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Speciale<br />

272<br />

Lo scheletro di una minuscola creatura umanoide capace di usare strumenti riscrive la storia dei parenti dell’uomo<br />

L’uomo “Hobbit”<br />

170 cm<br />

160 cm<br />

150 cm<br />

140 cm<br />

130 cm<br />

120 cm<br />

110 cm<br />

100 cm<br />

90 cm<br />

80 cm<br />

70 cm<br />

60 cm<br />

50 cm<br />

40 cm<br />

30 cm<br />

20 cm<br />

10 cm<br />

0 cm<br />

12/2004<br />

Uomo della<br />

tribù Yrai<br />

(Nuova<br />

Guinea)<br />

Uomo<br />

europeo<br />

“Hobbit”, l’uomo di<br />

Flores appena<br />

scoperto<br />

Era alto 1 metro.Viveva<br />

in Indonesia circa 12 mila<br />

anni fa. E per gli indigeni<br />

vive ancora...<br />

A cura di Marco Ferrari<br />

Testone e testolina<br />

Sopra, il cranio di un uomo<br />

moderno. Sotto, quello<br />

dell’Homo floresiensis:<br />

è molto più piccolo.<br />

Cervello piccolo,<br />

ma fino<br />

sinistra, il confronto fra le<br />

A dimensioni di un moderno<br />

europeo, un indigeno della tribù<br />

Yrai (Nuova Guinea) e l’uomo di<br />

Flores, battezzato dagli scienziati<br />

“Hobbit”. Probabilmente discendeva<br />

dall’Homo erectus (v. prossima<br />

pagina). Se la sua bassa<br />

statura può essere spiegata col<br />

lungo isolamento, ciò che più<br />

colpisce gli scienziati è il fatto<br />

che, a differenza per esempio dei<br />

pigmei, nel nuovo Homo anche il<br />

cervello sarebbe rimpicciolito,<br />

come dimostra il confronto tra i<br />

crani (sopra), pur mantenendo le<br />

stesse capacità intellettive.<br />

Una caverna affacciata sulla<br />

fitta foresta tropicale: tra<br />

gli alberi della giungla, elefanti<br />

nani e varani predatori,<br />

ratti giganti e immense tartarughe.<br />

I fiumi popolati da enormi<br />

coccodrilli. Ecco l’ambiente di vita<br />

di uno dei nostri parenti più strani<br />

e incredibili, l’uomo di Flores, che<br />

gli antropologi hanno battezzato<br />

Homo floresiensis. «Sarei stato meno<br />

sorpreso se qualcuno avesse<br />

scoperto un alieno» dice Peter<br />

Brown, antropologo dell’Università<br />

di New England, in Australia, e<br />

autore della scoperta annunciata<br />

sulla rivista Nature. Ma che cos’ha<br />

di così speciale questo nostro ultimo<br />

cugino?<br />

● Scopritore scioccato<br />

Lo scheletro, trovato in una<br />

profonda grotta nella foresta tropicale<br />

dell’isola di Flores, in Indonesia,<br />

ha le proporzioni di una<br />

donna moderna (si tratta infatti di<br />

una femmina), ma non la sua statura<br />

e, soprattutto, il suo cervello.<br />

Non supera il metro di altezza, e la<br />

sua scatola cranica racchiudeva un<br />

cervello di circa 380 centimetri cubici,<br />

poco più di un pompelmo. Se<br />

pensiamo che nell’uomo moderno<br />

il cervello è di circa 1.400 centimetri<br />

cubici, e che quello dell’uomo<br />

di Neanderthal (scomparso circa<br />

30 mila anni fa) li superava abbondantemente,<br />

si possono capire<br />

le perplessità degli antropologi.<br />

«Quando abbiano trovato lo scheletro,<br />

sono rimasto allo stesso tempo<br />

divertito, sorpreso e scioccato»<br />

dice Bert Roberts, dell’Università<br />

di Wollongong, in Australia. «Abbiamo<br />

cercato per anni fossili umani<br />

in Indonesia, e saremmo stati<br />

felici se ne avessimo trovato uno.<br />

Pensavamo di rinvenire qualche<br />

LF orse orem la ipsum scoperta dolor dello sit<br />

scheletro amet, consectetuer di Homo<br />

floresiensis adipiscing elit, spingerà sed diam a<br />

considerare nonummy nibh seriamente euismod<br />

anche tincidunt gli ut annunci laoreet di<br />

“piccoli dolore magna uomini” aliquam nelle<br />

giungle. erat volutpat. E soprattutto Ut wisi a<br />

esplorare enim ad minim le foreste veniam, che<br />

ospitano quis nostrud “orang exerci pendek” tation<br />

ed ullamcorper “ebu gogo”. suscipit<br />

■lobortis Un’orma nisl e ut pochi aliquippeli<br />

Il eamvolutpat. primo, il cui Ut nome wisi<br />

significa enim ad minim “piccolo veniam, uomo”,<br />

sarebbe quis noDuis stato autem avvistato vel<br />

nelle eum iriure foreste dolor dell’Asia in<br />

sud-orientale, hendrerit in vulputate in particolare.<br />

Alto al massimo un<br />

... ed ecco a voi l’“Homo floresiensis”<br />

L’annuncio della scoperta dell’Homo floresiensis. «Trovare un alieno<br />

mi avrebbe stupito meno» ha detto lo scopritore dell’“uomo Hobbit”.<br />

fossile di Homo erectus, perché sapevamo<br />

che era arrivato nella vicina<br />

isola di Giava circa 1,6 milioni<br />

di anni fa. Ma ritrovare lo scheletro<br />

di una specie completamente<br />

nuova di uomo è stato un colpo di<br />

fortuna: che però apre un vero vaso<br />

di Pandora nella comunità dei<br />

paleoantropologi». E le sorprese<br />

non erano finite; insieme allo scheletro<br />

sono stati infatti trovati artefatti<br />

litici, cioè strumenti di pietra<br />

che potevano servire a tagliare la<br />

carne dalle carcasse o addirittura a<br />

cacciare altri animali. La fauna che<br />

accompagnava l’uomo di Flores è<br />

stata descritta nell’articolo della<br />

rivista che annuncia la scoperta.<br />

Sull’isola vivevano stegodonti, gli<br />

antenati di mammut e di elefanti<br />

moderni, animali di piccole dimensioni<br />

che potevano essere abbattuti<br />

con armi primitive. Ma an-<br />

metro velit esse e mezzo, molestie ha la<br />

pelle consequat, chiara vel e coperta illum di<br />

peli. dolore Le eu prove feugiat della nulla sua<br />

esistenza facilisis at sarebbero vero eros et<br />

alcune accut ut orme laorestrud impresse<br />

nel exerci fango tationx della eaforesta<br />

pluviale commodo di Sumatra,<br />

trovate consequcdfcdg da due esplora- gtgtat.<br />

tori ■ fvchfg inglesi, zefhghzeg Adam Davies<br />

e et Andrew dolore magna Sanderson aliqu<br />

(che ullamcorper stanno per suscmsan pubbli- et<br />

care iusto un odio articolo dignissim sull’argo- qui<br />

mento), blandit praesent e un ciuffo di<br />

misteriosi luptatum zzril peli delenit neri.<br />

augue ■ Nonna duis mangiatutto<br />

dolore te<br />

feugait Molto simile nulla sarebbe facilisi.<br />

“ebu gogo”. Che però<br />

n vivrebbe fvchfg zefhghzeg ancora sulla<br />

Lorem stessa ipsum isola in dolor cui èsit<br />

amet, stato trovato consectetuer lo scheletro<br />

adipiscing di Homo floresiensis. elit, sed diam<br />

Secondo nonummy gli nibh abitanti eummodo<br />

questo consequat. piccolo Duis ominide, autem<br />

il hendrerit cui nome in significa vulputate<br />

“nonna velit esse che molestie mangia ogni<br />

cosa”, consequat, viveva vel fino illum a poco<br />

tempo dolore eu fa nelle feugiat caverne nulla<br />

vicino facilisis a at un vero villaggio eros et<br />

dell’interno, accumsan et ma iusto i continui odio<br />

furti digniss. di frutta nei campi<br />

dei Duis contadini autem vel convinsero eum<br />

gli iriure abitanti dolor a in scacciarlo. hendrerit in<br />

Secondo vulputate i velit ricercatori, e, vel illum la<br />

vita e la struttura di ebu<br />

che ratti grandi quasi quanto l’uomo<br />

di Flores, tartarughe simili a<br />

quelle delle isole Galápagos e aggressivi<br />

coccodrilli di fiume. Il vero<br />

superpredatore, però, era probabilmente<br />

un parente ancora più<br />

grande del drago di Komodo, il varano<br />

gigante che popola oggi alcune<br />

isolette vicine.<br />

● Fortuna o perseveranza?<br />

Non è stato facile trovare il piccolo<br />

fossile. «Flores è un’isola tropicale,<br />

coperta di fitta foresta, dove<br />

non è facile trovare ossa fossilizzate»<br />

dice Emiliano Bruner, antropologo<br />

del dipartimento di biologia<br />

animale e dell’uomo all’Università<br />

La Sapienza di Roma, e<br />

dell’Istituto italiano di paleontologia<br />

umana. «Di solito il pH acido<br />

della foresta distrugge tutti i fossili<br />

che si depositano». Ma lo sche-<br />

E se “H. floresiensis” vivesse ancora e si chiamasse “ebu gogo”?<br />

gogo dolore sarebbero eu feugiat straordi- nulla<br />

nariamente facilisis at vero simili eros a quelli et<br />

dell’uomo accut ut laoreet di Flores. dolore<br />

magna ■ Li troveremo? aliqu ullamcorper<br />

suscmsan Persino Bert et iusto Roberts, odio<br />

dignissim dell’Università qui blandit austra-<br />

praesent liana di Wollongong luptatum zzril e tra<br />

delenit gli scopritori augue dell’uomo duis dolore di<br />

te Flores, feugait pensa nulla che facilisi. le<br />

coincidenze ■ fvchfg zefhghzeg siano troppe<br />

Lorem per non ipsum aspettarsi dolor di sit<br />

amet, trovare consectetuer<br />

prima o poi una<br />

adipiscing tribù di “ebu elit, gogo”. sed diam Se<br />

nonummy accadesse nibh davvero euismod<br />

tincidunipit veramente tutte lobortis le nostre nisl<br />

ut certezze aliquip in ex campo ea<br />

evolutivo crollerebbero.<br />

12/2004<br />

273<br />


Aveva un<br />

cervello da<br />

australopiteco<br />

ma tecnologia<br />

da “Homo”<br />

274<br />

letro della donna di Flores è stato<br />

trovato all’interno di una caverna,<br />

e forse le condizioni erano tali da<br />

proteggere il suo sonno millenario.<br />

È perfetto, migliore dei molti<br />

altri scoperti in Africa e in Asia.<br />

C’è il cranio, e anche quasi tutto il<br />

resto dello scheletro. Questo permette<br />

anche di capire che la specie<br />

camminava con un’andatura<br />

bipede, molto simile a quella<br />

dell’Homo erectus. E alla nostra.<br />

▲<br />

● Bipede microcefalo<br />

Ma sembra avesse anche le<br />

braccia (in proporzione) molto<br />

lunghe, e questo adattamento forse<br />

gli permetteva di passare una<br />

parte della vita sugli alberi, lontano<br />

dai pericoli e dai predatori. Fino a<br />

questo punto, però, l’uomo di Flores<br />

non sarebbe altro che un H.<br />

erectus molto più piccolo. L’aspetto<br />

più interessante dell’intero fossile<br />

è ovviamente il cranio. «Prima<br />

di tutto» dice Bruner «è un cranio<br />

in cui le suture sono quasi invisibili,<br />

sia “a vista” sia con la<br />

tomografia computerizzata». E<br />

questo non avviene in nessun cranio,<br />

primitivo o moderno. La cosa<br />

più sconcertante sono le dimensioni<br />

del cervello, decisamente inferiori<br />

a qualsiasi appartenente al<br />

genere Homo, e molto più vicine a<br />

quelle di un australopiteco primitivo.<br />

Persino nell’articolo scientifico<br />

di annuncio della scoperta, i paleoantropologi<br />

non sanno bene come<br />

collocare il fossile. Le conseguenze<br />

di questa scoperta, è il<br />

commento unanime, si faranno<br />

Grande come Frodo<br />

Ispirandosi a Tolkien (sopra, il<br />

film “Il Signore degli anelli”) gli<br />

scopritori dell’uomo di Flores lo<br />

hanno battezzato “uomo hobbit”.<br />

12/2004<br />

Ultimo rametto di<br />

un folto cespuglio<br />

el disegno a destra, il posto<br />

Ndell’uomo di Flores nell’albero<br />

dell’evoluzione umana: in<br />

fondo a destra, ultimo discendente<br />

degli H. erectus. Fino a<br />

qualche decennio fa il “tragitto”<br />

che portava all’uomo era visto<br />

come una scala verso la<br />

perfezione, ma le ultime scoperte<br />

hanno confermato quello<br />

che i paleontologi sospettavano.<br />

Cioè che l’evoluzione della<br />

specie umana non è diversa da<br />

quella degli altri animali.<br />

Tre “Homo”. Dopo essersi<br />

staccati dalla linea che avrebbe<br />

portato agli scimpanzé moderni<br />

(comune e bonobo), gli antenati<br />

dell’uomo si sono diversificati in<br />

decine di specie che, prima in<br />

Africa poi in Asia, hanno occupato<br />

molte nicchie ecologiche.<br />

Fino a poche migliaia di anni fa,<br />

sulla Terra vivevano addirittura 3<br />

specie di uomini. Se quindi siamo<br />

soli sul pianeta, dicono gli<br />

antropologi, questo è dovuto più<br />

al caso che alla predestinazione.<br />

Sahelanthropus<br />

tchadensis<br />

6 MILIONI<br />

Un drago di Komodo. I suoi antenati<br />

erano i predatori più temibili<br />

nei luoghi in cui viveva<br />

l’uomo di Flores.<br />

Orrorin<br />

tugenensis<br />

5 MILIONI<br />

Ardipithecus<br />

ramidus kadabba<br />

4 MILIONI<br />

Équipe<br />

australiana<br />

Gli scavi che<br />

hanno portato<br />

al ritrovamento<br />

dello scheletro<br />

di H. floresiensis.<br />

3 MILIONI<br />

La caverna<br />

del “tesoro”<br />

La grande<br />

caverna dove<br />

sono stati<br />

trovati i resti<br />

dell’“uomo<br />

Hobbit”. Insieme<br />

allo scheletro,<br />

molto ben<br />

conservato,<br />

i ricercatori<br />

hanno trovato<br />

anche strumenti<br />

in pietra:<br />

servivano<br />

per cacciare<br />

e tagliare<br />

la carne.<br />

Ardipithecus<br />

ramidus<br />

ramidus<br />

Australopithecus anamensis<br />

Kenyanthropus<br />

platyops<br />

A.<br />

bahrelghazali<br />

A. afarensis<br />

(“Lucy”)<br />

2 MILIONI<br />

Cambia la storia<br />

Come poteva esistere un uomo<br />

dal cervello non più<br />

grande di quello di uno<br />

scimpanzé, che però riuscì a<br />

sopravvivere praticamente fino in<br />

tempi recentissimi, cacciando e<br />

producendo oggetti? «È la stessa<br />

domanda che ci siamo fatti tutti, e<br />

mai come in questo caso bisogna<br />

usare cautela» dice Bruner. «Non è<br />

sicuramente un pigmeo, perché,<br />

nonostante la bassa statura, i pigmei<br />

sono identici agli altri uomini;<br />

un pigmeo di 1 metro e 10 ha<br />

un cranio uguale a<br />

quello di<br />

un uomo moderno. Alcuni hanno<br />

pensato che l’intera scoperta fosse<br />

una frode, come accadde un secolo<br />

fa con l’uomo di Piltdown, in Inghilterra<br />

(v. riquadro qui sopra).<br />

Ma la serietà della rivista scientifica<br />

Nature e la fama degli scopritori<br />

hanno convinto tutti. Un’altra<br />

possibilità è che questa “signora”<br />

sia affetta da nanismo, ma le sue<br />

proporzioni non sarebbero state<br />

così simili a quelle umane».<br />

● “Evoluzione” al contrario<br />

Escluse le malattie, lo scheletro<br />

rappresenterebbe quindi un uomo<br />

(o, meglio, una donna) sana e di<br />

piccolissime dimensioni.<br />

E le stranezze<br />

Una truffa? Questa no. Ma...<br />

M<br />

olti paleoantropologi,<br />

alla notizia<br />

della scoperta dell’<br />

Homo floresiensis, hanno<br />

pensato a una truffa.<br />

E in particolare a<br />

una delle più riuscite<br />

truffe della storia della<br />

scienza. Nel 1912, il<br />

paleontologo inglese<br />

Charles Dawson scoprì<br />

in una cava nei pressi<br />

di Piltdown 2 teschi di<br />

un ominide apparentemente<br />

primitivo. Il<br />

teschio era umano, ma<br />

la mandibola era quella<br />

di una scimmia antropomorfa.<br />

Una conferma<br />

delle ipotesi che vedevano<br />

l’Europa come<br />

culla dell’umanità. Ma<br />

con le scoperte di altri<br />

fossili, che provenivano<br />

tutti dall’Asia e dall’Africa,<br />

il ritrovamento<br />

dell’uomo di Piltdown<br />

(battezzato Eoanthropus<br />

dawsoni) divenne<br />

però sospetto.<br />

■ Chi il colpevole?<br />

Finalmente, nel 1953,<br />

si fece luce sul fossile.<br />

Esami sui denti svelarono<br />

che le “strisce”<br />

che avrebbero dovuto<br />

simulare l’usura erano<br />

state fatte con una lima.<br />

Era tutta una truffa,<br />

architettata probabilmente<br />

da un paleontologo<br />

inglese per dimostrare<br />

che l’uomo<br />

era nato in Inghilterra.<br />

Il mini-cervello intelligente di Hobbit modifica<br />

il nostro posto nell’evoluzione della vita<br />

A. aethiopicus<br />

A. garhi<br />

A. africanus<br />

Indonesia<br />

Flores<br />

A. boisei<br />

Australia<br />

1 MILIONE<br />

DI ANNI FA<br />

Al limite di<br />

due mondi<br />

L’isola di Flores<br />

(nel cerchio)<br />

è tra l’Indonesia<br />

e l’Australia.<br />

H. rudolfensis<br />

Homo habilis<br />

H. erectus<br />

H.<br />

ergaster<br />

H. antecessor<br />

H. heidelbergensis<br />

A. robustus<br />

OGGI<br />

▲<br />

H. sapiens<br />

(uomo<br />

moderno)<br />

Il posto di Homo<br />

floresiensis<br />

nell’evoluzione.<br />

H. neanderthalensis<br />

Scimpanzé<br />

Gorilla


Le specie che vivono su isole<br />

tendono al nanismo. Qui<br />

c’erano anche mini-elefanti<br />

▲<br />

276<br />

sono molte, prosegue Bruner; prima<br />

di tutto, la forma della “signora<br />

hobbit” è quasi identica a quella<br />

di altri fossili di Homo erectus,ritrovati<br />

nel Caucaso, che appartenevano<br />

a uomini piccoli, con il naso<br />

corto e lunghi canini. Ma la loro<br />

età è 80 volte superiore (circa 1,5<br />

milioni di anni). E il loro cervello,<br />

come quello degli altri erectus, è<br />

di circa 700 centimetri cubici, quasi<br />

il doppio che nell’uomo di Flores.<br />

«Non resta che spiegare la presenza<br />

di questa “tribù” con gli strumenti<br />

dell’evoluzionismo. È probabile<br />

infatti che l’H. floresiensis<br />

sia un caso di nanismo insulare,<br />

cioè il fenomeno per cui le specie<br />

animali che crescono nelle isole<br />

rimpiccioliscono col passare dei<br />

millenni. È accaduto che, per<br />

esempio, una popolazione di elefanti<br />

nati e cresciuti sulle isole sia<br />

diventata dopo milioni di anni<br />

molto piccola; in Sicilia visse<br />

Elephas falconeri, alto circa circa<br />

90 cm al garrese». Gli evoluzionisti<br />

avanzano due ipotesi per spiegare<br />

questo fenomeno. La prima è che<br />

nelle isole non ci siano predatori e<br />

a scoperta del nuovo<br />

Lominide nano sembra<br />

destinata a<br />

rafforzare una<br />

credenza<br />

diffusa in<br />

tutto il<br />

mondo: quella<br />

dell’esistenza<br />

del “piccolo<br />

popolo”. Ancora<br />

oggi perfino nelle<br />

regioni più ricche<br />

dell’Europa (v.<br />

cartina) milioni di<br />

persone credono<br />

infatti all’esistenza di<br />

creature umanoidi in<br />

formato ridotto che<br />

vivono a contatto con la<br />

natura e si tengono il più<br />

possibile lontano<br />

da noi. Le 4<br />

categorie principali<br />

di queste<br />

creature –<br />

folletti, elfi,<br />

gnomi e nani –<br />

hanno in effetti<br />

non poco in<br />

comune con<br />

l’“ebu gogo” (v.<br />

12/2004<br />

quindi sia inutile essere grandi e<br />

grossi. Ma la spiegazione più probabile<br />

è che il nanismo sia dovuto<br />

anche a cause energetiche; in luoghi<br />

con poche risorse, sono le popolazioni<br />

piccole a sfruttare meglio<br />

l’energia dell’ecosistema: fanno<br />

quindi più figli che trasmettono<br />

alle generazioni successive i geni<br />

per la piccola statura.<br />

● Culmine della creazione?<br />

Qual è quindi lo scenario prospettato<br />

dai paleoantropologi? La<br />

migrazione dell’Homo erectus fuori<br />

dall’Africa, circa 1,8 milioni di<br />

anni fa, li portò in Cina, secondo le<br />

ultime scoperte, 1,66 milioni di anni<br />

fa; l’Asia fu quindi del tutto invasa<br />

ben prima del milione di anni<br />

fa. Molti si fermarono davanti al<br />

mare che divideva l’Indonesia dall’isola<br />

di Flores. Un tratto di mare<br />

difficile da attraversare, ma che gli<br />

erectus riuscirono a passare, fino a<br />

toccare l’isola circa 900 mila anni<br />

fa. Qui, quando il mare si rialzò,<br />

vissero per lunghissimo tempo isolati,<br />

diventando sempre più piccoli.<br />

Ma, soprattutto, perdendo sul-<br />

E se fosse un parente degli gnomi?<br />

riquadro a pag. 273) dei<br />

racconti indigeni dell’isola<br />

di Flores, dove<br />

è stato trovato lo<br />

scheletro<br />

dell’“uomo<br />

Hobbit”.<br />

■ Fantasia<br />

La loro popolarità<br />

è tale da<br />

aver costretto<br />

molti studiosi a<br />

cercare di spiegare<br />

la loro origine.<br />

Secondo le interpretazioni<br />

più accreditate si<br />

tratta di proiezioni della<br />

nostra fantasia, figlie<br />

della nostra propensione<br />

a vedere ovunque creature<br />

a nostra immagine e<br />

somiglianza. Ma<br />

c’è anche chi ha<br />

ipotizzato una<br />

loro reale<br />

esistenza. Nel<br />

1932, in una<br />

caverna del<br />

Wyoming, fu per<br />

esempio<br />

rinvenuta una<br />

mummia alta 50<br />

Eurolandia<br />

magica<br />

La tavola<br />

a destra<br />

riassume<br />

leggende e<br />

miti locali<br />

sul piccolo<br />

popolo.<br />

cm, subito attribuita a<br />

a un minuscolo umanoide<br />

che, secondo le<br />

leggende pellerosse,<br />

abitava la zona prima del<br />

loro arrivo. Si scoprì poi<br />

che apparteneva a un<br />

feto. Alla radice di que-<br />

Ritratto di famiglia col nonno<br />

Ricostruzioni di nostri parenti diretti (genere Homo) e di<br />

australopitechi. L’uomo di Flores discende dall’H. erectus, evidenziato.<br />

l’isola una delle più grandi conquiste<br />

dell’umanità, il cervello<br />

grande e complesso che secondo<br />

quello che si pensava fino a qualche<br />

tempo fa è lo strumento che ci<br />

ha permesso di conquistare il mondo.<br />

«La situazione è paradossale»<br />

dice Alessandro Minelli, evoluzionista<br />

e professore di zoologia all’Università<br />

di Padova.<br />

«Di solito, quando c’è la diminuzione<br />

delle dimensioni, ciò che si<br />

Gli gnomi in Europa<br />

Sono stranamente assenti<br />

in Francia e Spagna, ma<br />

avvistati ovunque nel<br />

resto d’Europa. In<br />

rosso, le aree più<br />

“frequentate”.<br />

ste leggende<br />

potrebbe esserci<br />

l’“uomo Hobbit”?<br />

Gli scienziati sono<br />

scettici: è probabile che<br />

questa specie si sia<br />

sviluppata solo in queste<br />

isole (v. articolo sopra).<br />

riduce di meno è il cervello». Per<br />

questo per paleontologi ed evoluzionisti,<br />

la scoperta di Homo floresiensis<br />

mette in discussione alcuni<br />

meccanismi e addirittura il<br />

posto dell’uomo nella “linea” evolutiva.<br />

Dopo la scoperta dell’omino<br />

di Flores diventa ancora più difficile<br />

sostenere che siamo la creatura<br />

privilegiata della creazione, e<br />

il culmine del processo di trasformazione<br />

delle specie. ■<br />

Ecco le “prove”<br />

Nelle foto a sinistra, in alto una<br />

statuetta olmeca di un nano. In<br />

basso, la presunta mummia di<br />

gnomo trovata in Usa nel 1932.


© Gruner und Jahr - Mondadori SpA<br />

Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica riservati.<br />

Gruner und Jahr-Mondadori Spa<br />

Gruner und Jahr-Mondadori SpA<br />

Corso Monforte, 54 - 20122 Milano<br />

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