DONNA IMPRESA MAGAZINE DOSSIER: FRA ESTETISMO ED ESTETICA
I significati trasmessici dalla vocabolo ‘estetismo’ attengono in prevalenza o a un’autoconsapevole concezione della realtà, cioè una filosofia, non importa quanto strutturata e articolata, o a un atteggiamento esistenziale, comportamento, consuetudine, costume, norma, moda e cioè a una condotta pratica; e in questa seconda accezione momento qualificante (...) TUTTO SU http://www.donnaimpresa.com
I significati trasmessici dalla vocabolo ‘estetismo’ attengono in prevalenza o a un’autoconsapevole concezione della realtà, cioè una filosofia, non importa quanto strutturata e articolata, o a un atteggiamento esistenziale, comportamento, consuetudine, costume, norma, moda e cioè a una condotta pratica; e in questa seconda accezione momento qualificante (...) TUTTO SU http://www.donnaimpresa.com
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L’immagine interiore dell’Io corporeo è quella foto mentale che ognuno ha di se stesso, quel ritratto<br />
conseguenziale alle esperienze passate ed alla percezione attuale del corpo, come ogni persona sente, e<br />
come si pensa possano riconoscerlo gli altri. .<br />
fra<br />
ed<br />
estetica<br />
I significati trasmessici dalla vocabolo ‘estetismo’ attengono in prevalenza o a<br />
un’autoconsapevole concezione della realtà, cioè una filosofia, non importa<br />
quanto strutturata e articolata, o a un atteggiamento esistenziale,<br />
comportamento, consuetudine, costume, norma, moda e cioè a una condotta<br />
pratica; e in questa seconda accezione momento qualificante non è<br />
l’interrogazione di sé e la ricerca delle ‘cose’, bensì il consumarsi della vita nella<br />
sollecitazione e nell’immaginoso compiacimento della bellezza dei suoi attimi:<br />
primo forse fra tutti, ciò che essa offre nelle forme della natura e dell’arte visiva.<br />
Dà unità di senso all’una e all’altra di queste disposizioni della coscienza la<br />
sensibilità intesa come luogo semantico della bellezza. La bellezza prende, per<br />
così dire, la piega dell’estetismo in quanto ritenuta valore subordinante a sé ogni<br />
altro, o in quanto valore essa soltanto. Suo valore è procurare un piacere che sia<br />
privilegio di alcuni o, al più, che da alcuni venga donato; e, per questa sua<br />
eccellenza e unicità, essa è criterio e fine del comportamento. Ne consegue che<br />
la moralità si dissolve o si riduce all’esigenza di generare, adorare, esibire,<br />
testimoniare la bellezza, intesa nel senso che si è detto, in ogni atto di vita.<br />
L’assolutizzazione del bello, per il fatto stesso di essere esclusivista, rifiuta<br />
peraltro ogni istituzione di rapporti, ogni ricerca della dialettica, e perfino ogni<br />
concezione gerarchica del bello rispetto ad altro poiché sopprime i termini con<br />
cui esso abbia a confrontarsi, ossia appunto la possibilità d’instaurare relazione.<br />
Ciò che merita il nome di vita è soltanto la promozione e la creazione della<br />
bellezza, e il godimento che suscita.<br />
estetismo<br />
Cambio aspetto:<br />
QUANT' É BELLA GIOVINEZZA CHE TI FUGGE TUTTAVIA<br />
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L’estetismo è di fatto emerso all’evidenza<br />
nello spirito moderno: pur essendo una<br />
tendenza psicologica d’imponderabile<br />
origine, ma probabilmente legato a<br />
condizioni di civiltà che abbiano raggiunto<br />
una consapevolezza complessa, si è<br />
sviluppato venendo a coscienza di<br />
costituire il variegato consorzio degli<br />
spiriti eletti non prima del secondo<br />
Ottocento. Certamente, tendenze<br />
analoghe si ritrovano in ogni fase del<br />
gusto e del pensiero estetico, ma non più<br />
che episodiche e vaghe, senza un<br />
contesto di riferimenti tra loro compatti o<br />
quasi necessari. Fra le ricorrenti<br />
tendenze accostabili alla prospettiva<br />
estetizzante la più idealmente vicina per<br />
la sua area semantica in larga parte<br />
comune, è l’edonismo, che viene spesso<br />
assorbito o inglobato o viceversa è esso<br />
che si precisa ed estremizza<br />
nell’estetismo quale esaltante insularità<br />
della bellezza. L’antica estetica del<br />
piacere, seppure sia corretto conservarle<br />
il nome di estetica, rigorosamente<br />
avversata dall’eticità di Platone, era ben<br />
lontana dal ridurre l’essere al bello, e di<br />
rimando la condotta umana, ma<br />
semplicemente ne stabiliva la presenza e<br />
ne dava esegesi rilevandola utile quando<br />
rispondente a fini morali. Non è dubbio<br />
che l’estetismo nel suo complesso, nella<br />
sua ambizione a foggiare e recepire<br />
forme non meno che nella sua incidenza<br />
sul costume, si riconosca per una<br />
ricercatezza volontaristicamente<br />
artificiosa, quindi intellettualistica, anche<br />
se, nel suo esplicarsi nelle individualità<br />
che modella, manifesta mille inflessioni.<br />
Fra queste non è rara né, quando si<br />
manifesta, è secondaria la velleità<br />
ribellistica che ne turba la clausura nelle<br />
proprie dilettazioni eminentemente<br />
contemplative perché non potrebbe<br />
opporsi senza costringersi al confronto e<br />
al conflitto con ciò cui è ostile o che sente<br />
ostile e non sa irretire nelle sue maglie.<br />
L'altra faccia<br />
dell'estetica<br />
Il culto della bellezza, oltre ad essere rintracciabile in formule<br />
matematiche e letterature moderne, già esisteva ai tempi di Nerone, e<br />
questo è dimostrato dalla figura di Petronio, considerato il primo esteta<br />
latino. L’egocentrismo e la continua ricerca della bellezza da parte di<br />
figure come Petronio, D’Annunzio, Baudelaire e Wilde, hanno poi<br />
introdotto al concetto di narcisismo, attraverso gli studi e i contributi di<br />
Freud, il fondatore della psicanalisi, e Melanie Klein, una delle<br />
personalità più decisive e influenti del movimento psicoanalitico. Quello<br />
che a noi interessa è però attualizzare il concetto di bellezza,<br />
analizzando le influenze che al giorno d’oggi l’estetica può avere in<br />
campo lavorativo, politico, scolastico e quotidiano, per una personale<br />
riflessione che non può prescindere, a parer mio, in alcun caso,<br />
dall’affermare che la vera bellezza è quella dei sentimenti. Ciò premesso<br />
non possiamo però esimerci dal riflettere su un dato di fatto<br />
squisitamente contemporaneo: ovvero che la bellezza esteriore<br />
inevitabilmente privilegia chi la possegga nella vita di tutti i giorni. Studi<br />
recenti hanno dimostrato che se mettiamo a confronto una persona bella<br />
con una meno attraente, a parità di contenuto comunicativo, le persone<br />
belle si ritiene siano più persuasive di quelle esteticamente meno<br />
affascinanti, che trovino più facilmente lavoro e ad avere impieghi più<br />
prestigiosi. Anche sul piano giudiziario, le persone gradevoli sembrano<br />
essere privilegiate dalla buona sorte, in quanto giudicate meno colpevoli<br />
rispetto a persone non attraenti e il loro comportamento, anche se<br />
sbagliato, è solitamente attribuito a “cause esterne”, anziché associarlo<br />
alla volontà colpevole dell’individuo.<br />
“...Esprit de<br />
finesse...”<br />
“Nello spirito di finezza i principî sono, invece, nell'uso comune e dinanzi<br />
agli occhi di tutti. Non occorre volgere il capo o farsi violenza: basta aver<br />
buona vista, ma buona davvero, perché i principî sono così tenui e così<br />
numerosi che è quasi impossibile che non ne sfugga qualcuno".<br />
Blaise Pascal<br />
Nel suo “Elogio della Pazzia” Erasmo da Rotterdam ci illumina con una<br />
vera perla di saggezza: “Per un ubriaco non vi è quadro più bello<br />
dell’insegna di un’osteria”. Una variante del vecchio detto popolare<br />
partenopeo che tradotto in italiano suona più o meno così: “Ogni<br />
scarafaggio è bello per sua madre”. Saggezza popolare e filosofia<br />
convergono per dirci quello che è uno dei luoghi comuni più usati<br />
quando si parla di “bellezza”: “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò<br />
che piace”. Ma è proprio così? E anche se fosse, se davvero il bello è<br />
ciò che piace soggettivamente, perché in determinate epoche storiche o<br />
in determinate culture piacciono alcune cose che non piacciono più in<br />
altri contesti o in altri periodi? Fatto sta che Oscar Wilde e il suo "Ritratto<br />
di Dorian Gray" sono tanto contemporanei da indurci a riflettere su<br />
come l'estetismo, mai come oggi, pervade e dà senso alla nostra vita:<br />
l’estetismo visto ovviamente anche nella sua accezione più deleteria e<br />
corruttrice che si volge alla ricerca della perfezione esteriore (che è<br />
immagine dell'eterna giovinezza) a tutti i costi, il quale si oppone con<br />
forza all’idea che invecchiare bene equivale anche al ricercare<br />
quell’armonia che si sostanzia del benessere psico-fisico che si oppone<br />
alla ricerca assoluta della sola perfezione esteriore di sé divenendo<br />
assoluta al punto da diventare paranoica. Con ciò mi riferisco a tutto<br />
quanto sia agli antipodi di quei sani e responsabili atteggiamenti che<br />
sfociano in forsennose corse in palestra, a diete forzate che in alcuni<br />
casi sono già al limite del lecito e ad interventi estetici invasivi che<br />
denunciano un comportamento nevrotico: la nervosi sottintende<br />
un'ossessione e l'ossessione una paura: la paura di ingrassare e di<br />
invecchiare ossia di vedere deformarsi il proprio corpo, bensì al fatto che<br />
il corpo, che è sicuramente la nostra vetrina, il nostro biglietto da visita,<br />
l'immagine di noi che forniamo all'altro appena ci vede e ci giudica,<br />
subisca trasformazioni tali da non rispettare (fors’anche ossequiare) la<br />
nostra età biologica. Non sono rare le persone curate nell'aspetto che<br />
pure mostrano una età avanzata e sono molto più piacevoli di altre che<br />
vogliono apparire in tutto e per tutto giovanili, snaturando in toto il proprio<br />
patrimonio genetico. Mi riferisco con questo a quelle cure estetiche ed ai<br />
rifacimenti artificiali di parti del proprio sé attraverso la chirurgia estetica,<br />
quando questa sia invasiva al punto da deturparci, o meglio, defraudarci<br />
della nostra identità, sebbene pure esteriore. E mi domando: ha senso<br />
ringiovanire una parte del proprio corpo in maniera tanto evidente da<br />
evidenziare ancora di più la mancata giovinezza del resto sul quale la<br />
natura emette sentenza dell’out-out inappellabile. Sembrerebbe quasi<br />
fossimo composti da due noi: uno giovane, il Dorian che non invecchia,<br />
che è sempre bello, e il resto, il ritratto che invecchia e mostra la nostra<br />
decadenza in maniera evidente e incancellabile che non riusciamo a<br />
nascondere e che vorremmo rigettare nell'angolo come fa Dorian con il<br />
suo brutto ritratto. Questo sembrerebbe essere l'estetismo<br />
contemporaneo: la ricerca di una perfezione esteriore irraggiungibile che<br />
rasenta i limiti del nostro essere caduchi e che non può, in nessun caso,<br />
cambiare. La natura rivendica la sua leadership, sempre, nonostante noi<br />
ma non sempre la ridicolaggine è il prezzo da pagare per ottenere<br />
l'estetismo. Nietzsche nello Zarathustra scrive che noi siamo corpo e al<br />
di là di esso c'è il nulla. La nostra vita si riduce a corpo e percepiamo la<br />
nostra ragion d'essere attraverso il corpo. Nietzsche, alla ricerca<br />
perenne di nuovi valori, aveva scoperto un nuovo Dio: il corpo. C'è<br />
voluto un secolo ma il nuovo Dio è emerso in tutta la sua pienezza e si è<br />
dato a noi in questo nuovo millennio. Noi osanniamo questo Dio, lo<br />
culliamo e lo curiamo all'eccesso. Va di moda il Dio corpo. Morti i valori<br />
trascendenti ne abbiamo creato di terreni fra cui c'è il corpo in tutta la<br />
sua forma e bellezza e pienezza. Lo esaltiamo, lo mostriamo, lo<br />
adoriamo, lo formiamo, lo plagiamo. Alla fine, come per un vero Dio, ce<br />
ne rendiamo schiavi, tanto che quando esso non risponde (si ammala o<br />
semplicemente decade) ci disperiamo, inconsapevoli che della divinità<br />
ha solo le sembianze ma non lo stato: non è eterno, non è perfetto, non<br />
è immortale, non è infallibile. Crediamo in tutte queste doti e per un po'<br />
esso apparentemente ci corrisponde illudendoci di possederle. Ma, in<br />
realtà, è caduco come tutto ciò che è terreno e quindi crolla. Nietzsche<br />
sapeva che tutto ciò che è terreno è caduco e ci aveva avvertito. La vita<br />
ha il suo lato apollineo, perfetto e armonioso, e il suo lato dionisiaco,<br />
tragico e decadente. Guai a escludere uno dei due lati in quanto si<br />
avrebbe una visione miope di sé e del reale e prima o poi si svelerebbe<br />
l'illusione nella quale siamo caduti. Il monito è pertanto lo svegliarsi<br />
unanime dal culto dell'illusione del corpo non accondiscendendo troppo<br />
a questa moda che annulla le individuali differenze somatiche a<br />
vantaggio di una estetica standardizzata e spersonalizzante. Ma<br />
quando è iniziato questo desiderio di trovare rimedi ai vandalici graffiti<br />
che il tempo si ostina a tracciare sui nostri volti? Un riflesso nell’acqua: e<br />
l’uomo prende coscienza del suo volto vale a dire dell’interfaccia che<br />
separa la sua anima dal mondo. Questo potrebbe essere il twitt che<br />
comunica l’inizio della storia della bellezza e degli incredibili sforzi che<br />
l’umanità ha compiuto per crearla, possederla, mantenerla. L'obiettivo<br />
non dovrebbe essere solo il riparare o migliorare ciò che già esiste nella<br />
persona, ma superarlo, andare oltre, elevarsi a nuove dimensioni di<br />
profondità e di saggezza. Siamo qui in carne e ossa. Interamente. Non<br />
dobbiamo far finta che il nostro peso sia vuoto, non siamo tenuti a<br />
essere solo spirito solo voce senza consistenza. Qui si richiede d'esserci<br />
interi, peso vero, autentica sostanza, esperienza.<br />
CONCLUSIONI<br />
Bellezza:<br />
istruzioni per<br />
l’uso<br />
“Nosce te ipsum” (CONOSCI TE STESSO)<br />
Prima di conoscere gli altri, bisogna conoscere se stessi. Molte volte ci si<br />
dimentica di questo particolare e si pretende di poter vivere bene, ma<br />
non è così. Chi non conosce se stesso, è incompleto e vive di<br />
conseguenza una vita incompleta. Come si fa a conoscere se stessi? È<br />
molto semplice. O almeno molto più semplice di quel che sembra. Prima<br />
di tutto, è importante guardarsi spesso allo specchio. Può sembrare una<br />
idiozia o un eccesso di vanità, ma non è così. Abbiamo un volto ed un<br />
corpo che sono unici e dobbiamo conoscerli perfettamente per poterli<br />
utilizzare. Dobbiamo concentrarci su ciò che vediamo nello specchio e<br />
studiarci, lavorarci sopra. Siamo un' entità completa, che non deve<br />
invidiare niente a nessuno. Abbiamo tutto quello che hanno gli altri e ci<br />
deve bastare. Non deve sussistere nessuna invidia. Non importa se gli<br />
altri sono più alti, più magri, più belli (secondo una nostra opinione,<br />
perché la bellezza non esiste, è una caratteristica soggettiva). Dobbiamo<br />
imparare ad accettare ed amare il nostro corpo, anche perché se ci<br />
consideriamo brutti o non come vorremmo essere, rischiamo di<br />
diventarlo davvero. Il nostro corpo è lo specchio di ciò che abbiamo<br />
dentro. Se ci deprimiamo e ci trascuriamo, il nostro corpo ne risente e<br />
può divenire proprio come non vorremmo che diventasse. Invece, una<br />
persona che si accetta e si piace, per forza di cose, è una bella persona<br />
e piacerà anche agli altri. Una persona felice trasmette felicità, una<br />
persona che si sente bella irradia bellezza, così come una persona<br />
depressa deprime chi le sta intorno. Impariamo a vivere bene, a volerci<br />
bene ed accettare la nostra identità, il nostro corpo ed il nostro essere<br />
una persona completa.<br />
Prima regola:<br />
Il nostro corpo ha sempre bisogno di sentirsi amato.<br />
Quanto tempo gli dedichiamo invece? Pensateci un attimo e<br />
rispondetevi da soli, ma senza guardarvi: che mani avete? Sono di<br />
palmo quadrato o rettangolare? Sarete in pochi a saper rispondere.<br />
Forse perché le vostre mani le avete sempre viste e mai osservate. C’è<br />
differenza tra i due termini. E quanti nei avete sul petto? Ne avete?<br />
Chissà! Sembrano sciocchezze, ma magari conoscete meglio il corpo di<br />
un’altra persona che il vostro. Vi sembra normale? Di certo non lo è. E<br />
qui, ritorniamo all’inizio: conosci te stesso prima di conoscere gli altri.<br />
Dovete prendervi del tempo per stare soli con voi stessi, osservarvi,<br />
capirvi, per sentire il vostro respiro. Vi è mai capitato di sentire il vostro<br />
respiro? E la vostra voce? Che voce avete? Avete mai provato a parlare<br />
a voi stessi davanti ad uno specchio? Non è una cosa da pazzi, se non<br />
l’avete mai fatto è ora di provare. Prendetevi dei momenti che siano solo<br />
vostri. È ora di imparare a convivere con voi stessi, è ora di ritornare ad<br />
essere una persona.<br />
Seconda regola:<br />
rispetta te stesso.<br />
Ci sono certi momenti della giornata che devono divenire per te sacri. Ad<br />
esempio il pranzo e la cena. Devi fare sempre quello che ti fa felice. Se ti<br />
andava di parlare col tuo amico più che stare a tavola con la tua<br />
famiglia, allora va bene. Ma è una tua scelta. Deve sempre essere un<br />
tua scelta. Calcola che con l’amico ci puoi parlare sempre, la famiglia a<br />
tavola invece non c’è sempre, almeno nella maggior parte dei casi.<br />
Questo è solo un esempio. L’importante è in sintesi, fare le scelte giuste,<br />
quelle che ti fanno felice<br />
Terza regola:<br />
abbattere gli stereotipi<br />
Da premettere che, molto spesso, la gente viene sopraffatta da problemi<br />
che, in realtà, non esistono se non nella propria immaginazione.<br />
Problemi legati, in questo caso, al proprio aspetto fisico. Dobbiamo<br />
imparare a capire una cosa fondamentale: un conto è il corpo,<br />
corruttibile, passeggero, e un conto è l'anima, immortale, eterna,<br />
rappresentante il nostro vero "io". Pur essendo consapevoli di ciò, molto<br />
spesso si soffre lo stesso a causa di problemi "materiali", o meglio, per<br />
ciò che sembrano tali. La società odierna impone certi canoni sbagliati.<br />
Ogni giorno si vedono in televisione belle ragazze (all’apparenza
perfette) che ti dicono: “butta via il grasso di troppo, diventa come me”,<br />
“via alla cellulite!”, “diventa come me…”; ma tutto ciò è sbagliato. Perché<br />
noi non dovremmo mai seguire la moda, divenendo uguali a tutti gli altri.<br />
Se così fosse, se si andasse avanti così, un giorno ci troveremmo in un<br />
mondo di persone tutte simili. E il nostro "io"? Dove lo mettiamo? Come<br />
si suol dire: il mondo è bello proprio perché è vario. Non dobbiamo<br />
cercare di essere uguali ad un’altra persona, perché noi stessi siamo<br />
perfetti così come siamo, e per questo dobbiamo imparare ad<br />
apprezzarci e conoscerci meglio. Accettarci. Sono le persone a fare la<br />
differenza, persone che credono nei propri sogni, persone che amano il<br />
proprio lavoro, persone che desiderano circondarsi di gente positiva,<br />
persone alla ricerca di un mondo migliore, persone sensibili a tutto ciò<br />
che è bello, utile ed etico.<br />
In sintesi:<br />
Piacersi è Piacere<br />
Essere e sentirsi attraenti evitando la nevrosi dell'apparire.<br />
Nell'ambito<br />
della letteratura<br />
francese d'obbligo<br />
il richiamo<br />
all'“Hymne à la<br />
Beauté”<br />
di Baudelaire, in cui la Bellezza appare<br />
come una sorta di spietata ed impassibile<br />
Sfinge, di supremo e perfetto Ideale che<br />
esige, dai suoi adoratori devoti e rapiti,<br />
ogni sacrificio, fino a quello estremo della<br />
vita.<br />
“Vieni tu dal cielo profondo o sorgi dall'abisso, Beltà? Il tuo<br />
sguardo, infernale e divino, versa, mischiandoli, beneficio e<br />
delitto: per questo ti si può comparare al vino.<br />
Riunisci nel tuo occhio il tramonto e l'aurora, diffondi profumi<br />
come una sera di tempesta; i tuoi baci sono un filtro, la tua<br />
bocca un'anfora, che rendono audace il fanciullo, l'eroe vile.<br />
Sorgi dal nero abisso o discendi dagli astri? Il Destino<br />
incantato segue le tue gonne come un cane: tu semini a<br />
casaccio la gioia e i disastri, hai imperio su tutto, non rispondi<br />
di nulla.<br />
Cammini sopra i morti, Beltà, e ti ridi di essi, fra i tuoi gioielli<br />
l'Orrore non è il meno affascinante e il Delitto, che sta fra i<br />
tuoi gingilli più cari, sul tuo ventre orgoglioso danza<br />
amorosamente.<br />
La farfalla abbagliata vola verso di te, o candela, e crepita,<br />
fiammeggia e dice: "Benediciamo questa fiaccola!"<br />
L'innamorato palpitante chinato sulla bella sembra un<br />
morente che accarezzi la propria tomba.<br />
Venga tu dal cielo o dall'inferno, che importa, o Beltà, mostro<br />
enorme, pauroso, ingenuo; se il tuo occhio, e sorriso, se il tuo<br />
piede, aprono per me la porta d'un Infinito adorato che non<br />
ho conosciuto?<br />
Da Satana o da Dio, che importa? Angelo o Sirena, che<br />
importa se tu - fata dagli occhi vellutati, profumo, luce, mia<br />
unica regina - fai l'universo meno orribile e questi istanti<br />
meno gravi?”
Le mie donne<br />
SEE MORE. Di quanto sia preferibile accettare<br />
l'invecchiamento di sé come una fase<br />
inevitabile della nostra vita biologica<br />
accogliendo il decadimento fisico come<br />
indissolubile rituale al quale non ci è<br />
consentito in alcun modo sottrarci, se non<br />
rinunciando alla vita stessa, ma di come sia<br />
anche possibile lenirne gli esiti entro parametri<br />
di buonsenso che non ledano il nostro corpo<br />
al punto di farci apparire grottesche, quanto<br />
inverosimili e stereotipate rappresentazioni<br />
su modello Barbie e Ken, ne parliamo oggi con<br />
chi di tecniche di ringiovanimento se ne<br />
intende, ed anche molto, viste le innumerevoli<br />
specializzazioni, ma che noi abbiamo scelto,<br />
all’interno di una vastissima rosa di candidati,<br />
anche per il suo saper dire “no” nel momento<br />
stesso in cui le si propongano soluzioni che<br />
non ritiene eticamente percorribili. Ve la<br />
presentiamo: lei è la Dottoressa Anadela<br />
Serra Visconti, una donna, prima ancora che<br />
uno stimatissima professionista, a cui va il<br />
plauso di dissentire, anche energicamente, a<br />
richieste alle quali non si sente di<br />
accondiscendere qualora esulino da quei<br />
criteri di buonsenso cui accennavamo.<br />
Cosa si intende per “Medicina Estetica”, Anadela ?<br />
La Medicina Estetica è una moderna espressione della medicina<br />
orientata al benessere psico- fisico. E' una medicina per la qualità della<br />
vita e per la salute come espressione di benessere della persona, e si<br />
sviluppa in via fondamentalmente preventiva e poi correttiva. Essa è una<br />
medicina che usa tecniche "dolci", non invasive, che consentono di<br />
affrontare bene le trasformazioni che si verificano nelle varie fasi della vita<br />
a causa delle sfide che il patrimonio genetico, i fattori ambientali e il<br />
tempo rappresentano per il nostro corpo ed il nostro benessere. E'<br />
definita "estetica" poiché l'aspetto esteriore è specchio della salute e del<br />
benessere di tutta la persona, e perché si occupa della cura e del<br />
trattamento degli inestetismi. Ma la Medicina Estetica è molto di più. Essa<br />
mira a cambiare in meglio le abitudini di vita della persona. Il medico<br />
agisce, prima, mantenendo integre e funzionali le varie strutture fisiche e<br />
promuovendo le buone regole di igiene di vita: alimentare, fisica,<br />
psicologica e comportamentale, cosmetica. Successivamente, nella fase<br />
correttiva, applicando metodologie e tecniche ufficiali e collaudate cura e<br />
corregge le strutture fisiche ed i relativi inestetismi. Ed è infatti a partire<br />
dalla giustezza del principio che non vi può essere bellezza senza salute,<br />
che il medico agisce in primis, mantenendo integre e funzionali le varie<br />
strutture fisiche e promuovendo le buone regole di igiene di vita:<br />
alimentare, fisica, psicologica e comportamentale, cosmetica.<br />
Successivamente, nella fase correttiva, applicando metodologie e<br />
tecniche ufficiali quanto collaudate, migliora le strutture fisiche ed i<br />
relativi inestetismi.<br />
ANADELA<br />
SERRA VISCONTI<br />
www.donnaimpresa.com<br />
SINTETICO BACKGROUND PROFESSIONALE<br />
Anadela Serra Visconti, laureata in Medicina e Chirurgia all'Universitá di Pisa. Si è<br />
poi specializzata presso la Scuola internazionale di Medicina estetica della<br />
Fondazione Fatebenefratelli di Roma e ha ottenuto il Diploma di perfezionamento<br />
presso la Scuola di specializzazione in Chirurgia Plastica ed Estetica dell'Universitá<br />
di Pavia. Da molti anni è consulente per salute e bellezza in programmi della Rai,<br />
nonché autrice di pubblicazioni scientifiche in merito. Svolge la sua attività<br />
professionale a Roma. A Unomattina collabora dall'estate del 1995. La rubrica di<br />
Estetica ha un taglio volutamente pratico. Si presentano in diretta le tecniche che la<br />
medicina estetica mette a disposizione per risolvere i frequenti inestetismi del viso e<br />
del corpo, i rimedi facili e divertenti che ciascuno puó mettere in pratica, anche da<br />
solo a casa, per mantenersi in forma. Ogni settimana si affronta un tema diverso,<br />
privilegiando la prevenzione cosmetologica, alimentare e di corretta impostazione<br />
dell'attivitá fisica, per raggiungere un benessere adeguato a ogni età.<br />
www.serravisconti.it<br />
La nuova problematica è poi quella del corpo in rapporto con sé<br />
stesso (la dimensione privata) e in rapporto con gli altri (la<br />
dimensione pubblica)…<br />
Il corpo, nel nostro tempo, coincide con il vissuto, ma il vissuto che si<br />
manifesta attraverso il corpo non è un problema solo psicologico. Gli<br />
approcci fenomenologici, antropologici, ma anche quelli della fisiologia<br />
moderna, fanno del corpo un super oggetto sui generis che contribuisce<br />
in modo costitutivo alla definizione dell’identità personale soprattutto in<br />
un’ottica relazionale, e quindi in rapporto con gli altri. Se è vero che la<br />
Medicina Estetica si pone l’obiettivo della risoluzione degli inestetismi, è<br />
vero anche che il suo scopo non prescinde dal promuovere e stimolare la<br />
costruzione e la ricostruzione di una armonia e di un equilibrio individuale<br />
attraverso l’attivazione di un programma di medicina educativa, sociale,<br />
preventiva e correttiva, curativa e riabilitativa. Le mutate condizioni di<br />
civiltà non consentono più, d'altra parte, di ignorare il crescente interesse<br />
accordato all’aspetto fisico ed all’equilibrio psichico, alla presentabilità<br />
sociale, all’armonia ambientale. La gratificazione psicologica ed il peso<br />
"pubblico" di un aspetto piacevole e di una personalità sana ed armonica<br />
risultano importantissimi. Per vivere oggi bisogna sentirsi "bene con sé<br />
stessi" a qualsiasi età e la medicina è sempre più sollecitata da pazienti<br />
che chiedono di migliorare il proprio aspetto, l'equilibrio e l'armonia<br />
complessiva per una ricerca di sicurezza personale, ma anche una<br />
necessità professionale ed una profonda esigenza spirituale. Una visione<br />
moderna della medicina estetica prevede pertanto un approccio al<br />
paziente che non tenga più conto del singolo inestetismo, ma dell'estetica<br />
del corpo nel suo insieme. Il concetto che un buon stato di salute è<br />
necessario per un buon invecchiamento per noi uomini del terzo<br />
millennio non è immediato. In mezzo ci passa la consapevolezza che il<br />
nostro benessere inizia dalla nostre abitudini di vita e dunque richiede<br />
conoscenza, costanza e convinzione: qualità ed attitudini che mal si<br />
sposano con modi e ritmi della società in cui viviamo. Occorrerebbe<br />
invece prendersi cura di se stessi anche ricominciando a farlo a partire<br />
dai piccoli gesti, dalle ormai assodate e automatiche abitudini sbagliate<br />
rimettendo al centro della miriade di compiti giornalieri il nostro<br />
benessere. L’invecchiamento è un processo inesorabile ma possiamo<br />
modularlo.<br />
Il primo approccio…<br />
Ovvio che tutto inizi a partire da un minuziosissimo check-up affinchè si<br />
indaghi sullo stato dell’organismo che anch’esso, deve concorrere ad<br />
essere migliorato qualora si presentino situazioni problematiche. Il<br />
miglioramento estetico sarà imprescindibile da una cura che parte<br />
dall’interno perché la pelle è lo specchio delle funzioni organiche e<br />
dunque del nostro benessere. La mia visita comincia da una attenta<br />
indagine che punti ad individuare squilibri alimentari, predisposizioni<br />
verso malattie, abitudini di vita nocive alla salute. Quando utile si può<br />
procedere ad una prescrizione di esami del sangue per poter “ritagliare”<br />
la giusta terapia che può comprendere indicazioni riguardanti il life style<br />
fino alla prescrizioni di farmaci se necessario. Nella maggior parte dei<br />
casi occorre migliorare l’efficienza di alcune funzioni del nostro<br />
organismo, attraverso un apporto extra di sostanze nutraceutiche, cioè<br />
con un’azione diretta sulle vie metaboliche dell’invecchiamento, presenti<br />
in alimenti freschi o se necessario supplementate. In generale la<br />
medicina estetica può ridonarci un aspetto più fresco, riposato, tonico,<br />
senza forzature o perdita dell’equilibrio estetico, ma semplicemente<br />
aiutando a sentirsi meglio nella propria pelle. La differenza la fa la<br />
persona, nella sua unicità come paziente, nella necessità di<br />
personalizzazione mirata delle terapie e nell'ottica di migliorare ma non<br />
stravolgere. Molte volte purtroppo la paziente non ha il giusto modo di<br />
anadela@serravisconti.com<br />
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“<br />
Si dice che la Medicina Estetica si pone come<br />
obiettivo la prevenzione dell’invecchiamento:<br />
assolutamente vero, ma la Medicina Estetica del nuovo<br />
millennio sta andando oltre e sta finalmente superando<br />
questo concetto. Non si corregge più per prevenire un<br />
intervento chirurgico in vecchiaia, ma si ricorre alla<br />
Medicina estetica per apparire più belli e gradevoli anche<br />
(e soprattutto) da giovani. ”<br />
Anadela Serra Visconti<br />
Anadela Serra Visconti: live un momento dello spazio dedicato alla bellezza in onda settimanalmente su RAI UNO<br />
esagerata. A volte, si perdono proprio le misure ed i pazienti chiedono una<br />
"ferillizzazione" per così dire, che mi trova spesso in disaccordo. Per<br />
questo è importante una visita ed un colloquio preventivo, che stabiliscano<br />
quello che è giusto, quello che è bello e quello che è lecito. Qualche parola<br />
in più non è tempo sprecato, evita dispiaceri da incomprensione e aumenta<br />
di molto la felicità in seguito alle giuste terapie.<br />
C’è un’etica professionale cui dunque non si dovrebbe trascendere…<br />
Certamente. Le notizie che giungono dal mondo dell' estetica ci mostrano i<br />
palesi eccessi. È il medico che deve stabilire un limite, far ragionare e far<br />
comprendere un “no”, rispetto alle richieste avanzate quando queste non<br />
rientrino nel buonsenso. Saper dire di no è forse l'atto più difficile che un<br />
essere umano può compiere in risposta ad una proposta allettante, ma al<br />
contempo non in linea con i propri principi morali. Attenersi ad un preciso<br />
codice etico, significa porsi l’obiettivo del principio di naturalezza del<br />
risultato e per ottenere questo, è necessario innanzi tutto "capire" la<br />
persona che abbiamo di fronte.<br />
Il “vade retro botox” sembra non essere più così perentorio...<br />
Tutto dipende sempre dall’utilizzo razionale e dal buonsenso. La<br />
potenzialità della tossina è con l’infuenza del movimento dei muscoli mimici<br />
sullo stato d’animo, il botox agisce infatti prevalentemente sui muscoli<br />
corrugatori, al di sopra del naso e frontali, che determinano espressioni di<br />
rabbia, tristezza, preoccupazione, paura. Bloccando i movimenti implicati in<br />
emozioni negative, quindi, si migliora la percezione che gli altri hanno della<br />
persona alla quale stanno davanti. Oggi donne e uomini chiedono un<br />
miglioramento generale del viso, non più l’eliminazione delle rughe, questo<br />
significa che medico e paziente condividono un progetto che prevede<br />
piccoli interventi non invasivi ma ripetuti nel tempo a intervalli regolari. Il<br />
desiderio, incontrando qualcuno, è di sentirsi dire «Come ti trovo bene!» e<br />
non «Che cosa hai fatto al viso?». In ogni caso, visto che si tratta di<br />
interventi a tempo determinato, è chiaro che un’opportuna routine<br />
cosmetica quotidiana si rivela alleata nel prolungarne gli effetti benefici<br />
(creme e sieri ad hoc). Non dimentichiamo che il viso è lo specchio<br />
dell’anima: comunica sensazioni, trasmette emozioni, esprime l’essenza<br />
della persona. Ridare vigore, tono ed espressività al volto significa mettere<br />
in relazione l’aspetto più vero della persona, per il nostro benessere e di chi<br />
ci sta intorno a noi. Le più recenti tecniche di Medicina estetica si orientano<br />
verso interventi minimi, mirati e graduali, che correggono gli inestetismi del<br />
viso in modo più discreto e rivolgono maggiore attenzione alla cura del<br />
volto. L’effetto di ringiovanimento complessivo che si ottiene, autentico e<br />
naturale, è praticabile grazie alla possibilità di utilizzare materiali<br />
qualitativamente innovativi con caratteristiche di riassorbibilità e con più<br />
perfezionate tecniche iniettive.<br />
Il bello è piacersi...<br />
Amare sé stessi è uno dei segreti per essere felici: è con noi stessi che<br />
conviviamo ogni giorno ed è a noi stessi che dobbiamo dar conto, nel bene<br />
e nel male. La bellezza è spesso gratificazione e un aspetto piacevole<br />
aiuta ad avere maggior fiducia in noi e nel rapporto con gli altri e con il<br />
mondo esterno. La bellezza e l’armonia delle forme e delle proporzioni<br />
sono fin dalla classicità considerate fattori di grande importanza nella vita<br />
sociale ed intellettuale dell’uomo. La moderna società, i mass media e<br />
l’allungamento della vita media hanno oggi ulteriormente accentuato<br />
l’esigenza di una immagine bella ed elegante. In un' epoca di tecnologia e<br />
d' innovazioni quotidiane, la mia scelta è sempre stata quella di privilegiare<br />
il paziente nella sua interezza personale e nella sua sicurezza. Il risultato è<br />
naturale quando la pelle è in grado di dimostrare al meglio l’età cronologica<br />
di una persona, limitando i segni legati all’invecchiamento, o quando il<br />
bilancio fra le varie componenti estetiche del viso e del corpo porta ad un<br />
equilibrio di sobrietà in armonia con la propria età ed anatomia. La parola<br />
d’ordine è dunque PREVENZIONE: sono convinta che la prevenzione<br />
dell’invecchiamento comincia da ciò che ognuno può fare di buono per se<br />
stesso.<br />
Un consiglio alle nostre lettrici, Anadela, prima di salutarci…<br />
Un consiglio? Non è mai troppo tardi per iniziare a prendersi cura di se e<br />
per vivere la gioia di abitare il proprio corpo.