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Omaggio a Beato Angelico: un dipinto per il Poldi Pezzoli - UBI Banca

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In occasione di questa mostra <strong>un</strong>o dei massimi<br />

es<strong>per</strong>ti di questo argomento, Everett Fahy, direttore<br />

del Dipartimento di pittura europea del<br />

Metropolitan Museum di New York, propone <strong>per</strong><br />

questa tavola l’attribuzione a Pesellino che alla<br />

fine degli anni Quaranta lavorava insieme a<br />

Zanobi Strozzi alla realizzazione delle miniature<br />

del manoscritto De Sec<strong>un</strong>do Bello P<strong>un</strong>ico Poema<br />

di S<strong>il</strong>io Italico, eseguito <strong>per</strong> papa Niccolò V e conservato<br />

parte all’Ermitage di San Pietroburgo e<br />

parte alla Biblioteca Marciana di Venezia. Questo<br />

esemplare, insieme ad altri due pannelli, di cui<br />

<strong>un</strong>o <strong>per</strong>duto ed <strong>un</strong>o ora a Strasburgo, era forse<br />

destinato ad adornare i fianchi di <strong>un</strong>a cassapanca<br />

o le ante di <strong>un</strong> armadio oppure a decorare <strong>un</strong>a<br />

sala destinata alle ri<strong>un</strong>ioni di <strong>un</strong>a confraternita<br />

laica. Sim<strong>il</strong>e all’<strong>Angelico</strong> “nella divisione tra la<br />

luce diurna e <strong>il</strong> cielo notturno, come nella tecnica<br />

così insolita di spruzzare gocce di diversi colori<br />

<strong>per</strong> realizzare la spiaggia cosparsa di ciottoli”,<br />

Pesellino ha la stessa attitudine nel realizzare,<br />

come anche Zanobi, le vesti ornate d’oro e di<br />

sgargianti colori, nell’accostare ardite cromie di<br />

verdi br<strong>il</strong>lanti e azzurri chiari, come nelle vesti<br />

dei due cacciatori in primo piano. Toccanti brani<br />

di poesia sono presenti anche nelle colline, nelle<br />

vele gonfiate dal vento e nelle architetture; nelle<br />

pose dei marinai, nella presenza del ghepardo da<br />

caccia in primo piano e di due minuscoli eremiti,<br />

l’<strong>un</strong>o che sbuca da <strong>un</strong>a roccia, l’altro su <strong>un</strong>a barca.<br />

Numerosi, interessanti contributi hanno offerto gli<br />

studiosi <strong>per</strong> <strong>un</strong>a migliore comprensione e lettura<br />

della produzione artistica fiorentina tra <strong>il</strong> 1425 e<br />

<strong>il</strong> 1455: ad esempio lo studioso di Ph<strong>il</strong>adelphia<br />

Carl Brandon Strehlke, che ha analizzato la piccola<br />

tavola di Zanobi Cristo in trono fra due<br />

angeli, proveniente da Parigi, dal museo di Nelly<br />

e Edouard Jacquemart André, ha visto nella presenza<br />

del trono marmoreo e, più in generale, nell’uso<br />

diffuso in tutte queste tavole di marmi preziosi<br />

che non imitano alc<strong>un</strong>a pietra reale, l’applicazione<br />

della teologia largamente diffusa nei circoli<br />

Domenicani Osservanti di Firenze: “la materia<br />

essenziale o le cose materiali senza forma sono<br />

quelle che meglio possono stimolare la contemplazione<br />

della grazia divina”.<br />

Magnolia Scudieri, direttrice del Museo di San<br />

Marco di Firenze e preziosa collaboratrice della<br />

mostra, ha messo a fuoco alc<strong>un</strong>i caratteri “tipici”<br />

della pittura di Zanobi: rispetto all’<strong>Angelico</strong> lo<br />

Strozzi definisce teste più tondeggianti, prof<strong>il</strong>i<br />

molto sottolineati, mani “ad artiglio”; usa colori<br />

“quasi surreali” nel paesaggio: tutti elementi preziosi<br />

e fondanti l’ipotesi di attribuire la paternità<br />

della tavola della collezione Crespi Leonardi al<br />

miniatore fiorentino.<br />

Interessante <strong>il</strong> caso della Madonna dell’Um<strong>il</strong>tà di<br />

Parma, splendida nell’intensità e malinconia dei<br />

volti e nella delicatezza dei quattro santi straordinariamente<br />

definiti dalla pittura dell’<strong>Angelico</strong>, ma<br />

40 • RASSEGNA N. 11 NOVEMBRE 2001

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