28/04/2008 Campionato 33a Giornata: Girone I ... - serie d news

Sport 

Lunedì 28 aprile 2008 35 

RISULTATI E CLASSIFICA 

33ª giornata 

33ª GIORNATA 

Caserta-Castrovillari 1 - 0 

1’ st Gisonna 

Cosenza-Bacoli Sibilla 2 - 0 

5’ st Bernardi, 10’ st Bernardi 

Gelbison-Rosarno* 1 - 2 

40’pt Gonzales (G);16’st Pantano (R), 43’st Vanzetto (R) 

Ippogrifo S.-Acicatena 2 - 0 

12’ st Tortora, 23’ st Di Sabato 

Nocerina-Campobello 4 - 1 

23’ pt e 9’ st Cavallaro (N); 3’ st Cirillo (N), 

42’ st Bogliolo (C, rig.), 47’ st Di Domenico (N) 

Siracusa-Lib. Acate 1 - 1 

46’ pt Manzano (A); 44’ st Bonarrigo (S) 

S. Antonio A.-Adrano 1 - 3 

9’pt, 12’ pt e 18’ pt Catania (A); 34’ st Gilfone (S) 

Turris-Angri 3 - 3 

9’pt Artiaco (T), 24’pt Vitale (A), 34’pt Romeo (T); 

3’st Vitaglione (T),29’st Criscuolo (A),49’st Vitale (A, rig) 

Vittoria-Paternò 2 - 0 

9’ pt Dalì; 47’ st Leone 

*giocata venerdì 

SQUADRE Punti Gioc. 

TOTALE 

V N P 

Reti Totale 

F 

S 

CASA 

V N P 

Reti Casa 

F 

S 

FUORI 

V N P 

Reti Fuori 

Cosenza 77 33 24 5 4 59 17 15 1 1 42 10 9 4 3 17 7 

Sibilla Bacoli 68 33 21 5 7 57 27 14 1 1 34 8 7 4 6 23 19 

Nocerina 60 33 15 15 3 44 24 10 6 1 26 12 5 10 2 18 12 

Siracusa (-6) 55 33 18 7 8 49 29 10 5 2 25 12 8 2 6 24 17 

Angri 47 33 12 11 10 39 34 10 3 3 24 11 2 8 7 15 23 

Adrano 47 33 12 11 10 29 32 6 4 6 13 14 6 7 4 16 18 

Gelbison 46 33 12 10 11 37 42 8 6 3 21 14 4 5 7 16 27 

Libertas Acate 44 33 11 11 11 36 33 6 7 2 20 9 5 4 8 16 23 

Turris 44 33 13 5 15 32 30 8 5 4 20 12 5 0 11 12 18 

Vittoria 42 33 11 9 13 44 44 10 3 5 29 19 2 6 8 16 25 

Rosarno 40 33 8 16 9 30 29 5 10 1 19 11 3 6 8 11 18 

Acicatena 39 33 9 12 12 25 32 7 5 4 17 14 2 7 8 8 18 

Caserta 39 33 10 9 14 40 47 8 5 4 22 16 2 5 10 18 31 

S. Antonio Ab. 37 33 9 10 14 39 43 7 4 6 29 24 2 6 8 10 19 

Castrovillari 32 33 8 8 17 23 44 6 4 6 10 16 2 4 11 13 28 

Ippogrifo Sarno 31 33 8 7 18 29 50 6 5 6 20 22 2 2 12 11 28 

Paternò 30 33 8 6 19 31 56 4 5 7 15 22 4 1 12 16 34 

Campobello 21 33 4 9 20 16 51 4 5 7 10 18 0 4 13 6 33 

F 

S 

PROSSIMO TURNO 

34ª giornata 04/05/2008 - ore 15 

Acicatena - Vittoria 

Adrano - Caserta 

Angri - Siracusa 

Bacoli Sibilla - Turris 

Campobello - Cosenza 

Castrovillari - Gelbison 

L. Acate - S. Antonio Abate 

Paternò - Nocerina 

Rosarno - Ippogrifo Sarno 

MARCATORI 

21 reti: Manzo (Sibilla Bacoli, 11) 

19 reti: Cosa (Cosenza, 6), 

18 reti: Falcone (Angri, 2) 

17 reti: Di Piazza (Vittoria) 

16 reti: Polverino (Caserta, 4) 

13 reti: Gilfone (S. Antonio Ab.), Tortora (Ippogrifo 

Sarno, 2) 

12 reti: Martone (S. Antonio Ab.), Filicetti 

(Acate, 3), Panatteri (Siracusa, 1), 

11 reti: Saffioti (Rosarno) 

9 reti: Catania (Adrano), Occhiuzzi (Cosenza), 

Ferraioli 1 rig. (Angri), Mangiapane 

(Nocerina, 4), 

8 reti: Capuozzo (Caserta, 2), Fiorino 1 rig. 

(Rosarno),Bonarrigo (Siracusa, 4), Cavallaro 

2 rig (Nocerina) 

7 reti: La Porta (Paternò), Vitale 2 rig. (Angri), 

Artiaco (Turris, 1) 

6 reti: Bernardi (Cosenza), Iervasi (3 con 

l’Adrano, 3 con 2 rig. col Castrovillari), Melino 

(Acicatena), Costanzo, Mariniello 2 (Siracusa), 

Olcese 2 (Caserta, 2 con 2 rig. Con 

la Gelbison), Cicino 1 rig. (Gelbison), Dalì 

(Vittoria) 

5 reti: Crucitti A. 1 rig., Pierotti (Acate Modica), 

Amico 1 rig. (Acicatena), Danti, Ambrosi 

1 rig. (Cosenza), D'Angelo (Gelbison), 

Lattanzio, Di Domenico (Nocerina), Asero, 

Pagana 2 rig. (Paternò), Dinolfo (Sibilla Bacoli), 

Corbino (Castrovillari), Leone (Vittoria) 

4 reti: Costa 1 rig. (Acicatena), Fabio (Cosenza), 

Granozi (Gelbison ), Ianniello 1 rig., 

Rosi 2 rig., Prisco (Bacoli), Arcadio (Siracusa), 

Gaglione (Turris), Dama (Paternò), Cirillo 

(Nocerina) 

Ma con l’Ippogrifo ci sarà da soffrire 

Rosarno, la salvezza 

è molto più vicina 

Vince contro l’Acicatena e supera il Paternò sconfitto a Vittoria 

Colpo di coda dell’Ippogrifo 

Turris-Angri, pari pirotecnico. L’Adrano sbanca S. Antonio Abate 

IPPOGRIFO SARNO 2 

ACICATENA 0 

NOCERINA 4 

CAMPOBELLO 1 

SIRACUSA 1 

LIBERTAS ACATE 1 

Il Rosarno è più vicino all’obiettivo salvezza 

di ROBERTO SAVERINO 

ROSARNO – Padrone del 

proprio destino. La vittoria 

di Vallo della Lucania e la clamorosa 

quanto inattesa debacle 

interna del S. Antonio 

Abate con l’Adrano, aprono 

al Rosarno le porte della salvezza 

diretta. In casa amaranto 

non ci si può lamentare, 

anche se ci si aspettava almeno 

un pari del Castrovillari 

a Caserta, cosa che avrebbe 

consentito, domenica prossima, 

a Varrà e soci di potersi 

salvare anche con un pareggio. 

Contro l’Ippogrifo, invece, 

bisognerà vincere per essere 

sicuri di restare un altro 

anno in Serie D. Allo stesso 

tempo, le dirette concorrenti 

del Rosarno non avranno sfide 

facili, perché il Caserta si 

reca sul campo di un Adrano 

che vuole il quinto posto, 

mentre l’Acicatena ospita un 

Vittoria non ancora salvo. 

Tutto, insomma, può succedere, 

fermo restando che al 

“Giovanni Paolo II” scenderà 

in campo un Ippogrifo disperato 

e in cerca di punti utili 

per evitare la retrocessione. 

Ci sarà, insomma, da soffrire 

e parecchio, ma il successo di 

Vallo della Lucania ha sortito 

almeno un effetto da tenere 

in debito conto, e cioè che il 

Rosarno, per salvarsi, non 

deve dipendere dagli altri, 

nel senso che la sua meta 

passa per i suoi piedi. Vincendo 

è fatta. Un’altra settimana 

delicata attende così la 

formazione di Viola, che a 

Vallo della Lucania ha compiuto 

una grande impresa, 

tirando fuori orgoglio e carattere. 

Chiunque è sceso in 

campo ha saputo fare la sua 

parte. Il trainer ha azzeccato 

tutte le mosse e l’abbraccio 

collettivo col presidente 

Varrà e tutto il gruppo dimostra 

quanto questa squadra 

crede nell’obiettivo salvezza. 

Il match di Vallo della Lucania, 

visto in tv, ha confermato 

poi la compattezza della 

squadra. E poi, se è vero che 

quando si vince, così come 

quando si perde, meriti e demeriti 

sono di tutti, è doveroso 

evidenziare, in una partita 

che ha visto l’intera squadra 

dare il massimo, la nuova 

prestazione della difesa, la 4ª 

migliore del torneo. Altri reparti, 

costati fior di denari e 

composti da calciatori che 

vanno per la maggiore, si sono 

dimostrati degli autentici 

colabrodo, mentre il pacchetto 

diretto dal capitano Natino 

Varrà (che ha ben festeggiato 

la 100ª presenza in campionato 

con l’A.S. Rosarno), 

ha disputato un’annata strepitosa, 

aiutato, ovviamente, 

dal resto della squadra. 

Adesso si tratta di fare l’ultimo 

sforzo, a prescindere da 

chi scenderà in campo. 

IPPOGRIFO SARNO (4-3-3): Radunanza 

6; Sarno 6, Villacaro 7, Balestrino 6.5, 

Izzo 6; Trapani 6, Esposito 6 (30' st Zurolo 

sv), Belmonte 6; Armonia 6.5 (21' st 

D’Amico 6), Tortora 6.5 (41' st Fioraso 

sv), Di Sabato 7. In panchina: Crocco, 

Guerrera, Visone, Mercurio. Allenatore: 

Squillante. 

ACICATENA (4-3-2-1): Durante 6.5; Cutrufello 

5.5, Melino 6, Cocuzza 6, Giacobbe 

5.5; Assenzio 6 (21' st Aiello 5.5), 

Napoli 5.5 (21' st Savonarola 5.5), Nasca 

5.5; Roccazzella 6, Costa 5.5; Infantino 5 

(39' st Leotta sv). In panchina: Gravino, 

Capriglione, Festa, Russo. Allenatore: 

Foti. 

ARBITRO: Rovia di Savona. 

MARCATORI: 12' st Tortora; 23' st Di Sabato. 

NOTE: Giornata soleggiata, spettatori 

400 circa. Ammoniti: Armonia, Di Sabato 

(I), Belmonte (I), Tortora (I); Cocuzza (A), 

Giacobbe (A). Angoli 5-2 per l’Ippogrifo. 

Recupero: 1' pt; 5' st. 

SANT’ANTONIO ABATE 1 

ADRANO 3 

SANT’ANTONIO ABATE (4-4-2): Capasso 

5.5; Silva 6, Itri 5.5, Alterio 5.5, De Girolamo 

5.5 (3' st Scala 6); Esposito 5 (9' 

st Acampora 6), Cannetiello 6, Vitagliano 

6.5, Carrato 5.5 (37' pt De Rosa 5.5); 

Martone 6, Gilfone 6. In panchina: Battaglia, 

D’Auria, Ferraioli, Giorgio. Allenatore: 

Nastri. 

ADRANO (4-4-2): Cantone 6; Truglio 6.5, 

D’Angelo 6.5, Vassallo 6, Taverniti 6.5; 

Mautone 5.5 (35' st Iervasi sv), Giuffrida 

6.5, Lunetto 6, Zumbo 6.5; Trovato 6.5 

(30' st Guarino sv), Catania 8. In panchina: 

Furlan, Messina, Candido, Okolie, 

Iervasi, Pagliuca. Allenatore: Ferrara. 

ARBITRO: Marini di Roma. 

MARCATORI: 9' pt, 12' pt e 18' pt rig. Catania 

(A), 34'st Gilfone (A). 

NOTE: spettatori 1000 circa. Ammoniti: 

Alterio (S), Vitagliano (S), Cannetiello 

(S), Vassallo (A). Angoli 9-5 per il 

Sant'Antonio Abate. Recupero: 2' pt, 4' 

st. 

NOCERINA (4-3-2-1): Spicuzza 6 (30' st 

Cardamone sv); Giordano 6.5, Cirilli 6, 

Ganje 6, Mannone 6.5; Amoruso 6.5, 

Mangiapane 7 (15' st Picariello 6), Piemonte 

6.5; Lattanzio 6, Cavallaro 8 (22' 

st Di Domenico 6.5); Cirillo 7. In panchina: 

Landolfi, Angelucci, Cocuzza, Zerillo. 

Allenatore: Erra. 

CAMPOBELLO (4-4-2): Tarantino 7.5; 

Bogliolo 5.5, Impiccichè 5,5, Chemi 5,5 

(23' st Ferrara 5), Todaro 5,5; Costa 5.5, 

Faraone 5, Nardo 5.5 (6' st Barruzza 

5,5), Taormina 5,5; Fappa 5,5, Gambino 

5.5. In panchina: Luppino. Allenatore: Signorello. 

ARBITRO: Lucia Abruzzese di Foggia. 

MARCATORI: 23' pt Cavallaro (N), 3' st 

Cirillo (N), 9' st Cavallaro (N), 42' st Bogliolo 

(C, rig.), 47' st Di Domenico (N). 

NOTE: presenti circa 250 spettatori. Angoli: 

15-2 per la Nocerina. Ammoniti: Impiccichè(C), 

Bogliolo(C). Recupero: 2' pt, 

3' st. 

TURRIS 3 

ANGRI 3 

TURRIS (4-4-2): Di Candia 6; Lagnena 6, 

D’Arienzo 6, Romeo 6, Dente 6; Macari 

5.5 (41' st Cuomo 5), Federico V. 6, Somma 

5.5 (30' st Casale sv), Gaglione 6; Vitaglione 

6, Artiaco 7. In panchina: Sorrentino, 

Perna, Angri, Sepe, Casale, Federico 

G. Allenatore: Urban. 

ANGRI (4-4-2): De Rosa 6; Romano 6, 

Cacace 5.5, Manzo 6, De Sio 5.5; Galdi 

5.5 (25' st Criscuolo 6.5), Amoroso 6, 

Amarante 6, Basile 5.5 (15' st Della Femina 

6); Ferraiolo 6, Vitale 7. In panchina: 

Doriano, Criscuolo, Vezzoli, Prodomo, Di 

Costanzo, Iossa. Allenatore: Esposito. 

ARBITRO: Giordano di Siena. 

MARCATORI: 9' pt Artiaco (T), 24' pt Vitale 

(A), 34' pt Romeo (T), 3' st Vitaglione 

(T), 29' st Criscuolo (A), 49' st Vitale (A, 

rig.). 

NOTE: Spettatori 800 circa, angoli 8-1 

per la Turris. Ammoniti: Romeo (T), Gaglione 

(T), Galdi (A), Ferraioli (A) e Vitaglione 

(T). Recupero: pt 2', st 4' 

SIRACUSA (3-4-3): Fornoni sv; Savino 

4, Ginobili sv (8' pt Pellegrino 5.5), Mariniello 

6; Iodice 6, Chiariello 6, Messina 5 

(1' st Panatteri 6), Profeta 6; Arcadio 5.5, 

Bonarrigo 6, Gaudio 5.5 (18' st Strigari 

sv). In panchina: Siringo, Giurdanella, 

Diarra, Bufalino. Allenatore: Auteri. 

LIBERTAS ACATE (4-4-2): Niceforo 7; 

Montalto 6.5, Quintoni 7, Rogelio 6, 

Chiavaro 6.5; Sinicropi 6, Calabrese 6.5, 

Crucitti 6.5, Arena sv (31' pt Manzano 6); 

Filicetti 6 (40' st Vindigni sv), Gulino 6 

(12' st Pierotti sv). In panchina: Polessi, 

D’Agosta, Spadaro, Murabito. Allenatore: 

Melchionna. 

ARBITRO: Farinelli di Tivoli. 

MARCATORI: 46' pt Manzano (A); 44' st 

Bonarrigo (S). 

NOTE: Spettatori: circa 800. Ammoniti 

Pellegrino, Crucitti, Arcadio, Savino, 

Chiavaro. Espulso Savino del Siracusa. 

Angoli 5 a 3 per il Siracusa. Recuperi pt 

4'; st 4'. 

VITTORIA 2 

PATERNO’ 0 

VITTORIA (3-4-3): Saia 6; Conti 6.5, Misiti 

6.5, Bennardo 6; Privitera 6, Carrozza 

7.5, Cangiano 7, Esposito 6.5; Dalì 7 (40' 

st Fallea sv), Di Piazza 6.5 (17' st Romeo 

6), Leone 7 (48' st Cortese sv). A disp.: 

Carroccia, Santonocito, Patti, Arena. All.: 

Romano. 

PATERNO' (4-4-2): Attanasio 7; Sapienza 

6, Scalia 5 (33' st Aloe sv), Perricone 

5, Zappalà 6; Di Pieri 5, Calascibetta 7, 

Orofino 6 (39' st Cosenza sv) Asero 6; 

Dama 5 (6' st Consoli 6.5), La Porta 5. In 

panchina: Fagone Pulice, Mazzara, Platania, 

Gennaro. Allenatore: Condorelli. 

ARBITRO: Todaro di Palermo. 

MARCATORI: 9' pt Dalì (V), 47' st Leone 

(V). 

NOTE: Espulso: al 23' st Bennardo (V) 

per doppia ammonizione; al 23' st Santonocito 

(V) dalla panchina per proteste. 

Ammoniti Sapienza (P), Calascibetta (P). 

Angoli 5-4 per il Paternò. Recupero: 2' pt; 

6' st.

36 Lunedì 28 aprile 2008 

Sport 

Ore 16,49 

Bolgia al S. Vito 

Doppietta di Bernardi e via alla festa per 15 mila fan 

Apoteosi in piazza dei Bruzi da tutta la provincia 

di ALESSANDRO RUSSO 

COSENZA - La partita è appena 

finita. Sono le 16:49. Il 

grigio e nero degli ultimi anni 

lascia il posto al sole rosso 

e blù del futuro. Ci ha pensato 

Alessandro Bernardi (lo 

“Zurbriggen del Crati”), a 

mettere “ko” con un uno-due 

micidiale sotto la curva sud 

Donato Bergamini il Bacoli. 

Proprio la squadra che ha 

provato vanamente a frenare 

la corsa promozione dei Lupi. 

Una gara perfetta, l’apoteosi 

sempre sognata, quasi 

come in un film 

riuscito alla perfezione. 

In quindicimila 

hanno 

gremito lo stadio 

San Vito ed 

hanno dato una 

lezione a tutti, 

compresi coloro 

che non credevano 

in questa squadra. Festa 

popolare, finalmente un 

sorriso per la città e l’intera 

provincia che ha inteso autoplacamarsi 

vincitrice dopo 

anni di sofferenza. Una metafora 

del rilancio a trecentosessanta 

gradi. Le corse all’impazzata 

sul San Vito, i cori 

ai rivali di sempre, i calciatori 

imbandierati fino al collo. 

Dal fallimento del 2003, la 

squadra ha passato deliri negativi 

di ogni sorta. Ora è 

tempo di mettere il vestito 

della foresta, della Sila per 

essere precisi e issare il vessillo 

dei Lupi al vento, con la 

rotta dritta verso le steppe di 

Zanna Bianca. La C2 è solo 

l’inizio della scalata, come lo 

spumamte che Renato Madia, 

magazziniere di mille 

battaglie ha portato 

in campo 

per il detonatore 

alla festa. L'apoteosi 

è quella da 

far commuovere 

intere generazioni. 

Come 

quelle che si 

spengono come 

il destino, quelli che hanno 

ammirato Campanini, ma 

anche Lenzi. Coloro che il Cosenza 

lo hanno visto crescere 

e cadere nel vuoto, dal campo 

dell'Emilio Morrone al San 

Vito a ferro di cavallo. Poi la 

B e nuove emozioni. La corsa 

verso gli spogliatoi, le lacrime 

e l'orgoglio di Toscano, le 

emozioni di Occhiuzzi e Ciccio 

De Rose, il tripudio della 

Bergamini e della Catena, la 

tribuna B che dà assaggi del 

passato quando era il covo 

del tifo cosentino. I fumogeni 

nella Tribuna vip sono l’apoteosi 

e la nemesi storica. 

Quando lo speaker dello stadio 

chiamava i protagonisti a 

Tifosi sintonizzati 

da Bologna 

a San Francisco 

In tribuna 

Giancarlo Gravina 

della Figc 

centrocampo, i calciatori non 

sentivano, troppo frastuono 

e troppa gioia. E le lacrime di 

giubilo hanno fatto da contraltare 

alle teste basse del 

Bacoli Sibilla che ha potuto 

ammirare tutta la geometrica 

potenza del calcio rossoblù 

e del tifo cosentino. 

Il tappeto verde del San Vito 

sembra lo scenario di delitto 

perfetto, quello all'anonimato 

del dilettantismo. Il sindaco 

Salvatore Perugini può 

fermare il moto perpetuo nella 

tribuna numerata. E i 

quindicimila del San Vito sono 

troppo pochi per le migliaia 

che hanno 

seguito la 

sfida sulle frequenze 

di radio 

Sound e sugli 

schermi di Ten. 

I salotti della diretta 

tv e quelli 

virtuali del web, 

dalla Germania, 

dagli Stati Uniti e dall'Australia, 

le migliaia che sono 

davanti alle radioline e quelli 

che sin dalla mattina hanno 

cominciato a festeggiare con 

bandiere e drappi rossoblù. 

Si sono collegati da Bologna 

e da San Francisco, tutti con 

il sogno della promozione in 

serie C2. Materializzatasi al 

momento giusto. 

Promozione maturata lungo 

un campionato inteso come 

sfida alla storia, alle angustie 

e ai trucchetti della categoria. 

Il mix tra la saggezza organizzativa 

di Max Mirabelli 

e una società quasi mai fuori 

dalla righe. Precisa nei pagamenti, 

attenta al calcio e 

poco al gossip pallonaro, sale 

e negatività degli ultimi anni. 

La cerimonia 

della rinascita 

del calcio 

cosentino l'ha 

vista anche il 

consigliere della 

Figc Giancarlo 

Gravina invitato 

a rimettere 

a fuoco come 

una piazza rinasca dalle proprie 

ceneri. 

Questo 27 aprile 2008 se lo 

sono meritato tutti, i calciatori, 

i dirigenti, i tifosi e quelli 

che hanno creduto, sin dal 

primo istante al nuovo Cosenza. 

Che poi è il vecchio Cosenza 

1914, risorto più forte 

che mai. 

La festa dopo l’apoteosi dello 

Stadio san Vito si è spostata 

in tutta la città e poi sotto il 

Comune. Un tripudio di rossoblù, 

tra cori, canti e balli. 

Nella notte la festa è continuata 

per una Cosenza interamente 

a due colori. Ventimila 

in delirio nel segno dei 

Lupi della Sila. 

IMMAGINI DI UN TRIONFO 

Dall’alto: Delirio in curva, Cosa sventola la bandiera e la gioia degli Ambrosi brothers 

Sbornia di festa sotto la curva sud 

Negli sp 

Quas 

COSENZA - Delirio puro. Chi 

vi scrive fa la fine del collega 

Giampiero Galeazzi per lo scudetto 

del Napoli di Maradona. 

Gavettoni sul cronista con 

gioia rossoblù da tutti i pori. 

Bagnati fino al collo partecipiamo 

alla festa negli spogliatoi 

del San Vito. Il luogo sacro 

profanato solo per una volta, 

nell’orgia delle emozioni della 

promozione in C2. 

Entriamo di forza nella stanzone 

e la festa stordisce tutti. 

Gli occhi diventano un delirio 

di festa e il detonatore è il boato 

dei 15 mila che man mano 

defluiscono dallo stadio verso 

la città. Un serpentone di bandiere 

multicolori con il rossoblù 

che è un ritornello dell’anima. 

All’interno del San Vito lo 

sballo è solo all’inizio. Regnano 

i calciatori. Come il pallone 

della gara che viene requisito 

da Pino Citrigno a futura memoria. 

Il gruppo dei campioni rossoblù 

sembra una frazione 

della curva sud e della nord. 

Dei veri e propri boati a fare 

da cornice all’evento. Luca Altomare: 

«La gioia è doppia, 

per noi cosentini che vediamo 

finalmente la squadra tornare 

almeno in C2. E poi un plauso 

a questo pubblico straordinario. 

Io la serie A l’ho vista: oggi 

il clima era da massima divisione». 

I cori negli spazi degli spogliatoio 

fanno tremare le pareti. 

Umido, tra spumante, acqua 

e i protagonisti. Con i tanti 

fantasmi del passato, i calciatori 

e gli allenatori che 

campeggiano sulle foto. Sono 

quelli soliti e l’acqua vola a fiumi 

su tutti. Bagnati fradici. 

Fa capolino il sindaco Salvatore 

Perugini che rischia in un 

clima da giochi senza frontiere. 

Poi il presidente Damiano

Sport 


Donato Bergamini a fine partita: il Cosenza calcio 1914 è in C2. Fotoservizio Mario Tosti 

ogliatoi con la squadra a festeggiare per la promozione 

i come uno scudetto 

La festa a suon di gavettoni negli spogliatoio dello stadio San Vito di Cosenza dopo la promozione 

in C. A destra: Alessandro Bernardi sul lettino dell’infermeria mentre impazza la festa 

Paletta, l’ad Pino Chianello. 

Follia rossoblù con il capo 

banda che è Vincenzo Cosa, 

con tanto di idrante in mano. 

«Stannu avimu nu squadruni...». 

Ciccio polpaccio lancia i 

cori, Roberto Occhiuzzi ha le 

lacrime agli occhi, Morelli 

sembra un bimbo tanto è felice. 

Qualcuno si nasconde dalla 

furia dei festeggiamenti per 

evitare di diventare un uomoacqua. 

Sul lettino, mentre nello 

stanzone principale infuria 

la festa, il goleador Alessandro 

Bernardi si fa medicare. 

Arriviamo con microfoni e 

taccuini, ma la dilagante festa 

made Cosenza calcio vede la 

regia dissacrante di Stefano e 

Alessandro Ambrosi. Non risparmia 

nessuno (vero D’Ippolito) 

e quindi anche Bernardi 

crolla nel tranello dei cori. 

Cori al diapason, con i ragazzi, 

Napolitano, Nicoletti, Guzzo, 

Ruffolo e Curcio silenzioso 

e perbene. Partono ancora i 

cori, che sono un oceano di felicità 

dilagante. «Chi no salta 

è....». Ci spostiamo un attimo 

cercando di riparare dai continui 

gavettoni e della pompe 

d’acqua in faccia. Cori da stadio 

e boati, con la sfida lanciata 

dai calciatori ai giornalisti 

presenti. I collegamenti radio 

diventano amplificazione di 

gioia. Magazzinieri incontenibili, 

come Renato e Destan. La 

gioia della famiglia Iannucci, 

quella di Raffaele Filippelli e 

Pino Fabiano. 

Nella stanza della società 

blocchiamo anche Mimmo Toscano, 

senza un filo di voce. 

«Per il momento esultiamo - 

poi penseremo al prossimo 

campionato». Anche lui bagnato, 

come Valter Leone che 

per tutta la giornata ha gestito 

i 60 accreditati e la folla dei 

curiosi che si è accalcato ai 

margini della sala stampa. 

Anche lo speaker dello stadio 

San Vito “the voice” Carchidi 

ha ritmato l’intero campionato. 

Massimiliano Mirabelli è il 

Michelangelo della promozione. 

Stanco morto con una tutta 

rossoblù e la scritta Cosenza. 

Un capolavoro. 

al. ru. 

DALLA TRIBUNA 

Il lato bello del calcio 

Senza nomi 

sulle 

maglie 

FIN da subito si era capito che si sarebbe andati 

a finire nel pallone. La città ha vissuto la 

mattinata in un silenzio di attesa, quasi irreale. 

Ma ieri la domenica mattina è durata meno 

del solito. Tutti allo stadio, sin dalle 12, per godersi 

appieno un godimento che si aspetta dal 

marzo 2003, quando i giudici incarcerarono 

Pagliuso, e la Figc, in luglio, i sogni di gloria 

di un’intera città. 

Cinque 

anni di inferno, 

ma 

ieri era il 

giorno della 

festa. La 

strada verso 

il San Vito 

è una allegra 

via 

crucis rossoblù. 

Basta 

mettere 

piede in tribuna 

per 

capire che 

la giornata 

è speciale. 

Accanto ai 

soliti noti, 

Perugini con Tonino Tocci 

sono molte 

le facce nuove, con gli scaramantici giù a fare 

scongiuri. Il sindaco, che ad ogni partita su e 

giù per la tribuna fa più chilometri dei giocatori, 

questa volta non si è portato solo i bambini 

dei quartieri, ma tutto il suo staff da Raffaele 

Zunino a Franco Santo, da Enzo Aprile a 

Matilde Ferraro e una nutrita pattuglia di 

consiglieri, maggioranza e opposizione appassionatamente 

insieme. Franco Bruno ormai 

è ospite fisso della tribuna, anche Carlo 

Guccione ha seguito più di una partita, così la 

vera novità è l’ingresso sugli spalti di Nicola 

Adamo che non perde il suo incedere flemmatico 

neanche nella bolgia rossoblù. Spicca l’assessore 

provinciale Rosetta Console con la sua 

cerata rossa e bleu, mentre Franco Giordano è 

inappuntabile come sempre. Manca poco al fischio 

di inizio e i clown dell’associazione Gianmarco 

De Maria chiedono a tutti il cinque (per 

mille, ovviamente). 

Un tocco di allegria-solidale in una giornata 

speciale. Pino Citrigno non sta nella pelle e 

quando tutta la tribuna è coperta da un’enorme 

drappo rossoblù, manca poco che gli scendano 

i lucciconi dagli occhi. Nel primo tempo 

si soffre da matti. I Lupi sono contratti, mentre 

il Bacoli non 

ha nulla da perdere. 

E’ la serie D 

bellezza, più che la 

tecnica conta la 

forza fisica e gli 

spalti del San Vito 

sono da togliere il 

fiato anche ai calciatori 

più smaliziati. 

I novizi abituati 

ad altro calcio 

storcono la 

bocca per la partita 

che non decolla. 

Gli habitué invece 

Biagioni sotto la curva 

di MASSIMO CLAUSI 

no. Sanno cos’è la 

serie D ed hanno 

imparato ad apprezzarla. 

Una categoria che rappresenta il lato 

più genuino del calcio. Siamo lontani anniluce 

dal pallone esasperato. Qui puoi andare 

allo stadio con tua moglie e i bambini perchè 

non ci sono tifoserie rivali. Siamo lontani anni-luce 

dal pallone rovinato dal business. Non 

ci sono star qui, perchè non ci sono nemmeno 

i nomi dei giocatori sulle maglie. Non ci sono 

gli sponsor individuali e le rimesse per la diretta 

Sky; a bordo campo c’è Pippo Gatto che 

intervista i giocatori. Ma anche se non ci sono 

le serpentine dei vari Lentini, Maiellaro o Biagioni 

(ieri presente in tribuna) succede lo stesso 

che l’adrenalina monta, va subito in circolo, 

vedi una prateria aperta, sostieni con la voce 

l’ala lanciata sulla fascia, senti lo stadio 

esplodere in un applauso, anche se l’azione finisce 

in vacca con un tiro svirgolato. In fondo 

ogni città è uno stadio, ogni stadio è una città. 

E Cosenza ha espiato i suoi peccati nel purgatorio 

della Serie D e ha ritrovato se stessa. Ha 

ritrovato la curva che oltre lo zoccolo duro si è 

rigenerata di nuove presenze, è tornata ad essere 

piena, viva, pungente con il suo Tam 

Tam e Segnali di fumo. Il Purgatorio è finito, 

ci vediamo tutti a Catanzaro.

38 

Lunedì 28 aprile 2008 

Sport 

Lampi rossoblù 

Doppio Bernardi 

Primo tempo 

equilibrato 

Ospiti mai 

pericolosi 

Nella ripresa 

uno-due 

micidiale e Bacoli 

al tappeto 

COSENZA 2 

BACOLI SIBILLA 0 

COSENZA (4-4-2): S. Ambrosi 

8; Morelli 8, Moschella 

8, Parisi 8 (28' st Altomare 

8), Chianello 8; De Rose 8, 

Fabio 8; Occhiuzzi 8, Danti 

8, Bernardi 8 (12' st Perrelli 

8); Cosa 8 (26' st A. Ambrosi 

8). A disp.: Cosenza, Bacilieri, 

Zangaro, Novello. All.: 

Toscano. 

SIBILLA (3-4-1-2): Iaccarino; 

Rainone, Allocca; Zinno; 

Napolitano (30' st Foti), Costagliola, 

Dinolfo, Di Domenico 

(16' st Esposito); Ianniello; 

Lepre, Prisco (33' pt 

Manzo. A disp.: Mazza, De 

Luca, Mele, Scotto. Allenatore: 

Carannante. 

ARBITRO: Moretti di Bari. 

MARCATORI: 5', 10' st Bernardi. 

NOTE: Spettatori 15.000 

circa. Ammoniti Ianniello, 

Di Domenico, Morelli, A. 

Ambrosi. Angoli 5-3 per il 

Bacoli. Recupero: 2' pt e 0' 

st. In tribuna il consigliere 

della Figc Giancarlo Gravina. 

di ALESSANDRO RUSSO 

COSENZA - La C2 appartiene 

al Cosenza, la squadra 

più forte del torneo. Lo dicono 

i numeri e lo dicono i risultati 

degli ultimi scontri 

diretti. Due gol al Siracusa e 

altrettanti al Bacoli davanti 

ad un San Vito in formato 

serie B. Quindicimila spettatori 

non si vedono neanche 

in molti campi di massima 

divisione: lo scenario è 

quello perfetto per il primo 

passo della rinascita del calcio 

cosentino. 

La gara col Bacoli i Lupi 

l’hanno condotta con grande 

piglio, con saggezza e 

acume. Il Bacoli a tenere 

palla e il Cosenza cinico e 

fulmineo a cercare il gol. Toscano 

batte anche Carannante, 

un allenatore che si è 

fatto notare per la pretattica 

e le dichiarazioni sornione. 

Primo tempo con rarissime 

emozioni e l’attaccante Man- 

Gremite anche la tribuna numerata e la tribuna A: 15 mila spettatori 

zo che alla fine del balletto 

di pretattica si è accomodato 

in panchina. All’ingresso 

in campo ci si domanda se 

davvero la gara in programma 

fosse un match di serie 

D. Delirio rossoblù sugli 

spalti e migliaia di tifosi 

che arrivano 

fin dalla provincia. 

Si gioca 

prevalentemente 

a centrocampo 

e su 

ritmi molto 

bassi. La prima 

chance è per il 

Cosenza; dopo un cross di 

Occhiuzzi la palla arriva 

nella zona di Bernardi che 

cincischia. Al 16’ ci prova il 

bomber Cosa, ma senza costrutto. 

Il Bacoli si affida alla 

velocità di Lepre che diventa 

la punta di diamante. 

Tanto movimento ma lontano 

dai sedici metri rossoblù. 

Poi si fa male Prisco ed entra 

Manzo. Moschella gli dà 

Cosa sbaglia 

un gol facile 

nel primo tempo 

il benvenuto con un intervento 

molto deciso. L’attaccante 

napoletano ci prova 

subito su punizione che termina 

a lato. Il San Vito è un 

catino bollente. Al 34’ sembra 

gol. Come un miraggio 

e il flop finale. Il cross di Occhiuzzi 

(che in 

questa gara ha 

svariato da destra 

a sinistra 

senza dare 

punti di riferimento 

a chicchesia), 

questa 

volta dalla sinistra. 

La palla è una perla invitante 

e la parabola fa da 

contraltare al pubblico che 

si alza in piedi pronto a 

esultare. Cosa dovrebbe solo 

metterla in rete, ma clamorosamente 

la manda fuori. 

A lato. San Vito ad imprecare 

Ṡi va negli spogliatoi. Alla 

ripresa delle ostilità i Lupi 

attaccano verso la curva 

sud e lo si vede subito. Il tifo 

si alza possente e spinge la 

squadra. Traversa in avvio 

su punizione di Moschella. 

Succede che al quinto giro 

di lancette la mania collettiva 

faccia alzare in piedi l’intero 

stadio. Il cross di Occhiuzzi 

diventa 

una parabola 

magica che 

Occhiuzzi 

assist-man 

della vittoria 

termina sui 

piedi di Bernardi. 

Palla in 

rete e apoteosi. 

Uno a zero e 

San Vito in 

formato polveriera. Passano 

solo 5 minuti e i Lupi possono 

bissare e mettere il timbro 

sulla contesa e sull’intero 

campionato. E’ sempre il 

principe Roberto Occhiuzzi 

protagonista sulla corsia di 

destra; triangolo al bacio e 

cross. Al posto giusto si rivede 

ancora Alessandro 

Bernardi che di testa mette 

il sigillo del raddoppio. Poi 

esce claudicante lasciando il 

Cosenza con due piedi interi 

in serie C2. Il Bacoli è come 

un pugile suonato e il pubblico 

del San Vito diventa il 

protagonista con la festa 

che fa da cornice agli attacchi 

senza costrutto della 

squadra campana. 

Attacchi senza 

il briciolo di un 

tiro in porta. 

Solo cross e poco 

altro. In tutto 

questo a Cosa 

viene annullato 

un gol in acrobazia. Entra 

Alessandro Ambrosi che segna 

anche di pugno (alla 

Maradona, ndr) guadagnandosi 

un cartellino giallo. 

Poi la standing ovation è 

per il capitano Aniello Parisi 

che lascia il campo a Luca 

Altomare. Il Cosenza controlla 

con saggezza lo sfogo 

finale e gli ultimi strepiti 

del Bacoli Sibilla. Quando lo 

speaker dello stadio chiede 

al pubblico «di non invadere 

il campo al termine della gara», 

la festa finale è oramai 

dietro l’angolo. Il tempo di 

vedere qualche colpetto 

proibito tra i calciatori e poi 

il count down ha inizio. Renato 

Madia porta lo spumante 

formato Formula 1 

sul terreno di gioco. A bordo 

campo i ragazzi che hanno 

giocato di meno, iniziano 

la festa e saltano come se 

fossero nelle due curve. Le 

bandiere al vento nello stadio 

sono centinaia, e fanno 

le fortune dei negozi sportivi 

e delle decine di bancarelle 

che hanno gremito ogni 

angolo della città. L’ultima 

azione è dei Lupi con un funambolico 

Morelli che guadagna 

il fondo e prova il 

cross verso Alex Ambrosi 

anticipato da Iaccarino. Tra 

i due fulmini e saette a fine 

gara. 

Il Cosenza è in C2.

Sport 


Una istantanea della gara con lo sfondo della curva sud Donato Bergamini interamente gremita da oltre seimila supporter che hanno sostenuto il Cosenza nella gara contro il Bacoli che è valsa la promozione in serie C2 

Quindicimila fan e coreografia in tutto lo stadio 

Fumogenata vip 

COSENZA - Ti trovi nella zona vip e invece 

sembra di stare nella torcida rossoblù. 

A inizio gara un bandierone copre il 

settore dove la Cosenza bene e le decine 

di addetti ai lavori hanno preso posto. 

Sempre nella zona della numerata ad 

inizio ripresa sono i fumogeni rossoblù 

ad accogliere le due squadre. Cose che 

allo stadio San Vito non si erano mai viste, 

almeno nelle zone profumate del catino 

bruzio. 

La festa è iniziata dalla mattina, quando 

per tutta la città la gioia era deflagrata 

in cortei spontanei e nuove goliardie. 

Chi le feste promozioni le ha viste, almeno 

le ultime due (1988 e 1998), si è emozionato 

come al primo giorno di scuola. 

Diciamo che questa trasformazione del 

Rende in Cosenza è riuscito come un’opera 

d’arte. Complimenti ai promotori 

dello spettacolo. 

Rossoblù dilagante e scaramanzie che 

vanno a farsi benedire. I lupacchiotti sono 

tanti, le migliaia che hanno gremito 

lo stadio, quelli accompagnati dai genitori, 

come il giovanottino Massimo Coristo 

che porta il lupetto sempre dietro 

nella zona della tribuna. Mamme con 

neonati in braccio e Padre Fedele che in 

tribuna stampa duetta con l'ufficio 

stampa del Bacoli Sibilla. 

Lo stadio sembra vestito come per una 

serata di gala, neanche i Lupi festeggiassero 

la serie A. Roba da pelle d’oca, 

come quando Oberdan Biagioni sfila 

sotto tutti i settori e vengono in mente le 

cavalcate trionfali e lo spareggio di Pescara. 

Ricordate la Salernitana? L’amarcord 

è per la signora Catena, la mamma 

della bandiera Massimiliano, morto prematuramente 

di ritorno nella città dei 

Bruzi. Mamma Catena che premia i giovanotti 

vincenti. Ennio Russo, Vincenzo 

Perri e il commendatore Fuscà vanno in 

sollucchero in mezzo al campo e i ragazzetti 

delle due squadre volano sotto la 

curva sud ad ogni gol. Per la serie un 

giorno diventeremo Lupi anche noi. 

Tutti con il cuore nello zucchero, come il 

gotha del Cosenza calcio che accoglie il 

consigliere della Figc Giancarlo Gravina 

in tribuna per vedere dal vivo il miracolo 

dei 15 mila in visibilio. E voilà un 

Cosenza in formato spettacolo puro. 

Le danze sugli spalti sono spericolate e 

i 50 da Bacoli possono dirsi di essere stati 

tranquilli nella tana della capolista. 

Nessuno li nota e nessuno li sfotte. Miracolo 

da maturità calcistica. Per loro 

un giorno da ricordare. 

Gremite anche la tribuna numerata e la tribuna A: 15 mila spettatori 

Dopo le formazioni la bolgia fa emozionare 

anche il più navigato dei fan. Tutti 

in piedi come se fosse l’inno nazionale. 

Politici bipartizan allo stadio San Vito e 

un Perugini che sembrava un centravanti 

con lo scettro della classifica cannonieri 

oramai in pugno. Il ricordo dei 

tre angeli d’Amantea che hanno lasciato 

il cielo rossoblù è sempre presente. 

Primo tempo senza sussulti. Al Cosenza 

basta un punticino per volare nell’olimpo 

dei professionisti. Poi nella ripresa 

l’ululato dei Lupi diventa imponente e i 

campani d’incanto perdono i punti di riferimento. 

Doppio Alessandro Bernardi 

e Bacoli “ucciso” calcisticamente come 

quando va in scena la sindrome di Toto 

Cutugno. Ancora una volta secondi. 

Una sorta di maledizione della quale il 

Cosenza se ne infischia. Nella “sud” è 

presente uno dei massimi leader della 

curva bergamasca a sancire un legame 

indissolubile tra le tifoserie. 

Le due curve sono da sballo. Da una 

parte il muro della “Bergamini”, dall’altro 

la mentalità della “Catena”. La triade 

societaria scende in campo ad attendere 

il fischio finale. La macchineria delle riprese 

televisive è da massima divisione. 

Gongola giustamente Attilio Sabato e i 

22 uomini che hanno diffuso la gara in 

diretta e i festeggiamenti da piazza dei 

Bruzi. Radio Sound è diventata la radio 

più ascoltata di cosentini in giro per il 

mondo. Dal “barraccio” di Bologna, alla 

Germania, fino a San Francisco negli 

Stati Uniti al bar Trieste. Follia senza 

confini per i Lupi. A Cosenza il sogno è 

diventato realtà. 

al. ru. 

PAGELLE COSENZA 

AMBROSI S. (8) - Jhonny Depp. La consueta sicurezza e 

imponenza a certificare che è un pipelet di un'altra categoria. 

Vola come un felino e salta sotto la curva come uno dei supporter 

più navigati della folla cosentina. 

MORELLI (8) - Campionato memorabile per lui che è totalmente 

cosentino. Tiene con autorità la zona di competenza. 

Ci mette cuore, grinta e tanto impegno. Con Occhiuzzi 

giocano oramai a memoria e nel corso del campionato hanno 

deliziato la platea con una fascia destra grinta e qualità. Anche 

un colpo di tacco. 

PARISI (8) – Capitano. Oramai acquisito alle manie rosso e 

blù. Ogni partita la interpreta con ordine e saggezza tattica. 

Per tutta la durata dell'incontro. E anche dopo quando la festa 

diventa apoteosi. Dal 28 st ALTOMARE (8) – Chioccia per 

i giovani campioni. 

MOSCHELLA (8) - Dinamite 

verso la porta avversaria 

e sicurezza nella 

gestione della fase difensiva. 

Si posiziona con 

grinta e si propone cercando 

di essere utile ai 

tempi della manovra. 

Ivan il terribile. 

CHIANELLO (8) - 

L'ordine e il raziocinio 

nella gestione della gara 

col Bacoli e della stagione. 

Figlio d'arte... Terzino 

oppure ala quando la 

squadra lo chiama alle 

sovrapposizioni. Ha davanti 

a se ampi margini 

di miglioramento dati dalla 

giovane età e dalla costanza 

con cui lavora durante 

gli allenamenti. 

Occhiuzzi bacia la palla 

OCCHIUZZI (8) - Pianista della mediana rossoblù. Un 

campionato da incorniciare che porta in calce la sua firma. La 

città e il San Vito non lo dimenticheranno facilmente. Dalla 

bandierina con il pallone in mano, il rito propiziatorio e l'esaltazione 

collettivo. 

DE ROSE (8) – Cuore rossoblù. Esperto nonostante la giovanissima 

età, lavora con dedizione. Diga di centrocampo 

ben assortita con Fabio. Rulla determinazione da ogni poro. A 

Viareggio ha avuto la giusta copertina per esaltare qualità da 

calciatore e sincronismi d'autore. Come on Polpaccio! 

FABIO (8) - Piccolo Lampard. Lotta con determinazione e 

sbuffa come da caratteristiche. Silenzioso e efficiente come 

se avesse calcato il San Vito da sempre. Recupera molti palloni. 

Se riesce a metabolizzare la verticalizzazione delle giocate 

ha una grande carriera assicurata. 

BERNARDI (8) - Cross, assist e il solito dinamismo che lo 

caratterizza dall'inizio del campionato. Lo Zurbriggen del 

Crati sfila come un bolide e gioca in diversi ruoli. Bernardi è 

una garanzia di corsa e quantità. Gol da infarto. 

DANTI (8) - Si muove come un furetto lungo tutto l'arco della 

mediana cosentina e guizza verso la porta avversaria in 

tandem con Vincenzone Cosa. Gli manca il guizzo per fare 

male alle difese avversarie. Sbaglia ancora due gol. Cerca il 

fraseggio con Cosa e per poco non indovinando trame vincenti. 

COSA (8) – Bomber d'annata e idolo dei tifosi. Lotta e segna. 

Bomber che ha portato a suon di gol il Cosenza in serie 

C2. Corre e fa reparto,spesso da solo. Ad un passo da Campanini. 

Dal 26 st A. AMBROSI (8) - Re Alex. 

al. ru.

24 


Sport 

Una città 

in festa 

In ventimila in piazza per la promozione 

Cortei, sfilate, brindisi e cori fino all’alba 

dI ANTONIO MORCAVALLO 

DAL tramonto all’alba. Sciama senza 

sosta e senza freni il San Vito 

rossoblù. 

E’ il suo giorno, quello del Cosenza 

e dei suoi tifosi. La festa dai gradoni 

riempie le vie cittadine. Ogni 

angolo, ogni piazza, ogni macchina 

è rossoblù. Un mare senza fine che 

punta diritto a piazza dei Bruzi. Sono 

ventimila i cosentini che osannano 

i lupi. Dal pomeriggio, al tramonto, 

e fino all’alba, la città è invasa 

dai colori e dal frastuono delle 

sfilate. Con chiusura sotto i fuochi 

d’artificio e lo spumante del party 

organizzato all’acquedotto. 

Una festa infinita, a lungo attesa, 

rinviata, sperata, meritata e infine 

centrata. 

Una festa di liberazione che parte 

dal San Vito, e non può essere altrimenti. 

Il Cosenza è in serie C2. Giocatori, 

dirigenti e tifosi finalmente 

urlano e non vogliono lasciare lo 

stadio. Il popolo rossoblù c’è tutto è 

la festa può iniziare. Tutti fuori, in 

macchina, a piedi, in motorino. Tra 

trombe e clacson. Rosso su blu, blu 

su rosso: bandiere e bandieroni, 

stendardi, sciarpe, cappelli da giullare, 

fumogeni e festoni di plastica. 

Un mare immobile, che tarda a 

muoversi. Si forma un ingorgo che 

non riesce a diventare corteo, sia su 

viale Magna Graecia, che su via degli 

Stadi. Ma nessuno si lamenta. la 

festa è festa. La bolgia è davanti al 

Club rossoblù. Ogni auto viene sbatacchiata 

e avvolta nei bandieroni 

degli ultrà. Il lungo serpentone poi 

prende forma e si divide: via Panebianco, 

Roges, Commenda e Castiglione 

le mete del primo “giro”; 

piazza Europa e piazza Fera per gli 

altri. E proprio qui che la gioia diventa 

commozione. La piazza è piena 

di gente a piedi che sventola bandiere, 

dai balconi spuntano striscioni 

e sciarpe. Passa un pullman che 

viene bloccato e “imbandierato”. Poi 

è la volta di un camioncino straripante 

di tifosi e con una grossa “C” 

sul tetto, vicino allo stendardo della 

“Riforma”. Affianco c’è chi festeggia 

con un barilotto da cinque litri 

di birra. 

Dallo stadio arriva chi ha deciso di 

sfilare a piedi. Un centinaio di ultrà 

della curva sud arriva dietro allo 

striscione “Fino alla vittoria”.A 

questo punto il fiume incontenibile 

prende due vie: a piedi corteo su 

corso Mazzini, in auto sfilata a passo 

di lumaca, su viale Alimena, via 

Montesanto. Direzione piazza dei 

Bruzi. Una moltitudine. 

I 15.000 dello stadio diventano 

20.000. Anziani, bambini, donne e 

ragazzi, hanno tutti una bandiera 

in pungo o una sciarpa al collo. Innalzano 

la C2 e la portano fin sotto 

al comune. 

In piazza dei Bruzi, un coro dopo 

l’altro, un fumogeno dopo l’altro, si 

aspettano gli eroi. Parisi e compagni 

hanno un palco che li attende. 

E loro non si fanno attendere. Arrivano 

i pullman con squadra, dirigenti 

e familiari. C’è il primo assalto, 

il secondo. Con la squadra c’è anche 

il sindaco Perugini (unico contestato 

al San Vito con uno striscione 

esposto in Sud). 

La festa continua. Sono portati in 

trionfo, mentre “the voice” Carchidi, 

li chiama uno ad uno. Ambrosi, 

Occhiuzzi, Altomare, Parisi. Ogni 

nome un pezzo di C. Sfilano e saltano. 

Si abbracciano e posano per le 

foto. Una gioia immensa nei loro 

occhi e nei loro comportamenti. Diventano 

ultrà, e lanciano i cori. 

«Chi non salta è giallorosso» il più 

gettonato, quello che infiamma tutti. 

Poi tocca a Massimo Mirabelli, 

vecchio ultrà e cuore rossoblù, al 

presidente Damiano Paletta, a Chianello 

e a Citrigno. E’ anche per tutti 

loro il delirio di una piazza in attesa 

da anni. 

Sul palco salgono anche gli ultrà, 

tutti i gruppi, e Padre Fedele. «Sono 

ventotto anni che lancio il mio coro. 

Eccolo: Maracanà, Maracanà, siamo 

venuti fino a qua, e vinceremo...». 

Il tifo esplode dietro al frate 

che ringrazia «le curve Bergamini e 

Catena per la promozione» e ricorda 

come «grazie agli ultrà, da sempre 

impegnati nel sociale, a Cosenza 

sia nata l’Oasi Francescana». E 

poi ancora: «Cosenza non merita 

neanche la C2, ci devono ripescare 

almeno in serie C1. Non dimenticate 

che è stata ripescata la Fiorentina 

al nostro posto». 

Sul palco c’è ormai troppa gente, e 

i giocatori si accomodano sul balcone 

del comune. A guidare la truppa 

il portiere Ambrosi, che canta e 

sbandiera. Sotto a lui le torce, i fumogeni 

e i fuochi d’artificio. Che 

non chiudono, però, la festa Mario 

Gualtieri canta, i tifosi saltano. Poi 

la squadra va via. La meritata cena 

e poi la festa by night. A mezzanotte 

tutti all’acquedotto. Il tifosissimo, 

e responsabile dei rapporti con 

la tifoseria per la società cosentina, 

accoglie tutti alla sua “Strega”. 

Brindisi, maxischermo, torce e fuochi 

d’artificio. 

Un sonoro “grazie ragazzi” si leva 

prima dell’alba dall’alto dell’acquedotto. 

Cosenza in festa ringrazia così 

i suoi lupi. 

La festa dei tifosi a piazza dei Bruzi 

Toscano sul palco di piazza dei Bruzi e la sfilata di auto a piazza Fera

Sport 


Sopra i ventimila di piazza dei 

Bruzi. 

Sotto, i giocatori con le torce 

sul palco, e in basso a destra, 

dal balcone del Comune 

«Ma è Capodanno?» 

Cosenza incorona i Lupi 

LASCIATO il tappeto rosso 

della “Primavera” del cinema” 

Pino Citrigno sale su 

quello rossoblù della promozione. 

E’ arrivato e, detto, 

fatto. Sul palco di piazza dei 

Bruzi gli applausi sono per 

lui e per tutti gli altri dirigenti, 

che con lo staff tecnico, 

ha centrato l’obiettivo. 

E dal palco Citrigno non 

crede ai propri occhi. «Ma è 

capodanno? - dice dal microfono 

rivolgendosi ai tifosi 

- siete tantissimi». Migliaia 

come a capodanno, 

appunto. 

«Grazie a tutti», gli fa eco 

Damiano Paletta. Il presidente 

non sta nella pelle, e 

l’affetto dei tifosi, che lo assediano, 

quasi non lo lasciano 

parlare. ma c’è poco da 

dire. E’ tempo di far festa. 

Di cantare “Lupi Alè” e “Magico 

Cosenza”. 

L’ultima volta di una piazza 

invasa a tal punto da bandiere 

e festoni era per l’Italia 

campione del mondo. Ma 

era solo l’Italia, e questo è il 

Cosenza. «Sono due colori 

magici - cantano i supporter 

silani - che ci fan venire i 

brividi». 

Sopra il palco, e sotto, gli ultrà 

si fanno sentire con un 

coro dopo l’altro, e si fanno 

vedere accendendo decine e 

decine di torce. Illuminano 

a giorno piazza dei Bruzi. 

«L’avete conquistata voi» dicono 

i dirigenti, che promettono 

di non fermarsi certo 

alla conquista della C2. «Il 

Cosenza siamo noi», il coro 

di risposta. E in breve tempo 

sulla scena ci sono solo 

loro. Gli ultrà. La curva Sud 

e la curva Nord, Amantea e 

l’Alkool Group, quelli della 

Riforma e del Secondo lotto. 

Ma anche i Briganti Paterno. 

Da tutti loro il pensiero va 

«a chi non c’è più e aspettava 

questa promozione e a 

chi non può essere qui con 

noi a festeggiare». La «dedica 

va ai diffidati». Fino al coro 

di Rocchino di Amantea 

che incendia i cuori e fa 

esplodere un tifo mai stanco: 

«Chi siamo noi?». «Siamo 

i tifosi del Cosenza, siamo 

del Commando Ultrà». 

I giocatori vanno via, ma a 

loro non importa. La festa è 

la loro e se l godono tutta fino 

in fondo. Del resto ci sono 

anni di dilettantismo da 

dimenticare. 

“Game Over” innalza un ragazzo. 

Sì, il gioco è finito, 

per gli altri non ce n’è. Il Cosenza 

è primo ed è in C2. 

Una promozione attesa da 

troppo tempo. Troppo, per 

non festeggiare in modo 

sfrenato. 

“Buonanotte Cosenza”, canta 

Gualtieri, come Claudio 

Villa, ma di andare a letto 

non ne ha voglia nessuno. 

La festa continua. Per le 

strade e per i quartieri. Da 

via Popilia, a Rende, da via 

Panebianco al centro storico, 

la festa continua. 

a.mor.

28 Lunedì 28 aprile 2008 

Sport 

Toscano 

«Bellissimo» 

L’emozione dell’allenatore rossoblù 

«Davvero una sensazione stupenda» 

di ALESSANDRO CHIAPPETTA 

COSENZA – «E’ bellissimo. E’ una 

sensazione stupenda». Esplode la 

gioia ma Mimmo Toscano resta fedele 

a se stesso. Parole di giubilo, 

di esultanza convinta e meritata, 

ma nessun gesto che non ti aspetteresti 

da uno che ha dimostrato 

sul campo come si possa vincere 

senza alzare la voce, senza urlare, 

senza uscire da quello che è il suo 

stile. Finisce la partita e racconta 

che il primo abbraccio è stato «con 

Michele Napoli, con Pino Canonaco, 

con tutti i componenti del mio 

staff. Sono stati semplicemente eccezionali. 

Compagni di viaggio 

straordinari per un’avventura 

straordinaria». Corre sotto la tribuna 

centrale e manda baci. A 

chi? «A mia moglie, a tutta la mia 

famiglia che oggi è venuta a Cosenza 

per me e per assistere a tutto 

questo. Ma la promozione è da 

dedicare a tutti i ragazzi e a tutti i 

nostri tifosi. Semplicemente spettacolari». 

Una città ai suoi piedi, ai piedi 

sei suoi ragazzi. Una sensazione 

che Toscano ha già provato quando 

da giocatore col Cosenza di 

Sonzogni vinse il campionato di 

C1. «Ma non si possono fare paragoni 

– spiega – sono due cose diverse, 

emozionanti entrambe ma 

diverse. E da allenatore ovviamente 

ci sono più responsabilità, gestire 

un gruppo di persone spesso 

non è semplice ma i miei giocatori 

si sono dimostrati matuti». 

E il San Vito pieno che effetto fa? 

«Incredibile. Una cosa unica. Che 

ti spinge a dare il massimo. Questi 

tifosi sono eccezionali, lo sono 

stati per tutto il campionato ma 

oggi si sono davvero superati e ci 

hanno accompagnato alla vittoria 

sul Bacoli e alla vittoria del campionato. 

L’entusiasmo della gente 

di travolge e ti carica di responsabilità». 

Mentre parla si sentono in sottofondo 

i clacson delle auto. La festa 

dallo stadio si è riversata nelle 

strade e nelle piazze fino a tarda 

sera. Una città che era imbadierata 

di rosso e blù già da una settimana, 

dopo il pareggio di Angri. 

Voglia di festeggiare a mille. Come 

la voglia di serie C. Un campionato 

dominato con un Bacoli rivelatosi, 

come dice Toscano «degnissimo 

avversario. Anche loro hanno 

fatto un campionato da protagonisti. 

Lo abbiamo visto anche 

oggi in questa partita. Noi siamo 

stati più bravi, ci abbiamo creduto 

sempre, non abbiamo mollato 

mai. E solo oggi ho avuto la certezza 

che questo campionato lo 

avremmo vinto. Avete visto? E’ 

stata una partita vera, il Bacoli 

non ci ha regalato nulla, ma nessuno 

nel corso del campionato ci 

ha regalato niente». 

L’ambiente già in festa ha creato 

problemi di concentrazione durante 

la settimana? «Un po’. La 

squadra è stata però brava ad 

estraniarsi e a pensare solo a questa 

partita. Un merito in più. Però 

nel primo tempo siamo stati un 

po’ contratti e questo ne è una logica 

conseguenza. Dopo l’intervallo 

ci siamo svegliati e si è visto. 

Aver segnato due gol in quattro 

minuti e all’inizio della ripresa è 

stato molto importante». 

Vietato parlare della prossima 

stagione: «Pensiamo a goderci 

questa vittoria – dice ancora Toscano 

– poi ci ritroveremo con la 

società e decideremo il da farsi. Al 

momento ogni discorso sarebbe 

prematuro». 

«Una promozione 

da dedicare 

a tutti i nostri 

fantastici tifosi» 

Michele Napoli 

Napoli: «Volevamo 

conquistare la gente» 

COSENZA – Un passato da bomber e 

un presente da vice di Toscano, quelli 

di Michele Napoli. Implacabile davanti 

al portiere ieri, composto e felice oggi. 

Riceve i complimenti di Toscano, 

del suo “numero uno”, e dice: «Vincere 

il campionato così è bellissimo. Abbiamo 

sempre creduto nelle nostre 

possibilità, anche quando il Bacoli ci 

aveva raggiunto in classifica. Poi dopo 

una giornata come quella di oggi, 

nello stadio della mia città, non ci sono 

proprio parole, solo una gioia 

grandissima». 

Qual è stato il principale merito di 

Toscano? «Racconto una cosa: a luglio 

prima di partire per il ritiro, io e 

lui siamo andati sul campo, qui al 

San Vito. Era vuoto. Mimmo ha detto: 

“Speriamo di essere in grado di riportare 

la gente allo stadio”. Ci siamo riusciti 

e i risultati si sono visti. Lui è un 

allenatore che ha grandi qualità tecniche 

e umane, secondo me merita 

palcoscenici altissimi. E questo stadio, 

con tutta questa gente, queste 

bandiere rossoblù... a me sono venuti 

i brividi». 

E il segreto di questa squadra qual è 

stato? «Siamo stati bravi, secondo me, 

a tirare fuori da questi ragazzi il massimo 

della professionalità e dell’attaccamento 

a questa maglia. Così abbiamo 

creato un gruppo e via via lo abbiamo 

cementato. Ma i ragazzi sono 

stati tutti bravissimi, meritano questa 

gioia e questa vittoria del campionato. 

Speriamo che la C2 sia un campionato 

che ci regali altre soddisfazioni» 

ȧ. ch. 


Novello e Alex Ambrosi si godono lo spettacolo della curva Bergamini; Vincenzo Cosa annaffia di spumante il nostro fotografo; uno degli striscioni apparsi in curva

Sport 


Bernardi, una doppietta storica 

«Novanta minuti 

con la pelle d’oca» 

COSENZA – Due gol nel 

giorno più importante della 

stagione. Alessandro 

Bernardi mette la sua firma 

sulla storia del calcio 

cosentino. Semplicemente 

indimenticabile, per la 

città, per la tifoseria e per 

questo ragazzo di 22 anni 

che corre sulla fascia a perdifiato 

e ha anche una certa 

confidenza col gol. Guardare 

la partita di ieri per 

credere. Una doppietta da 

perderci il sonno. Poi gli 

abbracci della gente, dei 

compagni, i complimenti... 

«Mi sembra di impazzire 

dalla gioia – dice – non mi è 

mai capitato di vivere un’emozione 

così, e chissà se ne 

vivrò ancora. L’adrenalina 

era alle stelle e poi ho segnato 

due gol... non ho parole. 

Li dedico alla mia famiglia 

e a Susanna, la mia 

ragazza. Erano tutti qui 

oggi allo stadio a vedermi. 

C’era anche mio nonno, 

che a 86 anni era forse il 

tifoso più anziano oggi allo 

stadio». 

Correre sotto la curva in 

un pomeriggio così... e 

quando ti ricapita? «Noi 

giocatori non pensavamo 

che allo stadio sarebbe venuta 

tutta questa gente. Ce 

ne aspettavamo molto meno. 

I nostri tifosi ci hanno 

sorpreso ancora una volta. 

Giocare in queste condizioni 

è più difficile perchè stai 

novanta minuti con la pelle 

Alessandro Bernardi 

d’oca. E stai con un orecchio 

ai cori dei tifosi e un 

altro a quello che dice il mister. 

Però credetemi: ne vale 

davvero la pena». 

Racconta che il secondo 

gol è stato più difficile del 

primo «perchè c’è stato bisogno 

di fare il movimento 

a tagliare verso il primo 

palo, ma Occhiuzzi è stato 

bravissimo a mettere in 

mezzo all’area un pallone 

d’oro». Poi è uscito. Deluso? 

«No. Ho avvertito un 

po’ di dolore a un ginocchio 

e allora è stato meglio 

così». 

a. ch. 

Il pendolino rossoblù: «Una grande festa, è stato meglio non aver vinto ad Angri» 

Occhiuzzi: «Mi lego al San Vito» 

COSENZA – Che è felice glielo leggi negli occhi. 

Avvicini Roberto Occhiuzzi che non sai 

più come magnificarlo. Anche con il Bacoli, 

ieri, tra i migliori in campo. Due gol di Bernardi, 

due assist di Occhiuzzi. Lui però ti sorprende 

e ti fa fare la stessa faccia da pesce lesso 

dei difensori che supera in scioltezza. «Oggi 

non ho giocato io». Come scusi? «Oggi non 

ho giocato io. Ha giocato la gente. La nostra 

gente. Ci ha dato una spinta incredibile, con 

questo tifo, con questa passione. Quelli del 

Bacoli, quando siamo entrati in campo, sono 

rimasti a bocca aperta, sbalorditi. Mi sono 

convinto una volta di più che il nostro è un 

pubblico da serie A. Ha un grande merito nella 

vittoria di questo campionato». 

Altro particolare sfuggito ai più: «Ho avuto 

una crisi di pianto. Letteralmente, dopo il gol 

del 2-0 mi sono messo a piangere, tanta era la 

tensione, la gioia, l’emozione. Ma come si fa a 

rimanere freddi davanti a uno spettacolo del 

genere? Anzi, sapete che vi dico? Che è stato 

meglio non aver vinto ad Angri, così ci siamo 

potuti godere una festa come questa nel nostro 

stadio e insieme a tutti i nostri tifosi». 

Esce dallo spogliatoio vestito solo di una maglietta 

nera con una scritta rossa che dice 

“Sconvolto a vita”. Una maglietta che gli hanno 

fatto a Cetraro, la sua città. Partono i ringraziamenti 

alla famiglia, alla sorella. Racconta 

di quando, mano nella mano col papà, 

arrivava bambino da casa sua per vedere il Cosenza. 

Prendeva posto in questo stesso stadio 

che oggi lo incorona come uno dei beniamini 

assoluti. E’ assolutamente convinto di essere 

“Sconvolto a vita” e sembra quasi non vedere 

l’ora di ricominciare a giocare col Cosenza in 

C2. «Io mi lego al San Vito, non riuscirei a vedermi 

con nessun altra squadra. Vincere un 

campionato come questo, col Cosenza, al San 

Vito, è semplicemente il massimo». 

Lui qualche anno fa aveva vinto un altro 

campionato di serie D, quello del Rende targato 

Franco Giugno. Similitudini e differenze? 

«Beh - riprende il pendolino - i campionati 

vinti sono sempre belli ma qui il pubblico è da 

serie A, lo ripeto ancora una volta. I tifosi del 

Rende erano pochi ma molto calorosi. Dopo 

tanti anni in biancorosso il mio pensiero va 

anche a loro». Ma la festa, stavolta, è tutta 

rossoblù. 

Si chiude con un pensiero per uno degli amici 

di sempre, Roberto Novello «che non ha potuto 

giocare perchè aveva dei problemi a un 

ginocchio» e poi riguarda indietro: il momento 

più bello e più brutto della stagione? «Momenti 

brutti non ce ne sono stati – conclude 

Occhiuzzi – e il più bello... guardate questo 

stadio? C’è da aggiungere altro?». Il pendolino 

riparte. Stavolta non ci sono avversari da 

saltare ma solo una città da abbracciare ubriaca 

di felicità. 

a. ch. 

Roberto Occhiuzzi 


Le lacrime di Morelli sotto la curva; l’assessore provinciale allo Sport Rosetta Console festeggia la promozione in C2; Zangaro e De Rose esultano a fine partita

30 


Sport 

Mirabelli: «Vinta 

una scommessa» 

A sinistra: 

l’abbraccio 

a fine gara 

tra l’ad 

Chianello 

e il dottor 

Pino 

Canonaco 

Sotto: 

Paletta 

inondato 

dallo 

spumante 

da Pietro 

Il dg: «E’ il giorno della liberazione per la Cosenza 

sportiva. Ci aspetta una C2 da protagonisti» 

di ALFREDO NARDI 

UNO scudo contro tutto e 

tutti, il parafulmine di una 

stagione che, a dir la verità, 

di temporali ne ha visti ben 

pochi. Max Mirabelli questo 

Cosenza lo ha creato, plasmato 

a sua immagine e somiglianza 

e consegnato alla 

storia infiocchettato di rossoblù. 

A fine gara scatena 

tutta la sua energia, frasi e 

gesti repressi per un anno 

intero e la felpa con la scritta 

Cosenza in bella mostra: una 

vera e propria liberazione, 

per lui. Inondato di spumante, 

raccoglie i complimenti di 

tutti, lo fa con la modestia e 

la serenità di sempre. Qualche 

lacrima riga un viso provato 

dall’altissima tensione 

vissuta in una stagione da 

sogno. 

Torna a parlare dopo un 

lunghissimo silenzio stampa 

personale, la voce è spezzata, 

ma l’emozione non tradisce 

dubbi. «E’ stata dura - 

esordisce - la serie D è un 

campionato difficile di per 

sé, poi il girone I lo è ancora 

di più. Ma devo ringraziare i 

ragazzi e mister Toscano per 

il grande lavoro che hanno 

fatto. Questa promozione se 

la sono guadagnata con 

grandi sacrifici. Un lavoro di 

gruppo eccezionale e colgo 

Massimo Mirabelli festeggiato da Moschella e Novello 

l’occasione per ringraziare 

tutti, a partire dai magazzinieri 

e dallo staff medico fino 

ad arrivare alla società. Ma 

permettetemi soprattutto di 

dire grazie ai tifosi, impagabili 

per tutta la stagione, e 

poi alla stampa. Si è remato 

tutti nella stessa direzione. 

Oggi è il nostro giorno della 

liberazione, il Cosenza lascia 

una categoria d’inferno, anche 

se la C2, e lo ribadisco, 

non è certo il paradiso». 

La mente vola al giorno in 

cui il progetto Cosenza prese 

il via, la scorsa estate. Intenti 

e programmi rispettati, una 

pianificazione perfetta. «Il 

momento più brutto è stato 

proprio quello - continua Mirabelli 

- e cioè il parto di questa 

società. Il vero problema 

era mettere in piedi tutta 

l’organizzazione e conquistare 

la fiducia della gente. 

Oggi, invece, è il giorno più 

bello. Per me è una soddisfazione 

enorme, mi sembra ancora 

impossibile, ma siamo 

qui, siamo in C2. Finalmente. 

Una di quelle gioie che si 

vive poche volte nella vita». 

Mirabelli, per natura, non 

ama stare al centro dell’attenzione. 

Figuriamoci prendersi 

dei meriti. «Credo nel 

lavoro - dice - abbiamo iniziato 

con una scommessa, Mimmo 

Toscano, e l’abbiamo vinta. 

Ma tutti i giocatori hanno 

dato risposte importanti». 

Il futuro sembra lontano, 

ma poi tanto tanto non lo è e 

la gente è curiosa. Mirabelli 

continua la sua avventura in 

rossoblù? «Io sono onorato 

di questa esperienza, paragonabile 

a nessun’altra. Ma 

non sono amante delle poltrone. 

Io voglio vincere e la 

C2 dovrà essere affrontata 

da protagonisti. L’intento 

della società è questo. Naturalmente 

non farei mai un 

campionato da comparsa». 

Max passa e chiude. Ma è 

tranquillo, sa che il suo futuro 

è legato a doppia mandata 

a quello del Cosenza. Per 

una C2 da protagonisti. Che 

la festa abbia inizio. 

Citrigno: «Realizzo un sogno» 

Pino Citrigno portato in trionfo dai due fratelli 

Ambrosi 

ORA ANCHE lui potrà vantare di aver 

scritto un film da Oscar e la battuta 

viene spontanea: né in bianco e nero 

né a colori, ma solo a luci rossoblù. Pino 

Citrigno dopo il 90’ è contratto, vive 

ancora la tensione della partita, ha 

le lacrime agli occhi, ma quando attacca 

a parlare è un fiume in piena, che 

rompe tutti gli argini e travolge chi 

gli sta intorno. Lo è sempre stato, per 

la verità, ma ieri quel fiume si è riversato 

nel mare colorato 

del San Vito diffonendo 

Il vicepresidente 

«Il mio grazie 

va a tutti i tifosi» 

passione allo stato puro. 

Gli sforzi iniziati nel 

mese di giugno del 2007 

si sono trasformati in un 

sogno per tutta la città. 

«Meglio di così non poteva 

andare - attacca - e voglio 

ringraziare di cuore i nostri meravigliosi 

tifosi e la stampa. La loro 

opera è stata eccezionale. L’entusiasmo 

ci sta travolgendo e per noi è la 

realizzazione di un sogno, ma eravamo 

convinti del risultato. C’era un’idea 

precisa, un progetto studiato nei 

minimi dettagli e poi anche la fortuna 

ci ha dato una mano. La mia dedica 

personale va ai tifosi, agli ultrà, ma 

anche a tutti gli altri. Cosenza meritava 

molto di più di una serie D». 

Tifosi che sono stati vicini alla squadra 

e alla società fin dal primo giorno. 

«Siamo partiti tra tante diffidenze e 

gli unici che ci hanno sostenuto dall’inizio 

senza riserve sono stati i nostri 

tifosi. Insieme abbiamo riportato Cosenza 

tra i professionisti e siamo 

pronti a insistere». 

E proprio come con Mirabelli, il tema 

di ciò che sarà del vessillo rossoblù da 

oggi in poi fa capolino tra le mille domande 

di tifosi in delirio e addetti ai 

lavori. «Stiamo già programmando 

la serie C2, 

a giorni ci dovremo vedere 

con gli altri membri 

della società. Personalmente 

penso a una C2 solo 

a vincere, non intravedo 

alternative. L’anno 

prossimo vogliamo ripetere 

questa meravigliosa festa, in uno 

stadio se possibile ancora più caloroso. 

La C1 è il nostro obiettivo, Cosenza 

lo merita, ma merita anche molto di 

più. La partita? Beh, il primo tempo 

eravamo contratti: non era certo una 

gara come tutte le altre, ma nella ripresa 

la squadra si è sciolta. Poi sono 

arrivate quelle due perle di Bernardi a 

coronamento di un campionato, il 

suo, da vero protagonista. Il Bacoli ha 

partecipato alla nostra festa». 

a. n. 

Il segretario: «Dedicata a mio padre» 

Paletta e Chianello show 

«Una giornata storica» 

Mangiarano entusiasta 

DAMIANO Paletta taglierà 

i baffi. Lo aveva promesso 

in caso di promozione 

e nei prossimi giorni, 

lo ha confermato anche 

ieri, l’evento si realizzerà. 

Non sappiamo se Pino 

Chianello deciderà di 

seguirlo a ruota. Certo è 

che presidente e amministratore 

delegato del Cosenza 

al triplice fischio finale 

sono letteralmente 

esplosi con il resto del San 

Vito. Con il cuore in gola e 

l’emozione di un sogno 

che si realizza, si tuffano 

tra la folla festante e, successivamente, 

si precipitano 

negli spogliatoi per 

ricevere il rituale bagno 

di spumante. A vederli così 

fradici è 

roba quasi 

da non crederci, 

per 

due persone 

molto distinte 

nella vita 

di tutti i 

giorni. 

«Giornata unica - esordisce 

il presidente Paletta - e 

molto emozionante. Finalmente 

abbiamo coronato 

un sogno: riportare 

il Cosenza nel calcio che 

conta. Tutto questo ci 

inorgoglisce e ci fa riflettere 

su quanto ancora meriti 

la tifoseria rossoblù. 

Lo spettacolo visto oggi 

sugli spalti riporta alla 

mente tanti eventi belli 

del passato: è una passione 

che ti porta altissimo. 

Oggi il Cosenza è risorto 

insieme alla sua gente». 

Lecito chiedere proprio 

al presidente in prima 

persona cosa riservano i 

prossimi mesi alla gente 

rossoblù. Se in altre parole, 

è lecito attenderso altre 

soddisfazioni. «Siamo obbligati 

- dice convinto - 

dobbiamo riproporci in 

maniera vincente. Non 

possiamo e non vogliamo 

fare altrimenti». 

Chianello non sta nella 

pelle. Che rivincita, la 

«Obbligati 

a continuare 

a vincere» 

sua, contro il Bacoli. «Siamo 

consapevoli di aver 

firmato una pagina di 

storia per la città di Cosenza 

e i suoi sportivi. Dedico 

questo splendido 

campionato a chi oggi 

non c’era e ai presidenti 

che ci hanno preceduti 

nella storia rossoblù. Il 

momento più bello? 

Quando questa città ci ha 

accettati. E a questa città 

oggi promettiamo di sederci 

a tavolino e programmare 

per fare ancora 

qualcosa di importante. 

Il nostro dovrà essere 

un torneo di C2 a vincere». 

E se a tenere le fila della 

società c’erano persone 

come Paletta, 

Chianello 

e Citrigno, il 

rapporto tra 

la stessa società 

e giocatori 

ha avuto 

il privilegio 

di essere 

curato da un altro ragazzo 

di grandi prospettive: 

Giuseppe Mangiarano. 

Sognava questo giorno 

da tempi non sospetti. Da 

anni. Ce lo aveva confessato 

tante volte. Oggi 

quel sogno è diventato 

realtà. «Voglio subito ringraziare 

Massimo Mirabelli 

per la grande opportunità 

che mi ha regalato 

- dice Magiarano - La vittoria, 

dal punto di vista 

personale, la dedico a mio 

padre che non c’è più e a 

tutti i tifosi del Cosenza 

che non sono più con noi. 

Quelli che hanno pianto e 

sofferto per il Cosenza e 

che ora non possonon godersi 

questa festa meravigliosa. 

Quello realizzato 

in questa stagione è un 

capolavoro. Tutto è riuscito 

bene perché tutti hanno 

fatto il loro dovere. 

Personalmente, il culmine 

di dieci anni in cui collaboro 

con Mirabelli». 

a. n.

32 


Sport 

La formazione del Cosenza scesa in campo dal 1’ contro il Bacoli: insieme ai giocatori rossoblù i tanti bambini che hanno fatto da mascotte alla partita dell’anno

Sport Lunedì 28 aprile 2008 35 

Perugini sicuro 

«Non finisce qui» 

«Ho fatto solo il mio dovere: da oggi in poi 

risaliremo la china dopo le ingiustizie» 

di MARIA F. FORTUNATO 

Perugini esulta negli spogliatoi: il Cosenza è in C2 

NEL suo curriculum di tifoso, Salvatore 

Perugini vanta 50 anni di 

stadio. Il nonno, Salvatore sr, fu 

presidente del Cosenza Calcio. E fu 

lui, insieme a Massimo Cavalcanti, 

a volere lo stadio San Vito, concepito 

per scaramanzia a ferro di cavallo. 

Il 1° giugno 1960, a pochi giorni 

dalla sua scomparsa, la giunta comunale 

deliberò l’intitolazione del 

nuovo impianto alla sua memoria. 

In realtà a quella delibera non è stato 

mai dato corso. Né la famiglia 

Perugini ha mai avanzato pretese: 

non sarà una targa che non c’è a 

dare meno valore a una storia. Lo 

stesso sindaco, nella chiacchierata 

post promozione che ci concede, 

non ne fa menzione. 

Sindaco, che ruolo ha avuto nel 

nuovo corso del Cosenza? 

«Ho fatto solo il mio dovere. Dopo 

la precedente indecorosa stagione, 

sono stato chiaro con i dirigenti 

precedenti: ho detto che in assenza 

di un progetto serio non avrei concesso 

lo stadio. Da lì, con loro, nessun 

altro contatto. Poi sono arrivati 

dei nuovi imprenditori interessati a 

rifondare. C'è stato un rapporto 

schietto e non ho esitato a concedere 

lo stadio». 

La C2 sarà il trampolino di lancio 

verso un grande ritorno del Cosenza? 

«Credo proprio di sì. Ne parlavo 

alcuni giorni fa con il direttore generale. 

Mi è parso chiaro che gli 

obiettivi della società non si fermano 

a questa promozione, ma da qui 

si risalirà la china, dopo l’ingiustizia 

subita anni fa. La C2 è una categoria 

impegnativa, certo, ma la società 

si è sempre dimostrata aperta 

ad accogliere nuovi contributi. Senza 

dimenticare però che i protagonisti 

di questa straordinaria vittoria 

sono loro, insieme al mister Toscano, 

scommessa vinta da Mirabelli, 

alla squadra e ai tifosi». 

Lei ha parlato di ingiustizia. La 

Lega ripagherà il Cosenza com’è 

accaduto con altre società? 

«Il Cosenza 

in quel momento 

ha pagato 

anche 

una vicenda 

penale in corso, 

che ha fatto 

sì che da 

parte federale 

non ci fosse 

alcuna possibilità 

di salvezza. 

Ora 

siamo in C2 e 

se ci fosse un 

minimo spiraglio 

il Comune 

sarebbe 

pronto a fare 

la sua parte». 

Da dove nasce 

la sua nota 

scaramanzia? 

«L’ho ereditata da mio nonno. 

Quando andavo al “Morrone” con 

lui, il rito era questo: mio nonno seguiva 

la partita da dietro un cancello, 

dal lato di via Acri, mentre io da 

dietro la porta insieme allo storico 

comandante dei vigili Raffaele Verbari. 

Al S. Vito, in tribuna, ho sempre 

passeggiato avanti e indietro: 

seguo il Cosenza quando attacca, 

vado dall’altra parte quando si difende. 

Poi, per esempio, mi vesto 

sempre allo stesso modo. E infatti 

con la Nocerina mi ero vestito in 

modo diverso…». 

Giovanni 

Pagliuso 

nei pressi 

del Sanvitino 

subito 

dopo 

la partita 

col 

Bacoli 

Pagliuso: «Ci sono 

le basi per risalire» 

ESULTANO tutti i tifosi ed esulta 

anche uno degli storici presidenti 

della squadra di calcio rossoblu. 

Paolo Fabiano Pagliuso, legato 

a doppia mandata alla storia 

del Cosenza calcio 1914, ultimo 

patròn ai tempi della serie B 

dopo la cancellazione della squadra 

e l’inferno del dilettantismo. 

Lo raggiungimao a fine gara dopo 

la promozione della squadra 

in serie C2. «Dall’inizio mi sono 

accorto subito che le persone che 

gestiscono la società erano più 

serie di quelle che hanno gestito 

la squadra rossoblù dopo la serie 

B. Si è visto a chiare note che avevamo 

un organico di serie superiore, 

gestito da persone serie 

che sono riuscite a mantenere la 

calma anche nei pochi momenti 

di difficoltà». 

Carrellata di emozioni e protagonisti. 

Pagliuso individua coloro 

che meritano la palma d’oro. 

«Intanto - sottolinea l’ex patron - 

un plauso a tutto il gruppo dei 

giocatori, al tecnico, ai dirigenti, 

al direttore sportivo. I punti di 

forza sono stati, la compattezza 

della dirigenza e l’organico che 

sicuramente era all’altezza dell’obiettivo 

prefissato. E poi il capitolo 

dei giovani. Ne ho visti tanti in 

campo e tutti buoni. Ci sono tre o 

quattro ragazzi eccezionali, da 

Chianello a De Rose, Danti, Fabio. 

Mi hanno fatto un’ottima impressione. 

Sono delle ottime promesse 

che possono essere l’intelaiatura 

della squadra per la 

prossima stagione e cominciare 

la scalata alla serie B, la categoria 

che merita la città e meritano 

anche i tifosi». 

Appunto il pubblico. Pagliuso 

apre una finestra sulla passione 

sportiva della città e dell’intera 

provincia. «Il pubblico è stato un 

altro degli elementi fondamentali 

di questa stagione sportiva. 

Questo calore che il pubblico non 

ha fatto mancare mai alla squadra 

ha fatto sì che siano stati superati 

i pochi momenti difficoltà. 

La squadra va sempre sostenuta, 

anche quando non va bene. Sono 

fiero e contento del ritorno tra i 

professionisti. La società, la 

squadra e il pubblico hanno svolto 

un ruolo importantissimo e 

speriamo che continui come 

hanno sempre fatto tranne in 

qualche momento nel periodo finale 

della serie B. Il gioco del calcio 

deve essere dato a degli spettatori 

interessati, se non ci sono 

loro non ha senso programmare. 

Una raccomandazione che 

faccio al pubblico di Cosenza è 

questa: solo attraverso il connubio 

tra squadra e passione popolare 

si possono raggiungere 

grandi traguardi. E il prossimo 

anno possiamo vincere ancora e 

passare in serie C1». 

Finale sulle tentazioni di tornare 

a occuparsi di calcio. «E’ una 

brutta malattia… Il calcio è come 

una droga, uno che è vissuto 

una vita nei campi non può farne 

a meno. Sicuramente quando 

avrò finito i miei problemi tornerò 

fedele e vicino allo sport che 

amo tantissimo». 

al. ru. 

Padre Fedele: «Felice sì, ma aspetto di lottare per la serie A» 

di ROBERTO GRANDINETTI 

UNA DELLE prime cose che ha fatto dopo 

aver riassaporato la libertà, è stata quella di 

ritornare nella “sua” curva sud. Era il 21 ottobre 

scorso. Il Cosenza ospitava la Gelbison, 

poi travolta per 6-0. I suoi ultrà lo accolsero 

alla grande e lui, sciarpa rossoblù in mano, li 

ringraziò a suo modo, intonando e dirigendo 

il classico «Maracanà-Maracanà, siamo venuti 

fino a qua, e canteremo e grideremo Forza 

Cosenza alè alè …». Un coro che padre Fedele 

Bisceglia, perché di lui stiamo parlando, avrà 

cantato centinaia di volte in più di 25 anni di 

militanza in curva. «Quando intonarono “Padre 

Fedele uno di noi” - ricorda - mi sentii veramente 

felice e amato dai tifosi e dalle loro famiglie». 

Quella decisione di recarsi allo stadio 

gli costò un duro richiamo da parte dei padri 

Cappuccini: «Se ritornassi indietro lo rifarei. 

La fratellanza e l’amore per il prossimo non 

vanno predicati solo dagli altari». 

Anche lui ieri ha gioito per la promozione 

del Cosenza:«Mi sembra una cosa naturale 

che sia ritornato tra i professionisti. Una cosa, 

però, tengo subito a precisare: a me la C2 

sta già stretta. Noi siamo abituati a ben altri 

palcoscenici, e non certo a quelli avvilenti dei 

campetti di terra e di periferia. Oggi gioisco, 

però sarò veramente contento solo quando ritorneremo 

di nuovo a combattere per la serie 

A. Fino a quel momento il mio cuore resterà 

silente». 

Silente, ma gonfio di rossoblù. Come quando 

guidò, prima della sua brevissima esperienza 

di presidente del Cosenza (l’anno successivo 

a quello della retrocessione dalla B, «il 

più triste della mia vita da tifoso») una rumorosa 

e imbandierata delegazione a Roma, dinanzi 

alla sede della Figc, per chiedere il ripescaggio 

in serie B. Come è noto i vertici favorirono 

la Fiorentina, che dalla C2 era appena 

salita in C1. E padre Fedele se l’è legata al dito: 

«Carraro ci ha fatto uno sgambetto. E poi 

non dimenticherò 

mai quello 

che ci disse 

Campana (presidente 

dell’Associazione 

italiana 

calciatori, 

ndr), e cioè “se 

il Cosenza viene 

iscritto in C1 mi 

faccio Papa”. 

Una frase blasfema, 

che mi è 

rimasta nel 

cuore e nella 

mente. Per questo 

non sarò 

davvero felice 

fino a quando 

non ritorneremo 

almeno in 

B». 

E qui fioccano 

i ricordi, che riportano 

alla 

promozione del 

1988. E’ stato quello, calcisticamente parlando, 

uno dei periodi che padre Fedele ricorda 

con più piacere: «Il mio ricordo più bello è il 

rientro a Cosenza dopo quel pareggio (0-0) a 

Monopoli, che ci diede il pass per la B. Pioveva. 

Scesi sul terreno di gioco e mi inginocchiai 

al centro campo». 

Poi le partite in serie cadetta, tra le quali un 

combattuto Cosenza-Bari, che vide i “Lupi” 

vincere per 1-0. 

Quel giorno 

Bolchi, allenatore 

dei pugliesi, 

se la prese proprio 

con padre 

Fedele, criticandolo 

per il suo 

comportamento 

a suo dire poco 

attinente al 

“saio” che indossava: 

«Durante 

il riscaldamento 

stuzzicai 

i giocatori 

del Bari, dicendogli 

che avrebbero 

perso. Cavazzini 

(un calciatore 

biancorosso, 

ndr) mi 

mandò a quel 

paese, e io, da 

ultrà purosangue, 

rispedii al 

mittente. Tutto qui e nulla di più…». 

Anche oggi, e malgrado la sua frequentazione 

in curva non sia più assidua come una volta, 

elogia i suoi fratelli “ultrà”, e in particolare 

quelli di vecchia data: «Con loro - ricorda - abbiamo 

fondato l’Oasi Francescana. In quegli 

anni in curva si pensava solo a tifare. Mi ricordo 

che la sera prima della partita mangiavamo 

insieme per poi preparare le bandiere. 

La droga non esisteva. Se oggi in curva qualcuno 

la usa è perché manca un’anima che li 

guida». 

Padre Fedele va ancora orgoglioso dello striscione 

che, nei bei periodi della B, prendeva in 

lunghezza tutta la tribuna b dello stadio “San 

Vito”: «C’era scritto “Amiamo lo sport, combattiamo 

la violenza” ed era firmato mensa 

dei poveri. In quegli anni, su iniziativa delle 

associazioni “Donato Bergamini” e “Donne 

rossoblù”, accoglievamo le tifoserie ospiti con 

un omaggio floreale». 

E poi l’iniziativa degli incontri con tutte le 

tifoserie d’Italia, iniziativa che ebbe tanta eco, 

con padre Fedele che finì anche sulle reti Rai, 

intonando, sciarpa rossoblù in mano, il suo 

mitico “Maracanà”. Bei tempi, insomma, 

prossimi a ritornare. Come ritorna il derby 

col Catanzaro: «Io spero ancora - risponde 

però - che veniamo ripescati in serie C1. Così 

lo scavalchiamo direttamente …». E, poi, alla 

domanda su una formazione che ama ricordare, 

inizia a canticchiare una canzone coi nomi 

dei calciatori di un Cosenza degli anni ‘50. 

Cuore silente, ma sempre innamorato…e da 

ieri un po’ più felice.

36 


Sport 

Simoni, Marino, Lombardo, Galeazzi, Lucchetti, Urban e Padovano in estasi 

Tutti pazzi per il Cosenza 

Il coro è unanime: «Finalmente siamo in serie C» Donato Bergamini 

di FAUSTO NARDI 

C...SIAMO anche noi! Sono 

passati 20 anni tondi tondi, 

dalla storica promozione del 

Cosenza in serie B. Un salto 

di categoria atteso 25 anni. 

Gli indimenticabili eroi di 

quell’annata sono rimasti e 

rimarranno nei cuori dei 

tifosi rossoblù. Ricordate la 

mitica formazione di allora? 

Simoni, Marino, Lombardo, 

Castagnini, Schio, Giovanelli, 

Galeazzi, Bergamini, Lucchetti, 

Urban, Padovano. Undici 

leoni che hanno cucito 

sulla pelle il rosso e il blu e 

Sergio Galeazzi 

che parlano del Cosenza e di 

Cosenza perchè venti anni fa 

sono entrati nella storia lo 

saranno per sempre, parte 

integrante della città con un 

posto in prima fila nel cuore 

dei cosentini. 

Il coro è unanime: «Finalmente 

siamo ritornati tra i 

professionisti». Non si sono 

mai distaccati da quel senso 

di appartenenza, tant’è che, 

fin da quando sono andati 

via dalla Calabria, hanno 

sempre seguito le sorti dei 

rossoblù. Soprattutto nell’ultimo 

anno, accompagnando 

la cavalcata dei ragazzi di 

Mimmo Toscano incollati come 

dei ragazzini al televideo. 

SERGIO GALEAZZI. Mitico 

“Settepolmoni” della fascia 

destra, vive ad Arona, in 

provincia di Novara, che si 

affaccia sul Lago Maggiore. 

Claudio Lombardo 

Gigi Simoni 

Sergio ha intrapreso la carriera 

di allenatore e lo fa con 

ottimi risultati nell’Eccellenza 

piemontese con la Castellettese. 

In più ha una scuola 

calcio, l’“Accademia Inter”. 

«Siamo tornati tra i professionisti. 

Conta solo questo. 

Un’incubo durato 5 anni, ma 

che adesso è finito. La domenica 

sera, la prima cosa che 

faccio è vedere cosa ha fatto 

il Cosenza. Il mio augurio 

che il Cosenza torni presto 

nelle categorie che gli competono, 

perchè per la città ed 

i suoi tifosi, queste categorie 

sono una tristezza. Un mio 

futuro a Cosenza? Lì ho lasciato 

il cuore, anche se per 

quello che ho dentro per la 

gente, forse è anche troppo 

riduttiva qualsiasi mio aggettivo 

o parola. Poi mia moglie 

è di Cosenza (Marina, 

ndr) e quasi ogni anno torno 

con un piacere immenso. 

Non escludo che un giorno 

potrei tornare a vivere a Cosenza 

e per sempre. Poi chissà...». 

CLAUDIO LOMBARDO. 

Grande cursore sulla fascia 

sinistra. Chi non ricorda il 

palo colpito nella gara contro 

l’Udinese al San Vito, nella 

stagione 88-89 che negò al 

Cosenza il salto in serie A? 

Anche lui fa l’allenatore ed 

anche lui con ottimi risultati. 

Infatti lo scorso anno ha vinto 

il campionato di Promozione 

lombarda con l’ODB 

Valle Salimbene e quest’anno 

ha raggiunto da tempo la 

salvezza. Anche lui è arrivato 

a Cosenza per merito di 

Maurizio Lucchetti 

Roberto Ranzani e Giusto 

Lodi. 

«Quando si parla di Cosenza 

mi batte il cuore. Finalmete 

siamo tornati tra i professionisti. 

Auguro ai miei tifosi 

(testuale), di poter gioire 

sempre come 20 anni fa, perchè 

lo meritano veramente. 

Gli anni che ho trascorso in 

Calabria sono quelli più significativi 

ed importanti della 

mia vita calcistica e non. 

L’entusiasmo della gente ti 

contagiava. Un esperienza 

che non si cancella, così intensa 

che non la si riesce a 

far capire a chi non l’ha vissuta. 

Sa la cosa più bella che 

mi è successa? Poco tempo fa 

a Milano un ragazzo, sicuramente 

di Cosenza, mi ha riconosciuto 

e mi ha detto: 

“Lombà, chiru palu mannaia, 

trema ancora». 

Michele Padovano 

Ciccio Marino 

GIGI SIMONI. Portierone 

rossoblù entrato per sempre 

nei cuori dei tifosi rossoblù. 

Adesso Gigi lavora con il 

Messina come preparatori 

dei portieri del settore giovanile. 

A scoprirlo manco a dirlo, 

ancora lui, Roberto Ranzani, 

in un campetto di terra 

battuta mentre si allenava 

con Ferroni, poi sceso anche 

lui a Cosenza come secondo 

di Gianni di Marzio. 

«Sono stati gli anni più belli 

della mia vita, meravigliosi, 

indescrivibili, da brividi. 

Tanti sono i ricordi che non 

potrò cancellare neanche per 

un solo secondo dalla mia testa. 

Voglio augurare il mio 

più grande in bocca al lupo a 

tutti i tifosi rossoblù con la 

speranza che le nostre strade 

un giorno possano incontrarsi 

di nuovo per provare 

le stesse emozioni». 

MAURIZIO LUCCHETTI. 

Un centravanti vecchio 

stampo, elegante e pericolosissimo 

sotto porta. Chi non 

ricorda i suoi pesantissimi 

gol? Il baffuto Maurizio, anche 

lui, è rimasto nei cuori 

dei cosentini. E’ da un pò che 

fa l’allenatore. Un allenatore 

corteggiato da diverse squadre. 

Dopo aver concluso un 

campionato in C2, in maniera 

egregia con il Pergocrema, 

ha vinto 4 campionati 

consecutivi in Eccellenza Veneta. 

L’ultimo prprio quest’anno, 

con qualche giornata 

d’anticipo sulla panchina 

della Nuova Veronese che è 

approdata in serie D, conquistando 

ben 75 punti. 

Alberto Urban 

«Seguo il Cosenza ed i suoi 

campionati da quando sono 

andato via. Non può stare 

nei dilettanti. Non è possibile. 

Ho visto la gara con il Siracusa 

con la curva tutta piena. 

In tutta la serie D, queste 

cose non esistono, sono di un 

altro pianeta. Ai tifosi auguro 

di prendesi tante rivincite, 

non facendo mai cedere la 

passione verso la squadra e 

la società. La stessa passione 

che ci avete trasmesso venti 

anni fa. Se verrei a Cosenza, 

magari come allenatore? 

Certo. A piedi. Anzi, strisciando 

(testuale)». 

MICHELE PADOVANO. 

Emozioni. Tante, grandissime 

ed incancellabili ce le ha 

regalate anche lui, che ha 

fatto una carriera migliore 

rispetto ai suoi compagni di 

quell’anno, militando in una 

squadra come la Juventus. 

Dopo essere stato ds di Torino 

e Reggiana, un guaio giudiziario 

lo ha frenato, ma è 

pronto a tornare in campo e 

più determinato di prima. 

«A Cosenza ho lasciato tanti 

amici e tanti ricordi. Lì sono 

cresciuto sia come calciatore 

che, soprattutto, come 

uomo in un ambiente meraviglioso. 

Cosenza, sia io che i 

miei ex compagni non se la 

possono dimenticare. Ai tifosi 

rossoblù auguro di tornare 

presto nel calcio che conta. 

Anche la serie C sta stretta a 

questi tifosi e a questa città». 

CICCIO MARINO. Cosentino 

doc. Terzino tutta grinta. 

Maglia incollata sulla pelle. 

«L’entusiasmo di quegli anni 

è stato indescrivibile. Ricordi 

i brividi addosso a me e 

a tutti i miei compagni quando 

siamo saliti da sottopassaggio 

nella gara interna 

con la Nocerina. Un’emozione 

incredibile. Tornando ai 

giorni nostri, finalmente dopo 

cinque anni, siamo ritornati 

tra i professionisti. Un 

plauso va alla dirigenza, seria 

e competitiva. Un anno 

dove finalmente non si è parlato 

di stipendi non pagati e 

di problemi vari. La società 

ha lavorato alla grande e 

continuerà a farlo». 

ALBERTO URBAN. Moto 

perpetuo. Il buon Alberto da 

tre giornate è diventato allenatore 

della Turris, proprio 

nel girone del Cosenza e con 

un passato nel settore giovanile 

dei rossoblù, oltre che da 

giocatore e protagonista del 

ritorno in serie B come i suoi 

compagni. 

«Anni indimenticabili, un 

gruppo fantastico, gente 

fantastica. I ricordi sono forti 

e incancellabili. Un plauso 

va a Massimo Mirabelli perchè 

non è facile vincere in serie 

D. Ai tifosi dico di tenere 

duro e gli auguro di vivere 

ogni anno le stesse emozioni 

di venti anni fa». 

Stefano Morrone 

Tutti entusiasti per il ritorno dei rossoblù tra i professionisti 

Morrone, Margiotta, Tatti e Riccio 

«Una vittoria che premia i tifosi» 

NOVE ANNI dopo il ritorno 

in serie B, il Cosenza conosce 

la retrocessione in serie C1. 

Ma a Sonzogni ed alla sua 

squadra basta solo un anno 

per ritornare tra i cadetti dopo 

un campionato combattutissimo 

con la Ternana, ma 

che condotto in testa dalle prime 

giornate. In quella squadra 

c’erano anche Aniello Parisi 

e Mimmo Toscano. Oggi 

rispettivamente giocatore ed 

allenatore dei rossoblù che ha 

distanza di dieci anni hanno 

festeggiato la loro seconda 

promozione con il Cosenza. 

Morrone, Margiotta, Tatti e 

Riccio sono tra i protagonisti 

di quell’annata che seguono 

sempre i rossoblù con grande 

interesse. 

STEFANO MORRONE. 

Grandissimo giocatore che 

ha fatto è sta facendo una 

grande carriera: Empoli, Piacenza, 

Venezia, Palermo, 

Chievo Verona, Livorno e Parma, 

167 presenze in A. 

«Finalmente la C2 è arrivata. 

Sono contentissimo e sepro 

che sia solo un punto di 

partenza per il calcio a Cosenza. 

A Cosenza devo tutto. Sono 

andato in ritiro nell’anno 

del promozione per far numero, 

ma alla fine mi sono ritagliato 

il mio spazio. E’ stato il 

mio trampolino di lancio nel 

calcio che conta. Il mio sogno? 

Giocare nel Cosenza in 

serie A». 

MASSIMO MARGIOTTA. 

Con i suoi gol ha portato il Cosenza 

nuovamente in serie B. 

Attaccante di razza che ha 

sempre segnato gol pesanti. 

Gioca nel Frosinone in B. 

Tomaso Tatti 

«Sono felicissimo. Ha Cosenza 

sono rimasto legatissimo. 

E’ stato un anno perfetto sotto 

tutti i punti di vista, era la 

mia prima esperienza, in una 

città ed una squadra importante. 

Il calore, l’affetto di una 

piazza ambita da qualsiasi 

calciatore. Dico ai tifosi bravi 

Massimo Margiotta 

per aver seguito la squadra. 

Loro non badano alla categoria, 

proprio da veri tifosi. Tornerei 

volentieri a Cosenza». 

TOMASO TATTI. Cosenza 

ed il Cosenza sono rimasti e 

rimarranno per sempre nel 

cuore di Tomaso. Adesso fa 

l’allenatore in seconda a Tavolara 

(Olbia), in serie D. 

«Cosenza mi ha fatto sentire 

importante. Mi ha dato tutto. 

I ricordi sono ancora vivi e lo 

rimarranno per tutta la mia 

vita. Un grazie va anche a 

Sonzogni. Un mister preparatissimo 

che mi ha dato tanto. 

Ai tifosi auguro di rivivere 

campionati e momenti importanti. 

A quei tempi già la B, 

era stretta». 

VINCENZO RICCIO. “Vincenzino” 

è uno dei giocatori 

rimasti nel cuore dei tifosi cosentini, 

un atleta che ha sempre 

lasciato il campo con la 

maglia piena di sudore. Adesso 

gioca con la Cavese in serie 

C1 e ha un sogno, rivestire la 

casacca rossoblù. 

«L’augurio più bello che faccio 

ai tifosi è quello di approdare 

il prossimo anno subito 

Vincenzo Riccio 

in C1, facendo il doppio salto 

e magari farlo insieme, perchè 

non ho trovato più nessun 

posto dove sono stato bene 

come a Cosenza. Tornerei a 

piedi. I tifosi sono stati ripagati 

delle tante ingiustizie degli 

ultimi anni». 

f. n.


di ALFREDO NARDI 

DOPO CINQUE anni trascorsi nell’inferno della 

serie D il Cosenza torna tra i professionisti, 

tagliando il traguardo della serie C2. Un campionato 

condotto sempre con l’autorevolezza 

della squadra leader, portato a compimento 

grazie all’umiltà di un allenatore, Mimmo Toscano, 

che ha mostrato doti non comuni nella 

gestione dello spogliatoio e capacità tecniche acclarate. 

Ma, soprattutto, una stagione che ha visto 

primeggiare un gruppo unito e determinato 

come poche altre volte nella storia calcistica 

cosentina. 

Cammimo regolare, quello dei Lupi, con qualche 

piccolo scivolone rivelatosi poi indolore e 

con il Rosarno che, nonostante sia stata la squadra 

a raccogliere, tra andata e ritorno, più punti 

nei confronti dei silani (4), ha dato per due 

volte il via a una striscia di sette vittorie consecutive. 

Giornata per giornata, ecco la cronistoria 

della cavalcata verso la C2. 

1ª GIORNATA (2-9-2007) 

PATERNO’-COSENZA: 0-4 

ESORDIO col botto per i rossoblù che a Paternò 

rifilano quattro reti (due per tempo) alla 

squadra di casa davanti a 300 fan festanti 

giunti in Sicilia dalla città dei Bruzi. Alex 

Ambrosi, Cosa, Bernardi e Occhiuzzi i mattatori 

di un incontro portato a termine col 

piede schiacciato sull’acceleratore. 

Sono soltanto i primi tre punti in campionato, 

ma rappresentano anche l’inequivocabile 

segnale che la squadra rossoblù invia a 

un torneo di serie D che comincia a prendere 

coscienza dei pronostici della vigilia. Pronostici 

che annoverano gli uomini di Mimmo 

Toscano come i favoriti per la vittoria finale. 

A Paternò si infortuna Alex Ambrosi, costretto 

a restare fermo per molto tempo. 

2ª GIORNATA (9-9-2007) 

COSENZA-ACICATENA: 2-1 

IL GIOVANE Domenico Fabio e il veterano 

Roberto Novello spengono le velleità dell’Acicatena 

nell’esordio dei Lupi al San Vito davanti 

a circa 6.000 spettatori: curve e Tribuna 

A esaurite. Nei giorni successivi la tifoseria 

chiederà la riapertura della Tribuna B. In 

tribuna stampa torna lo speaker storico Gabriele 

Carchidi. 

Partita sofferta: l’Acicatena è squadra metodica 

che si difende con ordine non disdegnando 

delle buone giocate. Il Cosenza è accorto 

e sfrutta le accelerazioni di Occhiuzzi e 

Bernardi, che mettono a sedere gli avversari. 

La vittoria finale (2-1) è dedicata ai tifosi 

Achille Federico e Francesco Aceto, deceduti 

nella settimana precedente. 

3ª GIORNATA (16-9-2007) 

ROSARNO-COSENZA: 2-0 

A SORPRESA, e senza possibilità di recriminazione 

alcuna, arriva il primo stop stagionale 

per la squadra di Toscano. Nel primo 

derby calabrese, i rossoblù escono con le ossa 

rotte dal “Giovanni Paolo II” di Rosarno. 

La città reggina vive il suo momento di gloria, 

grazie alle reti di Fiorino e del giovane 

Nicolò, ma il Cosenza è protagonista di una 

prestazione da dimenticare, condita forse da 

un po’ di presunzione e condizionata eccessivamente 

del clima molto “caldo” trovato a 

Rosarno. Anche perché i reggini non fanno 

vedere nulla di trascendentale e solo per caso 

non capitolano nei minuti iniziali: Fabio divora 

la più facile delle occasioni. Avrebbe potuto 

essere un’altra partita. 

4ª GIORNATA (23-9-2007) 

COSENZA-CASTROVILLARI: 2-0 

SECONDO derby consecutivo per i rossoblù. 

Arriva al San Vito il Castrovillari di Tommaso 

Napoli (sarà esonerato il giorno dopo), 

che stenta a decollare. Serve il riscatto dopo 

la pessima prova di Rosarno e soprattutto bisogna 

risalire la classifica che vede i rossoblù 

al quarto posto dietro Siracusa, Gelbison 

e Nocerina. Il Cosenza gioca da par suo, 

sfruttando la maggiore esperienza e il più alto 

tasso tecnico. A rompere gli indugi è Vincenzino 

Cosa, che si candida per un posto da 

leader nella classifica marcatori. Ma a strabiliare 

i 5000 presenti è la prima rete in rossoblù 

di Domenico Danti, il brasiliano di San 

Giovanni in Fiore, uno dei fiori all’occhiello 

del dg Mirabelli: 2-0 e si riparte di slancio. 

5ª GIORNATA (30-9-2007) 

ADRANO-COSENZA: 0-2 

IN DUE minuti (26’ e 28’ st) la squadra di Toscano 

chiude la pratica ad Adrano, dominando 

la partita dall’inizio alla fine e ringraziando 

il bomber Vincenzo Cosa, che prende per 

mano i suoi compagni e li trascina verso l’impresa. 

Si conteranno quattro traverse e un 

palo, oltre alle due reti, nello score dei rossoblù. 

Ma Parisi e compagni hanno soprattutto 

offerto una prova molto convincente nel 

secondo tempo: Rosarno è alle spalle. 

Cosenza che si rilancia anche psicologicamente, 

visto che nel corso della settimana è 

arrivato il -6 al Siracusa per la presunta 

combine nella gara col Ragusa nella stagione 

precedente. Rossoblù secondi davanti alla 

sorprendente Gelbison. 

6ª GIORNATA (7-10-2007) 

COSENZA-S. ANTONIO AB.: 3-0 

IL COSENZA conferma il secondo posto in 

classifica superando senza eccessive difficoltà 

il modesto Sant’Antonio Abate. A sbloccare 

il risultato ci pensa dopo pochi minuti 

Domenico Fabio, che si conferma giovane 

centrocampista promettente. A fine primo 

tempo il gol della sicurezza con Roberto Occhiuzzi 

che finalmente realizza il sogno di 

volare sotto la curva Sud a festeggiare con i 

tifosi. Nella ripresa il sigillo di Domenico 

Danti, con un’altra rete di pregevole fattura. 

Il ragazzo è già una certezza. 

A fine gara Mimmo Toscano dirà deciso: 

«Il primo posto? E’ solo rinviato». Occhiuzzi 

ringrazia Morelli e Danti dedica il gol alla 

famiglia per i tanti sacrifici che fa per lui. 

Da sopra a sinistra in senso orario: l’aeroplanino di Cosa dopo 

uno dei tre gol che il bomber ha rifilato alla Gelbison; il gemellaggio 

tra i tifosi del Cosenza e quelli del Caserta al “Pinto”; 

Danti vola sotto la curva: ha appena segnato il 2-0 al 

Castrovillari; Mimmo Toscano sorridente in panchina nella 

gara con il Vittoria, al suo fianco Michele Napoli; Padre Fedele 

torna in curva dopo una lunga assenza: succede nella 

gara con la Gelbison al San Vito. 

7ª GIORNATA (13-10-2007) 

CASERTA-COSENZA: 0-1 

8ª GIORNATA (21-10-2007) 

COSENZA-GELBISON: 6-0 

9ª GIORNATA (28-10-2007) 

IPPOGRIFO S.-COSENZA: 1-2 

10ª GIORNATA (1-11-2007) 

COSENZA-VITTORIA: 2-0 

ANTICIPO di lusso su Raisat. Caserta e Cosenza, 

squadre storiche del Sud Italia, si ritrovano 

di fronte dopo qualche anno e promettono 

di dar vita a una sfida appassionante, 

suggellata dalla forte amicizia tra le due 

tifoserie che espongono uno striscione lungamente 

applaudito: “Stessi colori, stessi 

ideali - Caserta Cosenza nessuna differenza”. 

Spettacolo nello spettacolo. «Immagini 

da usare come spot anti-violenza», dirà il presidente 

Damiano Paletta a fine gara riferendosi 

all’abbraccio tra le due tifoserie. 

Ma c’è anche la festa in campo per i Lupi: è 

di Cosa il gol che vale la quarta vittoria consecutiva 

e il primo posto solitario, grazie 

anche alla Nocerina che ferma la Gelbison. 

IL COSENZA che non ti aspetti, la partita 

perfetta, un giorno da ricordare. I rossoblù 

annichiliscono la rivale Gelbison (seconda in 

classifica e al momento ancora un po’ presuntuosa 

visto che non perde da 45 domeniche) 

segnando una messe di gol grazie anche 

al fatto che la squadra campana gioca 

un bel calcio e soprattutto lascia giocare. Risultato: 

6-0 per i Lupi, con la splendida tripletta 

di Cosa, le reti di Fabio e Bernardi e 

un’autorete del campano Rea (metà della 

quale viene rivendicata dallo stesso Cosa). 

Vittoria schiacciante, al termine della quale 

Toscano esalta la prova degli under e il Cosenza 

conferma il primo posto. Al secondo 

irrompe il Bacoli Sibilla, a -3 dai rossoblù. 

SESTA vittoria consecutiva per i Lupi, che 

iniziano il testa a testa con il Bacoli Sibilla, da 

questa giornata in poi unico e solo antagonista 

del Cosenza nella lotta per la promozione 

in C2. La doppietta di bomber Cosa ribalta 

una partita nata male dopo il vantaggio 

del’Ippogrifo Sarno con Tortora al 9’ pt. L’attaccante 

tarantino conferma le sue doti di cinismo 

ed esperienza e pareggia al 27’ pt, 

mentre allo stesso minuto della ripresa concretizza 

il sorpasso definitivo. 

Azzeccatissimo l’ingresso di Novello a inizio 

ripresa. E’ stato lui a cambiare la partita. 

All’attivo dei cosentini anche due pali e due 

reti annullate (sempre al solito Cosa...). Il Bacoli 

continua a seguire a -3. 

SETTE VOLTE Cosenza. Tante le vittorie di fila 

per la squadra cosentina che ha una marcia 

stellare e senza rivali. Record su record, migliore 

difesa e migliore attacco, e messaggi di forza 

continui lanciati agli attoniti avversari che inseguono. 

Nel turno infrasettimanale tocca al 

Vittoria inchinarsi al San Vito col più classico 

dei risultati, maturato nel primo tempo. 

A sbloccare ci pensa Occhiuzzi, di rapina, dopo 

12 minuti. Poi, allo scadere della prima frazione, 

Danti diventa “Dantinho” (nomignolo 

che gli resterà per tutta la stagione) con un gol 

da antologia. Il fantasista si accentra e dal limite 

sferra un tiro magistrale che si insacca all’incrocio 

dei pali. Roba da urlo e da cineteca. Lo 

stadio diventa una bolgia.

38 


Sport 

11ª GIORNATA (4-11-2007) 

NOCERINA-COSENZA: 0-0 

12ª GIORNATA (11-11-2007) 

COSENZA-LIB. ACATE: 4-0 

13ª GIORNATA (18-11-2007) 

COSENZA-TURRIS: 1-0 

14ª GIORNATA (25-11-2007) 

SIRACUSA-COSENZA: 0-0 

ARRIVA anche il primo pareggio stagionale 

per i rossoblù e si interrompe la serie di vittorie 

consecutive. Succede in casa della Nocerina, 

squadra tosta e bene organizzata soprattutto 

in difesa. Una gara non troppo bella, 

avara di emozioni, per la quale lo 0-0 finale 

appare il risultato più giusto. Una partita, 

però, condita dalla splendida cornice di pubblico 

e dall’amicizia tra le due tifoserie, con 

cori e applausi reciproci nel corso dei 90’. I 

sostenitori silani presenti sono circa 800. 

Il Cosenza, comunque, ha la possibilità di 

passare in vantaggio, ma Spicuzza fa il miracolo 

su Cosa e tutto svanisce. Anche il Bacoli 

pareggia (a Caserta) e le distanze in classifica 

restano invariate. 

QUANDO una squadra è in emergenza e rifila 

quattro gol all’avversario vuol dire che in 

campo va un grande collettivo e il suo allenatore 

sa guardare lontano e rimescolare le 

carte (under in primis). Rossoblù cinici e vincenti 

contro la Libertas Acate Modica. 

In rete Parisi di testa, su un corner magico 

di Occhiuzzi (il capitano poi si infortuna e lascia 

il campo per la lesione alla cartilagine 

della costola), la rete dello stesso Occhiuzzi e 

poi, finalmente, la prima di “dinamite” Moschella, 

che infila una punizione all’icrocio 

dopo una serie di pali e traverse senza precedenti. 

Gloria anche per il giovane Petrucci, 

figlio d’arte. Il Bacoli è sempre tre punti dietro 

i rossoblù. 

I LUPI tentano l’allungo e si portano a 6 punti 

di vantaggio dal Bacoli Sibilla, incredibilmente 

sconfitto a Sarno dall’Ippogrifo. E’ il 

giorno del ricordo di Denis Bergamini (18 

anni prima il calciatore rossoblù moriva in 

circostanze ancora poco chiare) e del silenzio 

delle curve in ricordo di Gabriele Sandri, il 

tifoso della Lazio ucciso in autogrill a Badia 

al Pino dalla pallottola di un poliziotto. Cosenza 

a quota 34 e Bacoli a 28: la lotta per il 

primato resta a due. 

Decisivo nella gara contro la Turris il rigore 

segnato da Cosa al 5’ st (dopo un piccolo 

battibecco con Alex Ambrosi). Stoica la presenza 

in campo di capitan Parisi, che ha recuperato 

in fretta dall’infortunio. 

IN CASA di quella che doveva essere per eccellenza 

l’antagonista dei rossoblù nella lotta 

per il primato, ma frenata dai sei punti di penalizzazione, 

i silani, in diretta su Ten, stringono 

i denti e danno prova di essere squadra 

compatta, organizzata. Un messaggio di forza: 

la C2 è affare che passa, e deve passare, 

solo da Cosenza. Per la seconda volta, dopo il 

ko di Rosarno, le punte rossoblù restano a 

secco, ma la prestazione, condita da varie occasioni 

da gol, è da incorniciare. 

Parisi viene espulso a 10’ dalla fine, e poco 

dopo gli aretusei reclamano per un rigore su 

cui l’arbitro sorvola. Finale arroventato, 

mentre il Bacoli vince col Vittoria e si porta a 

-4. La lotta è sempre più accesa. 

32ª GIORNATA (20-4-2008) 

ANGRI-COSENZA: 0-0 


COSENZA-BACOLI S.: 2-0 

PRIMO vero match ball per i rossoblù. Se il 

Bacoli perde e il Cosenza guadagna almeno 

un punto la promozione è in tasca. Ma anche 

se pareggia e i rossoblù vincono. Per tutto il 

primo tempo, con la Nocerina sul 2-0 in casa 

del Bacoli, il sogno diventa realtà. Poi il recupero 

dei napoletani con la doppietta di Manzo, 

mentre i silani, davanti a 800 fan in delirio, 

impattano per 0-0, nonostante la solita 

traversa su calcio di punizione, colpita stavolta 

da Novello nel finale di gara. 

Festa rimandata, dunque. Subito dopo la 

partita di Angri inizia la caccia agli ultimi biglietti 

rimasti. Domenica al San Vito arriva 

l’avversaria di sempre: avrà davanti una bolgia. 

Un punto e sarà paradiso. 

E’ IL GIORNO dell’apoteosi. Il Cosenza rifila 

due sberle al Bacoli Sibilla e conquista la promozione 

in C2. L’eroe della giornata è Alessandro 

Bernardi. La freccia della fascia sinistra 

rossoblù, poi uscito per infortunio, segna 

la doppietta decisiva nel corso della seconda 

frazione di gioco e nel giro di pochi 

minuti. Il San Vito diventa un’inferno. 

Davanti a 15.000 spettatori si scatena tutta 

la passione sopita in anni e anni di mortificazioni. 

E al triplice fischio tutti sotto la curva 

a festeggiare con i tifosi. Poi, negli spogliatoi, 

fiumi di champagne a segnare una giornata 

che resterà nella storia. In città iniziano 

i caroselli per ritrovarsi in piazza dei Bruzi 

per la festa. IL COSENZA E’ IN C2 


COSENZA-SIRACUSA: 2-0 

UNA delle gare più attese della stagione, 

quella che doveva essere la sfida delle sfide, 

si conclude con la fantastica vittoria del Cosenza 

davanti a oltre 7000 spettatori. Col più 

classico dei risultati i rossoblù liquidano il 

Siracusa grazie all’incornata di capitan Parisi 

e alla splendida esezuzione di Danti imbeccato 

da Cosa. C’è la sensazione che si tratti 

di una vittoria pressoché decisiva. 

Tra le note più curiose della giornata, gli 

striscioni di sberleffo al tecnico ospite Auteri, 

gli auguri della curva alla piccola Maya, 

lupacchiotta appena affacciatasi alla vita, e i 

primi, anche se timidi, caroselli d’auto per la 

città. Il Bacoli vince a Vittoria per 4-0, ma 

nessuno se ne cura quasi più. 


TURRIS-COSENZA: 0-0 

A TORRE del Greco arriva un pareggio che i 

Lupi, frenati anche da un terreno di gioco 

davvero pessimo, accettano a malincuore, 

nonostante una prova non troppo positiva e 

non caratterizzata dalla solita verve. Poche le 

occasioni da rete, ma quel palo di Vincenzo 

Cosa grida ancora vendetta. Nel finale si 

sfiora anche la beffa, ma il triplice fischio fa 

tirare un sospiro di sollievo. 

Trecento i supporter silani, festanti e colorati 

come sempre, al seguito di Parisi e compagni, 

mentre il Bacoli supera l’Ippogrifo e si 

riporta a -6. Nel Cosenza, però, c’è ottimismo: 

mancano quattro giornate alla fine del campionato 

e il distacco sulla diretta inseguitrice 

resta consistente. 

Da sopra da destra: durante la 

partita Cosenza-Siracusa in 

curva appare una scritta che 

chiede la santificazione di tre 

rossoblù; l’incornata-gol di 

Parisi all’Acate Modica; il rigore 

della vittoria segnato da 

Alex Ambrosi a Sant’Antonio 

Abate; prima della partita con 

la Turris al San Vito, Bacilieri, 

di spalle, mostra la maglia 

commemorativa per l’anniversario 

della tragica morte di 

Donato Bergamini 

Sopra: la gioia finale sotto la 

Sud, il Cosenza è in C2 


LIB. ACATE-COSENZA: 0-1 

28ª GIORNATA (15-3-2008) 

COSENZA-NOCERINA: 2-4 


VITTORIA-COSENZA: 1-3 


COSENZA-IPPOGRIFO S.: 1-0 

DOPO la sosta pasquale si torna in campo 

con il chiaro intento di chiudere al più presto 

il discorso promozione. I rossoblù sbancano 

Modica grazie alla rete su punizione di Moschella 

a fine primo tempo. Una rasoiata che 

fa urlare di gioia i pochissimi tifosi presenti 

in tribuna. La maggior parte dei sostenitori 

silani segue la gara in diretta tv: l’Osservatorio 

ha posto il divieto di seguire la trasferta. 

Il Bacoli, intanto, va ko a Vallo della Lucania, 

e i punti di distacco tornano a 8: Cosenza 

69, Bacoli 61. Al ritorno da Modica il pullman 

del Cosenza è accolto da circa 800 tifosi 

all’ingresso dell’autostrada. Sono le 24: inizia 

la festa. Bandiere, cori, sciarpe e un solo 

grido: «La capolista se ne va». 

LA TROPPA euforia tira un bello scherzetto 

ai rossoblù che vengono fermati in casa dalla 

Nocerina: 2-4 il risultato finale, che matura 

più per gli errori del Cosenza che per i meriti 

dei molossi. Lattanzio e Cirillo chiudono il 

primo tempo a favore dei campani. A inizio 

ripresa è Alex Ambrosi ad accorciare le distanze, 

ma al quarto d’ora Mangiapane porta 

i suoi sul 3-1. Dopo 5’ Danti illude i seimila 

presenti al San Vito. 

A questo punto si pensa, e si spera, in una 

rimonta simile a quella attuata contro l’Angri. 

Ogni tentativo, però, cade nel vuoto e i 

nocerini arrotondano con Di Domenico. Si è 

giocato di sabato per gli impegni della Rappresentativa. 

Il Bacoli vince e si riporta a -5. 

TROPPO FORTE il Cosenza in questo momento 

del torneo per chicchessia. Autorevole 

e vincente. Un primo tempo quasi perfetto a 

Vittoria: arrivano tre punti sacrosanti. Sei 

palle gol nitide, tre realizzazioni (con Cosa, 

doppietta, e Occhiuzzi), molte azioni fallite 

solo di un soffio. Rossoblù cinici e determinati 

sin dall’avvio, chiudendo subito il match. 

Ripresa con lo stile della capolista: gatto 

contro il topo e successo nitido. 

La sconfitta contemporanea del Sibilla a 

Sant’Antonio Abate sembra la sigla (o quasi) 

al campionato. Ora i punti di distacco dai 

campani diventano 8. Il vero amuleto rossoblù, 

però, si chiama Pino Citrigno, alla sua 

prima trasferta. Un portafortuna. 

VITTORIA di misura (sesta consecutiva) per 

il Cosenza che gioca in scioltezza contro l’Ippogrifo, 

ma non riesce ad arrotondare il 

punteggio. Di Bernardi il gol vittoria al 15’ 

pt: il laterale rossoblù ribadisce in rete dopo 

una corta respinta del portiere ospite Radunanza. 

San Vito con il solito colpo d’occhio e 

festa finale prolungata sotto la curva Sud. Il 

Bacoli ha vinto, ma le distanze restano immutate: 

Cosenza 63, Bacoli 58. 

La squadra, a fine gara, dedica la vittoria al 

piccolo Carlo Monterossi prematuramente 

scomparso all’età di 11 anni. Gli ultrà, invece, 

espongono uno striscione per ricordare 

Ciccio e Tore, i fratellini di Gravina morti per 

una disgrazia e ritrovati pochi giorni prima.


15ª GIORNATA (2-12-2007) 

COSENZA-ANGRI: 4-3 

16ª GIORNATA (9-12-2007) 

BACOLI-COSENZA: 1-0 

17ª GIORNATA (16-12-2007) 

COSENZA-CAMPOBELLO: 4-0 

18ª GIORNATA (23-12-2007) 

COSENZA-PATERNO’: 4-2 

COSENZA-ANGRI è stata la gara più emozionante 

vista al San Vito negli ultimi anni. 

In molti l’hanno paragonata a Italia-Germania. 

I rossoblù nel primo tempo sono in bambola, 

subiscono l’avversario e dopo soli 10’, 

complici alcune topiche difensive, vanno sotto 

di due reti. Occhiuzzi accorcia le distanze, 

ma il primo tempo si chiude sull’1-3. 

La ripresa è da leggenda: al 13’ ci pensa 

Alex Ambrosi a ridurre ulteriormente il divario, 

mentre al 29’ Fabio pareggia. Solo 3’ e 

arriva la rete decisiva di Moschella. Il San 

Vito viene giù, il sorpasso è stato compiuto, il 

tripudio è generale e aumenta quando arriva 

la notizia che il Bacoli ha pareggiato a Nocera 

e ora dista nuovamente sei punti. 

UN GUIZZO di Tommaso Manzo nei minuti 

di recupero beffa il Cosenza che ha giocato 

l’intera ripresa in 10 contro 11 per l’espulsione 

rimediata da De Rose al 5’ st. Per i rossoblù, 

dunque, arriva il secondo stop stagionale 

e proprio in casa della diretta concorrente 

per il salto di categoria. Ora i punti di vantaggio 

sul Bacoli tornano a essere tre. 

Una sconfitta immeritata per il Cosenza, 

che regge per tutto l’incontro con la solita 

autorità, subendo anche eccessivamente il 

gioco duro dei campani. Correttissimi i tifosi 

rossoblù, mentre sugli spalti si registra invece 

la scorrettezza di dirigenti e sostenitori 

della tribuna che culminano con l’aggressione 

all’ad Pino Chianello. 

DICIOTTO lunghe ore di neve a fiocchi su 

Cosenza impediscono il regolare svolgimento 

della gara col Campobello, attesissima per 

cancellare immediatamente il ko di Bacoli. 

La partita verrà recuperata 15 giorni più tardi, 

il 30 dicembre. I rossoblù, tra le cui fila si 

registra l’esordio del portiere De Luca, rifilano 

un poker senza storie ai siciliani, grazie 

alla doppietta di Cosa e alle reti di Alex Ambrosi 

e Bernardi. 

In curva, a tifare al fianco dei tifosi del Cosenza, 

c’è anche Simone Perrotta, il centrocampista 

della Roma in vacanza nella sua Cerisano. 

Ma anche il presidente Paletta preferisce 

(e da qui in avanti diventerà un’abitudine) 

seguire la partita in mezzo agli ultrà. 

I LUPI amano complicarsi la vita. Lo hanno 

fatto con l’Angri e lo fanno anche con il Paternò 

che quatto quatto, nella prima gara del 

girone di ritorno, stava per far passare un 

Natale amarissimo ai fan cosentini e a tutto 

il calcio rossoblù. I siciliani vanno due volte 

in vantaggio con Asero al 7’ pt e al 1’ st, in 

mezzo la rete di Occhiuzzi. 

Silani in difficoltà fino al 25’ st quando ci 

pensa Cosa a pareggiare, mentre 1’ più tardi 

Occhiuzzi ribalta il risultato nel tripudio generale 

di un San Vito che si spella le mani. Il 

sigillo sulla gara arriva con la bella punizione 

a girare di Roberto Novello. Il Bacoli è a 

due punti, ma il Cosenza deve recuperare la 

gara col Campobello. 


ACICATENA-COSENZA: 1-0 

SENZA neanche aver potuto usufruire della 

sosta per le feste natalizie e con 5 punti di 

vantaggio sul Bacoli, il Cosenza viaggia alla 

volta di Acicatena con tante speranze. Ma arriva 

la terza sconfitta stagionale, che ricalca, 

in qualche modo, quella subita a Rosarno. 

C’è di più, però: i rossoblù sbagliano un calcio 

di rigore con Vincenzo Cosa, mentre 

Alex Ambrosi si infortuna nuovamente. Insomma, 

una domenica davvero sfortunata, 

se pensiamo che nel finale ai rossoblù viene 

anche negato un penalty per un fallo di mano 

sulla linea di porta. Il Bacoli si riporta a -2 

dopo la vittoria sull’Angri. Ora si aspetta il 

derby con il Rosarno per riprendere la marcia 

verso la C2. 


COSENZA-ROSARNO: 0-0 

CONTINUA il momento no del Cosenza che 

al San Vito si fa imbrigliare dal Rosarno e 

chiude la contesa sul nulla di fatto consentendo 

al Bacoli (che supera l’Acate Modica 

con un gol all’ultimo minuto) l’aggancio in 

classifica a quota 45 punti. Il vantaggio accumulato 

nelle settimane precedenti, dunque, 

viene polverizzato e si riparte da zero, 

anche se l’ottimismo, nel clan rossoblù, non 

verrà mai meno. 

Al cospetto di una squadra, quella di Viola, 

arroccata in difesa, il Cosenza viene fermato 

ancora una volta dai pali e da uno Spingola 

che fa i miracoli. A fine gara Toscano infonde 

fiducia: «E’ un periodo che ci gira male, 

ma torneremo da soli in testa». 


CASTROVILLARI-COSENZA: 0-1 

Da sopra a sinistra in senso orario: lo striscione 

dedicato dalla Curva Sud a Gabriele Sandri 

nella gara con la Turris; Danti esulta alla Del 

Piero dopo il raddoppio dei rossoblù sul Siracusa 

al San Vito; Ciccio De Rose ringrazia i 

tifosi dopo la vittoria sul Campobello; a 

Sant’Antonio Abate Occhiuzzi, come sempre, 

bacia il pallone prima di un calcio d’angolo; la 

squadra esulta sotto il settore dei tifosi rossoblù 

a Vallo della Lucania 

DOPO UNA settimana costellata da tante polemiche 

e dalla decisione del prefetto di far 

giocare la partita a porte chiuse, i rossoblù 

sbancano il terreno di gioco di Castrovillari 

grazie alla splendida rete di Novello poco dopo 

la mezzora del secondo tempo. Ma il Cosenza 

stenta a brillare: è timoroso, lungo, 

senza ludicidità sotto porta, e non riesce a 

trovare il ritmo che ne aveva caratterizzato le 

prestazioni nella prima parte del campionato. 

Si salva solo il risultato. 

Rammarico per il trattamento ricevuto ai 

piedi del Pollino. A Castrovillari pietre e uova 

al pullman rossoblù e vile aggressione 

ad alcuni giornalisti provenienti dalla città 

dei bruzi. 


GELBISON-COSENZA: 0-1 


COSENZA-CASERTA: 2-0 


S. ANTONIO AB.-COSENZA: 1-2 


COSENZA-ADRANO: 1-0 

IL RIGORE di Cosa, al 3° minuto di recupero, 

manda in orbita il Cosenza, che approfitta 

del clamoroso passo falso del Bacoli Sibilla, 

sconfitto a Castrovillari. Ora i punti di distacco 

dalla rivale tornano a essere tre. Un giorno 

da ricordare, il 24 febbraio: da quel momento 

i campani non riusciranno più a raggiungere 

i rossoblù in classifica. 

E’ Danti, autore anche di un clamoroso palo, 

a guadagnare il tiro dal dischetto che Cosa 

capitalizza, volando in cima alla classifica 

cannonieri con 17 reti. La dedica del bomber 

è per un tifoso rossoblù, Francesco Mussari. 

Colpisce l’accoglienza riservata ai silani da 

parte dei tifosi e della dirigenza della squadra 

di Vallo della Lucania. 

SONO ancora le reti di Cosa e Occhiuzzi a 

mandare in visibilio i tifosi rossoblù, che continuano 

a essere appaiati in classifica al Bacoli 

Sibilla. La vittoria, dopo una sosta di venti, 

lunghissimi, giorni, si materializza nel secondo 

tempo in una giornata da Lupi, visto il 

freddo polare che avvolge il San Vito. 

Tra le note più belle della gara, il ritorno in 

campo di Antonio De Miglio, dopo l’infortunio 

patito in sede di ritiro precampionato sette 

mesi prima. Un’assenza pesante, la sua, 

costellata da tanti sacrifici e da una professionalità 

d’altri tempi. Così come d’altri tempi 

è la festa tra tifosi cosentini e casertani, legati 

da una lunghissima amicizia: il giro di 

campo con i rispettivi vessilli è da applausi. 

LA GARA di Sant’Antonio Abate non si disputa 

il 10 febbraio e viene recuperata il 27 

dello stesso mese. Tre giocatori rossoblù, 

Danti, Bacilieri e De Rose, sono infatti impegnati 

al Torneo di Viareggio con la Rappresentativa 

di D e il Cosenza ha chiesto il 

rinvio, previsto dai regolamenti. 

Il 27 febbraio, dunque, i Lupi mettono a segno 

un altro colpo d’autore. Anche a Sant’ 

Antonio arriva una vittoria nei minuti di recupero 

su rigore procurato da Danti (era 

successo tre giorni prima a Vallo della Lucania) 

dopo il vantaggio di Zangaro e il pari di 

Vitagliano. Il penalty è trasformato da Alex 

Ambrosi. Il Bacoli pareggia nell’altro recupero 

ad Acicatena e il distacco sale a +5. 

ALTRI tre punti in cascina, conquistati col 

cuore e con un pizzico di sofferenza. I rossoblù 

superano l’Adrano, squadra ostica, e tiene 

con le unghie la vetta della classifica in 

prospettiva promozione, sempre a pari punti 

con il Bacoli (51). Cosenza non brillante, ma 

efficace. A decidere è un gol di Cosa, su rigore, 

al 4’ minuto della ripresa. Il momento negativo, 

comunque, sembra ormai alle spalle 

e, dopo la sosta in programma per domenica 

prossima, con l’opportuno richiamo atletico, 

i Lupi hanno la ferma intenzione di tornare 

protagonisti. 

Altomare e Stefano Ambrosi i migliori in 

campo. Cosa deidica il gol ai tifosi per farsi 

perdonare l’errore di Acicatena.

28/04/2008 Campionato 33a Giornata: Girone I ... - serie d news

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