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GIOIA DELLA VITA - Parrocchia "San Giuseppe" in Manfredonia

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<strong>GIOIA</strong> <strong>DELLA</strong> <strong>VITA</strong><br />

Vivere è Bello. Spesso chi animiamo ha bisogno di vedere attorno a sé persone gioiose di vivere.<br />

La gioia poi si moltiplica nel donare noi stessi agli altri. Ester, si racconta nel libro biblico, mette<br />

anche a repentaglio la sua vita pur di salvare il suo popolo.<br />

Diventa un testimone di gioia con la tua vita!<br />

“In tutte le maniere vi ho mostrato che i deboli si devono soccorrere lavorando così,<br />

ricordando le parole del Signore Gesù, che disse: "C’è più gioia nel dare che nel ricevere!”<br />

(Atti degli Apostoli 20,35)<br />

La gioia non può essere separata dal dono. In Dio tutto è gioia perché tutto<br />

è dono (Paolo VI). La nostra gioia è il mezzo migliore per predicare il cristianesimo<br />

(Madre Teresa).<br />

RIFLETTIAMO<br />

La speranza<br />

1. DAL CATECHISMO <strong>DELLA</strong> CHIESA CATTOLICA<br />

Articolo 7 – LE VIRTU’, n 1817-1821<br />

(1817) La speranza è la virtù teologale per la quale desideriamo<br />

il regno dei cieli e la vita eterna come nostra felicità,<br />

riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci<br />

non sulle nostre forze, ma sull’aiuto della grazia dello<br />

Spirito <strong>San</strong>to…<br />

(1818) La virtù della speranza risponde all’aspirazione alla<br />

felicità, che Dio ha posto nel cuore di ogni uomo; essa assume le<br />

attese che ispirano le attività degli uom<strong>in</strong>i; le purifica per ord<strong>in</strong>arle al regno dei<br />

cieli; salvaguarda dallo scoraggiamento; sostiene <strong>in</strong> tutti i momenti di abbandono;<br />

dilata il cuore nell’attesa della beatitud<strong>in</strong>e eterna. Lo slancio della speranza preserva<br />

dall’egoismo e conduce alla gioia della carità. […]<br />

(1820) La speranza cristiana si sviluppa, f<strong>in</strong> dagli <strong>in</strong>izi della predicazione di<br />

Gesù, nell’annuncio delle beatitud<strong>in</strong>i... È altresì un’arma che ci protegge nel combattimento<br />

della salvezza: «Dobbiamo essere [...] rivestiti con la corazza della fede<br />

e della carità, avendo come elmo la speranza della salvezza» (1Ts 5,8). Essa ci<br />

procura la gioia anche nella prova: «Lieti nella speranza, forti nella tribolazione»<br />

(Rm 12,12). Si esprime e si alimenta nella preghiera, <strong>in</strong> modo particolarissimo<br />

nella preghiera del Signore, s<strong>in</strong>tesi di tutto ciò che la speranza ci fa desiderare…<br />

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2. <strong>GIOIA</strong><br />

(Enzo Bianchi, da “Lessico della vita <strong>in</strong>teriore”, BUR, 2009)<br />

Credente nell’Evangelo, nella buona notizia, il cristiano risponde con la gioia<br />

all’evento della salvezza portata da Gesù Cristo. La gioia è dunque coestensiva alla<br />

fede cristiana; non è una possibilità, ma una responsabilità del credente...<br />

Tutto il Vangelo è racchiuso fra l’annuncio della grande gioia della nascita del<br />

Salvatore a Betlemme (cfr. Luca 2,10-11) e la gioia esplosa all’alba del primo giorno<br />

dopo il sabato, il giorno della resurrezione (cfr. Matteo 28,8).<br />

Ma per comprendere cosa significhi che la vita cristiana è segnata dalla gioia<br />

occorre <strong>in</strong>terrogarsi sull’esperienza umana della gioia. Se anche non riusciamo<br />

a def<strong>in</strong>irla <strong>in</strong> modo esauriente, pure della gioia noi tutti abbiamo un’esperienza. È<br />

come un vertice dell’esistenza, una sensazione di pienezza <strong>in</strong> cui la vita appare<br />

nella sua positività, come piena di senso e meritevole di essere vissuta…<br />

La gioia è esperienza di pienezza di senso che apre il futuro dell’uomo consentendo<br />

la speranza. Essa connota un determ<strong>in</strong>ato rapporto con il tempo: vi può <strong>in</strong>fatti<br />

essere una gioia dell’attesa (l’attesa dell’arrivo di una persona cara, l’attesa di<br />

una nascita ecc.), una gioia per una presenza, e una gioia del ricordo (o, se si<br />

vuole, il ricordo della gioia…<br />

Insomma, possiamo dire che la gioia è esperienza che co<strong>in</strong>volge la totalità<br />

dell’esistenza umana e che emerge con forza nei momenti dell’amore (le gioie<br />

dell’amicizia e dell’amore) e della convivialità (dove il mangiare <strong>in</strong>sieme è celebrazione<br />

per eccellenza della gioia di vivere e di vivere <strong>in</strong>sieme)…<br />

Questo non significa certo dire che il cristiano non conosca più tristezze o dolori<br />

che escludono assolutamente la compresenza della gioia. Ma significa che la<br />

gioia cristiana abita nel profondo del credente e consiste nella sua vita nascosta<br />

con Dio. È la gioia <strong>in</strong>dicibile e gloriosa (1 Pietro 1,8-9) di chi ama Cristo e già vive<br />

con lui nel segreto della fede. È la gioia che nessuno può estirpare perché nessuno<br />

può impedire al cristiano di amare il Signore e i fratelli anche <strong>in</strong> situazioni e-<br />

streme: i martiri sono là a ricordarcelo…<br />

3. DAI CATECHISMI<br />

(Liberamente tratto dal Catechismo, “Vi ho chiamato amici”, p. 9)<br />

Vic<strong>in</strong>o al sole, tra miliardi di stelle, un piccolo pianeta custodisce<br />

il più grande tesoro: la vita.<br />

Vita di <strong>in</strong>numerevoli esseri vegetali; vita di <strong>in</strong>numerevoli esseri<br />

animali...<br />

Qui sulla terra, è la dimora degli uom<strong>in</strong>i: creature libere,<br />

capaci di pensare, di volere, di amare. Lungo i fiumi, sulle coste<br />

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dei mari e degli oceani, ai piedi o sulle pendici delle montagne, essi hanno costruito<br />

capanne, case, paesi, città. E poi strade e ponti, autostrade, ferrovie e aeroporti,<br />

per collegarsi e comunicare tra di loro.<br />

Dalle primissime <strong>in</strong>venzioni, la leva, la ruota, gli strumenti per lavorare la<br />

pietra e poi il ferro..., alle conquiste più moderne, gli uom<strong>in</strong>i vivono una straord<strong>in</strong>aria<br />

avventura, il cui <strong>in</strong>izio si perde nel tempo e la cui f<strong>in</strong>e nessuno conosce.<br />

Ma, nello stesso tempo, un senso di paura cresce nel mondo.<br />

Il m<strong>in</strong>uscolo calcolatore che sta nel palmo di una mano è prodigio di perfezione;<br />

eppure con la stessa tecnica è possibile progettare e provocare la distruzione<br />

di <strong>in</strong>tere città. Una piccola fiala di morf<strong>in</strong>a allevia il dolore del malato; ma può<br />

anche servire per avviare ragazzi e ragazze sulle vie della droga e della morte.<br />

Scienza, tecnica e progresso possono salvare <strong>in</strong>tere popolazioni dalla fame,<br />

dalle malattie e dalla morte; ma possono anche costruire strumenti mostruosi dì<br />

distruzione, o compromettere l’equilibrio del creato.<br />

Con la loro genialità e il loro lavoro, gli uom<strong>in</strong>i possono scrivere ogni giorno<br />

una storia meravigliosa; o <strong>in</strong>vece una storia di miseria.<br />

«La vita è un’avventura meravigliosa! La vita è uno scrigno dai mille<br />

tesori!».<br />

In ognuno è presente l’aspirazione alla gioia, lo stimolo dell’entusiasmo,<br />

l’ottimismo della spensieratezza. L’educatore ha il compito di allargare lo spazio<br />

dello spirito di saggezza, <strong>in</strong>segnando a vedere il bicchiere mezzo pieno:<br />

‣ se la nostra società è abbonata alla cronaca nera, apriamo testate di<br />

cronaca bianca;<br />

‣ se ricerca morbosamente scandali e pettegolezzi, diamo luce a chi<br />

porta avanti il mondo col suo dovere silenzioso;<br />

‣ se i modelli televisivi sono «vel<strong>in</strong>e» e «granfratelli», diamo risalto a chi<br />

conquista uno spazio con fatica e dedizione.<br />

La vita diventa qu<strong>in</strong>di una questione di responsabilità: sta a noi maneggiarla<br />

con consapevolezza, non lasciarci sfuggire la sua pienezza. Sta a noi provare<br />

a comprenderla, gustando quello che a piene mani ci offre. Per quanto la sofferenza<br />

possa bussare alla nostra porta, non sarà mai poco.<br />

È dunque un problema di occhi giusti: vorremmo fossero nuovi, pieni di<br />

sorpresa e meraviglia, attenti ai particolari così ben <strong>in</strong>castonati <strong>in</strong> un quadro perfetto<br />

da far <strong>in</strong>nalzare l’anima al suo Autore: non può essere che un Dio <strong>in</strong>namorato<br />

di noi.<br />

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4. DAL DIARIO DI DUE “STELLE”<br />

UNA SANTA DELLE PICCOLE COSE: BERTILLA BOSCARDIN.<br />

(Liberamente tratto da, P. Gabriele di S, M. Maddalena O.C.D., “Diario spirituale di <strong>San</strong>ta M. Bertilla”, estratto dalla “Rivista di Vita Spirituale”<br />

Corso Italia, 38 Roma, ottobre 1952, OTV Stocchiero – Vicenza)<br />

(Nata il 6 ottobre 1888 <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Vicenza, entrò nel 1905 nelle suore Maestre di <strong>San</strong>ta<br />

Dorotea Figlie dei <strong>San</strong>tissimi Cuori a Vicenza. Divenuta <strong>in</strong>fermiera, lavorò nell'ospedale di<br />

Treviso, dove si dedicò a servire i malati nel corpo e nello spirito, <strong>in</strong>faticabile nell'aiutare le<br />

consorelle. Nonostante fosse stata colpita da un tumore a soli 22 anni, cont<strong>in</strong>uò con impegno<br />

il proprio lavoro, reso più faticoso dalle difficoltà e dalle tensioni della prima guerra mondiale.<br />

Morì a Treviso a 34 anni, nel 1922. La sua grandezza spirituale sta nell'aver cercato nella<br />

fatica, nell'umiltà, nel silenzio, un'unione con Dio sempre più profonda).<br />

1916.<br />

Mai stanca; mai scoraggiata. La pazienza, disse nostro Signore a S. Cater<strong>in</strong>a non vive<br />

che di fatiche, ed è la compagna <strong>in</strong>separabile della carità. A Dio tutta la gloria, alle mie<br />

sorelle (suore) tutta la gioia, e a me tutto il lavoro. Chi persevera e fa ciò che può confidando<br />

sempre <strong>in</strong> Dio, riesce a tutto.<br />

UNA GIOVANE LAICA PIENA DI <strong>VITA</strong>: MARIA ORSOLA BUSSONE.<br />

(Liberamente tratto da, Gianni Bianco, “Evviva la vita!. Maria Orsola, la corsa verso il cielo di una ragazza del ‘68”, Ed. <strong>San</strong> Paolo, 2006)<br />

(Nata a Vallo Tor<strong>in</strong>ese, il 2 ottobre 1954 ed è morta a Venezia, il 10 luglio 1970, a sedici anni, per un<br />

tragico <strong>in</strong>cidente. Il suo vivere fu quello di una brillante studentessa, partecipava attivamente alla vita<br />

dell’Oratorio parrocchiale di Vallo Tor<strong>in</strong>ese; con il suo carattere estroverso, gioviale e spontaneo, era sempre<br />

pronta ad aiutare chi ne aveva bisogno. Sportiva appassionata, praticava nuoto, ciclismo,<br />

patt<strong>in</strong>aggio a rotelle, sci. Il quadro che se ne ricava è quello di una ragazza a posto sotto<br />

tutti gli aspetti, <strong>in</strong>tellettivi, familiari, spirituali, nei rapporti con gli altri. L’<strong>in</strong>contro nel 1967<br />

con il Movimento dei Focolari trasformò la sua giovane vita. Giovanni Paolo II, durante la<br />

sua visita a Tor<strong>in</strong>o del 3 settembre 1988 la additò ai giovani quale esempio lum<strong>in</strong>oso<br />

dell’accettazione della propria vita, come un dono ricevuto e non di un possesso egoistico).<br />

21 ottobre 1968 (Lunedì)<br />

«Sera. Come sono contenta!<br />

Che bella la vita! W la vita!!!<br />

Sono appena tornata da don: ho parlato un po’ con lui, ma non di cose straord<strong>in</strong>arie.<br />

Gesù <strong>in</strong> mezzo è veramente potente, ti aiuta a superare ogni difficoltà e ti dà la gioia, la luce,<br />

la pace, la serenità. Vale qu<strong>in</strong>di vivere per Dio. Dai, Maria, vai avanti, se arrivano le difficoltà...<br />

bene, grazie, Gesù, amale e buttati. Sì, Dio è amore, Dio è tutto qu<strong>in</strong>di forza... ama<br />

sempre, subito, con gioia per prima!<br />

Cercherò di fare apostolato con Maria ed Enrica: devo aiutarle.<br />

Poi devo dare Dio agli altri e specialmente ai ragazzi.<br />

Cercherò di vestirmi e di essere bella per Dio.<br />

Questa sì che è vita!<br />

W la vita!».<br />

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5. UN RACCONTO PER RIFLETTERE<br />

IL GATTO MOSÈ<br />

(Tratto da Sergio Bocch<strong>in</strong>i, Favole come parabole, Editrice Elle Di Ci, pag. 157)<br />

Lo avevano chiamato Mosè su proposta della<br />

nonna, anche se non era stato salvato dalle acque ma<br />

da un bidone della spazzatura. Ma gli andò bene perché<br />

Alfonso, un bimbetto che passava per strada, sentì<br />

il suo debole miagolio e lo salvò dalla morte, proprio<br />

quando ormai aveva perso ogni speranza.<br />

Nella nuova casa trovò un ambiente accogliente,<br />

che lo aiutò a dimenticare la sua triste avventura. Tutti<br />

gli volevano bene, soprattutto Alfonso che lo coccolava<br />

e gli era veramente amico. Non gli mancava nulla: poteva muoversi liberamente<br />

per la casa, aveva un suo angolo per giocare, un soffice cusc<strong>in</strong>o per dormire, del<br />

cibo delizioso… <strong>in</strong>somma roba da leccarsi i baffi.<br />

Ma non era un gatto felice.<br />

C’era qualcosa che lo rendeva <strong>in</strong>quieto..., anche se nemmeno lui sapeva cosa.<br />

In certi momenti della giornata si sentiva dentro una tale tristezza e <strong>in</strong>soddisfazione<br />

da farlo sentire il gatto più <strong>in</strong>felice e sfortunato del mondo. Allora si rodeva<br />

dentro chiedendosi cosa fare per essere felice. Ma non trovava mai la risposta<br />

giusta!<br />

Con le sue preoccupazioni angosciava anche il vecchio Buck, un cane lupo<br />

carico di anni e di buon senso, diventato suo caro amico.<br />

Un giorno, mentre se ne stava accoccolato accanto a lui, gli chiese: «Cosa<br />

posso fare, Buck, per raggiungere la felicità?».<br />

«Ahi!, ci risiamo» sospirò il vecchio lupo. «Ma come è possibile essere sempre<br />

così assillati dalla ricerca della felicità! Dimmi un po’? Cosa vorresti <strong>in</strong> questo<br />

momento?» gli chiese Buck.<br />

«Mangiare una bella scatola di cibo per gatti» gli rispose Mosè.<br />

«Ecco questa è la felicità!» rispose Buck. «Prendi una scatola e mangiala<br />

tranquillo. Vedrai che con la pancia piena avrai meno problemi filosofici!».<br />

Mosè aveva molta stima di Buck e considerava sempre con molta attenzione<br />

ciò che lui gli diceva. Fece come gli aveva consigliato, ma dopo aver mangiato si<br />

accorse che il suo problema non l’aveva risolto. Quel qualcosa che lo rendeva <strong>in</strong>quieto<br />

e scontento era ancora presente. «No, la felicità non può essere <strong>in</strong> una scatoletta<br />

di cibo, anche se prelibato, si disse. Non si può comprare al supermercato!».<br />

Questa storia della felicità stava diventando una vera ossessione per il povero<br />

Mosè, tanto da lasciarlo sempre scontento e con l’idea di essere un gatto<br />

proprio malriuscito.<br />

Un giorno, che come al solito si stava lagnando con Buk, il fedele amico gli<br />

disse che Taros, un cane pastore, forse poteva aiutarlo.<br />

Mosè si mise alla ricerca di Taros che viveva <strong>in</strong> una vecchia baita di montagna.<br />

Trovò il cane <strong>in</strong>tento a sorvegliare un gregge di pecore.<br />

Si presentò con molta educazione, ma il cane fu duro e scostante. «Cosa sei<br />

venuto a fare? Non ho tempo da perdere con gente che si fa dei problemi <strong>in</strong>utili!»<br />

disse con fare deciso, cont<strong>in</strong>uando a fare le proprie cose. Si comportava così con<br />

tutti quelli che venivano a cercarlo. Se non si scoraggiavano e cont<strong>in</strong>uavano ad<br />

aspettare voleva dire che erano motivati e non dei perditempo.<br />

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Mosè non si fece impressionare dai modi buschi del cane pastore; il suo<br />

amico Buck lo aveva messo <strong>in</strong> guardia. Si accomodò vic<strong>in</strong>o alla legnaia e aspettò<br />

pazientemente.<br />

Passarono i giorni, ma Taros cont<strong>in</strong>uava a far f<strong>in</strong>ta di niente. Poi un pomeriggio<br />

gli si avvic<strong>in</strong>ò e con fare gentile gli portò un bel pezzo di polenta e del formaggio.<br />

«Tieni, te lo sei meritato! Sono pochi quelli che resistono così tanti giorni;<br />

vuol dire che il tuo problema è serio ed hai veramente bisogno di aiuto. Dimmi<br />

cosa ti affligge».<br />

«Vorrei sapere cosa devo fare per essere felice» chiese il gatto Mosè.<br />

Taros ci pensò su e poi disse serio: «La felicità non è un’idea astratta, è uno<br />

stato d’animo. Non è arrovellandoti il cervello che la raggiungi; anzi più ci pensi e<br />

la cerchi e meno la trovi».<br />

«Allora non avrò speranza di essere felice?» chiese il gatto.<br />

«No, non dicevo questo, ma la felicità si conquista giorno per giorno; è un<br />

lento camm<strong>in</strong>o che devi compiere da solo, ma non solitario».<br />

«Che strano modo di parlare» disse il gatto, «Se si è da soli non si è anche<br />

solitari?».<br />

«Intendevo dire che nessuno può compiere per te questo camm<strong>in</strong>o, ma che<br />

non si è mai soli <strong>in</strong> questa ricerca. Non sarai mai felice se non riuscirai a capire<br />

questa semplice verità. Cercherò di spiegarmi con un esempio. Facciamo f<strong>in</strong>ta che<br />

i tuoi baffi siano la felicità. Prova ad afferrarli ambedue mentre camm<strong>in</strong>i».<br />

Mosè provò <strong>in</strong> tutti i modi di afferrarli con le zampe mentre camm<strong>in</strong>ava, ma<br />

non ci riusciva. Anzi più si affannava e più le cose si facevano complicate, f<strong>in</strong>o a<br />

<strong>in</strong>ciampare e cadere goffamente a terra.<br />

«Non ci riesco» disse alla f<strong>in</strong>e.<br />

«Non ci riesci perché è impossibile camm<strong>in</strong>are afferrando i tuoi baffi. Puoi<br />

tentare quanto vuoi ma non ce la farai mai! Così è per la felicità: non serve darsi<br />

tanto da fare, affannarsi, preoccuparsi o angosciarsi per afferrarla... non si fa<br />

nient’altro che peggiorare la situazione».<br />

«Vuol dire che devo smetterla di cercare la felicità?».<br />

«Sì, devi piantarla di pensare alla felicità come ad una cosa da conquistare<br />

e cercare <strong>in</strong>vece di essere felice. Vedi, è un po’ come per i tuoi baffi. Se tu camm<strong>in</strong>i<br />

e corri senza pensare di afferrarli essi ti seguono dovunque tu vada. Se <strong>in</strong>vece<br />

ti dai da fare, vivi <strong>in</strong> modo frenetico, cerchi <strong>in</strong> tutti i modi di essere felice.., non ci<br />

riesci e rimani sempre <strong>in</strong>soddisfatto.<br />

«La felicità la trovi se riesci a godere le cose di ogni giorno. Quando mangi<br />

pensa a mangiare, gustandoti il cibo che sei riuscito a procurarti;<br />

quando camm<strong>in</strong>i pensa a camm<strong>in</strong>are, guardando bene<br />

dove metti i piedi e a quante cose belle e nuove ci sono davanti<br />

ai tuoi occhi;<br />

quando dormi pensa a riposarti nel migliore dei modi...<br />

Non ti sto dicendo di vivere solo del presente; tu sei frutto<br />

anche del passato e sei proiettato nel futuro, e la felicità sta<br />

<strong>in</strong> questo: scoprire che il presente è fatto di passato e di futuro.<br />

Qu<strong>in</strong>di vivi la vita nella sua globalità, m<strong>in</strong>uto per m<strong>in</strong>uto,<br />

attimo per attimo; ma non dimenticare mai che la felicità è dentro, non fuori<br />

dite.<br />

«Goditi il sole, l’aria, le stelle e la luna, ma anche la pioggia che fa crescere e<br />

mantiene verde l’albero sotto cui ti ripari dal sole e ti riposi. Quell’albero che c’era<br />

già quando tu non c’eri e che cont<strong>in</strong>uerà ad esserci anche dopo dite.<br />

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«Impara ad ascoltare e rispettare.<br />

Spesso <strong>in</strong> tante cose piccole e <strong>in</strong>significanti vi sono grandi <strong>in</strong>segnamenti.<br />

S’imparano più cose da una leggerissima brezza che culla la foglia che dal vento<br />

impetuoso che sradica gli alberi; così come c’è più sapienza sulla bocca dei semplici<br />

e degli umili che <strong>in</strong> quelle dei potenti e degli arroganti.<br />

«Tu solo puoi raggiungere la felicità, anche se non da solo!<br />

Nessuno può prendere il tuo posto o fare il camm<strong>in</strong>o al posto<br />

tuo; ma dentro di te devi lasciar spazio all’«altro». E per fare<br />

questo devi volerti bene. L’egoista è <strong>in</strong>capace di amare e rimarrà<br />

sempre solo!».<br />

Mosè se ne ritornò a casa e fu felice di rivedere Buck, «Sai,<br />

vecchio mio, è buffo, ma ho scoperto che la felicità sta nei miei<br />

baffi. Per tutto questo tempo li avevo avuti con me, ma non me<br />

n’ero accorto».<br />

Tutti gli uom<strong>in</strong>i vogliono essere felici, ma <strong>in</strong> questa ricerca, spesso spasmodica e<br />

irrequieta, molti dimenticano, proprio come il gatto Mosè, la cosa più semplice: la felicità<br />

dobbiamo cercarla dentro di noi.<br />

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