GIOIA DELLA VITA - Parrocchia "San Giuseppe" in Manfredonia

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Mosè non si fece impressionare dai modi buschi del cane pastore; il suo
amico Buck lo aveva messo in guardia. Si accomodò vicino alla legnaia e aspettò
pazientemente.
Passarono i giorni, ma Taros continuava a far finta di niente. Poi un pomeriggio
gli si avvicinò e con fare gentile gli portò un bel pezzo di polenta e del formaggio.
«Tieni, te lo sei meritato! Sono pochi quelli che resistono così tanti giorni;
vuol dire che il tuo problema è serio ed hai veramente bisogno di aiuto. Dimmi
cosa ti affligge».
«Vorrei sapere cosa devo fare per essere felice» chiese il gatto Mosè.
Taros ci pensò su e poi disse serio: «La felicità non è un’idea astratta, è uno
stato d’animo. Non è arrovellandoti il cervello che la raggiungi; anzi più ci pensi e
la cerchi e meno la trovi».
«Allora non avrò speranza di essere felice?» chiese il gatto.
«No, non dicevo questo, ma la felicità si conquista giorno per giorno; è un
lento cammino che devi compiere da solo, ma non solitario».
«Che strano modo di parlare» disse il gatto, «Se si è da soli non si è anche
solitari?».
«Intendevo dire che nessuno può compiere per te questo cammino, ma che
non si è mai soli in questa ricerca. Non sarai mai felice se non riuscirai a capire
questa semplice verità. Cercherò di spiegarmi con un esempio. Facciamo finta che
i tuoi baffi siano la felicità. Prova ad afferrarli ambedue mentre cammini».
Mosè provò in tutti i modi di afferrarli con le zampe mentre camminava, ma
non ci riusciva. Anzi più si affannava e più le cose si facevano complicate, fino a
inciampare e cadere goffamente a terra.
«Non ci riesco» disse alla fine.
«Non ci riesci perché è impossibile camminare afferrando i tuoi baffi. Puoi
tentare quanto vuoi ma non ce la farai mai! Così è per la felicità: non serve darsi
tanto da fare, affannarsi, preoccuparsi o angosciarsi per afferrarla... non si fa
nient’altro che peggiorare la situazione».
«Vuol dire che devo smetterla di cercare la felicità?».
«Sì, devi piantarla di pensare alla felicità come ad una cosa da conquistare
e cercare invece di essere felice. Vedi, è un po’ come per i tuoi baffi. Se tu cammini
e corri senza pensare di afferrarli essi ti seguono dovunque tu vada. Se invece
ti dai da fare, vivi in modo frenetico, cerchi in tutti i modi di essere felice.., non ci
riesci e rimani sempre insoddisfatto.
«La felicità la trovi se riesci a godere le cose di ogni giorno. Quando mangi
pensa a mangiare, gustandoti il cibo che sei riuscito a procurarti;
quando cammini pensa a camminare, guardando bene
dove metti i piedi e a quante cose belle e nuove ci sono davanti
ai tuoi occhi;
quando dormi pensa a riposarti nel migliore dei modi...
Non ti sto dicendo di vivere solo del presente; tu sei frutto
anche del passato e sei proiettato nel futuro, e la felicità sta
in questo: scoprire che il presente è fatto di passato e di futuro.
Quindi vivi la vita nella sua globalità, minuto per minuto,
attimo per attimo; ma non dimenticare mai che la felicità è dentro, non fuori
dite.
«Goditi il sole, l’aria, le stelle e la luna, ma anche la pioggia che fa crescere e
mantiene verde l’albero sotto cui ti ripari dal sole e ti riposi. Quell’albero che c’era
già quando tu non c’eri e che continuerà ad esserci anche dopo dite.
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