pista - mountain bike - ciclocross - Federazione Ciclistica Italiana
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MONDIALI STRADA<br />
capolavoro, in rimonta su Kolobnev<br />
e Schumacher a soffrire.<br />
Poi la rabbia si scioglie nel pianto<br />
e nella tolleranza, perché c’è<br />
da indossare la maglia e salire<br />
quel mitico gradino. Ma prima<br />
l’inchino, ai suoi tifosi a chi ne<br />
ha saputo apprezzare in tredici<br />
anni di carriera la grande semplicità,<br />
il calore umano, l’amore<br />
per questo sport tanto faticoso.<br />
Infine, lo sguardo ormai sereno<br />
al momento dell’inno cantato a<br />
scuarciagola a difendere la sua<br />
identità. Perché chi vuole capire,<br />
capisca.<br />
LA GARA DEGLI UNDER 23 – A<br />
tre chilometri dal traguardo la<br />
possibilità di un posto sul podio<br />
non sembrava una chimera.<br />
Ponzi e Ginanni - e poco più<br />
dietro Frapporti - erano nel<br />
gruppetto che si stava giocando<br />
la maglia iridata. Contro ogni<br />
pronostico, visto che oltre cinquanta,<br />
poco meno della metà<br />
del plotone dei corridori in gara,<br />
erano professionisti, che gareggiano<br />
in squadra Continental e<br />
Professional, un gradino sotto<br />
quelle del Protour. Di fatto molto<br />
più esperti dei loro coetanei<br />
che corrono nelle squadre dilettanti.<br />
E in quei pochi maledettissimi<br />
metri finali, il “mestiere” ha<br />
avuto il sopravvento. Lo slovacco<br />
Peter Velits, 22 anni, che gareggia<br />
nella tedesca Wiesenhof<br />
- vincitore solo due settimane fa<br />
aveva vinto il Gp Fourmies, classica<br />
francese di 200 km, davanti<br />
a professionisti di lunga militanza<br />
come Nardello e Baden Cooke<br />
– ha usato tutta la sua esperienza<br />
per vincere una volata<br />
nella quale i nostri non sono riusciti<br />
a partecipare. Insomma, si<br />
è ripetuto il copione dello scorso<br />
anno a Salisburgo, quando a<br />
vincere fu Ciolek, solo ventenne<br />
è vero, ma già abile e arruolato<br />
tra i big. Sandro Callari considerava<br />
l’esperienza maturata da<br />
questi corridori in corse qualitativamente<br />
più competitive un<br />
enorme vantaggio, ma soprattutto<br />
temeva la loro maggiore<br />
resistenza alla distanza. Per questo<br />
aveva raccomandato ai suoi<br />
ragazzi di correre in modo oculato,<br />
senza spendere troppe<br />
energie su un circuito che complessivamenete<br />
misurava 171<br />
km, una distanza proibitiva per<br />
atleti che non l’hanno quasi mai<br />
corsa. E in questo senso, l’allungo<br />
di Pirazzi serviva a preservare<br />
le ambizioni dei nostri, a lasciare<br />
il pallino della corsa agli “esperti”<br />
visto che fino a quel punto il<br />
Damiano Cunego e Alessandro<br />
Bertolini all’attacco (foto Bettini)<br />
gruppo aveva lavorato poco e<br />
per un terzo di gara, si era andati<br />
piano. All’ultimo giro la bagarre.<br />
Prima Boom, poi Spilak,<br />
Belkov, Velits, Klivev, Taaramhe<br />
Simone Ponzi, primo degli azzurri<br />
tra gli U23 (foto Bettini)<br />
cercavano di forzare la corsa. Gli<br />
azzurri sembravano tagliati fuori,<br />
poi in un attimo il rimescolamento<br />
delle carte e a tre km dalla<br />
conclusione, in testa comparivano<br />
anche le maglie di Ponzi e<br />
di Francesco Ginanni, e appena<br />
dietro Frapporti. Ma i cambi di<br />
ritmo, la fatica, l’inesperinza tradivano<br />
sia Ginanni che Ponzi,<br />
che smarrivano il filo nel momento<br />
clou: la curva a destra<br />
che, ai 180 metri, portava al traguardo.<br />
Sarebbe stato indispensabile<br />
uscire prima per avere<br />
qualche possibilità, ma se fosse<br />
avvenuto non saremmo qui a<br />
parlare di inesperienza e a porre<br />
il problema della complessità<br />
della categoria. Resta il tredicesimo<br />
posto di Ponzi, vent’anni,<br />
come miglior risultato, e non è<br />
da buttare via.<br />
CRONO – Fabian Cancellara<br />
senza problemi. E’ ancora lui,<br />
come lo scorso anno a Salisburgo,<br />
il signore del tempo. Secon-<br />
6 Il Mondo del Ciclismo<br />
numero 40