Non è il serpente di Adamo ed Eva, secondo la Chiesa non ... - Focus

Speciale
Demonio da
baraccone
Rosso, con
corna, coda,
occhi di fuoco,
pelle da drago:
il diavolo lo
immaginiamo
così. Ma per
la Chiesa,
il diavolo
non ha corpo
(e quindi
neppure corna,
zoccoli ecc.).
Non è il serpente di Adamo ed Eva, secondo la Chiesa non
puzza di zolfo, non ha coda né zoccoli. Ma allora...
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I mille volti del demonio
Incroci innaturali, umanoidi deformi, creature mostruose... Ecco la “formazione”
dei diavoli schierata nel corso dei secoli dalle diverse civiltà e culture.
cco, in un disegno,
Ealcune fra le principali
personificazioni del Male
in varie culture ed
epoche:
1. Azazel. Capo dei
demoni del deserto, la
sua figura è di origine
semitica. In suo nome
gli Ebrei liberavano un
“capro espiatorio”,
perché portasse via con
sé i loro peccati.
2. Lilith. Dea babilonese
della lussuria.
Seduceva gli uomini per
3
procreare nuovi figli del
demonio.
3. Lucifero. “Colui che
porta la luce”: nella
tradizione cristiana è il
capo degli angeli che
osarono ribellarsi a Dio.
4. Belial. Dissoluto e
vizioso. In ebraico il suo
nome significa “uomo
senza valore”. Nel
Nuovo Testamento è
l’Anticristo.
5. Behemot. Demone
stupido, divoratore e
goloso, in forma di vari
Che cos’è il
cosa è certa:
esprime le nostre paure
e si piglia la colpa
di tutti i mali. Ecco la
sua storia, tra testi sacri
e tradizioni popolari.
DIAVOLO? Una
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12 13
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6
animali, tra cui
l’elefante.
6. Satana. In ebraico,
l’“avversario”, nemico
numero 1 dell’umanità.
7. Pazuzu. Demone
della tempesta, per i
mesopotamici era “colui
che ammala le anime”.
Il diavolo del film
“L’esorcista”.
8. Seth. Divinità egizia
malvagia e ostile.
9. Moloch. Divinità
solare maligna, a cui gli
Ammoniti sacrificavano i
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propri primogeniti.
10. Belfagor. Demone
moabita della fecondità
maschile, ispiratore di
culti lussuriosi.
11. Asmodeo. Demone
persiano tentatore.
12. Belzebù. “Signore
delle mosche”, principe
dei demoni secondo
solo a Satana.
13. Baal. Re dell’inferno
e uno dei generali degli
eserciti infernali.
14. Astaroth. Granduca
e tesoriere dell’inferno.
Scordatevi corna e zoccoli,
puzza di zolfo e ali
di pipistrello. Il diavolo
non è rosso e con la coda,
come l’immaginario popolare
lo ha dipinto: stando
all’ultimo Catechismo, esiste,
ma non ha corpo. Eppure, anche
se la Bibbia quasi lo ignora,
tutte le religioni del mondo
ne hanno uno (v. riquadro
a lato), e spesso molto
corporeo. Forse perché, come
spiegano gli antropologi (v.
riquadro a pag. 60), di una
personificazione del Male l’umanità
ha bisogno fin dai
tempi antichi. Anche se talvolta
solo per attribuirgli il
male che è in noi (v. riquadro
a pag. 64). Ecco la sua
storia, attraverso le mille forme
e identità che popoli, tradizioni,
chiese gli hanno attribuito.
● Angeli ribelli
Nel Mediterraneo la prima
divinità malvagia è Seth, che
appare in Egitto già tra 4.500
e 3.000 a. C., seguito dal fenicio
Baal e, verso il 600 a. C.,
dallo zoroastriano Ahriman.
Nella cultura ebraica l’idea si
fa strada dopo l’esilio a Babilonia
(586-538 a. C.), ma
nell’Antico Testamento di
diavolo si parla poco e in modo
diverso da quel che solitamente
si crede. «Nella religione
ebraica precedente all’esilio»
scrive Jeffrey Russell
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57
▲

Nella Bibbia il diavolo è quasi
assente: Dio aveva il duplice
ruolo di buono e di malvagio
nella sua storia di Satana «il diavolo
non esisteva. Il concetto
ebraico di maligno si è andato sviluppando
gradualmente». Nei primi
5 libri della Bibbia, il Pentateuco,
Yahweh (il nome di Dio nell’Antico
Testamento) è circondato
da una corte sia di “messaggeri”
(più tardi tradotti
in greco come
angheloi, i nostri
angeli) sia da “figli
del Signore”:
fra questi ultimi
si farà avanti la
▲
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Le celebri rocce “Biglie
del diavolo” (Australia).
La “Torre del diavolo”,
monte nel Wyoming (Usa).
Tour
infernale
L’“Inferno”
di Dante (qui
il frontespizio di
un’edizione del
XIV secolo) è
un viaggio nelle
sofferenze
inflitte ai dannati,
secondo
l’interpretazione
medievale. Nella
tradizione
ebraica era solo
un “magazzino”
delle anime.
08/2004
schiera dei “ribelli”. Per capirci
qualcosa, occorre rivolgersi agli
“apocrifi” (cioè ai libri esclusi dal
gruppo di testi antichi scelti per fare
parte della Bibbia), innanzitutto
al Libro di Enoch (patriarca vissuto
prima del diluvio). Qui un
gruppo di disobbedienti, guidati
da un angelo chiamato anche Satana,
cioè l’Avversario, dalla radice
ebraica stn (e poi diabolos, dal greco
diaballein = opporsi), decide di
scendere sul monte Ermon per accoppiarsi
con le figlie degli uomini.
Il gruppo è sconfitto dagli “angeli
vendicatori”, fedeli a Yahweh; Satana
e i suoi sono però autorizzati
a rimanere sulla Terra per esercitare
il loro dominio sugli uomini.
E la caduta di Lucifero? Per trovarla
è necessario un altro apocrifo,
il Libro dei Segreti di Enoch,
che parla di un angelo superbo
“scagliato in un abisso senza fondo”
per aver pensato di “porre il
suo trono sopra le nubi”. L’Antico
Testamento tace su entrambi gli
episodi, salvo pochi versetti da
Isaia.
● Serpenti tentatori
E l’altra caduta, quella di Adamo
ed Eva? Qui il ruolo di tentatore
è attribuito a un serpente, secondo
la tradizione ebraica di simboleggiare
le forze del Male con
animali. Nell’Antico Testamento
nessun versetto lo identifica con
Satana: occorrerà l’Apocalisse dell’evangelista
Giovanni (fine I se-
Diavolo d’un ingegnere
Il “ponte del diavolo” sul Serchio
a Borgo a Mozzano (Lucca). Risale
al XIV secolo: fu costruito, si dice,
con l’aiuto del diavolo. Nel mondo
sono migliaia i luoghi “diabolici”.
L’isola
del famoso
L’isola del
Diavolo (Guyana
Francese): ospitò
l’ergastolano
Henri Charrière
(Papillon), evaso
nel 1945.
colo d. C.) per sapere che l’antico
serpente era il “diavolo e Satana”.
● Dio cattivo
L’assenza del diavolo nella Bibbia
è forse dovuta al fatto che, in
tutto l’Antico Testamento,Yahweh
sembra assolvere sia al ruolo di
Dio buono sia a quello di Dio malvagio.
«Il Dio dell’Antico Testamento»
osserva Georges Minois,
un altro “biografo” di Satana «fa
quel che può per essere unico, ma
finisce per somigliare non poco ai
suoi equivalenti del Medio Oriente.
Ha infatti persino lati e atteggiamenti
spaventosi: esige lo sterminio
dei nemici del suo popolo,
cui infligge lui stesso terribili prove,
lotta senza ragione contro Giacobbe
e cerca addirittura di uccidere
Mosè». Satana è presentato
solo come messaggero divino se
non addirittura – nel caso della
scommessa sulla pelle del povero
Giobbe per metterne alla prova la
fede – come compagno di gioco
dell’Altissimo. Anche l’inferno è
assente dalla tradizione ebraica:
dopo la morte le anime giacciono
in una specie di magazzino (lo
sheol); immobili, insensibili, inco-
▲

È uno spirito: ha un corpo (di gatto, cane,
caprone o drago) solo a partire dal Medioevo
scienti e senz’alcuna prospettiva
di premio o di castigo.
▲
● Una carriera evangelica
È col Nuovo Testamento che Satana
inizia la sua “carriera”, con
ben 188 citazioni. È lui che tenta
Gesù nel deserto ed è ancora lui
che mette il tradimento in cuore a
Giuda. Se nell’Antico Testamento
è attestato un solo esorcismo, i
Vangeli sono pieni di malati le cui
infermità vengono attribuite a possessioni
diaboliche, “espulse” dal
Cristo con varie tecniche esorcistiche.
Grazie a questa svolta, che ha
come principali artefici San Paolo
60
In fondo è Bono
Bono Vox, leader degli U2,
scherza travestito da diavolo
a un concerto a Londra.
Non fu lui a tentare Eva
Eva, la mela e il serpente in un
dipinto. Contrariamente a quanto si
crede, l’Antico Testamento non
dice mai che il serpente è Satana.
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Tifoso
del Diavolo
Un tifoso del
Milan: i colori
rossoneri hanno
fatto sì che
il diavolo ne
diventasse
il simbolo.
e San Giovanni, Yahweh è depurato
dei suoi aspetti maligni, mentre
Satana è promosso a ruolo di
avversario. In questo panorama
s’inquadra anche l’evoluzione dell’inferno.
Nelle Lettere di S.Paolo,
Cattivo ma…
sportivo
Un diavolo
fa il tifo al Tour
de France.
Il ciclista Claudio
Chiappucci era
soprannominato
“El diablo”.
che precedono i Vangeli di circa
20 anni, la parola “inferno” compare
una sola volta e solo nel suo
senso etimologico di “luogo inferiore”.
I riferimenti sono più frequenti
nei Vangeli, ma la parola
usata, precisa Minois «è quasi sempre
gehenna: un luogo preciso, la
“Valle dei Gemiti”, sede di un antico
culto cananeo, dove si bruciavano
le vittime offerte a Baal, forse
anche con sacrifici umani».
● Identikit medievale
Nel cristianesimo delle origini,
i Padri della Chiesa, influenzati
dalla cultura greca, si dedicarono
alla speculazione teologica attorno
ad alcuni temi centrali: la caduta
degli angeli, il futuro che attende il
diavolo (può pentirsi? può Dio decidere
di perdonarlo?). Col passare
del tempo, però, si affacciarono
interrogativi più concreti: il diavo-
▲
Versione per casalinghe
Pubblicità di detersivo (1920).
Molti marchi usano il diavolo,
simbolo di forza o di fuoco.
Si piglia la colpa
di ogni male
F
igure demoniache sono
esistite fin dalla preistoria e
in quasi tutte le culture. Perché?
Per l’antropologo Alfonso
di Nola sarebbero incarnazioni
semplificate del disagio che in
tutto il mondo e in ogni epoca
accompagna l’umanità: paura
delle malattie, della carestia,
dei disastri naturali; situazioni
spesso imprevedibili che spingono
a trovare un colpevole,
qualificabile genericamente
come Male, in opposizione al
Bene. E che, come massima
espressione, ha la morte,
contro cui la mente umana si
ribella.
Dispettoso. Nelle culture primitive,
il demonio deriverebbe
dal “trickster”, figura mitica che
si affianca all’essere supremo e
che per dispetto o imperizia
scombina la creazione,
introducendo miseria e morte.
Diavolo custode. Secondo
Freud e la psicanalisi, il diavolo
è anche dentro ciascuno di noi.
Fa parte della nostra ambivalenza
(amore-odio, cattiveriabontà),
è insomma il nostro
lato peggiore, costantemente
ributtato nell’inconscio e che
finiamo per proiettare all’esterno,
attribuendolo al maligno o
demonizzando gli altri. Freud
associò questa ambivalenza al
conflitto col padre e la sua autorità,
e individuò il diavolo come
l’espressione della libido repressa
dalla figura paterna. «Se
il dio giusto e misericordioso è
un sostituto del padre» scriveva
«non c’è da stupirsi che anche
l’atteggiamento ostile, per cui il
figlio lo teme e si lamenta di
lui, abbia trovato espressione
nella creazione di Satana».
Franco Capone

In riunione col capo
Un sabba, l’incontro con Satana,
il caprone. Con simboli diabolici,
come i pipistrelli e le streghe.
Il dipinto è di Francisco Goya.
lo ha un corpo? che aspetto ha?
come opera?
▲
● Mostro semibestiale
Fu però solo nel Medioevo che
Satana apparve in un corpo.Al serpente
della Genesi e al dragone
dell’Apocalisse si aggiunsero altri
animali come il gatto, il cane, il rospo
e il caprone; ma soprattutto
nacque un mostro a mezza strada
fra uomo e bestia, con corna e co-
L
a parola “esorcista”
ricorda il film del
1973, in cui una
ragazza cadeva vittima
del diavolo e dimostrava
comportamenti decisamente
strani: si solle-
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da, zoccolo fesso e artigli, occhi di
fuoco e naso adunco (un po’ di antisemitismo
non guasta mai), barba
caprina e canini aguzzi, fallo sproporzionato
e ali smisurate (prima
piumate, poi simili a quelle dei pipistrelli).
Non è solo una svolta di
immagine. A partire dal XIII secolo,
infatti, la presenza di Satana
nella vita quotidiana si fa sempre
più invadente. Sin dall’inizio la
Chiesa cristiana aveva attribuito
origine diabolica ai culti pagani e
alle sette eretiche; ma ora si cominciò
a sospettare ovunque la
presenza di culti satanici, accusati
di ogni abominio: orge, incesti, copule
bestiali, infanticidi... Nel 1230
partì in Germania la prima caccia
alle streghe, cui seguì pochi anni
dopo una bolla papale che denunciava
gli incontri notturni con Satana,
presto etichettati come “sabba”.A
queste riunioni Satana par-
I veri indemoniati? Solo uno su cento. Forse...
Cacciati dal
“poverello”
Nell’affresco
di Giotto
(Assisi, basilica
superiore), i
demoni fuggono
da Arezzo
scacciati da un
esorcismo di
San Francesco.
Fu riabilitato dal Romanticismo, come simbolo di ribellione
vava a mezz’aria,
vomitava sostanze
verdastre, parlava con
voce alterata e
camminava come un
ragno. Effetti speciali,
naturalmente. Eppure
Esorcismo condotto da padre Gyerman, nel
monastero di San Giorgio, a Zagorsk, in Russia.
alcuni sacerdoti, che si
definiscono esorcisti,
affermano che
fenomeni del genere
accadono realmente.
Quattro prove. Sono 4,
secondo gli esorcisti, le
prove per stabilire se ci
si trova di fronte a un
vero caso di possessione:
1) l’indemoniato
levita, si solleva cioè dal
suolo vincendo la forza
di gravità; 2) ha una
forza sovrumana; 3) di
solito è anche
chiaroveggente; 4) parla
lingue strane e dice
oscenità.
Solo l’1% dei casi,
dicono gli esorcisti,
presenta queste
caratteristiche. Ma
nessuno ha mai
dimostrato in condizioni
controllate di poter
levitare, di possedere
una forza sovrumana o
doti da chiaroveggente.
Malati? Molte malattie
mentali, un tempo
ritenute opera di
demoni, oggi sono
spiegate e catalogate
dalla medicina con i
nomi di schizofrenia
paranoide, depressione,
sindrome di Tourette...
Perciò è preferibile che
sia un medico a stabilire
se una persona è
malata di mente o ha un
altro genere di problemi.
Massimo Polidoro
teciperebbe in forma di caprone,
con un cero acceso fra le corna.
● Satana & Co.
Nel frattempo una serie di trattati
demonologici s’incaricò di soddisfare
ogni curiosità circa la corte
infernale: dal numero dei demoni
sino a un’identificazione dei principali
collaboratori di Satana e delle
loro caratteristiche (v. riquadro a
pag. 57). Ai trattati si affiancarono
i manuali per inquisitori, destinati
a illustrare i metodi capaci di
combattere il Maligno. È del 1486
la pubblicazione del più famoso, il
Malleus Maleficarum (Il Martello
delle streghe), con le sue regole
per scoprire il “marchio diabolico”
e l’elenco delle prove capaci
di smascherare ogni camuffamento:
da quelle più ovvie come la tortura
a quelle più “scientifiche” come
la prova dell’acqua (la strega
incatenata non galleggia).
● Punizione: assenza di Dio
È con questi metodi di indagine
che, anche stando alle stime più
prudenti, fra XVI e XVIII secolo
furono eliminati almeno 60 mila
servi (e soprattutto serve) del diavolo.
In realtà solo poche volte si
trattava di veri satanisti o di maghi
e fattucchiere, colpevoli di aver riesumato
antichi riti rurali di ferti-
▲

Le fiamme infernali sono,
per la Chiesa, solo una
rappresentazione letteraria
lità; nella stragrande maggioranza
le vittime erano innocenti capri
espiatori di cieco fanatismo o bassi
motivi d’interesse.
Intanto, anche l’inferno si evolveva:
in termini teologici la punizione
più grave restava la privazione
della presenza di Dio, ma nel
senso comune divenne una sala di
torture fisiche e di visioni così orripilanti
da far impallidire le tele
del famoso pittore fiammingo Hieronymus
Bosch.
▲
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Uno scienziato diabolico
Il “Faust” di Goethe (in
un’incisione del XIX secolo)
racconta di uno scienziato
che vende l’anima al diavolo.
... e diavolo americano
Un diavolo-George Bush (a destra)
a un corteo pacifista. Spesso gli
avversari vengono... demonizzati.
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Nel secolo dell’Illuminismo
(XVIII) Satana fu riportato alla
sua dimensione mitologica. Il Romanticismo,
nell’800, addirittura lo
riabilitò quale simbolo della ribellione;
ai primi del ’900 il Positivismo
considerò il diavolo solo una
proiezione dell’idea di Male.
● Un simbolo. No, è reale
A partire dagli anni ’60 del secolo
scorso, proprio in un periodo
di boom delle sette sataniche, fra
Diavolo terrorista...
A sinistra, in Guatemala, alcuni
bimbi danno fuoco a un Osama
bin Laden di cartapesta.
Ne sa una più di lui
L’interrogatorio di una donna
sospettata di essere una strega
(XVI secolo): dal 1200 molte furono
processate con questa accusa.
alcuni teologi cristiani si diffuse
una tendenza a vedere in Satana
solo un simbolo del Male, e a svuotare
l’inferno. Tendenza però negata
nel 1972 da Paolo VI, che ha
riaffermato la reale presenza di Satana
nella società moderna; orientamento
ribadito da papa Wojtyla
che ha spesso messo in guardia
contro le “ossessioni diaboliche”.
Nel Catechismo della Chiesa
cattolica del 1992 è stata ribadita
l’esistenza reale (ma non corporea)
del Maligno e “l’estraneità alla
nostra cultura” delle sue passate
“rappresentazioni letterarie e artistiche”.
Niente più corna, zoccoli e
coda a punta di freccia, e – forse –
neanche più anime dannate e demoni
col forcone. Ma ancora e
sempre guerra contro le suggestioni
e possessioni diaboliche, con
tutti i mezzi. ■
Sergio De Santis
Ma Satana con le
sette c’entra poco
S
acrifici di animali nel nome
del demonio, sevizie, violenze
sessuali, profanazioni di
tombe e omicidi rituali. È il
repertorio criminale delle sette
sataniche, che secondo il
Gruppo di ricerca e informazione
sulle sette (Gris) in Italia
sarebbero oltre un migliaio.
Tipologie. Anche se il satanismo
contemporaneo è un fenomeno
complesso, gli esperti distinguono
4 tipologie principali:
Satanismo razionalista: propone
una visione anticristiana ed
edonista della vita.
Satanismo occultista: accetta
la spiegazione biblica del
demonio come “angelo ribelle”.
Satanismo acido: gli adepti
fanno uso di droghe e
praticano orge durante i riti.
Luciferismo: vede il Male come
complemento del Bene.
Omicidi e suicidi.
Il caso più recente
sono le Bestie di
Satana, setta del
Varesotto che
avrebbe assassinato
– oltre a un numero
imprecisato
di persone – almeno
2 adepti, spingendone
forse altri
al suicidio. «Dal
punto di vista criminologicoesistono
due satanismi»
spiega Francesco
Sidoti, docente di
Criminologia all’Università
dell’Aquila. «Nel primo,
i membri hanno un particolare
profilo psichico, agiscono
senza un movente utilitaristico
e a volte credono veramente
nel demonio». Potrebbe essere
il caso delle Bestie di Satana.
Pretesto. «Nel secondo, Satana
è solo un pretesto per fini
utilitaristici (il denaro o l’abuso
sessuale, per esempio)» conclude
Sidoti. In entrambi i casi,
il “povero diavolo” non c’entra
molto. C’entrano invece i leader
delle sette, che con i riti
d’iniziazione rendono ricattabili
gli adepti. Uscire (vivi) dalla
setta diventa così più difficile.
Aldo Carioli
Per saperne di più:
A. M. Crispino, F. Giovannini e M.
Zatterin, Il libro del diavolo. Le origini,
la cultura, l’immagine (Dedalo).
Alfonso di Nola, Il diavolo (Newton
Compton). Georges Minois, Piccola
storia del diavolo e Piccola storia dell’inferno
(Il Mulino). Jeffrey B. Russell,
Il diavolo nel mondo antico; Il diavolo
nel Medioevo e Il diavolo nel mondo
moderno (Laterza).

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