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Lucidi sulle sollecitazioni di contatto e l'usura - Dimeca

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Contatto e Usura<br />

Riferimenti bibliografici<br />

Juvinall, Marshek “Fondamenti della progettazione dei componenti delle macchine”<br />

Shigley et al. “Progetto e costruzione <strong>di</strong> macchine”


La tribologia<br />

All’importanza dei fenomeni che avvengono all’interfaccia fra i soli<strong>di</strong> (o fra soli<strong>di</strong> e<br />

flui<strong>di</strong>) non corrisponde, sino ad oggi, una teoria scientifica sod<strong>di</strong>sfacente.<br />

Tuttavia, una nuova <strong>di</strong>sciplina, che stu<strong>di</strong>a le interazioni tra le superfici, sta fornendo<br />

ottime in<strong>di</strong>cazioni. E’ la tribologia , definita come la scienza, e la tecnologia, delle<br />

superfici in movimento relativo tra <strong>di</strong> loro con i problemi associati.<br />

Per una soluzione ottimale dei problemi tribologici, devono essere noti e tenuti in<br />

considerazione tutti gli elementi che compongono un tribosistema , nonché le loro<br />

interazioni.


Attrito, usura e lubrificazione<br />

Lo stu<strong>di</strong>o delle interazioni superficiali fra elementi soli<strong>di</strong> è uno dei temi <strong>di</strong><br />

grande interesse nell’ambito della progettazione meccanica in quanto:<br />

• l’attrito è connaturato al movimento sia quando consente il funzionamento<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi meccanici (es. ruote dell’automobile), sia quando deve essere<br />

combattuto come fonte <strong>di</strong> per<strong>di</strong>te e <strong>di</strong> temperature elevate (cuscinetti a<br />

strisciamento);<br />

Si definisce attrito (friction) ogni fenomeno <strong>di</strong>ssipativo provocato nei corpi soli<strong>di</strong> o flui<strong>di</strong> dalla<br />

presenza <strong>di</strong> movimento. L’etimologia della parola attrito deriva dal latino “attenere” (sfregare) ed<br />

è un termine connesso al movimento.<br />

• l’usura è una delle principali cause che rendono inutilizzabili le macchine,<br />

così come lo sono la rottura e l’obsolescenza.<br />

• la lubrificazione provoca la profonda mo<strong>di</strong>ficazione dei fenomeni <strong>di</strong> attrito<br />

e <strong>di</strong> usura che si avrebbero fra superfici asciutte;


La tribologia<br />

Quando si seleziona il materiale interme<strong>di</strong>o (il lubrificante) gli aspetti ambientali quali<br />

• Polvere<br />

• Temperatura<br />

• Umi<strong>di</strong>tà<br />

ed i parametri dati dal progetto come<br />

• Natura dei materiali<br />

• Tipo <strong>di</strong> superfici<br />

• Geometria degli elementi in movimento<br />

sono della identica grande importanza dei parametri operativi <strong>di</strong> velocità, carico e<br />

vibrazioni.<br />

E’ chiaro dunque come il comportamento <strong>di</strong>namico delle macchine sia caratterizzato<br />

dai fenomeni che si manifestano nel <strong>contatto</strong> fra elementi soli<strong>di</strong>, o fra soli<strong>di</strong> e flui<strong>di</strong>.


Fenomeni superficiali<br />

I fenomeni superficiali interessano gli aspetti sia funzionali che costruttivi<br />

dello stu<strong>di</strong>o delle macchine, in quanto determinano<br />

• grandezza e <strong>di</strong>rezione delle forze scambiate negli accoppiamenti<br />

• entità e natura dei fenomeni <strong>di</strong>ssipativi<br />

• mo<strong>di</strong>ficazioni delle caratteristiche funzionali per effetto dell’usura,<br />

ma anche….<br />

•la scelta dei materiali da costruzione e la forma dei corpi accoppiati.<br />

L’analisi delle interazioni superficiali fra membri soli<strong>di</strong> delle macchine può<br />

essere trattata da tre possibili punti <strong>di</strong> vista: geometrico, fisico-chimico ,<br />

cinematico.


Fenomeni superficiali<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista geometrico i contatti possono essere idealmente classificati<br />

in : superficiali, lineari e puntiformi.<br />

I contatti fra superfici sono tipici delle coppie elementari (guide, viti,<br />

cuscinetti, ecc.). I contatti lineari e puntiformi sono caratteristici <strong>di</strong> molte<br />

coppie con membri rigi<strong>di</strong>: ruote dentate, camme, ecc.<br />

Questa sud<strong>di</strong>visione teorica, che trae origine dalla forma geometrica ideale<br />

dei membri a <strong>contatto</strong>, nella realtà non risulta realizzata per la presenza <strong>di</strong><br />

giochi, per l’irregolarità delle forme dei corpi e per la deformabilità delle loro<br />

superfici.


I contatti superficiali<br />

Si considerino due superfici accoppiate e soggette all’azione <strong>di</strong> una forza esterna<br />

normale F ; l’area <strong>di</strong> <strong>contatto</strong>, teoricamente estesa all’intera superficie, nella realtà è<br />

limitata ad alcune areole deformate. Infatti, le superfici dei corpi soli<strong>di</strong> presentano<br />

sempre ondulazioni e rugosità superficiali.<br />

La rugosità superficiale ha usualmente valori me<strong>di</strong> dell’or<strong>di</strong>ne dei micron. Il <strong>contatto</strong><br />

fra i due corpi perciò non avviene su tutta la superficie geometrica, ma solo su piccole<br />

aree. Per la presenza delle ondulazioni , tali aree sono localizzate in zone definite: il<br />

numero dei contatti <strong>di</strong>pende sia dal carico applicato sia dalla rugosità delle superfici.<br />

Nel caso <strong>di</strong> contatti <strong>di</strong>retti fra superfici idealmente combacianti è possibile <strong>di</strong>stinguere:<br />

• Area nominale (o geometrica, apparente) <strong>di</strong> <strong>contatto</strong> (An), che è il luogo<br />

geometrico <strong>di</strong> tutte le possibili aree <strong>di</strong> <strong>contatto</strong>. E’ definita dalle <strong>di</strong>mensioni del corpo<br />

ed è in<strong>di</strong>pendente dal carico;<br />

• Area reale <strong>di</strong> <strong>contatto</strong> (Ar) : è la somma <strong>di</strong> tutte le piccole aree attraverso le quali i<br />

soli<strong>di</strong> si toccano. L’area reale è funzione dell’area deformata, della rugosità<br />

superficiale e del carico (per contatti fra superfici <strong>di</strong> acciaio con pressioni specifiche<br />

modeste l’area reale può essere 1/1000 <strong>di</strong> quella geometrica).


8<br />

6<br />

4<br />

JIS 50 Rail, Abrasive Paper #40<br />

(Uni<strong>di</strong>rectional Roughness)<br />

I contatti superficiali<br />

2<br />

µm<br />

0<br />

-2<br />

Transversal <strong>di</strong>rection<br />

-4<br />

-6<br />

-8<br />

Longitu<strong>di</strong>nal <strong>di</strong>rection<br />

0.0<br />

0.5<br />

1.0<br />

1.5<br />

2.0<br />

mm<br />

2.5<br />

3.0<br />

3.5<br />

4.0<br />

60<br />

40<br />

JIS 50 Rail<br />

(Isotropic Roughness)<br />

Lapped, R q =0.08 µm<br />

µm<br />

20<br />

Paper #240, R q =0.29 µm<br />

0<br />

Paper #120, R q =0.59 µm<br />

-20<br />

Paper #80, R q =0.85 µm<br />

-40<br />

Paper #40, R q =1.32 µm<br />

0.0<br />

0.5<br />

1.0<br />

1.5<br />

2.0<br />

mm<br />

2.5<br />

3.0<br />

3.5<br />

4.0


Approccio teorico al <strong>contatto</strong><br />

Due corpi con superfici a <strong>di</strong>versa curvatura hanno idealmente un solo punto o una linea <strong>di</strong><br />

<strong>contatto</strong>. Per effetto del carico esterno il punto o la linea si espandono sino a <strong>di</strong>ventare piccole<br />

aree. Di conseguenza, anche se la forza esterna è modesta, la sollecitazione indotta nella zona<br />

<strong>di</strong> <strong>contatto</strong> è elevata<br />

La teoria classica del <strong>contatto</strong> fu stabilita da Hertz nel 1881<br />

L’analisi <strong>di</strong> Hertz ,valida per <strong>contatto</strong> teoricamente puntiforme o lineare, parte dalle seguenti<br />

ipotesti:<br />

• soli<strong>di</strong> omogenei ed isotropi;<br />

• deformazioni elastiche e contenute entro i limiti <strong>di</strong> elasticità lineare (è valida la legge <strong>di</strong> Hooke)<br />

• le <strong>di</strong>mensioni dell’area <strong>di</strong> <strong>contatto</strong> sono piccole rispetto al raggio <strong>di</strong> curvatura dei corpi a<br />

<strong>contatto</strong><br />

• i raggi <strong>di</strong> curvatura della zona <strong>di</strong> <strong>contatto</strong> sono anch’essi gran<strong>di</strong>, se confrontati con le<br />

<strong>di</strong>mensioni dell’area <strong>di</strong> <strong>contatto</strong>;<br />

• fra i due corpi non vi sono forze <strong>di</strong> attrito radente e quin<strong>di</strong> durante il <strong>contatto</strong> agisce solo la<br />

forza normale<br />

• le superfici a <strong>contatto</strong> sono continue, e possono essere rappresentate da polinomi del<br />

second’or<strong>di</strong>ne prima della deformazione


Approccio teorico al <strong>contatto</strong><br />

La teoria <strong>di</strong> Hertz porta alla descrizione della forma della zona <strong>di</strong> <strong>contatto</strong> secondo<br />

una superficie del secondo or<strong>di</strong>ne (ellissoide <strong>di</strong> rivoluzione), <strong>di</strong> equazione<br />

2 2<br />

z = Ax + By + Cxy<br />

Le costanti A e B sono definite da una serie <strong>di</strong> equazioni complesse che <strong>di</strong>pendono<br />

dai raggi <strong>di</strong> curvatura dei due corpi e che permettono anche <strong>di</strong> ricavare i semiassi<br />

dell’ellisse a e b che rappresenta l’area deformata.<br />

La teoria hertziana giunge poi alla formulazione della legge <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione delle<br />

pressioni nella zona <strong>di</strong> <strong>contatto</strong> con la relazione :<br />

p =<br />

⎛ x ⎞ ⎛ y ⎞<br />

p<br />

max<br />

1−<br />

⎜ ⎟ − ⎜ ⎟<br />

⎝ a ⎠ ⎝ b ⎠<br />

2<br />

2<br />

p<br />

max =<br />

3P<br />

2πab<br />

Le pressioni, nei vari punti dell’area deformata <strong>di</strong> <strong>contatto</strong>, hanno quin<strong>di</strong> una<br />

<strong>di</strong>stribuzione semiellissoidale.


Casi particolari<br />

Sfera su sfera (d 1 ,d 2 )<br />

L’area <strong>di</strong> <strong>contatto</strong> è una circonferenza <strong>di</strong> raggio<br />

a =<br />

p<br />

3<br />

max<br />

3P<br />

8<br />

3P<br />

=<br />

2<br />

2πa<br />

2<br />

2<br />

( 1−ν<br />

) E + ( 1−ν<br />

)<br />

1<br />

1<br />

⎛ 1 1 ⎞<br />

⎜ +<br />

⎟<br />

⎝d1<br />

d<br />

2 ⎠<br />

2<br />

E<br />

2<br />

Cilindro su cilindro (d 1 ,d 2 ) <strong>di</strong> lunghezza L<br />

L’area <strong>di</strong> <strong>contatto</strong> è un rettangolo <strong>di</strong> semilarghezza<br />

b =<br />

3<br />

2P<br />

πL<br />

2<br />

2<br />

( 1−ν<br />

) E + ( 1−ν<br />

)<br />

1<br />

1<br />

⎛ 1 1 ⎞<br />

⎜ +<br />

⎟<br />

⎝d1<br />

d<br />

2 ⎠<br />

2<br />

E<br />

2<br />

p<br />

max<br />

=<br />

2P<br />

πbL


Pellicole pressosensibili<br />

Verifiche sperimentali<br />

2 mm<br />

Ultrasuoni<br />

2kN<br />

6kN<br />

10 kN<br />

2 mm<br />

40 mm 60 mm 100 mm


Il metodo ultrasonico<br />

Sonda ultrasonica<br />

Acqua<br />

Piano<br />

Sfera


Sfera su sfera<br />

Andamento delle tensioni<br />

Nei <strong>di</strong>agrammi sono illustrati gli andamenti delle<br />

<strong>sollecitazioni</strong> al variare della <strong>di</strong>stanza dalla superficie<br />

(profon<strong>di</strong>tà)<br />

Si può osservare come la tensione normale σ z<br />

<strong>di</strong>minuisca a mano a mano che ci si sposta al <strong>di</strong> sotto<br />

della superficie.<br />

Cilindro su cilindro<br />

Nel caso della sfera, la particolare configurazione<br />

dell’area <strong>di</strong> <strong>contatto</strong> rende uguali i valori <strong>di</strong> σ x<br />

e σ y<br />

La tensione tangenziale non è massima in superficie<br />

ma ad una certa <strong>di</strong>stanza da essa (circa 0.5 volte il<br />

raggio <strong>di</strong> <strong>contatto</strong>). È opinione comune ritenere che<br />

sia proprio questa tensione tangenziale massima la<br />

responsabile dei fenomeni <strong>di</strong> fatica superficiale nei<br />

corpi a <strong>contatto</strong>.


Contatto <strong>di</strong>namico<br />

Nei sistemi in moto relativo (cuscinetti, ruote dentate, camme ecc.) le tensioni <strong>di</strong> <strong>contatto</strong> sono<br />

applicate in un punto ciclicamente, e quin<strong>di</strong> tendono a generare fenomeni <strong>di</strong> fatica.<br />

Inoltre, anche se il moto è <strong>di</strong> puro rotolamento, non può essere evitata la presenza <strong>di</strong> piccoli<br />

strisciamenti relativi che originano tensioni (normali e tangenziali) che agiscono in <strong>di</strong>rezione<br />

circonferenziale e si sovrappongono agli effetti dovuto al carico.<br />

Quando un dato punto della superficie passa per<br />

la zona <strong>di</strong> <strong>contatto</strong>, le tensioni tangenziali in<br />

<strong>di</strong>rezione circonferenziale passano da zero ad<br />

un valore massimo per tornare <strong>di</strong> nuovo a zero,<br />

mentre le tensioni normali passano da zero ad<br />

un valore <strong>di</strong> trazione, raggiungono<br />

successivamente un valore <strong>di</strong> compressione e,<br />

infine, tornano nuovamente a zero.<br />

La presenza in superficie <strong>di</strong> una tensione <strong>di</strong><br />

trazione è indubbiamente importante ai fini della<br />

propagazione <strong>di</strong> fessure superficiali <strong>di</strong> fatica


Rotture per fatica superficiale<br />

Le rotture per fatica superficiale derivano dalla ripetuta applicazione <strong>di</strong> carichi che<br />

producono tensioni <strong>sulle</strong> superfici <strong>di</strong> <strong>contatto</strong> e al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong> esse.<br />

Le fessure innescate da queste tensioni si propagano fino alla separazione <strong>di</strong> piccoli<br />

frammenti <strong>di</strong> materiale superficiale producendo forme <strong>di</strong> danneggiamento denominate<br />

pitting (vaiolatura) o spalling (sfogliatura)<br />

Il pitting è originato da fessure superficiali e ciascun cratere<br />

ha un’area relativamente piccola<br />

Lo spalling trae origine da fessure poste al <strong>di</strong> sotto della<br />

superficie ed i frammenti consistono in sottili scaglie <strong>di</strong><br />

materiale superficiale


Esempi <strong>di</strong> analisi del <strong>contatto</strong><br />

2 kN 6 kN 10 kN<br />

6 kN 10 kN<br />

2 kN 6 kN 10 kN


Esempi <strong>di</strong> analisi del <strong>contatto</strong>


L’usura<br />

Si definisce usura (dal francese user = usare ) la progressiva rimozione <strong>di</strong><br />

materiale dalla superficie <strong>di</strong> un corpo solido che possiede un moto relativo rispetto<br />

ad un altro solido o ad un fluido.<br />

L’analisi dell’usura è eseguita in riferimento agli atti <strong>di</strong> moto, ma la complessità del<br />

fenomeno richiede classificazioni più sottili legate al meccanismo macroscopico,<br />

all’aspetto delle superfici usurate, alla natura del materiale antagonista e al suo stato<br />

(solido continuo, particelle solide in un fluido o particelle fluide in un fluido).<br />

L’usura colpisce le superfici dei corpi delle macchine provocando un progressivo<br />

deca<strong>di</strong>mento delle prestazioni della macchina e provocando una <strong>di</strong>ssipazione<br />

dell’energia per attrito.<br />

Analizzando i guasti nelle macchine si scopre come nella maggior parte dei casi la<br />

rottura e l’arresto sono associati a interazioni tra parti in movimento come ingranaggi,<br />

cuscinetti, giunti, camme, frizioni, sigillanti, ecc..<br />

Anche il corpo umano contiene superfici interagenti in moto relativo (basti pensare a<br />

tutte le articolazioni presenti)


L’usura<br />

L’usura causa:<br />

• Aumento dei giochi<br />

• Aumento della rumorosità<br />

• Comparsa dei fenomeni d’urto<br />

• Aumento <strong>di</strong> vibrazioni e <strong>sollecitazioni</strong> per fatica<br />

• Distribuzione <strong>di</strong>suniforme delle tensioni<br />

• Aumento del tasso d’usura per abrasione delle particelle formatesi<br />

• Inutilizzo della macchina nel tempo.<br />

Classificazione dei fenomeni <strong>di</strong> usura<br />

•Usura adesiva<br />

•Usura abrasiva<br />

•Fretting


Usura adesiva<br />

• Come accennato in precedenza, le superfici dei materiali ingegneristici (metalli)<br />

sono tutte caratterizzate da un certo grado <strong>di</strong> rugosità superficiale variabile tra alcune<br />

decine <strong>di</strong> micron (getti o semilavorati) e decimi o centesimi <strong>di</strong> micron (rettifica,<br />

lucidatura e lappatura)<br />

• Le elevate pressioni <strong>di</strong> <strong>contatto</strong> locali e il calore generato dall’attrito provocano<br />

notevoli aumenti <strong>di</strong> temperatura su zone <strong>di</strong> entità ridotta, creando le con<strong>di</strong>zioni<br />

favorevoli per la formazione <strong>di</strong> microsaldature<br />

• Tuttavia, poiché l’azione <strong>di</strong> moto prosegue, le zone saldate vengono ad essere<br />

separate a seguito <strong>di</strong> rotture per taglio della saldatura stessa o <strong>di</strong> uno dei due metalli.<br />

• Se la rottura avviene esattamente in corrispondenza all'interfaccia tra i due corpi non<br />

si ha usura, in caso contrario si verifica <strong>l'usura</strong>, che, per il meccansmo che la origina,<br />

si <strong>di</strong>ce adesiva.<br />

• Il processo, che prosegue ciclicamente con la formazione e la rottura successiva <strong>di</strong><br />

saldature o <strong>di</strong> parti <strong>di</strong> materiale circostante, può deteriorare rapidamente in modo<br />

irreversibile il componente.


Usura adesiva<br />

Considerato che l’usura adesiva è essenzialmente espressione <strong>di</strong> un fenomeno <strong>di</strong><br />

saldatura localizzata, risultano essere maggiormente soggetti ad essa i materiali più<br />

facilmente saldabili.<br />

• Se il processo <strong>di</strong> saldatura e rottura delle asperità superficiali provoca un<br />

trasferimento <strong>di</strong> metallo da una superficie all’altra, l’usura risultante si definisce anche<br />

“scoring” (raschiatura)<br />

• Quando la saldatura interessa porzioni estese delle superfici a <strong>contatto</strong> in modo tale<br />

da ridurre (o impe<strong>di</strong>re) lo scorrimento relativo, si parla <strong>di</strong> “grippaggio”<br />

• Una forte usura adesiva viene anche chiamata “galling” (sfaldatura)<br />

• Una moderata usura adesiva (per esempio tra fasce elastiche e camicia del cilindro)<br />

si definisce “scuffing” (rigatura)


Usura abrasiva<br />

Rappresenta la tipologia <strong>di</strong> usura alla quale più intuitivamente si è portati a<br />

pensare, ossia quella dovuta all’azione <strong>di</strong> sfregamento <strong>di</strong> particelle abrasive su<br />

una superficie (es. asportazione <strong>di</strong> legno o metallo con carta vetrata o con una<br />

mola, usura delle suole delle scarpe ecc.)<br />

• Le particelle abrasive sono tipicamente piccole e caratterizzate da elevata durezza e<br />

bor<strong>di</strong> taglienti<br />

• Esistono <strong>di</strong>versi meccanismi <strong>di</strong> azione che possono anche presentarsi<br />

contemporaneamente; infatti il materiale viene rimosso per microtagli, microfratture,<br />

pull-out <strong>di</strong> singoli grani o fatica accelerata dovuta alle ripetute deformazioni.<br />

• Usualmente maggiore è la durezza <strong>di</strong> una superficie, maggiore è la sua resistenza<br />

all’abrasione e spesso si sfrutta questa caratteristica sottoponendo il materiale a<br />

trattamenti superficiali che ne aumentino appunto la durezza superficiale (tempra,<br />

nitrurazione, elettrodeposizione ecc.)<br />

• Talvolta l’esistenza <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> usura abrasiva viene sfruttata appositamente per<br />

garantire il deterioramento <strong>di</strong> uno solo dei due componenti a <strong>contatto</strong> (cuscinetti a<br />

strisciamento)


Usura abrasiva<br />

1. Il primo meccanismo rappresentato è il taglio. È il classico modello che si usa quando le<br />

particelle o le asperità "tagliano" la superficie meno dura del pezzo. Il materiale tagliato<br />

viene rimosso come detrito dell’usura e sulla superficie si osservano molti intagli in genere<br />

<strong>di</strong> forma piramidale o sferica.<br />

2. Quando il materiale abraso è fragile (ad esempio un ceramico) si ha la frattura della<br />

superficie. In questo caso i detriti sono il risultato dell’avanzamento delle cricche fino alla<br />

rottura.<br />

3. Quando un materiale duttile è soggetto ad<br />

abrasione da parte <strong>di</strong> particelle non spigolose<br />

i fenomeni <strong>di</strong> taglio sono sfavoriti e la<br />

superficie abrasa è soggetta a deformazioni<br />

ripetute. In questo caso i detriti sono il<br />

risultato <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> fatica dei metalli.<br />

4. L’ultimo meccanismo, pull-out, rappresenta<br />

il <strong>di</strong>staccamento o l’espulsione dei grani.<br />

Questo meccanismo è molto <strong>di</strong>ffuso nei<br />

ceramici dove la superficie del grano è<br />

debolmente legata e il fenomeno risulta<br />

molto rapido. In questo caso l’intero grano<br />

<strong>di</strong>venta detrito dell’abrasione.


Fretting<br />

Il fenomeno del fretting ha luogo quando scorrimenti alternativi <strong>di</strong> piccola ampiezza<br />

(0.01-0.25 mm) tra due superfici in <strong>contatto</strong> avvengono per un gran numero <strong>di</strong> cicli.<br />

• Questo fenomeno causa due forme <strong>di</strong> danneggiamento: usura superficiale e<br />

deterioramento a fatica. L’entità del danneggiamento superficiale è molto più grande <strong>di</strong><br />

quanto faccia pensare l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza delle <strong>di</strong>stanze <strong>di</strong> scorrimento. Contatti che<br />

sembrano essere privi <strong>di</strong> movimento, come connessioni ad interferenza, permettono<br />

movimenti relativi dell’or<strong>di</strong>ne dei nanometri quando sono applicati carichi alternati e<br />

oscillanti. Tali movimenti sono molto <strong>di</strong>fficili da eliminare e il risultato a cui portano è il<br />

fretting.<br />

• Usura e fatica da fretting sono presenti in quasi tutte le macchine e sono la causa della<br />

rottura <strong>di</strong> molti componenti robusti. Una delle caratteristiche fondamentali del fretting è che<br />

a causa della piccola ampiezza dello scorrimento i detriti prodotti sono spesso trattenuti<br />

all’interno della zona <strong>di</strong> <strong>contatto</strong> accelerando il processo <strong>di</strong> usura.<br />

• Il fenomeno del fretting può essere accelerato ulteriormente dalla corrosione, dalla<br />

temperatura e da altri effetti.<br />

• Una possibile via per ridurre gli effetti del fretting è quella <strong>di</strong> aumentare la pressione <strong>di</strong><br />

<strong>contatto</strong> al fine <strong>di</strong> annullare gli spostamenti relativi


Approccio analitico all’usura<br />

Sebbene l’approccio progettuale per quanto riguarda la resistenza all’usura sia sempre stato<br />

storicamente essenzialmente empirico, sono state formulate <strong>di</strong>verse teorie che consentono <strong>di</strong><br />

valutare in modo analitico il cosiddetto “tasso <strong>di</strong> usura”<br />

Il tasso <strong>di</strong> usura costituisce un in<strong>di</strong>ce complessivo che fornisce in<strong>di</strong>cazioni me<strong>di</strong>e del comportamento<br />

preve<strong>di</strong>bile per accoppiamenti usuali.<br />

Una delle espressioni più note del tasso <strong>di</strong> usura è la seguente<br />

⎛ K ⎞<br />

Tasso <strong>di</strong> usura = δ = ⎜ ⎟⋅<br />

pv<br />

t ⎝ H ⎠<br />

FS<br />

⎧δ<br />

= spessore stratousurato(mm)<br />

⎪<br />

⎪<br />

t = tempo (s)<br />

⎪K<br />

= coeff. <strong>di</strong> usura<br />

⎨<br />

⎪H<br />

= durezza(MPa)<br />

⎪p<br />

= pressione superficiale(MPa)<br />

⎪<br />

⎩v<br />

= velocità <strong>di</strong> strisciamento(mm/s)<br />

Dunque il tasso <strong>di</strong> usura è proporzionale ad un dato coefficiente <strong>di</strong> usura K a<strong>di</strong>mensionale<br />

(<strong>di</strong>pendente dalla natura dei materiali a <strong>contatto</strong>) inversamente proporzionale alla durezza del<br />

materiale considerato (H) e, ipotizzando un coefficiente <strong>di</strong> attrito costante, <strong>di</strong>rettamente<br />

proporzionale alla potenza <strong>di</strong>ssipata per attrito<br />

Per una data forza <strong>di</strong> compressione, il volume <strong>di</strong> materiale asportato risulta essere in<strong>di</strong>pendente<br />

dall’area <strong>di</strong> <strong>contatto</strong>, quin<strong>di</strong> un’altra forma dell’equazione dell’usura è<br />

⎛ K ⎞<br />

W = ⎜ ⎟⋅<br />

⎝ H ⎠<br />

3<br />

⎧W<br />

= volume <strong>di</strong>materiale asportato (mm )<br />

⎪<br />

⎨F<br />

= forza<strong>di</strong>compressione tralesuperfici (N)<br />

⎪<br />

⎩S<br />

= ampiezza totale <strong>di</strong>strisciamento(mm)


Approccio analitico all’usura<br />

Il modo migliore per ottenere valori <strong>di</strong> K per una particolare applicazione consiste nell’utilizzare dati<br />

sperimentali per la stessa combinazione <strong>di</strong> materiali operanti essenzialmente nelle stesse<br />

con<strong>di</strong>zioni<br />

È importante accertarsi che la temperatura stimata all’interfaccia, i materiali e le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

lubrificazione dell’applicazione prevista corrispondano a quelle impiegate nella prova.


Verifica del tasso <strong>di</strong> usura<br />

Le prove <strong>di</strong> usura prevedono lo strisciamento o il rotolamento tra due corpi:<br />

• Corpo mobile (mosso dall’esterno)<br />

• Partner statico o mobile<br />

Prove <strong>di</strong> usura identificate tramite la geometria del <strong>contatto</strong>:<br />

“Pin on <strong>di</strong>sk – Ball on <strong>di</strong>sk” (ASTM G99)<br />

“Block on ring”<br />

“Disc on <strong>di</strong>sc”<br />

“Dry-Sand, Rubber Wheel Wear Test”<br />

Parametri <strong>di</strong> prova:<br />

• Carico applicato<br />

• Lubrificazione<br />

• Fattori ambientali (temperatura, umi<strong>di</strong>tà, atmosfera,…)


Verifica del tasso <strong>di</strong> usura<br />

• Nel metodo “pin (ball) on <strong>di</strong>sk”, un perno (sfera) viene fatto strisciare (ruotare) su un<br />

<strong>di</strong>sco che può essere d’acciaio, o <strong>di</strong> un altro materiale, per un numero <strong>di</strong> giri descritto<br />

dalla norma.<br />

• L’usura è misurata in termini <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> volume del pin e del <strong>di</strong>sco.<br />

• I risultati sono espressi in termini <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> volume per unità <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong><br />

strisciamento e unità <strong>di</strong> carico normale [mm 3 /N/m].

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