hdsi internet - The Historical Diving Society Italia
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Prima di avventurarsi in mare, Craig provò il suo tribombole<br />
camminando sul fondo di una piscina.<br />
La trovata, che poneva tutta la questione in nuovi<br />
termini, fu quella di sostituire al pericoloso azoto<br />
un altro gas inerte le cui caratteristiche di comportamento<br />
togliessero di mezzo il pericolo di<br />
svolgimento di bollicine di gas.<br />
Recentemente, come abbiamo accennato, la<br />
stampa internazionale ha molto insistito sulle<br />
imprese di Craig e Nohl, che, nel 1937, sono<br />
Lo scafandro autonomo Craig e Nohl, con tre bombole di<br />
ossigeno, aria ed elio<br />
Un palombaro in equipaggiamento tradizionale al lavoro con il<br />
martello pneumatico.<br />
discesi con scafandro autonomo in fondo al lago<br />
Michigan, a 128 m di profondità, alimentandosi<br />
con miscela di elio e ossigeno.<br />
Ma questa soluzione del problema era già stata<br />
additata dal dottor Mario Moschini nel 1933,<br />
in un articolo comparso nella Rivista «Annali<br />
di igiene», anno LXIII; il Moschini nella stessa<br />
data (luglio 1933) depositava presso il Ministero<br />
delle Corporazioni il brevetto n. 329501, in cui<br />
non solamente il principio è rivendicato, ma è<br />
descritto e illustrato l’autorespiratore.<br />
Gli studi del Moschini sulle proprietà dell’ elio<br />
e delle sue miscele con altri gas nel loro impiego<br />
per la respirazione a pressione hanno dimostrato<br />
che esso è il gas naturale che presenta le<br />
maggiori garanzie per essere usato nella respirazione<br />
a pressione: senza colore, né sapore né<br />
odore, totalmente privo di affinità con altri elementi,<br />
respirabile, possiede sopra tutto minimo<br />
coefficiente di solubilità e massimo coefficiente<br />
di diffusibilità; esso è solubile circa 1700-1800<br />
volte meno dell’azoto. Poi che il coefficiente di<br />
diffusibilità è tale che l’elio viene eliminato circa<br />
2.6 volte più rapidamente dell’azoto, il pericolo<br />
dell’embolia gasosa presentato dall’azoto viene<br />
ridotto a 1: 1800 X 2,6 ossia, a meno di un quattromillesimo.<br />
La documentazione fotografica<br />
che presentiamo basta a stabilire eloquentemente<br />
la priorità del valoroso ricercatore italiano.”<br />
HDS NOTIZIE N. 38 - Dicembre 2006 - pag. 16