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La parola<br />
all’esperto<br />
di Lorenzo Tablino<br />
“ Di norma<br />
uno spumante<br />
classico si<br />
conserva tre -<br />
quattro anni<br />
dopo la data si<br />
sboccatura,,<br />
pagina 42<br />
La più bella definizione per gli <strong>spumanti</strong> è<br />
“I vini della gioia”.<br />
Riflettori sugli<br />
L’attribuzione è di Gioachino Forte, autore<br />
di un utile guida in merito. Di fatto il facile<br />
accostamento e la grande bevibilità degli<br />
<strong>spumanti</strong> garantiscono un impatto” immediato,<br />
facile, coinvolgente, emozionante”. Lo<br />
spumante nasce - contrariamente a quanto si<br />
crede - a Londra nel sec XVII; alla sua diffusione<br />
contribuirono la scoperta del vetro<br />
temperato, da cui derivarono in seguito le<br />
bottiglie pesanti resistenti alla pressione e la<br />
commercializzazione del tappo monopezzo<br />
in sughero da parte della Spagna. In<br />
Francia, nello Champagne, le prime “maison”<br />
sorgono agli inizi del secolo XVIII, in<br />
Italia lo spumante è<br />
prodotto dal<br />
1865 a<br />
<strong>spumanti</strong><br />
<strong>spumanti</strong><br />
Canelli, grazie a Carlo Gancia. Per legge lo<br />
spumante è un vino che presenta all’atto dell’apertura<br />
una sovrapressione minima di 3,5<br />
bar. Tale pressione deriva dalla rifermentazione<br />
degli zuccheri presenti o aggiunti al<br />
vino ad opera di lieviti selezionati. Questi<br />
producono alcol etilico e anidride carbonica.<br />
Nel nostro paese si producono oltre 350<br />
milioni circa di bottiglie di spumante di cui<br />
circa 20 milioni con il “metodo classico”<br />
della rifermentazione in bottiglia, il resto con<br />
il “metodo Charmat-Martinotti” con rifermentazione<br />
in autoclave. È un settore del<br />
mondo enologico che presenta specifiche<br />
problematiche che da anni stentano a trovare<br />
adeguata soluzione. Innanzitutto la comunicazione<br />
che resta poco incisiva per non dire<br />
confusa: “Champagne” è solo una parola,<br />
ma per il consumatore ha cento significati, in<br />
Italia, riguardo agli <strong>spumanti</strong>, si comunica<br />
talora il vitigno es. Prosecco, oppure il territorio<br />
es. Franciacorta, oppure il metodo<br />
es. Charmat lungo, oppure un marchio<br />
es.Talento. Districarsi, quindi capire,<br />
non è facile.<br />
Resta irrisolto l’annoso problema<br />
della destagionalizzazione dei consumi,<br />
nonostante il proliferare<br />
degli “happy hours”, delle mode<br />
degli “aperitivi a buffet” con<br />
ogni tipo di spumante, i risultati<br />
sono scarsi: tra Natale e<br />
l’Epifania salteranno in Italia<br />
Il Sommelier - Anno XXV - n. 6/2007
Racconto: il falso champagne<br />
“Scusi posso vedere il tappo?”.<br />
Il cameriere non capiva.<br />
“Cosa gliene fregava del tappo al cliente”<br />
chiese tra sè.<br />
Era ad tavolo con un amico e due eleganti<br />
signore in chiffon nero.<br />
Si alza, insiste “mi dia il tappo”.<br />
Nella mano tiene una tessera: MAF -<br />
Ministero Agricoltura Foreste - SRF -<br />
Servizio Repressione Frodi - sede di Torino.<br />
“Non conviene fare chiassate... mi dia il<br />
tappo”.<br />
“Subito”. Era nel secchiello del ghiaccio.<br />
La “Vie en rose” cantavano in quell’ottobre<br />
1985, nel famoso locale notturno torinese.<br />
Era affollato come sempre: manager della<br />
grande fabbrica, calciatori, professionisti,<br />
qualche giornalista. Sui tavoli Champagne<br />
in secchiello, qua e là qualche entraineuse.<br />
Un ambiente soft, elegante, un po’ bohèmiene.<br />
Non ha bisogno di molti controlli il funzionario.<br />
È come immaginava, il tappo è anonimo.<br />
“Ci accompagni subito dal direttore”,<br />
anche l’amico si è alzato. Alla fine hanno<br />
ammesso tutto. Sì! Era fasullo, altro che<br />
Champagne, c’era solo il nome di una<br />
famosa marca sull’etichetta e sul capsulone.<br />
Il resto, tutto vero “made in Italy”. Vetro,<br />
circa 50 milioni di tappi, rappresentano oltre<br />
il 50 per cento degli <strong>spumanti</strong> consumati<br />
annualmente in Italia.<br />
Eppure da anni si lavora in tal senso proponendo<br />
diverse tipologie: <strong>spumanti</strong> secchi<br />
monovitigno, ideali come aperitivi ed ottimi<br />
a tavola come vino tutto pasto, nuovi <strong>spumanti</strong><br />
aromatici a modesto contenuto zuccherino.<br />
Si cercano insomma spazi tra i consumatori,<br />
per incentivare ed estendere i consumi..<br />
Ecco alcuni spunti interessanti in tema <strong>spumanti</strong>,<br />
contorni e dintorni:<br />
A - Consigli e avvertenze per l’acquisto<br />
e il consumo di uno spumante.<br />
Siccome il prodotto ha una durata variabile,<br />
comunque limitata, per non correre il rischio<br />
di acquistare un prodotto vecchio e quindi<br />
ossidato, rivolgersi ad un’enoteca di fiducia.<br />
Se acquistiamo uno spumante metodo classico,<br />
preferiamo decisamente un prodotto mil-<br />
Il Sommelier - Anno XXV - n. 6/2007<br />
tappo, gabbietta e pure lo spumante.<br />
Tutto in quel di Santo Stefano Belbo tra<br />
Cuneo e Asti. “Va avanti da quanti anni?”.<br />
“Da molti” fece il direttore.<br />
Allargò le braccia.<br />
“Sa! Costa pochissimo, alla gente interessa<br />
altro qua”.<br />
“Scusi... ma... tutti i vip o presunti tali, nessuno<br />
se ne accorto, hanno bevuto questa<br />
robaccia”.<br />
“Mi creda, se non venivate voi...”.<br />
Era stata la maison francese a chiedere<br />
un’ispezione.<br />
Avevano dimezzato le vendite nel torinese e<br />
senza una valida ragione.<br />
Un funzionario versa il finto Champagne<br />
nel bicchiere. Assaggia, osserva.<br />
È cattivo, colore dorato, ossidato, gusto<br />
sgradevole, le bolle grosse come non mai,<br />
durano pochi secondi.<br />
“È possibile! Nessuno se ne accorto?”.<br />
Il direttore allarga le braccia. I funzionari<br />
raggiungono le mogli, il locale è ancora più<br />
affollato, una bellissima canzone di Lucio<br />
Battisti riempie l’atmosfera.<br />
“Possiamo fermarci “dicono le mogli.<br />
“Certo ormai siamo qui”.<br />
“Cosa ordiniamo?”.<br />
Chiamano il cameriere, è quello di prima.<br />
“Senta, ha Ferrari, Contratto, Montelera... Mi<br />
raccomando solo italiano, mi raccomando”.<br />
Al tavolo ridono, il cameriere è imbarazzato.<br />
lesimato - anno della vendemmia ndr - e con<br />
la data di sboccatura, parametri importanti<br />
per il consumatore che -a mio avvisoandrebbero<br />
resi obbligatori per questa tipologia<br />
di prodotti. Di norma uno spumante<br />
classico si conserva tre - quattro anni dopo la<br />
data si sboccatura, il problema è conoscerla.<br />
Precisiamo che, a parità di prezzo, i nostri<br />
<strong>spumanti</strong> nazionali non hanno nulla, proprio<br />
nulla da invidiare, riguardo la qualità, agli<br />
altri paesi. Oltretutto i produttori di<br />
Champagne, raramente millesimano i loro<br />
prodotti. La bottiglia va sempre conservata<br />
coricata in cantina a temperatura non superiore<br />
a 14 gradi. Gli <strong>spumanti</strong> vanno serviti<br />
“freddi e non ghiacciati”, le temperature<br />
ideali sono 6-8 gradi per i dolci ed aromatici,<br />
8-10 per i secchi.<br />
Invece per assaggi tecnici è opportuno portarlo<br />
a 13 -14 gradi.<br />
Come fare. Non utilizzare il freezer, mettere<br />
la bottiglia nella parte bassa del frigo, oppure<br />
nel secchiello del ghiaccio che verrà anche<br />
La parola<br />
all’esperto<br />
“ Gli<br />
<strong>spumanti</strong> secchi<br />
si sposano a<br />
salmone,<br />
ostriche,<br />
crostacei, pesci<br />
d’acqua dolce e<br />
salata bolliti o<br />
alla griglia, in<br />
genere cucina<br />
di mare, senza<br />
salse<br />
particolari,,<br />
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La parola<br />
all’esperto<br />
“ Per gli<br />
<strong>spumanti</strong> dolci<br />
c’è<br />
l’abbinamento<br />
classico<br />
natalizio:<br />
panettone e<br />
simili,,<br />
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utilizzato per la tavola.<br />
Tenendo la bottiglia inclinata, stappare lentamente<br />
- roteando adagio il tappo e accompagnandolo<br />
all’uscita. Evitare ovviamente il<br />
botto.<br />
Se il tappo fa le bizze e non vuole uscire si<br />
può tentare con movimenti da destra a sinistra,<br />
occorre in sostanza staccare il sughero<br />
dal vetro. Ma non è semplice, si rischia di<br />
spezzare il tappo o meglio l’agglomerato da<br />
cui è composto.<br />
Evitate brutte figure, aiutatevi con le apposite<br />
pinze omaggiate dalle aziende.<br />
Bicchieri? Usate flutes alte e strette e lasciate<br />
la classica coppa solo all’Asti spumante.<br />
B - Analisi sensoriale degli <strong>spumanti</strong><br />
Dicevano i vecchi <strong>spumanti</strong>sti ovvero le “aristocrazie<br />
operaie” di Calissano,<br />
Fontanafredda e Cinzano: “Osservi le bollicine<br />
e capisci tutto dello spumante, come<br />
abbiamo lavorato, il lievito, la materia<br />
prima”. Si valuta innanzitutto in che modo si<br />
forma e scompare l’effervescenza sulla<br />
superficie del liquido, la spuma bianca deve<br />
formarsi regolarmente, ma scomparire entro<br />
5-10 secondi. Si valutano visivamente cinque<br />
parametri:<br />
1- Dimensione: le bollicine debbono essere<br />
piccole, piccolissime, ideale un decimo di<br />
millimetro di diametro.<br />
2- Quantità: elevata, le bollicine devono<br />
riempire il bicchiere.<br />
3- Persistenza nel tempo: almeno dieci minuti,<br />
ma in molti casi dura oltre un’ora.<br />
4- Velocità di risalita... lenta, molto lenta. È<br />
il parametro più utilizzato dagli enologi.<br />
5- Il tipo di risalita: sono importanti le bolli-<br />
Uno spumante raro:<br />
Malvasia di Casorzo DOC<br />
La Malvasia, definita un vino “dal profumo<br />
incantevole e dalla dolcezza raffinata” è un<br />
vino doc dal 1968. Ha una storia antica e la<br />
presenza in Monferrato, come vino importato,<br />
si fa risalire al sec XIII.<br />
Probabilmente dal porto greco di “monenvasaia”<br />
grazie a navigatori veneziani abili<br />
nei commerci arrivarono le primi viti di<br />
“malvaxia”, erano dette anche “uve greche”.<br />
La Malvasia è prodotta in Piemonte nel<br />
comuni di Casorzo e zone limitrofe comprese<br />
nel disciplinare di produzione. La raccolta<br />
in genere avviene alla fine di Settembre.<br />
cine dette catenelle, oppure frustine, che<br />
si formano a metà del bicchiere e risalgono<br />
lentamente spezzate o a zig zag.<br />
In genere si tratta di anidride carbonica legata<br />
a colloidi proteici che rompe il legame lentamente,<br />
lentamente. Lo spumante di modesta<br />
qualità avrà un perlage con bolle grosse,<br />
svelte a risalire e a sparire dopo pochi minuti.<br />
Ben noto che bicchieri diversi danno perlage<br />
differenziati, per cui la valutaziona visiva<br />
può essere alterata da numerosi fattori,<br />
indipendenti dalla quantità di gas realmente<br />
presente.<br />
Se la superficie del vetro è perfettamente<br />
liscia non si formano punti di aggregazione<br />
di bollicine e il perlage è difficoltoso. Il detersivo,<br />
l’asciugamano nuovo in acrilico bloccano<br />
in parte il perlage. Acqua e sapone, un<br />
vecchio asciugamano di cotone lo facilitano.<br />
Molti produttori creano una piccola asperità<br />
o un taglio invisibile sul fondo del bicchiere,<br />
è il cosiddetto “punto perlage”, che funziona<br />
come centro di enucleazione per le bollicine.<br />
Una curiosità: La bottiglia è aperta, ma è<br />
rimasto ancora spumante, mettiamo il classico<br />
cucchiaino? Lo spumante non si sgasa? È<br />
una stupidaggine? Mah! Dura da oltre un<br />
secolo. E soprattutto nessuno sa dove sia<br />
nata. Meglio i classici tappi “Monopole”o<br />
“Stopper”.<br />
C - Abbinamenti<br />
Gli <strong>spumanti</strong> secchi, prodotti in autoclave o<br />
in bottiglia, si sposano a salmone, ostriche,<br />
crostacei, pesci d’acqua dolce e salata bolliti<br />
o alla griglia, in genere cucina di mare, senza<br />
salse particolari.<br />
Per quelli dolci c’è l’abbinamento classico<br />
natalizio: panettone e simili.<br />
La Malvasia è ben nota agli enologi per gli<br />
aromi particolari, tutti di elevata finezza. Il<br />
geraniolo è il terpene più caratteristico,<br />
mentre il linaiolo, seppur presente, è a livelli<br />
medio-bassi. Buona la presenza del diolo.<br />
I descrittori percepiti: fruttati e floreali in<br />
particolare rosa, pesca, albicocca, ribes e<br />
lampone. “Il mercato dà importanti segnali<br />
di ripresa” - conferma Stefano Bruno presidente<br />
del Consorzio Malvasia di Casorzo:<br />
“Le scorte della vendemmia 2006 sono<br />
quasi terminate e il vino nuovo si presenta<br />
di ottima qualità. C’è interesse verso la<br />
Malvasia spumante da parte di vari canali<br />
distributivi, horeca (hotel, restaurant and<br />
cafè) compreso”.<br />
Il Sommelier - Anno XXV - n. 6/2007