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RS<br />

RICERCHE STORICHE<br />

Direttore<br />

Ettore Borghi<br />

Direttore Responsab<strong>il</strong>e<br />

Piergiorgio Paterl<strong>in</strong>i<br />

Coord<strong>in</strong>atore di Redazione<br />

Glauco Bertani<br />

Comitato di Redazione<br />

Laura Artioli, Michele Belelli, Glauco Bertani,<br />

Antonio Canovi, Maria Nella Casali,<br />

Alberto Ferraboschi, Cesare Grazioli,<br />

Francesco Paolella, Marco Paterl<strong>in</strong>i,<br />

Massimo Storchi, Antonio Torrenzano,<br />

Antonio Zambonelli<br />

Direzione, Redazione,<br />

Amm<strong>in</strong>istrazione<br />

Via Dante, 11 - Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />

Telefono (0522) 437 327 FAX 442668<br />

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e.ma<strong>il</strong>: staff@istoreco.it<br />

Cod. Fisc. 80011330356<br />

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I versamenti vanno <strong>in</strong>testati a<br />

ISTITUTO STORICO RESISTENZA,<br />

specificando <strong>il</strong> tipo di Abbonamento,<br />

ut<strong>il</strong>izzando <strong>il</strong> Conto Corrente bancario<br />

BIPOP-CARIRE n.11701 ABI 5437<br />

CAB 12811 - Swift Code per l'estero<br />

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oppure <strong>il</strong> c.c.p. N. 14832422<br />

La collaborazione alla rivista è fatta solo<br />

per <strong>in</strong>vito o previo accordo con la redazione.<br />

Ogni scritto pubblicato impegna<br />

politicamente e scientificamente<br />

l'esclusiva responsab<strong>il</strong>ità dell'autore.<br />

I manoscritti e le fotografie<br />

non si restituiscono.<br />

Stampa<br />

GRAFITALIA - Via Raffaello, 9 Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />

Te!. 0522 511.251<br />

Fotocomposizione<br />

ANTEPRIMA - Via Gramsci, 104/f Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />

Te!. 0522 271185<br />

Editore proprietario<br />

ISTORECO<br />

Istituto per la Storia della Resistenza<br />

e della Società contemporanea<br />

<strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />

cod. fisco 80011330356<br />

Registrazione presso <strong>il</strong> Tribunale di<br />

Reggio Em<strong>il</strong>ia n. 220 <strong>in</strong> data 18 marzo 1967<br />

Anno XXXVI<br />

N. <strong>93</strong> luglio 2002<br />

Rivista semestrale di <strong>Istoreco</strong><br />

(Istituto per la storia della resisistenza<br />

e della società contemporanea <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia<br />

di Reggio Em<strong>il</strong>ia)<br />

In copert<strong>in</strong>a schede di ricerca dei presunti<br />

responsab<strong>il</strong>i del massacro della<br />

Bettola (Vezzano sul Crostolo, Reggio<br />

Em<strong>il</strong>ia)<br />

la<br />

Fc?s~~i~~2;;;rE<br />

__ DI REGGIO EMILIA __<br />

PIETRO MANODORI<br />

Con <strong>il</strong> contributo della Fondazione Pietro Manodori


«Quando parlo di democrazia futura - questa cosa che può sembrare un po'<br />

folle o impossib<strong>il</strong>e - penso a una democrazia che non sia più legata <strong>in</strong><br />

maniera essenziale alla cittad<strong>in</strong>anza. Ancora una volta, ritorno sulla medesima<br />

contraddizione apparente: io non sono affatto contro la cittad<strong>in</strong>anza, essa è<br />

necessaria, e si deve anche lottare perché certi esseri umani, che ne sono<br />

privi, possano f<strong>in</strong>almente acquisirla. Ma i diritti dell'uomo devono essere estesi<br />

oltre la cittad<strong>in</strong>anza. Tale è lo spirito della Dichiarazione dei diritti dell'uomo<br />

(al di là delle dichiarazioni dei diritti dell'uomo e del cittad<strong>in</strong>o), anche se<br />

questo spirito resta ostacolato, nella sua ispirazione, dallo stato della lettera e<br />

dalla lettera dello Stato».<br />

JACQUES DERRIDA


Indice<br />

Editoriale<br />

Ettore Borghi, La scuola sotto tiro<br />

Ricerche<br />

Glauco Bertani, La lente dei media. Settembre 1990: «operazione verità»?<br />

«La Repubblica nata dalla Resistenza» tra storiografia,<br />

politica e mass media<br />

Marco M<strong>in</strong>ardi, I prigionieri di San Tomaso della Fossa.<br />

Internati civ<strong>il</strong>i nel comune di Bagnolo <strong>in</strong> Piano, 1943-1945<br />

Memoria<br />

Massimo Storchi (a cura di), Documenti <strong>in</strong>editi sulla strage della Bettola<br />

Didattica<br />

Maria Assunta Ferretti, La Resistenza nello specchio dei decenni:<br />

una proposta didattica<br />

Documenti<br />

Maria Assunta Ferretti-Giovanna fori (a cura di), Antologia della mostra<br />

permanente: Il Canale di Secchia: storia ed usi dal medioevo<br />

all'età contemporanea<br />

Note e Rassegne<br />

Francesco Paolella (a cura di), Fascismo, antifascismo, Resistenza,<br />

lotte politiche e sociali a Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />

Recensioni<br />

Ultime acquisizioni della biblioteca di <strong>Istoreco</strong><br />

7<br />

11<br />

51<br />

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125


La scuola sotto tiro<br />

ETTORE BORGHI<br />

Da vecchio <strong>in</strong>segnante, vorrei dedicare le seguenti riflessioni ai colleghi che oggi lavorano<br />

<strong>in</strong> una scuola sempre più sottoposta a ben orchestrate campagne di rivalutazione del fascismo<br />

(con paradossale concentrazione proprio sul suo momento più bieco e privo di attenuanti:<br />

la fase di Salò). <strong>Istoreco</strong> ha col mondo della scuola una tradizione di dialogo e di<br />

approfondimento mai v<strong>in</strong>colata a temi cont<strong>in</strong>genti. La scuola italiana stessa ha al suo attivo<br />

una capacità di riflessione e di r<strong>in</strong>novamento che non merita le rozze <strong>in</strong>terferenze degli ultimi<br />

tempi, a com<strong>in</strong>ciare dalla pretestuosa questione dei manuali di storia (nel ricordo, presumib<strong>il</strong>mente,<br />

dei bei tempi del libro di stato). I.;<strong>in</strong>tendimento politico revanscista di questo<br />

assalto è sotto gli occhi di tutti, anche se si ammanta di coperture «scientifiche» e di proposizioni<br />

estrapolate da opere rispettab<strong>il</strong>i di storici di professione. Non necessariamente peraltro<br />

quelle formule - separate dalla ricerca documentaria che ne costituisce <strong>il</strong> contesto e <strong>il</strong><br />

supporto - conservano <strong>il</strong> valore di novità e <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo teorico che si lascia <strong>in</strong>tendere. Basti<br />

ricordare, alla r<strong>in</strong>fusa, a) l'espressione liquidatoria «vulgata antifascista», buona solo per chi<br />

non conosca direttamente, sulle opere, le posizioni diversificate degli <strong>in</strong>tellettuali antifascisti<br />

d'antan: liberali conservatori, liberaldemocratici, marxisti, cattolici liberali, cattolici<br />

sociali, ecc. (si dimentica che lo stesso De Felice ha <strong>in</strong>contrato per la prima volta <strong>il</strong> grande<br />

. pubblico proprio con un libro sulle <strong>in</strong>terpretazioni del fascismo); b) <strong>il</strong> richiamo alla «guerra<br />

civ<strong>il</strong>e», presunta scoperta, <strong>in</strong> realtà annoso stereotipo diffuso s<strong>in</strong> dall'immediato dopoguerra;<br />

c) la banale, ma equivoca apologia del «revisionismo» come condizione permanente<br />

della ricerca storica, quasi che da un'acribiosa esplorazione di archivi o da un presunto aff<strong>in</strong>amento<br />

delle acutezze «f<strong>il</strong>ologiche» possa scaturire <strong>il</strong> rovesciamento del collaudato giudizio<br />

- <strong>in</strong>nanzitutto etico-politico - su una vicenda ben nota e, per molte persone ancora<br />

viventi, direttamente sofferta.<br />

7


8<br />

È comprensib<strong>il</strong>e che ogni generazione di studiosi rivendichi la propria libertà di mettere<br />

all'ord<strong>in</strong>e del giorno nuovi <strong>in</strong>terrogativi anche su argomenti apparentemente arc<strong>in</strong>oti (nessuno<br />

si stupisce che si scrivano «nuovi» libri sul diritto romano, la Repubblica di Venezia o<br />

Aristotele). Sarebbe poi compito della cosiddetta comunità scientifica valutarne la caratura<br />

o l'ut<strong>il</strong>ità, e si può stare certi che, coi tempi dovuti e nella maggior parte dei casi, questo<br />

mandato verrebbe scrupolosamente eseguito, mantenendo all'attenzione <strong>il</strong> repertorio dei<br />

validi contributi ed abbandonando all'oblio le dispute di moda, come quella recente sulla<br />

«morte della Patria» e sim<strong>il</strong>i batracomiomachie. Ma la scena che ci preoccupa, ora, non è<br />

quella alta e rigorosa della cultura accademica, bensì quella effervescente e superficiale dei<br />

suoi fragorosi echi mediatici e del loro <strong>in</strong>teressato ut<strong>il</strong>izzo nella de/formazione del «senso<br />

comune», cioè del campo d'azione della scuola, dell'<strong>in</strong>sieme di pre/giudizi con cui essa<br />

deve misurarsi ogni volta che <strong>in</strong>augura o riprende un discorso (secondo <strong>il</strong> suo st<strong>il</strong>e, mantenendo<br />

sempre <strong>il</strong> senso delle proporzioni e non dimenticando mai la scala di r<strong>il</strong>evanza - non<br />

assoluta, certo, né def<strong>in</strong>itiva - dei temi proposti).<br />

Allora sarebbe <strong>il</strong> caso di domandarsi quali ricerche recenti abbiano mutato sostanzialmente<br />

<strong>il</strong> quadro delle acquisizioni consolidate, già presenti nei contributi classici (qualche nome:<br />

Tasca, Salvatorelli, Salvem<strong>in</strong>i, Ernesto Rossi, Jemolo, Dorso, le cui opere sono vecchie<br />

almeno di c<strong>in</strong>quant'anni). Proviamo a fare un elenco approssimativo:<br />

- La Grande Guerra come serbatoio di miti propagandistici e fuc<strong>in</strong>a di soluzioni autoritarie.<br />

- La guerra civ<strong>il</strong>e <strong>in</strong>iziata almeno a partire dal 1921 , ad opera dello squadrismo contro bersagli<br />

civ<strong>il</strong>i e pacifici: municipi «rossi» riformisti, associazioni s<strong>in</strong>dacali e cooperative (rosse<br />

o bianche), redazioni di giornali.<br />

- Costruzione dello stato autoritario a partito unico, monopolista dell'<strong>in</strong>formazione, della<br />

organizzazione s<strong>in</strong>dacale, delle attività ricreative. Abolizione dei diritti <strong>in</strong>dividuali propri<br />

dello stato liberale e crim<strong>in</strong>alizzazione delle espressioni di critica culturale e politica. F<strong>in</strong>e<br />

di quel tanto di separazione dei poteri che era stato <strong>in</strong>trodotto dallo Statuto Albert<strong>in</strong>o o dalla<br />

praSSI successiva.<br />

- Penoso cedimento delle antiche classi dirigenti all'idea di un capo carismatico, titolare<br />

della verità ed <strong>in</strong>carnazione della volontà nazionale.<br />

- Un consenso di massa non immediato, ma frutto dell'<strong>in</strong>timidazione e della propaganda.<br />

Estraneità ai valori ed alle pratiche della democrazia da parte di quella che Salvem<strong>in</strong>i def<strong>in</strong>iva<br />

«piccola borghesia umanistica», fac<strong>il</strong>e preda della retorica patriottarda ed <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>e a forme<br />

di bovarismo dannunziano. Consapevole, immediato consenso «istituzionale»: i «padroni<br />

del vapore» (E. Rossi), gli apparati dello Stato, la parte decisiva dell'autorità ecclesiastica.<br />

Non ci può essere discussione, dati questi r<strong>il</strong>ievi, sulla formula gobettiana del fascismo<br />

come autobiografia della nazione, mentre rimane vaga e fumosa l'espressione (dell'autorevole<br />

Biografo) «ceti medi emergenti».<br />

- M<strong>il</strong>itarizzazione dello Stato. Non solo perché l'esercito forniva <strong>il</strong> modello strutturale<br />

(gerarchia) del partito unico e della pervasiva pedagogia m<strong>il</strong>itari sta attuata dal regime, ma<br />

per la banale constatazione che l'Italia fascistafu sempre <strong>in</strong> guerra o <strong>in</strong>tenta - nei rari <strong>in</strong>tervalli<br />

- a preparare la guerra successiva. Solo sottovalutando colpevolmente <strong>il</strong> colonialismo<br />

(se non, addirittura, considerandolo sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o del successo o dell'<strong>in</strong>successo <strong>in</strong> politica<br />

estera) si può <strong>in</strong>fatti ignorare la lunga e crudele repressione della resistenza libica, portatrice,<br />

fra l'altro, di momenti di tensione e di rancore nei confronti della Francia. La sequenza<br />

degli anni trenta è poi impressionante, solo che si distolga <strong>il</strong> pensiero dalla banalità del «programma»<br />

scolastico (riassumere tutto <strong>in</strong> un paio d'ore, controllare la memorizzazione delle<br />

date, di qualche nome di protagonisti e della obbligatoria lista di cause ed effetti) e si rifletta


veramente sulla natura degli eventi: Etiopia, Spagna, Albania, seconda guerra mondiale.<br />

- La serie delle colpe <strong>in</strong>cancellab<strong>il</strong>i, contro <strong>il</strong> popolo italiano, ma anche contro la sua dignità<br />

morale, per averlo trasc<strong>in</strong>ato <strong>in</strong> imprese senza giustificazione: la violenza culturale sulle<br />

m<strong>in</strong>oranze etniche (<strong>il</strong> «conf<strong>in</strong>e orientale» e la cancellazione dell'identità slovena), le leggi<br />

razziali, la d<strong>il</strong>ettantesca, avventuristica, ma soprattutto aggressiva e crim<strong>in</strong>ale partecipazione<br />

alla guerra, cart<strong>in</strong>a di tornasole sulla vera <strong>in</strong>dole del fascismo e del suo capo.<br />

- La sottomissione del duce all'alleato nazista, tragica ed um<strong>il</strong>iante soprattutto nella primavera-estate<br />

del 1943, di fronte all'<strong>in</strong>sensata prospettiva di un prolungamento <strong>in</strong>sostenib<strong>il</strong>e<br />

dei sacrifici, della distruzione delle città e della perdita irrimediab<strong>il</strong>e di capolavori d'arte<br />

(valga per tutti <strong>il</strong> Mantegna degli Eremitani).<br />

- Inf<strong>in</strong>e Salò, macch<strong>in</strong>a subord<strong>in</strong>ata al prolungamento di un conflitto <strong>in</strong> cui, come raramente<br />

accade, s<strong>in</strong> dall'<strong>in</strong>izio le responsab<strong>il</strong>ità e i torti erano nettamente attribuib<strong>il</strong>i ad una sola<br />

parte, tanto da diventare esempio paradigmatico fissato nella memoria ed ancor oggi evocato<br />

nel discorso mediatico, come quando l'accostamento a Hitler serve da motivo per écraser<br />

l'<strong>in</strong>fame, si tratti di Saddam o di M<strong>il</strong>osevic.<br />

Si dirà che la ricerca storica deve andare oltre queste semplici <strong>in</strong>formazioni, che tutti<br />

conoscono, che qualunque studioso serio dà per acquisite mentre si rivolge ad aspetti meno<br />

noti o alla risistemazione di dettagli s<strong>in</strong>o a questo momento trascurati o non ben situati nel<br />

quadro generale. Ma ciò non vale per la scuola. Che cont<strong>in</strong>uerà a svolgere <strong>il</strong> suo lavoro di<br />

Sisifo, avendo come punto di partenza <strong>il</strong> potenziale <strong>in</strong>teresse degli alunni, ma anche la loro<br />

certa ignoranza e la loro probab<strong>il</strong>e prevenzione. Allo stesso modo essa cont<strong>in</strong>uerà ad <strong>in</strong>segnare<br />

l'aritmetica elementare, a dispetto dei grandi ricercatori matematici che, con civetteria<br />

e non senza verità, dichiarano di occuparsi di tutt'altro che di numeri o di calcoli <strong>in</strong> senso<br />

stretto.<br />

Si rifletta, <strong>in</strong> conclusione, che <strong>il</strong> tentativo di riab<strong>il</strong>itare <strong>il</strong> fascismo (spesso effettuato sul<br />

metro dei valori e dei miti che formarono la sua ideologia: onore, fedeltà, nazionalismo) può<br />

aver effetto solo se si re<strong>in</strong>venta la storia dell'Italia repubblicana, che, assieme all'ord<strong>in</strong>amento<br />

costituzionale, è <strong>il</strong> vero bersaglio e la più importante posta <strong>in</strong> gioco. Di questa storia<br />

fa parte <strong>il</strong> ritardo (almeno s<strong>in</strong>o al famigerato Sessantotto) nel praticare effettivamente l'<strong>in</strong>segnamento<br />

della Resistenza e della Costituzione. Per non parlare del Novecento, un'appendice<br />

sempre frettolosamente r<strong>in</strong>corsa nell'affanno delle ultime settimane di lezione, ed assurto<br />

a tema importante solo nell'ultimo decennio. Con buona pace della favola di una scuola e di<br />

una cultura ostaggio della s<strong>in</strong>istra e dell'antifascismo.<br />

9


La lente dei media<br />

Settembre 1990: «operazione verità»?<br />

«La Repubblica nata dalla Resistenza»<br />

tra storiografia, politica e mass media*<br />

GLAUCO BERTANI<br />

Introduzione<br />

È passata alla storia come «Chi sa, parli!» l'operazione di revisione storiografica sulla<br />

Resistenza, dalle forti valenze politiche, che è esplosa nell'estate del 1990. Un'autentica<br />

bomba che ha scosso <strong>il</strong> mondo politico e le associazioni partigiane e che ha dato <strong>in</strong>izio a<br />

una «nuova» stagione della storiografia resistenziale! e degli studi sulle orig<strong>in</strong>i della<br />

Repubblica 2 •<br />

A r<strong>il</strong>eggere oggi, a distanza di oltre dieci anni, lo scritto di Otello Montanari «Rigore sugli<br />

atti di "Eros" e Nizzoli» (


Con le parole di Rossana Rossanda, riassumiamo i pareri opposti.<br />

La vera notizia sul «triangolo della morte»4 di Reggio Em<strong>il</strong>ia - scrive Rossanda - è che se ne<br />

tomi a parlare e che un articolo scritto da Otello Montanari, presidente dell'Istituto Cervi di<br />

quella città sul Resto del Carl<strong>in</strong>o abbia fatto così grande sensazione. Quelle uccisioni erano<br />

note, se <strong>il</strong>e erano occupati giornali e tribUnali, ed erano già state largamente agitate contro i<br />

comunisti e i partigiani'.<br />

Di che cosa si tratta? Otello Montanari ricostruisce le vicende dei delitti, <strong>in</strong> particolare<br />

dell'assass<strong>in</strong>io dell'<strong>in</strong>gegnere Arnaldo Vischi, direttore tecnico delle Offic<strong>in</strong>e Reggiane, e<br />

delle responsab<strong>il</strong>ità che permisero (o tollerarono) tutta una serie di violenze delittuose che<br />

<strong>in</strong>sangu<strong>in</strong>arono <strong>il</strong> Reggiano tra <strong>il</strong> 1945 e <strong>il</strong> 1947.<br />

Tuttavia la lettera dell'ex partigiano fu la miccia che diede <strong>il</strong> la a una polemica violentissima,<br />

sul ruolo del Pci nella Resistenza e nella storia dell'Italia repubblicana. n tema non<br />

otterrà <strong>il</strong> giorno immediatamente successivo le prime pag<strong>in</strong>e di giornali e televisioni locali e<br />

nazionali ma una volta conquistata la manterrà per parecchi giorni, cont<strong>in</strong>uando poi a «bruciare»<br />

per buona parte del mese di settembre. L'acme è raggiunto nei primi dieci giorni di<br />

settembre 6 , periodo preso <strong>in</strong> considerazione per monitorare l'effetto mass mediatico del «Chi<br />

sa, parli!».<br />

In realtà, data la materia altamente <strong>in</strong>fiammab<strong>il</strong>e, periodicamente e <strong>in</strong> co<strong>in</strong>cidenza di<br />

ricorrenze storiche e/o avvenimenti particolari, i temi legati al periodo che va dall'8 settembre<br />

1943 al 25 apr<strong>il</strong>e 1945 e all'immediato dopoguerra, protagonista <strong>il</strong> Pci, tornano agli<br />

onori della cronaca storico-politica, venata di «nera».<br />

«Forzando» un po' la storia, potremmo considerare un prologo del «Chi sa, parli» due fatti<br />

accaduti nel reggiano nell'apr<strong>il</strong>e e nel giugno 1990.<br />

Apr<strong>il</strong>e-maggio: sul «Resto del Carl<strong>in</strong>o», edizione reggiana, sulla «Gazzetta di Reggio» e<br />

poi sull' «Unità», pag<strong>in</strong>e locali, divampò, alla f<strong>in</strong>e del mese, una rovente polemica sui cosiddetti<br />

desaparecidos (term<strong>in</strong>e preso a prestito dal l<strong>in</strong>guaggio politico <strong>in</strong>ternazionale, <strong>il</strong> cui<br />

significato orig<strong>in</strong>ario si riferiva alle migliaia di persone che la dittatura m<strong>il</strong>itare argent<strong>in</strong>a<br />

del generale Videla, <strong>in</strong>stauratasi negli anni Settanta del secolo scorso, fece scomparire <strong>in</strong><br />

modi atroci), ossia i corpi di fascisti uccisi a Campagnola nelle ultime settimane di guerra e<br />

nei primi mesi del dopo Liberazione e mai ritrovati (la richiesta di ritrovare e recuperare i<br />

loro resti cont<strong>in</strong>ua, tuttora, a ricomparire sulle pag<strong>in</strong>e della stampa locale Y<br />

Giugno: all'<strong>in</strong>izio del mese, sull' onda della presentazione di un libro sui sette fratelli<br />

Cervi, tornò di nuovo sulle pag<strong>in</strong>e locali dei quotidiani citati, <strong>il</strong> tema della natura del Pci e<br />

del suo ruolo nella Resistenza. Argomento che sulla «Stampa» del 4 settembre viene ripreso<br />

nell'articolo Polemica sui fratelli Cervi. Un libro accusa: <strong>il</strong> pci non ha cercato di salvarli.<br />

n settembre '90, <strong>in</strong>vece, andò ben al di là dell'ambito locale, co<strong>in</strong>volgendo i mass media<br />

nazionali. Ci pare che non si sia lontani dalla verità nell'affermare che mai furono raggiunti<br />

livelli d'impatto massmediatico così <strong>in</strong>tensi ed estesi come quelli toccati alla f<strong>in</strong>e di<br />

quell' estate.<br />

Alla luce di questa imponente campagna massmediatica, nelle pag<strong>in</strong>e che seguono, cercheremo<br />

di offrire un'ipotesi <strong>in</strong>terpretativa di quella fase storica e di analizzare, seppur s<strong>in</strong>teticamente,<br />

l'uso che della storia, e <strong>in</strong> particolare della «memoria», è stato fatto dai mezzi<br />

di <strong>in</strong>formazione 8 su avvenimenti che solo apparentemente sembravano riposare sotto la<br />

cenere del tempo.<br />

n presente saggio non può certo considerasi esaustivo - <strong>in</strong>tanto perché prende <strong>in</strong> conside-<br />

12


azione, come è stato detto, solo un periodo limitato di tempo anche se molto significativo -<br />

perché <strong>in</strong> campo ci sono tutti gli <strong>in</strong>gredienti che ciclicamente tornano sotto le luci della<br />

ribalta, f<strong>in</strong>o al recente «dossier Mitrok<strong>in</strong>» e alla campagna referendaria dell'ottobre scorso<br />

quando un manifesto della Lega attribuiva la legge costituzionale federalista proposta dal<br />

centro s<strong>in</strong>istra ad un complotto comunista.<br />

29 agosto 1990: «Chi sa,parli!»<br />

Il «Carl<strong>in</strong>o Reggio» del 28 agosto 1990 titola un articolo, sotto la voce Violenza politicaspecificazione<br />

che caratterizzerà tutti gli articoli del quotidiano em<strong>il</strong>iano che affrontano le<br />

questioni relative alle tormentate vicende del secondo dopoguerra - «Havel, apri gli archivi<br />

segreti delle Br», nell'occhiello Del Bue chiede di far luce su «desaparecidos» e terrorismo<br />

e nel catenaccio La proposta alla commemorazione di Umberto Farri a Casalgrande.<br />

Scheletri reggiani <strong>in</strong> Cecoslovacchia. È con esso, se vogliamo prendere una data di <strong>in</strong>izio,<br />

che prende <strong>il</strong> via la (lunga) stagione del «Chi sa, parli», l'<strong>in</strong>vocazione che chiude la lettera di<br />

Otello Montanari al «Carl<strong>in</strong>o» <strong>in</strong> risposta alle accuse di Del Bue e pubblicata <strong>il</strong> 29 agosto, <strong>il</strong><br />

giorno successivo all'articolo sopracitato. La lettera è anche commentata da Mike Scull<strong>in</strong><br />

nelle pag<strong>in</strong>e reggiane dello stesso giornale (Il Pci fa i nomi di chi li copriva) e da Francesco<br />

Alberti <strong>in</strong> quelle nazionali (


Liberazione Cesare Campio1i mentre della seconda si è già accennato.<br />

La discussione sul ruolo di «Eros» e Nizzoli - prosegue Montanari - va riaperta con rigore<br />

anche se può dispiacere perché furono antifascisti che pagarono con anni di carenze e sofferenze,<br />

ma procurarono con alcuni atti conseguenze e ferite molto gravi alla democrazia, al<br />

consorzio umano, al Pci ... Si trattava certamente di personalità che portavano avanti la «doppia<br />

l<strong>in</strong>ea» ... Larga parte del gruppo dirigente reggiano nel Pci non fu però sufficientemente<br />

coerente e risoluto nello sradicare ogni forma di eversione.<br />

Sulla questione della «doppia l<strong>in</strong>ea» e di un gruppo dirigente diviso, <strong>il</strong> fondo di Umberto<br />

Bonaf<strong>in</strong>i, direttore della «Gazzetta di Reggio», dal titolo Gli <strong>in</strong>nocenti <strong>in</strong> galera e i colpevoli<br />

fan carriera, che comparirà i131 agosto, rifiuta questa impostazione e dà voce a un comune<br />

sentire nei confronti di colui che lanciò l'appello «Chi sa, parli».<br />

C'è chi divide <strong>il</strong> Pci dell'epoca <strong>in</strong> buoni e cattivi: i cattivi erano Nizzoli e compagni, i buoni<br />

Valdo Magnani, Campioli ecc. Non c'è una riga sulla stampa dell'epoca <strong>in</strong> cui Magnani,<br />

Campioli ed altri «buoni» abbiano sconfessato mandanti e assass<strong>in</strong>i dell'epoca [corsivo mio]<br />

... Chi oggi si atteggia a verg<strong>in</strong>ella, non dimentichiamolo mai, si schierò dalla parte di coloro<br />

che schiacciarono <strong>il</strong> "pidocchio" Magnani, allogato nella cr<strong>in</strong>iera del "cavallo" Pci di allora.<br />

Non solo: ma avendo m<strong>il</strong>itato e vissuto da sempre all'<strong>in</strong>terno della parrocchia comunista<br />

doveva, amore o forza, conoscere i segreti della sagrestia.<br />

Non è superfluo ricordare le riflessioni che nel '52, all'<strong>in</strong>domani della loro uscita dal Pci<br />

(seguita dall'espulsione), Aldo Cucchi e Va1do Magnani affidarono allo scritto Perché<br />

entrammo nel P.C.!. e perché ne siamo usciti lO • Esse sono una testimonianza coeva e di<br />

prima mano (Magnani divenne segretario della federazione del Pei reggiano dopo Nizzo1i)<br />

ai fatti, che ci restituisce <strong>il</strong> clima di quegli anni. Scrivono<br />

Nel tumulto della liberazione i dirigenti comunisti prov<strong>in</strong>ciali stavano distribuendosi le cariche<br />

cittad<strong>in</strong>e e non facevano nulla per consigliare, frenare o dirigere i partigiani, non mettevano<br />

alcun freno alla loro azione, preoccupandosi solo di non trovarsi direttamente co<strong>in</strong>volti<br />

(corsivo mio).<br />

Affermazioni pesanti, ma che la revisione dei processi Nico1<strong>in</strong>i e Baraldi e la lettera di<br />

Montanari hanno confermato ll .<br />

Con <strong>il</strong> '48, <strong>in</strong> seguito alla sconfitta elettorale del Fronte popolare, al concetto «d<strong>in</strong>amico»<br />

di democrazia progressiva si sostituì la fede nelle baionette dell'Armata rossa, quale scorciatoia<br />

cruenta e ant<strong>in</strong>azionale per <strong>il</strong> socialismo. Il mito dell'Urss, la versione comunista del<br />

regno dei cieli cristiano, nel nome di Sta1<strong>in</strong> (e Zdanov) schiacciò implacab<strong>il</strong>mente ogni voce<br />

critica. Pci e Urss facevano blocco, <strong>in</strong> negativo. In questo «ambiente» - schematicamente<br />

riassunto - Cucchi e Magnani, ne11oro scritto, smentiscono chi vedeva all'<strong>in</strong>terno del Pci<br />

uno scontro tra riformisti e stal<strong>in</strong>isti, perché tutti od obtorto collo o pienamente conv<strong>in</strong>ti si<br />

compattarono sulla politica stal<strong>in</strong>ista. Compresi quelli che oggi - come accusa Bonaf<strong>in</strong>i -<br />

lanciano certi appelli. Infatti, ben pochi ebbero la forza critica e <strong>il</strong> coraggio di pagare <strong>il</strong><br />

prezzo del dissenso 12 • Bisognerebbe essere storicisti assoluti per accettare che solo <strong>il</strong> reale è<br />

raziona1e 13 • Tuttavia mi pare <strong>in</strong>generoso non sottol<strong>in</strong>eare 10 sforzo di Montanari sia di <strong>in</strong>serire<br />

quelle vicende ne110ro tempo sia di stigmatizzare chi - e qui sicuramente è evidente <strong>il</strong><br />

suo volersi <strong>in</strong> qualche misura tirar fuori da quegli avvenimenti - tutto «motivava con la<br />

14


m<strong>in</strong>accia ricorrente di un ritorno fascista e reazionario sostenuto dagli Usa».<br />

Montanari <strong>in</strong>tervistato dall'«Unità», si difende dall'accusa di essere stato <strong>in</strong> quegli anni<br />

«omertoso» (Egidio Baraldi, accusato del delitto del capitano Mirotti avvenuto nell'agosto<br />

1946, e poi assolto nel 1999, non si periterà dal ricordarglielo)14 come la famosa scimmia<br />

che non vede, non sente e non parla<br />

lo - si difende Montanari - fui gravemente ferito nel gennaio del 1945, per quattro mesi mi<br />

nascosi e <strong>in</strong> seguito rimasi più di un anno <strong>in</strong> ospedale a Bologna. Non ero a Reggio quando fu<br />

ucciso Vischi, né quando avvennero altri omicidi. Iniziai l'attività di partito alla f<strong>in</strong>e del '46 e<br />

assunsi <strong>in</strong>carichi nella segreteria più tardi, nel 1951. Detto questo, riconosco che abbiamo<br />

avuto gravi ritardi nel trarre tutte le conseguenze <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i storici e politici, dalla consapevolezza<br />

che alcuni compagni e dirigenti di partito, commisero o coprirono gravi delitti ...<br />

Insomma, con quegli episodi con le cause politiche che li determ<strong>in</strong>arono, non si sono fatti i<br />

conti def<strong>in</strong>itivamente!5.<br />

Ma qui non <strong>in</strong>teressa più di tanto <strong>il</strong> personaggio, <strong>in</strong>teressano, <strong>in</strong>vece, i fatti storici che<br />

restano <strong>in</strong>equivocab<strong>il</strong>i. Certo è che metodo democratico e via rivoluzionaria (o violenta) al<br />

socialismo erano un <strong>in</strong>treccio complesso all'<strong>in</strong>terno del Pci non fac<strong>il</strong>mente dirimib<strong>il</strong>e come<br />

un nodo gordiano, con un colpo netto. Se fu <strong>il</strong> primo a prevalere lo si deve, <strong>in</strong>dubbiamente e<br />

per semplificare, alla l<strong>in</strong>ea scelta da Togliatti (qualcuno direbbe impostagli da Stal<strong>in</strong>, attento<br />

agli equ<strong>il</strong>ibri mondiali durante e dopo la guerra)16.<br />

La Mafai avvalora la tesi della scelta autonoma del Pci.<br />

La «confessione» di Otello Montanari - scrive - e quanto altro potrà uscire dagli archivi, non<br />

mette <strong>in</strong> gioco la l<strong>in</strong>ea scelta dal Pci nel dopoguerra. Caso mai, per paradosso, ne conferma la<br />

giustezza e le difficoltà, nel momento <strong>in</strong> cui vengono allo scoperto le resistenze con le quali<br />

dovette misurarsi. Quegli episodi, per quanto isolati, sono proprio la traccia sangu<strong>in</strong>osa di<br />

quelle resistenze 17 •<br />

Con molta lucidità e senso della misura (cioè storico) la giornalista riconosce che da una<br />

guerra «gloriosa e spietata» come quella che visse l'Italia del 1943-45 non si poteva uscire<br />

«solo per una disposizione della Gazzetta Ufficiale ... Le vicende della storia non possono<br />

venire scandite con una regolarità da orario ferroviario». Mentre la Rossanda sul<br />

«manifesto» liquida così le accuse di doppiezza rivolte contro <strong>il</strong> Pci togliattiano<br />

Secchia fu amato negli anni settanta e ottanta perché era avversario di Togliatti: ma è una<br />

figura mediocre come testimoniano le sue assai selettive memorie. Togliatti ebbe davvero di<br />

che battersi, perché non frange isolate di partigiani ma l'uomo dell'organizzazione tenne <strong>in</strong><br />

piedi f<strong>in</strong>o agli anni c<strong>in</strong>quanta accanto alla rete vera del Pci un apparato sufficientemente<br />

«m<strong>il</strong>itarizzato» da compromettere <strong>il</strong> partito e del tutto assurdo rispetto ai rapporti di forza<br />

politici e m<strong>il</strong>itari!8.<br />

Ma l'op<strong>in</strong>ione della Rossanda si sp<strong>in</strong>ge più <strong>in</strong> là, ribaltando i giudizi dei dirigenti comunisti<br />

riguardo le scelte togliattiane e le «velleità» di Secchia, sostenendo che «l'operazione<br />

"stal<strong>in</strong>iana" non fu la velleità di Secchia, ma quello che fece Togliatti battendosi coerentemente<br />

per un partito di massa e senz'armi».<br />

Infatti, <strong>in</strong> altre parole, le velleità <strong>in</strong>surrezionali di Secchia sono la cosa più lontana dallo<br />

stal<strong>in</strong>ismo dopo Yalta, perché chi accettò la divisione del mondo secondo quegli accordi fu<br />

15


Togliatti, non Secchia o Scoccimarro o Colombi ecc. In questo, la fondatrice del «manifesto»,<br />

per <strong>il</strong> solito gioco bizzarro dell'eterogenesi dei f<strong>in</strong>i, trova pieno consenso nella stampa<br />

«borghese», secondo cui Togliatti è uno stal<strong>in</strong>ista. Naturalmente, gli <strong>in</strong>tenti della Rossanda<br />

sono diversi, vogliono stemperare, ragionando, <strong>il</strong> furore di quei giorni <strong>in</strong> cui <strong>il</strong> «piano K» e<br />

la violenza dei comunisti erano la notizia.<br />

Carlo Giorgi sul «Popolo», organo della Dc, del 1 o settembre 1990 - un esempio fra i tanti<br />

possib<strong>il</strong>i - non va tanto per <strong>il</strong> sott<strong>il</strong>e:<br />

I partigiani comunisti all'<strong>in</strong>domani della Liberazione pensavano che fosse imm<strong>in</strong>ente l'avvento<br />

del Pci al governo e non ebbero alcuna esitazione a massacrare <strong>in</strong>ermi cittad<strong>in</strong>i, sacerdoti e<br />

oppositori per <strong>in</strong>timidire, ricattare, piegare quanti si opponevano a questo disegno.<br />

Miriam Mafai ed altri commentatori sono propensi a giustificare, ad assolvere a credere che,<br />

nonostante gli errori e le pag<strong>in</strong>e oscure, quel modello comunista fosse assolutamente estraneo<br />

alle tradizioni e alla storia del Pci.<br />

Lasceremo naturalmente agli storici la ricostruzione e <strong>il</strong> giudizio su quegli anni ... Ma<br />

Francesch<strong>in</strong>i, Pelli, Gall<strong>in</strong>ari e tanti altri brigatisti che alla f<strong>in</strong>e degli anni '60 scelsero la lotta<br />

armata, avevano alle spalle i loro maestri. Se fossi mio figlio - dichiarò <strong>il</strong> padre di<br />

Francesch<strong>in</strong>i nel libro Mai più senza fuc<strong>il</strong>e - farei esattamente quello che ha fatto lui. È la<br />

vecchia anima del Pci che si ritrova nella prospettiva rivoluzionaria e dell'avvento della classe<br />

al potere e questo disegno significava, anche dopo gli eccidi, trovare comunque un nemico,<br />

un avversario da elim<strong>in</strong>are. Altroché riformismo! La cultura della violenza, l'<strong>in</strong>vito alla lotta<br />

armata nascono dagli esempi, dalle sollecitazioni, dalla storia e dalle esperienze del PcF 9 •<br />

Mass media e mondo politico (<strong>in</strong> particolare gli ambienti socialisti), hanno scelto di calcare<br />

la strada delle notizie «urlate», anche se i toni possono avere sfumature diverse di grado<br />

ma non di sostanza.<br />

Mike Scull<strong>in</strong> racconta nel suo articolo del 29 agosto, Il Pci fa i nomi di chi li copriva,<br />

quale sia stata la «genesi» dello scritto di Montanari. Significativo l'<strong>in</strong>contro tra l'ex onorevole<br />

e <strong>il</strong> massimo dirigente del Pc reggiano di allora che conferma che la strada scelta per<br />

voltar pag<strong>in</strong>a è la «confessione» pubblica.<br />

L'onorevole - scrive Scull<strong>in</strong> - è entrato nell'ufficio di Fausto Giovanelli, segretario del Pci,<br />

alle due del pomeriggio e gli ha mostrato le tre cartelle datt<strong>il</strong>oscritte. «Mi ha detto che a leggere<br />

è rabbrividito - ricorda poco dopo Montanari - è sostanzialmente d'accordo, apprezza <strong>il</strong><br />

coraggio. Bisogna voltar pag<strong>in</strong>a, chi ha da dire parli».<br />

Montanari è sicuro che la strada non sarà sempre <strong>in</strong> discesa come l'<strong>in</strong>contro con <strong>il</strong> segretario<br />

comunista. Lo stesso cronista registra: «"Ho amici partigiani che mi dicono: 'Bisogna<br />

fare come la Chiesa, tacere'. No, bisogna dire la verità. Anche se domani qualcuno mi<br />

toglierà <strong>il</strong> saluto"».<br />

«Il problema è capire come era la situazione dal giorno della Liberazione al massimo al<br />

31 dicembre 1947, al momento dell'approvazione della nuova carta costituzionale». Sono le<br />

parole che <strong>il</strong> dirigente comunista Giannetto Magnan<strong>in</strong>i scrive sull'«Dnità» Reggio del 29<br />

agosto, (Reggio non è mai stata capitale della violenza. Attenzione ai polveronif), per<br />

rispondere a Mauro Del Bue (


Liberazione, aveva proposto a Prov<strong>in</strong>cia e Comuni un programma di studi sul periodo post­<br />

Liberazione.<br />

Le parole del dirigente comunista reggiano sembrano raccogliere l'<strong>in</strong>vito di far piena<br />

luce, senza alzare «strumentali» polveroni, sulle vicende ancora oscure del post<br />

Liberazione. Ma è l'eco della lettera di Montanari che catalizza l'<strong>in</strong>teresse generale.<br />

Secondo Francesco Alberti, nel suo articolo citato, <strong>il</strong> Pci, che f<strong>in</strong>o ad allora aveva sempre<br />

negato ogni responsab<strong>il</strong>ità «nelle violenze che <strong>in</strong>sangu<strong>in</strong>arono Reggio fra <strong>il</strong> '45 e <strong>il</strong> '47» ha<br />

risposto per «bocca» di Montanari «con parole che non si prestano a equivoci: "Furono<br />

molti, fra i comunisti, coloro che scelsero la l<strong>in</strong>ea della reticenza e della copertura"». Di<br />

più, <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio di colpevoli e <strong>in</strong>nocenti, scrive la Mafai sulla «Repubblica» del 31 agosto,<br />

«gli storici e i giornalisti che si erano addentrati <strong>in</strong> quella "zona grigia", lo sapevano o<br />

meglio lo sospettavano».<br />

L'on. del Bue ha avuto una forte (e forse <strong>in</strong>sperata) risposta alle sue accuse. Il giovane<br />

deputato socialista - come lo def<strong>in</strong>isce <strong>il</strong> «Corriere» del 30 agosto - nella commemorazione<br />

di Umberto Farri di alcuni giorni prima, aveva <strong>in</strong>dicato nella Cecoslovacchia la meta<br />

strategica di fuga prima di ex partigiani <strong>in</strong>seguiti da mandati di cattura per i delitti commessi<br />

e poi di brigatisti rossi. E senza mezzi term<strong>in</strong>i aveva accusato ambienti comunisti reggiani<br />

di essere non solo i mandanti dell'omicidio del s<strong>in</strong>daco di Casalgrande, Umberto Farri<br />

ucciso <strong>il</strong> 26 agosto 1946, ma anche di altri delitti commessi <strong>in</strong> terra reggiana fra <strong>il</strong> '45 e <strong>il</strong><br />

'47.<br />

Le ammissioni di colpa del Pci per bocca di Montanari com<strong>in</strong>ciano ad avere un'eco, ma<br />

ancora senza un gran risalto, sulla stampa nazionale. I primi articoli sono ancora relegati<br />

nelle pag<strong>in</strong>e <strong>in</strong>terne. Il «Corriere della sera» del 30 agosto titolava a pag<strong>in</strong>a lO: «Il Pci<br />

ammetta quei delitti». Ex combattente della Resistenza svela i misteri di Reggio Em<strong>il</strong>ia e <strong>il</strong><br />

«Giornale», <strong>in</strong> un articolo di due colonne dal titolo <strong>in</strong>terrogativo: Pci, polemiche <strong>in</strong> Em<strong>il</strong>ia:<br />

<strong>il</strong> partito dette protezione a dei partigiani assass<strong>in</strong>i?, mentre l'«Avanti» parla delle vittime<br />

italiane dell'occupazione jugoslava dal 1945 al 1948.<br />

Stranamente la «Gazzetta di Reggio» non assegna un grande r<strong>il</strong>ievo alla lettera di<br />

Montanari, pubblicata come detto dal «Carl<strong>in</strong>o Reggio» - anche se <strong>il</strong> fondo di Bonaf<strong>in</strong>i del<br />

giorno successivo è significativo <strong>in</strong> proposito - affidandosi alle dichiarazioni di Fausto<br />

Giovanelli, segretario del Pc reggiano, per <strong>il</strong> commento sull'omicidio Vischi e sui fatti di<br />

sangue del dopoguerra. Così titola, citando una frase di Giovanelli, «Sul delitto Vischi non<br />

spetta al Pci cercare la verità». Il giorno dopo sullo stesso quotidiano <strong>il</strong> segretario comunista<br />

si lamenterà che <strong>il</strong> titolo non corrispondeva al suo pensiero. Interessante (e un poco<br />

cifrata) è la risposta di Bonaf<strong>in</strong>i: «Capisco che, dopo essere stato tirato <strong>in</strong> ballo <strong>in</strong> questa<br />

vicenda, ogni parola "faccia difetto" per <strong>il</strong> segretario del Pci. Ma non dia la colpa ai giornali.<br />

Si guardi piuttosto attorno a sé <strong>in</strong> via Toschi [corsivo mio]» Bonaf<strong>in</strong>i sembra dire che le<br />

serpi sono sempre <strong>in</strong> seno, mai fuori.<br />

Ben altra musica si sprigiona dalle colonne reggiane del «Carl<strong>in</strong>o». Il 30 agosto Quei<br />

comunisti stritolati dal Pci, titolo sparato che <strong>il</strong> sommario chiarisce Bertol<strong>in</strong>i e Montanari:<br />

«lI Partito sapeva che Nicol<strong>in</strong>i era <strong>in</strong>nocente, ma lo abbandonò». Così anche per Baraldi.<br />

A fianco, come spalla, <strong>il</strong> giornale cittad<strong>in</strong>o diretto da Gigi Zerb<strong>in</strong>i pubblica uno scritto di<br />

V<strong>in</strong>cenzo Bertol<strong>in</strong>i, già segretario «migliorista» del Pc reggiano e, all'epoca, vicepresidente<br />

regionale della lega delle Cooperative, <strong>il</strong> cui titolo, Ci è restata una scomoda eredità, riasc<br />

sume perfettamente tanto <strong>il</strong> contenuto del pezzo quanto le idee di una parte del partito che,<br />

attraverso la «Cosa», stava <strong>in</strong>camm<strong>in</strong>andosi sulla strada del cambiamento del nome <strong>in</strong> Pds.<br />

Un'esigenza di chiarezza confermata da Giovanelli: «Ritengo che se c'è stato spazio per<br />

17


eticenze e doppiezze, non ve ne sia e non debba esservene più oggi nel nuovo Pci e tantomeno<br />

domani nella nuova forza che ci acc<strong>in</strong>giamo a fondare».<br />

Il «Resto del Carl<strong>in</strong>o», per amplificare al massimo l'attenzione sugli scottanti temi ut<strong>il</strong>izza<br />

sia le pag<strong>in</strong>e reggiane sia le nazionali. Su queste ultime all'articolo di Francesco Alberti,<br />

Il Pci ritrova la memoria (30 agosto), non si può negare che sia riuscito a <strong>in</strong>dividuare con<br />

lucidità alcuni aspetti significativi della questione.<br />

Omicidi. Violenze. Fughe all'estero <strong>in</strong> paesi compiacenti (come la Cecoslovacchia). Processi<br />

p<strong>il</strong>otati o comunque condizionati da testimonianze spesso <strong>in</strong>teressate. Sentenze senza un colpevole.<br />

Colpevoli senza colpe. Il Pci ritrova la memoria .... Ma adesso con un futuro ancora<br />

da decidere (la «Cosa») e un presente avvelenato da concreti rischi di scissione, <strong>il</strong> Pci anche<br />

se fra m<strong>il</strong>le tenteunamenti (vedi <strong>il</strong> tentativo di far coesistere l'anima riformista con quella<br />

len<strong>in</strong>ista), pare deciso a fare i conti con la propria cattiva coscienza.<br />

E a conferma di ciò cita un passaggio dello scritto di V<strong>in</strong>cenzo Bertol<strong>in</strong>i, comparso nelle<br />

. .<br />

pagme regglane<br />

«Nessuno di noi può considerarsi al di fuori di questa scomoda eredità .... È vero c'erano<br />

gruppi che consideravano transitoria la democrazia politica e operavano con mentalità <strong>in</strong>surrezionale»<br />

... Parole ispirate da un'improvvisa voglia di verità? In parte sì - perché dubitarne?<br />

- ma sarebbe però riduttivo non scorgere dietro a queste affermazioni precise motivazioni<br />

politiche: la voglia di uscire dalle secche della "Cosa ", anche a costo di rituffarsi fra orrori<br />

ed errori del passato con tutti i rischi che ne conseguono [corsivo mio].<br />

L'«Unità» del 30 agosto riporta, nelle pag<strong>in</strong>e nazionali, <strong>in</strong> un essenzialissimo resoconto<br />

dal titolo Delitti politici nel dopoguerra. Dossier sul Pci di Reggio Em<strong>il</strong>ia, i contenuti della·<br />

lettera di Montanari, affidando al sommario tutto <strong>il</strong> peso della notizia.<br />

Nell'immediato dopoguerra, alcuni dirigenti del Pci reggiano praticarono la «doppia l<strong>in</strong>ea».<br />

Lo stesso segretario di allora - <strong>in</strong> conflitto con le posizioni di Togliatti - coprì veri e propri<br />

delitti politici. Una ricostruzione dell'ex partigiano ed ex parlamentare comunista Gtello<br />

Montanari riapre un capitolo drammatico. Il segretario attuale: «Nessuna paura della<br />

verità».<br />

Il giornale comunista «laicamente» accetta, qu<strong>in</strong>di, la tesi secondo la quale all'<strong>in</strong>terno del<br />

Pci, subito dopo la Liberazione, la «svolta di Salerno» era ancora più nella testa e nelle<br />

<strong>in</strong>tenzioni del gruppo dirigente romano che <strong>in</strong> quella dei quadri e dei m<strong>il</strong>itanti periferici,<br />

reggi ani <strong>in</strong> particolare.<br />

Il quotidiano del Pci trascura, però, un'altra questione sollevata dall'ono Del Bue e confermata<br />

per un verso dalle parole scritte da Montanari: le fughe <strong>in</strong> Cecoslovacchia di partigiani<br />

ed ex dirigenti comunisti co<strong>in</strong>volti <strong>in</strong> quei fatti delittuosi. Aspetti che <strong>il</strong> «Corriere della<br />

Sera» dello stesso giorno non passa <strong>in</strong> secondo piano e che con tre frasi «secche» ricostruisce<br />

nel catenaccio: La fuga p<strong>il</strong>otata <strong>in</strong> Cecoslovacchia di alcuni responsab<strong>il</strong>i - I legami con<br />

gli anni di piombo [<strong>il</strong> sovrappiù] Il lavoro di un deputato del Psi.<br />

Il 31 agosto da nord a sud l'Italia giornalistica (si contano circa quaranta articoli dedicati<br />

al tema, senza annoverare quelle testate che non siamo riusciti ad esam<strong>in</strong>are) mette <strong>in</strong> risalto<br />

che un Ex-resistente accusa i comunisti di sei delitti (Avvenire) mentre la «Gazzetta del<br />

Mezzogiorno» titola Il Pci ammette le sue colpe sul dopoguerra nel reggiano. Nuove auto-<br />

18


critiche dopo quelle dell'ex deputato Montanari. Scrive l'«Umanità», organo del Psdi,<br />

Dopoguerra <strong>in</strong> Em<strong>il</strong>ia: un altro scheletro nell'armadio del Pei. Ma è <strong>il</strong> quotidiano del Psi,<br />

l'«Avanti!», che si <strong>in</strong>carica di evidenziare a tutto tondo i term<strong>in</strong>i della questione. Sotto la<br />

voce «Anni Quaranta i crim<strong>in</strong>i coperti dal Pci» presenta quattro articoli. Uno è un'<strong>in</strong>tervista<br />

a Mauro del Bue, Da Reggio a Praga terrorismo rosso di ieri e di oggi; un altro è un scritto<br />

dello stesso parlamentare reggiano del Psi, Erano fondate quelle accuse al Pci reggiano.<br />

Con <strong>il</strong> terzo L'altro volto del togliattismo. F<strong>in</strong>almente la cultura della glasnost anche sugli<br />

omicidi «politici» del 1946, l'organo d'<strong>in</strong>formazione del Psi mette subito <strong>in</strong> chiaro quali<br />

siano i temi su cui punterà la sua artiglieria pesante. Il sottotitolo, evidenziato <strong>in</strong> neretto,<br />

riassume <strong>il</strong> «f<strong>il</strong>o rosso» che legherebbe guerra di liberazione e terrorismo brigatista:<br />

«Da Reggio Em<strong>il</strong>ia giungono autorevoli conferme delle azioni crim<strong>in</strong>ali e degli assass<strong>in</strong>ii<br />

perpetrati dal Pci "parallelo" negli anni Quaranta, un partito armato di tutto punto e pronto<br />

all'<strong>in</strong>surrezione, una sorta di archetipo del "brigatismo rosso" degli anni Settanta»<br />

È l'<strong>in</strong>tervista all'ono Del Bue a fissare <strong>il</strong> terzo capo d'accusa rivolto al Pci, le relazioni più<br />

che pericolose con la Cecoslovacchia.<br />

Il quarto articolo s'<strong>in</strong>titola Vertici del partito furono conniventi con gli assass<strong>in</strong>i. La testimonianza<br />

di Otello Montanari.<br />

Gli altri quotidiani, quelli «d'op<strong>in</strong>ione», appaiono più distaccati. Prendiamo come esempio<br />

<strong>il</strong> «Corriere della sera», sempre del 31 agosto, che titola, echeggiando la lettera di<br />

Montanari, Reggio, chi sa com<strong>in</strong>cia a parlare mentre <strong>il</strong> quotidiano romano «<strong>il</strong> Messaggero»<br />

constata che I «delitti rossi» del dopoguerra non imbarazzano <strong>il</strong> Pei a tre giorni dall'<strong>in</strong>izio<br />

dell'«operazione verità». La «Repubblica», <strong>in</strong>vece, dedica al tema più articoli fra cui uno <strong>in</strong><br />

prima pag<strong>in</strong>a La verità su quel triangolo di Miriam Mafai.<br />

E «l'Unità»? da parte sua <strong>il</strong> quotidiano comunista, diretto da Renzo Foa, appare del tutto<br />

dis<strong>in</strong>volto verso <strong>il</strong> passato del suo partito. Nell'<strong>in</strong>tervista raccolta dall'«Unità», Fausto<br />

Giovanelli afferma<br />

Per la verità a Reggio Em<strong>il</strong>ia non è da adesso che se ne parla. I protagonisti di quegli anni<br />

non trovano nulla di particolarmente nuovo <strong>in</strong> ciò che si è scritto <strong>in</strong> questi giorni ... E <strong>in</strong> questi<br />

ultimi tempi è venuta fuori con maggior <strong>in</strong>sistenza, soprattutto da parte di ex partigiani<br />

condannati <strong>in</strong>giustamente la richiesta di fare chiarezza, di dire tutta la verità 20 •<br />

Gli fa eco da Roma, <strong>il</strong> giorno successivo, Piero Fass<strong>in</strong>o, della segreteria nazionale del Pci<br />

e <strong>in</strong>caricato di seguire i fatti di Reggio Em<strong>il</strong>ia, che dichiara al term<strong>in</strong>e della Direzione<br />

nazionale,<br />

proprio dalla ricostruzione di quegli anni diffic<strong>il</strong>i emerge che sia <strong>il</strong> gruppo dirigente nazionale<br />

del Pci, coll'impegno diretto e personale di Togliatti, sia la stragrande maggioranza dei<br />

comunisti reggiani, si batterono con rigore per dare basi di massa alla democrazia nel nostro<br />

paese, contrastando ambiguità e doppiezze e opponendosi con decisione a qualsiasi atto che<br />

portasse la lotta politica al di fuori della legalità 21 •<br />

Mentre Mussi precisa che non c'è una l<strong>in</strong>ea specifica della segreteria per i fatti<br />

dell'Em<strong>il</strong>ia. Insomma, pare che <strong>il</strong> partito di Occhetto abbia reagito - per usare le parole<br />

«posate» del «Giornale» di Montanelli -<br />

19


senza far drammi alle rivelazioni dell'ex partigiano Otello Montanari, che dopo 45 anni ha<br />

spezzato <strong>il</strong> cerchio d'omertà che circondava i crim<strong>in</strong>i compiuti <strong>in</strong> Em<strong>il</strong>ia da alcuni partigiani<br />

comunisti: una serie di barbare vendette personali mascherate da «esecuzioni politiche»22.<br />

Il motivo appare chiaro dalle dichiarazioni dell'ono Montanari<br />

8esigenza di chiarezza assoluta è tanto più vera quanto più affermiamo con nettezza i valori<br />

che da tempo ci ispirano e quando ci prepariamo a costituire una nuova forza politica che<br />

raccolga e sv<strong>il</strong>uppi <strong>il</strong> meglio di quei valori [corsivo mio]2J.<br />

e di Fausto Giovanelli: «C'è <strong>in</strong> tutto questo una lezione ut<strong>il</strong>e per <strong>il</strong> vecchio e ancor di più per<br />

<strong>il</strong> nuovo partito: convenienza politica e senso della storia non possono scavalcare giustizia e<br />

verità», parole che esprimono la nuova etica e la nuova morale del partito «<strong>in</strong> costruzione».<br />

Tuttavia non tutto <strong>il</strong> partito reagì con aplomb a quelle rivelazioni.<br />

Le dichiarazioni riportate dai giornali di Giancarlo Pajetta- <strong>il</strong> «ragazzo rosso» leader storico<br />

del pci - nei confronti dell'autore dell'«operazione verità», furono tutt'altro che tenere.<br />

Citiamo dal «Corriere della Sera» del 7 settembre '90: «Pajetta: quel Montanari è proprio<br />

un pazzo. Poi si scusa» e nel sottotitolo «Chi ha sollevato <strong>il</strong> caso del triangolo della morte<br />

ci pensi prima di passeggiare per Reggio Em<strong>il</strong>ia».<br />

Il partito <strong>in</strong> realtà è lacerato.<br />

Già Marzio Breda nell'articolo La festa del Pci ormai nella tempesta aveva registrato sullo<br />

stesso quotidiano m<strong>il</strong>anese del 4 settembre le conseguenze dell'«operazione verità».<br />

Chiaro che una sim<strong>il</strong>e <strong>in</strong>iziativa, anche se approvata da Botteghe Oscure (qui l'età media degli<br />

iscritti è alta, <strong>in</strong>torno ai 53 anni), abbia generato forti contrasti ... Aprire sul serio gli armadi<br />

chiusi nel '47 proprio tra Reggio, Modena e Bologna è una scelta che richiede grande coraggio<br />

e grande coesione. La quale, appunto, manca ... Magri ha avanzato pesanti dubbi e aspre<br />

critiche sull'operazione verità lanciata da Montanari, con frasi che qualcuno ha <strong>in</strong>terpretato<br />

addirittura come sospetta mossa cannibalistica <strong>in</strong>terna, per mettere <strong>in</strong> difficoltà e magari del<br />

tutto fuori causa <strong>il</strong> fronte del «no», cui aderisce. Ha detto che «la campagna di Reggio è un'operazione<br />

a freddo per nascondere la verità», «un tentativo di l<strong>in</strong>ciaggio e una sorta di pentitismo»,<br />

«uno dei varchi attraverso i quali passano le sp<strong>in</strong>te di scissione nel partito, un varco per<br />

la cui chiusura non si è lottato».<br />

Una posizione che ha raccolto gli applausi di quasi la metà delle 800 persone che seguivano <strong>il</strong><br />

dibattito.<br />

Vale la pena riportare anche <strong>il</strong> sopratitolo, <strong>il</strong> catenaccio e <strong>il</strong> sommario dello stesso articolo,<br />

perché fotografano non solo la situazione <strong>in</strong> cui si trova <strong>il</strong> Pci, ma del<strong>in</strong>eano anche scenari<br />

futuri (avveratisi):<br />

Le polemiche sui crim<strong>in</strong>i commessi nel dopoguerra nel «triangolo della morte» si <strong>in</strong>trecciano<br />

con i temi di fondo sulla rifondazione occhettiana del partito - Il fronte del no accusa: la<br />

campagna sui delitti <strong>in</strong> Em<strong>il</strong>ia favorisce la scissione [corsivo mio] - A Reggio una travagliata<br />

direzione è servita a preparare <strong>in</strong>contri con le sezioni della bassa e gli ex partigiani. Intanto a<br />

Modena Magri denuncia «un'operazione a freddo per nascondere la verità», Fass<strong>in</strong>o conferma<br />

che le Botteghe Oscure apriranno gli archivi.<br />

I media si danno anche da fare per «catturare» le op<strong>in</strong>ioni dei m<strong>il</strong>itanti comunisti presenti<br />

alla festa nazionale dell'Unità di Modena e a quella prov<strong>in</strong>ciale di Reggio Em<strong>il</strong>ia.<br />

20


Marzio Breda, <strong>in</strong>viato del «Corriere della Sera» all'appena aperta festa, registra gli umori<br />

della «base» percorsa da domande sull'opportunità dell'«operazione verità» o, che dir si<br />

voglia, del «chi sa, parli» <strong>in</strong> un momento già diffic<strong>il</strong>e per <strong>il</strong> partito (le <strong>in</strong>certezze della<br />

«Cosa» e la frattura <strong>in</strong>terna sulla missione m<strong>il</strong>itare nel Golfo).<br />

«Non si rischia anche l'autodistruzione? si domanda <strong>il</strong> popolo comunista» scrive <strong>il</strong> cronista.<br />

Insomma - prosegue Breda - ragiona così, <strong>in</strong> un solfeggio di recrim<strong>in</strong>azioni e dist<strong>in</strong>guo, <strong>il</strong><br />

popolo comunista. Con lo smarrimento di chi è <strong>in</strong> b<strong>il</strong>ico tra crisi di coscienza e voglia di<br />

sopravvivere, anzi r<strong>in</strong>ascere. S<strong>in</strong>tetizza bene un giovane, Sergio: «Tira un 'aria assurda da<br />

cupio dissolvi, dopo la faccenda di Reggio Em<strong>il</strong>ia. Una specie di sp<strong>in</strong>ta nich<strong>il</strong>ista che porta<br />

qualcuno di noi a mettere <strong>in</strong> dubbio gli stessi miti della Resistenza. Quasi una voglia di parricidio.<br />

Più che gli storici o gli strateghi della politica, dovrebbero venire qui degli psicanalisti».<br />

Un giudizio che un capo carismatico come Pajetta condannerebbe alla stregua di un'eresia24.<br />

Ma ci sono anche voci della «base» che le idee le hanno chiare, che scagionano <strong>il</strong> Pci di<br />

ogni responsab<strong>il</strong>ità, attribuendo a logiche politiche coeve la ragione pr<strong>in</strong>cipale della «riscoperta»<br />

del «triangolo della morte».<br />

«La colpa non è del Pci se c'è stato chi ha esagerato. Quando c'è una esplosione le schegge volano.<br />

Non mi stupisco di allora ma di adesso. Perché proprio ora questa polemica? Si sapeva tutto,<br />

anche Togliatti sapeva e lo disse, no? E allora va bene la verità ma non la speculazione»25.<br />

Se ci sono spore di scetticismo - «La verità. "Ma si saprà mai?"» afferma un volontario<br />

alla festa nazionale dell'Unità a Modena -la dirigenza comunista di Modena e Reggio r<strong>il</strong>ancia<br />

per far fronte agli attacchi da destra e da s<strong>in</strong>istra, ma anche dal suo <strong>in</strong>terno. A Reggio,<br />

secondo Michele Smargiassi, <strong>in</strong>viato della «Repubblica», <strong>il</strong> Pci «apre <strong>il</strong> processo politico<br />

agli anni bui delle violenze post-Liberazione». I «cug<strong>in</strong>i» modenesi, <strong>in</strong>vece, <strong>in</strong>tendono proporre<br />

all'Istituto storico della Resistenza di affidare a degli storici di «<strong>in</strong>dubbia competenza»<br />

la ricerca sui fatti del dopoguerra, perché anche <strong>in</strong> quella prov<strong>in</strong>cia l'eco del «Chi sa parli»<br />

ha <strong>in</strong>iziato a produrre i suoi effetti.<br />

Il segretario prov<strong>in</strong>ciale del Pci Roberto Guerzoni - confermando piena consonanza con<br />

la l<strong>in</strong>ea nazionale del partito - annuncia, dalla festa nazionale dell'Unità a Modena che<br />

«le questioni sollevate vanno però al di là dei s<strong>in</strong>goli episodi e propongono <strong>il</strong> tema di una<br />

ricostruzione storica e politica» ... che comprenda anche «<strong>il</strong> ruolo svolto <strong>in</strong> quella fase dai<br />

diversi soggetti politici e istituzionali, compreso <strong>il</strong> Pci». AI pool di esperti al di sopra di ogni<br />

sospetto la federazione di Modena metterà a disposizione gli archivi del partito, comunque da<br />

anni aperti al pubblico e agli studiosi26.<br />

Non sono certo sufficienti le <strong>in</strong>sistenze della dirigenza comunista sulla necessità di contestualizzare<br />

e di dist<strong>in</strong>guere tra Togliatti e le frange violente presenti all'<strong>in</strong>terno del partito - e<br />

neppure la perentorietà delle affermazioni che compaiono, ad esempio, sulle pag<strong>in</strong>e del<br />

«manifesto» <strong>in</strong> cui Marco Galeazzi sostiene che la polemica sullo stal<strong>in</strong>ismo di Togliatti è<br />

«anacronistica» perché non tiene conto della guerra fredda, del clima di violenza all'<strong>in</strong>domani<br />

della guerra civ<strong>il</strong>e e dimentica le divisioni nel Pci rappresentate dall'opposizione tra <strong>il</strong><br />

«Migliore» e Secchia (10 settembre) - per impedire al «penta partito», e <strong>in</strong> particolare al<br />

Psi, di parlare di «resistenza tradita»27 e al Movimento sociale italiano di voler processare<br />

21


tout court la Resistenza.<br />

Il segretario miss<strong>in</strong>o, P<strong>in</strong>o Rauti, rivolge al m<strong>in</strong>istro degli Interni una perentoria richiesta<br />

«fuori i dossier, fuori le cifre, fuori i rapporti che certamente questure e prefetture avranno<br />

<strong>in</strong>viato <strong>in</strong> quei due anni di violenze», mentre <strong>il</strong> deputato Mirko Tremaglia afferma che<br />

<strong>il</strong> presidente della Camera [N<strong>il</strong>de lotti], «ex dirigente della Federazione del Pci di Reggio<br />

Em<strong>il</strong>ia, sapeva tutto» e, dunque, «<strong>in</strong>degna di rimanere al suo posto», soprattutto dopo l'«<strong>in</strong>decente»<br />

difesa compiuta sulle pag<strong>in</strong>e dell'Unità dell'ex deputato comunista Moran<strong>in</strong>d 8 •<br />

Il Msi per dare corso «storico» (nonché politico) alle proprie accuse alla Resistenza ha<br />

preparato per 1'8 settembre a Reggio Em<strong>il</strong>ia un convegno dal titolo «Il triangolo della morte,<br />

la verità che abbiamo sempre saputo» con lo scopo «di vedere riscritto un biennio drammatico<br />

della storia d'Italia», come dichiarerà alla stampa dell' Il settembre P<strong>in</strong>o Rauti.<br />

Lo stesso giorno nella città medaglia d'oro della Resistenza gli ex partigiani hanno <strong>in</strong>detto<br />

una manifestazione s<strong>il</strong>enziosa - a cui ha aderito anche <strong>il</strong> Pci - davanti al monumento alla<br />

Resistenza <strong>in</strong> piazza Martiri del 7 luglio (1960).<br />

A Sant'Ilario (


La stampa del 5 settembre riporta ampi stralci dell'<strong>in</strong>tervista che Alberto Francesch<strong>in</strong>i,<br />

uno tra i fondatori delle Brigate rosse, ha concesso al «Matt<strong>in</strong>o» di Padova, alla «Nuova<br />

Venezia» e alla «Tribuna di Treviso».<br />

Francesch<strong>in</strong>i ricorda che per i giovani usciti dalla Fgci [alla f<strong>in</strong>e degli anni Sessanta, ndr] che<br />

scelsero la lotta armata «<strong>il</strong> Pci vero era quello di Secchia», e racconta delle due pistole donategli<br />

da un ex partigiano al momento di passare alla clandest<strong>in</strong>ità. Una di quelle pistole - racconta<br />

l'ex brigatista - fu ut<strong>il</strong>izzata durante <strong>il</strong> sequestro del dirigente Siemens Hidalgo<br />

Macchiar<strong>in</strong>i ... Poi, Francesch<strong>in</strong>i descrive la sua visita a un deposito di armi creato dai partigiani<br />

«fuori Reggio, <strong>in</strong> campagna», con «trenta, quaranta mitra Sten» che «funzionavano alla<br />

perfezione» oltre vent'anni dopo <strong>il</strong> 25 apr<strong>il</strong>e. E racconta che un dirigente dell'Anpi, <strong>in</strong>formato<br />

della cosa, subito dopo fece avvertire la polizia, che portò via tutto l ].<br />

Affermazioni che vengono avvalorate da giornalisti collocab<strong>il</strong>i nell'area della s<strong>in</strong>istra<br />

estranea tanto all'esperienza comunista quanto al nuovo corso craxiano del socialismo italiano<br />

e da importanti figure di ex partigiani cattolici, che non si permetterebbero mai di def<strong>in</strong>ire<br />

Togliatti «assass<strong>in</strong>issimo» come lo ha def<strong>in</strong>ito <strong>il</strong> radicale Marco Pannella nel corso di un<br />

pubblico dibattito alla festa nazionale dell'Unità di Modena ..<br />

Mario Pirani, ad esempio, <strong>in</strong> un articolo di «Repubblica» riprende una vecchia affermazione<br />

della Rossanda, secondo la quale nelle Br ci sarebbe «una certa aria da "album di<br />

famiglia"», per sostenere l'esistenza di una sorta di collegamento "genetico" tra <strong>il</strong> gruppo<br />

terroristico e le frange del movimento partigiano comunista responsab<strong>il</strong>i dei delitti dell'immediato<br />

dopoguerra. Insomma, quei gruppi partigiani sarebbero gli «antenati» della Br l2 •<br />

Per i dirigenti della «Cosa», <strong>in</strong>vece, le Br non appartengono <strong>in</strong> nessun modo alla cultura<br />

della s<strong>in</strong>istra né tantomeno ci può essere una connessione. Alcune sfumature tra nuova e<br />

vecchia guardia ci sono. Secondo Fass<strong>in</strong>o, «fra le vicende dell'immediato dopoguerra ed <strong>il</strong><br />

terrorismo degli anni Settanta ll ; mentre per la lotti<br />

Ci sono, certamente, delle responsab<strong>il</strong>ità politiche per la ripresa dell'estremismo nella nostra<br />

prov<strong>in</strong>cia [quella di Reggio Em<strong>il</strong>ia, ndr] negli anni '70. Ma <strong>il</strong> fenomeno delle Br è cosa ben<br />

diversa. Non dimentichiamo che queste nascono non a Reggio Em<strong>il</strong>ia, bensì nella Facoltà di<br />

sociologia di Trento, <strong>in</strong> ambiente cattolico l4 •<br />

Questo breve accenno al tema Br-Resistenza, sollevato dal deputato del Psi Mauro del<br />

Bue, possiamo concluderlo circolarmente, ossia ritornando al delitto Vischi.<br />

Luciano Salsi, giornalista della «Gazzetta di Reggio», al term<strong>in</strong>e dell'<strong>in</strong>tervista al partigiano<br />

reggiano delle Fiamme Verdi, Eugenio Corezzola, liberale e tra i fondatori della<br />

«Nuova Penna», scrive: «Ma 1'omertà, allora, era sovrana ed <strong>il</strong> Pci non aveva fatto ancora<br />

quella scelta legalitaria che negli anni Settanta gli avrebbe consentito di isolare e combattere<br />

le Brigate rosse»35. Tout se tient.<br />

Giovanelli (Pci): «Non cifaremo processare <strong>in</strong> piazza».<br />

I partigiani «Non si processa la Resistenza»<br />

Il «bombardamento» di notizie sui fatti di Reggio Em<strong>il</strong>ia, <strong>in</strong> corso dalla f<strong>in</strong>e di agosto,<br />

costr<strong>in</strong>ge la direzione e la segreteria prov<strong>in</strong>ciale e nazionale comunista a sottol<strong>in</strong>eare con<br />

sempre maggior forza che <strong>il</strong> Pci vuole «chiarezza e giustizia» ma non accetta «demonizzazioni<br />

della Resistenza», che i propri archivi sono aperti da tempo, che Togliatti combatté le<br />

«tentazioni ribellistiche e [rese] <strong>il</strong> Pci coautore della Costituzione e protagonista della storia<br />

23


italiana contemporanea» e che l'operazione-verità non può essere usata per la «battaglia<br />

politica di oggi». Sono queste le posizioni che Fausto Giovanelli e Piero Fass<strong>in</strong>o ribadiscono<br />

nella conferenza stampa del 4 settembre, seguita alla Direzione prov<strong>in</strong>ciale.<br />

Il Pci dà pieno credito all'«operazione-verità», come gli stessi dirigenti comunisti def<strong>in</strong>iscono<br />

l'<strong>in</strong>iziativa di Montanari, ma vuole evitare la «demolizione della lotta partigiana e<br />

della Resistenza» (


dentale e quei morti ammazzati sono la prova schiacciante della loro doppiezza: la guerra di<br />

liberazione l'hanno fatta per <strong>il</strong> loro ord<strong>in</strong>e e gli espatri prima <strong>in</strong> Jugoslavia poi, dopo la rottura<br />

tra Stal<strong>in</strong> e Tito, <strong>in</strong> Cecoslovacchia (


E, come risulta chiaro ... chi ha un ruolo ugualmente decisivo - prosegue lo storico - è Luigi<br />

Longo. Proprio per l'autorità che gli derivava dalla sua funzione nella Resistenza, Longo ...<br />

non si limita alla polemica e alla condanna netta ma si impegna <strong>in</strong> una concreta azione di<br />

conv<strong>in</strong>zione e di repressione: si legga poi <strong>il</strong> verbale della direzione dell'8 giugno 1945 (che ho<br />

già citato <strong>in</strong> altra sede), <strong>in</strong> cui parla apertamente di germi di degenerazione nel partito di<br />

«malattia del mitra»42.<br />

Il giorno dopo <strong>il</strong> «Corriere della Sera» titola a tutta pag<strong>in</strong>a Le stragi dimenticate fra i partigiani.<br />

Un controverso e <strong>in</strong>esplorato capitolo di storia con cent<strong>in</strong>aia di vittime <strong>in</strong>colpevoli 43 ,<br />

mentre <strong>il</strong> discorso di Togliatti riportato da Mart<strong>in</strong>elli è un «palchetto» al centro della stessa<br />

pag<strong>in</strong>a, Un <strong>in</strong>edito di Togliatti: no a elementi immoralr 4 • La notizia è l'altra. Il giornalista<br />

enumera delitti e stragi senza preoccuparsi delle scansioni temporali, così le uccisioni (o<br />

delitti come li chiama) compiuti all'<strong>in</strong>domani della Liberazione sono accomunati con quelli<br />

accaduti anche due mesi o tre mesi dop045. E vi trova anche <strong>il</strong> modo di accennare al sangu<strong>in</strong>oso<br />

episodio avvenuto nel febbraio 1945 a Porzus, località <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Ud<strong>in</strong>e, <strong>in</strong> cui<br />

partigiani comunisti uccisero diciassette partigianiappartenti alla «Osoppo».<br />

Tutto questo per sottol<strong>in</strong>eare che la contraddizione del Pci, su cui s'<strong>in</strong>cuneano le critiche,<br />

sta tra <strong>il</strong> dibattito <strong>in</strong>terno tutt'altro che reticente, come le parole di Togliatti e Longo dimostrano,<br />

e le prese di posizioni politiche che negano le responsab<strong>il</strong>ità comuniste di quelle violenze,<br />

attribuendole, spesso, ad azioni fasciste.<br />

Piero Fass<strong>in</strong>o, <strong>in</strong> un'<strong>in</strong>tervista r<strong>il</strong>asciata alla «Stampa» di Tor<strong>in</strong>o, cerca di chiarire ancora<br />

una volta, con parole «libere ideologicamente», la posizione del Pci<br />

In settori partigiani anche di diverso colore politico c'erano resistenze evidenti all' ord<strong>in</strong>e di<br />

consegnare le armi. Ci si domandava: «sì, ma se poi a comandare tornano gli stessi di<br />

prima?». In sostanza, si discuteva se dare una vera adesione alla scelta democratica, o un consenso<br />

di facciata <strong>in</strong> attesa del momento buono per fare la rivolnzione46.<br />

E alla domanda di Marcello Sorgi - a proposito delle dichiarazione di Massimo Caprad 7<br />

secondo cui Togliatti, nonostante fosse m<strong>in</strong>istro della Giustizia, avrebbe favorito l'espatrio di<br />

partigiani assass<strong>in</strong>i come quelli co<strong>in</strong>volti nell'episodio di Schio - risponde che<br />

certo, guardata quarant'anni dopo, anche con tutte le considerazioni del caso, quella scelta<br />

non appare a me giustificata. Togliatti assunse <strong>il</strong> primato del bene del partito come valore<br />

assoluto, subord<strong>in</strong>ando a questo tutti gli altri valori. Questo fu l'errore ed è <strong>il</strong> punto con cui<br />

dobbiamo fare i conti.<br />

Il problema vero però è un altro e lo <strong>in</strong>dica Adriano Vignali, esponente della s<strong>in</strong>istra reggiana,<br />

sulla «Gazzetta di Reggio», <strong>in</strong> cui afferma che «<strong>il</strong> Pci ha sbagliato nel glissare e non<br />

affrontare direttamente questi problemi»48.<br />

Un problema di «memoria»?<br />

Man mano che i giorni passano, e i media cont<strong>in</strong>uano a <strong>in</strong>sistere sull'argomento,<br />

«l'Unità», quotidiano del Pci, rimette <strong>in</strong> circolazione pezzi di «memoria»49 e <strong>in</strong>sieme ad essa<br />

si muove anche la memoria «vivente» del Pci costituita da Boldr<strong>in</strong>i, Lama, Pajetta, Pecchioli<br />

e Tortorella, c<strong>in</strong>que dirigenti del Pci che furono combattenti e capi partigiani. Essi prendono<br />

carte e penna per chiedere «verità e chiarezza su tutti gli aspetti di una storia che fu grande e<br />

terrib<strong>il</strong>e», mentre def<strong>in</strong>iscono «<strong>in</strong>accettab<strong>il</strong>e e <strong>in</strong>degna» l'opera di denigrazione contro <strong>il</strong><br />

Pci e Togliatti e di «crim<strong>in</strong>alizzazione della Resistenza»5o.<br />

26


A Reggio Em<strong>il</strong>ia, lo storico e direttore dell'Istituto storico di Reggio Em<strong>il</strong>ia di allora,<br />

Antonio Zambonelli - dopo aver «spolverato» la memoria a chi l'avesse appannata ricordando,<br />

<strong>in</strong> occasione del convegno organizzato nella città em<strong>il</strong>iana dal Movimento sociale, l'efferatezze<br />

compiute dai fascisti a v<strong>il</strong>la Cucchi - è testimone di un certo «stupore storiografico»<br />

(ma anche politico) di fronte alla campagna massmediatica <strong>in</strong> corso.<br />

Credevamo, da anni - scrive - che fossero maturi i tempi per documentare e spiegare sempre<br />

meglio <strong>il</strong> nodo fascismo-antifascismo, ivi comprese le vicende della lotta di Liberazione e del<br />

dopoguerra, non <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di emotiva ed eccitata cronaca di contrapposti martirologi, ma sul<br />

terreno di una «ricerca aperta e libera ... <strong>in</strong> sede propria, quella della ricerca e della verifica<br />

storica» per usare le parole dell'amico Nazario S. Onofri 51 •<br />

Ma sembra non conv<strong>in</strong>cere. Sulla «Gazzetta di Reggio» <strong>il</strong> giorno successivo, 9 settembre,<br />

due sono le notizie: La piazza s'<strong>in</strong>fiamma, a proposito del convegno del Msi svoltosi a<br />

Reggio 1'8, e Montanari fa atto di contrizione all'assemblea che si era tenuta a Sant'Ilario.<br />

Gli fa eco <strong>il</strong> «Carl<strong>in</strong>o»: Montanari «l<strong>in</strong>ciato» dai compagni e «Processo alla Resistenza» al<br />

«f<strong>in</strong>to» convegno del Msi. O ancora sul «Popolo» Il f<strong>il</strong>o del terrore. Il Pci tra <strong>il</strong> triangolo<br />

della morte e le br, firmato dal parlamentare reggiano Franco Bonferroni. E c'è sempre un<br />

modo per controbattere, più o meno artificiosamente.<br />

Enzo Bettizza ritiene che <strong>il</strong> problema non stia tanto nella denuncia di quei fatti, dal riconoscimento<br />

di antichi errori, e nel sottol<strong>in</strong>earne la notorietà ma «che <strong>il</strong> noto non diventa<br />

veramente noto, <strong>il</strong> documentato mai veramente documentato, f<strong>in</strong>o al giorno <strong>in</strong> cui essi stessi<br />

non decidano che deve essere noto alla loro memoria [dei comunisti] e documentato alla<br />

loro coscienza?» E la recente riab<strong>il</strong>itazione da parte di Gorbaciov di Buchar<strong>in</strong> è l'esempio<br />

da seguire perché «ha segnato una pietra m<strong>il</strong>iare nel r<strong>in</strong>novamento» dell'Urss 52 •<br />

Una riflessione storico-culturale (e politica) <strong>in</strong>torno a queste questioni prova a imbastirla<br />

lo storico Luciano Casali che, a differenza di altri «<strong>in</strong>tellettuali organici», non nasconde<br />

antiche «carenze» e più recenti «<strong>in</strong>sensib<strong>il</strong>ità».<br />

È sufficiente rispondere - scrive lo storico em<strong>il</strong>iano - come è stato fatto, che su quegli avvenimenti,<br />

gli archivi sono aperti e i documenti disponib<strong>il</strong>i per chi li voglia studiare?<br />

Ammettiamo pure che la documentazione sia tutta disponib<strong>il</strong>e - e <strong>il</strong> Pci negli ultimi anni ha<br />

fatto un grande sforzo <strong>in</strong> tal senso rispetto a istituzioni governative e ad altri partiti. Però è<br />

venuto a mancare da parte dello stesso Pci un <strong>in</strong>teresse verso la storia (corsivo mio) ... Da<br />

almeno 15 anni, o per lo meno dalla morte di Ernesto Ragionieri, non si è stati promotori di<br />

ricerche sulla storia contemporanea e non si è sollecitato o aiutato ad affrontare temi «diffic<strong>il</strong>i»<br />

e «scottanti». Che la Resistenza possa essere considerata anche guerra civ<strong>il</strong>e, è argomento<br />

sul quale per troppo tempo non è stato fac<strong>il</strong>e <strong>in</strong>tervenire o riflettere (corsivo mio). Nelle a<br />

volte retoriche celebrazioni del 25 apr<strong>il</strong>e, nessuno sembrava mai aver considerato che la guerra<br />

non era f<strong>in</strong>ita, né poteva f<strong>in</strong>ire, al preciso scoccare di quella data fatidica, soprattutto là<br />

dove la lotta di liberazione era stata combattuta aspramente contro un nemico anche <strong>in</strong>tern0 5 ).<br />

Le questioni che Luciano Casali solleva comporterebbero una riflessione storico-politica<br />

che <strong>il</strong> Pci <strong>in</strong> fase di trasformazione e <strong>in</strong> una situazione politica mondiale <strong>in</strong> movimento (i<br />

recenti drammi dell'Est e la coeva Guerra del Golfo), non è forse <strong>in</strong> grado di compiere. Si<br />

ha però la sensazione che si vorrebbe chiudere la questione alla svelta, perché i dirigenti<br />

credono di essere un'altra cosa dalla loro storia. Pia <strong>il</strong>lusione. Gli attacchi non dim<strong>in</strong>uiscono,<br />

perché la loro «colpa» è, se così si può dire, storico-genetica.<br />

27


È una spirale polemica che sembra non avere fondo, come <strong>il</strong> famoso pozzo di San<br />

Patrizio.<br />

Quello che si constata tra balbettii, dist<strong>in</strong>guo, giustificazioni, sforzi di liberarsi dalle lenti<br />

deformanti delle ideologie e l' «anticomunismo opportunista, tipito degli <strong>in</strong>tellettuali italiani»<br />

è la diversità e schiettezza di posizioni come quella di Giorgio Bocca (sue le parole<br />

sopra virgolettate), partigiano «azionista», che esprime sulla polemica <strong>in</strong> corso un giudizio<br />

che potremmo def<strong>in</strong>ire «sprezzante». Già <strong>il</strong> titolo dell'articolo Fischia <strong>il</strong> vento urla la bufera<br />

... 5 \ pubblicato da «Repubblica» <strong>il</strong> 7 settembre, è un manifesto significativo come lo è la<br />

conclusione <strong>in</strong> cui rivendica - nonostante che ora c'è chi «riscopre che la Resistenza fu<br />

tante cose diverse, tenuta assieme dalla lotta contro i nazisti e i fascisti» - la legittimità di<br />

cont<strong>in</strong>uare a chiamare quegli anni Resistenza e Liberazione.<br />

L'<strong>in</strong>izio dell'articolo è di critica impietosa verso <strong>il</strong> Pci, responsab<strong>il</strong>e dell'attuale<br />

situazione:<br />

Il «Triangolo della morte» quaranta e passa anni dopo. Perché? A pro di chi? Diciamo, per<br />

com<strong>in</strong>ciare, che la responsab<strong>il</strong>ità di questa confusa strumentalizzata, <strong>in</strong>ut<strong>il</strong>e rivisitazione di una<br />

storia nota e arc<strong>in</strong>ota è del partito comunista, di un partito che sembra aver perso la bussola.<br />

Fass<strong>in</strong>o, nell '<strong>in</strong>tervista citata 5 S, afferma<br />

In settori partigiani anche di diverso colore politico c'erano resistenze evidenti all'ord<strong>in</strong>e di<br />

consegnare le armi ... In sostanza, si discuteva se dare una vera adesione alla scelta democratica,<br />

o un consenso di facciata <strong>in</strong> attesa del momento buono per fare la rivoluzione.<br />

La risposta la lasciamo a Bocca<br />

Perché i partigiani, tutti o quasi, conservarono le armi? Perché non erano per nulla sicuri che<br />

<strong>il</strong> fascismo fosse f<strong>in</strong>ito per sempre. Perché i partigiani di tutte le prov<strong>in</strong>ce partigiane chiusero<br />

la resa dei conti nel maggio del '45 e <strong>in</strong>vece nella Bassa em<strong>il</strong>iana si andò avanti per alcuni<br />

anni? Perché la storia sociale, la tradizione dell'unanimismo, e una cultura contad<strong>in</strong>a passata<br />

per conflitti feroci segnavano la differenza con <strong>il</strong> Piemonte della piccola proprietà contad<strong>in</strong>a e<br />

m<strong>il</strong>itarista, con la Lombardia mercant<strong>il</strong>e, con <strong>il</strong> Veneto bianco.<br />

Ci fu <strong>il</strong> doppio b<strong>in</strong>ario comunista, la convivenza del partito rivoluzionario con quello del<br />

lungo viaggio democratico attraverso le istituzioni? Ma certo che ci fu, [e] la scoperta che ne<br />

fanno oggi, con f<strong>in</strong>to scandalo, anche alcuni studiosi, non sembra una cosa seria 56 •<br />

Ridiamo la parola a Fass<strong>in</strong>o, che sull'Unità del 9 settembre, cerca di chiarire ai «compagni»<br />

e agli ex partigiani <strong>il</strong> suo agire<br />

Ho vissuto questa vicenda con grande tensione e partecipazione, avvertendo tutta la responsab<strong>il</strong>ità<br />

che gravava sulle spalle mie e degli altri compagni. Ho cercato di farvi fronte con lo<br />

scrupolo e l'impegno a cui sempre ho ispirato la mia azione quotidiana di dirigente del Pci. E<br />

lo scrupolo è stato tanto più grande e severo perché i partigiani e la Resistenza stanno dentro<br />

alla mia testa e al mio cuore da sempre: vengo da una famiglia antifascista; mio padre salì <strong>in</strong><br />

montagna <strong>il</strong>IO settembre 1943 ... 57 •<br />

«Apprezzo la reazione, ma è stata tardiva» aveva affermato Gav<strong>in</strong>o Angius, esponente del<br />

«no» al cambiamento del nome del Pci, sull' «Unità» del 7 settembre, e ci pare riassuntiva<br />

dello stato d'animo di tanta parte del Pci.<br />

28


Riprendiamo ancora l'articolo citato di Bocca, che ha <strong>il</strong> «coraggio» di r<strong>in</strong>viare alla Storia<br />

del pci scritta dallo storico comunista Paolo Sprian0 58 , per stigmatizzare come la novità, non<br />

sia per nulla una novità.<br />

I.:altro giorno Mario Pirani citava la massima: «niente è più <strong>in</strong>edito della carta stampata».<br />

Noi parafrasando la diremmo: «niente è più <strong>in</strong>ut<strong>il</strong>e della storia scritta»59.<br />

Perché <strong>il</strong> «Chi sa, parli»? Un 'ipotesi <strong>in</strong>terpretativa<br />

L'articolo «Rigore sugli atti di «Eros» e Nizzoli» scritto dal Otello Montanari ha fatto<br />

emergere una situazione <strong>in</strong> movimento già da tempo che non attendeva che tempi giusti per<br />

deflagrare. Altrimenti non si capirebbe come mai, per esempio, i due volumi scritti da<br />

Egidio Baraldi - Nulla da rivendicare. L'irifanzia la Resistenza gli anni bui della persecuzione<br />

(1985) e Il Delitto Mirotti. Ho pagato <strong>in</strong>nocente. L'omicidio <strong>il</strong> processo <strong>il</strong> carcere<br />

(1989) - non avessero montato un'onda così alta. Eppure <strong>in</strong> quei volumi si toccavano tasti<br />

altrettanto delicati. Oppure, così si accennava sopra, la questione degli scomparsi fascisti a<br />

Campagnola Em<strong>il</strong>ia (Reggio Em<strong>il</strong>ia) nelle ultime settimane di guerra e nelle prime post­<br />

Liberazione sollevata alla f<strong>in</strong>e dell'apr<strong>il</strong>e '90 - qu<strong>in</strong>di, solo pochi mesi prima - da un figlio<br />

di uno degli scomparsi, sia rimasta, sì, diversi giorni sulle pag<strong>in</strong>e locali ma senza eco nel<br />

resto d'Italia, come accadrà per la lettera di Otello Montanari 60 •<br />

Le cause vanno ricercate, probab<strong>il</strong>mente, <strong>in</strong> una particolare congiuntura storico-politica e,<br />

strettamente legata ad essa, nella fonte autorevole di quelle ammissioni.<br />

Le cause storico-politiche.<br />

La dissoluzione dell'assetto geopolitico formatosi dopo la seconda guerra mondiale e alla<br />

cosiddetta «guerra fredda» - che possiamo riassumere simbolicamente nell'abbattimento del<br />

muro di Berl<strong>in</strong>o nel novembre 1989 61 - <strong>in</strong>nesca nel Pci un'accelerazione del processo di<br />

revisione della propria storia che sfocerà, a partire dalla Bologn<strong>in</strong>a e attraverso successive<br />

tappe, nel congresso del gennaio 1991 con la nascita del Pds. Nel novembre dello stesso<br />

anno si costituirà <strong>il</strong> Partito della rifondazione comunista, frutto della scissione cossuttiana.<br />

Com'è ormai noto, <strong>il</strong> 12 novembre 1989 alla Bologn<strong>in</strong>a Occhetto, segretario del Pci, lanciò<br />

la proposta di cambiare nome al partit0 62 • Da allora <strong>in</strong>izierà un aspro confronto fra i fautori<br />

del «sì» e quelli del «no» (per semplificare def<strong>in</strong>iamo i primi occhettiani mentre i secondi<br />

sono legati alle figure di Cossutta e Ingrao, una strana coppia davvero). E che si risolverà <strong>in</strong><br />

un'ulteriore scissione che confluirà nel Prc.<br />

Chi scrive ritiene che la sortita pubblica di Otello Montanari possa rientrare nella lotta fra<br />

i due schieramenti. Ovvero da parte dei fautori del cambiamento, o se si preferisce del de<br />

profundis del vecchio partito comunista, esisteva la necessità di sbloccare <strong>il</strong> sistema politico<br />

italiano attraverso una reale resa dei conti con tutti i punti oscuri della storia comunista a<br />

partire proprio dagli anni della fondazione della Repubblica. Secondo i sostenitori del «no»,<br />

viceversa, della storia del Pci e del suo patrimonio politico e culturale non c'era nulla da<br />

«r<strong>in</strong>negare», ma, caso mai, da rivedere criticamente quegli episodi palesemente <strong>in</strong> contrasto<br />

con i pr<strong>in</strong>cipi del socialismo e della libertà dei popoli all'autodeterm<strong>in</strong>azione. Entrambi gli<br />

schieramenti, a parte i cossuttiani, nutrivano per la storia passata dell'Urss un comune senso<br />

critico. L'ascesa al potere di Gorbaciov, nel 1985, però aveva <strong>in</strong>st<strong>il</strong>lato nel partito la speranza<br />

di una possib<strong>il</strong>e autoriforma dell'«orso» sovietico <strong>in</strong> senso squisitamente democratico e<br />

di conseguenza aveva riattivato nel Pci, ma non solo, energie (<strong>il</strong>lusorie) che la storia<br />

29


30<br />

dell'Urss f<strong>in</strong>o ad allora avevano spent0 63. In altre parole i germi posti dalla rivoluzione<br />

d'Ottobre non erano ster<strong>il</strong>i e le riforme gorbacioviane ne erano la prova, per cui si sarebbe<br />

potuto cambiare nella cont<strong>in</strong>uità64. Ma poi accadde ciò che accadde. E <strong>il</strong> Pci, secondo alcuni<br />

storici e politologi, aveva perduto del tempo prezioso rimandando l'<strong>in</strong>eluttab<strong>il</strong>e cambiamento<br />

che i fatti storici man mano suggerivano e/o imponevano dopo <strong>il</strong> costante decl<strong>in</strong>o successivo<br />

al 1976. Anno importante anche per un altro motivo, ai f<strong>in</strong>i del nostro discorso: nel<br />

1976 alla segreteria del Psi approdò Bett<strong>in</strong>o Craxi, che <strong>in</strong>augurò una stagione di aperta ost<strong>il</strong>ità<br />

verso <strong>il</strong> Pci, mentre quest'ultimo giunse ad accusare Craxi, un <strong>in</strong>dubbio politico energico<br />

che fece del «decisionismo» la sua bandiera, di essere una «m<strong>in</strong>accia alla democrazia»65.<br />

Questi, <strong>in</strong> estrema s<strong>in</strong>tesi, i rapporti fra Pci e Psi che percorsero tutti gli anni Ottanta e che<br />

si risolsero, si può dire, solo per cause extrapolitiche, cioè giudiziarie. Così nel 1990 con <strong>il</strong><br />

Pci alle prese coi problemi di cui abbiamo detto e <strong>il</strong> Psi che puntava all'«Unità socialista»<br />

che avrebbe dovuto (e voluto) <strong>in</strong>globare <strong>il</strong> Pci, si può capire <strong>il</strong> significato che assunsero le<br />

«rivelazioni» di Otello Montanari ex partigiano, ex deputato comunista e presidente<br />

dell'Istituto Cervi.<br />

Indubbiamente, una maggior chiarezza coeva agli episodi delittuosi che videro co<strong>in</strong>volti<br />

Pci e partigiani avrebbe, probab<strong>il</strong>mente, dis<strong>in</strong>nescato nei suoi eccessi una propaganda volta<br />

a bollare l'Em<strong>il</strong>ia come «triangolo della morte». I morti ci furono e gli esecutori m<strong>il</strong>itavano<br />

e nel Pci e nell'associazione partigiana66. Un dato <strong>in</strong>negab<strong>il</strong>e, ma se si vuole fare ricerca storica<br />

autentica e non una vulgata cronachistica e scandalistica come media e forze politiche e<br />

<strong>in</strong>tellettuali hanno fatto, gli avvenimenti di allora devono essere ricondotti al loro contesto<br />

senza, però, fac<strong>il</strong>i giustificazionismi e reticenze, e <strong>in</strong> quel contesto studiati.<br />

Storicizzare gli avvenimenti significa, è opportuno ribadirlo, calarsi <strong>in</strong> un determ<strong>in</strong>ato<br />

contesto storico per coglierne i diversi aspetti, non ultimo la mentalità degli attori che <strong>in</strong><br />

esso agiscono. Capire questo non vuoI dire giustificare ma compiere lo sforzo, che uno storico<br />

è tenuto a fare, di <strong>in</strong>terpretare la complessità che ogni momento storico presenta. Oggi,<br />

possiamo dire, come anche allora qualcuno denunciò, che <strong>il</strong> bene del partito, l'entità astratta<br />

Partito, veniva prima delle persone <strong>in</strong> carne e ossa, come i casi emblematici e clamorosi di<br />

Germano Nicol<strong>in</strong>i (delitto don Pess<strong>in</strong>a) e di Egidio Baraldi (delitto Mirotti) stanno a dimostrare.<br />

Verità ancora parziale che Miriam Mafai, giornalista di «Repubblica» e compagna di<br />

Gian Carlo Pajetta, coglie ponendo nella giusta prospettiva <strong>il</strong> rapporto fra i s<strong>in</strong>goli e <strong>il</strong><br />

Partito (con la P maiuscola). Erano <strong>in</strong>nocenti che «sapevano e tacquero, per discipl<strong>in</strong>a politica<br />

[corsivo mio], i nomi dei veri esecutori e dei mandanti. E scontarono, da <strong>in</strong>nocenti,<br />

molti anni di galera»67.<br />

Questo è uno dei tasselli del complesso quadro <strong>in</strong> cui le vicende del dopoguerra si sv<strong>il</strong>upparono,<br />

e che sarebbe bene tenere presente. Come non si può dimenticare che <strong>il</strong> livello dello<br />

scontro all'<strong>in</strong>terno della società politica e civ<strong>il</strong>e italiana dopo la rottura della solidarietà ciellenistica<br />

avvenuta nel maggio '47, cioè l'allontanamento dal governo della s<strong>in</strong>istra, e <strong>il</strong> processo<br />

di formazione di due schieramenti mondiali contrapposti, con identiche ricadute<br />

nazionali, divenne scontro fra civ<strong>il</strong>tà, ossia guerra ideologica. Un guerra ideologica che si<br />

rifletterà ancora sui mass media con uno spregiudicato uso pubblico della storia, e parliamo<br />

del settembre '90, oltre quarant'anni dopo e con le macerie del muro ancora fumanti. È<br />

come se le «confessioni» di Montanari avessero rotto una sorta di vaso di Pandora che contenesse<br />

tutte le «malefatte» del Pci68. Se nel vaso di Pandora solo la Speranza è rimasta a<br />

disposizione degli uom<strong>in</strong>i, nel nostro caso <strong>il</strong> fatto nuovo e positivo che <strong>il</strong> «Chi sa, parli» ha<br />

prodotto è stata la rottura di certe, diciamo, <strong>in</strong>ibizioni che impedivano di accostare <strong>il</strong> termi-


ne violenza all'evento Resistenza. Un libro per tutti, <strong>il</strong> saggio di Massimo Storchi,<br />

Combattere si può v<strong>in</strong>cere bisogna. La scelta della violenzafra Resistenza e dopoguerra.<br />

Riportiamo un breve passo a proposito dell'uccisione dell'<strong>in</strong>gegnere Arnaldo Vischi per<br />

capire che «Italia era quella del '45», e per riconoscere che se vi era una violenza legata a<br />

sete di giustizia, ve ne era un'altra, f<strong>in</strong>ché si vuole limitata e circoscritta, che aveva scopi di<br />

«classe» (naturalmente qui non <strong>in</strong>teressa <strong>il</strong> puro banditismo )69. Scrive Storchi:<br />

Ma <strong>il</strong> crim<strong>in</strong>e rimane r<strong>il</strong>evante non solo per la personalità dell'ucciso ma soprattutto per le connessioni<br />

e le complicità che esso mette <strong>in</strong> luce <strong>in</strong> particolare all'<strong>in</strong>terno della federazione del<br />

Pci reggiano che rimane co<strong>in</strong>volto nel caso f<strong>in</strong>o ai massimi livelli. In una sorta di tragico carosello,<br />

<strong>in</strong>fatti, <strong>il</strong> responsab<strong>il</strong>e materiale viene ben presto <strong>in</strong>dividuato e segretamente arrestato da<br />

elementi della questura reggiana che lo consegnano, anziché alla magistratura, a un gruppo di<br />

partigiani gappisti che provvederanno alla sua elim<strong>in</strong>azione e sparizione, dopo aver sequestrato<br />

e percosso <strong>il</strong> partigiano <strong>in</strong>caricato di una <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e parallela dallo stesso Pci reggiano.<br />

Nel tentativo poi di coprire l'accaduto e accreditare l'ipotesi di una fuga del colpevole all'estero,<br />

gli stessi ex gappisti non esiteranno a uccidere parecchi mesi dopo l'accaduto anche un<br />

ulteriore testimone?O.<br />

Non è compito di questo lavoro entrare nel merito delle complesse questioni che l'Italia<br />

del '45 viveva, ai nostri f<strong>in</strong>i ci basta <strong>il</strong> passo citato di Combattere si può v<strong>in</strong>cere bisogna che<br />

consente di comprendere perché <strong>il</strong> «Chi, sa parli» reggiano abbia di fatto aperto le porte a<br />

titoli nazionali come quello del «Giorno» del 7 settembre 1990, Gli operai dalla piazza:<br />

«D 'Onofrio, dacce er via!», <strong>in</strong>vocazione urlata, secondo <strong>il</strong> raff<strong>in</strong>ato giornalista del quotidiano<br />

m<strong>il</strong>anese, dai comunisti dopo l'attentato a Togliatti; oppure, sempre sul «Giorno», come<br />

quello del 2 settembre Il festival degli scheletri nell 'armadio, <strong>in</strong> concomitanza con l'apertura<br />

del festival nazionale dell'Unità di Modena.<br />

Se mai può valere la considerazione che chi fa storia fa sempre storia del presente (e aiuta<br />

le forze <strong>in</strong> campo nel loro sv<strong>il</strong>uppo, Gramsci), <strong>il</strong> «Chi sa, parli» è <strong>il</strong> caso della sua dimostrazione<br />

empirica. Consultando la stampa di quel settembre si <strong>in</strong>tuisce la profondità della frattura<br />

nel mondo politico e culturale italiano che la conclusione della guerra «calda» e lo<br />

scoppio di quella «fredda» provocarono. Una spaccatura che ha accompagnato (e tuttora<br />

accompagna) la vita politica, culturale e sociale della Repubblica f<strong>in</strong> dalle sue orig<strong>in</strong>i.<br />

Infatti, sull'onda delle «rivelazioni» dell'ex deputato comunista tante altre questioni furono<br />

letteralmente sbattute <strong>in</strong> prima pag<strong>in</strong>a: <strong>il</strong> f<strong>il</strong>o rosso che «univa» i partigiani alle Br, i rapporti<br />

tra <strong>il</strong> Pci e la Cecoslovacchia, <strong>il</strong> «Piano K» e la «doppia l<strong>in</strong>ea», lo stal<strong>in</strong>ismo di Togliatti<br />

(<strong>il</strong> «Migliore»).<br />

La divisione del mondo <strong>in</strong> due blocchi contrapposti è stata la morsa che ha stritolato <strong>il</strong><br />

sistema politico italiano <strong>in</strong>ficiandone uno sv<strong>il</strong>uppo più articolato, ma che non ha impedito al<br />

Partito comunista, soprattutto nei momenti più drammatici della storia d'Italia, di difendere<br />

- con, forse, un eccesso di statalismo - quella Repubblica che aveva contribuito a fondare.<br />

Tuttavia non si può nascondere o negare che c'era chi pensava a una soluzione diversa da<br />

quella parlamentare, da quella che nei fatti è prevalsa.<br />

Al Pei di allora mancò <strong>il</strong> coraggio della denuncia chiara e <strong>in</strong>equivocab<strong>il</strong>e, come testimoniano<br />

alcuni protagonistF'. Scrive Storchi<br />

Con l'uccisione di Vischi ci si trova di fronte a un nuovo tipo di azione di violenza ... Gruppi<br />

31


di ex partigiani, ancora organizzati secondo le gerarchie della lotta clandest<strong>in</strong>a, e parti importanti<br />

della struttura del Pci reggiano con una ramificazione diffusa nel territorio, proseguono<br />

<strong>in</strong> una attività di controllo, sorveglianza e <strong>in</strong>dividuazione di possib<strong>il</strong>i obiettivi. Con la collaborazione<br />

di agenti della polizia partigiana, f<strong>in</strong>o all'<strong>in</strong>terno della stessa questura, si muovono<br />

elementi che rispondono direttamente ancora alle logiche e alle strategie attuate nei mesi<br />

della lotta clandest<strong>in</strong>a. Pur di fronte alle ricorrenti prese di posizione ufficiali, la prassi rimane<br />

quella del «doppio pensiero» e della «doppia azione» 72.<br />

Risulta chiaro, qu<strong>in</strong>di, che <strong>il</strong> cuore del problema a cui mirano politici e mass media, a partire<br />

proprio dai quei morti ammazzati, è la questione della fondazione della Repubblica e<br />

della legittimità democratica e nazionale di uno dei suoi fondatori, <strong>il</strong> Pci73. Mass media e<br />

mondo politico non si lasciano sfuggire l'occasione Montanari, <strong>il</strong> quale f<strong>in</strong>ì, con foto, anche<br />

su un cruciverba74.<br />

Il legame con Mosca e l'elaborazione del «Piano K» sono proprio <strong>il</strong> leitmotiv su cui si<br />

costruisce l'<strong>in</strong>tera campagna politica e di stampa, <strong>in</strong> particolare di quella locale e degli organi<br />

di partito. Infatti <strong>il</strong> tema della legalità/<strong>il</strong>legalità, ossia l'abusata querelle sulla doppiezza<br />

del Pci (resp<strong>in</strong>ta con sdegno dalla dirigenza dello stesso partito)15, è <strong>il</strong> nucleo centrale su cui<br />

si costruisce la reazione alle «confessioni» di Montanari.<br />

È <strong>il</strong> prezzo pagato alla storia per <strong>il</strong> legame con l'Vrss, contraddist<strong>in</strong>to da rivendicazioni di<br />

autonomia e da discipl<strong>in</strong>ata «<strong>in</strong>troiezione della "superiorità" di Mosca» che altro non erano<br />

che le «due facce della stessa medaglia»76.<br />

Pur non essendoci motivi per dubitare della sostanziale lealtà costituzionale del Partito<br />

comunista «<strong>il</strong> rapporto priv<strong>il</strong>egiato con <strong>il</strong> modello sovietico - mai seriamente criticato da<br />

Togliatti - si rivela alla f<strong>in</strong>e un veleno per <strong>il</strong> comunismo italiano»77.<br />

Tanto i titoli quanto i contenuti mettono a dura prova <strong>il</strong> delicato equ<strong>il</strong>ibrio fra storia e politica.<br />

«Chi volesse una conferma che la storia è sempre storia contemporanea - scrive<br />

Massimo L. Salvadori sulla «Stampa» dello settembre 1990, A carte scoperte. I processi<br />

alla storia - non ha che da guardarsi attorno». E solo di sfuggita segnaliamo che a Rim<strong>in</strong>i,<br />

mentre monta l'«operazione verità», al meet<strong>in</strong>g di Comunione e Liberazione è <strong>in</strong> corso <strong>il</strong><br />

processo al Risorgimento, quello di Garibaldi, ovviamente.<br />

È tra questi due poli estremi, processo al Pci e al Risorgimento garibald<strong>in</strong>o, che acquistano<br />

un preciso significato politico le parole di Fabio Fabbri, presidente dei senatori socialisti<br />

Da noi la rivoluzione <strong>in</strong>dustriale non è stata preceduta dall'affermazione delliberalismo. Lo<br />

sbandamento che colpisce comunisti e democristiani <strong>in</strong>coraggia a operare perché <strong>il</strong> vuoto<br />

possa f<strong>in</strong>almente essere colmato dai valori del nuovo liberalismo sociale, che si ispira al<br />

socialismo liberale di Rosselli e Turati, f<strong>in</strong>ora rimasto m<strong>in</strong>oritario J8.<br />

Ci pare perciò contraddittoriamente pert<strong>in</strong>ente <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo di Pierluigi Battista, giornalista<br />

della «Stampa» di Tor<strong>in</strong>o, che scrive: «Il fatto politicamente r<strong>il</strong>evante [del «Chi sa, parli»,<br />

ndr] rimane la riapertura del conflitto storiografico»79. Così affermando l'articolista attribuisce<br />

alla storia un valore politico, che è proprio ciò che mette <strong>in</strong> evidenza l'<strong>in</strong>tera «operazione<br />

verità», contrassegnata dalle parole chiave perestrojka e glasnost, i due fortunati term<strong>in</strong>i del<br />

lessico gorbacioviano adottati, spesso a sproposito, dai media e dal mondo politico italiano<br />

per descrivere la «confessione» di Otello Montanari, uno dei passaggi ritenuti necessari dal<br />

Pci per fare i conti col proprio passato.<br />

32


«L'autorevolezza della fonte»<br />

La «confessione» di Otello Montanari fu autorevole ed espresse la volontà di buona parte<br />

del gruppo dirigente del Pci reggiano (i dirigenti nazionali all'<strong>in</strong>izio sembrarono def<strong>il</strong>arsi) di<br />

segnare con un atto significativo <strong>il</strong> passaggio a una nuova fase della storia della s<strong>in</strong>istra<br />

comunista italiana che la Bologn<strong>in</strong>a aveva annunciato. Che poi l'eco della parole di<br />

Montanari sia andata oltre le quattro pareti domestiche (leggasi Reggio Em<strong>il</strong>ia) è da imputare,<br />

come si è detto, alle particolare congiuntura storico-politica che ha amplificato a tutto <strong>il</strong><br />

territorio nazionale un'<strong>in</strong>iziativa che appariva ai promotori, probab<strong>il</strong>mente, non degna di<br />

sim<strong>il</strong>e pubblicità. Le parole di Giovanelli, riportate dalla «Gazzetta di Reggio» (4 settembre)<br />

sono <strong>il</strong>lum<strong>in</strong>anti<br />

A Reggio molte cose dette da Montanari sono sempre state risapute, scritte e riscritte, tranne<br />

qualche elemento. Per questo non si poteva immag<strong>in</strong>are <strong>il</strong> clamore a livello nazionale che<br />

avrebbero suscitato.<br />

Sottovalutarono, forse, <strong>il</strong> fatto che <strong>il</strong> Pci fosse ancora considerato un corpo anomalo o<br />

estraneo alla democrazia occidentale e <strong>in</strong> particolare italiana, ritenendo, al contrario, che<br />

fosse del tutto assodata la sua completa aderenza alla pratica democratica occidentale.<br />

Fatto sta che<br />

<strong>il</strong> Pci reggiano si trova al centro dell'attenzione di tutti. Giornalisti, la Rai hanno preso d'assalto<br />

via Toschi [sede dei comunisti reggiani f<strong>in</strong>o ad alcuni anni fa, ndr] e hanno fatto ripetere<br />

i concetti di «trasparenza» e di esigenza di «verità» al segretario prov<strong>in</strong>ciale Fausto<br />

Giovanelli e allo stesso Montanari. Giovanelli ha detto di aver ricevuto una telefonata sul<br />

tema dal membro della segreteria centrale Umberto Ranieri: «Voleva sapere»80.<br />

Interessante sarebbe poter accedere alle registrazioni complete del Comitato federale che si<br />

svolse a porte chiuse 1'11 settembre 1990, di cui si hanno solo scarni resoconti giornalistici 8l •<br />

Non crediamo si possano trascurare tra le cause che sp<strong>in</strong>sero una parte del Pci a ritenere<br />

ut<strong>il</strong>e una «catarsi» pubblica di quel tipo, gli aspetti psicologici e pratici.<br />

Se fosse stato co<strong>in</strong>volto tutto <strong>il</strong> partito <strong>in</strong> una discussione sull'opportunità e sul modo di<br />

affrontare le tragiche e delicate vicende dell'immediato dopoguerra - sollecitate dall'esterno<br />

del partito - vista la dura reazione nei confronti dello scritto di Montanari da parte di tanti<br />

comunisti ed ex partigiani, sicuramente sarebbe stata scartata la via della «lettera confessione»<br />

a un quotidiano, per di più con riferimenti politici e d'op<strong>in</strong>ione abbastanza lontani dal<br />

partito comunista. Infatti una delle accuse più ricorrenti all'«operazione verità» da parte<br />

degli ambienti comunisti e dell'Anpi a Montanari sta proprio qui, nell'aver scelto un protagonismo<br />

pubblico che ha scatenato una furibonda campagna antipartigiana, mettendo <strong>in</strong><br />

discussione la legittimità stessa della «Repubblica fondata sulla Resistenza». Ma proprio<br />

questa reazione può aiutare a capire perché l'«operazione verità» ha scelto la strada della<br />

carta stampata e non quella di un pronunciamento ufficiale del partito comunista. È stata<br />

una scorciatoia per evitare veti all'<strong>in</strong>terno del partito, lanciato sulla via del cambiamento del<br />

nome e della sua stessa natura. Una delle condizioni perché <strong>il</strong> nuovo partito fosse davvero<br />

nuovo e moderno, secondo una buona parte della dirigenza affermatasi durante gli anni<br />

Ottanta, era far chiarezza sui «luoghi oscuri» del suo passat0 82 •<br />

Il giornalista del «Carl<strong>in</strong>o», Mike Scull<strong>in</strong>, lucidamente, sulla scorta della vicenda di<br />

Germano Nicol<strong>in</strong>i - accusato e condannato per <strong>il</strong> delitto consumato nel giugno 1946 di don<br />

33


Umberto Pess<strong>in</strong>a, parroco di San Mart<strong>in</strong>o piccolo di Correggio (ma del quale nel 1994 verrà<br />

completamente scagionato) - afferma che sulla vicenda «Diavolo»<br />

si sta costruendo adesso l'autoflagellazione del Pci, una confessione - quasi masochistica<br />

nella sua ferocia - degli errori commessi nel dopoguerra: i leader di allora anche se non tutti,<br />

tollerarono, ebbero addirittura legami con chi si macchiava di sangue. E a dirlo fuori dal<br />

palazzo non sono stavolta i soliti 'reazionari', ma proprio loro, gli uom<strong>in</strong>i che contand J •<br />

Chiudiamo queste considerazioni con Marzio Breda che sul «Corriere» del 4 settembre si<br />

concede citazioni letterarie per descrivere la situazione «psicopolitica» della «Cosa»:<br />

Scomodare Dostoevskij e <strong>il</strong> suo universo <strong>in</strong> dissoluzione, dove l'anima di ciascuno «si agita,<br />

si sdoppia, si batte con se stessa, ferisce e <strong>in</strong>vita a ferire», può sembrare eccessivo. Eppure<br />

non c'è forse riferimento più appropriato per raccontare di quel che sta accadendo fra i comunisti<br />

reggiani, sempre più <strong>in</strong>certi e divisi, frastornati, sulle rivelazioni e autocritiche fatte da<br />

un loro dirigente ... Otello Montanari.<br />

Alcune osservazioni f<strong>in</strong>ali<br />

Il titolo dell'ultimo capitolo Alcune osservazioni f<strong>in</strong>ali andrebbe completato con l'ulteriore<br />

aggettivo virtuale, nel senso che i temi e i problemi «sbattuti <strong>in</strong> prima pag<strong>in</strong>a» nel settembre<br />

'90 sono tutt'altro che risolti. Le questioni legate alla fondazione della Repubblica e ai<br />

suoi protagonisti, a dir <strong>il</strong> vero sempre più <strong>in</strong>ghiottiti dalla storia ma non per questo «serenamente»<br />

ricordati, cont<strong>in</strong>uano nel nuovo m<strong>il</strong>lennio ad essere oggetto di dispute politiche piuttosto<br />

che storiche.<br />

Per questo motivo, ci affidiamo a voci diverse che allora, <strong>in</strong> quel «fatidico» settembre,<br />

dopo i qu<strong>in</strong>dici giorni che sconvolsero la memoria della Resistenza e l'identità del Pci, cercarono<br />

di trarre alcune conclusioni storiche e d'<strong>in</strong>dicare possib<strong>il</strong>i l<strong>in</strong>ee di sv<strong>il</strong>uppo del dibattito<br />

<strong>in</strong>fuocato che l'articolo di Montanari suscitò <strong>in</strong> Italia, ma anche <strong>in</strong> Europa.<br />

Siamo sempre, vale la pena ricordarlo, nell'ambito giornalistico qu<strong>in</strong>di fatalmente legati<br />

alla «quotidianità» delle riflessioni, che tuttavia, negli articoli proposti, cercano di trovare<br />

un equ<strong>il</strong>ibrio, se così possiamo dire, fra miopia e presbiopia. Ossia, <strong>in</strong> altre parole, di vederci<br />

chiaro <strong>in</strong> prospettiva.<br />

Il «manifesto», <strong>il</strong> 16 settembre, commenta la messa <strong>in</strong> onda (venerdì 14 settembre) da<br />

parte della Rai di uno Speciale Tgl, curato da Paolo Frajese, dedicato al «Chi sa, parli!», o<br />

all' «operazione verità» che dir si voglia, dando un giudizio perentorio sul «messaggio» del<br />

programma.<br />

A pochi m<strong>in</strong>uti da ben altre immag<strong>in</strong>i - scrive Marco Sotgiu - quelle delle lacrime e delle<br />

commemorazioni per <strong>il</strong> partigiano Giancarlo Pajetta [morto <strong>il</strong> 14 settembre, ndr]. La Tv della<br />

Repubblica, si potrebbe dire, ha pubblicamente tagliato le sue radici. Perché è pur vero che <strong>il</strong><br />

programma alla f<strong>in</strong>e ha dovuto ammettere che pure qualche valore della Resistenza andrà<br />

passato ai giovani, ma l'immag<strong>in</strong>e che abbiamo avuto (e che purtroppo anche i bamb<strong>in</strong>i di<br />

Sant'Ilario hanno avuto) dalla trasmissione di venerdì è quella di un paese <strong>in</strong> balia di orde di<br />

comunisti, f<strong>in</strong>o ad oggi rimasti impuniti 84 •<br />

Questo è uno dei punti chiave: quale storiografia e quale memoria per le nuove generazioni.<br />

Interrogativo che rimanda ad un'altra domanda: perché l' «operazione verità» sulla<br />

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Resistenza? Quale Repubblica?<br />

In ballo c'è - scrive Guido D'Agost<strong>in</strong>o, ut<strong>il</strong>izzando lenti gramsciane, sempre sulle colonne<br />

del «manifesto» - l'egemonia ed essa va conquistata <strong>in</strong> tutti modi, s<strong>in</strong>o a trasformarla <strong>in</strong><br />

dom<strong>in</strong>io attraverso lo stab<strong>il</strong>imento del monopolio ideologico: amalgamare, azzerare, omogeneizzare<br />

<strong>il</strong> campo, riempiendolo dei propri referenti ideologici e culturali rendendoli progressivamente<br />

gli unici esistenti, senza possib<strong>il</strong>ità di riscontri o paragoni sul piano dell'esistente<br />

che diventa cosÌ <strong>il</strong> «modello assoluto»85.<br />

Ma la bagarre scatenata ha proprio lo scopo di fare tabula rasa della memoria partigiana e<br />

comunista per rifondare «ideologicamente» la Repubblica? Gian Enrico Rusconi <strong>in</strong> La<br />

memoria liberata, che già <strong>il</strong> titolo rende chiaro <strong>il</strong> suo pensiero, pubblicato dalla<br />

«Repubblica», <strong>il</strong> 13 settembre, afferma<br />

In realtà quello che è andata perduta è soltanto l'immacolatezza fasulla, che è tipica del mito.<br />

Demitizzare senza perdere <strong>il</strong> rapporto di senso con quel passato implica una revisione storica<br />

seria. Non un ennesimo aggiustamento che fa assomigliare la Resistenza a quelle grottesche<br />

fotografie del periodo stal<strong>in</strong>iano sottoposte a periodici ritocchi. Le l<strong>in</strong>ee della necessaria rivisitazione<br />

storica sono già implicite negli <strong>in</strong>terventi dei due dirigenti che sono <strong>in</strong>tervenuti a<br />

Reggio. C<strong>in</strong>sistenza di Lama sulla ferocia della guerra partigiana non va <strong>in</strong>tesa come riconoscimento<br />

della presenza di fattori umani, che spiegano passioni e atteggiamenti ad un tempo<br />

eroici ed assass<strong>in</strong>i. È un r<strong>il</strong>ievo storico, «tecnico» per cosÌ dire. Fu una guerra civ<strong>il</strong>e a tutti gli<br />

effetti. Questa def<strong>in</strong>izione non è un nom<strong>in</strong>alismo accademico né una concessione a chi pretende<br />

di togliere senso e valore alla Resistenza chiamandola «guerra civ<strong>il</strong>e».<br />

Ancora più importante politicamente è lo spunto critico di Fass<strong>in</strong>o contro Togliatti e <strong>il</strong> prevalere<br />

della «ragion di partito» su altre logiche democratiche.<br />

Solo <strong>in</strong>sistendo, senza timidezze, <strong>in</strong> questa direzione si riuscirà a dist<strong>in</strong>guere tra Resistenza<br />

come evento storico e <strong>il</strong> suo uso strumentale; tra le attese rivoluzionarie di alcuni m<strong>il</strong>itanti e<br />

la strategia togliattiana con le sue ambiguità ed errori.<br />

Non si processa la storia 86 è <strong>il</strong> bel titolo dell'articolo di Umberto Bonaf<strong>in</strong>i, direttore della<br />

«Gazzetta di Reggio». Nel corso di questo lavoro abbiamo ritenuto che una certa importanza<br />

abbia rivestito <strong>il</strong> fatto che certe ammissioni venissero proprio dall'<strong>in</strong>terno del Pci, attraverso<br />

la penna di Montanari. Secondo Bonaf<strong>in</strong>i è un fatto se non irr<strong>il</strong>evante certamente<br />

secondario «perché quelle cose le avevano scritte sia dei comunisti che degli anticomunisti e<br />

poi perché sono state scritte <strong>in</strong> sentenze di tribunali della Repubblica».<br />

Ma poi precisa: «non considero solo [corsivo mio, ndr] Otello Montanari responsab<strong>il</strong>e<br />

della querelle <strong>in</strong>sorta». È venuto a mancare, <strong>in</strong>somma, scrive <strong>il</strong> direttore della «Gazzetta»<br />

«quell'equ<strong>il</strong>ibrio che è tipico della lettura della storia e che qualifica, <strong>in</strong> senso culturale, <strong>il</strong><br />

rapporto fra storia e politica». Un equ<strong>il</strong>ibrio che non si poteva chiedere all'ex partigiano<br />

«ma che avevano ed hanno <strong>il</strong> dovere di mostrare coloro i quali guardano ai fatti ben oltre i<br />

conf<strong>in</strong>i degli <strong>in</strong>teressi personali o di parte».<br />

«Montanari - conclude Bonaf<strong>in</strong>i - ha sicuramente sbagliato nella sostanza e nel metodo;<br />

ma hanno altrettanto sicuramente sbagliato e forse ancora di più coloro i quali, approfittando<br />

del suo <strong>in</strong>genuo operato, hanno pensato e pensano di processare la storia dell 'Italia<br />

democratica»<br />

Quello che è accaduto, <strong>in</strong> sostanza, è stata la sovrapposizione e l'<strong>in</strong>treccio perverso di storia<br />

e politica. Ed è ciò che sostengono ventitré giovani storici reggiani ed em<strong>il</strong>iani: «Non un<br />

solo sforzo per capire e approfondire la complessità del problema che le presunte rivelazioni<br />

35


<strong>in</strong>iziali avevano <strong>in</strong>nescato ma solo vuote ripetizioni di stereotipi trascorsi e abusati, ricerca<br />

dello scoop e dell'evento a sensazione anche a costo di approfittare di dolorose vicende personali,<br />

ex funzionari di partito improvvisatisi storici che contribuiscono ulteriormente alla<br />

confusione dei ruoli e delle competenze ... La storia è una cosa seria, è una scienza, non è<br />

una delle figliastre della politica»87.<br />

Tuttavia una questione rimane <strong>in</strong> sospeso.<br />

Probab<strong>il</strong>mente - scrive Gian Enrico Rusconi - si è persa 1'occasione per creare davvero una<br />

memoria collettiva, critica e solidale <strong>in</strong>sieme. Quella memoria sempre <strong>in</strong>vocata come fondamento<br />

del vivere civ<strong>il</strong>e democratico. Una memoria capace di comprendere le motivazioni di<br />

tutti pur tenendo fermo <strong>il</strong> criterio per dist<strong>in</strong>guere chi era dalla parte della ragione e chi da<br />

quella del torto, tra chi era nel giusto con le armi <strong>in</strong> pugno e chi con esse ha commesso <strong>in</strong>giustizie88.<br />

E qui che s'<strong>in</strong>nesterà, ci pare, <strong>il</strong> tema storiografico del «riconoscimento», ovvero delle<br />

memorie divise all'<strong>in</strong>terno delle comunità stesse rispetto a quella «egemone» e della memoria<br />

dell'altra parte, quella fascista, che diversi storici affronteranno negli anni successivi.<br />

Quello che possiamo dire qui a titolo di commento è che essa è una riflessione condivisib<strong>il</strong>e,<br />

da cui Rusconi ha sv<strong>il</strong>uppato <strong>il</strong> ragionamento dell'articolo citato alcune righe sopra,<br />

ma che ci rimanda alla famosa frase di Marx: «i f<strong>il</strong>osofi hanno <strong>in</strong>terpretato <strong>il</strong> mondo ora si<br />

tratta di cambiarlo» che significa, mutatis mutandis, a quali gambe affidare le idee perché,<br />

per citare ancora D'Agost<strong>in</strong>o<br />

non va sottovalutato <strong>il</strong> fatto che la strada imboccata dal sistema è di quelle che conducono<br />

all'autodistruzione, per consunzione e disfacimento dal di dentro, sotto i colpi delle lotte <strong>in</strong>test<strong>in</strong>e<br />

e della mancanza di ricambio, o della compresenza, concorrenziale, di qualcosa d'altro<br />

da sé che non sia la propria <strong>in</strong>unag<strong>in</strong>e, tragicamente speculare89.<br />

Una questione tutta da approfondire.<br />

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1. Nella bibliografia raccolta su fascismo, resistenza e repubblica <strong>il</strong> criterio guida pr<strong>in</strong>cipale (ma alcuni titoli che<br />

non si potevano ignorare risalgono ad anni precedenti) è stato proprio quello di scegliere le pubblicazioni uscite<br />

dopo <strong>il</strong> «galeotto» 1990. Un saggio per tutti: Una guerra civ<strong>il</strong>e (1991) di Claudio Pavone diventato un sorta di<br />

bibbia per quegli storici (e non solo) disposti a un approccio, se così possiamo dire, più laico su temi ancora così<br />

fortemente sentiti. In appendice pubblichiamo una bibliografia m<strong>in</strong>ima sull'argomento.<br />

2. Cfr. Leonardo Paggi, Alle orig<strong>in</strong>i del credo repubblicano. Storia, memoria, politica, <strong>in</strong> Le memorie della<br />

repubblica, a cura di Leonardo Paggi, La Nuova Italia, Scandicci (Firenze) 1999. Scrive: «La sparizione subitanea<br />

del sistema dei partiti che si è determ<strong>in</strong>ata all'<strong>in</strong>izio di questi decennio, ma la cui <strong>in</strong>cubazione data dagli anni<br />

Settanta, ha improvvisamente messo <strong>in</strong> discussione quell'idea di democrazia "nata dalla Resistenza" a lungo<br />

apparsa come una <strong>in</strong>discutib<strong>il</strong>e affermazione di senso comune. La ricerca storica già <strong>in</strong> corso su vari aspetti e<br />

momenti della trasformazioni conosciute dal paese negli ultimi c<strong>in</strong>quant'anni è stata così improvvisamente e<br />

perentoriamente richiamata a un livello più primordiale di riflessione sui caratteri della repubblica e sui modi<br />

della sua autorappresentazione» (pp. VI-VII).<br />

3. Otello Montanari dichiara alla stampa: «Non ho scritto nulla che non fosse noto. Ho solo messo assieme i<br />

pezzi», «Tutti sapevano, io l'ho scritto», «La Repubblica» 31 agosto 1990.<br />

Così anche Domenico Settembr<strong>in</strong>i sul «Resto del Carl<strong>in</strong>o» del 31 agosto (pag<strong>in</strong>a nazionale) pur apprezzando l'<strong>in</strong>iziativa<br />

del dirigente comunista afferma: «ma francamente non ha rivelato niente che già non si sapesse».<br />

4. «Triangolo della morte» è un piccolo triangolo di territorio compreso fra i comuni modenesi di Manzol<strong>in</strong>o,<br />

Castelfranco e Piumazzo che si vide attribuire questa def<strong>in</strong>izione <strong>in</strong> seguito ali 'uccisione di quarantaquattro persone<br />

e all'assalto dato a una polveriera avvenuti tra l'apr<strong>il</strong>e 1945 e l'ottobre 1946. Poi con <strong>il</strong> consumarsi di altri<br />

fatti di sangue la denom<strong>in</strong>azione si è estesa s<strong>in</strong>o a comprendere le prov<strong>in</strong>ce di Reggio, Modena, Bologna e<br />

Ferrara.<br />

5. Rossana Rossanda Il sangue d'Italia. Il «triangolo rosso» di Reggio Em<strong>il</strong>ia: la memoria mediocre di una storia<br />

tragica, «Il manifesto» 1 settembre 1990.<br />

6. Nel solo mese di settembre comparvero 1321 articoli (più o meno significativi), un'onda partita alla fme d'agosto<br />

e culm<strong>in</strong>ata <strong>il</strong> 7 settembre con 119 articoli, così disaggregati secondo le testate (e bisogna considerare che<br />

non siamo riusciti a visionare tutta la stampa nazionale e la stampa estera, che sappiamo essersi <strong>in</strong>teressata al<br />

«Chi sa, parli»):<br />

Avanti! 79, - Avvenimenti (settimanale), 9 - Avvenire, 39 - Corriere della Sera 64 - Epoca (settimanale), 8 -<br />

I:Espresso (settimanale), II - Europeo (settimanale), 7 - Famiglia cristiana (settimanale), 4 - Gazzetta del<br />

Mezzogiorno, 18 - Gazzetta di Reggio, 149 - Il Giornale, 108 - Il Giorno, 85 - La Libertà (settimanale), 8 - Il<br />

Manifesto, 50 - Il Messaggero, 18 - Notiziario Anpi (mens<strong>il</strong>e), 2 - Osservatore Romano, 3 - Panorama (settimanale),<br />

13 - Il Popolo, 69 - Reporter (RE) (settimanale), 12 - La Repubblica, 79 - Resto del Carl<strong>in</strong>o (ed. RE),<br />

222 - R<strong>in</strong>ascita (settimanale), 13 - Il Sabato ( settimanale), 6 - La Stampa, 64 - Stampa Sera, 5 - I:Umanità, 28<br />

- Umanità Nova (Fai), 3 -l'Unità (ed. RE), 142 - Voce Repubblicana, 9. ,<br />

Bisogna, poi, tenere conto del fatto che l'eco del settembre si fece anche sentire nei mesi successivi. E <strong>il</strong> caso, ad<br />

esempio, della «Giustizia», giornale del Psi reggiano che, non uscendo con regolarità, a metà ottobre pubblicherà<br />

<strong>in</strong>tegralmente gli atti del convegno tenuto a Reggio Em<strong>il</strong>ia <strong>il</strong> 16 settembre 1990, promosso dalla Federazione<br />

prov<strong>in</strong>ciale Psi, dall'Istituto storico socialista «p. Marani» e dal gruppo cons<strong>il</strong>iare socialista regione Em<strong>il</strong>ia<br />

Romagna dal titolo, «Perché la verità della storia diventi storia della verità» (gli atti furono anche pubblicati nel<br />

volume La Resistenza tradita. Atti del convegno sulla violenza politica nel dopoguerra a Reggio Em<strong>il</strong>ia, PSI -<br />

Ufficio centrale stampa e propaganda, 1990). E, su scala nazionale, possiamo portare <strong>il</strong> caso di «Mondoperaio»,<br />

che nel mese di ottobre pubblica due articoli sull'argomento.<br />

Rispetto al mese di settembre, per i tre mesi successivi, ma <strong>in</strong> particolare per ottobre, la ricerca del materiale è<br />

stata condotta, pr<strong>in</strong>cipalmente, usando come <strong>in</strong>dicatori gli


38<br />

Collotti, Laterza, Roma-Bari 2000; Chiara Ottaviano, Uso pubblico della storia, <strong>in</strong> «RS», n 78/1995, pp. <strong>93</strong>-105.<br />

9. Per valutazioni diverse <strong>in</strong> merito alla questione della doppiezza cfr. Renzo Mart<strong>in</strong>elli Storia del Partito comunista<br />

dalla Resistenza al18 apr<strong>il</strong>e, E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o 1995. «La vera "doppiezza" del PCI - che, <strong>in</strong>tesa nel senso<br />

piti tradizionale, riposa ... su una realtà estremamente variegata e complessa della sua base e del suo corpo sociale,<br />

oltre che su reali sp<strong>in</strong>te ribellistiche - è espressa <strong>in</strong> realtà dalla comb<strong>in</strong>azione tra una politica rigorosamente<br />

democratica e da una organizzazione nella quale <strong>in</strong>vece si esprimono, e si sublimano, le vecchie tradizioni len<strong>in</strong>iste<br />

e rivoluzionarie. Su questo terreno viene <strong>in</strong>canalato lo sforzo dei m<strong>il</strong>itanti, la loro aspettativa m<strong>il</strong>lenaristica,<br />

la tendenza all'ora X - per la quale una perfetta organizzazione è fondamentale, come <strong>in</strong>segna l'esperienza del<br />

movimento comunista. Cosi, la fiducia <strong>in</strong> una prospettiva <strong>in</strong>def<strong>in</strong>ita, ma non esclusa, di «presa del potere» -<br />

bisogna ricordare che <strong>il</strong> PCI, sul piano della difesa contro i tentativi reazionari, ha sempre ammesso la violenzasi<br />

è tradotta <strong>in</strong> un lavoro m<strong>in</strong>uto, quotidiano, si è legata alla lotta per <strong>il</strong> miglioramento del tenore di vita delle<br />

masse lavoratrici, e si è collegata, su questa base, a strati sociali importanti nell'Italia ancora agricola del 1945-<br />

46. Si sono poste le basi, <strong>in</strong> questo modo, di un radicamento nella società italiana tale da b<strong>il</strong>anciare la debolezza<br />

politica, si è spostata su questo piano l'azione del partito, si è formato cosi, <strong>in</strong> def<strong>in</strong>itiva, <strong>il</strong> piti grande partito di<br />

massa della storia dell'Italia repubblicana. Questo ha tuttavia espresso, e <strong>in</strong> parte prodotto, anche un'<strong>in</strong>elim<strong>in</strong>ab<strong>il</strong>e<br />

sfasatura, perché la situazione <strong>in</strong>ternazionale non permetteva <strong>il</strong> superamento di certi limiti - ma soprattutto<br />

perché la società italiana era all'<strong>in</strong>izio di un processo di mutamento e di sv<strong>il</strong>uppo economico sconvolgente, che i<br />

comunisti certamente non potevano prevedere. I loro strumenti di analisi e di valutazione, di conoscenza della<br />

situazione, di consapevolezza dei mutamenti economici e sociali dell'Italia, non erano <strong>in</strong>fatti i piti idonei a comprendere<br />

la realtà - e a questa comprensione della realtà facevano schermo elementi di carattere ideologico-storicistico,<br />

come la vittoria <strong>in</strong>evitab<strong>il</strong>e del socialismo, <strong>il</strong> mito dell'Urss, ecc. Tutti questi fattori del<strong>in</strong>eano una condizione<br />

di <strong>in</strong>sufficienza e di tendenziale subalternità dei comunisti, che si manifesterà pienamente nelle successive<br />

vicende di questo triennio cruciale».<br />

Sulla figura, <strong>in</strong> particolare, di Didimo Ferrari «Eros» bisogna registrare anche una voce diversa. Antonio<br />

Zambonelli, direttore dell'Istituto storico della Resistenza, sull'Unità dell'8 settembre 1990, afferma: «E per<br />

quanto riguarda m<strong>il</strong>itanti comunisti da tempo scomparsi - come Eros - sulle cui spalle oggi troppe colpe vengono<br />

caricate prima dei necessari approfondimenti della ricerca ... Dovremmo sapere ascoltare anche la sua voce,<br />

sia pure a 32 anni dalla morte che lo colse dopo molte amarezze, <strong>in</strong> età di 47 anni». Si veda, sull'argomento, uno<br />

studio sempre, di Zambonelli, dal titolo Il dopoguerra reggiano nelle «carte segrete» di «Eros», pubblicato nel<br />

dicembre dello stesso anno sulla rivista dell'Istituto storico della Resistenza di Reggio Em<strong>il</strong>ia «Ricerche<br />

Storiche», nn. 64/66. Riportiamo un passo della presentazione di Antonio Zambonelli:<br />

«Didimo Ferrari, Eros, è stato uno dei fantasmi "negativi" evocati nel corso delle polemiche settembr<strong>in</strong>e sul<br />

dopoguerra reggiano e, più <strong>in</strong> generale, sulla Resistenza. Gli si attribuiscono colpe per le quali fu perseguitato e<br />

condaunato contumace. Con la documentazione <strong>in</strong>edita che pubblichiamo <strong>in</strong> questo "dossier" crediamo di poter<br />

fornire un contributo alla conoscenza delle vicende reggiane negli anni del post Liberazione e del ruolo che <strong>in</strong><br />

quelle vicende ebbe Eros» [p. 8].<br />

lO. Ripubblicato con <strong>il</strong> titolo Crisi di una generazione, La Nuova Italia, Firenze 1952. Ora ripubblicato Idem,<br />

Edizioni e/o, Roma 1995 da dove è tratta la citazione, pp. 42-43.<br />

Il. Riportiamo, come esempio, alcuni passi della sentenza di risarcimento a favore di Egidio Baraldi emessa<br />

dalla Corte d'Appello di Perugia <strong>il</strong> 22 gennaio 1999.<br />

«Dalla lettura della sentenza di revisione pronunciata dalla Corte di appello, risulta <strong>in</strong>oltre, <strong>in</strong> maniera <strong>in</strong>equivoca,<br />

la lunga e solitaria battaglia che <strong>il</strong> Baraldi dovette condurre per ottenere <strong>il</strong> riconoscimento della propria <strong>in</strong>nocenza<br />

da parte dei suoi "compagni" e dei suoi concittad<strong>in</strong>i prima ancora che da parte della giustizia: una battaglia<br />

contrassegnata da s<strong>il</strong>enzi, omertà e ost<strong>il</strong>ità, venuti meno soltanto quando - alla distanza di ben c<strong>in</strong>quant'anni<br />

dall' assass<strong>in</strong>io del Mirotti - le coscienze di coloro che "sapevano" ed avevano così a lungo taciuto entrarono <strong>in</strong><br />

crisi e certi "muri" ideologici com<strong>in</strong>ciarono a crollare ... Senza dire, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, della particolare stagione attraversata<br />

dal nostro paese negli anni' 50, allorquando gli organi istituzionali dello Stato, deputati a far luce su alcuni gravissimi<br />

fatti di sangue verificati si - quale quello <strong>in</strong> esame - nelle prov<strong>in</strong>ce reggiane ed em<strong>il</strong>iane, f<strong>in</strong>irono,<br />

anch' essi, loro malgrado, con <strong>il</strong> risentire del clima di contrapposizione ideologica, aspra e netta, esistente <strong>in</strong><br />

quella parte d'Italia, <strong>in</strong>correndo <strong>in</strong> gravi errori giudiziari, sia pure nel doveroso e legittimo <strong>in</strong>tento di <strong>in</strong>dividuare<br />

e punire severamente gli autori di quei gravissimi fatti di sangue».<br />

Si veda anche la testimonianza di Valdo Magnani data a Nadia Caiti ora <strong>in</strong> Nadia Caiti-Romeo Guarnieri, La<br />

memoria dei «rossi», Ediesse, Roma 1996.<br />

12. P.I.a. «So chi sono gli assass<strong>in</strong>i», «Il Giornale» 2 settembre 1990.<br />

«Credo - afferma Adelmo Cervi, figlio di Aldo, uno dei sette fratelli fuc<strong>il</strong>ati da fascisti - che Otello Montanari<br />

lo abbia fatto per anticipare altri, ma non ~i conv<strong>in</strong>ce f<strong>in</strong>o <strong>in</strong> fondo perché anche lui c'era <strong>in</strong> quegli anni ed è<br />

stato un dirigente di partito per tanti anni. E l'Andreotti del Pci dell'Em<strong>il</strong>ia. Lui è sempre rimasto al vertice del<br />

Pci, è stato anche l'accustarore di chi contestava la l<strong>in</strong>ea ufficiale».


13. Marcello Flores-Nicola Gallerano, Sul Pci. Un'<strong>in</strong>terpretazione storica, Il Mul<strong>in</strong>o, Bologna 1992, p. 76,<br />

«Solo uno storicismo assoluto può far credere che non vi fosse all'epoca altra via che quella di <strong>in</strong>sultare ed<br />

emarg<strong>in</strong>are due dirigenti [Cucchi e Magnani, ndrl che rivendicavano proprio quella l<strong>in</strong>ea democratica e nazionale<br />

che gli storici comunisti hanno sostenuto costituire <strong>il</strong> "vero" f<strong>il</strong>o rosso del Pci da Gramsci f<strong>in</strong>o a Berl<strong>in</strong>guer e<br />

forse oltre».<br />

La vicenda personale e politica di Valdo Magnani e Aldo Cucchi, Miriam Mafai (Botteghe Oscure, addio,<br />

Mondadori, M<strong>il</strong>ano 1996) la riassume molto bene <strong>in</strong> poche righe.<br />

«Accusato di "deviazionismo tit<strong>in</strong>o", Magnani venne immediatamente espulso <strong>in</strong>sieme a un altro dirigente della<br />

federazione e deputato, Aldo Cucchi. Togliatti spiegò, e fu una delle sue dichiarazioni più <strong>in</strong>felici, che "anche<br />

nella cr<strong>in</strong>iera di un nob<strong>il</strong>e cavallo possono crescere due pidocchi ... ". Attorno a Valdo Magnani e al suo complice<br />

venne steso, per evitare che l'<strong>in</strong>fezione tit<strong>in</strong>a si diffondesse, un vero e proprio cordone sanitario: <strong>in</strong>timidazioni,<br />

ped<strong>in</strong>amenti e controlli parapolizieschi. Otello Montanari [<strong>in</strong> realtà a Magnani subentrò Onder Boni, qu<strong>in</strong>di la<br />

frase che segue è di dubbia attribuzione, ndr l, che lo aveva sostituito come segretario della federazione di<br />

Reggio, non si stancava di sottol<strong>in</strong>earne nelle riunioni di base "le caratteristiche della spia: <strong>il</strong> riso diabolico e la<br />

falsa austerità". Ma non bastava ancora: Magnani e Cucchi vennero pers<strong>in</strong>o espulsi dall'Anpi (Associazione<br />

nazionale dei partigiani italiani) e condannati senza pietà dai dirigenti socialisti. Uno di questi, e tra i più autorevoli,<br />

Rodolfo Morandi, li def<strong>in</strong>i sbrigativamente "bave tit<strong>in</strong>e", Fernando Schiavetti toglierà <strong>il</strong> saluto alla figlia<br />

Francesca, che sposerà <strong>il</strong> "traditore". (Valdo Magnani, nel 1962, verrà riammesso nel partito, dove resterà f<strong>in</strong>o<br />

alla morte, sempre però <strong>in</strong> posizione molto marg<strong>in</strong>ale, nonostante le sue notevoli capacità)>> (p. 57).<br />

14. Scrive Antonio Zambonelli sull'«Unità» dell'8 settembre 1990: «Qualche anno addietro mi capitò di dare<br />

una mano a Baraldi nella pubblicazione delle sue memorie quando altri, che peraltro, hanno molti meriti lontani<br />

e vic<strong>in</strong>i, e che oggi si fanno portabandiera di una scomposta "glasnost" storiografica, cercarono di <strong>in</strong>durmi a<br />

conv<strong>in</strong>cere Baraldi stesso a non pubblicare la propria drammatica testimonianza».<br />

15. Stefano Morselli, «Ciò che so su quei delitti non è tutto la verità ... », «l'Unità» 31-08-1990.<br />

16. Marcello Flores-Nicola Gallerano, Sul Pei. Un'<strong>in</strong>terpretazione storica, cit., pp. 70-71, «Interrogarsi sulla<br />

paternità togliattiana o sovietica della svolta di Salerno non è, contrariamente a quanto è stato più volte affermato,<br />

un esercizio ozioso e superfluo ... Quello che bisogna sottol<strong>in</strong>eare sono gli effetti che <strong>il</strong> suo arrivo [di<br />

Togliatt<strong>il</strong> produsse nel gruppo dirigente italiano. Togliatti era <strong>il</strong> riconosciuto leader del partito, e lo era perché si<br />

trovava a Mosca. Egli tornava <strong>in</strong> patria aureolato dal ruolo ricoperto nel Kom<strong>in</strong>tern [fu vicesegretario, ndr) e<br />

dalla vic<strong>in</strong>anza con Stal<strong>in</strong>: anche cosÌ si spiega l'attenzione con cui venivano seguite le sue trasmissioni radiofoniche<br />

dall'Urss. La proposta di alleanza con Badoglio, per quanto <strong>in</strong> contrasto con la l<strong>in</strong>ea seguita <strong>in</strong> Italia, non<br />

venne messa <strong>in</strong> discussione da nessuno; come nessuno aveva espresso la benché m<strong>in</strong>ima critica al riconoscimento<br />

sovietico di un governo che era allora considerato rappresentante dei ceti plutocratici reazionari.<br />

L'adesione a scelte "tattiche" sovietiche è <strong>il</strong> segno <strong>in</strong>equivocab<strong>il</strong>e della soggezione del Pci nei confronti di<br />

Mosca; come lo è <strong>il</strong> tentativo di dare un segno di cont<strong>in</strong>uità al cambiamento operato da Togliatti a Salerno e di<br />

far apparire le divergenze e le differenze di posizioni come "approfondimenti" di un disegno condiviso unitariamente<br />

... Nessuno contesta più che vi sia stata, tra i dirigenti comunisti <strong>in</strong> Italia, una sorta di schizofrenia tra le<br />

valutazioni relative alla situazione <strong>in</strong>terna (conduzione della Resistenza, rapporti con i partiti del CIn, questione<br />

istituzionale, partecipazione al governo) e la comprensione della d<strong>in</strong>amica <strong>in</strong>ternazionale. Essa nasceva dalla<br />

tumultuosità del periodo, che portava a frequenti aggiustamenti e mutamenti tattici che potevano anche assumere<br />

l'aspetto di "svolte" di notevole portata. Fu una schizofrenia, tuttavia che si risolse sempre priv<strong>il</strong>egiando gli <strong>in</strong>teressi<br />

"<strong>in</strong>ternazionali" su quelli nazionali)>>.<br />

17. «La Repubblica» 31 agosto 1990.<br />

18. Rossana Rossanda, Il sangue d'Italia. Il «triangolo rosso» di Reggio Em<strong>il</strong>ia: la memoria mediocre di una<br />

storia tragica, cit.<br />

19. Il riformismo degli stal<strong>in</strong>isti, «Il Popolo» l settembre 1990.<br />

20. Walter Dondi «Certo, stal<strong>in</strong>ismo e doppiezza lasciarono <strong>il</strong> segno», «l'Unità» 31 agosto 1990.<br />

21. Il Pei su Reggio: «Dobbiamo fare piena luce», «Avvenire» l settembre 1990.<br />

22. Delitti partigiani, <strong>il</strong> Pei difende Togliatti, l settembre 1990 .<br />

. 23. Stefano Morselli «Ciò che so su quei delitti non è tutto la verità ... », cit.<br />

24. Marzio Breda, La coscienza turbata del popolo del Pei, «Corriere della sera», 2 settembre 1990.<br />

25. Michele Smargiassi, «Quella è roba per la storia», «La Repubblica» 4 settembre 1990.<br />

26. m.s. «Processo a quegli anni bui ma non contro la Resistenza», «La Repubblica» 4 settembre 1990.<br />

27. Il titolo del convegno del Psi, svoltosi a Reggio Em<strong>il</strong>ia, <strong>il</strong> 16 settembre è emblematico: «La Resistenza tradita».<br />

Il titolo del convegno stravolge semanticamente <strong>il</strong> significato di questa locuzione fatta propria dai critici di s<strong>in</strong>istra<br />

e azionisti <strong>in</strong> particolare nei confronti del Partito comunista f<strong>in</strong> dai primi anni del dopoguerra.<br />

A questo proposito, <strong>in</strong>teressante è la lettura di Giovanni De Luna che <strong>in</strong>troduce anche un aspetto psicologico<br />

nella disputa storiografica sull' «occasione perduta»: «Lo scenario fu quello scandito dall'irrefrenab<strong>il</strong>e ''voglia di<br />

39


40<br />

sicurezza" che portò alla stab<strong>il</strong>izzazione conservatrice del dopoguerra, determ<strong>in</strong>ando <strong>il</strong> brodo di coltura per<br />

quella che gli scrittori del "Mondo" def<strong>in</strong>iranno 1'''Italia alle vongole". Il risvolto esistenziale della querel!e storiografica<br />

sulla "resistenza tradita" è tutto qui. r.;"occasione perduta" fu non solo quella legata all'<strong>in</strong>capacità dei<br />

partiti antifascisti di recidere <strong>in</strong> profondità la cont<strong>in</strong>uità degli assetti istituzionali, politici ed economici che avevano<br />

alimentato <strong>il</strong> ventennio fascista, ma anche l'impossib<strong>il</strong>ità per gli uom<strong>in</strong>i del movimento partigiano di protrarre<br />

nel tempo un' esperienza che pure era stata <strong>in</strong> grado di scard<strong>in</strong>are la società italiana da quei caratteri di<br />

passività e di rassegnazione che pesavano come macigni sulla nostra identità collettiva, <strong>in</strong>troducendo nel vivo<br />

del corpo sociale i germi di un attivismo febbr<strong>il</strong>e, di un vitalistico slancio ricostruttivo, di un prorompente voglia<br />

di vivere che <strong>in</strong> soli tre anni, dal 1945 al 1948, portò a cancellare del tutto le ferite materiali <strong>in</strong>ferte dalla guerra»<br />

<strong>in</strong> Giovanni De Luna-Marco Revelli, Fascismo Antifascismo. Le idee, le identità, La Nuova Italia, Scandicci<br />

(Firenze)1995, p. 121.<br />

Altrettanto significativo è quanto aveva scritto alla mertà degli anni Sessanta Giorgio Bocca <strong>in</strong> Storia del! 'Italia<br />

partigiana, Laterza, Bari 1966.<br />

«La Resistenza è semplicemente quella che è e che sarà per sempre nella storia: una guerra politica, la cruenta<br />

gestazione, penata gestazione di un'Italia diversa. Dunque né Resistenza fallita né Resistenza tradita, ma diffic<strong>il</strong>e,<br />

<strong>in</strong> parte deludente, promozione politica e civ<strong>il</strong>e di una nazione» (p. 606)<br />

E ancora: «"Se proprio vogliamo trovare", dice ... Bobbio, "una caratterizzazione s<strong>in</strong>tetica, comprensiva, del<br />

significato storico della Resistenza e del rapporto fra la Resistenza e <strong>il</strong> tempo presente, non parliamo di<br />

Resistenza esaurita e neppure tradita o fallita, ma di Resistenza <strong>in</strong>compiuta. Perché s'<strong>in</strong>tende l'<strong>in</strong>compiutezza<br />

propria di un ideale che non si realizza mai <strong>in</strong>teramente, ma ciononostante cont<strong>in</strong>ua ad alimentare e a suscitare<br />

ansie ed energie di r<strong>in</strong>novamento" [Memoria di Norberto Bobbio scritta vent'anni dopo la f<strong>in</strong>e della guerra, citata<br />

dall' A., ndr]» (p. 609)<br />

Nel corso del settembre '90 si svolsero a Reggio Em<strong>il</strong>ia altri «convegni» sul tema Resistenza: Msi (8 settembre)<br />

Psdi (15 settembre), Dc (15 settembre). Il Psi reggiano propose anche una dibattito <strong>in</strong> Consiglio comunale che<br />

però non si svolse mai.<br />

28. m.s. «Processo a quegli anni bui ma non contro la Resistenza», «La Repubblica» 4 settembre 1990.<br />

29 Giampiero Moscato, Caro Montanari, ormai devi dimetterti / Sant 'Ilario d'Enza: al convegno sui fratelli<br />

Cervi la platea riserva all'ex deputato-relatore diffidenza e aperta contestazione/La tiepida autocritica del «traditore»<br />

non commuove i compagni, «Corriere della Sera» 9 settembre 1990; F.M., Montanari va cacciato!» /<br />

L'Anpi di Cavriago: «Via dal 'Cervi' e dali 'istituto storico della Resistenza» - Il presidente Mar<strong>in</strong>o Montanari:<br />

«Otello ha perso l'equ<strong>il</strong>ibrio. Deve smettere difare <strong>il</strong>furbo, ora c'è un solo posto dove può andare: i giard<strong>in</strong>i<br />

pubblici», «Gazzetta di Reggio» Il settembre 1990. .<br />

30. Mauro DelBue, Unf<strong>il</strong>o rosso che porta agli anni di piombo, «Avanti!» l settembre 1990.<br />

31. Francesch<strong>in</strong>i: «Le Brigate rosse usarono armi dei partigiani», «La Repubblica» 5 settembre 1990.<br />

32. «La Repubblica» 5 settembre. Sul tema «album di famiglia» <strong>in</strong>terviene anche Adriano Vignali, esponente del<br />

Pci reggiano, che scrive, ampliando l'orizzonte: «Rossana Rossanda scrisse sul Manifesto un articolo sul terrorismo<br />

di s<strong>in</strong>istra 'Talbum di famiglia" <strong>in</strong> cui sosteneva che nella s<strong>in</strong>istra esisteva s<strong>in</strong> dagli anni '30 (la tesi del<br />

socialfascismo) un f<strong>il</strong>one estremistico-<strong>in</strong>surrezionale rispetto al quale <strong>il</strong> Pci e l'<strong>in</strong>sieme della s<strong>in</strong>istra erano sempre<br />

stati politicamente più forti quando la l<strong>in</strong>ea politica v<strong>in</strong>cente era stata molto nettamente alternativa rispetto al<br />

potere dom<strong>in</strong>ante mentre più ampi marg<strong>in</strong>i si lasciano al massimalismo quando una prospettiva di trasformazione<br />

sociale profonda si appanna o si <strong>in</strong>debolisce agli occhi delle grandi masse popolari. Oggi quella lettura "da<br />

s<strong>in</strong>istra" viene accolta con segno politico rovesciato: "da destra" si dice che sempre nel pci e nella s<strong>in</strong>istra ci<br />

sono state due l<strong>in</strong>ee, una coerentemente riformista e democratica, l'altra confusamente alternativa ed antagonista<br />

(per dirla con Trombadori sul "Corriere", da Secchia a Ingrao), qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong>direttamente responsab<strong>il</strong>e di questi<br />

sbandamenti eversivi ed <strong>in</strong>surrezionali. Qu<strong>in</strong>di bisogna togliere ogni riferimento all' esperienza storica del comunismo,<br />

dichiarare superata ogni velleità di trasformazione sociale profonda, affermare che <strong>il</strong> capitalismo e la<br />

democrazia co<strong>in</strong>cidono. Così non è .. , C'è un problema vero: degli <strong>in</strong>nocenti sono stati condannati, bisogna rifare<br />

i processi. (


negano che Togliatti fosse contrario ad esse, ma <strong>in</strong> segretario del Pci aveva stab<strong>il</strong>ito la liquidazione del partito<br />

armato <strong>in</strong> pieno accordo con Stal<strong>in</strong> e aveva consentito loro l'espatrio nel santuario cecoslovacco. Da qui, secondo<br />

Del Bue, quei «profughi» sarebbero stati ispiratori delle Br.<br />

Questa mancata presa di distanza da Togliatti non rendono credib<strong>il</strong>i f<strong>in</strong>o <strong>in</strong> fondo le dichiarazioni sul cambiamento<br />

<strong>in</strong> atto nel Pci «non a caso - scrive Piazzesi - Gorbaciov, che resta <strong>il</strong> leader del riformismo comunista, ha<br />

associato la glasnost alla perestrojka; se non c'è trasparenza nessuno crederà al r<strong>in</strong>novamento».<br />

Senza la certezza delle cifre sui morti non si va <strong>in</strong> là dalla supposizioni. Piazzesi <strong>in</strong>vita a darsi una «calmata» e<br />

<strong>in</strong>vita gli storici al lavoro «per recuperare, con un m<strong>in</strong>imo di decenza, quasi c<strong>in</strong>quant'anni sprecati». Ma anche,<br />

solo per citarne un altro, Francesco Alberti ha scritto sul «Resto del Carl<strong>in</strong>o» del 2 settembre 1990 <strong>in</strong> Occhetto<br />

colto di sorpresa: «Roma non ha les<strong>in</strong>ato complimenti ed applausi al "coraggio dell'ex partigiano che parla", ma<br />

<strong>in</strong> realtà la sortita di Montanari, e <strong>il</strong> successivo appoggio ricevuto dai vertici del Pci reggiano, harmo irritato più<br />

di un leader di Botteghe Oscure. Non tanto per la sostanza delle cose dette, quanto per <strong>il</strong> modo. Visto <strong>il</strong> clamore<br />

suscitato dalla questione. Occhetto e i suoi avrebbero preferito condurre <strong>il</strong> gioco <strong>in</strong> prima persona, evitando,<br />

come <strong>in</strong>vece è avvenuto; di trovarsi spiazzati su tutta la l<strong>in</strong>ea».<br />

38. Fausto Ibba, Pajetta: «Non faccio <strong>il</strong> giudice» ,«l'Unità» 6 settembre 1990.<br />

39. Ruggero Puletti, Togliatti si mosse da puro stal<strong>in</strong>iano, 7 settembre 1990.<br />

A proposito di «rivoluzioni parallele» può essere <strong>in</strong>tressante citare Giorgio Bocca. che domanda <strong>in</strong> Storia<br />

dell'Italia partigiana, cit.: «Doppio gioco comunista? "Non doppio gioco" risponde Pajetta "ma doppio animo.<br />

Le direttive sono unitarie, ma <strong>il</strong> compagno che le porta alla periferia non manca mai di consigliare vig<strong>il</strong>anza,<br />

negli <strong>in</strong>teressi del partito. E capita spesso che <strong>il</strong> dirigente di periferia, devoto al partito, all'operaismo abbondi <strong>in</strong><br />

vig<strong>il</strong>anza" [conversazione con Gian Carlo Pajetta citata dall'A., ndr]. Sì, questo può essere la meccanica del settarismo;<br />

ma la sua causa prima è la fede messianica della base, non scoraggiata dai dirigenti, nella mentalità<br />

della pal<strong>in</strong>genesi comunista, fede che le vittorie sovietiche starmo riportando al calore degli anni rossi fra <strong>il</strong> 1919<br />

e <strong>il</strong> '20» (p. 316).<br />

40. «l'Avanti!» 11 settembre 1990.<br />

41. Michele Smargiassi, «Il Pci voleva sfruttare quel clima di violenza», «La Repubblica» 5 settembre 1990.<br />

42. Renzo Mart<strong>in</strong>elli, Dobbiamo battere l'<strong>il</strong>legalismo, «l'Unità» lO settembre 1990.<br />

43. S<strong>il</strong>vio Bertoldi, Il settembre 1990.<br />

44. «Corriere della Sera» Il settembre 1990.<br />

45. S<strong>il</strong>vio Bertoldi, cit. Riportiamo un passo, ma l'articolo meriterebbe la lettura completa.<br />

«Peggiore ancora quanto accade a Vercelli la notte del 13 [maggio 1945]- scrive Bertoldi - Un gruppo di m<strong>il</strong>iti<br />

fascisti si è rifugiato nell' ospedale psichiatrico <strong>in</strong> cerca di salvezza, <strong>in</strong>vece li raggiungono le squadre dei giustizieri<br />

e 75 f<strong>in</strong>iscono la loro vita contro <strong>il</strong> muro. Tutti colpevoli? Nessun dubbio? È bastato <strong>il</strong> riconoscimento a<br />

vista? E c'è stato? O si è fatto come a Schio, i presenti <strong>in</strong> carcere riuniti al pianterreno, uom<strong>in</strong>i, donne e vecchi,<br />

senza nemmeno badare quale imputazione si faccia loro carico: e si apre <strong>il</strong> fuoco con i mitra, 55 le vittime».<br />

Ceccidio di Schio si verificò <strong>il</strong> 6 luglio 1945. .<br />

46. Marcello Sorgi, Basta con le ragioni di partito, «La Stampa» 7 settembre 1990 [<strong>in</strong>tervista a Piero Fass<strong>in</strong>o].<br />

47. Massimo Caprara, Sorbo le, qui Radio Praga, «Il Giornale», 2 settembre 1990.<br />

48. «Questi problemi <strong>il</strong> Pci doveva affrontarli prima», 6 settembre 1990.<br />

49. Qui di seguito alcuni articoli sulla «memoria»:<br />

- Germano Nicol<strong>in</strong>i, Vi racconto come mi accusarono di aver assass<strong>in</strong>ato don Pess<strong>in</strong>a, «l'Unità» 2 settembre<br />

1990.<br />

- Così Togliatti criticò i comunisti reggiani: «Non basta condannare dovevate anche controllare», «l'Unità» l<br />

settembre 1990/Dai discorsi de124/0911946 e de125/0911946 (pubblicato <strong>in</strong> «R<strong>in</strong>ascita» 1973).<br />

- Giovarmi Alasia, Gli sbocchi erano <strong>in</strong>certi e anche nel Psi esisteva un 'organizzazione m<strong>il</strong>itare / Pubblichiamo<br />

questo articolo di Giovanni Alasia, m<strong>il</strong>itante Psi nella Resistenza, poi deputato del Pci, «l'Unità» 4 settembre<br />

1990<br />

- Gian Piero Del Monte, Cont<strong>in</strong>uarono a uccidere ... che tormento <strong>in</strong> quegli anni»/La rievocazione di Valdo<br />

Magnani dei delitti politici commessi a Reggio nel dopoguerra, «l'Unità Reggio» 4 settembre 1990.<br />

- Mauro Curati, Mi accusarono di un delitto. Ero <strong>in</strong>nocente, fuggii a Praga, «l'Unità» 5 settembre 1990.<br />

- Stefano Morselli, Il Partito fu contro la violenza, bisogna resp<strong>in</strong>gere le speculazioni»//1 delitti, la discussione<br />

di allora, le polemiche di oggi: parla Aldo Magnani, partigiano e dirigente comunista, «l'Unità Reggio» 5 settembre<br />

1990.<br />

- Giuseppe Carretti, Deposte le armi ecco la paura e le persecuzioni», «l'Unità» 7 settembre 1990.<br />

- Lidia Greci, Ma come si spiega queste regioni all'avanguardia?», «l'Unità» 7 settembre 1990<br />

- Rita De Buono, La Resistenza va avanti a testa alta ... »/documento delle Associazioni partigiane, «l'Unità<br />

E.R./Reggio» 7 settembre 1990.<br />

-A Reggio morirono <strong>in</strong> più di 600 «per la libertà», «l'Unità Reggio» 8 settembre 1990.<br />

41


42<br />

50. «l'Unità» 7 settembre 1990. A questa presa di posizione risponde Paolo Mieli, direttore della «Stampa», nell'articolo<br />

di fondo del 6 settembre.<br />


63. «La caduta del muro di Berl<strong>in</strong>o aveva smosso tante coscienze, ma forte restava ancora <strong>il</strong> peccato orig<strong>in</strong>ale nei<br />

comunisti italiani, cioè la conv<strong>in</strong>zione che quei Paesi [dell'Est, ndrl a regime comunista potessero essere riformati<br />

democraticamente. Uno dei fattori che più ha aperto gli occhi ai m<strong>il</strong>itanti e agli elettori comunisti è stato ciò<br />

che si è visto dopo <strong>il</strong> crollo» Ig<strong>in</strong>o Ariemma. La casa brucia. I Democratici di s<strong>in</strong>istra dal Pci ai giorni nostri,<br />

Mars<strong>il</strong>io, Padova 2000, p. 29; cfr. Valerio Castronovo, L'eredità del Novecento, E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o 2000, <strong>in</strong> particolare<br />

tutto <strong>il</strong> capitolo Le ceneri del socialismo reale).<br />

64. Gerardo Chiaromonte, Senza timore della storia, <strong>in</strong> Se v<strong>in</strong>ce Gorbaciov. Storia immag<strong>in</strong>i documenti riflessioni<br />

nel 70° della rivoluzione d'ottobre, supplemento all' «Unità» del I ° novembre 1987. «Ci sia consentito - scrive<br />

<strong>il</strong> direttore dell'« Unità» di allora - di esprimere ... una conv<strong>in</strong>zione profonda: uno dei nodi da sciogliere, e<br />

non tra i meno importanti, nel nuovo corso proclamato dal nuovo gruppo dirigente sovietico è proprio quello<br />

relativo alla storia stessa del loro paese e del loro partito. Una storia assai ricca, della cui conoscenza critica e del<br />

cui studio non potrebbe che trarre vantaggio la causa del riunovamento politico e culturale dell'Urss e del Pcus.<br />

Ci sembra <strong>in</strong>ut<strong>il</strong>e sottol<strong>in</strong>eare <strong>il</strong> nostro apprezzamento per le posizioni e gli <strong>in</strong>tendimenti che oggi vengono<br />

espressi da Gorbaciov e dal nuovo gruppo dirigente sovietico ... La determ<strong>in</strong>azione di Gorbaciov e dei nuovi dirigenti<br />

sovietici, <strong>il</strong> loro coraggio nel riconoscere e denunciare la verità e nell'<strong>in</strong>sistere sulla necessità di cambiamenti<br />

radicali, <strong>il</strong> loro ragionare "<strong>in</strong> grande", <strong>il</strong> loro vedere i problemi del mondo contemporaneo <strong>in</strong> modo <strong>in</strong>terdipendente<br />

e correlato, <strong>il</strong> non lasciarsi guidare da <strong>in</strong>teressi "di parte" o schematismi ideologici: tutto questo ci<br />

sembra veramente assai importante. E travalica - e <strong>in</strong>vita tutti noi a superare - ogni <strong>in</strong>erzia culturale e politica».<br />

(p. 7-8).<br />

65. Massimo L. Salvadori, La S<strong>in</strong>istra nella storia italiana, Laterza, Roma-Bari 2000, p. 183. In particolare sul<br />

rapporto Psi-Pci nell'era del craxismo si veda <strong>il</strong> capitolo XII.<br />

66. Cfr. Massimo Storchi, Combattere si può v<strong>in</strong>cere bisogna. La scelta della violenza fra Resistenza e dopoguerra,<br />

Mars<strong>il</strong>io, Venezia 1998.<br />

67. «La Repubblica» 31 agosto 1990.<br />

Scrive <strong>in</strong> proposito Sandro Spreafico <strong>in</strong> Storia della chiesa ... voI V tomo I: «Certo, l'uomo Nicol<strong>in</strong>i era persona<br />

politicamente troppo <strong>in</strong>telligente per dare un ord<strong>in</strong>e scellerato come quello di elim<strong>in</strong>are un sacerdote nel giugno<br />

del 1946; ma <strong>il</strong> comunista Nicol<strong>in</strong>i non era libero, nonostante la sua autorevolezza, di opporsi alla l<strong>in</strong>ea del partito<br />

che era ben determ<strong>in</strong>ato ad impedire che si facesse luce piena sul delitto. Perciò l'<strong>in</strong>nocente Nicol<strong>in</strong>i disse<br />

tutta la verità relativamente a se stesso, ma non tutte le verità che riguardavano le responsab<strong>il</strong>ità di compagni<br />

carissimi di lotta partigiana o di partito [corsivo mio l» (p. 15/1)<br />

A Michele Smargiassi della «Repubblica» che gli domanda se la tessera del Pci ce l'ha ancora <strong>in</strong> tasca, Egidio<br />

Baraldi - accusato del delitto Mirotti - risponde «lo non accuso <strong>il</strong> Pei. Accuso una parte del Pci. Quelli che allora,<br />

e anche dopo, avevano la "doppia l<strong>in</strong>ea". Quando useii dal carcere nel '53, chiesi un <strong>in</strong>contro con <strong>il</strong> segretario:<br />

<strong>in</strong> 37 anni nessuna risposta» (31 agosto 1990). Sempre nello stesso articolo <strong>in</strong> riferimento alla sua vicenda,<br />

Germano Nicol<strong>in</strong>i (delitto don Pess<strong>in</strong>a) afferma: «Ho resistito al carcere perché mi sentivo un eroe; mi dissero<br />

bravo, sei un martire, ma stop, non mi vollero affidare nessun <strong>in</strong>carico». «E <strong>il</strong> "diavolo' [nome di battaglia di<br />

Germano Nicol<strong>in</strong>i, ndr l dice di sapere i nomi dei veri colpevoli, qualcuno camm<strong>in</strong>a ancora sotto i portici di<br />

Correggio: ma i nomi non li ha mai voluti fare» Mike Scull<strong>in</strong>, Vittima di quegli anni terrib<strong>il</strong>i, «Il Resto del<br />

Carl<strong>in</strong>o>>31 agosto 1990.<br />

Francesco Alberti nell'articolo Tra compagni lacrime e s<strong>il</strong>enzi pubblicato lo stesso giorno sul medesimo quotidiano<br />

riporta le dichiarazioni di Oddone Catt<strong>in</strong>i «Sbafi», all'epoca del delitto Vischi <strong>in</strong> polizia e per questo suo<br />

ruolo fu accusato di omissioni di atti d'ufficio e arrestato. Scontò oltre 28 mesi di carcere. In carcere con Catt<strong>in</strong>i<br />

c'era l'ex segretario del Pci Arrigo Nizzoli che <strong>in</strong>vece fu quasi immediatamente scarcerato: «Eppure - scrive<br />

Alberti - nonostante l'<strong>in</strong>giustizia subita, non solo è rimasto comunista ("Perché essere comunisti è una fede")<br />

ma di fronte alle rivelazioni di questi giorni così risponde: "Dico quello che Ho Chi M<strong>in</strong> disse a Kruscev: i panni<br />

sporchi bisogna lavarli <strong>in</strong> famiglia". E non è <strong>il</strong> solo. Alla teoria del "bucato <strong>in</strong> famiglia", autodifesa che per<br />

decenni è puntualmente scattata nei momenti di crisi, si all<strong>in</strong>ea, anche se <strong>in</strong> maniera più sfumata un' altra figura<br />

di spicco del Pci reggiano del dopoguerra: l'ex segretario prov<strong>in</strong>ciale, ex partigiano Onder Boni ... "ora si sanno<br />

cose nuove. Ma quelli della mia età sono stanchi e l'unica cosa che possono fare è stare a vedere"».<br />

68. «Certo - scrive Domenico Settembr<strong>in</strong>i - è importante che <strong>il</strong> Pc, accogliendo la sollecitazione di Otello<br />

Montanari, aiuti a fare f<strong>in</strong>almente chiarezza su tutti questi episodi; quanto se ne sa già è tuttavia più che sufficiente<br />

a <strong>in</strong>dicare l'opportunità di farla f<strong>in</strong>ita con <strong>il</strong> mito storiografico della Resistenza tradita. In realtà la<br />

Resistenza aveva <strong>in</strong> Italia due anime: quella liberale, democratica, nazionale, che grazie a De Gasperi e Scelba -<br />

grazie anche al popolo italiano - <strong>il</strong> 18 apr<strong>il</strong>e 1948 confortò col suo consenso l'operato di questi statisti e quella<br />

rivoluzionario-comunista. Dalla frustrazione che quest'anima dovette subire sono nati i fatti di sangue del dopoguerra<br />

ed è nato <strong>il</strong> terrorismo delle Brigate Rosse. Per sapere quale sarebbe stato <strong>il</strong> nostro dest<strong>in</strong>o, se avesse<br />

trionfato questa Resistenza, non abbiamo che da guardare alle tribolazioni dei paesi dell'Europa dell'Est». «Il<br />

Resto del Carl<strong>in</strong>o» 31 agosto 1990.<br />

43


44<br />

69. Mirco Dondi, La lunga liberazione. Giustizia e violenza nel dopoguerra italiano, Editori Riuniti, Roma<br />

1999; <strong>in</strong> particolare <strong>il</strong> capitolo II Un fenomeno parallelo: la del<strong>in</strong>quenza comune, p.l33 e sgg.<br />

70. Massimo Storchi, cit. p. BI.<br />

71. Massimo Storchi, ivi, p. 134, testimonianza di Ervé Farioli.<br />

72. Massimo Storchi, ivi, pp. 131-132.<br />

73. Mi pare significativo <strong>il</strong> commento di Rusconi, scritto nel 1995, su ruolo del Pci nella storia dell'Italia<br />

Repubblicana. «Il Partito comunista per <strong>il</strong> tipo di opposizione che esercita, diventerà di fatto funzionale all'evoluzione<br />

e alla maturazione del sistema democratico italiano. Diventerà un fattore di stab<strong>il</strong>ità costituzionale.<br />

Trasformerà gradualmente <strong>il</strong> "nemico di classe" da combattere e da elim<strong>in</strong>are (politicamente, ben<strong>in</strong>teso, ma pur<br />

sempre da fare sparire nella sua identità) <strong>in</strong> "avversario/concorrente" da v<strong>in</strong>cere nel gioco democratico (con <strong>il</strong><br />

sott<strong>in</strong>teso che manterrà la sua identità). Ma non riuscirà a diventare una forza di governo. Lealtà costituzionale e<br />

disab<strong>il</strong>ità governativa sono i tratti di fondo della "questione comunista" che non si è risolta neppure con l'eutanasia<br />

del Pci» (op. cito pp. 178-179).<br />

74. Montanari nel cruciverba, Resto del Carl<strong>in</strong>o (Carl<strong>in</strong>o Reggio), 18 set. 1990.<br />

75. Sulla questione della «doppiezza» <strong>il</strong> terrib<strong>il</strong>e 1956 è <strong>il</strong> turn<strong>in</strong> I po<strong>in</strong>t che prova a chiarire i rapporti fra <strong>il</strong> Pci e<br />

l'Unione Sovietica e fra democrazia e socialismo.<br />

Con gli Elementi per una dichiarazione programmatica del Pci e con <strong>il</strong> progetto Per una via italiana al socialismo.<br />

Per un governo democratico delle classi lavoratrici materiali preparatori dell'VIII congresso - su cui si formeranno<br />

negli anni successivi i quadri del Pci, attraverso lo studio che si farà di essi nelle scuole di partito - la<br />

dirigenza comnnista chiarisce molte cose <strong>in</strong> tal senso ma non risolve <strong>il</strong> legame con l'Urss, lasciando qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong><br />

sospeso uno dei motivi su cui si basa l'accuse di doppiezza.<br />

Togliatti nel rapporto all'VIII Congresso sostiene che le trasformazioni strutturali devono compiersi nel quadro<br />

previsto dalla Costituzione repubblicana.<br />

«Su questo punto - scrive Aldo Agosti - le novità più esplicite non sono contenute nel rapporto di Togliatti al<br />

congresso, ma nella Dichiarazione programmatica, da lui <strong>in</strong> buona parte redatta, che viene approvata alla f<strong>in</strong>e dei<br />

lavori: "Il regime parlamentare - vi si afferma - <strong>il</strong> rispetto della maggioranza espressa, <strong>il</strong> metodo def<strong>in</strong>ito dalla<br />

Costituzione per assicurare che le maggioranze si form<strong>in</strong>o <strong>in</strong> modo libero e democratico, sono non soltanto compatib<strong>il</strong>i<br />

con l'attuazione di profonde riforme sociali e con la costruzione di una società socialista, ma agevolano<br />

e assicurano, nelle condizioni di oggi, la conquista della maggioranza da parte dei partiti della classe operaia".<br />

Non solo <strong>il</strong> Parlamento "può e deve esercitare una funzione attiva" nel corso della trasformazione democratica<br />

della società italiana, e poi <strong>in</strong> una nuova società socialista: ma "non esiste nessun pr<strong>in</strong>cipio che escluda la pluralità<br />

di partiti nel Paese e al potere durante la costruzione di una società socialista, e <strong>il</strong> libero confronto fra le differenti<br />

ideologie". eadesione, non tattica e strumentale ma di pr<strong>in</strong>cipio alla democrazia politica, ai suoi metodi e<br />

ai suoi istituti non potrebbe essere espressa <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i più chiari, e rappresenta una rottura netta rispetto alla tradizione<br />

comunista, connotando <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i profondamente orig<strong>in</strong>ali la "via italiana al socialismo". Resta però un<br />

limite <strong>in</strong>superato, una contraddizione profonda: la conclamata superiorità del modello democratico e socialista<br />

realizzato nel!' Unione Sovietica non può non proiettare un'ombra sulla stessa scelta a favore della democrazia<br />

politica <strong>in</strong> Occidente (corsivo mio, ndr)>> (Aldo Agosti, Togliatti, Utet, Tor<strong>in</strong>o 1996, p. 458)<br />

Una contraddizione messa <strong>in</strong> luce, <strong>in</strong> modo ancor più articolato, da Gozz<strong>in</strong>i e Mart<strong>in</strong>elli nella loro storia del Pci:<br />

«[Togliatti] ha parlato ... di "r<strong>in</strong>novamento nella cont<strong>in</strong>uità", valorizzando questa formula come un criterio di<br />

validità permanente nella storia del Pci. Ma quanto corrisponde la realtà a valutazioni di questo genere? Quale<br />

b<strong>il</strong>ancio è possib<strong>il</strong>e trarre, <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i storici e non immediatamente politici, dall'VIII congresso del Pci?<br />

Bisogna sottol<strong>in</strong>eare prima di tutto che la versione tramandata dalla memoria comunista coglie un dato soggettivo<br />

di fondo, fortemente presente nella consapevolezza del gruppo dirigente alla guida del Pci nel corso del 1956,<br />

che lette <strong>in</strong> r<strong>il</strong>ievo i tratti più evidenti della svolta congressuale sul piano politico: la condanna esplicita della<br />

"doppiezza" e l'affermazione di una "via italiana al socialismo" fondata sulla Costituzione. Questo elemento<br />

soggettivo corrisponde a una parte della realtà» (op. cito p. 633) ...<br />

«Nel rapporto tenuto al congresso - scrivono più avanti gli autori - <strong>il</strong> segretario è stato molto esplicito: anche se<br />

la Costituzione rende possib<strong>il</strong>e un'avanzata democratica delle forze lavoratrici, la resistenza dei ceti dom<strong>in</strong>anti e<br />

la possib<strong>il</strong>ità di "colpi di testa reazionari" fa sì che non sia pensab<strong>il</strong>e "una modificazione del carattere del nostro<br />

partito e della sua strategia rivoluzionaria. Anzi <strong>in</strong>sistiamo su questa» (op. cito p. 635). Che <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di cultura<br />

di partito siguifica che «<strong>il</strong> legame con l'Unione Sovietica viene <strong>in</strong>fatti ribadito dal gruppo dirigente, dopo i "fatti<br />

d'Ungheria", sulla base della realpolitik di una scelta di campo che contiene <strong>in</strong> sé elementi di gerarchia e di<br />

identità (tipici di tutta la politica togliattiana); ma anche <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i assoluti di valore ideologico, secondo l'affermazione<br />

e la conv<strong>in</strong>zione che la società sovietica resta comunque una società socialista. A questa posizione si<br />

pensa di non poter r<strong>in</strong>unciare, ed è per questo che gli spunti di analisi marxista del regime sovietico, affacciati da<br />

Togliatti nell'<strong>in</strong>tervista a "Nuovi argomenti" rimangono privi di sv<strong>il</strong>uppo. Anche se non si crede più allo statoguida,<br />

<strong>il</strong> "legame di ferro" con l'Urss rimane per i comunisti italiani una sorta di barriera mentale <strong>in</strong>superab<strong>il</strong>e,


un fattore essenziale di appartenenza e di conservazione» (op. cito p. 635-636).<br />

76. Marcello Flores-Nicola Gallerano, Sul Pei. Un'<strong>in</strong>terpretazione storica, Il Mul<strong>in</strong>o, Bologna 1992, p. 71.<br />

77. Gian Enrico Rusconi, Resistenza e Postfaseismo, Il Mul<strong>in</strong>o, Bologna 1995, p. 178.<br />

78. «Avanti!» l settembre 1990.<br />

79. «La Stampa», 2 settembre 1990.<br />

80. Sa <strong>il</strong> nome di un carnefice, «lI Resto del Carl<strong>in</strong>o» 31 agosto 1990.<br />

81. Il resoconto più «esauriente» si trova sull'«Unità» del 12 e 13 settembre 1990, Gian Piero Del Monte, «Si<br />

vorrebbe ster<strong>il</strong>izzare <strong>il</strong> nostro patrimonio storico»; Giovanni Dal Fiume, «Non si riscrive la storia». Tutti uniti<br />

nel Pci Reggiano».<br />

82. Cfr. Renzo Mart<strong>in</strong>elli Storia del Partito comunista dalla Resistenza al18 apr<strong>il</strong>e, cit., sul Pci nel dopoguerra.<br />

83. Mike Skull<strong>in</strong>, Vittima di quegli anni terrib<strong>il</strong>i, «Il Resto del Carl<strong>in</strong>o» 31 agosto 1990.<br />

Sul fatto che è dal «palazzo» che giungono le accuse <strong>in</strong>siste anche Francesco Alberti nell'articolo Tra compagni<br />

lacrime e s<strong>il</strong>enzi, «Il Resto del Carl<strong>in</strong>o» 31 agosto 1990.<br />

84. Marco Sotgiu, «<strong>il</strong> manifesto», 16 settembre 1990<br />

85. Guido D'Agost<strong>in</strong>o, «<strong>il</strong> manifesto», 16 settembre 1990.<br />

86. Umberto Bonaf<strong>in</strong>i, Non si processa la Resistenza, «Gazzetta di Reggio», 16 settembre 1990.<br />

87. Fabio Macchi, «Giù le mani dalla storia», «Gazzetta di Reggio» 16 settembre 1990.<br />

88. Gian Enrico Rusconi, La memoria liberata, «La Repubblica», 13 settembre 1990.<br />

89. Guido D'Agost<strong>in</strong>o, cit.<br />

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Nicola Tranfaglia, Un passato scomodo. Fascismo e postfascismo, Laterza, Roma-Bari 1996<br />

47


Cronologia degli articoli depositati <strong>in</strong> <strong>Istoreco</strong><br />

Dal 28 agosto al 30 settembre 1990<br />

Agosto<br />

28 martedì - 01<br />

29 -05<br />

30 - lO<br />

31 -40<br />

Totale - 56<br />

Settembre<br />

periodico ago/set - 02<br />

01 0 - 59<br />

~ -00<br />

03 lunedì - 22<br />

04 - 61<br />

05 - 84<br />

06 -96<br />

07 119<br />

08 107<br />

09 100<br />

lO lunedì - 22<br />

Il - 58<br />

12 - 36<br />

13 - 39<br />

14 - 44<br />

15 - 43<br />

16 -46<br />

17 lunedì - 18<br />

18 - 42<br />

19 - 44<br />

20 - 23<br />

21 - 33<br />

22 - 25<br />

n -%<br />

24 lunedì - lO<br />

25 -21<br />

26 -20<br />

n -~<br />

28 -08<br />

29 - lO<br />

30 - 14<br />

(Comprese 24 lettere al direttore)<br />

Totale 1321<br />

48


Reggio Em<strong>il</strong>ia, piazza del Duomo, 25 apr<strong>il</strong>e 1945.<br />

49


I prigionieri di San Tomaso della Fossa.<br />

Internati civ<strong>il</strong>i nel comune di<br />

Bagnolo <strong>in</strong> Piano, 1943-1945<br />

MARCO MINARDI<br />

I fatti dell'8 settembre e la chiusura del campo di concentramento di<br />

Montechiarugolo<br />

I cittad<strong>in</strong>i più anziani del comune di Montechiarugolo, <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Parma, ricordano<br />

ancora i camion m<strong>il</strong>itari tedeschi <strong>in</strong> sosta davanti all'uscita del castello mentre si acc<strong>in</strong>gevano<br />

a caricare gli uom<strong>in</strong>i che per oltre due anni erano stati prigionieri nel castello e che stavano<br />

per essere trasferiti oltr'Enza al term<strong>in</strong>e di due giornate drammatiche e cariche di tensione.<br />

La decisione dei comandi tedeschi di chiudere <strong>il</strong> campo per ragioni di sicurezza stava<br />

portando all'evacuazione del castello!. Tutto era <strong>in</strong>iziato qualche giorno prima, all'<strong>in</strong>domani<br />

della dichiarazione dell' armistizio da parte del governo italiano e dell' arrivo a<br />

Montechiarugolo di reparti m<strong>il</strong>itari tedeschi. Di fronte alla pretesa di entrare nel campo <strong>il</strong><br />

direttore, commissario Pietrantonio, si era opposto. I tedeschi non esitarono ad ut<strong>il</strong>izzare la<br />

forza e sfondato <strong>il</strong> cancello d'<strong>in</strong>gresso entrarono per un sopralluogo prima di ripartire verso<br />

Parma. Nel frattempo, tramite <strong>il</strong> comandante dei carab<strong>in</strong>ieri del posto fisso di<br />

Montechiarugolo, era giunto l'ord<strong>in</strong>e di resistere. Dello stesso avviso - come scrisse poi <strong>il</strong><br />

comandante del campo nel suo rapporto sui fatti del 9-12 settembre - erano i prigionieri che<br />

«avevano fatto una specie di barricata puntellando <strong>il</strong> portone esterno con tavolame e quanto<br />

capitò loro sottomano» chiedendo <strong>in</strong>ut<strong>il</strong>mente di essere armati. Da lì a breve i m<strong>il</strong>itari sarebbero<br />

ritornati al castello, come scrisse sempre Pietrantonio, «accompagnati da un grosso<br />

autocarro carico di truppa tedesca con due cannoni anticarro e mitragliatrici»2.<br />

Nonostante <strong>il</strong> direttore del campo fosse deciso a sbarrare loro la strada, i m<strong>il</strong>itari non<br />

ebbero difficoltà ad entrare una seconda volta e disarmare le guardie italiane, mentre i due<br />

ufficiali tedeschi ispezionarono, a loro volta, <strong>il</strong> campo, prima di lasciare nuovamente l'edificio<br />

<strong>in</strong> mano agli italiani.<br />

51


Il giorno seguente con le notizie che giungevano da Parma e da Reggio Em<strong>il</strong>ia, ormai sottoposte<br />

ad occupazione m<strong>il</strong>itare, nel campo si diffuse una generale preoccupazione tra prigionieri<br />

e forza pubblica. Come si legge sempre nel rapporto del comandante del campo,<br />

molti reclamarono la liberazione <strong>in</strong> virtù dell'armistizio e la restituzione dei propri documenti,<br />

m<strong>in</strong>acciando anche «di impossessarsene con la violenza». Trattenerli divenne impossib<strong>il</strong>e<br />

e da lì a poco «si determ<strong>in</strong>ò un fuggi fuggi generale, attraverso <strong>il</strong> giard<strong>in</strong>o, attraverso<br />

le f<strong>in</strong>estre, e pers<strong>in</strong>o attraverso <strong>il</strong> cancello, d<strong>in</strong>anzi agli occhi degli stessi due carab<strong>in</strong>ieri di<br />

servizio (disarmati), <strong>in</strong> quanto non avevano neppure portato con sé l'unica arma <strong>in</strong> loro possesso,<br />

<strong>il</strong> moschetto». Quella sera, era <strong>il</strong> l O settembre, i m<strong>il</strong>iti del posto fisso dei carab<strong>in</strong>ieri,<br />

vestiti panni civ<strong>il</strong>i, abbandonavano anch'essi <strong>il</strong> paese.<br />

I tedeschi tornati a Montechiarugolo <strong>il</strong> giorno Il e constato ciò che era avvenuto durante<br />

la loro assenza arrestarono direttore, agenti e i prigionieri rimasti nel castello o catturati<br />

nelle campagne circostanti e da lì trasferiti oltr'Enza a disposizione del Comando m<strong>il</strong>itare<br />

tedesco 1008, come riferì, sempre nella sua relazione, <strong>il</strong> comandante del campo:<br />

Durante <strong>il</strong> pomeriggio e nella serata dell' Il corrente, gli <strong>in</strong>ternati e gli agenti furono trasportati<br />

con un autocarro scortato da carro armato a Reggio Em<strong>il</strong>ia, nelle carceri giudiziarie, ed io<br />

stesso, con l'ultimo gruppo di <strong>in</strong>ternati, fui trasportato con <strong>il</strong> medesimo mezzo <strong>il</strong> matt<strong>in</strong>o del<br />

12 corrente nella Caserma Bersaglieri di Reggio Em<strong>il</strong>ia dove avrebbero dovuto raggiungerei<br />

gli altri provvisoriamente alloggiati nelle carceri; ma di fatto ci trasferirono tutti <strong>in</strong> un capannone<br />

della caserma del 38° Regg. Artiglieria, dove ognuno ebbe assegnato una branda con<br />

lenzuola e coperte e gavetta completa.<br />

Il commissario Pietrantonio decl<strong>in</strong>ò l'<strong>in</strong>vito tedesco di alloggiare nel reparto ufficiali e<br />

rimase con gli <strong>in</strong>ternati e gli agenti prigioniero per dodici giorni, f<strong>in</strong>o alla sua liberazione<br />

avvenuta unitamente a quella degli agenti, grazie all'<strong>in</strong>tervento delle autorità italiane. La<br />

permanenza nella caserma fu relativamente breve. Poco tempo dopo si ritrovarono nuovamente<br />

caricati su camion e trasferiti <strong>in</strong> un nuovo luogo di <strong>in</strong>ternamento: l'edificio scolastico<br />

situato <strong>in</strong> via Veneri nella zona <strong>in</strong>dustriale del quartiere di Santa Croce, sempre a Reggio<br />

Em<strong>il</strong>ia.<br />

Sulla loro permanenza <strong>in</strong> via Veneri scarseggiano le notizie. Si sa di sette prigionieri giunti<br />

<strong>il</strong> 23 novembre provenienti dal carcere giudiziario di Parma dove erano r<strong>in</strong>chiusi <strong>in</strong> seguito<br />

al tentativo di fuga dal campo di Montechiarugolo nei giorni che seguirono l'annuncio<br />

dell'armistizio l . Anche <strong>il</strong> soggiorno a Reggio si rivelò tutt'altro che def<strong>in</strong>itivo. La sera tra<br />

1'8 e <strong>il</strong> 9 gennaio 1944 un pesante bombardamento aereo alleato si abbatté su Reggio<br />

Em<strong>il</strong>ia, centrando soprattutto la stazione ferroviaria e la zona <strong>in</strong>dustriale (obiettivo pr<strong>in</strong>cipale<br />

le Offic<strong>in</strong>e Reggiane t 8 ex scuola venne colpita. Molti rimasero sotto le macerie anche<br />

se non si hanno notizie di morti. I superstiti cercarono scampo nella campagna circostante.<br />

Memori dell'esperienza fatta a Montechiarugolo e consapevoli che non sarebbero andati<br />

molto lontano, una volta term<strong>in</strong>ato l'allarme aereo gli <strong>in</strong>ternati fecero tutti ritorno <strong>in</strong> via<br />

Veneri. Si prospettava così un nuovo trasferimento: nell'edificio scolastico di San Tomaso<br />

della Fossa <strong>in</strong> comune di Bagnolo <strong>in</strong> Piano.<br />

L'<strong>in</strong>ternamento a San Tomaso della Fossa<br />

8<strong>in</strong>ternamento dei cittad<strong>in</strong>i stranieri era stato una diretta conseguenza della guerra e della<br />

loro presenza nella penisola nel momento <strong>in</strong> cui l'Italia era entrata <strong>in</strong> guerra. Carmelo<br />

Cassar, anglo-malte se allora studente <strong>in</strong> medic<strong>in</strong>a all'Università di Roma, ricorda <strong>in</strong> un suo<br />

racconto autobiografico <strong>il</strong> giorno dell'arresto.<br />

52


Erano le dieci circa quando sono arrivato alla Casa dello Studente. Ho <strong>in</strong>formato Alex Mizzi<br />

[futuro <strong>in</strong>ternato a Montechiarugolo e a San Tomaso della Fossa, ndr] di cosa stava accadendo<br />

prima di rientrare nella mia stanza; mi stavo svestendo quando sento bussare alla porta.<br />

Era uno studente che conoscevo e che spesso mi portava notizie di mio fratello [già <strong>in</strong> carcere,<br />

ndr]. Ci sedemmo sul letto e lui <strong>in</strong>iziò a parlare con un tono diverso dal solito quasi si<br />

dovesse scusare di qualcosa. Quella cosa mi fu subito chiara: non si trattava di un collega universitario<br />

bensì di un agente della questura <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trato nell'Università per tenere d'occhio <strong>il</strong><br />

gruppo di studenti anglo-maltesi. Mi chiese di rivestirmi e di seguirlo <strong>in</strong> quanto <strong>il</strong> commissario<br />

di polizia mi voleva vedere. Mi ricordo che pensai: «Strano orario per un <strong>in</strong>terrogatorio»;<br />

ma non sollevai problemi e lo seguii. Giunti all'<strong>in</strong>gresso dell'ostello gli dissi che mi ero<br />

dimenticato i miei occhiali <strong>in</strong> camera, e se potevo ritornare su a prenderli. Me lo concesse,<br />

risalii le scale mentre lui mi aspettò alla reception. Recuperai i miei occhiali, dimenticati<br />

apposta sul comod<strong>in</strong>o e scrissi un breve messaggio ad Alex nel quale lo <strong>in</strong>formavo che ero<br />

stato arrestato e lo <strong>in</strong>f<strong>il</strong>ai sotto la porta della sua camera prima di scendere nuovamente.<br />

Giunti alla stazione di polizia a Trastevere <strong>il</strong> commissario era già uscito; venni qu<strong>in</strong>di r<strong>in</strong>chiuso<br />

<strong>in</strong> cella <strong>in</strong> attesa dell'<strong>in</strong>terrogatorio, la matt<strong>in</strong>a seguente ... La matt<strong>in</strong>a seguente si fece vivo<br />

<strong>il</strong> mio amico/catturatore con nuove istruzioni. Il commissario non mi voleva più <strong>in</strong>terrogare,<br />

avrei dovuto raggiungere mio fratello <strong>in</strong> carcere. Mi fece poi una proposta amichevole! Mi<br />

voleva risparmiare l'um<strong>il</strong>iazione di essere tradotto <strong>in</strong> carcere dai carab<strong>in</strong>ieri con un mezzo<br />

della polizia; qu<strong>in</strong>di mi offrì la possib<strong>il</strong>ità di raggiungere Reg<strong>in</strong>a Coeli <strong>in</strong> taxi, magari fermandoci<br />

lungo la strada per prendere un cappucc<strong>in</strong>o, ovviamente a mie spese! Accettai,<br />

chiamò un taxi e dopo aver preso <strong>il</strong> cappucc<strong>in</strong>o proseguimmo sul Lungo Tevere f<strong>in</strong>o all'<strong>in</strong>gresso<br />

del carcere. Da quel momento e f<strong>in</strong>o alla f<strong>in</strong>e della guerra persi la mia libertà 5 •<br />

Già nel 1<strong>93</strong>8 <strong>il</strong> testo unico di legge che discipl<strong>in</strong>ava l'<strong>in</strong>ternamento prevedeva che <strong>il</strong> m<strong>in</strong>istero<br />

dell'Interno con proprio decreto avrebbe potuto disporre l'<strong>in</strong>ternamento di sudditi di<br />

paesi nemici o <strong>il</strong> soggiorno obbligato <strong>in</strong> località determ<strong>in</strong>ate. Con decreto del duce <strong>il</strong> 4 settembre<br />

1940 venne stab<strong>il</strong>ito che i sudditi nemici <strong>in</strong>ternati potevano essere raggruppati <strong>in</strong><br />

speciali campi di concentramento o conf<strong>in</strong>ati al soggiorno obbligato 6 • Nel frattempo molti<br />

civ<strong>il</strong>i stranieri erano già detenuti nelle questure, nelle carceri e nei primi campi di concentramento<br />

<strong>in</strong> seguito a disposizioni contenute <strong>in</strong> una serie di circolari m<strong>in</strong>isteriali, emanate a<br />

partire dalI o giugno, che <strong>in</strong>dicavano procedimenti per l'identificazione e la detenzione dei<br />

cittad<strong>in</strong>i stranieri sudditi di paesi nemici. Anticipando la dichiarazione di guerra <strong>il</strong> m<strong>in</strong>istero<br />

aveva impartito le «prescrizioni per i campi di concentramento e località di <strong>in</strong>ternamento»<br />

(circolare dell'8 giugno 1940, n. 442/12267)1 e aveva fatto pervenire alle questure <strong>in</strong>teressate<br />

dalla costituzione dei campi di concentramento per <strong>in</strong>ternati civ<strong>il</strong>i le disposizioni generali<br />

per la sovr<strong>in</strong>tendenza dei campi e sulle località di conf<strong>in</strong>o (circolare n. 442/12301 del 9 giugno<br />

1940). I campi vennero posti sotto la giurisdizione della Direzione generale di pubblica<br />

sicurezza del m<strong>in</strong>istero dell'Interno. Il precipitare della situazione dopo <strong>il</strong> 25 luglio 1943 e<br />

l'occupazione tedesca di gran parte della penisola cancellò molte delle normative sulla<br />

detenzione dei civ<strong>il</strong>i stranieri. Sebbene i campi di concentramento venissero sorvegliati da<br />

italiani, i prigionieri o i conf<strong>in</strong>ati erano a disposizione del comando m<strong>il</strong>itare tedesco. Nel<br />

caso di San Tomaso, <strong>il</strong> campo dipendeva dalla questura di Reggio Em<strong>il</strong>ia e la sorveglianza<br />

era italiana; «fascisti <strong>in</strong> camicie nere», ricorda Peter Grant 8 , <strong>il</strong> più giovane tra gli <strong>in</strong>ternati a<br />

San Tomaso, anche se era diretto dagli uffici reggiani della M<strong>il</strong>itarkommandantur 1008.<br />

Gli <strong>in</strong>ternati del campo di Montechiarugolo giunti a San Tomaso della Fossa rappresentavano<br />

circa la metà di quelli presenti nel campo di Montechiarugolo all'arrivo dei tedeschi. rultimo<br />

dato sulla presenza nel campo parmense, del 31 agosto 1943, stimava <strong>il</strong> numero degli <strong>in</strong>ternati<br />

<strong>in</strong> 104, ai quali vanno aggiunti c<strong>in</strong>que ricoverati <strong>in</strong> ospedale, uno <strong>in</strong> licenza medica e otto<br />

53


ichiusi nelle carceri di Parma 9 • Il resto degli <strong>in</strong>ternati si era perso nel territorio dopo la fuga<br />

dal campo. Alcuni furono ripresi altri riuscirono a raggiungere le l<strong>in</strong>ee amiche o nascondersi<br />

sui monti. I;ipotesi di esser trasferiti nei campi che si trovavano nei territori del Reich tenne i<br />

detenuti <strong>in</strong> costante apprensione, preferendo, come era accaduto <strong>il</strong>9 settembre 1943, rischiare<br />

di essere fuc<strong>il</strong>ati come spie piuttosto che essere deportati <strong>in</strong> Germania. Al loro <strong>in</strong>gresso a<br />

Montechiarugolo nel 1940 <strong>il</strong> direttore del campo li aveva avvertiti che fuori di lì sarebbero<br />

stati considerati spie e non prigionieri m<strong>il</strong>itari e qu<strong>in</strong>di fuc<strong>il</strong>ati. Come si è detto ciò non<br />

impedì a una parte di loro di avventurarsi tra i monti e le campagne em<strong>il</strong>iane nel tentativo di<br />

attraversare le l<strong>in</strong>ee o superare <strong>il</strong> conf<strong>in</strong>e con la Svizzera. In pochi si unirono alle formazioni<br />

partigiane, qualcuno come Michael Tyler (


Una prima risposta alla impossib<strong>il</strong>ità di vivere a lungo nel rec<strong>in</strong>to del campo giunse nell'apr<strong>il</strong>e<br />

1944 quando un gruppo di detenuti veune prosciolto dall'<strong>in</strong>ternamento e gli venne<br />

concessa la possib<strong>il</strong>ità di risiedere fuori dal campo <strong>in</strong> un comune della prov<strong>in</strong>cia. Tutti, per<br />

ciò che sappiamo, decisero di rimanere a Bagnolo <strong>in</strong> Piano. In seguito alla circolare del<br />

m<strong>in</strong>istero dell'Interno n.155/124 del 16 marzo 1944, qu<strong>in</strong>di, un gruppo di detenuti, tra cui<br />

Cam<strong>il</strong>le Lébre, Joseph Cassar, Francesco Cassar, Salvatore Mizzi, Charles M<strong>il</strong>ls, Luigi C<strong>in</strong>i,<br />

René Bouvet, Albert Rowlett, si sistemarono <strong>in</strong> alloggi presso famiglie bagnolesi!6.<br />

La discipl<strong>in</strong>a, ricorda Joseph Cassar detenuto a Bagnolo, da conf<strong>in</strong>ato era «un poch<strong>in</strong>o<br />

più lenta; potevamo fare qualche parola di qua e di là, sebbene sempre di nascosto». Poi<br />

com<strong>in</strong>ciò a riparare orologi e<br />

la gente ha com<strong>in</strong>ciato a riconoscermi e mi chiamavano l'aluvier. Una volta venne una signor<strong>in</strong>a<br />

... e da quel momento ci siamo ... appiccicati. Dopo la guerra è diventata mia moglie e ha<br />

avuto una parte molto importante per la mia fuga, ma di questo parlerò più avanti. A Bagnolo<br />

ho f<strong>in</strong>ito per avere molti amici. Alloggiavo dai Carnevali e mangiavo da un signore che riparava<br />

biciclette, Vivaldo Benassi. Conoscevo poi molto bene anche <strong>il</strong> Podestà Carboni. Passavo<br />

gran parte del tempo a Bagnolo riparando orologi. Non prendevo denaro ma accettavo cose<br />

da mangiare, salame e prosciutto, che dopo distribuivo ai miei connazionali.<br />

Armando Carboni lo ricorda molto attivo, «non stava mai fermo. Aggiustava orologi, faceva<br />

<strong>il</strong> fotografo. Era amico di mio padre. Una volta trovò <strong>il</strong> modo, attraverso <strong>il</strong> Comune, di<br />

andare ad aggiustare l'orologio della Torre ... Si recò anche a Novellara e aggiustò quello<br />

della Rocca. Usava attrezzi che gli dava <strong>il</strong> padrone di casa che era meccanico di biciclette».<br />

Andavo spesso a chiacchierare dalla signora Ferment<strong>in</strong>a Olivi - racconta sempre Cassar - nel<br />

periodo <strong>in</strong> cui era a Bagnolo come conf<strong>in</strong>ato, dopo essere stato liberato dal campo di concentramento<br />

<strong>in</strong>somma. Quando poi ho avuto abbastanza confidenza con le autorità mi sono fatto<br />

fare <strong>il</strong> permesso per circolare <strong>in</strong> bicicletta e questa benedetta bicicletta mi dava la possib<strong>il</strong>ità<br />

di andare quasi ogni giorno a Castelnuovo Sotto per vedere la signora Alda e di poter fare<br />

comunicazione con i partigiani per preparare la mia fuga 17 •<br />

r..: allentamento della sorveglianza nei confronti dei conf<strong>in</strong>ati si dimostrò decisivo nel<br />

favorire le relazioni personali tra stranieri e abitanti.<br />

La vita nel campo durante l'estate del 1944 trascorse lentamente. Ad ogni detenuto era<br />

consentito ricevere appena una lettera alla settimana e i rapporti con l'esterno non erano frequenti.<br />

Va detto che la frazione di San Tomaso della Fossa si trovava distante dal centro<br />

capoluogo del comune di Bagnolo <strong>in</strong> Piano e attorno la vita era quella di campagna. Anche<br />

la monotonia del vitto, non sempre sufficiente, preparato da una signora del paese certo<br />

contribuiva ad accrescere apatia e noia tra i detenuti: la matt<strong>in</strong>a caffè a volontà e latte a<br />

pagamento; mezzogiorno e sera 300 gr. di pane, «m<strong>in</strong>estra», «risotto» o «pasta asciutta» «<strong>in</strong><br />

quantità sufficiente»; la razione giornaliera di grassi era stab<strong>il</strong>ita <strong>in</strong> 25 gr. quasi sempre di<br />

burro; la carne veniva servita quattro volte alla settimana (100 gr.) e v<strong>in</strong>o a pagamento.<br />

Anche le sigarette erano a pagamento: quaranta per persona alla settimana come da tessera<br />

di razionamento. Ai detenuti, ormai vestiti di abiti «<strong>in</strong> parte molto usurati» era <strong>in</strong>fatti consentito<br />

tenere denaro con sé ma non gli era però consentito lavorare qu<strong>in</strong>di dopo tre anni di<br />

<strong>in</strong>ternamento e i pochi contatti con i propri paesi d'orig<strong>in</strong>e, gran parte di loro viveva <strong>in</strong> condizioni<br />

di sussistenza!8. Preziosi risultavano qu<strong>in</strong>di i pacchi della Croce rossa <strong>in</strong>ternazionale<br />

che giungevano ai detenuti periodicamente, contenenti cibo e beni di prima necessità, famo-<br />

55


56<br />

si anche tra gli abitanti locali per alcuni prodotti conservati nei pacchi da tempo assenti <strong>in</strong><br />

Italia.<br />

A partire dall'<strong>in</strong>verno 1944 le probab<strong>il</strong>ità di essere trasferiti oltre <strong>il</strong> Brennero crescevano<br />

con <strong>il</strong> passare del tempo. I detenuti, oltre che sulla popolazione poterono contare su un<br />

alleato <strong>in</strong>sperato, <strong>il</strong> commissario prefettizio che tentò <strong>in</strong> ogni modo di difendere la comunità,<br />

compresi i prigionieri, da eventuali trasferimenti o soprusi da parte dei m<strong>il</strong>itari tedeschi.<br />

A metà ottobre, anticipando di qualche settimana l'ord<strong>in</strong>e tedesco di evacuazione del<br />

campo, egli predispose la liberazione di un altro gruppo di detenuti ancora r<strong>in</strong>chiusi a San<br />

Tomaso <strong>in</strong> condizioni penose. Con una lettera egli <strong>in</strong>formò <strong>in</strong>fatti <strong>il</strong> Capo della Prov<strong>in</strong>cia<br />

che «questo Comune s'impegna di provvedere alla sistemazione <strong>in</strong> convenienti locali ed a<br />

fornire agli stessi brande, materassi, lenzuola e coperte requisite <strong>in</strong> virtù del decreto prefettizio<br />

del 7 ottobre 1944 n. 15743»19. Qualche settimana più tardi, i19 novembre, la questura di<br />

Reggio <strong>in</strong>viò un telegramma ai Comuni della prov<strong>in</strong>cia, compreso quello di Bagnolo <strong>in</strong><br />

Piano, al comando raggruppamento della Gnr di Reggio Em<strong>il</strong>ia e alla squadra politica, <strong>in</strong>vitandoli<br />

a dare «disposizioni aff<strong>in</strong>ché tutti i sudditi esteri nella Prov<strong>in</strong>cia siano avviati a<br />

Verona ove dovranno prendere contatto attraverso SS locali con tenente Eclaché -<br />

Comandante O-Jennesse-Novelle Europe, presso l'Albergo Cavall<strong>in</strong>o»20. Non vi erano<br />

dubbi, nonostante la confusione che ormai regnava nella geografia dell'<strong>in</strong>ternamento la<br />

volontà tedesca rimaneva quella di giungere, dove possib<strong>il</strong>e, al trasferimento degli <strong>in</strong>ternati<br />

verso i campi del Centro Europa. Ancora una volta <strong>il</strong> commissario non r<strong>in</strong>negò <strong>il</strong> ruolo che<br />

si era dato di tutela degli <strong>in</strong>ternati: nessuno partì. Trascorsero poche settimane e una nuova<br />

<strong>in</strong>iziativa della questura con un «biglietto urgente di servizio», <strong>il</strong> 28 novembre, annunciava<br />

ai commissari prefettizi o podestà dei comuni di Bagnolo, Poviglio, Campagnola e<br />

Novellara che <strong>il</strong> m<strong>in</strong>istero degli Affari esteri e Forze armate aveva deciso di giungere ad uno<br />

scambio di prigionieri: ottantaquattro membri degli equipaggi delle due piro cisterne italiane<br />

Taigete e Arcola, catturati dagli alleati con altrettanti <strong>in</strong>ternati stranieri detenuti nella<br />

Repubblica sociale italiana. Il questore <strong>in</strong>vitava qu<strong>in</strong>di le autorità dei quattro comuni di<br />

«rivedere con massima urgenza posizione suddetti nemici <strong>in</strong>ternati rispettive giurisdizioni<br />

comunicando complete generalità, professione et comune residenza quelli che si ritenga<br />

opportuno proporre per detto scambio. Degli stessi dovrà essere precisato se disposti rimpatriare»21.<br />

Della presenza di <strong>in</strong>ternati negli altri comuni non si hanno notizie precise, tranne<br />

quelle di Adamo Turkefeld a Campagnola e Marenkorn Iraida e Anna Tolkachova a<br />

Novellara. Da ciò che si può desumere dalla documentazione dell'archivio comunale nessuno<br />

tra gli <strong>in</strong>ternati o conf<strong>in</strong>ati nella zona di Bagnolo rientrò nello scambio. Non sappiamo se<br />

per scelta delle autorità italiane o se furono gli stessi <strong>in</strong>ternati a preferire la permanenza a<br />

Bagnolo rispetto all'avventura rappresentata dallo scambio con tutte le <strong>in</strong>cognite che ciò<br />

avrebbe comportato.<br />

Il mancato rimpatrio degli <strong>in</strong>ternati ripropose nuovamente <strong>il</strong> problema del loro mantenimento<br />

e della loro sorveglianza. Era ormai evidente a tutti che la permanenza del gruppetto<br />

ancora r<strong>in</strong>chiuso nell'edificio di San Tomaso della Fossa era diventato <strong>in</strong>sopportab<strong>il</strong>e e <strong>in</strong>ut<strong>il</strong>e<br />

ai f<strong>in</strong>i della sicurezza. Si giunse così all'accordo tra Capo della Prov<strong>in</strong>cia di Reggio<br />

Em<strong>il</strong>ia e gli uffici del comando tedesco della SD di sciogliere l'ultimo gruppo di detenuti<br />

dai v<strong>in</strong>coli dell'<strong>in</strong>ternamento Sidney Thomas, Peter Grant, Daniel Vellenfort, Ivan<br />

Matckievitch, W<strong>il</strong>liam Cornish, Walter Gaffier scelsero tutti di risiedere nel comune di<br />

Bagnolo 22 • •<br />

Il proscioglimento dall'<strong>in</strong>ternamento non pose comunque gli ex detenuti al riparo dall'eventuale<br />

deportazione <strong>in</strong> Germania. Una settimana dopo la «liberazione» del campo la que-


stura di Reggio Em<strong>il</strong>ia ord<strong>in</strong>ava ai responsab<strong>il</strong>i dei comuni di provvedere al f<strong>in</strong>e che «tutti i<br />

sudditi francesi, esclusi quelli degli ord<strong>in</strong>i religiosi che si sono rifugiati <strong>in</strong> Italia <strong>in</strong> seguito<br />

all'<strong>in</strong>vasione italiana della Francia, devono essere avviati a Verona»23. Anche <strong>in</strong> questo caso<br />

nessuno sembra essere partito da Bagnolo.<br />

Non tutti i detenuti riuscirono però ad evitare la deportazione come Karlis Helms<strong>in</strong>g, cittad<strong>in</strong>o<br />

lettone, prelevato dal campo nell' apr<strong>il</strong>e 1944 da m<strong>il</strong>itari tedeschi e trasferito nel<br />

campo di Fossoli, dove rimase per tre giorni prima di essere trasferito <strong>in</strong> Germania. «Da<br />

quel tempo non si hanno più notizie di lui»24, affermò nell'autunno del 1945 <strong>il</strong> responsab<strong>il</strong>e<br />

del Comune. Anche di Louis Gourney si persero le tracce durante la detenzione. Una lettera<br />

della Croce rossa <strong>in</strong>ternazionale, nel dopoguerra, chiedeva <strong>in</strong>formazioni su di lui per conto<br />

della moglie residente a Gabes <strong>in</strong> Tunisia (ma di nazionalità francese) che non aveva più<br />

notizie dal luglio 1944.<br />

Il 14 febbraio dieci civ<strong>il</strong>i vennero fuc<strong>il</strong>ati <strong>in</strong> piazza per rappresaglia dopo l'uccisione di<br />

due m<strong>il</strong>itari fascisti, attribuita ai partigiani25. Tra le vittime della strage di Bagnolo <strong>il</strong> commissario<br />

prefettizio Aristide Carboni, come ricorda Joseph Cassar <strong>in</strong>ternato anglo-maltese:<br />

A Bagnolo, come ho già detto, ho conosciuto <strong>il</strong> povero Podestà Carboni che venne fuc<strong>il</strong>ato <strong>in</strong><br />

piazza <strong>in</strong>sieme ad altri perché si era rifiutato di dare la lista per una rappresaglia. Volevano da<br />

lui la lista degli antifascisti. Lui rispose: «lo non conosco nessun antifascista; potete com<strong>in</strong>ciare<br />

da me», e l'hanno preso <strong>in</strong> parola. In piazza hanno fatto chiudere tutte le persiane e li<br />

hanno fuc<strong>il</strong>ati lì. Ma Carboni prima, un giorno, mi aveva avvertito, disse: «Cassar stai attento<br />

perché sappiamo che vi stanno per trasportare a Buchenwald»26.<br />

La notizia è confermata dal figlio Armando che ricorda che <strong>il</strong> padre aveva detto <strong>in</strong> casa<br />

che «era arrivata una lettera <strong>in</strong> Comune che gli ord<strong>in</strong>ava di radunare questi e mi sembra che<br />

ad alcuni lo avesse detto, come Cassar».<br />

Nonostante l'<strong>in</strong>tervento del parroco e di un ufficiale dei bersaglieri, verso le nove del matt<strong>in</strong>o,<br />

racconta Franz<strong>in</strong>i, «i dieci prigionieri vennero portati nella piazza, sp<strong>in</strong>ti ai piedi del<br />

torrazzo e qui massacrati con raffiche di armi automatiche». Stando al Franz<strong>in</strong>i l'eccidio<br />

mise «<strong>in</strong> imbarazzo gli ambienti» soprattutto fascisti: <strong>il</strong> Capo della Prov<strong>in</strong>cia era «contrariato»<br />

mentre i tedeschi «non si lasciarono scappare l'occasione di r<strong>in</strong>facciare questo nuovo<br />

crim<strong>in</strong>e fascista»27. Il locale Platzkommandantur <strong>in</strong>tervenne presso la federazione fascista<br />

«per far concedere sussidi ad alcune delle famiglie colpite da un'azione "sbagliata", concedendo<br />

<strong>il</strong> nulla osta aff<strong>in</strong>ché durante la cerimonia religiosa per i due fascisti uccisi dai partigiani<br />

venisse ricordato anche <strong>il</strong> commissario prefettizio ucciso dai fascisti»28, come si ev<strong>in</strong>ce<br />

dalla lettera che <strong>il</strong> comando tedesco <strong>in</strong>viò al Capo della Prov<strong>in</strong>cia di Reggio, ripresa da<br />

Franz<strong>in</strong>i:<br />

Come Vi è stato comunicato oralmente, <strong>il</strong> Comando Korueck 514 r<strong>il</strong>ascia <strong>il</strong> nulla osta che, <strong>in</strong><br />

occasione di una cerimonia religiosa per la memoria delle persone assass<strong>in</strong>ate dai fuori legge,<br />

nella messa di requie sia nom<strong>in</strong>ato anche <strong>il</strong> Commissario Prefettizio Carboni Aristide, fuc<strong>il</strong>ato<br />

dalla Brigata nera.<br />

Sette dei fuc<strong>il</strong>ati a Bagnolo hanno lasciato le famiglie <strong>in</strong> povere circostanze; specialmente<br />

bisognosa è la vedova dell'operaio Condelli, Natal<strong>in</strong>a, nata Benecchi, con i suoi 4 piccoli fanciulli;<br />

secondo <strong>in</strong>formazioni pervenute al Korueck <strong>il</strong> Condelli era un operaio pacifico. Il<br />

Comando Korueck 514 chiede alla Prefettura e alla Federazione a dare sussidi a tali buone<br />

famiglie bisognose, siccome l'esecuzione era un'azione sbagliata 29 •<br />

57


Nonostante la strage avesse destato molta impressione <strong>in</strong> paese e <strong>in</strong> Prefettura le autorità<br />

m<strong>il</strong>itari tedesche proseguivano nella loro politica di deportazione degli stranieri verso la<br />

Germania. È del marzo 1945 la lettera della questura di Reggio che <strong>in</strong>vitava i responsab<strong>il</strong>i<br />

del Comune, su ord<strong>in</strong>e del locale comando tedesco, a trasferire a Parma gli <strong>in</strong>ternati, già<br />

prosciolti dall'<strong>in</strong>ternamento e residenti a Bagnolo, Sidney Thomas, Carlo M<strong>il</strong>Is, Antonio<br />

Grech, Carlo Rifley, Peter Grant, Francesco Cassar, Alberto Rowlet e Henry Rosembusch,<br />

che si trovava <strong>in</strong>vece a Campagnola. L'appuntamento era fissato per <strong>il</strong> giorno 6 alle ore 16<br />

davanti al Municipio di Bagnolo dove un camion li avrebbe condotti prima a Reggio poi a<br />

Parma. «Ogni <strong>in</strong>ternato civ<strong>il</strong>e libero - si legge nella lettere - potrà portare con sé un bagaglio<br />

non eccedente <strong>il</strong> peso di trenta ch<strong>il</strong>ogrammi»Jo. Se <strong>il</strong> gruppo di ex <strong>in</strong>ternati sia giunto a<br />

Parma e quale fu la loro reale dest<strong>in</strong>azione la documentazione non dice, anche se dopo<br />

Parma la dest<strong>in</strong>azione più probab<strong>il</strong>e sarebbe stata Verona e Bolzano. La documentazione<br />

r<strong>in</strong>venuta nell'archivio comunale di Bagnolo <strong>in</strong> Piano li dà partiti per Reggio e da quel<br />

momento «se ne sono perse le tracce». Da lì a poco la liberazione e la f<strong>in</strong>e della guerra<br />

porrà f<strong>in</strong>e alla detenzione e molti di loro avrebbero fatto ritorno nei propri paesi d'orig<strong>in</strong>e.<br />

Memoria e popolazione civ<strong>il</strong>e<br />

Il fenomeno dell'<strong>in</strong>ternamento civ<strong>il</strong>e durante la guerra può essere letto non solo come<br />

fenomeno dai risvolti collettivi, ma permette di affrontare le s<strong>in</strong>gole storie di vita dei prigionieri,<br />

del loro <strong>in</strong>teragire con la comunità che li ospita, nelle relazioni con gli altri detenuti e<br />

con i fatti che segnano la vita quotidiana durante la guerra. L'<strong>in</strong>ternamento di civ<strong>il</strong>i non fu<br />

per l'Italia un semplice episodio determ<strong>in</strong>ato dalla guerra ma divenne occasione per le<br />

comunità locali di confrontarsi con gruppi e famiglie «nemiche» o «di razza <strong>in</strong>feriore», nel<br />

caso degli ebrei jugoslavi, di misurarsi con la propria capacità di <strong>in</strong>teragire e di essere solidali<br />

nei loro confronti. In poche parole la capacità di far prevalere i valori di umanità su<br />

quelli dettati dalla guerra e dalla dittatura fascista.<br />

Dietro le storie d'<strong>in</strong>ternamento si nascondono storie di vita segnate dalla volontà di<br />

sopravvivenza e dal desiderio di riconquistare ogni giorno spazi di libertà. Storie che<br />

nascondono legami <strong>in</strong>aspettati che si <strong>in</strong>trecciano con le storie della comunità e dei loro s<strong>in</strong>goli<br />

rappresentanti. Joseph Cassar era nato a Malta nel 1917 e si trovava <strong>in</strong> Italia per ragioni<br />

di studio quando la polizia italiana lo arrestò nel 1940. Venne arrestato con <strong>il</strong> fratello<br />

Carmelo e un gruppo di maltesi, tutti studenti, portato sull'isola di Ventotene dove erano<br />

conf<strong>in</strong>ati numerosi detenuti politici. Cassar e gli altri malte si conf<strong>in</strong>ati fecero domanda al<br />

governo italiano per vedere riconosciuto <strong>il</strong> loro status di prigionieri di guerra, e non politici,<br />

e qu<strong>in</strong>di di essere trasferiti presso un luogo di detenzione dest<strong>in</strong>ato a malte si sudditi britannici.<br />

Cassar, come ricorda <strong>in</strong> una sua testimonianza, potè usufruire dei consigli del futuro<br />

presidente della repubblica Sandro Pert<strong>in</strong>i e di alcuni altri conf<strong>in</strong>ati politici antifascisti. La<br />

domanda venne accolta e Cassar <strong>in</strong>sieme ad altri quattro suoi connazionali si apprestò a<br />

lasciare l'isola per un campo di <strong>in</strong>ternamento per civ<strong>il</strong>i «sudditi di paesi nemici»,<br />

Montechiarugolo appunto. Prima della partenza, Cassar fu vittima di un <strong>in</strong>cidente, raccontò<br />

pubblicamente una barzelletta contro Mussol<strong>in</strong>i, che gli costò sei mesi di carcere a Poggio<br />

Reale a Napoli. Chiusa la parentesi napoletana Cassar raggiunse <strong>in</strong> treno Montechiarugolo,<br />

dove lo aspettavano <strong>il</strong> fratello Carmelo e gli altri <strong>in</strong>ternati maltesi. Inf<strong>in</strong>e, <strong>il</strong> passaggio dopo<br />

tre anni a Reggio Em<strong>il</strong>ia e qu<strong>in</strong>di a San Tomaso della Fossa.<br />

Fu allora - racconta Cassar Manghi - ero anche amico con un maresciallo dei carab<strong>in</strong>ieri ...<br />

mi diede un biglietto, dicendomi: «Stai attento a non farti pescare.» Giravo <strong>in</strong> bicicletta f<strong>in</strong>o a<br />

58


venti ch<strong>il</strong>ometri da Bagnolo; sono andato a parlare con i partigiani e quelli erano di una<br />

sezione comunista. Ho parlato ma non hanno avuto fiducia <strong>in</strong> me e mi hanno resp<strong>in</strong>to.<br />

Tornando <strong>in</strong>dietro fui fermato da un posto di blocco di questi brigatisti neri e mi volevano<br />

arrestare e portare a Reggio Em<strong>il</strong>ia perché giravo lontano da Bagnolo <strong>in</strong> bicicletta [aveva trasgredito<br />

le norme che regolavano la vita dei conf<strong>in</strong>ati, ndr]. Ma io avendo <strong>in</strong> tasca <strong>il</strong> lasciapassare<br />

tedesco ho <strong>in</strong>sistito per essere portato <strong>in</strong> caserma dei tedeschi e non dei fascisti.<br />

Hanno avuto un po' di titubanza e mi hanno lasciato andare. E allora io via ... Sono stato<br />

pescato un'altra volta a Bagnolo per una rappresaglia perché avevano ucciso due tedeschi.<br />

Quella volta me la sono vista brutta, perché ero stato trattenuto tra gli eventuali ostaggi. Poi<br />

una guardia di pubblica sicurezza mi riconobbe e mi aiutò a scappare, per poi d<strong>il</strong>eguarmi <strong>in</strong><br />

campagna.<br />

La mia amica e futura moglie di Castelnuovo mi condusse a V<strong>il</strong>la Cella da un prete, don Luca<br />

Pallai. Lì ci mettemmo d'accordo che mi avrebbe mandato sui monti per passare f<strong>in</strong>almente<br />

le l<strong>in</strong>ee. Prima di fare questo passo mi sono consultato con un altro <strong>in</strong>ternato, un certo Dunn,<br />

che era un legale, un <strong>in</strong>ternato, ma un avvocato. Lui mi confermò che <strong>in</strong> caso di cattura mentre<br />

si attraversava <strong>il</strong> conf<strong>in</strong>e sarei stato fuc<strong>il</strong>ato. Lo so di aver rischiato ma ho rischiato.<br />

Don Luca Pallai mi tenne nascosto <strong>in</strong> canonica per quattro notti. Poi la matt<strong>in</strong>a presto del<br />

qu<strong>in</strong>to giorno con la mia bicicletta siamo saliti <strong>in</strong> montagna e di lì da una staffetta all'altra<br />

senza sapere chi fossero mi hanno fatto attraversare la montagna da un campo partigiano<br />

all'altro, per dieci giorni, mangiando tutto ciò che si poteva trovare ... castagne quasi sempre.<br />

Attraversai <strong>il</strong> fronte, mi sembra dalle parti di Massa ... aggrappato ai monti sopra <strong>in</strong> alto mentre<br />

giù si vedevano i tedeschi. I miei pantaloni erano tutti stracciati perché non riuscivo a<br />

scendere dai monti se non strisciando con <strong>il</strong> sedere. Essendo però <strong>in</strong> mano ad una guida capace<br />

che ci faceva camm<strong>in</strong>are solamente di notte attraversammo <strong>il</strong> fronte a Firenze 3 ].<br />

Anche altri <strong>in</strong>ternati fuggirono da Bagnolo, m<strong>in</strong>acciati dai provvedimenti tedeschi, sparpagliandosi<br />

nelle campagne reggiane. Peter Grant <strong>in</strong>sieme a tre compagni, ad esempio, fuggì<br />

«verso le montagne di Scandiano dove sapevamo che c'erano dei partigiani. Ci siamo <strong>in</strong>contrati<br />

con loro e ci hanno consegnati alle autorità Alleate nei d<strong>in</strong>torni di Firenze»32.<br />

A Firenze - cont<strong>in</strong>ua Grant - la vita è cambiata completamente. Da ex <strong>in</strong>ternato sono diventato<br />

un sospettato per aver attraversato le l<strong>in</strong>ee. Prima mi presero gli americani poi mi consegnarono<br />

agli <strong>in</strong>glesi che mi tennero <strong>in</strong> arresto nel campo profughi di C<strong>in</strong>ecittà. Senza nessun<br />

aiuto tranne che per <strong>il</strong> cibo che davano nel campo. Nemmeno i vestiti davano ... niente.<br />

Durante la mia fuga però avevo dato ai partigiani tutto ciò che avevo. Era gente che viveva <strong>in</strong><br />

montagna e aveva bisogno di tutto. Ho dato quello che potevo perché ero certo che sarei stato<br />

capace di attraversare con fac<strong>il</strong>ità <strong>il</strong> fronte.<br />

Venni portati a C<strong>in</strong>ecittà dove sono rimasto per sei mesi, f<strong>in</strong>ché dopo le tante proteste verso <strong>il</strong><br />

governo di Malta mi hanno portato su una nave e mi hanno condotto a Malta, vestito da soldato<br />

americano perché non avevo vestiti eccetto quelli che mi avevano dato i m<strong>il</strong>itari al<br />

momento dell' attraversament0 33 •<br />

Dopo la guerra Cassar ritornò nel reggiano, facendo tappa a Castelnuovo Sotto dove sposò<br />

la ragazza a cui aveva aggiustato l'orologio e che lo aveva aiutato a fuggire. Nel 1973<br />

ritornò per l'ultima volta a Bagnolo <strong>in</strong> Piano assieme ad Alda, ed <strong>il</strong> loro terzogenito Luigi,<br />

rivedendo con piacere la famiglia Forment<strong>in</strong>a Olivi. Non fu l'unico, anche Peter Grant<br />

ritornò <strong>in</strong> paese per sposarsi. «Sono ritornato a San Tomaso - racconta Grant - nel '46 ed ho<br />

sposato Maria Ghizzoni nella chiesa parrocchiale del paese, mia figlia maggiore è nata lÌ».<br />

«Non erano considerati nemici, erano più nemici chi li controllava!», sostengono conv<strong>in</strong>ti<br />

i fratelli Carboni. «Loro sono stati bene; poi perché molti sono tornati e ogni tanto qualcuno<br />

59


torna ancora? Perché erano stati accolti bene». Lo spirito di accoglienza non riguardò solo<br />

gli uom<strong>in</strong>i. La permeab<strong>il</strong>ità della comunità locale fece sì che anche le stranezze trovarono<br />

cittad<strong>in</strong>anza nella comunità. Un esempio per tutti ce lo racconta Armando Carboni:<br />

C'era poi un prigioniero, tale Bazzoochy ... un tipo un po' diverso, strano ... Si può dire che<br />

da allora a Bagnolo i Bazzoochy non sono mai mancati ... Bazzoochy esiste ancora a<br />

Bagnolo! La verità è che ogni tanto salta fuori <strong>il</strong> nome Bazzoochy. È diventato un soprannome<br />

comune <strong>in</strong> paese e un modo di dire dopo la guerra; anche qualche cane venne chiamato<br />

cosÌ. C'è addirittura un consigliere delle Reggiane che si è portato via <strong>il</strong> soprannome di<br />

Bazzoochy. Lui, l'orig<strong>in</strong>ale, era strano, diverso ... andava, ad esempio, <strong>in</strong> bonifica a nuotare<br />

sempre tutto nudo. Noi bamb<strong>in</strong>i di otto, nove anni, lo vedevamo nudo lì .... Ma non ha mai<br />

fatto niente. Non dormiva <strong>in</strong> mezzo agli altri nelle scuole. I suoi compagni lo facevano dormire<br />

nel sottoscala. Il nome lo si prendeva per l'aspetto ... un po' c<strong>in</strong>ese, per dire, o per la<br />

camm<strong>in</strong>ata, con la faccia un po' <strong>in</strong> avanti ... Allora ce ne furono subito quattro o c<strong>in</strong>que di<br />

Bazzoochy ... e ogni tanto ne spuntava uno nuovo. Ce ne sono ancora oggi dopo c<strong>in</strong>quant'anni.<br />

La guerra porta sempre cose con sé ... J4 •<br />

La f<strong>in</strong>e della guerra e delle ragioni che avevano portato all'<strong>in</strong>ternamento non co<strong>in</strong>cise<br />

sempre con <strong>il</strong> rimpatrio degli stranieri ex <strong>in</strong>ternati. Non tutti avevano un posto dove andare o<br />

avevano voglia di lasciare <strong>il</strong> paese come si ev<strong>in</strong>ce da una lettera del prefetto Vittorio Pellizzi<br />

del 20 ottobre 1945 che <strong>in</strong>vitava le nuove autorità comunali a sgomberare l'edificio scolastico<br />

di San Tomaso della Fossa dagli <strong>in</strong>ternati ancora presenti, un britannico e un irakeno, <strong>in</strong><br />

vista dell'imm<strong>in</strong>ente apertura del nuovo anno scolastico J5 •<br />

60


l. Marco M<strong>in</strong>ardi, Tra chiuse mura. Deportazione e campi di concentramento nella prov<strong>in</strong>cia di Parma 1940-<br />

1945, Comune di Montechiarugolo 1987, pp. 19-43.<br />

2. Archivio di Stato di Parma, Questura di Parma, b.95, lettera riservata del direttore del campo al questore di<br />

Reggio Em<strong>il</strong>ia, 25 settembre 1943.<br />

3. Si trattava degli <strong>in</strong>glesi Vittorio Campbell, Alberto Rowlett, Giuseppe Chevalier, Raffaele Kattan, del russo<br />

Giovanni Markevic, del canadese Ronci F<strong>il</strong>ippo, e del francese Roberto Tricoire (Archivio centrale dello Stato di<br />

Roma, Pubblica Sicurezza, cat. A4bis b.5).<br />

4. Guerra alle "Reggiane ". 28 luglio 1943/8 gennaio 1944, Comune di Reggio Em<strong>il</strong>ia, Circoscrizione VII,<br />

<strong>Istoreco</strong>, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1999.<br />

5. Carmelo Cassar, The Bru story, Gozo Press, Malta 1997, pp. 12-13.<br />

6. Paola Carucci, Conf<strong>in</strong>o, soggiorno obbligato, <strong>in</strong>ternamento: sv<strong>il</strong>uppo della normativa, <strong>in</strong> I campi di concentramento<br />

<strong>in</strong> Italia. Dall'<strong>in</strong>ternamento alla deportazione 1940-1945, a cura di Costant<strong>in</strong>o Di Sante, Franco<br />

Angeli, M<strong>il</strong>ano, 2001, p. 23.<br />

7. Paola Carucci, cit. p.23.<br />

8. Testimonianza scritta di Peter Grant, 13 giugno 2000.<br />

9. Marco M<strong>in</strong>ardi, Tra chiuse mura, cit., pp. 68-69.<br />

IO. Marco M<strong>in</strong>ardi, Tra chiuse mura, cit., p.38.<br />

Il. Marco M<strong>in</strong>ardi, Gli <strong>in</strong>ternati civ<strong>il</strong>i nel Campo di concentramento di Fossoli. Un documento, <strong>in</strong> «Rassegna di<br />

Storia contemporanea», Rivista dell'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia<br />

di Modena, a. 1998, n. 2, pp. 77-85.<br />

12. Archivo centrale dello Stato, Pubblica Sicurezza, cat. A4bis, b.1944, Questura di Parma. «Stranieri già <strong>in</strong>ternati<br />

a Montechiarugolo, che si trovano dall' 11.9 .c.a. a Reggio Em<strong>il</strong>ia a disposizione dell' autorità m<strong>il</strong>itari tedesca».<br />

13. Archivio di Stato di Parma, Questura di Parma, b.13, f. E.P.<br />

14. Wash<strong>in</strong>gton National Archives, doc. 740063, Campo San Tomaso della Fossa preso Bagnolo <strong>in</strong> Piano. Visité<br />

par le Dr. B. Beretta le 25 ju<strong>in</strong> 1944 (vedi allegato).<br />

15. Testimonianza orale di Armando Carboni, 16 ottobre 2000.<br />

16. Tra le famiglie che ospitarono gli ex <strong>in</strong>ternati vi fu quella di Dante Carnevali che risiedeva <strong>in</strong> via Lazzari Il.<br />

17. Testimonianza orale di Joseph Cassar, II ottobre 2000.<br />

18. Wash<strong>in</strong>gton National Archives, doc. 740063, Campo San Tomaso della Fossa pres Bagnolo <strong>in</strong> Piano. Visité<br />

par le Dr. B. Beretta le 25 ju<strong>in</strong> 1944.<br />

19. Archivio comunale di Bagnolo <strong>in</strong> Piano, cat. 15 Pubblica Sicurezza, 1944, b.546, Lettera del commissario<br />

prefettizio di Bagnolo <strong>in</strong> Piano, 18 ottobre 1944.<br />

20. Archivio comunale di Bagnolo <strong>in</strong> Piano, cat. 15 Pubblica Sicurezza, 1944, b.546, Telegramma della Questura<br />

di Reggio Em<strong>il</strong>ia, 9 novembre 1944.<br />

21. Archivio comunale di Bagnolo <strong>in</strong> Piano, cat. 15 Pubblica Sicurezza, 1944, b.546, Biglietto urgente di servizio<br />

della questura di Reggio Em<strong>il</strong>ia, 28 novembre 1944.<br />

22. Archivio comunale di Bagnolo <strong>in</strong> Piano, cat. 15 Pubblica Sicurezza, 1945, b.551, Soggiorno stranieri nel territorio<br />

repubblicano.<br />

23. Archivio comunale di Bagnolo <strong>in</strong> Piano, cat. 15 Pubblica Sicurezza, 1944, b.546, Telegranuna del questore di<br />

Reggio Em<strong>il</strong>ia 20 dicembre 1944 b.2 Telegramma della questura di Reggio Em<strong>il</strong>ia, 20 dicembre 1944.<br />

24. Archivio comunale di Bagnolo <strong>in</strong> Piano, cat. 15 Pubblica Sicurezza, 1945, b.551, Soggiorno stranieri nel territorio<br />

repubblicano.<br />

25. Guerr<strong>in</strong>o Franz<strong>in</strong>i, Storia della Resistenza reggiana, Anpi di Reggio Em<strong>il</strong>ia, Reggio Em<strong>il</strong>ia, pp. 547-548.<br />

26. Testimonianza orale di Joseph Cassar, II ottobre 2000<br />

27. Guerr<strong>in</strong>o Franz<strong>in</strong>i, op cit., p. 548.<br />

28. Guerr<strong>in</strong>o Franz<strong>in</strong>i, op cit., p. 548.<br />

29. Guerr<strong>in</strong>o Franz<strong>in</strong>i, op cit., p. 548.<br />

30. Archivio comunale di Bagnolo <strong>in</strong> Piano, cat. 15, Pubblica Sicurezza, 1945, b. 551.<br />

31. Testimonianza orale di Joseph Cassar, 11 ottobre 2000<br />

32. Testimonianza scritta di Peter Grant, 13 giugno 2000.<br />

33. Testimonianza scritta di Peter Grant, 13 giugno 2000.<br />

34. Testimonianza di Armando Carboni, 16 ottobre 2000.<br />

35. Archivio comunale di Bagnolo <strong>in</strong> Piano, cat. 15 Pubblica Sicurezza, b.551, lettera del Prefetto di Reggio<br />

Em<strong>il</strong>ia, Vittorio Pellizzi, 20 ottobre 1945.<br />

61


Documenti<br />

CAMPO SAN TOMASO DELLA FOSSA VICINO A BAGNOLO IN PIANO<br />

Visitato dal dott. B. Beretta <strong>il</strong> 25 giugno 1944.<br />

Indirizzo postale: CC. San TOMASO DELLA FOSSA, frazione di BAGNOLO IN PIANO<br />

(REGGIO EMILIA)<br />

Capienza: circa 50 persone<br />

Comandante: Il campo dipende dalla Questura di Reggio Em<strong>il</strong>ia, ma è diretto e amm<strong>in</strong>istrato<br />

dal primo tenente R. della «M<strong>il</strong>itiirkommandatun> Reggio Em<strong>il</strong>ia.<br />

Effettivi al 25 giugno 1944: 25 <strong>in</strong>ternati civ<strong>il</strong>i, dei quali: 20 Britannici; 1 U.S.A.<br />

Si tratta degli occupanti del campo di BAGNOLO IN PIANO che sono stati trasferiti a SAN<br />

TOMASO DELLA FOSSA, spostato di 4 km all'<strong>in</strong>izio dell'anno.<br />

Camp leader: <strong>in</strong>ternato civ<strong>il</strong>e britannico THOMAS Sydney.<br />

Aspetti generali: Il campo è sistemato nell'edificio della scuola. Situato <strong>in</strong> prossimità della<br />

strada, è circondato da un orto e rec<strong>in</strong>tato da f<strong>il</strong>o sp<strong>in</strong>ato. r.; edificio è costituito da un piano<br />

terra e due piani. Al piano terra si trovano le cuc<strong>in</strong>e per i m<strong>il</strong>itari di guardia e per gli <strong>in</strong>ternati<br />

civ<strong>il</strong>i. La cuc<strong>in</strong>a degli <strong>in</strong>ternati civ<strong>il</strong>i è spaziosa e <strong>il</strong>lum<strong>in</strong>ata da 3 f<strong>in</strong>estre. Una donna di<br />

sevizio prepara <strong>il</strong> vitto. Tre stanze spaziose al primo piano sono a disposizione degli <strong>in</strong>ternati<br />

e contengono ciascuna 8 letti da campo con coperte e lenzuola. Tre f<strong>in</strong>estre e due lampade<br />

elettriche per stanza consentono sufficiente aerazione e <strong>il</strong>lum<strong>in</strong>azione.<br />

Installazioni sanitarie: Vi sono 4 WC. al primo piano, con acqua corrente, e sono sufficienti.<br />

Le docce, <strong>in</strong>vece, mancano, e gli <strong>in</strong>ternati se ne lamentano.<br />

Vitto: Vi sono tre pasti al giorno:<br />

Matt<strong>in</strong>o: caffè a volontà con latte (quest'ultimo a pagamento)<br />

Mezzogiorno: pane 300 gr.<br />

«m<strong>in</strong>estra» o «risotto» o «pasta asciutta» <strong>in</strong> quantità sufficiente<br />

Sera:<br />

lo stesso menu del mezzogiorno.<br />

Razione giornaliera di grassi per persona: 25 gr. (spesso burro).<br />

Carne: 4 volte alla settimana <strong>in</strong> quantità di 100 gr. a persona ogni volta,<br />

Tabacco: la tessera di razionamento da diritto a 40 sigarette a persona ogni settimana dietro<br />

pagamento.<br />

V<strong>in</strong>o: distribuito a pagamento. Il campo ha ricevuto una dotazione di 2.200 litri al prezzo<br />

controllato di 6 lire al litro. Questo stock si è ben presto esaurito.<br />

Noi abbiamo assaggiato la m<strong>in</strong>estra con la pasta e l'abbiamo trovata ottima. I pasti sono<br />

consumati nei dormitori.<br />

Cure mediche: Il medico condotto comunale viene quando è chiamato. La salute di tutti è ottima.<br />

62


Effetti di abbigliamento e biancheria personale: In parte molto usurati.<br />

Denaro: Gli <strong>in</strong>ternati civ<strong>il</strong>i possono tenere <strong>il</strong> denaro di cui dispongono.<br />

Lavoro: E' impossib<strong>il</strong>e.<br />

Cant<strong>in</strong>a: Vedere sotto «Vitto».<br />

Culto: Un cappellano m<strong>il</strong>itare celebra messa al campo tutte le domeniche. Il giorno della<br />

nostra visita la funzione era già stata officiata.<br />

Corrispondenza: Una lettera alla settimana.<br />

Lamentele: Da parte della direzione nessuna.<br />

Variazioni: I:<strong>in</strong>ternato civ<strong>il</strong>e britannico FEININGER Laurens ha potuto entrare, dietro sua<br />

richiesta, nel Convento del vescovo di Trento <strong>in</strong> «Trent<strong>in</strong>o», con congedo <strong>il</strong>limitato concesso<br />

dalle Autorità tedesche nel febbraio 1944.<br />

Colloqui: Alla presenza del primo tenente R. e del Commissario della Questura di Reggio,<br />

abbiamo parlato con <strong>il</strong> camp leader e con alcuni <strong>in</strong>ternati civ<strong>il</strong>i e abbiamo r<strong>il</strong>evato quanto<br />

segue:<br />

1<br />

2.<br />

3<br />

Il camp leader THOMAS Sydney: dichiara che, <strong>in</strong> generale, tutto va bene.<br />

Secondo lui, <strong>il</strong> cibo è buono.<br />

Si richiede <strong>il</strong> permesso di poter passeggiare lungo una strada di campagna che<br />

costeggia <strong>il</strong> campo. Questo sarà accordato a meno che non vi sia stazionamento<br />

di truppe nei d<strong>in</strong>torni.<br />

Il signor EDWARDS, <strong>in</strong>ternato civ<strong>il</strong>e britannico, chiede dei libri per studiare le<br />

l<strong>in</strong>gue (italiano).<br />

Il signor GRANT, <strong>in</strong>ternato civ<strong>il</strong>e britannico, si dichiara soddisfatto.<br />

Generi di soccorso:<br />

Abbiamo consegnato nelle mani del camp leader signor THOMAS Sydney i seguenti generi<br />

di soccorso:<br />

1.- 8 casse di pacchi canadesi (trasportati per ferrovia e sotto scorta f<strong>in</strong>o a CARPI, qu<strong>in</strong>di<br />

rispediti ancora sotto scorta a BAGNOLO IN PIANO e trasportati da là con un camion del- ..<br />

l'esercito italiano.<br />

La quasi totalità di queste casse è stata aperta alla presenza del Commissario della Questura<br />

di Reggio Em<strong>il</strong>ia che ha controllato <strong>il</strong> contenuto di 2 o 3 pacchi per cassa.<br />

2.- 4 cartoni con 3.000 sigarette e 6 scatole di tabacco per cartone.<br />

Per quel che riguarda i pacchi canadesi, abbiamo detto al camp leader di distribuirli agli<br />

<strong>in</strong>ternati civ<strong>il</strong>i britannici e americani del campo, nonché agli <strong>in</strong>ternati civ<strong>il</strong>i anglo-maltesi<br />

liberati che abitano nei d<strong>in</strong>torni.<br />

Relazione della Croce Rossa Internazionale conservata presso Wash<strong>in</strong>gton National Archives (traduzione<br />

testo orig<strong>in</strong>ale francese)<br />

63


Elenco degli <strong>in</strong>ternati civ<strong>il</strong>i stranieri <strong>in</strong>ternati nel campo di concentramento di San<br />

Tomaso della Fossa, comune di Bagnolo <strong>in</strong> Piano (Reggio Em<strong>il</strong>ia)<br />

Herbert Thomas Arden fu Edward, <strong>in</strong>glese, nato a Bologna <strong>il</strong> 24.5.1923<br />

Alberto Belayghe fu Enrico, francese, nato a Tersac <strong>il</strong> 9.10.1882<br />

Leone Benedeva, nato ad Alessandria d'Egitto nel 1914<br />

Domenico Bocca fu Giacomo, <strong>in</strong>glese, nato a Felizzano <strong>il</strong> 1.4.1886<br />

W<strong>il</strong>liam Bookes, di Giuseppe, <strong>in</strong>glese, nato a Roma <strong>il</strong> 29.10.1898<br />

Rene Bouvet fu Giuseppe, francese, nato a Albertv<strong>il</strong>le <strong>il</strong> 24.3.1891<br />

Edoardo Buttigich fu Antonio, <strong>in</strong>glese, nato a Tripoli <strong>il</strong> 28.1 0.1918<br />

Vittorio Campbell di Domenico, <strong>in</strong>glese, nato a Tarvisio iI20.11.1886<br />

Francesco Cassar di Riccardo, <strong>in</strong>glese, nato a Tripoli <strong>il</strong> 13.6.1909<br />

Giuseppe Cassar di Giuseppe, <strong>in</strong>glese, nato a Malta <strong>il</strong> 7.8.1917<br />

-Luogo C<strong>in</strong>i fu Salvatore, <strong>in</strong>glese, nato a Tripoli <strong>il</strong> 3.2.1895<br />

Carlo Carli fu Giobatta, francese, nato a Marsiglia <strong>il</strong>1.10.1890<br />

Giuseppe Chevalier fu Tommaso, <strong>in</strong>glese, nato a Malta <strong>il</strong> 2.12.1920<br />

W<strong>il</strong>liam Cornish fu W<strong>il</strong>liam, <strong>in</strong>glese, nato a Londra <strong>il</strong> 19.8.1896<br />

Vladimiro De Bostros fu Sel<strong>in</strong>, <strong>in</strong>glese, nato a Londra <strong>il</strong> 1.11.1883<br />

Alberto De Graan fu Giovanni, olandese, nato ad Amsterdam <strong>il</strong>I 0.2.1894<br />

Enrico Dunn Vernon di Settimo, <strong>in</strong>glese, nato a Giaffa <strong>il</strong> 14.6.1907<br />

Edwards F. Lovett, <strong>in</strong>glese, nato a Yarmouth <strong>il</strong> 26.9. 1901<br />

Lawrence Fe<strong>in</strong><strong>in</strong>ger di Leon, <strong>in</strong>glese, nato a Berl<strong>in</strong>o <strong>il</strong> 5.4.1909<br />

Pierre Fabre di Em<strong>il</strong>io, francese, nato a Parigi <strong>il</strong> 26.1.1904<br />

-Rom<strong>il</strong>do Farruggia fu Giuseppe, <strong>in</strong>glese, nato a Sfak <strong>il</strong> 2.4.1902<br />

Henry Franken di Adolfo, olandese, nato ad Amsterdam <strong>il</strong>l.l.1918<br />

Walter Gaffiers di Alberto, <strong>in</strong>glese, nato a Malta <strong>il</strong> 20.1.1869<br />

W<strong>il</strong>liam Falzon fu Giovanni, <strong>in</strong>glese, nato a Tripoli <strong>il</strong> 29.8.1912<br />

Herriett Glass, nato a Colombus <strong>il</strong> 1885<br />

Peter Grant di Sandy, <strong>in</strong>glese, nato a Mauritius <strong>il</strong> 4.12.1925<br />

Luois Gournaj di Jean, francese, nato ad Algeri <strong>il</strong> 22.2.1904<br />

Natal<strong>in</strong>o Grech di Carmelo, <strong>in</strong>glese, nato a Tripoli <strong>il</strong> 16.12.1907<br />

Axel Hamns<strong>in</strong>ch, francese, nato <strong>in</strong> Alta Savoia nel 1914<br />

Karlis Hels<strong>in</strong>g di Leonardo, Iettane, nato a Riga <strong>il</strong> 21.10 .1916<br />

"'Thomas K<strong>in</strong>g fu Roberto, <strong>in</strong>glese, nato a Cardiff <strong>il</strong> 9.2.1884<br />

Carlo Kimball di Carlo, statunitense, nato a Chicago <strong>il</strong> 30.7.1914<br />

Alfredo Laferla di Goffredo, <strong>in</strong>glese, nato a Malta <strong>il</strong> 26.5.1913<br />

Michael Langley di Ambrose, <strong>in</strong>glese, nato a Blakeley <strong>il</strong> 17.9.1911<br />

Cam<strong>il</strong>lo Lebre fu Giuseppe, francese, nato a Aix-en-Prov<strong>in</strong>ce nel 1890<br />

Ivan Marckevic fu Francesco, russo, nato a Vladi Cancaz <strong>il</strong> 10.1.1890<br />

Carlo Middleton fu John, <strong>in</strong>glese, nato a Spr<strong>in</strong>ger <strong>il</strong>lO.7.1887<br />

Spiridione Mifsud di Giuliano, <strong>in</strong>glese, nato a Malta <strong>il</strong> 25.3.1918<br />

Carlo M<strong>il</strong>ls fu Carlo, <strong>in</strong>glese, nato a Catania <strong>il</strong> 26.10.1908<br />

Alfonso Marthours, <strong>in</strong>glese, nato <strong>in</strong> Costa d'Oro <strong>il</strong> 23.12.1889<br />

""tiuseppe Mifsud di Carmelo, <strong>in</strong>glese, nato a Port Said <strong>il</strong> 15.1.1921<br />

Salvatore Mizzi fu Salvatore, <strong>in</strong>glese, nato a Tripoli <strong>il</strong> 22.1.1904<br />

64


Edoardo Montague fu Cir<strong>il</strong>, <strong>in</strong>glese, nato a Londra <strong>il</strong> 5.1.18<strong>93</strong><br />

Naon Bazzoky di Salomon, <strong>in</strong>glese, nato a Bagdad <strong>il</strong> 27.9.1888<br />

Hagopian Der Nishan di Marton, turco, nato a Sebasta <strong>il</strong> 11.7.1913<br />

Edmond Stanley Parson di Edoardo, <strong>in</strong>glese, nato a Londra 1'8.3.1913<br />

Peter Precha fu Michele, <strong>in</strong>glese, nato a Londra <strong>il</strong> II.1.1900<br />

Giovanni Price di Giovanni, <strong>in</strong>glese, nato a Piomb<strong>in</strong>o <strong>il</strong> 4.2.1897<br />

F<strong>il</strong>ippo Ronci di Romeo, canadese, nato a Montreal <strong>il</strong> 2.9.1913<br />

Vladimiro Polic fu V<strong>in</strong>cenzo, americano, nato a Buenos Aires <strong>il</strong> 15.5.1899<br />

....... Charles Ripley, <strong>in</strong>glese, nato a G<strong>il</strong>l<strong>in</strong>gham <strong>il</strong> 29.9.1898<br />

Paolo Rottman fu Ermanno, <strong>in</strong>glese, nato ad Amburgo <strong>il</strong> 14.9 .1890<br />

Enrico Rosembusch di Guglielmo, <strong>in</strong>glese, nato a Itar <strong>il</strong> 17.6.1895<br />

Nripendra Math Mitter di Janoki, <strong>in</strong>glese, nato a Janoki <strong>il</strong> 29.12.1890<br />

Mario Romano di Ferd<strong>in</strong>ando, australiano, nato a Eboli <strong>il</strong> 25.9.1894<br />

Albert Rowlett di Edoardo, <strong>in</strong>glese, nato a Mess<strong>in</strong>a <strong>il</strong> 4.4.1916<br />

W<strong>il</strong>liam Smith fu W<strong>il</strong>liam, <strong>in</strong>glese, nato a Napoli 1'11.11.1884<br />

Roberto Stark fu Alfredo, francese, nato a Parigi <strong>il</strong> 7.6.1896<br />

Fritz Snapper di Isidoro, olandese, nato a Gran<strong>in</strong>ger<br />

~<strong>il</strong>ippo Tagliavia fu Paolo, <strong>in</strong>glese, nato a Londra <strong>il</strong> 5.1.1907<br />

Sydney Thomas di Giacomo, <strong>in</strong>glese, nato a Walton-on-Naze <strong>il</strong> 24.3.1891<br />

Roberto Tricoire fu Carlo, francese, nato a Parigi <strong>il</strong> 1.6.1907<br />

Max Werdier fu Gabriele, francese, nato a Parigi <strong>il</strong> 14.9.1907<br />

Daniele Valenfort di Leone, <strong>in</strong>glese, nato a Port Vittoria nel 1907<br />

Roberto White fu Alfredo, <strong>in</strong>glese, nato a Genova <strong>il</strong> 28.11.1913<br />

Emanuele Weiss fu Em<strong>il</strong>io, <strong>in</strong>glese, nato a Zeist <strong>il</strong> 26.9 .1903<br />

Henry Montagne Wearne di Riccardo, <strong>in</strong>glese, nato a Helston <strong>il</strong> 17.1 0.1902<br />

Gian Battista Zammit fu Giuseppe, <strong>in</strong>glese, nato a Tripoli <strong>il</strong> 15.1 0.1881<br />

Fonte: Archivio comunale di Bagnolo <strong>in</strong> Piano, buste relative alla categorie Beneficenza e Pubblica<br />

Sicurezza per gli anni 1944-1945; Archivio centrale dello stato, Pubblica Sicurezza cat. A4 bis, b.<br />

1944.<br />

65


~<br />

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riums vo:ru 16.Ik!aer,,~ 1944 N.555/124 art. i-<br />

gelassen wlJrderl.<br />

Documento della Questura di Reggio Em<strong>il</strong>ia del 18 apr<strong>il</strong>e 1944 che «libera» Joseph<br />

Cassar dall'<strong>in</strong>ternamento. Rimase per «l'ex prigioniero» <strong>il</strong> rischio di essere nuovamente<br />

arrestato e deportato <strong>in</strong> Germania.<br />

67


•<br />

4; O ru::UN E<br />

.'N}0IF.. Elenco<br />

•<br />

DI BAGNOLO ][N PIANO<br />

IL COII~~A~~'P~E'TTIZIO<br />

AU'tà locale di pubblica s,rez:za<br />

Vista la domanda In atti,' .<br />

Visto <strong>il</strong> Decreto del Capo della Proy/nda di Reggio Em<strong>il</strong>ia <strong>in</strong> data 18 Apr<strong>il</strong>e 1944 - XXII, ed <strong>il</strong>.<br />

telegramma N, 02990 del Questore di Reggio Em<strong>il</strong>ia,'<br />

AUTORIZZA<br />

•<br />

IO • -,.;: l' .,,-.<br />

<strong>il</strong> Signor ......... 0.4-.ìhl.1A ....... J~"'~r~ ... JL ... ~7,v-'-'U,~ ...... ·· .................. .<br />

residente <strong>in</strong> BAGNOLO IN PIANO tl çircolare <strong>in</strong> òfcicletta nel territorio della<br />

Prov<strong>in</strong>cia di Reggio Em<strong>il</strong>ia nelle ore consentit.. • .<br />

Il titolare del presen.pe~esso è munito del seguente documento di riconoscimento:<br />

Carta d'identità n. .... r<strong>il</strong>asciati§;a a .t;;~qlt~~,............ i1 ....····..·.....···,....·····<br />

". IJ ,f-jli If.. i Q '. ~:'f . " . '. cl .' (,~ IcJ'l,c<br />

.'. ~ ..........." .. lrr .. ,iw-')e*.D:1-'-' .~-) ..)'!J<br />

... ', • ì~~l ~ .. ..." .... ~.,, .. .......... 1, ..... . !q.Ì'.~<br />

•·["~.~:\.I\o<br />

..•;._ ~.' m'"'!t't. 't arlo Prefettlzlo<br />

Bagnolo <strong>in</strong> Piano, ...... 1944-t({'..{~':r;~'··;I'1·')\ l al. di P.S. •<br />

• \.4' \.,~:,.,I·.:, '-. '~.""'-..'//,.>"/ '.~:; I J<strong>il</strong> TI LUIGI ''';Qg"" .. f ~.:..' . ./<br />

"'.:;- :::~_...,';'/./1fPé:t;7!4v iIt'. /,1<br />

~~:~ ~'tc ~~.I' ~,~"",,-<br />

//<br />


Interno del dormitorio nella scuola di San Tomaso della Fossa, Bagnolo <strong>in</strong> Piano<br />

"• •.<br />

I I<br />

Distribuzione del rancio agli <strong>in</strong>ternati davanti alla scuola di San Tomaso della Fossa, Bagnolo <strong>in</strong><br />

Piano.<br />

69


Tessera di riconoscimento dal GUF di Roma<br />

Lasciapassare r<strong>il</strong>asciato dalle Fiamme Verdi per fac<strong>il</strong>itare a Joseph Cassar l'attraversamento delle<br />

l<strong>in</strong>ee.<br />

70


,<br />

Alda Manghi, moglie di Joseph Cassar<br />

71


Documenti <strong>in</strong>editi sulla<br />

strage della Bettola<br />

MASSIMO STORCHI<br />

Quando nel 1994 venne alla luce, dopo un s<strong>il</strong>enzio di oltre tre decenni, quello che gli storici<br />

hanno def<strong>in</strong>ito «l'armadio della vergogna», <strong>in</strong> cui erano stati occultati 695 fascicoli relativi<br />

a crim<strong>in</strong>i di massa compiuti dalle truppe naziste durante gli anni dell'occupazione, l'attenzione<br />

per <strong>il</strong> complesso di quelle tragedie tornò alla ribalta, ricongiungendo così <strong>il</strong> contesto<br />

italiano a quanto già da tempo <strong>in</strong> Germania era al centro dell' attenzione da parte degli storici,<br />

delle autorità giudiziarie e dei mass media.<br />

I due processi a Priebke per la strage delle Fosse Ardeat<strong>in</strong>e (1996-97) nell'attualità e la<br />

riproposizione di <strong>in</strong>terventi di ricerca e di riflessione storiografica (<strong>in</strong> particolare i Convegni<br />

di Civitella del 1994 e di Bologna nelle scorse settimane)! hanno ulteriormente reso di attualità<br />

<strong>il</strong> tema che rimane ancora di stretta attualità anche per vicende di cronaca giudiziaria 2 •<br />

Oltre che alle Procure m<strong>il</strong>itari competenti per <strong>il</strong> territorio (nella persistente debolezza di<br />

organici e apparati)lla vicenda è approdata anche a Montecitorio per i profondi risvolti politici<br />

legati alla decisione presa, all'epoca, dal governo Segni (Taviani m<strong>in</strong>istro della Difesa e<br />

Mart<strong>in</strong>o degli Esteri) di r<strong>in</strong>unciare a perseguire i responsab<strong>il</strong>i delle stragi <strong>in</strong> ossequio alla<br />

«ragion di stato» che suggeriva di evitare ogni azione che potesse, <strong>in</strong> un contesto di guerra<br />

fredda, <strong>in</strong>debolire l'alleato tedesco ponendo sul banco degli accusati l'esercito <strong>in</strong> fase di<br />

ricostituzione e di <strong>in</strong>serimento nello schieramento atlantico.<br />

Così, operando oltretutto <strong>in</strong> dispregio delle norme di legge, si decise di archiviare tutto<br />

quanto faceva riferimento alle oltre 15.000 vittime, tutte civ<strong>il</strong>i, elencate nei dossier che vennero<br />

r<strong>in</strong>chiusi <strong>in</strong> quell'armadio che sarebbe riemerso solo tre decenni più tardi. Si decise di<br />

non ut<strong>il</strong>izzare la mole di documenti istruttori di grande valore e precisione, prodotti dagli<br />

angloamericani e consegnati da questi, per legittima competenza alle autorità italiane alla<br />

vig<strong>il</strong>ia degli anni C<strong>in</strong>quanta. Così ogni possib<strong>il</strong>e <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e su Cefalonia, come su S. Anna di<br />

Stazzema e su Bettola, divenne una eventualità impossib<strong>il</strong>e.<br />

Le stragi, anno dopo anno, rimanevano nella memoria delle celebrazioni e dei sopravissuti,<br />

73


74<br />

assumendo sempre di più la sostanza di eventi assoluti, dissolti da ogni legame con un contesto<br />

bellico. Eventi tragici che avevano colpito le s<strong>in</strong>gole comunità ma che proprio per <strong>il</strong> fatto<br />

di non poter far riferimento a responsab<strong>il</strong>ità precise, a «colpevoli» <strong>in</strong>dividuati o segnalati,<br />

tendevano a trasformarsi, con la pesante decl<strong>in</strong>azione degli anni ormai trascorsi, <strong>in</strong> eventi<br />

fuori dal tempo e sempre più diffic<strong>il</strong>mente trasmissib<strong>il</strong>i nella memoria collettiva, quasi relegati<br />

al rango di sventurati eventi naturali. E se questa memoria subiva vari attacchi e rimozioni,<br />

tanto più pesante era <strong>il</strong> passaggio del tempo su tutte quelle stragi «ignorate» che non<br />

erano state <strong>in</strong> grado di emergere con sufficiente spazio di celebrazione (si pensi alle 1586<br />

vittime <strong>in</strong> Campania tra settembre e ottobre 1943).<br />

Il r<strong>in</strong>novato <strong>in</strong>teresse della ricerca storica si è saldato di frequente con la sensib<strong>il</strong>ità delle<br />

comunità a recuperare la propria identità riaprendo <strong>il</strong> versante della ricerca storica e dell '<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e<br />

giudiziaria. Al di là delle vuote dichiarazioni di «pacificazione», si è andata formando<br />

una <strong>in</strong>edita unità di <strong>in</strong>tenti fra storici e magistrati che forse potrà raggiungere qualche risultato.<br />

I documenti <strong>in</strong>editi che vengono pubblicati fanno riferimento all'<strong>in</strong>chiesta svolta dall'apposito<br />

reparto dell'esercito <strong>in</strong>glese nell'estate 1946 e provengono dal Public Record Office di<br />

Londra e dall'archivio M<strong>il</strong>itare tedesco di Ludwigsburg e sono frutto di una ricerca compiuta<br />

da <strong>Istoreco</strong> volta ad acquisire materiali documentari svolta nel 2000.<br />

In realtà 1'attenzione alle stragi compiute nel reggiano da nazisti e fascisti era rimasta viva<br />

nelle attività dell'Istituto, ricordiamo le conferenze di Lutz Kl<strong>in</strong>khammer a Reggio Em<strong>il</strong>ia e<br />

Castelnovo Monti nel 1995 e <strong>il</strong> saggio di Marianella Casali 4 dedicato proprio alla memoria<br />

della strage di Bettola. Certamente però i documenti <strong>in</strong>editi che presentiamo rappresentano<br />

per più motivi elementi di novità.<br />

In primo luogo per quanto esprimono <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di occasione perduta: ut<strong>il</strong>izzati nei tempi<br />

dovuti questi materiali istruttori potevano consentire, alle competenti autorità di proseguire <strong>in</strong><br />

ricerche potenzialmente fruttuose nella identificazione dei responsab<strong>il</strong>i della strage, per la<br />

prima volta <strong>in</strong>dicati con sufficiente precisione. In altri term<strong>in</strong>i era possib<strong>il</strong>e giungere alla<br />

<strong>in</strong>dividuazione dei responsab<strong>il</strong>i e all'avvio dei legittimi procedimenti giudiziari per la loro<br />

punizione <strong>in</strong> tempi ut<strong>il</strong>i. Operazione questa che si è voluta impedire, negando la giustizia alle<br />

vittime e impedendo l'affermazione della verità per almeno un quarantennio.<br />

Ma una lettura attenta dei documenti che vengono oggi pubblicati consente anche alcune<br />

ulteriori considerazioni sulla tragedia avvenuta nella notte di S. Giovanni 1944 a La Bettola.<br />

Innanzitutto si conferma una delle evidenze che la riflessione storiografica <strong>in</strong> sede europea<br />

ha raggiunto circa <strong>il</strong> completo co<strong>in</strong>volgimento dell'<strong>in</strong>tera struttura dell'esercito tedesco nella<br />

politica di strage e di guerra ai civ<strong>il</strong>i. 8unità m<strong>il</strong>itare responsab<strong>il</strong>e della strage della Bettola<br />

non apparteneva alle cosiddette «unità di élite», come era stato nel caso di Cervarolo (con i<br />

m<strong>il</strong>itari della «Hermann Goer<strong>in</strong>g»), ma apparteneva alla Feldgendarmerie, la polizia m<strong>il</strong>itare<br />

della Wehrmacht. Qu<strong>in</strong>di non un'unità particolarmente «specializzata» ma una unità di occupazione,<br />

guidata da ufficiali non più giovanissimi e <strong>in</strong> semplice transito a Cas<strong>in</strong>a, se, come<br />

varie testimonianze confermano, la presenza nel piccolo centro montano si esaurisce nel volgere<br />

di due mesi, prima di un trasferimento verso <strong>il</strong> nord, probab<strong>il</strong>mente <strong>in</strong> zona Veneto. Ciò<br />

nonostante, nella notte di S. Giovanni, questa unità m<strong>il</strong>itare applica con brutale efficienza e<br />

ferocia la rappresaglia più spietata nei confronti di civ<strong>il</strong>i <strong>in</strong>nocenti. Il modus operandi (l'arrivo<br />

nel cuore della notte, gli ostaggi divisi <strong>in</strong> due gruppi per fac<strong>il</strong>itarne la elim<strong>in</strong>azione, lo stupro<br />

di alcune donne, <strong>il</strong> saccheggio dei beni delle vittime, la uccisione e la distruzione dei<br />

cadaveri e dei luoghi con l'<strong>in</strong>cendio) rivela una precisa attitud<strong>in</strong>e, se non esplicita esperienza<br />

ad azioni di rappresaglia, forse <strong>in</strong>aspettata da una unità di polizia m<strong>il</strong>itare.<br />

E se è pur vero che l'<strong>in</strong>esperienza e la <strong>in</strong>capacità rivelata dal gruppo partigiano nello svolgere<br />

l'azione di attacco all'obiettivo dest<strong>in</strong>ato (<strong>il</strong> ponte sulla SS63) rimane <strong>il</strong> motivo scatenante<br />

la rappresaglia, <strong>il</strong> completo annientamento di trentadue <strong>in</strong>nocenti costituisce un ele-


mento di violenza quasi esorbitante da un contesto che f<strong>in</strong>o a quel momento non aveva presentato<br />

elementi di eccessiva pericolosità per l'occupante. La posizione strategica della<br />

Bettola, la uccisione di m<strong>il</strong>itari tedeschi, la fase di profonda crisi dello schieramento m<strong>il</strong>itare<br />

nazifascista (non dimentichiamo che <strong>in</strong> quelle settimane la montagna rimane sguarnita di<br />

fronte all'offensiva partigiana che costr<strong>in</strong>ge i fascisti a ritirare i propri presidi f<strong>in</strong>o alla zona<br />

della pedemontana), sono tutti questi elementi che spiegano solo <strong>in</strong> parte tanta violenza come<br />

quella che si rivela a La Bettola.<br />

La mancanza di ulteriori <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i, rese impossib<strong>il</strong>i dalla scelta dei governi di centro destra<br />

degli anni Sessanta, ci ha privato anche della possib<strong>il</strong>ità di verificare con i protagonisti le<br />

ragioni di quanto accaduto. Di confrontarci con le loro personalità e con le loro storie<br />

<strong>in</strong>dividuali.<br />

Perché La Bettola (come emerge proprio dal verbale di <strong>in</strong>chiesta alleato) è una strage<br />

«nascosta» <strong>in</strong> duplice senso. Per la mancata giustizia resa alle vittime ma anche per le sue<br />

modalità di svolgimento. Il coprifuoco, la totale elim<strong>in</strong>azione di possib<strong>il</strong>i testimoni, la breve<br />

permanenza dell'unità tedesca responsab<strong>il</strong>e sui luoghi, sono stati tutti elementi che hanno<br />

reso più evanescente la ricostruzione dei fatti di quella notte.<br />

Per questo è di grande <strong>in</strong>teresse la testimonianza del sopravissuto gestore della locanda<br />

che, se si salda con le altre raccolte dagli alleati, presenta alcuni elementi di grande r<strong>il</strong>evanza.<br />

Il primo è certamente la imprevedib<strong>il</strong>ità della tragedia: dopo la uccisione dei tre abitanti della<br />

casa più prossima al teatro dell'azione partigiana, quando giunge l'ord<strong>in</strong>e di rialzarsi da terra<br />

dove gli ord<strong>in</strong>i dei soldati avevano costretto a lungo i trentadue occupanti della locanda, si<br />

diffonde quasi un senso di sollievo, tanto da sp<strong>in</strong>gere <strong>il</strong> testimone a pensare di r<strong>in</strong>graziare i<br />

m<strong>il</strong>itari per lo scampato pericolo, conv<strong>in</strong>to che <strong>il</strong> peggio sia ormai passato. E possiamo<br />

immag<strong>in</strong>are la confusione del momento, nella notte, dopo gli spari nella vic<strong>in</strong>a casa della<br />

famiglia Prati. Poi la tragedia <strong>in</strong>vece si concretizza rapidamente, i due gruppi di ostaggi divisi,<br />

le donne violentate, l'uccisione di massa che diventa reale, l'<strong>in</strong>cendio che divampa e<br />

distrugge.<br />

E nel momento dell'esecuzione ecco emergere, nelle parole del sopravissuto, la nota più<br />

agghiacciante, la voce che ord<strong>in</strong>a <strong>il</strong> fuoco non lo fa <strong>in</strong> tedesco, ma sono parole <strong>in</strong> italiano<br />

quelle che comandano la raffica mortale.<br />

In altre testimonianze raccolte la presenza di fascisti di Vezzano era già emersa, ma <strong>in</strong><br />

forma sfumata e <strong>in</strong>certa, forse rimossa. La testimonianza di Beneventi ce le riporta con chiarezza.<br />

Voci italiane ord<strong>in</strong>ano <strong>il</strong> fuoco, fascisti repubblicani sono presenti e collaborano, come<br />

<strong>in</strong> altre stragi (a Cervarolo come a Legoreccio) con i tedeschi nella uccisione di civ<strong>il</strong>i <strong>in</strong>ermi.<br />

Anche su questo la mancanza di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i serie a approfondite ha consentito l'impunità dei<br />

responsab<strong>il</strong>i. Non si sono cercati gli assass<strong>in</strong>i <strong>in</strong> Germania ma neppure a Vezzano e nei d<strong>in</strong>torni,<br />

ciò rimane comunque a creare un deficit di giustizia e di verità che non possiamo tacere.<br />

1. Guerra ai civ<strong>il</strong>i. Stragi, violenza e crim<strong>in</strong>i di guerra <strong>in</strong> Italia e <strong>in</strong> Europa durante la seconda guerra mondiale: i<br />

fatti, le memorie, i processi. Convegno <strong>in</strong>ternazionale di studi, 19-22 giugno 2002. Bologna, Marzabotto. In occasione<br />

di questo convegno l'autore ha presentato la comunicazione: Tra Resistenza di massa e guerra ai civ<strong>il</strong>i: le<br />

stragi a Reggio Em<strong>il</strong>ia.<br />

2. E proprio dei primi giorni di luglio 2002 la notizia della condanna di Friedrich Engel, ufficiale delle SS a<br />

Genova, responsab<strong>il</strong>e della strage del Turch<strong>in</strong>o (c<strong>in</strong>quantanove vittime) si veda V. Vannucc<strong>in</strong>i, Fece fuc<strong>il</strong>are c<strong>in</strong>quantanove<br />

prigionieri. Sette anni al "boia di Genova" <strong>in</strong> "La Repubblica", 6 luglio 2002, p.22.<br />

3. È ancora dei primi giorni di luglio 2002 la notizia apparsa sulla stampa nazionale delle perduranti difficoltà della<br />

Procura M<strong>il</strong>itare di La Spezia, competente per territorio per la strage della Bettola, a condurre con efficacia <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i<br />

<strong>in</strong>vestigative sugli eventi bellici. Si veda Una toga, 64 istruttorie <strong>in</strong> "I.;Espresso", Il luglio 2002, p. 26.<br />

4. M. Casali, Usi e rappresentazioni della memoria nella strage di San Giovanni: Bettola, 23 giugno 1944 <strong>in</strong> Le<br />

memorie della Repubblica, a cura di Leonardo Paggi, La Nuova Italia, Scandicci (Firenze) 1999.<br />

75


Documenti<br />

WAR CRIME SUMMARY<br />

Fer. W SIB78/WC/46/65.<br />

AREA: LA BETTOLA<br />

MR. L2354 Sheet Il<br />

Date commited:<br />

Provo ofReggio Em<strong>il</strong>ia Italy 1: 200,000.<br />

23-24 Jun 44.<br />

VICTIMS:<br />

PRATI FELICITA<br />

PRATI LIGORIO<br />

PRATI MARIANNA<br />

BALESTRAZZI FRANCESCO<br />

BONACINI ABRAMO<br />

BONACINI EVA<br />

BONACINI IGINO<br />

BONACINI GIOVANNI<br />

MARZIANI EMMA<br />

VALCAVI BRUNO<br />

FONTANI EMORE<br />

LASAGNI MARIA<br />

RICCO ITALIANA<br />

SACCAGNI TITO<br />

VARINI IONA GINO<br />

VARINI WALTER<br />

BRAGLIA EUROSIA<br />

BARBIERI ETTORE<br />

BARBIERI GIANNA<br />

BARBIERI LAURA<br />

BARBIERI ZELINDO<br />

CARRETTI ARGENTINA<br />

CASTELLARI BASILIO<br />

CATELLANIALFREDA<br />

FONTANESI BRUNO<br />

FONTANESI FRANCA<br />

FONTANE SI FRANCO<br />

MAGNANI GIUSEPPE<br />

RONZONI EMMA<br />

SPALLANZANI PIERINO<br />

VARINI PIERO<br />

VARINI WILMA.<br />

ACCUSED (In custody):<br />

Gen.BURGER<br />

(Not known to be <strong>in</strong> custody):<br />

Capt. LANER or LANNECH<br />

Capt. HOFHELSER<br />

Capt. NICOLAJEV<br />

Lieut. MULLER<br />

Meister SCHWANlKE<br />

Sjt Major WENT Karl<br />

" " KEPPEL<br />

German SS & SD Commandant, Upper Italy Centre.<br />

German Gendarmerie.<br />

"<br />

" "<br />

German SS.<br />

76


PRECIS OF FACTS:<br />

Between 13 and 20 Jun 44, a unit of German Gendarmerie (Field Post W 33-845) moved<br />

<strong>in</strong>to the v<strong>il</strong>lage ofCASINA, Provo ofREGGIO EMILIA.<br />

The Commandant of this unit, Capt. LANER or LANNECH b<strong>il</strong>leted himself <strong>in</strong> the<br />

VILLA MARIA, wh<strong>il</strong>st his two subord<strong>in</strong>ate capta<strong>in</strong>s HOFHELSER and NICOLAJEV lived<br />

<strong>in</strong> the VILLA CASOTTI.<br />

About 2145 hrs on 23 Jun 44, a number ofLANER'S men were attacked by partisans on<br />

the bridge of LA BETTOLA (a small v<strong>il</strong>lage appr. 15 kms North of CASINA). In the<br />

ensu<strong>in</strong>g fight two Germans and three partisans were k<strong>il</strong>led.<br />

About midnight on 23 Jun 44, between thirty and forty members of the Gendarmerie left<br />

CASINA <strong>in</strong> motor vehicles and proceeded <strong>in</strong> the direction ofLA BETTOLA.<br />

Arriv<strong>in</strong>g at LA BETTOLA between 01 30 and 01 45 hrs on 24 Jun 44, these troops<br />

attacked the house of PRATI Ligorio which happened to be the dwell<strong>in</strong>ghouse nearest to the<br />

bridge where the two German soldiers had been shot a few hours previously.<br />

After k<strong>il</strong>l<strong>in</strong>g the occupants (PRATI Ligorio, PRATI Felicita and PRATI Marianna) they<br />

set fire to the house and then turned their attention to the OSTERIA DELLA BETTOLA on<br />

the opposite side of the road.<br />

Wh<strong>il</strong>st two members of the Gendarmerie turned out the occupants (32 persons), others<br />

placed two mach<strong>in</strong>e-guns fac<strong>in</strong>g the Osteria. Five other persons who had heard the first<br />

shoot<strong>in</strong>g hid <strong>in</strong> the celIar. The persons who had been assemb1ed <strong>in</strong> the street were then ordered<br />

to lie on the ground <strong>in</strong> front of osteria, fac<strong>in</strong>g the mach<strong>in</strong>e-guns, and on their stomachs.<br />

After be<strong>in</strong>g left <strong>in</strong> this position for about half an hour they were ordered to stand up with<br />

their hands above theirs heads. They were ordered to form two groups. The first group was<br />

ordered to walk to the rear of the osteria, wh<strong>il</strong>st the second had to go <strong>in</strong>to the osteria garage.<br />

As soon as the last Italian entered the garage, the German troops opened fire with a<br />

mach<strong>in</strong>e gun and various other automatic weapons. BENEVENTI Oreste, his wife and<br />

young daughter who hid themselves <strong>in</strong> a lavatory <strong>in</strong> the garage were the only survivors. At<br />

practically the same moment, other troops opened fire on the party at the rear of the osteria,<br />

leav<strong>in</strong>g no survivors.<br />

The bodies were then thrown <strong>in</strong>to the garage on top of those who had been k<strong>il</strong>led there.<br />

After cover<strong>in</strong>g the bodies with straw and brushwood and soak<strong>in</strong>g them <strong>in</strong> petrol, the garage<br />

was set on fire. The dwell<strong>in</strong>ghouse of PRATI, the osteria and the osteria garage were completely<br />

gutted by fire.<br />

REMARKS BY INVESTIGATOR.<br />

Although d<strong>il</strong>igent enquiries have been mad <strong>in</strong> the vic<strong>in</strong>ity of LA BETTOLA, no persons<br />

could be found who could give any <strong>in</strong>formation regard<strong>in</strong>g the identity of the German officers<br />

or soldiers present.<br />

77


Furthermore, ow<strong>in</strong>g to a curfew which was <strong>in</strong> force at that time no civ<strong>il</strong>ians could be<br />

found who actually saw the German troops leave CASINA, saw them an route, or saw them<br />

arrive at LA BETTOLA.<br />

Several witnesses who had German officets or Sjt-Majors b<strong>il</strong>leted with them state about<br />

midnight on 23 Jun 44, their boarders armed themselves and left, return<strong>in</strong>g between 06 00<br />

hrs and 08 00 hrs (24 Jun 44). FRIGNANI Maria stated that about midnight on 23 Jun 44,<br />

her two officers boarders returned to her house, armed themselves and then left.<br />

Immediately they had departed she heard a number of motor vehicles leave the square <strong>in</strong><br />

CASINA and go <strong>in</strong> the direction ofLA BETTOLA.<br />

Lieut MULLER who boarded with MANENTI Oreste admitted dur<strong>in</strong>g conversation with<br />

the latter that he was one ofthe officers who took part <strong>in</strong> the atrocity at LA BETTOLA.<br />

The custodians of the VILLA MARIA are an elderly and feeble-m<strong>in</strong>ded couple and could<br />

give non <strong>in</strong>formation regard<strong>in</strong>g the movements of Capt LANER on the night of 23-24 Jun<br />

44.<br />

No death-certificates have been obta<strong>in</strong>ed <strong>in</strong> respect of the victims ow<strong>in</strong>g to the fact that<br />

their bodies were buried <strong>in</strong> the cemeteries of their respective towns and v<strong>il</strong>lages. The procuration<br />

of these would have enta<strong>il</strong>ed journeys of considerable distances with the resultant<br />

delay <strong>in</strong> the submission of this report.<br />

There is, however, no doubt as to the identity of the victims.<br />

It may be seen from the aUached statements that this case is based on circumstantial and<br />

hearsay evidence. This can only be aUributed to the discreet and swift action of the German<br />

unit concerned.<br />

The follow<strong>in</strong>g Exhibits are enclosed:<br />

Exhibit 'A'<br />

Exhibit 'B'<br />

Return sent from unit HQ to the Podestà bear<strong>in</strong>g unit stamp and Field Post<br />

N° 33-845.<br />

Gendarmerie hat badge.<br />

PRESENT POSITION OF CASE.<br />

Enquiries suspended pend<strong>in</strong>g identification of German unit and whereabouts of accused<br />

persons.<br />

INVESTIGATION BY: SGT OLIVER J.<br />

78 Section SIB CMP.<br />

(A/S Group 46).<br />

24 July 46.<br />

R. J. MASTERS, Capta<strong>in</strong><br />

DAPM 78 Special Investigation Section CMF<br />

78


Traduzione<br />

Fra <strong>il</strong> 13 e <strong>il</strong> 20 giugno '44, un'unità della Gendarmeria tedesca (posta da campo n. 33-485)<br />

arrivò nel paese di Cas<strong>in</strong>a, <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Reggio Em<strong>il</strong>ia. Il Comandante di questa unità,<br />

cap. Laner o Lannech si stab<strong>il</strong>ì a V<strong>il</strong>la Maria, mentre i suoi sottoposti capitano Hofhelser e<br />

Nicolajev risiedevano a V<strong>il</strong>la Casotti.<br />

Alle ore 21.45 del 23 giugno '44, alcuni uom<strong>in</strong>i di Laner furono attaccati da partigiani sul<br />

Ponte della Bettola (un piccolo v<strong>il</strong>laggio circa a 15 km da Cas<strong>in</strong>a). Nel combattimento due<br />

tedeschi e tre partigiani furono uccisi. Verso mezzanotte del 23 giugno '44, un gruppo di 30-<br />

40 uom<strong>in</strong>i della gendarmeria lasciò Cas<strong>in</strong>a su automezzi <strong>in</strong> direzione della Bettola. Qui<br />

giunti fra le O 1.30 e le O 1.45 del 24 giugno '44, questi m<strong>il</strong>itari assalirono la casa di Prati<br />

Ligorio [recte Liborio] che era la più vic<strong>in</strong>a al ponte dove i due soldati tedeschi erano stati<br />

uccisi poche ore prima. Dopo aver ucciso i residenti (Prati Ligorio, Prati Felicita e Prati<br />

Marianna) <strong>in</strong>cendiarono la casa e si diressero verso l'Osteria della Bettola sul lato opposto<br />

della strada. Mentre due m<strong>il</strong>itari facevano uscire gli occupanti (32 persone) gli altri misero<br />

<strong>in</strong> posizione due mitragliatrici di fronte all'Osteria. C<strong>in</strong>que altre persone che avevano sentito<br />

per prime gli spari si nascosero <strong>in</strong> cant<strong>in</strong>a. Le persone radunate <strong>in</strong> strada furono costrette a<br />

sdraiarsi bocconi di fronte all'Osteria di fronte alle mitragliatrici. Dopo essere stati <strong>in</strong> quella<br />

posizione circa mezz'ora fu loro ord<strong>in</strong>ato di alzarsi e di tenere le mani sul capo, furono poi<br />

divisi <strong>in</strong> due gruppi, <strong>il</strong> primo condotto dietro all'Osteria, <strong>il</strong> secondo dentro al garage.<br />

Appena questi ultimi entrarono nel garage i soldati tedeschi aprirono <strong>il</strong> fuoco con una mitragliatrice<br />

e con altri armi automatiche. Beneventi Oreste sua moglie e la giovane figlia che si<br />

erano nascosti nel lavatoio nel garage furono gli unici a sopravvivere. Quasi nello stesso<br />

momento, altri m<strong>il</strong>itari aprirono <strong>il</strong> fuoco dietro all'Osteria senza lasciare superstiti.<br />

I corpi furono poi gettati nel garage, sopra quelli uccisi lì, coperti di paglia e fasc<strong>in</strong>e e<br />

bagnati di benz<strong>in</strong>a, <strong>il</strong> garage fu poi <strong>in</strong>cendiato. 8abitazione di Prati, l'Osteria e <strong>il</strong> garage<br />

furono completamente distrutti dalle fiamme.<br />

Osservazioni dell' <strong>in</strong>vestigatore<br />

Sebbene siano state condotte accurate <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i nelle vic<strong>in</strong>anze de LA BETTOLA, non è<br />

stato possib<strong>il</strong>e trovare persone che dessero <strong>in</strong>formazioni circa l'identità degli ufficiali e soldati<br />

tedeschi presenti. Inoltre, a causa del coprifuoco che era <strong>in</strong> vigore all'epoca non è stato<br />

<strong>in</strong>dividuato nessun civ<strong>il</strong>e che abbia visto le truppe tedesche partire da Cas<strong>in</strong>a, dirette a LA<br />

BETTOLA.<br />

Numerosi testimoni che ospitavano nelle loro case ufficiali tedeschi riferiscono che circa<br />

alla mezzanotte del 23 giugno 1944 i loro ospiti presero le armi e partirono, tornando fra le<br />

6 e le 8 (24 giugno 1944). Frignani Maria riferisce che verso la mezzanotte del 23 giugno<br />

'44, i suoi due ufficiali ospiti tornarono a casa, presero le armi e se ne andarono. Subito<br />

dopo la loro partenza udì <strong>il</strong> rumore di veicoli che lasciavano la piazza di Cas<strong>in</strong>a e si dirigevano<br />

verso La Bettola.<br />

Il ten. Muller che era ospite presso Manenti Oreste ammise, nel corso di una conversazione,<br />

di essere uno degli ufficiali che avevano preso parte al massacro della Bettola.<br />

I custodi di V<strong>il</strong>la Maria sono una coppia di anziani deboli di mente e non sono stati <strong>in</strong> grado<br />

di dare <strong>in</strong>formazioni sui movimenti del cap. Laner la notte del 23-24 giugno 1944.<br />

79


Testimonianze<br />

CASINA<br />

Provo REGGIO EMILIA<br />

10 luglio 1946<br />

Testimonianza di:<br />

Rossi Terenzio<br />

Maschio<br />

35 anni<br />

Segretario comunale<br />

CASINA<br />

Prov<strong>in</strong>cia di REGGIO EMILIA<br />

Che dichiara:<br />

Dall'agosto 1942 a oggi sono stato segretario del Comune di CASINA.<br />

1115 giugno 44 arrivò a CASINA un'unità della Gendarmeria tedesca, probab<strong>il</strong>mente trasferita<br />

dall'Umbria.<br />

La truppa fu ospitata <strong>in</strong> tre edifici: <strong>il</strong> c<strong>in</strong>ema, <strong>il</strong> Municipio e un deposito agricolo, mentre gli<br />

ufficiali furono collocati <strong>in</strong> case private.<br />

Il cap. LANNEcH, comandante, risiedeva a V<strong>il</strong>la Maria, mentre i suoi capitani subord<strong>in</strong>ati<br />

erano a V<strong>il</strong>la Casotti. Non conosco i loro nomi.<br />

Il cap. LANNECH era sui c<strong>in</strong>quanta anni, alto circa 1,65, molto magro, colorito pallido, capelli<br />

corti castani tendenti al grigio, viso rasato, occhi grigio-azzurri, occhi e orecchie normali,<br />

fumatore di sigarette, forte bevitore e sensib<strong>il</strong>e al fasc<strong>in</strong>o femm<strong>in</strong><strong>il</strong>e. Vestiva una giacca grigio-verde<br />

con stivali da cavallerizzo neri, cappello da ufficiale grigio-verde con stemma<br />

d'argento con aqu<strong>il</strong>a e svastica.<br />

8altro capitano era sui 50, alto 1,75, corporatura robusta, faccia grassa tondeggiante, pelle<br />

fresca, viso rasato, calvo salvo capelli <strong>in</strong>torno al cranio e dietro, naso regolare, occhi normali,<br />

occhi azzurro, forte fumatore di sigarette e forte bevitore, parlava bene <strong>il</strong> francese. Questo<br />

ufficiale una volta mi disse di essere orig<strong>in</strong>ario di GLEIWITZ, Germania. Vestiva di solito una<br />

giacca grigio-verde e calzoni da cavallerizzo, stivaloni neri, cappello da ufficiale grigioverde<br />

con stemma d'argento con aqu<strong>il</strong>a e svastica.<br />

Questa unità aveva un tenente di nome Mi<strong>il</strong>ler che abitava a casa di MANENTI Oreste a<br />

CASINA, quest'ufficiale era sui 35 anni, alto 1,72/1,73, corporatura snella, viso allungato e<br />

rasato, capelli castani corti, occhi scuri, fumava sigarette, sensib<strong>il</strong>e al fasc<strong>in</strong>o femm<strong>in</strong><strong>il</strong>e.<br />

Vestiva la stessa uniforme degli altri due.<br />

Durante l'occupazione tedesca <strong>il</strong> coprifuoco nel nostro comune era <strong>in</strong> vigore dalle nove di<br />

sera alle sei del matt<strong>in</strong>o.<br />

Il matt<strong>in</strong>o del 24 giugno seppi che nella notte precedente (23-24 giugno 44) 20-30 soldati<br />

tedeschi al comando di un capitano di cui non so <strong>il</strong> nome ma che ho descritto avevano assalito<br />

l'OSTERIA LA BETTOLA come rappresaglia per l'uccisione di due della gendarmeria avvenuta<br />

nei pressi dell'osteria poche ore prima. Una casa di contad<strong>in</strong>i vic<strong>in</strong>a era stata assalita e<br />

<strong>in</strong>cendiata. Alcuni degli occupanti fu uccisa ma non so i loro nomi. 80steria LA BETTOLA fu<br />

80


qu<strong>in</strong>di assalita e i 40 ospiti fatti uscire e 32 di loro uccisi e i loro corpi bruciati. Dopo averla<br />

saccheggiata i tedeschi avevano poi bruciato l'osteria, otto persone si erano salvate.<br />

Durante l'occupazione del paese ho ricevuto vari documenti dal loro Comando, uno di questi,<br />

che ho consegnato porta l'<strong>in</strong>dicazione "Posta m<strong>il</strong>itare 33-845".<br />

(...) analogamente ho consegnato un pezzo del nastro che portavano sul cappello con <strong>il</strong><br />

nome "H.SCHRAMM"(?)<br />

(...)<br />

Questa unità della gendarmeria rimase qui f<strong>in</strong>o al 16 luglio per partire poi per la zona di<br />

MESTRE<br />

Letto, confermato e sottoscritto<br />

ROSSI Terenzio<br />

CASINA<br />

PROVo REGGIO EMILIA<br />

14 luglio 1946<br />

Testimonianza di:<br />

Canali Nicola<br />

Maschio<br />

58 anni<br />

Geometra<br />

CASINA<br />

Prov<strong>in</strong>cia di REGGIO EMILIA<br />

Che dichiara:<br />

*****<br />

Il 20 giugno '44 un sergente maggiore della Gendarmeria venne a risiedere a casa mia.<br />

Questo sergente maggiore si chiamava SCHWANIKE Gustav, era sui 45 anni, alto 1,65, robusto,<br />

capelli biondi, calvizie <strong>in</strong>cipiente, occhi azzurri, naso e orecchie regolari, fumatore e<br />

bevitore moderato, sensib<strong>il</strong>e al fasc<strong>in</strong>o femm<strong>in</strong><strong>il</strong>e. Di solito <strong>in</strong>dossava una giacca e calzoni<br />

grigio verde, scarpe da civ<strong>il</strong>e, cappello alto con aqu<strong>il</strong>a d'argento e svastica. Era orig<strong>in</strong>ario di<br />

STENDAL, Germania.<br />

Verso la mezzanotte del 23 giugno '44, fui svegliato da una forte scampanellata alla porta<br />

d'<strong>in</strong>gresso. Aprii la f<strong>in</strong>estra della mia camera da letto e vidi che alcuno soldati cercavano<br />

SCHWANIKE. Lo svegliai e quello parlò ai soldati dalla f<strong>in</strong>estra aperta. Mentre si vestiva i soldati<br />

se ne andarono. Non vidi <strong>il</strong> sergente maggiore uscire ma lo sentii caricare <strong>il</strong> mitra prima<br />

di andarsene.<br />

Rividi SCHWANIKE verso le otto o le nove della matt<strong>in</strong>a (24 giugno '44) quando tornò a casa<br />

per dormire qualche ora. Uscì di nuovo alle undici per tornare verso le c<strong>in</strong>que/sei del pomeriggio<br />

portando bott<strong>in</strong>o frutto di un saccheggio, lenzuola, calze e <strong>in</strong>dumenti da donna, etc.<br />

SCHWANIKE che parlava appena italiano non mi disse dove era stato quella notte, dove si<br />

fosse procurato quella roba.<br />

81


Il sergente maggiore partì con <strong>il</strong> resto della sua unità per la zona di Rovigo <strong>il</strong>15 agosto '44.<br />

Non posso dare altre <strong>in</strong>formazioni sugli altri ufficiali o soldati che stavano qui.<br />

Letto, confermato e sottoscritto<br />

Geom. CANALI Nicola<br />

*****<br />

Vezzano sul Crostolo, 15 luglio 1946<br />

Testimonianza di:<br />

Beneventi Romeo,<br />

Vezzano Sul Crostolo.<br />

Provo Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />

Maschio, 35 anni.<br />

Imprenditore trasporti<br />

Dichiara:<br />

Dall'apr<strong>il</strong>e '43 f<strong>in</strong>o al 24 giugno '44 ero <strong>il</strong> gestore della Osteria della Bettola, La Bettola.<br />

La notte del 23 giugno nella locanda c'erano 37 persone ospiti dell'Osteria, compreso me<br />

stesso, mia moglie e mio figlio.<br />

Circa alle 2l.45 del 23 giugno '44, sentii rumori di spari venire dal ponte de La Bettola e .<br />

seppi la seguente matt<strong>in</strong>a che c'era stato uno scontro fra soldati tedeséhi di Cas<strong>in</strong>a e partigiani.<br />

In quella notte erano stati uccisi due soldati tedeschi e i seguenti partigiani:<br />

ORLANDINI Guer<strong>in</strong>o di 26 anni<br />

CAVICCHIONI Enrico di 23 anni<br />

PIGONI Battista di 21 anni<br />

Fra le 1.30 e le 1.45 del 24 giugno '44 sentii di nuovo rumore di spari e seppi dopo che era<br />

stata attaccata la casa di PRATI che è dall'altra parte della strada. In questo attacco furono<br />

uccise le seguenti persone:<br />

PRATI Felicita di anni 74<br />

PRATI Ligorio di anni 70<br />

PRATI Marianna di anni 37<br />

Verso le 02.00 del 24 giugno 44, circa 30 soldati assalirono la mia Osteria. Due soldati fecero<br />

uscire tutti gli ospiti e li fecero sdraiare a faccia <strong>in</strong> giù a terra di fronte alla Osteria sotto <strong>il</strong><br />

tiro di due mitragliatrici che erano state messe proprio lì di fronte. V ARINI G<strong>in</strong>o, che aveva<br />

parcheggiato la sua corriera proprio dietro l'osteria, fu costretto a consegnare le chiavi del<br />

mezzo prima di essere messo anche lui a terra con gli altri. Dopo una mezz'ora ci fu consentito<br />

di alzarci ma tenendo le mani alzate. Pensammo che stessero per lasciarci andare e stavamo<br />

r<strong>in</strong>graziando i tedeschi per averci risparmiati, quando ci fu detto di dividerci <strong>in</strong> due<br />

gruppi. A un gruppo fu ord<strong>in</strong>ato di andare nel retro dell'Osteria, mentre all'altro fu detto di<br />

andare verso la rimessa. Mia moglie, mia figlia ed io eravamo nel secondo gruppo. Arrivati<br />

vic<strong>in</strong>o alla rimessa ci fu ord<strong>in</strong>ato di entrare. Appena entrati nascosi mia moglie e mia figlia<br />

dentro una piccola lavanderia. Mentre entravamo dentro sentii qualcuno contare f<strong>in</strong>o a tre <strong>in</strong><br />

82


italiano e poi i tedeschi aprire <strong>il</strong> fuoco su quelli che erano dentro con le due mitragliatrici e<br />

varie armi leggere automatiche. Sentii poi grida e <strong>il</strong> suono di altri spari venire dal retro<br />

dell'Osteria. Mentre stavo ancora nascosto nella lavanderia, sentii i soldati tedeschi trasc<strong>in</strong>are<br />

i corpi dei morti e dei feriti dal retro dell'Osteria e gettarli nel garage sopra ai corpi di<br />

quelli uccisi lì. Guardando attraverso un piccolo foro nella porta, vidi i tedeschi coprire i<br />

corpi di paglia e fasc<strong>in</strong>e. Dopo averli cosparsi di benz<strong>in</strong>a li <strong>in</strong>cendiarono. A causa del calore<br />

e del fumo che diventavano <strong>in</strong>sopportab<strong>il</strong>i mia moglie e mia figlia scapparono attraverso<br />

una f<strong>in</strong>estr<strong>in</strong>a nel garage. Dopo aver aspettato abbastanza perché fossero al sicuro anch'io<br />

fuggii dalla stessa parte. Purtroppo i tedeschi mi videro e spararono ferendomi alla spalla e<br />

al viso. Mia moglie che mi aspettava sulla coll<strong>in</strong>etta vic<strong>in</strong>o mi sentii lamentarmi e mi portò<br />

f<strong>in</strong>o alla casa di un contad<strong>in</strong>o da dove fui trasferito all'ospedale di Rivalto [Rivalta]. Dopo<br />

aver bruciato <strong>il</strong> garage, i tedeschi saccheggiarono l'osteria e poi la diedero alle fiamme.<br />

I seguenti ospiti della Osteria della Bettola furono uccisi all'alba del 24 giugno:<br />

(segue elenco)<br />

Non sono <strong>in</strong> grado di descrivere nessuno dei soldati tedeschi che assalirono la mia osteria,<br />

né so i loro nomi.<br />

Ho saputo dopo che questi soldati venivano da Cas<strong>in</strong>a.<br />

Letto, confermato e sottoscritto<br />

Beneventi Romeo<br />

( ... )<br />

83


Wiù'/TIlD LJIlT<br />

Oi'f'ioe of' the:<br />

Del)uty Juàgè Advooate General<br />

GHQ OBN'CRAL MEDlTERl1Ai mAH lCOHJES<br />

~-Vf:I\"~IAL<br />

(B) FOR INTEllROGA'fIOH<br />

. -.~ -""'-._....__.<br />

-_.._---_.----_.... -----~.....----..._------- HAME RANE: UNIT Al<strong>il</strong>l HlW' NATIONALITY I IlE:SCfuPI'ION l'Il:;;; REu'<br />

'EMPLOYED<br />

& REMARKS<br />

----t------t--------<br />

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L-_________________________________________________________ ~a<br />

VlAlmID LIST<br />

Depl:t~,. Judge Aa700ate General<br />

GHq C:C1ITRAL :MBDlfDrnlA1lEl~N i:""'O:tlCES<br />

~ -wi>lò -et<strong>il</strong>l!ll"L<br />

(B)<br />

j'OR lliTERROGATION<br />

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NAME RANK ; m,lT "ND mw : HATIONALITI IlE:SORIPTION PILE RE!"<br />

i EME'Wl."ED<br />

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& RIlHAHKS<br />

Il Il /I<br />

L-______________________________________________ ~b<br />

84


WANI'ED IJTIT<br />

Off'ioe of: thfi:<br />

Depllty Judg. !avooat. General<br />

Gli';! CENTRAL JOOlTERRAl<strong>il</strong>lAl! 1'OROES<br />

~:,) '1!liR 8±!;QWI.I\,l;,<br />

(Bl<br />

WR INTERROGATJ;ON<br />

L-________________________________________________________ ~c<br />

a - Scheda di ricerca dei presunti responsab<strong>il</strong>i del massacro della Bettola<br />

Laner o Lannech, capitano, Gendarmeria tedesca a La Bettola, Prov<strong>in</strong>cia di Reggio Em<strong>il</strong>ia, 24<br />

giugno '44.<br />

Tedesco. Altezza 1,65, età circa 50, carnagione pallida, occhi azzurri, capelli castani tendenti al<br />

grigio, rasato, corporatura es<strong>il</strong>e ... Forte bevitore.<br />

Mi<strong>il</strong>ler, tenente, Gendarmeria tedesca a La Bettola, Prov<strong>in</strong>cia di Reggio Em<strong>il</strong>ia, 24 giugno '44.<br />

Tedesco. Altezza 1,75, età circa 35, carnagione rosea, occhi azzurri, capelli chiari lisci con riga<br />

<strong>in</strong> mezzo pett<strong>in</strong>ati <strong>in</strong>dietro, rasato, corporatura es<strong>il</strong>e. Ritenuto orig<strong>in</strong>ario di Brunswick. Non<br />

fumatore.<br />

b - Scheda di ricerca dei presunti responsab<strong>il</strong>i del massacro della Bettola<br />

Keppel Edmond, sergente maggiore, Gendarmeria tedesca a La Bettola, Prov<strong>in</strong>cia di Reggio<br />

Em<strong>il</strong>ia, 24 giugno '44.<br />

Tedesco. Altezza 1,70 circa, circa 40 anni, carnagione pallida, capelli biondi, occhi azzurri, rasato,<br />

corporatura es<strong>il</strong>e. Forte fumatore e bevitore. Qualche conoscenza del francese.<br />

Went Karl, sergente maggiore, Gendarmeria tedesca a La Bettola, Prov<strong>in</strong>cia di Reggio Em<strong>il</strong>ia,<br />

24 giugno '44.<br />

Tedesco. Altezza 1,75, circa 43 anni, carnagione rosea, capelli biondi pett<strong>in</strong>ati <strong>in</strong>dietro, corporatura<br />

robusta, rasato.<br />

c - Scheda di ricerca dei presunti responsab<strong>il</strong>i del massacro della Bettola<br />

Nicolajev, capitano, Gendarmeria tedesca a La Bettola, Prov<strong>in</strong>cia di Reggio Em<strong>il</strong>ia, 24 giugno '44.<br />

Tedesco. Altezza 1,70, età circa45, carnagione scura, corporatura robusta, capelli scuri, baffetti,<br />

fumatore.<br />

Hothelser Friedrich, capitano, Gendarmeria tedesca a La Bettola, Prov<strong>in</strong>cia di Reggio Em<strong>il</strong>ia,<br />

24 giugno '44.<br />

Tedesco. Altezza 1,80, età circa 50, carnagione rosea, robusto, <strong>in</strong>dossa occhiali per leggere, rasato,<br />

corporatura robusta e grassa, forte fumatore e bevitore. Si ritiene orig<strong>in</strong>ario di Freiberg.<br />

85


La Resistenza nello specchio dei decenni:<br />

una proposta didattica<br />

MARIA ASSUNTA FERRETTI<br />

Stanotte è la notte di San Lorenzo, amore mio. E devono cadere le stelle. Da noi qui <strong>in</strong> Toscana si<br />

dice che ogni stella che cade esaudisce un desiderio. Aspetta, 'n dormire ... Sai qual è <strong>il</strong> mio desiderio<br />

stanotte? Di riuscire a trovare le parole per raccontare a te un'altra notte<br />

di San Lorenzo di tant'anni fa ...<br />

(La notte di San Lorenzo di Paolo e Vittorio Taviani)<br />

In quanto evento fondante l'Italia repubblicana, la Resistenza è stata un oggetto di riflessione<br />

cont<strong>in</strong>uamente riproposto e re<strong>in</strong>terpretato: denigrato come <strong>in</strong>ut<strong>il</strong>e eredità e zavorra del<br />

passato, talvolta dimenticato nel generale frastuono di un'Italia <strong>in</strong>volgarita e smemorata o<br />

degradato a vuota retorica nelle celebrazioni ufficiali, ma anche scoperto nella molteplicità<br />

e vitalità dei suoi significati ideali dalla società civ<strong>il</strong>e ed esplorato nel complesso <strong>in</strong>treccio<br />

delle sue componenti dall'<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e storiografica. Basta scorrere l'<strong>in</strong>dice del primo volume<br />

del recente Dizionario della Resistenza! per comprendere come l'approccio esclusivamente<br />

politico della storiografia resistenziale delle orig<strong>in</strong>i sia stato nel tempo affiancato da una<br />

sempre più vasta e profonda esplorazione di carattere socio-antropologico, attenta tra l'altro<br />

ai contributi della storia orale, e come, a voler citare solo alcuni esempi, abbiano trovato<br />

f<strong>in</strong>almente attenzione la Resistenza civ<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> ruolo della donna e quello degli <strong>in</strong>ternati m<strong>il</strong>itari<br />

italiani nei campi tedeschi, le rappresaglie, le stragi e gli eccidi, la deportazioni degli<br />

ebrei, <strong>in</strong>somma tante voci a cui è stata ridata la parola, che sono state sottratte all'obli0 2 •<br />

Obiettivo didattico diventa quello di restituire la complessità del momento considerato e<br />

di contribuire a veicolare l'idea che la sua ricostruzione non è data <strong>in</strong> modo def<strong>in</strong>itivo, crÌstallizzata<br />

<strong>in</strong> una sorta di atemporale immob<strong>il</strong>ità, ma è <strong>il</strong> risultato del cont<strong>in</strong>uo r<strong>in</strong>novarsi<br />

delle domande che i contemporanei - storici e non - pongono al passato, alla luce delle<br />

87


88<br />

priorità, delle metodologie e dello spirito del tempo caratteristici del presente. Chi, per<br />

ragioni anagrafiche, ha una memoria ormai abbastanza lunga, può, rispetto alla propria storia<br />

personale ed alla storia collettiva, cogliere le cont<strong>in</strong>uità-discont<strong>in</strong>uità tra la consapevolezza<br />

di oggi e quella di ieri e ritenere quasi auto evidente l'attività di costante re<strong>in</strong>terpretazione<br />

a cui sottoponiamo la realtà; non così <strong>il</strong> ragazzo, che si confronta con una memoria<br />

personale abbastanza breve e che, nell'attuale momento storico, non può sempre contare su<br />

quella perpetuazione del ricordo <strong>in</strong> passato garantita, <strong>in</strong> primo luogo, dalle narrazioni fam<strong>il</strong>iari.<br />

Per me, che durante l'<strong>in</strong>fanzia ho ascoltato le fiabe nere di mia madre, popolate di partigiani,<br />

fuggiaschi, dispersi <strong>in</strong> mare, fascisti, tedeschi, madri <strong>in</strong> lutto, <strong>il</strong> passato si è presentato<br />

<strong>in</strong> primo luogo come una sorta di spontaneo sgorgare di parole ed immag<strong>in</strong>i affasc<strong>in</strong>anti e<br />

terrib<strong>il</strong>i, una sorta di <strong>in</strong>volontaria propedeutica all'apprendimento della storia. Ma non è<br />

sempre così nel presente, dove <strong>il</strong> racconto orale non è più catena tra le generazioni. In questa<br />

situazione la scuola f<strong>in</strong>isce per essere caricata di compiti ancora più gravosi e deve darsi<br />

strumenti adeguati per aiutare ad <strong>in</strong>tendere <strong>il</strong> trascorrere del tempo ed i suoi riflessi nelle<br />

coscienze.<br />

A tale proposito prenderò <strong>in</strong> considerazione i f<strong>il</strong>m Paisà, Novecento, La notte di San<br />

Lorenzo, scelti per la loro capacità di mostrare tre modi di confrontarsi con i temi resistenziali<br />

<strong>in</strong> tre decenni della nostra storia. Com'è ovvio - per noi, un po' meno per lo studente -<br />

questi f<strong>il</strong>m, che costituiscono un modesto campione dei tanti f<strong>il</strong>m ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i, parlano della<br />

Resistenza sottol<strong>in</strong>eandone aspetti diversi, ma parlano anche di chi li ha realizzati e degli<br />

anni <strong>in</strong> cui sono stati realizzati, di quello che è stato chiamato lo spirito del tempo. Inizierò<br />

dal celeberrimo, benché oggi un po' trascurato, Paisà, presentato alla Mostra di Venezia nel<br />

1946.<br />

Il f<strong>il</strong>m fa parte, <strong>in</strong>sieme a Roma città aperta e a Germania anno zero, di un trittico dedicato<br />

da Roberto Rossell<strong>in</strong>i alle allora recentissime - la realizzazione delle pellicole va dal<br />

1944 al 1948 - vicende belliche e postbelliche. Ne Lo sguardo <strong>in</strong>quiet0 3 Fernaldo Di<br />

Giammatteo racconta la ripresa dell'attività c<strong>in</strong>ematografica italiana nell'estate del 1944 e<br />

con la f<strong>in</strong>e del conflitto <strong>il</strong> ritorno a C<strong>in</strong>ecittà dell'<strong>in</strong>tera produzione, anche di quella che si<br />

era, nell'autunno del 1943, parzialmente trasferita nel territorio della Rsi, a Venezia.<br />

r.; epurazione - molto blanda - dei registi compromessi con <strong>il</strong> regime fascista si era conclusa<br />

con la sospensione dal lavoro per un periodo di sei mesi di Goffredo Alessandr<strong>in</strong>i, Carm<strong>in</strong>e<br />

Gallone e Augusto Gen<strong>in</strong>a e la produzione era cont<strong>in</strong>uata secondo i generi ed i modi consueti:<br />

«chi si fosse <strong>il</strong>luso - commenta Di Giammatteo - che la guerra, la Resistenza e la<br />

liberazione potessero rivoluzionare i cosiddetti gusti dello spettatore, o creassero nuovi spettatori,<br />

ha modo di constatare che poco è cambiato»4. In questo «poco», però, è <strong>in</strong>cluso <strong>il</strong> r<strong>in</strong>novamento<br />

neorealista.<br />

Diceva Rossell<strong>in</strong>i <strong>in</strong> un'<strong>in</strong>tervista r<strong>il</strong>asciata nel 1948 che «<strong>il</strong> grande nemico del c<strong>in</strong>ema è<br />

<strong>il</strong> teatro di posa»5. Fedele all'assunto di limitare al massimo <strong>il</strong> ricorso ad esso, Rossell<strong>in</strong>i,<br />

term<strong>in</strong>ato <strong>il</strong> lavoro preparatorio di Paisà, viaggia con la sua troupe per l'Italia, alla ricerca<br />

dei luoghi per le riprese, dei personaggi, delle storie. Il f<strong>il</strong>m, composto di episodi raccordati<br />

tra di loro da una voce fuori campo, segue l'avanzata degli alleati da sud a nord: sei <strong>in</strong>contri<br />

tra americani ed italiani <strong>in</strong> un paese sic<strong>il</strong>iano, a Napoli, a Roma, a Firenze, nei pressi di<br />

Savignano sull'Appenn<strong>in</strong>o romagnolo, a Porto Tolle sul delta del Po. Con l'eccezione del<br />

primo e del qu<strong>in</strong>to episodio, entrambi girati a Maiori sulla costiera amalfitana, tutte le riprese<br />

sono effettuate sui luoghi stessi delle vicende narrate e pertanto ci restituiscono, soprattutto<br />

<strong>in</strong> alcuni momenti, <strong>il</strong> contesto socio-economico della guerra e dell'immediato dopoguerra<br />

con l'impatto di un documentario. Questa impressione di verità, che è <strong>in</strong> realtà <strong>il</strong>


isultato di una sapiente ricostruzione, è ribadita dall'uso di attori non professionisti. Nel<br />

1946, rispondendo ad un <strong>in</strong>tervistatore, Rossell<strong>in</strong>i affermava <strong>in</strong> proposito:<br />

Paisà è un f<strong>il</strong>m senza attori nel vero senso della parola. Quel negro americano che lei ha trovato<br />

così notevole nell' episodio napoletano sosteneva di avere già <strong>in</strong>terpretato delle piccole<br />

parti, ma mi sono accorto che <strong>in</strong> realtà aveva mentito per essere <strong>in</strong>gaggiato. Tutti i monaci<br />

dell'episodio del monastero sono dei veri monaci. Il pastore e <strong>il</strong> rabb<strong>in</strong>o dell'esercito americano<br />

che parlano con loro sono un vero pastore e un vero rabb<strong>in</strong>o americano. La stessa cosa<br />

per i contad<strong>in</strong>i delle paludi <strong>in</strong>torno a Ravenna che parlano <strong>il</strong> dialetto della zona, come i sici-·<br />

liani dell'<strong>in</strong>izio del f<strong>il</strong>m parlano <strong>il</strong> sic<strong>il</strong>iano. Gli ufficiali <strong>in</strong>glesi sono altrettanto autentici dei<br />

soldati tedeschi, che ho preso fra i prigionieri. E se trova che <strong>il</strong> giovane americano dell'episodio<br />

romano ha del talento, sappia che non aveva mai posato se non davanti alla macch<strong>in</strong>a di<br />

un fotografo che ut<strong>il</strong>izzava i suoi ritratti per la pubblicità delle lamette!6.<br />

Prima di passare ad un esame dettagliato dell'episodio forse più significativo per <strong>il</strong> tema<br />

<strong>in</strong> oggetto, s<strong>in</strong>tetizziamo le varie tappe del viaggio di Paisà. Come abbiamo anticipato, ogni<br />

storia ruota <strong>in</strong>torno ad un <strong>in</strong>contro tra americani ed italiani che a guerra <strong>in</strong> atto o a guerra<br />

f<strong>in</strong>ita riescono a trovare, grazie ad un comune sentire e nonostante le differenze, un accordo<br />

che risulta <strong>in</strong>terrotto dalla morte - come nel primo, nel quarto e nel sesto episodio - o che<br />

comunque, per varie ragioni, non ha occasione di sv<strong>il</strong>upparsi <strong>in</strong> qualcosa di più duraturo.<br />

Unica parziale eccezione al senso di tragedia, di frustrazione o di lab<strong>il</strong>ità che circola nel<br />

f<strong>il</strong>m è l'episodio ambientato nell'Appenn<strong>in</strong>o romagnolo, dove l'<strong>in</strong>contro tra tre cappellani<br />

m<strong>il</strong>itari - un cattolico, un protestante, un ebreo - e i monaci di un convento costituisce una<br />

serena parabola, <strong>in</strong> sé conclusa, sulla tolleranza religiosa.<br />

Il primo episodio si svolge <strong>in</strong> Sic<strong>il</strong>ia, nel momento dello sbarco angloamericano del luglio<br />

1943. Una giovane sic<strong>il</strong>iana accetta di accompagnare una pattuglia americana per evitare un<br />

percorso m<strong>in</strong>ato. Mentre alcuni uom<strong>in</strong>i vanno <strong>in</strong> avanscoperta, Carmela e un soldato di<br />

nome John rimangono <strong>in</strong> attesa <strong>in</strong> un castello abbandonato ed hanno occasione di fraternizzare.<br />

Per un'imprudenza di John saranno scoperti ed uccisi dai tedeschi, nonostante la<br />

coraggiosa difesa di Carmela, gettata per questo da una scogliera e ritenuta, <strong>in</strong>vece, la<br />

responsab<strong>il</strong>e della morte di John dai soldati americani sopraggiunti agli spari.<br />

Si passa qu<strong>in</strong>di a Napoli, dopo l'abbandono da parte dell'esercito tedesco. Un bamb<strong>in</strong>o<br />

avvic<strong>in</strong>a un soldato americano di colore ed approfittando del suo stato di ebbrezza, dopo<br />

una breve peregr<strong>in</strong>azione per le strade della città, gli ruba le scarpe. Qualche giorno più<br />

tardi <strong>il</strong> soldato <strong>in</strong>contra nuovamente lo scugnizzo ed ancora arrabbiato con lui, si fa condurre<br />

a casa sua per riavere le scarpe, ma r<strong>in</strong>uncia ai suoi propositi di fronte alla disperata miseria<br />

del piccolo orfano. «Giustizia e civ<strong>il</strong>tà! Abbasso i mori!» gridavano i pupi nel teatr<strong>in</strong>o<br />

dove lo scugnizzo aveva condotto <strong>il</strong> soldato, ma probab<strong>il</strong>mente la f<strong>in</strong>e della guerra non porterà<br />

giustizia a chi - nero o scugnizzo - si colloca tra gli emarg<strong>in</strong>ati.<br />

Ambientata a Roma, la terza storia racconta di Francesca, una giovane prostituta, che adesca<br />

un soldato americano ubriaco ed ha modo di riconoscerlo come colui che aveva <strong>in</strong>contrato<br />

<strong>in</strong> ben altre, più felici circostanze sei mesi prima, nei giorni della liberazione della<br />

città. Cercherà di r<strong>in</strong>novare l'<strong>in</strong>nocenza di quel primo <strong>in</strong>contro con un nuovo appuntamento,<br />

ma <strong>il</strong> soldato, <strong>il</strong> matt<strong>in</strong>o seguente, distruggerà <strong>il</strong> biglietto <strong>in</strong> cui la donna ha scritto <strong>il</strong> proprio<br />

<strong>in</strong>dirizzo.<br />

Furono <strong>il</strong> secondo ed <strong>il</strong> terzo episodio di Paisà a suscitare più degli altri le critiche dei<br />

contemporanei. Abituati al c<strong>in</strong>ema del ventennio, <strong>in</strong> cui <strong>il</strong> negativo era sistematicamente<br />

espulso o trasferito <strong>in</strong> paesi lontani, e animati da un moralismo per noi diffic<strong>il</strong>e da compren-<br />

89


dere, critici e uom<strong>in</strong>i politici conservatori si <strong>in</strong>dignarono per la rappresentazione realistica,<br />

senza <strong>in</strong>dulgenze, dell'Italia dell'immediato dopoguerra, <strong>in</strong>sorgendo a difesa dell'orgoglio<br />

nazionale. Scriveva <strong>il</strong> critico Gian Luigi Rondi sulle pag<strong>in</strong>e del «Tempo», a proposito dell'episodio<br />

ora s<strong>in</strong>tetizzato:<br />

Non sarebbe stato possib<strong>il</strong>e farne a meno, con grande guadagno per l'estetica, l'opportunità e<br />

la morale? Perché mandare all'estero sim<strong>il</strong>i ritratti delle donne italiane? Non basta quello che<br />

ne diranno i soldati che tornano? Lo stesso valga per l'episodio napoletano che, se ha momenti<br />

di rara felicità, dip<strong>in</strong>ge d'altro canto un <strong>in</strong>ut<strong>il</strong>e quadro della miseria di Napoli, che avremmo<br />

preferito fosse rimasto tra noi).<br />

Dopo la tappa romana, la narrazione cont<strong>in</strong>ua a Firenze, ancora sconvolta dalla battaglia<br />

partigiana che nell'agosto 1944 conduce alla liberazione della città dai tedeschi. Qui una<br />

giovane americana, impegnata nell'assistenza ai feriti, va alla ricerca di Guido, conosciuto<br />

anni prima e diventato <strong>il</strong> famoso capo partigiano Lupo. Dopo aver rischiato la vita sotto <strong>il</strong><br />

fuoco nemico, Harriet viene <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e a sapere che l'amato è morto.<br />

Dopo la tranqu<strong>il</strong>la parentesi del convento romagnolo <strong>in</strong> cui, nell'autunno del 1944, la pace<br />

<strong>in</strong>teriore dei monaci viene prima turbata dall'arrivo di tre cappellani m<strong>il</strong>itari di diverse religioni,<br />

poi ristab<strong>il</strong>ita grazie all'accettazione del pastore protestante e del rabb<strong>in</strong>o, per la cui<br />

salvezza spirituale i monaci digiunano e pregano, l'ultimo episodio ci conduce nel delta del<br />

Po, nel terrib<strong>il</strong>e <strong>in</strong>verno 1944, quando la liberazione sembrava ai combattenti di nuovo lontana,<br />

pur essendo - ma lo si può dire solo con <strong>il</strong> senno di poi - tanto prossima. La voce fuori<br />

campo conclude <strong>in</strong>fatti la storia, dicendo: «Questo accadeva nel Natale 1944. Quattro mesi<br />

dopo la guerra era f<strong>in</strong>ita», considerazione che, venendo dopo la scena dell'esecuzione dei<br />

partigiani, sembra alludere al crudele dest<strong>in</strong>o di chi ha combattuto per un obiettivo che la<br />

morte prematura gli impedirà di vedere realizzato.<br />

Il racconto si apre con una scena meritatamente famosa: un cadavere, tenuto a galla da un<br />

salvagente e sovrastato da un cartello con la scritta Partigiano, è trasc<strong>in</strong>ato a valle dalla corrente<br />

del fiume, sotto lo sguardo attonito di un gruppo di donne e bamb<strong>in</strong>i. Siamo nel vivo<br />

della tragedia italiana, nel cuore di quelle vicende che Rossell<strong>in</strong>i all'epoca def<strong>in</strong>iva «come le<br />

più importanti esperienze della nostra vita»8. Mario Isnenghi ha dedicato un saggio a<br />

L'esposizione della morte 9 , cioè a quella pedagogia funeraria che si estr<strong>in</strong>secava <strong>in</strong> rituali e<br />

scenografie della morte, esibendo, talvolta con una macabra mostra it<strong>in</strong>erante, <strong>il</strong> cadavere<br />

del nemico straziato e d<strong>il</strong>eggiato. Tale esibizione prevedeva molteplici varianti, tra cui proprio<br />

quella di affidare alla corrente dei fiumi «la mob<strong>il</strong>ità e la visib<strong>il</strong>ità delle spoglie del<br />

ribelle, legato a delle tavole» IO. La trama dell'episodio è l<strong>in</strong>eare: un gruppo di partigiani,<br />

affiancati da agenti americani dell'Oss (Offiee of Strategie Serviee) e da due aviatori <strong>in</strong>glesi,<br />

cerca di sfuggire ai tedeschi <strong>in</strong> una situazione di estremo pericolo, <strong>in</strong> cui scarseggiano viveri<br />

e munizioni. Una famiglia di pescatori rifoc<strong>il</strong>la la banda, ma viene sterm<strong>in</strong>ata per rappresaglia.<br />

La rappresentazione della povera casa costituisce una testimonianza veritiera della<br />

realtà economico-sociale del delta, non dissim<strong>il</strong>e da quella fornita da altri successivi documentari<br />

sullo stesso soggetto ll . Anche i lanci aerei falliscono e le scorte di munizioni f<strong>in</strong>iscono<br />

<strong>in</strong> mare. Circondati dai nemici, partigiani e alleati si arrendono: i partigiani verranno<br />

giustiziati, mentre, protetti dalle convenzioni <strong>in</strong>ternazionali, i soldati angloamericani saranno<br />

probab<strong>il</strong>mente <strong>in</strong>ternati <strong>in</strong> qualche campo di prigionia, con l'eccezione di Dale, che, per<br />

uno spontaneo moto di ribellione di fronte alla brutalità dell'esecuzione, verrà abbattuto dai<br />

tedeschi. La conclusione dell'episodio è speculare rispetto all'<strong>in</strong>izio, concentrandosi come<br />

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quello sul significato funebre delle acque paludose: i partigiani, sp<strong>in</strong>ti dai tedeschi, precipitano<br />

con un tonfo sordo nel fiume.<br />

Quella dell'ultimo episodio di Paisà è una ricostruzione che avviene a breve distanza dagli<br />

eventi e tende a sottol<strong>in</strong>eare con immag<strong>in</strong>i di grande forza metaforica - la vastità e nudità<br />

del paesaggio fluviale trasmettono un senso di profondo sgomento e di esperienza del limite<br />

-l'epos di una lotta patriottica condotta da gente del popolo <strong>in</strong> condizioni spirituali e materiali<br />

disperate, <strong>in</strong> un ambiente ost<strong>il</strong>e, con scarse risorse. I combattenti sono fraternamente<br />

sostenuti da altri popolani e dall'impegno degli alleati di cui, come abbiamo visto, viene sottol<strong>in</strong>eata<br />

la solidarietà con i resistenti, cementata dalla condivisione di una vita durissima,<br />

f<strong>in</strong>o al sacrificio f<strong>in</strong>ale, come dimostra la morte di Dale. Qualche considerazione critica è<br />

riservata da Rossell<strong>in</strong>i, come già nell'episodio fiorent<strong>in</strong>o, agli <strong>in</strong>glesi, <strong>in</strong> ciò esprimendo<br />

un'op<strong>in</strong>ione diffusa tra i partigiani; l'atteggiamento <strong>in</strong>glese <strong>in</strong>izialmente ost<strong>il</strong>e agli italiani e<br />

l'ampia diffusione del mito americano avevano <strong>in</strong>fatti creato una corrente di op<strong>in</strong>ione più<br />

favorevole agli americani che agli <strong>in</strong>glesi 12 • È proprio ad un membro dell'Oss che spetta nell'episodio<br />

<strong>il</strong> compito di chiarire con semplicità le ragioni della lotta partigiana. In risposta<br />

alla notizia del proclama del generale Alexander, che <strong>il</strong> 13 novembre 1944 aveva annunciato<br />

la f<strong>in</strong>e delle ost<strong>il</strong>ità ed <strong>in</strong>vitato i partigiani a conservare armi e munizioni <strong>in</strong> attesa di nuovi<br />

ord<strong>in</strong>i, Dan dichiara: «Questa gente non combatte per l'impero britannico, combattono per la<br />

loro vita!». Alla f<strong>in</strong>e dell'episodio si aggiungono altre buone ragioni per combattere i tedeschi:<br />

contrastare quella volontà di dom<strong>in</strong>io che si manifesta nel discorso dell'ufficiale ai prigionieri<br />

angloamericani:<br />

Noi tedeschi non ci preoccupiamo di nulla e di nulla abbiamo paura! La guerra che combattiamo<br />

vuoI dire la vita o la morte per noi! Noi stiamo costruendo una nuova civ<strong>il</strong>tà che dovrà<br />

durare m<strong>il</strong>le anni! E i tedeschi lo faranno! Noi manterremo ad ogni costo le promesse fatte al<br />

mondo, perché questa è la nostra missione!<br />

Ut<strong>il</strong>izzando le categorie <strong>in</strong>terpretative del noto e dibattuto saggio di Pavone Una guerra<br />

civ<strong>il</strong>e, possiamo dire che <strong>in</strong> Paisà emerge l'idea della Resistenza come guerra patriottica <strong>in</strong><br />

cui <strong>il</strong> nemico tedesco viene contrastato dall'unione delle forze partigiane e alleate; poco spazio<br />

viene dato ai fascisti, che compaiono solo nell'episodio ambientato a Firenze come odiosi<br />

cecch<strong>in</strong>i che sparano sui resistenti e ne vengono uccisi. Storicamente parlando, siamo<br />

ancora al di qua dell'espulsione dei comunisti dal governo e dall'<strong>in</strong>izio ufficiale della guerra<br />

fredda, che avrebbe spezzato sia nella politica nazionale che <strong>in</strong> quella <strong>in</strong>ternazionale l'unità<br />

costruita per combattere <strong>il</strong> nazifascismo. Negli anni C<strong>in</strong>quanta, non a caso, <strong>il</strong> c<strong>in</strong>ema avrebbe,<br />

con qualche eccezione, dimenticato la Resistenza, che di quell'unità antifascista era stata<br />

l'espressione ll .<br />

•<br />

I fascisti, che comparivano solo marg<strong>in</strong>almente <strong>in</strong> Paisà, sono <strong>in</strong>vece al centro del racconto<br />

resistenziale - ai tedeschi si allude solo per brevi cenni - <strong>in</strong> Novecento, realizzato da<br />

Bernardo Bertolucci nel 1976. Com'è noto, la pellicola non ha la Resistenza come soggetto<br />

pr<strong>in</strong>cipale e non la mette <strong>in</strong> scena se non nel momento conclusivo, tuttavia più di altri f<strong>il</strong>m<br />

ne chiarisce le componenti legate alla lotta di classe che la temperie degli anni Settanta, con<br />

l'apogeo dell'egemonia culturale della s<strong>in</strong>istra, portava <strong>in</strong>evitab<strong>il</strong>mente a sottol<strong>in</strong>eare 14 • Dice<br />

<strong>in</strong> proposito Giuseppe Bertolucci, cosceneggiatore del f<strong>il</strong>m <strong>in</strong>sieme al fratello Bernardo e a<br />

Franco «Kim» Arcalli:<br />

Kim portava anche <strong>il</strong> contributo di una memoria storica, poetica; <strong>il</strong> processo f<strong>in</strong>ale al padrone<br />

91


era molto suo, diceva che nella Resistenza c'era quest'anima che era stata poi trascurata, perduta.<br />

Ci raccontò per esempio di un'azione <strong>in</strong> una caserma, con un partigiano che aveva preso<br />

la bandiera tricolore e ne aveva strappato via <strong>il</strong> verde e <strong>il</strong> bianco, ma questa scena nel f<strong>il</strong>m<br />

non l'abbiamo lasciata 15.<br />

La pellicola <strong>in</strong>izia con <strong>il</strong> 25 apr<strong>il</strong>e 1945 nella pianura padana em<strong>il</strong>iana; ritorna <strong>in</strong>dietro<br />

all'anno 1900, al giorno <strong>in</strong> cui nascono i due protagonisti, <strong>il</strong> bracciante Olmo e l'agrario<br />

Alfredo; ne segue le vicende politico-esistenziali <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e cronologico e secondo <strong>il</strong> susseguirsi<br />

delle stagioni, dall'estate dell'<strong>in</strong>fanzia primo-novecentesca al livido <strong>in</strong>verno della<br />

maturità nei tardi anni Trenta; ripropone <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e le immag<strong>in</strong>i <strong>in</strong>iziali, secondo una modalità<br />

non più mimetico-realistica bensì, come vedremo, epico-utopica. Il secolo, nella sua dimensione<br />

regionale padana, viene r<strong>il</strong>etto da Bertolucci a partire dai concetti di classe - la contrapposizione<br />

tra proletariato rurale e grande borghesia agraria - e la Liberazione appare<br />

come la vittoria f<strong>in</strong>ale del proletariato rurale (con tutti i limiti che vedremo) nella guerra<br />

contro <strong>il</strong> fascismo sostenuto dagli agrari, dopo la battaglia perduta degli anni Venti.<br />

All'<strong>in</strong>izio del f<strong>il</strong>m i braccianti, armati di forconi, <strong>in</strong>seguono la diabolica coppia dei fascisti<br />

Att<strong>il</strong>a e Reg<strong>in</strong>a, che ha commesso nefandezze di ogni genere, agendo come braccio armato<br />

della borghesia agraria contro i braccianti, ma macchiandosi anche di altre violenze come lo<br />

stupro e l'uccisione di un bamb<strong>in</strong>o. Dice <strong>in</strong> proposito Bertolucci: «Att<strong>il</strong>a e Reg<strong>in</strong>a non sono<br />

<strong>il</strong> fascismo, ma la concentrazione dell'aggressività di tutti i personaggi borghesi del f<strong>il</strong>m,<br />

delegati a farlo come certi personaggi del dramma elisabettiano»16. O, magari, del melodramma<br />

italiano, le cui storie sono così spesso popolate di cattivi irredimib<strong>il</strong>i.<br />

Contemporaneamente <strong>il</strong> piccolo Leonida, arma <strong>in</strong> pugno, fa prigioniero Alfredo <strong>in</strong>neggiando<br />

a Stal<strong>in</strong>.<br />

Il f<strong>in</strong>ale del f<strong>il</strong>m riprende e conclude le due scene: Att<strong>il</strong>a è ucciso nel cimitero, mentre a<br />

Reg<strong>in</strong>a vengono tagliati i capelli; Alfredo subisce un processo da parte dei partigiani e dei<br />

braccianti. La rappresentazione, come abbiamo anticipato, perde quasi completamente le<br />

connotazioni realisti che e non pretende più di mostrare gli eventi <strong>in</strong> modo verosim<strong>il</strong>e, ma li<br />

trasfigura nel regno dell'utopia, del come-si-vorrebbe-che-fosse, ed assume un tono volutamente<br />

didascalico. Tutto ciò risulta evidente f<strong>in</strong> dalle prime scene, <strong>in</strong> cui dall'alto di un<br />

pagliaio Anita, la figlia di Olmo, avvista Att<strong>il</strong>a e Reg<strong>in</strong>a <strong>in</strong> fuga e descrive ai compagni queste<br />

ed altre visioni, come l'arrivo su un cavallo bianco del padre Olmo, l'eroe proletario<br />

ritornato dall'es<strong>il</strong>io a cui era stato costretto dal fascismo. La posizione sopraelevata della<br />

ragazza, che guarda verso un lontano orizzonte, la luce morbida e calda, la musica epicamente<br />

<strong>in</strong>tonata segnalano <strong>il</strong> passaggio ad un'altra modalità narrativa. I partigiani-contad<strong>in</strong>i<br />

che scendono dalla montagna chiedono ai braccianti: «È vero che date la terra a chi la lavora?»,<br />

chiarendo <strong>in</strong>direttamente i moventi della loro scelta resistenziale, come appare con<br />

ancor maggiore evidenza nel successivo processo al padrone.<br />

8aspirazione alla giustizia sociale dei resistenti, <strong>in</strong> particolare - ma non solo - da parte<br />

della componente comunista, e la prospettiva della realizzazione di un mondo nuovo sono<br />

ampiamente documentate nel già citato saggio di Pavone, sia nella forma della società socialista<br />

che aveva <strong>il</strong> suo modello nell'Unione Sovietica di Stal<strong>in</strong> -le ultime parole del partigiano<br />

comunista di fronte al plotone d'esecuzione potevano essere Viva Stal<strong>in</strong>! - sia <strong>in</strong> forme<br />

meno politicamente connotate, più sfumate e generiche.<br />

Per un operaio di La Spezia andava da sé che la Resistenza, essendo stata fatta per abbattere <strong>il</strong><br />

fascismo, ne sarebbe conseguito l'abbattimento del capitalismo:<br />

92


«Avevamo un prefetto socialista e un questore comunista, avevamo i centri di potere <strong>in</strong> mano,<br />

<strong>in</strong> questo quadro era logico pensare: beh, compagni, diamoci da fare a ricostruire perché ora<br />

al governo ci siamo noi. Noi, per la nostra situazione, pensavamo che <strong>il</strong> socialismo fosse qui,<br />

quando la sera facevamo le riunioni, parlavamo di come costruire la società socialista, di<br />

comunismo, non d'altro»17.<br />

Di Ponente, <strong>il</strong> comandante della divisione garibald<strong>in</strong>a Arno, i biografi Emirene e G<strong>in</strong>o<br />

Varlecchi scrivono a caldo che<br />

«combatteva sì contro <strong>il</strong> nemico nazifascista, ma che nella sua rossa sfolgorante camicia era<br />

considerato, e giustamente, <strong>il</strong> combattente di una più "grande guerra", quella di tutti gli<br />

oppressi contro gli oppressori, della povertà contro la ricchezza, della giustizia contro l'<strong>in</strong>giustizia»!8.<br />

Nel f<strong>il</strong>m di Bertolucci <strong>il</strong> vecchio ord<strong>in</strong>e viene giudicato e condannato dai partigiani-proletari.<br />

Il giudizio, con tanto di imputato, testimoni e giudice, avviene <strong>in</strong> un'atmosfera da festa<br />

popolare, accompagnata dalla fisarmonica che suona Bandiera rossa e da un cantastorie che<br />

<strong>in</strong>tona un canto nella tradizione dei maggi appenn<strong>in</strong>ici, sotto <strong>il</strong> cielo rosso di una bandiera,<br />

cucita pezzo dopo pezzo dalle contad<strong>in</strong>e nei bui anni del fascismo e seppellita <strong>in</strong> attesa dei<br />

tempi migliori che sono f<strong>in</strong>almente giunti!9. Come viene ripetutamente ribadito, non si tratta<br />

di un processo all'<strong>in</strong>dividuo Alfredo Berl<strong>in</strong>ghieri, ma alla figura simbolica del padrone di<br />

cui quest'ultimo è solo la cont<strong>in</strong>gente <strong>in</strong>carnazione. Pertanto, <strong>il</strong> giudice Olmo può dire:<br />

«Allegri compagni, <strong>il</strong> padrone è morto! Il padrone non esiste più!» e poco oltre: «Il padrone<br />

è morto, ma Alfredo Berl<strong>in</strong>ghieri è vivo e noi non dobbiamo ucciderlo». La Resistenza, pertanto,<br />

non avrà uno sbocco rivoluzionario: Olmo, come rappresentante del partito comunista,<br />

si <strong>in</strong>carica di mediare tra <strong>il</strong> mondo dell'utopia ed <strong>il</strong> pr<strong>in</strong>cipio di realtà, <strong>in</strong>ducendo i partigiani<br />

a consegnare le armi agli uom<strong>in</strong>i del Comitato di Liberazione Nazionale, esponenti<br />

dell'unità antifascista - composta da democristiani, liberali, socialisti, comunisti ed azionisti<br />

- sancita dalla svolta di Salerno. Come a dire che <strong>il</strong> patto resistenziale, da cui è nata l'Italia<br />

repubblicana, forse non ha creato una società senza classi, ma ha comunque abbattuto un<br />

ord<strong>in</strong>e sociale fondato sul totale disconoscimento dei diritti dei lavoratori: «Il padrone è<br />

vivo» dice Alfredo alla conclusione del processo, ma sicuramente non è più <strong>il</strong> padrone che<br />

esercitava sul bracciante un potere senza limitazioni. La società comunista rimane una meta<br />

a cui tendere, ma si allontana <strong>in</strong>def<strong>in</strong>itamente nel futuro.<br />

Sei anni dopo, nel 1982, Paolo e Vittorio Taviani girano La notte di San Lorenzo, che ha<br />

ancora per oggetto temi resistenziali, ma <strong>in</strong>seriti <strong>in</strong> un contesto <strong>in</strong> cui, pur rimanendo ferma<br />

la presa di posizione antifascista, le contrapposizioni politiche sono sentite come profonda<br />

lacerazione di un tessuto comunitario e non sono presentate nella forma di un contrasto di<br />

classe: come vedremo più dettagliatamente nell'analisi del f<strong>il</strong>m, più forte che <strong>in</strong> Novecento è<br />

<strong>in</strong>somma la percezione della Resistenza come guerra civ<strong>il</strong>e. È nota la r<strong>il</strong>uttanza della s<strong>in</strong>istra<br />

- non della destra - ad <strong>in</strong>terpretare la lotta di liberazione anche come guerra civ<strong>il</strong>e,<br />

r<strong>il</strong>uttanza che va comunque al di là del caso italiano, perché «è <strong>il</strong> fatto stesso della guerra<br />

civ<strong>il</strong>e che reca <strong>in</strong> sé qualcosa che alimenta la tendenza a seppellirne <strong>il</strong> ricordo»20. La qualificazione<br />

di «civ<strong>il</strong>e» e «fratricida» da parte di chi tale guerra ha combattuto rimanda alla percezione<br />

soggettiva che <strong>il</strong> nemico, nonostante tutto, è parte della stessa comunità locale,<br />

nazionale o talvolta sovranazionale, cosa che non sempre i combattenti sono disposti ad<br />

ammettere. Questo ritengo spieghi come lo spettatore di Novecento non abbia la sensazione<br />

di assistere alla rappresentazione di una guerra civ<strong>il</strong>e: <strong>il</strong> fascista Att<strong>il</strong>a, a differenza di<br />

Alfredo, viene presentato con i tratti della deformità morale, per cui non è percepito come<br />

<strong>93</strong>


membro della stessa comunità paesana a cui appartengono i braccianti, né della nazione italiana<br />

e, a dire <strong>il</strong> vero, neppure dell'umanità. Questo spiega <strong>in</strong>oltre come, all'opposto, chi<br />

vede La notte di San Lorenzo ne ricavi l'impressione di una guerra combattuta tra paesani,<br />

vic<strong>in</strong>i di casa, parenti o, nel caso dei soldati tedeschi, tra membri di una stessa umanità<br />

accomunata dalla morte e dal lutto.<br />

In un'<strong>in</strong>tervista Paolo Taviani così spiega la genesi del f<strong>il</strong>m:<br />

Per parlare della Notte di San Lorenzo dobbiamo fare un passo <strong>in</strong>dietro. Da bamb<strong>in</strong>i abbiamo<br />

vissuto <strong>il</strong> passaggio della guerra ... Questo momento è sempre stato dentro di noi e sempre ci<br />

siamo detti che dovevamo raccontare quella storia che abbiamo vissuto <strong>in</strong> prima persona,<br />

tanto è vero che quando andammo a Pisa all'università e scoprimmo <strong>il</strong> c<strong>in</strong>ema e avemmo una<br />

macch<strong>in</strong>a da presa e un po' di soldi dal Comune e dalla Prov<strong>in</strong>cia per fare <strong>il</strong> nostro primo cortometraggio<br />

di una dec<strong>in</strong>a di m<strong>in</strong>uti, esso si <strong>in</strong>titolava San M<strong>in</strong>iato 1944 e parlava, anche se<br />

<strong>in</strong> chiave completamente diversa perché era documentaristica, di questo episodio ...<br />

Per questo f<strong>il</strong>m, anche se volevamo farlo non forzavamo la mano, sentivamo che si doveva<br />

allontanare nel tempo <strong>in</strong> modo che non fossero passati appena qu<strong>in</strong>dici o vent'anni ma una<br />

trent<strong>in</strong>a, aff<strong>in</strong>ché fosse ben digerito non solo nella nostra ma nella coscienza di tutti. Quando<br />

abbiamo deciso di riprendere <strong>in</strong> mano la storia e siamo andati a controllarla <strong>in</strong> Toscana, ci<br />

siamo resi conto che era profondamente radicata nella coscienza della comunità, ma anche<br />

che ognuno ce la raccontava <strong>in</strong> una maniera diversa. Ormai non era più la storia raccontata<br />

nel dopoguerra dal grande c<strong>in</strong>ema italiano, ma era quasi una leggenda, si era deformata come<br />

i racconti orali che si tramandavano di padre <strong>in</strong> figlio e arrivava a noi <strong>in</strong> una forma nuova e<br />

vecchissima, quasi sim<strong>il</strong>e a una fiaba, perché alla base di questi racconti diversi uno dall'altro<br />

c'era un tema costante comune a tutti: nel momento <strong>in</strong> cui tutto sembra perduto, tutto si può<br />

salvare.<br />

Il fatto che nei diversi racconti ci fosse questa costante ci ha fatto vedere la contemporaneità<br />

del sentimento, <strong>in</strong> un momento come oggi <strong>in</strong> cui c'è questo sconcerto, questa disperazione<br />

dappertutto, questa mancanza di speranza. Ci dicevamo: «ci raccontano questo quasi per farsi<br />

coraggio loro stessi, adesso.}l.<br />

Il passo sopra riportato si presta a numerose considerazioni. In primo luogo pone come<br />

centrale un problema che negli anni Novanta avrà ampia risonanza nella storiografia proprio<br />

<strong>in</strong> relazione agli eccidi ed alle stragi, come quella di San M<strong>in</strong>iato, avvenuti nell'estate 1944:<br />

si tratta del tema della memoria - condivisa, divisa o plurale - considerato tanto nella sua<br />

dimensione <strong>in</strong>dividuale, quanto <strong>in</strong> quella collettiva, della comunità locale chiamata a perpetuare<br />

ed elaborare <strong>il</strong> ricordo ed <strong>il</strong>lutt0 22 • Nel f<strong>il</strong>m la diversità delle narrazioni sulla strage di<br />

San M<strong>in</strong>iato (o, come si chiama nella pellicola, di San Mart<strong>in</strong>o) si tradurrà nella scelta di<br />

una narrazione corale che, se dà largo spazio al punto di vista della piccola Cec<strong>il</strong>ia, non<br />

r<strong>in</strong>uncia per questo ad <strong>in</strong>trecciare i f<strong>il</strong>i delle tante storie dei fuggiaschi ed entra spesso, nella<br />

forma del monologo <strong>in</strong>teriore, nella coscienza stessa dei personaggi. Nelle parole di Paolo<br />

Taviani si fa <strong>in</strong>oltre esplicito riferimento al nesso passato-presente, penui <strong>in</strong> un'Italia altrettanto<br />

lacerata - questa volta dal terrorismo e dallo «stragismo» degli anni Settanta e dei<br />

primi anni Ottanta - e priva di speranza nel futuro, la vicenda della fuga e della salvezza di<br />

un piccolo gruppo, solidale <strong>in</strong>torno alla figura di un vecchio e carismatico contad<strong>in</strong>o, diventa<br />

racconto esemplare per la comunità che ricorda, i registi e lo spettatore. Non tutti, per la<br />

verità, si salvano, ma la cont<strong>in</strong>uità del gruppo è garantita ed alla f<strong>in</strong>e i sopravvissuti, dopo la<br />

liberazione da parte degli anglo-americani, possono fare festosamente ritorno alle loro case<br />

(o a quello che ne è rimasto) sotto una pioggia rigeneratrice 23 •<br />

Il racconto si apre con una f<strong>in</strong>estra spalancata sul cielo stellato di Firenze, nella notte di<br />

94


San Lorenzo. Nel prologo della vicenda, sullo sfondo della volta celeste attraversata da una<br />

stella cadente, una voce femm<strong>in</strong><strong>il</strong>e esprime <strong>il</strong> desiderio di rievocare, per quello che si suppone<br />

<strong>il</strong> suo bamb<strong>in</strong>o, una vicenda che le è accaduta tanti anni prima. Il tempo regredisce all'agosto<br />

del 1944: <strong>in</strong> una chiesetta di campagna si celebra <strong>il</strong> matrimonio tra l'adolescente<br />

Bell<strong>in</strong>dia, <strong>in</strong> attesa di un bamb<strong>in</strong>o, e Corrado, un giovane renitente alla leva. La cerimonia è<br />

vista con gli occhi di Cec<strong>il</strong>ia, la donna ascoltata nel prologo, che all'epoca aveva solo sei<br />

anni. Da questo momento <strong>in</strong> avanti <strong>il</strong> suo punto di vista <strong>in</strong>fant<strong>il</strong>e sarà quello dom<strong>in</strong>ante,<br />

benché non esclusivo, e darà alla vicenda <strong>il</strong> sapore di una fiaba, come ne Il sentiero dei nidi<br />

di ragno di Italo Calv<strong>in</strong>o. Poco distante, nella cittad<strong>in</strong>a di San Mart<strong>in</strong>o, persone di varia età<br />

e ceto sociale decidono di seguire un vecchio contad<strong>in</strong>o, <strong>il</strong> cui nome - Galvano - è non a<br />

caso quello di un cavaliere della corte di re Artù. Questi vuole andare alla ricerca degli americani,<br />

ormai vic<strong>in</strong>i, anziché obbedire ai tedeschi che, dopo aver m<strong>in</strong>ato case che saranno<br />

fatte esplodere durante la notte, hanno chiesto alla popolazione di concentrarsi nella chiesa.<br />

Indossati abiti neri per confondersi con le tenebre, Galvano e i suoi compagni si allontanano<br />

da San Mart<strong>in</strong>o; gli altri abitanti, fidandosi delle assicurazioni del vescovo che <strong>in</strong> buona<br />

fede crede ai tedeschi, rimangono e si radunano nella cattedrale. Ai fuggiaschi si aggregano<br />

<strong>in</strong> seguito gli <strong>in</strong>vitati al matrimonio e gli sposi.<br />

L'avventura del gruppo di Galvano e quella degli abitanti rimasti <strong>in</strong> città scorrono per<br />

qualche tempo parallelamente, f<strong>in</strong>ché questi ultimi, concentrati nella chiesa, non vengono<br />

sterm<strong>in</strong>ati dalle bombe dei tedeschi, con la complicità dei m<strong>il</strong>iti fascisti. Mentre nella colonna<br />

sonora una voce canta <strong>il</strong> Requiem verdiano, lo spettatore assiste al massacro come se si<br />

trovasse davanti alla cattedrale di San Mart<strong>in</strong>o-San M<strong>in</strong>iato: alcune fragorose esplosioni,<br />

provenienti dall'<strong>in</strong>terno, abbattono le porte dell'edificio da cui escono sconvolti e urlanti i<br />

sopravvissuti. Nella realtà storica la strage di San M<strong>in</strong>iato non si verifica 1'8 agosto 1944,<br />

come nel f<strong>il</strong>m, ma <strong>il</strong> 22 luglio, nell'ambito degli <strong>in</strong>terventi m<strong>il</strong>itari dell'esercito tedesco che<br />

<strong>in</strong>sangu<strong>in</strong>ano la Toscana nell'estate di quell'anno e che sono parte di una vera e propria<br />

«guerra ai civ<strong>il</strong>i»24. I morti nella chiesa del paese sono, secondo alcune stime, c<strong>in</strong>quantaquattro2s,<br />

mentre nell'<strong>in</strong>tera Toscana le vittime di rappresaglie, stragi ed eccidi ammontano<br />

ad oltre quattrom<strong>il</strong>a.<br />

Nella vicenda narrata da La notte di San Lorenzo, tra i morti della strage di San Mart<strong>in</strong>o,<br />

vi è anche Bell<strong>in</strong>dia, che, <strong>in</strong> attesa di un bamb<strong>in</strong>o, non è riuscita a tenere <strong>il</strong> passo dei fuggiaschi<br />

ed è stata costretta a tornare <strong>in</strong>dietro, condividendo così <strong>il</strong> tragico dest<strong>in</strong>o degli abitanti<br />

riuniti nella chiesa. Sapremo più tardi che <strong>il</strong> marito, rimasto fuori dal paese per non <strong>in</strong>correre<br />

nella punizione prevista per i renitenti alla leva, è accorso all'esplosione <strong>in</strong> tempo per<br />

vedere portare fuori <strong>il</strong> cadavere della sua sposa bamb<strong>in</strong>a e ne è rimasto sconvolto al punto<br />

da perdere temporaneamente la memoria. Lo strazio della madre di Bell<strong>in</strong>dia che trasc<strong>in</strong>a <strong>il</strong><br />

cadavere della figlia fuori della chiesa, sulle note del Requiem verdiano, è speculare al<br />

compianto dei soldati tedeschi per i loro comm<strong>il</strong>itoni morti che si vede <strong>in</strong> una scena successiva:<br />

una corriera, trasformata <strong>in</strong> carro funebre, procede lentamente affiancata da uno scomposto<br />

drappello, mentre uno dei soldati canta uno struggente brano del Tannhiiuser. A tanti<br />

anni di distanza dalla conclusione della guerra, si può dunque accettare di unire <strong>in</strong> un moto<br />

di compassione morti italiani e morti tedeschi, ferma restando la condanna del nazifascismo.<br />

Altrettanto importante per l'<strong>in</strong>terpretazione del f<strong>il</strong>m rimane la scena della battaglia tra i<br />

fuggiaschi ed i partigiani da una parte, le m<strong>il</strong>izie fasciste dall'altra, nel mezzo di un campo<br />

di grano. Questo episodio è preceduto dall'<strong>in</strong>contro tra <strong>il</strong> gruppo di Galvano ed i partigiani<br />

di Bruno, che hanno deciso di aiutare i contad<strong>in</strong>i a mietere rapidamente <strong>il</strong> grano ed a<br />

nasconderlo nel bosco per impedirne la requisizione da parte dei fascisti. In questa occasio-<br />

95


96<br />

ne non solo Galvano ed i fuggiaschi affiancano i partigiani nel lavoro, ma una parte di loro<br />

entra a far parte della banda. L'ammissione nel gruppo è sancita, nel bosco, dalla r<strong>in</strong>uncia al<br />

proprio nome e con esso ad una vita quotidiana meno avventurosa ed «eroica» di quella che<br />

ci si appresta a condurre: <strong>il</strong> battesimo partigiano, <strong>in</strong> cui ognuno assume <strong>il</strong> nome che più<br />

sembra corrispondere alle proprie fattezze, alla proprio più <strong>in</strong>timo sentire, alle proprie radici<br />

culturali 26 , è un bell'esempio di trasfigurazione fiabesca della vicenda resistenziale, conforme<br />

al punto di vista <strong>in</strong>fant<strong>il</strong>e che i registi hanno deciso di assumere come dom<strong>in</strong>ante nel<br />

loro racconto e all'aura leggendaria di cui la memoria popolare ha, col tempo, circonfuso l'episodio<br />

storico. Quando arrivano i fascisti, si scatena nel campo una guerra non meno<br />

cruenta per <strong>il</strong> fatto di opporre persone che si conoscono. Che si tratti di guerra fratricida, tra<br />

membri della stessa comunità, è sottol<strong>in</strong>eato dal particolare che i contendenti si chiamano<br />

per nome. Mentre procede carponi nel grano, Rosanna, una giovane del gruppo di Galvano,<br />

urta un fascista, lo guarda e grida: «Giuseppe! Ma la zia lo sa che sei con questi?»; riconoscerlo<br />

come cug<strong>in</strong>o non impedirà alla ragazza di sv<strong>in</strong>colarsi dal suo abbraccio per consentire<br />

al partigiano Bruno di prendere la mira ed ucciderlo.<br />

La battaglia raggiunge <strong>il</strong> suo culm<strong>in</strong>e nel momento <strong>in</strong> cui, davanti agli occhi di Cec<strong>il</strong>ia, <strong>il</strong><br />

cantore popolare Ol<strong>in</strong>to, che conosce a memoria l'Iliade e la recita nelle feste paesane, si fa<br />

avanti armato di forcone per uccidere <strong>il</strong> fascista Giglioli, che ha appena abbattuto un compaesano<br />

e ne ha sfregiato <strong>il</strong> cadavere; a vendicare Ol<strong>in</strong>to, che cade a sua volta sotto i colpi di<br />

Giglioli, giungono Bruno ed altri partigiani, che appaiono a Cec<strong>il</strong>ia nelle vesti degli antichi<br />

eroi greci e trafiggono con le loro lance <strong>il</strong> nemico. Con ciò sembra ribadito <strong>il</strong> pr<strong>in</strong>cipio che,<br />

comunque, per quanto la violenza <strong>in</strong>flitta e subita non risparmi nessuno, fascisti e antifascisti<br />

non possono essere messi sullo stesso piano: dal riconoscimento che i fascisti appartengono<br />

alla stessa comunità dei partigiani non segue la giustificazione etico-politica della loro<br />

azione. Gli eroi erano e rimangono i partigiani.<br />

Il ricordo si conclude, come abbiamo anticipato, con <strong>il</strong> ritorno a casa dei fuggiaschi dopo<br />

una breve sosta notturna <strong>in</strong> un casolare, <strong>in</strong> cui, nella sospensione dell'ord<strong>in</strong>e consueto -<br />

comprese le gerarchie sociali - che co<strong>in</strong>cide con l'avventura della compagnia, Galvano può<br />

fare l'amore con la donna che tanti anni prima non aveva potuto sposare a causa delle differenze<br />

di ceto.<br />

L'ep<strong>il</strong>ogo del f<strong>il</strong>m ci riporta ai nostri giorni ed alla camera affacciata sul cielo stellato<br />

della notte di San Lorenzo, dove Cec<strong>il</strong>ia conclude <strong>il</strong> suo racconto al figlio che giace addormentato<br />

sul letto. La tenera età del bamb<strong>in</strong>o ci fa dubitare che la vicenda sia stata rievocata<br />

per lui: forse Cec<strong>il</strong>ia ha raccontato quella storia a lieto f<strong>in</strong>e <strong>in</strong> primo luogo a se stessa, per<br />

rassicurarsi di fronte al presente <strong>in</strong>quietante di cui parla Paolo Taviani nella testimonianza<br />

riportata. Che questa possa essere la corretta <strong>in</strong>terpretazione è confermato dallo sguardo<br />

ansioso che la donna rivolge al bamb<strong>in</strong>o e ad un punto oscuro della stanza - potrebbe venire<br />

da lì qualche pericolo? - e dalla f<strong>il</strong>astrocca che ora ripete: quella stessa che da bamb<strong>in</strong>a<br />

aveva recitato durante la battaglia nel grano per esorcizzare la paura. Come a dire che, se le<br />

lacerazioni della comunità nazionale che si sono prodotte <strong>in</strong> passato sono purtroppo riapparse<br />

nel presente, c'è comunque la speranza di un lieto f<strong>in</strong>e: «Anche le storie vere possono<br />

f<strong>in</strong>ir bene» diceva Cec<strong>il</strong>ia a conclusione del suo racconto ...


I.Dizionario della Resistenza. Volume primo: Storia e geografia della Liberazione, a cura di E. Collotti, R.<br />

Sandri e E Sessi, Tor<strong>in</strong>o 2000.<br />

2. Per una s<strong>in</strong>tesi del tema <strong>in</strong> oggetto rimandiamo al contributo di C. Pavone La Resistenza oggi: pro blema storiografico<br />

e problema civ<strong>il</strong>e, <strong>in</strong> Dizionario della Resistenza. Volume secondo: Luoghi, formazioni, protagonisti, a<br />

cura di E. Collotti, R. Sandri e E Sessi, Tor<strong>in</strong>o 200 l.<br />

3. E Di Giammatteo, Lo sguardo <strong>in</strong>quieto. Storia del c<strong>in</strong>ema italiano (1940-1990), Firenze 1994.<br />

4. E Di Giammatteo, Lo sguardo <strong>in</strong>quieto, cit. , p. 71.<br />

5. R. Rossell<strong>in</strong>i, Il mio metodo, Venezia 1987, p. 58.<br />

6. R. Rossell<strong>in</strong>i, Il mio metodo, cit., p. 51.<br />

7. G. Rondol<strong>in</strong>o, Rossell<strong>in</strong>i, Tor<strong>in</strong>o 1989, p.108-109. L'autore ricostruisce nel terzo capitolo i term<strong>in</strong>i dello scontro<br />

tra la s<strong>in</strong>istra e la destra più conservatrice <strong>in</strong> merito al giudizio sul neorealismo.<br />

8. R. Rossell<strong>in</strong>i, Il mio metodo, cit., p.55.<br />

9. Il saggio è contenuto <strong>in</strong> Guerrefratricide. Le guerre civ<strong>il</strong>i <strong>in</strong> età contemporanea, a cura di G. Ranzato, Tor<strong>in</strong>o<br />

1994.<br />

lO. M. Isnenghi, L'esposizione della morte, cit., p.341.<br />

11. Si veda ad esempio Delta padano (1951) di E Vanc<strong>in</strong>i. Anche le allusioni alla malaria rimandano ad un ben<br />

preciso contesto ambientale che tuttavia non era caratteristico solo della zona del delta, ma riguardava un po'<br />

tutta la penisola, se è vero che ben 20m<strong>il</strong>a tra i soldati angloamericani sbarcati <strong>in</strong> Sic<strong>il</strong>ia contrassero la malaria (<strong>il</strong><br />

dato è contenuto <strong>in</strong> G. Rochat, La campagna d'Italia 1943-45, nel già citato volume Dizionario della Resistenza.<br />

Volume primo).<br />

12. Per un approfondimento del tema rimandiamo al paragrafo l tradizionali alleati nel volume di Claudio<br />

Pavone Una guerra civ<strong>il</strong>e. Saggio storico sulla moralità della Resistenza, Tor<strong>in</strong>o 1991.<br />

13. Il s<strong>il</strong>enzio su questo soggetto va da Achtung! Banditi! (1951) di Carlo Lizzani a Il generale Della Rovere<br />

(1959) di Roberto Rossell<strong>in</strong>i.<br />

14. Secondo Bertolucci <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m sarebbe stato <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea con <strong>il</strong> compromesso storico: «La cosa dei comunisti che mi<br />

ha profondamente ferito è di come non si sono accorti che fosse un f<strong>il</strong>m così profondamente <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea col compromesso<br />

storico! Forse non visto completamente come lo vedevano loro, ma <strong>il</strong> rapporto di quei due protagonisti!<br />

Il f<strong>il</strong>m fu difeso solo dalla Fgci, che però non aveva nessun peso e nessuno spazio» (E Fald<strong>in</strong>i e G. Fofi, Il<br />

c<strong>in</strong>ema italiano d'oggi 1970-1984 raccontato dai suoi protagonisti, M<strong>il</strong>ano 1984, p.151).<br />

15. E Fald<strong>in</strong>i, G. Fofi,!l c<strong>in</strong>ema italiano d'oggi 1970-1984 raccontato dai suoi protagonisti, cit., p.147.<br />

16, E Fald<strong>in</strong>i, G. Fofi, Il c<strong>in</strong>ema italiano d'oggi 1970-1984 raccontato dai suoi protagonisti, cit., p.148.<br />

17. Claudio Pavone, Una guerra civ<strong>il</strong>e, cit., p.360.<br />

18. Claudio Pavone, Una guerra civ<strong>il</strong>e, cit., p.362.<br />

19. È qui sfiorato <strong>in</strong> forma simbolica <strong>il</strong> tema della memoria, <strong>in</strong>tesa come memoria dell'antifascismo che scorre<br />

sotterraneamente durante <strong>il</strong> venteunio.<br />

20. Claudio Pavone, Una guerra civ<strong>il</strong>e, cit., p.223. Per l'analisi delle ragioni di tale rifiuto nel contesto della s<strong>in</strong>istra<br />

italiana ed <strong>in</strong> altri contesti, si veda, oltre al saggio di Pavone (pp. 221-225), <strong>il</strong> contributo di G. Ranzato Un<br />

evento antico e un nuovo oggetto di riflessione <strong>in</strong> Guerre fratricide. Le guerre civ<strong>il</strong>i <strong>in</strong> età contemporanea, cit.<br />

21. E Fald<strong>in</strong>i, G. Fofi, Il c<strong>in</strong>ema italiano d'oggi 1970-1984 raccontato dai suoi protagonisti, cit., p.543.<br />

22. Per un'ag<strong>il</strong>e s<strong>in</strong>tesi del recente dibattito sul tema si rimanda al saggio di Anna Rossi-Doria Una storia di<br />

memorie divise e di impossib<strong>il</strong>i lutti, «Passato e presente», n. 49, 2000.<br />

23. Per una lettura che sottol<strong>in</strong>ea i legami tra <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m e gli anni del terrorismo, si veda anche E Di Giammatteo,<br />

Lo sguardo <strong>in</strong>quieto, cit., pp. 379-396.<br />

24. Nella voce Rappresaglie, stragi, eccidi del Dizionario della Resistenza. Volume primo: Storia e geografia<br />

della Liberazione, Enzo Collotti e Tristano Matta così riassumono la terza fase delle stragi perpetrate dalle truppe<br />

tedesche: «Nella terza fase, che comprende i mesi dal giugno all'ottobr~ 1944, si assiste a una vera e propria<br />

escalation della violenza nei confronti della popolazione civ<strong>il</strong>e italiana ... E la fase di massima espansione della<br />

lotta partigiana, della renitenza ai bandi della Rsi, della liberazione di Roma e del ripiegamento tedesco verso<br />

. l'Appenn<strong>in</strong>o tosco-em<strong>il</strong>iano - che <strong>in</strong>fatti viene co<strong>in</strong>volto <strong>in</strong> ll}odo quanto mai diffuso e massiccio <strong>in</strong> quella che è<br />

ormai un'autentica «guerra ai civ<strong>il</strong>i». Le rappresaglie sono ormai diventate un fenomeno diffuso, un vero e proprio<br />

strumento di lotta e tendono a non colpire più solamente i partigiani veri o presunti, ma anche l'<strong>in</strong>tera popolazione<br />

di una determ<strong>in</strong>ata area, considerata <strong>in</strong> blocco come sospetta di connivenza».<br />

25. Si veda <strong>in</strong> proposito la mappa dedicata alle stragi ed agli eccidi tedeschi dal maggio 1944 al maggio 1945,<br />

contenuta nel volume Atlante storico della Resistenza italiana, curato dall'Istituto nazionale per la Storia del<br />

Movimento di Liberazione <strong>in</strong> Italia, M<strong>il</strong>ano 2000.<br />

26. A proposito dell'immag<strong>in</strong>ario partigiano esplorato attraverso un'<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e sui nomi di battaglia, Claudio<br />

Pavone segnala l'opera di E Castelli, Miti e simboli dell'immag<strong>in</strong>ario partigiano: i nomi di battaglia, <strong>in</strong> Isr,<br />

Contad<strong>in</strong>i e partigiani, Atti del Conveguo storico, Asti, Nizza Monferrato, 14-16 dicembre 1984, Alessandria<br />

1986<br />

97


Breve nota bibliografica<br />

Sulla Resistenza:<br />

E. Collotti , R. Sandri, F. Sessi Ca cura di), Dizionario della Resistenza. Volume primo: Storia e geografia<br />

della liberazione, E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o 2000<br />

E. Collotti , R. Sandri, F. Sessi C a cura di), Dizionario della Resistenza. Volume secondo: Luoghi, formazioni,<br />

protagonisti, E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o 2001<br />

Istituto nazionale per la storia del Movimento di Liberazione <strong>in</strong> Italia C a cura di), Atlante storico della<br />

Resistenza italiana, Bruno Mondadori, M<strong>il</strong>ano 2000<br />

C. Pavone , Una guerra civ<strong>il</strong>e. Saggio storico sulla moralità della Resistenza, Bollati Bor<strong>in</strong>ghieri,<br />

Tor<strong>in</strong>o 1991<br />

Sulle guerre civ<strong>il</strong>i <strong>in</strong> età contemporanea:<br />

G. Ranzato, Guerre fratricide. Le guerre civ<strong>il</strong>i <strong>in</strong> età contemporanea, Bollati Bor<strong>in</strong>ghieri, Tor<strong>in</strong>o<br />

1994<br />

Sulle stragi e gli eccidi tedeschi <strong>in</strong> Italia e sulla memoria degli eventi:<br />

M. Batt<strong>in</strong>i e P; Pezz<strong>in</strong>o, Guerra ai civ<strong>il</strong>i. Occupazione tedesca e politica del massacro. Toscana 1944,<br />

Mars<strong>il</strong>io, Venezia 1997<br />

G. Cont<strong>in</strong>i, La memoria divisa, Rizzoli, M<strong>il</strong>ano 1997<br />

L. Kl<strong>in</strong>k:hammer, Stragi naziste <strong>in</strong> Italia. La guerra contro i civ<strong>il</strong>i (1943-44), Donzelli, Roma 1997<br />

A. Rossi-Doria, Una storia di memorie divise e di impossib<strong>il</strong>i lutti, «Passato e presente», n. 49, 2000<br />

G. Schreiber, La vendetta tedesca. 1943-1945: le rappresaglie naziste <strong>in</strong> Italia, Arnoldo Mondadori,<br />

M<strong>il</strong>ano 2000<br />

Sulle strage di San M<strong>in</strong>iato e la sua diffic<strong>il</strong>e ricostruzione storica:<br />

M. Batt<strong>in</strong>i e P; Pezz<strong>in</strong>o, Guerra ai civ<strong>il</strong>i. Occupazione tedesca e politica del massacro. Toscana 1944,<br />

Mars<strong>il</strong>io, Venezia 1997<br />

Sul c<strong>in</strong>ema italiano del secondo dopoguerra:<br />

F. Di Giammatteo, Lo sguardo <strong>in</strong>quieto. Storia del c<strong>in</strong>ema italiano (1940-1990), La Nuova Italia,<br />

Firenze 1994<br />

F. Fald<strong>in</strong>i e G. Fofi, n c<strong>in</strong>ema italiano d'oggi 1970-1984 raccontato dai suoi protagonisti, Arnoldo<br />

Mondadori 1984<br />

G. Rondol<strong>in</strong>o, Rossell<strong>in</strong>i, UTET, Tor<strong>in</strong>o 1989<br />

R. Rossell<strong>in</strong>i, Il mio metodo, Mars<strong>il</strong>io, Venezia 1987<br />

.,;<br />

99


-~<br />

~<br />

=<br />

~


Antologia della mostra permanente:<br />

Il Canale di Secchia:<br />

storia ed usi dal medioevo<br />

all'età contemporanea<br />


ORIGINE E PERCORSO DEL<br />

CANALE DI SECCHIA


Le orig<strong>in</strong>i del Canale di Secchia sono remote ed <strong>in</strong>certe: se ne ipotizza la nascita nell'età<br />

medievale, se non addirittura <strong>in</strong> quella antica quale diramazione del fiume Gabellus­<br />

Secchia. Secondo la descrizione del percorso fornita da Giovanni Andrea Banzoli nel XVIII<br />

secolo - ma nelle l<strong>in</strong>ee generali valida anche per i secoli precedenti - <strong>il</strong> canale veniva captato<br />

nel comune di Castellarano, attraversava <strong>il</strong> territorio scandianese, giungeva poi nelle<br />

v<strong>il</strong>le di Sabbione e Fogliano ed entrava <strong>in</strong> città da Porta Castello:<br />

«Passa poi <strong>il</strong> Canale per li borghi, s<strong>in</strong>ché entra nella città, ove entrato si divide <strong>in</strong> quattro<br />

Canali, quali volgendosi per ogni parte della città, doppo havere mac<strong>in</strong>ato mol<strong>in</strong>i, lavorato<br />

f<strong>il</strong>atoglii, et altri edificii, e lavata la città ... ne uscisse poi da due parti, una da SS. Cosma e<br />

Damiano verso la porta di S. Stefano, e l'altra dalla parte verso porta Santa Croce, restituendo<br />

l'aque nel detto Canale Grande vic<strong>in</strong>o al mol<strong>in</strong>o della Nave, per pr<strong>in</strong>cipio de borghi di S.<br />

Croce. Et uniti cosÌ se ne vanno per la strada verso tramontana, che va a Bagnolo, e<br />

Novellara, s<strong>in</strong>ché trovando <strong>il</strong> Rodano nella v<strong>il</strong>la di Mancasale, et accompagnandosi asieme,<br />

arrivano alli due ponti delle Rotte. Il primo posto nel Reggiano, et <strong>il</strong> secondo nel conf<strong>in</strong>e<br />

di Bagnolo ... e di Novellara ... E scorrendo detto Canale a Bagnolo, e Novellara, d'<strong>in</strong>di<br />

alla Parmegiana, alla quale si caccia sotto ... , s<strong>in</strong>ché poi entra al Canale della Moglia <strong>in</strong> detta<br />

Parmegiana, già stancho d'haver scorso da Secchia sua madre alla detta Parmegiana sua<br />

sepultura, per spacio di trentac<strong>in</strong>que miglia doppo d'avere mac<strong>in</strong>ato trentac<strong>in</strong>que mol<strong>in</strong>i.<br />

L'altra parte dell'aqua divisa alle Rotte, come si è detto, cade da detti ponti delle Rotte, e dà<br />

pr<strong>in</strong>cipio al f<strong>in</strong>me Canalazzo, quale tortuoso scorre verso Maestro, e passa per li paesi di<br />

Bagnolo e Novellara, e per quelli di Reggio, per la v<strong>il</strong>la di Prato fontana, Mancasale, Sesso,<br />

Arg<strong>in</strong>e, Càdelbosco e Seta, passando sopra <strong>il</strong> Cavo della Brefana, per mezo d'una Botte<br />

detta <strong>il</strong> Begone. Et ivi poi cambia <strong>il</strong> nome del Canalazzo <strong>in</strong> Tassone ... s<strong>in</strong>ché arriva all'hosteria<br />

del Magnano, et <strong>in</strong>di alla l<strong>in</strong>gua, unendosi poi con <strong>il</strong> Crostolo, che scorre <strong>in</strong> Po,<br />

ponendo <strong>il</strong> suo f<strong>in</strong>e <strong>in</strong> detto fiume».<br />

Uscita del canale di Secchia dalla città, mappa del XVII secolo conservata all'Archivio di<br />

Stato di Modena. Mostra <strong>il</strong> Canale di Secchia che <strong>in</strong>contra <strong>il</strong> Canale d'Enza, detto anche<br />

Canale Ducale, poco oltre <strong>il</strong> Mul<strong>in</strong>o della Nave, accoglie le acque del torrente Rodano non<br />

lontano dal Ponte delle Rotte e, divenuto Canalazzo, confluisce nel Crostolo a valle<br />

dell'Osteria del Magnano.<br />

103


IL SISTEMA IDRAULICO<br />

a<br />

b


La rete dei canali, compreso quello di Secchia, fonzionava (e fonziona) grazie ad una complessa<br />

costellazione di manufatti idraulici predisposti per governare <strong>il</strong> regime delle acque. È<br />

ancora Giovanni Andrea Banzoli ad esprimere tutta la sua ammirazione per gli «edificij»<br />

che irregimentano <strong>il</strong> corso del canale, ad esempio per <strong>il</strong> condotto sotterraneo da lui def<strong>in</strong>ito<br />

Botte maravigliosa, che consentiva al Canale Maestro di passare sotto <strong>il</strong> torrente Tres<strong>in</strong>aro<br />

nel territorio di Scandiano. Tali manufatti, <strong>in</strong> passato costruiti <strong>in</strong> pietra, <strong>in</strong> muratura, ma<br />

anche <strong>in</strong> legno, richiedevano una costante manutenzione ed erano sottoposti al controllo<br />

delle autorità comunali, che punivano più o meno severamente le manomissioni, con cui talvolta<br />

contad<strong>in</strong>i e artigiani si appropriavano di quantità d'acqua superiori a quelle loro concesse,<br />

e l'<strong>in</strong>curia, che causava <strong>in</strong>ut<strong>il</strong>i dispersioni del patrimonio idrico.<br />

a - La Botte maravigliosa che consente al Canale di Secchia di passare sotto <strong>il</strong> fiume<br />

«Tres<strong>in</strong>ara» nella Pianta e Veduta del Canale grande e Maestro di Giova,pni Andrea Banzoli<br />

(1720), Archivio di Stato di Reggio Em<strong>il</strong>ia. .<br />

b - Ex voto attribuito a Carlo Bolgieri (1807), conservato nel Santuario della Madonna<br />

della Fossetta di Novellara. La scena si svolge al Mul<strong>in</strong>o di Sopra di Novellara e rappresenta<br />

<strong>il</strong> salvataggio miracoloso di una ragazza che per la paratoja aperta precipitò nella nave alla<br />

quale andavano due Mol<strong>in</strong>i. I manufatti idraulici sono qui dip<strong>in</strong>ti con realistica precisione.<br />

105


MULINI E OPIFICI<br />

a<br />

b<br />

c


F<strong>in</strong>o al XX secolo <strong>il</strong> Canale di Secchia costituì un 'importante risorsa per gli abitanti della<br />

città, così importante che, quando nel 1655 gli spagnoli assediarono la città, decisero di<br />

deviarne le acque, impedendone l'<strong>in</strong>gresso entro la c<strong>in</strong>ta muraria per costr<strong>in</strong>gere <strong>il</strong> nemico<br />

alla resa. Il canale era <strong>in</strong>fatti adibito a svolgere molteplici funzioni. I suoi condotti portavano<br />

via gli scoli urbani, <strong>in</strong> particolare i residui delle lavorazioni manifatturiere, e raccoglievano<br />

le piogge che, ristagnando, avrebbero trasformato la città <strong>in</strong> un acquitr<strong>in</strong>o. Le sue<br />

acque servivano a lavare le strade e le piazze, ad irrigare e ad azionare i mul<strong>in</strong>i: per mac<strong>in</strong>are<br />

i cereali, le sostanze vegetali necessarie alle concerie, i colori e <strong>il</strong> piombo <strong>in</strong>dispensab<strong>il</strong>i<br />

alle ceramiche, <strong>il</strong> carbone e lo zolfo usati nella confezione della polvere da sparo. Altri<br />

opifici - talvolta chiamati anch'essi impropriamente mul<strong>in</strong>i - ut<strong>il</strong>izzavano l'energia idrica<br />

del Canale Maestro o Canale Grande; si trattava di magli per battere <strong>il</strong> rame, mole per aff<strong>il</strong>are<br />

i metalli, segherie, laboratori per la brunitura e la lucida tura delle armi, per la produzione<br />

della carta e, ultima ma non meno importante, per la produzione tess<strong>il</strong>e.<br />

L'acqua metteva <strong>in</strong> moto i.f<strong>il</strong>atoi <strong>in</strong> cui si torceva e avvolgeva <strong>il</strong> f<strong>il</strong>o di seta e i folli o gualchiere<br />

<strong>in</strong> cui si battevano i tessuti di lana per conferire ad essi morbidezza. Era <strong>in</strong>oltre<br />

necessaria per bagni e lavaggi: purgava i tessuti di lana dai grassi assorbiti durante la lavorazione<br />

e veniva usata nella t<strong>in</strong>tura tanto della lana che della seta.<br />

a - Giovanni Andrea Banzoli, Pianta della città di Reggio con descrizione del percorso del<br />

Canale Grande, dei vari condotti d'acqua e delle attività ad essi connesse (1720), Archivio di<br />

Stato di Reggio Em<strong>il</strong>ia. Raffigurazioni di San Grisante a s<strong>in</strong>istra e di Santa Daria a destra.<br />

Nella pianta è disegnato <strong>il</strong> reticolo delle diramazioni del Canale di Secchia, dal suo <strong>in</strong>gresso<br />

presso Porta Castello alle uscite nei pressi di Porta Santo Stefano e di Porta Santa Croce. La<br />

descrizione di accompagnamento fornisce per ogni bocca, chiavica, f<strong>il</strong>atoio, mul<strong>in</strong>o, galgaria<br />

(conceria), numerati uno ad uno, <strong>in</strong>dicazioni che ne consentono l'identificazione. Nel<br />

1720, entro le mura della città, ut<strong>il</strong>izzavano l'acqua del Canale di Secchia 10 mul<strong>in</strong>i, 2 galgarie,<br />

31 f<strong>il</strong>atoi, con una significativa concentrazione al di qua di Porta Castello, situata <strong>in</strong><br />

questo caso nella parte alta della mappa, anziché <strong>in</strong> basso, con un orientamento diverso da<br />

quello delle carte attuali.<br />

b - Stemma del setificio Mazzacani e Leoni (f<strong>in</strong>e del sec. XVII o <strong>in</strong>izio del sec. XVIII),<br />

Musei Civici di Reggio Em<strong>il</strong>ia. Da notare l'immediato simbolismo delle figure rappresentate<br />

che alludono ai due cognomi dello stemma e alla fama raggiunta dall'opificio tess<strong>il</strong>e.<br />

c - Stemma del setificio Padoa e Grassetti (sec. XVIII), Musei Civici di Reggio Em<strong>il</strong>ia. La<br />

figura femm<strong>in</strong><strong>il</strong>e con b<strong>il</strong>ancia e spada può essere <strong>in</strong>trepretata come un'allusione alle tradizionali<br />

virtù della giustizia e della fortezza.<br />

107


IRRIGAZIONE<br />

MUNICIPIO DI REGGIO<br />

AVVISO<br />

QUClitl> 4AlIldlflio CllUllU1I1I ... fIftIltt publim Sl'dulll delli 28 del mese- eurrenle mcnlre In, !\t:rb<strong>il</strong><strong>il</strong>o<br />

dtu s1 mlloMlt'lpO <strong>in</strong>,-ati.. t!! h, IlIl<strong>il</strong>ll'l cl' <strong>il</strong>'1'<strong>il</strong>fulmu: ,II I(."f't'cni "III.... ti l(lffllotio <strong>il</strong>ei Comune :t.l<br />

eceezlooe 41Cffli orchi, I,," Fure tldiberlllD ..,I!ft pt!i ll!l1'1!ni pD~1i f,UIl; <strong>il</strong>ul ,Ieih, lt!mlcirio i 1101111<br />

s' irriun",' t-'fllll! !!.e/lnl! tfri (111",11 tf FJt!:n, di Snt/l<strong>in</strong> tt 11#1 t~lmtl.,=::O litnomo. iI"Jl:trhmuPII :I lJu~l ...<br />

IIll1uldpw, ~alJfl esano l~ 1tI~l1(li


In un discorso pubblico del 1847 sull 'Orig<strong>in</strong>e del Canale di Secchia, <strong>il</strong> conte Ippolito<br />

Malaguzzi, consigliere di Stato e presidente della società agraria, riferiva che all'epoca <strong>il</strong><br />

canale metteva <strong>in</strong> moto «147 ruote da mul<strong>in</strong>o, una ferriera, una cartiera, c<strong>in</strong>que p<strong>il</strong>e da riso<br />

ed altri opifizi, <strong>in</strong>sieme 31 di numero» e bagnava «<strong>in</strong> totale 12969 bifolche di terra». In una<br />

l<strong>in</strong>gua improntata al gusto retorico del tempo l'oratore <strong>in</strong>vitava poi <strong>il</strong> magistrato municipale<br />

a verificare come le acque vivificassero le campagne, rendendo «baldi e lieti di p<strong>in</strong>gui<br />

pascoli i ridenti prati, e di gradite verzure gli orti suburbani, e di soavi frutti i guardati serragli».<br />

Dal lontano 1341, <strong>in</strong>fatti, gli Anziani di Reggio avevano concesso a chiunque di prelevare<br />

acqua dal canale di Secchia per l'irrigazione, dietro pagamento di una tassa a rimborso<br />

delle spese sostenute dal Comune per <strong>il</strong> controllo e la manutenzione. Tutto <strong>il</strong> sistema di irrigazione<br />

era sottoposto ad una cap<strong>il</strong>lare regolamentazione e ad una costante vig<strong>il</strong>anza, a cui<br />

erano addetti, al livello più basso, i dugaroli, menzionati nei documenti ufficiali e nelle<br />

testimonianze dal XVII al XX secolo. I dugaroli erano delegati a svolgere numerosi compiti,<br />

tra cui verificare che ogni primavera i contad<strong>in</strong>i eseguissero i lavori di manutenzione di<br />

loro competenza, regolare l'apertura e la chiusura delle chiaviche a scopo di irrigazione e<br />

controllare le licenze comprovanti <strong>il</strong> diritto di ognuno.<br />

a - Avviso del Municipio di Reggio nell'Em<strong>il</strong>ia <strong>in</strong> data 28 maggio 1868. È fissata l'entità<br />

dei tributi da versare <strong>in</strong> base agli usi ed alle coltivazioni dei terreni, nonché alla loro collocazione<br />

entro o fuori <strong>il</strong> territorio del Comune.<br />

b - Avviso del Municipio di Reggio nell'Em<strong>il</strong>ia <strong>in</strong> data 13 luglio 1870. Si <strong>in</strong>forma la cittad<strong>in</strong>anza<br />

dell'<strong>in</strong>izio dei turni per l'irrigazione. La scarsa portata d'acqua causata dalla siccità<br />

estiva, ma anche dall'<strong>in</strong>tenso prelievo per usi agricoli e artigianali, fu sempre un problema<br />

per <strong>il</strong> Comune, che dovette svolgere opera di conc<strong>il</strong>iazione tra le parti <strong>in</strong> conflitto per l'accaparramento<br />

delle acque. Tale problema si rivelò <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e un ostacolo <strong>in</strong>sormontab<strong>il</strong>e quando si<br />

volle trasformare <strong>il</strong> canale <strong>in</strong> naviglio, cioè <strong>in</strong> canale navigab<strong>il</strong>e adibito al trasporto delle<br />

merci da Reggio al Po.<br />

109


IL CANALE SCOMPARE<br />

a<br />

b


Se un viaggiatore avesse visitato i sobborghi e percorso le strade di Reggio nel XVII secolo<br />

si sarebbe cont<strong>in</strong>uamente imbattuto nel Canale di Secchia, che all'epoca scorreva per lo più<br />

a cielo aperto. Se <strong>il</strong> nostro ipotetico viaggiatore nel tempo avesse ripetuto lo stesso it<strong>in</strong>erario<br />

alla f<strong>in</strong>e dell'Ottocento, avrebbe ancora <strong>in</strong>contrato <strong>il</strong> corso d'acqua nei sobborghi, ma<br />

ne avrebbe a stento trovato traccia entro <strong>il</strong> perimetro delle mura, dove, pur cont<strong>in</strong>uando a<br />

svolgere importanti funzioni, affiorava solo per brevi tratti. Gli <strong>in</strong>terventi di copertura cont<strong>in</strong>uarono<br />

anche nel secolo successivo, f<strong>in</strong>ché nella seconda metà del Novecento <strong>il</strong> processo<br />

poté dirsi concluso, prima con la riduzione del canale ad una condizione di totale marg<strong>in</strong>alità,<br />

poi con la sua cancellazione dal contesto cittad<strong>in</strong>o. Ancora negli anni Quaranta del XX<br />

secolo esso costituiva lo sfondo della vita quotidiana di alcuni quartieri periferici: i contad<strong>in</strong>i<br />

usavano l'acqua per irrigare, le lavandaie facevano <strong>il</strong> bucato, i bamb<strong>in</strong>i pescavano i<br />

pesci e le rane. Era però l'atto f<strong>in</strong>ale della sua lunga esistenza.<br />

a - Il canale <strong>in</strong> via Casso li negli anni C<strong>in</strong>quanta.<br />

b - Il canale <strong>in</strong> via Cassoli (<strong>il</strong> Mul<strong>in</strong>o Montrucoli) negli anni Settanta. Confrontando le due<br />

foto, separate da vent'anni di distanza, ne appare evidente <strong>il</strong> degrado, preludio alla def<strong>in</strong>itiva<br />

scomparsa.<br />

111


Fascismo, antifascismo, Resistenza,<br />

lotte politiche e sociali a Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />

a cura di FRANCESCO PAOLELLA<br />

Nelle prossime pag<strong>in</strong>e i lettori troveranno un aggiornamento della bibliografia di James<br />

Malaguti apparsa su questa stessa rivista nell'apr<strong>il</strong>e 1995 (RS n.76).<br />

Quello di seguito è un <strong>in</strong>ventario di opere edite a partire da quell'anno e f<strong>in</strong>o ai primi mesi<br />

del 2002.<br />

I titoli <strong>in</strong> questione riguardano certo <strong>il</strong> fascismo e la Resistenza reggiani, ma ho mantenuto <strong>il</strong><br />

criterio di James Malaguti nel considerare tutto <strong>il</strong> Novecento a Reggio e prov<strong>in</strong>cia, spaziando<br />

dalla politica all'economia (<strong>in</strong>dustrializzazione, s<strong>in</strong>dacalismo, cooperazione), dalla cultura<br />

e dall'istruzione alle memorie ed alle biografie. Ho <strong>in</strong>cluso anche i cataloghi delle mostre<br />

dedicate <strong>in</strong> questo periodo ai medesimi temi.<br />

Ovviamente questo lavoro non può essere ritenuto esaustivo né per gli argomenti trattati né<br />

tanto meno per la produzione dei s<strong>in</strong>goli autori citati.<br />

Voglio <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e ricordare che la quasi totalità dei volumi qui menzionati può essere consultata<br />

presso la biblioteca dell'Istituto.<br />

113


114<br />

O. ACCORSI, L. FAVELLA, V. TASSINARI, I racconti dei cippi: nuove scritture<br />

per i caduti della lotta antifascista e della guerra di liberazione, Passato Prossimo,<br />

Correggio 1995.<br />

"Ai noster teimp ... " i ricordi e la storia, Reggio Em<strong>il</strong>ia, Scuola elementare Collodi, 1995.<br />

Appunti e immag<strong>in</strong>i della resistenza a Casalgrande, ed. del Comune di Casalgrande, 1995.<br />

ASSOCIAZIONE MATERIALE RESISTENTE, Storia <strong>in</strong> città: mappa dei luoghi del nazifascismo<br />

e della resistenza correggese, Correggio, Materiale Resistente 2000.<br />

L. BACCHI et al., Poviglio vive e lavora: un secolo di immag<strong>in</strong>i, Bacchi, Poviglio 1997.<br />

G. BADINI (a cura di), Quattro Castella dai secoli antichi al secolo breve, ed. del Comune<br />

di Quattro Castella, 2002.<br />

G. BADINI, Manodori: la famiglia e <strong>il</strong> territorio, Fondazione Pietro Manodori, Reggio<br />

Em<strong>il</strong>ia 2001.<br />

C. BALDI, Cooperazione e reggianità, Tecnograf, Reggio Em<strong>il</strong>ia 2001.<br />

A. BALLETTI, Storia di Reggio nell'Em<strong>il</strong>ia: 1859-1922, Diabasis, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1996.<br />

A. BALLETTI, Storia di Reggio nell'Em<strong>il</strong>ia narrata ai giovani, Diabasis, Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />

1997.<br />

J. BARTOLI et al., Rossi a Palazzo: memoria e cronaca della federazione reggiana del PCI­<br />

PDS <strong>in</strong> Palazzo Masdoni (1954-1991), Comma, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1999.<br />

G. BASINI, G. LUGLI, Affermazione dell'<strong>in</strong>dustria: Reggio Em<strong>il</strong>ia 1940-1973, Laterza,<br />

Roma-Bari 1999.<br />

D. BERGONZONI, Storia degli ebrei di Scandiano, Giunt<strong>in</strong>a, Firenze 1998.<br />

L. BERNAZZALI, N. lOTTI, V. BERTOLINI, Luigi Roversi s<strong>in</strong>daco di Reggio Em<strong>il</strong>ia dal<br />

1902 al 1917: un'esperienza di guida socialista di uno dei più importanti comuni d'Italia,<br />

culla del Tricolore nazionale, Comma, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1995.<br />

G. BERTANI, S. GILIOLI (a cura di), Sulle orme della memoria: gli studenti del XX secolo, .<br />

Anpi, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1997.<br />

M. BIANCHINI, Imprese e imprenditori a Reggio Em<strong>il</strong>ia 1861-1940, Laterza, Roma-Bari<br />

1995.<br />

BIBLIOTECA «A. PANIZZI», Storie di anarchici e di anarchia: l'archivio Famiglia<br />

Berneri-Aurelio Chessa, ed. del Comune di Reggio Em<strong>il</strong>ia, 2000.<br />

U BORGHI, Il primo circolo di Correggio (1979-1995): appunti per una storia della scuola<br />

correggese, Direzione didattica statale «Salvo D'Acquisto», Correggio 1995.<br />

N. BRUGNOLI, A. CANOVI, Le pietre dolenti dopo la Resistenza: i monumenti civ<strong>il</strong>i, <strong>il</strong><br />

pantheon delle memorie a Reggio Em<strong>il</strong>ia, <strong>Istoreco</strong>, Reggio Em<strong>il</strong>ia 2000.<br />

A. BURANI, V. FRANZONI, 50 anni di vita UC.LLM, UC.I.I.M., Reggio Em<strong>il</strong>ia, 1997.<br />

P. BURANI, G. DOSSETTI, Don Angelo Cocconcelli parroco di San Pellegr<strong>in</strong>o: pag<strong>in</strong>e di<br />

fede e libertà, Bertani, Reggio Em<strong>il</strong>ia 2001.<br />

N. CAITI, R. GUARNIERI, La memoria dei «rossi»: fascismo, resistenza e ricostruzione a<br />

Reggio Em<strong>il</strong>ia, Ediesse, Roma 1996.<br />

F. CALESTANI (a cura di), Mezzo secolo dalla liberazione: Sant'Ilario d'Enza antifascista<br />

e partigiana, ed. del Comune di Sant'Ilario d'Enza, 1995.<br />

p. CALESTANI, U BONAFINI, Boretto e la sua gente: vita quotidiana, guerra e resistenza<br />

1943-1945, ed. del Comune di Boretto, 1995.<br />

F. CANOVA', Cooperativa muratori Reggiolo: 90 anni di vita e lavoro 1907-1997, Circolo<br />

Polaris, Reggiolo 1997.<br />

A. CANOVI, A. SEZZI, Artigiani associati: 50 anni di CNA a Reggio Em<strong>il</strong>ia, CNA, Reggio<br />

Em<strong>il</strong>ia 1996.


A. CANOVI, Argenteu<strong>il</strong> creuset d'une petite ltalie: histoire et memoires d'une migration,<br />

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A. CANOVI, Roteglia, Paris: l'esperienza migrante di G<strong>in</strong>a Pifferi, <strong>Istoreco</strong>, Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />

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A. CANOVl, Cavriago ad Argenteu<strong>il</strong>: migrazioni comunità memorie, <strong>Istoreco</strong>, Reggio<br />

Em<strong>il</strong>ia 1999.<br />

A. CANOVI (a cura di), Galleria Mercato Coperto: storie memorie e sentimenti per la città,<br />

<strong>Istoreco</strong>, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1997.<br />

A. CANOVI (a cura di), Comunisti, cattolici, socialisti: una generazione politica si racconta<br />

ai Giovani Storici Em<strong>il</strong>iani, <strong>Istoreco</strong>, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1998.<br />

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ed. del Comune di Carp<strong>in</strong>eti, 1995.<br />

A. CARRI, Dopo vent'anni racconta: la prima festa de l'Unità al Campovolo (1981-2001),<br />

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V. CASOTTI, A. MARGINI, G. RIVA, Terra rossa: Cavriago nel Novecento, Bertani,<br />

Reggio Em<strong>il</strong>ia 1999.<br />

G. CATELLANI, Santa Vittoria dei braccianti: l'organizzazione cooperativistica <strong>in</strong> un v<strong>il</strong>laggio<br />

rurale della bassa reggiana (1890-1915), La Nuova Tipolito, Fel<strong>in</strong>a 2000.<br />

V. CAVATORTI, Le sorgenti dello sv<strong>il</strong>uppo: acque potab<strong>il</strong>i a Reggio Em<strong>il</strong>ia dall'acquedotto<br />

Levi all'alba del miracolo economico, Diabasis, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1999. .<br />

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R. CENCI, Speciale Tricolore: 1797-1997, Il Resto del Carl<strong>in</strong>o, 1997.<br />

C. CIPOLLI, L'università e la cultura reggiana, San Lorenzo, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1998.<br />

E. CLEMENTEL, I prigionieri di V<strong>il</strong>la Gobbio, Sometti, Mantova 2000.<br />

COMUNE di CORREGGIO, La scuola a Correggio nel periodo fascista (1922-1943):<br />

mostra documentaria e fotografica sull'educazione scolastica fascista a Correggio, ed. del<br />

Comune di Correggio, 1995.<br />

COMUNE di NOVELLARA, Novellara: ricordi <strong>il</strong>lustrati, ed. del Comune di Novellara,<br />

2001.<br />

COMUNE di POVIGLIO, Tra i campi e le strade: l'organizzazione storica nella bassa pianura<br />

reggiana, ed. del Comune di Poviglio, 1998.<br />

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Em<strong>il</strong>ia, Olma, Reggio Em<strong>il</strong>ia 2001.<br />

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(Quattro Castella) 1997.<br />

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nella bassa padana, Unicopli, M<strong>il</strong>ano 2001.<br />

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La Fondazione Pietro Manodori per Reggio Em<strong>il</strong>ia: impegno civ<strong>il</strong>e e culturale nella società<br />

reggiana, Diabasis, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1997.<br />

115


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Reggio Em<strong>il</strong>ia 1996.<br />

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Celebrazioni del 50° della Resistenza, 1995.<br />

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nell'Em<strong>il</strong>ia del primo Novecento (Modena, Reggio Em<strong>il</strong>ia, Parma), Bulzoni, Roma 1999.<br />

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O. MONTANARI, Gli <strong>in</strong>nocenti: testi <strong>in</strong>tegrali delle sentenze con l'assoluzione di Germano<br />

Nicol<strong>in</strong>i ed Egidio Baraldi, Tecnograf, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1998.<br />

D. NOTARI, Donne da bosco e da riviera: un secolo di emigrazione femm<strong>in</strong><strong>il</strong>e dall'alto<br />

Appenn<strong>in</strong>o reggiano (1860-1960), ed. del Parco del Gigante, 1998.<br />

Ogni contrada è patria del ribelle: mostra storico documentaria, ed. del Comune di Reggio<br />

Em<strong>il</strong>ia, 1995.<br />

Omaggio adAlcide Cervi, ed. del comune di Gattatico, 1996.<br />

A. PADERNI, Il contributo dell'amm<strong>in</strong>istrazione comunale di Scandiano nella lotta per <strong>il</strong><br />

superamento e scioglimento dell'o.M.NI. (Opera nazionale maternità e <strong>in</strong>fanzia), per la<br />

conquista del diritto a costruire e gestire una rete di as<strong>il</strong>i nido e scuole materne, Scandiano,<br />

1997.<br />

S. PARMIGGIANI, La raccolta d'arte della Camera del Lavoro, Mazzotta, M<strong>il</strong>ano1995.<br />

C. PELLACANI, La R<strong>in</strong>ascita: vicende e protagonisti (1924-1999), Consulta, Reggio<br />

Em<strong>il</strong>ia 2000.<br />

U. PELLINI, Alberi nella storia di Reggio, AGE Grafico-Editoriale, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1996.<br />

A. PETRUCCI, A. GIOVANNELLI, Storia dell'istituto "Mat<strong>il</strong>de di Canossa": 140 anni di<br />

istruzione magistrale a Reggio Em<strong>il</strong>ia (1860-2000), Reggio Em<strong>il</strong>ia, Camell<strong>in</strong>i, 2000.<br />

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Tecnograf, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1995.<br />

V. SALATI, Un ragazzo di vent'anni: racconto, L'Autore Libri, Firenze 2001.<br />

L. SALSI, S. ANDREANI, N. PATERLINI, Un fiore di quartiere la Gardenia di Reggio<br />

Em<strong>il</strong>ia: una ricerca tra memoria e nostalgia, ARCI Gardenia, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1999.<br />

R. SANDRI, Una scelta diffic<strong>il</strong>e: 36 riflessioni e memorie sulla resistenza, Dea Cagna,<br />

Montecavolo (Quattro Castella) 1995.<br />

G. SAPELLI, S. BERTINI, A. CANOVI, A. SEZZI, Terra di imprese: lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>in</strong>dustriale<br />

di Reggio Em<strong>il</strong>ia dal dopoguerra ad oggi, Pratiche, Parma 1995.<br />

S. SPREAFICO, Dall'antifascismo imperfetto alla riconc<strong>il</strong>iazione impossib<strong>il</strong>e, Tecnograf,<br />

Reggio Em<strong>il</strong>ia 1997.<br />

M. STORCHI (a cura di), Automob<strong>il</strong>e Club Reggio Em<strong>il</strong>ia 1926-1996 ACI, Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />

2000.<br />

117


118<br />

M. STORCHI, Combattere si può v<strong>in</strong>cere bisogna: la scelta della violenza fra resistenza e<br />

dopoguerra (Reggio Em<strong>il</strong>ia 1943-1946), Mars<strong>il</strong>io, Venezia 1998.<br />

M. STORCHI, Per una storia della guerra <strong>in</strong> Val d'Enza: fonti e ipotesi di ricerca, ed. del<br />

Comune di San Polo d'Enza, 1997.<br />

Il Tricolore 1797-1997: «tutti gli uom<strong>in</strong>i sono fratelli», Diabasis, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1996.<br />

Uniti siamo tutto: alle orig<strong>in</strong>i della Camera del Lavoro di Reggio Em<strong>il</strong>ia, ed. del comune di<br />

Reggio Em<strong>il</strong>ia, 2001.<br />

A. ZAMBONELLI, I. SACCHETTI, La s<strong>in</strong>agoga di Reggio Em<strong>il</strong>ia, Musei Civici, Reggio<br />

Em<strong>il</strong>ia 2000.<br />

A. ZAMBONELLI, La s<strong>in</strong>istra a Rivalta: fotostoria 1921-1991, Sezione DS «A. Ferrari»<br />

(Rivalta), Reggio Em<strong>il</strong>ia 2000.<br />

A. ZAMBONELLI, Castelnovo Sotto 1921-1946: un paese tra due dopoguerra, ed. del<br />

Comune di Castelnovo Sotto, 1995.


Recensioni<br />

Quattro Castella. Dai secoli antichi al secolo breve, a cura di G<strong>in</strong>o Bad<strong>in</strong>i, Comune di Quattro<br />

Castella, 2002, pp. 463, € 22.<br />

I;<strong>in</strong>tenzione degli autori è ricostruire le vicende castellesi, dalla preistoria ai giorni nostri, per comprendere<br />

lo sv<strong>il</strong>uppo del tessuto sociale, politico ed economico di Quattro Castella e del suo territorio,<br />

con una particolare attenzione alle vicende del secolo appena trascorso, <strong>il</strong> cosiddetto «secolo<br />

breve».<br />

La prima parte dell'opera, partendo dalla preistoria, attraversando l'età antica e romana, si sofferma<br />

sul medio evo e sull'epoca della contessa Mat<strong>il</strong>de, quando Canossa diviene <strong>il</strong> palcoscenico di uno<br />

degli episodi cruciali della lotta per le <strong>in</strong>vestiture.<br />

La seconda parte è <strong>in</strong>teramente dedicata al '900.<br />

Il periodo che ne Il Secolo breve è def<strong>in</strong>ito «l'età della catastrofe» (1914-1945), viene analizzato<br />

nei suoi aspetti economici, sociali e politici (dallo Stato liberale, al fascismo, alla Repubblica) evidenziandone<br />

le ripercussioni su Quattro Castella.<br />

Il secondo dopoguerra è presentato nella sua caratteristica più evidente: <strong>il</strong> boom economico degli<br />

anni Sessanta e Settanta e la conseguente crescita delle scuole, dei servizi sociali e del volontariato.<br />

Analizzate <strong>in</strong> questo volume troviamo, qu<strong>in</strong>di, la presenza contemporanea di differenti «protagonisti»<br />

(storici, economici, culturali e sociali) all'<strong>in</strong>terno di un unico contesto storico e territoriale quale<br />

è oggi <strong>il</strong> comune di Quattro Castella.<br />

m.b.<br />

Alessandro Carri, Dopo vent'anni racconta: la prima Festa de l'Unità al Campovolo (1981-2001),<br />

Montecchio Em<strong>il</strong>ia 2001, pp. 152, € 5,16.<br />

Alla f<strong>in</strong>e degli anni Settanta <strong>il</strong> Pci di Reggio scelse, come nuova sede della Festa prov<strong>in</strong>ciale de<br />

l'Unità, l'area del Campovolo, che, dopo trentac<strong>in</strong>que anni di abbandono, era divenuta un immenso<br />

terreno <strong>in</strong>colto, adibito a discarica.<br />

Il segretario di allora, Alessandro Carri, rivive <strong>in</strong> queste pag<strong>in</strong>e gli sforzi per la realizzazione di un<br />

progetto che doveva r<strong>il</strong>anciare una Festa che durante la sistemazione al Parco Fola e poi alla caserma<br />

Zucchi aveva perso smalto e capacità di attrazione.<br />

Il percorso che avrebbe <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e portato alla Festa nazionale del 1983 (con Enrico Berl<strong>in</strong>guer e un<br />

m<strong>il</strong>ione di persone) trovò da subito molte resistenze, anche dentro lo stesso partito, per le enormi<br />

spese, per i possib<strong>il</strong>i danni alle feste locali (che vennero <strong>in</strong> realtà favorite), per <strong>il</strong> rischio di un fallimento<br />

che avrebbe potuto co<strong>in</strong>volgere una delle federazioni più importanti d'Italia e con essa la sua<br />

classe dirigente.<br />

119


Quest'operazione r<strong>il</strong>anciò l'immag<strong>in</strong>e di Reggio nella vita politica italiana, ma anche <strong>il</strong> valore del<br />

suo modello economico e sociale (si pensi all'esperienza della cooperazione). Quel lavoro permise<br />

<strong>in</strong>oltre una più generale riqualificazione territoriale ed urbanistica della zona nord-est della città, specie<br />

<strong>in</strong> un periodo <strong>in</strong> cui lo sv<strong>il</strong>uppo era diretto verso sud.<br />

È degli anni 1979-1981 l'allestimento della Festa come oggi lo conosciamo (una «cittadella» divisa<br />

<strong>in</strong> quartieri): per la prima volta furono <strong>in</strong>trodotti le esposizioni commerciali (tra non poche polemiche),<br />

lo spazio per i centom<strong>il</strong>a volumi della libreria R<strong>in</strong>ascita e le strutture per i ristoranti, le mostre, i<br />

concerti ed i dibattiti su economia, cultura e politica estera.<br />

fp·<br />

Marco M<strong>in</strong>ardi (a cura di), Memorie di pietra. Monumenti alla Resistenza, ai suoi caduti e alle<br />

vittime civ<strong>il</strong>i durante l'occupazione m<strong>il</strong>itare tedesca nella prov<strong>in</strong>cia di Parma, Comune di Parma<br />

Prov<strong>in</strong>cia di Parma Fondazione Monte Parma Anpi-Alpi-Apc, Parma 2002, pp. 387, s.i.p.<br />

Con questo volume, le associazione partigiane e le amm<strong>in</strong>istrazioni comunali e prov<strong>in</strong>ciale di<br />

Parma, hanno <strong>in</strong>teso offrire un documento, accessib<strong>il</strong>e a tutti, per ricordare gli eventi, ma soprattutto i<br />

protagonisti, della guerra di Liberazione nel parmense.<br />

Cent<strong>in</strong>aia di lapidi, di cippi, di tombe, di sacrari e di monumenti, dissem<strong>in</strong>ati <strong>in</strong> ogni angolo della<br />

prov<strong>in</strong>cia, testimoniano l'efferatezza e l'<strong>in</strong>tensità della lotta partigiana.<br />

In essi vive <strong>il</strong> ricordo di chi è morto, partigiano o civ<strong>il</strong>e, durante i combattimenti contro le m<strong>il</strong>izie<br />

nazi-fasciste o nelle rappresaglie delle truppe d'occupazione tedesche contro popolazioni <strong>in</strong>difese.<br />

Un'ampia documentazione fotografica e topografica aiuta a capire l'estensione veramente cap<strong>il</strong>lare<br />

di questi luoghi simbolo della memoria partigiana; una chiara dimostrazione gell'ampiezza del fenomeno<br />

partigiano e del consenso che seppe catalizzare nelle popolazioni civ<strong>il</strong>i. Quest'opera di catalogazione<br />

e raccolta della memoria partigiana, oggi che rimangono ormai pochi i testimoni diretti di<br />

quegli eventi, è quanto mai ut<strong>il</strong>e per cont<strong>in</strong>uare a far conoscere alle giovani generazioni che cosa è<br />

accaduto durante quei venti mesi di guerra partigiana, si tratti di vere e proprie battaglie contro le<br />

forze nazi-fasciste, di rappresaglie contro i civ<strong>il</strong>i o di cippi a ricordo di s<strong>in</strong>goli caduti.<br />

Il titolo dell'opera: Memorie di pietra, <strong>in</strong>dica chiaramente la volontà di tramandare <strong>il</strong> ricordo di<br />

quegli anni; un ricordo saldo e durevole come la pietra dei suoi monumenti.<br />

m.b.<br />

Nicola Brugnoli, Antonio Canovi, Le Pietre dolenti. Dopo la Resistenza: i monumenti civ<strong>il</strong>i, <strong>il</strong><br />

pantheon delle memorie a Reggio Em<strong>il</strong>ia, prefazione di Leonardo Paggi, RS libri, Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />

2000, pp. 302, € 32.<br />

Cent<strong>in</strong>aia di lapidi e di monumenti <strong>in</strong> tutto <strong>il</strong> territorio della Prov<strong>in</strong>cia di Reggio Em<strong>il</strong>ia ricordano i<br />

venti mesi della guerra di Liberazione ed i suoi protagonisti <strong>in</strong> terra reggiana. Partigiani caduti <strong>in</strong><br />

azione, oppure civ<strong>il</strong>i vittime di disumane rappresaglie.<br />

Su quelle pietre, dolenti per le lacrime ed <strong>il</strong> sangue versato, sono scolpiti i loro nomi ed i loro volti,<br />

<strong>in</strong>sieme ai loro ideali di libertà e di giustizia, resistenti al tempo e agli uom<strong>in</strong>i proprio come <strong>il</strong> materiale<br />

di cui sono fatte.<br />

Il vero obiettivo di quest'opera, che non è un semplice elenco di nomi e di luoghi, è quello di aiutare<br />

le persone a ricordare eventi ormai lontani nel tempo.<br />

120


Le pietre dolenti sono la testimonianza del consenso che la lotta partigiana ed i suoi ideali ebbero<br />

sulla popolazione; essi rappresentano dunque la volontà di non dimenticare chi combatté per la liberazione<br />

dell'Italia dalla dittatura.<br />

Alcune di esse sono state poste a ricordo delle battaglie contro le forze nazi -fasciste, altre per tramandare<br />

la memoria di un congiunto scomparso, altre ancora per ricordare i luoghi dove si riunivano<br />

i comandi partigiani o <strong>il</strong> Cln locale, ma tutti hanno <strong>in</strong> comune la volontà di far sopravvivere e rendere<br />

accessib<strong>il</strong>i a chiunque la memoria di chi ha perduto la vita perché altri potessero vivere senza conoscere<br />

la tirannia e la dittatura.<br />

Ad oltre c<strong>in</strong>quant'anni dalla f<strong>in</strong>e della seconda guerra mondiale, i testimoni sopravvissuti a quei<br />

tragici eventi sono ormai pochi. Così ecco quest' opera di «catalogazione» dei luoghi della memoria,·<br />

per non correre <strong>il</strong> rischio di dimenticare luoghi e persone che hanno <strong>in</strong>dissolub<strong>il</strong>mente legato la loro<br />

vita al territorio nel quale hanno combattuto; <strong>in</strong>oltre un elenco completo di questi monumenti può<br />

aiutare le istituzioni, pubbliche o private, nella loro conservazione.<br />

Come <strong>in</strong>dica <strong>il</strong> sottotitolo, questi monumenti costituiscono <strong>il</strong> pantheon della memoria della<br />

Resistenza nel dopoguerra; un pantheon non racchiuso <strong>in</strong> un unico luogo, bensì a cielo aperto, nelle<br />

strade e nelle piazze dei paesi, pronto a richiamare alla memoria di frettolosi passanti ciò che è successo<br />

<strong>in</strong> quegli stessi luoghi durante la guerra di Liberazione.<br />

m.b.<br />

Gianni Car<strong>in</strong>o, La luna nello stagno (con un saggio storico di Franco Boiardi e Antonio<br />

Zambonelli), Istituto Alcide Cervi ed Edizioni Diabasis, Reggio Em<strong>il</strong>ia 2001, € 12,91.<br />

Le generazioni che hanno percorso la storia della repubblica hanno vissuto <strong>in</strong> forme diverse l'avventura<br />

del «fumetto», all'<strong>in</strong>izio <strong>in</strong> modo quasi clandest<strong>in</strong>o per l'erronea condanna - <strong>in</strong> contrapposizione<br />

al «buon» libro - str<strong>il</strong>lata da arcigni pedagoghi, poi via via con una crescente consapevolezza<br />

della grande ricchezza espressiva che le storie disegnate avevano <strong>in</strong> serbo: dal fantastico al satirico,<br />

dall'avventuroso all'erotico, tutta una straord<strong>in</strong>aria varietà di soluzioni grafiche, di <strong>in</strong>quadrature, di<br />

ritmi narrativi. È almeno dalla metà degli anni Sessanta, grazie anche all'avallo di <strong>in</strong>tellettuali br<strong>il</strong>lanti<br />

come Eco e Del Buono, che <strong>il</strong> fumetto è pienamente accolto dalla cultura «alta» e non già come un<br />

genere «m<strong>in</strong>ore» o soltanto «per ragazzi».<br />

Non da oggi, crediamo, la scuola più sensib<strong>il</strong>e alle possib<strong>il</strong>ità offerte dell'ambiente culturale ha<br />

imparato a fare i conti con la sfera delle immag<strong>in</strong>i fisse o mob<strong>il</strong>i più accessib<strong>il</strong>i ed accattivanti per i<br />

ragazzi, avviando esperienze di decodificazione e di fruizione consapevole.<br />

Molto opportunamente dunque l'Istituto Alcide Cervi, ad <strong>in</strong>tegrazione del suo imponente lavoro di<br />

collaborazione con la scuola, ha affidato a Gianni Car<strong>in</strong>o l'<strong>in</strong>carico di sv<strong>il</strong>uppare un'idea di avvic<strong>in</strong>amento<br />

al tema della Resistenza che sapesse conc<strong>il</strong>iare le esigenze della qualità artistica e del rigore<br />

documentario con gli elementi di fasc<strong>in</strong>o che al fumetto sono connaturati. Ne è uscita una storia<br />

avv<strong>in</strong>cente <strong>in</strong> cui, attraverso l'<strong>in</strong>contro e l'amore di due giovani, si sdipanano i mesi tra l'estate del<br />

1943 e la primavera del 1945. La grande storia (l'occupazione tedesca, <strong>il</strong> fascismo di Salò, la famiglia<br />

Cervi, don Pasqu<strong>in</strong>o Borghi, l'<strong>in</strong>surrezione e la Liberazione ... ) si <strong>in</strong>treccia con le microstorie<br />

private e quotidiane, <strong>in</strong>dispensab<strong>il</strong>i a situare gli eventi nel loro contesto determ<strong>in</strong>ato e riconoscib<strong>il</strong>e.<br />

I.;opera, molto densa di <strong>in</strong>formazioni e di richiami, si raccomanda per un uso scolastico, oltre che<br />

fam<strong>il</strong>iare, essendo molto adatta a stimolare una riflessione - a più voci e tra più generazioni - attorno<br />

al passato che non passa.<br />

e.b.<br />

121


Carlo Pellacani, Il sogno dell'alternativa. Vicende e protagonisti del dissenso ecclesiale e politico.<br />

Dal Sessantotto al movimento No-global, Consulta, Reggio Em<strong>il</strong>ia 2002, pp. 296, € 14.<br />

Ben più della presente segnalazioni meriterà questo lavoro del reggiano Carlo Pellacani, sia per le<br />

tematiche attualissime già evidenziate nel titolo, sia per la dimensione locale, reggiana, nel cui ambito<br />

vengono analizzate, <strong>in</strong> connessione col clima nazionale ed <strong>in</strong>ternazionale <strong>in</strong> cui s'<strong>in</strong>serissero e<br />

s'<strong>in</strong>scrivono. A partire dai fermenti che percorsero <strong>il</strong> mondo giovan<strong>il</strong>e, studentesco e non, cattolico e<br />

di s<strong>in</strong>istra laica o «marxiana», negli anni che precedettero e seguirono immediatamente <strong>il</strong> fatidico<br />

Sessantotto. E qui <strong>il</strong> lettore <strong>in</strong>contra nomi di personaggi reggiani, allora sui vent'anni, molti dei quali<br />

ancora oggi protagonisti della vita politica a vari livelli: da P.L. Castagnetti a Luciano Berselli; da<br />

Adriano Vignali a Tiziano R<strong>in</strong>ald<strong>in</strong>i, solo per fare alcuni dei molti nomi che compaiono nell'apposito<br />

<strong>in</strong>dice.<br />

Ma l'A., che pure fu protagonista - da giovane cattolico di s<strong>in</strong>istra - di quella lontana stagione, non<br />

compie un'opera di rievocazione nostalgica. Tutt'altro. Lo scopo che persegue è quello di confrontare<br />

le motivazioni e le sp<strong>in</strong>te ideali che mossero la generazione del Sessantotto con quelle che stanno<br />

oggi alla base dei nuovi movimenti genericamente rubricati come «No-global».<br />

Ci fu allora, e c'è oggi, secondo Pellacani, un analogo impulso a cambiare <strong>il</strong> mondo, a combattere<br />

le <strong>in</strong>giustizie. In entrambe le fasi della nostra storia le giovani generazioni risultano portatrici di<br />

domande giuste alle quali non furono date (e si rischia di non dare oggi) risposte adeguate.<br />

Il volume di Pellacani, basato su di una ricca documentazione spesso del tutto <strong>in</strong>edita, non mancherà<br />

di stimolare la crescita del necessario dibattito politico-culturale sulla fase travagliata che stiamo<br />

vivendo <strong>in</strong> Italia e nel mondo.<br />

a.z.<br />

Michele Sarfatti, Le leggi antiebraiche spiegate agli italiani, E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o 2002, pp. 102,<br />

€ 7,50.<br />

Sarfatti si occupa da anni della storia degli ebrei italiani nel Novecento.<br />

Ci troviamo davanti ad un testo divulgativo, ma che riesce ad offrire un quadro completo della<br />

genesi politica della legislazione fascista contro gli ebrei, delle reazioni degli altri poteri co<strong>in</strong>volti (di<br />

Casa Savoia, del Vaticano, della comunità scientifica), dell'effettiva applicazione sul piano normativo<br />

e amm<strong>in</strong>istrativo.<br />

1.; Autore è poi attento a def<strong>in</strong>ire i limiti cronologici e giuridico-biologici dei provvedimenti persecutori,<br />

a partire dalla def<strong>in</strong>izione stessa di «ebreo».<br />

Notevole l'apparato delle appendici e delle tabelle statistiche, tra cui l'elenco delle leggi del periodo<br />

1<strong>93</strong>8-43, i testi dei decreti nei confronti degli ebrei stranieri e per la difesa della razza nella scuola<br />

italiana.<br />

Da segnalare, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, la lista di tutti i nomi delle autorità che hanno dato la loro approvazione, a<br />

partire dal re Vittorio Emanuele III, ai membri del governo, del Gran Consiglio del fascismo, del partito<br />

e delle due Camere.<br />

fp·<br />

Jean Baudr<strong>il</strong>lard, Lo spirito del terrorismo, Raffaello Cort<strong>in</strong>a, M<strong>il</strong>ano, 2002, pp. 46, € 6, 50.<br />

Pubblicato per la prima volta su «Le Monde», questo testo parla dell'«evento assoluto» dell'undici<br />

settembre. Questo è per B. <strong>il</strong> segno dell'avvio della quarta guerra mondiale, l'unica vera, poiché l'uni-<br />

122


ca che pone l'ord<strong>in</strong>e mondiale contro se stesso. La mondializzazione, elim<strong>in</strong>ati coi precedenti conflitti<br />

tutti gli antagonisti «manifesti» (ultimo <strong>il</strong> comunismo), è divenuta un dom<strong>in</strong>io tanto asimmetrico ed<br />

egemonico da far nascere al suo <strong>in</strong>terno forze ost<strong>il</strong>i ovunque diffuse. Ogni potenza <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ita suscita,<br />

non solo <strong>in</strong> coloro che ne sono esclusi, ma anche nei beneficiari diretti, un'ost<strong>il</strong>ità <strong>in</strong>elim<strong>in</strong>ab<strong>il</strong>e.<br />

Un dato profondo di quest'analisi sta nell'affermazione dell'<strong>in</strong>confessab<strong>il</strong>e complicità di tutti, visto<br />

che ognuno di noi ha sognato (si pensi ai f<strong>il</strong>m) l'implosione di un potere ormai assoluto. La mondializzazione<br />

ha ricevuto una sfida, contro cui nulla valgono le risposte m<strong>il</strong>itari e le prove di forza, non<br />

trattandosi di un duello con le armi della potenza reale, ma con quello della violenza e della morte<br />

simboliche.<br />

Il vero obiettivo, altamente razionalizzato, dei nuovi «terroristi ricchi» non è la distruzione, ma l'um<strong>il</strong>iazione<br />

del potere egemonico. Vivendo <strong>in</strong> perfetta clandest<strong>in</strong>ità, mimetizzandosi tanto da poter<br />

essere paragonati a virus <strong>in</strong>controllab<strong>il</strong>i, essi hanno manifestato la resistenza alla mondializzazione<br />

trionfante.<br />

fp·<br />

Giorgio Israel, La questione ebraica oggi: i nostri conti con <strong>il</strong> razzismo, Il Mul<strong>in</strong>o, Bologna 2002,<br />

pp. 166, € 11,50.<br />

Possiamo affermare oggi che <strong>il</strong> dibattito sul conflitto medio-orientale sia libero da pregiudizi?<br />

Per Israell'antisionismo è <strong>il</strong> nuovo volto dell'antisemitismo. Dove lo ritroviamo?<br />

In politica occupa una posizione trasversale. Non solo a destra, ma anche a s<strong>in</strong>istra (e non si tratta<br />

di una novità), specie nei settori più aderenti al vecchio atteggiamento sovietico (si pensi alla «delusione»<br />

di Mosca per la scelta occidentale di Israele).<br />

Poi <strong>in</strong> certe forme religiose di <strong>in</strong>tegralismo: nel cattolicesimo (non esente <strong>il</strong> Vaticano) e nel mondo<br />

islamico, dove si assiste alla riscoperta, <strong>in</strong> televisione come nelle scuole, della propaganda antisemita,<br />

dai Protocolli dei Savi di Sion agli stereotipi sull'ebreo perfido ed avido e sulla volontà giudaica di<br />

dom<strong>in</strong>io globale attraverso <strong>il</strong> denaro.<br />

La guerra di Palest<strong>in</strong>a è un grande stimolo ed un'occasione di manifestarsi per queste tendenze.<br />

Valutare <strong>il</strong> sionismo come una forma di razzismo (ancora alla conferenza di Durban, nel 2001) o<br />

vedere nello stato di Israele un ricettacolo di «assass<strong>in</strong>i», non significa altro che riproporre <strong>il</strong> passaggio,<br />

come <strong>in</strong> ogni ideologia razziale, da una critica (necessaria, oltre che legittima) di s<strong>in</strong>goli atti o<br />

<strong>in</strong>dividui ad un giudizio generalizzato su un <strong>in</strong>tero popolo, def<strong>in</strong>ito «genocida» o «terrorista».<br />

Il concetto stesso di «genocidio», nato con la Shoah, viene ritorto contro gli stessi ebrei, secondo la<br />

formula: «Le vittime di ieri sono i carnefici di oggi».<br />

Il ricordo dello sterm<strong>in</strong>io non rimane certo fuori da questo contesto.<br />

Ma gli ebrei non vanno considerati esclusivamente come <strong>il</strong> popolo della memoria e dei sopravvissuti,<br />

venendo così ad essere ignorata la loro vita presente e giudicato <strong>il</strong> dramma <strong>in</strong> cui versa Israele<br />

come «patologico».<br />

fp·<br />

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Ultime acquisizioni<br />

della biblioteca di <strong>Istoreco</strong><br />

M. BORGHI, Tra fascio littorio e senso dello stato: funzionari, apparati, m<strong>in</strong>isteri nella<br />

Repubblica sociale italiana (1943-1945), Cluep, Padova 2001.<br />

A, BORRI, 4 luglio 1944: la strage di Biagioni, Aspasia, Bologna 2000.<br />

E. CAMERLENGHI, Maestro ribelle socialista felice: la breve vita di Felice Barbano,<br />

Arcari, Mantova 2001.<br />

G. CARINO, La luna nello stagno: la lunga strada della democrazia da M<strong>il</strong>ano a Reggio<br />

Em<strong>il</strong>ia dai fratelli Cervi alla Liberazione nella vita di due giovani del '43, Diabasis, Reggio<br />

Em<strong>il</strong>ia 2001.<br />

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a cura difp.


F<strong>in</strong>ito di stampare<br />

nel mese di luglio 2002<br />

da Grafitalia - Reggio Em<strong>il</strong>ia

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