sughero,<br />
materiale per sua natura in<br />
grado di coniugare alte prestazioni<br />
termoacustiche<br />
con le esigenze dell’edilizia<br />
bioecologica.<br />
buona riuscita sarà la mobilità;<br />
interamente da ridisegnare<br />
rispetto ai modelli attualmente<br />
in uso nelle nostre città.<br />
Anche da questo punto di<br />
vista Masdar ha scelto di stupire,<br />
proponendosi come uno<br />
spazio fortemente innovativo,<br />
grazie anche a un pizzico di<br />
made in Italy. <strong>La</strong> parola passa,<br />
in questo caso, a Luca Guala,<br />
pianificatore dei trasporti di<br />
Masdar per conto dell’italiana<br />
Systematica: “Dovendo azzerare<br />
le emissioni, abbiamo<br />
scelto una rete di trasporti<br />
che esclude le auto private,<br />
sia per i residenti sia per i visitatori.<br />
L’abitato sarà costruito<br />
su due piani: un livello<br />
stradale per pedoni e biciclette<br />
con negozi, scuole, abitazioni<br />
e un livello sotterraneo<br />
dove si muoveranno taxi<br />
automatizzati e senza condu-<br />
Progettata<br />
da Norman Foster,<br />
sta nascendo<br />
a 30 chilometri<br />
di distanza<br />
dal centro<br />
di Abu Dhabi.<br />
Il fabbisogno<br />
di energia elettrica<br />
(stimato) per<br />
singolo abitante<br />
sarà nove volte<br />
inferiore rispetto<br />
a quello di un<br />
residente<br />
negli Stati Uniti<br />
cente, che seguiranno dei magneti<br />
a terra per orientarsi. A<br />
regime ce ne saranno circa<br />
1.500 e potranno essere programmati<br />
prima della partenza<br />
inserendo la destinazione.<br />
Non sarà proprio un<br />
trasporto door to door ma funzionerà<br />
con fermate predeterminate,<br />
distanti non più di<br />
150 metri dal luogo desiderato.<br />
E per il futuro stiamo<br />
immaginando un servizio ancora<br />
più capillare”.<br />
Anche il ciclo dei rifiuti sarà<br />
portato all’estremo, in termini<br />
virtuosi. Nelle intenzioni<br />
dei progettisti tutto sarà riutilizzato:<br />
solo il 2 per cento finirà<br />
in discarica, mentre il resto<br />
sarà riciclato o utilizzato<br />
come biocombustibile.<br />
Città modello, città laboratorio,<br />
Masdar non sarà solo un<br />
crogiolo di idee, ma anche di<br />
attività. Impresa, formazione<br />
e ricerca avranno un ruolo<br />
primario.<br />
<strong>La</strong> superficie destinata al residenziale<br />
puro rappresenterà<br />
solo il 30 per cento. Le attività<br />
economiche e gli spazi<br />
commerciali copriranno il 37<br />
per cento della superficie; a<br />
università e cultura sarà dedicato<br />
il 14 per cento degli<br />
spazi. Per quanto riguarda gli<br />
aspetti imprenditoriali, si è già<br />
fatto cenno all’obiettivo di attrarre<br />
1.500 aziende.<br />
Candidata a diventare un<br />
punto di riferimento della ricerca<br />
e innovazione nel settore<br />
dello sviluppo sostenibile,<br />
Masdar sta già calamitando<br />
l’attenzione delle eccellenze<br />
mondiali del comparto:<br />
aziende, istituzioni impegnate<br />
nella R&S, poli formativi.<br />
A solo titolo di esempio<br />
si possono citare l’International<br />
Renewable Agency (IRE-<br />
NA) che ha recentemente deciso<br />
di localizzare la nuova<br />
sede mondiale a Masdar City,<br />
un ambizioso centro di ricerca,<br />
inaugurato con il sostegno<br />
del Mit, l’Abu Dhabi Future<br />
Energy Company che<br />
ha scelto proprio questa città<br />
come sua nuova sede.<br />
Tra i molti progetti annunciati,<br />
c’è anche la costruzione<br />
di un impianto di potenza,<br />
alimentato a idrogeno, da 500<br />
MW. Sarà il primo passo per<br />
stimolare, poi, lo sviluppo di<br />
una filiera dell’idrogeno che<br />
interessi anche le fuel cell e il<br />
settore dei trasporti. È pure<br />
allo studio la realizzazione di<br />
un impianto solare a concentrazione<br />
da 100 MW di po-<br />
segue a pag. 27
N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 27<br />
L’APPROFONDIMENTO<br />
segue da pag. 26<br />
tenza che si intende poi replicare<br />
in altre località del territorio<br />
di Abu Dhabi per rendere<br />
sempre più verde la generazione<br />
di questo Stato. <strong>La</strong><br />
dimensione internazionale del<br />
progetto Masdar va intesa su<br />
due direzioni.<br />
Non solo, infatti, questo programma<br />
ha fatto in ingresso<br />
da catalizzatore delle migliori<br />
esperienze e tecnologie oggi<br />
esistenti su scala mondiale<br />
(basti pensare alla firma di<br />
Norman Foster, o alla collaborazione<br />
attivata con il Mit<br />
e con la Basf). Ora si propone<br />
anche come serbatoio di prezioso<br />
know how – e di appetibili<br />
capitali – per sviluppare<br />
altri progetti al di fuori del<br />
proprio ambito territoriale.<br />
Gran Bretagna e Seychelles<br />
per citare solo due nomi.<br />
“L’idea è quella di costruire<br />
una città a emissioni zero non<br />
tanto come esperimento edilizio<br />
– conclude Khaled<br />
Awad, direttore dell’Unità per<br />
lo sviluppo immobiliare di<br />
Masdar – ma per promuovere<br />
un nuovo stile di vita sostenibile.<br />
Nell’ultimo secolo<br />
le città si sono evolute, ma<br />
non abbiamo ancora trovato<br />
un modello che sia adatto alle<br />
più recenti esigenze del Pianeta.<br />
Oggi in molti ci chiedono<br />
perché stiamo costruendo<br />
Masdar city. Presto<br />
la domanda sarà: perché non<br />
la costruiamo anche altrove?”.<br />
L’articolo è stato chiuso in redazione<br />
il 20 di novembre, ossia prima<br />
del default finanziario nella vicina<br />
Dubai, e oggi certamente la valutazione<br />
miracolistica di quell’Area<br />
sarebbe più cauta; tuttavia, questi<br />
eventi non inficiano gli aspetti tecnici<br />
e progettuali che rimangono estremamente<br />
interessanti. (n.d.r)<br />
Dall’impresa alla ricerca,<br />
con una dimensione cosmopolita<br />
Masdar è già oggi - prima ancora di essere<br />
nata in tutto il suo sostenibile splendore –<br />
una città fortemente cosmopolita. Che<br />
guarda cioè al resto del mondo come punto di riferimento.<br />
Le iniziative già intraprese o annunciate<br />
di collaborazione a livello internazionale sono molteplici<br />
e in questa sede, per forza di cose, ci si dovrà<br />
limitare solo a qualche accenno.<br />
Un primo esempio vale 3 miliardi di sterline! Masdar<br />
è, infatti, entrata a far parte del progetto per<br />
l’eolico offshore London Array,<br />
attraverso una joint venture alla<br />
quale partecipano E.ON e<br />
Dong Energy. <strong>La</strong> nuova wind<br />
farm sarà localizzata in una delle<br />
tre aree giudicate strategiche<br />
dal governo della Gran Bretagna<br />
e fornirà un contributo importante<br />
al raggiungimento del<br />
target sulle rinnovabili previsto<br />
per l’Inghilterra. Il valore complessivo<br />
dell’iniziativa è pari a<br />
2,2 miliardi di sterline (circa 3<br />
miliardi di dollari) per la realizzazione<br />
di un primo lotto da<br />
630 MW. Una volta completato<br />
il progetto, si tratterà della<br />
più importante fattoria eolica<br />
del mondo, la prima a raggiungere<br />
il traguardo di 1 GW. Questa<br />
realizzazione fornirà energia<br />
sufficiente per coprire il fabbisogno<br />
di 750 mila abitazione<br />
un quarto delle residenze della<br />
Grande Londra, evitando l’emissione in atmosfera<br />
di 1,9 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. I primi<br />
kWh eolici dovrebbero essere in produzione già<br />
entro la fine del 2012.<br />
Un altro importante progetto è già stato avviato<br />
con il governo delle Seychelles. Si tratta dello studio<br />
delle potenzialità di sfruttamento eolico nell’isola<br />
di Mahe, primo step di un più ampio programma di<br />
collaborazione con il governo locale per lo sfruttamento<br />
delle energie rinnovabili, siglato nel gennaio<br />
del 2009. I primi risultati sono più che confortanti<br />
e si è quindi deciso di procedere con una mappatura<br />
più dettagliata delle risorse eoliche locali, studio<br />
che avrà una durata di 12-15 mesi. Solo a quel punto,<br />
e dopo aver valutato nel dettaglio le diverse variabili<br />
ambientali, economiche, sociali, si potrà dire<br />
se l’eolico è compatibile con le esigenze (non solo<br />
energetiche) dell’isola. Secondo alcuni osservatori la<br />
scelta di una generazione verde da parte del governo<br />
delle Seychelles porterà anche vantaggi al<br />
turismo, in termini di immagine.<br />
Nel febbraio del 2008 Masdar ha anche lanciato<br />
un programma per la cattura e il confinamento dell’anidride<br />
carbonica. Scopo dell’iniziativa, ridurre<br />
sensibilmente il carbon footprint di Abu Dhabi. <strong>La</strong> prima<br />
fase, che dovrebbe concludersi già nel 2013, si<br />
è posta l’obiettivo di sottrarre all’immissione in atmosfera<br />
6,5 milioni di tonnellate/anno di anidride<br />
carbonica prodotta dagli impianti di generazione<br />
e dalle industrie. Questa CO 2 così recuperata sarà<br />
poi trasportata e iniettata in campi petroliferi per favorire<br />
l’estrazione del petrolio residuo. Anche questo<br />
primo progetto pilota ha tutte le carte in regola<br />
per essere poi replicato in altri Paesi.<br />
Quanto alla capacità di attrarre eccellenze straniere,<br />
la prima fabbrica ad alta tecnologia che si è insediata<br />
in loco è la Masdar PV. Nata a Erfurt in<br />
Germania e successivamente sbarcata ad Abu Dhabi,<br />
produrrà moduli fotovoltaici con una capacità annua<br />
di 210 MW, e sarà il principale fornitore del<br />
cantiere di Masdar. Solo un<br />
primo passo lungo un cammino<br />
che promette di essere<br />
assai più ambizioso. Grazie anche<br />
a 600 milioni di dollari di<br />
investimenti, l’idea è quella di<br />
raggiungere la taglia dei GW<br />
come capacità produttiva, con<br />
una successiva massiccia<br />
espansione anche nei mercati<br />
più evoluti (come gli Usa).<br />
Masdar ha anche investito –<br />
120 milioni di dollari – nella<br />
WinWinD, una realtà attiva<br />
nella progettazione, sviluppo,<br />
assemblaggio di turbine eoliche<br />
tecnologicamente avanzate<br />
da 1 a 3 MW. Un altro<br />
esempio di come la strategia<br />
sia proprio quella di segnalarsi<br />
non solo come acquirente<br />
di know how per implementare<br />
i proprio progetti, ma come<br />
leader delle tecnologie rinnovabili<br />
su scala mondiale.<br />
Da segnalare anche il recente accordo siglato con<br />
Basf. Masdar e il colosso tedesco hanno firmato<br />
una partnership strategica per collaborare assieme<br />
alla costruzione della nuova città. Basf è stato scelto<br />
come fornitore di riferimento per i materiali grazie<br />
al vasto portafoglio di soluzioni per il risparmio<br />
energetico e lo sviluppo sostenibile che è in grado<br />
di offrire. Una volta ultimata la costruzione inaugurerà<br />
in loco anche una propria sede.
28 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />
COLLEGIO DEGLI INGEGNERI E ARCHITETTI DI MILANO<br />
Conferenza Permanente<br />
per lo Studio del Sistema Immobiliare<br />
<strong>La</strong> Conferenza Permanente è nata nel 1995 quale commissione del Collegio per favorire la conoscenza e la crescita<br />
del Sistema immobiliare italiano pubblico e privato; in particolare la Conferenza Permanente promuove l’integrazione<br />
dei Sistemi finanziario e immobiliare nella consapevolezza che il patrimonio dei beni immobili costituisce<br />
una risorsa per l’economia del Paese solo in parte utilizzata. <strong>La</strong> Conferenza Permanente organizza incontri, cura<br />
la pubblicazione di atti, studi e dati economici relativi al mercato immobiliare; è inoltre presente nel Comitato<br />
Italiano di Valutazione di Nomisma-IPD (International Property Databank) assieme alle principali società di consulenza<br />
nazionali e internazionali; la Conferenza Permanente e il Comitato elaborano analisi sulla prassi, sui principi<br />
estimativi e sugli standard procedurali delle valutazioni immobiliari.<br />
FINANZA IMMOBILIARE – 2005-2009<br />
Milano, 30 Novembre 2009<br />
a cura del dott. ing. Lorenzo Greppi<br />
<strong>La</strong> Conferenza Permanente per lo Studio del Sistema Immobiliare del Collegio degli Ingegneri<br />
e Architetti di Milano pubblica lʼindice di borsa dei Fondi Immobiliari italiani quotati<br />
GLOBAL FD. Assieme allʼandamento dellʼindice, sono stati rilevati il controvalore complessivo<br />
degli scambi e lo sconto sul NAV (divario Prezzo di borsa / Net Asset Value).<br />
Lʼindice raccoglie i dati di 22 Fondi quotati, con aggiornamento annuale del listino e base<br />
Dicembre 2004; lʼindice costituisce il ʻbenchmarkʼ di riferimento per valutare lʼandamento<br />
del prezzo di borsa delle quote dei singoli Fondi; le assunzioni alla base dellʼindice sono<br />
pubblicati nel sito del Collegio: www.collegioingegneriarchitettimilano.it / Commissioni di <strong>La</strong>voro<br />
/ Conferenza Permanente.<br />
Lʼindice GLOBAL FD è stato elaborato da Lorenzo Greppi per monitorare lʼevoluzione del mercato<br />
immobiliare italiano dei Fondi chiusi; la pubblicazione dellʼindice consente al mercato<br />
una maggiore conoscenza degli strumenti della finanza immobiliare e favorisce la crescita<br />
della loro liquidità. Lʼindice dei Fondi Immobiliari GLOBAL FD perde ancora quota per la flessione<br />
di quasi tutti i titoli del listino (-2,1% sul mese precedente) e ritorna allo stesso livello<br />
del novembre 2008; la sua debolezza riflette la pausa generale dei mercati finanziari europei;<br />
lʼindice delle società immobiliari quotate in Europa (EPRA European Property) guadagna<br />
il 38,4% dal novembre 2008; i titoli che registrano i maggiori rialzi, gli unici tre positivi,<br />
sono le quote di SECURFONDO (+4,7%), BETA IMMOBILIARE (+4,5%) e VALORE IM-<br />
MOBILIARE GLOBALE(+3,0%); i titoli che presentano i maggiori ribassi sono le quote di BNL<br />
PORTFOLIO IMMOBILIARE (-5,1%), TECLA FONDO UFFICI (-3,8%) e UNICREDIT IM-<br />
MOBILIARE UNO (-2,5%); il volume giornaliero medio degli scambi (0,47 Mil€) scende rispetto<br />
al mese precedente restando sui valori medi dellʼanno; i titoli con maggiore liquidità<br />
media giornaliera sono le quote di UNICREDIT IMMOBILIARE UNO (87.597 €), ALPHA IM-<br />
MOBILIARE (58.514 €) e ATLANTIC 1 (45.140 €); lo sconto medio ponderato del prezzo delle<br />
quote rispetto al NAV (-37,3%) aumenta leggermente dal valore di ottobre.<br />
Lʼindice dei Fondi Immobiliari GLOBAL FD perde ancora quota per la flessione di quasi tutti<br />
i titoli del listino (-2,1% sul mese precedente) e ritorna allo stesso livello del novembre<br />
2008; la sua debolezza riflette la pausa generale dei mercati finanziari europei; lʼindice delle<br />
società immobiliari quotate in Europa (EPRA European Property) guadagna il 38,4% dal<br />
novembre 2008; i titoli che registrano i maggiori rialzi, gli unici tre positivi, sono le quote di<br />
SECURFONDO (+4,7%), BETA IMMOBILIARE (+4,5%) e VALORE IMMOBILIARE GLOBALE(+3,0%); i titoli che presentano i maggiori ribassi sono le quote di BNL PORTFOLIO IM-<br />
MOBILIARE (-5,1%), TECLA FONDO UFFICI (-3,8%) e UNICREDIT IMMOBILIARE UNO (-2,5%); il volume giornaliero medio degli scambi (0,47 Mil€) scende rispetto al mese precedente<br />
restando sui valori medi dellʼanno; i titoli con maggiore liquidità media giornaliera sono le quote di UNICREDIT IMMOBILIARE UNO (87.597 €), ALPHA IMMOBILIARE (58.514 €) e AT-<br />
LANTIC 1 (45.140 €); lo sconto medio ponderato del prezzo delle quote rispetto al NAV (-37,3%) aumenta leggermente dal valore di ottobre.<br />
NEWS ǀ Rockwool A cura di Imready<br />
Doppia densità per l’isolamento<br />
delle coperture: Durock C 038<br />
e Hardrock Energy<br />
<strong>La</strong> progettazione e la cura nella realizzazione delle coperture<br />
rivestono sempre più un ruolo fondamentale<br />
per ottenere edifici efficienti e confortevoli. Il mercato<br />
richiede di conseguenza materiali e soluzioni in linea<br />
con queste esigenze.<br />
In questo contesto Rockwool, leader mondiale nella produzione<br />
di lana di roccia, introduce la nuova gamma di<br />
prodotti a doppia densità specifici per l’isolamento delle<br />
coperture: Rockwool Durock C 038 e Hardrock Energy.<br />
<strong>La</strong> doppia densità è una tecnologia che consente di ottenere<br />
pannelli costituti da un doppio strato di lana di roccia:<br />
lo strato superficiale a densità molto elevata garantisce<br />
un notevole miglioramento delle caratteristiche<br />
meccaniche, mentre lo strato inferiore determina le prestazioni<br />
di conducibilità termica.<br />
<strong>La</strong> doppia densità risulta particolarmente efficace nel<br />
caso di coperture sottoposte a carichi concentrati, poiché<br />
lo strato superficiale, più denso e quindi più rigido,<br />
consente un’ottimale distribuzione dei carichi che vengono<br />
ripartiti su un’area più ampia (vedere figura).<br />
Questa caratteristica è molto importante nel caso di tetti<br />
ventilati, in cui i listelli di ventilazione gravano direttamente<br />
sul pannello isolante. Inoltre, in fase di posa in<br />
opera la notevole resistenza a carichi concentrati del<br />
pannello consente una calpestabilità ottimale.<br />
Nello specifico, il prodotto Rockwool Durock C 038, è un<br />
pannello adatto sia a coperture piane che a coperture<br />
inclinate. Recentemente migliorato nel valore di lambda<br />
(0,038 W/mK), è caratterizzato da un’altissima densità<br />
media (150 kg/m 3 ). Questi due parametri risultano fondamentali<br />
per rispettare i requisiti di trasmittanza termica<br />
periodica introdotti dal DPR n.59 del 02/04/2009. Questo<br />
decreto stabilisce che, per tutte le componenti opache<br />
orizzontali ed inclinate, nelle località dove il valore medio<br />
mensile dell’irradianza sul piano orizzontale, nel mese<br />
di massima insolazione estiva, sia maggiore o uguale<br />
a 290 W/m 2 , il valore del modulo della trasmittanza termica<br />
periodica Y IE, deve essere inferiore a 0,20 W/m 2 K.<br />
Sviluppato specificatamente per le coperture a falda inclinata<br />
è invece il prodotto Rockwool Hardrock Energy,<br />
principale novità della gamma. Caratterizzato da una<br />
densità media inferiore (110 kg/m 3 ), è calpestabile (500<br />
N di resistenza a carico puntuale secondo EN 12430) e<br />
presenta un valore di conducibilità termica particolarmente<br />
basso (0,036 W/mK). Può essere utilizzato anche<br />
in combinazione con Rockwool Durock C 038 in pacchetti<br />
multistrato altamente performanti.<br />
Entrambi i prodotti sono incombustibili (Euroclasse A1)<br />
e se esposti a fiamme libere non generano né fumo né<br />
gocce, caratteristica molto importante nel caso di tetti<br />
ventilati.<br />
Dal punto di vista acustico, un materiale fibroso a celle<br />
aperte come la lana di roccia, consente di incrementare<br />
notevolmente il potere fonoisolante del sistema di copertura<br />
in cui i pannelli vengono installati. Collegandosi<br />
al sito internet www.rockwool.it è possibile consultare e<br />
scaricare copia dei test acustici di laboratorio che attestano<br />
le prestazioni di fonoisolamento dei pacchetti sottoposti<br />
a prova. In particolare, la stratigrafia costituita da<br />
un doppio strato incrociato di Durock C 038, Hardrock<br />
Energy e doppio tavolato, ha consentito, grazie allo sfruttamento<br />
del fenomeno noto come massa – molla – massa,<br />
di ottenere un valore Rw pari a 50 dB.<br />
I prodotti sono disponibili in un range di spessore compreso<br />
tra 60 e 200 mm nei formati 1200x600 mm e<br />
2000x1200 mm.<br />
Il Gruppo Rockwool, fondato nel 1937, è il più grande produttore<br />
mondiale di lana di roccia, materiale eco-compatibile utilizzato per l’isolamento<br />
termo-acustico e la protezione incendio.<br />
Con sede centrale in Danimarca (vicino a Copenhagen), conta ad<br />
oggi circa 8.000 dipendenti in oltre 30 Paesi e stabilimenti produttivi<br />
dislocati tra Europa, Nord America e Asia.<br />
<strong>La</strong> mission del gruppo consiste nel fornire soluzioni esclusive e convenienti<br />
ai propri clienti, mettendo a disposizione l’esperienza maturata<br />
in oltre 70 anni di attività, per aiutarli a migliorare l’efficienza <strong>energetica</strong>,<br />
la sicurezza antincendio, l’acustica e il clima interno degli edifici.
N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 29<br />
FORMAZIONE<br />
Politecnico di Milano<br />
Dipartimento di Meccanica<br />
22 FEBBRAIO-24 FEBBRAIO 2010<br />
PROGETTARE CON I MATERIALI:<br />
CALCOLO, APPLICAZIONI, SPERIMENTAZIONE<br />
(8a edizione)<br />
Direttore del corso: dott. ing. Mauro Filippini<br />
Il corso introduce le metodologie più aggiornate per la progettazione<br />
di componenti, oggetti, parti meccaniche utilizzando<br />
nel modo ottimale i materiali per uso ingegneristico:<br />
dalle leghe leggere al titanio, dai sinterizzati alle materie plastiche,<br />
dai compositi ai pultrusi.<br />
Il corso è destinato a ingegneri, architetti, designer che intendano<br />
allargare le proprie competenze sulla progettazione,<br />
in particolare con i materiali compositi, utilizzando i metodi<br />
più moderni per la scelta ottimale del materiale e le tecniche<br />
più aggiornate per il calcolo, la simulazione e la verifica sperimentale.<br />
Informazioni:<br />
Dott. ing. Stefano Foletti - Politecnico di Milano<br />
Dipartimento di Meccanica<br />
Via <strong>La</strong> Masa, 34 - 20156 Milano<br />
Tel.: +39 02 2399 8629 - FAX: +39 02 2399 8202<br />
e-mail: stefano.foletti@polimi.it<br />
Homepage corso:<br />
http://people.mecc.polimi.it/filippini/formperm/prog_mat8.htm<br />
BERGAMO, 26-27 MARZO 2010<br />
CALCOLO AGLI ELEMENTI FINITI:<br />
1. AFFIDABILITÀ DEI PROGRAMMI<br />
2. MODELLAZIONE STRUTTURALE<br />
3. ATTENDIBILITÀ DEI RISULTATI<br />
4. RELAZIONE INTEGRATIVA<br />
AI SENSI DEL CAP. 10 NTC (DM 14.01.08)<br />
Relatore del corso:<br />
dott. ing. Salvatore Palermo<br />
■ RICHIESTE NTC<br />
Per evitare un uso passivo dei<br />
programmi, con rischi sulla sicurezza<br />
strutturale, le NTC obbligano<br />
il Progettista a relazionare<br />
sullʼaffidabilità dei programmi e sui risultati ottenuti.<br />
Al Collaudatore il compito della verifica della relazione.<br />
■ CORSO DI AGGIORNAMENTO<br />
Il corso presenta criteri per:<br />
• valutare lʼaffidabilità dei programmi (tests internazionali),<br />
lʼattendibilità dei risultati, redigere la relazione;<br />
• rispondere alle richieste NTC sulla modellazione (terreno, risposta<br />
sismica muratura esterna di tamponamento, interrati<br />
in c.a., ecc.).<br />
Su www.inarsind.bergamo.it: descrizione corso e modulo dʼiscrizione<br />
o richiesta testo (400 pag.).<br />
Per i lettori del nostro Giornale è stata prevista una quota riservata<br />
dʼiscrizione. Per gli interessati che intendono partecipare<br />
al corso ed usufruire della quota ridotta (sconto pari<br />
a 70 euro) occorre inserire il codice FEMBGINAR10 nello<br />
spazio predisposto sul modulo dʼiscrizione scaricabile dal sito<br />
www.inarsind.bergamo.it<br />
Politecnico di Milano<br />
Dipartimento di Meccanica<br />
1-5 MARZO 2010<br />
DIRETTIVA 97/23/CE PED: PROGETTAZIONE<br />
E ANALISI STRUTTURALE DEI SISTEMI<br />
IN PRESSIONE, ANALISI DEI PERICOLI<br />
E VALUTAZIONE DEI RISCHI<br />
Periodo di svolgimento e sede del Corso<br />
Il Corso si svolgerà nel periodo 1-5 Marzo 2010, con 40 ore di<br />
lezioni ed esercitazioni divise in due moduli distinti che possono<br />
essere frequentati separatamente (Modulo 1: Progettazione e<br />
analisi strutturale dei sistemi in pressione: 32 ore, Modulo 2:<br />
Analisi dei pericoli e valutazione dei rischi: 8 ore), e si terrà<br />
presso il Politecnico di Milano, Campus Bovisa Ingegneria,<br />
Via la Masa 1, 20156 Milano.<br />
Descrizione del corso<br />
Il corso intende evidenziare i riferimenti teorici necessari per<br />
una corretta analisi strutturale dei sistemi in pressione avendo<br />
a riferimento lʼobbligo, previsto dalla norma, di condurre lʼanalisi<br />
strutturale tenendo conto dellʼanalisi dei rischi; il corso<br />
intende: presentare le norme nazionali e internazionali più<br />
usate; approfondire i collegamenti tra teoria e normativa; introdurre<br />
il concetto di analisi e valutazione dei rischi e lʼapplicazione<br />
ai componenti in pressione.<br />
Direzione del Corso e informazioni<br />
Prof. Marco Giglio, Politecnico di Milano, Dipartimento di<br />
Meccanica, tel. 0223998234, fax 0223998202<br />
e-mail: marco.giglio@polimi.it.<br />
IN AVVIO A MARZO 2010<br />
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■ BIOARCHITETTURA III ed.<br />
■ NUOVE TECNOLOGIE PER LA VALORIZZAZIONE DEI<br />
BENI CULTURALI E MUSEALI III ed.<br />
■ ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELLE RISORSE<br />
UMANE PER IL KNOWLEDGE MANAGEMENT IV ed.<br />
■ DIRITTO E PRATICA TRIBUTARIA X ed.<br />
■ MANAGEMENT AGROALIMENTARE II ed.<br />
■ SALES & RETAIL MANAGEMENT I ed.<br />
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LOCALITÀ<br />
Università degli Studi di Milano<br />
Dipartimento di Ingegneria Agraria<br />
16 APRILE - 28 MAGGIO 2010<br />
CORSO DI PERFEZIONAMENTO IN:<br />
GIS PER L’ANALISI E LA PIANIFICAZIONE<br />
DEL TERRITORIO<br />
<strong>La</strong> Facoltà di Agraria dellʼUniversità degli Studi di Milano ha<br />
attivato per lʼanno accademico 2009-2010 un corso di perfezionamento<br />
in: “GIS per lʼanalisi e la pianificazione del territorio”<br />
della durata di 56 ore.<br />
Il Corso si svolgerà dal 16 aprile al 28 maggio 2010. Le lezioni<br />
si svolgeranno presso la Facoltà di Agraria con frequenza<br />
prevista di un giorno la settimana (in genere il venerdì).<br />
Lʼammissione al corso è regolata da bando disponibile, indicativamente<br />
dal mese di febbraio 2010, al sito:<br />
http://www.unimi.it/studenti/corsiperf/6504.htm<br />
Possono partecipare al corso i detentori di laurea quinquennale,<br />
triennale e diploma universitario.<br />
L'accesso al Corso di Perfezionamento è limitato ad un numero<br />
massimo di 25 partecipanti.<br />
Per maggiori informazioni:<br />
Prof. Alessandro Toccolini (02 50316854, alessandro.toccolini@unimi.it);<br />
dott. Paolo Ferrario (02 50316860, paolo.ferrario@unimi.it)<br />
- Dipartimento di Ingegneria Agraria, via<br />
Celoria 2, 20133 Milano.<br />
Sito internet del corso: www.mastergis.it<br />
CD<br />
MULTIMEDIALE<br />
TEL. FAX E-MAIL<br />
Ai sensi dell’art.10 della Legge 675/96 <strong>La</strong> informiamo che il trattamento dei dati personali che <strong>La</strong> riguardano viene effettuato da Sicam spa<br />
a fi ni commerciali e promozionali. <strong>La</strong> informiamo, inoltre, che ai sensi dell’art.13 della Legge 675/69 Lei ha la facoltà, tra le altre, di opporsi,<br />
gratuitamente al trattamento, inviando comunicazione in tal senso a Sicam spa, Via Marziana 21, 27020 Parona PV.<br />
<strong>La</strong> sottoscrizione del presente modulo costituisce consenso al trattamento dei dati personali per le fi nalità sopra indicate.
30 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />
FORMAZIONE<br />
12 FEBBRAIO 2010 – 20 FEBBRAIO 2010<br />
CORSO SULLE COSTRUZIONI IN LEGNO<br />
CONCEZIONE, CALCOLO<br />
E COSTRUZIONE DELLE STRUTTURE<br />
Docenti:<br />
prof. A. Bernasconi – prof. M. Piazza<br />
dott. Ing. M. Andreoli – dott. Ing. A. Polastri<br />
■ Venerdì 12 febbraio 2010 ore 14:00 – 19:00<br />
• Tecnologia del legno. Il legno quale materiale strutturale<br />
• Legno, legno lamellare ed altri prodotti strutturali a base<br />
di legno. Caratteristiche e profili prestazionali<br />
• Collegamenti strutturali. Diversi sistemi, principi del comportamento<br />
meccanico, campi di applicazione.<br />
■ Sabato 13 febbraio 2010 ore 8:30 – 13:30<br />
• Calcolo degli elementi strutturali in legno. Verifiche agli<br />
stati limite, basi normative ed applicazioni al calcolo<br />
• Collegamenti legno - legno. Concezione e calcolo<br />
• Collegamenti con connettori metallici a gambo cilindrico.<br />
Modelli di calcolo a taglio e ad estrazione<br />
■ Venerdì 19 febbraio 2010 ore 14:00 – 19:00<br />
• Esempi di calcolo di alcuni elementi strutturali. Elementi<br />
strutturali e connessioni<br />
• Strutture in legno e il fuoco. <strong>La</strong> protezione e la sicurezza<br />
contro lʼincendio<br />
• Strutture in legno sottoposte ad azione sismica. <strong>La</strong> protezione<br />
e la sicurezza sismica<br />
■ Sabato 20 febbraio 2010 ore 8:30 – 13:30<br />
• Rischio di degrado. Durabilità delle costruzioni in legno<br />
• Edifici con struttura in legno. Tipologie ed aspetti strutturali<br />
Modello per la domanda di iscrizione, programma definitivo, costo e<br />
luogo di svolgimento disponibili sul sito www.inarsind.bergamo.it<br />
Per eventuali informazioni, rivolgersi a:<br />
Ing. Sebastiano Moioli (INARSIND Bergamo) - tel. 035-52.29.49<br />
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Corso di Aggiornamento per Ingegneri<br />
nell'ambito del Programma di Formazione Permanente<br />
del Politecnico di Milano<br />
Metodi di Calcolo nell'Ingegneria Strutturale<br />
XVIII Edizione<br />
ANALISI STRUTTURALI PER ELEMENTI FINITI<br />
DI PROBLEMI NONLINEARI E ACCOPPIATI:<br />
elastoplastici, termoelastici e termoplastici<br />
Direttori: Prof. Claudia Comi, Prof. Umberto Perego<br />
Il corso è dedicato alla illustrazione del metodo degli elementi<br />
finiti per la soluzione di problemi strutturali in presenza di elastoplasticità<br />
e di accoppiamento termo-meccanico. Tale non<br />
linearità e accoppiamento ricorrono in molti problemi dellʼingegneria<br />
civile, in particolare per strutture soggette al fuoco,<br />
dellʼingegneria meccanica e microelettromeccanica, marina,<br />
aerospaziale, nucleare.<br />
Le 24 ore di lezione saranno tenute da docenti universitari e<br />
da noti esperti.<br />
Agli iscritti verrà dato un CD con le note del corso e un programma<br />
didattico ad elementi finiti, in Matlab, per problemi elastoplastici<br />
e termoelastici il cui uso sarà illustrato nel corso.<br />
Il corso è rivolto a ingegneri e tecnici di industrie, libera professione,<br />
amministrazioni e enti di ricerca.<br />
Esperienze di lavoro presso<br />
unʼimpresa stradale e studi<br />
allʼestero. Corso sulla sicurezza<br />
nei cantieri (120 ore).<br />
Conoscenze informatiche:<br />
Windows, Office, Autocad (2<br />
e 3D), Archicad, Photoshop,<br />
Sap 200. Ottima conoscenza<br />
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manager commerciale, è interessato<br />
ad incontrare aziende<br />
di vari settori, a scopo assunzione.<br />
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in Italia e allʼestero nei settori<br />
elettrico, meccanico, dellʼenergia<br />
e delle materie pla-<br />
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I nuovi pali a bassa invasività<br />
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aziendale della storica<br />
Kappazeta S.p.A. dedicata<br />
alle tecniche di palificazione,<br />
propone una gamma<br />
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invasività con i quali è<br />
possibile intervenire nei<br />
casi più svariati e complessi<br />
di cedimento in<br />
fondazione.<br />
GEOUP ® e GEOROUND ®<br />
sono speciali tipologie di<br />
palo che rivoluzionano i tradizionali interventi di consolidamento<br />
eseguiti con queste metodologie: sono<br />
meno invasivi, più veloci e più economici dei sistemi<br />
fino ad ora disponibili sul mercato. Entrambi<br />
sono immediatamente<br />
attivi, in virtù del<br />
precarico effettuato su<br />
ogni singolo palo prima<br />
del collegamento finale<br />
alla struttura.<br />
Le macchine e l’operatività necessarie per l’installazione<br />
non richiedono estrazione di fanghi o realizzazione<br />
di getti, quindi si differenziano notevolmente dalle<br />
tradizionali modalità di palificazione, risultando<br />
decisamente meno invasive.<br />
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per la stabilizzazione e il sollevamento di strutture e<br />
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l’attivazione immediata della fondazione ed il recupero<br />
delle quote, qualora questo sia l’obiettivo<br />
da perseguire, sono solo alcune delle interessanti<br />
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N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 31<br />
NEWS ǀ Made A cura di Patrizia Ricci - Imready<br />
Intervista a Giovanni Plizzari,<br />
Presidente CTE<br />
Con il Forum della Tecnica delle Costruzioni<br />
per la prima volta si crea un<br />
ponte tra mondo della progettazione e<br />
una manifestazione fieristica: quali<br />
sono secondo lei i valori che possono<br />
emergere da una collaborazione di<br />
questo tipo?<br />
<strong>La</strong> mia impressione è che, negli ultimi<br />
anni, la ricerca universitaria italiana abbia<br />
fatto grandi progressi nel settore dei<br />
materiali e delle tecnologie per le costruzioni,<br />
tanto che i risultati ottenuti<br />
sono riconosciuti a livello internazionale.<br />
Ne è una dimostrazione la presenza di diversi docenti<br />
italiani nei comitati scientifici delle principali<br />
conferenze internazionali del settore.<br />
<strong>La</strong> ricerca ha consentito di sviluppare materiali pronti<br />
a rispondere alle principali esigenze delle costruzioni,<br />
tra le quali si possono citare certamente la sicurezza<br />
nei confronti di possibili terremoti e l’esigenza<br />
di realizzare costruzioni sostenibili anche nel<br />
senso di ridurre i costi di manutenzione; ciò è possibile<br />
garantendo una elevata durabilità alla struttura.<br />
Questo tema è stato molto dibattuto negli ultimi anni<br />
ed è ora diventato cogente nel senso che la nuova<br />
normativa tecnica per le costruzioni, il DM 14-1-<br />
2008, impone che le strutture abbiano una vita utile<br />
non inferiore ai 50 anni, che diventano 100 per le<br />
grandi infrastrutture, durante la quale non sono ammesse<br />
manutenzioni straordinarie.<br />
Temo che il mondo del lavoro in generale e delle costruzioni<br />
in particolare abbia recepito solo in minima<br />
parte queste innovazioni, preoccupato troppo<br />
spesso di ridurre i costi di produzione dimenticando<br />
il valore aggiunto rappresentato dalla qualità del prodotto.<br />
In sostanza, la mia impressione è che il mondo della<br />
ricerca e il mondo delle costruzioni abbiano percorso<br />
due strade parallele, con pochissime interazioni.<br />
Il Forum di Tecnica delle Costruzioni rappresenta, a<br />
mio parere, una grande opportunità di incontro tra<br />
i due mondi, in modo da unire le due strade a vantaggio<br />
di tutti: quella dell’università, che ha necessità<br />
di conoscere i bisogni ed i problemi specifici<br />
dei cantieri, e quella delle imprese di costruzione<br />
che non possono rinunciare all’innovazione tecnologica<br />
in un paese che deve guardare avanti ed essere<br />
sempre più competitivo con la concorrenza<br />
estera.<br />
Il recente terremoto de L’Aquila rappresenta un bellissimo<br />
esempio di come il nostro Paese possa trarre<br />
vantaggio dal supporto offerto dall’università; infatti,<br />
la collaborazione attivata alcuni anni fa tra la<br />
protezione civile e la rete di laboratori universitari<br />
ReLUIS ha permesso di offrire un valido aiuto alla<br />
Protezione Civile nella gestione dell’emergenza post<br />
terremoto e nella definizione delle unità residenziali<br />
antisismiche che, in pochissimo tempo, sono state<br />
messe a disposizione di chi era costretto a vivere<br />
nelle tendopoli.<br />
Al centro del Forum un Comitato<br />
Scientifico prestigioso: quale è stato<br />
il ruolo svolto all'interno della manifestazione?<br />
Il Forum di Tecnica delle Costruzioni<br />
si avvale dell’apporto di un comitato<br />
scientifico del quale fanno parte alcuni<br />
docenti universitari esperti per diversi<br />
materiali, come il calcestruzzo, l’acciaio,<br />
il laterizio o il legno, e per le numerose<br />
tecnologie che caratterizzano<br />
il mondo delle costruzioni. Tutti i<br />
membri del Comitato Scientifico sono<br />
docenti di riconosciuta fama nazionale e internazionale<br />
e sono considerati tra i maggiori esperti nel<br />
mondo della ricerca nel settore delle costruzioni in<br />
generale e dell’ingegneria strutturale in particolare.<br />
Al Comitato Scientifico è chiesto di valutare le proposte<br />
fatte dalle diverse aziende per la mostra dei<br />
prodotti in modo da presentare ai visitatori solo proposte<br />
caratterizzate da un elevato contenuto tecnologico,<br />
prodotti che saranno presenti e che potranno<br />
essere toccati con mano dal pubblico.<br />
Lo stesso Comitato Scientifico ha anche la responsabilità<br />
di controllare la “Borsa dei progetti di ricerca”,<br />
nell’ambito della quale i diversi centri di ricerca potranno<br />
mostrare al pubblico le potenzialità offerte al<br />
mondo delle costruzioni. Non dobbiamo infatti dimenticare<br />
che le università rappresentano un servizio<br />
pubblico e che le facoltà di ingegneria, in particolare,<br />
possono veramente rappresentare una risorsa per le<br />
aziende che vogliono migliorare i loro prodotti. Ad<br />
oggi, non è possibile pensare a strutture di ricerca<br />
d’avanguardia all’interno delle aziende di costruzione.<br />
In un programma molto ampio, cosa a suo parere<br />
va evidenziato per l'ingegnere che desidera partecipare<br />
alla manifestazione?<br />
Credo che il mondo degli ingegneri e dei professionisti<br />
abbia bisogno di recepire l’innovazione in un<br />
contesto ampio nel quale vengono messe a confronto<br />
tutte le proposte tecniche. A mio parere è sempre<br />
più diffuso un forte senso di insofferenza nei confronti<br />
di proposte meramente commerciali che puntano<br />
a proporre un prodotto dicendo semplicemente<br />
“è il migliore”, magari cercando di accattivare l’attenzione<br />
dei professionisti con un aperitivo o una cena<br />
al termine di una presentazione commerciale.<br />
Il professionista ha bisogno di certezze tecniche sulla<br />
qualità e l’affidabilità dei prodotti, anche perché è<br />
lui stesso a risponderne in prima persona, in ambito<br />
civile o penale quando è messa in discussione la sicurezza<br />
delle costruzioni.<br />
Nel visitare gli spazi dedicati al Forum di Tecnica delle<br />
Costruzioni del MADE expo, il professionista potrà<br />
trovare certamente proposte vagliate dal Comitato<br />
Scientifico per garantirne la qualità. Gli stessi professionisti<br />
potranno anche parlare direttamente con<br />
le aziende ed i centri di ricerca che potranno fornire<br />
tutte le informazioni richieste.<br />
Intervista ad Andrea Negri,<br />
Presidente Made Eventi<br />
Presidente, il MADE expo nelle prime<br />
due edizioni si è connotato come<br />
evento centrale del complesso mondo<br />
dell’architettura. I programmi della<br />
nuova edizione evidenziano però<br />
una crescente attenzione al mondo<br />
della progettazione e delle imprese.<br />
È solo un’impressione?<br />
Fin dal primo anno, MADE expo, che<br />
nasce dal trasferimento a Milano di<br />
SAIE 2, ha cercato di realizzare una<br />
manifestazione fieristica che avesse<br />
uno sguardo a 360° sul mondo delle<br />
costruzioni. Con il 2010 si porta a<br />
compimento questo percorso di crescita e si completa<br />
il disegno originale. Non bisogna dimenticare<br />
che l’offerta di MADE ha sempre previsto, parallelamente<br />
alla più ampia rassegna espositiva della filiera<br />
dell’edilizia, un palinsesto di convegni e iniziative<br />
speciali che hanno scavalcato i confini del quartiere<br />
fieristico, valorizzando il patrimonio di una città stimolata<br />
dai riflettori internazionali del progetto e della<br />
cultura dell'abitare. Anche quest’anno il programma<br />
collaterale di MADE expo unisce il mondo della produzione<br />
agli approfondimenti culturali, i mercati ai<br />
professionisti, le più evolute soluzioni tecniche a ciò<br />
che è glamour e innovazione.<br />
Il “Forum della Tecnica delle Costruzioni” ne è un<br />
esempio: un evento in cui, per la prima volta in Europa,<br />
la tecnica delle costruzioni diventa argomento<br />
di approfondimento in un appuntamento fieristico,<br />
un’occasione unica di incontro per i progettisti, per<br />
le direzioni lavori, per le imprese e per i committenti,<br />
per trasformare una novità normativa in una soluzione<br />
di rilancio e di valorizzazione della propria attività.<br />
All’interno del programma del 2010 spicca l’evento<br />
dedicato ai borghi, può darci maggiori dettagli?<br />
L’evento “Borghi e centri storici” rappresenta una<br />
scommessa importante per MADE expo e si inserisce<br />
nella visione più ampia del concetto di Fiera. L’intento<br />
di MADE expo è infatti quello di realizzare una<br />
manifestazione che non coinvolga solo le aziende del<br />
settore ma anche il mondo politico e quello economico<br />
senza trascurare l’aspetto culturale. Queste infatti<br />
sono le tre realtà che ruotano intorno al mondo delle<br />
costruzioni. L’evento, che in un’innovativa ottica<br />
Ingressi<br />
Porta Sud,<br />
Porta Est,<br />
Porta Ovest<br />
Accredito press<br />
e Ufficio Stampa<br />
Porta Sud<br />
Centro Servizi - Primo Piano<br />
multidisciplinare, offrirà tematiche,<br />
prodotti e soluzioni attinenti la riqualificazione<br />
e la valorizzazione dei piccoli<br />
contesti urbani, ovvero dei centri storici<br />
che rappresentano e raccontano una<br />
cultura ed un patrimonio identitario,<br />
vuole quindi rappresentare lo “stato<br />
dell’arte” relativo alle oltre 5.000 piccole<br />
realtà urbane del nostro Paese e dei<br />
centri storici in generale, puntando alla<br />
creazione di un’“agorà” dove sarà possibile<br />
scambiare esperienze e contattare<br />
tutti i protagonisti che con diversi<br />
ruoli operano attivamente per contribuire<br />
alla loro valorizzazione. Sarà l’occasione per<br />
enti pubblici, realtà imprenditoriali, agenzie di sviluppo,<br />
progettisti, imprese immobiliari, operatori turistici,<br />
operatori finanziari, associazioni, per conoscere<br />
ed approfondire, in un’ottica di sviluppo sostenibile,<br />
le grandi opportunità offerte dal settore come nuovo<br />
prodotto del “Made in Italy” e ad avere una visione<br />
assolutamente esaustiva dei servizi, dei prodotti e<br />
delle nuove tecnologie dedicate.<br />
MADE ed EXPO 2015: quali punti di contatto tra la<br />
manifestazione fieristica e l’importante appuntamento<br />
del 2015?<br />
I punti di contatto ci sono e sono molto forti. L’esposizione<br />
mondiale rappresenta una vetrina che si<br />
confronta con tutti i Paesi del mondo.<br />
Dato che, indubbiamente, il settore delle costruzioni<br />
svolge un ruolo importante nell’economia di una nazione,<br />
è logico pensare che una manifestazione come<br />
MADE expo che, a livello internazionale, si afferma<br />
come appuntamento importante ed unico per il<br />
settore edilizio e luogo privilegiato di progettualità,<br />
innovazione, sviluppo tecnologico e sostenibilità,<br />
presenti un trait d’union molto forte con Expo Milano<br />
2015. Quest’ultimo ha avviato una collaborazione<br />
strategica con MADE expo per comunicare al mondo<br />
del progetto, dell’architettura, dell’edilizia e delle costruzioni,<br />
le fasi di avanzamento dei lavori del Masterplan<br />
di ExpoMilano 2015.<br />
MADE expo sarà quindi interlocutore privilegiato per<br />
il mondo dell’edilizia ospitando in tutte le occasioni<br />
di promozione della manifestazione in Italia e all’estero,<br />
la promozione delle tematiche di Expo 2015.<br />
Date 3-6 Febbraio 2010<br />
Orari 9.00 - 18.00<br />
Luogo<br />
Nuovo Quartiere Fiera Milano, Rho<br />
Strada Statale del Sempione 28<br />
20017 Rho - Milano<br />
Entrata Fiera Milano- Rho<br />
Metro: Linea 1, fermata Rho-Fiera Milano<br />
Autostrada:<br />
Uscita Fiera Milano Rho<br />
IL PROGRAMMA DEI CONVEGNI E DEGLI EVENTI DEL FORUM DELLA TECNICA DELLE COSTRUZIONI<br />
PROGRAMMA ISTITUZIONALE<br />
■ INAUGURAZIONE<br />
Piastra Sismica della Protezione Civile<br />
Mercoledì 3 febbraio – PAD. 6<br />
■ CONVEGNO TECNICO – SCIENTIFICO<br />
<strong>La</strong> <strong>sfida</strong> delle prestazioni<br />
Organizzato dal Comitato Scientifico del FORUM<br />
Mercoledì 3 febbraio, ore 10.30<br />
ARENA del FORUM<br />
PROGRAMMA TECNICO<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
Travi PREM - Finalmente le regole procedurali<br />
e tecniche per la loro progettazione ed esecuzione<br />
Organizzato da ASSOPREM in collaborazione con il MADE EXPO 2010<br />
Mercoledì 3 febbraio, ore 9.30<br />
sala KAPPA piano ammezzato PAD 6<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
Il problema dello scartellamento nelle pavimentazioni industriali<br />
Organizzato da ATECAP in collaborazione<br />
con il MADE EXPO 2010<br />
Mercoledì 3 febbraio, ore 10 - sala FORUM del PAD 2<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
Murature eco-sostenibili ed antisismiche secondo<br />
le nuove Normative Tecniche GASBETON:<br />
il sistema costruttivo del Gruppo RDB<br />
Organizzato da RDB<br />
Mercoledì 3 febbraio, ore 14 - sala ARIES del Centro Servizi<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
<strong>La</strong> programmazione e la progettazione<br />
degli stadi e degli edifici sportivi<br />
Organizzato dalla rivista Impianti Sport Verde Piscina<br />
e dal Giornale dell’Ingegnere in collaborazione<br />
con il MADE EXPO 2010<br />
Mercoledì 3 febbraio, ore 14 - sala KAPPA piano ammezzato PAD 6<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
Gli interventi sugli edifici esistenti (cap. 8)<br />
e i dissesti pseudo-strutturali<br />
Organizzato da ATE in collaborazione con il MADE EXPO 2010<br />
Mercoledì 3 febbraio, ore 14.30<br />
sala KAPPA piano ammezzato PAD 6<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
Le linee Guida nazionali per la certificazione <strong>energetica</strong> degli<br />
edifici e il Piano Casa: Soluzioni progettuali e corretta esecuzione<br />
in cantiere del sistema edificio impianto. Agevolazioni fiscali<br />
55%. Le risposte dell’agenzia delle entrate.<br />
Organizzato da SINERGIE MODERNE NETWORK in collaborazione<br />
con il MADE EXPO 2010<br />
Giovedì 4 febbraio, ore 9.30 – AUDITORIUM<br />
■ INAUGURAZIONE della MOSTRA/EVENTO<br />
Prodotti e sistemi innovativi di ingegneria strutturale<br />
Mercoledì 3 febbraio, ore 14.00 - ARENA del FORUM<br />
■ CONFERENZA DI APERTURA DEL FORUM<br />
DELLA TECNICA DELLE COSTRUZIONI<br />
L’innovazione tecnica: motore del mercato delle costruzioni<br />
Organizzata da Federcostruzioni e MADE EXPO<br />
Mercoledì 3 febbraio, ore 14.30<br />
ARENA del FORUM<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
<strong>La</strong> Sostenibile leggerezza del legno.<br />
Il legno protagonista della ricostruzione in Abruzzo<br />
Organizzato da PROMOLEGNO<br />
in collaborazione con ASSOLEGNO<br />
Giovedì 4 febbraio, ore 9.30<br />
sala TAURUS del Centro Servizi<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
<strong>La</strong> progettazione degli edifici verticali<br />
L’evoluzione tecnica e progettuale su esperienze internazionali<br />
Organizzato dal Giornale dell’Ingegnere in collaborazione con il<br />
MADE EXPO 2010<br />
Giovedì 4 febbraio, ore 10.15<br />
sala KAPPA piano ammezzato PAD 6<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
Calcestruzzi ad alte prestazioni per tutti i cantieri<br />
Organizzato dal CTE in collaborazione<br />
con il MADE EXPO 2010<br />
Giovedì 4 febbraio, ore 14 - sala FORUM del PAD 2<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
L’evoluzione della normativa tecnica europea sul calcestruzzo<br />
Le nuove disposizioni per Produttori, Prescrittori, Imprese e Direttori<br />
<strong>La</strong>vori<br />
Organizzato da ATECAP in collaborazione con il MADE EXPO 2010<br />
Giovedì 4 febbraio, ore 14.30<br />
sala ARIES del Centro Servizi<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
Le trasformazioni del territorio<br />
e l’ammodernamento delle infrastrutture<br />
Organizzato da AUTODESK<br />
Giovedì 4 febbraio, ore 15.00<br />
sala KAPPA piano ammezzato PAD 6<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
L’acustica nelle costruzioni<br />
Organizzato da SE SISTEMI EDITORIALI<br />
in collaborazione con BUREAU VERITAS ITALIA<br />
Venerdì 5 febbraio, ore 10<br />
Sala SAGITTARIUS del Centro Servizi<br />
■ PRESENTAZIONI TECNICHE nella MOSTRA/EVENTO<br />
Prodotti e sistemi innovativi di ingegneria strutturale<br />
Presentazione delle tecnologie esposte<br />
Giovedì 4 febbraio, ore 10 - 17 - ARENA del FORUM<br />
■ CONVEGNO TECNICO – SCIENTIFICO<br />
L’ingegneria per la sostenibilità<br />
Organizzato dal Comitato Scientifico del FORUM<br />
Giovedì 4 febbraio, ore 10.30<br />
AREA FORUM del PAD 2<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
L’industrializzazione edilizia al Servizio delle imprese<br />
Organizzato dal CTE in collaborazione<br />
con il MADE EXPO 2010<br />
Venerdì 5 febbraio, ore 10<br />
sala KAPPA piano ammezzato PAD 6<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
L’acustica nelle costruzioni<br />
Organizzato da SE Sistemi Editoriali e Bureau Veritas<br />
Venerdì 5 febbraio, ore 10<br />
sala SAGITTARIUS del Centro Servizi<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
<strong>La</strong> Costruzione a Secco per l’edilizia sostenibile e industrializzata<br />
Organizzato da AIPPEG – Associazione Italiana Produttori Pannelli<br />
ed Elementi Grecati<br />
Venerdì 5 febbraio, ore 10.15<br />
sala GAMMA del Centro Servizi<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
Trasmittanza termica e isolamento acustico:<br />
le prestazioni del futuro<br />
Organizzato da Confartigianato LEGNO ARREDO<br />
Venerdì 5 febbraio, ore 14.00<br />
sala SCORPIO del Centro Servizi<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
Norme Tecniche per le Costruzioni e progettare sostenibile: garantire<br />
le prestazioni dei prodotti. Le responsabilità di progettisti,<br />
direttori lavori, produttori ed imprese.<br />
Promosso da ICMQ – Istituto di Certificazione e Marchio di Qualità<br />
per Prodotti e Servizi per le Costruzioni. Organizzato da SINERGIE<br />
MODERNE NETWORK<br />
Venerdì 5 febbraio, ore 14.00<br />
sala GEMINI del Centro Servizi<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
Durabilità e Vita Utile delle Strutture<br />
Organizzato da AICAP e da American Concrete<br />
Institute (ACI) Italy Charter in Chapter<br />
Venerdì 5 febbraio, ore 14.00 - sala FORUM del PAD 2<br />
■ CONVEGNO TECNICO – SCIENTIFICO<br />
Progettare opere a prova di incendio<br />
Organizzato dal Comitato Scientifico del FORUM<br />
Venerdì 5 febbraio, ore 10.30 - AREA FORUM del PAD 2<br />
■ CONVEGNO TECNICO – SCIENTIFICO<br />
Intervenire sulle costruzioni esistenti in zona sismica:<br />
Metodi e tecniche innovative di intervento<br />
Organizzato dal Comitato Scientifico del FORUM<br />
Sabato 6 febbraio, ore 10.30 - AREA FORUM del PAD 2<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
Problemi e criticità nell’applicazione<br />
delle Norme Tecniche per le Costruzioni<br />
Organizzato da ATE in collaborazione<br />
con il MADE EXPO 2010<br />
Venerdì 5 febbraio, ore 14.15<br />
ARENA del FORUM<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
Materiali e norme tecniche per le costruzioni<br />
Organizzato da SE Sistemi Editoriali<br />
e Bureau Veritas<br />
Venerdì 5 febbraio, ore 14.30<br />
sala SAGITTARIUS del Centro Servizi<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
Model Data for performance analysis:<br />
le Soluzioni Autodesk per la progettazione sostenibile<br />
Organizzato da AUTODESK<br />
Venerdì 5 febbraio, ore 15.00<br />
sala KAPPA piano ammezzato PAD 6<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
Innovazioni tecnologiche per l’esecuzione<br />
delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni in C.A.<br />
Organizzato da TECNOCHEM ITALIANA<br />
Sabato 6 febbraio, ore 9.00<br />
sala MARTINI del Centro Servizi<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
Monitoraggio e controllo di strutture,<br />
ponti e viadotti mediante sistemi a fibra ottica<br />
Organizzato da AIPnD in collaborazione<br />
con il MADE EXPO 2010<br />
Sabato 6 febbraio, ore 9.30<br />
sala KAPPA piano ammezzato PAD 6<br />
■ CONVEGNO TECNICO<br />
Certificazione del personale addetto al controllo in campo civile<br />
ed industriale<br />
Organizzato da AIPnD in collaborazione<br />
con il MADE EXPO 2010<br />
Sabato 6 febbraio, ore 14.00 - sala KAPPA piano ammezzato PAD 6
32 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />
Milano Architettura Design Edilizia<br />
MADE expo è un’iniziativa di:<br />
MADE eventi srl<br />
Federlegno Arredo srl<br />
Fiera Milano, Rho 03_06 Febbraio 2010<br />
Costruisci il futuro!<br />
Organizzata da: MADE eventi srl<br />
tel. +39 051 6646624 +39 02 80604440<br />
info@madeexpo.it made@madeexpo.it<br />
Tutto ciò che occorre per creare capolavori<br />
in architettura e edilizia puoi scoprirlo<br />
a MADE expo, la fiera più importante del settore<br />
Promossa da:<br />
www.madeexpo.it<br />
Ministero per la semplificazione normativa