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Efficienza energetica e politica ambientale La sfida dell'innovazione ...

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N. 1 - 15 Gennaio 2010 - Anno 58<br />

Milano Architettura Design Edilizia<br />

Fiera Milano, Rho 03_06 Febbraio 2010<br />

1563<br />

IMREADY Srl - Spedizione in abbonamento postale - Tabella B - (Tassa riscossa) - autorizzazione rilasciata a IMREADY Srl - n. 959 del 19.12.08 dalla Direzione Generale PP.TT. della Rep. S. Marino<br />

Quindicinale<br />

di informazione<br />

per ingegneri<br />

e architetti<br />

<strong>La</strong> situazione internazionale e i possibili cambiamenti nel nostro Paese<br />

<strong>Efficienza</strong> <strong>energetica</strong> e <strong>politica</strong> <strong>ambientale</strong><br />

<strong>La</strong> <strong>sfida</strong> dell’innovazione per un futuro sostenibile<br />

PROF. ING. GIANBATTISTA ZORZOLI<br />

Nel 2010, anno che chiude la<br />

prima decade del terzo millennio,<br />

secondo il World<br />

Energy Outlook 2009 dell’IEA,<br />

malgrado il calo provocato dalla<br />

crisi economico-finanziaria la domanda<br />

mondiale di energia sarà già<br />

tornata quasi al livello del 2007 e, a<br />

politiche energetiche immutate<br />

(scenario di riferimento), fra il 2007<br />

e il 2030 crescerà mediamente<br />

dell’1,5% all’anno. Può sembrare<br />

poco, ma in termini assoluti significa<br />

un incremento di 4,8 miliardi di<br />

tep (+ 40%).<br />

Non a caso lo stesso rapporto illustra<br />

anche uno scenario denominato<br />

450, in quanto garantirebbe una<br />

concentrazione di CO2 equivalente<br />

nell’atmosfera mai superiore a 450<br />

ppm, così da limitarne a 2 °C l’incremento<br />

della temperatura media.<br />

In tal modo nel 2030 rispetto allo<br />

scenario di riferimento il quantitativo<br />

annuo di emissioni si ridurrebbe<br />

di 13,8 miliardi di tonnellate.<br />

segue a pag. 5<br />

Mtoe<br />

12.000<br />

10.000<br />

8.000<br />

6.000<br />

4.000<br />

2.000<br />

Inquinamento atmosferico:<br />

servono strategie diverse<br />

PROF. ING. GIUSEPPE FUMAROLA<br />

Inquinamento atmosferico e<br />

cambiamento climatico sono<br />

fenomeni strettamente interconnessi<br />

che non possono essere<br />

trattati separatamente come è avvenuto<br />

sino ad oggi. Negli ultimi<br />

anni diversi convegni e dibattiti,<br />

sino al più recente sponsorizzato<br />

dall’EFCA [1], hanno ribadito la<br />

necessità di affrontare questi temi<br />

0<br />

con un approccio integrato.<br />

Nel 2007 l’UNECE ha deciso di<br />

costruire il futuro Ambiente per<br />

l’Europa, programmando una<br />

Conferenza Ministeriale per il<br />

2011 ad Astana nel Kazakistan<br />

[2] e invitando la comunità scientifica<br />

ad elaborare idee e proposte<br />

per quella occasione.<br />

Questo lavoro è un contributo<br />

che mette in rilievo la mancanza<br />

di coerenza e le contraddizioni<br />

Informazione, new economy<br />

e la <strong>sfida</strong> del terzo millennio<br />

PROF. ING. PIERANGELO ANDREINI<br />

C’<br />

è chi dice che il progresso<br />

compiuto dall’uomo nel<br />

XX° secolo equivale al<br />

cammino fatto dall’umanità in tutti<br />

i secoli precedenti dall’inizio della<br />

Fondato nel 1952 www.giornaleingegnere.it<br />

1980 1990 2000 2010 2020 2030<br />

segue a pag. 4<br />

civiltà, che esso sarà poco rispetto a<br />

ciò che prospettano i prossimi decenni<br />

e che l’attuale cultura sarà rapidamente<br />

sovvertita da una nuova,<br />

di carattere globale, capace di<br />

coinvolgere tutto il mondo praticamente<br />

in tempo reale.<br />

ANDAMENTO E PREVISIONE DELLA DOMANDA DI ENERGIA<br />

segue a pag. 6<br />

DAVIDE CANEVARI<br />

<strong>La</strong> matematica, certo, non è<br />

un’opinione. A volte lo sono,<br />

invece, i sondaggi (non a caso<br />

detti d’opinione), pur avendo<br />

sempre a che fare con i numeri. E<br />

questo vale anche - forse soprattutto<br />

- per un tema scottante come<br />

quello del nucleare. Negli ultimi mesi<br />

si sono, infatti, alternate inchieste<br />

con esiti profondamente diversi tra<br />

di loro.<br />

segue a pag. 3<br />

Cina e India<br />

non-OECD<br />

OECD<br />

Pubblicati i risultati di un’indagine dell’Ispo<br />

I nuovi scenari “nucleari”<br />

Gli italiani cambiano idea?<br />

1563<br />

FOCUS/<br />

INFRASTRUTTURE “EUROPA - AFRICA”<br />

Lo scorso ottobre si è svolta a Napoli la conferenza annuale del programma TEN-T,<br />

evento organizzato dalla Commissione, dal Ministero italiano delle infrastrutture e dei trasporti,<br />

dalla presidenza dell’Unione Europea. Tra i temi trattati, il possibile futuro infrastrutturale<br />

dell’Africa e il ruolo che potrebbe svolgere l’Europa, vista anche la vicinanza geografica.<br />

Partendo da questo spunto il Giornale dell’Ingegnere ha deciso di dedicare un dossier<br />

di approfondimento al Sud del Mediterraneo e alle possibilità di sviluppo – anche in<br />

campo energetico – nel prossimo ventennio.<br />

DA PAG. 7 A PAG. 12<br />

fonte: OCED/IEA 2009<br />

foto: Greg<br />

Milano Architettura Design Edilizia<br />

Fiera Milano, Rho 03_06 Febbraio 2010<br />

ORDINI<br />

Stefano Calzolari<br />

nuovo Presidente<br />

di Milano<br />

■ Roberto Di Sanzo<br />

“Sarà un’avventuraappassionante”.<br />

E’ con<br />

questo spirito<br />

che Stefano<br />

Calzolari ha assunto,<br />

lo scorso<br />

mese di ottobre,<br />

la carica<br />

di Presidente<br />

dell’Ordine degli Ingegneri di<br />

Milano. Ingegnere civile edile<br />

con indirizzo strutturista, laureato<br />

al Politecnico del capoluogo<br />

lombardo, Stefano Calzolari<br />

è un libero professionista che<br />

per quattro anni ha collaborato<br />

proprio con l’attuale Rettore del<br />

Politecnico, il professor Giulio<br />

Ballio (“Un’esperienza davvero<br />

rilevante per la mia formazione<br />

professionale”). Per quanto concerne<br />

la sua carriera ordinistica,<br />

Calzolari è stato Consigliere per<br />

più mandati, Presidente della<br />

“Commissione Formazione” e<br />

della “Commissione Qualità”.<br />

segue a pagina 14<br />

ANNIVERSARIO<br />

I cent’anni<br />

della “Metallurgia<br />

Italiana”<br />

■ prof. dott. Gianangelo Camona<br />

Il 16 novembre 2009 l’AIM –<br />

Associazione Italiana di Metallurgia<br />

– ha invitato soci e amici<br />

presso il Museo della Scienza e<br />

della Tecnologia “Leonardo da<br />

Vinci” per festeggiare un duplice<br />

anniversario: il Centenario della<br />

rivista dell’Associazione, “<strong>La</strong> Metallurgia<br />

Italiana”, e il Cinquantenario<br />

del Centro Studi Materiali<br />

per l’Energia – CME.<br />

“<strong>La</strong> Metallurgia Italiana” ha visto<br />

la sua nascita il 15 novembre<br />

1909, promossa dall’Associazione<br />

fra gli Industriali Metallurgici<br />

Italiani come suo organo<br />

ufficiale.<br />

Voluta con l’intento principale<br />

di rappresentare la voce istituzionale<br />

dell’industria metallurgica<br />

nazionale, la rivista è<br />

andata via via spostando il suo<br />

baricentro verso contenuti tecnico-scientifici,<br />

che sono divenuti<br />

assolutamente preminenti<br />

soprattutto dopo che la testata<br />

è passata di proprietà all’AIM<br />

nel 1947.<br />

segue alle pagine 22-23


2 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />

1563<br />

Fondato nel 1952 www.giornaleingegnere.it<br />

QUINDICINALE DI INFORMAZIONE<br />

PER INGEGNERI E ARCHITETTI<br />

Direttore responsabile<br />

Carlo Valtolina<br />

Presidente del Collegio Ingegneri e Architetti di Milano<br />

Vicedirettore<br />

Pierangelo Andreini<br />

____________________________<br />

Direttore scientifico-culturale<br />

Giulio Galli<br />

____________________________<br />

Assistente al direttore<br />

Franco Ligonzo<br />

Comitato di gestione<br />

Adriano De Maio, Patrizia Giracca,<br />

Anna Semenza, Carlo Valtolina,<br />

Gilberto Ricci<br />

Comitato Scientifico Culturale<br />

AREA STRATEGICA<br />

Sergio Barabaschi, Vittorio Coda,<br />

Alberto Quadrio Curzio, Adriano<br />

DeMaio, Giacomo Elias, Giuseppe<br />

<strong>La</strong>nzavecchia, Giovanni Nassi, Massimo<br />

Saita<br />

AREA FORMAZIONE, RICER-<br />

CA E INNOVAZIONE<br />

Umberto Bertelè, Maurizio Cumo,<br />

Walter Niccodemi, Aldo Norsa,<br />

Lucio Pinto, Michele Presbitero,<br />

Umberto Ruggiero, Claudio Smiraglia,<br />

Cesare Stevan<br />

AREA TECNICA, ECONOMICA,<br />

NORMATIVA<br />

E PROFESSIONALE<br />

Mario Abate, Pierangelo Andreini,<br />

Guido Arrigoni, Giancarlo Bobbo,<br />

Gianmario Bolloli, Sergio Brofferio,<br />

Giuseppe Callarame, Vittorio<br />

Carnemolla, Franco Cianflone, Sergio<br />

Clarelli, Piercarlo Comolli, Antonio<br />

De Marco, Gabriele Di Caprio,<br />

Mario Ghezzi, Gian Carlo<br />

Giuliani, Leopoldo Iaria, Franco Ligonzo,<br />

Ernesto Pedrocchi, Giovanni<br />

Rigone, Michele Rossi, Alberto Rovetta,<br />

Angelo Selis, Giorgio Simeone,<br />

Franco Sironi, Andrea Sommaruga,<br />

Francesco Tozzi Spadoni,<br />

Giorgio Valentini<br />

Direttore editoriale<br />

Pierfrancesco Gallizzi<br />

____________________________<br />

Redazione<br />

Responsabile: Sandra Banfi<br />

Davide Canevari<br />

Roberto Di Sanzo<br />

Patrizia Ricci<br />

Comitato d’onore<br />

Edoardo Bregani, Vittore Ceretti,<br />

Adolfo Colombo, Riccardo Pellegatta,<br />

Fabio Semenza, Gianni Verga<br />

Presidenti degli Ordini e Collegi<br />

abbonati al Giornale dell’Ingegnere<br />

Di diritto componenti del Comitato<br />

Scientifico Culturale “Area Tecnica,<br />

economica, normativa e professionale”<br />

Collegio ingegneri di Pavia: Giovanni<br />

Rigone; Collegio ingegneri di Venezia:<br />

Franco Pianon<br />

Ordini ingegneri: Alessandria: Gregorio<br />

Marafioti; Aosta: Michel Grosjacques;<br />

Belluno: Luigi Panzan; Bergamo:<br />

Donatella Guzzoni; Biella: Renato<br />

Bertone; Brindisi: Erminio Elia;<br />

Caserta: Vittorio Severino; Catanzaro:<br />

Salvatore Saccà; Como: Manlio<br />

Cantaluppi; Cremona: Adriano Faciocchi;<br />

Cuneo: Adriano Gerbotto;<br />

Forli’-Cesena: Lucio Lelli; Imperia:<br />

Pino Domenico; Lecco: Teodoro Berera;<br />

Lodi: Angelo Pozzi; Mantova:<br />

Tommaso Ferrante; Milano: Gianfranco<br />

Agnoletto; Monza: Piergiorgio<br />

Borgonovo; Napoli: Luigi Vinci; Novara:<br />

Giancarlo Ferrera; Parma: Angelo<br />

Tedeschi; Pavia: Giampiero Canevari;<br />

Piacenza: Fabrizio Perazzi;<br />

Reggio Emilia: Piero Antonio Gasparini;<br />

Sondrio: Enrico Moratti; Torino:<br />

Ilario Cursaro; Trento: Alberto Salizzoni;<br />

Treviso: Vittorino Dal Cin; Varese:<br />

Roberta Besozzi; Verbania: Alberto<br />

Gagliardi; Vercelli: Guido Torello;<br />

Verona: Mario Zocca.<br />

Hanno collaborato a questo numero:<br />

Gianangelo Camona, Bruno Ciborra, Giuseppe Fumarola, Luca Iannantuoni, Giuseppe<br />

<strong>La</strong>nzavecchia, Anna Magrini, Giovanni Manzini, GianBattista Zorzoli<br />

Proprietà Editoriale<br />

Società di Servizi del<br />

Collegio degli Ingegneri<br />

e Architetti di Milano S.r.l.<br />

corso Venezia 16 - 20121 Milano<br />

____________________________<br />

Casa Editrice<br />

IMREADY Srl<br />

Strada Cardio, 4 47891 Galazzano – RSM<br />

Tel. 0549.901003 Fax 0549.909096<br />

____________________________<br />

Direzione, redazione, segreteria<br />

corso Venezia 16 - 20121 Milano<br />

tel. +39 0276011294<br />

tel. +39 0276003509,<br />

fax +39 0276022755<br />

redazione@giornaleingegnere.it<br />

http://www.giornaleingegnere.it<br />

Pubblicità<br />

IDRA SA<br />

Strada Cardio, 4<br />

47891 Galazzano – RSM<br />

Tel. 0549.909090 Fax 0549.909096<br />

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Autorizzazione:<br />

Segreteria di Stato Affari Interni<br />

Prot. n. 2346/75/2008<br />

del 12 dicembre 2008.<br />

Copia depositata presso il Tribunale<br />

della Rep. Di San Marino.<br />

____________________________<br />

Autorizzazione: Segreteria di Stato<br />

Affari Interni Prot. n. 926/75/2009<br />

del 11 maggio 2009.<br />

Copia depositata presso il Tribunale<br />

della Rep. di San Marino<br />

© Copyright by Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano<br />

Gli articoli e le note firmate esprimono l’opinione dell’autore, non necessariamente<br />

quella del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, e non impegnano l’Editore<br />

e la Redazione. L’invio di immagini e testi implica l’autorizzazione dell’autore<br />

alla loro pubblicazione a titolo gratuito e non dà luogo alla loro restituzione, anche<br />

in caso di mancata pubblicazione. <strong>La</strong> direzione si riserva il diritto di ridimensionare<br />

gli articoli pervenuti, senza alterarne il contenuto e il significato globale.<br />

Progetto grafico, fotocomposizione<br />

S.G.E. Servizi Grafici Editoriali<br />

via Rossini, 2 - Rivolta d’Adda<br />

Tel. 0363 371 203 - Fax 0363 370 674<br />

Stampa e distribuzione<br />

Poligrafici - Grafica Editoriale Printing Srl<br />

Via Enrico Mattei 106<br />

40138 Bologna<br />

Oltre agli Abbonati individuali Il Giornale dell’Ingegnere viene distribuito:<br />

• agli iscritti agli Ordini degli Ingegneri delle province di Alessandria, Aosta,<br />

Belluno, Bergamo, Biella, Brindisi, Caserta, Catanzaro, Como, Cremona, Cuneo,<br />

Forlì-Cesena, Imperia, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Monza e Brianza,<br />

Napoli, Novara, Parma, Pavia, Piacenza, Reggio Emilia, Sondrio, Torino, Trento,<br />

Treviso, Varese, Verbania,Vercelli e Verona;<br />

• agli iscritti ai Collegi degli Ingegneri di Pavia e Venezia;<br />

• agli iscritti al Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano;<br />

• agli iscritti alle Associazioni aderenti all’ANIAI (Associazione Nazionale Ingegneri<br />

e Architetti Italiani);<br />

• alle Associazioni professionali, ai principali Enti tecnici e Industrie nazionali,<br />

ad alcuni istituti scolastici medi superiori, ad alcune sedi Universitarie.<br />

Con la collaborazione istituzionale di:<br />

ASSOBETON, ASSOLEGNO, ASSOVETRO, ATECAP, UNCSAAL<br />

DI QUESTO NUMERO SONO STATE DIFFUSE 85.000 COPIE<br />

LAVORO E MANAGEMENT<br />

Nuova ISO 9004, strumento utile<br />

per misurare il livello del proprio successo<br />

DOTT. ING. GIOVANNI MANZINI<br />

Nel novembre scorso<br />

l’ISO ha pubblicato<br />

l’aggiornamento della<br />

norma ISO 9004:2009. <strong>La</strong><br />

nuova edizione contiene numerose<br />

novità che sono state<br />

introdotte per interagire in<br />

modo sempre più efficiente<br />

con il contesto economicoproduttivo,<br />

per identificare le<br />

aspettative di tutte le parti interessate<br />

(clienti, proprietà,<br />

dipendenti, autorità, fornitori,<br />

sindacati...), per raggiungere<br />

e mantenere i risultati desiderati<br />

fornendo una risposta<br />

equilibrata a tali aspettative.<br />

<strong>La</strong> nuova ISO 9004 mette a<br />

disposizione del management<br />

uno strumento di diagnosi del<br />

proprio livello di successo<br />

(tramite alcune metodologie<br />

di autovalutazione) e di guida<br />

nelle aree di miglioramento.<br />

Si ricorda che la ISO 9004<br />

edizione 2000 rappresentava<br />

una guida per le organizza-<br />

“<strong>La</strong> società ha fame di ingegneri<br />

ma l’offerta è meno di un terzo”.<br />

Apriva così Il Giornale<br />

dell’Ingegnere del 15 gennaio<br />

1990, ospitando in bella evidenza<br />

la relazione di Claudio Ferrari,<br />

presidente della Foster Wheeler<br />

Italiana, presentata nel corso del<br />

convegno nazionale di<br />

impiantistica industriale dal tema<br />

“Europa 2000: una <strong>sfida</strong> per<br />

l’impiantistica”. Il documento<br />

trattava della mancanza cronica<br />

di professionisti del settore, a<br />

fronte di una richiesta quasi tripla<br />

rispetto all’offerta. Tant’è vero<br />

che l’ingegner Ferrari aveva<br />

esordito lanciando “un grido di<br />

allarme sulla drammatica<br />

mancanza di ingegneri”.<br />

Drammatico era la parola giusta<br />

da usare in tale contesto in<br />

quanto, stando ai dati presentati<br />

da Ferrari, la domanda di<br />

ingegneri da parte delle aziende<br />

era di oltre 20 mila unità all’anno,<br />

mentre alla fine degli anni ’80 e<br />

agli inizi dei ’90 se ne laureavano<br />

in media circa 600. Un altro dato<br />

sconfortante era il seguente: “Alla<br />

già scarsa scolarità universitaria,<br />

con ancora più scarsa iscrizione a<br />

ingegneria, l’università italiana fa<br />

corrispondere una ulteriore<br />

carente produttività, accanto ad<br />

un 30% di fuori corso endemico,<br />

corrispondente al modesto<br />

Tariffe Abbonamenti<br />

zioni che, andando oltre i requisiti<br />

contenuti nella ISO<br />

9001:2000, intendessero prendere<br />

in esame l’efficacia e l’efficienza<br />

del proprio sistema<br />

di gestione per la qualità e le<br />

potenzialità per il miglioramento<br />

delle proprie prestazioni,<br />

sviluppando in tale direzione<br />

ciascuno dei conte-<br />

il GIORNALE dellʼINGEGNERE ǀ gennaio 1990<br />

Accadeva 20 anni fa<br />

Annuale ___________________________________ Euro 25<br />

Studenti iscritti alle facoltà di ingegneria<br />

e architettura del 5° anno<br />

promozionale per un anno ___________________ Euro 15<br />

Collettivi (minimo 50 abbonamenti) ____________ Euro 10<br />

Estero ____________________________________ Euro 30<br />

PER INFORMAZIONI E ABBONAMENTI RIVOLGERSI A:<br />

IMREADY Srl<br />

Strada Cardio, 4<br />

47891 Galazzano - RSM<br />

Tel. 0549.941003 Fax 0549.909096<br />

www.imready.it<br />

info@imready.it<br />

nuti della ISO 9001:2000.<br />

Nove anni dopo, la nuova<br />

ISO 9004 non risponde solo<br />

alla necessità di un riallineamento<br />

con il mutato scenario<br />

economico-sociale per<br />

stare al passo con i tempi, ma,<br />

attraverso una lettura prospettica<br />

del rapporto organizzazione-contesto,costitui-<br />

risultato di circa 78 mila<br />

laureati annui su 250 mila<br />

iscritti. Tasso di mortalità del<br />

70%. Per ogni 100 studenti<br />

nuovi iscritti se ne laureano<br />

all’incirca 30 (…) Tra i pochi<br />

laureati ancora più esigui<br />

sono gli ingegneri, in<br />

drammatica diminuzione.<br />

Gli abbandoni sono, per<br />

ingegneria, numerosi. Più<br />

alti (quasi il doppio) che a<br />

medicina”. Le conclusioni<br />

dell’ingegner Ferrari,<br />

quindi, piuttosto crude e<br />

allo stesso tempo allarmanti,<br />

fornivano un quadro tutt’altro<br />

che roseo per la professione negli<br />

anni successivi e – in generale –<br />

per l’economia del nostro Paese.<br />

“L’università italiana –<br />

sottolineava il presidente della<br />

Foster Wheeler Italiana – nel<br />

1988 ha prodotto 5.663<br />

ingegneri, praticamente uno ogni<br />

10 mila abitanti, che sono<br />

drammaticamente pochi se li<br />

confrontiamo con i 6 ogni 10<br />

mila abitanti del Giappone”. Il<br />

tutto in un panorama nel quale il<br />

mondo delle imprese aveva negli<br />

ultimi anni invertito la tendenza,<br />

iniziando a richiedere con<br />

insistenza professionisti<br />

qualificati, soprattutto ingegneri,<br />

per cercare di rimanere<br />

competitive e concorrenziali a<br />

A tutti gli Abbonati<br />

foto: Lee Chisholm<br />

sce anche una guida per la<br />

gestione strategica e operativa<br />

delle organizzazioni che<br />

desiderano conseguire il successo<br />

e mantenerlo nel lungo<br />

periodo.<br />

<strong>La</strong> nuova edizione enfatizza<br />

in particolare:<br />

■ la prospettiva etico-sociale;<br />

■ la mission e vision dell’organizzazione;<br />

■ l’adattività e la flessibilità,<br />

intese come capacità dell’organizzazione<br />

di modificare,<br />

anche in modo sostanziale,<br />

se stessa e i propri prodotti e<br />

processi, in risposta alle mutevoli<br />

condizioni di rischio/opportunità;<br />

■ il knowledge management;<br />

■ il risk management;<br />

■ l’allineamento e il collegamento<br />

con gli altri sistemi di<br />

gestione adottati dall’organizzazione;<br />

■ la capacità di trasformare<br />

le strategie in azioni concrete<br />

e correlare i risultati agli obiettivi.<br />

livello mondiale. E allora, che<br />

fare? Le proposte dell’ingegner<br />

Ferrari per porre rimedio ad una<br />

situazione difficile erano pensate<br />

sia per il breve che per il lungo<br />

periodo. Più interessanti, per<br />

quanto si è verificato in futuro,<br />

valutare le risposte a mediolungo<br />

raggio. Innanzitutto,<br />

“aumentare il numero di neoingegneri,<br />

diminuendo nel<br />

contempo la ‘mortalità’ che<br />

avviene durante il periodo di<br />

università”. E poi, ecco la grande<br />

intuizione: “Creazione di nuovi<br />

ingegneri di ‘primo livello’, una<br />

figura di professionista con<br />

diploma universitario intermedio,<br />

già largamente diffusa in tutta<br />

Europa”. Una soluzione adottata<br />

negli ultimi anni e che tanto sta<br />

facendo discutere.<br />

Per qualsiasi segnalazione di errore e variazione di indirizzo,<br />

rivolgersi a:<br />

PICOMAX SrL<br />

Via Borghetto, 1 - 20122 Milano<br />

T. 02.77428040 - F. 02.76340836<br />

E-mail: abbonamenti@picomax.it


N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 3<br />

DALLA PRIMA PAGINA│ENERGIA<br />

Indagine Ispo: sulla carta l’Italia è pronta a tornare al nucleare<br />

segue da pag. 1<br />

Rilevamenti che hanno<br />

bocciato a priori l’opzione,<br />

enfatizzando come<br />

la maggior parte degli italiani<br />

sia ancora contraria a un<br />

ritorno all’atomo, sono stati<br />

seguiti a pochi giorni di distanza<br />

da studi che, al contrario,<br />

hanno mostrato aperture<br />

inattese ad ampia maggioranza.<br />

Quest’ultimo è il caso<br />

dello studio – presentato<br />

a metà novembre - commissionato<br />

all’Ispo dall’Associazione<br />

italiana nuclearisti.<br />

<strong>La</strong> ricerca dal titolo "Gli italiani<br />

e il nucleare", come è<br />

stato precisato dagli autori, è<br />

stata realizzata con l’obiettivo<br />

di indagare la percezione<br />

del problema energetico in<br />

Italia, il livello di informazione<br />

circa la posizione dell’Italia<br />

rispetto all’impiego dell’energia<br />

nucleare, le opinioni<br />

della popolazione circa l’impiego<br />

e la produzione di energia<br />

nucleare come soluzione<br />

alternativa al problema energetico.<br />

I risultati finali sembrano<br />

dare ragione alle aspettative<br />

del ministro Scajola e<br />

paiono delineare un percorso<br />

di ritorno al nucleare in<br />

Italia più semplice del previsto.<br />

“In sintesi – spiegano i ricercatori<br />

dell’Ispo – si può dire<br />

che il 63 per cento degli<br />

italiani dà più rilievo ai benefici<br />

derivanti dall’impiego del<br />

nucleare, mentre il 37 per<br />

cento manifesta posizioni più<br />

critiche”. Parrebbe più di una<br />

semplice apertura, quindi...<br />

“L’indice sintetico - precisa lo<br />

studio dell’Ispo - è stato calcolato<br />

conteggiando le opinioni<br />

favorevoli al nucleare<br />

espresse dagli intervistati alle<br />

domande proposte. Sono stati<br />

esclusi dal calcolo dell’indice<br />

tutti coloro che non sono<br />

mai stati in grado di esprimere<br />

un’opinione”.<br />

Vale la pena, a questo punto,<br />

riprendere dall’inizio il percorso<br />

che ha portato a questo<br />

pronunciamento, cercando di<br />

evidenziare alcune asimmetrie<br />

e criticità. Rispetto ad altre<br />

ricerche che hanno preso<br />

subito il problema di petto<br />

(siete favorevoli o contrari all’energia<br />

nucleare?) in questo<br />

caso c’è stata una sapiente<br />

strategia di avvicinamento,<br />

partendo dal cuore del problema.<br />

L’insostenibilità dell’attuale<br />

modello energetico<br />

italiano.<br />

A specifica domanda – si trova<br />

d’accordo con l’affermazione<br />

che oggi il costo dell’energia<br />

è diventato troppo alto<br />

– ben il 99 per cento del<br />

campione interpellato ha risposto<br />

con un sì. Il 95 per<br />

cento ha poi riconosciuto come<br />

fondamentale pensare sin<br />

da ora a fonti di energia diverse<br />

da quelle oggi utilizzate<br />

perché prima o poi finiranno.<br />

Il 92 per cento, infine, ha confermato<br />

che le centrali attualmente<br />

impiegate in Italia,<br />

per la produzione di energia<br />

elettrica, sono davvero troppo<br />

inquinanti.<br />

Certo, alcune domande sono<br />

state poste con una innegabile<br />

furbizia. Soprattutto in<br />

questa fase dell’economia, infatti,<br />

è davvero difficile trova-<br />

re persone disposte a dichiarare<br />

non eccessivo il costo di<br />

un servizio, si tratti di energia,<br />

telefonia, affitti, o anche<br />

della spesa alimentare. <strong>La</strong><br />

censura dei costi attuali della<br />

bolletta era quindi scontata.<br />

Lo studio<br />

afferma<br />

che la maggior<br />

parte degli italiani<br />

dà più peso<br />

ai benefici<br />

che non alle criticità<br />

di un possibile<br />

ritorno all’atomo.<br />

Eppure,<br />

scendendo<br />

nel dettaglio<br />

dei numeri<br />

emergono alcuni<br />

dubbi significativi<br />

Allo stesso tempo, appare un<br />

po’ troppo generica la domanda<br />

sull’inquinamento, soprattutto<br />

quando pone nello<br />

stesso calderone tecnologie<br />

profondamente diverse e con<br />

livelli di emissioni non comparabili<br />

come la generazione<br />

da olio combustibili (peraltro<br />

quasi del tutto scomparsa in<br />

Italia), da gas (tradizionale o<br />

con cicli combinati) e da carbone.<br />

Comunque sia, alla fine emerge<br />

un plebiscito a favore di<br />

una modifica sostanziale dell’attuale<br />

quadro di riferimento.<br />

Ma in quale direzione? Prima<br />

di fare entrare in gioco il<br />

nucleare come possibile risposta,<br />

sono state poste alcune<br />

altre domande proprio sul<br />

nucleare.<br />

“Abbiamo indagato – proseguono<br />

gli esperti dell’Ispo - il<br />

livello di informazione della<br />

popolazione italiana sul nucleare.<br />

Il quadro che è emerso<br />

è piuttosto positivo. Non<br />

solo gli italiani sanno che, già<br />

da tempo, sono attive molte<br />

centrali nucleari vicine al confine<br />

italiano (80 per cento),<br />

Il campione interpellato<br />

ma anche che il quadro legislativo<br />

italiano si sta muovendo<br />

verso un ritorno al nucleare<br />

(58 per cento). Un po’meno<br />

diffusa, la consapevolezza<br />

che l’Italia acquista energia<br />

nucleare prodotta in altri<br />

Stati: il 49 per cento non ne è<br />

al corrente”.<br />

In realtà colpisce – negativamente<br />

– il fatto che ben 4 italiani<br />

(adulti) su dieci non abbiano<br />

in alcun modo percepito<br />

la volontà di un rinascimento<br />

nucleare nonostante<br />

questo sia diventato uno degli<br />

aspetti più importanti del<br />

contraddittorio politico di<br />

questi ultimi mesi, anche con<br />

un confronto acceso tra governo<br />

e Regioni.<br />

<strong>La</strong> percentuale degli informati<br />

risulta superiore tra i maschi<br />

(74 per cento rispetto al 56<br />

per cento delle femmine), tra<br />

gli adulti (mentre si scende al<br />

56 per cento tra gli ultra sessantacinquenni),<br />

tra i laureati<br />

(78 per cento rispetto al 57<br />

cento di chi non ha titoli di<br />

studio o si è fermato alle elementari).<br />

Il percorso degli studiosi dell’Ispo,<br />

prima di chiedere direttamente<br />

agli italiani di<br />

prendere una posizione pro<br />

o contro, ha cercato di sondare<br />

la consapevolezza dei<br />

benefici che potrebbero derivare<br />

all’Italia dalla produzione<br />

di energia nucleare. Questi i<br />

dati più significativi emersi:<br />

■ Il 65 per cento degli italiani<br />

si è detto d’accordo sul fatto<br />

che il nucleare potrebbe ridurrebbe<br />

la nostra dipendenza<br />

<strong>energetica</strong> dall’estero;<br />

■ Il 50 per cento che la nostra<br />

economia potrebbe beneficiare<br />

di un’accelerazione<br />

nello sviluppo scientifico e<br />

tecnologico;<br />

■ il 56 per cento che per i<br />

consumatori potrebbe concretizzarsi<br />

una riduzione della<br />

spesa.<br />

Un’altra vittoria per i nuclearisti.<br />

Un buon riscontro in termini<br />

di fiducia riguarda anche<br />

i livelli di sicurezza delle<br />

centrali: il 57 per cento ritiene<br />

che le centrali di oggi siano<br />

più sicure del passato. Resta,<br />

invece, controversa la que-<br />

Gli esperti dellʼIspo hanno intervistato per via<br />

telefonica un campione di 800 maggiorenni,<br />

statisticamente rappresentativo della popolazione<br />

residente in Italia per sesso, età, titolo di studio,<br />

condizione occupazionale, area geografica di residenza<br />

e ampiezza demografica del comune di residenza. Al<br />

campione è stato somministrato un questionario di tipo<br />

strutturato, composto da domande chiuse.<br />

stione dell’inquinamento: meno<br />

della metà del campione –<br />

il 42 per cento - ritiene che<br />

la produzione di energia nucleare<br />

in Italia consentirebbe<br />

di ridurre l’inquinamento, ma<br />

un numero più elevato di italiani<br />

– il 49 per cento - non è<br />

d’accordo con questa affermazione.<br />

Dalla elaborazione di tutte<br />

queste risposte si arriva all’affermazione<br />

con la quale ha<br />

avuto inizio questo articolo:<br />

si può dire che il 63 per cento<br />

degli italiani dà più rilievo<br />

ai benefici derivanti dall’impiego<br />

del nucleare, mentre il<br />

37 per cento manifesta posizioni<br />

più critiche. Via libera<br />

alla posa della prima pietra,<br />

quindi? Non proprio. Il passaggio<br />

da una posizione di<br />

massima a una domanda un<br />

po’ più diretta assottiglia subito<br />

la schiera dei sostenitori.<br />

In definitiva, la popolazione<br />

cosa pensa che dovrebbe fare<br />

l’Italia, in tema di nucleare?<br />

Per il futuro – conclude il rapporto<br />

dell’Ispo - la maggioranza<br />

relativa del campione,<br />

ovvero il 44 per cento del<br />

campione, vorrebbe che l’Italia<br />

cominciasse anche a produrre<br />

energia nucleare... <strong>La</strong><br />

chiave di lettura sta proprio<br />

nell’uso dell’aggettivo relativa.<br />

Le risposte alternative<br />

hanno in effetti ricevuto me-<br />

no consensi. C’è stato un 33<br />

per cento di rifiuto categorico<br />

sia nei confronti dell’acquisto<br />

di energia nucleare prodotta<br />

al di fuori dei nostri confini,<br />

sia a maggior ragione di una<br />

produzione in patria. Ma an-<br />

che un 16 per cento che si è<br />

espresso perché l’Italia continui<br />

come sta facendo ora.<br />

Quindi, evitando interpretazioni<br />

un po’ troppo forzate,<br />

che continui a non avere nel<br />

proprio mix di generazione<br />

Tubi centrifugati h:<br />

l’eccellenza nel no-dig<br />

<br />

h<br />

<br />

h<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

E Tubi S.r.l.<br />

Via Montale 4/5 30030 Pianiga (VE)<br />

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L’attuale sistema<br />

energetico<br />

nazionale<br />

viene bocciato<br />

all’unanimità<br />

per costi<br />

e livelli<br />

di emissioni.<br />

Il nucleare<br />

potrebbe<br />

rappresentare un<br />

punto di svolta,<br />

anche se tutt’ora<br />

spaventa il possibile<br />

impatto <strong>ambientale</strong><br />

foto: Simone Ramella<br />

la fonte nucleare! Se si considerano<br />

assieme i due valori<br />

dei contrari o degli scettici ecco<br />

che si raggiunge il 49 per<br />

cento.<br />

C’è un altro elemento che<br />

merita un approfondimento.<br />

Il rifiuto categorico al nucleare<br />

è apparso trasversale rispetto<br />

al livello di informazione<br />

sul tema di chi ha risposto.<br />

Mentre tra gli informati sul<br />

nucleare è risultata maggiore,<br />

se pur di poco, la percentuale<br />

di chi ha vota in favore<br />

della produzione (49 per cento).<br />

Tra i non informati cresce<br />

la percentuale di chi vuole<br />

continuare come si è fatto fino<br />

ad oggi (20 per cento rispetto<br />

a 16 per cento). Per altro,<br />

con un po’ di malizia, si<br />

potrebbe anche aggiungere<br />

che è stata accuratamente evitata<br />

la domanda forse più determinante<br />

per giungere al<br />

cuore del problema: Al di là<br />

di un appoggio di massima,<br />

vorreste nel vostro comune<br />

di residenza una centrale nucleare?<br />

Perché questo è il vero<br />

punto di svolta, anche se<br />

la ricerca non ne ha parlato<br />

è la sindrome Nimby il vero<br />

ostacolo tra il dire e il fare.<br />

Dunque? L’impressione è che<br />

anche questo sondaggio, che<br />

sembra disegnare un’Italia<br />

sempre più pronta a un ritorno<br />

al nucleare, vada preso<br />

con una certa cautela, per evitare<br />

entusiasmi (o preoccupazioni,<br />

dipende dai punti di<br />

vista) fuorvianti. Ma, soprattutto,<br />

che si debba investire<br />

ancora molto in formazione e<br />

informazione! Prima di tutto<br />

per far sapere – a quel 42 per<br />

cento degli italiani che ancora<br />

non se ne è accorto – che il<br />

governo ha preso precisi impegni<br />

nei confronti del nucleare.<br />

Poi, per promuovere un più<br />

maturo dibattito sulle questioni<br />

dei costi, della gestione<br />

delle scorie, della localizzazione<br />

degli impianti e per<br />

sensibilizzare quelle fasce di<br />

italiani (i giovanissimi, le casalinghe,<br />

i pensionati, i non<br />

laureati) che ancora mostrano<br />

livelli troppo bassi di conoscenza<br />

della materia.<br />

E ai quali ha quindi poco senso<br />

chiedere di pronunciarsi<br />

su un tema che non conoscono<br />

affatto.


4 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />

DALLA PRIMA PAGINA│AMBIENTE<br />

Inquinamento e cambiamento del clima: necessarie nuove politiche<br />

segue da pag. 1<br />

che si ritrovano in molte direttive<br />

e rapporti europei che<br />

trattano problemi legati all’ambiente.<br />

Qui di seguito sono<br />

riportati sommariamente<br />

solo pochi esempi.<br />

<strong>La</strong> Direttiva su Qualità dell’Aria<br />

e Aria Pulita per l’Europa<br />

[3] é una misura strategica<br />

che stabilisce “...obiettivi<br />

per la qualità dell’aria ambiente<br />

scelti al fine di evitare, prevenire<br />

e ridurre effetti dannosi sulla<br />

salute umana e sull’ambiente<br />

nel suo insieme”. Di fatto esso si<br />

occupa di inquinanti convenzionali<br />

dannosi per la salute,<br />

ma non di ambiente. I gas ad<br />

effetto serra non sono considerati,<br />

come se il cambiamento<br />

climatico non fosse un<br />

problema di qualità dell’aria,<br />

alle Autorità locali si richiede<br />

il monitoraggio dell’ozono<br />

per “...verificare l’efficacia<br />

delle strategie di riduzione delle<br />

emissioni”, sapendo che dette<br />

strategie non rientrano nelle<br />

loro competenze, e si richiede<br />

il monitoraggio delle polveri<br />

nell’aria, senza fornisce un criterio<br />

per discriminare il contributo<br />

dovuto a sorgenti naturali,<br />

che in alcune aree geografiche<br />

è particolarmente rilevante.<br />

<strong>La</strong> Direttiva IPPC, che in Europa<br />

interessa circa 52.000 industrie,<br />

è stato il primo passo<br />

di un approccio integrato per<br />

gli impatti su aria, sistemi idrici,<br />

suolo, rifiuti e rumore. Essa<br />

stabilisce che gli standard<br />

di emissione di inquinanti dalle<br />

diverse attività produttive<br />

dovranno essere fissati sulla<br />

base delle Migliori Tecnologie<br />

Disponibili (MTD), de-<br />

scritte nei cosiddetti BREF.<br />

In questa Direttiva e nei<br />

BREF i gas serra non sono<br />

considerati. Le MTD possono<br />

essere rispettate con misure<br />

a monte o lungo il processo<br />

produttivo, ma in larga<br />

parte si affidano a tecnologie<br />

end-of-pipe di depurazione degli<br />

effluenti prima del loro rilascio<br />

nell’ambiente. Queste<br />

tecnologie richiedono consumi<br />

di energia aggiuntivi e a<br />

volte additivi vari che, a loro<br />

volta, necessitano trattamen-<br />

ti depurativi e/o smaltimento<br />

con ulteriore consumo di<br />

energia, con conseguente aumento<br />

di emissioni di CO 2.<br />

<strong>La</strong> mancanza di riferimenti a<br />

questo problema nell’IPPC<br />

autorizza le Autorità nazionali<br />

o locali ad ignorarlo nella<br />

fase di autorizzazione e a<br />

richiedere limiti indiscriminatamente<br />

sempre più restrittivi.<br />

Da parte industriale<br />

non vi sono difficoltà tecnologiche<br />

ad adeguarsi salvo i<br />

maggiori costi che però van-<br />

no a gravare sul prodotto finale.<br />

Le decisioni che verranno assunte<br />

per alcuni Stati si preannunciano<br />

pesanti sul piano<br />

economico. L’obiettivo sarebbe<br />

di mantenere l’aumento<br />

della temperatura media<br />

superficiale terrestre al di sotto<br />

di 2 °C rispetto ai livelli<br />

pre-industriali. Il traguardo è<br />

stato suggerito del 4° Rapporto<br />

dell’IPCC [4] il quale<br />

però non considera assolutamente<br />

le eventuali conseguenze<br />

per gli inquinanti non<br />

ad effetto serra. Qualunque<br />

decisione venga assunta, in linea<br />

con il programma dell’Unione<br />

Europea di riduzione<br />

delle emissioni di gas serra<br />

per il 2020, sarà basata su<br />

aspetti economici, ma non<br />

ambientali, poiché manca un<br />

adeguato approccio integrato<br />

al problema.<br />

A titolo di esempio si pensi<br />

alle biomasse tanto invocate<br />

come fonte <strong>energetica</strong> alternativa<br />

e rinnovabile. Nel target<br />

Europeo del 20% di energie<br />

rinnovabili [5] il 10% dovrebbe<br />

derivare dai biofuels<br />

in sostituzione di combustibili<br />

convenzionali nel settore<br />

trasporti. <strong>La</strong> scelta è legata a<br />

ragioni di costi, mercato e<br />

competizione, ma non ambientali.<br />

<strong>La</strong> Valutazione di Impatto<br />

che accompagna il documento<br />

“Renewable Energy<br />

Road Map” [6], riconosce che<br />

“la sostituzione delle fonti convenzionali<br />

di calore con le biomasse<br />

può generare un effetto negativo<br />

sulla qualità dell’aria se<br />

non si adottano impianti di qualità”.<br />

Pure il Consiglio Europeo<br />

riconosce [7] che “...il rischio<br />

che la diffusione di colture<br />

destinate alla produzione di biomasse<br />

e biofuels, …… in assenza<br />

di una idonea valutazione e<br />

adeguata salvaguardia <strong>ambientale</strong>,<br />

avrà un impatto negativo<br />

sulla biodiversità e sulla sicurezza<br />

degli approvvigionamenti<br />

alimentari ed eventualmente<br />

anche un maggiore impatto sul<br />

clima”. Nella valutazione dell’impatto<br />

<strong>ambientale</strong> da massiccio<br />

uso di biomasse vi sarebbero<br />

poi altri aspetti da<br />

considerare legati al consumo<br />

specifico di acqua, diverso<br />

per ciascun tipo di coltura<br />

[8], all’invasività di tali colture<br />

maggiore di altri vegetali<br />

[9], all’indisponibilità di terreni<br />

arabili che favorirebbe la<br />

deforestazione.<br />

Si potrebbero analizzare le direttive<br />

e i documenti relativi a<br />

molte altre questioni rilevanti<br />

come uso del territorio, gestione<br />

dei rifiuti, desertificazione,<br />

agricoltura, ecc. per<br />

rendersi conto che le soluzioni<br />

adottate non sono mai il<br />

risultato di un approccio integrato<br />

completo dell’impatto<br />

sull’ambiente.<br />

<strong>La</strong> <strong>politica</strong> europea é basata<br />

sui principi di sussidiarietà,<br />

proporzionalità e precauzione.<br />

In campo <strong>ambientale</strong> vige<br />

pure il principio chi inquina<br />

paga che dovrebbe avere priorità<br />

o maggior peso rispetto<br />

agli altri principi ed invece è il<br />

meno adottato e mai nel suo<br />

pieno significato.<br />

Negli ultimi decenni si è registrata<br />

una proliferazione di<br />

leggi e regolamenti in campo<br />

<strong>ambientale</strong> che ha causato<br />

una frammentazione di obiettivi,<br />

competenze, formazione,<br />

cultura, e ha portato alla formazione<br />

di gruppi di interessi<br />

in contrasto tra loro e difficili<br />

da riconciliare in approccio<br />

integrato.<br />

Per questo viene spesso posto<br />

l’accento sul fatto che il<br />

cambiamento climatico starebbe<br />

già condizionando settori<br />

come risorse idriche, agricoltura,<br />

produzioni alimentari,<br />

foreste, pesca, energia, infrastrutture<br />

e pianificazione<br />

urbana, turismo, salute, biodiversità,<br />

ecosistemi, ma non<br />

si dice il contrario: che lo sviluppo<br />

incontrollato e disgiunto<br />

dei predetti settori è<br />

stata la causa che sta portando<br />

al temuto cambiamento<br />

climatico.<br />

<strong>La</strong> Direttiva IPPC<br />

è stato il primo<br />

passo di un<br />

approccio integrato<br />

per la mitigazione<br />

degli impatti su aria,<br />

sistemi idrici,<br />

suolo, rifiuti<br />

e rumore.<br />

Essa stabilisce<br />

che gli standard<br />

di emissione<br />

di inquinanti<br />

dalle diverse<br />

attività<br />

produttive<br />

dovranno essere<br />

fissati sulla base<br />

delle Migliori<br />

Tecnologie<br />

Disponibili (MTD),<br />

descritte nei<br />

cosiddetti BREF<br />

Desertificazione, abbandono<br />

delle campagne, incendi di foreste,<br />

aree degradate, ridotta<br />

biodiversità, ecc. sono fenomeni<br />

registrati sin dal secolo<br />

scorso, ancor prima che si<br />

parlasse di cambiamento climatico,<br />

dovuti ad una <strong>politica</strong><br />

che favoriva lo sviluppo industriale<br />

incoraggiando la migrazione<br />

verso le grandi città,<br />

fenomeno analogo a quello<br />

che oggi avviene in tanti Paesi<br />

in via di sviluppo o sottosviluppati.<br />

All’inizio del secolo<br />

scorso la popolazione rurale<br />

nel mondo era quasi il<br />

97%, mentre oggi si è ridotta<br />

al 50% [10]. Questa migrazione<br />

trasferisce la povertà<br />

dalle aree rurali alle periferie<br />

delle grandi città con gravi<br />

conseguenze sull’ambiente in<br />

ambedue le aree: nelle prime<br />

genera desertificazione e perdita<br />

di biodiversità, nelle seconde<br />

genera aumento di domanda<br />

di acqua potabile,<br />

energia, prodotti chimici, suoli<br />

da urbanizzare, strade, mobilità<br />

e conseguentemente,<br />

aumento di rifiuti solidi, acque<br />

reflue, inquinamento atmosferico,<br />

impatto sull’ambiente<br />

e sul cambiamento climatico.<br />

Di povertà si parla tanto, su<br />

basi ideologiche, religiose, sociali<br />

o economiche, ma non<br />

se ne analizzano i risvolti sul<br />

piano <strong>ambientale</strong>. Questi forse<br />

potrebbero meglio sostenere<br />

le ragioni della necessità<br />

di un eradicamento della povertà.<br />

Serve dunque ripensare<br />

la <strong>politica</strong> per l’ambiente e per<br />

l’inquinamento atmosferico<br />

in particolare, da fondare su<br />

una visione integrata dei problemi<br />

e sul coinvolgimento<br />

consapevole e informato dei<br />

cittadini.<br />

prof. ing. Giuseppe Fumarola<br />

Università dell’Aquila<br />

Past-President EFCA<br />

(European Federation of<br />

Clean Air and Environmental<br />

Protection Associations),<br />

Vice-Presidente CSIA/ATI<br />

Bibliografia<br />

1. European Symposium on “How to fight air pollution and climate change effectively together in Europe?”. European<br />

Parliament Strasbourg, France, 6-7 November 2008<br />

2. http://register.consilium.europa.eu/pdf/en/09/st10/st10932.en09.pdf<br />

3. http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2008:152:0001:0044:EN:PDF<br />

4. http://www.ipcc.ch/pdf/assessment-report/ar4/syr/ar4_syr.pdf<br />

5. http://ec.europa.eu/energy/climate_actions/doc/2008_res_ia_en.pdf<br />

6.http://ec.europa.eu/energy/energy_policy/doc/05_renewable_energy_roadmap_full_impact_assessment_en.pdf<br />

7. http://www.consilium.europa.eu/ueDocs/cms_Data/docs/pressData/en/envir/108747.pdf<br />

8. W. Gerbens-Leenesa et al. (2009), The water footprint of bioenergy. PNAS published online before print June 3,<br />

2009, doi:10.1073/pnas.0812619106<br />

9. www.plosone.org/article/info:doi/10.1371/journal.pone.0005261<br />

10. http://www.un.org/esa/population/publications/wup2007/2007WUP_ExecSum_web.pdf<br />

foto: Anita Komuves


N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 5<br />

DALLA PRIMA PAGINA│SVILUPPO E SOCIETÀ<br />

Innovazione, nuove dimensioni produttive ed economia:<br />

la grande <strong>sfida</strong> <strong>energetica</strong> dipende anche da queste condizioni<br />

segue da pag. 1<br />

Questo, con interventi calibrati<br />

nel tempo, volti sia a incrementare<br />

l’efficienza <strong>energetica</strong><br />

riducendo il fabbisogno<br />

energetico, sia a portare a<br />

quasi un terzo il contributo<br />

delle fonti non fossili (nucleare<br />

e rinnovabili).<br />

Di qui al 2030 rispetto allo<br />

scenario di riferimento il 450<br />

comporterebbe 10,5 migliaia<br />

di miliardi di dollari di investimenti<br />

aggiuntivi, consentendo<br />

però una riduzione delle<br />

bollette energetiche fra il<br />

2010 e il 2030 pari a 8600 miliardi<br />

di dollari, per non parlare<br />

dei benefici per la salute<br />

umana e per l’ambiente, consentiti<br />

dai minori inquinamenti,<br />

e della maggiore sicurezza<br />

<strong>energetica</strong> (ridotta domanda<br />

di gas e petrolio).<br />

E’ assai probabile che il nostro<br />

futuro energetico si collochi<br />

all’interno della forbice<br />

fra i due suddetti scenari. Gli<br />

impegni che verranno inevitabilmente<br />

presi sul clima,<br />

produrranno una robusta<br />

spinta innovativa, costituita<br />

da un mix di norme (si pensi<br />

solo alle nuove direttive europee<br />

sull’efficienza), di incentivi<br />

e di penalizzazioni<br />

(oneri per le emissioni di CO 2,<br />

multe agli stati membri dell’UE<br />

che non raggiungessero<br />

gli obiettivi concordati), destinata<br />

ad accelerare la di per<br />

sé robusta evoluzione tecnologica<br />

“spontanea” del settore<br />

energetico. Per convincersene,<br />

basta pensare che trenta<br />

anni fa, quando molti degli<br />

attuali lettori di questo Giornale<br />

erano già professionalmente<br />

attivi, parole come cicli<br />

combinati, Led, fotovoltaico<br />

a film sottile, sequestro<br />

di anidride carbonica, smart<br />

grid non entravano certo nel<br />

loro lessico quotidiano.<br />

L’accelerazione del processo<br />

spontaneo riguarderà innovazioni<br />

di processo, innovazioni<br />

incrementali di prodotti<br />

già sul mercato, ma anche<br />

(soprattutto?) innovazioni radicali.<br />

Che in misura diversa<br />

attraverseranno l’insieme della<br />

produzione e dei servizi,<br />

ma anche dell’economia<br />

agro-forestale.<br />

Chi resterà fuori o semplicemente<br />

tarderà a prendere l’autobus<br />

dell’innovazione indotta<br />

dai futuri obiettivi/vincoli<br />

energetico-ambientali, sarà –<br />

mi scuso per l’inevitabile gioco<br />

di parole – inevitabilmente<br />

“fuori”.<br />

Per quanto concerne l’efficienza<br />

elettrica, sarà ad esempio<br />

tutt’altro che trascurabile<br />

la domanda di componenti e<br />

sistemi per la regolazione del<br />

flusso luminoso nell’illuminazione<br />

pubblica, che si avvalgono<br />

di tecnologie di comunicazione<br />

a larga banda caratterizzate<br />

da bassi costi di<br />

installazione; di sistemi di illuminazione<br />

autostradale che,<br />

attraverso sensori rilevano<br />

l’intensità del traffico veicolare,<br />

la situazione meteorologica<br />

e il livello di illuminamento,<br />

determinando il valore di<br />

potenza di funzionamento ottimale<br />

di ogni singolo punto<br />

luminoso. O, per l’efficienza<br />

nell’edilizia, la produzione di<br />

manufatti strutturali in conglomerato<br />

cementizio armato,<br />

invece che con acciaio,<br />

con fibre di basalto e/o con<br />

reti di basalto e/o con barre a<br />

base di fibre di basalto, con<br />

notevole risparmio energetico.<br />

Oppure software ad hoc,<br />

finalizzati alla gestione ottimale<br />

di processi, di macchine,<br />

di sistemi energetici, come<br />

pure per il loro monitoraggio.<br />

Sempre per esemplificare, nel<br />

campo delle rinnovabili è maturo<br />

il tempo per avviare la<br />

produzione industriale di impianti<br />

fotovoltaici a concentrazione.<br />

Poiché il costo delle<br />

celle fotovoltaiche, che per<br />

ATTUALITÀ MONDO<br />

Unità di misura: modifiche<br />

al Sistema Internazionale<br />

PROF. ING. PIERANGELO ANDREINI<br />

Con decreto del 29 ottobre<br />

scorso, pubblicato<br />

nella GURI n°<br />

273 del 23.11.2009, il Ministero<br />

dello Sviluppo Economico<br />

ha provveduto a recepire<br />

nell’ordinamento nazionale<br />

il disposto della direttiva<br />

2009/3 del Parlamento Europeo<br />

e del Consiglio<br />

dell’11.3.2009, che ha modificato<br />

per l’ennesima volta la<br />

nota direttiva 80/181/CEE<br />

sul riavvicinamento delle legislazioni<br />

degli Stati Membri<br />

riguardo alle unità di misura.<br />

Come noto, con questo fondamentale<br />

provvedimento,<br />

attuato in Italia con il D.P.R.<br />

12.8.1982 n. 802, l’Europa ha<br />

introdotto l’obbligo di adozione<br />

in tutto lo spazio economico,<br />

come unità legali,<br />

delle sole unità di misura del<br />

Sistema Internazionale (SI).<br />

Il D.P.R. è altrettanto famoso<br />

in Italia, perché ha stabilito<br />

che le unità di misura legali<br />

da utilizzare per esprimere<br />

dal 1952<br />

grandezze sono, appunto,<br />

quelle Internazionali, di fatto<br />

escludendo l’uso, come negli<br />

altri paesi, di termini comuni,<br />

quali miglio, quintale, caloria,<br />

grado centigrado ecc. Oltre<br />

a ciò, il decreto aveva autorizzato,<br />

in via transitoria, fino<br />

al 31.12.1999, l’utilizzo di<br />

indicazioni plurime, costituite<br />

da una unità di misura legale<br />

(SI) accompagnata da<br />

una o più indicazioni espresse<br />

con unità diverse, poi prorogato<br />

al 31.12.2009.<br />

Ora il recente provvedimento<br />

ministeriale ha soppresso<br />

tale scadenza e introdotto ulteriori<br />

modifiche per recepire<br />

altri disposti della direttiva<br />

2009/3/CE, rendendo così<br />

operanti alcune decisioni adottate<br />

negli ultimi anni dalla<br />

Conferenza generale dei pesi e<br />

delle misure. Si tratta dell’eliminazione<br />

dal SI, stabilita dalla<br />

Conferenza nel 1995, dell’anomalia<br />

delle unità supplementari,<br />

come categoria separata<br />

da quelle fondamentali<br />

e derivate, classificando le<br />

on-line<br />

www.giornaleingegnere.it<br />

unità «radiante» e «steradiante»<br />

come unità derivate adimensionali;<br />

dell’inserimento<br />

del «katal», con simbolo «kat»,<br />

come unità di misura SI per<br />

l’attività catalitica e, infine, di<br />

una nuova nota sul «kelvin»,<br />

adottata dalla Conferenza nel<br />

2007, per eliminare una delle<br />

principali fonti di variabilità<br />

osservata tra realizzazioni diverse<br />

del punto triplo dell’acqua.<br />

Il «kelvin» è definito, ora,<br />

con riferimento a una specifica<br />

composizione isotopica dell’acqua,<br />

come segue: “il kelvin,<br />

unità di temperatura termodinamica,<br />

è la frazione 1/273,16<br />

della temperatura termodinamica<br />

del punto triplo dell’acqua<br />

con composizione isotopica<br />

definita dai seguenti rapporti<br />

della quantità di sostanza:<br />

0,00015576 mol di 2 H per<br />

mole di 1 H, 0,0003799 mol di<br />

17 O per mole di 16 O e<br />

0,0020052 mol di 18 O per mole<br />

di 16 O”. In ogni caso, è da<br />

osservare che rimane consentito<br />

l’uso del grado Celsius<br />

(non centigrado).<br />

Collegio degli Ingegneri<br />

e Architetti di Milano<br />

1563<br />

le loro specifiche caratteristiche<br />

oggi e probabilmente anche<br />

domani saranno importate,<br />

incide solo per il 10%<br />

circa sul costo complessivo,<br />

per la restante parte l’eccellenza<br />

raggiunta dall’industria<br />

italiana nell’ottica (lenti di<br />

concentrazione) e soprattutto<br />

nella meccanica di precisione<br />

(inseguitore solare) giustifica<br />

ampiamente l’obiettivo<br />

di costruire in Italia una<br />

posizione internazionale di<br />

rilievo nella fornitura di questa<br />

tipologia di impianti, che<br />

rappresenta il futuro delle<br />

grandi installazioni fotovoltaiche<br />

a terra.<br />

Considerazioni analoghe val-<br />

gono per l’utilizzo energetico<br />

delle biomasse, che già dispone<br />

in Italia di un vivace tessuto<br />

produttivo nella realizzazione<br />

dei componenti più<br />

importanti (caldaie, ma anche<br />

turbine per ORC) e nella<br />

produzione di biomasse con<br />

tecniche di short rotation forestry,<br />

e si appresta ad averlo<br />

nel campo dei biocarburanti<br />

con la prima bioraffineria di<br />

seconda generazione attualmente<br />

in fase realizzativa, tecnologia<br />

che come materia<br />

prima utilizza paglia o biomassa<br />

ligneocellulosica e non<br />

entra quindi in concorrenza<br />

con la produzione alimentare.<br />

Le competenze già acquisite a<br />

F.P. PARTNERS<br />

IL RISANAMENTO DELLE MURATURE<br />

DAL 1991 APPLICHIAMO L'ELETTROSMOSI ALL'EDILIZIA.<br />

CREPE, FESSURE E CAVILLATURE, NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI, NON SONO<br />

DOVUTE AD ERRORI DI PROGETTAZIONE E/O DI ESECUZIONE LAVORI, MA ALLA<br />

DIMINUZIONE DI VOLUME DEL TERRENO, A CAUSA DELLA SUA DISIDRATAZIONE.<br />

crepe nei muri?<br />

la reidratazione è la soluzione !<br />

LA NOSTRA TECNOLOGIA:<br />

Sfruttando i campi elettrosmotici imposti,<br />

sposta l'acqua nel terreno di fondazione<br />

reidratandolo fino alle condizioni originarie.<br />

L'installazione dell'impianto non è invasiva<br />

e prevede l’esecuzione di piccoli fori per<br />

NOVITÁ MONDIALE • NOVITÁ MONDIALE • NOVITÁ MONDIALE • NOVITÁ MONDIALE •<br />

livello di R&S consentono altresì<br />

di creare in Italia una rete<br />

di industrie attive nella realizzazione<br />

dei componenti e<br />

dei sistemi che nel prossimo<br />

futuro verranno richiesti dallo<br />

sviluppo delle smart grid,<br />

in grado di gestire la diffusa<br />

presenza nelle reti di distribuzione<br />

di impianti (rinnovabili,<br />

piccola cogenerazione)<br />

che producono energia elettrica<br />

in modo spesso aleatorio<br />

o comunque poco programmabile.<br />

Infine, se decollerà il<br />

programma nucleare, se l’industria<br />

italiana è intenzionata<br />

ad acquisirvi una presenza<br />

non marginale, le verrà richiesto<br />

un salto di qualità anche<br />

per moltissime produzione<br />

tradizionali.<br />

Perché queste prospettive si<br />

realizzino, occorrono però tre<br />

condizioni. Ovviamente la<br />

propensione delle imprese a<br />

correre i rischi insiti in significative<br />

accelerazioni del processo<br />

innovativo. In secondo<br />

luogo la consapevolezza che<br />

la scelta del piccolo cabotaggio<br />

nella maggior parte dei<br />

casi non paga: o si assumono<br />

dimensioni produttive che<br />

consentano di puntare sul<br />

mercato globale o non si regge<br />

nemmeno in quello domestico.<br />

<strong>La</strong>st but not least, la<br />

disponibilità delle banche a<br />

finanziare le aziende, che oggi<br />

come oggi appare il fattore<br />

più critico.<br />

l’alloggiamento degli elettrodi, collegati da<br />

cavi elettrici interrati o murati.<br />

F.P. Partners con costi contenuti<br />

garantisce risultati sicuri, perché non<br />

agisce sugli effetti ma sulle cause del<br />

problema.<br />

Sede operativa: Info: Amministratore unico:<br />

Via <strong>La</strong> spezia, 169 fp@elettrosmosi.it Ing. Carlo Falugi<br />

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foto: Stefan Andrej Shambora<br />

BREVETTO INTERNAZIONALE •BREVETTO INTERNAZIONALE •BREVETTO INTERNAZIONALE •<br />

PR2007A000098<br />

prof. ing. GianBattista Zorzoli<br />

Presidente ISES Italia<br />

(International<br />

Solar Energy Society)


6 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />

DALLA PRIMA PAGINA│ECONOMIA E MERCATO<br />

Informazione, new economy e inizio del terzo millennio:<br />

un decennio di cambiamento o di occasioni mancate?<br />

segue da pag. 1<br />

In effetti, basta uno sguardo<br />

al recente passato e alle<br />

proiezioni future per avere<br />

conferma del cambiamento<br />

epocale che sta determinandosi<br />

e concordare con queste<br />

valutazioni.<br />

<strong>La</strong> popolazione mondiale, quadruplicata<br />

nel ‘900, potrà raggiungere<br />

gli 8 miliardi nel 2025<br />

e con essa sono cresciuti e<br />

stanno crescendo, esponenzialmente,<br />

conoscenza, tecnologie,<br />

produzione e consumi.<br />

In particolare è cresciuta in<br />

modo formidabile l’interconnessione<br />

tra le persone con<br />

l’aumento della mobilità. A<br />

questo proposito i dati sono<br />

davvero impressionanti, se si<br />

pensa che oggi nel mondo circolano<br />

circa ottocento milioni<br />

di veicoli a motore, esclusi<br />

tricicli e bicicli, con una densità<br />

di 1 veicolo ogni 8-9 abitanti,<br />

non equamente distribuiti,<br />

però, dato che in Cina la<br />

densità è di 1 veicolo per 30<br />

abitanti. Secondo alcune recenti<br />

previsioni, attendibili,<br />

considerato il breve lasso di<br />

tempo, entro il 2025 il parco<br />

circolante a livello mondiale<br />

potrà raddoppiare, superando<br />

un miliardo e mezzo di veicoli,<br />

con una densità di un veicolo<br />

a motore ogni 5 abitanti.<br />

Ma ancor più impressionante è<br />

la velocità con cui procede l’interconnessione<br />

immateriale,<br />

con l’estensione globale del<br />

web e la diffusione della telefonia<br />

mobile. Per quest’ultima<br />

si stima che il numero di cel-<br />

lulari, raddoppiato in meno di<br />

tre anni, abbia raggiunto i 4<br />

miliardi, dei quali 600 milioni<br />

connessi a internet.<br />

Sono gli aspetti più evidenti di<br />

uno straordinario sviluppo tecnologico<br />

che sta creando scenari<br />

economici e sociali mai<br />

immaginati prima, ma che pone<br />

molti interrogativi, a partire<br />

dalla “questione <strong>ambientale</strong>”.<br />

Di qui le ragioni per le quali il<br />

decennio trascorso è visto da<br />

alcuni come la decade che ha<br />

segnato uno straordinario capovolgimento,<br />

ma da altri come<br />

quella delle occasioni mancate.<br />

Di fatto per Cina, India e mol-<br />

ti altri paesi con economia in<br />

fase di transizione sono stati<br />

dieci anni di continua espansione,<br />

con tassi di crescita del<br />

pil di due cifre. Al contrario,<br />

per i paesi di più vecchia industrializzazione<br />

il periodo è<br />

stato contrassegnato da una<br />

notevole dose di insicurezza<br />

<strong>politica</strong>, economica e finanziaria,<br />

nonostante l’ottimistica partenza<br />

seguita alla caduta del<br />

muro di Berlino, purtroppo seguita<br />

dalla tragedia dell’11 settembre<br />

e dalla più recente crisi<br />

recessiva.<br />

Paradossalmente, la “new economy”,<br />

svincolatasi dalle localizzazioni<br />

produttive per ab-<br />

battere i costi di gestione, in<br />

Europa e negli USA sta penalizzando<br />

la generazione che<br />

l’ha costruita, che appare ansiosa<br />

e sfiduciata nello scontro<br />

con le economie emergenti.<br />

Ma questa “new economy” ha<br />

il respiro corto, se non è anche<br />

“clean” e “soft”, ovvero capace<br />

di coniugare tutela dell’ambiente,<br />

coesione sociale e<br />

competitività, traendo forza<br />

dalle comunità e dai territori.<br />

Per darle prospettiva, occorre<br />

che i paesi emergenti, che a loro<br />

volta hanno avocato, comprensibilmente,<br />

l’idea di un<br />

progresso continuo e illimitato,<br />

ne assicurino la sostenibilità,<br />

Paradossalmente,<br />

la “new economy”,<br />

svincolatasi dalle<br />

localizzazioni<br />

produttive per<br />

abbattere i costi di<br />

gestione, in Europa<br />

e negli USA,<br />

sta penalizzando<br />

la generazione<br />

che l’ha costruita<br />

perché i fattori propulsivi di un<br />

economia veramente nuova<br />

non sono tanto i beni materiali,<br />

quanto quelli immateriali,<br />

come idee innovatrici, informazione<br />

ed equità intergenerazionale<br />

e infragenerazionale.<br />

Sono questi due requisiti dell’equità,<br />

in ultima analisi, che<br />

alimentano le maggiori ansie<br />

e che costituiscono i termini<br />

della questione.<br />

E’ un problema di difficile soluzione,<br />

che richiede di mutare<br />

alla base gli approcci conoscitivi<br />

e di adottare nuove modalità<br />

di valutazione del progresso,<br />

con indicatori economici<br />

più adeguati, capaci di “internalizzare”<br />

tutti gli effetti della<br />

crescita.<br />

A questo fine è essenziale l’apporto<br />

degli strumenti di comunicazione<br />

scientifica e tecnica,<br />

che assicurano una costante<br />

relazione tra comunicatori<br />

e tecnici e una verifica<br />

FONTI RINNOVABILI<br />

continua delle innovazioni e<br />

informazioni, con l’effetto di<br />

accelerare la curva di apprendimento.<br />

Si deve investire,<br />

quindi, maggiormente nel valore<br />

della comunicazione, potenziandone<br />

i mezzi, come<br />

questo quindicinale. Ma non<br />

basta comunicare, occorre che<br />

l’informazione favorisca un<br />

continuo, immediato, incalzante<br />

confronto tra gli operatori,<br />

per elevare il livello di consapevolezza<br />

dei decisori pubblici<br />

e privati, sino al consumatore/utente<br />

e migliorare i<br />

modelli di produzione e consumo,<br />

così promuovendo l’innovazione<br />

e la sostenibilità nella<br />

sua triplice valenza, <strong>ambientale</strong>,<br />

economica e sociale.<br />

In tal modo è possibile accrescere<br />

la risorsa strategica della<br />

conoscenza, il potenziale di<br />

un’intelligenza collettiva della<br />

nuova società, interconnessa e<br />

partecipativa, che è il vero fattore<br />

di competizione e ricchezza.<br />

A questo obiettivo il Giornale<br />

si sforzerà di dare il proprio<br />

contributo, per assecondare il<br />

cambiamento e non mancare<br />

l’occasione di pubblicare, nei<br />

prossimi numeri dell’anno, approfondimenti,<br />

dossier e focus,<br />

già precisamente scadenzati,<br />

sui grandi temi economici dell’ambiente,<br />

dell’energia, dell’edilizia,<br />

della competitività e della<br />

mobilità, ai quali auspichiamo<br />

segua un nutrito dibattito<br />

con commenti e riflessioni dei<br />

lettori.<br />

prof. ing. Pierangelo Andreini<br />

Da Bonn a Masdar City, per IRENA<br />

un lavoro a “tutto campo”<br />

DOTT. ING. GIOVANNI MANZINI<br />

L’<br />

foto: Michelle Meiklejohn<br />

IRENA (Agenzia internazionale<br />

delle fon-<br />

ti rinnovabili) si è uffi-<br />

cialmente costituita il 26 gennaio<br />

del 2009 a Bonn (Germania)<br />

ed ha designato quale<br />

sua sede permanente Masdar<br />

City, (alle pagg. 26 e 27 un<br />

servizio dedicato a questa<br />

realtà) la prima città al mondo<br />

a emissioni zero in via di costruzione<br />

vicino ad Abu Dhabi,<br />

la capitale degli Emirati<br />

Arabi Uniti. L’attività di IRE-<br />

NA avrà quale sedi principali<br />

anche Bonn, che ospiterà il<br />

centro <strong>dell'innovazione</strong> e della<br />

tecnologia nel campo delle<br />

fonti rinnovabili, e Vienna,<br />

che ospiterà gli uffici di collegamento<br />

con le altre organizzazioni<br />

attive nello stesso<br />

settore.<br />

Tale assegnazione della sede<br />

principale segnala una duplice<br />

intenzione: quella del mondo<br />

occidentale tesa a vincolare<br />

i Paesi in via di sviluppo a<br />

un impegno concreto nello<br />

sviluppo delle fonti rinnovabili<br />

e quella degli Emirati Arabi,<br />

di porre tale settore in cima<br />

alla lista delle loro priorità.<br />

Si ricorda che, nel 2006 il Living<br />

Planet Report del WWF<br />

ha evidenziato che gli Emirati<br />

Arabi avevano un'impronta<br />

profondamente negativa sull'ecosistema<br />

mondiale, anche<br />

peggiore di quella degli USA.<br />

Le cause di tale situazione sono<br />

molteplici, da una parte<br />

una conformazione naturale<br />

povera, dall'altra Suv e schizofrenie<br />

della modernità.<br />

Ora gli Emirati hanno avuto<br />

l'appoggio incondizionato degli<br />

altri Paesi, tra i quali l'Italia,<br />

per avere nel proprio territorio<br />

la sede dell'IRENA, e perciò<br />

è indubbia la volontà di<br />

spingere gli sceicchi più moderni<br />

del Golfo a essere precursori<br />

e guida per tutta l'area,<br />

anche se non è pensabile<br />

che non ci siano stati anche<br />

degli scambi che abbiano influenzato<br />

la contrattazione per<br />

foto: Marc John<br />

una scelta di tale importanza.<br />

A questo punto, la <strong>sfida</strong> consiste<br />

nel ripetere nell’ambito<br />

delle fonti rinnovabili il boom<br />

dello sviluppo immobiliare,<br />

che si allargò a tal punto da<br />

raggiungere l'Oman, l’India,<br />

la Giordania e l’Egitto. Un effetto<br />

a catena, conseguito anche<br />

grazie ad una saggia operazione<br />

di marketing, che si<br />

spera possa replicarsi anche<br />

riguardo alle rinnovabili.


N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 7<br />

FOCUS/<br />

A CURA DI DAVIDE CANEVARI<br />

INFRASTRUTTURE<br />

“EUROPA-AFRICA”<br />

1563<br />

Focus “Integrazione<br />

delle infrastrutture<br />

Europa-Africa”<br />

In questo numero<br />

proponiamo<br />

una sintesi dell’eventoorganizzato<br />

dalla Commissione,<br />

dal ministero<br />

italiano delle Infrastrutture<br />

e dei trasporti<br />

e dalla presidenza<br />

svedese dell'Unione europea<br />

(Napoli, 20-22 ottobre 2009). <strong>La</strong> conferenza<br />

ha messo in evidenza gli aspetti di<br />

maggior rilievo: la mobilità come volano<br />

di crescita anche in Africa, i problemi dell’incidentalità<br />

sulle strade e della pirateria,<br />

l’inadeguatezza di qualunque modalità di<br />

trasporto, i fondi TEN-T per contribuire<br />

a realizzare opere di infrastruttura e le relative<br />

assegnazioni per l’Italia, la concorrenza<br />

dell’Asia, il ruolo dell’energia per avvicinare<br />

le due sponde del Mediterraneo<br />

e lo sviluppo della generazione da fonti<br />

rinnovabili nei prossimi vent’anni.<br />

<strong>La</strong> nostra sintesi dà una visione “satellitare”<br />

del tema ma per capire di più e meglio anche<br />

le possibilità di business per le imprese<br />

italiane, riteniamo che sia necessario<br />

scendere di quota e toccare aspetti più particolari<br />

e concreti. Allo scopo, nel corso<br />

dell’anno, faremo un secondo focus dedicato<br />

all’interscambio Italia-Africa e alle testimonianze<br />

delle imprese italiane eccellenti<br />

che hanno lavorato in Africa con successi,<br />

problemi, e prospettive. Vi ringraziamo<br />

per l’attenzione.<br />

Franco Ligonzo<br />

A Napoli la conferenza annuale<br />

del programma europeo TEN-T<br />

Cinque milioni di chilometri<br />

di strade asfaltate, 215<br />

mila chilometri di linee<br />

ferroviarie, 41 mila chilometri di<br />

vie navigabili interne. Sono questi<br />

i numeri più significativi – e di<br />

sicuro impatto mediatico – della<br />

rete di trasporto europea a disposizione<br />

dei 27 Stati membri.<br />

Una rete dinamica e in continua<br />

evoluzione. Così come lo sono le<br />

esigenze di mobilità (dei cittadini<br />

e delle merci) previste in costante<br />

e forte crescita anche in<br />

un orizzonte di lungo periodo.<br />

Per consentire una circolazione<br />

rapida e facilitata tra gli Stati<br />

membri e garantire buoni collegamenti<br />

internazionali l’Unione<br />

europea ha creato l’iniziativa rete<br />

transeuropea di trasporto<br />

(TEN-T). In estrema sintesi, la<br />

stessa Europa così spiega gli<br />

obiettivi operativi di TEN-T: la<br />

rete fornisce un contributo fondamentale<br />

alla costruzione dei<br />

collegamenti mancanti o all’eliminazione<br />

delle strozzature nella<br />

nostra struttura di trasporto<br />

perché intende creare una rete<br />

unica, multimodale, che integra<br />

in modo efficiente le direttrici di<br />

trasporto terrestre, marittimo e<br />

aereo di tutta la Ue.<br />

Lo scorso ottobre (nelle giornate<br />

del 21 e del 22) si è svolta a<br />

Napoli la conferenza annuale del<br />

programma TEN-T, organizza-<br />

ta dalla Commissione, dal ministero<br />

italiano delle Infrastrutture<br />

e dei trasporti e dalla presidenza<br />

svedese dell'Unione europea.<br />

Il tema scelto per questa<br />

edizione 2009 è stato: Il futuro<br />

delle reti transeuropee di trasporto.<br />

Costruire ponti fra l’Europa<br />

e i suoi vicini.<br />

Tre, nello specifico, i principali<br />

obiettivi che si<br />

era posta la Con-<br />

ferenza: fare il<br />

punto della situazione<br />

sullo stato<br />

dell’arte dei 30<br />

progetti prioritari<br />

(stabilendo anche<br />

i possibili ulteriori<br />

step da qui al<br />

2020), annunciare<br />

lo stanziamento<br />

di 500 milioni<br />

di euro di finanziamenti<br />

per progetti<br />

di infrastrutture<br />

europee,<br />

sempre nell’ambito<br />

del pro-<br />

Una delle novità<br />

più interessanti<br />

dell’edizione 2009<br />

è stata la scelta<br />

di aprire<br />

il confronto<br />

e il dibattito<br />

anche ai Paesi<br />

dell’Africa<br />

mediterranea<br />

gramma TEN-T, e infine valutare<br />

come migliorare le interconnessioni<br />

con le aree geografiche<br />

confinanti, in particolare<br />

con l’Africa.<br />

E proprio a questo aspetto il<br />

Giornale dell’Ingegnere ha deciso<br />

di dedicare uno spazio di approfondimento,<br />

partendo dai nu-<br />

merosi documenti presentati durante<br />

la due giorni napoletana,<br />

ma ampliando anche l’attenzione<br />

all’aspetto energetico che promette<br />

già nei prossimi anni di<br />

concretizzare varie opportunità<br />

di collaborazione tra le due<br />

sponde del Mediterraneo.<br />

Certo, l’attuale contesto operativo<br />

non è dei più agevoli. Durante<br />

i lavori sono<br />

state, ad esempio,<br />

evidenziate due<br />

criticità. Il settore<br />

dei trasporti – anche<br />

se i mass media<br />

ne hanno parlato<br />

con minore<br />

attenzione di quella<br />

riservata al<br />

comparto finanziario<br />

– è stato interessato<br />

da pesanti<br />

fallimenti,<br />

proprio per il declino<br />

della movimentazione<br />

delle<br />

merci legato alla<br />

crisi mondiale che<br />

ha colpito, in particolare, gli<br />

scambi internazionali. Inoltre, nei<br />

piani di sostegno all’economia<br />

le infrastrutture energetiche hanno<br />

per ora goduto di maggiore<br />

attenzione rispetto a quelle viarie.<br />

C’è tuttavia la condivisa consapevolezza<br />

che sono proprio le<br />

vie dei trasporti ad unire popoli<br />

e mercati e a fungere, quindi, da<br />

catalizzatore della ripresa; e che<br />

occorre dunque tornare ad investire<br />

su questo comparto.<br />

Come già accennato, una delle<br />

novità più interessanti dell’edizione<br />

2009, è stata la scelta di<br />

aprire il confronto anche ai Paesi<br />

del Mediterraneo e all’Africa<br />

per ragionare in termini di connessione<br />

tra le reti TEN-T e<br />

quelle africane e, più in generale,<br />

per promuovere il valore della<br />

mobilità come volano di crescita<br />

in un Paese – l’Africa – che<br />

mostra pesantissime carenze.<br />

Non solo in termini infrastrutturali,<br />

come si evidenzierà negli articoli<br />

di approfondimento pubblicati<br />

in questo numero del<br />

Giornale.<br />

Guardando proprio al Continente<br />

africano sono tre gli ambiziosi<br />

percorsi che la Conferenza<br />

ha delineato: assegnare all’Africa<br />

un nuovo ruolo come<br />

soggetto attivo nel bacino Mediterraneo;<br />

proseguire nell’erogazione<br />

di finanziamenti per la<br />

realizzazione di infrastrutture di<br />

trasporto con standard qualitativi<br />

elevati; integrare due sistemi<br />

oggi troppo distanti, mettendo<br />

a disposizione del continente<br />

africano le conoscenze e le migliori<br />

pratiche acquisite in Europa<br />

nel settore delle reti di trasporto.


8 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />

INFRASTRUTTURE “EUROPA-AFRICA”<br />

FOCUS/<br />

È indispensabile promuovere una nuova cultura della mobilità<br />

Una partnership tra Europa<br />

e Africa sul terreno<br />

delle infrastrutture,<br />

perchè? E, soprattutto,<br />

con quale ruolo da parte della<br />

Ue e con quali aspettative<br />

per i Paesi al di là del Mar<br />

Mediterraneo? Per rispondere<br />

alle domande – per nulla<br />

scontate – si potrebbe partire<br />

da un detto coniato proprio<br />

per il Continente africano: Se<br />

un uomo ha fame non regalargli<br />

del pesce; insegnagli a<br />

pescare. Traslato in ambito<br />

infrastrutturale, non basta assicurare<br />

fondi per realizzare<br />

nuove strade, o mettere a disposizione<br />

dei governi locali il<br />

know how delle aziende europee<br />

di eccellenza nel settore<br />

delle grandi opere. Occorre<br />

anche far radicare una nuova<br />

cultura che dia il giusto valore<br />

allo stesso principio di libera<br />

circolazione di merci e<br />

persone, al concetto di sicurezza<br />

e di mobilità sostenibile,<br />

ad un approccio di rete tra<br />

nazioni, alla logistica intesa<br />

come indispensabile valore<br />

aggiunto.<br />

Questa visione d’insieme si<br />

dimostra vincente più che<br />

mai oggi. Nell’attuale contesto<br />

di crisi generalizzata, che<br />

si aggiunge ai cambiamenti<br />

climatici in atto, proprio le<br />

nazioni più povere del Pianeta<br />

sono anche le realtà maggiormente<br />

vulnerabili. Come<br />

tali, potenzialmente interessate<br />

da flussi migratori senza<br />

precedenti verso le economie<br />

più avanzate.<br />

Consapevole di questo rischio<br />

globale, proprio il Consiglio<br />

d’Europa, lo scorso 18 maggio,<br />

ha segnalto tra i possibili<br />

antidoti ad un ulteriore decadimento<br />

delle economie locali,<br />

un deciso sviluppo delle<br />

infrastrutture, con particolare<br />

riguardo ai Paesi dell’Africa<br />

Sub sahariana. Questo al<br />

fine di rendere più agevoli i<br />

flussi tra le economie africana<br />

ed europea (e all’interno della<br />

stessa Africa), riducendo i<br />

costi e migliorando i servizi,<br />

sia per le persone, sia per le<br />

merci.<br />

Questa scelta richiede, ovviamente,<br />

un nuovo approccio<br />

di sistema e una capacità di<br />

pianificazione che ad oggi è<br />

spesso mancata. Non solo tra<br />

i diversi soggetti coinvolti (a<br />

partire dai singoli Stati, quan-<br />

do si parla – ad esempio – di<br />

opere di portata sovranazionale)<br />

ma anche tra le differenti<br />

modalità, in una logica<br />

di interazione strada-rotaianave-aereo.<br />

Partendo dal presupposto<br />

che - per ovvie ragioni<br />

geografiche - nei traffici<br />

internazionali andranno inevitabilmente<br />

privilegiate le vie<br />

d’acqua e le rotte aeree.<br />

Per quanto riguarda i traffici<br />

marittimi, attualmente sono<br />

oltre dieci milioni i cittadini<br />

che viaggiano ogni anno tra<br />

l’Africa e l’Europa scegliendo<br />

la nave come mezzo di<br />

trasporto. Le opportunità di<br />

collaborazione tra l’Unione<br />

africana e l’Unione europea<br />

sono dunque fondate e molteplici.<br />

Ancor prima di intervenire<br />

sulle infrastrutture, occorre<br />

agire sul fronte burocratico,<br />

rendendo più agevoli<br />

gli iter autorizzativi, pur senza<br />

compromettere le ragioni<br />

di sicurezza. Venendo, invece,<br />

agli aspetti più legati al discorso<br />

infrastrutturale, gli interventi<br />

ritenuti più urgenti<br />

riguardano il dragaggio dei<br />

principali porti africani, necessario<br />

per agevolare l’attracco<br />

di navi di maggiore<br />

tonnellaggio (e qui entra in<br />

gioco soprattutto il traffico di<br />

merci).<br />

Inoltre, sempre in termini di<br />

movimentazione delle merci,<br />

si ritiene inadeguato il numero<br />

di attracchi ad oggi disponibili:<br />

un chiaro collo di bottiglia<br />

che complica lo sviluppo<br />

di nuovi traffici tra Europa<br />

e Africa, con tempi di attesa -<br />

prima di poter effettuare le<br />

operazioni di carico e sacrico<br />

- assolutamente antieconomici.<br />

Altrettanto strategica<br />

sarà scelta di migliorare i<br />

collegamenti viari interni tra i<br />

porti e le aree di produzione<br />

(o di consumo) nel cuore dell’Africa,<br />

per non trasformare<br />

gli stessi porti in cattedrali nel<br />

deserto.<br />

Per quanto riguarda la sicurezza,<br />

occorrerà implementare<br />

gli standard internazionali<br />

ISPS (International Ship<br />

and Port Facilities Security<br />

code) in merito alla prevenzione<br />

dell’immigrazione illegale,<br />

al contrasto al traffico di<br />

stupefacenti, alla lotta al terrorismo.<br />

Senza trascurare le<br />

questioni ambientali, che anche<br />

al di fuori<br />

del vecchio<br />

Continente<br />

dovranno godere<br />

di attenzioni<br />

– e interventi<br />

– crescenti.<br />

Va detto che,<br />

già oggi, l’Unioneeuropea<br />

collabora<br />

con 10 Paesi<br />

dell’area mediterranea<br />

-<br />

Marocco, Algeria,<br />

Tunisia,<br />

Egitto, Israele,<br />

Giordania,<br />

<strong>La</strong> soluzione<br />

del problema<br />

della pirateria,<br />

specie lungo<br />

le coste<br />

del Corno d’Africa<br />

e nel Golfo<br />

di Guinea,<br />

è tra gli impegni<br />

dell’UE<br />

Libano, Autorità palestinese,<br />

Siria e Turchia – proprio nel<br />

settore della sicurezza marittima<br />

(nelle due accezioni anglosassoni<br />

di security e di safety)<br />

attraverso il progetto Safemed.<br />

Questo stesso programma<br />

affronta anche la<br />

questione della riduzione delle<br />

emissioni inquinanti e dello<br />

smaltimento dei rifiuti.<br />

Una delle questioni scottanti<br />

resta, per altro, quella della<br />

pirateria. Anche se dal 2003<br />

alla fine del 2006 il numero<br />

di atti di pirateria rilevati risulta<br />

in calo a livello mondiale,<br />

lungo le coste africane si<br />

è evidenziato un aumento del<br />

17 per cento. Nel 2008 la situazione<br />

sembra essere ulteriormente<br />

peggiorata, in particolare<br />

nelle aree più esposte<br />

del Corno d’Africa e del<br />

Golfo di Guinea. Programmi<br />

di supporto e di aiuto sono<br />

già stati identificati dall’International<br />

Maritime Organisation.<br />

Ma è chiaro che – allo<br />

stato attuale – la questione<br />

della insicurezza dei transiti<br />

pone seri freni allo sviluppo<br />

dei traffici marittimi o impone<br />

severi aumenti di costo a<br />

quelli che vengonougualmen-<br />

te effettuati.<br />

Per quanto concerne<br />

il traffico<br />

aereo, l’aspetto<br />

certamente più<br />

critico è quello<br />

della sicurezza<br />

dei voli. L’Unione<br />

europea, in<br />

più occasioni,<br />

ha sottolineato<br />

l’importanza di<br />

creare una rete<br />

satellitare di monitoraggio<br />

e<br />

controllo dei<br />

traffici molto più<br />

moderna e tecnologicamente<br />

evoluta di quella attualmente<br />

in dotazione.<br />

L’inadeguatezza degli strumenti<br />

oggi in uso è evidenziata<br />

chiaramente dai dati inerenti<br />

l’incidentalità dei trasporti<br />

aerei. Dagli aeroporti<br />

africani decolla soltanto il 3<br />

per cento dei voli di linea su<br />

scala mondiale; eppure gli<br />

stessi sono responsabili del 19<br />

per cento degli incidenti, il<br />

più delle volte proprio per errori<br />

di navigazione.<br />

foto: Jean Nathalie<br />

Secondo un documento<br />

presentato dalla Commissione<br />

europea lo<br />

scorso luglio - Connecting<br />

Africa and Europe: working<br />

towards strengthening transport<br />

cooperation - l’attuale<br />

dotazione infrastrutturale dell’Africa<br />

mostra pesantissimi<br />

ritardi. Non solo in confronto<br />

agli standard europei, ma anche<br />

rispetto a quanto si rileva<br />

in altre aree del Pianeta ancora<br />

in via di sviluppo. Con<br />

6,8 chilometri di strade ogni<br />

cento chilometri quadrati di<br />

territorio, il Continente Nero<br />

resta a grande distanza dall’America<br />

<strong>La</strong>tina (che arriva a<br />

12 chilometri) e dall’Asia (con<br />

18 chilometri). Per non parlare<br />

delle carenze in termini<br />

di manutenzione, tasto dolente<br />

anche in molte nazioni<br />

occidentali (Stati Uniti compresi)<br />

e, a maggior ragione,<br />

in questa parte del globo.<br />

<strong>La</strong> situazione è altrettanto<br />

precaria in termini di interconnessioni<br />

ferroviaria, soprattutto<br />

nei Paesi dell’Africa<br />

Occidentale e Centrale,<br />

dove sono una quindicina le<br />

nazioni senza neppure un<br />

chilometro di rotaia. Solo tre<br />

Con oltre<br />

un milione<br />

di morti<br />

ogni anno,<br />

l’incidentalità<br />

sulle strade<br />

rappresenta<br />

una delle priorità<br />

di intervento<br />

Nel concreto? L’Unione europea<br />

ha già concluso accordi<br />

in materia di aviazione con<br />

vari Paesi terzi, come il Marocco<br />

e la Giordania. Lo scorso<br />

aprile, in Namibia, si è anche<br />

tenuta una conferenza in<br />

materia di aviazione per discutere<br />

la messa a punto di un<br />

partenariato tra l’Unione europea<br />

e l’Africa nel campo<br />

dell’aviazione civile. In giugno<br />

la Commissione ha, poi,<br />

pubblicato una comunicazione<br />

che esamina le possibilità<br />

di collaborazione fra i due<br />

continenti nel campo dei trasporti.<br />

Qualcosa, dunque, si<br />

sta già muovendo.<br />

Ulteriori progressi, in termini<br />

di sicurezza, potrebbero aversi<br />

dall’estensione all’Africa di<br />

Egnos (un servizio gratuito<br />

volto a migliorare l’accuratezza<br />

dei segnali GPS). Su<br />

questo l’Europa ha già dichiarato<br />

la sua disponibilità.<br />

Venendo alla gomma, questa<br />

modalità continua ad essere<br />

la scelta in assoluto prevalente<br />

nella movimentazione delle<br />

merci, dai traffici locali a<br />

sclare fino a quelli che coinvolgono<br />

più Stati diversi, con<br />

una quota compresa tra l’80 e<br />

il 90 per cento del totale.<br />

Spesso si tratta di una scelta<br />

obbligata, non esistendo alcuna<br />

alternativa.<br />

Criticità ci sono anche nel trasporto<br />

passeggeri. Ogni anno<br />

in Africa gli incidenti stradali<br />

causano la morte di un<br />

milione di persone (circa 650<br />

mila sono pedoni, olte 200<br />

mila dei quali bambini). Il costo<br />

sociale di questi incidenti<br />

è impressionante, tra l’1 e il<br />

aeroporti, inoltre, possono essere<br />

classificati tra i primi 150<br />

a livelo mondiale, per volumi<br />

di passeggeri trasportati.<br />

Infine, il traffico marittimo<br />

che pur aggiudicandosi la<br />

quasi totalità dei trasporti internazionali<br />

– tra il 92 e il 97<br />

per cento del totale – soffre<br />

di non pochi problemi. Gli<br />

80 maggiori porti del Continente,<br />

che movimentano i<br />

3 per cento dell’intero prodotto<br />

interno lordo dell’Africa,<br />

secondo stime effettuate<br />

dalla Commissione europea.<br />

Da qui la scelta di Bruxelles,<br />

adottata come vero e proprio<br />

piano strategico di azione, di<br />

intensificare gli sforzi per assicuarere<br />

il trasferimento ai<br />

Paesi in via di sviluppo delle<br />

conoscenze (e delle buone<br />

pratiche) in tema di sicurezza<br />

stradale. Questo, nella pratica,<br />

porterà alla definizione di linee<br />

guida da proporre ai governi<br />

locali e regionali, alla<br />

scelta di destinare specifici<br />

fondi comunitari allo sviluppo<br />

di progetti di sicurezza stradale,<br />

alla necessità di includere<br />

negli studi di fattibilità<br />

di nuovi investimenti infrastrutturali<br />

anche l’aspetto della<br />

road safety.<br />

Per quanto riguarda, invece,<br />

la parte più strettamente infrastrutturali,<br />

in stretta collaborazione<br />

con l’Unione africana<br />

occorrerà rimettere mano<br />

agli otto grandi corridoi<br />

trans-africani già identificati<br />

come direttrici di traffico di<br />

rilevanza sovra nazionale, ma<br />

ancora in parte da realizzare<br />

o con gravi carenze manutentive<br />

per i tratti già costruiti.<br />

Si tratta, in particolare di:<br />

■ Dakar-Ndjamena<br />

■ Nouakchott-<strong>La</strong>gos<br />

■ Khartoum-Djibouti<br />

■ <strong>La</strong>gos-Mombasa<br />

■ Cairo-Gaborone<br />

■ N'djamena-Windhoek<br />

■ Beira-Lobito<br />

■ Dar Es Salaam-Kigali<br />

Per quanto riguarda le grandi<br />

direttrici ferroviarie, infine, sarà<br />

essenziale l’identificazione<br />

delle nuove linee, attraverso<br />

un accurato lavoro di concertazione<br />

tra i numerosi soggetti<br />

coinvolti sia a livello politico<br />

che economico (a partire<br />

dalle autorità portuali e<br />

dai partener industriali).<br />

Cemento, asfalto, acciaio saranno<br />

dunque indispensabili<br />

in grande quantità per un migliore<br />

futuro dell’Africa. Ma,<br />

altrettanto preziosi saranno<br />

anche il cuore e il cervello.<br />

Perché in gioco c’è un intero<br />

sistema da concepire e condividere.<br />

Prima ancora che da<br />

costruire.<br />

Africa, un continente<br />

che viaggia sempre “in riserva”<br />

Nessuna modalità<br />

di trasporto<br />

in Africa si può<br />

definire adeguata<br />

secondo i nostri<br />

parametri: strade<br />

insufficienti<br />

e mal tenute,<br />

intere nazioni<br />

senza ferrovia,<br />

porti insicuri<br />

e scali aerei<br />

sottodimensionati<br />

flussi di import ed export,<br />

mostrano gravi carenze in<br />

termini di sicurezza e dotazioni.<br />

<strong>La</strong> flotta delle navi mercantili<br />

ha un’età media nettamente<br />

superiore rispetto<br />

agli standard nel resto del<br />

mondo: ben l’80 per cento<br />

dei natanti ha superato i 15<br />

anni di servizio, mentre la<br />

media planetaria degli over<br />

15 anni scende alle soglie del<br />

15 per cento.<br />

Come conseguenza di tutto<br />

ciò, i costi di trasporto sono<br />

in Africa tra i più elevati al<br />

mondo – in proporzione –<br />

pari al 15 per cento circa del<br />

valore delle esportazioni rispetto<br />

al 3 per cento che si<br />

rileva per le merci delle nazioni<br />

industrializzate. <strong>La</strong> situazione<br />

è ancora più disperata<br />

nelle aree più inaccessibili<br />

dell’Africa. In realtà come il<br />

Malawi o il Ciad i costi di trasporto<br />

possono incidere anche<br />

per un 50 per cento sul<br />

valore finale delle merci<br />

esportate. È anche per questa<br />

ragione che l’incidenza del<br />

Made in Africa sul totale dei<br />

traffici mondiali è crollata dal<br />

già ridotto 6 per cento del<br />

1960 al 2 per cento attuale.


N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE<br />

INFRASTRUTTURE “EUROPA-AFRICA”<br />

9<br />

FOCUS/<br />

<strong>La</strong> rete transeuropea di trasporto<br />

ha tanta voglia di crescere<br />

Dieci anni rappresentano<br />

un orizzonte temporale<br />

tutto sommato<br />

contenuto se si parla di grandi<br />

opere e di ambiziose realizzazioni<br />

infrastrutturali. Nei<br />

prossimi dieci anni l’Europa è<br />

chiamata, dunque, a compiere<br />

un mezzo miracolo. È infatti<br />

previsto che entro il 2020<br />

il traffico tra i Paesi membri<br />

possa addirittura raddoppiare<br />

rispetto ai volumi attuali. Un<br />

fatto certamente auspicabile<br />

da un punto di vista sociale<br />

ed economico, che richiederà<br />

investimenti massicci, per<br />

completare e ammodernare<br />

secondo criteri sostenibili la<br />

rete europea ad oggi disponibile.<br />

Per raggiungere il traguardo<br />

– confermano gli<br />

esperti di Bruxelles - serviranno<br />

circa 500 miliardi di<br />

euro, di cui 270 miliardi per<br />

gli assi e i progetti prioritari.<br />

Proprio lo scorso 21 ottobre<br />

la Commissione europea ha<br />

notificato un primo gruppo<br />

di progetti che beneficeranno<br />

di un totale di 500 milioni<br />

di euro destinati a importanti<br />

opere di infrastrutture di<br />

trasporto in tutta l'Unione.<br />

“I fondi – è stato precisato<br />

durante la conferenza partenopea<br />

- saranno assegnati a<br />

titolo del programma Rete<br />

transeuropea dei trasporti<br />

(TEN-T), che contribuisce a<br />

finanziare i lavori di costruzione<br />

dei collegamenti mancanti<br />

o di eliminazione delle<br />

strozzature, per rendere più<br />

rapida e facile la circolazione<br />

delle merci e delle persone<br />

tra gli Stati membri”.<br />

Tra i Paesi beneficiari, anche<br />

l’Italia, assieme ad Austria,<br />

Belgio, Germania, Spagna,<br />

Francia, Ungheria, Olanda,<br />

Portogallo, Svezia e Regno<br />

Unito.<br />

Come precisa la stessa Commissione<br />

europea, all’inizio si<br />

pensava di ripartire su varie<br />

annualità quresto mezzo miliardo<br />

di euro. Poi, consapevoli<br />

del fatto che le grandi<br />

opere sono uno dei motori<br />

dell’economia e, dunque, possono<br />

accelerare l’uscita dalla<br />

crisi, è stato deciso di anticipare<br />

in toto lo sforzo finanziario.<br />

Nel dettaglio, ecco l’elenco<br />

dei finanziamenti che<br />

sono stati annunciati a Napoli:<br />

■ Austria. Costruzione del<br />

quarto binario della tratta occidentale<br />

Vienna-Linz: stazione<br />

ferroviaria di Melk (3,4<br />

milioni di euro)<br />

■ Belgio. Ricostruzione del<br />

Noorderlaanbridge (1,3 milioni<br />

di euro)<br />

■ Francia. Nuova linea ferroviaria<br />

ad alta velocità LGV<br />

Est; seconda fase: tratta Baudrecourt-Vendenheim<br />

(76<br />

milioni di euro)<br />

■ Germania. A3 Francoforte-Norimberga,<br />

restauro del<br />

ponte principale di Randersacker<br />

(2,4 milioni di euro);<br />

Ampliamento trimodale del<br />

porto di Colonia (3,3 milioni<br />

di euro)<br />

■ Ungheria. Costruzione di<br />

un’area di imbarco comune<br />

per le operazioni Schengen e<br />

non-Schengen e il trasferimento<br />

ininterrotto dei passeggeri<br />

nell’aeroporto di Budapest<br />

(7,6 milioni di euro)<br />

■ Italia. Raccordo anulare di<br />

Roma - Tratto nordoccidentale<br />

- Creazione della terza<br />

corsia in entrambe le direzioni<br />

di marcia dal km 11+250<br />

al km 12+650 – <strong>La</strong>vori di<br />

completamento (3 milioni di<br />

euro); Opere di potenziamento<br />

dell'accessibilità nautica<br />

del porto di Venezia-<br />

Marghera - drenaggio ordi-<br />

Antonio Tajani<br />

(già vicepresidente della<br />

Commissione europea)<br />

nario e d’urgenza in due sezioni<br />

dei canali navigabili<br />

Ovest e Sud (3,9 milioni di<br />

euro); Nodo di Torino, tratta<br />

Susa-Stura, eliminazione della<br />

strozzatura (52,7 milioni di<br />

euro); Integrazione dell'IP1 di<br />

comunicazione e sorveglianza<br />

(4 milioni di euro)<br />

■ Paesi Bassi. Eliminazione<br />

della strozzatura dell’arteria<br />

nord-sud A2 (E25): costruzione<br />

del tunnel autostradale<br />

urbano a Maastricht (15 milioni<br />

di euro)<br />

■ Portogallo. Piano di sviluppo<br />

dell’aeroporto di Faro –<br />

Fase 1 (6 milioni di euro)<br />

■ Spagna. Superstrada SE-<br />

40 (Siviglia) - Tratta Coria del<br />

Rio-Dos Hermanas - tunnel<br />

nord e sud (24 milioni di euro)<br />

■ Svezia. Infrastrutture portuali<br />

nel porto nord di Malmö<br />

(5,9 milion di euro); Collegamento<br />

di Partihall E6.21 (16,3<br />

milioni di euro)<br />

■ Regno Unito. Opere di drenaggio<br />

e bonifica dell’estuario<br />

del Tamigi a supporto dello<br />

sviluppo del porto multi-<br />

I fondi TEN-T<br />

contribuiscono<br />

a realizzare opere<br />

di infrastruttura<br />

finanziando studi<br />

per superare<br />

le difficoltà presenti<br />

nella fase iniziale<br />

dei progetti<br />

o coprendo i costi<br />

di una parte<br />

dei lavori<br />

veri e propri<br />

C’è anche l’Italia<br />

tra le nazioni<br />

che beneficeranno<br />

dei 500 milioni<br />

di euro assegnati<br />

lo scorso ottobre;<br />

ma è francese<br />

lo stanziamento<br />

più significativo<br />

modale integrato London<br />

Gateway e della logistica (14<br />

milioni di euro); Piano di gestione<br />

del traffico del corridoio<br />

A14 (11,7 milioni di euro);<br />

<strong>La</strong>vori sulla tratta Felixstowe-Nuneaton<br />

(9,2 milioni<br />

di euro).<br />

Nelle prossime settimane sarà<br />

reso pubblico un secondo<br />

gruppo di progetti che beneficeranno<br />

dei fondi TEN-T<br />

stanziati.<br />

A Napoli è stato anche tempo<br />

di bilanci su quanto realizzato<br />

fino ad oggi. Gli esperti<br />

del settore hanno fatto il<br />

punto sui progressi registrati<br />

Åsa Torstensson (ministro<br />

svedese dell'Industria)<br />

nel 2008 nel processo di attuazione<br />

dei 30 progetti prioritari<br />

TEN-T. “È stato realizzato<br />

il 39 per cento degli investimenti<br />

necessari – cita<br />

una nota ufficiale della Commissione<br />

europea – e sono<br />

stati investiti 161 miliardi di<br />

euro nei progetti prioritari. 4<br />

di questi sono stati terminati e<br />

2 sono in fase di completamento.<br />

Progressi si sono registrati<br />

anche riguardo ad altri<br />

progetti, in particolare nel<br />

periodo 2007-2009. Lo scorso<br />

anno, nonostante la crisi<br />

economica, sono stati investiti<br />

oltre 14 miliardi di euro.<br />

Tuttavia, secondo le stime attuali,<br />

il 35 per cento degli investimenti<br />

necessari per completare<br />

la rete sarà effettuato<br />

dopo il 2013”.<br />

L’Unione europea, comunque,<br />

non è certo una realtà a<br />

sé stante. È condivisa a tutti i<br />

livelli – politico, istituzionale,<br />

economico, imprenditoriale<br />

– la necessità di agevolare<br />

anche i collegamenti con<br />

i parner economici confinanti,<br />

accanto allo sviluppo<br />

delle reti infrastrutturali interne.<br />

Certamente con l’Africa,<br />

ma anche con l’area<br />

Nord-Ovest. Durante la conferenza<br />

tenutasi a Napoli è<br />

stato così siglato uno specifico<br />

accordo inerente lo sviluppo<br />

dei collegamenti viabilistici<br />

e della logistica nella<br />

parte settentrionale dell’Europa.<br />

Firmatari dell’accordo i<br />

rappresentanti della Commissione<br />

europea, di Norvegia,<br />

Russia, Danimarca, Estonia,<br />

Finlandia, Germania,<br />

Lettonia, Lituania, Polonia,<br />

Svezia e Bielorussia.<br />

Il commento di Antonio Tajani,<br />

vicepresidente della<br />

Commissione europea: “Le<br />

sfide e le opportunità del settore<br />

dei trasporti hanno una<br />

natura sempre più internazionale<br />

e il partenariato della<br />

dimensione settentrionale per<br />

il trasporto e la logistica costituirà<br />

un'ottima occasione<br />

per affrontarle insieme nell'Europa<br />

del Nord”.<br />

Ancora più fiducioso sui possibili<br />

scenari aperti da questo<br />

accordo è stato Åsa Torstensson,<br />

ministro svedese<br />

dell'Industria, dell’energia e<br />

delle comunicazioni. “L'Europa<br />

del Nord – ha commentato<br />

da Napoli - è una regione<br />

ricca di risorse naturali,<br />

con un settore industriale<br />

altamente sviluppato. Le lunghe<br />

distanze all'interno della<br />

regione e la lontananza dai<br />

mercati più importanti rappresentano<br />

una <strong>sfida</strong> per il<br />

settore dei trasporti. Il partenariato<br />

della dimensione settentrionale<br />

per il trasporto e<br />

la logistica promette di essere<br />

un valido strumento per ricercare<br />

insieme le misure e i<br />

progetti da attuare per migliorare<br />

le infrastrutture che<br />

mettono in collegamento i<br />

Paesi all’interno della regione<br />

e con quelli al di fuori”.<br />

World Bank: “Senza riforme è impossibile<br />

reperire i fondi per le grandi opere”<br />

Secondo l’ultimo studio<br />

della World Bank,<br />

pubblicato ai primi di<br />

novembre, per assicurare la<br />

crescita economica dell’Africa<br />

occorrerà investire 93<br />

miliardi di dollari all’anno<br />

per i prossimi anni in infrastrutture.<br />

L’inadeguatezza<br />

del livello attuale di investimenti,<br />

in reti elettriche e idriche,<br />

nuove strade e infrastrutture,<br />

information &<br />

communications technology<br />

(ICT) rappresenterebbe un<br />

freno alla crescita del prodotto<br />

interno lordo locale<br />

quantizzabile in due punti<br />

all’anno, riducendo del 40<br />

per cento la produttività delle<br />

attività economiche locali.<br />

Secondo lo studio della<br />

World Bank nell’Africa sub<br />

sahariana i 24 Paesi presi in<br />

esame spendono attualmente<br />

45 miliardi di dollari/anno<br />

in infrastrutture (in<br />

buona parte attingendo a risorse<br />

interne). <strong>La</strong> notizia positiva<br />

riguarda proprio questa<br />

cifra: si tratta di un valore<br />

superiore rispetto a quello<br />

fino ad oggi stimato. <strong>La</strong><br />

notizia negativa è che rimane<br />

un gap di 48 miliardi di<br />

dollari/anno rispetto al volere<br />

stimato come ottimale<br />

(appunto, 93 miliardi) per<br />

un adeguato sviluppo dell’area.<br />

Se da una parte, continuano<br />

gli esperti della<br />

World Bank, ben 17 miliardi<br />

di euro potrebbero essere<br />

recuperati aumentando l’efficienza<br />

del sistema locale e<br />

riducendo gli sprechi, resta<br />

pur sempre un gap valuta-<br />

bile in 31 miliardi di dollari.<br />

Il problema principale sembra<br />

riguardare le infrastrutture<br />

energetiche. Attualmente<br />

nei 48 Paesi dell’Africa<br />

sub-sahariana la capacità<br />

di generazione elettrica<br />

complessiva è di soli 68.000<br />

MW, più o meno l’equivalente<br />

della potenza installata<br />

in Spagna. Inoltre, circa il 25<br />

per cento di questa capacità<br />

teorica non è effettivamente<br />

sfruttato per l’età eccessiva<br />

degli impianti e per lo scarso<br />

livello delle manutenzioni.<br />

Ne risulta un costo del<br />

L’intera Africa<br />

sub sahariana<br />

può contare<br />

su una capacità<br />

di generazione<br />

inferiore a quella<br />

della sola Spagna.<br />

kWh pari a 18 centesimi di<br />

dollaro, valore estremamente<br />

elevato, almeno per i<br />

parametri economici dell’area.<br />

Non è sensibilmente migliore<br />

la situazione delle infrastrutture<br />

viarie. Solo il 40 per<br />

cento degli abitanti che non<br />

risiedono in un centro urbano<br />

vive a meno di due chilometri<br />

di distanza da una<br />

strada “percorribile in tutte le<br />

stagioni”. Tenendo conto<br />

anche dei problemi burocratici,<br />

che si riflettono in<br />

lungaggini insostenibili, ciò<br />

si traduce in una velocità<br />

media di soli 12 chilometri/ora<br />

nella movimentazione<br />

delle merci.<br />

Infine l’acqua: meno del 60<br />

per cento della popolazione<br />

africana ha accesso all’acqua<br />

potabile mentre sono nettamente<br />

al di sotto degli standard<br />

dei Paesi sviluppati le<br />

condizioni dell’irrigazione.<br />

Al riguardo c’è un dato che<br />

parla da solo: negli ultimi 40<br />

anni la superficie arabile dell’Africa<br />

è cresciuta soltanto<br />

di 4 milioni di ettari rispetto<br />

ai 25 milioni di ettari della<br />

Cina e ai 32 milioni di ettari<br />

dell’India.<br />

Obiageli Ezekwesili, vice<br />

presidente per l’Africa della<br />

Banca Mondiale ha così<br />

commentato i dati: “Certamente<br />

servono nuovi investimenti,<br />

ma allo stato attuale<br />

il rischio, se non si pensa<br />

prima di tutto ad eliminare<br />

le troppe inefficienze, è<br />

quello di versare acqua all’interno<br />

di un colabrodo.<br />

L’Africa potrà turare questi<br />

buchi solo attraverso le riforme<br />

e il miglioramento<br />

delle politiche locali. Quando<br />

questo cambiamento si<br />

concretizzerà, lo stesso sarà<br />

letto dagli investitori come<br />

il segnale che l’Africa è davvero<br />

pronta per fare affari;<br />

ed è dunque diventata un<br />

mercato appetibile”.<br />

E, a quel punto, reperire quei<br />

31 miliardi di dollari all’anno<br />

che mancano all’appello non<br />

sarà più un’impresa proibitiva.


10 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />

FOCUS/<br />

Gas, petrolio e una bilancia commerciale in deficit<br />

Tra i partner commerciali<br />

preferiti dall’Italia<br />

l’Africa occupa un<br />

posto di un certo rilievo come<br />

fornitore. Mentre come<br />

mercato di sbocco delle nostre<br />

esportazioni scala, inevitabilmente,<br />

verso il fondo<br />

della classifica. E questo per<br />

un chiaro motivo: i nostri acquisti<br />

all’interno del Continente<br />

Nero… riguardano essenzialmente<br />

il nero petrolio<br />

(e il gas naturale). Materie<br />

prime energetiche, quindi, di<br />

cui il nostro Paese ha un disperato<br />

bisogno e che, nel<br />

2008, sono state pure interessate<br />

da un picco delle<br />

quotazioni, prima dell’esplosione<br />

della crisi nella sua<br />

massima virulenza. Molto<br />

meno appetibile - almeno<br />

per le economie locali - e<br />

dunque meno acquistato,<br />

sembra essere il made in<br />

Italy di qualità. Da qui la forte<br />

differenza nel peso specifico<br />

dell’Africa come nostro<br />

partner commerciale: assorbe<br />

solo il 4,9 per cento delle<br />

nostre esportazioni ma copre<br />

il 10,2 per cento delle<br />

nostre importazioni.<br />

Sfogliando i rapporti di Ice<br />

(Istituto per il commercio<br />

estero) ed Istat si scoprono<br />

maggiori dettagli. “Nel 2008<br />

– spiegano gli esperti dell’Ice<br />

- il deficit commerciale dell’Italia<br />

con l’Africa si è ampliato,<br />

soprattutto a causa<br />

della crescita del saldo negativo<br />

con i Paesi dell’Africa<br />

settentrionale, che ha riguardato<br />

in particolare Algeria<br />

e Libia. Le importazioni<br />

complessive sono aumentate<br />

di oltre il 20 per<br />

cento rispetto al 2007. Gli<br />

INFRASTRUTTURE “EUROPA-AFRICA”<br />

acquisti da Algeria (più 41<br />

per cento), Egitto (più 23 per<br />

cento), Libia (più 24 per cento)<br />

e Sud Africa (più 19 per<br />

cento) hanno contribuito significativamente<br />

a questo incremento.<br />

Ad essi va sommato<br />

l’ottimo risultato delle<br />

importazioni dalla Nigeria<br />

(più 8 per cento), che si inserisce<br />

in un trend di crescita<br />

iniziato nel 2003. Questi<br />

flussi riflettono gli acquisti di<br />

materie prime dall’area: Libia<br />

e Algeria si confermano, anche<br />

nel 2008, prima e seconda<br />

fonte di prodotti energetici<br />

per l’Italia”.<br />

È comunque significativo anche<br />

il trend delle esportazioni,<br />

lievitate sensibilmente<br />

nel corso del 2008, rispetto<br />

all’anno prima: più 23 per<br />

cento considerando l’area nel<br />

suo complesso, con una netta<br />

prevalenza dei Paesi che<br />

si affacciano al Mediterraneo<br />

Libia e Algeria<br />

si confermano,<br />

anche nel 2008,<br />

prima e seconda<br />

fonte di prodotti<br />

energetici<br />

per il nostro<br />

Paese<br />

Con la sola<br />

esclusione<br />

del Giappone,<br />

l’Asia continua<br />

a strappare<br />

quote<br />

di mercato<br />

alle nazioni<br />

occidentali<br />

foto: Sergio Russo<br />

IL COMMERCIO ESTERO DELL'ITALIA PER AREE GEOGRAFICHE (valore %, anno 2008)<br />

Arre geografiche<br />

Unione Europea<br />

Europa non UE<br />

Africa settentrionale<br />

Altri Paesi Africa<br />

America settentrionale<br />

America centro e sud<br />

Medio Oriente<br />

Asia centro e sud<br />

Asia orientale<br />

Resto del mondo<br />

peso %<br />

58,5<br />

11,3<br />

3,6<br />

1,3<br />

7,0<br />

3,3<br />

5,1<br />

1,3<br />

6,1<br />

2,5<br />

100<br />

(più 32 per cento) e con Algeria<br />

e Libia entrambe in<br />

crescita addirittura del 63 per<br />

cento. Meno significativi, invece,<br />

i dati relativi alle esportazioni<br />

negli altri Paesi africani,<br />

a conferma di come<br />

l’Africa per l’Italia dei commerci<br />

sia soprattutto il<br />

Maghreb.<br />

Interessante anche rapportare<br />

la presenza dell’Italia nel<br />

Continente africano a quella<br />

dei suoi principali competitor<br />

commerciali. “Sempre in<br />

relazione all’Africa settentrionale<br />

– prosegue l’Ice - è<br />

stato positivo il trend delle<br />

esportazioni di Germania e<br />

Spagna, meno però dell’andamento<br />

che ha contraddistinto<br />

l’Italia; mentre è restata<br />

invariata la quota del<br />

Regno Unito ed è lievemente<br />

diminuita quella francese.<br />

<strong>La</strong> situazione cambia radicalmente<br />

se si guarda all’A-<br />

In Africa si vende un’auto...<br />

ogni cento telefoni<br />

cellulari. È questa una delle<br />

tante contraddizioni (almeno<br />

secondo i parametri<br />

nostrani) del Continente Nero.<br />

Lo scorso anno sono stati,<br />

infatti, venduti oltre 130<br />

milioni di cellulari in Africa<br />

(compreso il Medio Oriente).<br />

Un valore di assoluto rilievo<br />

su scala mondiale se<br />

confrontato con i meno di<br />

190 milioni dell’Europa Occidentale,<br />

con i 480 milioni<br />

dell’Asia e del Pacifico, con i<br />

“soli” 120 milioni dell’America<br />

<strong>La</strong>tina.<br />

Di tutt’altro tenore il mercato<br />

dell’auto. Nel 2007 risultano<br />

vendute oltre 70 milioni di<br />

auto nel mondo: 23 milioni<br />

sono state immatricolate in<br />

Europa, 21,4 in Asia (ma già<br />

nel 2008 c’è stato il sorpasso<br />

nei confronti del Vecchio<br />

Continente), 19,4 negli Stati<br />

Uniti e in Canada, 4,4 milioni<br />

nell’America <strong>La</strong>tina. Chiudono<br />

la classifica il Medio<br />

Oriente con 2,4 milioni e l’Africa<br />

con soli 1,4 milioni. Un<br />

intero continente, quindi,<br />

mette su strada (molte) meno<br />

macchine di una singola nazione<br />

come l’Italia!<br />

Pressoché inesistente è ad<br />

oggi anche l’industria locale<br />

di settore. Secondo le statistiche<br />

internazionali dell’Organization<br />

of Motor Vehicle<br />

Manufacturers, organismo<br />

che ha appena compiuto i 90<br />

anni di vita, la produzione di<br />

auto è limitata a 72.500 unità/anno<br />

in Egitto e a 321 mila<br />

vetture/anno in Sud Africa.<br />

Nel complesso meno di<br />

400 mila quattro ruote ri-<br />

Esportazioni Importazioni<br />

var. % dei valori '07/'08 peso % var. % dei valori '07/'08<br />

-3,7<br />

9,7<br />

32,4<br />

3,4<br />

-5,0<br />

1,7<br />

10,8<br />

5,7<br />

1,1<br />

-<br />

frica sub-sahariana: l’Asia<br />

orientale continua a strappare<br />

quote ai Paesi occidentali,<br />

grazie ad un aumento<br />

che continua ininterrotto da<br />

almeno un decennio e che<br />

riguarda (con l’esclusione del<br />

Giappone) tutte le economie<br />

che ne fanno parte, in particolare<br />

quella cinese”.<br />

È interessante valutare anche<br />

i numeri relativi ai primi<br />

mesi del 2009. “I dati dei<br />

primi mesi del 2009 (rispetto<br />

allo stesso periodo del 2008)<br />

– concludono gli esperti dell’Ice<br />

- mostrano, anche in<br />

Africa, una riduzione dei<br />

flussi. A differenza di altre<br />

aree però, le esportazioni<br />

verso l’Africa settentrionale<br />

hanno resistito maggiormente<br />

(contenendo la perdita<br />

entro i 6 punti percentuali),<br />

mentre le importazioni<br />

hanno subito una brusca<br />

battuta d’arresto (meno 27<br />

spetto al complessivo mondiale<br />

di 52,6 milioni; neppure<br />

l’1 per cento.<br />

Altrettanto evidente il gap se<br />

si considerano i veicoli com-<br />

54,0<br />

11,2<br />

8,3<br />

1,9<br />

3,6<br />

2,9<br />

5,1<br />

2,0<br />

10,4<br />

0,6<br />

100<br />

-5,3<br />

6,1<br />

24,8<br />

7,4<br />

7,5<br />

1,7<br />

20,1<br />

8,7<br />

3,8<br />

-<br />

per cento per l’Africa settentrionale<br />

e meno 46 per<br />

cento per gli altri Paesi africani).<br />

Un ultimo interessante dato<br />

riguarda gli investimenti italiani<br />

in Africa. Nel corso del<br />

2008 si registra una chiusura<br />

progressiva dei rubinetti. Le<br />

ragioni vanno ricercate soprattutto<br />

nella contrazione<br />

delle quotazioni delle materie<br />

prime (in particolare<br />

energetiche) e nel sempre<br />

più difficile accesso al credito<br />

che hanno limitato la partenza<br />

di grandi progetti, specie<br />

nel comparto<br />

dell’oil&gas. Tra le nazioni<br />

che sembrano avere sofferto<br />

di più della contrazione<br />

di flussi finanziari dall’Italia<br />

ci sono l’Angola, l’Egitto<br />

(che tuttavia rimane la destinazione<br />

privilegiata degli<br />

investimenti italiani in Africa)<br />

e la Libia.<br />

Mercato dell’auto fermo al palo<br />

È boom invece per i cellulari<br />

In Africa, nel 2007,<br />

risultano vendute<br />

solamente 1,4<br />

milioni di auto<br />

contro gli oltre 70<br />

milioni del resto del<br />

mondo. Per i veicoli<br />

commerciali si<br />

producono 284 mila<br />

camion rispetto ai<br />

18 milioni del<br />

mercato mondiale.<br />

foto: CIAT<br />

merciali. <strong>La</strong> capacità produttiva<br />

è di poco al di sopra delle<br />

42 mila unità/anno in Egitto<br />

(valore comunque in forte<br />

crescita rispetto all’anno precedente)<br />

e di 242 mila unità<br />

scarse in Sud Africa. Totale:<br />

284 mila camion rispetto a<br />

una produzione mondiale<br />

che sfiora i 18 milioni di unità.<br />

Infine gli autobus. Se su<br />

scala planetaria la produzione<br />

annua si assesta appena al di<br />

sotto delle 600 mila unità il<br />

contributo delle catene di<br />

montaggio africane si ferma a<br />

meno di 3.200 bus prodotti<br />

in Egitto e a meno di 1.400<br />

costruiti in Sud Africa.<br />

Difficile pensare a un prossimo<br />

imminente boom della<br />

mobilità interna con una<br />

struttura produttiva ad oggi<br />

ancora così debole e localizzata<br />

in due sole nazioni.


N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 11<br />

FOCUS/<br />

AParigi, 13 luglio 2008,<br />

l’Unione per il Mediterraneo<br />

formalizza<br />

l’intenzione di dare un’accelerazione<br />

concreta ai programmi<br />

di collaborazione tra<br />

le due sponde del grande mare,<br />

in un’ottica di bacino. Non<br />

più Europa da una parte, e<br />

Africa dall’altra. Bensì 43 Stati<br />

(tanti sono i Paesi interessati)<br />

che cooperano su specifiche<br />

tematiche, essendo legati<br />

dalla geografia, prima ancora<br />

che dall’economia o dalla<br />

cultura. Questo, in particolare,<br />

per affrontare le questioni<br />

dell’energia, dello sviluppo<br />

sostenibile, della lotta<br />

ai cambiamenti climatici.<br />

Per evitare di disperdere le<br />

forze, come già successo in<br />

precedenti iniziative, e per<br />

meglio monitorare i progressi<br />

ottenuti, l’Unione per il Mediterraneo<br />

si è posta sei obiettivi<br />

specifici: favorire la realizzazione<br />

di nuove reti di trasporto,<br />

combattere l’inquinamento<br />

del mar Mediterraneo,<br />

creare un’agenzia dedicata allo<br />

sviluppo della piccola e<br />

media impresa, attivare un<br />

coordinamento per la protezione<br />

civile esteso a tutta l’area,<br />

promuovere la costituzione<br />

di una rete tra i diversi<br />

sistemi universitari e concretizzare<br />

il Piano solare mediterraneo.<br />

Proprio quest’ultimo punto<br />

sembra essere il più concreto<br />

(o il più agevole da concretizzare).<br />

<strong>La</strong> ragione è semplice.<br />

Lo sviluppo dell’Europa<br />

nei prossimi lustri non può<br />

prescindere da un incremento<br />

massiccio della generazione<br />

elettrica da fonte rinnovabile.<br />

E sempre più si fa strada<br />

la convinzione che accanto<br />

agli ambiziosi progetti di crescita<br />

interna occorra favorire<br />

la nascita di importanti iniziative<br />

in un territorio – quello,<br />

appunto, dell’Africa settentrionale<br />

- favorevole per le<br />

condizioni climatiche e accessibile<br />

con relativa facilità<br />

per il posizionamento geografico.<br />

Produrre kWh verdi in Africa<br />

da trasferire in Europa, favorendo<br />

la crescita economica e<br />

sociale del Sud del Mediterraneo<br />

da una parte; e rendendo<br />

più agevole il raggiungimento<br />

degli obiettivi europei<br />

di lotta ai cambiamenti<br />

climatici dall’altra.<br />

“Il Piano Solare per il Mediterraneo<br />

(PSM), lanciato nel<br />

luglio 2008 dall’Unione per il<br />

Mediterraneo – conferma l’ingegner<br />

Roberto Vigotti in un<br />

dossier di approfondimento<br />

pubblicato su Nuova Energia<br />

- rappresenta un importante<br />

passo verso una più grande<br />

cooperazione tra entrambe le<br />

sponde. Il Piano mira ad incrementare<br />

l’utilizzo dell’energia<br />

solare e di altre tecnologie<br />

rinnovabili disponibili e<br />

già mature per la generazione<br />

di elettricità. L’obiettivo finale<br />

della proposta è lo sviluppo,<br />

entro il 2020, di 20 GW<br />

di nuova capacità di generazione<br />

installata nei Paesi dell’area<br />

del Mediterraneo (prevalentemente<br />

fotovoltaico,<br />

ma anche eolico e biomasse).<br />

Tutti i progetti del PSM sono<br />

sviluppati con lo scopo di<br />

soddisfare la domanda di<br />

energia locale ed europea”. È<br />

importante sottolineare questo<br />

aspetto: non si tratta di<br />

una sorta di moderno colonialismo<br />

energetico, ovvero<br />

di un mero sfruttamento delle<br />

risorse locali ad unico uso e<br />

consumo dell’Europa. <strong>La</strong><br />

stessa Ue chiarisce che il progetto<br />

è molto più articolato.<br />

Prevede, infatti, lo sviluppo<br />

della generazione nei Paesi<br />

dell’Africa settentrionale anche<br />

attraverso il trasferimen-<br />

INFRASTRUTTURE “EUROPA-AFRICA”<br />

Sarà l’energia ad avvicinare le due sponde del Mediterraneo?<br />

to tecnologico, la realizzazione<br />

di nuove interconnessioni<br />

(non solo verso l’Europa, ma<br />

anche all’interno dell’Africa),<br />

la promozione di soluzioni<br />

per l’efficienza <strong>energetica</strong>.<br />

“L’obiettivo primario del Piano<br />

– prosegue Vigotti - è il<br />

soddisfacimento dei bisogni<br />

energetici dei Paesi del Sud e<br />

il trasporto di parte dell’energia<br />

elettrica prodotta verso<br />

l’Europa, fattore essenziale<br />

per la redditività del Piano, se<br />

i meccanismi di incentivazione<br />

previsti dalla proposta di<br />

direttiva sulle energie rinnovabili<br />

saranno adeguatamente<br />

applicati”.<br />

Il Piano è già entrato nel vivo.<br />

<strong>La</strong> prima fase dovrebbe infatti<br />

concretizzarsi entro la fine<br />

del 2010 e prevede la realizzazione<br />

di un primo portafoglio<br />

di circa 10-20 progetti<br />

pilota nell’ordine di alcuni<br />

MW ciascuno per il solare<br />

fotovoltaico, di 50 MW<br />

per il solare a concentrazione<br />

e di 100 MW per le fattorie<br />

eoliche. <strong>La</strong> scala è quindi già<br />

interessante, fin da queste prime<br />

fasi di avvio. In questi stessi<br />

mesi si dovrà definire il percorso<br />

per i prossimi dieci anni,<br />

così da poter concretizzare<br />

per la fine del 2020 l’obiettivo<br />

dei 20 MW.<br />

Si potrà fare davvero? Gli<br />

esperti sembrano d’accordo<br />

sul fatto che, già oggi, sul piano<br />

strettamente tecnologico<br />

non dovrebbero esserci particolari<br />

impedimenti. L’obiettivo<br />

è alla portata del know<br />

how a disposizione dell’industria<br />

di settore in Europa. Le<br />

barriere sono più che altro di<br />

natura immateriale: finanziarie,<br />

amministrative, regolatorie,<br />

legali (licenze, autorizzazioni,<br />

tariffe, eccetera).<br />

Il cammino previsto per la seconda<br />

fase, quella di sviluppo,<br />

che dovrebbe portare alla<br />

effettiva messa in esercizio<br />

di 20 GW tra il 2011 e il<br />

2020, non sarà dunque tutto<br />

in discesa. Attorno allo stesso<br />

tavolo dovranno sedersi i numerosi<br />

soggetti interessati,<br />

condividendo un unico piano<br />

d’azione: i rappresentanti<br />

politici della Commissione<br />

europea e dei Paesi africani,<br />

il mondo dell’industria, quello<br />

dell’energia (sia generazione<br />

che distribuzione), gli investitori<br />

e le istituzioni finanziarie<br />

(in primis, la Banca<br />

Mondiale e la Banca Europea<br />

degli Investimenti). Il successo<br />

della seconda fase del<br />

Piano passerà attraverso sei<br />

tappe, così scandite nel dossier<br />

pubblicato da Nuova<br />

Energia:<br />

■ Valutazione delle risorse<br />

rinnovabili realmente disponibili,<br />

selezione dei possibili<br />

siti, valutazione delle capacità<br />

locali industriali e delle potenzialità<br />

di sviluppo del mercato<br />

delle rinnovabili nei Paesi<br />

della regione del Mediterraneo.<br />

■ Valutazione delle iniziative<br />

nel campo del solare e delle<br />

altre energie rinnovabili ad<br />

oggi già in essere per la generazione<br />

di elettricità e definizione<br />

di specifiche misure<br />

atte a ottimizzare gli sforzi<br />

esistenti.<br />

■ Definizione di un contesto<br />

legislativo e regolatorio e delle<br />

condizioni istituzionali e<br />

amministrative per uno sviluppo<br />

delle tecnologie rinnovabili.<br />

■ Studio di opzioni possibili e<br />

meccanismi di finanziamento<br />

(includendo schemi di import-export,<br />

concessioni finanziarie<br />

e carbon finance)<br />

insieme con le soluzioni più<br />

efficaci ed economiche per<br />

assicurare il coinvolgimento<br />

attivo del settore privato.<br />

■ Studio delle condizioni per<br />

migliorare l’efficienza <strong>energetica</strong><br />

nel settore degli edifici,<br />

applicazioni domestiche, industria<br />

e trasporto, inclusi gli<br />

aspetti finanziari ed economici.<br />

■ Valutazione delle questioni<br />

delle infrastrutture di trasporto<br />

verso i Paesi europei,<br />

tenendo conto degli accordi<br />

bilaterali esistenti e del coinvolgimento<br />

degli operatori<br />

del sistema di trasmissione. I<br />

progetti di infrastruttura della<br />

rete elettrica potrebbero essere<br />

di priorità condivisa nel<br />

contesto euro-mediterraneo;<br />

L’obiettivo finale<br />

del Piano solare<br />

è lo sviluppo<br />

entro il 2020<br />

di 20 GW<br />

di nuova capacità<br />

di generazione<br />

installata<br />

nei Paesi dell’area<br />

del Mediterraneo<br />

meridionale<br />

tali temi potrebbero essere<br />

anche affrontati nel quadro<br />

dell’iniziativa Trans-European<br />

Networks.<br />

Non c’è comunque spazio solo<br />

per il solare - e per l’eolico<br />

- nei progetti di sviluppo<br />

energetico di interesse (anche)<br />

europeo in Africa. Una<br />

frontiera altrettanto promet-<br />

tente riguarda l’incremento<br />

della produzione da idroelettrico.<br />

Nell’ambito del congresso<br />

mondiale Hydro, che<br />

si è tenuto a Lione a fine ottobre<br />

2009, è stato evidenziato<br />

che lo sviluppo dell’idroelettrico<br />

a bacino potrebbe<br />

rappresentare un’importante<br />

soluzione ai problemi energetici<br />

del continente africano.<br />

“L’Africa – è emerso durante<br />

i lavori - possiede 1.300<br />

dighe, ma solo il 4 per cento<br />

delle risorse sono utilizzate<br />

per la produzione di energia<br />

elettrica. Gran parte di questi<br />

sbarramenti sono stati costruiti<br />

nei decenni passati e<br />

molte delle opere difettano di<br />

manutenzione. L’ammodernamento<br />

di tali impianti è<br />

quindi la più immediata delle<br />

azioni da avviare”. Sul fronte<br />

delle nuove costruzioni, secondo<br />

la Fao potrebbero essere<br />

addirittura 1.000 i progetti<br />

fattibili e finanziabili (per<br />

un valore complessivo di 65<br />

miliardi di dollari).


12 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />

FOCUS/<br />

Nord Africa: occorre triplicare la capacità di generazione<br />

Africa settentrionale,<br />

che si affaccia sul Me- L’ diterraneo, sarà una<br />

delle aree del Pianeta più dinamiche<br />

nei prossimi 20 anni.<br />

Il tasso medio annuo di crescita<br />

del Pil dovrebbe, infatti,<br />

attestarsi al di sopra del 4 per<br />

cento - da qui al 2030 - con<br />

Turchia e Algeria nel ruolo<br />

di locomotive. Le differenze<br />

rispetto alle nazioni europee<br />

del Mediterraneo rimarranno<br />

elevate, pur riducendosi<br />

rispetto ad oggi. In termini di<br />

reddito pro capite il rapporto<br />

passerà da uno a cinque, ad<br />

uno a quattro.<br />

È atteso anche un boom demografico.<br />

I Paesi del Sud del<br />

Mediterraneo, secondo le stime<br />

attuali, vedranno crescere<br />

la popolazione residente dagli<br />

attuali 260 milioni fino a 350<br />

milioni. Egitto, Turchia, Algeria,<br />

Marocco le nazioni più<br />

interessate da questo fenomeno.<br />

È chiaro che la combinazione<br />

di un’economia in crescita e<br />

di una popolazione in forte<br />

espansione (soprattutto in<br />

ambito urbano) si tradurrà in<br />

un deciso aumento della domanda<br />

di energia. C’è un dato<br />

significativo al riguardo.<br />

Considerando i consumi<br />

complessivi in termini di<br />

Mtoe (milioni di tonnellate<br />

equivalenti di petrolio) nell’area<br />

mediterranea, nel 1970 la<br />

domanda dei Paesi europei<br />

rappresentava oltre l’87 per<br />

cento del totale. Ad oggi il<br />

gap si è già ridotto. Le nazioni<br />

del Mediterraneo del Nord<br />

rappresentano il 68 per cento<br />

dei consumi, quelli dell’area<br />

Sud-Est il16 e quelli del Sud-<br />

Ovest il 15 per cento. Nel<br />

INFRASTRUTTURE “EUROPA-AFRICA”<br />

2030 il peso delle nazioni europee<br />

dovrebbe scendere fino<br />

alle soglie del 58 per cento<br />

lasciando la restante parte<br />

ai Paesi asiatici e soprattutto<br />

africani che si affacciano sul<br />

Mare nostrum.<br />

Il problema degli approvvigionamenti<br />

energetici e della<br />

sicurezza è quindi già oggi<br />

centrale nelle strategie di svi-<br />

luppo dell’area, e a maggior<br />

ragione lo sarà in proiezione<br />

futura. Se, infatti, Algeria,<br />

Egitto, Libia e Siria sono<br />

esportatori di fonti fossili, Marocco,<br />

Tunisia, Israele, Giordania<br />

e Turchia sono costretti<br />

a ricorrere alle importazioni<br />

per coprire il fabbisogno interno.<br />

Si stima che ora del<br />

2030, l’area dell’Africa medi-<br />

terranea, dovrà importare circa<br />

il 40 per cento del proprio<br />

fabbisogno di petrolio, il 30<br />

per cento del gas consumato<br />

e oltre il 70 per cento di carbone.<br />

Lo sviluppo delle fonti rinnovabili<br />

si propone come una<br />

risposta concreta (se pur parziale)<br />

a questo scenario di<br />

possibile scarsità <strong>energetica</strong> o<br />

Entro il 2030<br />

nell’Africa<br />

del Nord<br />

è atteso<br />

un boom<br />

demografico<br />

e una decisa<br />

crescita del Pil<br />

con immediate<br />

conseguenze<br />

sulla domanda<br />

di energia<br />

Già oggi l’area<br />

dipende<br />

dalle importazioni<br />

per coprire<br />

il fabbisogno<br />

di fonti fossili;<br />

molto promettenti<br />

le opportunità<br />

di sviluppo<br />

in loco<br />

delle rinnovabili,<br />

soprattutto<br />

eolico e solare<br />

di eccessiva dipendenza dall’estero.<br />

Da un punto di vista<br />

puramente climatico è evidente<br />

che la regione potrebbe<br />

godere di condizioni ideali e<br />

decisamente più appetibili di<br />

quelle che nel Sud dell’Europa<br />

hanno comunque portato<br />

allo sviluppo di piani ambiziosi.<br />

Secondo stime, la radiazione<br />

media annua va da<br />

1.300 kWh per metro quadrato<br />

nelle aree costiere a<br />

3.200 kWh nelle zone più interne<br />

a Sud. Sono valori doppi<br />

rispetto a quelli della media<br />

italiana e tripli se paragonati a<br />

quelli tedeschi. Altrettanto di<br />

rilievo il potenziale eolico: la<br />

velocità del vento si trova nella<br />

fascia tra 6 e 11 m/s.<br />

Tornando ai consumi, l’OME<br />

(l’Osservatorio Mediterraneo<br />

dell’Energia) stima che la domanda<br />

di elettricità crescerà<br />

in media del 4,6 per cento<br />

ogni anno fino al 2030, per<br />

un totale di 1.385 TWh. Tradotto<br />

in “centrali”, significa<br />

dover installare capacità produttiva<br />

aggiuntiva per circa<br />

250 GW. Ovvero più che triplicare<br />

l’attuale dotazione passando<br />

dai 103 GW in funzione<br />

nel 2005 ai 357 preventivati<br />

per il 2030. Strategico, a<br />

quel punto, sarà affrontare la<br />

questione della distribuzione,<br />

realizzando nuove linee e il<br />

miglioramento delle interconnessioni<br />

con le zone rurali<br />

e le aree più interne.<br />

Quale potrà essere, in definitiva,<br />

il ruolo delle rinnovabili<br />

in risposta al suddetto aumento<br />

della domanda? Al di<br />

là dei calcoli teorici fatti sulla<br />

carta, restano purtroppo molte<br />

barrire – alcune che hanno<br />

a che fare sempre con la carta<br />

... – che potrebbero intralciare<br />

uno sviluppo sostenuto,<br />

con ovvie conseguenze negative<br />

in termini economici,<br />

sociali e ambientali. Per citarne<br />

solo un paio: sussidi<br />

troppo elevati ancora riconosciuti<br />

alle fonti tradizionali e<br />

mancanza di meccanismi di<br />

supporto (analoghi ai Certificati<br />

Verdi europei).


N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 13<br />

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di Piemonte<br />

e Lombardia


14 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />

LINEA DIRETTA CON GLI ORDINI<br />

Intervista a Stefano Calzolari, dallo scorso ottobre presidente dell’Ordine della Provincia di Milano<br />

“Un rapporto più stretto con gli iscritti, per valorizzare<br />

le qualità e le competenze professionali degli ingegneri”<br />

segue da pag. 1<br />

Presidente Calzolari, un incarico<br />

prestigioso e ricco di responsabilità.<br />

“Certo, un impegno forte in<br />

quanto sono notevoli le attese<br />

degli iscritti. Negli ultimi<br />

anni Milano è stata un po’ ai<br />

margini della realtà ordinistica<br />

nazionale, forse per una<br />

mancanza di progettualità e<br />

di obiettivi precisi.<br />

Ecco perché è essenziale<br />

creare una squadra esperta,<br />

in grado di far tornare il nostro<br />

Ordine alla creatività di<br />

un tempo, il che comporta<br />

capacità di proposta e disponibilità<br />

a collaborare con gli<br />

altri Ordini che condividono<br />

la spinta innovatrice. Nulla di<br />

improvvisato, sia chiaro: insieme<br />

ad un gruppo qualificato<br />

di colleghi, provenienti<br />

da tutti i settori dell’ingegneria,<br />

da tempo siamo coinvolti<br />

in un progetto maturato negli<br />

anni. Un progetto che<br />

punta al rinnovamento della<br />

vita ordinistica”.<br />

Facile a dirsi: ma a farsi?<br />

“Innanzitutto l’Ordine dovrà<br />

ricostruire il contatto diretto<br />

con gli iscritti. In campagna<br />

elettorale abbiamo usato lo<br />

slogan: l’Ordine deve tornare<br />

a ‘respirare’.<br />

Il concetto è molto semplice:<br />

la nostra sede dovrà essere<br />

sempre più ospitale con i colleghi<br />

che, in un continuo<br />

scambio con la società, trasferiscono<br />

e acquisiscono conoscenze,<br />

competenze e capacità<br />

professionali. Stiamo<br />

parlando di oltre 12 mila ingegneri,<br />

una risorsa importante<br />

e da valorizzare”.<br />

Un’operazione sicuramente impegnativa.<br />

“L’ingegneria è cruciale nella<br />

società contemporanea. <strong>La</strong><br />

cultura ingegneristica può gestire<br />

le complessità che caratterizzano<br />

il nostro tempo e<br />

mettere a disposizione della<br />

comunità i progressi e le nozioni<br />

derivanti dal sapere tecnico-scientifico.<br />

L’ingegneria<br />

è materia di pacificazione: detiene<br />

le conoscenze e sa spiegare<br />

il perché di determinati<br />

fatti, fornisce i metodi per affrontarli<br />

al meglio, prevenirli<br />

o gestirli per il Bene Comune.<br />

In questa visione il sistema<br />

ordinistico, al quale la legge<br />

attribuisce compiti di ‘garanzia’<br />

a tutela della collettività,<br />

può divenire un grande e dinamico<br />

laboratorio di cultura<br />

tecnica”.<br />

Tra i suoi impegni vi è una<br />

grande attenzione all’etica e alla<br />

deontologia professionale: in<br />

che modo possono essere rivalutati<br />

concetti di così notevole<br />

importanza?<br />

“Riattualizzando queste tematiche<br />

all’epoca contemporanea.<br />

E non solo per la libera<br />

professione, ma per tutti i<br />

rapporti professionali e relazionali<br />

che coinvolgono gli<br />

ingegneri. L’etica è un concetto<br />

ampio: sarebbe necessario,<br />

per esempio, riscrivere il<br />

significato di ‘decoro professionale’,<br />

rendendo espliciti<br />

concetti e contenuti che, fino<br />

a poco tempo fa, erano requisiti<br />

impliciti dell’agire professionale,<br />

ma che oggi rischiano<br />

di essere dimenticati.<br />

Stiamo vivendo in un’epoca<br />

di pessimismo, di profondo<br />

svuotamento morale, e soltanto<br />

la riscoperta di un agire<br />

etico, mosso da concreti valori<br />

di riferimento, come il bene<br />

sociale, permetterà di ricostruire<br />

un vero rapporto fiduciario<br />

tra la professione e la<br />

collettività. Il compito da affidare<br />

alla Commissione Etica<br />

dell’Ordine sarà: ridefinire, attraverso<br />

una casistica più attuale,<br />

le modalità del ‘buon<br />

agire dell’ingegnere’. Su questi<br />

temi c’è molta attenzione anche<br />

da parte della Consulta<br />

degli Ordini degli Ingegneri<br />

della Lombardia e del CNI e<br />

sono convinto che si potrà fare<br />

insieme un ottimo lavoro”.<br />

Altra questione: il rapporto tra<br />

qualità e ingegneria.<br />

“Da rivalutare e rivitalizzare.<br />

Partiamo però dal presupposto<br />

che l’ingegneria italiana,<br />

da sempre, si caratterizza per<br />

la grande sostanza che sa offrire<br />

alla comunità ed è ora<br />

che questa sostanza sia valorizzata,<br />

attraverso un idoneo<br />

percorso di certificazione delle<br />

competenze degli ingegneri,<br />

gestito proprio dagli<br />

Ordini professionali. Non parlo<br />

solo delle competenze dei<br />

liberi professionisti, ma di tutti<br />

coloro che esercitano la<br />

professione di ingegnere anche<br />

in forma dipendente,<br />

pubblica o privata. Gli Ordini<br />

professionali sarebbero perfettamente<br />

in grado di certificare<br />

le competenze dei propri<br />

ingegneri e dovrebbero farlo,<br />

dando vita a un processo di<br />

qualificazione degli iscritti su<br />

base volontaria, il che non è<br />

Stefano Calzolari:<br />

“Sono convinto<br />

che soltanto<br />

la riscoperta<br />

di un agire etico,<br />

mosso da concreti<br />

valori<br />

di riferimento,<br />

come l’utilità<br />

sociale, permetterà<br />

di ricostruire<br />

un rapporto<br />

fiduciario vero<br />

tra la professione<br />

e la collettività”<br />

affatto in contrasto con i<br />

compiti istituzionali di gestione<br />

dell’Albo. Al giorno<br />

d’oggi non basta gestire una<br />

serie di nomi o di elenchi<br />

asettici. I colleghi andrebbero<br />

conosciuti meglio, seguendo<br />

l'evoluzione del loro curriculum<br />

professionale, valorizzandone<br />

le capacità ‘attuali’;<br />

in tal modo si potranno offrire<br />

alla società informazioni di<br />

effettiva utilità e verità, su ingegneri<br />

che l’Ordine avrà ‘valutato’<br />

al meglio nei rispettivi<br />

“Al giorno d’oggi<br />

il percorso didattico<br />

per diventare<br />

ingegnere<br />

è ancora vincente,<br />

grazie a corsi<br />

di studio<br />

che conferiscono<br />

versatilità<br />

e capacità<br />

di adattarsi<br />

ai vari settori<br />

professionali”<br />

ambiti di competenza. Il nostro<br />

intendimento è quindi di<br />

dar vita a un progetto volontario<br />

di qualificazione, con gli<br />

ingegneri che illustrano personali<br />

capacità, settori di interesse,<br />

specializzazioni e abilità.<br />

Non sarà un esame, ma<br />

un colloquio tra candidato ed<br />

esperti; in tal modo la qualificazione<br />

diverrà anche un elemento<br />

fondante del rapporto<br />

etico con la società. Altro<br />

fattore da non sottovalutare<br />

è l'aggiornamento continuo<br />

nell’arco della vita professionale,<br />

che deve connotarsi come<br />

miglioramento del ‘saper<br />

fare’ e del ‘saper far fare’,<br />

complementare al ‘sapere’<br />

universitario”.<br />

Lei crede che la professione ingegneristica<br />

sia ancora appeti-<br />

bile per i più giovani?<br />

“Certamente. Al giorno d’oggi<br />

il percorso didattico per diventare<br />

ingegnere è ancora<br />

vincente, grazie a corsi di studio<br />

che conferiscono versatilità<br />

e capacità di adattarsi ai<br />

vari settori professionali.<br />

Vorrei anche sfatare il luogo<br />

comune secondo il quale l’ingegneria<br />

non è creativa. Invece<br />

chi svolge questa professione<br />

deve sapersi adattare<br />

alle situazioni imposte dagli<br />

eventi, essere mentalmente<br />

flessibile, aperto, in grado di<br />

escogitare idee e soluzioni ad<br />

hoc, senza appiattirsi su mere<br />

applicazioni procedurali e<br />

normative”.<br />

A proposito di formazione: qual<br />

è il suo giudizio sulla laurea<br />

triennale?<br />

“In questo caso è necessario<br />

assumere un atteggiamento<br />

pragmatico e dare dignità<br />

professionale ai triennali. Come?<br />

Facendo chiarezza sulle<br />

competenze.<br />

In seguito, una volta stabilito<br />

come potranno operare i vari<br />

tipi di ingegneri oggi esistenti,<br />

si potrà aprire la discussione<br />

sull’ingegnere del futuro<br />

e su come dovrà essere<br />

formato, continuando il dialogo<br />

con l’Università e non<br />

dimenticando di essere in Europa.<br />

Si dovrà fare di tutto<br />

per tutelare la serietà della<br />

professione di ingegnere, salvaguardandone<br />

i contenuti<br />

fin dai banchi dell’Università<br />

ed introducendo il tirocinio<br />

sul campo.<br />

Ovviamente bisognerà attendere<br />

che sia finalmente varata<br />

una buona Riforma delle<br />

Professioni, che comprenda<br />

anche questi temi”.<br />

Lei ha da poco assunto la guida<br />

dell’Ordine: qual è il primo impegno<br />

sull’agenda?<br />

“Riorganizzare il metodo di<br />

lavoro, del Consiglio e delle<br />

Commissioni, valorizzando<br />

l’attività e l’impegno delle persone<br />

coinvolte. Per quanto<br />

concerne i progetti a lungo<br />

termine, invece, ho già parlato<br />

della qualificazione degli<br />

iscritti all’Ordine su base volontaria,<br />

attraverso la certificazione<br />

delle loro competenze<br />

professionali.<br />

Inoltre, ci dovremo attivare<br />

tutti insieme per tutelare la<br />

serietà della nostra professione,<br />

anche attraverso uno specifico<br />

piano di comunicazione,<br />

approfittando di tutte le<br />

occasioni che ci saranno date<br />

per metterne in chiaro i contenuti<br />

e le competenze che li<br />

potranno garantire. <strong>La</strong> difesa<br />

della serietà professionale<br />

degli ingegneri sarà totale”.<br />

Ultima domanda: cosa ne pensa<br />

della liberalizzazione delle tariffe?<br />

“<strong>La</strong> verità è che non si può<br />

barattare il risparmio economico<br />

con la perdita di sicurezza<br />

collettiva e l’impoverimento<br />

del contenuto della<br />

prestazione professionale offerta.<br />

Se da un lato non si può<br />

ignorare la logica del mercato<br />

concorrenziale, dall’altro<br />

non si può svalutare la qualità<br />

prestazionale e basarsi unicamente<br />

su un’ingegneria<br />

spregiudicata ed avventurosa.<br />

Pertanto, saremo impegnati<br />

a ricercare i metodi che<br />

consentiranno di misurare<br />

con oggettività la qualità delle<br />

prestazioni professionali e<br />

che permetteranno di individuare<br />

le risorse indispensabili<br />

per l’ottenimento di tale<br />

qualità”.


N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 15<br />

Indice dell’Anno 2009<br />

Anche in questo esordio di 2010 - come nel passato - sul<br />

primo numero dell’anno vi proponiamo l'indice degli<br />

articoli apparsi nei dodici mesi appena trascorsi. Questo<br />

strumento, utile e fruibile, si rivolge soprattutto ai lettori che<br />

desiderano recuperare o rileggere pezzi pubblicati in passato.<br />

Ma non solo. Rappresenta anche una valida occasione per<br />

ripensare a quanto abbiamo fatto e per tracciare una carta di<br />

identità del nostro Giornale. Cosa emerge, dunque, dall'analisi<br />

dell'indice del 2009?<br />

Prima di tutto che il Giornale dell’Ingegnere ha vissuto una<br />

svolta epocale, con la presenza di ben 16 inserti speciali monotematici<br />

dedicati ad argomenti di attualità come l’acqua, la<br />

qualità, la proprietà intellettuale, ma anche legati ad aspetti più<br />

specifici della professione quali l’edilizia, il calcestruzzo,<br />

AMBIENTE<br />

Trattamento di acque e rifiuti, ecco gli investimenti<br />

dell’Italia<br />

Dario Cozzi, n. 1 – pag. 1<br />

“Pacchetto clima-energia, serve una valutazione globale<br />

tra costi e benefici<br />

Roberto Di Sanzo, n. 1 - pag. 2<br />

L'industria non è la sola fonte di inquinamento atmosferico<br />

n. 4 – pag. 6<br />

Artico, piano d'azione dell'Unione Europea<br />

Pierangelo Andreini, n. 4 – pag. 7<br />

L'ingegneria idraulica nell'analisi del movimento delle<br />

grandi masse<br />

Ramòn G. Pacheco e Davide Motta, n. 4 pag. 10<br />

Ispezioni ambientali, presto la Direttiva<br />

Claudio Donghi, n. 4 – pag. 11<br />

Commissione europea: strategia per lo smantellamento<br />

delle navi<br />

Claudio Donghi, n. 4 – pag. 13<br />

Emergenza acqua: dall’atteggiamento “locale” alle<br />

politiche mondiali<br />

Franco Ligonzo, n. 5 – pag. 6<br />

Il fenomeno dei Wildfire, gli incendi delle foreste<br />

Giovanni Manzini, n. 6 – pag. 1<br />

Arpa Lombardia, Picco: "Bacino padano penalizzato<br />

da diesel e carenza di vento"<br />

Donato Di Catino, n. 7 – pag. 14<br />

Rifiuti, così l'Europa affronta la gestione e lo smaltimento<br />

Davide Canevari, n. 8 – pag. 1<br />

Premio per l'ambiente alle migliori aree urbane. Sono<br />

Stoccolma e Amburgo "le regine" d'Europa<br />

Davide Canevari, n. 9 – pag. 1<br />

Cambiamenti climatici: l'Europa guarda alle misure di<br />

adattamento<br />

Giovanni Manzini, n. 10 – pag. 2<br />

Il "Piano 20-20-20" è stato approvato dal Consiglio europeo<br />

Giovanni Avico, n. 10 – pag. 5<br />

Dal 2019 solo edifici a zero energia<br />

n. 15 – pag. 4<br />

Cambiamenti climatici, presentato lo studio dell'EPA<br />

Giovanni Manzini, n. 16 – pag. 1<br />

Sostenibilità <strong>ambientale</strong>, l'indagine dell'Istat. Prosegue<br />

la lenta marcia dei Comuni italiani<br />

Davide Canevari, n. 17 – pag. 3<br />

Clima, Formigoni incontra Schwarzenegger. Prove di<br />

"network" tra Governi internazionali<br />

Davide Bertani, n. 18 – pag. 2<br />

Sostenibilità, metodi e indicatori per una corretta<br />

valutazione<br />

Claudio Donghi, n. 18 – pag. 17<br />

Bruxelles e Lussemburgo: la Commissione europea<br />

punta sul sistema di gestione <strong>ambientale</strong> EMAS<br />

Davide Canevari, n. 20-21 – pag. 3<br />

ARCHITETTURA E URBANISTICA<br />

Costruire la città del futuro: “MADE Expo 2009”, dal<br />

progetto al cantiere<br />

n. 1 – pag. 13<br />

Realizzata a Milano la nuova sede di Sky Italia, un<br />

centro direzionale per la produzione televisiva<br />

Antonio Migliacci, n. 2 – pag. 1<br />

<strong>La</strong> “strategia <strong>energetica</strong>” nella trasformazione di<br />

un’ex area industriale<br />

Giancarlo Marzorati, n. 2 – pag. 7<br />

Il Disegno di Legge sulla qualità architettonica<br />

Donato Di Catino, n. 3 – pag. 3<br />

L'opera e l'impegno di Fabio Mello<br />

Andrea Disertori, n. 3 – pag. 11<br />

Ex aree Falk, imprenditori chiedono incontro a Limitless<br />

n. 4 – pag. 13<br />

Aspetto statico e architettonico, l'importanza del "fattore<br />

lastra"<br />

Enrico Rota, n. 8 – pag. 12<br />

<strong>La</strong> "Città ideale", progetto urbanistico innovativo per<br />

vivere in una sfera<br />

Roberto Di Sanzo, n. 9 – pag. 11<br />

Dubai, sogno o realtà?<br />

Matteo Vitali, n. 14 – pag. 1<br />

Expo 2015 adotta il codice etico<br />

Roberto di Sanzo, n. 16 – pag. 1<br />

Parigi: quattro progetti per il nuovo "tempio del tennis".<br />

Un concorso che spazia tra ingegneria e architettura<br />

Carlo Teoldi, n. 17 – pag. 20<br />

ARTE E CULTURA<br />

In mostra Cesare Cattaneo e la sua partecipazione ai<br />

“Littoriali della cultura e dell’arte del 1934 – 1935”<br />

Elisa Mariani Travi, n. 2 – pag. 12<br />

A Parigi un "mini-Louvre" dell'architettura<br />

Carlo Teoldi, n. 3 – pag. 11<br />

I valori e i limiti dell'arte del costruire<br />

Enrico Rota, n. 4 – pag. 1<br />

l’ingegneria sismica, il fotovoltaico.<br />

Particolarmente significativo è anche il dato riguardante il<br />

numero dei nostri collaboratori. Rispetto all'anno precedente<br />

sono quasi raddoppiate le firme che hanno garantito un supporto<br />

qualificato al nostro Giornale - 193 su 118 del 2008 – a<br />

dimostrazione di come la pluralità e la competenza delle voci<br />

ospitate sia uno dei punti certi del nostro prodotto editoriale.<br />

I quasi 5oo articoli pubblicati sono stati suddivisi in 18 sezioni,<br />

tra le quali spiccano energia (che ha annoverato 37 contributi),<br />

normativa (con 34), formazione e innovazione (entrambe<br />

con 20 articoli), ambiente (18), professione (16 articoli)<br />

oltre allo Speciale dedicato al Congresso degli Ordini.<br />

È stato per noi motivo di grande soddisfazione, per altro, anche<br />

l’interesse dimostrato dai nostri lettori che oltre ai con-<br />

Milano, Gran Guglia del Duomo. Un convegno sul<br />

"caso Croce"?<br />

Edoardo Bregani e Marco Castelli, n. 7 – pag. 1<br />

Antonio Sant'Elia e il manifesto dell'architettura futurista<br />

Elisa Mariani Travi, n. 7 – pag. 14<br />

Valéry e l'introduzione al metodo di Leonardo da<br />

Vinci. Un viaggio a Parigi sulle tracce dello scrittore<br />

francese<br />

Carlo Teoldi, n. 9 – pag. 12<br />

L'ingegneria, l'architettura e il design nel cinema di<br />

Michelangelo Antonioni<br />

Carlo Teoldi, n. 13 – pag. 22<br />

Al Pirellone tra fotografie e sculture<br />

n. 13 – pag. 22<br />

<strong>La</strong> Gran Guglia del Duomo di Milano e il caso Croce<br />

n. 16 – pag. 5<br />

Il 28 ottobre giornata dedicata alla Gran Guglia del<br />

Duomo.<br />

Recuperare e valorizzare la nostra memoria.<br />

Carlo Valtolina, n. 17 – pag. 1<br />

Ricordo di Gio Ponti, maestro e "poeta" d'architettura<br />

Vittore Ceretti, n. 17 – pag. 15<br />

Una nuova cultura per l'abbattimento delle barriere architettoniche<br />

Achille Baratta, n. 18 – pag. 5<br />

Roma ci propone "Il genio di Leonardo"<br />

n. 18 – pag. 19<br />

Le isole dei laghi lombardi, "gioielli" di valore assoluto<br />

Elisa Mariani Travi, n. 18 – pag. 20<br />

Una corretta <strong>politica</strong> linguistica ed educativa. Nelle nostre<br />

Università c’è bisogno d’italiano<br />

Francesco Sabatini, n. 20-21 – pag. 1<br />

Le Università italiane non dimentichino la nostra lingua<br />

Vittorio Carnemolla, n. 20-21 – pag. 4<br />

Non bisogna rinunciare alla propria identità. L’uso della<br />

madrelingua nelle scienze naturali<br />

Ralph Mocikat, Hermann Dieter, n. 20-21 – pag. 4<br />

Milano ha celebrato la Gran Guglia e il caso Croce<br />

Sandra Banfi, n. 20-21 – pag. 6<br />

Hopper in 160 opere<br />

Elisa Mariani Travi, n. 20-21 – pag. 22<br />

COMMEMORAZIONI E MEMORIE<br />

Il ricordo. E’ mancato il professor Pietro Pedeferri<br />

n. 1 – pag. 12<br />

Addio a Umberto Seregni, stampatore e imprenditore.<br />

Da oltre dieci anni a fianco del nostro Giornale<br />

n. 2 – pag. 11<br />

Ci ha lasciati il professor Pedeferri<br />

Riccardo De Col, n. 2 – pag. 12<br />

Piero Sraffa, maestro di cultura<br />

Mauro <strong>La</strong>ngfelder, n. 3 – pag. 13<br />

Guglielmo Marconi, cent'anni fa il conferimento del<br />

Nobel per la fisica<br />

Andrea Albini, n. 9 – pag. 7<br />

Nel 1909 nasceva Lodovico Belgiojoso. Lo ricordiamo<br />

con suo figlio Alberico<br />

Marina Furlanis, n. 16 – pag. 1<br />

E' morto Dietrich von Bothmer: acquistò il "cratere di<br />

Eufronio"<br />

n. 18 – pag. 15<br />

ECONOMIA E IMPRESE<br />

Sviluppo sostenibile, dagli ingegneri un contributo per<br />

colmare il ritardo<br />

Claudio Morati, n. 2 – pag. 1<br />

Imprese italiane e protezione <strong>ambientale</strong>: si continua<br />

a "curare" anziché "prevenire"<br />

Davide Canevari, n. 4 – pag. 1<br />

Qualità e standard per accrescere la fiducia<br />

Pierangelo Andreini, n. 6 – pag. 1<br />

Sostenibilità e responsabilità nell'attività professionale<br />

Adolfo Colombo, n. 7 – pag. 1<br />

Università e imprese: impegno comune per il rilancio<br />

della ricerca<br />

Francesco Tozzi Spadoni, n. 7 – pag. 6<br />

Produttività e sviluppo sostenibile, il contributo della<br />

nostra categoria<br />

Claudio Morati, n. 8 – pag. 1<br />

Produttività, più qualità per un'affidabilità totale<br />

Francesco Tozzi Spadoni, n. 10 – pag. 1<br />

Alle imprese “piace” l’ingegneria meccanica<br />

n. 12 – pag. 3<br />

(Piero Torretta) "Essenziale il ruolo delle regole per<br />

consolidare l'economia mondiale"<br />

Davide Canevari, n. 15 – pag. 1<br />

Micro-aziende e ricerca come antidoto alla crisi economica?<br />

Davide Canevari, n. 14 – pag. 3<br />

Come cambia la nostra società. Verso la fine della<br />

"cultura del saper fare"<br />

Giuseppe <strong>La</strong>nzavecchia - Introduzione: Pierangelo Andreini<br />

e Franco Ligonzo, n. 17 – pag. 22<br />

Recessione economica e regole della sostenibilità<br />

Claudio Morati, n. 18 – pag. 1<br />

EDILIZIA<br />

Congresso del C.T.E. – Innovazione tecnologica: vero<br />

motore dello sviluppo dell’industrializzazione edilizia<br />

Stefania Alessandrini, n. 1 – pag. 14<br />

L’intervista al presidente Giovanni Plizzari<br />

Stefania Alessandrini, n. 1 – pag. 14<br />

Cemento e mattoni, l’Italia è protagonista sui mercati<br />

stranieri<br />

Davide Canevari, n. 2 – pag. 3<br />

Bellicini (Cresme): “Ma in futuro il mercato presenterà<br />

molte insidie”<br />

n. 2 – pag. 3<br />

SCC – Challenges and barriers to application<br />

Patrizia Ricci, n. 1 – pag. 14<br />

Le pavimentazioni industriali e le nuove tecniche delle<br />

costruzioni<br />

Andrea Dari, n. 2 – pag. 10<br />

Edilizia, le strutture in legno: sostenibilità e risparmio<br />

energetico<br />

Franco <strong>La</strong>ner, n. 3 – pag. 1<br />

Costruzioni: sostenibilità e efficienza <strong>energetica</strong><br />

Pierangelo Andreini, n. 5 – pag. 1<br />

Le pavimentazioni industriali in calcestruzzo fibrorinforzato<br />

Giovanni Plizzari, n. 6 – pag. 13<br />

Eurostat, in flessione la produzione edilizia<br />

n. 11 – pag. 5<br />

Crisi internazionale: edilizia in difficoltà<br />

Davide Canevari, n. 18 – pag. 1<br />

ENERGIA<br />

Quale futuro per il settore dell’energia?<br />

GiovanBattista Zorzoli, n. 1 - pag. 1<br />

Unione europea: cresce la dipendenza <strong>energetica</strong><br />

Claudio Donghi, n. 1 pag. 4<br />

REGGIO EMILIA<br />

1 febbraio 2010<br />

2 febbraio 2010<br />

8 febbraio 2010<br />

CORSO<br />

A CURA DI SANDRA BANFI<br />

tributi di carattere tecnico e scientifico, ci hanno inviato numerose<br />

lettere a conferma di come percepiscano Il Giornale<br />

dell'Ingegnere quale palestra di confronto di pareri e di opinioni.<br />

Dai bilanci ai progetti… Sono, infatti, ambiziosi i programmi<br />

che riguardano il 2010. Numerosi i Focus e gli approfondimenti<br />

previsti; verranno ripresi argomenti come qualità e acqua,<br />

ma grande attenzione sarà riservata anche ai trasporti, all’ambiente,<br />

alla progettazione e alla costruzione.<br />

Anche in futuro saranno certamente benvenuti i contributi di<br />

ingegneri, architetti e più in generale professionisti che desiderino<br />

arricchire, con il loro apporto, la nostra proposta editoriale.<br />

Per condividere con noi uno strumento libero, qualificato,<br />

di alto livello, con massima serietà e grande impegno.<br />

Un ritorno al nucleare? Bello ma quasi impossibile<br />

Ernesto Pedrocchi, n. 2 – pag. 1<br />

I cambiamenti climatici e le politiche energetiche<br />

Danilo Corazza, n. 3 – pag. 1<br />

Energia, firmato accordo UE-Egitto<br />

Claudio Donghi, n. 4 – pag. 11<br />

Reattore sperimentale ITER, in ritardo i lavori per<br />

realizzarlo<br />

Claudio Donghi, n. 4 – pag. 13<br />

Dati e statistiche sull'energia: nuovo regolamento<br />

comunitario<br />

Claudio Donghi, n. 4 – pag. 13<br />

Energia: tra Europa e Africa prove di dialogo. Le<br />

sponde del Mediterraneo sono meno lontane<br />

Davide Canevari, n. 5 – pag. 1<br />

Il possibile sviluppo del settore nucleare<br />

Pierluigi Cerretti, n. 5 – pag. 1<br />

Energia: centrali nucleari quale sicurezza per il futuro<br />

F. Parozzi, E. Caracciolo, n. 6 – pag. 1<br />

Slitta, ma di poco, il picco petrolifero<br />

Giovanni Avico, n. 6 – pag. 2<br />

Impianti termoelettrici, energia "pulita e pregiata"<br />

Pierluigi Villa, n. 8 - pag. 1<br />

I Giorni delle rinnovabili, proposta di ISES Italia<br />

n. 8 – pag. 13<br />

<strong>La</strong> situazione <strong>energetica</strong> e i possibili cambiamenti<br />

Franco Velonà, n. 9 – pag. 1<br />

Nucleare, rimozione a secco di combustibile irraggiato<br />

Maurizio Cumo, n. 9 – pag. 1<br />

<strong>La</strong> crescita del carbone<br />

n. 9 – pag. 4<br />

Impianti di Generazione Distribuita. Pubblicato il rapporto<br />

dell'AEEG<br />

Giovanni Manzini, n. 9 – pag. 5<br />

Commissione europea, l'energia è "on-line"<br />

n. 9 – pag. 9<br />

www.qualitaliacontrollotecnico.it<br />

Nuove Norme Tecniche<br />

2008<br />

PROGRAMMA<br />

Principi di progettazione<br />

Azioni sulle costruzioni<br />

I materiali - <strong>La</strong> robustezza<br />

strutturale. <strong>La</strong> redazione<br />

di un progetto strutturale<br />

Progettazione sismica<br />

degli edifici in c.a. e acciaio<br />

I dispositivi antisismici<br />

Verifica degli edifici esistenti<br />

Indagini sull’esistente<br />

SEDE DI SVOLGIMENTO<br />

Via Aristotele 4<br />

42100 Reggio Emilia<br />

(LOC. BUCO DEL SIGNORE)<br />

2010<br />

A seguito della pubblicazione del D.M. per le costruzioni<br />

avvenuta il 4/02/2008 e della relativa circolare 617<br />

del 2/02/2009, le Norme Tecniche per le costruzioni<br />

sono state aggiornate rispetto alla versione del 2005<br />

e presentano rilevanti modifiche volte anche<br />

all’integrazione con le Norme comunitarie.<br />

Qualitalia Controllo Tecnico vuole promuovere<br />

l’aggiornamento professionale degli ingegneri italiani<br />

con un corso specialistico sulle Nuove Norme<br />

Tecniche. S’intende così fornire una guida al nuovo<br />

approccio progettuale, con particolare riferimento<br />

al comportamento al sisma delle strutture e alla<br />

valutazione della sicurezza delle strutture esistenti.<br />

Relatore principale e coordinatore didattico:<br />

Prof. Ing. Carlo Castiglioni<br />

Professore ordinario del Dipartimento<br />

di Ingegneria Strutturale del Politecnico di Milano<br />

Quota d’iscrizione € 400 +IVA 20%<br />

Per informazioni dettagliate sul programma<br />

e iscrizioni ai corsi telefonare al nr. 02.50995020<br />

oppure compilare il form elettronico<br />

alla pagina formazione del sito<br />

www.qualitaliacontrollotecnico.it<br />

FORMAZIONE<br />

*Qualitalia Formazione è un servizio di Qualitalia Controllo Tecnico


16 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />

Il settore idrocarburi e le sabbie bituminose<br />

Claudio Donghi, n. 12 – pag. 1<br />

Energia e Unione Europea: un "mosaico" di 27 tessere<br />

Davide Canevari, n. 13 – pag. 1<br />

Il 2008 segna il boom del fotovoltaico<br />

Claudio Donghi, n. 13 – pag. 2<br />

Gas serra, anche l'EPA ammette il rischio<br />

n. 13 – pag. 23<br />

Prosegue lo smantellamento del nucleare in Italia<br />

Decommissioning delle centrali: i "casi" di <strong>La</strong>tina e<br />

Garigliano<br />

Maurizio Cumo, n. 14 – pag. 1<br />

Barack Obama e la <strong>politica</strong> <strong>energetica</strong><br />

Giovanni Avico, n. 14 – pag. 2<br />

Energia da fusione: per ora rimane un miraggio<br />

Guido Possa, n. 15 – pag. 1<br />

E' ufficiale: entro il 2012 addio alle lampade a incandescenza<br />

Luca Iannantuoni, n. 15 – pag. 4<br />

Decreto anticrisi: Scajola avvia gare per forniture<br />

gas<br />

n. 15 – pag. 4<br />

Energia: aspettando la "COP 15" ecco il "Nordic Climate<br />

Solution"<br />

Davide Canevari, n. 17 – pag. 1<br />

Energia solare: i rapporti del MATTM<br />

Giovanni Manzini, n. 17 – pag. 17<br />

Danimarca, un modello energetico virtuoso<br />

n. 17 – pag. 19<br />

Voli commerciali a biofuel? Ambizioso, ma si può<br />

fare<br />

n. 17 – pag. 19<br />

Nucleare: gli accordi Italia-Francia riaccendono la<br />

"solita" polemica<br />

Vincenzo Morelli, Baldassarre Zaffiro, n. 19 – pag. 1<br />

Finmeccanica tratta con Enel e Areva: "Siamo pronti<br />

a partecipare alla <strong>sfida</strong>"<br />

n. 19 – pag. 5<br />

<strong>La</strong> Confederazione mondiale dei Regolatori dell’energia<br />

si è riunita ad Atene<br />

Giovanni Manzini, n. 20-21 – pag. 3<br />

Anticipazione del WEO 2009: diminuite le emisioni<br />

di CO2<br />

Giovanni Manzini, n. 20-21 – pag. 11<br />

FORMAZIONE E UNIVERSITA’<br />

Universus, al via i master: ricca l’offerta per i giovani<br />

n. 1 – pag. 14<br />

<strong>La</strong>urea breve e formazione dell'ingegnere<br />

Umberto Ruggiero, n. 3 – pag. 1<br />

Ordini e Federazioni, grande attenzione all'aggiornamento<br />

e alla formazione<br />

Roberto Di Sanzo, n. 3 – pag. 8<br />

All'Università di Verona la facoltà di ingegneria e<br />

scienze informatiche<br />

n. 9 – pag. 6<br />

<strong>La</strong> riforma del "3 + 2" piace al mondo del lavoro. Dal<br />

Politecnico di Milano segnali incoraggianti<br />

Dario Cozzi, n. 12 – pag. 1<br />

Docenza, ricerca e produzione<br />

Angelo Selis, n. 12 – pag. 1<br />

<strong>La</strong> <strong>La</strong>urea internazionale in Civil Engineering all'Università<br />

di Bologna<br />

Marco Savoia, n. 13 – pag. 20<br />

"<strong>La</strong> comunità internazionale apprezza la qualità dei nostri<br />

studenti e ricercatori"<br />

Davide Canevari, n. 14 – pag. 1<br />

Politecnico di Milano: boom di matricole<br />

n. 15 – pag. 2<br />

Costantino nuovo Rettore del Politecnico di Bari.<br />

Punto di partenza: un'attenta "strategia dell'ascolto"<br />

Umberto Ruggiero, n. 17 – pag. 1<br />

Ingegneria: boom di iscrizioni a Bologna, Forlì, Rimini<br />

e Ravenna<br />

n. 18 – pag. 15<br />

<strong>La</strong> "Carlo Cattaneo-Liuc" promuove un master in Management<br />

Aeronautico<br />

n. 18 – pag. 15<br />

Italia verso il nucleare: c'è carenza di ingegneri<br />

n. 18 – pag. 15<br />

Università dell'Aquila: riprende il cammino verso la<br />

"normalità"<br />

n. 18 – pag. 15<br />

Universus-Csei festeggia Ruggiero e Costantino<br />

n. 19 – pag. 13<br />

Ricerca del Politecnico di Milano: in crescita i "mercati<br />

digitali" (+7%)<br />

n. 19 – pag. 13<br />

Roma Tor Vergata, Ingegneria e Medicina: un master<br />

in "Protezione da emergenze"<br />

n. 19 – pag. 13<br />

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI<br />

Unione europea: cresce il trasporto delle merci. Il<br />

73% degli "spostamenti" avviene ancora su strada<br />

Davide Canevari, n. 3 – pag. 1<br />

Tribuna delle opinioni - Il Ponte sullo Stretto nel centenario<br />

del terremoto di Messina e provincia<br />

Achille Baratta, n. 3 – pag. 12<br />

Veicoli a motore,le prescrizioni tecniche uniformi<br />

compiono cinquant'anni<br />

Claudio Donghi, n. 4 – pag. 7<br />

Negli Stati Uniti le strade si stanno "sbriciolando". E<br />

intanto in Cina le infrastrutture non bastano più<br />

Davide Canevari, n. 11 – pag. 1<br />

Cina pronta a consumare tonnellate di asfalto<br />

n. 11 – pag. 3<br />

Sorpresa: la Commissione europea non boccia il<br />

modello Italia. Resta però il problema delle infrastrutture<br />

stradali e ferroviarie<br />

Davide Canevari, n. 12 – pag. 14<br />

Infrastrutture: quali investimenti per il futuro?<br />

n. 15 – pag. 20<br />

INNOVAZIONE, RICERCA<br />

E NUOVE TECNOLOGIE<br />

(Bruno Coppi) “Il Paese deve recuperare interesse per<br />

il sapere”<br />

Davide Canevari, n. 1 – pag. 1<br />

Trasmissione a distanza di dati e segnali, l'ingegneria<br />

e la telemedicina<br />

Valeria Montanari e ing. Paolo Silvestri, n. 4 – pag. 12<br />

Il "supermicroscopio-laser", un grande successo made<br />

in Italy<br />

n. 5 – pag. 2<br />

Ricerca, la soluzione vincente contro la crisi. L'Unione<br />

Europea chiede più coraggio ai privati<br />

Davide Canevari, n. 6 – pag. 1<br />

Italiani e tecnologie informatiche: c'è poco feeling.<br />

<strong>La</strong> metà delle famiglie non possiede un computer<br />

Davide Canevari, n. 7 – pag. 1<br />

Sistemi olfattivi artificiali: ricerca e nuove applicazioni<br />

Ferdinando Clarelli, n. 9 – pag. 1<br />

Posta Elettronica Certificata: ancora troppi i dubbi e<br />

le criticità<br />

Andrea Guido Sommaruga, n. 9 – pag. 10<br />

I nuovi scienziati non conoscono ostacoli. Fantasia<br />

creativa per progetti lungimiranti<br />

Alberto Pieri, n. 10 – pag. 1<br />

Macchi: "Bisogna incentivare l'innovazione e la ricerca"<br />

Davide Canevari, n. 12 – pag. 1<br />

Tecnologie informatiche: per gli italiani un approccio<br />

sbagliato<br />

Andrea Guido Sommaruga, n. 12 – pag. 13<br />

Un progetto innovativo di riqualificazione urbana<br />

Gabriella Funaro, Giulio Mizzoni, n. 13 – pag.20<br />

Puntamento di precisione contro i tumori<br />

n. 15 – pag. 6<br />

Adriano De Maio presidente del Centro Europeo di<br />

Nanomedicina<br />

Simone Carriero, n. 15 – pag. 6<br />

Enrico Saggese: "Nel settore spaziale la nostra ricerca<br />

è ai vertici mondiali"<br />

Davide Canevari, n. 16 – pag. 1<br />

Associazione Italiana Prove non Distruttive. A colloquio<br />

con il Presidente Roberto Gittardi<br />

n. 16 – pag. 14<br />

Roma capofila del progetto per l'auto elettrica. Firmato<br />

l'accordo tra il Comune e l'Enel<br />

n. 17 – pag. 2<br />

(Giovanni Lelli) "L'Enea è un ente al servizio del Paese:<br />

tra i nostri obiettivi le energie rinnovabili"<br />

Roberto Di Sanzo, n. 19 – pag. 1<br />

Potocnik: la priorità è la sicurezza <strong>energetica</strong><br />

Davide Canevari, n. 19 – pag. 1<br />

Internet, cresce il numero degli utenti. Gli italiani<br />

affezionati al suffisso ".it"<br />

Donato Di Catino, n. 19 – pag. 2<br />

Il sottosegretario Stefano Saglia: "Interessi politici<br />

non affossino il progetto"<br />

n. 19 – pag. 5<br />

Astronomia: utili e necessarie le scoperte di questo<br />

settore<br />

Enrico Rota, n. 20-21 – pag. 1<br />

Il programma Desktop Icon Saver<br />

Andrea Guido Sommaruga, n. 20-21 – pag. 22<br />

LETTERE<br />

Le procedure sugli appalti per la costruzione di impianti<br />

e opere<br />

Mario Scarbocci, n. 3 – pag. 10<br />

Economia: stabilità e globalizzazione<br />

Gianfranco Capponi, n. 4 – pag. 13<br />

Responsabilità e ingegneri/1<br />

Giuseppe De Marte, n. 5 – pag. 13<br />

Responsabilità e ingegneri/2<br />

Mario Scarbocci, n. 5 – pag. 13<br />

Responsabilità e professione<br />

Franco Ligonzo, n. 8 – pag. 11<br />

Milano, arredo urbano: il monumento a Carlo Porta<br />

Andrea Disertori, n. 9 – pag. 7<br />

Il mio saluto è un arrivederci<br />

Adriano De Maio, n. 10 – pag. 1<br />

L'etica, gli ingegneri e gli architetti<br />

Carlo Valtolina, n. 13 – pag. 1<br />

Illuminazione esterna: norme e leggi. Considerazioni<br />

e approfondimenti sulla materia<br />

Matteo Seraceni, n. 15 – pag. 11<br />

Il ruolo dell'Uni. Gli obiettivi primari e le leggi regionali<br />

Paolo Soardo, n. 15 – pag. 12<br />

Il nostro Paese e il settore spaziale<br />

Maurizio Forcieri, n. 18 – pag. 19<br />

"Già oggi siamo tutti responsabili"... fondamentali i valori<br />

etici<br />

Pier Giorgio Confente, n. 18 – pag. 21<br />

Una visione meno drammatica della nostra società<br />

GianBattista Zorzoli, n. 19 – pag. 12<br />

Il professor <strong>La</strong>nzavecchia e la nostra società. L’auspicio:<br />

renderla davvero competitiva<br />

Sara Sanviti, n. 20-21 – pag. 6<br />

Emissioni dei gas serra e soluzioni possibili<br />

Mario Scarbocci, n. 20-21 – pag. 13<br />

“Le recenti Norme Tecniche per le Costruzioni non mi<br />

convincono”<br />

Roberto Toninelli, n. 20-21 – pag. 17<br />

Una replica “a tutto campo”<br />

Gian Carlo Giuliani, n. 20-21 – pag. 17<br />

Gio Ponti, un grande maestro. “Lo colpii con una<br />

poesia”<br />

Enrico Bertè, n. 20-21 – pag. 21<br />

LINEA DIRETTA CON GLI ORDINI<br />

A cura di Roberto Di Sanzo<br />

Roberto Bolettieri (Matera): “Decisi e compatti per valorizzare<br />

il ruolo dell’ingegnere. Un impegno comune:<br />

più attenzione alla sicurezza sul lavoro”<br />

n. 2 - pag. 8<br />

(Luigi Vinci) "Napoli: la situazione per i liberi professionisti<br />

è difficile"<br />

n. 3 – pag. 8<br />

(Gaetano Fede – Consulta degli Ingegneri della Sicilia)<br />

"Con un ruolo istituzionale le Federazioni rappresenteranno<br />

un importante valore aggiunto per gli Ordini<br />

provinciali"<br />

n. 4 – pag. 8<br />

Bellizzotti (Pescara): "Sviluppo e crisi economica al<br />

centro del Congresso"<br />

n. 5 – pag. 11<br />

(Amalia Ercoli Finzi – Milano)"Due gli obiettivi che devono<br />

perseguire gli Ordini: tutelare i cittadini e internazionalizzare<br />

la professione"<br />

n. 6 – pag. 11<br />

(Aldo Altamore – Caltanissetta)"Fare squadra e unire<br />

le rispettive competenze. Così gli ingegneri potranno<br />

essere davvero competitivi"<br />

n. 7 – pag. 11<br />

Sisma dell'Aquila: dagli Ordini un impegno comune<br />

a favore dell'Abruzzo<br />

n. 8 – pag. 4<br />

(Paolo De Sanctis – L’Aquila) "<strong>La</strong> ricostruzione della<br />

nostra città dovrà seguire regole certe e precise"<br />

n. 9 – pag. 8<br />

(Renato Bertone – Biella) "<strong>La</strong> crisi economica coinvolge<br />

anche la nostra professione: puntiamo sulla formazione<br />

per uscirne il prima possibile"<br />

n. 10 – pag. 6<br />

(Giancarlo Capitta – Sassari) "Istituzionalizzare le federazioni:<br />

un passo in più per rendere protagonisti gli<br />

ingegneri nella vita economica e sociale del Paese"<br />

n. 11 – pag. 6<br />

(Marco Favaretti – Federazione Ordini Ingegneri Veneto):<br />

“Ragioniamo sulla nascita dei nuovi Ordini regionali.<br />

Così il dialogo con le istituzioni diventerà più<br />

efficace”<br />

n. 12 – pag. 6<br />

Cambio ai vertici del Cni: Stefanelli si dimette. Il nuovo<br />

presidente è il ligure Rolando<br />

n. 17 – pag. 6<br />

Santi Trovato (Messina): "Evitiamo polemiche. Aiutiamo<br />

Messina a rinascere"<br />

n. 18 – pag. 1<br />

Saccà (Catanzaro): “Da noi le prospettive sono tutt'altro<br />

che rosee"<br />

Roberto Di Sanzo, n. 19 – pag. 12<br />

Rinnovati gli Ordini provinciali. Il 2010 inizia tra novità<br />

e conferme<br />

Roberto di Sanzo, n. 20-21 – pag. 1<br />

LINEA DIRETTA CON GLI ORDINI<br />

Alla scoperta del sito Internet<br />

A cura di Francesco Tarricone<br />

Ordine degli ingegneri della Provincia di Napoli<br />

n. 3 – pag. 8<br />

Consulta degli Ordini degli Ingegneri della Sicilia<br />

n. 4 – pag. 8<br />

Ordine degli Ingegneri di Pescara<br />

n. 5 – pag. 11<br />

Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano<br />

n. 6 – pag. 11<br />

Ordine degli Ingegneri della Provincia di Caltanissetta<br />

n. 7 – pag. 11<br />

Ordine degli ingegneri della Provincia di Biella<br />

n. 10- pag. 6<br />

Ordine degli Ingegneri della Provincia di Sassari<br />

n. 11 – pag. 6<br />

NOMINE E RICONOSCIMENTI<br />

L'ingegner Michele Valente nuovo presidente dell'American<br />

Concrete Institute Italy Chapter<br />

Andrea Dari, n. 4 – pag. 9<br />

Ordine di Milano: premiati i migliori elaborati del<br />

2008<br />

Donato Di Catino, n. 6 – pag. 5<br />

Carlo Valtolina è il nuovo presidente del Collegio degli<br />

Ingegneri e Architetti<br />

Roberto Di Sanzo, n. 8 – pag. 2<br />

Politecnico di Milano: laurea ad honorem ad Ackerman<br />

n. 18 – pag. 20<br />

NORMATIVA<br />

Pubblicato lo standard europeo per i sistemi “water<br />

mist”<br />

Giovanni Manzini, n. 1 - pag. 12<br />

Gas di petrolio liquefatto (GPL): varati importanti<br />

provvedimenti<br />

Giovanni Manzini, n. 1 - pag. 12<br />

Nuove regole per trasporto e distribuzione del metano<br />

Mario Abate, n. 1 – pag. 12<br />

Guida Cei per apparecchiature elettriche ed elettroniche<br />

Giovanni Manzini, n. 2 – pag. 10<br />

Life Cycle Processes, pubblicato un nuovo standard<br />

Claudio Donghi, n. 2 – pag. 10<br />

Nuove regole per gli impianti di distribuzione stradale<br />

di metano e gpl<br />

Mario Abate, n. 3 – pag. 9<br />

Costruzioni, il ciclo di vita e la valutazione totale dei<br />

costi<br />

Claudio Donghi, n. 4 – pag. 9<br />

UNI 11280:2008: il controllo iniziale e la manutenzione<br />

dei sistemi di estinzione incendi ad estinguenti<br />

gassosi<br />

Mario Abate, n. 5 – pag. 12<br />

Coperture degli edifici. Nuova UNI 9460:2008<br />

Giovanni Manzini, n. 5 – pag. 12<br />

Qualità nei servizi per audit in incognito<br />

Giovanni Manzini, n. 5 – pag. 12<br />

Il nuovo conto energia<br />

Edoardo M. Azzimonti, n. 6 – pag. 12<br />

Impianti antincendio, i locali destinati ai gruppi di<br />

pompaggio<br />

n. 6 – pag. 12<br />

Sicurezza nella costruzione e installazione degli ascensori<br />

Mario Abate, n. 7 – pag. 13<br />

Un "vocabolario" per facilitare l'applicazione delle<br />

ISO 14000<br />

n. 7 – pag. 13<br />

Nanomateriali, Technical Report dell'ISO sulla sicurezza<br />

Giovanni Manzini, n. 8 – pag. 14<br />

Recipienti semplici a pressione, le nuove regole della<br />

Commissione<br />

n. 8 – pag. 14<br />

Sicurezza e prevenzione antincendio: linee guida per<br />

l'approccio ingegneristico<br />

Giovanni Manzini, n. 9 – pag. 9<br />

<strong>La</strong>mpade, progettazione ecocompatibile. Pubblicato<br />

il regolamento "europeo"<br />

Giovanni Manzini, n. 9 – pag. 9<br />

Al bando i termometri al mercurio. Entra in vigore il<br />

Decreto ministeriale<br />

Giovanni Manzini, n. 9 – pag. 9<br />

Prodotti da costruzione: presentato il provvedimento<br />

sulla reazione al fuoco<br />

Giovanni Manzini, n. 9 – pag. 9<br />

Altri dieci anni per miglio e pinta<br />

Pierangelo Andreini, n. 11 – pag. 1<br />

Analisi della normativa sull'illuminazione esterna<br />

Paolo Soardo, n. 11 – pag. 1<br />

Certificazione e ispezione dei <strong>La</strong>boratori: Sinal e Sincert<br />

dannno vita ad "Accredia"<br />

Giovanni Avico, n. 11 – pag. 2<br />

Anticipazioni sulle modifiche dei procedimenti di<br />

prevenzione incendi<br />

Mario Abate, n. 12 – pag. 12<br />

Il "Fondo Canevari" sulla normativa elettrotecnica arricchisce<br />

la Biblioteca<br />

Edoardo Bregani, n. 13 – pag. 21<br />

Pubblicato il provvedimento sulla prestazione <strong>energetica</strong><br />

degli edifici e degli impianti termici<br />

Giovanni Manzini, n. 14 – pag. 15<br />

Commissione Nucleare: l'attività normativa dell'Uni<br />

Maurizio Cumo, n. 15 – pag. 1<br />

Progettazione impianti di illuminazione esterna, inquadramento<br />

normativo<br />

Luca Mamprin, n. 15 – pag. 20<br />

Biodiesel: importanti novità dal CEN<br />

n. 17 – pag. 17<br />

Prevenzione incendi: ancora differito l'adeguamento<br />

degli alberghi<br />

Mario Abate, n. 18 – pag. 14<br />

Reti dell'energia e Ministero dell'Ambiente<br />

Giovanni Manzini, n. 18 – pag. 14<br />

Aerogeneratori e problema del rumore<br />

Giovanni Manzini, n. 18 – pag. 14<br />

ISO: il piano strategico 2011-2015<br />

n. 18 – pag. 21<br />

Stoccaggio strategico del gas. Nuova Delibera dell’AEEG<br />

Giovanni Manzini, n. 20-21 – pag. 11<br />

Miglioramento della sicurezza degli impianti ascensori.<br />

Pubblicato il decreto che ci allinea all’Europa virtuosa<br />

Bruno Ciborra, n. 20-21 – pag. 13<br />

PROFESSIONE<br />

Saremo chiamati tutti responsabili<br />

Franco Ligonzo, n. 2 – pag. 1<br />

Convegno: A Cosenza in primo piano etica e cultura<br />

della responsabilità<br />

n. 2 – pag. 8<br />

(Paolo Stefanelli) “Gli ingegneri e le scelte strategiche<br />

nazionali: uniamo le forze per essere davvero protagonisti”<br />

Roberto Di Sanzo, n. 1 – pag. 1<br />

Mentre suona la campana del vespro<br />

Luigi Canepari, n. 2 – pag. 11<br />

Amarcord. Dal Politecnico a Marrakech<br />

Marco Rosa Bernardins, n. 2 – pag. 11<br />

Per un'informazione qualificata e corretta<br />

Sandra Banfi, n. 3 – pag. 2<br />

L'obiettivo: nel 2009 un milione di copie<br />

Pierangelo Andreini, n. 4 – pag. 2<br />

Stefanelli: "Ingegneri contrari all'albo unico dei tecnici<br />

laureati”<br />

n. 5 – pag. 11<br />

(Assobeton) Intervista al presidente Giovanni Cestaro<br />

n. 6 – pag. 12<br />

Indagine Antitrust, reazione del CNI: "E' un duro attacco<br />

alle professioni"<br />

Roberto Di Sanzo, n. 7 – pag. 2<br />

L'ingegneria al femminile tra passato e futuro. Cent'anni<br />

fa a Torino la laurea di Emma Strada<br />

Sandra Banfi, n. 7 – pag. 5<br />

Castelli: "Abolizione dei minimi tariffari, un grave<br />

danno per tutta l'ingegneria"<br />

n. 9 – pag. 2<br />

Ingegneri e Sicilia, nel 2008 raddoppiate le assunzioni<br />

n. 9 – pag. 6<br />

"Stefanelli: è necessario valorizzare il ruolo dell'ingegnere<br />

nella società contemporanea"<br />

Donato Di Catino, n. 13 – pag. 1<br />

Una cultura attiva e dibattuta per governare il cambiamento<br />

Pierangelo Andreini, n. 13 – n. 1<br />

Venticinque anni di notizie veronesi<br />

Maurizio Cossato, n. 13 – pag. 1<br />

Istat, ingegneria prima per i neolaureati<br />

Giovanni Manzini, n. 13 – pag. 9<br />

Già oggi siamo tutti responsabili<br />

Franco Ligonzo, n. 16 – pag. 1<br />

Tribuna delle opinioni - Lo strano ruolo dell'architetto<br />

ambientalista<br />

Sara Sanviti, n. 17 – pag. 19<br />

(Gianni Rolando)"Tuteliamo e rafforziamo l'identità<br />

dell'ingegnere con una cultura tecnico-scientifica superiore"<br />

Roberto Di Sanzo, n. 18 – pag. 1<br />

Ordini, continuano a crescere gli iscritti<br />

Roberto Di Sanzo, n. 18 – pag. 3<br />

Tribuna delle opinioni - Ingegneria: a proposito di<br />

qualità, tempi e costi<br />

Mario Scarbocci, n. 18 – pag. 18<br />

Un milione di copie, un milione di Auguri!<br />

Pierangelo Andreini, n. 20-21 – pag. 1<br />

<strong>La</strong> riforma urbanistica della Lombardia ha prodotto<br />

nuovi spazi professionali<br />

Gianluigi Sartorio, n. 20-21 – pag. 16<br />

SALA DI LETTURA<br />

Maledetta Chernobyl! <strong>La</strong> vera storia del nucleare in<br />

Italia<br />

Recensione a cura di Pierangelo Andreini<br />

n. 1 – pag. 13<br />

"Eroi del cielo" di Giorgio Evangelisti<br />

Recensione a cura di Franco Gerosa<br />

n. 3 – pag. 12


N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 17<br />

"Generatori di vapore" di Donatello Annaratone<br />

Recensione a cura di Pierangelo Andreini<br />

n. 3 – pag. 13<br />

Italian Engineering and Contracting in the world<br />

n. 5 – pag. 13<br />

Il professor Cumo e gli impianti nucleari<br />

Recensione a cura di Pierangelo Andreini<br />

n. 7 – pag. 13<br />

Il rischio di esplosione e le polveri "industriali"<br />

n. 9 –pag. 10<br />

Combustibili per motori e metrologia legale<br />

n. 9 – pag. 10<br />

Oltre misura, il linguaggio della bellezza nel monastero<br />

di San Pietro a Reggio Emilia<br />

Recensione a cura di Giorgio Ferrari, n. 9 – pag. 13<br />

Milano e il quartiere Cantalupa<br />

Recensione a cura di Franco Ligonzo, n. 12 – pag. 13<br />

Giancarlo Modonesi e le professioni dell'ingegnere e<br />

dell'architetto<br />

Recensione a cura di Franco Ligonzo, n. 13 – pag. 21<br />

Progetto di strutture resistenti al fuoco<br />

Recensione a cura di Antonio De Marco<br />

n. 14 – pag. 14<br />

Un mondo di ascensori<br />

Recensione a cura di Bruno Ciborra<br />

n. 17 – pag. 28<br />

Acustica, ambiente esterno<br />

Recensione a cura di Umberto Ruggiero<br />

n. 17 – pag. 28<br />

Carlo Ferrari da Passano e la "Fabbrica del Duomo"<br />

Recensione a cura di Elisa Mariani Travi<br />

n. 19 – pag. 14<br />

Costruzioni civili e beni culturali: diagnostica con il<br />

metodo degli ultrasuoni<br />

n. 20-21 – pag. 21<br />

SICUREZZA<br />

Costruzioni, sempre più spesso infortuni al di fuori dei<br />

cantieri<br />

Roberto Di Sanzo, n. 4 – pag. 1<br />

Un impegno comune per la sicurezza<br />

Romeo <strong>La</strong> Pietra, n. 4 – pag. 1<br />

(Sicurezza)Un tema centrale per il nostro futuro<br />

Romeo <strong>La</strong> Pietra, n. 4 – pag. 3<br />

SPECIALE “ACQUA”<br />

A cura di Franco Ligonzo – n. 5 - pagg. 7 - 10<br />

Il perché di uno Speciale<br />

Difendiamo l'oro blu del XXI secolo<br />

Giovanni Mastino<br />

I problemi di approvvigionamento idrico nelle regioni soggette a fenomeni di siccità<br />

Renato Drusiani<br />

Impianto ad osmosi inversa per rimuovere nitrati e cromo<br />

Michele Pugliese<br />

L'evoluzione del clima a Milano e nel resto d'Italia<br />

Sergio Borghi<br />

Analisi e considerazioni sulla dissalazione dell'acqua di mare<br />

Marco Rognoni<br />

SPECIALE “ACQUA/2”<br />

A cura di Franco Ligonzo – n. 6 - pagg. 7 - 10<br />

Nuove tecnologie applicabili al ciclo integrale delle acque<br />

Alessandra Icardi<br />

I sistemi MBR. Moderne applicazioni per il riutilizzo dell'oro blu<br />

Samuele Sala<br />

Le vasche di laminazione a servizio delle reti di drenaggio urbano<br />

Matteo Stella<br />

Biandrate punta sull'energia alternativa<br />

Marco Paolo Inglese<br />

SPECIALE “QUALITÀ”<br />

A cura di Pierangelo Andreini e Franco Ligonzo – n. 7 - pagg. 7 - 10<br />

Qualità, tra regole e opportunità<br />

Pierangelo Andreini e Franco Ligonzo<br />

UNI EN ISO 9001:2008<br />

Attualità della norma rispetto alle nuove criticità aziendali<br />

Franco Ligonzo<br />

Il sistema di accreditamento italiano alla luce del regolamento europeo<br />

Filippo Trifiletti<br />

Nuova frontiera della certificazione: innovazione e sostenibilità<br />

Paolo Gianoglio<br />

Valutazione di conformità. <strong>La</strong> ISO/IEC 17021:2006<br />

Claudio Donghi<br />

UNI ISO 10014:2007<br />

Una norma per i decisori aziendali<br />

Giancarlo Colferai<br />

Analisi della nuova UNI EN ISO 9001:2008<br />

Un'occasione di rivisitazione critica del Sistema Qualità<br />

Monica Perego<br />

SPECIALE “QUALITÀ/2”<br />

A cura di Pierangelo Andreini e Franco Ligonzo – n. 8 - pagg. 7 - 10<br />

Continua lo Speciale Qualità<br />

Pierangelo Andreini e Franco Ligonzo<br />

<strong>La</strong> certificazione del servizio come aiuto alla funzione Marketing<br />

Radu Solomon<br />

Analisi e considerazioni sull'ultima revisione della UNI EN ISO 9001<br />

Alessandro Negrini<br />

<strong>La</strong> riduzione degli ostacoli agli scambi intra-comunitari<br />

Giovanni Avico<br />

Gestione <strong>ambientale</strong> nei sistemi locali<br />

Antonio Vidili<br />

L'integrazione di approccio alla qualità per gli impianti solari<br />

Vincenzo Delacqua - ICIM S.p.A.<br />

ISO 22222:2008, qualità finanziaria ed economica<br />

Giovanni Manzini<br />

Il ruolo e l'operatività dell'Agenzia per la Sicurezza Nucleare<br />

Giancarlo Casarelli, n. 4 – pag. 5<br />

Costruzioni: pubblicato lo standard britannico sulla sicurezza<br />

antincendio<br />

Giovanni Manzini, n. 4 – pag. 7<br />

Terremoto dell'Aquila, ingegneri subito in prima linea.<br />

Nel nostro Paese ancora troppi gli edifici vulnerabili<br />

n. 8 – pag. 1<br />

Considerazioni sullo stato della ingegneria sismica in<br />

Italia<br />

Gian Carlo Giuliani, n. 8 – pag. 3<br />

Terremoto: 500 ingegneri in campo per la ricostruzione<br />

n. 9 – pag. 8<br />

Tribuna delle opinioni - Il crollo di San Giuliano e la<br />

"sopraelevazione"<br />

Giovanna Baratta, n. 9 – pag. 13<br />

Il terremoto dell'Abruzzo. <strong>La</strong> progettazione e l'esecuzione<br />

Marco Savoia, n. 10 – pag. 1<br />

"<strong>La</strong> formazione qualificata a favore dello sviluppo professionale continuo"<br />

Rosa Anna Favorito<br />

Sicurezza sul lavoro, l'impegno degli ingegneri di<br />

Piemonte e Valle d'Aosta<br />

n. 10 – pag. 6<br />

Il presidente Barroso in visita in Abruzzo<br />

n. 10 – pag. 4<br />

L'incendio dell'impianto petrolifero di Buncefield<br />

Giovanni Manzini, n. 11 – pag. 1<br />

AEEG: diminuiscono le dispersioni di gas e migliora<br />

la sicurezza generale della rete<br />

Giovanni Manzini, n. 12 – pag. 2<br />

<strong>La</strong> tragedia di Viareggio. Fuga ed esplosione del gpl<br />

Giovanni Manzini, n. 14 – pag. 1<br />

Sicurezza: gli eventi sismici e la corretta progettazione<br />

degli ascensori<br />

Bruno Ciborra, n. 14 – pag. 14<br />

Tribuna delle opinioni - Il treno per Yucca Mountain<br />

non parte: le scorie nucleari americane su un binario<br />

morto<br />

Luciano Vianelli, n. 15 – pag. 14<br />

<strong>La</strong> "sicurezza" durante la progettazione. Attività, metodi<br />

e identificazione dei pericoli<br />

Fabrizio Tallone, n. 18 – pag. 16<br />

SPECIALE 54° CONGRESSO A CURA DI ROBERTO DI SANZO<br />

Ripercorriamo gli ultimi dieci anni del Congresso del CNI. Da Lecce a <strong>La</strong><br />

Spezia, quanta strada ha percorso la categoria<br />

Dario Cozzi, n. 13 – pag. 4<br />

Il Congresso di Pescara? Ecco cosa ci attendiamo<br />

n. 13 - pag. 6<br />

Il programma sociale: visite ad Atri, al "Volto Santo" di Manoppello e a<br />

<strong>La</strong>nciano<br />

n. 13 – n.7<br />

"Il post-terremoto dell'Abruzzo ha messo in mostra la competenza tecnica<br />

e scientifica degli ingegneri"<br />

n. 13 – pag. 8<br />

Paolo Stefanelli: "L'unità della categoria è fondamentale per valorizzare<br />

il nostro patrimonio di competenza e professionalità"<br />

n. 14 – pag. 6<br />

(Romeo <strong>La</strong> Pietra) “Svolta epocale: gli ingegneri presentano una bozza<br />

SPECIALI TEMATICI<br />

di proposta di legge per la riforma dell'ordinamento della professione”<br />

n. 14 – pag. 6<br />

(Antonio Bellizzotti)"Un congresso che ridà dignità e meriti agli ingegneri"<br />

n. 14 – pag. 6<br />

Sicurezza e riforma professionale: da Pescara "svolta epocale" per la<br />

categoria<br />

n. 15 – pag. 17<br />

Il professor Masi: "In Italia un grave deficit di protezione sismica delle<br />

strutture esistenti"<br />

n. 15 – pag. 17<br />

<strong>La</strong> mozione congressuale:<br />

Tempi rapidi per varare la riforma delle professioni<br />

n. 15 – pag. 17<br />

(Franco Braga) L'importanza del rispetto delle regole: vecchie e nuove<br />

Norme Tecniche per le Costruzioni<br />

n. 15 – pag. 18<br />

(Michele Rossi) "Il ruolo degli ingegneri, esempio di efficienza e concretezza<br />

nella ricostruzione dell'Aquila"<br />

n. 15 – pag. 18<br />

Un "Libro bianco" sullo stato di salute dei porti e dei litorali italiani<br />

n. 15 – pag. 18<br />

Commissione impiantisti: Maggior chiarezza sulla certificazione <strong>energetica</strong><br />

degli edifici<br />

n. 15 – pag. 18<br />

(Ilario Cursaro) "Dobbiamo lavorare con un unico obiettivo: far emergere<br />

le eccellenze nel mondo ingegneristico"<br />

n. 15 – pag. 19<br />

(Giuseppe Levis)"<strong>La</strong> formazione, elemento imprescindibile per la categoria"<br />

n. 15 – pag. 19<br />

SPECIALE “EDILIZIA”<br />

Sostenibilità ed efficienza <strong>energetica</strong><br />

A cura di Anna Magrini – n. 10 – pagg. 7 - 11<br />

Il punto sulla situazione tecnico legislativa italiana<br />

A.M.<br />

Sostenibilità ed efficienza <strong>energetica</strong> delle costruzioni<br />

Anna Magrini<br />

Protocolli internazionali per un'azione armonizzata<br />

Maria Chiara Torricelli e Caterina Gargari<br />

<strong>La</strong> sostenibilità delle costruzioni nel contesto del nostro Paese<br />

Paola Zampiero<br />

L'importanza del "progettista impiantistico". Figura fondamentale fin dall'inizio dei lavori<br />

Francesco Martiroli e Roberto Del Nero<br />

L'acustica in edilizia tra presente e futuro: gli ambienti interni e i requisiti passivi<br />

Raffaella Bellomini, Lucia Busa e Sergio Luzzi<br />

<strong>La</strong>terizio all'insegna dell'edilizia sostenibile<br />

a cura di ANDIL<br />

HQI a garanzia di qualità e sostenibilità dell'EPS<br />

a cura di AIPE<br />

SPECIALE “EDILIZIA/2”:<br />

Sostenibilità ed efficienza <strong>energetica</strong><br />

A cura di Anna Magrini – n. 11 - pagg. 7 - 12<br />

Rating della sostenibilità <strong>ambientale</strong> delle costruzioni: diffusione ed esempi di applicazione<br />

Paola Zampiero<br />

<strong>La</strong> <strong>politica</strong> per l'efficienza <strong>energetica</strong> degli edifici<br />

Roberto Moneta<br />

Gli obiettivi e le disposizioni adottate dalla Regione Lombardia<br />

Ivan Mozzi, Francesca Baragiola, Clara Pistoni<br />

Sostenibilità <strong>ambientale</strong>. Materiali eco-compatibili, prestazioni in esercizio, valutazione di impatto <strong>ambientale</strong><br />

dei materiali da costruzione durante l'intero ciclo della vita<br />

Benedetta Barozzi, Italo Meroni<br />

Sistemi per il recupero/riutilizzo delle acque reflue depurate<br />

M. C. Collivignarelli, S. Zanaboni<br />

Le immissioni di rumore nelle abitazioni: la nuova legge modifica la "normale tollerabilità" dell'art. 844 del<br />

codice civile<br />

Giorgio Campolongo<br />

Il benessere visivo nella sostenibilità <strong>energetica</strong> e <strong>ambientale</strong><br />

Paolo Ricciardi<br />

Calcestruzzo negli edifici: i vantaggi della massa termica<br />

a cura di Assobeton<br />

<strong>La</strong> vetrata isolante e il risparmio energetico<br />

a cura di Assovetro<br />

Serramenti certificati ad alte prestazioni<br />

SPECIALE “SOFTWARE PER IL CALCOLO STUTTURALE”<br />

A cura di Andrea Dari – n. 12 - pagg. 11 - 18<br />

Perché un dossier sul software<br />

Andrea Dari<br />

Indicazioni delle norme tecniche per le costruzioni sul calcolo strutturale attraverso il software<br />

Marco Savoia<br />

Il problema della validazione del calcolo nella normativa<br />

Paolo Sattamino<br />

Nuove caratteristiche per un software attuale<br />

Intervista al professor Enrico Spacone e al ricercatore Guido Camata<br />

Paolo Segala<br />

A Roma il caso della Torre Eurosky all'Eur<br />

Stefano Calì e Luciano Gioacchini


18 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />

SPECIALI TEMATICI<br />

SPECIALE INGEGNERIA ANTISISMICA<br />

A cura di Gian Carlo Giuliani – n.13 - pagg. 11 - 18<br />

Perché uno Speciale "Ingegneria Antisismica"<br />

Gian Carlo Giuliani<br />

Principi di resistenza delle strutture al sisma<br />

Gian Carlo Giuliani<br />

Terremoto in Abruzzo: ricostruire con moderne tecnologie antisismiche<br />

Alessandro Martelli<br />

Analisi critica dei software<br />

Fabio Capsoni, Paolo De Angelis, Gianluca Vesa<br />

<strong>La</strong> previsione dei terremoti e dei loro effetti: scenari di pericolosità sismica dipendenti dal tempo<br />

G.F. Panza, A. Peresan, F. Vaccari<br />

Costruzioni: la qualità del progetto e i danni sismici<br />

Beppe Luraschi e Pierpaolo Cicchiello<br />

Resistenza delle strutture: i dispositivi di isolalmento sismico<br />

Agostino Marioni<br />

Armatura a traliccio nei letti di malta: una soluzione efficace per incrementare le prestazioni sismiche degli<br />

elementi in muratura<br />

Andrea Penna<br />

SPECIALE “ACQUA/3”<br />

A cura di Franco Ligonzo – n. 14 - pagg. 7 - 12<br />

Rete, manutenzione e materiali<br />

Franco Ligonzo<br />

L approvvigionamento idrico della città di Milano<br />

Riccardo Airoldi<br />

Le reti idropotabili: materiali utilizzati, criteri manutentivi e gestionali, contenimento e riduzione delle perdite<br />

Stefano Tani<br />

Depurazione delle acque: il sistema di Milano<br />

Maurizio Brown, Savino Colia<br />

L’acciaio inox al servizio dell’acqua potabile<br />

Fausto Capelli<br />

Dissalazione: aspetti economici presenti e sviluppi futuri<br />

Raul Martin<br />

UNITA DI MISURA E CONCLUSIONI<br />

Potenza dell’impianto: consumi consuntivi o calcolo dei fabbisogni?<br />

Paolo Timoni<br />

Marco Paolo Inglese<br />

Siccità in Italia: illusioni della scienza climatica?<br />

Mario Tomasino - Università di Venezia<br />

SPECIALE CLIMATIZZAZIONE INVERNALE<br />

Le nuove prospettive<br />

A cura di Anna Magrini – n. 15 – pagg. 7 - 10<br />

Edifici: prioritaria l'efficienza del riscaldamento<br />

Pierangelo Andreini<br />

L integrazione edificio-impianto: l'efficienza <strong>energetica</strong> e le potenzialità di intervento nella riqualificazione<br />

Anna Magrini<br />

Come raggiungere il comfort termico<br />

Francesca Romana D'Ambrosio<br />

Le nuove soluzioni impiantistiche nella climatizzazione invernale<br />

Valerio Da Bove<br />

Le problematiche relative all'inserimento di nuovi impianti nel recupero dell'architettura tradizionale<br />

Giovanna Franco<br />

L'efficienza dei sottosistemi per l'ottimizzazione delle prestazioni energetiche dell'impianto<br />

Marco Cartesegna<br />

Le "Linee guida" nazionali sulla certificazione<br />

SPECIALE “FOTOVOLTAICO”<br />

A cura di Gianni Silvestrini – n. 16 - pagg. 7 - 12<br />

Integrazione nell'edilizia: stato dell'arte in Italia<br />

Niccolò Aste<br />

Fotovoltaico, tecnologia vincente<br />

Gianni Silvestrini<br />

Costi e prospettive della tecnologia<br />

Arturo Lorenzoni<br />

Dove va il fotovoltaico? Il ruolo della ricerca di frontiera<br />

Jacopo Tonziello e Francesca Ferrazza<br />

Energia solare: sempre pulita, dall'inizio alla fine<br />

Riccardo Battisti<br />

Un'analisi "ragionata" della guida CEI per la realizzazione di impianti fotovoltaici<br />

Emiliano Curina<br />

A Scansano un'applicazione nel podere "Le Mandorlaie"<br />

Gianemilio Franchini<br />

<strong>La</strong> tecnologia micromorfa: stato dell'arte e futuri sviluppi<br />

Sergio C. Bofferio<br />

Mario Abate<br />

Riccardo Airoldi<br />

Andrea Albini<br />

Stefania Alessandrini<br />

Pierangelo Andreini<br />

Alelessandro Aronica<br />

Niccolò Aste<br />

Giovanni Avico<br />

Edoardo M. Azzimonti<br />

Sandra Banfi<br />

Francesca Baragiola<br />

Achille Baratta<br />

Giovanna Baratta<br />

Benedetta Barozzi<br />

Riccardo Battisti<br />

Raffaella Bellomini<br />

Davide Bertani<br />

Enrico Bertè<br />

Massimo Bocciolini<br />

Andrea Bolondi<br />

Sergio Borghi<br />

Edoardo Bregani<br />

Sergio C. Brofferio<br />

Maurizio Brown<br />

Lucia Busa<br />

Mario Calderini<br />

Stefano Calì<br />

Danilo Campagna<br />

Giorgio Campolongo<br />

Luigi Canepari<br />

Davide Canevari<br />

Fausto Capelli<br />

Gianfranco Capponi<br />

Fabio Capsoni<br />

E. Caracciolo<br />

Vittorio Carnemolla<br />

Marco Cartesegna<br />

Simone Carriero<br />

Giancarlo Casarelli<br />

Marco Castelli<br />

Vittore Ceretti<br />

Pierluigi Cerretti<br />

Bruno Ciborra<br />

Pierpaolo Cicchiello<br />

Ferdinando Clarelli<br />

Savino Colia<br />

Giancarlo Colferai<br />

M.C. Collivignarelli<br />

Adolfo Colombo<br />

Maria Grazia Dotoli<br />

Pier Giorgio Confente Renato Drusiani<br />

Danilo Corazza<br />

Rosa Anna Favorito<br />

Maurizio Cossato<br />

Giorgio Ferrari<br />

Nicola Costantino<br />

Francesca Ferrazza<br />

Dario Cozzi<br />

Filippo Ferroni<br />

Maurizio Cumo<br />

Maurizio Forcieri<br />

Emiliano Curina<br />

Gianemilio Franchini<br />

Francesca Romana D’Ambrosio Giovanna Franco<br />

Valerio Da Bove<br />

Gabriella Funaro<br />

Andrea Dari<br />

Marina Furlanis<br />

Paolo De Angelis<br />

Paolo Galante<br />

Riccardo De Col<br />

Pierfrancesco Gallizzi<br />

Vincenzo Delacqua<br />

Caterina Gargari<br />

Roberto Del Nero<br />

Franco Gerosa<br />

Adriano De Maio<br />

Paolo Gianoglio<br />

Antonio De Marco<br />

Luciano Gioacchini<br />

Giuseppe De Marte<br />

Gian Carlo Giuliani<br />

Donato Di Catino<br />

Claudia Gregis<br />

Hermann Dieter<br />

Luca Iannantuoni<br />

Roberto Dini<br />

Alessandra Icardi<br />

Roberto Di Sanzo<br />

Marco Paolo Inglese<br />

Andrea Disertori<br />

Franco <strong>La</strong>ner<br />

Claudio Donghi<br />

Mauro <strong>La</strong>ngfelder<br />

SPECIALE “PROGETTARE E COSTRUIRE IN CALCESTRUZZO”<br />

A cura di Patrizia Ricci – n. 17 - alle pagg. 7 - 14<br />

Una serie di "speciali" dedicata ai materiali da costruzione<br />

Andrea Dari<br />

Le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni<br />

Intervista a Paolo Riva, Preside della Facoltà di Ingegneria di Bergamo<br />

Il danno degli elementi non strutturali a seguito del terremoto dell'Aquila<br />

Gaetano Manfredi, Gennaro Magliulo, Vincenzo Pentangelo<br />

<strong>La</strong> scelta del calcestruzzo in funzione del tipo di struttura<br />

Roberto Marino<br />

Milano e il progetto "Porta Nuova Garibaldi"<br />

Danilo Campagna, Alessandro Aronica, Claudia Gregis<br />

"Progetto Concrete" come strumento di diffusione delle NTC<br />

Andrea Bolondi<br />

Nuove frontiere per le prestazioni del CLS<br />

Giovanni Plizzari<br />

Intervista a Renzo Arletti, nuovo presidente ASSOBETON<br />

Simone Carriero<br />

SPECIALE “PROGETTARE E COSTRUIRE IN CALCESTRUZZO/2”<br />

A cura di Patrizia Ricci – n. 18 - pagg. 7-12<br />

L'importanza dell'aggiornamento per l'ingegnere moderno<br />

Marco Savoia<br />

Il progetto della Chiesa di San Giacomo a Foligno<br />

Stefania Alessandrini<br />

Dopo la laurea serve un "giusto approccio" al mondo del lavoro<br />

Camillo Nuti<br />

Pavimenti per uso industriale post-tesi<br />

Sergio Tattoni<br />

Il capitolato Pavical, una esigenza dei pavimentatori<br />

Massimo Bocciolini<br />

Pavimentazioni stradali in calcestruzzo, una scelta per uno sviluppo sostenibile<br />

Fabio Miseri<br />

Murature in blocchi di CLS aerato autoclavato: fondamentali per la sostenibilità e la sicurezza<br />

Paolo Galante<br />

SPECIALE “PROPRIETA' INTELLETTUALE”<br />

A cura di Filippo Ferroni – n. 19 - pagg. 7 - 11<br />

Asset dell'economia della conoscenza<br />

Pierangelo Andreini<br />

Brevetti e innovazione tecnologica: prospettive e scenari nel terzo millennio<br />

Filippo Ferroni<br />

I ventisette volti dell'Europa della ricerca<br />

Davide Canevari<br />

Quando la creatività rilancia l'economia<br />

Roberto Dini<br />

Difesa della proprietà intellettuale<br />

A colloquio con il giudice Tarantola<br />

Franco Ligonzo<br />

Il know-how: un viaggio tra gli aspetti di legge più significativi<br />

Carlo Sala<br />

SPECIALE “PROPRIETA’ INTELLETTUALE/2”<br />

A cura di Filippo Ferroni – n. 20-21 - pagg. 7 - 10<br />

Puntare sulla valorizzazione degli intangibles<br />

Lucio Ricci, Alessandro Mele<br />

Politecnico di Milano<br />

Le Università devono esaltare i risultati delle loro ricerche<br />

Gianluca Valentini<br />

Università <strong>La</strong> Sapienza di Roma<br />

Il primo passo verso un cammino virtuoso: dal laboratorio al mercato<br />

Ufficio Valorizzazione, Ricerca e Innovazione<br />

Università di Bologna<br />

Così proteggiamo e promuoviamo le idee davvero innovative<br />

Staff del Knowledge Transfer Office e del Settore di Comunicazione per la Ricerca dell’Alma Mater Studiorum<br />

Politecnico di Bari<br />

Uno strumento per incrementare il patrimonio dei nostri Atenei<br />

Nicola Costantino, Maria Grazia Dotoli<br />

Università degli Studi di Firenze<br />

L’area ingegneristica rappresenta il 30 per cento dei nostri brevetti<br />

Marco Pierini, Alberto Tesi<br />

Politecnico di Torino<br />

Così si può favorire una nuova imprenditorialità accademica<br />

Mario Calderini<br />

Università di Brescia<br />

Per il futuro, saranno trainanti nanotecnologie e rinnovabili<br />

Aldo Zenoni<br />

HANNO COLLABORATO NELL’ANNO 2009:<br />

Giuseppe <strong>La</strong>nzavecchia<br />

Romeo <strong>La</strong> Pietra<br />

Franco Ligonzo<br />

Arturo Lorenzoni<br />

Beppe Luraschi<br />

Sergio Luzzi<br />

Gennaro Magliulo<br />

Anna Magrini<br />

Luca Mamprin<br />

Gaetano Manfredi<br />

Giovanni Manzini<br />

Elisa Mariani Travi<br />

Roberto Marino<br />

Agostino Marioni<br />

Alessandro Martelli<br />

Raul Martin<br />

Francesco Martiroli<br />

Giancarlo Marzorati<br />

Giovanni Mastino<br />

Alessandro Mele<br />

Italo Meroni<br />

Antonio Migliacci<br />

Fabio Miseri<br />

Giulio Mizzoni<br />

Ralh Mocikat<br />

Roberto Moneta<br />

Valeria Montanari<br />

Claudio Morati<br />

Vincenzo Morelli<br />

Davide Motta<br />

Ivan Mozzi<br />

Alessandro Negrini<br />

Camillo Nuti<br />

Ramòn Pacheco<br />

G.F. Panza<br />

F. Parozzi<br />

Ernesto Pedrocchi<br />

Andrea Penna<br />

Vincenzo Pentangelo<br />

Monica Perego<br />

A. Peresan<br />

Alberto Pieri<br />

Marco Pierini<br />

Clara Pistoni<br />

Giovanni Plizzari<br />

Michele Pugliese<br />

Lucio Ricci<br />

Patrizia Ricci<br />

Paolo Ricciardi<br />

Marco Rognoni<br />

Marco Rosa Bernardins<br />

Enrico Rota<br />

Umberto Ruggiero<br />

Francesco Sabatini<br />

Carlo Sala<br />

Samuele Sala<br />

Sara Sanviti<br />

Gianluigi Sartorio<br />

Paolo Sattamino<br />

Marco Savoia<br />

Mario Scarbocci<br />

Angelo Selis<br />

Paolo Segala<br />

Matteo Seraceni<br />

Paolo Silvestri<br />

Gianni Silvestrini<br />

Paolo Soardo<br />

Radu Solomon<br />

Andrea Guido Sommaruga<br />

Matteo Stella<br />

Fabrizio Tallone<br />

Stefano Tani<br />

Francesco Tarricone<br />

Sergio Tattoni<br />

Carlo Teoldi<br />

Alberto Tesi<br />

Paolo Timoni<br />

Mario Tomasino<br />

Roberto Toninelli<br />

Jacopo Tonziello<br />

Maria Chiara Torricelli<br />

Francesco Tozzi Spadoni<br />

Filippo Trifiletti<br />

F. Vaccari<br />

Gianluca Valentini<br />

Carlo Valtolina<br />

Franco Velonà<br />

Gianluca Vesa<br />

Luciano Vianelli<br />

Antonio Vidili<br />

Pierluigi Villa<br />

Matteo Vitali<br />

Baldassarre Zaffiro<br />

Paola Zampiero<br />

S. Zanaboni<br />

Aldo Zenoni<br />

GiovanBattista Zorzoli


N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 19<br />

L’INTERVENTO<br />

Il futuro della società è veramente drammatico?<br />

PROF. DOTT. GIUSEPPE LANZAVECCHIA<br />

Ho letto sul n° 19 del<br />

Giornale le osservazioni<br />

dell’amico G.B. Zorzoli<br />

al mio articolo e sento il<br />

dovere di dare alcune brevi risposte.<br />

Ci muoviamo in un mondo<br />

pieno di incognite, di incertezze<br />

e in rapido cambiamento:<br />

questo richiede di riferirsi sempre<br />

più alla scienza, ossia all’unico<br />

sapere che permette il<br />

dubbio, e col dubbio la possibilità<br />

di “perfezionare” le conoscenze.<br />

Solo eccezionalmente<br />

di falsificarle, come pretende<br />

Popper; la meccanica di Newton<br />

è valida ancor oggi e viene<br />

usata per costruire praticamente<br />

qualunque struttura, mentre<br />

quella relativistica serve per andare<br />

sulla luna e quella quantistica<br />

per fare i transistor. <strong>La</strong> base<br />

della scienza, cioé la sperimentazione,<br />

può ritenersi sicura<br />

ai fini pratici, mentre qualsiasi<br />

soluzione alternativa (intuizione,<br />

pseudoscienze come<br />

l’omeopatia, pura razionalità, la<br />

stessa esperienza) è inaffidabile.<br />

Si può usare la scienza per fare<br />

ipotesi ma, da fisico teorico positivista<br />

penso, con Newton,<br />

che le ipotesi contengano sempre<br />

aspetti di arbitrarietà (hypotheses<br />

non fingo). Così, riguardo<br />

al cosiddetto “global warming”,<br />

mi irritano gli “aggiustamenti”<br />

dovuti alle discussioni<br />

con politici e ambientalisti,<br />

le cosiderazioni etiche, che la<br />

scienza deve ignorare e riguardano<br />

comportamento e applicazione,<br />

e l’uso di insultare gli<br />

avversari, come ricorda Andrew<br />

C. Revkin. Per conoscere<br />

il clima basta leggere i lavori<br />

scientifici: in questa ultima doz-<br />

Siamo Siamo Siamo Siamo Siam Siamo Siamo ii<br />

ia ia prese prese presenti prese prese prese senti senti enti enti ti ii<br />

al al aaal al MADE MAD MAD AD ADE AD AD AD<br />

AD AD AD DE DE DEE DE DE<br />

DE DE DE DE EEEx<br />

EEx E EEx EEx<br />

E Expo EEx<br />

Ex xpo xpo xpo<br />

xpo xpo pooo<br />

oo<br />

o<br />

pad. pad pad ppad.<br />

pad ppad<br />

pad.<br />

. 4<br />

4 stand sstand<br />

sstand<br />

t nd nd nd nd d D01 D01 D0 D01 D01 D01 0001<br />

00<br />

0<br />

zina di giorni ne ho visti una<br />

dozzina, uno, su Nature, dice<br />

che la temperatura interglaciale<br />

fu, circa 100 000 anni fa, almeno<br />

6°C più alta dell’odierna<br />

e che “that there are serious deficiencies<br />

in our understanding<br />

of climates that are warmer<br />

than today's”; mentre Franco<br />

Prodi afferma che “il dialogo<br />

fra scienziati e <strong>politica</strong> internazionale,<br />

dovrebbe essere un<br />

aspetto accessorio”.<br />

<strong>La</strong> complessità rende poco affidabile<br />

lo studio dei fenomeni,<br />

come nel caso del Global Warming.<br />

Tutte le grandi scoperte<br />

della scienza hanno mostrato<br />

che il mondo è semplice, e che<br />

le difficoltà sorgono dall’introduzione<br />

di complessità non necessaria,<br />

come insegna il rasoio<br />

di Ockham.<br />

Buona parte degli scienziati non<br />

crede al cosiddetto principio di<br />

precauzione (in Italia si legga<br />

Carlo Bernardini, ma anche altri,<br />

tra i quali il sottoscritto); con<br />

Umberto Colombo abbiamo<br />

scritto che “non ci si può far<br />

guidare da ragionamenti a priori,<br />

da principi etici, da codici di<br />

condotta come il principio di<br />

precauzione, ma occorre studiare<br />

la natura e capire come<br />

essa si comporta”. C’è chi ritiene<br />

che ogni evento sia, allo stesso<br />

tempo, benefico e rischioso,<br />

come insegna <strong>La</strong>o Tse. Io mi<br />

sono divertito, alcuni anni fa, a<br />

trovare di ogni fenomeno ritenuto<br />

benefico una possibile applicazione<br />

dannosa e, naturalmente,<br />

il discorso vale anche<br />

per i fenomeni ritenuti dannosi<br />

che possono dare benefici<br />

(come la botulina).<br />

Ho sempre ritenuto la scienza<br />

figlia del dubbio e, al riguardo,<br />

ho più volte citato una bellis-<br />

ASPEN AEROGELSTM<br />

nel DNA la forza isolante dell’aerogel<br />

+POTERE ISOLANTE: SOLANTE: NTE: 0,014 <br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

00,014<br />

014 = RIS<br />

RISPARMIO PA ARMIO ENERGETICO<br />

- SPESSORE: da 5 fino a 10 mm = RISPARMIO RISP RISPA ARMIO DI SPAZIO SPAAZIO<br />

MASSIME PRESTAZIONI PRESTA PRESTAZIONI<br />

COSTANTI COSTA ANTI NEGLI ANNI<br />

E LUNGA DURATA DURA<br />

URAT TA A DEL MATERIALE MAT TERIALE ISOLANTE IISOLANTE<br />

IISOLANTE<br />

Il <br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

Il più ampio arco di temperatura d’impiego<br />

da -200 °C a 650 °C per applicazioni criogeniche, edilizia,<br />

impiantistica e processi industriali<br />

Facile <br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

Facile e rapida installazione: installazione : flessibile per tutte le geometrie<br />

Sottile <br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

Sottile e leggero, leggero<br />

, , riduce riduce lo lo spazio spazio per per l’isolamento l’isolamento e<br />

e<br />

ridimensiona l’apporto logistico<br />

Idrofobico <br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

Idrofobico ma traspirante: traspirante : elimina l’umidità sotto l’isolamento<br />

I PRODOTTI ISOLANTI ASPEN AEROGELS<br />

-200 °C<br />

-200 °C<br />

-200 °C<br />

200 200 °C °C SP SPACELOFT ACELOFT<br />

90 °C CR CRYOGEL YOGEL<br />

sima frase di Feynman. L’11<br />

novembre Giulio Busi ha ricordato<br />

che "per Jonas solo chi<br />

dubita è libero", mentre Freeman<br />

Dyson ne “Lo scienziato<br />

come ribelle”, in corso di pubblicazione,<br />

considera la scienza<br />

frutto dell’irriverenza verso i<br />

saperi costituiti. Dyson, del resto,<br />

si ispira a Feynman: “Come<br />

la scienza può vivere senza certezza,<br />

così la religione può vivere<br />

senza dogma”. Mentre la<br />

scienza è figlia del dubbio qualsiasi<br />

altro modo di procedere<br />

in relazione agli eventi naturali<br />

e artificiali è sicuramente inconsistente.<br />

<strong>La</strong> certezza dell’IPCC porta a<br />

proporre soluzioni, come il protocollo<br />

di Kyoto e seguenti, inutili,<br />

dannosi se non ridicoli. Il<br />

GW è dovuto in parte rilevante<br />

all’uomo, come ritiene anche<br />

Bjorn Lomborg, che ha<br />

detto: «Secondo alcuni, Obama<br />

dovrebbe tagliare le emissioni<br />

del 20% rispetto ai livelli<br />

del 1990, usando le energie rinnovabili,<br />

con un costo superiore<br />

all'1% del Pil. Anche se tutto<br />

il mondo facesse altrettanto si<br />

ridurrebbe la temperatura del<br />

pianeta di un ventesimo di grado<br />

Fahrenheit per la fine del<br />

secolo, al costo di 10mila miliardi<br />

di dollari. <strong>La</strong> Germania<br />

ha sovvenzionato i pannelli solari,<br />

ma i modelli climatici dimostrano<br />

che di qui alla fine<br />

del secolo i 156 miliardi di dollari<br />

spesi saranno serviti solo a<br />

ritardare il riscaldamento globale<br />

di un'ora. <strong>La</strong> maggior parte<br />

dei modelli economici mostra<br />

che il riscaldamento globale<br />

produrrà, di qui alla fine<br />

del secolo, danni complessivamente<br />

pari a circa il 3% del Pil.<br />

Non è trascurabile, ma non è<br />

650 °C<br />

PYROGEL<br />

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neanche la fine del mondo. Per<br />

la fine del secolo, le Nazioni<br />

Unite prevedono che la ricchezza<br />

del cittadino medio si<br />

sarà incrementata del 1400% rispetto<br />

a oggi.»<br />

Non voglio dilungarmi oltre; ricordo<br />

ancora che, nel basso<br />

medioevo, un riscaldamento del<br />

pianeta superiore a quello attuale<br />

e durato oltre 200 anni,<br />

fu salutato come un evento felice.<br />

Ma l’uomo giudica secondo<br />

criteri di convenienza a breve,<br />

o etici, o ideologici e comunque<br />

utili per convincere –<br />

democraticamente – la gente,<br />

ma scientificamente inconsistenti.<br />

Rispondere al presidente Salvatore<br />

Saccà è, al contempo,<br />

più semplice e difficile; l’articolo<br />

su “Come cambia la nostra<br />

società” è la mia risposta: se un<br />

paese, un continente, il mondo<br />

non sono disposti a cambiare<br />

radicalmente in termini culturali,<br />

strutturali, operativi essi sono<br />

destinati al disastro. Non<br />

credo che si stia superando la<br />

crisi, e neppure ci credono gli<br />

economisti, i politici, gli analisti<br />

che lo dichiarano. Certamente<br />

il Pil potrà aumentare, si potranno<br />

un domani inventare<br />

nuovi posti di lavoro, ma soltanto<br />

gli individui, i gruppi sociali,<br />

i paesi che riusciranno a<br />

ricrearsi secondo i nuovi modi<br />

di essere – innanzitutto superando<br />

la vecchia cultura del saper<br />

fare e adottando la nuova<br />

basata sulle conoscenze rigorose<br />

– riusciranno non solo a<br />

sopravvivere ma a riattivare<br />

uno sviluppo deciso che lascerà<br />

sempre più indietro gli altri<br />

incapaci di farlo.<br />

Questa evoluzione trova le piccole<br />

imprese in buona parte im-<br />

preparate e sia chiaro che gli<br />

eventuali aiuti finanziari non<br />

porteranno alcun giovamento.<br />

Tuttavia le piccole imprese non<br />

sono condannate a priori: per<br />

esse esistono vie e strumenti<br />

per tornare ad essere valide e<br />

competitive, ma che sono inconsciamente<br />

le stesse imprese<br />

a non volerle percorrere.<br />

Inoltre aree marginali, o marginalizzate,<br />

come il Sud del nostro<br />

paese, trovano forse maggiori<br />

difficoltà (personalmente<br />

credo che le regioni del nord e<br />

del nord-est, in particolare, siano<br />

caratterizzate da rischi maggiori)<br />

a trovare i nuovi strumenti<br />

dello sviluppo. Ma anche<br />

questo dipende dalla propria<br />

arcaica cultura: molti paesi<br />

del terzo mondo stanno dimostrando<br />

che l’essere “arretrati”<br />

rispetto alle nuove prospettive<br />

non è un handicap, ma<br />

può essere addirittura un vantaggio.<br />

Vorrei allora qui di seguito dare,<br />

sinteticamente, qualche suggerimento<br />

di cosa si dovrebbe<br />

fare per adeguare il sistema produttivo<br />

e tutta la società alla<br />

nuova cultura.<br />

Innanzitutto occorre un’educazione<br />

diversa e più seria, che<br />

deve coinvolgere i politici, i media,<br />

la scuola, la formazione,<br />

l’aggiornamento: la gente è<br />

ignorante, la cultura media ha il<br />

suo massimo nel saper rispondere<br />

ai quiz della televisione.<br />

<strong>La</strong> gente è infarcita da informazioni<br />

deformate se non errate,<br />

residuo della cultura passata,<br />

talvolta addirittura arcaica,<br />

che fanno ancora la base del<br />

nostro insegnamento; delle credenze<br />

dovute all’intuizione, al<br />

senso comune, alle ideologie.<br />

<strong>La</strong> scuola insegna nozioni che,<br />

0,014 <br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

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<br />

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<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

in buona parte, sono superflue<br />

o non servono, mentre ignora<br />

tante altre conoscenze – ad<br />

esempio quelle che si aggiungono<br />

quotidianamente – che<br />

sono addirittura ignote ai docenti.<br />

Un altro aspetto da considerare<br />

è l’incertezza, che non<br />

è una novità, che la nuova struttura<br />

delle conoscenze sta riducendo,<br />

ma che la velocità del<br />

cambiamento rende drammatica<br />

perché non dà il tempo di<br />

decidere o di correggere le decisioni<br />

eventualmente prese e<br />

risultate inadatte.<br />

Come si possono organizzare<br />

le piccole imprese per acquisire<br />

i vantaggi delle grandi pur conservando<br />

la loro tradizionale<br />

flessibilità? Consiglio di ricercare<br />

i casi nei quali questo è avvenuto<br />

e di capire come e perché<br />

sono accaduti. Io ne conosco<br />

alcuni, altri potranno essere<br />

descritti dai lettori del nostro<br />

Giornale.<br />

Le piccole imprese, più facimente<br />

delle grandi, possono poi<br />

approfittare delle opportunità<br />

casuali: Serendipity (si veda il<br />

mio articolo dell’anno scorso<br />

“Scienza e ingegneria. Accelerazione<br />

della storia e sviluppo”<br />

apparso sul Giornale), Effetto<br />

ferro di cavallo recentemente<br />

studiato da Alain Beattie in<br />

“False economy. A surprising<br />

economic history of the world”.<br />

Poi c’è la ricerca, che deve studiare<br />

soprattutto il nuovo, il<br />

non programmabile.<br />

Infine non bisogna aiutare il<br />

passato, ma sostenere il futuro.<br />

Le imprese inutili debbono<br />

scomparire e lasciare il posto<br />

alle nuove che propongono<br />

nuovi modi di fare e di essere,<br />

nuovi prodotti, una continua<br />

capacità di cambiamento.


20 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />

ATTUALITÀ MONDO<br />

L’illuminazione e “l’era dei LED”<br />

DOTT. ING. LUCA IANNANTUONI<br />

L’<br />

era dell'illuminazione<br />

a LED sembra ormai<br />

alle porte e si annun-<br />

cia come una svolta epocale<br />

che, come tale, secondo gli<br />

esperti avrà ricadute importanti<br />

sulle nostre abitudini e il<br />

nostro stile di vita. Cambia il<br />

modo in cui si genera la luce:<br />

non più attraverso il riscaldamento<br />

dei materiali o la<br />

produzione di scariche elettriche,<br />

ma grazie al depotenziamento<br />

di elettroni, ottenuto<br />

mediante il transito in<br />

semiconduttori opportunamente<br />

drogati, che liberano<br />

così energia sotto forma di<br />

fotoni. <strong>La</strong> diversa scelta dei<br />

semiconduttori determina la<br />

diversa lunghezza d'onda dell'emissione<br />

e l'efficienza nella<br />

conversione elettro-ottica<br />

(e quindi l'intensità luminosa)<br />

ed è stata proprio la svolta<br />

innovativa introdotta da<br />

Shuji Nakamura mediante<br />

l'utilizzo del nitruro di Gallio<br />

(GaN) come drogante, nei<br />

primi anni '90, che ha aperto<br />

la strada ai diodi luminosi ad<br />

alto flusso e ai conseguenti<br />

ingenti investimenti nel settore<br />

da parte delle grandi<br />

aziende multinazionali produttrici<br />

di lampade, aprendo<br />

così le porte agli impieghi illuminotecnici.<br />

Con il Power LED, ovvero<br />

il diodo in grado di trasformare<br />

energia elettrica in luce<br />

con potenza uguale o superiore<br />

a 1 W, è possibile realizzare<br />

sorgenti luminose caratterizzate<br />

da un’elevata affidabilità,<br />

una lunga durata e<br />

una elevata efficienza (quindi<br />

un basso consumo). Questi<br />

LED di nuova generazione<br />

si stanno così imponendo per<br />

i vantaggi che offrono in termini<br />

di risparmio energetico<br />

e dei costi di manutenzione,<br />

unitamente alla loro ecocompatibilità<br />

rispetto alle<br />

lampade ad alta efficienza<br />

(che contengono mercurio e<br />

altri metalli pesanti). Perchè<br />

tale tecnologia non resti una<br />

nicchia, almeno finché i costi<br />

delle unità non scenderanno<br />

in maniera sensibile, occorrerà<br />

pero' concentrare gli<br />

sforzi sulla valorizzazione delle<br />

innumerevoli possibilità<br />

applicative determinate da<br />

pregi e peculiarità solo apparentemente<br />

secondari. I più<br />

importanti riguardano senz’altro<br />

le dimensioni estremamente<br />

compatte dei dispositivi,<br />

che permettono una<br />

riduzione dei pesi e degli ingombri,<br />

nonché di posizionare<br />

fonti luminose dove prima<br />

non era pensabile; la possibilità<br />

di effettuare il controllo<br />

cromatico (la luce bianca<br />

generata è luce bianca eterocromatica<br />

ottenuta miscelando<br />

le luci pressoché monocromatiche<br />

emesse dai singoli<br />

diodi, generalmente<br />

LED rossi, verdi e blu) rendendo<br />

gli ambienti "comunicativi";<br />

la tattilità del dispositivo<br />

permette di poter cam-<br />

biare il rapporto tra l'utilizzatore<br />

e la luce (grazie alle<br />

basse temperature è possibile<br />

il contatto diretto).<br />

Occorre, insomma, che cambi<br />

anche il modo di concepire<br />

e ideare le sorgenti luminose<br />

e non mancano i primi<br />

Con il Power LED,<br />

ovvero il diodo<br />

in grado<br />

di trasformare<br />

energia elettrica<br />

in luce con potenza<br />

uguale o superiore<br />

a 1 W, è possibile<br />

realizzare sorgenti<br />

luminose<br />

caratterizzate<br />

da un’elevata<br />

affidabilità, una<br />

lunga durata e una<br />

elevata efficienza.<br />

esempi convincenti di integrazione<br />

architettonica, oggetto<br />

di elaborazioni di design,<br />

per lo più, ma che dimostrano<br />

come sia importante<br />

non relegare il prodotto<br />

alla semplice sostituzione del<br />

corpo luce fluorescente con<br />

uno analogo a matrice di dio-<br />

di. Inoltre, le sorgenti LED,<br />

per essere davvero competitive,<br />

devono essere dotate di<br />

accessori specifici e opportunamente<br />

progettati che innalzano<br />

inevitabilmente i costi<br />

di sostituzione, mettendo<br />

un freno alla loro diffusione e<br />

costituendo un forte stimolo<br />

alla ricerca e sviluppo. Infatti,<br />

per esmpio, poichè è importante<br />

garantire la costanza<br />

della corrente circolante ai capi<br />

del chip (o die), pena il decadimento<br />

delle prestazioni e<br />

la riduzione della vita utile, il<br />

dispositivo risulta naturalmente<br />

dotato di un' elettronica<br />

di controllo che, se da<br />

un laro può essere vista come<br />

una complicazione e un<br />

costo, dall'altra rende facile<br />

l'ulteriore integrazione di accessori<br />

preposti al cosiddetto<br />

light management. Questi, oltre<br />

a comportare una riduzione<br />

ulteriore dei consumi,<br />

possono drasticamente cambiare<br />

il comportamento degli<br />

utenti e aprire la strada a nuovi<br />

approcci progettuali.<br />

Anche se il settore dell'illuminazione<br />

non è particolarmente<br />

energivoro, la tendenza<br />

attuale è quella di<br />

spingere necessariamente<br />

verso le tecnologie a più basso<br />

consumo e basso impatto<br />

<strong>ambientale</strong>. Ciò non sempre<br />

si concretizza in un vantaggio<br />

immediato per il consumatore<br />

ed è quindi importante<br />

che l'evoluzione delle<br />

In alto: esempio di<br />

sostituzione di elementi<br />

luminosi LED in corpi luce<br />

tradizionali per semafori<br />

stradali<br />

A sinistra: pannello di<br />

illuminazione a led per luci<br />

da soffitto<br />

sorgenti a LED abbia tra i<br />

suoi punti di forza l'attenzione<br />

alla valorizzazione dei<br />

contenuti più innovativi e stimoli<br />

in tempi brevi la realizzazione<br />

di un sistema di certificazione<br />

condiviso, presupposto<br />

per una chiara<br />

identificazione della qualità<br />

e delle caratteristiche del prodotto,<br />

ancora molto poco familiare,<br />

dando le necessarie<br />

garanzie ai nuovi potenziali<br />

utilizzatori.<br />

E’ difficile immaginare che i<br />

LED possano sostituire nell'immediato<br />

tutti i dispositivi<br />

di illuminazione, soprattutto<br />

quelli a luce diffusa (uno<br />

dei maggiori punti deboli sta<br />

nella difficoltà di realizzare<br />

sorgenti compatte ad elevato<br />

flusso), ma è innegabile che<br />

l'ambito applicativo di maggiore<br />

portata che si intravede<br />

sarà probabilmente proprio<br />

quello urbano, caratterizzato<br />

da impianti di illuminazione<br />

che devono rendere il loro<br />

servizio con continuità per<br />

molte ore all'anno e che sono<br />

caratterizzati da una spesa<br />

<strong>energetica</strong> e manutentiva in<br />

grande crescita. Qui il rispetto<br />

delle norme (in particolare<br />

la EN 62471:2008) è ancora<br />

di difficile applicabilità<br />

per i LED e individua un traguardo<br />

fondamentale per il<br />

loro successo. E' presto per<br />

trarre conclusioni, ma è certo<br />

che il dispositivo che ha<br />

raggiunto la sua maggior fama,<br />

non molti anni fa', grazie<br />

al controllo remoto degli apparecchi<br />

televisivi, sta davvero<br />

sorprendendo e probabilmente<br />

sarà all'altezza delle<br />

più ambiziose aspettative.<br />

IL RICORDO<br />

Ci ha lasciati<br />

il professor Bergier<br />

<strong>La</strong> scomparsa del già direttore del<br />

dipartimento di Storia del Politecnico Federale<br />

di Zurigo e una recente pubblicazione Enel<br />

sulla storia dell’energia nucleare in Italia: spunti<br />

per alcune riflessioni.<br />

DOTT. ING. BRUNO CIBORRA<br />

Afine ottobre è apparsa<br />

la notizia della morte<br />

del professor Jean-<br />

François Bergier conosciuto<br />

in Europa per i suoi studi storici<br />

e docente in numerose<br />

Università. Era assurto alla<br />

conoscenza del grande pubblico<br />

negli ultimi anni per il<br />

suo ruolo di coordinatore degli<br />

studi sul comportamento<br />

della Svizzera durante la seconda<br />

guerra mondiale nell’ambito<br />

tecnologico (esportazioni<br />

di armi), economico e<br />

finanziario.<br />

<strong>La</strong> parola Politecnico che appare<br />

nel sommario fa ben intuire<br />

il legame avuto anche<br />

con l’ingegneria. In particolare<br />

vorremmo ricordare, per<br />

quanto riguarda l’Italia, che<br />

agli inizi degli anni ‘70 quando<br />

prendeva corpo il primo<br />

sintomo della grande crisi<br />

<strong>energetica</strong> in Europa ed in<br />

Italia, due giovani ingegneri<br />

italiani laureati al Politecnico<br />

di Milano (Ciborra e <strong>La</strong>zzaro)<br />

si proponevano nel<br />

mezzo delle varie urlate soluzioni<br />

dei poteri forti (accademici<br />

e politici) una analisi<br />

storica seria del fenomeno<br />

pur con mezzi ed approcci<br />

ingegneristici.<br />

Si concretizzava una proposta<br />

di ricerca sulla evoluzione<br />

dei vettori energetici in Italia<br />

ed Europa dagli anni 50<br />

agli anni 70. Tale proposta<br />

seria per quanto inusuale fu<br />

ignorata, quando non derisa,<br />

dai poteri vigenti. Prese corpo<br />

l’idea di utilizzare, come<br />

spesso è avvenuto nella storia<br />

d’Italia, la Svizzera non solo<br />

come terra di asilo politico o<br />

finanziario, ma anche intellettuale.<br />

<strong>La</strong> proposta fu inoltrata all’Istituto<br />

di Storia del Politecnico<br />

di Zurigo, piacque al<br />

professor Bergier che la sostenne<br />

e la fece propria. A<br />

onor del vero in Italia vi fu<br />

una istituzione che credette<br />

in tale studio e fu l’Ufficio<br />

Borse di Studio per l’Estero<br />

del Ministero degli Esteri Italiano<br />

che erogò una borsa di<br />

ricerca. Con detto contributo<br />

il lavoro si sviluppò e si concluse<br />

con un interessante seminario<br />

tenuto in lingua francese<br />

al Politecnico Federale<br />

di Zurigo forse a pochi metri<br />

dal luogo dove tenne le sue<br />

lezioni Einstein o ancora più<br />

lontano nel tempo dove il<br />

critico letterario italiano De<br />

Sanctis teneva - esule - lezioni<br />

di storia della letteratura<br />

italiana nel 1800.<br />

Le conclusioni del seminario<br />

mettevano in luce come l’e-<br />

voluzione dell’uso delle risorse<br />

energetiche prendeva corpo,<br />

più che dal concetto di<br />

sostituzione di un vettore<br />

energetico in esaurimento e<br />

ricerca di nuove fonti, dal<br />

concetto di evoluzione tecnologica<br />

di uso e soprattutto<br />

dalle valutazioni sul contenuto<br />

non solo quantitativo ma<br />

anche qualitativo dell’energia.<br />

Per chiarire con un esempio<br />

si può così spiegare: un chilo<br />

di carbone e una certa quantità<br />

di elettricità a parità di<br />

misura in Joule hanno un<br />

contenuto assai diverso in<br />

flessibilità di trasporto e uso.<br />

<strong>La</strong> stessa quantità di energia<br />

elettrica a sua volta se prodotta<br />

da una centrale idraulica<br />

o geotermica o termonucleare<br />

ha un contenuto di<br />

flessibilità diverso. Sempre in<br />

tale lavoro appariva per la<br />

prima volta la proposta dell’idrogeno<br />

da calore nucleare<br />

quale vettore energetico ottimizzante<br />

fra quantità e flessibilità.<br />

Detto tema venne in<br />

contemporanea sviluppato<br />

dal Centro di Ricerca di<br />

Ispra.<br />

Il seminario dunque ebbe<br />

grande successo suscitando<br />

interesse anche al di fuori del<br />

Politecnico svizzero. Alcuni<br />

spunti furono riportati in articoli<br />

sulla pagina della scienza<br />

del Corriere della Sera e<br />

su Il Giornale dell’Ingegnere.<br />

Oggi il rapporto di questi<br />

studi dovrebbe essere archiviato<br />

presso l’Ufficio Borse<br />

di Studio.<br />

Dunque, a parte l’impatto tenue<br />

sulla realtà nazionale -<br />

come accade spesso per l’impegno<br />

professionale di colleghi<br />

ingegneri - si può dire<br />

che forse non si sapeva perché<br />

fare questa ricerca, ma<br />

sicuramente si sentiva che si<br />

doveva fare.<br />

Concludiamo con una nota<br />

positiva che idealmente si<br />

raccorda a quanto scritto sopra.<br />

Si riparla di rilancio del<br />

nucleare. Ben meritoria e non<br />

casuale è stata una recente<br />

iniziativa di Enel di pubblicare<br />

un dossier sulla storia (e<br />

sottolineiamo la parola storia)<br />

dell’energia nucleare in<br />

Italia con interessanti documenti<br />

e foto. Il libro è intitolato<br />

“Il nucleare in Italia. L’età<br />

dell’Energia” (Archivio storico<br />

Enel, 131 pagine). Una<br />

attenta lettura è vivamente<br />

consigliata a chi oggi sta<br />

prendendo direttamente od<br />

indirettamente decisioni sul<br />

tema. Come diceva Churchill<br />

più ci guardiamo indietro, più<br />

velocemente procediamo in<br />

avanti.


N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 21<br />

Norme strutturali:<br />

non si naviga più a vista.<br />

MASTERSAP e tutti gli altri prodotti della Collana AMV sono conformi a NTC 2008,<br />

EUROCODICI e contemplano anche le norme precedenti.<br />

Semplici da usare, affi dabili e veloci su qualunque percorso,<br />

fl essibili anche nel prezzo, grazie a condizioni d’acquisto insuperabili,<br />

vantaggiose anche per neolaureati.<br />

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22 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />

DALLA PRIMA PAGINA│ANNIVERSARIO<br />

Cent’anni di storia per la rivista “<strong>La</strong> Metallurgia Italiana”<br />

E il Centro Studi “Materiali per l’Energia” celebra il cinquantenario<br />

segue da pag. 1<br />

Fin dalle sue origini<br />

l’AIM ha svolto la sua<br />

funzione di promozione<br />

dell’intero campo della<br />

metallurgia, dalla produzione<br />

alla trasformazione e all’utilizzo<br />

dei materiali metallici,<br />

attraverso l’attività di<br />

Centri di studio che, operando<br />

dall’ interno dell’ Associazione,<br />

sono incaricati di<br />

agevolare lo sviluppo delle<br />

varie branche della metallurgia<br />

nazionale. Ad ogni Centro<br />

fanno riferimento i soci<br />

interessati ad un particolare<br />

settore, da acciaio a materiali<br />

non ferrosi, da pressofusione<br />

a lavorazioni plastiche, da<br />

trattamento termico a metallurgia<br />

delle polveri, a corrosione<br />

piuttosto che rivestimenti<br />

o metallurgia fisica, e<br />

così via. Questa suddivisione<br />

in Centri ha un aspetto dinamico,<br />

seguendo il mutare delle<br />

esigenze del mondo della<br />

metallurgia. Così l’attuale<br />

Centro Materiali per l’Energia<br />

- CME è la veste con cui<br />

si presenta ai giorni nostri il<br />

Centro Metallurgia Nucleare<br />

- CMN, nato nel 1959 sotto<br />

la spinta dei programmi<br />

energetici nazionali di quel<br />

tempo. Una volta declinato<br />

l’interesse nazionale per il nucleare,<br />

il Centro (dal 1989<br />

con la nuova denominazione<br />

CME) ha ampliato i suoi<br />

orizzonti alle problematiche<br />

dei materiali dell’intero comparto<br />

dell’energia, favorendo<br />

l’ampliamento delle conoscenze<br />

e l’interscambio tra-<br />

mite giornate di studio, convegni,<br />

corsi, pubblicazioni, visite<br />

agli impianti, come del<br />

resto fanno tutti i Centri di<br />

studio dell’AIM.<br />

Il Centenario della rivista e il<br />

Cinquantenario del Centro<br />

Studi Materiali per l’Energia<br />

sono stati adeguatamente festeggiati,<br />

alla presenza di oltre<br />

200 persone, proprio nella se-<br />

de che , nel 1959, aveva visto<br />

svolgersi la prima manifestazione<br />

del CMN, dal titolo<br />

“Giornate della fisica dei metalli<br />

e metallurgia nucleare”.<br />

L’incontro del 16 novembre,<br />

aperto dal saluto del Presidente<br />

AIM Nicodemi, oltre<br />

alla parte celebrativa è stato<br />

arricchito il mattino - dedicato<br />

al CME - da una tavola<br />

5A KLIMAHOUSE<br />

5 FIERA INTERNAZIONALE PER L’EFFICIENZA ENERGETICA<br />

E LA SOSTENIBILITÀ IN EDILIZIA<br />

A KLIMAHOUSE<br />

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’E<br />

ENERGETIC A<br />

E LA SOSTENIBILIT ENIBILITÀÀ<br />

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rotonda con titolo “<strong>La</strong> situazione<br />

mondiale del nucleare:<br />

e l’Italia?”, coordinata dal Presidente<br />

della FAST, Clerici,<br />

e animata dalla presenza di<br />

autorevoli esperti di ENEL,<br />

Ansaldo Nucleare, Nucleco,<br />

Federacciai, Confindustria,<br />

ENEA. Al termine della tavola<br />

rotonda – a sorpresa - il<br />

Presidente di Federacciai, Pasini,<br />

ha consegnato a Nico-<br />

plus pplus<br />

l<br />

VISITE GUIDATE GUID GUIDATTE<br />

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segue a pag. 23


N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 23<br />

segue da pag. 22<br />

demi una targa come segno<br />

di riconoscimento per il suo<br />

impegno a favore della siderurgia.<br />

Nel pomeriggio - dedicato<br />

alla rivista - si è invece<br />

dibattuto sul futuro dell’editoria<br />

scientifica, sempre<br />

nell’ambito di una tavola rotonda<br />

dal titolo “L’editoria<br />

scientifica: declino o adeguamento<br />

alle nuove tecnologie?”,<br />

cui hanno partecipato<br />

responsabili di riviste<br />

scientifiche di categoria, giornalisti,<br />

esperti dei nuovi mezzi<br />

di divulgazione.<br />

<strong>La</strong> giornata è stata conclusa<br />

dalla presentazione del nuovo<br />

volume “Archeometallurgia”<br />

(di cui a lato è riportata la recensione),<br />

dalla consegna del<br />

premio AIM “Aldo Daccò” -<br />

per uno studio nell’ambito<br />

delle tecniche di fonderia e<br />

solidificazione- e del premio<br />

AIM “Felice De Carli” - per<br />

giovani ricercatori del settore<br />

metallurgico -, dalla proiezione<br />

di un filmato storico<br />

sull’industria metallurgica nella<br />

prima metà del secolo<br />

scorso.<br />

prof. dott. Gianangelo Camona<br />

www.rockwool.it<br />

“Archeo metallurgia” di W. Nicodemi e C. Mapelli<br />

PROF. DOTT. GIANANGELO CAMONA<br />

Dopo averci provato con la<br />

pietra (...ma ben prima di<br />

pensare alla plastica..), per<br />

soddisfare i suoi bisogni di materiali<br />

strutturali l’uomo si è ingegnato<br />

“inventando” i metalli. Stando alle<br />

datazioni con radiocarbonio, i primi<br />

reperti mediorientali potrebbero risalire<br />

a 8500 anni fa, e dalle nostre<br />

parti c’è una data sicura, quella dell’ascia<br />

dell’uomo di Similaun, la quale<br />

- con i suoi componenti in materiale<br />

organico ben conservati e protetti<br />

dal ghiaccio - ha consentito<br />

una collocazione certa nel tempo.<br />

Risultato, come riporta il volume<br />

che esaminiamo: l’ascia risale a 5200<br />

anni fa!<br />

Il termine “inventato”, che avete appena<br />

letto, non meravigli perché, sino<br />

all’ultima parte del nostro XIX<br />

secolo, tutto quanto fatto dall’uomo<br />

con i metalli è stato frutto di<br />

empirismo puro, ma un empirismo<br />

guidato da una capacità di osservazione<br />

e da una spinta alla sperimentazione<br />

stupefacenti. Senza di<br />

queste, e se avessimo dovuto basarci<br />

solo su quanto si trova in natura<br />

allo stato metallico - sul poco ferro<br />

meteorico o su rame, argento, oro<br />

nativi , cioè non legati ad altri elementi<br />

entro dei minerali - la maggior<br />

parte dell’umanità si troverebbe<br />

ora con in mano sassi, corna di cervo,<br />

slitte di legno invece che martelli,<br />

vomeri, automobili. I nostri prodotti<br />

avanzati hanno alle spalle intelligenze<br />

che hanno saputo ragionare<br />

su strani materiali che si creavano<br />

attorno ai loro fuochi di bivacco,<br />

che hanno saputo intuire che<br />

quel tal terriccio rossastro era del<br />

tutto particolare, che hanno saputo<br />

immaginare accrocchi in grado<br />

di ottenere gli stessi effetti del ven-<br />

to per stimolare la combustione, e<br />

così via. In parole brevi, intelligenze<br />

che hanno regalato all’umanità i metalli<br />

- traendoli dai minerali - e che<br />

successivamente hanno messo a<br />

punto procedimenti in grado di dare<br />

sia materiali sempre più puri sia<br />

oggetti utili sempre più complessi.<br />

Queste sono state le mie prime considerazioni<br />

scorrendo il volume su<br />

cui attiro la vostra attenzione: si tratta<br />

di un inno, documentatissimo, all’ingegnosità<br />

dell’uomo. Ma ovviamente<br />

non ci si può fermare a questo.<br />

Va detto innanzitutto che chi<br />

ha scritto ha preso in considerazione<br />

una grande quantità di materiale,<br />

sia bibliografico che iconografico,<br />

con il vantaggio di elaborarlo con<br />

gli occhi esperti di chi, come gli autori,<br />

ha una confidenza pluridecennale<br />

coi metalli. Un’altra cosa da rimarcare<br />

è il modo rigoroso, ma nello<br />

stesso tempo piano, con cui è<br />

trattata la materia, il che rende accessibile<br />

il testo sia a “chi ne sa” sia<br />

a “chi vuole imparare”. Quanto a<br />

questi ultimi, è particolarmente me-<br />

Si mangia il fuoco.<br />

ARCHEO METALLURGIA<br />

Walter Nicodemi, Carlo Mapelli<br />

pagg. XI+ 275<br />

AIM - Associazione Italiana<br />

di Metallurgia<br />

(settembre 2009)<br />

ritorio far conoscere loro una parte<br />

tanto importante del passato (ed il<br />

volume sarà testo di base per un<br />

corso , presso il Politecnico di Milano,<br />

nell’ambito dell’istituzione degli<br />

insegnamenti di cultura scientifica,<br />

tecnica, umanistica).…..Senza<br />

scomodare Cicerone con il suo “Historia<br />

magistra vitae” - ma molto<br />

più modestamente per esperienza<br />

personale, in chiacchierate recenti<br />

con studenti liceali - ho constatato<br />

che per fare passare l’idea della complessità<br />

costruttiva e della variegata<br />

fenomenologia presenti in un altoforno<br />

moderno, è quasi indispensabile<br />

partire dagli antenati, quei lontani<br />

forni fusori costituiti da poco<br />

più di una buca nel terreno.<br />

A questo punto, per entrare nel vivo<br />

del volume, credo sia necessario<br />

fare due considerazioni partendo<br />

dal suo titolo, composto da due<br />

parole, “Archeo” e “Metallurgia”.<br />

Quanto ad “Archeo”, c’è il rischio<br />

che susciti istintivamente l’idea che<br />

ci si trovi di fronte soprattutto a descrizioni<br />

di scavi di tombe polverose<br />

e di ritrovamenti di corredi funerari,<br />

magari egiziani o mediorientali.<br />

L’ipotesi va subito scartata<br />

perché in realtà la materia considerata<br />

parte ovviamente dal mondo<br />

antico, ma si dipana poi per periodi<br />

(età romana, alto e basso medioevo,<br />

rinascimento e post- rinascimento,<br />

rivoluzione industriale),<br />

fino a quel limite temporale, prima<br />

accennato (seconda metà del XIX<br />

secolo), a partire dal quale la metallurgia<br />

inizia ad assumere la veste<br />

di una scienza, uscendo da un’<br />

“era archeologica”. Quanto alla seconda<br />

parte del titolo, “Metallurgia”,<br />

il lettore troverà nel libro notizie<br />

su tutta la trafila con cui l’uomo<br />

di ogni epoca - anche in continenti<br />

extraeuropei - ha affrontato l’estrazione<br />

del minerale, la produzione<br />

del materiale metallico, le sue<br />

lavorazioni. E questo per tutti i metalli<br />

che hanno trovato impiego nei<br />

secoli passati (dal ferro ai metalli<br />

preziosi, passando attraverso il<br />

piombo e il rame), cogliendo per<br />

ognuno le applicazioni più caratteristiche:<br />

dall’oro dei gioielli mesopotamici,<br />

al bronzo delle statue greche,<br />

dal piombo delle condotte<br />

d’acqua romane al ferro delle cotte<br />

medioevali, dalla ghisa delle bombarde<br />

allo stagno del peltro dei caratteri<br />

di stampa, e così via.<br />

Un altro pregio dell’opera è dato<br />

dalla essenzialità delle notazioni<br />

scientifiche, soprattutto relative alla<br />

chimica dei processi, che aiutano<br />

la comprensione del lettore senza<br />

sovraccaricarlo di informazioni. Altrettanto<br />

si può dire dell’ultimo capitolo<br />

- il decimo: “<strong>La</strong> nascita della<br />

scienza dei metalli”- e dell’Appendice,<br />

in cui si ripercorrono i punti<br />

essenziali delle tecniche di datazione.<br />

In fine il lettore amante di notizie<br />

curiose troverà moltissimi spunti<br />

interessanti. Tre esempi a caso:<br />

come è stata ottenuta la colorazione<br />

delle labbra di uno dei bronzi di<br />

Riace (..senza avere un rossetto che<br />

resistesse per millenni all’acqua di<br />

mare) ? Qual’ era l’organizzazione e<br />

la produzione di un impianto siderurgico<br />

del tardo ‘400 ? Dove e<br />

quando è stato installato il primo<br />

ponte di ghisa?<br />

In ogni ricetta è importante<br />

saper scegliere i giusti ingre-<br />

dienti. Così come quando si<br />

costruisce un edificio è fonda-<br />

mentale che i materiali siano<br />

incombustibili e non rilascino<br />

gas tossici in caso d’incendio.<br />

<strong>La</strong> lana di roccia Rockwool<br />

fonde a temperature superiori<br />

ai 1000°C, impedisce al fuoco<br />

di propagarsi e limita in modo<br />

consistente la produzione di<br />

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24 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />

L’APPROFONDIMENTO<br />

Materiali sostenibili in edilizia: analisi e considerazioni<br />

PROF. ING. ANNA MAGRINI*<br />

Il concetto di edificio sostenibile<br />

considera la<br />

combinazione di un’ampia<br />

varietà di sistemi e tecniche<br />

di progettazione. Uno dei<br />

punti di partenza è sicuramente<br />

rappresentato dall’utilizzo<br />

di materiali e prodotti<br />

sostenibili. Questi possono<br />

permettere di contenere i costi<br />

di manutenzione e sostituzione<br />

degli elementi edilizi<br />

nell’ambito della vita utile<br />

dell’edificio, consentono un<br />

maggiore risparmio energetico<br />

e tutelano la salute degli<br />

occupanti. L’impatto <strong>ambientale</strong><br />

associato alla realizzazione<br />

dei prodotti per l’edilizia<br />

può essere utilmente<br />

ridotto nell’intero ciclo di vita.<br />

Cosa sono i materiali sostenibili?<br />

Il termine viene utilizzato<br />

per comprendere vari<br />

aspetti. Possono essere costituiti<br />

da sostanze rinnovabili<br />

o non rinnovabili: il loro im-<br />

patto viene valutato nell’intero<br />

ciclo di vita e in relazione<br />

agli obiettivi per i quali sono<br />

stati utilizzati. <strong>La</strong> base per la<br />

costruzione di edificio sostenibile<br />

è l’uso di materiali sostenibili,<br />

ovvero materiali che<br />

possono essere utilizzati senza<br />

effetti negativi sull’ambiente,<br />

che possono essere<br />

prodotti localmente, senza la<br />

necessità di essere trasportati<br />

per lunghe distanze.<br />

I produttori di materiali da<br />

costruzione, che hanno avuto<br />

a che fare fino ad oggi con<br />

una produzione industriale<br />

basata sull’ampio uso di prodotti<br />

chimici e su gran quantità<br />

di energia per le lavorazioni,<br />

si trovano in questi ultimi<br />

tempi a porre maggiore<br />

attenzione agli effetti che i<br />

materiali in distribuzione possono<br />

avere su ambiente e salute.<br />

Quali sono quindi i materiali<br />

che si possono considerare<br />

sostenibili? Materiali ecologici,<br />

naturali, anche tradiziona-<br />

li o innovativi. Si va dal legno,<br />

ai mattoni e forati in fibra<br />

di legno mineralizzata, in<br />

terra cruda, liberi da sostanze<br />

nocive, intonaci e malte a calce,<br />

in argilla, isolanti termici<br />

ed acustici in fibra di legno o<br />

in varie fibre<br />

naturali.<br />

Un’analisi riportata<br />

in [1]<br />

già qualche anno<br />

fa ha presentato<br />

una catalogazione<br />

di<br />

materiali in relazione<br />

ai diversi<br />

elementi che<br />

si possono classificare<br />

come<br />

sostenibili, fornendo<br />

alcune considerazioni.<br />

Per giudicare se un materiale<br />

è sostenibile, si possono individuare<br />

alcuni criteri. Ci si<br />

può domandare:<br />

In che misura i materiali utilizzati<br />

possono causare danni<br />

per l’ambiente? Quando si<br />

utilizzano materiali sostenibili<br />

è essenziale che siano rinnovabili,<br />

non tossici e, quindi,<br />

sicuri per l’ambiente.<br />

In che misura un materiale<br />

da costruzione può contribuire<br />

al mantenimento dell’ambiente<br />

negli anni a<br />

Possono anche<br />

essere costituiti<br />

da sostanze<br />

non rinnovabili.<br />

Il loro impatto deve<br />

essere valutato<br />

sull’intero ciclo di vita<br />

venire? Leghe<br />

e metalli<br />

possono essere<br />

più dannosi<br />

per l’ambiente<br />

in<br />

quanto non<br />

biodegradabili,<br />

e non facilmentericiclabili<br />

(non come<br />

il legno,<br />

per esempio)<br />

In che misura il materiale<br />

utilizzato è localmente disponibile?<br />

Se il materiale è di<br />

provenienza locale e può essere<br />

rifornito a distanza limitata,<br />

si possono ridurre al minimo<br />

le emissioni nocive per<br />

il trasporto.<br />

Per la scelta di materiali e<br />

prodotti si possono considerare<br />

i seguenti aspetti.<br />

L’efficienza della risorsa, che<br />

può essere valutata secondo i<br />

seguenti criteri: il potenziale<br />

riciclo, la disponibilità in natura,<br />

la provenienza da un<br />

processo produttivo che sia<br />

efficiente in termini energetici,<br />

che permetta la minimizzazione<br />

degli scarti e rifiuti<br />

(eventualmente riciclabili) e<br />

che comporti ridotte emissioni<br />

di gas a effetto serra. Oltre<br />

a questi elementi, occorre<br />

considerare, come già accennato,<br />

la disponibilità a livello<br />

locale, la possibilità di riciclo<br />

alla fine del periodo di utilizzo,<br />

il confezionamento in materiali<br />

riciclati o riciclabili, la<br />

durata (maggiore o comparabile<br />

con quella dei prodotti<br />

convenzionali).<br />

<strong>La</strong> qualità dell’aria interna<br />

può essere incrementata utilizzando<br />

materiali che soddisfino<br />

i seguenti criteri: materiali<br />

che emettono in quantità<br />

minime o non emettono<br />

sostanze tossiche o irritanti<br />

(con attestazione del produttore),<br />

minime emissioni di<br />

composti organici volatili,<br />

prodotti e sistemi che resistano<br />

all’umidità o inibiscono<br />

la crescita di contaminanti biologici<br />

negli edifici, materiali,<br />

componenti e sistemi che<br />

richiedono semplici metodi<br />

di pulizia, non tossici.<br />

L’efficienza <strong>energetica</strong> può<br />

essere controllata utilizzando<br />

materiali, componenti e sistemi<br />

che contribuiscano a<br />

ridurre il consumo di energia<br />

negli edifici.<br />

Un criterio per definire la<br />

sostenibilità di un materiale<br />

o componente in edilizia<br />

dovrebbe partire da una valutazione<br />

del suo ciclo di vita,<br />

che, attraverso un protocollo<br />

definito a livello generale,<br />

possa quantificare attraverso<br />

un punteggio e quindi<br />

un valore oggettivo, la<br />

prestazione globale del materiale<br />

o componente stesso.<br />

In generale, nella maggiore<br />

attenzione che si sta affermando<br />

per la costruzione di<br />

edifici sostenibili, l’applicazione<br />

di procedure di<br />

questo tipo sta diventando<br />

necessaria per la valutazione<br />

del contributo che i materiali<br />

da costruzione rappresentano<br />

nel contesto globale.<br />

Nell’ambito delle valutazioni<br />

previste dal protocollo ITA-<br />

CA per la sostenibilità degli<br />

edifici, si considera, tra gli elementi<br />

essenziali di valutazione,<br />

l’utilizzo di materiali<br />

eco-compatibili con la finalità<br />

di ridurre il consumo di materie<br />

prime non rinnovabili e<br />

di favorire l’impiego di materiali<br />

riciclati e/o di recupero<br />

per diminuire il consumo di<br />

nuove risorse.<br />

Il Protocollo Itaca, quale sistema<br />

di valutazione della<br />

qualità <strong>energetica</strong> ed <strong>ambientale</strong><br />

degli edifici, è stato recepito<br />

recentemente dalla Regione<br />

Marche e Puglia. Esso<br />

è stato recentemente aggiornato<br />

per tener conto di elementi<br />

riguardanti la valutazione<br />

dei consumi energetici<br />

per la climatizzazione<br />

invernale, basata sui requisiti<br />

e le modalità di verifica contenuti<br />

nel Decreto Legislativo<br />

n. 192; l’analisi dei consumi<br />

energetici estivi, con la valutazione<br />

del livello di controllo<br />

della radiazione solare; la<br />

valutazione dell’impiego di<br />

materiali da costruzione ecocompatibili,<br />

da fonti rinnovabili<br />

e riciclati; una maggiore<br />

attenzione all’impiego di acqua<br />

potabile, analizzando<br />

separatamente i consumi per<br />

irrigazione e usi indoor; la valutazione<br />

del mantenimento a<br />

lungo termine delle<br />

prestazioni dell’involucro<br />

edilizio, come richiesto dalla<br />

normativa vigente.<br />

Quali sono le caratteristiche<br />

dei materiali considerati<br />

adeguati per l’edilizia sostenibile?<br />

Dall’elenco riportato qui<br />

di seguito [1] si possono evidenziare<br />

le peculiarità di alcuni<br />

materiali.<br />

LATERIZI<br />

Materiali da costruzione prodotti<br />

da impasto di argilla,<br />

sabbia e acqua per la realizzazione<br />

di muri portanti –<br />

non portanti , tramezzature e<br />

coperture. Devono essere<br />

prodotti con impasti di argille<br />

provenienti da cave preferibilmente<br />

ubicate in loco,<br />

escludendo argille provenienti<br />

da scarti di precedenti attività<br />

lavorative. <strong>La</strong> radioattività deve<br />

risultare inferiore a limiti<br />

prefissati. <strong>La</strong> certificazione del<br />

produttore deve specificare le<br />

materie impiegate, la loro provenienza<br />

e la radioattività.<br />

BLOCCHI IN CLS ED ARGILLA<br />

Blocchi per muratura in cls e<br />

argilla espansa vibrocompressi,<br />

di vario spessore. I<br />

blocchi risultano leggeri con<br />

buone caratteristiche meccaniche,<br />

e buon isolamento termo-acustico.<br />

Il cemento utilizzato<br />

per la malta di allettamento<br />

dovrà risultare non additivato<br />

da sostanze di sintesi,<br />

scorie d’alto forno e con livelli<br />

di radioattività controllata.<br />

BLOCCO CASSERO<br />

IN LEGNO –CEMENTO<br />

Blocchi cassero, per muratura<br />

portante in cls armato, in<br />

legno mineralizzato con cemento<br />

Portland puro al 99% e<br />

con radioattività entro i limiti<br />

di legge. I blocchi cassero<br />

si posano completamente a<br />

secco, vengono poi riempiti<br />

in calcestruzzo; Il cemento<br />

deve risultare puro, non additivato<br />

da sostanze di sintesi,<br />

scorie d’alto forno e con livelli<br />

di radioattività controllata.<br />

Per l’armatura verticale<br />

ed orizzontale inserita all’interno<br />

occorre fare un buon<br />

collegamento a terra oppure<br />

utilizzare acciaio austenitico,<br />

paramagnetico.<br />

MATTONI IN TERRA CRUDA<br />

Mattoni prodotti senza cottura<br />

da terre argillose in varie<br />

dimensioni e con peso<br />

specifico apparente di ca. 700<br />

kg/m3 . Vengono realizzati a<br />

mano e alleggeriti con fibre<br />

di paglia di cereali o pula di riso<br />

ed essiccati naturalmente. I<br />

mattoni devono essere prodotti<br />

con impasti di limo e argille<br />

naturali, con radioattività<br />

contenuta entro limiti prestabiliti.<br />

E’ consentita l’eventuale<br />

aggiunta di additivi e stabilizzanti<br />

purchè derivati da<br />

elementi naturali, di tipo organico<br />

o minerale, quali calce<br />

naturale, fibre di paglia, caseina,<br />

gomma arabica, caucciù<br />

naturale, olio di lino, cotone,<br />

cocco, sisal, ecc. Vengono<br />

prevalentemente messi in<br />

opera con malta di argilla o<br />

malta di calce idraulica naturale.<br />

LEGNO<br />

Materiali da costruzione rinnovabili,<br />

riciclabili e biodegradabili,<br />

costituiti principalmente<br />

da cellulosa, emicellulosa<br />

e lignina. Il legno è un<br />

materiale naturale, con buone<br />

caratteristiche di durata e resistenza,<br />

ottimo isolante termico<br />

e acustico, facilmente<br />

lavorabile. Deve provenire da<br />

boschi gestiti secondo i corretti<br />

principi colturali, che ne<br />

segue a pag. 25


N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 25<br />

L’APPROFONDIMENTO<br />

segue da pag. 24<br />

assicurano la rinnovazione e<br />

la sostenibilità, oppure da<br />

piantagioni. Per ottimizzare<br />

la sostenibilità deve essere data<br />

priorità, nei limiti del possibile,<br />

al legno proveniente da<br />

foreste locali.<br />

SOLVENTI<br />

I più comuni solventi naturali<br />

per diluizione di oli e vernici<br />

, a parte l’acqua propria<br />

delle idropitture murali, oltre<br />

all’aceto e all’ alcool , risultano<br />

composti a base di terpeni<br />

(limonene ricavato dalla spremitura<br />

di scorze di agrumi) ,<br />

oli essenziali naturali (olio etereo<br />

di lavanda, di garofano ,di<br />

rosmarino, olio d’uovo) e resine<br />

vegetali (olio di trementina).<br />

Risultano completamente<br />

biodegradabili. I solventi<br />

naturali devono risultare<br />

privi di prodotti sintetici,<br />

aromatici e clorurati.<br />

SVERNICIATORI<br />

Prodotti utilizzati per rimuovere<br />

vernici. Devono risultare<br />

composti da resine naturali,<br />

privi di esalazioni tossiche,<br />

esenti da idrocarburi clorurati.<br />

Essi sono costituiti prevalentemente<br />

da acqua, gesso,<br />

potassa caustica, farina di grano,<br />

sapone di potassio, olio di<br />

lino, olio di eucalipto, saponi<br />

naturali e a base di cera d’api<br />

e ammonio. Sono da evitare<br />

sverniciatori a base di solventi<br />

sintetici, idrocarburi clorati.<br />

COLLE<br />

Colle e sostanze adesive naturali<br />

derivanti da materie che<br />

sono presenti in natura. Devono<br />

risultare prive di solventi,<br />

non emettere gas tossici<br />

e prodotti con tecniche a<br />

basso impatto <strong>ambientale</strong>, risultano<br />

elettrostaticamente<br />

neutre.<br />

ISOLANTI<br />

Una menzione particolare riguarda<br />

i materiali isolanti considerati<br />

sostenibili. Sembra in<br />

qualche caso particolarmente<br />

difficoltoso determinarne le<br />

prestazioni termiche e la durabilità,<br />

anche in relazione al<br />

mantenimento di un valore<br />

di resistenza termica sufficientemente<br />

elevato da garantirne<br />

l’efficacia nel tempo.<br />

Inoltre sorge qualche perplessità<br />

in relazione all’approvvigionamento<br />

e alla sostenibilità<br />

in termini di produzione<br />

locale e quindi riduzione<br />

dell’impatto relativo al<br />

trasporto.<br />

PANNELLI IN FIBRA DI LEGNO<br />

<strong>La</strong> fibra di legno è ottenuta<br />

dai cascami di legno e dai le-<br />

Tra le variabili<br />

che entrano<br />

in gioco, anche<br />

la disponibilità<br />

a livello locale<br />

e la possibilità di<br />

riciclo alla fine del<br />

periodo di utilizzo<br />

gni di scarsa qualità. <strong>La</strong> materia<br />

prima viene ridotta a piccole<br />

dimensioni , bollita , infeltrita<br />

e stabilizzata. Viene<br />

poi assemblata prevalentemente<br />

per autoincollaggio<br />

con la lignina contenuta nello<br />

stesso legno, senza aggiunta<br />

di collanti chimici; i pannelli<br />

risultano resistenti al fuoco,<br />

traspirabili, resistenti alla compressione,<br />

ed esenti da sostanze<br />

nocive. Riutilizzabili,<br />

riciclabili, elettrostaticamente<br />

neutri.<br />

SUGHERO<br />

Corteccia della quercia da su-<br />

ghero. Viene utilizzato come<br />

sughero espanso , naturale, in<br />

granuli, autocollato mediante<br />

un processo di espansione<br />

dei granuli che permette la<br />

fuoriuscita della suberina. Inattaccabile<br />

da parassiti e muffe,<br />

resistenza al fuoco (classe 1),<br />

igroscopico, impermeabile all’acqua,<br />

permeabile al vapore,<br />

imputrescibile, leggero, elastico,<br />

riutilizzabile e riciclabile.<br />

Deve risultare esente da<br />

colle di sintesi.<br />

PANNELLI IN FIBRA DI LEGNO<br />

MINERALIZZATA<br />

CON CEMENTO PORTLAND<br />

<strong>La</strong> fibra di legno è ottenuta<br />

dai cascami di legno e dai legni<br />

di scarsa qualità; <strong>La</strong> materia<br />

prima viene ridotta a piccole<br />

dimensioni , bollita , infeltrita<br />

e stabilizzata. Viene<br />

poi assemblata prevalentemente<br />

per autoincollaggio<br />

con la lignina contenuta nello<br />

stesso legno, senza aggiunta<br />

di collanti chimici; i pannelli<br />

risultano resistenti al fuoco,<br />

traspirabili, resistenti alla compressione,<br />

ed esenti da sostanze<br />

nocive. Riutilizzabili,<br />

riciclabili, elettrostaticamente<br />

neutri.<br />

PANNELLI IN FIBRA DI LEGNO<br />

MINERALIZZATA<br />

CON MAGNESITE<br />

Pannelli in fibre di legno mineralizzate<br />

con magnesite ad<br />

alta temperatura; risultano termoisolanti,<br />

fonoisolanti, fonoassorbenti,<br />

traspirabili, resistenti<br />

all’attacco fungino e<br />

al fuoco.<br />

FIBRA DI LINO<br />

Materiale naturale ricavato dal<br />

lino e successivamente lavorato<br />

per realizzare materassini.<br />

E’ poco infiammabile.<br />

KENAF<br />

Il Kenaf fa parte della fami-<br />

NEWS ISOLAMENTO ǀ Aktarus Group Srl A cura di Imready<br />

Aerogel al servizio dell’edilizia<br />

Aktarus Group Srl (www.aktarusgroup.com) nasce<br />

con una specifica vocazione nel mondo dell’isolamento<br />

e delle sue declinazioni specifiche in ogni campo<br />

d’applicazione e si caratterizza da sempre per la spiccata<br />

propensione a cogliere le innovazioni, quelle vere, destinate<br />

a cambiare non solo il mercato ma, soprattutto<br />

il modo di vivere.<br />

Per questo rivolge da subito l’attenzione ai prodotti derivati<br />

dalla nanotecnologia e conclude, nel 2007, un<br />

contratto di distribuzione esclusiva di prodotti isolanti<br />

delle grandi aziende americane Aspen Aerogels® e Industrial<br />

Nanotech oltre a prodotti Diamon Fusion, nano<br />

film dedicati alla protezione delle superfici a base di<br />

silice. Aspens Aerogels® è uno dei prodotti straordinari<br />

che prendono vita dagli studi della nanotecnologia applicata<br />

e che sono destinati a rivoluzionare le logiche dell’isolamento.<br />

L’Aerogel è composto per almeno il 90%<br />

di aria che lo rende un isolante ad altissima efficienza<br />

con la più bassa conducibilità termica (lambda 0,014<br />

w/mk) riscontrabile in un materiale solito. Con questo<br />

composto è stato realizzato Aspen Aerogels®, l’innovativo<br />

feltro isolante estremamente tenace, duraturo,<br />

sottile, da 2 a 8 volte più efficiente di un coibente tradizionale.<br />

Aspen Aerogels® si presenta come un materassino,<br />

distribuito in bobine, che consente la massima protezione<br />

termica con il minimo spessore e il minor peso,<br />

di seguito la tipologia di prodotti: Spaceloft® per l’impiego<br />

in edilizia, Cryogel® per le applicazioni criogeniche<br />

e Pyrogel® per l’impiantistica industriale.<br />

Spaceloft®, la soluzione in edilizia che permette di ottenere<br />

i più alti valori di R possibili, con spessori estremamente<br />

ridotti, praticamente eliminando i ponti termici.<br />

Ne consegue un effettivo incremento dell’efficienza<br />

<strong>energetica</strong> dei fabbricati dove viene utilizzato<br />

con ottimi risultati termici e acustici e con possibilità applicative<br />

finora non considerate. <strong>La</strong> flessibilità del prodotto<br />

consente l’utilizzo in spazi ridotti e la coibentazione<br />

continua di strutture irregolari e ad angolo stretto non<br />

eseguibili con altri materiali.<br />

Inoltre, il minor volume di materiale impiegato crea il<br />

conseguente abbattimento dei costi di trasporto, imballo,<br />

magazzinaggio e di smaltimento, con indubbio beneficio<br />

per l’ambiente.<br />

Nansulate® è il prodotto verniciante messo a punto da<br />

Industrial Nanotech che cambia la concezione dell’isolamento<br />

termico con soluzioni alternative ai materiali<br />

isolanti convenzionali.<br />

I prodotti Nansulate® sono vernici industriali ecologiche,<br />

semplici da applicare, che non presentato i tipici<br />

problemi di giunzione o di adattamento alle strutture impiantistiche.<br />

Un sottilissimo strato di vernice offre, insieme ad un<br />

elevato potere isolante, un’efficace protezione dagli<br />

agenti corrosivi e antimuffa.<br />

Tutto questo si traduce in risparmio di tempo e costi di<br />

manutenzione, incremento di produttività degli operatori,<br />

efficienza e sicurezza degli edifici e degli impianti.<br />

Una somma di opportunità che aiuta a comprendere i<br />

vantaggi che la nanotecnologia sta apportando in generale<br />

all’economia delle risorse umane, energetiche<br />

e ambientali. Il componente che fornisce le caratteristiche<br />

di isolamento termico di Nansulate Translucent<br />

è l’abbinamento di Hydro-NM-Oxide, uno dei migliori<br />

materiali isolanti al mondo, con resine acriliche e additivi<br />

performanti. <strong>La</strong> sua particolare struttura porosa, di dimensioni<br />

nanometriche, ostacola il percorso del trasferimento<br />

termico esprimendo un bassissimo valore<br />

di conduttività termica. Poiché la conduttività termica è<br />

la capacità di condurre calore, ne consegue che più è<br />

basso il valore più ciò equivale ad una migliore capacità<br />

di isolamento. Offre anche tenace aderenza al<br />

substrato e opposizione all’azione di agenti corrosivi<br />

e proliferanti: ruggine, muffe e funghi. L’alto livello di<br />

protezione in superficie è dovuto alla particolare chimica<br />

delle particelle, molto efficiente e sicura.<br />

DIAMON FUSION® è il Trattamento Nano-tecnologico<br />

per superfici a base di silicio: in versione salvietta<br />

e spray si può applicare sulla maggioranza delle<br />

superfici che contengono silice (ossido di silicio), come<br />

il vetro, la ceramica, la porcellana o il granito. Il<br />

trattamento nano tecnologico reagisce con la catena<br />

molecolare della silice nella superficie e sullo stesso<br />

substrato creando una superficie con i seguenti vantaggi:<br />

Idrorepellenza (per il vetro, aumento della visibilità)<br />

Repellenza all’olio<br />

Protezione da impronte e macchie digitali<br />

Resistenza a macchie di sporco e graffi<br />

Resistenza a striature e urti (10 volte la resistenza<br />

normale)<br />

Resistenza all’abrasione<br />

Riduzione dei depositi di calcio e sodio<br />

Aumento del potere di isolamento elettrico (almeno<br />

1000 volte)<br />

Stabilità UV<br />

Piu splendore della superficie (+20%)<br />

Maggiore lubrificazione (+30% di protezione dall’attrito<br />

o frizione)<br />

Per maggiori informazioni tecniche consultare il nostro<br />

sito www.aktarusgroup.com<br />

Siamo presenti al MADE EXPO<br />

Pad. 4 Stand D01/E02<br />

glia delle piante di canapa; è<br />

meglio conosciuto fin dall’antichità<br />

come HIBISCUS<br />

CANNABINUS per i suoi<br />

numerosi impieghi. Ha ottime<br />

caratteristiche come pianta<br />

e come prodotto dopo la<br />

potatura.<br />

<strong>La</strong> pianta può essere utilizzata<br />

come antismog, perché<br />

è in grado di ripulire l’aria .<br />

Preserva la fertilità del terreno<br />

e non occorrono concimi<br />

chimici per la sua coltivazione.<br />

CANAPA<br />

Pianta tessile, originaria della<br />

Persia, appartiene alla famiglia<br />

delle orticacee. Per la sua<br />

coltivazione non occorrono<br />

concimi e diserbanti e non<br />

vengono utilizzate sostanze<br />

chimiche o additivi per la sua<br />

trasformazione in filati, carta,<br />

materiale da rivestimento,<br />

pannelli isolanti, ecc.<br />

CANNA PALUSTRE<br />

<strong>La</strong> canna palustre (Phragmites<br />

communis ) è molto diffusa<br />

nelle zone paludose . Materiale<br />

vegetale , biodegradabile<br />

e riciclabile viene lavorato<br />

a pannelli o a stuoie (cannicciato)<br />

ed utilizzato come<br />

struttura porta-intonaco e come<br />

isolante termico ed acustico.<br />

COCCO<br />

Materiale leggero realizzato<br />

con fibre di cocco; le fibre si<br />

ottengono dal mesocarpo delle<br />

noci della palma di cocco;<br />

è imputrescibile, idrorepellente,<br />

viene reso ignifugo mediante<br />

trattamento con sali<br />

borici. Viene utilizzato come<br />

isolante termo-acustico. Non<br />

si carica elettrostaticamente.<br />

JUTA<br />

Fibra tessile, molto elastica e<br />

resistente allo strappo ricava-<br />

Saint-Gobain Isover studia e<br />

propone soluzioni per la sostenibilità<br />

in edilizia grazie a tecnologie<br />

per l’isolamento termoacustico<br />

che riducono l’utilizzo<br />

di energia migliorando allo stesso<br />

tempo i livelli di comfort.<br />

L’edilizia, infatti, ha un impatto<br />

sull’ambiente innanzitutto attraverso<br />

lo sfruttamento delle risorse<br />

e l’emissione di sostanze<br />

inquinanti. In Europa gli edifici<br />

sono responsabili di circa il 30%<br />

delle emissioni e 40% del consumo<br />

di energia totale, ma un<br />

dato ancora più rilevante è che i<br />

due terzi del consumo energetico<br />

degli edifici europei sono destinati<br />

al riscaldamento.<br />

Mentre le normali prassi dell’edilizia standard sono<br />

guidate da considerazioni economiche a breve termine,<br />

l’edilizia sostenibile si basa su accessibilità,<br />

qualità ed efficienza a lungo termine. Questo significa<br />

limitare l’impatto negativo sull’ambiente. Ma non<br />

solo. Un edificio è progettato e costruito in modo sostenibile<br />

se riduce al minimo l’utilizzo di acqua, materie<br />

prime ed energia per tutto il suo ciclo di vita. Un edificio,<br />

infatti, genera diversi tipi di costi: il costo diretto<br />

dei materiali sull’edificio e della costruzione, i<br />

costi operativi (riparazione e manutenzione), i costi di<br />

demolizione, i costi indiretti legati all’ambiente (costi<br />

di inquinamento) e i costi per gli utenti (costi di conduzione<br />

come acqua, gas ed elettricità).<br />

Una soluzione in lana di vetro Saint-Gobain Isover<br />

permette un risparmio 100 volte maggiore rispetto<br />

all’energia consumata e alla CO2 emessa durante la<br />

propria produzione, trasporto e smaltimento. Il bilancio<br />

CO2 ed energia diventa positivo solo dopo pochi<br />

mesi dall’installazione del materiale. I vantaggi<br />

sono visibili in ogni fase del ciclo di vita dei prodotti,<br />

fasi che sono indici della sostenibilità di un prodotto:<br />

PRODUZIONE<br />

<strong>La</strong> lana di vetro utilizzata da Saint-Gobain Isover è un<br />

materiale ecocompatibile perché realizzata con più<br />

dell’80% di vetro riciclato. <strong>La</strong> quantità di energia necessaria<br />

a produrla è nettamente inferiore a quella<br />

richiesta da molti altri materiali isolanti. Questo significa<br />

un ridotto impatto sulle risorse naturali.<br />

Per i forni e gli impianti Saint-Gobain Isover utilizza le<br />

tecniche più efficaci in termini di rendimento e consumo<br />

di corrente al fine di risparmiare energia, diminuire<br />

le emissioni di CO2, ottimizzare la combustione,<br />

riducendo quindi il rilascio di ossido d’azoto.<br />

Per minimizzare la quota di polvere liberata nell’ambiente<br />

vengono impiegati dei filtri performanti per<br />

ta da numerosi tipi di piante.<br />

Dalla sua fibra si ottengono<br />

filati per fare teli, corde funi,<br />

sacchi. Viene usata come materiale<br />

termoisolante. E’ economica,<br />

traspirante e riciclabile.<br />

Neutra elettrostaticamente<br />

FIBRA DI CELLULOSA<br />

Isolante ottenuto dalla cellulosa<br />

naturale e da materie<br />

cellulosiche di recupero. Le<br />

fibre di cellulosa naturale derivano<br />

dalla canapa e dal cotone.<br />

Le fibre di cellulosa di<br />

recupero sono prodotte dalla<br />

trasformazione della carta<br />

di giornale trattata con sali<br />

di boro.<br />

Esse risultano resistenti al<br />

fuoco e rispondono mediamente<br />

alla classe 1. Inattac-<br />

Nel settore<br />

degli isolanti<br />

va tenuta in grande<br />

considerazione<br />

la questione<br />

delle aree di<br />

approvvigionamento<br />

cabile dagli insetti, imputrescibile,<br />

traspirante, riciclabile.<br />

ISOLANTI<br />

DI ORIGINE MINERALE<br />

PANNELLI IN SILICATO<br />

DI CALCIO<br />

Pannelli in silicato di calcio,<br />

per l’isolamento termo-acustico,<br />

permeabili al vapore,<br />

antincendio, traspirabili, incombustibili<br />

(classe 0).<br />

ISOLANTI<br />

DI ORIGINE MINERALE<br />

VETRO CELLULARE<br />

Isolante alveolare leggero, che<br />

viene prodotto dal vetro puro,<br />

sabbia di quarzo e vetro riciclato<br />

con l’aggiunta di carbonio.<br />

Portato ad elevate temperature<br />

avviene un processo<br />

di fusione, e successiva<br />

espansione, senza l’utilizzo di<br />

leganti; materiale riciclabile se<br />

non viene messo in opera con<br />

colle a base di bitume o prodotti<br />

di sintesi. Risulta impermeabile<br />

all’acqua e al vapor<br />

d’acqua, incombustibile, non<br />

attaccabile da parassiti e roditori,<br />

resistente alla compressione,<br />

non deformabile ,<br />

privo di tossicità.<br />

ISOLANTI<br />

DI ORIGINE ANIMALE<br />

LANA DI PECORA<br />

Fibra tessile ottenuta dalla lavorazione<br />

del pelo di pecora;<br />

da sempre utilizzata per tappeti<br />

e moquettes, ma anche<br />

per materassini e feltri in edilizia.<br />

I prodotti per edilizia<br />

vengono realizzati con lane<br />

grosse, non adatte ai tessuti e<br />

risultano quindi uno scarto<br />

del ciclo tessile. Biocompatibile,<br />

riutilizzabile e riciclabile,<br />

deve essere prodotta senza alcun<br />

tipo di collante; può venire<br />

trattata con borace per<br />

essere resa inattaccabile da<br />

parassiti ed ininfiammabile.<br />

Ottimo come isolante termico<br />

ed acustico.<br />

*Ordinario di Fisica<br />

Tecnica Ambientale,<br />

Università di Pavia<br />

_______________<br />

NOTE:<br />

1] SCHEDA PROGETTO N. 27<br />

P.R.T.A. 2002-2003, AZIONE B.13<br />

P.R.A.A. 2004-2006, Elenco base<br />

dei materiali per l’edilizia sostenibile<br />

(2005), Giunta Regionale Toscana,<br />

Direzione Generale della Presidenza,<br />

Area di Coordinamento Programmazione<br />

e controllo. Settore<br />

Programmazione dello Sviluppo Sostenibile<br />

NEWS SOSTENIBILITÀ ǀ Saint-Gobain A cura di Imready<br />

Sostenibilità firmata Saint-Gobain<br />

rendere puliti i gas prodotti.<br />

Nel processo produttivo Saint-Gobain<br />

Isover riduce il consumo di<br />

acqua e di materie prime di base<br />

incrementando, invece, l’utilizzo<br />

di materie prime secondarie create<br />

dal riciclo di quelle di base. Gli<br />

scarti del processo di produzione<br />

vengono riciclati con la conseguenza<br />

che il livello di rifiuti viene<br />

ridotto notevolmente.<br />

TRASPORTO<br />

Grazie alle loro proprietà elastiche,<br />

i prodotti in lana di vetro possono<br />

essere compressi moltissimo,<br />

fino a 8 volte il loro ingombro<br />

durante la fase di imballaggio e<br />

palletizzazione. Questo processo<br />

brevettato riduce l’impatto <strong>ambientale</strong> dovuto al trasporto,<br />

migliora la movimentazione e riduce la necessità<br />

di materiali per l’imballaggio. In caso di prodotti<br />

non comprimibili l’impatto <strong>ambientale</strong> è ridotto<br />

grazie a produzioni locali e centri di distribuzione vicini<br />

ai propri clienti. Questo aspetto è importante perché<br />

permette di limitare l’impatto <strong>ambientale</strong> causato<br />

dai trasporti su strada.<br />

IMPIEGO<br />

<strong>La</strong> lana di vetro di Saint-Gobain Isover si presenta<br />

come uno dei materiali più efficienti sul mercato grazie<br />

ad elevate performance termiche e acustiche. Impiegando<br />

le soluzioni per l’isolamento di Saint-Gobain<br />

Isover si può risparmiare fino al 75% dell’energia<br />

richiesta per creare il riscaldamento o il raffrescamento<br />

di un edificio riducendo le relative emissioni<br />

di CO2. Insieme ai sistemi di ventilazione d’aria<br />

controllata ad elevata prestazione, Saint-Gobain Isover<br />

contribuisce al controllo del livello di umidità migliorando<br />

la qualità dell’aria degli ambienti interni dell’edificio.<br />

L’edificio risulta anche più sicuro in termini<br />

di protezione dal fuoco grazie alle caratteristiche di<br />

non combustibilità proprie della lana di vetro. Per tutte<br />

le soluzioni non è richiesta alcuna manutenzione.<br />

FINE DEL CICLO DI VITA<br />

<strong>La</strong> lana di vetro è un materiale inorganico per oltre il<br />

95% e per questo le sue caratteristiche termiche,<br />

acustiche e meccaniche durano nel tempo. Inoltre, i<br />

sistemi Saint-Gobain Isover sono facilmente smantellabili<br />

al termine della durata di un edificio e tutti i<br />

componenti possono essere separati e riciclati.


26 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />

L’APPROFONDIMENTO<br />

Masdar, la città a impatto zero che vuole far scuola nel mondo<br />

DAVIDE CANEVARI<br />

Un laboratorio di idee,<br />

dove poter pensare in<br />

grande. Come può fare<br />

solamente chi non ha vincoli<br />

di spesa e - anche in questo<br />

periodo buio dell’economia<br />

- può permettersi di investire<br />

miliardi di (petro)dollari.<br />

Qualcosa, però, di molto<br />

concreto, in parte fruibile già<br />

nel presente, certamente replicabile<br />

altrove nel futuro.<br />

Una realtà dove i camici bianchi<br />

dei ricercatori convivono<br />

con gli abiti blu dei manager,<br />

degli architetti, degli ingegneri<br />

che stanno concretizzando<br />

questo progetto. E, naturalmente,<br />

con il tipico abbigliamento<br />

indossato dai promotori<br />

locali dell’iniziativa.<br />

Potrebbe essere delineato in<br />

queste poche righe il profilo<br />

di Masdar, la città che sta nascendo<br />

a 30 chilometri di distanza<br />

dal centro di Abu<br />

Dhabi e che vuole trasformare<br />

la somma di tanti zeri in<br />

un risultato positivo senza<br />

precedenti. Emissioni: zero;<br />

dipendenza dalle fonti fossili<br />

tradizionali: zero; auto private<br />

in circolazione: zero; rifiuti<br />

conferiti in discarica: praticamente<br />

zero.<br />

Dunque, la prima città di dimensioni<br />

significativa – una<br />

volta ultimata, ospiterà residenze<br />

per 50 mila abitanti e<br />

1.500 aziende – a impatto zero.<br />

Risultato che vale una fortuna<br />

per un Pianeta sempre<br />

più allarmato dalle conseguenze<br />

dei cambiamenti climatici.<br />

Masdar City, interamente di<br />

proprietà della Mubadala Development<br />

Company, è stata<br />

progettata da Norman Foster<br />

e sarà realizzata in soli 8<br />

anni, grazie anche a una copiosa<br />

iniezione di investimenti<br />

(circa 22 miliardi di dollari).<br />

Date le dimensioni e i contenuti<br />

tecnologici del progetto,<br />

la realizzazione della città avverrà<br />

in 7 fasi.<br />

Filo conduttore dell’iniziativa,<br />

come già accennato, è stata<br />

la scelta di dimostrare che<br />

l’impatto <strong>ambientale</strong> del costruito<br />

può essere minimizzato.<br />

Dunque, che esistono<br />

modelli di urbanizzazione alternativi<br />

a quelli che oggi<br />

hanno portato l’edilizia ad essere<br />

responsabile di ben il 40<br />

per cento delle emissioni climalteranti.<br />

Per questo lo sfruttamento<br />

ottimale delle risorse<br />

energetiche rinnovabili presenti<br />

in loco è diventato elemento<br />

guida nella progettazione,<br />

fin dalle sue prime fasi.<br />

Non un’appendice aggiunta<br />

a lavori ultimati.<br />

Vie strette costeggiate da spazi<br />

verdi e piccoli corsi d’acqua,<br />

sono state inseriti come<br />

elementi per facilitare lo sfruttamento<br />

delle correnti e dei<br />

venti al fine di migliorare l’aerazione<br />

degli spazi abitati. Ma<br />

sarà il sole – con una quota<br />

pari a circa l’80 per cento - ad<br />

assicurare la maggior parte<br />

del fabbisogno energetico dei<br />

residenti, valutato - una volta<br />

a regime - in soli 200-240<br />

MW. Questo, grazie alla realizzazione<br />

di un impianto di<br />

grande taglia, localizzato al di<br />

fuori della città, e alla copertura<br />

dei tetti degli edifici con<br />

pannelli solari. Si stima che<br />

questa soluzione possa ridurre<br />

le emissioni in atmosfera<br />

di circa un milione di tonnellate/anno<br />

di anidride carbonica<br />

rispetto all’utilizzo alternativo<br />

dei combustibili fossili.<br />

Un risparmio che potrà essere<br />

valorizzato sui mercati delle<br />

emissioni e che garantirà crediti<br />

verdi per i prossimi 21 anni.<br />

Il sole sarà anche il motore degli<br />

impianti di desalinizzazione<br />

per la produzione di acqua<br />

potabile. Grande attenzione<br />

sarà dedicata proprio<br />

alla gestione del ciclo dell’ac-<br />

qua, con l’obiettivo di re-immettere<br />

in circolo il 60 per<br />

cento della risorsa idrica utilizzata,<br />

dopo averla adeguatamente<br />

purificata.<br />

Il concetto di uso sostenibile<br />

delle risorse sarà trasferito nel<br />

concreto sui singoli cittadini.<br />

Ad ogni abitante sarà assegnata<br />

una quota di energia e<br />

di acqua prefissate. Per i consumi<br />

di kWh la dotazione sarà<br />

9 volte inferiore rispetto<br />

agli standard di un cittadino<br />

statunitense; per l’acqua il target<br />

sarà di 80 litri al giorno<br />

per persona.<br />

E per chi non rientrerà nei<br />

parametri? Al quesito risponde<br />

Jay R. Witherspoon, direttore<br />

tecnologico del progetto<br />

per conto di CH2M<br />

Hil. “È importante che ogni<br />

cittadino impari a valutare la<br />

propria impronta ecologica controllando<br />

in prima persona i<br />

processi di consumo di energia<br />

e acqua e la produzione<br />

di rifiuti. Una delle soluzioni<br />

allo studio prevede di munire<br />

ogni abitazione di uno schermo<br />

che segnali eventuali eccessi<br />

o, addirittura, quella di<br />

dotare tutti i residenti di una<br />

sorta di computer da polso<br />

in grado di segnalare gli sprechi,<br />

comminando anche le<br />

sanzioni. È chiaro che gli abitanti<br />

di Masdar dovranno<br />

condividere lo spirito della<br />

città, seguire un corso di formazione<br />

e adottare stili di vita<br />

idonei al progetto”.<br />

Altro elemento chiave, per la<br />

NEWS ǀ PCL Spa A cura di Imready<br />

Da P.C.L. una gamma di soluzioni versatili,<br />

performanti e tecnologicamente avanzate<br />

<strong>La</strong> necessità di realizzare soluzioni tecnico-costruttive<br />

ad alte prestazioni termiche, in relazione all’entrata<br />

in vigore della sempre più restrittiva normativa sul<br />

risparmio energetico e all’affermazione sul mercato di<br />

una concorrenzialità legata alla costruzione di edifici<br />

caratterizzati da un elevato contenimento dei consumi<br />

energetici, ha profondamente modificato<br />

il mondo delle costruzioni, soprattutto<br />

nelle soluzioni progettuali di involucro.<br />

Gli obiettivi della normativa <strong>energetica</strong><br />

sono diventati infatti un potente<br />

stimolo per il settore e hanno favorito<br />

la ricerca e lo sviluppo di prodotti<br />

innovativi ad alte prestazioni,<br />

in grado di dare risposte adeguate alle<br />

specificità della condizione climatica e<br />

costruttiva italiana.<br />

Il comparto del laterizio, tradizionalmente dominante<br />

in Italia come materiale per la realizzazione di involucri,<br />

ha affrontato la <strong>sfida</strong> del miglioramento delle prestazioni<br />

termiche intervenendo positivamente su tutti<br />

quegli aspetti che lo penalizzavano nel confronto<br />

con altri materiali.<br />

È il caso di P.C.L. S.p.A. (Produzione Commercio <strong>La</strong>terizi)<br />

che, a partire dagli anni ‘30, ha sempre mirato<br />

ad un graduale e continuo sviluppo dei propri prodotti,<br />

offrendo ai progettisti una gamma completa di manufatti<br />

versatili e altamente performanti.<br />

In risposta ai sempre più incalzanti limiti normativi, l’azienda<br />

di Limbiate, che fa parte del Consorzio Poroton<br />

Italia ® dagli anni ‘70, si è impegnata a concepire<br />

sistemi costruttivi che consentono ad un solo pro-<br />

dotto di soddisfare tutti quei requisiti che una muratura<br />

dovrebbe riassumere in sè: isolamento termoacustico,<br />

resistenza statica, protezione dal fuoco, durabilità,<br />

economicità e facilità di posa in opera.<br />

Oltre al tradizionale blocco POROTON ® , la produzione<br />

di P.C.L. S.p.A. comprende attualmente la gamma<br />

NORMABLOK ® Più’, sistema brevettato di<br />

blocchi in laterizio, alleggeriti in pasta, totalmente<br />

iniettati di polistirene caricato con<br />

grafite, per la realizzazione di pareti monostrato.<br />

L’interruzione della conduzione<br />

del calore attraverso il giunto orizzontale,<br />

grazie alla presenza di uno zoccolo di 1<br />

cm di isolante, consente in soli 31 cm di<br />

spessore di ottenere un valore di trasmittanza<br />

termica pari a 0,29 W/m²K.<br />

P.C.L. S.p.A. è anche specializzata in sistemi preassemblati<br />

brevettati “a sandwich”, costituiti da due<br />

blocchi in laterizio, alleggeriti in pasta, con interposto<br />

del materiale isolante fissato meccanicamente, in<br />

stabilimento, ai blocchi, tramite tasselli in polipropilene.<br />

I suddetti moduli costruttivi permettono la realizzazione,<br />

con un solo prodotto, di pareti pluristrato<br />

isolate. Tali sistemi sono disponibili nella versione<br />

NORMABLOK ® Blu8 con isolante battentato in polistirene<br />

espanso microforato Porostir ® e nella versione<br />

EUROBRICK ® Bio, con isolante in sughero,<br />

materiale per sua natura in<br />

grado di coniugare alte prestazioni<br />

termoacustiche<br />

con le esigenze dell’edilizia<br />

bioecologica.<br />

buona riuscita sarà la mobilità;<br />

interamente da ridisegnare<br />

rispetto ai modelli attualmente<br />

in uso nelle nostre città.<br />

Anche da questo punto di<br />

vista Masdar ha scelto di stupire,<br />

proponendosi come uno<br />

spazio fortemente innovativo,<br />

grazie anche a un pizzico di<br />

made in Italy. <strong>La</strong> parola passa,<br />

in questo caso, a Luca Guala,<br />

pianificatore dei trasporti di<br />

Masdar per conto dell’italiana<br />

Systematica: “Dovendo azzerare<br />

le emissioni, abbiamo<br />

scelto una rete di trasporti<br />

che esclude le auto private,<br />

sia per i residenti sia per i visitatori.<br />

L’abitato sarà costruito<br />

su due piani: un livello<br />

stradale per pedoni e biciclette<br />

con negozi, scuole, abitazioni<br />

e un livello sotterraneo<br />

dove si muoveranno taxi<br />

automatizzati e senza condu-<br />

Progettata<br />

da Norman Foster,<br />

sta nascendo<br />

a 30 chilometri<br />

di distanza<br />

dal centro<br />

di Abu Dhabi.<br />

Il fabbisogno<br />

di energia elettrica<br />

(stimato) per<br />

singolo abitante<br />

sarà nove volte<br />

inferiore rispetto<br />

a quello di un<br />

residente<br />

negli Stati Uniti<br />

cente, che seguiranno dei magneti<br />

a terra per orientarsi. A<br />

regime ce ne saranno circa<br />

1.500 e potranno essere programmati<br />

prima della partenza<br />

inserendo la destinazione.<br />

Non sarà proprio un<br />

trasporto door to door ma funzionerà<br />

con fermate predeterminate,<br />

distanti non più di<br />

150 metri dal luogo desiderato.<br />

E per il futuro stiamo<br />

immaginando un servizio ancora<br />

più capillare”.<br />

Anche il ciclo dei rifiuti sarà<br />

portato all’estremo, in termini<br />

virtuosi. Nelle intenzioni<br />

dei progettisti tutto sarà riutilizzato:<br />

solo il 2 per cento finirà<br />

in discarica, mentre il resto<br />

sarà riciclato o utilizzato<br />

come biocombustibile.<br />

Città modello, città laboratorio,<br />

Masdar non sarà solo un<br />

crogiolo di idee, ma anche di<br />

attività. Impresa, formazione<br />

e ricerca avranno un ruolo<br />

primario.<br />

<strong>La</strong> superficie destinata al residenziale<br />

puro rappresenterà<br />

solo il 30 per cento. Le attività<br />

economiche e gli spazi<br />

commerciali copriranno il 37<br />

per cento della superficie; a<br />

università e cultura sarà dedicato<br />

il 14 per cento degli<br />

spazi. Per quanto riguarda gli<br />

aspetti imprenditoriali, si è già<br />

fatto cenno all’obiettivo di attrarre<br />

1.500 aziende.<br />

Candidata a diventare un<br />

punto di riferimento della ricerca<br />

e innovazione nel settore<br />

dello sviluppo sostenibile,<br />

Masdar sta già calamitando<br />

l’attenzione delle eccellenze<br />

mondiali del comparto:<br />

aziende, istituzioni impegnate<br />

nella R&S, poli formativi.<br />

A solo titolo di esempio<br />

si possono citare l’International<br />

Renewable Agency (IRE-<br />

NA) che ha recentemente deciso<br />

di localizzare la nuova<br />

sede mondiale a Masdar City,<br />

un ambizioso centro di ricerca,<br />

inaugurato con il sostegno<br />

del Mit, l’Abu Dhabi Future<br />

Energy Company che<br />

ha scelto proprio questa città<br />

come sua nuova sede.<br />

Tra i molti progetti annunciati,<br />

c’è anche la costruzione<br />

di un impianto di potenza,<br />

alimentato a idrogeno, da 500<br />

MW. Sarà il primo passo per<br />

stimolare, poi, lo sviluppo di<br />

una filiera dell’idrogeno che<br />

interessi anche le fuel cell e il<br />

settore dei trasporti. È pure<br />

allo studio la realizzazione di<br />

un impianto solare a concentrazione<br />

da 100 MW di po-<br />

segue a pag. 27


N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 27<br />

L’APPROFONDIMENTO<br />

segue da pag. 26<br />

tenza che si intende poi replicare<br />

in altre località del territorio<br />

di Abu Dhabi per rendere<br />

sempre più verde la generazione<br />

di questo Stato. <strong>La</strong><br />

dimensione internazionale del<br />

progetto Masdar va intesa su<br />

due direzioni.<br />

Non solo, infatti, questo programma<br />

ha fatto in ingresso<br />

da catalizzatore delle migliori<br />

esperienze e tecnologie oggi<br />

esistenti su scala mondiale<br />

(basti pensare alla firma di<br />

Norman Foster, o alla collaborazione<br />

attivata con il Mit<br />

e con la Basf). Ora si propone<br />

anche come serbatoio di prezioso<br />

know how – e di appetibili<br />

capitali – per sviluppare<br />

altri progetti al di fuori del<br />

proprio ambito territoriale.<br />

Gran Bretagna e Seychelles<br />

per citare solo due nomi.<br />

“L’idea è quella di costruire<br />

una città a emissioni zero non<br />

tanto come esperimento edilizio<br />

– conclude Khaled<br />

Awad, direttore dell’Unità per<br />

lo sviluppo immobiliare di<br />

Masdar – ma per promuovere<br />

un nuovo stile di vita sostenibile.<br />

Nell’ultimo secolo<br />

le città si sono evolute, ma<br />

non abbiamo ancora trovato<br />

un modello che sia adatto alle<br />

più recenti esigenze del Pianeta.<br />

Oggi in molti ci chiedono<br />

perché stiamo costruendo<br />

Masdar city. Presto<br />

la domanda sarà: perché non<br />

la costruiamo anche altrove?”.<br />

L’articolo è stato chiuso in redazione<br />

il 20 di novembre, ossia prima<br />

del default finanziario nella vicina<br />

Dubai, e oggi certamente la valutazione<br />

miracolistica di quell’Area<br />

sarebbe più cauta; tuttavia, questi<br />

eventi non inficiano gli aspetti tecnici<br />

e progettuali che rimangono estremamente<br />

interessanti. (n.d.r)<br />

Dall’impresa alla ricerca,<br />

con una dimensione cosmopolita<br />

Masdar è già oggi - prima ancora di essere<br />

nata in tutto il suo sostenibile splendore –<br />

una città fortemente cosmopolita. Che<br />

guarda cioè al resto del mondo come punto di riferimento.<br />

Le iniziative già intraprese o annunciate<br />

di collaborazione a livello internazionale sono molteplici<br />

e in questa sede, per forza di cose, ci si dovrà<br />

limitare solo a qualche accenno.<br />

Un primo esempio vale 3 miliardi di sterline! Masdar<br />

è, infatti, entrata a far parte del progetto per<br />

l’eolico offshore London Array,<br />

attraverso una joint venture alla<br />

quale partecipano E.ON e<br />

Dong Energy. <strong>La</strong> nuova wind<br />

farm sarà localizzata in una delle<br />

tre aree giudicate strategiche<br />

dal governo della Gran Bretagna<br />

e fornirà un contributo importante<br />

al raggiungimento del<br />

target sulle rinnovabili previsto<br />

per l’Inghilterra. Il valore complessivo<br />

dell’iniziativa è pari a<br />

2,2 miliardi di sterline (circa 3<br />

miliardi di dollari) per la realizzazione<br />

di un primo lotto da<br />

630 MW. Una volta completato<br />

il progetto, si tratterà della<br />

più importante fattoria eolica<br />

del mondo, la prima a raggiungere<br />

il traguardo di 1 GW. Questa<br />

realizzazione fornirà energia<br />

sufficiente per coprire il fabbisogno<br />

di 750 mila abitazione<br />

un quarto delle residenze della<br />

Grande Londra, evitando l’emissione in atmosfera<br />

di 1,9 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. I primi<br />

kWh eolici dovrebbero essere in produzione già<br />

entro la fine del 2012.<br />

Un altro importante progetto è già stato avviato<br />

con il governo delle Seychelles. Si tratta dello studio<br />

delle potenzialità di sfruttamento eolico nell’isola<br />

di Mahe, primo step di un più ampio programma di<br />

collaborazione con il governo locale per lo sfruttamento<br />

delle energie rinnovabili, siglato nel gennaio<br />

del 2009. I primi risultati sono più che confortanti<br />

e si è quindi deciso di procedere con una mappatura<br />

più dettagliata delle risorse eoliche locali, studio<br />

che avrà una durata di 12-15 mesi. Solo a quel punto,<br />

e dopo aver valutato nel dettaglio le diverse variabili<br />

ambientali, economiche, sociali, si potrà dire<br />

se l’eolico è compatibile con le esigenze (non solo<br />

energetiche) dell’isola. Secondo alcuni osservatori la<br />

scelta di una generazione verde da parte del governo<br />

delle Seychelles porterà anche vantaggi al<br />

turismo, in termini di immagine.<br />

Nel febbraio del 2008 Masdar ha anche lanciato<br />

un programma per la cattura e il confinamento dell’anidride<br />

carbonica. Scopo dell’iniziativa, ridurre<br />

sensibilmente il carbon footprint di Abu Dhabi. <strong>La</strong> prima<br />

fase, che dovrebbe concludersi già nel 2013, si<br />

è posta l’obiettivo di sottrarre all’immissione in atmosfera<br />

6,5 milioni di tonnellate/anno di anidride<br />

carbonica prodotta dagli impianti di generazione<br />

e dalle industrie. Questa CO 2 così recuperata sarà<br />

poi trasportata e iniettata in campi petroliferi per favorire<br />

l’estrazione del petrolio residuo. Anche questo<br />

primo progetto pilota ha tutte le carte in regola<br />

per essere poi replicato in altri Paesi.<br />

Quanto alla capacità di attrarre eccellenze straniere,<br />

la prima fabbrica ad alta tecnologia che si è insediata<br />

in loco è la Masdar PV. Nata a Erfurt in<br />

Germania e successivamente sbarcata ad Abu Dhabi,<br />

produrrà moduli fotovoltaici con una capacità annua<br />

di 210 MW, e sarà il principale fornitore del<br />

cantiere di Masdar. Solo un<br />

primo passo lungo un cammino<br />

che promette di essere<br />

assai più ambizioso. Grazie anche<br />

a 600 milioni di dollari di<br />

investimenti, l’idea è quella di<br />

raggiungere la taglia dei GW<br />

come capacità produttiva, con<br />

una successiva massiccia<br />

espansione anche nei mercati<br />

più evoluti (come gli Usa).<br />

Masdar ha anche investito –<br />

120 milioni di dollari – nella<br />

WinWinD, una realtà attiva<br />

nella progettazione, sviluppo,<br />

assemblaggio di turbine eoliche<br />

tecnologicamente avanzate<br />

da 1 a 3 MW. Un altro<br />

esempio di come la strategia<br />

sia proprio quella di segnalarsi<br />

non solo come acquirente<br />

di know how per implementare<br />

i proprio progetti, ma come<br />

leader delle tecnologie rinnovabili<br />

su scala mondiale.<br />

Da segnalare anche il recente accordo siglato con<br />

Basf. Masdar e il colosso tedesco hanno firmato<br />

una partnership strategica per collaborare assieme<br />

alla costruzione della nuova città. Basf è stato scelto<br />

come fornitore di riferimento per i materiali grazie<br />

al vasto portafoglio di soluzioni per il risparmio<br />

energetico e lo sviluppo sostenibile che è in grado<br />

di offrire. Una volta ultimata la costruzione inaugurerà<br />

in loco anche una propria sede.


28 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />

COLLEGIO DEGLI INGEGNERI E ARCHITETTI DI MILANO<br />

Conferenza Permanente<br />

per lo Studio del Sistema Immobiliare<br />

<strong>La</strong> Conferenza Permanente è nata nel 1995 quale commissione del Collegio per favorire la conoscenza e la crescita<br />

del Sistema immobiliare italiano pubblico e privato; in particolare la Conferenza Permanente promuove l’integrazione<br />

dei Sistemi finanziario e immobiliare nella consapevolezza che il patrimonio dei beni immobili costituisce<br />

una risorsa per l’economia del Paese solo in parte utilizzata. <strong>La</strong> Conferenza Permanente organizza incontri, cura<br />

la pubblicazione di atti, studi e dati economici relativi al mercato immobiliare; è inoltre presente nel Comitato<br />

Italiano di Valutazione di Nomisma-IPD (International Property Databank) assieme alle principali società di consulenza<br />

nazionali e internazionali; la Conferenza Permanente e il Comitato elaborano analisi sulla prassi, sui principi<br />

estimativi e sugli standard procedurali delle valutazioni immobiliari.<br />

FINANZA IMMOBILIARE – 2005-2009<br />

Milano, 30 Novembre 2009<br />

a cura del dott. ing. Lorenzo Greppi<br />

<strong>La</strong> Conferenza Permanente per lo Studio del Sistema Immobiliare del Collegio degli Ingegneri<br />

e Architetti di Milano pubblica lʼindice di borsa dei Fondi Immobiliari italiani quotati<br />

GLOBAL FD. Assieme allʼandamento dellʼindice, sono stati rilevati il controvalore complessivo<br />

degli scambi e lo sconto sul NAV (divario Prezzo di borsa / Net Asset Value).<br />

Lʼindice raccoglie i dati di 22 Fondi quotati, con aggiornamento annuale del listino e base<br />

Dicembre 2004; lʼindice costituisce il ʻbenchmarkʼ di riferimento per valutare lʼandamento<br />

del prezzo di borsa delle quote dei singoli Fondi; le assunzioni alla base dellʼindice sono<br />

pubblicati nel sito del Collegio: www.collegioingegneriarchitettimilano.it / Commissioni di <strong>La</strong>voro<br />

/ Conferenza Permanente.<br />

Lʼindice GLOBAL FD è stato elaborato da Lorenzo Greppi per monitorare lʼevoluzione del mercato<br />

immobiliare italiano dei Fondi chiusi; la pubblicazione dellʼindice consente al mercato<br />

una maggiore conoscenza degli strumenti della finanza immobiliare e favorisce la crescita<br />

della loro liquidità. Lʼindice dei Fondi Immobiliari GLOBAL FD perde ancora quota per la flessione<br />

di quasi tutti i titoli del listino (-2,1% sul mese precedente) e ritorna allo stesso livello<br />

del novembre 2008; la sua debolezza riflette la pausa generale dei mercati finanziari europei;<br />

lʼindice delle società immobiliari quotate in Europa (EPRA European Property) guadagna<br />

il 38,4% dal novembre 2008; i titoli che registrano i maggiori rialzi, gli unici tre positivi,<br />

sono le quote di SECURFONDO (+4,7%), BETA IMMOBILIARE (+4,5%) e VALORE IM-<br />

MOBILIARE GLOBALE(+3,0%); i titoli che presentano i maggiori ribassi sono le quote di BNL<br />

PORTFOLIO IMMOBILIARE (-5,1%), TECLA FONDO UFFICI (-3,8%) e UNICREDIT IM-<br />

MOBILIARE UNO (-2,5%); il volume giornaliero medio degli scambi (0,47 Mil€) scende rispetto<br />

al mese precedente restando sui valori medi dellʼanno; i titoli con maggiore liquidità<br />

media giornaliera sono le quote di UNICREDIT IMMOBILIARE UNO (87.597 €), ALPHA IM-<br />

MOBILIARE (58.514 €) e ATLANTIC 1 (45.140 €); lo sconto medio ponderato del prezzo delle<br />

quote rispetto al NAV (-37,3%) aumenta leggermente dal valore di ottobre.<br />

Lʼindice dei Fondi Immobiliari GLOBAL FD perde ancora quota per la flessione di quasi tutti<br />

i titoli del listino (-2,1% sul mese precedente) e ritorna allo stesso livello del novembre<br />

2008; la sua debolezza riflette la pausa generale dei mercati finanziari europei; lʼindice delle<br />

società immobiliari quotate in Europa (EPRA European Property) guadagna il 38,4% dal<br />

novembre 2008; i titoli che registrano i maggiori rialzi, gli unici tre positivi, sono le quote di<br />

SECURFONDO (+4,7%), BETA IMMOBILIARE (+4,5%) e VALORE IMMOBILIARE GLOBALE(+3,0%); i titoli che presentano i maggiori ribassi sono le quote di BNL PORTFOLIO IM-<br />

MOBILIARE (-5,1%), TECLA FONDO UFFICI (-3,8%) e UNICREDIT IMMOBILIARE UNO (-2,5%); il volume giornaliero medio degli scambi (0,47 Mil€) scende rispetto al mese precedente<br />

restando sui valori medi dellʼanno; i titoli con maggiore liquidità media giornaliera sono le quote di UNICREDIT IMMOBILIARE UNO (87.597 €), ALPHA IMMOBILIARE (58.514 €) e AT-<br />

LANTIC 1 (45.140 €); lo sconto medio ponderato del prezzo delle quote rispetto al NAV (-37,3%) aumenta leggermente dal valore di ottobre.<br />

NEWS ǀ Rockwool A cura di Imready<br />

Doppia densità per l’isolamento<br />

delle coperture: Durock C 038<br />

e Hardrock Energy<br />

<strong>La</strong> progettazione e la cura nella realizzazione delle coperture<br />

rivestono sempre più un ruolo fondamentale<br />

per ottenere edifici efficienti e confortevoli. Il mercato<br />

richiede di conseguenza materiali e soluzioni in linea<br />

con queste esigenze.<br />

In questo contesto Rockwool, leader mondiale nella produzione<br />

di lana di roccia, introduce la nuova gamma di<br />

prodotti a doppia densità specifici per l’isolamento delle<br />

coperture: Rockwool Durock C 038 e Hardrock Energy.<br />

<strong>La</strong> doppia densità è una tecnologia che consente di ottenere<br />

pannelli costituti da un doppio strato di lana di roccia:<br />

lo strato superficiale a densità molto elevata garantisce<br />

un notevole miglioramento delle caratteristiche<br />

meccaniche, mentre lo strato inferiore determina le prestazioni<br />

di conducibilità termica.<br />

<strong>La</strong> doppia densità risulta particolarmente efficace nel<br />

caso di coperture sottoposte a carichi concentrati, poiché<br />

lo strato superficiale, più denso e quindi più rigido,<br />

consente un’ottimale distribuzione dei carichi che vengono<br />

ripartiti su un’area più ampia (vedere figura).<br />

Questa caratteristica è molto importante nel caso di tetti<br />

ventilati, in cui i listelli di ventilazione gravano direttamente<br />

sul pannello isolante. Inoltre, in fase di posa in<br />

opera la notevole resistenza a carichi concentrati del<br />

pannello consente una calpestabilità ottimale.<br />

Nello specifico, il prodotto Rockwool Durock C 038, è un<br />

pannello adatto sia a coperture piane che a coperture<br />

inclinate. Recentemente migliorato nel valore di lambda<br />

(0,038 W/mK), è caratterizzato da un’altissima densità<br />

media (150 kg/m 3 ). Questi due parametri risultano fondamentali<br />

per rispettare i requisiti di trasmittanza termica<br />

periodica introdotti dal DPR n.59 del 02/04/2009. Questo<br />

decreto stabilisce che, per tutte le componenti opache<br />

orizzontali ed inclinate, nelle località dove il valore medio<br />

mensile dell’irradianza sul piano orizzontale, nel mese<br />

di massima insolazione estiva, sia maggiore o uguale<br />

a 290 W/m 2 , il valore del modulo della trasmittanza termica<br />

periodica Y IE, deve essere inferiore a 0,20 W/m 2 K.<br />

Sviluppato specificatamente per le coperture a falda inclinata<br />

è invece il prodotto Rockwool Hardrock Energy,<br />

principale novità della gamma. Caratterizzato da una<br />

densità media inferiore (110 kg/m 3 ), è calpestabile (500<br />

N di resistenza a carico puntuale secondo EN 12430) e<br />

presenta un valore di conducibilità termica particolarmente<br />

basso (0,036 W/mK). Può essere utilizzato anche<br />

in combinazione con Rockwool Durock C 038 in pacchetti<br />

multistrato altamente performanti.<br />

Entrambi i prodotti sono incombustibili (Euroclasse A1)<br />

e se esposti a fiamme libere non generano né fumo né<br />

gocce, caratteristica molto importante nel caso di tetti<br />

ventilati.<br />

Dal punto di vista acustico, un materiale fibroso a celle<br />

aperte come la lana di roccia, consente di incrementare<br />

notevolmente il potere fonoisolante del sistema di copertura<br />

in cui i pannelli vengono installati. Collegandosi<br />

al sito internet www.rockwool.it è possibile consultare e<br />

scaricare copia dei test acustici di laboratorio che attestano<br />

le prestazioni di fonoisolamento dei pacchetti sottoposti<br />

a prova. In particolare, la stratigrafia costituita da<br />

un doppio strato incrociato di Durock C 038, Hardrock<br />

Energy e doppio tavolato, ha consentito, grazie allo sfruttamento<br />

del fenomeno noto come massa – molla – massa,<br />

di ottenere un valore Rw pari a 50 dB.<br />

I prodotti sono disponibili in un range di spessore compreso<br />

tra 60 e 200 mm nei formati 1200x600 mm e<br />

2000x1200 mm.<br />

Il Gruppo Rockwool, fondato nel 1937, è il più grande produttore<br />

mondiale di lana di roccia, materiale eco-compatibile utilizzato per l’isolamento<br />

termo-acustico e la protezione incendio.<br />

Con sede centrale in Danimarca (vicino a Copenhagen), conta ad<br />

oggi circa 8.000 dipendenti in oltre 30 Paesi e stabilimenti produttivi<br />

dislocati tra Europa, Nord America e Asia.<br />

<strong>La</strong> mission del gruppo consiste nel fornire soluzioni esclusive e convenienti<br />

ai propri clienti, mettendo a disposizione l’esperienza maturata<br />

in oltre 70 anni di attività, per aiutarli a migliorare l’efficienza <strong>energetica</strong>,<br />

la sicurezza antincendio, l’acustica e il clima interno degli edifici.


N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 29<br />

FORMAZIONE<br />

Politecnico di Milano<br />

Dipartimento di Meccanica<br />

22 FEBBRAIO-24 FEBBRAIO 2010<br />

PROGETTARE CON I MATERIALI:<br />

CALCOLO, APPLICAZIONI, SPERIMENTAZIONE<br />

(8a edizione)<br />

Direttore del corso: dott. ing. Mauro Filippini<br />

Il corso introduce le metodologie più aggiornate per la progettazione<br />

di componenti, oggetti, parti meccaniche utilizzando<br />

nel modo ottimale i materiali per uso ingegneristico:<br />

dalle leghe leggere al titanio, dai sinterizzati alle materie plastiche,<br />

dai compositi ai pultrusi.<br />

Il corso è destinato a ingegneri, architetti, designer che intendano<br />

allargare le proprie competenze sulla progettazione,<br />

in particolare con i materiali compositi, utilizzando i metodi<br />

più moderni per la scelta ottimale del materiale e le tecniche<br />

più aggiornate per il calcolo, la simulazione e la verifica sperimentale.<br />

Informazioni:<br />

Dott. ing. Stefano Foletti - Politecnico di Milano<br />

Dipartimento di Meccanica<br />

Via <strong>La</strong> Masa, 34 - 20156 Milano<br />

Tel.: +39 02 2399 8629 - FAX: +39 02 2399 8202<br />

e-mail: stefano.foletti@polimi.it<br />

Homepage corso:<br />

http://people.mecc.polimi.it/filippini/formperm/prog_mat8.htm<br />

BERGAMO, 26-27 MARZO 2010<br />

CALCOLO AGLI ELEMENTI FINITI:<br />

1. AFFIDABILITÀ DEI PROGRAMMI<br />

2. MODELLAZIONE STRUTTURALE<br />

3. ATTENDIBILITÀ DEI RISULTATI<br />

4. RELAZIONE INTEGRATIVA<br />

AI SENSI DEL CAP. 10 NTC (DM 14.01.08)<br />

Relatore del corso:<br />

dott. ing. Salvatore Palermo<br />

■ RICHIESTE NTC<br />

Per evitare un uso passivo dei<br />

programmi, con rischi sulla sicurezza<br />

strutturale, le NTC obbligano<br />

il Progettista a relazionare<br />

sullʼaffidabilità dei programmi e sui risultati ottenuti.<br />

Al Collaudatore il compito della verifica della relazione.<br />

■ CORSO DI AGGIORNAMENTO<br />

Il corso presenta criteri per:<br />

• valutare lʼaffidabilità dei programmi (tests internazionali),<br />

lʼattendibilità dei risultati, redigere la relazione;<br />

• rispondere alle richieste NTC sulla modellazione (terreno, risposta<br />

sismica muratura esterna di tamponamento, interrati<br />

in c.a., ecc.).<br />

Su www.inarsind.bergamo.it: descrizione corso e modulo dʼiscrizione<br />

o richiesta testo (400 pag.).<br />

Per i lettori del nostro Giornale è stata prevista una quota riservata<br />

dʼiscrizione. Per gli interessati che intendono partecipare<br />

al corso ed usufruire della quota ridotta (sconto pari<br />

a 70 euro) occorre inserire il codice FEMBGINAR10 nello<br />

spazio predisposto sul modulo dʼiscrizione scaricabile dal sito<br />

www.inarsind.bergamo.it<br />

Politecnico di Milano<br />

Dipartimento di Meccanica<br />

1-5 MARZO 2010<br />

DIRETTIVA 97/23/CE PED: PROGETTAZIONE<br />

E ANALISI STRUTTURALE DEI SISTEMI<br />

IN PRESSIONE, ANALISI DEI PERICOLI<br />

E VALUTAZIONE DEI RISCHI<br />

Periodo di svolgimento e sede del Corso<br />

Il Corso si svolgerà nel periodo 1-5 Marzo 2010, con 40 ore di<br />

lezioni ed esercitazioni divise in due moduli distinti che possono<br />

essere frequentati separatamente (Modulo 1: Progettazione e<br />

analisi strutturale dei sistemi in pressione: 32 ore, Modulo 2:<br />

Analisi dei pericoli e valutazione dei rischi: 8 ore), e si terrà<br />

presso il Politecnico di Milano, Campus Bovisa Ingegneria,<br />

Via la Masa 1, 20156 Milano.<br />

Descrizione del corso<br />

Il corso intende evidenziare i riferimenti teorici necessari per<br />

una corretta analisi strutturale dei sistemi in pressione avendo<br />

a riferimento lʼobbligo, previsto dalla norma, di condurre lʼanalisi<br />

strutturale tenendo conto dellʼanalisi dei rischi; il corso<br />

intende: presentare le norme nazionali e internazionali più<br />

usate; approfondire i collegamenti tra teoria e normativa; introdurre<br />

il concetto di analisi e valutazione dei rischi e lʼapplicazione<br />

ai componenti in pressione.<br />

Direzione del Corso e informazioni<br />

Prof. Marco Giglio, Politecnico di Milano, Dipartimento di<br />

Meccanica, tel. 0223998234, fax 0223998202<br />

e-mail: marco.giglio@polimi.it.<br />

IN AVVIO A MARZO 2010<br />

I MASTER UNIVERSUS 2010-2011<br />

BARI<br />

■ BIOARCHITETTURA III ed.<br />

■ NUOVE TECNOLOGIE PER LA VALORIZZAZIONE DEI<br />

BENI CULTURALI E MUSEALI III ed.<br />

■ ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELLE RISORSE<br />

UMANE PER IL KNOWLEDGE MANAGEMENT IV ed.<br />

■ DIRITTO E PRATICA TRIBUTARIA X ed.<br />

■ MANAGEMENT AGROALIMENTARE II ed.<br />

■ SALES & RETAIL MANAGEMENT I ed.<br />

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SVILUPPO DEL CAPITALE UMANO II ed.<br />

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Università degli Studi di Milano<br />

Dipartimento di Ingegneria Agraria<br />

16 APRILE - 28 MAGGIO 2010<br />

CORSO DI PERFEZIONAMENTO IN:<br />

GIS PER L’ANALISI E LA PIANIFICAZIONE<br />

DEL TERRITORIO<br />

<strong>La</strong> Facoltà di Agraria dellʼUniversità degli Studi di Milano ha<br />

attivato per lʼanno accademico 2009-2010 un corso di perfezionamento<br />

in: “GIS per lʼanalisi e la pianificazione del territorio”<br />

della durata di 56 ore.<br />

Il Corso si svolgerà dal 16 aprile al 28 maggio 2010. Le lezioni<br />

si svolgeranno presso la Facoltà di Agraria con frequenza<br />

prevista di un giorno la settimana (in genere il venerdì).<br />

Lʼammissione al corso è regolata da bando disponibile, indicativamente<br />

dal mese di febbraio 2010, al sito:<br />

http://www.unimi.it/studenti/corsiperf/6504.htm<br />

Possono partecipare al corso i detentori di laurea quinquennale,<br />

triennale e diploma universitario.<br />

L'accesso al Corso di Perfezionamento è limitato ad un numero<br />

massimo di 25 partecipanti.<br />

Per maggiori informazioni:<br />

Prof. Alessandro Toccolini (02 50316854, alessandro.toccolini@unimi.it);<br />

dott. Paolo Ferrario (02 50316860, paolo.ferrario@unimi.it)<br />

- Dipartimento di Ingegneria Agraria, via<br />

Celoria 2, 20133 Milano.<br />

Sito internet del corso: www.mastergis.it<br />

CD<br />

MULTIMEDIALE<br />

TEL. FAX E-MAIL<br />

Ai sensi dell’art.10 della Legge 675/96 <strong>La</strong> informiamo che il trattamento dei dati personali che <strong>La</strong> riguardano viene effettuato da Sicam spa<br />

a fi ni commerciali e promozionali. <strong>La</strong> informiamo, inoltre, che ai sensi dell’art.13 della Legge 675/69 Lei ha la facoltà, tra le altre, di opporsi,<br />

gratuitamente al trattamento, inviando comunicazione in tal senso a Sicam spa, Via Marziana 21, 27020 Parona PV.<br />

<strong>La</strong> sottoscrizione del presente modulo costituisce consenso al trattamento dei dati personali per le fi nalità sopra indicate.


30 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />

FORMAZIONE<br />

12 FEBBRAIO 2010 – 20 FEBBRAIO 2010<br />

CORSO SULLE COSTRUZIONI IN LEGNO<br />

CONCEZIONE, CALCOLO<br />

E COSTRUZIONE DELLE STRUTTURE<br />

Docenti:<br />

prof. A. Bernasconi – prof. M. Piazza<br />

dott. Ing. M. Andreoli – dott. Ing. A. Polastri<br />

■ Venerdì 12 febbraio 2010 ore 14:00 – 19:00<br />

• Tecnologia del legno. Il legno quale materiale strutturale<br />

• Legno, legno lamellare ed altri prodotti strutturali a base<br />

di legno. Caratteristiche e profili prestazionali<br />

• Collegamenti strutturali. Diversi sistemi, principi del comportamento<br />

meccanico, campi di applicazione.<br />

■ Sabato 13 febbraio 2010 ore 8:30 – 13:30<br />

• Calcolo degli elementi strutturali in legno. Verifiche agli<br />

stati limite, basi normative ed applicazioni al calcolo<br />

• Collegamenti legno - legno. Concezione e calcolo<br />

• Collegamenti con connettori metallici a gambo cilindrico.<br />

Modelli di calcolo a taglio e ad estrazione<br />

■ Venerdì 19 febbraio 2010 ore 14:00 – 19:00<br />

• Esempi di calcolo di alcuni elementi strutturali. Elementi<br />

strutturali e connessioni<br />

• Strutture in legno e il fuoco. <strong>La</strong> protezione e la sicurezza<br />

contro lʼincendio<br />

• Strutture in legno sottoposte ad azione sismica. <strong>La</strong> protezione<br />

e la sicurezza sismica<br />

■ Sabato 20 febbraio 2010 ore 8:30 – 13:30<br />

• Rischio di degrado. Durabilità delle costruzioni in legno<br />

• Edifici con struttura in legno. Tipologie ed aspetti strutturali<br />

Modello per la domanda di iscrizione, programma definitivo, costo e<br />

luogo di svolgimento disponibili sul sito www.inarsind.bergamo.it<br />

Per eventuali informazioni, rivolgersi a:<br />

Ing. Sebastiano Moioli (INARSIND Bergamo) - tel. 035-52.29.49<br />

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ingegneria e aziende del settore<br />

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Milano e provincia.<br />

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ottima conoscenza delle lingua<br />

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Con il patrocinio del<br />

Collegio degli Ingegneri<br />

e Architetti di Milano<br />

3 – 5 MARZO 2010<br />

Corso di Aggiornamento per Ingegneri<br />

nell'ambito del Programma di Formazione Permanente<br />

del Politecnico di Milano<br />

Metodi di Calcolo nell'Ingegneria Strutturale<br />

XVIII Edizione<br />

ANALISI STRUTTURALI PER ELEMENTI FINITI<br />

DI PROBLEMI NONLINEARI E ACCOPPIATI:<br />

elastoplastici, termoelastici e termoplastici<br />

Direttori: Prof. Claudia Comi, Prof. Umberto Perego<br />

Il corso è dedicato alla illustrazione del metodo degli elementi<br />

finiti per la soluzione di problemi strutturali in presenza di elastoplasticità<br />

e di accoppiamento termo-meccanico. Tale non<br />

linearità e accoppiamento ricorrono in molti problemi dellʼingegneria<br />

civile, in particolare per strutture soggette al fuoco,<br />

dellʼingegneria meccanica e microelettromeccanica, marina,<br />

aerospaziale, nucleare.<br />

Le 24 ore di lezione saranno tenute da docenti universitari e<br />

da noti esperti.<br />

Agli iscritti verrà dato un CD con le note del corso e un programma<br />

didattico ad elementi finiti, in Matlab, per problemi elastoplastici<br />

e termoelastici il cui uso sarà illustrato nel corso.<br />

Il corso è rivolto a ingegneri e tecnici di industrie, libera professione,<br />

amministrazioni e enti di ricerca.<br />

Esperienze di lavoro presso<br />

unʼimpresa stradale e studi<br />

allʼestero. Corso sulla sicurezza<br />

nei cantieri (120 ore).<br />

Conoscenze informatiche:<br />

Windows, Office, Autocad (2<br />

e 3D), Archicad, Photoshop,<br />

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del tedesco e inglese<br />

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manager commerciale, è interessato<br />

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di vari settori, a scopo assunzione.<br />

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Italia / Export, vasta esperienza<br />

commerciale maturata<br />

in Italia e allʼestero nei settori<br />

elettrico, meccanico, dellʼenergia<br />

e delle materie pla-<br />

NEWS ǀ Kappazeta Spa A cura di Imready<br />

I nuovi pali a bassa invasività<br />

di Kappazeta Aktiv<br />

AKTIV, la nuova divisione<br />

aziendale della storica<br />

Kappazeta S.p.A. dedicata<br />

alle tecniche di palificazione,<br />

propone una gamma<br />

di pali attivi a bassa<br />

invasività con i quali è<br />

possibile intervenire nei<br />

casi più svariati e complessi<br />

di cedimento in<br />

fondazione.<br />

GEOUP ® e GEOROUND ®<br />

sono speciali tipologie di<br />

palo che rivoluzionano i tradizionali interventi di consolidamento<br />

eseguiti con queste metodologie: sono<br />

meno invasivi, più veloci e più economici dei sistemi<br />

fino ad ora disponibili sul mercato. Entrambi<br />

sono immediatamente<br />

attivi, in virtù del<br />

precarico effettuato su<br />

ogni singolo palo prima<br />

del collegamento finale<br />

alla struttura.<br />

Le macchine e l’operatività necessarie per l’installazione<br />

non richiedono estrazione di fanghi o realizzazione<br />

di getti, quindi si differenziano notevolmente dalle<br />

tradizionali modalità di palificazione, risultando<br />

decisamente meno invasive.<br />

GEOUP ® è uno speciale palo pressoinfisso ideale<br />

per la stabilizzazione e il sollevamento di strutture e<br />

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pavimentazioni esistenti.<br />

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e sollevare fondazioni<br />

di strutture esistenti, per la realizzazione<br />

di tiranti, ed è applicabile<br />

anche nelle nuove costruzioni.<br />

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e migliaia di casi brillantemente<br />

risolti in tutto il mondo<br />

attestano l’affidabilità e l’efficacia<br />

di questi innovativi sistemi.<br />

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l’attivazione immediata della fondazione ed il recupero<br />

delle quote, qualora questo sia l’obiettivo<br />

da perseguire, sono solo alcune delle interessanti<br />

caratteristiche di GEOUP ® e GEOROUND ® .<br />

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N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 31<br />

NEWS ǀ Made A cura di Patrizia Ricci - Imready<br />

Intervista a Giovanni Plizzari,<br />

Presidente CTE<br />

Con il Forum della Tecnica delle Costruzioni<br />

per la prima volta si crea un<br />

ponte tra mondo della progettazione e<br />

una manifestazione fieristica: quali<br />

sono secondo lei i valori che possono<br />

emergere da una collaborazione di<br />

questo tipo?<br />

<strong>La</strong> mia impressione è che, negli ultimi<br />

anni, la ricerca universitaria italiana abbia<br />

fatto grandi progressi nel settore dei<br />

materiali e delle tecnologie per le costruzioni,<br />

tanto che i risultati ottenuti<br />

sono riconosciuti a livello internazionale.<br />

Ne è una dimostrazione la presenza di diversi docenti<br />

italiani nei comitati scientifici delle principali<br />

conferenze internazionali del settore.<br />

<strong>La</strong> ricerca ha consentito di sviluppare materiali pronti<br />

a rispondere alle principali esigenze delle costruzioni,<br />

tra le quali si possono citare certamente la sicurezza<br />

nei confronti di possibili terremoti e l’esigenza<br />

di realizzare costruzioni sostenibili anche nel<br />

senso di ridurre i costi di manutenzione; ciò è possibile<br />

garantendo una elevata durabilità alla struttura.<br />

Questo tema è stato molto dibattuto negli ultimi anni<br />

ed è ora diventato cogente nel senso che la nuova<br />

normativa tecnica per le costruzioni, il DM 14-1-<br />

2008, impone che le strutture abbiano una vita utile<br />

non inferiore ai 50 anni, che diventano 100 per le<br />

grandi infrastrutture, durante la quale non sono ammesse<br />

manutenzioni straordinarie.<br />

Temo che il mondo del lavoro in generale e delle costruzioni<br />

in particolare abbia recepito solo in minima<br />

parte queste innovazioni, preoccupato troppo<br />

spesso di ridurre i costi di produzione dimenticando<br />

il valore aggiunto rappresentato dalla qualità del prodotto.<br />

In sostanza, la mia impressione è che il mondo della<br />

ricerca e il mondo delle costruzioni abbiano percorso<br />

due strade parallele, con pochissime interazioni.<br />

Il Forum di Tecnica delle Costruzioni rappresenta, a<br />

mio parere, una grande opportunità di incontro tra<br />

i due mondi, in modo da unire le due strade a vantaggio<br />

di tutti: quella dell’università, che ha necessità<br />

di conoscere i bisogni ed i problemi specifici<br />

dei cantieri, e quella delle imprese di costruzione<br />

che non possono rinunciare all’innovazione tecnologica<br />

in un paese che deve guardare avanti ed essere<br />

sempre più competitivo con la concorrenza<br />

estera.<br />

Il recente terremoto de L’Aquila rappresenta un bellissimo<br />

esempio di come il nostro Paese possa trarre<br />

vantaggio dal supporto offerto dall’università; infatti,<br />

la collaborazione attivata alcuni anni fa tra la<br />

protezione civile e la rete di laboratori universitari<br />

ReLUIS ha permesso di offrire un valido aiuto alla<br />

Protezione Civile nella gestione dell’emergenza post<br />

terremoto e nella definizione delle unità residenziali<br />

antisismiche che, in pochissimo tempo, sono state<br />

messe a disposizione di chi era costretto a vivere<br />

nelle tendopoli.<br />

Al centro del Forum un Comitato<br />

Scientifico prestigioso: quale è stato<br />

il ruolo svolto all'interno della manifestazione?<br />

Il Forum di Tecnica delle Costruzioni<br />

si avvale dell’apporto di un comitato<br />

scientifico del quale fanno parte alcuni<br />

docenti universitari esperti per diversi<br />

materiali, come il calcestruzzo, l’acciaio,<br />

il laterizio o il legno, e per le numerose<br />

tecnologie che caratterizzano<br />

il mondo delle costruzioni. Tutti i<br />

membri del Comitato Scientifico sono<br />

docenti di riconosciuta fama nazionale e internazionale<br />

e sono considerati tra i maggiori esperti nel<br />

mondo della ricerca nel settore delle costruzioni in<br />

generale e dell’ingegneria strutturale in particolare.<br />

Al Comitato Scientifico è chiesto di valutare le proposte<br />

fatte dalle diverse aziende per la mostra dei<br />

prodotti in modo da presentare ai visitatori solo proposte<br />

caratterizzate da un elevato contenuto tecnologico,<br />

prodotti che saranno presenti e che potranno<br />

essere toccati con mano dal pubblico.<br />

Lo stesso Comitato Scientifico ha anche la responsabilità<br />

di controllare la “Borsa dei progetti di ricerca”,<br />

nell’ambito della quale i diversi centri di ricerca potranno<br />

mostrare al pubblico le potenzialità offerte al<br />

mondo delle costruzioni. Non dobbiamo infatti dimenticare<br />

che le università rappresentano un servizio<br />

pubblico e che le facoltà di ingegneria, in particolare,<br />

possono veramente rappresentare una risorsa per le<br />

aziende che vogliono migliorare i loro prodotti. Ad<br />

oggi, non è possibile pensare a strutture di ricerca<br />

d’avanguardia all’interno delle aziende di costruzione.<br />

In un programma molto ampio, cosa a suo parere<br />

va evidenziato per l'ingegnere che desidera partecipare<br />

alla manifestazione?<br />

Credo che il mondo degli ingegneri e dei professionisti<br />

abbia bisogno di recepire l’innovazione in un<br />

contesto ampio nel quale vengono messe a confronto<br />

tutte le proposte tecniche. A mio parere è sempre<br />

più diffuso un forte senso di insofferenza nei confronti<br />

di proposte meramente commerciali che puntano<br />

a proporre un prodotto dicendo semplicemente<br />

“è il migliore”, magari cercando di accattivare l’attenzione<br />

dei professionisti con un aperitivo o una cena<br />

al termine di una presentazione commerciale.<br />

Il professionista ha bisogno di certezze tecniche sulla<br />

qualità e l’affidabilità dei prodotti, anche perché è<br />

lui stesso a risponderne in prima persona, in ambito<br />

civile o penale quando è messa in discussione la sicurezza<br />

delle costruzioni.<br />

Nel visitare gli spazi dedicati al Forum di Tecnica delle<br />

Costruzioni del MADE expo, il professionista potrà<br />

trovare certamente proposte vagliate dal Comitato<br />

Scientifico per garantirne la qualità. Gli stessi professionisti<br />

potranno anche parlare direttamente con<br />

le aziende ed i centri di ricerca che potranno fornire<br />

tutte le informazioni richieste.<br />

Intervista ad Andrea Negri,<br />

Presidente Made Eventi<br />

Presidente, il MADE expo nelle prime<br />

due edizioni si è connotato come<br />

evento centrale del complesso mondo<br />

dell’architettura. I programmi della<br />

nuova edizione evidenziano però<br />

una crescente attenzione al mondo<br />

della progettazione e delle imprese.<br />

È solo un’impressione?<br />

Fin dal primo anno, MADE expo, che<br />

nasce dal trasferimento a Milano di<br />

SAIE 2, ha cercato di realizzare una<br />

manifestazione fieristica che avesse<br />

uno sguardo a 360° sul mondo delle<br />

costruzioni. Con il 2010 si porta a<br />

compimento questo percorso di crescita e si completa<br />

il disegno originale. Non bisogna dimenticare<br />

che l’offerta di MADE ha sempre previsto, parallelamente<br />

alla più ampia rassegna espositiva della filiera<br />

dell’edilizia, un palinsesto di convegni e iniziative<br />

speciali che hanno scavalcato i confini del quartiere<br />

fieristico, valorizzando il patrimonio di una città stimolata<br />

dai riflettori internazionali del progetto e della<br />

cultura dell'abitare. Anche quest’anno il programma<br />

collaterale di MADE expo unisce il mondo della produzione<br />

agli approfondimenti culturali, i mercati ai<br />

professionisti, le più evolute soluzioni tecniche a ciò<br />

che è glamour e innovazione.<br />

Il “Forum della Tecnica delle Costruzioni” ne è un<br />

esempio: un evento in cui, per la prima volta in Europa,<br />

la tecnica delle costruzioni diventa argomento<br />

di approfondimento in un appuntamento fieristico,<br />

un’occasione unica di incontro per i progettisti, per<br />

le direzioni lavori, per le imprese e per i committenti,<br />

per trasformare una novità normativa in una soluzione<br />

di rilancio e di valorizzazione della propria attività.<br />

All’interno del programma del 2010 spicca l’evento<br />

dedicato ai borghi, può darci maggiori dettagli?<br />

L’evento “Borghi e centri storici” rappresenta una<br />

scommessa importante per MADE expo e si inserisce<br />

nella visione più ampia del concetto di Fiera. L’intento<br />

di MADE expo è infatti quello di realizzare una<br />

manifestazione che non coinvolga solo le aziende del<br />

settore ma anche il mondo politico e quello economico<br />

senza trascurare l’aspetto culturale. Queste infatti<br />

sono le tre realtà che ruotano intorno al mondo delle<br />

costruzioni. L’evento, che in un’innovativa ottica<br />

Ingressi<br />

Porta Sud,<br />

Porta Est,<br />

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Accredito press<br />

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Porta Sud<br />

Centro Servizi - Primo Piano<br />

multidisciplinare, offrirà tematiche,<br />

prodotti e soluzioni attinenti la riqualificazione<br />

e la valorizzazione dei piccoli<br />

contesti urbani, ovvero dei centri storici<br />

che rappresentano e raccontano una<br />

cultura ed un patrimonio identitario,<br />

vuole quindi rappresentare lo “stato<br />

dell’arte” relativo alle oltre 5.000 piccole<br />

realtà urbane del nostro Paese e dei<br />

centri storici in generale, puntando alla<br />

creazione di un’“agorà” dove sarà possibile<br />

scambiare esperienze e contattare<br />

tutti i protagonisti che con diversi<br />

ruoli operano attivamente per contribuire<br />

alla loro valorizzazione. Sarà l’occasione per<br />

enti pubblici, realtà imprenditoriali, agenzie di sviluppo,<br />

progettisti, imprese immobiliari, operatori turistici,<br />

operatori finanziari, associazioni, per conoscere<br />

ed approfondire, in un’ottica di sviluppo sostenibile,<br />

le grandi opportunità offerte dal settore come nuovo<br />

prodotto del “Made in Italy” e ad avere una visione<br />

assolutamente esaustiva dei servizi, dei prodotti e<br />

delle nuove tecnologie dedicate.<br />

MADE ed EXPO 2015: quali punti di contatto tra la<br />

manifestazione fieristica e l’importante appuntamento<br />

del 2015?<br />

I punti di contatto ci sono e sono molto forti. L’esposizione<br />

mondiale rappresenta una vetrina che si<br />

confronta con tutti i Paesi del mondo.<br />

Dato che, indubbiamente, il settore delle costruzioni<br />

svolge un ruolo importante nell’economia di una nazione,<br />

è logico pensare che una manifestazione come<br />

MADE expo che, a livello internazionale, si afferma<br />

come appuntamento importante ed unico per il<br />

settore edilizio e luogo privilegiato di progettualità,<br />

innovazione, sviluppo tecnologico e sostenibilità,<br />

presenti un trait d’union molto forte con Expo Milano<br />

2015. Quest’ultimo ha avviato una collaborazione<br />

strategica con MADE expo per comunicare al mondo<br />

del progetto, dell’architettura, dell’edilizia e delle costruzioni,<br />

le fasi di avanzamento dei lavori del Masterplan<br />

di ExpoMilano 2015.<br />

MADE expo sarà quindi interlocutore privilegiato per<br />

il mondo dell’edilizia ospitando in tutte le occasioni<br />

di promozione della manifestazione in Italia e all’estero,<br />

la promozione delle tematiche di Expo 2015.<br />

Date 3-6 Febbraio 2010<br />

Orari 9.00 - 18.00<br />

Luogo<br />

Nuovo Quartiere Fiera Milano, Rho<br />

Strada Statale del Sempione 28<br />

20017 Rho - Milano<br />

Entrata Fiera Milano- Rho<br />

Metro: Linea 1, fermata Rho-Fiera Milano<br />

Autostrada:<br />

Uscita Fiera Milano Rho<br />

IL PROGRAMMA DEI CONVEGNI E DEGLI EVENTI DEL FORUM DELLA TECNICA DELLE COSTRUZIONI<br />

PROGRAMMA ISTITUZIONALE<br />

■ INAUGURAZIONE<br />

Piastra Sismica della Protezione Civile<br />

Mercoledì 3 febbraio – PAD. 6<br />

■ CONVEGNO TECNICO – SCIENTIFICO<br />

<strong>La</strong> <strong>sfida</strong> delle prestazioni<br />

Organizzato dal Comitato Scientifico del FORUM<br />

Mercoledì 3 febbraio, ore 10.30<br />

ARENA del FORUM<br />

PROGRAMMA TECNICO<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

Travi PREM - Finalmente le regole procedurali<br />

e tecniche per la loro progettazione ed esecuzione<br />

Organizzato da ASSOPREM in collaborazione con il MADE EXPO 2010<br />

Mercoledì 3 febbraio, ore 9.30<br />

sala KAPPA piano ammezzato PAD 6<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

Il problema dello scartellamento nelle pavimentazioni industriali<br />

Organizzato da ATECAP in collaborazione<br />

con il MADE EXPO 2010<br />

Mercoledì 3 febbraio, ore 10 - sala FORUM del PAD 2<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

Murature eco-sostenibili ed antisismiche secondo<br />

le nuove Normative Tecniche GASBETON:<br />

il sistema costruttivo del Gruppo RDB<br />

Organizzato da RDB<br />

Mercoledì 3 febbraio, ore 14 - sala ARIES del Centro Servizi<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

<strong>La</strong> programmazione e la progettazione<br />

degli stadi e degli edifici sportivi<br />

Organizzato dalla rivista Impianti Sport Verde Piscina<br />

e dal Giornale dell’Ingegnere in collaborazione<br />

con il MADE EXPO 2010<br />

Mercoledì 3 febbraio, ore 14 - sala KAPPA piano ammezzato PAD 6<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

Gli interventi sugli edifici esistenti (cap. 8)<br />

e i dissesti pseudo-strutturali<br />

Organizzato da ATE in collaborazione con il MADE EXPO 2010<br />

Mercoledì 3 febbraio, ore 14.30<br />

sala KAPPA piano ammezzato PAD 6<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

Le linee Guida nazionali per la certificazione <strong>energetica</strong> degli<br />

edifici e il Piano Casa: Soluzioni progettuali e corretta esecuzione<br />

in cantiere del sistema edificio impianto. Agevolazioni fiscali<br />

55%. Le risposte dell’agenzia delle entrate.<br />

Organizzato da SINERGIE MODERNE NETWORK in collaborazione<br />

con il MADE EXPO 2010<br />

Giovedì 4 febbraio, ore 9.30 – AUDITORIUM<br />

■ INAUGURAZIONE della MOSTRA/EVENTO<br />

Prodotti e sistemi innovativi di ingegneria strutturale<br />

Mercoledì 3 febbraio, ore 14.00 - ARENA del FORUM<br />

■ CONFERENZA DI APERTURA DEL FORUM<br />

DELLA TECNICA DELLE COSTRUZIONI<br />

L’innovazione tecnica: motore del mercato delle costruzioni<br />

Organizzata da Federcostruzioni e MADE EXPO<br />

Mercoledì 3 febbraio, ore 14.30<br />

ARENA del FORUM<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

<strong>La</strong> Sostenibile leggerezza del legno.<br />

Il legno protagonista della ricostruzione in Abruzzo<br />

Organizzato da PROMOLEGNO<br />

in collaborazione con ASSOLEGNO<br />

Giovedì 4 febbraio, ore 9.30<br />

sala TAURUS del Centro Servizi<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

<strong>La</strong> progettazione degli edifici verticali<br />

L’evoluzione tecnica e progettuale su esperienze internazionali<br />

Organizzato dal Giornale dell’Ingegnere in collaborazione con il<br />

MADE EXPO 2010<br />

Giovedì 4 febbraio, ore 10.15<br />

sala KAPPA piano ammezzato PAD 6<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

Calcestruzzi ad alte prestazioni per tutti i cantieri<br />

Organizzato dal CTE in collaborazione<br />

con il MADE EXPO 2010<br />

Giovedì 4 febbraio, ore 14 - sala FORUM del PAD 2<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

L’evoluzione della normativa tecnica europea sul calcestruzzo<br />

Le nuove disposizioni per Produttori, Prescrittori, Imprese e Direttori<br />

<strong>La</strong>vori<br />

Organizzato da ATECAP in collaborazione con il MADE EXPO 2010<br />

Giovedì 4 febbraio, ore 14.30<br />

sala ARIES del Centro Servizi<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

Le trasformazioni del territorio<br />

e l’ammodernamento delle infrastrutture<br />

Organizzato da AUTODESK<br />

Giovedì 4 febbraio, ore 15.00<br />

sala KAPPA piano ammezzato PAD 6<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

L’acustica nelle costruzioni<br />

Organizzato da SE SISTEMI EDITORIALI<br />

in collaborazione con BUREAU VERITAS ITALIA<br />

Venerdì 5 febbraio, ore 10<br />

Sala SAGITTARIUS del Centro Servizi<br />

■ PRESENTAZIONI TECNICHE nella MOSTRA/EVENTO<br />

Prodotti e sistemi innovativi di ingegneria strutturale<br />

Presentazione delle tecnologie esposte<br />

Giovedì 4 febbraio, ore 10 - 17 - ARENA del FORUM<br />

■ CONVEGNO TECNICO – SCIENTIFICO<br />

L’ingegneria per la sostenibilità<br />

Organizzato dal Comitato Scientifico del FORUM<br />

Giovedì 4 febbraio, ore 10.30<br />

AREA FORUM del PAD 2<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

L’industrializzazione edilizia al Servizio delle imprese<br />

Organizzato dal CTE in collaborazione<br />

con il MADE EXPO 2010<br />

Venerdì 5 febbraio, ore 10<br />

sala KAPPA piano ammezzato PAD 6<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

L’acustica nelle costruzioni<br />

Organizzato da SE Sistemi Editoriali e Bureau Veritas<br />

Venerdì 5 febbraio, ore 10<br />

sala SAGITTARIUS del Centro Servizi<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

<strong>La</strong> Costruzione a Secco per l’edilizia sostenibile e industrializzata<br />

Organizzato da AIPPEG – Associazione Italiana Produttori Pannelli<br />

ed Elementi Grecati<br />

Venerdì 5 febbraio, ore 10.15<br />

sala GAMMA del Centro Servizi<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

Trasmittanza termica e isolamento acustico:<br />

le prestazioni del futuro<br />

Organizzato da Confartigianato LEGNO ARREDO<br />

Venerdì 5 febbraio, ore 14.00<br />

sala SCORPIO del Centro Servizi<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

Norme Tecniche per le Costruzioni e progettare sostenibile: garantire<br />

le prestazioni dei prodotti. Le responsabilità di progettisti,<br />

direttori lavori, produttori ed imprese.<br />

Promosso da ICMQ – Istituto di Certificazione e Marchio di Qualità<br />

per Prodotti e Servizi per le Costruzioni. Organizzato da SINERGIE<br />

MODERNE NETWORK<br />

Venerdì 5 febbraio, ore 14.00<br />

sala GEMINI del Centro Servizi<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

Durabilità e Vita Utile delle Strutture<br />

Organizzato da AICAP e da American Concrete<br />

Institute (ACI) Italy Charter in Chapter<br />

Venerdì 5 febbraio, ore 14.00 - sala FORUM del PAD 2<br />

■ CONVEGNO TECNICO – SCIENTIFICO<br />

Progettare opere a prova di incendio<br />

Organizzato dal Comitato Scientifico del FORUM<br />

Venerdì 5 febbraio, ore 10.30 - AREA FORUM del PAD 2<br />

■ CONVEGNO TECNICO – SCIENTIFICO<br />

Intervenire sulle costruzioni esistenti in zona sismica:<br />

Metodi e tecniche innovative di intervento<br />

Organizzato dal Comitato Scientifico del FORUM<br />

Sabato 6 febbraio, ore 10.30 - AREA FORUM del PAD 2<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

Problemi e criticità nell’applicazione<br />

delle Norme Tecniche per le Costruzioni<br />

Organizzato da ATE in collaborazione<br />

con il MADE EXPO 2010<br />

Venerdì 5 febbraio, ore 14.15<br />

ARENA del FORUM<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

Materiali e norme tecniche per le costruzioni<br />

Organizzato da SE Sistemi Editoriali<br />

e Bureau Veritas<br />

Venerdì 5 febbraio, ore 14.30<br />

sala SAGITTARIUS del Centro Servizi<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

Model Data for performance analysis:<br />

le Soluzioni Autodesk per la progettazione sostenibile<br />

Organizzato da AUTODESK<br />

Venerdì 5 febbraio, ore 15.00<br />

sala KAPPA piano ammezzato PAD 6<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

Innovazioni tecnologiche per l’esecuzione<br />

delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni in C.A.<br />

Organizzato da TECNOCHEM ITALIANA<br />

Sabato 6 febbraio, ore 9.00<br />

sala MARTINI del Centro Servizi<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

Monitoraggio e controllo di strutture,<br />

ponti e viadotti mediante sistemi a fibra ottica<br />

Organizzato da AIPnD in collaborazione<br />

con il MADE EXPO 2010<br />

Sabato 6 febbraio, ore 9.30<br />

sala KAPPA piano ammezzato PAD 6<br />

■ CONVEGNO TECNICO<br />

Certificazione del personale addetto al controllo in campo civile<br />

ed industriale<br />

Organizzato da AIPnD in collaborazione<br />

con il MADE EXPO 2010<br />

Sabato 6 febbraio, ore 14.00 - sala KAPPA piano ammezzato PAD 6


32 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />

Milano Architettura Design Edilizia<br />

MADE expo è un’iniziativa di:<br />

MADE eventi srl<br />

Federlegno Arredo srl<br />

Fiera Milano, Rho 03_06 Febbraio 2010<br />

Costruisci il futuro!<br />

Organizzata da: MADE eventi srl<br />

tel. +39 051 6646624 +39 02 80604440<br />

info@madeexpo.it made@madeexpo.it<br />

Tutto ciò che occorre per creare capolavori<br />

in architettura e edilizia puoi scoprirlo<br />

a MADE expo, la fiera più importante del settore<br />

Promossa da:<br />

www.madeexpo.it<br />

Ministero per la semplificazione normativa

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