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Donna Impresa Magazine SPECIALE DONNE: E' intelligente, ma non si applica Valeriana Mariani

E’ giunto il momento affinché, fra le tante innovazioni, fra le tante affermazioni, fra le tante battaglie, si ricrei una moderna amalgama della comunicazione, del fare e dell’agire. Occorre che i valori dei generi si integrino, senza scimmiottarsi. Occorre educare le nuove generazioni ... continua sul PDF e/o su http://www.donnaimpresa.com . All' interno: Valeriana Mariani, Marzia Roncacci, Cecilia Villani, Bianca Maria Lucibelli, Lorena Magliocco, Simonetta Lein, Adriana Agostini , Diana Alexandroae, Rosa Maria Mondragon. http://www.donnaimpresa.com

E’ giunto il momento affinché, fra le tante innovazioni, fra le tante affermazioni, fra le tante battaglie, si ricrei una moderna amalgama della comunicazione, del fare e dell’agire. Occorre che i valori dei generi si integrino, senza scimmiottarsi. Occorre educare le nuove generazioni ... continua sul PDF e/o su http://www.donnaimpresa.com . All' interno: Valeriana Mariani, Marzia Roncacci, Cecilia Villani, Bianca Maria Lucibelli, Lorena Magliocco, Simonetta Lein, Adriana Agostini , Diana Alexandroae, Rosa Maria Mondragon. http://www.donnaimpresa.com

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Grazie all'esperienza or<strong>ma</strong>i decennale del<br />

suo staff costituisce oggi una sorta di terza<br />

pagina fil<strong>ma</strong>ta del principale quotidiano del<br />

tg2, ovvero il TG2 delle 13,00. Parte<br />

integrante del circuito della comunicazione<br />

culturale del servizio pubblico, è oggi in testa<br />

alla clas<strong>si</strong>fica degli indici di ascolto, ciò<br />

grazie alla variegata offerta di te<strong>ma</strong>tiche ed al<br />

dinamismo della sua conduttrice Marzia<br />

Roncacci, capace di confrontar<strong>si</strong> con viva<br />

intelligenza con le sfide politico-culturali del<br />

Paese e sviluppando vi<strong>si</strong>oni innovative per<br />

un mondo in <strong>ma</strong>ggiore armonia e<br />

conseguentemente più u<strong>ma</strong>no, che<br />

contempli la bellezza quale elemento<br />

essenziale della nostra crescita morale ed<br />

economica. Ampi spazi vengono dedicati al<br />

merito inteso come leva del progresso<br />

sociale e civile, in altri termini, alle co<strong>si</strong>ddette<br />

“eccellenze” consapevole che valorizzare i<br />

migliori in tutti i campi è giusto e soprattutto<br />

necessario, perché la società di oggi e quella<br />

che do<strong>ma</strong>ni sarà dei nostri figli ha bisogno di<br />

eccellenti profes<strong>si</strong>onisti, imprenditori,<br />

politici, tecnici, scienziati, studio<strong>si</strong>; e <strong>non</strong><br />

solo perché operino al meglio ciascuno nel<br />

proprio settore, <strong>ma</strong> anche perché con la loro<br />

azione, con il loro esempio, con i loro scritti,<br />

con il loro insegnamento trasmettano alle<br />

nuove generazioni, al più alto livello<br />

pos<strong>si</strong>bile, il nostro patrimonio culturale. Non<br />

di meno attenta l'indagine sul <strong>si</strong>gnificato di<br />

identità che è la radice della nostra e<strong>si</strong>stenza,<br />

la radice della nostra vita. Dove abita il cuore,<br />

coperto d’emozione e d’innocenza. D’attese<br />

e di ricerche. Di parole e di tempo. L’identità<br />

è un passaggio d’uomini e di virtù, un tempo<br />

di ricordi e di conquiste, un luogo infinito di<br />

conoscenza verginale e pas<strong>si</strong>onale,<br />

pascolato, giorno dopo giorno, da poeti e<br />

<strong>non</strong>. L’identità è il saluto d’una <strong>ma</strong>dre dal<br />

balcone di casa, nel bagliore del giorno che<br />

nasce, per il figlio che vola lontano, per un<br />

semplice tozzo di pane; è il triste inventario<br />

di volti che hanno vissuto mille momenti di<br />

vita. L’identità è tormento e responsabilità,<br />

disperazione e convincimento, pas<strong>si</strong>one e<br />

commiserazione. Questo racconta Marzia, e<br />

molto altro ancora. Racconta di che cosa <strong>si</strong>a<br />

un giorno dinnanzi all’eternità. E cos’è<br />

l’eternità innanzi ai nostri occhi: sacco <strong>ma</strong>i<br />

colmo di giorni, un’invenzione dei giorni,<br />

degli attimi, degli anni, di quella minuziosa,<br />

metodica, <strong>si</strong>ste<strong>ma</strong>tica collezione di tempi che<br />

chiamiamo Storia. E racconta di memoria,<br />

quel vecchio scantinato del tempo,<br />

impolverato, imbiancato, dal puzzo a volte<br />

asfittico di muffa. Ma i tempi, <strong>si</strong> sa, <strong>si</strong> nutrono<br />

di fatti di misfatti e di disfatti; volano leggeri<br />

o <strong>si</strong> schiantano addosso, <strong>ma</strong>cigni,<br />

all’u<strong>ma</strong>nità, ed in ogni caso, vanno. Ciò che<br />

resta è l’u<strong>ma</strong>nità, schiacciata o subli<strong>ma</strong>ta,<br />

che esce dal vortice della storia come<br />

eternità, come ripropo<strong>si</strong>zione costante di sé<br />

stessa, coerente come una lastra di granito<br />

apposta sulle sue stesse spoglie mortali.<br />

Compito <strong>non</strong> facile raccontare la vita. Ma lei<br />

lo fa, ed anche benis<strong>si</strong>mo. E <strong>non</strong> sono solo io<br />

a dirlo, <strong>ma</strong> tutti i milioni di persone che le<br />

consegnano fiducia a Marzia condividendo<br />

con lei il pranzo delle tredici.<br />

Un altro genere di<br />

comunicazione<br />

Inizio questa intervista a Marzia Roncacci<br />

con un ringraziamento. Un grazie che <strong>non</strong> è<br />

di <strong>ma</strong>niera <strong>ma</strong> <strong>si</strong>ncero, per avermi<br />

consegnato l’opportunità di toccare<br />

te<strong>ma</strong>tiche che sono proprie del nostro vivere<br />

contemporaneo. Intanto, va puntualizzata<br />

una tua dimen<strong>si</strong>one caratterizzante, il<br />

buonsenso, che lungi dal divenire “senso<br />

comune”, testimonia altresì l'in<strong>si</strong>eme<br />

dell’attenta valutazione utilizzata per valutare<br />

la realtà ed esprimere giudizi sui problemi<br />

della vita, <strong>ma</strong>ntenendo un atteggiamento<br />

equilibrato. E <strong>non</strong> è così scontato che<br />

avvenga. Ciò denota e sottolinea<br />

espressamente come, a livello di "buone<br />

pratiche", la rilevanza della responsabilità e<br />

serietà <strong>non</strong> <strong>si</strong> river<strong>si</strong> solo nella tua attività<br />

profes<strong>si</strong>onale <strong>ma</strong> <strong>si</strong> river<strong>si</strong> anche nella vita di<br />

tutti i giorni. Ravviso in te una donna in<br />

ricerca; una donna che <strong>si</strong> pone<br />

continuamente problemi, dominata da una<br />

azione intellettuale interiore che <strong>si</strong> supera<br />

continuamente. Aliena da dog<strong>ma</strong>tismi, da<br />

rischio<strong>si</strong> trapianti di credenze nella<br />

esperienza erudita, ami fortificarti nell’umile<br />

approccio con gli altri, misurando sempre le<br />

le personali conclu<strong>si</strong>oni alla luce della<br />

inesauribile ricchezza di messaggi<br />

provenienti da tutto quanto ti <strong>si</strong>a intorno.<br />

Parole (e intuizioni) tutte da meditare,<br />

soprattutto oggi che il tempo di tran<strong>si</strong>zione in<br />

cui viviamo soffre di una rapidità convulsa,<br />

oggi in cui movimento e mutamento<br />

sembrano erodere vecchi edifici or<strong>ma</strong>i<br />

cadenti senza però che se ne <strong>si</strong>ano costruiti<br />

di nuovi. Per sordità? Per negligenza? Per<br />

pigrizia? Ai posteri l’ardua sentenza…<br />

Cosa <strong>si</strong>gnifica essere donne, oggi, in un mondo globalizzato?<br />

Nel corso degli ultimi decenni la questione femminile ha dato vita ad<br />

un fervente dibattito di pen<strong>si</strong>ero su molteplici aspetti, tra i quali spicca,<br />

per l’attualità che riveste, quello della conciliazione tra tempi di vita,<br />

tempi di lavoro, tempi di cura della famiglia. Dopo la richiesta iniziale<br />

di uguaglianza e <strong>non</strong> discriminazione per le donne, raggiunta grazie al<br />

riconoscimento di diritti ed opportunità fino a quel momento negate, il<br />

pen<strong>si</strong>ero femminista <strong>si</strong> è sempre più focalizzato sulla con<strong>si</strong>derazione<br />

dell’identità della donna in generale, delle sue peculiarità, dei suoi<br />

bisogni, del suo particolare sguardo sul mondo, tanto che dagli anni<br />

‘80 le rivendicazioni assumono una colorazione meno politica e più<br />

specificamente culturale. L’idea di fondo è che le donne <strong>si</strong>ano<br />

portatrici di idee, valori, sentimenti, sen<strong>si</strong>bilità, vi<strong>si</strong>oni del mondo che<br />

<strong>non</strong> possono essere oggetto di omologazione ed appiattimento per<br />

poter aderire al modello <strong>ma</strong>schile. La capacità progettuale delle donne<br />

deve essere, e lo è stato in parte, riconosciuta garantendo loro,<br />

innanzi tutto, la libertà di gestire la propria vita tenendo conto dei loro<br />

bisogni e <strong>non</strong> rincorrendo un modello di efficienza legato meramente<br />

alla sfera produttiva. A distanza di più di trent’anni il concetto di<br />

“doppia presenza”, definisce ancora compiutamente il senso del<br />

percorso di vita di molte donne e dei problemi cui <strong>si</strong> trovano<br />

quotidianamente di fronte. La doppia presenza sta infatti ad indicare il<br />

duplice coinvolgimento ed impegno della donna a livello produttivo e<br />

riproduttivo, impegno che implica la messa in gioco di delicate<br />

strategie di equilibrio ed in ulti<strong>ma</strong> istanza comporta una compres<strong>si</strong>one<br />

del tempo per sé. Tale duplice ruolo delle donne, conseguente alla<br />

loro entrata sul mercato del lavoro, porta direttamente con sé problemi<br />

legati alla neces<strong>si</strong>tà di conciliare i tempi delle due sfere, lavorativa da<br />

un lato e familiare dall’altro. La femminilizzazione del mercato del<br />

lavoro infatti, oltre che rappresentare il segno di un de<strong>si</strong>derio di<br />

realizzazione della donna anche al di fuori delle mura domestiche, un<br />

scelta di vita quindi, è divenuta anche un’e<strong>si</strong>genza economica forte,<br />

legata alla sopravvivenza del nucleo familiare. La conciliazione dei<br />

tempi delle donne <strong>non</strong> deve però essere con<strong>si</strong>derata solo nel suo<br />

aspetto privato, legato alla qualità della vita, <strong>ma</strong> anche dal punto di<br />

vista economico, poiché una più adeguata utilizzazione delle risorse<br />

femminili inciderebbe sulla competitività del <strong>si</strong>ste<strong>ma</strong> produttivo nel suo<br />

complesso. Se negli anni ’70 il ruolo della donna era perlopiù ristretto<br />

a quello di moglie-<strong>ma</strong>dre consacrata al lavoro domestico senza<br />

percepire un salario, oggi la <strong>ma</strong>ggior parte delle donne, divise tra due<br />

fronti, è quotidianamente costretta a fare l’equilibrista per riuscire a<br />

conciliare e<strong>si</strong>genze diverse. Ecco, questo <strong>si</strong>gnifica essere donne oggi.<br />

Fare bene il mestiere dell’operatrice dell’infor<strong>ma</strong>zione e <strong>non</strong> solo<br />

della giornalista, equivale a...?<br />

Equivale all’indagare la contemporaneità attraverso una vi<strong>si</strong>one<br />

imparziale delle cause e dei fenomeni che ne caratterizzano la nuova<br />

fi<strong>si</strong>onomia. Occorre guardare la realtà e <strong>non</strong> quella cosa edulcorata e<br />

im<strong>ma</strong>ginaria che scambiano per tale. Le ragioni del cambiamento<br />

sono molteplici e dunque quello che di saggio pos<strong>si</strong>amo fare noi che<br />

lavoriamo nel campo dell’infor<strong>ma</strong>zione, è il partire dall’esplorarne le<br />

cause coniugando i codici dell'interiorità con quelli della vita sociale,<br />

ed il conseguente “rivelarle” dimostrando come ora<strong>ma</strong>i <strong>si</strong>a necessaria<br />

una vi<strong>si</strong>one che <strong>si</strong> ponga sul crocevia dei saperi, sganciata<br />

dell’appartenenza ideologica. Null’altro che l’acqui<strong>si</strong>zione della<br />

padronanza di strumenti critici e conoscitivi e di vivere<br />

responsabilmente un ruolo attivo in questa delicatis<strong>si</strong><strong>ma</strong> fase storica,<br />

impersonando il compito di <strong>si</strong>ncero reporter ad esempio. Il mondo sta<br />

scivolando verso un’involuzione preoccupante: tutto è minato, dalla<br />

coe<strong>si</strong>one dei terreni ai DNA vegetali ed ani<strong>ma</strong>li, dall’aria all’acqua,<br />

dall’esterno e dall’interno delle nostre menti. Che ognuno di noi<br />

accenda almeno una candela (benché <strong>si</strong>ntetica) per mostrare il suo<br />

netto dissenso. E’ tempo di agire, ora.<br />

Uno stato di cose dal quale pos<strong>si</strong>amo redimerci attraverso le<br />

nostre coscienze?<br />

Difficile dirlo <strong>ma</strong> pos<strong>si</strong>amo, dobbiamo, augurarcelo. Certo è che è un<br />

nuovo capitolo della nostra storia… <strong>ma</strong>gari un passaggio obbligatorio,<br />

se visto nell’ottica della contemporaneità, <strong>ma</strong> il contraccolpo è stato<br />

molto grande. E’ grande… Quando la nostra ten<strong>si</strong>one autocritica <strong>si</strong><br />

assopisce, quando le difficoltà quotidiane sembrano sovrastarci,<br />

quando la realtà <strong>si</strong> rifiuta di combaciare coi nostri de<strong>si</strong>deri, quando la<br />

pas<strong>si</strong>one lascia il posto all'abitudine, allora è comodo trasferire sugli<br />

oggetti, sugli strumenti le nostre responsabilità, e le nostre colpe.<br />

La famiglia ad esempio ha subito cambiamenti sconvolgenti,<br />

come tutta la società, e questo è innegabile…<br />

Sì, la famiglia il primo luogo ha subito metamorfo<strong>si</strong> tali fin qua<strong>si</strong> a<br />

trasfigurar<strong>si</strong> da <strong>si</strong>mbolo di stabilità a realtà instabile ed esplo<strong>si</strong>va.<br />

Quello che vedo, a prescindere dalla giustezza o meno, ovvio che io<br />

come d’altronde ciascuno di noi abbia le proprie impres<strong>si</strong>oni al<br />

riguardo, è che le persone che <strong>si</strong> uniscono in <strong>ma</strong>trimonio <strong>non</strong> sanno<br />

più mediamente perché stanno in<strong>si</strong>eme. Vedo intorno a me unioni che<br />

<strong>si</strong> frantu<strong>ma</strong>no nell’arco di pochi me<strong>si</strong>. Lo dico da conoscitrice degli<br />

strati più sottili della coscienza: <strong>non</strong> è moralismo. La famiglia viene<br />

troppo spesso sfoggiata come luogo di crescita e successo, come<br />

<strong>si</strong>mbolo di solidità, unione e felicità <strong>ma</strong> a fare da contrapposto a<br />

queste im<strong>ma</strong>gini vengono diffuse notizie molto diverse: violenze, ed<br />

in taluni ca<strong>si</strong> anche delitti, atti a punire ed autopunir<strong>si</strong>, perché in molti<br />

ca<strong>si</strong> il carnefice diventa vitti<strong>ma</strong> delle sue stesse violenze. La famiglia<br />

diventa teatro di negazione della vita, luogo in cui <strong>si</strong> consu<strong>ma</strong>no<br />

drammi violenti… e <strong>non</strong> sono pochi i ca<strong>si</strong> di violenze tra coniugi o<br />

contro i minori. Le famiglie troppo spesso diventano, invece che luogo<br />

di rifugio, di <strong>si</strong>curezza, veri e propri calvari che <strong>si</strong> dipanano attraverso<br />

gli anni delle liti familiari, attraverso lo spettro della separazione. Della<br />

rivendicazione, poi. Rivendicazione in cui i figli diventano troppo<br />

spesso il leit motiv, o se vogliamo, il terreno fertile sul quale<br />

combattere le proprie rivendicazioni, le personali frustrazioni… per<br />

far<strong>si</strong> del <strong>ma</strong>le, insom<strong>ma</strong>.. più o meno consapevolmente. E’ il <strong>non</strong>

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