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4 Skiers Magazine

Quando pensi di aver raggiunto la conoscenza suprema, quando sei arrivato a convincerti di averne viste di tutti i colori, temperature, consistenze e umidità; ti viene da dire “ho visto più tipi di neve che donne in vita mia!”, Poi, quando meno te l'aspetti devi rivalutare tutte le tue teorie, o quasi...

Quando pensi di aver raggiunto la conoscenza suprema, quando sei arrivato a convincerti di averne viste di
tutti i colori, temperature, consistenze e umidità; ti viene da dire “ho visto più tipi di neve che donne in vita mia!”, Poi,
quando meno te l'aspetti devi rivalutare tutte le tue teorie, o quasi...

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Distribution by OberAlp spa - Bolzano - tel: 0471.242874 - mail: info@oberalp.it


www.4skiers.it<br />

staff<br />

direttore responsabile CRISTIANO ZANNI<br />

cristiano@jmag.it<br />

redattore capo ALESSANDRO “ALO” BELLUSCIO<br />

alo@alessandrobelluscio.com<br />

in redazione GIULIO GUADALUPI<br />

guadaz@hipow.com<br />

MARCO MELLONI<br />

marcom@hipow.com<br />

GIONATA CAIMI<br />

gionata.caimi@johnsons.it<br />

photo editor ALESSANDRO “ALO” BELLUSCIO<br />

alo@alessandrobelluscio.com<br />

art director GIANPAOLO RAGNO<br />

ragno@hipow.com<br />

grafica e dtp CARLO ALFIERI<br />

carloa@hipow.com<br />

inoltre hanno collaborato<br />

AIACE “ACH” BAZZANA, DUZ, GIULIANO BORDONI, MARTINO COLONNA “LO<br />

SCIENZIATO”, LUKE, DAMIANO LEVATI, GIOVANNI MARCHESI, PIETRO CELESIA,<br />

MATTIAS, CHRIS GRABHER, DANIELE BOTTALLO, PAOLO MARTINOGLIO, LUCA<br />

BENEDET, FREDRIKSSON, CHRIS O'CONNELL, GRANT GUNDERSON, ANDREA<br />

"RIGABLOOD" RIGANO, ROBY TRAB, RAFFAELE CUSINI, MARCO SPATARO<br />

johnsons media<br />

amministratore delegato CRISTIANO ZANNI<br />

cristiano@jmag.it<br />

servizi generali LUISA PAGANO<br />

luisap@hipow.com<br />

editore e pubblicità JOHNSONS MEDIA<br />

via Valparaiso, 4 - 20144 - Milano<br />

tel +39.02.43990087 - fax +39.02.48022901<br />

info@hipow.com - www.johnsonsmedia.it<br />

distributore esclusivo per l’italia A&G MARCO<br />

Via De Amicis 53 - 20123 Milano<br />

distributore esclusivo per l’estero JOHNSONS INTERNATIONAL NEWS ITALIA<br />

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servizio abbonamenti JOHNSONS MEDIA<br />

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Servizio attivo dal<br />

Lunedì al Venerdì dalle 14:00 alle 18:00.<br />

modalità di pagamento Bonifico Bancario intestato a Johnsons Media<br />

Via Valparaiso, 4 - 20144 Milano<br />

Banca Intesa - Coordinate Bancarie:<br />

IT 67 o 03069 09529 0724 0265 0199<br />

eccetera<br />

registrazione TRIBUNALE DI MILANO N.286 DEL 18.04.2006<br />

codice issn 1970-8106<br />

roc N. 11243<br />

periodicità BIMESTRALE<br />

prezzo di una copia italia 4,50 EURO<br />

stampa ALFAPRINT - BUSTO ARSIZIO (VA)<br />

4<strong>Skiers</strong> è una testata della società Johnsons Media srl che pubblica anche i periodici<br />

Funboard (windsurf), Suptime (stand up paddle), Kite<strong>Magazine</strong>Stance (kitesurf),<br />

6:00 AM (skateboard), Entry (snowboard), Girland (femminile), Surf Latino (surf)<br />

e gli annuari Surfing (windsurf, surf, kitesurf) e Snowb (snowboard).<br />

Tutti i diritti di 4skiers sono riservati e appartengono a Johnsons Media srl. Nessuna parte di 4<strong>Skiers</strong> può<br />

essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva autorizzazione di Johnsons Media srl. testi, disegni e<br />

immagini non saranno restituiti se non espressamente richiesti. L'editore è a disposizione degli aventi diritto<br />

nei casi in cui, nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di<br />

riproduzione di eventuali testi e immagini. L'editore e gli autori non potranno in alcun caso essere ritenuti<br />

responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall'utilizzo improprio delle<br />

informazioni contenute in questa rivista. Poste Italiane Spa - Sped. in Abb. Postale - 70% DCB Milano.


6<br />

Foto: Alessandro Belluscio<br />

Rider: Emilio Previtali<br />

Spot: Niseko - Japan<br />

Quando pensi di aver raggiunto la<br />

conoscenza suprema, quando sei<br />

arrivato a convincerti di averne viste di<br />

tutti i colori, temperature, consistenze e<br />

umidità; ti viene da dire “ho visto più tipi<br />

di neve che donne in vita mia!”, Poi,<br />

quando meno te l'aspetti devi rivalutare<br />

tutte le tue teorie, o quasi... Ti capita di<br />

partire per l'oriente e di sentirne di tutti<br />

i colori dagli amici, di divorare pagine<br />

web, bit su bit, di rispolverare ogni<br />

singolo dvd dove c'è anche solo una<br />

piccolissima traccia di viaggio in oriente.<br />

Parli con l'amico skiman con esperienza<br />

che ti dice che lì è tutto umido, che lui al<br />

tempo aveva trovato difficile capire<br />

quella neve. Parli con l'alpinista che ti<br />

dice che non sono vere montagne, sono<br />

colline grandi, e che lui non ci andrebbe!<br />

Parli con l'amico jibber-snowboarder e ti<br />

dice che ad oriente è figo, ma<br />

sicuramente un viaggio in un park in<br />

“Califoggia” darebbe molta più<br />

soddisfazione (contento lui). Parli con i<br />

tuttologi e ti dicono “ma come in Jappone<br />

c'è la neve”? Mohamed, il kebabbaro<br />

egiziano sotto casa, sostiene che il<br />

Jappone sia una via unica costellata di<br />

Sushi bar, e probabilmente un “Kebab<br />

take-away” potrebbe essere l'affare della<br />

vita! Mia nonna pensava che andassi in<br />

Cina, tanto sempre gli occhi a mandorla<br />

hanno... Il collega fotografo immaginava<br />

giornate di bluebird, cielo terso, neve<br />

vergine e germogli di bamboo da<br />

fotografare... dannati germogli, mi avete<br />

invece fatto cartellare! Qualcuno invece<br />

mi chiedeva di informarmi sui park<br />

presenti nella terra del sol levante... ma<br />

cribbio! Volete sapere com'è il Jappone?<br />

Tre semplici parole: una nevicata<br />

continua oppure il paese dei sogni (si<br />

sono 4 parole ma suonava male). Tanta di<br />

quella neve che non potete neanche<br />

immaginare. Neanche Emilio Previtali<br />

pensava di trovarne tanta! Guardate la<br />

foto qui a fianco! Eppure lui di posti e di<br />

neve ne ha visti... Una consistenza che<br />

non potete neanche vagamente<br />

supporre, a meno che non ci siate già<br />

stati o siate afecionados di posti come<br />

Jackson Hole. Effettivamente neanche io<br />

mi aspettavo che una perturbazione<br />

potesse durare circa 3 mesi... e speravo<br />

di vedere qualche bluebird. Invece niente.<br />

Però, di sicuro, è stata una delle<br />

esperienze più belle di sempre.<br />

Totalizzante, fin da subito! Ora mi tocca<br />

salutarvi, augurarvi i più sentiti auguri<br />

per un’ottima fine dell'anno e un ottimo<br />

inizio, ricco di neve e di soddisfazioni.<br />

Noi di 4SkierS vi aspettiamo per<br />

raccontarvi ancora le nostre storie, i<br />

nostri viaggi le nostre avventure.<br />

Alessandro Belluscio


No.<br />

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8<br />

Foto Alo<br />

Rider Marco Eydallin<br />

Spot Prato Nevoso


10<br />

CONCORSO “NORDICA SHOOT YOUR FRIENDS”<br />

Filma i tuoi amici con GoPro e vinci favolosi premi<br />

4<strong>Skiers</strong>.it presenta “Nordica Shoot Your Friends”, il concorso video dell’inverno 2010.11 dedicato ai Freeskiers di tutta Italia.<br />

Partecipare è semplicissimo: basta produrre un mini-video di Freeski insieme ai tuoi amici! Scatena la tua fantasia con riprese<br />

in pista, park, street rail o freeride, scegli la musica che preferisci, combina il tutto in un video della lunghezza massima di 2<br />

minuti e contattaci via mail a redazione@4skiers.it<br />

I video più meritevoli saranno pubblicati nella pagina dedicata al concorso www.board.tv/archivio/rubrica/36. Tutti i mesi una<br />

giuria di esperti composta dalla redazione di 4<strong>Skiers</strong> assegnerà i fantastici premi in palio: 2 GoPro, 2 sci Nordica ed Abbigliamento Peak Performance.<br />

Se non hai una telecamera GoPro non preoccuparti! Vieni a trovarci alle tappe del Nordica Freeski Camp www.nordica.com - www.nordicafreeskiers.com, www.freeskicamp.it<br />

l’evento più atteso da tutti i rider, e ti metteremo a disposizione tutto il necessario! Oltre a prestarti delle telecamere GoPro dotate di accessori per le riprese<br />

in movimento, ti lasceremo anche in omaggio una memory card con tutte le riprese della giornata da portare a casa e montare per partecipare al nostro concorso!<br />

Affrettati, il primo video è già online al seguente link! www.board.tv/video/1237<br />

Tappe del Nordica Freeskier Camp<br />

18.19 dicembre – Fai della Paganella / 15.16 gennaio – Brocon / 22.23 gennaio – Andalo / 12.13 febbraio – Monte Bondone / 26.27 febbraio – Campo Felice / 5.6<br />

marzo – Alleghe19.20 marzo – Livigno<br />

Regolamento del Concorso "Nordica Shoot Your Friends"<br />

Manda il tuo video di Freeski della lunghezza massima di 2 minuti. I più belli saranno pubblicati sulla 4<strong>Skiers</strong>TV, il canale dedicato al freeski di Board.tv! Ogni mese, a<br />

partire da febbraio e fino ad aprile 2011, una giuria di esperti designerà il miglior “Shoot Your Friends” del mese fra tutti quelli pervenuti.<br />

Premi ed Assegnazioni<br />

Il 1° febbraio 2011 sarà assegnata la prima telecamera GoPro e l’abbigliamento Peak Performance (un completo sci femminile + 1 beans + 1 felpa) in palio al miglior<br />

video pervenuto in dicembre/gennaio.<br />

Il 1° marzo 2011 saranno assegnati un paio di sci Nordica e abbigliamento Peak Performance (1 beans + 1 felpa) al miglior video pervenuto in febbraio.<br />

Il 1° aprile 2011 saranno assegnati i rimanenti premi: 1 telecamera go-pro, 1 paio di sci Nordica, abbigliamento Peak Performance (un completo sci maschile + 1 beans<br />

+ 1 felpa) al miglior video in assoluto fra tutti quelli pervenuti.<br />

Come partecipare<br />

Segnala a redazione@4skiers.it - editor@4skiers.it il tuo “Shoot Your Friends” fornendo nome, cognome, data di nascita, mail e recapito telefonico. La redazione ti<br />

risponderà spiegandoti come consegnarci il tuo video! Possono partecipare al concorso video di Freeski della lunghezza massima di circa 120" circa. Quelli idonei<br />

saranno ammessi in concorso ed ogni mese da febbraio ad aprile 2011, una giuria di esperti nominerà un vincitore a cui saranno assegnati i premi.<br />

Anche i Freeskier famosi sono bene accetti in “Shoot Your Friends” per mostrare il proprio stile, ma i premi andranno solo agli amateur (Freeskiers non sponsorizzati).<br />

I vincitori saranno annunciati il 1° febbraio 2011, il 1° marzo 2011 ed il 1° aprile 2011.<br />

Per maggiori informazioni o sottoscrivere il proprio “Nordica Shoot Your Friends” scrivete a redazione@4skiers.it<br />

BLACK DIAMOND – RICHIAMO DI ALCUNE UNITA’ AVALUNG<br />

Black Diamond, leader americano nella produzione di articoli per alpinismo e freeride, richiama una limitata serie di unità contenute in zaini Avalung prodotti nel 2010, per<br />

verificarne l’idoneità. E’ possibile infatti che le tubazioni di alcuni di alcune unità possano fessurarsi alle basse temperature. E’ possibile verificare i numeri di serie dei prodotti<br />

interessati al richiamo tramite il seguente link: www.BlackDiamondEquipment.com/AvaLungRecall . In caso il numero corrisponda è necessario contattare Black Diamond per<br />

il ritorno del prodotto che verrà ispezionato e nel caso sostituito. Non tutti gli zaini il cui numero di serie corrisponda sono necessariamente interessati da un problema<br />

all’unità Avalung ma è necessario per scrupolo procedere ad una verifica.<br />

Per maggiori informazioni su come verificare il numero di serie e su come poter ritornare il prodotto contattare l’azienda: 0041 (0)61 564 33 33 - email<br />

recall@blackdiamond.eu<br />

LOSKI CAMP<br />

Ciao a tutti come l'anno scorso, anche quest'anno Loski-camp ripropone il<br />

suo programma di lezioni per il periodo di vacanze di Natale. Loski-camp, il<br />

primo camp di sci freestyle in Italia, durante il periodo di Natale si trova a<br />

Foppolo all'interno dell'Iron snowpark, suddiviso in due periodi di camp: dal<br />

27 al 31 dicembre e dal 2 al 6 gennaio.<br />

Per ogni camp: 2 ore di lezione, non serve essere già capaci, perché verranno<br />

creati gruppi omogenei su diversi livelli.<br />

Quest'anno partner e sosternitori del camp sono 3 marchi d'eccellenza<br />

come HEAD SKIS, BASTARD<br />

e ELECTRIC VISUAL, oltre<br />

all'appoggio del noto<br />

negozio NEW SCHOOL SHOP.<br />

Per informazioni e prenotazioni<br />

di lezioni, anche<br />

private: INFO@LOSKI-<br />

CAMP.IT +393332172356<br />

(Alessandro<br />

Bianchetti), WWW.LOSKI-<br />

CAMP.IT<br />

GOODMORNING CAMP<br />

GoodMorning camp nasce dalla voglia di avvicinare i riders al freestlyle su ogni terreno<br />

che la montagna presenta, accostando alla sicurezza un irrinunciabile entusiasmo<br />

ed un supporto tecnico professionale che vi permetteranno di migliorare qualunque<br />

sia la vostra esperienza. Dalle piste, al park, alla neve fresca GoodMorning<br />

camp propone programmi che vi introdurranno nelle mille sfumature dello snowboard<br />

permettendovi di conoscere nuovi amici con cui divertirvi, imparare e confrontarvi.<br />

I diversi moduli vi aiuteranno ad aumentare il<br />

vostro grado tecnico ed esprimere la vostra creatività<br />

sulla tavola. GoodMorning camp sarà dedicato ai<br />

riders di ogni livello, da chi si avvicina alla neve sulla<br />

tavola per la prima volta a chi vuole perfezionare lo<br />

stile in park su jumps o rails. Durante le giornate di<br />

riprese video e photo-shooting avrete la possibilità di<br />

apprezzare meglio i vostri tricks e valutare insieme al<br />

maestro cosa si può perfezionare. GoodMorning camp<br />

propone pacchetti da 2 ore di lezione per 5 giorni nei<br />

periodi dal 27 al 31 Dicembre e dal 2 al 7 Gennaio e<br />

mini-camps per i weekend della stagione, lezioni singole<br />

e di gruppo. info: goodmorningcamp@gmail.com


ELECTRIC RIDS<br />

Electric Visual é orgogliosa di presentare RIDS, Rider Inspired Design Series;<br />

patterns, personalizzazioni e colorazioni specifiche in base ai desideri del team<br />

Electric. Pat Moore con il suo motto "Live Free Or Die" e la sua maschera con<br />

vernice speciale "scratch Off" per poter sfogare la sua rabbia e inciderla sulle<br />

sue maschere. Andreas Wiig ha portato le sue radici Vichinghe, Ikka<br />

Backstrom si è smarrito in un mondo di camouflage mentre Tanner Rainville è<br />

partito pr un trip direzione Zion ritornando carico di vibrazioni rasta. Le ragazze hanno preferito ispirarsi ad un mondo più<br />

soft fatto di colori estrosi e animali multicolore e pattern damascati come si possono vedere sui modelli di Jamie Anderson<br />

e Cheryl Maas. Riunire il team insieme per progettare una serie di goggles così marcatamente differenti può sembrare un<br />

controsenso, invece è un omaggio a questi riders così diversi ma che hanno in comune davvero tanti aspetti.<br />

Info: www.electricvisual.com - www.comvert.com<br />

ICE FIGHT - ALPIN NIGHT RACE<br />

A gennaio due eventi sportivi per “uomini duri”, nei dintorni di Merano<br />

Ice Fight, in Val Passiria (29 e 30 gennaio) e Alpin Night Race, in Val Senales (21 gennaio). Ice Fight, terza edizione della gara<br />

riservata ai campioni del mondo di arrampicata su ghiaccio e Alpin Night Race, ottava edizione della gara sci alpinismo in notturna,<br />

su un dislivello di 834 metri.<br />

Ice Fight – 29 e 30 gennaio 2011: A Corvara, in Val Passiria, appuntamento con i migliori atleti presenti sulla scena internazionale<br />

di arrampicata su ghiaccio, che si sfideranno “a colpi di piccozza” su una torre di ghiaccio artificiale alta ben 25 metri;<br />

per tutti il miglior impianto di arrampicata su ghiaccio artificiale d’Europa. La gara prevede due distinte competizioni: una di<br />

difficoltà, in cui i campioni si dovranno cimentare in difficili e spettacolari percorsi, l’altra di velocità, in cui gli alpinisti dovranno<br />

scalare la torre, nel più breve tempo possibile. Saranno presenti anche atleti della federazione USA e di quella Russa.<br />

Alpin Night Race – 21 gennaio 2011: In Val Senales, venerdì 21 gennaio, si svolgerà l’ottava edizione dell’Alpine Night Race, difficile<br />

e spettacolare competizione notturna di sci alpinismo. Gli atleti si cimenteranno in un’ascesa di 834 metri di dislivello, da<br />

Maso Corto, 2.011 metri, al Rifugio Bella Vista, 2.845 metri, nei pressi del Giogo Alto. Il percorso sarà di 5,5 km, con partenza<br />

alle ore 20.oo. A conclusione della gara è previsto anche un Pasta Party e la premiazione avverrà sempre al Rifugio Bella Vista.<br />

Info: www.meranodintorni.com<br />

INVICTA JOLLY ORIGINAL III L.E. IUTER<br />

Il Jolly Original III di Invicta, apparso per la prima volta nel 1981, era uno zaino concepito<br />

per la vita all’aperto, ma reso celebre dai “paninari”, un movimento giovanile nato a Milano<br />

nel 1980. Rappresentava una novità nel modo di portarsi dietro le proprie cose, uno zainetto<br />

icona di quel periodo in tutto il mondo. Per celebrare il ritorno del Jolly sul mercato, Invicta ha<br />

collaborato con Iuter realizzando due versioni limitate a 50 pezzi per modello, disponibili online<br />

nello Store di Unotre (store.unotre.com) e a Tokyo da Sexon.<br />

Nelle versioni di Iuter, il modello classico blu e arancio riprende una tra le più popolari colorazioni<br />

del Jolly negli ‘80, mentre il modello nero in pelle ricorda alcuni motivi e dettagli della linea Uppercut di Iuter.<br />

UNOTRE Store<br />

Lo store di unotre.com http://unotre.com, attivo dal 2008, nasce dalla passione e competenza nell'ambito delle<br />

sneakers vintage e rare, esempio unico nel mercato italiano. Ha saputo distinguersi per la selezione di marchi e<br />

prodotti underground, sia italiani che stranieri, ricercati e difficili da trovare. Oggi è una vetrina ambita per i lanci<br />

delle linee più esclusive dei brand all'avanguardia del settore.<br />

NANO STORM JACKET: A PROVA DI TEMPESTA!<br />

La nuova Nano Storm Jacket di Patagonia rappresenta il meglio per quanto riguarda la protezione totale contro le intemperie.<br />

Grazie al taglio comodo e alle sue caratteristiche di impermeabilità e traspirabilità è la giacca ideale per tutti gli usi: in montagna<br />

per una sciata come in città, dovendo affrontare magari le sempre più frequenti tempeste di neve!<br />

La Nano Storm Jacket è provvista di una barriera impermeabile/ traspirante H2No a 2,5 strati che unitamente allo strato esteriore<br />

in nylon ripstop al 100%, proteggono l’isolamento PrimaLoft One. Patagonia sfrutta questo isolamento sintetico realizzato<br />

con una microfibra brevettata comprimibile, traspirante che non assorbe quasi per niente<br />

l'umidità, mantenendo la massima efficienza termica anche se bagnata. L'isolamento non è<br />

voluminoso, è morbido, leggero e in grado di offrire un'ottima performace in tutte le condizioni,<br />

ed è inoltre riciclabile. Tecnicità e comfort della giacca si ritrovano anche nei dettagli: il<br />

cappuccio è regolabile e dotato di visiera laminata che permette di avere sempre ampia visibilità,<br />

i polsini hanno le chiusure in tessuto e il cordoncino nell’orlo impedisce l’entrata dell’aria<br />

esterna. E’ possibile inoltre evitare di congelarsi le mani, se si è dimenticato di indossare<br />

i guanti, grazie alle tasche scaldamani con zip, accompagnate da quella sul petto e da<br />

una interna per mantenere all’asciutto portafoglio e documenti.<br />

Disponibile sia per uomo che per donna, in vari colori dal nebbia al blu fino al classico nero.<br />

Prezzo al pubblico: 300 euro - Info: www.patagonia.com


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14<br />

DOLOMITI SUPER FREESTYLE, COSA VOLETE DI PIÙ<br />

Essendo parte dellùnione Dolomiti Superski che rappresenta 12 aree sciistiche delle Dolomiti, Dolomiti Super<br />

Freestyle offre una rete di 20 snowpark, dove si può usare un solo ski-pass. 20 snowpark, 12 aree sciistiche, un<br />

nome: Dolomiti Super Freestyle<br />

Tutti gli snowpark si presentano con un nome, cresce una rete di snowpark tra le più grandi delle Alpi. Questo paradiso<br />

unico si estende direttamente di fronte allàmbientazione mozzafiato delle Dolomiti. Non importa che site principianti,<br />

avanzati o rider professionisti, su sci o tavola, l’offerta varia fra snowpark dalle caratteristiche più varie, per far battere<br />

il cuore a tutti i Freestyler. Lòfferta comprende una grande quantità di kicker, quarter, corner e halfpipes naturali e preparati.<br />

Inoltre le immense possibilità di combinare i diversi rail, boxe e kickerline invitano a migliorare le capacità o solamente a divertirsi con salti e discese mozzafiato.<br />

Come out, go wild...<br />

Gli snowpark del Dolomiti Super Freestyle si ritrovano sparsi in tutte le Dolomiti, fra l’altro in alcune aree sciistiche prestigiose come Alta Badia, Cortina dÀmpezzo o<br />

Val di Fiemme. Lòfferta degli snowpark contiene le destinazioni freestyle che si sono già affermate come lo Snowpark Kronplatz o il parco Piz Sella e inoltre aree giovani<br />

ed emergenti. Oltre alle generose aree fun e training nel corso degli anni gli snowpark si sono affermati come luoghi molto amati per alcuni attraenti eventi e competizioni<br />

internazionali, come per esempio il Skicross World Cup, il rail contest King of Iron, il Burton Demo Tour, la Detour o la Chill and Destroy Tour. Ogni anno centinaia<br />

di Snowboarder e Newschooler freestyle vengono in questi snowpark per competere e per lottare per la gloria e per il montepremi.<br />

...and get the Dolomitestyle<br />

Non importa se voi tracciare la tua Line in mezzo a un panorama mozzafiato, sfogarti nei vari freestyle playgrounds o semplicemente godere dellàtmosfera di una gara<br />

internazionale – troverai sicuramente il tuo spot preferito!<br />

Info: www.dolomitisuperski.com<br />

EVENTO<br />

ROSSIGNOL<br />

ALLACCIA GLI SCARPONI E PREPARA GLI SCI PER LA<br />

NUOVA EDIZIONE DEL RED BULL DISCESA LIBERA!<br />

Aperte le iscrizioni per la seconda edizione di questo particolare evento, che combina lo sci alpino con le gare “inferno”<br />

e lo skicross. Due gare in più e sempre più follia!<br />

Inizia la stagione sulle piste… e Red Bull scatena di nuovo l’inferno! Dopo il successo ottenuto lo scorso anno, riparte la<br />

nuova edizione del Red Bull Discesa Libera, competizione di una particolare disciplina, nota come downhill cinese, che si<br />

terrà sulle piste di cinque famose località sciistiche. Si parte infatti con Prato Nevoso (CN) il 22 gennaio, per proseguire con<br />

Ponte di Legno - Tonale (BS) il 29 gennaio, la new entry Foppolo (BG) il 12 febbraio, Selva di Val Gardena (BZ) il 26 febbraio e<br />

concludere a Livigno (SO) con una speciale tappa dedicata al telemark in collaborazione con il festival Skieda il 10 aprile.<br />

Per partecipare non è tanto importante essere dei campioni sugli sci o avere una tecnica eccellente, quanto essere veloci…<br />

e un tantino spericolati! Il format del Red Bull Discesa Libera prevede infatti un centinaio persone in cima ad una pista, che<br />

corrono tutte insieme per circa 50 metri con i soli scarponi ai piedi fino all’arco che indica la partenza, infilano di corsa gli<br />

sci, e scendono più velocemente possibile con gli sci ai piedi seguendo il percorso tracciato. Semplice lo scopo della gara:<br />

vince chi arriva primo al traguardo. Per far parte dell’evento, non bisogna far altro che inviare la propria pre iscrizione per<br />

la tappa preferita attraverso il sito www.redbull.it/discesalibera.<br />

L’iscrizione vera e propria, comprensiva di assicurazione, pettorale<br />

e gadget gara, si potrà effettuare invece direttamente sul posto.<br />

Oltre al primo arrivato, ci saranno premi speciali per i gruppi più<br />

numerosi ed agguerriti. Sul sito troverete anche maggiori informazioni<br />

sui luoghi di ritrovo nelle cinque località, oltre agli orari di<br />

gara e a tutti i dettagli sul Red Bull Discesa Libera.<br />

Il Red Bull Discesa Libera può contare sul supporto di Prato<br />

Nevoso Ski Spa, Consorzio AdamelloSki, Val Gardena Marketing,<br />

Brembo Ski Foppolo e Mottolino Fun Mountain Livigno.<br />

Info: www.redbull.it/discesalibera<br />

GARMONT È ORGOGLIOSA DI ANNUNCIARE L’ARRIVO DI GRIFFIN POST,<br />

Campione 2010 US Extreme Freeskiing, come brand ambassador<br />

Garmont, designer di scarponi da sci ad alta performance e di calzature tecniche da outdoor, ingaggia l’extreme skier Griffin Post (www.griffpost.com) nel Garmont Freeride Team.<br />

Importante player sulla scena mondiale freeskiing, Griffin Post è campione in carica del Campionato US Extreme Freeskiing. Competere a livello globale nel Subaru Freesking World<br />

Tour e nel Freeride World Tour porta Griffin Post faccia a faccia con i migliori sciatori sui terreni più impegnativi del mondo. Nato in Austria, cresciuto in Idaho e ora di casa a<br />

Jackson Hole, Wyoming, Post ha iniziato la sua carriera sciistica all'età di 3 anni. Affronta ora le più remote discese backcountry in località considerate<br />

dei must incluse Chamonix-Mont-Blanc, in Francia, l’Engadina e St. Moritz, in Svizzera, Telluride, negli Stati Uniti, Sochi, in Russia e Las Lenas, in<br />

Argentina. Nel maggio 2010 Post ha utilizzato Garmont Radium per affrontare la sua spedizione “Source to Sea”. Durante il viaggio di trenta giorni Post<br />

ha sciato, attraversato e valicato le vette più alte dell'Alaska Brooks Range, lungo il fiume Noatak, il più grande spartiacque negli Stati Uniti, fino al suo<br />

delta a Kotzebue prima di immettersi nel Chuki Sea. Per il 2011 Post si avventurerà nel fuori pista con gli scarponi Garmont Radium e Masterlite. Per le<br />

competizioni Post utilizzerà il modello Shaman.<br />

Nota per le numerose innovazioni specifiche per lo sport e le alte prestazioni grazie al Anatomically Directed Design, l’eccezionale collezione di prodotti<br />

Garmont comprende scarponi da sci alpino, touring e telemark e calzature outdoor per l'alpinismo, backpacking, trekking e trail.<br />

Info: www.garmont.com


a cura di: Marco “Saggio” Melloni<br />

1 / HEAD - JERRY 104 SW<br />

Un grande sci twin tip con caratteristiche big mountain per<br />

sciatori tecnici che non solo amano il freeride, ma non<br />

disdegnano curve in switch e air mozzafiato da qualche cliff.<br />

Costruzione: sandwich twin constr. / extra durable abs<br />

sidewall / uhm base<br />

Misure: 171, 181, 191. Sciancratura: 130/104/120 per 181.<br />

Raggio: 26m per 181. Uso: BC. Base Profile: Rocker.<br />

Info: Head Inter. GMBG C/O Mares - info-head@it.head.com -<br />

www.head.com<br />

2 / ELAN – PUZZLE<br />

Il re del park&pipe! Dalla costruzione robustissima, con<br />

nucleo in legno laminato, fianchi dritti SST, jib rocker in<br />

punta e coda e zero camber per agevolare gli spins.<br />

Costruzione: Jib rocker, SST Sidewall, Laminated<br />

Woodcore, Fiberglass, twin tip / UHMS base<br />

Misure: 166, 171, 176, 181. Sciancratura: 120/86/112 per<br />

171. Raggio: 16,1m per 171. Uso: FS/PARK. Base Profile: no<br />

16<br />

cam/jib rock. Punta coda.<br />

Info: Socrep – info@socrep.it - www.elanskis.com -<br />

www.socrep.it<br />

3 / ROSSIGNOL – S7.117<br />

Sci FR rivoluzionari, con tecnologia Amptek: un concentrato<br />

di curvatura invertita per il galleggiamento, i "butter" e gli<br />

"slash" nella neve farinosa, e sciancratura asimmetrica<br />

(17m) per una maggior polivalenza nella neve tracciata e<br />

battuta. Questo sci consente di interpretare i tracciati in fresca<br />

in maniera completamente diversa. La misura da 195,<br />

denominata Super7, ha la soletta più larga, da 117 e rinforzi<br />

in metallo è lo sci dei PRO.<br />

Costruzione: amptek tech/fibro metal hardcore<br />

struct./wood core/kevlar carb. reinforc./sandw.<br />

Misure: 166, 176, 188, 195, 140 pro, 150 pro. Sciancratura:<br />

148/120/130 per 195. Raggio: 22,5 per 195. Base Profile:<br />

rock tip 450mm/tail 390mm. USE: FR.<br />

Info: Rossignol sci – 800.905683 – www.rossignol.com<br />

4 / SALOMON – DUMONT PRO PIPE<br />

Sci ad alte performance dedicato alla precisione, alla velocità<br />

e alla stabilità nell'half-pipe. Sciancratura Pin tail e<br />

costruzione Monocoque con soletta World Cup Race.<br />

Costruzione: full woodcore, twintip shape, monoscocca<br />

sandwich, pulse pad, lamine spesse, rinforzo total edge<br />

Misure: 161, 171, 181. Sciancratura: 122/85/112. Raggio:<br />

15,7 – 18 – 10,5. Base Profile: camber. Uso: PARK/FS.<br />

Info: Amer Sport Italia – 0422.5291 –<br />

www.salomonfreeski.com<br />

5 / LINE - SIR FRANCIS BACON<br />

E’ lo sci preferito da Eric Pollard, per via della sua larghezza<br />

consistente, adatta alla polvere più profonda e delle tonnellate<br />

di stabiiltà alle alte velocità. L'agilità derivante dalla geometria<br />

G-Cut e dal flex simmetrico, consentono poi di sfruttare<br />

la montagna intera come fosse il proprio park personale.<br />

Costruzione: sidewall/maple macroblock core/sintered


ase Misure: 162, 172, 182. Sciancratura: 42/115/139 per<br />

182. Raggio: 18m per 182. Uso: BC. Base Profile: Rocker.<br />

Info: The Group Dist. - info@thegroupdistribution.it -<br />

www.lineskis.com<br />

6 / GIRO – BASIS<br />

Caratteristiche: Super Fit, lenti doppie sferiche True Sight,<br />

compatibilità con casco, face foam a doppia densità con<br />

micro fleece. Prezzo: da 109,90 a 125,00 euro<br />

Info: N.D.I. – giro@nitro.it - www.giro.com<br />

7 / POC – RECEPTOR BUG<br />

Esterno: costruzione a doppia calotta VDSAP iniettata in<br />

PC/ABS Interno: imbottitura in EPS Fodera interna: imbottitura<br />

removibile e lavabile, antisudore, antibatterica e<br />

antiallergica. Misure: XXS - XXL Colore: Anders Backe, TJ<br />

Schiller, Tanner Hall Prezzo: euro 139,00<br />

Info: Summit – info@summitsports.it - www.pocsports.com<br />

8 / OUT – OF / EYES<br />

Doppia lente sferica intercambiabile in pochi secondi, alta<br />

visibilità perimetrale, foam a tripla densità, areazione frontale<br />

e seconda lente da brutto inclusa. Disponibile anche<br />

polarizzata.<br />

Info: Out Of di Federico Righi – www.out-of.it<br />

9 / OAKLEY – PRIMED JKT<br />

Oakley ha tirato fuori il meglio per esaudire i desideri di Seth<br />

Morrison. Realizzata con un triplice strato del tessuto più traspirabile<br />

e impermeabile oggi disponibile, la giacca è abbinata<br />

a una salopette per garantire il totale isolamento dalla<br />

neve. Cappuccio regolabile con struttura di sostegno interna.<br />

Info: oakley.com<br />

10 / O’NEILL – TWILIGHT JKT<br />

JKT: Impermeabilità / traspirabilità: 10K / 10K<br />

Caratteristiche: cuciture critiche nastrate, articolazioni<br />

sagomate, cerniere waterproof, zip di ventilazione ascella-<br />

photo: © chrisoconnell.com<br />

Red Bull Photofiles<br />

skier: Bobby Brown<br />

re, sistema di aggancio per pantaloni, panno per occhiali,<br />

cappuccio fisso.<br />

Info: Sportzun – marketing@sportzun.com - wwwoneill.com<br />

11 / BLACK DIAMOND – PRIME<br />

Scarpone da sci alpinismo con costruzione a lembi<br />

sovrapposti, la Triax Pivot Technology (in attesa di brevetto)<br />

uniti ad una flex 110 offrono un design leggero che<br />

garantisce sia risparmio di energia e comfort in salita, sia<br />

massimo controllo e prestazione in discesa. I ganci<br />

QuickWire dello scafo lavorano insieme al meccanismo<br />

ski/walk e alla Triax Pivot Frame, garantendo al tempo<br />

stesso stabilità anche se aperti per la salita e ampia libertà<br />

di movimento nella camminata: 20º posteriormente per<br />

un lavoro a basso angolo e 20º anteriormente per un efficace<br />

movimento in salita.<br />

Peso: 1640g (misura 27 Mondo). Misure: 24.0-30.5.<br />

Info: www.skiBD.com


© Alessandro Belluscio<br />

18<br />

1 / SCOTT - FIX<br />

Tipologia lenti: No Fog Anti-Fog Lens Treatment<br />

Air Control System (ACS) - Spherical OptiView Double Lens<br />

Vestibilità: Optimal on medium to large faces Dettagli:<br />

Helmet Compatibility - Hypoallergenic colored 3-layerface<br />

foam for best comfort - Cheek vents for active frame venting<br />

Info: Acerbis Italia – infosport@acerbis.it - www.scottsports.com<br />

- www.acerbis.it<br />

2 / SCOTT – ROAM SOLID<br />

Costruzione esterna: PC In-Mold Technology Certificazioni:<br />

CE EN 1077-07B Ventilazione: G-vent system - Active S-Vent<br />

System - 4 Passive Vents Dettaglio caschi: Rotary<br />

Adjustment System - Removable Ear Covers - Goggle<br />

Retainer - Side Release Chinstrap Buckle - Helmet Pouch<br />

Info: Acerbis Italia – infosport@acerbis.it - www.scottsports.com<br />

- www.acerbis.it<br />

3 / SCOTT – TEAM ISSUE POLES<br />

Strap: Strike RC and Strike Strap Colori: Green - Purple<br />

Punta: Carbon Diamond Tip (CDT) Rotelle: Rotella 3.6<br />

Grip: Notch Strike Materiali raggi: S4 Aluminum<br />

Misure: 95cm - 140cm<br />

Info: Acerbis Italia – infosport@acerbis.it - www.scottsports.com<br />

- www.acerbis.it<br />

NOME COGNOME: DAVIDE CUSINI<br />

ETÀ: 23 ANNI<br />

HOMETOWN: LIVIGNO<br />

HIGHLIGHTS:<br />

•MAESTRO DI SCI<br />

•HA PARTECIPATO AL FWQ 2010<br />

•PARTECIPERÀ AL FWT 2011<br />

•PARTECIPERÀ AL RED-BULL<br />

LINECATCHER<br />

•HAFILMATOCONFREERADICALS<br />

•HAAVUTO UNA VIDEOPART IN<br />

MOTIVATI E WATCH ME DI<br />

FUNCOOL PROD.<br />

4 / SCOTT – BACK PROTECTOR CRX<br />

CARATTERISTICHE: Concetto ergonomico con vertebrae protective<br />

system; Zip chiusura mezzo torso; Straps spalle<br />

regolabili; Cintura fissaggio torace e punto vita; Imbottitura<br />

traspirante rete 3D e sistema a piastre areate; Protezione<br />

clavicola in d3o, colonna vertebrale e coccige; Sistema fissaggio<br />

cosce regolabile e removibile<br />

OMOLOGAZIONI: CE EN 1621-2<br />

MISURE: S/M, M/L, L/XL<br />

Info: Acerbis Italia – infosport@acerbis.it - www.scottsports.com<br />

- www.acerbis.it<br />

5 / NORDICA - ACE OF SPADES TI N FREE CT<br />

Gli sciatori Park and Pipe hanno bisogno di uno sci in grado<br />

di offrire la stabilità, la durata e la performance necessarie<br />

al Park and Pipe. Questi sci sono costruiti per atleti come<br />

Peter Olenick, in grado di domare il pipe da 22 ai Winter X,<br />

e per tutti i giovanissimi atleti che vogliono seguire le loro<br />

orme. Leggerezza per il massimo controllo in aria, costruzione<br />

sandwich per la precisione, la durata e la capacità di<br />

accelerazione.<br />

Costruzione: Sandwich Energy TI Misura: 170, 177, 184.<br />

Sciancratura 113/86/113. Raggio: 19,5 per 177.<br />

Info: Nordica – www.nordica.com<br />

6 / NORDICA – ACE OF SPADES<br />

Colore: BIANCO/VIOLA Materiale scafo: Leggero, alte prestazioni<br />

SEBS Materiale gambetto: Leggero, alte prestazioni<br />

SEBS materiale linguetta alta reattività PU Ether Profilo<br />

gambetto: Adulto Larghezza soletta: 100 mm Flex index:<br />

Progressivo da 100 a 130 Flex Zeppa: FSE (Full Shock<br />

Eraser) Sistema easy entry: Costruzione in 3 parti per una<br />

calzata rapida Suola: Suole in Vibram approvate DIN sostituibili<br />

(ISO 5355) Scarpetta: Leggera, PFP Performance Fit<br />

FSE / Heat Ready rivestimento pelliccia Sottopiede: FSE (Full<br />

Shock Eraser) Spoiler posteriore: Quick Set FSE (Full Shock<br />

Eraser) Leve: Leve Alu a microregolazione con rastrelliere<br />

inverse Macroregolazione: rastrelliere gambetto avvitabili<br />

a 2 posizioni cinghia Velcro: 55 mm caratt. supplementari -<br />

Baggy Pant Holder Misure: MP 24,0 - 29,5<br />

Info: Nordica – www.nordica.com<br />

7 / THE NORTH FACE – BIZZO JKT / PANT<br />

La giacca Bizzo è il più tecnico guscio a 3 strati in Gore-Tex<br />

Performance Shell. Con il suo tessuto super resistente<br />

garantisce comfort, durata e protezione totale.<br />

Impermeabile e traspirante, tecnologia RECCO integrata e la<br />

cerniera impermeabile in PU è il massimo per contrastare<br />

gli elementi estremi e per il freeride nelle condizioni più<br />

avverse. Con cuciture nastrate, cappuccio regolabile compatibile<br />

con il casco, tasca porta skipass sull’avambraccio,<br />

cerniera PU napoleon per l’accesso interno, tasche frontali,<br />

tasca interne porta lettore MP3 e porta maschera, ghetta<br />

antineve agganciabile al pantalone, cerniere di ventilazione.<br />

Pantalone in Gore-Tex 3 strati Performance Shell, con cuciture<br />

nastrate, regolazione della taglia in vita, cerniere di<br />

ventilazione, ghette alle caviglie, tasche cargo e tasche scaldamani,<br />

tecnologia RECCO integrata, sistema a zip per<br />

aggancio della giacca.<br />

Info: www.thenorthface.com


NOME COGNOME: GIULIA MONEGO<br />

NATA IL: 23 JUNE 1981<br />

HOME TOWN: CORTINA D’AMPEZZO<br />

HOME SPOT: VERBIER<br />

HIGHLIGHTS:<br />

• 2006: WINNER DERBY DE LA<br />

MEIJE, LA GRAVE, FR, WINNER<br />

O’NEILL XTREME VERBIER.<br />

2007: REDBULL TRIBAL QUEST,<br />

NENDAZ SCHWEIZ, BEST PIC.<br />

- SKI DECENT OF CANALONE<br />

MARINELLI MT. ROSA ITALY.<br />

2008: RACEDINTHEFWT.<br />

2009: SVALBARD SPITZBERGEN<br />

SKITRIP. PERU.<br />

- SUMMITS4KIDS CHARITY PRO-<br />

JECT. CONCEPTION AND DEVELOP<br />

OF THE PROJECT WITH TWO<br />

OTHER RIDERS.<br />

- CLIMBED AND SKIED ISHINCA<br />

5530M, PISCO 5752M,<br />

YANAPACCHA 5460M<br />

1 / THE NORTH FACE - WOMEN’S POINT FIVE JACKET<br />

Realizzata in Gore-Tex® Pro Shell, questa giacca Summit<br />

Series è il non plus ultra nell’unione tra impermeabilità e<br />

traspirabilità. Con un nome che già di per sé è sinonimo di<br />

protezione, questo tessuto tecnico in Gore-Tex® è stato progettato<br />

per gli atleti outdoor più esigenti, decisi ad affrontare<br />

spedizioni alpine memorabili. Le cuciture interamente<br />

nastrate, il cordino di regolazione sul fondo giacca e i polsi<br />

regolabili con Velcro sono gli accorgimenti che, anche nei<br />

rigidi climi invernali, garantiscono il massimo del comfort.<br />

La vestibilità Performance consente una sufficiente libertà di<br />

movimento, pur mantenendo una linea essenziale che la<br />

rende all’occorrenza comodamente riponibile sotto lo zaino.<br />

Il cappuccio completamente regolabile è compatibile con i<br />

caschi da sci e da arrampicata. Gli effetti personali possono<br />

essere riposti nelle due tasche sul petto e nella tasca di sicurezza<br />

interna. Point Five Jacket è proposta per lui nelle<br />

seguenti varianti cromatiche: TNF® Red/Black, Gunnison<br />

Green/Black, Insane Blue/Black, Asphalt Grey/Black e Taxi<br />

Yellow/Black. In versione femminile è disponibile in Insane<br />

Blue, TNF® Red e Crushed Plum.<br />

2 / THE NORTH FACE - WOMEN’S GO-GO CARGO PANT<br />

Nuovi colori e nuovo rivestimento interno per Women’s Go-<br />

Go Cargo Pant, un pantalone che si abbina perfettamente<br />

alla Kizamm Jacket, ideale per il big mountain più impegnativo,<br />

così come per il park&pipe più divertente. Go-Go Cargo<br />

Pant è un modello a vita bassa ispirato al mondo dello snowboard<br />

e del park, in stile cargo, provvisto di numerose<br />

20<br />

tasche. Tuttavia, non è solo fashion, ma anche tecnico, grazie<br />

al tessuto HyVent a due strati, impermeabile e traspirante.<br />

L’imbottitura riciclata HeatSeeker Eco su glutei e<br />

ginocchia garantisce che muscolatura e articolazioni non si<br />

raffreddino troppo. Il sistema Chimney Venting e i fori di<br />

aerazione con inserti in mesh sull’interno coscia incrementano<br />

il ricircolo dell’aria, mentre la compatibilità pant-alocks<br />

e le ghette StretchVent con fissaggi elastici tengono<br />

a bada freddo e neve. Per l’Autunno 2010, il pantalone Go-Go<br />

Cargo viene proposto in una vasta scelta cromatica, tra cui<br />

Grass Green, Safety Yellow e Brownie Brown.<br />

Info: www.thenorthface.com<br />

3 / KASTLE - MX108<br />

Con la sua larghezza centrale di 108mm risulta straordinariamente<br />

maneggevole in powder e in combinazione con la sua<br />

leggerezza consente di volare letteralmente sulla fresca.<br />

L’ampio raggio anteriore, accoppiato ad un raggio più chiuso<br />

centrale fornisce un eccezionale stabilità e permissività. Il camber<br />

basso attenua l’aggressività nella powder profonda, generando<br />

un flex armonico. Misure: 177, 187, 195. Sciancratura:<br />

132/108/122. Raggio: 28, 31, 40. Base Profile: low camber.<br />

Info: www.kaestle-ski.com<br />

4 / GARMONT – XENA<br />

Scarpone freeride ad alte prestazioni specifico per donna,<br />

studiato per le discese più impegnative con sci freeride larghi<br />

ma sfruttando le doti in salita e il comfort di uno scarpone da<br />

© Damiano Levati<br />

sci alpinismo. Indice di Flex 120 AT. Scarpetta Pad-Lock Flash<br />

W, G-Fit High W. Peso G-Fit 1726g, Pad-Lock 1778g. Size: 23-27,5.<br />

Info: Garmont – info@garmont.com<br />

5 / SMITH - I/OS heritage chocolate Evolve Goggle<br />

Small/medium fit, lenti con sistema Quick Release, lenti sferiche<br />

Carbonic-X con ottica TLT, sistema di ventilazione brevettato<br />

con filtro Porex. Due lenti Performance Mirror incluse,<br />

ampia strap con inserti in silicone e sistema di regolazione<br />

rapido con clip. Spugna interna a doppio strato, compatibilità<br />

con casco, custodia in microfibra con tasca porta-lenti.<br />

6 / SMITH – VANTAGE heritage chocolate Evolve Helmet<br />

Guscio esterno con costruzione ibrida SL, sistema di ventilazione<br />

AirEvac 2, sistema di regolazione del fit, sistema di controllo<br />

del clima Low Profile Dual Regulator, fodera X-Static<br />

Performance. Paraorecchie Snapfit SL, sistema aggancio<br />

della maschera removibile. Disponibilità sistema audio compatibile<br />

con Bluetooth telefono e Skullcandy headphones.<br />

Certificazione ASTM F 2040 CE EN 1077 CLASS B. Taglie: S-M-L.<br />

EVOLVE - Smith<br />

La linea Evolve pone l’attenzione verso l’impatto ambientale.<br />

Le maschere Evolve hanno montature realizzate con materiali<br />

rinnovabili, al 100% riciclabili. I caschi Evolve usano<br />

fodere X-Static realizzate con miscele al 50% di argento riciclato<br />

e altri materiali di riciclo, mentre i gusci sono al 96,3%<br />

in PE riciclato. Anche le confezioni sono ridotte al minimo e<br />

realizzate con materiali riciclati e coloranti vegetali.<br />

Info: www.smithoptics.com


INTEGRATE<br />

KEVIN ROLLAND BLOGOSPHERE I/O GOGGLE & MAZE HELMET<br />

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24<br />

Da qualche tempo l’idea di un Invitational balenava nella testa di Toby. Già l’anno<br />

passato durante lo Yeti freestyle Series, ha dimostrato a tutti le sue notevoli<br />

capacità di shaper, regalando kicker sempre perfetti.<br />

Pertanto dopo aver cercato consenso e supporto dalla amministrazione locale<br />

Vinatzer ha preso la pala in mano e ha instancabilmente lavorato per<br />

confezionare un evento degno di nota. Il Jib 4 beer si basa su una idea bella ed<br />

innovativa, si corre per vincere birre da scoppiarsi nel party finale al<br />

LuisKeller. Il set-up creato nel giradino dietro casa era composto da tre<br />

differenti linee su tubi di acciaio, dove i rider potevano sbizzarrirsi in ogni<br />

genere di slide possibile.<br />

L’atmosfera easy ha da subito coinvolto il folto pubblico che ha scaldato gli<br />

atleti con un tifo caloroso. I rider da parte loro, gasati al punto giusto, hanno<br />

veramente abusato delle strutture andando a mostrare come un paio di sci e<br />

due tubi possano permettere di esprimersi ai massimi livelli.<br />

Numerosi i rider accorsi alla gara anche all’esterno dei confini italiani.<br />

Una prima ora di qualifica in jam session libera, ha già regalato le prime birre,<br />

donate dai giudici che premiavano i trick più spessi. Gli 8 rider che alla fine della<br />

jam session avevano vinto il maggior numero di birre si sono assicurati<br />

l’ingresso alla finale, dove udite udite ci si giocavano altre 10 birre.<br />

Il padrone di casa Tobias Vinatzer con Daniel Tschurtschenthaler, Valentino Mori,<br />

Raffaele Cusini, Juri Silvestri, Lukas Schäfer, Flo Geyer e Matthias Fabbro si sono<br />

dati battaglia per il jackpot finale.<br />

Finale svoltasi testa a testa in sistema KO, in cui i rider si sono eliminati fino al<br />

vincitore finale. Flo Geyer si è portato a casa la sbronza finale con le 10 birre<br />

aggiuntive, seguito da Juri Silvestri, terzo gradino del podio per Daniel<br />

Tschurtschenthaler e dignitosissimo 4 posto per Lukas Schäfer.<br />

E’ giunta quindi l’ora di reclamare il montepremi promesso, e quindi al<br />

Luislkeller affollatissimo, i rider hanno consumato tutto quello che hanno vinto,<br />

ed anche di più in un party memorabile.<br />

Un peccato se ve lo siete perso ma tranquilli Toby ha già inziato a pensare come<br />

migliorare e far crescere l’evento, magari anche con delle salsicce!!!<br />

Insomma un evento creato dalla passione e vissuto come una vera festa, no<br />

stress just fun!!!


Il 2010 ha avuto alcune similitudini con la stagione di debutto della formula uno<br />

del freeride nel 2008. In entrambe le occasioni la vittoria finale è stata<br />

conquistata dal Rookie di turno. Nel 2008 Henrik Windstedt ha sbaragliato una<br />

concorrenza agguerrita di nomi che del freeride hanno scritto la storia. Candide<br />

Thovex ha poi rubato lo scettro ad Henrik con la stagione magistrale dell’anno<br />

passato, in cui ha dominato, confermando questa tendenza.<br />

Ma stiamo quindi parlando di superuomini? Di freskier totali? Le vicende dei due<br />

mostrano notevoli similitudini anche seguendo il percorso che li ha portarti a<br />

dominare la scena Big Mountain internazionale.<br />

Henrik ha iniziato a farsi conoscere sulla scena internazionale all’inizio del 2000<br />

quando ha portato a casa la medaglia d’oro al Red Bull Big Air, diventato ai giorni<br />

nostri il JOSS (John Olson Invitational). Già allora e pochi però lo sanno, Henrik<br />

partecipava costantemente al campionato Scandinavo di Big Mountain<br />

vincendolo per ben 4 volte tra il 2000 ed il 2005, proprio negli anni in cui la scena<br />

internazionale lo premiava come astro nascente del freestyle. Se state pensando<br />

che nel campionato scandinavo avesse gioco facile, andando a scorrere gli<br />

avversari si trovano nomi del calibro di Sverre Liliequist e Kay Zackrisson, vedete<br />

un po’ voi. Nel 2005 Henrik si pone un nuovo target e decide di lavorare<br />

27


28<br />

seriamente per competere alle Olimpiadi 2006 nel<br />

team Moguls Svedese. Tale obbiettivo viene però<br />

stroncato da un infortunio che lo costringe a<br />

rivedere i suoi piani e lo tiene fuori dai giochi<br />

anche per buona parte della stagione 2007. Dopo<br />

aver quindi interrotto la carriera per due volte, la<br />

prima come freestyler alla ricerca della gloria<br />

olimpica, e la seconda come promessa del team<br />

Mogul con l’inaspettato infortunio, Henrik si trova<br />

ad un bivio alle soglie del 2008. Proprio in quella<br />

stagione si materializza la possibilità di entrare<br />

nel circus del FWT e Henrik, avendo assi nella<br />

manica nel big mountain, la coglie puntando al<br />

titolo.<br />

Candide a due anni di distanza sembra<br />

ripercorrere il medesimo percorso. Freestyler<br />

riconosciuto, ha tenuto alto l’onore Europeo nella<br />

scena freeski internazionale fin dalla sua nascita,<br />

in contrapposizione alla Canadian Air Force di<br />

Mike Douglas e le trois Phils. E’ stato il primo a<br />

chiudere un trick di spessore come un D-spin 7 sul<br />

Chad’s Gap ad Alta in Utah, o ancora ad avere un<br />

pro-model Dynastar quando il calendario scandiva<br />

la fine del millennio. O ad emozionare tutti nel<br />

video della sua casa di produzione chiudendo su<br />

di un jump di 30 metri un Cork 810° atterrando sul<br />

rail accuratamente posizionato sul landing, uno<br />

dei trick di freestyle più incredibili che si possano<br />

ricordare.<br />

Dal 2005, ogni anno, tutti gli atleti aspettano la<br />

data del Candide Thovex Invitational, dove il<br />

francese dà libero sfogo alla fantasia. Si vedono<br />

strutture molto innovative, dallo Skate Bowl alle<br />

pareti irregolari che permettono ai partecipanti di<br />

spingere l’acceleratore sull’evoluzione dello sport,<br />

oltre a provare il proprio coraggio sul Big Bertha,<br />

il monster kicker dell’evento. Proprio questo salto<br />

nell’ultima edizione dell’evento del 2007 ferma la<br />

carriera di Candide, una brutta caduta gli<br />

comporta la frattura della schiena ed un lungo<br />

periodo di stop fino alla metà della stagione 2009.<br />

Quando si rimette sugli sci decide di dedicarsi alla<br />

sua passione, si può vedere come tornare al<br />

backcountry e alla neve fresca sia naturale per lui già nel filmato di quella<br />

stagione: Candide Kamera. La vittoria al Red Bull Linecatcher è l’inizio della nuova<br />

stagione di Candide e da qui si capisce come sappia fondere il freestyle ed il Big<br />

Mountain, stagione che continua con l’incoronazione nell’FWT 2010.<br />

Da anni si sussurra e ci si aspetta che l’evoluzione del freeski passi per la<br />

fusione del Freestyle nel Big Mountain e ora ciò sta davvero accadendo. Candide<br />

e Henrik incarnano la passione per lo sci a 360° con la capacità di eccellere in<br />

tutte le discipline. FWT ha raccolto questi due campioni e gli ha dato un nuovo<br />

traguardo e due corone mondiali, e la possibilità di dimostrare la capacità di<br />

controllare gli avversari su pareti avverse in condizioni sempre diverse. Il<br />

freeride è ostico, una discesa che pochi giorni prima può sembrare facile, in


30<br />

condizioni perfette, solo dopo qualche giorno può<br />

essere trasformata dal vento e diventare<br />

pericolosa e difficile. Il risultato dell’FWT non è mai<br />

scontato e proprio chi ha eccelso l’anno<br />

precedente deve ripartire da zero puntando il<br />

traguardo della vittoria finale.<br />

Le due tappe aggiuntive di quest’anno rendono il<br />

tour ancora più combattuto ed emozionante,<br />

punendo ancor di più eventuali passi falsi.<br />

A lato dell’FWT si confermano e anche in questo<br />

caso aumentano, le tappe FWQ, il circuito che<br />

permette di accumulare punti nel ranking<br />

mondiale per accedere l’anno successivo alla<br />

massima categoria. La tappa italiana è<br />

confermata e si svolgerà presso il comprensorio<br />

del Monterosaski dal 18 al 20 di febbraio. Ancora<br />

una volta calcheranno le nostre nevi atleti di oltre<br />

12 nazioni, tra cui tante promesse del futuro.<br />

Entrambi i vincitori delle due passate edizioni<br />

militano oggi nelle file degli atleti dell’FWT, a<br />

dimostrazione della bontà del progetto. Si spera<br />

solo che anche l’Italia e qualche regione abbiano<br />

la voglia di investire un giorno per far crescere<br />

l’evento fino a farlo crescere al rango di FWT,<br />

investendo in questa disciplina tanto popolare<br />

oltralpe.<br />

Il primo stop del circuito sarà a Chamonix e chissà<br />

perché ho la sensazione assolutamente personale<br />

che il prossimo freestyler a presentarsi in cima<br />

alla scena potrebbe essere il Leone Americano<br />

Tanner Hall. Dopo notevoli infortuni sembra<br />

essere un po’ perso, che la famiglia dell’FWT lo<br />

accogliesse e iniziasse ad una nuova vita sarebbe<br />

fantastico.<br />

Visto ciò che vi ho raccontato potrebbe<br />

consolidarsi la tradizione.<br />

Per seguire dal vivo tutte le tappe cliccate su<br />

http://www.freerideworldtour.com<br />

CALENDARIO<br />

1. Nissan Freeride de Chamonix-Mont-Blanc 2011 by Swatch (FRA)<br />

Date: 22 January 2011<br />

Women and Men, Ski and Snowboard<br />

2. Nissan Freeride Engadin St Moritz 2011 by Swatch (SUI)<br />

Date: 30 January 2011<br />

Men only, Ski and Snowboard<br />

3. North American Championships Kirkwood 2011 by Swatch (USA)<br />

Date: 26 February 2011<br />

Men and Women, Ski only<br />

4. Nissan Russian Adventure Sochi 2011 (RUS)<br />

Date: 5 March 2011<br />

Men only, Ski and Snowboard<br />

5. Big Mountain Fieberbrunn 2011 by Nissan (AUT)<br />

Date: 12 March 2011<br />

Men only, Ski and Snowboard<br />

6. Nissan Xtreme Verbier 2011 by Swatch (SUI)<br />

Date: 19 March 2011 (Finals)<br />

Women and Men, Ski and Snowboard


Pic: Stef Cande Rider : Guillaume Sbrava<br />

QUALITA‘<br />

PRO BULLET<br />

LEGGEREZZA<br />

COMODITA‘


Arriva dicembre, si avvicinano le festività, i vari Babbi Natale obesi compaiono in televisione con le<br />

peggio pubblicità, come al solito assurde, la gente stressa dicendo che dobbiamo essere tutti più<br />

buoni, di colpo il vicino mi saluta ... e col Natale arriva anche il “Railway to Heaven” di Prato nevoso.<br />

Gherry stai tranquillo, non ti do del “babbo natale”.<br />

Penso siano ormai 5 o 6 anni che puntualmente mi reco sulle alpi marittime e puntualmente torno a<br />

casa contento, mai avuto delusioni! Ho sempre trascorso un bel week end all'insegna del<br />

divertimento, del buon riding e anche di belle sorprese. Quest'anno il Railway ha nuovamente offerto<br />

qualcosa di nuovo. Nonostante le ultime perturbazioni finite purtroppo in pioggia, un buon fondo di<br />

neve era già presente. Le basse temperature hanno permesso di sparare e ammucchiare neve, tanto<br />

da consentire a Gherry e crew di rivoluzionare la linea grande del park.<br />

Sul terrazzamento storico del kicker è saltata fuori una cisterna blu, accessibile da tutti i lati, frontale<br />

e laterali. Di fianco al terrazzamento, un nuovo plateau realizzato interamente in neve, modellato in<br />

modo tale da avere un kicker con flat in salita. Un po’ all'americana. Apparentemente piccolo,<br />

ingannevole, ma vi assicuro sufficientemente performante e funzionante, i trick chiusi hanno smentito<br />

33


34<br />

ogni singolo dubbio. Landing anche più pendente, in<br />

modo da potere, volendo, andare più lunghi rispetto<br />

al solito landing del terrazzamento in terra.<br />

Siccome da qualche anno il Railway è anche contest,<br />

quest'anno Gherry aveva deciso, stufo della<br />

monotonia, di cambiare il metodo di assegnazione<br />

premi. Il discorso era molto semplice. Sono state<br />

stampate delle banconote, dei dollari degli “Unit<br />

States of Prato Nevoso”, dei Pratodollari, tutti in tagli<br />

da 50. Sulla banconota, al posto del presidente degli<br />

Stati Uniti di Prato Nevoso, si trovavano le facce di 3<br />

altri soggetti: Saddam, Bin Laden e Ronald Regan.<br />

Ogni banconota da 50 Pratodollari valeva<br />

l'equivalente di 50 euri. Montepremi del week end<br />

3000 Pratodollari ossia 3000 euro.<br />

Come guadagnarsi le banconote? A turno tutto il<br />

gruppo rider-filmer-fotografi si spostava su una<br />

struttura. Su ogni struttura si poteva girare per un<br />

tempo prestabilito. Durante la durata della session<br />

ogni rider poteva girare quanto voleva, non c'erano<br />

limiti di run. Ogni trick buono, chiuso e pulito faceva<br />

vincere 50 Pratodollari. Non c'era un limite di<br />

banconote assegnabile, bisognava solo chiudere i<br />

trick!<br />

L'arrivo come tutti gli anni era previsto per il<br />

venerdì sera, presso il Pub SnowFever diventato<br />

ormai all'occorrenza un ufficio, un bar dove fare<br />

colazione, un posto dove fare aprè ski, aperitivo,<br />

cena, dopocena, festa ecc. Gherry e Cesarone a<br />

distribuire le camere, un paio di birre, saluti a tutti<br />

e poi tutti a dormire.<br />

Il sabato mattina inizia con un freddo pungente,<br />

neanche tanto umido, ma -14°C a inizio stagione vi<br />

garantisco che si fanno sentire.<br />

Prima session, in basso park, Pooljam da una parte,<br />

tubone piatto-salita-piatto per il rail e i rider che a<br />

turno cercano di aggiudicarsi banconote da 50<br />

Pratodollari.<br />

Markus Eder esce in Flat 450 out dal Pooljam,<br />

Tschurtschenthaler invece riesce a entrare sul<br />

Tubone-Sex Change, cappottone out, ignoranza allo<br />

stato brado. La paura non sa neanche cosa sia.<br />

Ci si sposta sul cisternone, JJ Jefferson e Simone<br />

Canal affrontano “il grosso blu” con ingresso<br />

laterale. Fast Plant “affettuoso” da parte di entrambi,<br />

come se abbracciassero la Big-Tank.<br />

Il resto degli skier si alterna tra Nose-Bonk, Tail-Bonk<br />

e Gap to rail. Valentino Mori decide di partire di<br />

pazzia e ollando più del normale riesce a girare<br />

Flatspin Over the Tank. Prende i suoi rischi ma<br />

ottiene i suoi risultati.<br />

Ci si sposta tutti sul Kicker. Un 18 Gap-Step Up. In<br />

foto inganna. Sembra un kickerino da linea easy, ma<br />

vi assicuro che airtime e parabola permettevano di<br />

girare quasi di tutto. Non si sono visti Double ma si<br />

sono comunque visti parecchi trick interessanti.<br />

Andreas Bacher mi ha stupito girando<br />

tranquillamente Unnatural Cork 7 Reverse mute con<br />

velocità e tanto stile. Un gatto!


36<br />

JJ Jefferson ha alternato Flatspin 5 e 7, Rodeo 5,<br />

Cork 7 Reverse Mute, Cork 9 Tail. Mattias Fabbro ha<br />

chiuso i suoi Misty pulito come suo solito. Martin<br />

Premstaller ha alternato giri sul kicker a Hand-Drag<br />

spettacolari sul cambio Flat-landing del kicker.<br />

Stefan Schenk in gran ripresa ha dimostrato di<br />

essere sempre più completo e devoto ai contest.<br />

Si è anche rivisto Denis Battisti, il giovane trentino<br />

che l'anno scorso accusava un fastidioso<br />

problemino al ginocchio, era in formissima. A<br />

quanto pare il suo nuovo primo sport è diventato il<br />

Triathlon. Che diventi un ironman? Non lo sappiamo,<br />

ma sicuramente il suo stile rimane sempre lo<br />

stesso, riconoscibile da lontano, solido e reattivo.<br />

Nel frattempo i rider stranieri che dovevano<br />

arrivare, grazie alla mezza perturbazione che ha<br />

infastidito mezza Europa il venerdì, risultavano<br />

dispersi. Il gruppo svedese di Kristoffer Edwall ha<br />

rischiato di non arrivare in Italia per tempo, una<br />

volta trovati i voli in extremis (la neve aveva bloccato<br />

Francoforte) ed essere atterrati a Torino-caselle,<br />

hanno scoperto che purtroppo i loro bagagli erano<br />

ancora fermi a Francoforte. Un altro rider francese<br />

è rimasto bloccato sulla strada e soprattutto tanti<br />

altri, con Milano bloccata dalla neve, ci hanno<br />

messo una vita ad arrivare.<br />

La cosa bella è che a Prato Nevoso invece ha fatto<br />

bello per tutto il week end. Freddo ma bello. Zero<br />

perturbazione. Il clima mi spaventa sempre di più...<br />

Sabato pomeriggio ci si è ritrovati tutti sul kicker.<br />

Sunset session. Per quest’anno niente night<br />

shooting. Basta scattare al buio! Un bellissimo<br />

tramonto rosso-arancio ha incendiato tutta la<br />

Provincia Granda fino al Monviso, e se ne sono viste<br />

delle belle. Personalmente sono rimasto stupido<br />

dalla progressione del giovane Juri Silvestri, un paio<br />

di trick notevoli li ha sfoderati al momento giusto...<br />

Markus Eder macchina da trick, non si è fermato un<br />

giro, invece Tobi Vinatzer si ritrovava con una<br />

caviglia dolente e purtroppo non è riuscito a<br />

partecipare per intero all'evento. Ri-ingaggiato<br />

subito, è stato head-judge della parte freeski.<br />

Mi viene spontaneo, e voglio, non per dovere di<br />

marchette, ringraziare Gherry, anche questa volta<br />

mi ha stupito. Nonostante la condizione nevosa non<br />

perfetta, le perturbazioni farlocche dei giorni<br />

precedenti, la pioggia, la temperatura, i soliti casini<br />

logistici, è riuscito a metter su un altro super<br />

meeting degno di nota. Solo per farvi capire, molti<br />

park grossi non riescono ad avere un set-up finito<br />

prima di Natale. A Prato Nevoso invece Gherry riesce<br />

sempre a stupirci, quest'anno ha cambiato set up,<br />

l'anno scorso aveva sfruttato di più l'altra linea,<br />

l'anno prima ancora più in là.<br />

Cavolo grazie Gherry, complimenti, e permettimi, ora<br />

di darti del Babbo Natale. Tutta l'ospitalità che riesci<br />

sempre ad offrire penso non abbia eguali.<br />

Al prossimo anno allora... sono già curioso di sapere<br />

cosa si inventerà.


Boardcore - tel. 02.69017189 - info@ boardcore.it


42<br />

Bene Mayr<br />

Luggi<br />

Alo & Markus Franz di Amdudler<br />

Markus e Andri<br />

Paddy e Franz


Caja<br />

Markus Johan<br />

Lena Blake Tobi Reindl<br />

Nico<br />

43


Markus Eder<br />

L’inverno scorso le nostre alpi hanno nuovamente regalato una stagione e<br />

condizioni da sogno. Neve, tanta neve, freddo, tutto ha funzionato perfettamente.<br />

Purtroppo però dall’altra parte del confine, verso l’Austria e ancora più in là in<br />

Germania, le precipitazioni non sono state molto generose. Obertdorf, la piccola<br />

località delle alpi tedesche che ospita ormai da 4 anni il Nineknights, non faceva<br />

eccezione, scarseggiava di neve. Pertanto Nico e soci anziché realizzare i due<br />

castelli in programma, si sono ritrovati, senza perdersi d’animo, a costruire e<br />

plasmare un solo castello.<br />

La posizione rispetto all’anno scorso era è cambiata. L’orientamento del kicker<br />

dell’edizione precedente era verso sud, verso l’Italia per capirci e ciò permetteva di<br />

avere come sfondo un bel rosa all’alba e un tramonto infuocato la sera.<br />

Quest’anno invece il kicker era orientato verso est. Quindi prevedevamo un’alba<br />

potente ma purtroppo un tramonto poco significativo, con il sole alle spalle.<br />

Purtroppo le condizioni e la temperatura sembravano pregiudicare il risultato<br />

finale e, come se non bastasse, il vulcano islandese stava bloccando totalmente il<br />

traffico aereo (non so se vi ricordate) portando disagi non indifferenti. Ancora una<br />

volta Madre Natura ci stava mettendo in ginocchio in quattro e quattro otto.<br />

Quindi vulcano che erutta, la maggior parte dei rider concentrati a Are in Svezia per<br />

il JOSS, e trasporti bloccati. Il collega Klaus Polzer, editor di Downdays e fotografo<br />

per il team Europe al Joss decideva di procedere via terra. 50 ore di viaggio tra<br />

treni, bus e taxi, tra Are e Monaco di Baviera. Gli americani invitati rimanevano<br />

bloccati anche loro ad Are e non riuscivano a muoversi. Johan Ståhlberg, il collegafotografo<br />

svedese, decideva di caricare la sua automobile con due rider e partire<br />

alla volta di Obertdorf. Lolo Favre riusciva ad arrivare pure lui e Blake Nyman,<br />

invece, da New York ritardava di 2 giorni ma alla fine ce la faceva.<br />

Il castello appariva diverso dall’anno precedente.<br />

2 rampe, un kicker grosso (si dice facesse volare a più di 30 metri), l’altro dava sul<br />

martello-box della Dotz. Torre d’avvistamento su un lato e un gruppo di rider super<br />

motivati.<br />

Dopo i primi salti in assoluto, gli unici commenti che ho sentito sono stati di totale<br />

apprezzamento.<br />

Markus ha da subito dichiarato di non aver mai saltato su un qualcosa di così bello<br />

e sicuro. Nico che faceva gli onori di casa sorrideva e contento si godeva gli<br />

apprezzamenti dei rider.<br />

Bene Mayr, rider of the year agli IF3 europe, ha iniziato a girare come una macchina.<br />

Thomas Hlawitchka, Paddy Grahm e Tobi Reindl in perfetto assetto “Legs Of Steel”<br />

in trasferta.<br />

Le due donnine presenti, Lena Stoffel e Caja Schoepf, nonostante i numerosi dubbi<br />

riguardo alla velocità, si sono convinte, hanno rotto il ghiaccio e iniziato a girare.<br />

Da lì in poi è stato un totale susseguirsi di momenti epici e storici, aggiungerei pure.<br />

Il programma prevedeva, nonostante il meteo, una serie di shooting e spostamenti<br />

calcolati al minuto.<br />

Dalla sunset session, alle lifestyle session, al riposo per i rider (giustamente non<br />

possono girare tutti a balla per 1 settimana di fila) alla partita di dodge-ball il<br />

venerdì sera.<br />

Di comune accordo, con Nico si è deciso di non concentrarsi troppo sulla sunset<br />

session, purtroppo come spiegato sopra, l’orientamento del kicker non permetteva<br />

di avere un’inquadratura funzionale. Così Nico ha accolto i suggerimenti e tirato<br />

fuori dal cilindro l’ennesima sorpresa...<br />

Pioggia a parte, si era pensato di concentrare, con un po’ di sforzi da parte di tutti<br />

(rider, fotografi, filmer e shaper), la maggior parte dello shooting tra il giovedì sera<br />

e il venerdì all’alba.<br />

In circa 16 ore dovevamo fare sunset shooting, night shooting e sunrise shooting<br />

con l’elicottero.<br />

Al momento non eravamo molto preoccupati, alla fine eravamo lì per lavorare bene<br />

e produrre del buon materiale, ma pensandoci a posteriori non si profilava<br />

un’impresa semplice.<br />

Si sale con l’ultima gondola al kicker alle 16.00 del pomeriggio. Sunset shooting,<br />

luce mediocre, sole alle spalle, un po’ di delusione.<br />

Alle 20.00 circa, night shooting per circa 3 ore. Il castello totalmente illuminato di<br />

blu elettrico, illuminazione studiata alla perfezione da parte dei ragazzi del team di<br />

Nico, gatto delle nevi e motoslitta pronti a far girare i rider. Ambientazione surreale,<br />

45


46<br />

immaginate il buio più totale di una vallata e al centro un castello illuminato di blu...<br />

fighissimo! Finito lo shooting si rientra al rifugio. Zuppa calda, riposo, batterie sotto<br />

carica.<br />

Al mattino alle 4 circa, risveglio. Almeno per chi è riuscito a dormire. Io non ci sono<br />

riuscito, ho aperto gli occhi che ero ancora più stanco, ma a quanto pare il mio<br />

russare ha dato problemi di riposo di tutti, ergo risveglio brusco e scorbutico.<br />

“Nonostante fossimo a fine stagione, aprile inoltrato, vi garantisco che al mattino le<br />

temperature non erano delle più piacevoli.”<br />

Si sale nuovamente al kicker, si settano le luci e si aspettano i primi rider.<br />

Poco dopo sarebbe arrivato l’elicottero, ma all’alba c’era una luce così bella che non<br />

scattare sarebbe stato proprio un peccato.<br />

È in quel momento che Xavier Gering regala uno dei più bei Cork 3 Tail che abbia<br />

mai visto. Il giovane local mi stupisce ogni anno che passa. Markus che, mettetela<br />

come volete, si ritrova un po’ nel paese dei balocchi, inizia a tirare bombe su bombe.<br />

Cork 5 Shifty, altro marchio di fabbrica della Eder & Co., grosso, lento e tirato come<br />

solo lui sa.<br />

Bene Mayr infila un Double dietro l’altro. Markus lo segue a ruota. Paddy Graham<br />

alterna Tail a Doub Cork 10. Lo svedese Kristoffer Edwall, saltato fuori quasi dal<br />

nulla e arrivato in auto con Johan dalla Svezia, dimostra un livello di riding solido<br />

come pochi. Ho visto poca gente girare decisa come lui! Blake Nyman, col suo stile<br />

inconfondibile, non si ferma un attimo e recupera tutto il tempo perso in aeroporto<br />

a causa degli aerei.<br />

Martin Misof sorprende per come, nonostante tutto, possa ancora migliorare.<br />

Verso le 5 e mezza del mattino si sente arrivare l’elicottero in lontananza, the bird.<br />

Un paio di virate sul kicker e si inizia. L’adrenalina sale. Il pilota segue rider per<br />

rider ogni singola run. Vola vicino alla torre e poi su, a impennare l’elicottero. Tutto<br />

bello, però permettetemi uno sfogo: hey tu pilota, a fare il figo vicino al kicker hai<br />

Lena Stoffel<br />

fatto si che tutti i flash e i radiocomandi andassero per aria... grazie caro, ma la<br />

prossima volta scendi e vieni a tirarci su i flash!<br />

Probabilmente il momento più bello è stato proprio all’alba. Rider motivati, tutti i<br />

fotografi concentrati a fare un buon lavoro, filmer sparsi per tutta la montagna e<br />

soprattutto Nico a prendersi i complimenti e Markus, che ritrovatosi di colpo in<br />

mezzo ai top rider europei non sembrava affatto spaventato o spiazzato, tutt’altro!<br />

Markus ancora più motivato, se non erro, è stato il primo ad aprire il grosso kicker<br />

in Switch. Ha chiuso perfettamente Doub Cork 12, Doub Flatspin 9, più tutti i suoi<br />

trick di repertorio.<br />

Alle 7 del mattino circa, l’elicottero vola via, session conclusa, luce ormai tornata<br />

normale, il sole a splendere su in cielo. Tutti soddisfatti scendiamo a valle, stravolti<br />

e puzzolenti, pronti a riposarci e a preparare la selezione di immagini per il photocontest.<br />

Il sabato era open day, centinaia di persone sono accorse al castello dei 9 cavalieri<br />

per vedere in azione i loro rider preferiti. Giusto per farvi capire, nonostante il<br />

martello-box della Dotz fosse costruito e piazzato bene, l’unico che ha osato sfidarlo<br />

è stato Markus con uno sgheppo to Box to Flatspin 450 out. Tanto di cappello,<br />

standing ovation da tutti i presenti.<br />

Il contest si svolge a ritmi regolari, nonostante il caldo ormai scoppiato in tutta<br />

Europa. La sfida si ritrova a un certo punto ad essere tra Markus e Bene Mayr. Bene<br />

gira bene (ah ah che battuta!), ma non al top della forma. Markus invece tutto<br />

quello che prova lo chiude alla perfezione.<br />

La ciliegina sulla torta è il Doub Cork 12 chiuso in afterbang guardando<br />

direttamente la torre dove la giuria, il sottoscritto e Franz Perini al momento del<br />

landing scoppiamo tutti in un boato di apprezzamento.<br />

Fuori programma e, soprattutto, sorpresa della giornata, un momento storico nella<br />

storia del freeski moderno. Teddy Berr si denuda, 3-2-1 drop!... Si lancia nudo come


46<br />

immaginate il buio più totale di una vallata e al centro un castello illuminato di blu...<br />

fighissimo! Finito lo shooting si rientra al rifugio. Zuppa calda, riposo, batterie sotto<br />

carica.<br />

Al mattino alle 4 circa, risveglio. Almeno per chi è riuscito a dormire. Io non ci sono<br />

riuscito, ho aperto gli occhi che ero ancora più stanco, ma a quanto pare il mio<br />

russare ha dato problemi di riposo di tutti, ergo risveglio brusco e scorbutico.<br />

“Nonostante fossimo a fine stagione, aprile inoltrato, vi garantisco che al mattino le<br />

temperature non erano delle più piacevoli.”<br />

Si sale nuovamente al kicker, si settano le luci e si aspettano i primi rider.<br />

Poco dopo sarebbe arrivato l’elicottero, ma all’alba c’era una luce così bella che non<br />

scattare sarebbe stato proprio un peccato.<br />

È in quel momento che Xavier Gering regala uno dei più bei Cork 3 Tail che abbia<br />

mai visto. Il giovane local mi stupisce ogni anno che passa. Markus che, mettetela<br />

come volete, si ritrova un po’ nel paese dei balocchi, inizia a tirare bombe su bombe.<br />

Cork 5 Shifty, altro marchio di fabbrica della Eder & Co., grosso, lento e tirato come<br />

solo lui sa.<br />

Bene Mayr infila un Double dietro l’altro. Markus lo segue a ruota. Paddy Graham<br />

alterna Tail a Doub Cork 10. Lo svedese Kristoffer Edwall, saltato fuori quasi dal<br />

nulla e arrivato in auto con Johan dalla Svezia, dimostra un livello di riding solido<br />

come pochi. Ho visto poca gente girare decisa come lui! Blake Nyman, col suo stile<br />

inconfondibile, non si ferma un attimo e recupera tutto il tempo perso in aeroporto<br />

a causa degli aerei.<br />

Martin Misof sorprende per come, nonostante tutto, possa ancora migliorare.<br />

Verso le 5 e mezza del mattino si sente arrivare l’elicottero in lontananza, the bird.<br />

Un paio di virate sul kicker e si inizia. L’adrenalina sale. Il pilota segue rider per<br />

rider ogni singola run. Vola vicino alla torre e poi su, a impennare l’elicottero. Tutto<br />

bello, però permettetemi uno sfogo: hey tu pilota, a fare il figo vicino al kicker hai<br />

Lena Stoffel<br />

fatto si che tutti i flash e i radiocomandi andassero per aria... grazie caro, ma la<br />

prossima volta scendi e vieni a tirarci su i flash!<br />

Probabilmente il momento più bello è stato proprio all’alba. Rider motivati, tutti i<br />

fotografi concentrati a fare un buon lavoro, filmer sparsi per tutta la montagna e<br />

soprattutto Nico a prendersi i complimenti e Markus, che ritrovatosi di colpo in<br />

mezzo ai top rider europei non sembrava affatto spaventato o spiazzato, tutt’altro!<br />

Markus ancora più motivato, se non erro, è stato il primo ad aprire il grosso kicker<br />

in Switch. Ha chiuso perfettamente Doub Cork 12, Doub Flatspin 9, più tutti i suoi<br />

trick di repertorio.<br />

Alle 7 del mattino circa, l’elicottero vola via, session conclusa, luce ormai tornata<br />

normale, il sole a splendere su in cielo. Tutti soddisfatti scendiamo a valle, stravolti<br />

e puzzolenti, pronti a riposarci e a preparare la selezione di immagini per il photocontest.<br />

Il sabato era open day, centinaia di persone sono accorse al castello dei 9 cavalieri<br />

per vedere in azione i loro rider preferiti. Giusto per farvi capire, nonostante il<br />

martello-box della Dotz fosse costruito e piazzato bene, l’unico che ha osato sfidarlo<br />

è stato Markus con uno sgheppo to Box to Flatspin 450 out. Tanto di cappello,<br />

standing ovation da tutti i presenti.<br />

Il contest si svolge a ritmi regolari, nonostante il caldo ormai scoppiato in tutta<br />

Europa. La sfida si ritrova a un certo punto ad essere tra Markus e Bene Mayr. Bene<br />

gira bene (ah ah che battuta!), ma non al top della forma. Markus invece tutto<br />

quello che prova lo chiude alla perfezione.<br />

La ciliegina sulla torta è il Doub Cork 12 chiuso in afterbang guardando<br />

direttamente la torre dove la giuria, il sottoscritto e Franz Perini al momento del<br />

landing scoppiamo tutti in un boato di apprezzamento.<br />

Fuori programma e, soprattutto, sorpresa della giornata, un momento storico nella<br />

storia del freeski moderno. Teddy Berr si denuda, 3-2-1 drop!... Si lancia nudo come


48<br />

mamma l’ha fatto, affronta il kicker, parte in un Superman-Frontflip, vola oltre la<br />

torre dove eravamo noi (e vi garantisco che i trick più spessi erano parecchio più<br />

bassi durante lo stallo), vola con il cosino all’aria per circa 40 metri, si chiude e fa<br />

per atterrare … probabilmente il fatto che fosse nudo, senza attrito alcuno, ha fatto<br />

si che Teddy prendesse una velocità superiore al necessario. Risultato? Culatacoglionata<br />

a fondo landing dopo 50 metri complessivi di volo! Quanto sei scemo<br />

ragazzo?!?!? Non penso sia quantificabile la tua stupidità, ma sicuramente hai fatto<br />

la storia.<br />

Ripreso, filmato, editato... vi dico solo che in 1 settimana su Youtube si sono contati<br />

100.000 passaggi, si centomila! Più dei video del JOSS!<br />

Su MPORA, portale snowboardistico, Teddy è rimasto in top classifica per parecchio<br />

tempo. Visto ovunque... il tutto perchè? Perchè Teddy è comunque un gran freerider,<br />

un ottimo skier, ed è senza uno sponsor di abbigliamento... aiutatelo prima che ci<br />

lasci la pelle e soprattutto le palle... please!<br />

Il sabato sera, mega grigliatona, proiezione foto, premiazione rider. Markus Eder ha<br />

vinto il Big Air contest e il best jibber, in quanto è stato l’unico con i cosiddetti ad<br />

osare il mega martello Dotz. Kristoffer Edwall al secondo posto, Switch Double 1080,<br />

Bene Mayr al terzo.<br />

Per quel che riguarda le foto, “Best Action foto” al sottoscritto, “Best BW foto” Ruedi<br />

Fluck, “Best Creative angle” Stef Candè, “Best Lifestyle” Christoph Schoch. Tempo di<br />

brindare e Paddy Grahm era già in pista a strappare magliette e smutandare i<br />

rider.<br />

La festa non si sa come sia finita, a un certo punto so solo che io e Markus ci siamo<br />

ritrovati fuori dal locale per andare a dormire. Stravolti e disfatti ma contenti,<br />

entrambi.<br />

Questa stagione si ripeterà nuovamente il Nineknights, state collegati e connessi...<br />

se ne vedranno di nuovo delle belle!!!<br />

Blake Nyman<br />

Markus Eder


50<br />

Raffaele Cusini - Breckenridge


52<br />

Raffaele Cusini - Keystone - 720tail


Ciao Raffa, come va?<br />

Bene, tutto a posto Alo, tu?<br />

Sono già trascorsi 5 anni dalla tua prima intervista su 4SkierS, è passato un po’ di<br />

tempo. Cosa mi racconti?<br />

Cosa vuoi che ti racconti Alo, sono ancora qua, però di cose ne sono cambiate in 5<br />

anni, però credo di essere sempre lo stesso... o no?<br />

Negli ultimi anni hai fatto un po’ di viaggetti in giro per il mondo, che aria tira là fuori?<br />

Che aria tira... beh non è male. La fuori ogni posto è diverso, divertente a suo modo,<br />

ha le sue caratteristiche. Viaggi non è che ne ho fatti tantissimi, c’è chi gira anche di<br />

più. Alla fine sono stato un paio di volte in Colorado, Norvegia, Svezia, non è che abbia<br />

girato tantissimo...<br />

Nella tua prima intervista dicevi che la scena italiana stava crescendo, ma dovevamo<br />

darci una mossa altrimenti il livello all’estero sarebbe cresciuto troppo e noi<br />

avremmo rischiato di rimanere totalmente indietro. Ora, dopo 5 anni, la pensi<br />

sempre alla stessa maniera?<br />

No, cioè, pensavo anche al discorso double, ma è una cosa a parte. Per il resto, in<br />

quanto a riding e discorsi di quel tipo ci siamo dati abbastanza una mossa. Un<br />

esempio lampante è Markus Eder; non significa che siamo arrivati ma che abbiamo<br />

raggiunto un livello confrontabile con quello degli austriaci, dei tedeschi e degli<br />

americani.<br />

Courmayeur<br />

Il front flip rimane sempre il tuo trick preferito?<br />

No, beh, uno dei tanti che mi diverto a fare. Non ho un trick preferito, mi diverto a<br />

fare tutto, forse il Cork 3 è il trick che mi diverte di più. Per il resto mi piace tutto, è<br />

il mio svago!<br />

53


54<br />

Rispetto ai giovani d’oggi, cosa noti di diverso rispetto<br />

a quel che hai avuto e dovuto passare tu per farti<br />

strada? Sono solo 5 anni, ma mi pare che le cose siano<br />

cambiate... che dici?<br />

Ti posso parlare dei giovani d’oggi a livello locale. Per<br />

farti un esempio a uno dei primi Railway ho dovuto<br />

quasi imbucarmi, ero arrivato in auto col Lenatti e su<br />

tante cose dovevo sbattermi di mio. Ora invece mi pare<br />

che il livello ci sia ma i giovani si sbattano molto meno.<br />

I giovani d’oggi nonostante abbiano le capacità e le<br />

potenzialità, mi sembra che non abbiano voglia di<br />

sbattersi, o forse non hanno voglia e basta, stanno<br />

bene a casa loro. Forse manca la curiosità.<br />

Tu pensi che internet e i social network abbiano tolto<br />

curiosità?<br />

Per forza! Ormai da casa contattano tutti, a noi invece<br />

piaceva partire e andare a vedere posti e conoscere<br />

gente, ormai sembrerebbe non interessare più.<br />

Facebook ci fa buttare via il tempo e toglie il piacere di<br />

prendere e partire...<br />

Da studente a lavoratore. Cos’è cambiato negli anni?<br />

Cosa fai adesso?<br />

Quando studiavo cazzeggiavo molto di più. Avevo più<br />

tempo per cazzeggiare con gli amici, per riposarmi,<br />

avevo tempo di pensare a qualche bella idea.<br />

Logicamente andando a scuola la mattina il<br />

pomeriggio spesso ero a sciare... ora col lavoro è un<br />

po’ diverso. Col lavoro ho molto meno tempo per<br />

cazzeggiare, il tempo libero che ho lo uso per sciare e<br />

di conseguenza la stanchezza si fa sentire molto di più.<br />

Starò invecchiano? Naaaa....<br />

Essendo un lavoratore, come riesci a programmare la<br />

stagione e organizzare il tuo tempo. Qualcuno sostiene<br />

che voi pro non facciate un cazzo dal mattino alla sera...<br />

Chi l’ha detto? Allora io non sono un pro... come<br />

incastro il tempo... Beh mi occupo di idraulica e sono<br />

titolare della società. Avendo dei bravissimi operai con<br />

molta più esperienza di me, e con una grandissima<br />

pazienza, riesco a trovare il tempo per lo ski. L’altro lato<br />

della medaglia è il fatto di lavorare a pieno ritmo fuori<br />

stagione invernale o durante le festività per portarmi<br />

avanti col lavoro. Comunque per avere del tempo libero<br />

mi gestisco io la reperibilità in modo da non far pesare<br />

le mie passioni sugli operai. L’esempio è salire in park,<br />

fare appena 2 run, ricevere la chiamata, scendere,<br />

effettuare la riparazione e poi tornare a sciare. È anche<br />

vero che non lo faccio tutta la stagione, ma durante le<br />

ferie dei turisti mi capita spesso e la reperibilità c’è<br />

sempre.<br />

Il tuo rapporto coi rail com’è ora? Non ti piacevano al<br />

tempo... adesso?<br />

Dopo questo week end trascorso al JibForBeer mi è<br />

tornata un po’ la voglia di Jibbare. Non mi reputo un<br />

super jibber. Non ho mai osato un doublekink in street,<br />

e tutt’ora non credo di pensare di lanciarmi, però... la<br />

jibbata ogni tanto ci sta. E poi comunque con<br />

Gnarcolate alla fine si finisce sempre a far Jibbate...<br />

quindi direi che ci sono dentro.<br />

Raffa Cusini - Breckenridge


Raffa Cusini - Courmayeur<br />

55


56<br />

Raffa Cusini - Keystone


Coi contest come la mettiamo, hai imparato ad amarli?<br />

Il mio rapporto è sempre di amore-odio. Succede che a qualche contest non riesca<br />

a dare il massimo e per farla breve torno ad odiarli... ma è semplicemente una scusa<br />

per non essere riuscito a dare il 100% e a fare bene come volevo.<br />

Nell’altra intervista non eri solo, eravate in due. Ti va di parlarne?<br />

Si, la prima intervista era con Danielino. Cosa dire? Mi manca, ci penso sempre, tutti<br />

i giorni. Sarebbe figo fosse ancora qui a fare un intervista doppia... mi era piaciuto.<br />

Ma in qualche modo c’è sempre. Quello che è il mio ricordo di lui, lo tengo per me.<br />

Chi lo conosceva sapeva che tipo era. Chi non l’ha conosciuto s’è perso molto, posso<br />

solo dire questo. A lui davano fastidio comunque questi discorsi, quindi direi che<br />

come risposta è più che sufficiente. Per me è una mancanza, altro non so che dire.<br />

Cosa ti piace fare ora sulla neve? E con chi?<br />

Più o meno le stesse cose. Forse mi sono diretto più verso il freeride-backcountry.<br />

Però in linea di massima mi piace sempre tutto. Partendo dall’andare a fare rail<br />

all’American, passando per i salti in park, jibbare in street... eh sai, l’altro giorno<br />

sono anche andato a fare pali con Jefferson. Sciare mi diverte sempre, qualsiasi<br />

forma. Però una cosa è sicura, a sciare non ci vado mai da solo. Non avrebbe senso<br />

per me. Vedo qualcuno che si mette le cuffie, musica, e va a sciare solo. Per me<br />

invece lo sci è un momento di aggregazione. Ci si deve trovare, divertirsi e<br />

condividere i momenti. Due settimane fa sono uscito da solo. Poi ho trovato uno<br />

snowboarder a caso e mi sono messo a girare in fresca con lui. Un maestro mi pare.<br />

Mi sono divertito, e non ero da solo.<br />

E’ cambiato il tuo punto di vista rispetto alla montagna? Pensi sia cambiato qualcosa<br />

nella tua testa?<br />

Direi di no, la montagna la guardo sempre con gli stessi occhi. È cambiato il modo<br />

con cui scelgo le le linee, con cui valuto i rischi e i pericoli. Però il modo di guardarla<br />

è sempre lo stesso, una forma di rispetto direi, è sempre lei che comanda là fuori.<br />

Ah si, se becco uno stronzo che getta qualcosa dalla seggiovia, forse 5 anni fa non<br />

gli avrei detto nulla, ora lo vado a prendere e glielo vado a dire.<br />

Raffa Cusini - Livigno<br />

Per quel che riguarda la sicurezza che mi dici?<br />

Sicuramente adesso se vado a sciare e so che esco dalla pista ho sempre con me<br />

pala, arva e sonda. Di contro se vado in park talvolta mi dimentico il casco, e<br />

francamente non so cosa sia peggio, i 3 punti che ho ora in testa dimostrano che<br />

ovunque ci si può far male, e bisogna sempre tenere gli occhi aperti e starci dentro<br />

con la testa.<br />

Vivi a livigno, e da sempre si sa, siete un passo avanti rispetto al resto dell’Italia (mi<br />

riferisco a snowpark e bike park). Fossi nato altrove, secondo te, tipo a Milano... che<br />

cosa avresti combinato nella tua vita?<br />

Fossi stato di Milano o starei ancora studiando o starei lavorando in fabbrica. Non<br />

saprei, magari sarei diventato un calciatore, o un ciclista, non so. Magari avrei avuto<br />

altri hobby. Di sicuro sono contento e sono fortunato ad essere nato qui a Livigno. Ai<br />

milanesi non invidio nulla, se non la comodità di alcuni servizi e le gnocche. Ma io sto<br />

bene qui, non cambierei con niente altro... penso che Livigno sia il miglior posto per<br />

il freestyle in Italia. Ora che mi sto avvicinando al freeride, a volte ci sono momenti in<br />

cui mi piacerebbe vivere vicino a montagne tipo il Monte Bianco. Ma poi ci penso, mi<br />

ricredo e mi convinco ancora di più che qui sto bene. This is the place to be, in Italy!<br />

Ora ti chiedo di pensare un attimo. Se potessi rivedere gli ultimi anni in un mega<br />

schermo e dovessi salvare delle parti per fare un edit che racconti di te... quali parti<br />

importanti terresti da parte? Supponi... La storia di Raffa due punti e a capo...<br />

Forse lo riassumerei in piccoli pezzi.<br />

• Uno, la videocassetta, la prima in assoluto “Sci Pazzo 2002”, prima volta che ci<br />

filmavamo tra di noi. Best trick 360 atterrati di schiena. Jefferson vinceva con 360 X.<br />

Io sparavo Duffy supertirati con degli Head WRC con piastra da gigante...<br />

• Il numero di “Skiing, the next level”, sfogliato si e no 10000 volte, trovato allo Stelvio,<br />

c’erano foto per me assurde, cose che non avevo mai visto.<br />

• Io e Danielino che facevamo rail giù dalla cuccia del cane, to flat, quello si che era<br />

spesso!<br />

• Window ski, il mio primo contest organizzato da Domenico Martinelli inverno 2003-<br />

2004. Lì ho usato i primi ski da freesty, Rossi Scratch 181, io ero alto appena 165 e<br />

57


58<br />

Raffa Cusini - Courmayeur<br />

tiravo 360 e 540 chiusi e i primi 720 cartellati.<br />

• Il primo shooting per 4SkierS con Danielino a Cervinia, Novembre 2006, giravo 180<br />

late tutto il tempo, il park a Zermatt era di marmo...<br />

• Le prime trasferte io, Danielino e Jeff...<br />

• La prima estate a 2Alpes, partiti da Tirano in treno fino a Bardonecchia e poi ad<br />

aspettare che qualcuno che ci venisse a prendere. 2 bottiglie di Braulio sputtanate<br />

nel viaggio e tutti i vestiti macchiati. Jeff multato in stazione a Torino perchè girava<br />

in skate... e l’arrivo trionfale alle 22:00 a 2Alpes davanti agli occhi increduli di Anny e<br />

del Guinzaglio.<br />

• Vedere Danielino in - Switch 270 in - su un double kink... poi il resto si sa com’è andato.<br />

• Il mio Double Back in BC a Bormio (watch me movie)<br />

• E poi in conclusione i ricordi sono così tanti che saranno si e no 10.000 giri in park,<br />

1000 inseguimenti nei boschetti e tantissime giornate sulla neve facendo quel che mi<br />

piace con gli amici in sostanza. Facciate, trick imparati, culate, feste, cartelle, spalle<br />

lussate ecc...<br />

• Girare in fresca con Eric Pollard, viaggiare... le cose sono tante.<br />

L’anno scorso hai chiuso Doub 10... dove pensi di spingere il tuo livello?<br />

Al momento non mi sono ancora prefissato degli obiettivi o dei trick da chiudere. Il<br />

mio livello lo spingo ogni volta che metto gli ski ai piedi, cercando di fare le cose con<br />

più naturalezza, cambiando piano piano i vari elementi che portano a formare lo stile<br />

di una persona. Comunque quest’anno qualche Doub lo vorrei avere...


60<br />

Raffa Cusini - Kronplatz<br />

Raffa Cusini - Courmayeur<br />

E i Gipyes che combinano intanto?<br />

I gipyes. I gipyes stanno aspettando che il park venga preparato. Comunque ci stiamo<br />

organizzando per fare qualcosa di figo, verso primavera, intanto siamo già partiti<br />

bene con qualche kicker in fresca e con qualche jibbata. Anzi quest’anno abbiamo<br />

solamente fatto cose con tavola e sci a piedi e non abbiamo ancora fatto festa Gipyes.<br />

Abbiamo comunque dei progetti che quando sarà il momento esporremo a tutti.<br />

Sghilly invece è in india, ha preso la sua strada ed è lì per il momento.<br />

Ti senti più maturo?<br />

Mi sento più maturo solo perché vengo ascoltato di più. Per il resto mi sento uguale.<br />

Sempre “più metal e meno raggae”?<br />

Quella era una frase un po’ tormentone uscita in una serata... però si, l’idea è quella.<br />

Ripresento la solita domanda... vuoi salutare e ringraziare qualcuno? Vuoi dire<br />

qualcosa?<br />

Vorrei ringraziare mia madre perchè è una donna forte, fortissima! My bro Nicocò,<br />

mia sorella Giada e Lisa (waiting for the next one), Martina perchè mi riempe di<br />

felicità! L’altro fratello Jeff , Bruno uomo medio, tutta la Gipyes family (Anny, Greg,<br />

Lollo, Stemunni, Dadino, Brodo, Lore, Pippo, bormini a caso, Ninja and others) Luzio<br />

e Julio bier masters, Markus, Farraro, Tobi e crucchi vari... Dima, Fette, Marco e<br />

Pablo insomma Nordica lickers, Juri, Ian, Tobias, Ema, Tiraboschi, Freestyle Club<br />

Livigno, SUGUS prod., Franz per Smith e Dalbello, Armada nella persona di Tom, Level,<br />

Braulio, Mottolino fun mountain (grazie, grazie) e inoltre tutta la gente che sorride e<br />

chi mi sono dimenticato.


62<br />

foto: Alessandro Belluscio


Ciao Dana, come va? Com’è andata la scorsa stagione?<br />

La scorsa stagione è stata spettacolare, ho sciato tantissimo, mai sciato così tanto.<br />

A Wisthler avevamo tanta neve, e sono riuscito a sciare per circa 50 giorni prima di<br />

iniziare a scattare le prime foto e iniziare a filmare le prime discese per la TGR (Teton<br />

Gravity Research). É stato tutto perfetto, ha funzionato tutto bene, soprattutto perchè<br />

prima di tutto sono riuscito a sciare per me stesso, e poi sono potuto arrivare<br />

all’inizio delle riprese al top della forma, della condizione mentale e fisica.<br />

Prima di tutto complimenti per la tua parte, la prima parte, del video “Light the wich”.<br />

Veramente potente! Quanto è stato difficile filmare una parte importante e completa<br />

come quella?<br />

Ho raccolto i commenti dalle passate stagioni, ho messo assieme le idee, i feedback<br />

e ho buttato giù un progetto, per tutta la stagione. Sono dell’idea che se hai la<br />

motivazione che ti spinge a fare tutti i giorni qualcosa, i risultati li ottieni. Il mio<br />

progetto era di lavorare tutti assieme (produzione) in modo da ottenere il 1000%<br />

dalle mie intenzioni, e così è stato, è quello che volevo fare e ci siamo riusciti, come<br />

potete vedere nella parte.<br />

La scorsa stagione, come si vede anche nel video, hai subito un brutto infortunio.<br />

Cosa succede nella mente di un rider quando si rompe qualcosa? Bisogna essere più<br />

“duri di spirito” o “duri di ossa”?<br />

Penso si debba essere duri su entrambi i lati, non ci si può mai permettere di<br />

sbagliare. Bisogna sempre essere concentrati, bisogna visualizzare SEMPRE il<br />

landing dei cliff e dei trick e DEVI sciare le tue linee in modo impeccabile e perfetto,<br />

sempre. Bisogna essere concentrati, altrimenti al minimo errore si rischia il peggio.<br />

Questa per me è la parte mentale.<br />

La parte fisica invece consiste nell’essere allenati, al top della forma, pronti e<br />

preparati al crash, pronti e reattivi nel momento in cui qualcosa dovesse andar<br />

male.<br />

Penso ci debba essere un equilibrio tra lo spirito e il fisico, penso si debba essere<br />

onesti e sinceri nei confronti di se stessi, essere coscienti di quel che si è in grado<br />

di fare e di quel che si può osare. Devi sapere quel che puoi e non puoi fare, e capire<br />

fin dove ti puoi spingere, secondo me si tratta di questo sostanzialmente.<br />

E adesso come va il tuo ginocchio?<br />

Va bene! É guarito. Intendo dire, non ne ho ripreso pienamente l’utilizzo, non sono<br />

ancora al 100% perfetto. Sono solamente passati 6 mesi dall’intervento. Il mio<br />

ginocchio funziona, ma dovendolo riportare ad un livello superiore rispetto alla<br />

media, devo ancora potenziare e recuperare massa muscolare per tornare nella<br />

super forma di prima.<br />

Ci ho già sciato sopra, ho sciato qualche linea, a Whistler ha già nevicato, ho anche<br />

già cartellato un paio di volte, e il ginocchio ha reagito perfettamente, senza<br />

problemi. Non era mia intenzione stressare il ginocchio così tanto, ma vedo che ha<br />

reagito. Quindi lavorandoci sopra non dovrei aver problemi, tempo al tempo e tutto<br />

torna ok.<br />

Come funziona una stagione per un Big-mountain skier come te? Come pianifichi i<br />

tuoi trip?<br />

L’anno scorso sono riuscito a organizzarmi molto bene.<br />

Sostanzialmente tolto il mini trip fatto qui in Italia a La Thuile, il resto della stagione<br />

l’ho trascorso a casa mia a Wisthler. Ho tenuto il calendario abbastanza libero, in<br />

modo tale da non avere pressioni e poter sciare tutti i giorni. A fine stagione l’unico<br />

grande Big Trip è stato organizzare il viaggio in Alaska con TGR. Il resto è sempre<br />

stato molto tranquillo, senza stress da viaggio, senza dover arrivare in un posto di<br />

corsa e dover a tutti i costi far rendere da subito le giornate, correre, stressarsi, etc.<br />

Con TGR abbiamo un filmer stabile a Wisthler e uno a Pemberton BC, in modo che io,<br />

Ian McIntosh, Callum Petit e Kye Petersen possiamo gestire le giornate al meglio,<br />

senza stress da viaggio, sfruttando le condizioni migliori e soprattutto quando sono<br />

al Top!<br />

Quando poi ci sono le giornate di bluebird, si parte e si va a filmare ottenendo il top<br />

della qualità da tutti gli elementi, rider, neve, montagna ecc.<br />

Chi ti ha ispirato e chi è stato il tuo mentore?<br />

Molta gente credo, molti skier. Se ci penso... mmm negli anni, gli skier che mi hanno<br />

realmente influenzato sono stati molti. Partendo da lontano direi Glen Plake, Shane<br />

McConkey, Seth Morrison, dopo il loro gruppo, caratterizzato dal primo periodo<br />

newschool, direi Pep Fujas, Jeremy Jones, Sage Cattabriga Alosa.<br />

63


64<br />

Quindi anche snowboarder?<br />

Sicuro! Travis Rice, e poi Jeremy Jones cavolo! Sono<br />

snowboarder che mi ispirano totalmente, per quel che<br />

vedo e per come considero la montagna. Siamo tutti<br />

amici, non ci sono distinzioni, in big mountain è così.<br />

Eri un racer prima di passare al freeride-big mountain?<br />

Qui in Italia c’è gente che sostiene che lo ski sia<br />

solamente ghiaccio, pali e lamine, l’unico modo per<br />

imparare a sciare. Pensi che la powder possa essere<br />

un buon mezzo propedeutico per i giovani?<br />

No non lo ero, non lo sono mai stato! Credo che<br />

comunque la powder sia un buon veicolo di crescita.<br />

Tuttavia anche se non sono mai stato un racer, penso<br />

che il racing dia delle buone basi, insegni molto bene i<br />

fondamenti dello ski a un giovane in crescita.<br />

Io sostanzialmente non sono mai stato un racer perchè<br />

costava troppo, non ero in grado di sopportare tutte le<br />

spese che comporta l’affrontare una carriera da racer,<br />

e tantomeno farlo pesare alla mia famiglia, non mi<br />

sembrava proprio il caso. Ho iniziato a far freeride fin<br />

dall’inizio, avevo 10 anni, e tutto lo sci che praticavo per<br />

me era freeriding, anche se poi alla fine agli occhi dei<br />

più grandi sembrava solamente “sciare”. Penso anche<br />

che il racing sia talvolta troppo serio, è solamente fatto<br />

di fondamentali, strutture di base per costruire i<br />

ragazzi, vincoli! Io invece volevo stare lontano dalle<br />

restrizioni quando ho iniziato, non volevo che nessuno<br />

mi mettesse dei limiti, delle linee da seguire, delle cose<br />

obbligatorie, non volevo regole! “Be Free”, essere libero<br />

e divertirmi, ecco cosa volevo. Si divertirmi e sentirmi<br />

libero!<br />

Sei un local di Wisthler. Ma come sappiamo viaggi<br />

anche: AK, Europa, BC, Sud America ecc. Secondo te: il<br />

miglior posto per sciare?<br />

Per sciare penso sia la regione del British Columbia.<br />

L’Alaska è la mecca, ma devi avere soldi, devi avere<br />

l’elicottero se vuoi goderne a pieno. Wisthler, Jakson<br />

Hole, Squaw Valley direi che per me sono i posti<br />

migliori. Revelstoke è uno dei più bei posti in BC, puoi<br />

girare solo con gli impianti e sciare una buona neve in<br />

fuori pista.<br />

E il miglior posto dove divertirsi, sciare, città, locali,<br />

gente, cultura?<br />

Wisthler!<br />

Il miglior posto per viaggiare, cultura, cibo, montagne<br />

ecc?<br />

Io come local consiglierei Wisthler a chi non c’è mai<br />

stato. Ma se devo scegliere per me... direi l’Europa. A<br />

livello culturale, paesaggistico, montagne, cibo, gente,<br />

l’Europa è un gran posto!<br />

Cosa pensi dell’Italia e degli Italiani? C’è qualche altro<br />

posto in giro per il mondo simile al nostro e alle nostre<br />

valli?<br />

Come voi non ho ancora trovato nessuno. Siete<br />

persone genuine, ospitali, molto aperte, disponibili.<br />

Credo non esista nulla di simile in giro per il mondo. Adam Clark - Atomic - Alaska


66<br />

Differenza tra le tue montagne e le nostre Alpi?<br />

Credo che la principale differenza sia nello<br />

snowpack, la tipologia di neve.<br />

Vicino all'Oceano Pacifico, quando arrivano le<br />

perturbazioni, scaricano neve molto umida, in grado<br />

di rimanere ovunque, anche sui pendii più ripidi,<br />

disegnando un terreno molto divertente per sciare.<br />

Vedi ad esempio in Alaska, la neve sta su e disegna<br />

spine sul quasi verticale, molto divertenti da sciare.<br />

Quando invece si viene in Europa a sciare sulle Alpi,<br />

bisogna essere un po’ più scrupolosi, bisogna fare<br />

attenzione, bisogna essere svegli, informati. Fare<br />

attenzione a ogni cosa, capire la geologia della<br />

montagna, capire dove si nascondono i massi, i<br />

crepacci, i seracchi. Le dimensioni delle montagne<br />

sulle alpi, bisogna arrivare preparati, coscienti che<br />

ci si ritroverà esposti ai rischi per parecchio tempo.<br />

Sicuramente le Alpi non sono montagne facili.<br />

Cosa ti senti di consigliare ai giovani che volessero<br />

intraprendere una carriera da pro come la tua?<br />

Vorrei consigliare loro di sciare il più possibile. Di<br />

sciare prima di tutto perchè ti piace, non perché<br />

devi o perché fa figo, devi sentirlo dentro! Se non scii<br />

per divertirti e per te stesso, si perde tutto il fascino.<br />

Devi sciare solo se provi qualcosa, non per altri<br />

motivi. Devi sciare per lo stesso motivo per cui hai<br />

comprato gli sci, perché ti piace, non ci sono altre<br />

scuse. É uno sport bellissimo, se puoi scia tutti i<br />

giorni, se poi inizi a non divertirti più, significa che<br />

devi pensare a quel che veramente ti muove, ti<br />

stimola. Ma fai le cose per gradi, divertiti finché<br />

puoi, i risultati arriveranno da soli. Adam Clark - Atomic - Alaska


68<br />

Chris Bezamat - Atomic - La Thuile<br />

Di recente la federazione ha approvato lo slopstyle e il pipe per le prossime<br />

olimpiadi. A quanto pare il freeski diventa disciplina olimpica... cosa pensi? So che<br />

sei un big mountain skier, ma essendo comunque un freeskier, vorrei conoscere la<br />

tua opinione.<br />

Ho diversi punti di vista in merito. Sostanzialmente la federazione si è avvicinata per<br />

un discorso economico. Il freeski sta spingendo, non c’è dubbio. La gente sta fiutando<br />

di fare del business su quello che per noi è sostanzialmente una passione prima che<br />

un lavoro. Se l’half pipe va alle olimpiadi, ci saranno aziende che sponsorizzeranno i<br />

rider non perchè sono fortissimi o perchè se lo meritano, ma perchè<br />

sostanzialmente possono avere visibilità tramite loro. Se tutto questo denaro inizia<br />

ad essere convogliato in questa direzione, solo magari per un singolo evento, pur di<br />

aggiudicarsi la visibilità, probabilmente il resto della scena, il resto dello sport, ne<br />

soffrirà. Probabilmente i budget verranno presi dai freerider, dai big-mountain skier,<br />

e riversati sul grande business delle gare della federazione. Anziché spingere ancora<br />

l’insieme del freeski, le aziende si ritroveranno a supportare e spingere determinati<br />

rider veicolando le risorse su un apparizione sola, limitando la crescita del resto<br />

della scena. O comunque concentrandosi in questo ambito.<br />

Potrebbe essere una buona spinta per il freeski, ma non avverrà come dovrebbe.<br />

Cosa pensi del livello? Doubles in freestyle, cliff sempre più grossi, dove si andrà a<br />

finire?<br />

Puoi chiudere grandi cliff, essere forte, chiudere double, ma secondo me il livello<br />

crescerà a livello di sciata su una montagna completamente vergine. Sono dell’idea<br />

che un rider maturo sia in grado di incatenare su una linea di big mountain una<br />

serie di passaggi e di trick. Il livello viene così spinto tutto assieme in una run sola,<br />

senza distinzioni. Ora come ora c’è gente che è in grado di andare in Alaska e<br />

tracciare delle belle linee, di tornare in park e chiudere una serie di trick di altissimo<br />

livello. Questi secondo me sono rider di livello. Rider completi. Il passo successivo<br />

per me dovrebbe essere mettere tutto assieme sulla stessa run. Il rider<br />

dimostrerebbe così di essere ancora più completo. Non parlo più tanto dei singoli<br />

valori di un atleta, bensì della consistenza e del valore generale di un atleta, la<br />

completezza di un atleta, a quello mi riferisco.<br />

Quanto è importante la sicurezza? Mi capita di sentire gente che pensa sia semplice<br />

chiudere cliff. Gente che vede te o Seth Morrison chiudere super cliff, e pensa che se<br />

lo fate voi, possano farlo anche loro... tu che dici?<br />

Sostanzialmente non è sbagliato come ragionamento. Se lo posso fare io, perchè<br />

non dovrebbero farlo anche loro? Io non ho nulla di diverso dai comuni skier. Il<br />

fatto però è che la gente deve considerare e prendere coscienza delle proprie<br />

capacità. Non tutti i cliff sono fattibili e semplici. Spesso nei movie sembra tutto<br />

più semplice, ma è solo una sensazione.<br />

Questa forse è l’unica cosa che la gente non capisce, spesso alcuni cliff<br />

sembrano delle cazzate, ma non è così. Noi mostriamo nei movie delle cose<br />

affrontate nelle condizioni perfette, noi stessi siamo in condizioni perfette o<br />

quasi, quando affrontiamo la montagna. La gente deve capire che bisogna essere<br />

preparati. Dall’attrezzatura alla preparazione fisica, la neve, tutto deve<br />

funzionare al meglio! Forse siamo noi a sbagliare e a far sembrare tutto<br />

apparentemente semplice, ma non è così, almeno credo.<br />

Grazie Dana per il tuo tempo e la tua disponibilità, se vuoi salutare i nostri lettori...<br />

eccoti lo spazio!<br />

Vorrei dire che sono contento e fortunato di poter fare quel che mi piace,<br />

soprattutto farlo come lavoro. È sempre stato il mio sogno quando ero giovane,<br />

poter fare di questo sport la mia professione. A tutti la fuori, tutti voi che<br />

supportate la scena, che spingete, che supportate quel che noi facciamo, grazie!<br />

Continuate così, andate a sciare e divertitevi, perchè quello che pratichiamo è il<br />

miglior sport del mondo. Andate e divertitevi. Ma fate attenzione sempre, non<br />

prendete rischi inutili, non dovete arrivare a pensare che siete dei sopravvissuti<br />

alla fine della giornata. State tranquilli, trascorrete il vostro tempo con i vostri<br />

amici, divertitevi e la sera rilassatevi. Non cercate di fare passi troppo lunghi,<br />

divertitevi per quel che ricevete, aspettate, e giorno dopo giorno vedrete i<br />

progressi piano piano arrivare.<br />

Grazie Dana!<br />

Grazie a voi!


70<br />

Rider: Emilio Previtali<br />

Spot: Niseko


Rider: Emilio Previtali<br />

Spot: Rusutzu<br />

Gli aeroporti sono terra di nessuno. Luoghi neutri dalla<br />

funzione provvisoria. Raramente hanno un odore<br />

proprio, o se ne hanno uno è un odore universale,<br />

uguale in tutto il mondo. Odore di gente e di borse e di<br />

valige che sono stati nei luoghi. Dentro a case, dentro a<br />

auto, dentro a aerei, dentro a strade. Le borse hanno<br />

l’odore della gente e la gente ha l’odore del mondo. E’<br />

strano a pensarci bene, perché noi quando riempiamo<br />

una borsa per andare da qualche parte pensiamo al<br />

contenuto. Pensiamo alle cose. Pensiamo ai pezzi del<br />

nostro mondo che ci portiamo dietro e che stanno<br />

dentro a una valigia. Non pensiamo mai al nostro<br />

bagaglio come a una porzione anche olfattiva del<br />

mondo da cui proveniamo. Noi pensiamo soltanto al<br />

dentro della valigia, alle nostre cose. E le nostre cose,<br />

a casa nostra, non pare abbiano nessun odore<br />

particolare. E’ per questo che negli aeroporti l’odore<br />

della gente e l’odore delle valige ci infastidisce.<br />

Preferiamo immaginare di spostarci sul pianeta da un<br />

luogo a un altro luogo transitando da non-luoghi neutri<br />

e inodori. Gli aeroporti, appunto. E’ un modo di<br />

difenderci, di proteggerci. Non sentirci a casa da<br />

nessuna parte, se non a casa nostra. Altrimenti<br />

comprendere l’essenza del viaggio, lo spostamento,<br />

sarebbe quasi impossibile.<br />

Quando dopo quasi ventotto ore di viaggio scendi da un<br />

aereo a Sapporo, sull’isola di Hokkaido provenendo<br />

dall’Europa, tutta questa teoria sui non luoghi sembra<br />

vacillare. Non è questione di odore o di grammatica<br />

delle forme neutre con cui gli aeroporti sono costruiti<br />

– forse non ci avete mai fatto caso, ma anche<br />

l’architettura degli aeroporti rispetta la teoria dei non<br />

luoghi – quanto piuttosto, una questione di jet-leg.<br />

Viaggiare verso oriente è faticoso. Il tempo accelera.<br />

Appena sbarchi dall’aereo vorresti unicamente<br />

sdraiarti, chiudere gli occhi e andare a dormire. Dopo<br />

avere tentato di recuperare i bagagli che sono andati<br />

persi, io e Alo, è esattamente quello che facciamo. Ci<br />

addormentiamo appena dopo esserci dimenticati di<br />

essere lì per sciare. In Giappone. Siamo troppo stanchi.<br />

Il mattino successivo siamo di nuovo in forma e i nostri<br />

bagagli sono pronti nella hall dell’albergo. Efficienza<br />

giapponese. Ci spostiamo a una fermata dell’autobus<br />

che ci hanno indicato dove l’unica cosa che siamo in<br />

grado di leggere è il numero ventuno su un grande<br />

cartello verde. C’è un omino che ci accoglie e ci chiede<br />

qualcosa. Ci fa capire con un gesto di forma<br />

rettangolare che quello che vuole è il foglio con la<br />

prenotazione. Gli passo tutti i fogli che ho in mano, sono<br />

tutti scritti in giapponese. Lui ne sceglie uno color<br />

verdino. Capisco che è quello giusto, mi sorride da<br />

sotto la mascherina e mi invita a salire sul minibus. I<br />

bagagli li caricherà lui insieme a due omini che<br />

sembrano vestiti da chirurgo. Io e Alo ubbidiamo docili<br />

senza fare domande. A bordo ci sono altre persone,<br />

nessuno parla. Tutti i giapponesi siedono composti e<br />

hanno una mascherina sul volto. Un abitante del<br />

Giappone su quattro soffre di allergie. Restiamo in<br />

silenzio anche noi per la prima parte del viaggio, fino a<br />

quando usciamo fuori dalla città e non c’è più nessuna<br />

costruzione da vedere oltre il finestrino. Poi<br />

cominciamo a parlare. Parliamo male delle stazioni di<br />

sci del nostro paese, di inefficienza politica italiana e di<br />

donne di malaffare. Ad alta voce. Tanto nessuno ci<br />

75


76<br />

capisce. Siamo una coppia strana io e Alo. Ci<br />

conosciamo da tanto tempo ma questo è il primo<br />

viaggio che facciamo insieme. La nostra intesa è fatta<br />

di poche parole, di sguardi, di risate e di battute.<br />

Soprattutto battute. Brevi frasi divertenti buttate lì nel<br />

mezzo del silenzio per descrivere una situazione, un<br />

personaggio, un posto o un gesto particolare che<br />

vediamo compiere. Ad Alo piace fotografare. A me<br />

piace scrivere. Ma in definitiva si tratta della stessa<br />

cosa, della stesso modo del cervello di funzionare:<br />

catturare degli istanti. Alo li mette sulla pellicola, io li<br />

metto sulla carta. Sulla strada che da Sapporo<br />

conduce a Niseko, circa a metà, c’è una specie di<br />

Autogrill. (Mi rendo conto che Autogrill per un italiano<br />

è ogni punto di sosta sulle autostrade italiane. E’ come<br />

dire Rollerblade, tutti i pattini in linea in Italia, nella<br />

lingua parlata, si chiamano Rollerblade). Ci fermiamo<br />

per una sosta che il nostro autista ci dice dovrà essere<br />

di quindici minuti. Si, più o meno quindici, pensiamo<br />

noi. Ci siamo capiti. Io e Alo entriamo in quello che<br />

sembra un bar o un ristorante con quell’atteggiamento<br />

e quel dondolio dei passi che è tipico del turista<br />

sfaccendato. Una via di mezzo tra il desiderio di sapere<br />

cosa c’è dentro, bisogno di andare in bagno e pigro<br />

trascinare i propri passi in un luogo che non abbiamo<br />

mai visto. Tipo turista svizzero a Riccione, per<br />

intenderci. Solo che noi non abbiamo i calzini bianchi e<br />

i sandali marroni. Una volta dentro la costruzione<br />

siamo disorientati. L’arredo interno è un misto tra un<br />

rifugio alpino delle Dolomiti, un Taco Bell di Phoenix e<br />

un mercato rionale del sud Italia. Un bellissimo<br />

mercato rionale, con prodotti tipici e specialità di<br />

montagna. Almeno, così sembra. Nell’aria aleggia un<br />

odore di fritto mischiato a sapore di caramelle e salsa<br />

di soia. Io e Alo siamo soprattutto attratti dal cibo. Non<br />

abbiamo vera fame, non siamo ancora riusciti a<br />

dimenticare il non sapore e il non odore e il non colore<br />

del cibo che durante le 28 ore di volo Milano -Monaco –<br />

Tokio – Sapporo ci hanno propinato, ma tutti quei<br />

profumi, quei colori e quelle scritte di cui non<br />

riusciamo a capire niente, ci hanno risvegliato.<br />

Risvegliati dal sonno, risvegliati dal non-tempo e<br />

risvegliati dai non-luoghi. Ora finalmente riusciamo a<br />

capire: siamo in Giappone. Io e Alo ci facciamo sotto<br />

con gli assaggi. Ci sono degli stuzzichini davanti ai vari<br />

prodotti, ogni confezione in vendita ha una piccola<br />

ciotolina davanti con dei piccoli bocconi che possono<br />

essere assaggiati prima dell’acquisto. Li proviamo tutti,<br />

ma proprio tutti dico. E’ assurdo, perché noi non siamo<br />

in grado di capire se si tratta di una pietanza o di un<br />

dessert, di una cosa dolce oppure salata. O agrodolce,<br />

anche. Ce ne sono parecchi, agrodolci. Noi mischiamo<br />

tutto, assaggiando sistematicamente tutto quello che<br />

c’è sui banconi del mercatino andando dalla destra alla<br />

sinistra della stanza. Il nostro gioco è tentare di<br />

indovinare se stiamo per assaggiare un alga o un<br />

fungo o del pesce o un vegetale. E’ praticamente<br />

impossibile da capire, sulle confezioni ci sono solo<br />

ideogrammi giapponesi. Iniziamo a ridere come due<br />

matti. A volte qualche assaggio è molto buono, dolce,<br />

ma di un dolce a cui noi italiani non siamo abituati. E’<br />

un dolce che dentro ha anche un po’ di spezie e un po’<br />

di mare salato. Alghe in qualche caso, credo. Oriente. A<br />

volte è un gusto violento, tagliente, confuso, dentro a<br />

Rider: Emilio Previtali<br />

Spot: Niseko by night


78<br />

Rider: Emilio Previtali<br />

Spot: Niseko<br />

cui spiccano dei retrogusti sconosciuti che ci danno l’urto del vomito. Funghi o<br />

licheni, penso. Il gioco in certi assaggi è riuscire a non vomitare. Diluiamo i sapori<br />

meno graditi con una sorsata di Diet Coke. I giapponesi che ci guardano ridono<br />

dietro alle loro mascherine. D'altronde anche noi, in un Autogrill italiano, ridiamo a<br />

crepapelle quando vediamo gli stranieri mangiare la pizza con il cappuccino. Dopo<br />

mezz’ora abbondante il conducente del minibus ci viene a chiamare e ci porta via.<br />

Torniamo un po’ imbarazzati in pullmino, i signori giapponesi ci sorridono.<br />

Gli ultimi kilometri prima di arrivare a Niseko sono imbarazzanti. Ad un certo punto<br />

la strada si infila dentro a delle valli più strette, scavalca dei piccoli colli, i rettilinei<br />

quasi spariscono. Lo spessore della neve a bordo strada diventa incredibile. I<br />

paravalanghe sono letteralmente sommersi di neve. Le forme diventano tondeggianti<br />

e morbide, ma di un tondeggiante e morbido che è una cosa diversa da tutti gli altri<br />

luoghi della neve che ho visto in vita mia. Che non sono pochi, tra l’altro. Io tutta<br />

questa neve, tutta insieme, non l’ho mai vista. Fuori dal finestrino vedo degli uomini<br />

che lavorano in squadra con delle fresatrici. Si aprono un varco tra la neve, uno in<br />

fianco all’altro, schierati in diagonale. Nei loro gesti, nel loro muoversi, negli sguardi<br />

che riesco a incrociare, non c’è fretta. Non c’è particolare agitazione o senso di<br />

emergenza o di fatica, o rabbia per un lavoro inutile, come quando sulle Alpi vedo<br />

qualcuno al lavoro con la neve. Non c’è ostilità o risentimento verso l’inverno. C’è<br />

quiete. C’è organizzazione. C’è metodica laboriosità. Tutto è calmo. Tutto è così<br />

tranquillamente sotto controllo. Dopo qualche giorno di sci a Niseko, tutto è chiaro.<br />

I giapponesi, tanto per cominciare, a casa loro, sono tutta un’altra cosa. Non<br />

rassomigliano nemmeno lontanamente al prototipo di turista che siamo abituati a<br />

vedere in Piazza S.Marco a Venezia oppure all’Arena di Verona o nella Cappella<br />

Sistina a Roma. Forse dipende dal fatto che a forza di starci in mezzo capisci che non<br />

sono proprio per niente uguali tra loro. Non si somigliano, dico. Sono esattamente<br />

come noi. Unici. Per capirlo che sono esattamente come noi basta mettersi in fila alla<br />

seggiovia. Basta guardarsi un po’intorno. I tic, le manie, i segnali, i codici con cui<br />

riesci a distinguere e catalogare la gente che vedi a fianco a te sono gli stessi che<br />

puoi ritrovare qui da noi, in Europa. C’è il maestro di sci con gli allievi delle scuole<br />

medie dalla faccia un po’ annoiata; ci sono le fashion victims griffate e firmate nei<br />

loro completi un po’ troppo attillati e luccicanti, con gli sci lunghi un metro e trenta;<br />

ci sono i maniaci della neve fresca con gli sci superfat e gli snowboarder. E’<br />

impressionante vedere quanti snowboarder ci sono in Giappone. Il loro stile, gli<br />

shape delle loro tavole e i gesti ampi e morbidi con cui si muovono in neve fresca, si<br />

ispirano al surf. La cultura del mare e quella della montagna, sull’Isola di Hokkaido,<br />

si fondono perfettamente nello snowboard, nel fare surf in neve profonda. Non ho<br />

mai visto in vita mia un livello tecnico fuoripista così alto. Ai giapponesi non interessa<br />

sciare veloce, ma sciare o surfare bene, elegantemente, con armonia dei gesti e<br />

gradualità dei movimenti, quello sì, quello lo apprezzano. In ogni specialità: nello sci,<br />

nello snowboard e anche nel telemark. Infine poi, come dappertutto, ci sono anche<br />

quelli che vorrebbero girare in park, vestiti ancora più hypersize che da noi, con sci<br />

da freestyle o con le tavole da snowboard cortissime, ma quelli – pochi - li trovi quasi<br />

tutti al bar, visto che il park a Niseko è perennemente seppellito da almeno mezzo<br />

metro di neve fresca. A Niseko, si sa, ci si va per la polvere. Mica per i park.<br />

Per un malato di neve fresca in viaggio in Giappone ci sono due riti di cui vi devo<br />

parlare. Il primo rito, che sarebbe in realtà perfettamente superfluo sull’isola di<br />

Hokkaido ma che uno si prende la briga di fare lo stesso giusto per puro godimento<br />

spirituale, è quello di guardare le previsioni del tempo per il giorno dopo alla<br />

televisione. Capire il perché è facile: a Niseko nevica sempre. Dico: sempre. Le<br />

previsioni del tempo sono quasi commoventi, come un telegiornale con buone notizie<br />

soltanto. A un certo punto della stagione, normalmente a inizio dicembre, le correnti


80<br />

Rider: Emilio Previtali<br />

Spot: Niseko by night<br />

umide del Pacifico si scontrano con l’aria fredda che proviene dalla Siberia e si<br />

innesca un meccanismo per cui, fino a un dato momento della stagione, i fronti umidi<br />

condensano e scaricano neve fredda e sottile. Poi, verso febbraio, le temperature si<br />

rialzano, talvolta piove, e la neve diviene all’improvviso primaverile. Ma fino a quel<br />

momento, se amate la neve fresca, è libidine pura. Niente che si può paragonare<br />

all’Europa o agli Stati Uniti o al Canada. Se proprio volete un paragone potrei dirvi<br />

che una perturbazione nevosa che si abbatte sulle Alpi alimentata dall’Anticiclone<br />

delle Azzorre potremmo definirla una secchiata d’acqua. Le precipitazioni nevose<br />

sull’Isola di Hokkaido sono come il rubinetto della doccia aperto per quasi due mesi<br />

di fila. Gocce sottili, neve fredda e leggera, ma precipitazioni continue. Per questo la<br />

neve, in Giappone, è così speciale. L’altro rito a cui vale la pena di abituarsi è lo sci<br />

notturno. Dimenticate ciò che avete provato finora, qui si parla di sci notturno<br />

fuoripista. Dopo avere massacrato i vostri quadricipiti per tutta la giornata sciando<br />

in neve fresca – per intenderci: io e Alo in quasi tre settimane non abbiamo visto un<br />

metro di pista battuta – verso le 16.30 concedetevi una pausa relax. Mezzora, giusto<br />

il tempo per una birra - tenete a portata di mano il corrispondente di circa quindici<br />

Euro. Poi si ricomincia con il turno di notte. L’esperienza è super, perché<br />

l’illuminazione è diffusa (non come da noi, dove nella norma solo il tracciato delle<br />

piste viene illuminato) e paradossalmente nei boschetti di betulla si vede quasi<br />

meglio di notte che di giorno. E in più può capitarvi di incontrare qualche ski-patrol<br />

super simpatico/a che scia libero/a dopo una giornata di lavoro. A me è capitato,<br />

Myuki Yamashita l’ho conosciuta così. Oppure può capitarvi di vedere sbucare dal<br />

buio Taro Tamai, la leggenda vivente dello snowboard in neve fresca. Oppure ancora<br />

potreste imbattervi in Ken Fujikawa, una specie di samurai del telemark che si allena<br />

con un paio di K2 Merlin di venti anni fa sciando a velocità supersonica “per<br />

ricordarsi la forma di ogni curva”, testuali parole. Insomma, cosa volete che vi dica.<br />

Andateci, a sciare in Giappone, non ve ne pentirete. Ci sono milioni di ragioni, è<br />

impossibile raccontarvele tutte. Sono a Rusutsu, in cima alla ennesima run in neve<br />

fresca di questo viaggio incredibile, è il penultimo giorno. Non mi sarei mai aspettato<br />

una cosa del genere. Un altro bosco ancora senza una traccia. Non mi sarei mai<br />

aspettato tutta questa neve, questa profondità e questa leggerezza. Non mi sarei mai<br />

aspettato tutte queste curve. Appoggiato sui bastoni aspetto che Alo si posizioni e<br />

che si prepari per scattare. Non c’è nemmeno più bisogno di parlare tra noi, quando<br />

sarà pronto per scattare alzerà la mano e mi dirà la solita cosa: “Vai dove vuoi. Ti<br />

seguo.” Allora io prenderò un po’ di velocità e comincerò con la prima curva. Lascerò<br />

scivolare in avanti lo sci esterno, mi inginocchierò nella neve e comincerò a sciare<br />

dentro alla polvere bianca che si solleva e che vola via. Dimenticherò dove sono.<br />

Perderò il senso del tempo e dello spazio, entrerò in un non-luogo fatto di assenza di<br />

gravità e di neve leggera che si solleva in alto. Allora cercherò di immaginare la<br />

traiettoria da tenere, la posizione di Alo e la forma delle mie curve. Cercherò di<br />

immaginare il mio corpo. Cercherò di immaginare il ritmo del telemark, quel<br />

dondolio delle mia anima che mi ipnotizza e non mi farebbe smettere mai. Cercherò<br />

di ricordare tutte le curve della mia vita e di riassumerle nelle prossime dieci che<br />

dovrò fare. Poi giù in fondo al pendio perderò la planata e mi fermerò. Mi girerò a<br />

guardare su per il pendio e quando la polvere di neve dietro di me si sarà dissolta<br />

vedrò Alo che guarda dentro al display della sua macchina fotografica. Lo vedrò<br />

sorridere. Di tutto quello che io ho sentito nella mia anima a lui sarà rimasto<br />

qualcosa impresso nella memoria della sua macchina fotografica. Alo alzerà la testa<br />

e mi farà un segno con il braccio, poi dirà a mezza voce: ”Figo!”. La sua voce<br />

rimbalzerà su quei metri di neve fresca gonfia d’aria e arriverà a me. E io, come ogni<br />

run da quando sono qui, penserò che in questo posto ci devo assolutamente tornare.<br />

E così, sarà. Io tornerò. Il prossimo inverno.


82<br />

Xavier Gering<br />

© AlessandroBelluscio


84<br />

Johan Ståhlberg<br />

Nome – Nick name: Johan Ståhlberg<br />

Età: 26<br />

Nazionalità:<br />

svedese<br />

Pro dal?<br />

Dal 2007 mi pare<br />

Chi è il tuo mentore e perchè?<br />

Mattias Fredriksson, eravamo vicini di casa, l’ho<br />

sempre ammirato e osservato. Senza le sue foto non<br />

sarei qui ora.<br />

Dove trascorri la tua stagione invernale-estiva?<br />

L’inverno in giro per l’Europa e in Giappone. L’estate<br />

in Svezia e Norvegia solitamente.<br />

Come mai sei diventato un fotografo?<br />

Amo fare foto e congelare momenti spettacolari. E<br />

poi faccio schifo nella competizione, peggio dei<br />

bambini, non potrei mai essere un pro, non avrei<br />

possibilità, meglio scattare.<br />

Qual’è stato l’input che ti ha fatto iniziare a scattare?<br />

Qualsiasi cosa mi dà ispirazione.<br />

Come definiresti il tuo stile?<br />

Mmm, colorato, contrastato e magari creativo?<br />

Cosa pensi dell’evoluzione della fotografia sportiva<br />

negli ultimi 8 anni circa?<br />

Penso che si andrà sempre più nella direzione dove<br />

la post-produzione farà la differenza. Senza però<br />

compromettere l’azione.<br />

Digitale e Analogico, differenze? Cosa pensi a<br />

riguardo?<br />

Ho lavorato per circa un anno in analogico prima di<br />

convertirmi definitivamente al digitale. Penso che il<br />

digitale sia meglio, gamma dinamica migliore di un<br />

negativo, economica e molto più veloce in fase di<br />

editing.<br />

Cosa pensi dei contest di fotografia?<br />

Penso sia divertente, in più se ci aggiungi episodi<br />

comici come al 9knights è perfetto!<br />

Cosa pensi dell’ultima edizione del Nineknights?<br />

Bellissimo. Perfetto il kicker ma avrei preferito meno<br />

banner e pubblicità appiccicati sopra. ;)<br />

Qual’è stato secondo te l’highlight dell’evento<br />

(9knights)?<br />

Beh, doveva essere lo shooting al mattino, ma tu hai<br />

russato così tanto che eravamo tutti stanchi a<br />

quell’ora... è stata una tua tattica?


Come organizzi solitamente la tua stagione?<br />

Beh, non pianifico molto al momento, prendo spesso<br />

le cose come vengono.<br />

Il tuo soggetto preferito?<br />

Molti ritratti e persone.<br />

Il miglior rider con cui lavorare?<br />

Beh, il mio migliore amico Reine Barkered, uno dei<br />

primi al mondo! (2° posto FreerideWorldTour). Ci<br />

conosciamo molto bene a vicenda, è sempre un gran<br />

divertimento! Oscar Scherlin e "Crill" sono davvero<br />

forti! Non ci si annoia mai con quei due! Ah ah ah!<br />

Miglior posto dove scattare?<br />

Direi Åre e Niseko in Japan<br />

Miglior condizione per scattare?<br />

Neve, tanta neve… e le gnocche!<br />

Kristoffer “Piffen” Edwall<br />

Dove possiamo vedere i tuoi lavori? Con Red Bull,<br />

magazine svedesi e sul mio libro: Adrenalin.<br />

Grazie del tuo tempo, ora puoi dire ciò che vuoi o<br />

ringraziare chi vuoi<br />

Grazie a Nico, Jim and Piffen, i miei genitori e la mia<br />

auto per portarmi sempre in giro!<br />

85


86<br />

Nome – Nick name: Ruedi Flück<br />

Età: 25<br />

Nazionalità:<br />

svizzera<br />

Pro dal?<br />

Fotografo professionista da 4 anni.<br />

Ruedi Flüeck<br />

Chi è il tuo mentore e perchè?<br />

La gente, qualsiasi umano che mi dimostri che la vita è<br />

fonte di ispirazione.<br />

Dove trascorri la tua stagione invernale-estiva?<br />

L’inverno ovunque mi porti assieme ai rider. In giro per<br />

l’Europa o anche più lontano. D’estate mi piace<br />

trascorrere la stagione verso est. Balcani, Ukraina e<br />

Russia sono i miei posti preferiti.<br />

Andri Ambuehl<br />

Markus Eder<br />

Come mai sei diventato un fotografo?<br />

Perchè no? :)<br />

Qual’è stato l’input che ti ha fatto iniziare a scattare?<br />

Quello che è successo nel corso degli anni. Talvolta le<br />

idee vengono fuori condizionate da un posto, talvolta<br />

viaggiando in treno perdendosi nei sogni. Ho iniziato a<br />

scattare foto quando ero piccolo. Iniziai perchè volevo<br />

collezionare una serie di momenti e situazioni speciali.<br />

Come definiresti il tuo stile?<br />

Non ho mai pensato di dare al mio stile un nome...<br />

Cosa pensi dell’evoluzione della fotografia sportiva<br />

negli ultimi 8 anni circa?<br />

Lo sviluppo delle macchine fotografiche è stato molto<br />

veloce, ha cambiato radicalmente le opportunità del<br />

fotografo. Velocità, risoluzione maggiore, io penso si<br />

sia semplificata la fotografia. Le buone immagini non<br />

sono ancora facili da realizzare, ma le modifiche sono<br />

possibili anche e soprattutto dopo le riprese. La gente<br />

pensa che dopo aver premuto il pulsante, la foto sia<br />

fatta... se si lavora pulito è possibile gestire un flusso di<br />

lavoro veramente veloce. L’utilizzo di flash potenti,<br />

comandati via radio, hanno cambiato parecchio la<br />

concezione. Nonché la profondità delle immagini! E’ qui<br />

che penso che il futuro possa spingersi: lampi<br />

sincronizzati super veloci e immagini HDR (High<br />

Dinamic Range) senza la necessità di dover scattare<br />

più immagini. Immaginate di avere un file con una<br />

profondità di 64 bit in uno scatto solo. In più le nuove<br />

fotocamere consentono iso alti senza calare di qualità,<br />

permettendo a noi fotografi sportivi di poter scattare<br />

rapidi in qualsiasi condizione!<br />

Digitale e Analogico, differenze? Cosa pensi a riguardo?<br />

L’uno è diverso dall’altro, uno richiede più lavoro<br />

prima dello scatto, l’altro dopo. Utilizzo ancora


l’analogico per alcuni scatti speciali, ma per le foto di<br />

massa utilizzo il digitale. La pellicola ha altri colori,<br />

contrasti, definizione. Senza pellicola il digitale non<br />

esisterebbe...<br />

Cosa pensi dei contest di fotografia?<br />

Sono interessanti, mi piace condividere idee, parlare<br />

con altra gente e trascorrere il tempo sulla neve con<br />

la gente che ha la mia stessa passione.<br />

Cosa pensi dell’ultima edizione del Nineknights?<br />

È stata la mia prima partecipazione, ed è stata una<br />

bellissima esperienza. Incontrare fotografi super<br />

talentuosi, rider fortissimi e la perfetta organizzazione<br />

di Nico Zacek hanno fatto si che l’evento diventasse<br />

veramente stimoltante dal punto di vista creativo.<br />

Penso che le foto scattate da tutti, parlino da sole. Un<br />

bel gruppo di gente appassionata che ha trascorso dei<br />

bei momenti assieme direi.<br />

Qual’è stato secondo te l’highlight dell’evento<br />

(9knights)?<br />

Vedere Andri Ambuhel e Markus Eder sciare sull’erba<br />

dopo una divertente discesa in bassa valle.<br />

Come organizzi solitamente la tua stagione?<br />

Calendario e un sacco di tempo passato al telefono!<br />

Il tuo soggetto preferito?<br />

Gli essere umani.<br />

Cosa pensi della fotografia freestyle-freeride-outdoor?<br />

Considerazioni? Opinioni a riguardo?<br />

Sono diversi nel loro programma di lavoro, i rider, gli<br />

atleti e i movimenti. A me piace uscire all’aperto<br />

comunque. Se è una ripresa spontanea dopo una<br />

nevicata o uno shooting di lunga programmazione<br />

come il kicker di 42m a Sörenberg, c’è comunque da<br />

divertirsi! Lo sci è quello che mi muove.<br />

Il miglior rider con cui lavorare?<br />

Eddai, domanda stupida! :)<br />

Miglior posto dove scattare?<br />

Forse il Polo Nord, mai stato lì.<br />

Il guardiano del Castello e in<br />

secondo piano Thomas Hlawitschka<br />

Miglior condizione per scattare?<br />

Preferisco maggiormente la powder o le condizioni<br />

super primaverili!<br />

Dove possiamo vedere i tuoi lavori?<br />

Check www.ruediphotography.ch e TWIN magazine<br />

(Swiss ski magazine – www.twinmagazine.ch).<br />

Grazie del tuo tempo, ora puoi dire ciò che vuoi o<br />

ringraziare chi vuoi<br />

Grazie per questa intervista e grazie agli amici e alla<br />

mia famiglia per passare il tempo con me.<br />

87


88<br />

Thomas Hlawitschka<br />

Nome: Klaus Polzer<br />

Età: 40<br />

Nazionalità: tedesca<br />

Pro dal...? Da 3 anni se intendi scattare su commissione<br />

per i clienti (aziende)<br />

Chi è stato il tuo mentore e perchè?<br />

Voglio citare Peter Mathis, perchè ho scattato<br />

tantissimo con lui in qualità di skier, e da lui ho<br />

imparato tanto, e soprattutto ho imparato a leggere il<br />

paesaggio, a fare attenzione ai particolari. Tutto<br />

questo prima che iniziassi a scattare e prima che<br />

comprassi la mia prima DSLR. Dopo iniziai a fare il<br />

photoeditor per un magazine, selezionando e vedendo<br />

tante buone immagini provenienti da diversi fotografi.<br />

Posso dire che ho avuto tanti mentori.<br />

Dove trascorri la tua stagione invernale-estiva?<br />

Vivo a Innsbruck adesso, scatto prevalentemente sulle<br />

alpi, in particolare le alpi dell’est.<br />

Come mai sei diventato un fotografo?<br />

Son sempre stato affascinato dalle belle immagini,<br />

anche quando in passato ero uno skier-atleta e non un<br />

fotografo. Quando iniziai a lavorare per il magazine<br />

(Skiing the next level) ho avuto la possibilità di<br />

avvicinarmi di più alla fotografia. All’inizio era una bella<br />

sensazione attendere gli eventi come giornalista, poi<br />

venne anche la fotografia. Rimasi subito affascinato dal<br />

processo che porta alla creazione di un immagine: la<br />

ricerca di una prospettiva interessante, provare a<br />

catturare le parti salienti di una situazione o di una<br />

azione. Ora è veramente divertente scattare, talvolta<br />

più che andare a sciare per me stesso.<br />

Come definiresti il tuo stile?<br />

Bella domanda. Ho uno stile? Direi che i fotografi che si<br />

possono permettere di avere uno stile la fuori sono i<br />

più grandi... e veramente pochi. Direi che non ho<br />

ancora uno stile, sto cercando, ricercando e crescendo<br />

ancora, la strada è lunga.<br />

Cosa pensi dell’evoluzione della fotografia sportiva<br />

negli ultimi 8 anni circa?<br />

Un altra domanda interessante. Curiosamente<br />

questo è esattamente il tempo trascorso da quando<br />

sto lavorando intensamente con le immagini in<br />

qualità di editor per riviste di ski. Penso che ci siano<br />

due lati. Da un lato vi è la fotografia dominata dal<br />

paesaggio, e quella non è cambiata molto. Parlo<br />

principalmente di fotografia di freeride.<br />

Naturalmente ci sono state alcune sperimentazioni,<br />

nuove prospettive, ma direi che questo tipo di<br />

fotografia era già ad un altissimo livello dieci anni fa<br />

con gente come Jeff Curtes e Peter Mathis ... e poi c’è<br />

l’altra parte, che è influenzata fortemente dalla<br />

fotografia di moda con un sacco di flash e un sacco<br />

di sperimentazioni di ogni tipo come i colori,viraggi,<br />

lenti tilt-shift ecc Penso che ci sia stato un grande<br />

progresso nel corso degli ultimi otto anni, come<br />

quest’ultimo tipo di fotografia, appena entrato nel<br />

mondo dello sci di allora ed ora è ad un livello<br />

piuttosto alto (era già su un buon livello nello<br />

skateboarding dieci anni fa). Ma in generale, il più<br />

grande cambiamento è arrivato con la fotografia<br />

digitale e internet. In un certo senso è un bene,<br />

perché questo ha portato più sperimentazione. Ma<br />

trovo anche piuttosto male in generale, perché<br />

sembra che ci sia un po ‘un decadimento della<br />

qualità della foto che rappresentano lo sport.<br />

Digitale e Analogico, differenze? Cosa pensi a riguardo?<br />

Beh io scatto solamente in digitale, non ha senso<br />

secondo me scattare in pellicola, soprattutto da un<br />

punto di vista economico. Se tutti scattassero ancora<br />

in pellicola avrebbe un senso, non avrei problemi a<br />

spendere ancora soldi in pellicole-sviluppi-scansioni,<br />

come non vorrei neanche però spendere soldi in<br />

nuove attrezzature digitali. Ma siccome tocca<br />

spendere e investire in nuove attrezzature digitali,<br />

non voglio anche spendere in mateliale analogico,<br />

non ha senso per me. Sono abbastanza felice di<br />

scattare in digi e sono abbastanza ok per quel che<br />

riguarda la post produzione. Non mi crea problemi<br />

quando la gente una la camera oscura digitale, come<br />

non lo era al tempo quando usava la camera oscura<br />

analogica, era semplicemente costosa! E inoltre non<br />

capisco quando certa gente sostiene che le foto<br />

devono essere come le sputa fuori la fotocamera<br />

digitale... penso sia un ragionamento stupido! In ogni<br />

caso tu puoi sapere cosa vuoi, quale risultato ti serve<br />

ottenere, e uscire e scattare di conseguenza, per poi<br />

intervenire con una post produzione specifica.QUesto<br />

significa pianificare i propri shooting e i propri<br />

progetti. Ma ho la sensazione che molta gente non lo<br />

faccia, che vada fuori a scattare a caso e poi<br />

intervenga di conseguenza in post produzione,<br />

tentando la fortuna. Anche questo è un<br />

metodo,percarità, ma poco efficace e sicuro... ecco<br />

questa è una cosa che non mi piace del digitale.<br />

Cosa pensi dei contest di fotografia?<br />

I concorsi fotografici possono essere divertenti, ma è<br />

difficile farne una buona, perchè come si fa a misurare<br />

la qualità di una foto quando non ci sono delle<br />

categorie ben definite? Penso sia piacevole e


Blake Nyman<br />

interessante valutare tutte le singole voci che<br />

partecipano alla formazione di una foto, perchè di<br />

solito ci sono delle buone foto da vedere, ma di solito<br />

non è bello dichiarare un vincitore. Quando guardo<br />

indietro, e ricontrollo le foto, mi rendo sempre conto<br />

che avrei scelto altro. Talvolta si preferisce una cosa,<br />

talvolta si preferisce l’altra. Quindi a parer mio è<br />

ingiusto dover per forza dichiarare un vincitore. Però ai<br />

contest è sempre bello ritrovarsi con colleghi e altri<br />

fotografi, e vedere come lavorano gli altri nella tua<br />

stessa situazione. Penso che la soluzione del JOSS<br />

fosse molto azzeccata qst anno, non c’era foto-contest,<br />

ma tra tutti i fotografi ci siamo organizzati da<br />

comporre una grande slideshow, e alla proiezione è<br />

stato tutto molto soddisfacente.<br />

Cosa pensi dell’ultima edizione del Nineknights?<br />

Sorprendentemente buono. All’inizio ero incerto,<br />

avremmo dovuto scattare nella stessa posizione<br />

dell’anno precedente, poi Nico ha cambiato la posizione<br />

del castello, permettendo altre angolazioni e inoltre ci<br />

siamo ritrovati con tramonto e alba perfetti.<br />

Qual’è stato secondo te l’highlight dell’evento<br />

(9knights)?<br />

L’esperienza di scattare al tramonto, di notte e all’alba<br />

il tutto in 12 ore. É stato veramente un momento<br />

intenso, però allo stesso tempo è stato incredibile<br />

vedere come lo stesso ostacolo cambi forma e<br />

proporzione in base alla luce che gli picchia sopra.<br />

Come organizzi solitamente la tua stagione?<br />

Beh, devo partecipare a diversi eventi a causa del mio<br />

lavoro per Downdays (european mag) e poi ci sono<br />

alcuni shooting per le aziende, “per pagare le bollette”,<br />

per cui vi è una priorità su quest’ultimo. Tolti gli<br />

shooting per le aziende, mi muovo in base alle<br />

perturbazioni e non in base ai luoghi o ai resort.<br />

Il tuo soggetto preferito?<br />

Qualsiasi cosa nuova. Fa schifo ripetere sempre le<br />

stesse cose, le stesse foto ancora e ancora e ancora.<br />

Ecco perchè è noioso per me scattare in un park<br />

standard, perchè è difficile trovare qualcosa di nuovo,<br />

tranne le poche volte che c’è una luce particolare o<br />

unica.<br />

Il miglior rider con cui lavorare?<br />

Difficile da dire, ma solitamente un rider motivato e<br />

intenzionato a far bene, che lavora duro al fine di<br />

otterene una buona foto. Per questo posso dire Nico<br />

Zacek, lui sa cosa serve per ottenere un buono scatto e<br />

si impegna sempre per collaborare. Se però dovessi<br />

pensare alla produttività di un rider, ti direi anche Bene<br />

Mayr, è completo e permette di poter scattare di tutto.<br />

Miglior posto dove scattare?<br />

È tutto dipendente dalle condizioni, ma nella regione<br />

dell’Arlberg mi piace, perchè è molto semplice e con<br />

poca fortuna si trovano condizioni spesso perfette.<br />

Miglior condizione per scattare?<br />

Tanta neve e luce naturale, oppure niente neve e niente<br />

luce (aka urban spots di notte).<br />

Dove possiamo vedere i tuoi lavori?<br />

Soprattutto su Downdays – Downdays Journal,<br />

Downdays digimag. In più sono stato pubblicato in<br />

diversi ski magazine: germania, francia, scandinavia,<br />

nord america e japan.<br />

Grazie del tuo tempo, ora puoi dire ciò che vuoi o<br />

ringraziare chi vuoi<br />

Beh, prima cosa grazie ai miei colleghi di downdays, e<br />

a tutti voi la fuori che apprezzate le buone foto, voi siete<br />

quelli che ci permetton odi fare quello che amiamo:<br />

scattare, sciare e scattare allo ski!<br />

Tobi Reindl<br />

89


90<br />

Legs of Steel Dodgeball team<br />

Stef Candé<br />

Nico Zacek<br />

Nome – Nick name:<br />

Stef Candé aka The Crust<br />

Età: 2 x 22…<br />

Nazionalità: francese<br />

Pro dal?<br />

Ufficialmente pago le tasse dal 1997<br />

Chi è il tuo mentore e perchè?<br />

Io perchè mi sono sempre piaciuto. No, Terry<br />

Richardson.<br />

Dove trascorri la tua stagione invernale-estiva?<br />

Ho la tendenza a girare molto per il sud delle alpi…<br />

Come mai sei diventato un fotografo?<br />

Perchè mi piace la fotografia e incontrare gente nuova, e<br />

in più devo pur mangiare! Scatto soggetti molto diversi.<br />

Qual’è stato l’input che ti ha fatto iniziare a scattare?<br />

Tanto studio, poi mi sono ammalato per 2-3 anni alchè<br />

ho detto “facciamo un lavoro figo”!<br />

Come definiresti il tuo stile?<br />

Pulito, controllato, ma volutamente e sempre<br />

disordinato... coi tempi che corrono.<br />

Cosa pensi dell’evoluzione della fotografia sportiva<br />

negli ultimi 8 anni circa?<br />

Emozionante e rivoluzionario. Però l’old fashion rimane<br />

sempre di moda.


Digitale e Analogico, differenze? Cosa pensi a riguardo?<br />

Non ci trovo reali differenze. Tornerei a scattare in<br />

pellicola volentieri, ma ci tengo al pianeta e la chimica<br />

è un incubo!<br />

Cosa pensi dei contest di fotografia?<br />

Divertente, incontri tanta gente e visiti dei bellissimi<br />

posti.<br />

Cosa pensi dell’ultima edizione del Nineknights?<br />

Veramente bello! Ho nuovamente vinto qualcosa, ma<br />

devono procurarsi un monitor serio per presentare le<br />

foto. In Svezia per il contest di bike l’hanno fatto in un<br />

cinema, dovrebbero fare lo stesso!<br />

Qual’è stato secondo te l’highlight dell’evento<br />

(9knights)?<br />

Trascorrere un intera giornata, compresa la notte in<br />

alta montagna.<br />

Come organizzi solitamente la tua stagione?<br />

Non lo faccio mai. Sono concentrato sugli shooting<br />

commissionati e cerco di essere sempre disponibile.<br />

Le foto di sci d’azione occupano solamente il 25% del<br />

mio tempo.<br />

Il tuo soggetto preferito?<br />

Ho scattato molto ai giovani Francesi di recente, e devo<br />

dire che spaccano!<br />

Cosa pensi della fotografia freestyle-freeride-outdoor?<br />

Considerazioni? Opinioni a riguardo?<br />

La fotocamera è una fotocamera, nessuna differenza. E<br />

la mia schiena fa male... in ogni caso scatto tanto<br />

freestyle lo stesso!<br />

Il miglior rider con cui lavorare?<br />

Qualsiasi persona che sorrida!<br />

Miglior posto dove scattare?<br />

Qualsiasi posto con lo skipass free...<br />

Miglior condizione per scattare?<br />

Tendo a preferire le giornate nuvolose e nevose in<br />

mezzo ai boschi...<br />

Dove possiamo vedere i tuoi lavori?<br />

Skieur Mag prevalentemente, in Francia.<br />

Markus Eder<br />

91


92<br />

Christoph Schöch<br />

Nome – Nick name:<br />

Christoph “Schöchi / Sesus” Schöch<br />

Età: 25<br />

Nazionalità: austriaca<br />

Pro dal? 2009<br />

Chi è il tuo mentore e perchè?<br />

Forse Ludschi della “Pirates prod” mi ha aiutato<br />

veramente tanto nella crescita professionale e mi ha<br />

insegnato parecchio riguardo alla parte business del<br />

nostro lavoro.<br />

Dove trascorri la tua stagione invernale-estiva?<br />

Trascorro l’estate a casa, lavorando per aziende della<br />

zona. Oppure vado in vacanza a surfare o in mtbike<br />

sulle montagne dietro casa.<br />

Come mai sei diventato un fotografo?<br />

Ho iniziato a fotografare per hobby poi ho iniziato a<br />

collaborare con magazine e aziende del settore. Mi<br />

piace come lavoro perchè puoi viaggiare molto, e puoi<br />

conoscere tanta gente diversa!<br />

Reinhard Gruber<br />

Qual’è stato l’input che ti ha fatto iniziare a scattare?<br />

Durante il servizio civile in Austria ho messo un po’ di<br />

soldi da parte per prendere la mia prima dslr. Era una<br />

Canon 350D con una schifosissima lente in kit. Un<br />

giorno un mio amico mi portò in montagna, un posto<br />

chiamato Hochjoch nella Montafon Valley in Austria.<br />

Costruimmo un piccolo kicker e qualche jibbata.<br />

Scattai un po’ di foto al mio amico mentre jibbava e il<br />

negozio che lo supportava mi disse che le foto erano<br />

veramente valide, che avrei potuto farne altre e andare<br />

avanti. Penso sia iniziata così...<br />

Come definiresti il tuo stile?<br />

Non saprei come definire il mio stile. Non voglio copiare<br />

altri fotografi, voglio sempre fare qualcosa di mio.<br />

Faccio sempre attenzione alle proporzioni e alle<br />

simmetrie quando scatto. E provo ad ottenere buone<br />

foto durante la fase di post-produzione e di correzione<br />

colore.<br />

Cosa pensi dell’evoluzione della fotografia sportiva<br />

negli ultimi 8 anni circa?<br />

Ci sono molte più sequenze e ormai tutti vanno di<br />

digitale. Penso non ci sia quasi più nessuno la fuori che<br />

scatti in analogico. Un altro fatto importante è che tutti


scattano in luce mista con i flash, dall’urban alla<br />

powder-backcountry. Sto provando a scattare molto di<br />

più in luce naturale, quella disponibile, cercando buone<br />

inquadrature per creare foto interessanti.<br />

Digitale e Analogico, differenze? Cosa pensi a riguardo?<br />

In digitale hai molte più possibilità di produrre<br />

materiale corretto, o di risolvere errori fatti in fase di<br />

scatto. Penso che il digitale sia ciò che piace ai clienti,<br />

per la facilità e semplicità di gestione dei file. Se scatti<br />

in analogico hai bisogno di tempo per sviluppo,<br />

scansione e poi invio dei file ai clienti. L’analogico è<br />

quasi del secolo scorso se ci penso, ma ha il fascino<br />

dell’incertezza finché non si vede con i propri occhi il<br />

risultato stampato.<br />

Cosa pensi dei contest di fotografia?<br />

É super divertente, perché si scatta tutti nelle stesse<br />

condizioni e con gli stessi ostacoli, come al<br />

Nineknights. Ma nessuno ha la stessa foto dell’altro<br />

alla fine. Ogni fotografo ha il suo stile, e la sua modalità<br />

per scattare foto e visualizzare l’immagine finale.<br />

Penso che per i fotografi e per chi organizza l’evento<br />

sia una buona cosa stimolare la gente a raggiungere<br />

livelli più alti.<br />

Cosa pensi dell’ultima edizione del Nineknights?<br />

Ah ah! É stata una bella settimana, con una bella festa<br />

finale. Per me è stato il primo anno da concorrente, ho<br />

vinto la categoria Best Lifestyle grazie al piccolo aiuto di<br />

Fabio Studer e Reinadr Grhuber. É stato super divertente<br />

andar su e scattare con atleti talentuosi e divertenti.<br />

Qual’è stato secondo te l’highlight dell’evento<br />

(9knights)?<br />

Penso che sia stato il superman frontflip da 40 metri di<br />

Teddy Berr. E inoltre lo scatto di lifestyle con Fabio e<br />

Reini. Eravamo saliti con l’idea di scattare una foto a<br />

Fabio aka “Kevin Catch” mentre riceve la palla sul muso<br />

e sputa sangue (finto ovviamente). Dopo Fabio Reini ha<br />

voluto che lo stesso Fabio lanciasse la palla contro la<br />

sua pancia. Dopo pochi tentativi lo scatto c’era, tempo<br />

di visualizzarlo sulla macchina ed ero a terra piegato<br />

dal ridere! Mai riso così tanto<br />

Come organizzi solitamente la tua stagione?<br />

Mi segno tutte le date degli eventi che devo seguire,<br />

una volta a calendario cerco di incastrare gli shooting<br />

e le uscite con le produzioni video. Il più delle volte si<br />

lavora bene, ma le condizioni pessime talvolta ti<br />

scombinano i programmi improvvisamente.<br />

Il tuo soggetto preferito?<br />

Mi piace scattare in backcountry, il motivo è che puoi<br />

essere veramente creativo, muoverti e giocare con<br />

quello che la natura offre, trasformandolo in idee.<br />

Cosa pensi della fotografia freestyle-freeride-outdoor?<br />

Considerazioni? Opinioni a riguardo?<br />

Mi piace. Ma dall’altra parte non è facile vivere di<br />

questo tipo di fotografia. Devi lavorare duro per<br />

raggiungere un punto in cui ti puoi permettere di<br />

vivere solo di quello. Io ho impiegato 4 anni per iniziare<br />

a lavorare come professionista.<br />

Il miglior rider con cui lavorare?<br />

Tutta la banda impegnata nel progetto “Legs of Steel”.<br />

Loro stanno spingendo un progetto veramente figo!<br />

Sono creativi, diversi ed è un gruppo di skier divertenti!<br />

Miglior posto dove scattare? Arlberg<br />

Miglior condizione per scattare?<br />

Powder & Bluebird (cielo azzurro)<br />

Xavier Gering<br />

Dove possiamo vedere i tuoi lavori? Skiing <strong>Magazine</strong>, e<br />

il mio sito internet www.christophschoech.com<br />

93


94<br />

Alessandro Belluscio<br />

Nome – Nick name: Alessandro “Alo” Belluscio<br />

Età: 29 anni mal portati<br />

Nazionalità: italiana<br />

Pro dal? Pago le tasse dal… 2005<br />

Chi è il tuo mentore e perchè? Mio padre mi ha<br />

insegnato le basi della fotografia, poi ho incontrato<br />

Massimo Sebastiani, di Bardonecchia, lui nel periodo in<br />

cui ho abitato in valle mi ha dato molto, mi ha dato degli<br />

spunti sulle direzioni che si potevano seguire e ha<br />

stimolato la mia curiosità nella fotografia. E poi direi<br />

John Scarafiotti per il discorso professionale specifico<br />

sugli gli Action Sport.<br />

Dove trascorri la tua stagione invernale-estiva?<br />

Inverno sulle alpi e in giro per il mondo se capitano dei<br />

viaggi. L’estate idem. Lo scorso anno oltre all’Europa ho<br />

visitato Giappone e il Colorado, in estate ho ceduto al<br />

richiamo dell’inverno trascorrendo un mese in<br />

Patagonia con la HeadBud prod.<br />

Come mai sei diventato un fotografo? Penso sia una<br />

delle migliori scuse per viaggiare e conoscere gente.<br />

Thomas Hlawitchka<br />

Qual’è stato l’input che ti ha fatto iniziare a scattare?<br />

La montagna, la natura, le persone e l’interazione dei 3<br />

elementi tra di loro.<br />

Come definiresti il tuo stile? Non penso di avere uno<br />

stile, cerco di raccontare le emozioni e i gesti degli<br />

atleti con cui lavoro attraverso delle immagini che<br />

funzionino. Forse e se esistesse mai uno stile, me lo<br />

diranno gli altri tra qualche anno, di sicuro non sarò io<br />

a dichiararlo.<br />

Cosa pensi dell’evoluzione della fotografia sportiva<br />

negli ultimi 8 anni circa? Ho iniziato a scattare in<br />

pellicola. Quello che ho imparato di base è stato frutto<br />

di sacrifici e soprattutto di tempo speso dietro alla<br />

pellicola. Diapositive, negativi BN sviluppati e stampati<br />

a mano (lo faccio talvolta ancora ora) mi hanno<br />

permesso di prender coscienza dell’ambito fotografico<br />

in un certo modo. Il passaggio al digitale ha permesso,<br />

seppur coi dovuti tempi, di spostare la conoscenza e la<br />

tecnica fotografica analogica sui bit, partendo più<br />

avvantaggiato di chi invece di analogico ha solamente<br />

una stupida Holga per fingersi figo alle feste nei localini<br />

– CAPRE! Oppure di chi è convinto che acquistando una<br />

stupidissima mini reflex sia automaticamente


fotografo. Il digitale permette di fare passi da gigante<br />

ma fa fare anche cazzate colossali. Sicuramente<br />

l’evoluzione dell’attrezzatura ha fatto si che se prima<br />

passavano 5-6 anni tra il lancio di un corpo macchina<br />

nuovo e l’altro (in analogico) ora i tempi si siano<br />

compressi in poco più di 10-12 mesi. Evoluzione dei<br />

materiali, evoluzione della tecnica flash. In alcuni<br />

ambiti però, tipo freeride-alpinismo persiste la figura<br />

umana: se non hai le palle e l’esperienza, anche con il<br />

digitale più figo, non porti a casa nulla.<br />

Digitale e Analogico, differenze? Cosa pensi a riguardo?<br />

Il digitale è semplicemente l’evoluzione della pellicola.<br />

Senza la pellicola il digitale non sarebbe dov’è ora. La<br />

pellicola porta via tempo di post produzione e sviluppo.<br />

Il digitale porta via tempo comunque in post produzione,<br />

cosa che molti sottovalutano e invece è di radicale<br />

importanza. A parer mio il pro del digitale è la possibilità<br />

di tagliare i tempi, internet - server – ftp hanno<br />

globalizzato anche il lavoro del fotografo. Incredibile.<br />

Cosa pensi dei contest di fotografia?<br />

Servono a stimolare i fotografi, a incontrare vecchi<br />

amici, a scoprirne di nuovi e magari a vincere un set di<br />

cerchi in lega che non puoi usare perchè sotto la tua<br />

automobile non avrebbero senso e sarebbero l’unica<br />

cosa di valore...<br />

Cosa pensi dell’ultima edizione del Nineknights?<br />

Fighissimo! Il primo giorno ero molto titubante<br />

sull’orientamento del kicker e sulla geologia della<br />

montagna, molto vincolante a parer mio. Poi invece si<br />

è rivelato super selettivo come evento, tanto che tutti i<br />

vincoli hanno stimolato tutti portando ad avere foto di<br />

altissimo valore e molto diverse tra loro.<br />

Qual’è stato secondo te l’highlight dell’evento<br />

(9knights)? Direi io e Markus Eder :) Non eravamo<br />

invitati fino a poco prima e alla fine io mi sono<br />

aggiudicato la best action photo e Markus ha vinto il<br />

contest e si è aggiudicato il best jibber... non male.<br />

Però se devo essere sincero, il superman di Teddy Berr<br />

è stata la ciliegina sulla torta. 100.000 visite su youtube<br />

e Mpora in meno di una settimana! Ha fatto più visite<br />

lui dei video del JOSS!<br />

Come organizzi solitamente la tua stagione? Telefono,<br />

calendario, magazine, clienti. Cerco di incastrare il tutto<br />

il meglio possibile, seppure ci sono delle volte dove<br />

parto e sto via per 20-30 giorni tra una località e l’altra.<br />

Riders alla night session<br />

Il tuo soggetto preferito? L’essere umano credo.<br />

Cosa pensi della fotografia freestyle-freeride-outdoor?<br />

Considerazioni? Opinioni a riguardo? Siamo fotografi<br />

che forse, nel subconscio, conosciamo molto meglio di<br />

altri la luce e le sue caratteristiche. Considerando che<br />

nella fotografia BN la luce porta alla composizione, che<br />

è quasi tutto, devo dire che un fotografo di outdoor,<br />

seppur sempre nel fango, nella neve o a puzzare di<br />

sudore... ha una marcia in più di tanti altri. In più si può<br />

stare all’aria aperta... cosa volete di più?<br />

Il miglior rider con cui lavorare? Quello che ha voglia di<br />

fare e di mettersi in discussione, trovando<br />

l’affiatamento con il fotografo per tirar fuori il meglio<br />

da ogni situazione.<br />

Miglior posto dove scattare?<br />

Qualsiasi posto con un po’ di neve e di pendenza.<br />

Miglior condizione per scattare? Powder day, non per<br />

forza bluebird, ma sicuramente powder.<br />

Dove possiamo vedere i tuoi lavori? Qui su 4SkierS e sul<br />

mio sito internet, www.alessandrobelluscio.com<br />

95


96<br />

Questa stagione è iniziata bene,<br />

la neve ha fatto capolino sulle<br />

nostre montagne molto presto.<br />

Oggi 11 dicembre è già la 7a<br />

volta che ho gli sci ai piedi. Le<br />

gambe iniziano a rispondere<br />

bene, mi sento in forma e il<br />

Corvatsch è pronto a regalarmi<br />

un’altra giornata memorabile.<br />

Carico gli sci in spalla uscito<br />

dall’ultimo impianto e mi<br />

arrampico sul cucuzzolo, il<br />

vento soffia forte ed il freddo è<br />

pungente, oramai dovremmo<br />

essere vicini ai 3400mt. Mi volto<br />

e vedo che il gruppo con cui<br />

sono partito ha fatto una<br />

deviazione per entrare nel ben<br />

noto canalino che porta al<br />

Furtschellas. Io mi trovo solo<br />

sulla cima e guardo giù per<br />

pensare alla linea più sensata.<br />

Scruto il piccolo canale sotto di<br />

me che fino dove riesco a<br />

vedere sembra essere<br />

percorribile. Non l’ho mai fatto<br />

e non so come sia l’uscita,<br />

rimango sulla cima un po’<br />

indeciso, ma mi dico e credo di<br />

poter gestire di tutto.<br />

Attacco gli sci e ci salto dentro,<br />

dopo soli 100 metri di dislivello<br />

capisco di non aver fatto la<br />

scelta corretta. Il canale inizia a<br />

stringersi e la quantità di roccia<br />

esposta supera quella coperta<br />

dalla neve e sciabile. Continuo<br />

con un paio di passaggi al<br />

limite, fino a ritrovarmi vicino<br />

all’uscita del canale. Tra me e<br />

l’uscita due salti di roccia che<br />

dalla mia posizione non è<br />

possibile valutare né per altezza<br />

né per lunghezza. Respiro profondamente e cerco una strategia, il primo sotto di me<br />

lo posso valutare bene ed individuo l’atterraggio possibile. Del secondo mi è ignoto<br />

soprattutto l’atterraggio, il che rende la cosa molto preoccupante.<br />

L’opzione di tornare indietro potrebbe rivelarsi molto più pericolosa della decisione<br />

già presa, saltare il primo cliff e fermarsi prima del secondo per definire la linea.<br />

Metto gli sci dritti e spicco il volo, la parete di roccia non si estende solamente in<br />

altezza ma anche in lunghezza e la neve non sembra arrivare mai, l’impatto è su una<br />

superficie ventata e dura, provo a tenere la lamina ma niente da fare. Da lì in poi<br />

cominciano una serie di<br />

ruzzoloni, tento di rialzarmi<br />

prima del secondo balzo, provo<br />

ad orientarmi nella caduta ma<br />

perdo gli sci e sono schiavo<br />

della gravità. Finalmente mi<br />

fermo, l’adrenalina è a mille,<br />

non sento dolori a gambe e<br />

braccia che muovo bene, ma lo<br />

zaino mi pesa da morire sulle<br />

spalle. Lo tolgo subito e mi<br />

rendo conto che mi sembra di<br />

avere un’accetta conficcata tra<br />

le scapole. Forse per<br />

convincermi che non ho niente<br />

inizio ad inerpicarmi con<br />

grande fatica per recuperare<br />

gli sci. Li attacco e scortato dal<br />

resto del gruppo, che mi ha nel<br />

frattempo raggiunto, inizio a<br />

scendere. Il dolore è intenso e<br />

localizzato, so che l’ospedale<br />

sarà la mia prossima tappa.<br />

Il verdetto dopo gli esami di rito<br />

è di quelli da correre in chiesa<br />

per accendere un cero. 5<br />

processi spinosi delle vertebre<br />

rotti, ma nessun<br />

interessamento di legamenti o<br />

midollo osseo che interessano i<br />

movimenti. Il mio pensiero va<br />

alla visita che feci a Lourdes e<br />

recupero quel poco di<br />

religiosità che ho, ringrazio chi<br />

ha guardato giù un’ennesima<br />

volta.<br />

Ora la prima parte della<br />

stagione compromessa mi<br />

permetterà di pensare alla<br />

leggerezza con cui ho<br />

affrontato la montagna. Ho<br />

certamente mancato di rispetto<br />

a questo elemento naturale e<br />

non ho seguito le regole che predico costantemente agli altri. Verificare una linea<br />

prima di percorrerla è alla base delle regole in fuoripista, e proprio non riesco a<br />

decifrare la mia mossa. Forse il fatto di essere in forma, il fatto di voler forzare i miei<br />

limiti, ma niente giustifica la cazzata di essermi infilato in un canalino al buio. Non<br />

posso che consigliarvi di imparare un po’ dal mio gesto imprudente e dirvi di<br />

chiedervi sempre una seconda volta se la scelta che state facendo sia quella giusta.<br />

Io ora mi godo un po’ di riposo forzato ma da Febbraio torno massicio ed incazzato.<br />

Buona e copiosa Powder!!

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