Efficienza energetica e politica ambientale La sfida dell'innovazione ...

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18 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010 SPECIALI TEMATICI SPECIALE INGEGNERIA ANTISISMICA A cura di Gian Carlo Giuliani – n.13 - pagg. 11 - 18 Perché uno Speciale "Ingegneria Antisismica" Gian Carlo Giuliani Principi di resistenza delle strutture al sisma Gian Carlo Giuliani Terremoto in Abruzzo: ricostruire con moderne tecnologie antisismiche Alessandro Martelli Analisi critica dei software Fabio Capsoni, Paolo De Angelis, Gianluca Vesa La previsione dei terremoti e dei loro effetti: scenari di pericolosità sismica dipendenti dal tempo G.F. Panza, A. Peresan, F. Vaccari Costruzioni: la qualità del progetto e i danni sismici Beppe Luraschi e Pierpaolo Cicchiello Resistenza delle strutture: i dispositivi di isolalmento sismico Agostino Marioni Armatura a traliccio nei letti di malta: una soluzione efficace per incrementare le prestazioni sismiche degli elementi in muratura Andrea Penna SPECIALE “ACQUA/3” A cura di Franco Ligonzo – n. 14 - pagg. 7 - 12 Rete, manutenzione e materiali Franco Ligonzo L approvvigionamento idrico della città di Milano Riccardo Airoldi Le reti idropotabili: materiali utilizzati, criteri manutentivi e gestionali, contenimento e riduzione delle perdite Stefano Tani Depurazione delle acque: il sistema di Milano Maurizio Brown, Savino Colia L’acciaio inox al servizio dell’acqua potabile Fausto Capelli Dissalazione: aspetti economici presenti e sviluppi futuri Raul Martin UNITA DI MISURA E CONCLUSIONI Potenza dell’impianto: consumi consuntivi o calcolo dei fabbisogni? Paolo Timoni Marco Paolo Inglese Siccità in Italia: illusioni della scienza climatica? Mario Tomasino - Università di Venezia SPECIALE CLIMATIZZAZIONE INVERNALE Le nuove prospettive A cura di Anna Magrini – n. 15 – pagg. 7 - 10 Edifici: prioritaria l'efficienza del riscaldamento Pierangelo Andreini L integrazione edificio-impianto: l'efficienza energetica e le potenzialità di intervento nella riqualificazione Anna Magrini Come raggiungere il comfort termico Francesca Romana D'Ambrosio Le nuove soluzioni impiantistiche nella climatizzazione invernale Valerio Da Bove Le problematiche relative all'inserimento di nuovi impianti nel recupero dell'architettura tradizionale Giovanna Franco L'efficienza dei sottosistemi per l'ottimizzazione delle prestazioni energetiche dell'impianto Marco Cartesegna Le "Linee guida" nazionali sulla certificazione SPECIALE “FOTOVOLTAICO” A cura di Gianni Silvestrini – n. 16 - pagg. 7 - 12 Integrazione nell'edilizia: stato dell'arte in Italia Niccolò Aste Fotovoltaico, tecnologia vincente Gianni Silvestrini Costi e prospettive della tecnologia Arturo Lorenzoni Dove va il fotovoltaico? Il ruolo della ricerca di frontiera Jacopo Tonziello e Francesca Ferrazza Energia solare: sempre pulita, dall'inizio alla fine Riccardo Battisti Un'analisi "ragionata" della guida CEI per la realizzazione di impianti fotovoltaici Emiliano Curina A Scansano un'applicazione nel podere "Le Mandorlaie" Gianemilio Franchini La tecnologia micromorfa: stato dell'arte e futuri sviluppi Sergio C. Bofferio Mario Abate Riccardo Airoldi Andrea Albini Stefania Alessandrini Pierangelo Andreini Alelessandro Aronica Niccolò Aste Giovanni Avico Edoardo M. Azzimonti Sandra Banfi Francesca Baragiola Achille Baratta Giovanna Baratta Benedetta Barozzi Riccardo Battisti Raffaella Bellomini Davide Bertani Enrico Bertè Massimo Bocciolini Andrea Bolondi Sergio Borghi Edoardo Bregani Sergio C. Brofferio Maurizio Brown Lucia Busa Mario Calderini Stefano Calì Danilo Campagna Giorgio Campolongo Luigi Canepari Davide Canevari Fausto Capelli Gianfranco Capponi Fabio Capsoni E. Caracciolo Vittorio Carnemolla Marco Cartesegna Simone Carriero Giancarlo Casarelli Marco Castelli Vittore Ceretti Pierluigi Cerretti Bruno Ciborra Pierpaolo Cicchiello Ferdinando Clarelli Savino Colia Giancarlo Colferai M.C. Collivignarelli Adolfo Colombo Maria Grazia Dotoli Pier Giorgio Confente Renato Drusiani Danilo Corazza Rosa Anna Favorito Maurizio Cossato Giorgio Ferrari Nicola Costantino Francesca Ferrazza Dario Cozzi Filippo Ferroni Maurizio Cumo Maurizio Forcieri Emiliano Curina Gianemilio Franchini Francesca Romana D’Ambrosio Giovanna Franco Valerio Da Bove Gabriella Funaro Andrea Dari Marina Furlanis Paolo De Angelis Paolo Galante Riccardo De Col Pierfrancesco Gallizzi Vincenzo Delacqua Caterina Gargari Roberto Del Nero Franco Gerosa Adriano De Maio Paolo Gianoglio Antonio De Marco Luciano Gioacchini Giuseppe De Marte Gian Carlo Giuliani Donato Di Catino Claudia Gregis Hermann Dieter Luca Iannantuoni Roberto Dini Alessandra Icardi Roberto Di Sanzo Marco Paolo Inglese Andrea Disertori Franco Laner Claudio Donghi Mauro Langfelder SPECIALE “PROGETTARE E COSTRUIRE IN CALCESTRUZZO” A cura di Patrizia Ricci – n. 17 - alle pagg. 7 - 14 Una serie di "speciali" dedicata ai materiali da costruzione Andrea Dari Le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni Intervista a Paolo Riva, Preside della Facoltà di Ingegneria di Bergamo Il danno degli elementi non strutturali a seguito del terremoto dell'Aquila Gaetano Manfredi, Gennaro Magliulo, Vincenzo Pentangelo La scelta del calcestruzzo in funzione del tipo di struttura Roberto Marino Milano e il progetto "Porta Nuova Garibaldi" Danilo Campagna, Alessandro Aronica, Claudia Gregis "Progetto Concrete" come strumento di diffusione delle NTC Andrea Bolondi Nuove frontiere per le prestazioni del CLS Giovanni Plizzari Intervista a Renzo Arletti, nuovo presidente ASSOBETON Simone Carriero SPECIALE “PROGETTARE E COSTRUIRE IN CALCESTRUZZO/2” A cura di Patrizia Ricci – n. 18 - pagg. 7-12 L'importanza dell'aggiornamento per l'ingegnere moderno Marco Savoia Il progetto della Chiesa di San Giacomo a Foligno Stefania Alessandrini Dopo la laurea serve un "giusto approccio" al mondo del lavoro Camillo Nuti Pavimenti per uso industriale post-tesi Sergio Tattoni Il capitolato Pavical, una esigenza dei pavimentatori Massimo Bocciolini Pavimentazioni stradali in calcestruzzo, una scelta per uno sviluppo sostenibile Fabio Miseri Murature in blocchi di CLS aerato autoclavato: fondamentali per la sostenibilità e la sicurezza Paolo Galante SPECIALE “PROPRIETA' INTELLETTUALE” A cura di Filippo Ferroni – n. 19 - pagg. 7 - 11 Asset dell'economia della conoscenza Pierangelo Andreini Brevetti e innovazione tecnologica: prospettive e scenari nel terzo millennio Filippo Ferroni I ventisette volti dell'Europa della ricerca Davide Canevari Quando la creatività rilancia l'economia Roberto Dini Difesa della proprietà intellettuale A colloquio con il giudice Tarantola Franco Ligonzo Il know-how: un viaggio tra gli aspetti di legge più significativi Carlo Sala SPECIALE “PROPRIETA’ INTELLETTUALE/2” A cura di Filippo Ferroni – n. 20-21 - pagg. 7 - 10 Puntare sulla valorizzazione degli intangibles Lucio Ricci, Alessandro Mele Politecnico di Milano Le Università devono esaltare i risultati delle loro ricerche Gianluca Valentini Università La Sapienza di Roma Il primo passo verso un cammino virtuoso: dal laboratorio al mercato Ufficio Valorizzazione, Ricerca e Innovazione Università di Bologna Così proteggiamo e promuoviamo le idee davvero innovative Staff del Knowledge Transfer Office e del Settore di Comunicazione per la Ricerca dell’Alma Mater Studiorum Politecnico di Bari Uno strumento per incrementare il patrimonio dei nostri Atenei Nicola Costantino, Maria Grazia Dotoli Università degli Studi di Firenze L’area ingegneristica rappresenta il 30 per cento dei nostri brevetti Marco Pierini, Alberto Tesi Politecnico di Torino Così si può favorire una nuova imprenditorialità accademica Mario Calderini Università di Brescia Per il futuro, saranno trainanti nanotecnologie e rinnovabili Aldo Zenoni HANNO COLLABORATO NELL’ANNO 2009: Giuseppe Lanzavecchia Romeo La Pietra Franco Ligonzo Arturo Lorenzoni Beppe Luraschi Sergio Luzzi Gennaro Magliulo Anna Magrini Luca Mamprin Gaetano Manfredi Giovanni Manzini Elisa Mariani Travi Roberto Marino Agostino Marioni Alessandro Martelli Raul Martin Francesco Martiroli Giancarlo Marzorati Giovanni Mastino Alessandro Mele Italo Meroni Antonio Migliacci Fabio Miseri Giulio Mizzoni Ralh Mocikat Roberto Moneta Valeria Montanari Claudio Morati Vincenzo Morelli Davide Motta Ivan Mozzi Alessandro Negrini Camillo Nuti Ramòn Pacheco G.F. Panza F. Parozzi Ernesto Pedrocchi Andrea Penna Vincenzo Pentangelo Monica Perego A. Peresan Alberto Pieri Marco Pierini Clara Pistoni Giovanni Plizzari Michele Pugliese Lucio Ricci Patrizia Ricci Paolo Ricciardi Marco Rognoni Marco Rosa Bernardins Enrico Rota Umberto Ruggiero Francesco Sabatini Carlo Sala Samuele Sala Sara Sanviti Gianluigi Sartorio Paolo Sattamino Marco Savoia Mario Scarbocci Angelo Selis Paolo Segala Matteo Seraceni Paolo Silvestri Gianni Silvestrini Paolo Soardo Radu Solomon Andrea Guido Sommaruga Matteo Stella Fabrizio Tallone Stefano Tani Francesco Tarricone Sergio Tattoni Carlo Teoldi Alberto Tesi Paolo Timoni Mario Tomasino Roberto Toninelli Jacopo Tonziello Maria Chiara Torricelli Francesco Tozzi Spadoni Filippo Trifiletti F. Vaccari Gianluca Valentini Carlo Valtolina Franco Velonà Gianluca Vesa Luciano Vianelli Antonio Vidili Pierluigi Villa Matteo Vitali Baldassarre Zaffiro Paola Zampiero S. Zanaboni Aldo Zenoni GiovanBattista Zorzoli
N. 1 - 15 Gennaio 2010 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 19 L’INTERVENTO Il futuro della società è veramente drammatico? PROF. DOTT. GIUSEPPE LANZAVECCHIA Ho letto sul n° 19 del Giornale le osservazioni dell’amico G.B. Zorzoli al mio articolo e sento il dovere di dare alcune brevi risposte. Ci muoviamo in un mondo pieno di incognite, di incertezze e in rapido cambiamento: questo richiede di riferirsi sempre più alla scienza, ossia all’unico sapere che permette il dubbio, e col dubbio la possibilità di “perfezionare” le conoscenze. Solo eccezionalmente di falsificarle, come pretende Popper; la meccanica di Newton è valida ancor oggi e viene usata per costruire praticamente qualunque struttura, mentre quella relativistica serve per andare sulla luna e quella quantistica per fare i transistor. La base della scienza, cioé la sperimentazione, può ritenersi sicura ai fini pratici, mentre qualsiasi soluzione alternativa (intuizione, pseudoscienze come l’omeopatia, pura razionalità, la stessa esperienza) è inaffidabile. Si può usare la scienza per fare ipotesi ma, da fisico teorico positivista penso, con Newton, che le ipotesi contengano sempre aspetti di arbitrarietà (hypotheses non fingo). Così, riguardo al cosiddetto “global warming”, mi irritano gli “aggiustamenti” dovuti alle discussioni con politici e ambientalisti, le cosiderazioni etiche, che la scienza deve ignorare e riguardano comportamento e applicazione, e l’uso di insultare gli avversari, come ricorda Andrew C. Revkin. Per conoscere il clima basta leggere i lavori scientifici: in questa ultima doz- Siamo Siamo Siamo Siamo Siam Siamo Siamo ii ia ia prese prese presenti prese prese prese senti senti enti enti ti ii al al aaal al MADE MAD MAD AD ADE AD AD AD AD AD AD DE DE DEE DE DE DE DE DE DE EEEx EEx E EEx EEx E Expo EEx Ex xpo xpo xpo xpo xpo pooo oo o pad. pad pad ppad. pad ppad pad. . 4 4 stand sstand sstand t nd nd nd nd d D01 D01 D0 D01 D01 D01 0001 00 0 zina di giorni ne ho visti una dozzina, uno, su Nature, dice che la temperatura interglaciale fu, circa 100 000 anni fa, almeno 6°C più alta dell’odierna e che “that there are serious deficiencies in our understanding of climates that are warmer than today's”; mentre Franco Prodi afferma che “il dialogo fra scienziati e politica internazionale, dovrebbe essere un aspetto accessorio”. La complessità rende poco affidabile lo studio dei fenomeni, come nel caso del Global Warming. Tutte le grandi scoperte della scienza hanno mostrato che il mondo è semplice, e che le difficoltà sorgono dall’introduzione di complessità non necessaria, come insegna il rasoio di Ockham. Buona parte degli scienziati non crede al cosiddetto principio di precauzione (in Italia si legga Carlo Bernardini, ma anche altri, tra i quali il sottoscritto); con Umberto Colombo abbiamo scritto che “non ci si può far guidare da ragionamenti a priori, da principi etici, da codici di condotta come il principio di precauzione, ma occorre studiare la natura e capire come essa si comporta”. C’è chi ritiene che ogni evento sia, allo stesso tempo, benefico e rischioso, come insegna Lao Tse. Io mi sono divertito, alcuni anni fa, a trovare di ogni fenomeno ritenuto benefico una possibile applicazione dannosa e, naturalmente, il discorso vale anche per i fenomeni ritenuti dannosi che possono dare benefici (come la botulina). Ho sempre ritenuto la scienza figlia del dubbio e, al riguardo, ho più volte citato una bellis- ASPEN AEROGELSTM nel DNA la forza isolante dell’aerogel +POTERE ISOLANTE: SOLANTE: NTE: 0,014 00,014 014 = RIS RISPARMIO PA ARMIO ENERGETICO - SPESSORE: da 5 fino a 10 mm = RISPARMIO RISP RISPA ARMIO DI SPAZIO SPAAZIO MASSIME PRESTAZIONI PRESTA PRESTAZIONI COSTANTI COSTA ANTI NEGLI ANNI E LUNGA DURATA DURA URAT TA A DEL MATERIALE MAT TERIALE ISOLANTE IISOLANTE IISOLANTE Il Il più ampio arco di temperatura d’impiego da -200 °C a 650 °C per applicazioni criogeniche, edilizia, impiantistica e processi industriali Facile Facile e rapida installazione: installazione : flessibile per tutte le geometrie Sottile Sottile e leggero, leggero , , riduce riduce lo lo spazio spazio per per l’isolamento l’isolamento e e ridimensiona l’apporto logistico Idrofobico Idrofobico ma traspirante: traspirante : elimina l’umidità sotto l’isolamento I PRODOTTI ISOLANTI ASPEN AEROGELS -200 °C -200 °C -200 °C 200 200 °C °C SP SPACELOFT ACELOFT 90 °C CR CRYOGEL YOGEL sima frase di Feynman. L’11 novembre Giulio Busi ha ricordato che "per Jonas solo chi dubita è libero", mentre Freeman Dyson ne “Lo scienziato come ribelle”, in corso di pubblicazione, considera la scienza frutto dell’irriverenza verso i saperi costituiti. Dyson, del resto, si ispira a Feynman: “Come la scienza può vivere senza certezza, così la religione può vivere senza dogma”. Mentre la scienza è figlia del dubbio qualsiasi altro modo di procedere in relazione agli eventi naturali e artificiali è sicuramente inconsistente. La certezza dell’IPCC porta a proporre soluzioni, come il protocollo di Kyoto e seguenti, inutili, dannosi se non ridicoli. Il GW è dovuto in parte rilevante all’uomo, come ritiene anche Bjorn Lomborg, che ha detto: «Secondo alcuni, Obama dovrebbe tagliare le emissioni del 20% rispetto ai livelli del 1990, usando le energie rinnovabili, con un costo superiore all'1% del Pil. Anche se tutto il mondo facesse altrettanto si ridurrebbe la temperatura del pianeta di un ventesimo di grado Fahrenheit per la fine del secolo, al costo di 10mila miliardi di dollari. La Germania ha sovvenzionato i pannelli solari, ma i modelli climatici dimostrano che di qui alla fine del secolo i 156 miliardi di dollari spesi saranno serviti solo a ritardare il riscaldamento globale di un'ora. La maggior parte dei modelli economici mostra che il riscaldamento globale produrrà, di qui alla fine del secolo, danni complessivamente pari a circa il 3% del Pil. Non è trascurabile, ma non è 650 °C PYROGEL AKTAARUS GROUP Sr l - Sede commerciale e logistica: Via Cattaneo , 451 - 24033 Calusco d’Adda (BG) Teel: +39 035 4380368 - F Fax: +39 035 799831 info@aktarusgroup .com - www www.aktarusgroup.com neanche la fine del mondo. Per la fine del secolo, le Nazioni Unite prevedono che la ricchezza del cittadino medio si sarà incrementata del 1400% rispetto a oggi.» Non voglio dilungarmi oltre; ricordo ancora che, nel basso medioevo, un riscaldamento del pianeta superiore a quello attuale e durato oltre 200 anni, fu salutato come un evento felice. Ma l’uomo giudica secondo criteri di convenienza a breve, o etici, o ideologici e comunque utili per convincere – democraticamente – la gente, ma scientificamente inconsistenti. Rispondere al presidente Salvatore Saccà è, al contempo, più semplice e difficile; l’articolo su “Come cambia la nostra società” è la mia risposta: se un paese, un continente, il mondo non sono disposti a cambiare radicalmente in termini culturali, strutturali, operativi essi sono destinati al disastro. Non credo che si stia superando la crisi, e neppure ci credono gli economisti, i politici, gli analisti che lo dichiarano. Certamente il Pil potrà aumentare, si potranno un domani inventare nuovi posti di lavoro, ma soltanto gli individui, i gruppi sociali, i paesi che riusciranno a ricrearsi secondo i nuovi modi di essere – innanzitutto superando la vecchia cultura del saper fare e adottando la nuova basata sulle conoscenze rigorose – riusciranno non solo a sopravvivere ma a riattivare uno sviluppo deciso che lascerà sempre più indietro gli altri incapaci di farlo. Questa evoluzione trova le piccole imprese in buona parte im- preparate e sia chiaro che gli eventuali aiuti finanziari non porteranno alcun giovamento. Tuttavia le piccole imprese non sono condannate a priori: per esse esistono vie e strumenti per tornare ad essere valide e competitive, ma che sono inconsciamente le stesse imprese a non volerle percorrere. Inoltre aree marginali, o marginalizzate, come il Sud del nostro paese, trovano forse maggiori difficoltà (personalmente credo che le regioni del nord e del nord-est, in particolare, siano caratterizzate da rischi maggiori) a trovare i nuovi strumenti dello sviluppo. Ma anche questo dipende dalla propria arcaica cultura: molti paesi del terzo mondo stanno dimostrando che l’essere “arretrati” rispetto alle nuove prospettive non è un handicap, ma può essere addirittura un vantaggio. Vorrei allora qui di seguito dare, sinteticamente, qualche suggerimento di cosa si dovrebbe fare per adeguare il sistema produttivo e tutta la società alla nuova cultura. Innanzitutto occorre un’educazione diversa e più seria, che deve coinvolgere i politici, i media, la scuola, la formazione, l’aggiornamento: la gente è ignorante, la cultura media ha il suo massimo nel saper rispondere ai quiz della televisione. La gente è infarcita da informazioni deformate se non errate, residuo della cultura passata, talvolta addirittura arcaica, che fanno ancora la base del nostro insegnamento; delle credenze dovute all’intuizione, al senso comune, alle ideologie. La scuola insegna nozioni che, 0,014 in buona parte, sono superflue o non servono, mentre ignora tante altre conoscenze – ad esempio quelle che si aggiungono quotidianamente – che sono addirittura ignote ai docenti. Un altro aspetto da considerare è l’incertezza, che non è una novità, che la nuova struttura delle conoscenze sta riducendo, ma che la velocità del cambiamento rende drammatica perché non dà il tempo di decidere o di correggere le decisioni eventualmente prese e risultate inadatte. Come si possono organizzare le piccole imprese per acquisire i vantaggi delle grandi pur conservando la loro tradizionale flessibilità? Consiglio di ricercare i casi nei quali questo è avvenuto e di capire come e perché sono accaduti. Io ne conosco alcuni, altri potranno essere descritti dai lettori del nostro Giornale. Le piccole imprese, più facimente delle grandi, possono poi approfittare delle opportunità casuali: Serendipity (si veda il mio articolo dell’anno scorso “Scienza e ingegneria. Accelerazione della storia e sviluppo” apparso sul Giornale), Effetto ferro di cavallo recentemente studiato da Alain Beattie in “False economy. A surprising economic history of the world”. Poi c’è la ricerca, che deve studiare soprattutto il nuovo, il non programmabile. Infine non bisogna aiutare il passato, ma sostenere il futuro. Le imprese inutili debbono scomparire e lasciare il posto alle nuove che propongono nuovi modi di fare e di essere, nuovi prodotti, una continua capacità di cambiamento.
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