Efficienza energetica e politica ambientale La sfida dell'innovazione ...
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20 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 1 - 15 Gennaio 2010<br />
ATTUALITÀ MONDO<br />
L’illuminazione e “l’era dei LED”<br />
DOTT. ING. LUCA IANNANTUONI<br />
L’<br />
era dell'illuminazione<br />
a LED sembra ormai<br />
alle porte e si annun-<br />
cia come una svolta epocale<br />
che, come tale, secondo gli<br />
esperti avrà ricadute importanti<br />
sulle nostre abitudini e il<br />
nostro stile di vita. Cambia il<br />
modo in cui si genera la luce:<br />
non più attraverso il riscaldamento<br />
dei materiali o la<br />
produzione di scariche elettriche,<br />
ma grazie al depotenziamento<br />
di elettroni, ottenuto<br />
mediante il transito in<br />
semiconduttori opportunamente<br />
drogati, che liberano<br />
così energia sotto forma di<br />
fotoni. <strong>La</strong> diversa scelta dei<br />
semiconduttori determina la<br />
diversa lunghezza d'onda dell'emissione<br />
e l'efficienza nella<br />
conversione elettro-ottica<br />
(e quindi l'intensità luminosa)<br />
ed è stata proprio la svolta<br />
innovativa introdotta da<br />
Shuji Nakamura mediante<br />
l'utilizzo del nitruro di Gallio<br />
(GaN) come drogante, nei<br />
primi anni '90, che ha aperto<br />
la strada ai diodi luminosi ad<br />
alto flusso e ai conseguenti<br />
ingenti investimenti nel settore<br />
da parte delle grandi<br />
aziende multinazionali produttrici<br />
di lampade, aprendo<br />
così le porte agli impieghi illuminotecnici.<br />
Con il Power LED, ovvero<br />
il diodo in grado di trasformare<br />
energia elettrica in luce<br />
con potenza uguale o superiore<br />
a 1 W, è possibile realizzare<br />
sorgenti luminose caratterizzate<br />
da un’elevata affidabilità,<br />
una lunga durata e<br />
una elevata efficienza (quindi<br />
un basso consumo). Questi<br />
LED di nuova generazione<br />
si stanno così imponendo per<br />
i vantaggi che offrono in termini<br />
di risparmio energetico<br />
e dei costi di manutenzione,<br />
unitamente alla loro ecocompatibilità<br />
rispetto alle<br />
lampade ad alta efficienza<br />
(che contengono mercurio e<br />
altri metalli pesanti). Perchè<br />
tale tecnologia non resti una<br />
nicchia, almeno finché i costi<br />
delle unità non scenderanno<br />
in maniera sensibile, occorrerà<br />
pero' concentrare gli<br />
sforzi sulla valorizzazione delle<br />
innumerevoli possibilità<br />
applicative determinate da<br />
pregi e peculiarità solo apparentemente<br />
secondari. I più<br />
importanti riguardano senz’altro<br />
le dimensioni estremamente<br />
compatte dei dispositivi,<br />
che permettono una<br />
riduzione dei pesi e degli ingombri,<br />
nonché di posizionare<br />
fonti luminose dove prima<br />
non era pensabile; la possibilità<br />
di effettuare il controllo<br />
cromatico (la luce bianca<br />
generata è luce bianca eterocromatica<br />
ottenuta miscelando<br />
le luci pressoché monocromatiche<br />
emesse dai singoli<br />
diodi, generalmente<br />
LED rossi, verdi e blu) rendendo<br />
gli ambienti "comunicativi";<br />
la tattilità del dispositivo<br />
permette di poter cam-<br />
biare il rapporto tra l'utilizzatore<br />
e la luce (grazie alle<br />
basse temperature è possibile<br />
il contatto diretto).<br />
Occorre, insomma, che cambi<br />
anche il modo di concepire<br />
e ideare le sorgenti luminose<br />
e non mancano i primi<br />
Con il Power LED,<br />
ovvero il diodo<br />
in grado<br />
di trasformare<br />
energia elettrica<br />
in luce con potenza<br />
uguale o superiore<br />
a 1 W, è possibile<br />
realizzare sorgenti<br />
luminose<br />
caratterizzate<br />
da un’elevata<br />
affidabilità, una<br />
lunga durata e una<br />
elevata efficienza.<br />
esempi convincenti di integrazione<br />
architettonica, oggetto<br />
di elaborazioni di design,<br />
per lo più, ma che dimostrano<br />
come sia importante<br />
non relegare il prodotto<br />
alla semplice sostituzione del<br />
corpo luce fluorescente con<br />
uno analogo a matrice di dio-<br />
di. Inoltre, le sorgenti LED,<br />
per essere davvero competitive,<br />
devono essere dotate di<br />
accessori specifici e opportunamente<br />
progettati che innalzano<br />
inevitabilmente i costi<br />
di sostituzione, mettendo<br />
un freno alla loro diffusione e<br />
costituendo un forte stimolo<br />
alla ricerca e sviluppo. Infatti,<br />
per esmpio, poichè è importante<br />
garantire la costanza<br />
della corrente circolante ai capi<br />
del chip (o die), pena il decadimento<br />
delle prestazioni e<br />
la riduzione della vita utile, il<br />
dispositivo risulta naturalmente<br />
dotato di un' elettronica<br />
di controllo che, se da<br />
un laro può essere vista come<br />
una complicazione e un<br />
costo, dall'altra rende facile<br />
l'ulteriore integrazione di accessori<br />
preposti al cosiddetto<br />
light management. Questi, oltre<br />
a comportare una riduzione<br />
ulteriore dei consumi,<br />
possono drasticamente cambiare<br />
il comportamento degli<br />
utenti e aprire la strada a nuovi<br />
approcci progettuali.<br />
Anche se il settore dell'illuminazione<br />
non è particolarmente<br />
energivoro, la tendenza<br />
attuale è quella di<br />
spingere necessariamente<br />
verso le tecnologie a più basso<br />
consumo e basso impatto<br />
<strong>ambientale</strong>. Ciò non sempre<br />
si concretizza in un vantaggio<br />
immediato per il consumatore<br />
ed è quindi importante<br />
che l'evoluzione delle<br />
In alto: esempio di<br />
sostituzione di elementi<br />
luminosi LED in corpi luce<br />
tradizionali per semafori<br />
stradali<br />
A sinistra: pannello di<br />
illuminazione a led per luci<br />
da soffitto<br />
sorgenti a LED abbia tra i<br />
suoi punti di forza l'attenzione<br />
alla valorizzazione dei<br />
contenuti più innovativi e stimoli<br />
in tempi brevi la realizzazione<br />
di un sistema di certificazione<br />
condiviso, presupposto<br />
per una chiara<br />
identificazione della qualità<br />
e delle caratteristiche del prodotto,<br />
ancora molto poco familiare,<br />
dando le necessarie<br />
garanzie ai nuovi potenziali<br />
utilizzatori.<br />
E’ difficile immaginare che i<br />
LED possano sostituire nell'immediato<br />
tutti i dispositivi<br />
di illuminazione, soprattutto<br />
quelli a luce diffusa (uno<br />
dei maggiori punti deboli sta<br />
nella difficoltà di realizzare<br />
sorgenti compatte ad elevato<br />
flusso), ma è innegabile che<br />
l'ambito applicativo di maggiore<br />
portata che si intravede<br />
sarà probabilmente proprio<br />
quello urbano, caratterizzato<br />
da impianti di illuminazione<br />
che devono rendere il loro<br />
servizio con continuità per<br />
molte ore all'anno e che sono<br />
caratterizzati da una spesa<br />
<strong>energetica</strong> e manutentiva in<br />
grande crescita. Qui il rispetto<br />
delle norme (in particolare<br />
la EN 62471:2008) è ancora<br />
di difficile applicabilità<br />
per i LED e individua un traguardo<br />
fondamentale per il<br />
loro successo. E' presto per<br />
trarre conclusioni, ma è certo<br />
che il dispositivo che ha<br />
raggiunto la sua maggior fama,<br />
non molti anni fa', grazie<br />
al controllo remoto degli apparecchi<br />
televisivi, sta davvero<br />
sorprendendo e probabilmente<br />
sarà all'altezza delle<br />
più ambiziose aspettative.<br />
IL RICORDO<br />
Ci ha lasciati<br />
il professor Bergier<br />
<strong>La</strong> scomparsa del già direttore del<br />
dipartimento di Storia del Politecnico Federale<br />
di Zurigo e una recente pubblicazione Enel<br />
sulla storia dell’energia nucleare in Italia: spunti<br />
per alcune riflessioni.<br />
DOTT. ING. BRUNO CIBORRA<br />
Afine ottobre è apparsa<br />
la notizia della morte<br />
del professor Jean-<br />
François Bergier conosciuto<br />
in Europa per i suoi studi storici<br />
e docente in numerose<br />
Università. Era assurto alla<br />
conoscenza del grande pubblico<br />
negli ultimi anni per il<br />
suo ruolo di coordinatore degli<br />
studi sul comportamento<br />
della Svizzera durante la seconda<br />
guerra mondiale nell’ambito<br />
tecnologico (esportazioni<br />
di armi), economico e<br />
finanziario.<br />
<strong>La</strong> parola Politecnico che appare<br />
nel sommario fa ben intuire<br />
il legame avuto anche<br />
con l’ingegneria. In particolare<br />
vorremmo ricordare, per<br />
quanto riguarda l’Italia, che<br />
agli inizi degli anni ‘70 quando<br />
prendeva corpo il primo<br />
sintomo della grande crisi<br />
<strong>energetica</strong> in Europa ed in<br />
Italia, due giovani ingegneri<br />
italiani laureati al Politecnico<br />
di Milano (Ciborra e <strong>La</strong>zzaro)<br />
si proponevano nel<br />
mezzo delle varie urlate soluzioni<br />
dei poteri forti (accademici<br />
e politici) una analisi<br />
storica seria del fenomeno<br />
pur con mezzi ed approcci<br />
ingegneristici.<br />
Si concretizzava una proposta<br />
di ricerca sulla evoluzione<br />
dei vettori energetici in Italia<br />
ed Europa dagli anni 50<br />
agli anni 70. Tale proposta<br />
seria per quanto inusuale fu<br />
ignorata, quando non derisa,<br />
dai poteri vigenti. Prese corpo<br />
l’idea di utilizzare, come<br />
spesso è avvenuto nella storia<br />
d’Italia, la Svizzera non solo<br />
come terra di asilo politico o<br />
finanziario, ma anche intellettuale.<br />
<strong>La</strong> proposta fu inoltrata all’Istituto<br />
di Storia del Politecnico<br />
di Zurigo, piacque al<br />
professor Bergier che la sostenne<br />
e la fece propria. A<br />
onor del vero in Italia vi fu<br />
una istituzione che credette<br />
in tale studio e fu l’Ufficio<br />
Borse di Studio per l’Estero<br />
del Ministero degli Esteri Italiano<br />
che erogò una borsa di<br />
ricerca. Con detto contributo<br />
il lavoro si sviluppò e si concluse<br />
con un interessante seminario<br />
tenuto in lingua francese<br />
al Politecnico Federale<br />
di Zurigo forse a pochi metri<br />
dal luogo dove tenne le sue<br />
lezioni Einstein o ancora più<br />
lontano nel tempo dove il<br />
critico letterario italiano De<br />
Sanctis teneva - esule - lezioni<br />
di storia della letteratura<br />
italiana nel 1800.<br />
Le conclusioni del seminario<br />
mettevano in luce come l’e-<br />
voluzione dell’uso delle risorse<br />
energetiche prendeva corpo,<br />
più che dal concetto di<br />
sostituzione di un vettore<br />
energetico in esaurimento e<br />
ricerca di nuove fonti, dal<br />
concetto di evoluzione tecnologica<br />
di uso e soprattutto<br />
dalle valutazioni sul contenuto<br />
non solo quantitativo ma<br />
anche qualitativo dell’energia.<br />
Per chiarire con un esempio<br />
si può così spiegare: un chilo<br />
di carbone e una certa quantità<br />
di elettricità a parità di<br />
misura in Joule hanno un<br />
contenuto assai diverso in<br />
flessibilità di trasporto e uso.<br />
<strong>La</strong> stessa quantità di energia<br />
elettrica a sua volta se prodotta<br />
da una centrale idraulica<br />
o geotermica o termonucleare<br />
ha un contenuto di<br />
flessibilità diverso. Sempre in<br />
tale lavoro appariva per la<br />
prima volta la proposta dell’idrogeno<br />
da calore nucleare<br />
quale vettore energetico ottimizzante<br />
fra quantità e flessibilità.<br />
Detto tema venne in<br />
contemporanea sviluppato<br />
dal Centro di Ricerca di<br />
Ispra.<br />
Il seminario dunque ebbe<br />
grande successo suscitando<br />
interesse anche al di fuori del<br />
Politecnico svizzero. Alcuni<br />
spunti furono riportati in articoli<br />
sulla pagina della scienza<br />
del Corriere della Sera e<br />
su Il Giornale dell’Ingegnere.<br />
Oggi il rapporto di questi<br />
studi dovrebbe essere archiviato<br />
presso l’Ufficio Borse<br />
di Studio.<br />
Dunque, a parte l’impatto tenue<br />
sulla realtà nazionale -<br />
come accade spesso per l’impegno<br />
professionale di colleghi<br />
ingegneri - si può dire<br />
che forse non si sapeva perché<br />
fare questa ricerca, ma<br />
sicuramente si sentiva che si<br />
doveva fare.<br />
Concludiamo con una nota<br />
positiva che idealmente si<br />
raccorda a quanto scritto sopra.<br />
Si riparla di rilancio del<br />
nucleare. Ben meritoria e non<br />
casuale è stata una recente<br />
iniziativa di Enel di pubblicare<br />
un dossier sulla storia (e<br />
sottolineiamo la parola storia)<br />
dell’energia nucleare in<br />
Italia con interessanti documenti<br />
e foto. Il libro è intitolato<br />
“Il nucleare in Italia. L’età<br />
dell’Energia” (Archivio storico<br />
Enel, 131 pagine). Una<br />
attenta lettura è vivamente<br />
consigliata a chi oggi sta<br />
prendendo direttamente od<br />
indirettamente decisioni sul<br />
tema. Come diceva Churchill<br />
più ci guardiamo indietro, più<br />
velocemente procediamo in<br />
avanti.