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Cuore e cure odontoiatriche

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Quando andiamo dal dentista: cuore e <strong>cure</strong> <strong>odontoiatriche</strong><br />

I pazienti affetti da cardiopatia, in occasione di <strong>cure</strong> <strong>odontoiatriche</strong>, sono esposti ad alcune<br />

problematiche che possono incidere sulla loro prognosi soprattutto in presenza di comorbilità<br />

(diabete, ipertensione, cardiopatia ischemica). L’anestesia, il traumatismo chirurgico, il<br />

trattamento dell’ emorragia locale e la potenziale immissione di germi (batteriemia)<br />

costituiscono una speciale attenzione da parte dell’odontoiatra.Il depliant riporta alcuni<br />

consigli e indicazioni terapeutiche che il paziente affetto da cardiopatia deve osservare e<br />

conoscere in occasione delle <strong>cure</strong> dentarie.<br />

Le indicazioni, raccolte dalla più recente bibliografia e dalle Linee Guida delle società<br />

scientifiche, non rappresentano una prescrizione ma uno strumento informativo per migliorare<br />

la comunicazione tra il cardiologo il paziente e il dentista.<br />

Presso l’Accoglienza del II piano di via Luzzatti, 8 si possono ricevere informazioni e ulteriori<br />

delucidazioni. Per informazioni tel. 06 77307524.<br />

L’anestesia locale dal dentista nel paziente cardiopatico<br />

(Dr.ssa AP Cangelosi)<br />

La chirurgia odontoiatrica è considerata una chirurgia a basso rischio. Per il paziente<br />

cardiopatico che viene sottoposto ad anestesia locale occorre conoscere la sua storia clinica, la<br />

sua capacità funzionale, la terapia che assume. Cardiopatie rilevanti sono: l’angina pectoris<br />

attuale o pregressa, l’infarto miocardico pregresso o recente, lo scompenso cardiaco, le aritmie,<br />

storia di impianto di pacemaker o defibrillatore . La terapia assunta dal paziente è importante<br />

perché può avere interazioni con gli anestetici.<br />

Gli anestetici: che cosa sono e come agiscono:<br />

Gli anestetici locali (mepivacaina, lidocaina) sono farmaci che bloccano la trasmissione<br />

dell’impulso nervoso. Il tempo di latenza e la durata dell’anestesia dipendono da diversi fattori<br />

(tipo di molecola, sede di inoculazione, dosaggio utilizzato). Gli anestetici in generale<br />

inducono una inibizione del tono simpatico, con conseguente vasodilatazione e riduzione della<br />

pressione arteriosa sistemica. In particolare la vasodilatazione determina l’allontanamento del<br />

farmaco dal sito d’iniezione che può essere evitato associando un vasocostrittore (la<br />

mepivacaina non ha proprietà vasodilatatrici e non necessita del vasocostritore).<br />

I vasocostrittori (il più comune epinefrina) sono importanti in odontoiatria in quanto<br />

l’anestetico da solo in genere non assicura una durata anestetica sufficientemente lunga. La<br />

presenza del vasocostrittore aumenta la durata dell’anestesia per:<br />

- una costrizione dei vasi che limita il flusso ematico dove è stata praticata l’anestesia;<br />

- un rallentamento dell’assorbimento dell’anestetico nel flusso ematico con conseguente


diminuzione di rischio di una reazione tossica;<br />

- una concentrazioni più elevate dell’anestetico nel nervo con conseguente prolungamento<br />

della sua azione;<br />

- una minimizzazione dell’emorragia nella sede di somministrazione, rivelandosi quindi utili<br />

negli interventi che prevedono sanguinamento.<br />

Gli effetti del vasocostrittore sul sistema cardiovascolare sono un transitorio aumento dei<br />

valori pressori e tachicardia. L’anestetico può potenziare l’effetto anti-ipertensivo degli aceinibitori,<br />

(ramipril, perindopril); può interferire con i farmaci antiaritmici ( amiodarone,<br />

propafenone, verapamil). I beta-bloccanti (atenololo, bisoprololo, carvedilolo) prolungano<br />

l’effetto anestetico ma hanno un ruolo di protezione sul cuore e non andrebbero interrotti.<br />

Un’efficace anestesia riduce la reazione adrenergica scatenata dal dolore e dalla paura.<br />

In conclusione, le soluzioni anestetiche oggi in commercio sono considerate efficaci e<br />

sostanzialmente si<strong>cure</strong>, compatibilmente al quadro clinico generale del paziente.<br />

Raccomandazioni sulle <strong>cure</strong> dentarie nel paziente cardiopatico<br />

(Dr. M. Cipriani)<br />

Interventi odontoiatrici “semplici” (estrazione di uno o due elementi dentari, chirurgia<br />

endodontica <strong>cure</strong>-canalari):<br />

1) Pazienti in terapia antiaggregante piastrinica: cardioaspirina (ASA), ticlopidina (Tiklid),<br />

clopidogrel (Plavix).<br />

Non c'è alcuna necessità di sospendere la terapia.<br />

Gli studi che hanno valutato gli effetti dell'aspirina somministrata a dosi antiaggreganti sul<br />

sanguinamento in seguito ad estrazione dentaria non hanno evidenziato alcun aumento del<br />

rischio di complicanze emorragiche.<br />

2) Pazienti in terapia anticoagulante orale TAO (coumadin,sintrom).<br />

Non è necessario interrompere la terapia.<br />

Tale indicazione è estesa anche ai nuovi anticoagulanti orali (dabigatran, rivaroxaban) che non<br />

necessitano di monitoraggio INR (Internazional Normalized Ratio). Si consiglia che l‘INR<br />

(Misura internazionale del grado di coagulazione del sangue) in caso di TAO, venga verificato<br />

il giorno prima della procedura e sia inferiore a 3 e che vengano adottati gli accorgimenti<br />

consigliati (acido tranexamico locale, punti di sutura, ecc.); è inoltre prudente che, in questi<br />

casi, gli interventi vengano eseguiti in mattinata e si eviti la seduta del “fine settimana”. Può<br />

essere utile, dopo l’estrazione, effettuare compressione locale con garze imbevute di acido<br />

tranexamico e sciacqui con lo stesso farmaco.<br />

Consigli utili dopo la procedura per la gestione "domiciliare" della ferita.<br />

Per aiutare la formazione di un coagulo stabile e ridurre il rischio di risanguinamento nel


postoperatorio, è consigliabile:<br />

- non sciacquare la bocca nelle prime 24 ore e non "tormentare" il coagulo con la lingua;<br />

- non bere liquidi caldi (bevande o brodo) né masticare cibi solidi per il resto della giornata;<br />

- nei giorni successivi evitare di masticare dalla parte della ferita.<br />

Inoltre: se il sanguinamento non dovesse arrestarsi o dovesse, nonostan- te tutto, riprendere, il<br />

paziente dovrà applicare una compressione sulla ferita con un tampone di garza o un fazzoletto<br />

pulito, tenendolo premuto per almeno 20 minuti. Se il provvedimento dovesse risultare<br />

inefficace, si raccomanda di ricontattare l'ambulatorio per una visita urgente.<br />

- il paracetamolo, non interferendo con l'aggregazione piastrinica, può essere considerato<br />

l'analgesico di scelta da impiegare in caso di dolore postoperatorio.<br />

I pazienti in doppia antiaggregazione (ASA + clopidogrel, ASA + ticlopidina, ASA +<br />

prasugrel) prevista dopo una procedura di angioplastica ed impianto di STENT, sono di regola<br />

ad elevato rischio aterotrombotico (trombosi intrastent) e la sospensione di uno o di entrambi i<br />

farmaci è fortemente sconsigliata nei primi 6 -12 mesi. La chirurgia minore, la pulizia dentaria<br />

e l’estrazione dentaria possono essere condotte senza nessuno o con minimo rischio di<br />

incorrere in sanguinamenti o possono essere post-datate al termine del periodo di trattamento<br />

antipiastrinico. Se l'odontoiatra valuta che il rischio emorragico sia tale da non consentire il<br />

mantenimento della TAO, l'eventuale sospensione del farmaco dovrebbe essere concordata con<br />

il medico di riferimento del paziente. Per i pazienti portatori di protesi valvolari cardiache è<br />

consigliabile la consulenza/ parere del cardiologo curante. Uno degli elementi che favorisce il<br />

sanguinamento è rappresentato dalla flogosi parodontale. E' consigliabile pertanto, in<br />

particolare nei pazienti anticoagulati o anti-aggregati, adottare provvedimenti atti a ridurre la<br />

flogosi nei giorni che precedono l’intervento.<br />

Profilassi antibiotica dell’endocardite batterica<br />

(Dr. F. Catalano Rossi Danielli)<br />

Le patologie cardiovascolari (cardiopatie congenite, valvulopatie conseguenti a reumatismo<br />

articolare acuto) possono favorire l’insorgenza di endocardite batterica (infiammazione e sepsi<br />

delle strutture cardiache e valvolari) in corso di batteriemia (diffusione di germi nel sangue).Le<br />

patologie cardiache a maggior rischio per le quali è raccomandata la profilassi antibiotica in<br />

occasioni di procedure <strong>odontoiatriche</strong> sono:<br />

- pazienti affetti da cardiopatia congenita (cianotica, senza riparazione chirurgica o con difetti<br />

residui, shunt o condotti palliativi) ;<br />

- pazienti affetti da cardiopatia congenita con riparazione chirurgica completa con materiale<br />

protesico posizionato tramite intervento o tecnica per cutanea (fino a 6 mesi dopo la<br />

procedura);<br />

- pazienti affetti da cardiopatia congenita: persistenza di un difetto residuo al punto d’impianto<br />

di un device protesico;


- pazienti portatori di protesi valvolari o con materiale protesico endocardico;<br />

- pazienti con pregressa endocardite.<br />

(linee guida ESC - Società Europea di Cardiologia 2009)<br />

Nelle procedure <strong>odontoiatriche</strong> la profilassi antibiotica dovrebbe essere considerata per quelle<br />

procedure che richiedono manipolazioni della gengiva o della regione periapicale dei denti o la<br />

perforazione della mucosa orale. Non è raccomandata per iniezioni anestetiche locali in tessuto<br />

non infetto, rimozione di suture, rx denti, posizionamento o aggiustamento di apparecchi<br />

dentali ortodontici. Non è raccomandata nella perdita di denti decidui o nel trauma delle labbra<br />

e della mucosa orale.

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