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1 LA PERPENDICOLARITA' NELLO SPAZIO Nello spazio si ...

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1<br />

<strong>LA</strong> PERPENDICO<strong>LA</strong>RITA’ <strong>NELLO</strong> <strong>SPAZIO</strong><br />

<strong>Nello</strong> <strong>spazio</strong> <strong>si</strong> definiscono la perpendicolarità <strong>si</strong>a tra una retta e un piano <strong>si</strong>a tra due piani.<br />

2.1 La perpendicolarità retta piano<br />

Nel piano la perpendicolarità tra rette è una condizione di incidenza particolare, ricca di<br />

conseguenze, basti pensare ai teoremi sui triangoli rettangoli. Anche nello <strong>spazio</strong> la perpendicolarità<br />

tra una retta e un piano è una <strong>si</strong>tuazione di incidenza che dà origine a proprietà notevoli.<br />

Ma cosa <strong>si</strong>gnifica che una retta è perpendicolare a un piano?<br />

Tutti noi vediamo gli spigoli della stanza e diciamo che sono perpendicolari al piano del pavimento,<br />

ma su che ba<strong>si</strong> <strong>si</strong> fonda la nostra affermazione?<br />

Ritorniamo alla perpendicolarità tra rette osservando che lo spigolo che diciamo “verticale” è<br />

perpendicolare agli altri due spigoli che concorrono in un angolo della stanza. Ma queste non sono<br />

le uniche rette perpendicolari allo spigolo verticale, qualunque altra retta del piano del pavimento<br />

che concorre nello stesso angolo della stanza è a sua volta perpendicolare allo spigolo verticale,<br />

come as<strong>si</strong>cura il seguente teorema.<br />

Teorema 3 Se una retta è perpendicolare a due rette incidenti allora è perpendicolare a tutte le rette<br />

del loro fascio e non è perpendicolare a nessun’altra retta della stella.<br />

Ipote<strong>si</strong>: r ⊥ a, r ⊥ b<br />

Te<strong>si</strong>: 1) r ⊥ c<br />

c retta del fascio generato da a, b<br />

d retta della stella, ma non del fascio<br />

2) r non perpendicolare a d<br />

figura 1


2<br />

DIM<br />

1) Indichiamo con α il piano generato dalle rette a, b e con O il loro punto d’intersezione.<br />

Tracciamo nel piano α una qualunque retta c passante per O.<br />

Per dimostrare che r è perpendicolare a c costruiamo un triangolo che ha una mediana coincidente<br />

con c e dimostriamo che tale triangolo è isoscele.<br />

• Costruzione del triangolo<br />

Tracciamo nel piano α una retta s non passante per O e indichiamo con A, B, C i suoi punti<br />

d’intersezione con le rette a, b, c . Indichiamo con P, Q due punti della retta r equidistanti da O.<br />

Allora la retta c contiene la mediana CO del triangolo PCQ.<br />

• PCQ è un triangolo isoscele<br />

Per dimostrare che CP CQ proviamo che sono lati di due triangoli congruenti PAC e QAC.<br />

AP AQ perché la retta a è asse di PQ<br />

BP BQ perché la retta b è asse di PQ<br />

Allora PAB QAB per il terzo criterio, un lato è in comune e le altre due coppie di lati sono<br />

congruenti per la dimostrazione appena effettuata. Quindi sono congruenti coppie di angoli dei<br />

due triangoli e, in particolare vale PAC QAC.<br />

Allora i triangoli PAC e QAC sono congruenti per il primo criterio e, in particolare, sono<br />

congruenti i lati CP e CQ. Così abbiamo dimostrato che PCQ è un triangolo isoscele di base PQ.<br />

La mediana relativa alla base è anche altezza, perciò le rette r e c sono fra loro perpendicolari.<br />

2) Con<strong>si</strong>deriamo ancora la retta r perpendicolare al piano α in O.<br />

Supponiamo per assurdo che e<strong>si</strong>sta una retta d, perpendicolare in O a r, ma non appartenente<br />

al piano α (figura 2). Le rette incidenti r, d generano a loro volta un piano che chiamiamo β.<br />

I piani α e β sono incidenti in O perciò hanno in comune una retta passante per O, la<br />

indichiamo con e.<br />

Le rette r, d, e sono tutte nel piano β, in cui accade che:<br />

r ⊥ d in O per ipote<strong>si</strong><br />

r ⊥ e in O per quanto dimostrato al punto 1)<br />

Abbiamo così ottenuto l’assurdo, perché in un piano non possono esserci due rette<br />

perpendicolari a una retta in uno stesso punto.


3<br />

Figura 2<br />

Il teorema appena dimostrato risponde alla domanda posta in apertura del paragrafo, <strong>si</strong> dà la<br />

seguente definizione.<br />

Def Si dice che una retta è perpendicolare a un piano in un suo punto se è perpendicolare a<br />

tutte le rette del piano passanti per quel punto.<br />

Il teorema 3 as<strong>si</strong>cura che, per dimostrare che una retta è perpendicolare a un piano in suo<br />

punto, è sufficiente dimostrare che la stessa è perpendicolare a due rette del piano distinte e<br />

passanti per quel punto.<br />

Proponiamo ora il secondo teorema sulla perpendicolarità retta – piano, vedremo nel seguito<br />

che è il fondamento delle dimostrazioni di importanti proprietà di figure solide.<br />

Teorema 4 – Teorema delle tre perpendicolari. Se dal piede della perpendicolare a un<br />

piano <strong>si</strong> conduce la perpendicolare a un’altra retta del piano, quest’ultima è perpendicolare<br />

al piano formato dalle prime due.<br />

L’enunciato sembra uno scioglilingua, il suo contenuto <strong>si</strong> chiarirà costruendo la figura.<br />

Disegniamo una retta r perpendicolare a un piano α in un suo punto O, piede della<br />

perpendicolare. Tracciamo nello stesso piano una retta s non passante per O, e da O<br />

conduciamo la retta t perpendicolare a s, indichiamo con H il piede della perpendicolare.<br />

Abbiamo così disegnato tre rette a due a due perpendicolari ( figura 3)<br />

Figura 3


4<br />

Ipote<strong>si</strong>: r ⊥ α<br />

t ⊥ s<br />

Te<strong>si</strong>: s perpendicolare al piano generato da r, t<br />

DIM.<br />

Il piano generato dalle rette r, t, che chiameremo β, può anche essere individuato con tre<br />

punti O, H e un generico punto P sulla retta r (figura 4)<br />

Per ipote<strong>si</strong> s è perpendicolare in H alla retta t di β, in forza del precedente teorema basta<br />

dimostrare che s è perpendicolare in H a un’altra retta di β.<br />

Dimostriamo che s è perpendicolare alla retta HP seguendo una strada analoga a quella del<br />

teorema 3. Indichiamo con A, B due punti della retta s <strong>si</strong>mmetrici rispetto a H e dimostriamo<br />

che il triangolo PAB è isoscele sulla base AB (figura 4).<br />

POA ≅ POB per il primo criterio, infatti l’angolo in O è retto, il cateto OP è comune, i cateti<br />

OA e OB sono congruenti perché O è, per costruzione, un punto dell’asse di AB.<br />

In particolare è PA ≅ PB, perciò il triangolo PAB è isoscele su AB e la mediana PH è anche<br />

altezza.<br />

Abbiamo così provato che s è perpendicolare alle rette HO e HP del piano β, e quindi è<br />

perpendicolare al piano stesso.<br />

Figura 4<br />

Due teoremi stabiliscono una relazione tra una retta, un punto e un piano perpendicolare alla<br />

retta.<br />

Teorema 5 Dati una retta r e un<br />

punto P e<strong>si</strong>ste ed è unico il piano che è<br />

perpendicolare a r e passa per P.<br />

Figura 5<br />

Teorema 6 Dati un piano α e un punto P e<strong>si</strong>ste ed è unica la retta che è perpendicolare a α e<br />

passa per P.


5<br />

Si distinguono due ca<strong>si</strong><br />

• Ipote<strong>si</strong>: P∈α<br />

Te<strong>si</strong>: r ⊥ α in P<br />

figura 6a<br />

• Ipote<strong>si</strong>: P ∉α<br />

Te<strong>si</strong>: r passa per P<br />

r ⊥ α<br />

figura 6b<br />

Concludiamo con un teorema che presenta la traspo<strong>si</strong>zione allo <strong>spazio</strong> di una proprietà della<br />

geometria piana.<br />

Teorema 7 Due rette perpendicolari a uno stesso piano sono tra loro parallele.<br />

Ipote<strong>si</strong>: r ⊥ α<br />

Te<strong>si</strong>: r // s<br />

s⊥α<br />

Figura 7


6<br />

Alla luce di questi teoremi, chiamiamo proiezione di un punto su un piano il piede della<br />

perpendicolare al piano.<br />

Il segmento che ha per estremi un punto e la sua proiezione sul piano è detto distanza di un<br />

punto da un piano. A seconda dei contesti prendono lo stesso nome anche la lunghezza e la<br />

misura del segmento.<br />

Riguardo alla distanza di un punto da un piano vale una proprietà analoga a quella che<br />

sus<strong>si</strong>ste nel piano per la perpendicolare e le oblique da un punto a una retta. Si dimostra<br />

infatti il seguente teorema.<br />

Teorema 8 Dati un piano α e un punto P che non gli appartiene, il segmento che ha per<br />

estremi P e la sua proiezione su α è minore di ogni altro segmento che ha un estremo in P e<br />

l’altro in un punto di α.<br />

Ipote<strong>si</strong>: P ∉α<br />

PH ⊥ α<br />

A (distinto da H) ∈α<br />

Te<strong>si</strong>: PH < PA<br />

Figura 8<br />

La proiezione di un segmento su un piano è il segmento che ha per estremi le proiezioni<br />

degli estremi del segmento sul piano.<br />

In figura sono rappresentati un<br />

segmento AB e la sua proiezione HK<br />

su un piano α.<br />

Figura 9<br />

Infine definiamo l’angolo che una retta forma con un piano che la intersechi come<br />

l’angolo acuto che la retta forma con la sua proiezione sul piano.<br />

In figura 10 sono rappresentate una retta r e la sua proiezione sul piano, l’angolo che la retta<br />

forma con il piano è QPH.


7<br />

Figura 10<br />

Se una retta è perpendicolare a un piano <strong>si</strong> dice che forma un angolo retto con il piano.<br />

L’angolo acuto che una retta incidente un piano α in un punto P forma con la sua<br />

proiezione su α gode di un’importante proprietà di minimo, <strong>si</strong> dimostra infatti che tale<br />

angolo è minore dell’angolo che la stessa retta forma con qualunque altra retta di α<br />

passante per P.<br />

In figura ... sono rappresentate la retta r, la sua proiezione s sul piano α e un’altra retta t<br />

passante per il punto O di α. Per qualunque po<strong>si</strong>zione di t vale la disuguaglianza POH <br />

POA <br />

figura 11<br />

2.2 Angoli diedri<br />

L’angolo formato da due semirette che hanno l’origine comune ha un analogo nello <strong>spazio</strong>, prima di<br />

definirlo ricordiamo che nel piano<br />

un angolo ha<br />

• due lati: semirette che hanno la stessa origine<br />

• un vertice: origine dei lati<br />

un angolo è ciascuna delle due parti di piano limitate dalle semirette.


8<br />

Per definire il nuovo ente che chiameremo angolo diedro o, più brevemente, diedro aumentiamo di<br />

una dimen<strong>si</strong>one gli enti che limitano l’angolo<br />

Semirette → semipiani<br />

Vertice<br />

→ retta<br />

Def Si dice angolo diedro ciascuna delle parti di <strong>spazio</strong> limitate da due semipiani che hanno<br />

l’origine comune.<br />

Ciascun semipiano è detto faccia del diedro, mentre la retta, origine dei semipiani, è detta spigolo<br />

Figura 12<br />

Come per gli angoli piani <strong>si</strong> dice diedro convesso la parte di <strong>spazio</strong> che non contiene i<br />

prolungamenti della facce, diedro concavo l’altra.<br />

Se le facce sono complanari e opposte allo spigolo, lo <strong>spazio</strong> è diviso in due semispazi, che sono<br />

figure convesse, in questo caso ciascuno dei due diedri è detto diedro piatto.<br />

Proseguendo nell’analogia con gli angoli, due diedri <strong>si</strong> dicono consecutivi se hanno in comune<br />

un’intera faccia e nessun altro punto.<br />

La somma di due diedri consecutivi è il diedro che li contiene e ha per facce le facce non comuni.<br />

Una clas<strong>si</strong>ficazione dei diedri, analoga a quella degli angoli piani, avviene attraverso l’intersezione<br />

del diedro con un piano che ne interseca le facce, la figura che <strong>si</strong> ottiene è un angolo detto sezione<br />

del diedro.


9<br />

figura 13<br />

In figura 13 è rappresentato l’angolo aOb sezione di un diedro con un piano α perpendicolare allo<br />

spigolo.<br />

Ogni sezione di un diedro con un piano perpendicolare allo spigolo è detta sezione normale, a<br />

questo riguardo <strong>si</strong> dimostra il seguente teorema.<br />

Teorema 9 Le sezioni normali di uno stesso diedro sono congruenti.<br />

Segnaliamo alcune conseguenze importanti.<br />

• Due diedri sono congruenti se lo sono le loro sezioni normali. Si dimostra che la relazione<br />

di congruenza tra diedri introdotta è una relazione di equivalenza. La grandezza comune a<br />

tutti i diedri congruenti è detta ampiezza e viene misurata con le stesse unità di misura<br />

dell’angolo piano.<br />

• Si dice che un diedro è acuto, retto o ottuso se lo sono, rispettivamente, le sue sezioni<br />

normali.<br />

L’analogo nello <strong>spazio</strong> della bisettrice di un angolo è il piano bisettore di un diedro, definito come<br />

quel piano che passa per lo spigolo del diedro e lo divide in due diedri congruenti.<br />

2.3 La perpendicolarità tra piani<br />

Se con<strong>si</strong>deriamo due piani che <strong>si</strong> intersecano, lo <strong>spazio</strong> viene diviso in quattro parti ciascuna delle<br />

quali è un diedro. A partire dalla clas<strong>si</strong>ficazione dei diedri <strong>si</strong> definisce la perpendicolarità tra piani.<br />

Def. Si dice che due piani sono perpendicolari se intersecando<strong>si</strong> formano quattro diedi retti.<br />

figura 14


10<br />

Riguardo alla perpendicolarità tra piani <strong>si</strong> enunciano tre importanti teoremi in ciascuno dei quali<br />

sono diversamente coinvolti due piani e una retta perpendicolare a uno dei due.<br />

Teorema 10 Ogni piano β passante per una<br />

retta s perpendicolare a un piano α è<br />

anch’esso perpendicolare a questo piano.<br />

Teorema 11 Ogni piano α perpendicolare a<br />

una retta s di un piano β è perpendicolare<br />

anche a questo piano.<br />

figura 15<br />

Teorema 12 Se due piani sono perpendicolari, ogni retta perpendicolare alla loro intersezione e<br />

<strong>si</strong>tuata su uno dei due piani, è perpendicolare all’altro piano.<br />

Ipote<strong>si</strong>: t ≡ α ∩ β<br />

r ∈ α<br />

r ⊥ t<br />

Te<strong>si</strong>: r ⊥ β<br />

figura 16

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