Efficienza energetica e politica ambientale La sfida dell'innovazione ...

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2 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010 1563 Fondato nel 1952 www.giornaleingegnere.it QUINDICINALE DI INFORMAZIONE PER INGEGNERI E ARCHITETTI Direttore responsabile Carlo Valtolina Presidente del Collegio Ingegneri e Architetti di Milano Vicedirettore Pierangelo Andreini ____________________________ Direttore scientifico-culturale Giulio Galli ____________________________ Assistente al direttore Franco Ligonzo Comitato di gestione Adriano De Maio, Patrizia Giracca, Anna Semenza, Carlo Valtolina, Gilberto Ricci Comitato Scientifico Culturale AREA STRATEGICA Sergio Barabaschi, Vittorio Coda, Alberto Quadrio Curzio, Adriano DeMaio, Giacomo Elias, Giuseppe Lanzavecchia, Giovanni Nassi, Massimo Saita AREA FORMAZIONE, RICER- CA E INNOVAZIONE Umberto Bertelè, Maurizio Cumo, Walter Niccodemi, Aldo Norsa, Lucio Pinto, Michele Presbitero, Umberto Ruggiero, Claudio Smiraglia, Cesare Stevan AREA TECNICA, ECONOMICA, NORMATIVA E PROFESSIONALE Mario Abate, Pierangelo Andreini, Guido Arrigoni, Giancarlo Bobbo, Gianmario Bolloli, Sergio Brofferio, Giuseppe Callarame, Vittorio Carnemolla, Franco Cianflone, Sergio Clarelli, Piercarlo Comolli, Antonio De Marco, Gabriele Di Caprio, Mario Ghezzi, Gian Carlo Giuliani, Leopoldo Iaria, Franco Ligonzo, Ernesto Pedrocchi, Giovanni Rigone, Michele Rossi, Alberto Rovetta, Angelo Selis, Giorgio Simeone, Franco Sironi, Andrea Sommaruga, Francesco Tozzi Spadoni, Giorgio Valentini Direttore editoriale Pierfrancesco Gallizzi ____________________________ Redazione Responsabile: Sandra Banfi Davide Canevari Roberto Di Sanzo Patrizia Ricci Comitato d’onore Edoardo Bregani, Vittore Ceretti, Adolfo Colombo, Riccardo Pellegatta, Fabio Semenza, Gianni Verga Presidenti degli Ordini e Collegi abbonati al Giornale dell’Ingegnere Di diritto componenti del Comitato Scientifico Culturale “Area Tecnica, economica, normativa e professionale” Collegio ingegneri di Pavia: Giovanni Rigone; Collegio ingegneri di Venezia: Franco Pianon Ordini ingegneri: Alessandria: Gregorio Marafioti; Aosta: Michel Grosjacques; Belluno: Luigi Panzan; Bergamo: Donatella Guzzoni; Biella: Renato Bertone; Brindisi: Erminio Elia; Caserta: Vittorio Severino; Catanzaro: Salvatore Saccà; Como: Manlio Cantaluppi; Cremona: Adriano Faciocchi; Cuneo: Adriano Gerbotto; Forli’-Cesena: Lucio Lelli; Imperia: Pino Domenico; Lecco: Teodoro Berera; Lodi: Angelo Pozzi; Mantova: Tommaso Ferrante; Milano: Gianfranco Agnoletto; Monza: Piergiorgio Borgonovo; Napoli: Luigi Vinci; Novara: Giancarlo Ferrera; Parma: Angelo Tedeschi; Pavia: Giampiero Canevari; Piacenza: Fabrizio Perazzi; Reggio Emilia: Piero Antonio Gasparini; Sondrio: Enrico Moratti; Torino: Ilario Cursaro; Trento: Alberto Salizzoni; Treviso: Vittorino Dal Cin; Varese: Roberta Besozzi; Verbania: Alberto Gagliardi; Vercelli: Guido Torello; Verona: Mario Zocca. Hanno collaborato a questo numero: Gianangelo Camona, Bruno Ciborra, Giuseppe Fumarola, Luca Iannantuoni, Giuseppe Lanzavecchia, Anna Magrini, Giovanni Manzini, GianBattista Zorzoli Proprietà Editoriale Società di Servizi del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano S.r.l. corso Venezia 16 - 20121 Milano ____________________________ Casa Editrice IMREADY Srl Strada Cardio, 4 47891 Galazzano – RSM Tel. 0549.901003 Fax 0549.909096 ____________________________ Direzione, redazione, segreteria corso Venezia 16 - 20121 Milano tel. +39 0276011294 tel. +39 0276003509, fax +39 0276022755 redazione@giornaleingegnere.it http://www.giornaleingegnere.it Pubblicità IDRA SA Strada Cardio, 4 47891 Galazzano – RSM Tel. 0549.909090 Fax 0549.909096 ____________________________ Autorizzazione: Segreteria di Stato Affari Interni Prot. n. 2346/75/2008 del 12 dicembre 2008. Copia depositata presso il Tribunale della Rep. Di San Marino. ____________________________ Autorizzazione: Segreteria di Stato Affari Interni Prot. n. 926/75/2009 del 11 maggio 2009. Copia depositata presso il Tribunale della Rep. di San Marino © Copyright by Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano Gli articoli e le note firmate esprimono l’opinione dell’autore, non necessariamente quella del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, e non impegnano l’Editore e la Redazione. L’invio di immagini e testi implica l’autorizzazione dell’autore alla loro pubblicazione a titolo gratuito e non dà luogo alla loro restituzione, anche in caso di mancata pubblicazione. La direzione si riserva il diritto di ridimensionare gli articoli pervenuti, senza alterarne il contenuto e il significato globale. Progetto grafico, fotocomposizione S.G.E. Servizi Grafici Editoriali via Rossini, 2 - Rivolta d’Adda Tel. 0363 371 203 - Fax 0363 370 674 Stampa e distribuzione Poligrafici - Grafica Editoriale Printing Srl Via Enrico Mattei 106 40138 Bologna Oltre agli Abbonati individuali Il Giornale dell’Ingegnere viene distribuito: • agli iscritti agli Ordini degli Ingegneri delle province di Alessandria, Aosta, Belluno, Bergamo, Biella, Brindisi, Caserta, Catanzaro, Como, Cremona, Cuneo, Forlì-Cesena, Imperia, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Monza e Brianza, Napoli, Novara, Parma, Pavia, Piacenza, Reggio Emilia, Sondrio, Torino, Trento, Treviso, Varese, Verbania,Vercelli e Verona; • agli iscritti ai Collegi degli Ingegneri di Pavia e Venezia; • agli iscritti al Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano; • agli iscritti alle Associazioni aderenti all’ANIAI (Associazione Nazionale Ingegneri e Architetti Italiani); • alle Associazioni professionali, ai principali Enti tecnici e Industrie nazionali, ad alcuni istituti scolastici medi superiori, ad alcune sedi Universitarie. Con la collaborazione istituzionale di: ASSOBETON, ASSOLEGNO, ASSOVETRO, ATECAP, UNCSAAL DI QUESTO NUMERO SONO STATE DIFFUSE 85.000 COPIE LAVORO E MANAGEMENT Nuova ISO 9004, strumento utile per misurare il livello del proprio successo DOTT. ING. GIOVANNI MANZINI Nel novembre scorso l’ISO ha pubblicato l’aggiornamento della norma ISO 9004:2009. La nuova edizione contiene numerose novità che sono state introdotte per interagire in modo sempre più efficiente con il contesto economicoproduttivo, per identificare le aspettative di tutte le parti interessate (clienti, proprietà, dipendenti, autorità, fornitori, sindacati...), per raggiungere e mantenere i risultati desiderati fornendo una risposta equilibrata a tali aspettative. La nuova ISO 9004 mette a disposizione del management uno strumento di diagnosi del proprio livello di successo (tramite alcune metodologie di autovalutazione) e di guida nelle aree di miglioramento. Si ricorda che la ISO 9004 edizione 2000 rappresentava una guida per le organizza- “La società ha fame di ingegneri ma l’offerta è meno di un terzo”. Apriva così Il Giornale dell’Ingegnere del 15 gennaio 1990, ospitando in bella evidenza la relazione di Claudio Ferrari, presidente della Foster Wheeler Italiana, presentata nel corso del convegno nazionale di impiantistica industriale dal tema “Europa 2000: una sfida per l’impiantistica”. Il documento trattava della mancanza cronica di professionisti del settore, a fronte di una richiesta quasi tripla rispetto all’offerta. Tant’è vero che l’ingegner Ferrari aveva esordito lanciando “un grido di allarme sulla drammatica mancanza di ingegneri”. Drammatico era la parola giusta da usare in tale contesto in quanto, stando ai dati presentati da Ferrari, la domanda di ingegneri da parte delle aziende era di oltre 20 mila unità all’anno, mentre alla fine degli anni ’80 e agli inizi dei ’90 se ne laureavano in media circa 600. Un altro dato sconfortante era il seguente: “Alla già scarsa scolarità universitaria, con ancora più scarsa iscrizione a ingegneria, l’università italiana fa corrispondere una ulteriore carente produttività, accanto ad un 30% di fuori corso endemico, corrispondente al modesto Tariffe Abbonamenti zioni che, andando oltre i requisiti contenuti nella ISO 9001:2000, intendessero prendere in esame l’efficacia e l’efficienza del proprio sistema di gestione per la qualità e le potenzialità per il miglioramento delle proprie prestazioni, sviluppando in tale direzione ciascuno dei conte- il GIORNALE dellʼINGEGNERE ǀ gennaio 1990 Accadeva 20 anni fa Annuale ___________________________________ Euro 25 Studenti iscritti alle facoltà di ingegneria e architettura del 5° anno promozionale per un anno ___________________ Euro 15 Collettivi (minimo 50 abbonamenti) ____________ Euro 10 Estero ____________________________________ Euro 30 PER INFORMAZIONI E ABBONAMENTI RIVOLGERSI A: IMREADY Srl Strada Cardio, 4 47891 Galazzano - RSM Tel. 0549.941003 Fax 0549.909096 www.imready.it info@imready.it nuti della ISO 9001:2000. Nove anni dopo, la nuova ISO 9004 non risponde solo alla necessità di un riallineamento con il mutato scenario economico-sociale per stare al passo con i tempi, ma, attraverso una lettura prospettica del rapporto organizzazione-contesto,costitui- risultato di circa 78 mila laureati annui su 250 mila iscritti. Tasso di mortalità del 70%. Per ogni 100 studenti nuovi iscritti se ne laureano all’incirca 30 (…) Tra i pochi laureati ancora più esigui sono gli ingegneri, in drammatica diminuzione. Gli abbandoni sono, per ingegneria, numerosi. Più alti (quasi il doppio) che a medicina”. Le conclusioni dell’ingegner Ferrari, quindi, piuttosto crude e allo stesso tempo allarmanti, fornivano un quadro tutt’altro che roseo per la professione negli anni successivi e – in generale – per l’economia del nostro Paese. “L’università italiana – sottolineava il presidente della Foster Wheeler Italiana – nel 1988 ha prodotto 5.663 ingegneri, praticamente uno ogni 10 mila abitanti, che sono drammaticamente pochi se li confrontiamo con i 6 ogni 10 mila abitanti del Giappone”. Il tutto in un panorama nel quale il mondo delle imprese aveva negli ultimi anni invertito la tendenza, iniziando a richiedere con insistenza professionisti qualificati, soprattutto ingegneri, per cercare di rimanere competitive e concorrenziali a A tutti gli Abbonati foto: Lee Chisholm sce anche una guida per la gestione strategica e operativa delle organizzazioni che desiderano conseguire il successo e mantenerlo nel lungo periodo. La nuova edizione enfatizza in particolare: ■ la prospettiva etico-sociale; ■ la mission e vision dell’organizzazione; ■ l’adattività e la flessibilità, intese come capacità dell’organizzazione di modificare, anche in modo sostanziale, se stessa e i propri prodotti e processi, in risposta alle mutevoli condizioni di rischio/opportunità; ■ il knowledge management; ■ il risk management; ■ l’allineamento e il collegamento con gli altri sistemi di gestione adottati dall’organizzazione; ■ la capacità di trasformare le strategie in azioni concrete e correlare i risultati agli obiettivi. livello mondiale. E allora, che fare? Le proposte dell’ingegner Ferrari per porre rimedio ad una situazione difficile erano pensate sia per il breve che per il lungo periodo. Più interessanti, per quanto si è verificato in futuro, valutare le risposte a mediolungo raggio. Innanzitutto, “aumentare il numero di neoingegneri, diminuendo nel contempo la ‘mortalità’ che avviene durante il periodo di università”. E poi, ecco la grande intuizione: “Creazione di nuovi ingegneri di ‘primo livello’, una figura di professionista con diploma universitario intermedio, già largamente diffusa in tutta Europa”. Una soluzione adottata negli ultimi anni e che tanto sta facendo discutere. Per qualsiasi segnalazione di errore e variazione di indirizzo, rivolgersi a: PICOMAX SrL Via Borghetto, 1 - 20122 Milano T. 02.77428040 - F. 02.76340836 E-mail: abbonamenti@picomax.it
N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 3 DALLA PRIMA PAGINA│ENERGIA Indagine Ispo: sulla carta l’Italia è pronta a tornare al nucleare segue da pag. 1 Rilevamenti che hanno bocciato a priori l’opzione, enfatizzando come la maggior parte degli italiani sia ancora contraria a un ritorno all’atomo, sono stati seguiti a pochi giorni di distanza da studi che, al contrario, hanno mostrato aperture inattese ad ampia maggioranza. Quest’ultimo è il caso dello studio – presentato a metà novembre - commissionato all’Ispo dall’Associazione italiana nuclearisti. La ricerca dal titolo "Gli italiani e il nucleare", come è stato precisato dagli autori, è stata realizzata con l’obiettivo di indagare la percezione del problema energetico in Italia, il livello di informazione circa la posizione dell’Italia rispetto all’impiego dell’energia nucleare, le opinioni della popolazione circa l’impiego e la produzione di energia nucleare come soluzione alternativa al problema energetico. I risultati finali sembrano dare ragione alle aspettative del ministro Scajola e paiono delineare un percorso di ritorno al nucleare in Italia più semplice del previsto. “In sintesi – spiegano i ricercatori dell’Ispo – si può dire che il 63 per cento degli italiani dà più rilievo ai benefici derivanti dall’impiego del nucleare, mentre il 37 per cento manifesta posizioni più critiche”. Parrebbe più di una semplice apertura, quindi... “L’indice sintetico - precisa lo studio dell’Ispo - è stato calcolato conteggiando le opinioni favorevoli al nucleare espresse dagli intervistati alle domande proposte. Sono stati esclusi dal calcolo dell’indice tutti coloro che non sono mai stati in grado di esprimere un’opinione”. Vale la pena, a questo punto, riprendere dall’inizio il percorso che ha portato a questo pronunciamento, cercando di evidenziare alcune asimmetrie e criticità. Rispetto ad altre ricerche che hanno preso subito il problema di petto (siete favorevoli o contrari all’energia nucleare?) in questo caso c’è stata una sapiente strategia di avvicinamento, partendo dal cuore del problema. L’insostenibilità dell’attuale modello energetico italiano. A specifica domanda – si trova d’accordo con l’affermazione che oggi il costo dell’energia è diventato troppo alto – ben il 99 per cento del campione interpellato ha risposto con un sì. Il 95 per cento ha poi riconosciuto come fondamentale pensare sin da ora a fonti di energia diverse da quelle oggi utilizzate perché prima o poi finiranno. Il 92 per cento, infine, ha confermato che le centrali attualmente impiegate in Italia, per la produzione di energia elettrica, sono davvero troppo inquinanti. Certo, alcune domande sono state poste con una innegabile furbizia. Soprattutto in questa fase dell’economia, infatti, è davvero difficile trova- re persone disposte a dichiarare non eccessivo il costo di un servizio, si tratti di energia, telefonia, affitti, o anche della spesa alimentare. La censura dei costi attuali della bolletta era quindi scontata. Lo studio afferma che la maggior parte degli italiani dà più peso ai benefici che non alle criticità di un possibile ritorno all’atomo. Eppure, scendendo nel dettaglio dei numeri emergono alcuni dubbi significativi Allo stesso tempo, appare un po’ troppo generica la domanda sull’inquinamento, soprattutto quando pone nello stesso calderone tecnologie profondamente diverse e con livelli di emissioni non comparabili come la generazione da olio combustibili (peraltro quasi del tutto scomparsa in Italia), da gas (tradizionale o con cicli combinati) e da carbone. Comunque sia, alla fine emerge un plebiscito a favore di una modifica sostanziale dell’attuale quadro di riferimento. Ma in quale direzione? Prima di fare entrare in gioco il nucleare come possibile risposta, sono state poste alcune altre domande proprio sul nucleare. “Abbiamo indagato – proseguono gli esperti dell’Ispo - il livello di informazione della popolazione italiana sul nucleare. Il quadro che è emerso è piuttosto positivo. Non solo gli italiani sanno che, già da tempo, sono attive molte centrali nucleari vicine al confine italiano (80 per cento), Il campione interpellato ma anche che il quadro legislativo italiano si sta muovendo verso un ritorno al nucleare (58 per cento). Un po’meno diffusa, la consapevolezza che l’Italia acquista energia nucleare prodotta in altri Stati: il 49 per cento non ne è al corrente”. In realtà colpisce – negativamente – il fatto che ben 4 italiani (adulti) su dieci non abbiano in alcun modo percepito la volontà di un rinascimento nucleare nonostante questo sia diventato uno degli aspetti più importanti del contraddittorio politico di questi ultimi mesi, anche con un confronto acceso tra governo e Regioni. La percentuale degli informati risulta superiore tra i maschi (74 per cento rispetto al 56 per cento delle femmine), tra gli adulti (mentre si scende al 56 per cento tra gli ultra sessantacinquenni), tra i laureati (78 per cento rispetto al 57 cento di chi non ha titoli di studio o si è fermato alle elementari). Il percorso degli studiosi dell’Ispo, prima di chiedere direttamente agli italiani di prendere una posizione pro o contro, ha cercato di sondare la consapevolezza dei benefici che potrebbero derivare all’Italia dalla produzione di energia nucleare. Questi i dati più significativi emersi: ■ Il 65 per cento degli italiani si è detto d’accordo sul fatto che il nucleare potrebbe ridurrebbe la nostra dipendenza energetica dall’estero; ■ Il 50 per cento che la nostra economia potrebbe beneficiare di un’accelerazione nello sviluppo scientifico e tecnologico; ■ il 56 per cento che per i consumatori potrebbe concretizzarsi una riduzione della spesa. Un’altra vittoria per i nuclearisti. Un buon riscontro in termini di fiducia riguarda anche i livelli di sicurezza delle centrali: il 57 per cento ritiene che le centrali di oggi siano più sicure del passato. Resta, invece, controversa la que- Gli esperti dellʼIspo hanno intervistato per via telefonica un campione di 800 maggiorenni, statisticamente rappresentativo della popolazione residente in Italia per sesso, età, titolo di studio, condizione occupazionale, area geografica di residenza e ampiezza demografica del comune di residenza. Al campione è stato somministrato un questionario di tipo strutturato, composto da domande chiuse. stione dell’inquinamento: meno della metà del campione – il 42 per cento - ritiene che la produzione di energia nucleare in Italia consentirebbe di ridurre l’inquinamento, ma un numero più elevato di italiani – il 49 per cento - non è d’accordo con questa affermazione. Dalla elaborazione di tutte queste risposte si arriva all’affermazione con la quale ha avuto inizio questo articolo: si può dire che il 63 per cento degli italiani dà più rilievo ai benefici derivanti dall’impiego del nucleare, mentre il 37 per cento manifesta posizioni più critiche. Via libera alla posa della prima pietra, quindi? Non proprio. Il passaggio da una posizione di massima a una domanda un po’ più diretta assottiglia subito la schiera dei sostenitori. In definitiva, la popolazione cosa pensa che dovrebbe fare l’Italia, in tema di nucleare? Per il futuro – conclude il rapporto dell’Ispo - la maggioranza relativa del campione, ovvero il 44 per cento del campione, vorrebbe che l’Italia cominciasse anche a produrre energia nucleare... La chiave di lettura sta proprio nell’uso dell’aggettivo relativa. Le risposte alternative hanno in effetti ricevuto meno consensi. C’è stato un 33 per cento di rifiuto categorico sia nei confronti dell’acquisto di energia nucleare prodotta al di fuori dei nostri confini, sia a maggior ragione di una produzione in patria. Ma anche un 16 per cento che si è espresso perché l’Italia continui come sta facendo ora. Quindi, evitando interpretazioni un po’ troppo forzate, che continui a non avere nel proprio mix di generazione Tubi centrifugati h: l’eccellenza nel no-dig h h E Tubi S.r.l. Via Montale 4/5 30030 Pianiga (VE) T +39 041 5952282 F +39 041 5951761 hobas.italy@hobas.com www.hobas.com L’attuale sistema energetico nazionale viene bocciato all’unanimità per costi e livelli di emissioni. Il nucleare potrebbe rappresentare un punto di svolta, anche se tutt’ora spaventa il possibile impatto ambientale foto: Simone Ramella la fonte nucleare! Se si considerano assieme i due valori dei contrari o degli scettici ecco che si raggiunge il 49 per cento. C’è un altro elemento che merita un approfondimento. Il rifiuto categorico al nucleare è apparso trasversale rispetto al livello di informazione sul tema di chi ha risposto. Mentre tra gli informati sul nucleare è risultata maggiore, se pur di poco, la percentuale di chi ha vota in favore della produzione (49 per cento). Tra i non informati cresce la percentuale di chi vuole continuare come si è fatto fino ad oggi (20 per cento rispetto a 16 per cento). Per altro, con un po’ di malizia, si potrebbe anche aggiungere che è stata accuratamente evitata la domanda forse più determinante per giungere al cuore del problema: Al di là di un appoggio di massima, vorreste nel vostro comune di residenza una centrale nucleare? Perché questo è il vero punto di svolta, anche se la ricerca non ne ha parlato è la sindrome Nimby il vero ostacolo tra il dire e il fare. Dunque? L’impressione è che anche questo sondaggio, che sembra disegnare un’Italia sempre più pronta a un ritorno al nucleare, vada preso con una certa cautela, per evitare entusiasmi (o preoccupazioni, dipende dai punti di vista) fuorvianti. Ma, soprattutto, che si debba investire ancora molto in formazione e informazione! Prima di tutto per far sapere – a quel 42 per cento degli italiani che ancora non se ne è accorto – che il governo ha preso precisi impegni nei confronti del nucleare. Poi, per promuovere un più maturo dibattito sulle questioni dei costi, della gestione delle scorie, della localizzazione degli impianti e per sensibilizzare quelle fasce di italiani (i giovanissimi, le casalinghe, i pensionati, i non laureati) che ancora mostrano livelli troppo bassi di conoscenza della materia. E ai quali ha quindi poco senso chiedere di pronunciarsi su un tema che non conoscono affatto.
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