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L'autogrill del Neolitico - Focus

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Archeologia<br />

202<br />

Eccezionale scoperta nel Corno d’Africa: un luogo sacro di 5 mila anni fa in un punto di ristoro sulla rotta dei commerci<br />

Lascaux<br />

africana<br />

L’altura di<br />

Las Geel,<br />

in Somaliland<br />

(ex Somalia),<br />

dove sono state<br />

scoperte pitture<br />

rupestri di<br />

epoca neolitica:<br />

per bellezza<br />

e interesse<br />

storico sono<br />

paragonabili<br />

a quelle <strong>del</strong>la<br />

famosa grotta<br />

di Lascaux<br />

(Francia).<br />

L’autogrill <strong>del</strong> <strong>Neolitico</strong><br />

150 dipinti rupestri perfettamente conservati,<br />

che raccontano la vita di un popolo di pastori.<br />

Con una sorpresa: adoravano una dea-mucca.<br />

06/2004<br />

Intatti dopo<br />

millenni<br />

I ricercatori<br />

Xavier Gutherz<br />

e Luc Jallot<br />

studiano alcuni<br />

disegni.<br />

Dea e sacerdote<br />

Una grande mucca; si riconosce<br />

sotto il suo ventre un sacerdote<br />

con addosso un vestito rituale.


204<br />

La scoperta è avvenuta in Somaliland,<br />

detta anche “il<br />

Paese che non c’è” per gli<br />

scarsi riconoscimenti internazionali<br />

ricevuti dopo l’indipendenza<br />

dalla Somalia nel 1991. Una<br />

porzione di deserto nel Corno<br />

d’Africa: 137 mila km 2 , quasi mezza<br />

Italia. Nell’antichità questa zona<br />

era invece una terra verde e fertile:<br />

per questo fu annessa ai domìni<br />

<strong>del</strong>la regina egizia Hatshepsut<br />

(XVIII dinastia). Quando gli Egizi<br />

la colonizzarono, nel 1500 a. C.,<br />

assoggettarono una popolazione<br />

che già dal 3000 a. C. adorava una<br />

divinità insolita per una società patriarcale:<br />

una dea-mucca.<br />

Lo scenario emerge dalla scoperta<br />

di 150 pitture rupestri nella<br />

località di Las Geel, da parte di un<br />

gruppo di archeologi francesi. I dipinti<br />

sono perfettamente conservati:<br />

hanno un impatto visivo paragonabile<br />

a quelli <strong>del</strong>la celebre<br />

grotta di Lascaux (Francia). In più,<br />

i suoi soggetti sono diversi da quelli<br />

degli altri siti pittorici neolitici<br />

<strong>del</strong>la vicina Etiopia (vedere cartina<br />

in alto).<br />

Las Geel, che nella lingua locale<br />

significa “la pozza d’acqua dei dromedari”<br />

– dato che i nomadi vi<br />

portano il bestiame per bere durante<br />

la loro transumanza – era<br />

una sorta di autogrill arcaico. Come<br />

spesso accadeva sulle rotte <strong>del</strong>la<br />

transumanza e dei commerci, in<br />

questi luoghi di acque perenni e<br />

06/2004<br />

Vernice<br />

fresca<br />

In rosso, i siti<br />

con pitture<br />

rupestri. La<br />

località di<br />

questo articolo<br />

è sottolineata.<br />

Le mucche sono disegnate<br />

con ornamenti sacri:<br />

come santi in processione<br />

di ristoro venivano ricavate <strong>del</strong>le<br />

zone sacre. E Las Geel si prestava<br />

molto bene allo scopo, con un’altura<br />

di circa 40 metri, estesa per 5<br />

ettari, e con numerose pareti rocciose<br />

su cui gli artisti di 5 mila anni<br />

fa poterono sbizzarrirsi.<br />

Se si escludono una giraffa e diversi<br />

cani, questi graffitari preistorici<br />

dedicarono quasi tutte le loro<br />

pitture ai bovini e all’uomo. I bovini,<br />

soprattutto femmine, appaiono<br />

senza gobba: quindi, secondo<br />

gli studiosi francesi, discendevano<br />

dal Bos taurus, una specie africana,<br />

dato che i bovini con la gobba arrivarono<br />

dall’India in un periodo<br />

successivo. E la vera stranezza è<br />

che appaiono molto più grandi degli<br />

uomini, disegnati quasi sempre<br />

sotto di loro, in particolare sotto<br />

le grandi mammelle con i 4 capezzoli<br />

ben definiti. Altri minuscoli<br />

personaggi stanno sotto il collo<br />

<strong>del</strong>le mucche, tutte ben stilizzate<br />

e con le corna a lira.<br />

● Bovini come santi<br />

Le grandi mucche, disegnate con<br />

il ventre ad arco – in segno di protezione<br />

degli uomini – hanno anche<br />

una particolarità: portano una<br />

lunga gualdrappa (un drappo ornamentale)<br />

intorno al collo. «Pensavamo<br />

a una deformazione stilistica,<br />

voluta per rappresentare un<br />

collo grosso in segno di prosperità»<br />

spiega il capo <strong>del</strong>la spedizione<br />

Xavier Gutherz, <strong>del</strong> Centro na-<br />

▲<br />

Qui piove 15<br />

giorni l’anno<br />

Questi monoliti<br />

sono tombe<br />

(ancora non<br />

datate, ma di<br />

sicura origine<br />

preislamica),<br />

nei pressi di<br />

Las Geel.<br />

Cinquemila anni<br />

fa la zona era<br />

verde. Oggi<br />

invece è<br />

diventata un<br />

deserto: piove<br />

solo 15<br />

giorni l’anno.<br />

Un drink nel deserto<br />

Dromedari si abbeverano in<br />

un pozzo di Las Geel: sullo<br />

sfondo l’altura con i graffiti.<br />

Tavolozza<br />

preistorica<br />

A sinistra, la<br />

larga parete<br />

centrale dove<br />

sono state<br />

trovate le pitture<br />

rupestri. La<br />

posizione e<br />

l’esposizione al<br />

sole (oltre alla<br />

mancanza<br />

d’umidità) hanno<br />

favorito la<br />

perfetta<br />

conservazione<br />

dei dipinti.<br />

06/2004 205


206<br />

Cani, buoi<br />

e sacerdoti<br />

Alcune <strong>del</strong>le<br />

pitture rupestri<br />

di Las Geel.<br />

1) Mucca con<br />

gualdrappa<br />

rituale.<br />

2) Umano<br />

maschio, forse<br />

un sacerdote.<br />

3) Cane<br />

domestico.<br />

4) Bue di forma<br />

allungata.<br />

5) Mucca<br />

con gualdrappa<br />

e mammelle.<br />

6) Vitellini.<br />

06/2004<br />

4<br />

6<br />

Vigilare sul nulla<br />

Un soldato <strong>del</strong> Somaliland: la<br />

comunità internazionale non ha<br />

riconosciuto l’area come<br />

indipendente dalla Somalia.<br />

5<br />

Ornamenti sacri<br />

Questa mucca è adornata<br />

<strong>del</strong> drappo rituale con disegni<br />

elaborati. Le mammelle e<br />

i 4 capezzoli sono ben definiti.<br />

2<br />

Disegnare gli animali più<br />

grandi <strong>del</strong>l’uomo significava<br />

elevarli al ruolo di divinità<br />

zionale <strong>del</strong>le ricerche francese.<br />

«Ma ora, studiando meglio le immagini,<br />

abbiamo la certezza che si<br />

trattava di un rivestimento di lino,<br />

dipinto con diversi motivi, o forse<br />

ricamato». Erano, insomma, mucche<br />

addobbate come statue di santi<br />

per una festa religiosa.<br />

▲<br />

6<br />

1<br />

● Riti e stregoni<br />

Su una parete c’è una figura<br />

confusa, forse uno stregone. Gli<br />

uomini sono disegnati in un modo<br />

particolare, a testimonianza che<br />

sulle rocce lisce di Las Geel gli artisti<br />

<strong>del</strong> <strong>Neolitico</strong> ebbero uno stile<br />

unico: le teste umane sono spesso<br />

rotonde, a volte coniche, ma sempre<br />

molto piccole. Possono essere<br />

ornate con un pettine biforcuto.A<br />

braccia larghe, gli uomini sembra-<br />

3<br />

no indossare una “camicia” a strisce<br />

che ricorda le gualdrappa <strong>del</strong>le<br />

mucche. Potrebbero essere i sacerdoti<br />

<strong>del</strong> culto. In mano alcuni<br />

uomini hanno scudi, archi e bastoni.<br />

Molti sembrano danzare.<br />

Altre pitture rupestri, dall’Australia<br />

alla Francia, hanno già mostrato<br />

uomini piccoli con animali<br />

riprodotti in scala molto più grande,<br />

ma quasi sempre erano animali<br />

selvatici, non domestici. Il motivo?<br />

Nel lungo periodo preistorico<br />

di caccia e raccolta, le comunità si<br />

rivolgevano a uno spirito animale,<br />

cioè al Signore degli animali, o a<br />

specie-totem, per propiziare la caccia.<br />

E questi animali venivano poi<br />

raffigurati in scala maggiore (per<br />

sottolinearne il valore spirituale)<br />

sulle pareti rocciose di caverne e ri-<br />


L’<br />

E in Eritrea la mucca era un Dio-Sole<br />

adorazione di<br />

divinità femminili<br />

da parte di civiltà<br />

pastorali (per loro<br />

natura tendenti al<br />

patriarcato, quindi<br />

con una preminenza<br />

<strong>del</strong> ruolo maschile)<br />

era diffusa anche<br />

nell’attuale Eritrea.<br />

Qui il Centro studi di<br />

archeologia africana,<br />

che ha sede a Milano,<br />

studia da anni le<br />

pitture rupestri di<br />

località come Ba’ Attì<br />

Sulluh. Molte risal-<br />

I pastori di<br />

solito adorano<br />

il toro: ma<br />

qui si preferì<br />

la femminilità<br />

pari, in riti magico-religiosi. L’ipotesi<br />

che a Las Geel siano invece<br />

raffigurate mucche sacre sarebbe<br />

avvalorata dal fatto che si era passati<br />

dalla caccia a un’economia basata<br />

sulla pastorizia.<br />

▲<br />

● Fe<strong>del</strong>i alla dea madre<br />

Ma l’antico popolo di Somaliland<br />

non aveva adottato la figura<br />

“maschilista” <strong>del</strong> toro, che stava<br />

spopolando fra gli allevatori <strong>del</strong><br />

Mediterraneo. Non si era cioè affidato<br />

alle divinità maschili, aggressive<br />

e guerriere che arrivarono con<br />

i progenitori degli Indoeuropei (il<br />

popolo dei Kurgan) che influenzarono<br />

lingua e cultura di pastori e<br />

agricoltori di Europa e Asia, fino<br />

all’India (v. <strong>Focus</strong> n° 134). Il po-<br />

gono alla stessa<br />

epoca di quelle di Las<br />

Geel. «Anche in<br />

Eritrea la figura<br />

femminile è rappresentata<br />

sotto forma di<br />

mucca che allatta,<br />

con importanti significati<br />

simbolici»<br />

osserva l’etnologo<br />

Giulio Calegari.<br />

Protettrice. «Sotto le<br />

mucche non ci sono<br />

“sacerdoti” come a<br />

Las Geel, ma vitelli<br />

che danno l’idea <strong>del</strong>la<br />

rigenerazione. Gli<br />

Come Athor<br />

l’egiziana<br />

Una pittura<br />

rupestre eritrea:<br />

a sinistra alcuni<br />

guerrieri, sotto<br />

un uomo munge<br />

una mucca.<br />

uomini le mungono, o<br />

stanno intorno con le<br />

mani alzate in segno<br />

di preghiera».<br />

Mammelle radiose.<br />

«Dalle mammelle di<br />

una mucca sembrano<br />

uscire, col latte,<br />

anche raggi di luce<br />

simili a quelli <strong>del</strong><br />

Sole: un segno che<br />

potrebbe sottolineare<br />

la protezione cosmica<br />

di questo animale<br />

domestico, e quindi la<br />

sua importanza come<br />

divinità».<br />

Uomo di Las Geel con<br />

arco, scudo e pettine.<br />

polo di Somaliland era rimasto fe<strong>del</strong>e<br />

alla dea madre dei cacciatoriraccoglitori<br />

e dei primi agricoltori,<br />

sotto forma di “mucca madre”.<br />

Probabilmente (v. riquadro sopra)<br />

non fu l’unico caso. Forse la celebre<br />

dea egizia Athor, la vacca celeste<br />

che proteggeva e nutriva<br />

idealmente uomini comuni e grandi<br />

faraoni, viene proprio dal mito<br />

<strong>del</strong>la mucca che troneggia sulle<br />

rocce <strong>del</strong> “Paese che non c’è”. ■<br />

Franco Capone


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