Scarica il fascicolo 93 in pdf - Istoreco
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RS<br />
RICERCHE STORICHE<br />
Direttore<br />
Ettore Borghi<br />
Direttore Responsab<strong>il</strong>e<br />
Piergiorgio Paterl<strong>in</strong>i<br />
Coord<strong>in</strong>atore di Redazione<br />
Glauco Bertani<br />
Comitato di Redazione<br />
Laura Artioli, Michele Belelli, Glauco Bertani,<br />
Antonio Canovi, Maria Nella Casali,<br />
Alberto Ferraboschi, Cesare Grazioli,<br />
Francesco Paolella, Marco Paterl<strong>in</strong>i,<br />
Massimo Storchi, Antonio Torrenzano,<br />
Antonio Zambonelli<br />
Direzione, Redazione,<br />
Amm<strong>in</strong>istrazione<br />
Via Dante, 11 - Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />
Telefono (0522) 437 327 FAX 442668<br />
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ISTITUTO STORICO RESISTENZA,<br />
specificando <strong>il</strong> tipo di Abbonamento,<br />
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La collaborazione alla rivista è fatta solo<br />
per <strong>in</strong>vito o previo accordo con la redazione.<br />
Ogni scritto pubblicato impegna<br />
politicamente e scientificamente<br />
l'esclusiva responsab<strong>il</strong>ità dell'autore.<br />
I manoscritti e le fotografie<br />
non si restituiscono.<br />
Stampa<br />
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Editore proprietario<br />
ISTORECO<br />
Istituto per la Storia della Resistenza<br />
e della Società contemporanea<br />
<strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />
cod. fisco 80011330356<br />
Registrazione presso <strong>il</strong> Tribunale di<br />
Reggio Em<strong>il</strong>ia n. 220 <strong>in</strong> data 18 marzo 1967<br />
Anno XXXVI<br />
N. <strong>93</strong> luglio 2002<br />
Rivista semestrale di <strong>Istoreco</strong><br />
(Istituto per la storia della resisistenza<br />
e della società contemporanea <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia<br />
di Reggio Em<strong>il</strong>ia)<br />
In copert<strong>in</strong>a schede di ricerca dei presunti<br />
responsab<strong>il</strong>i del massacro della<br />
Bettola (Vezzano sul Crostolo, Reggio<br />
Em<strong>il</strong>ia)<br />
la<br />
Fc?s~~i~~2;;;rE<br />
__ DI REGGIO EMILIA __<br />
PIETRO MANODORI<br />
Con <strong>il</strong> contributo della Fondazione Pietro Manodori
«Quando parlo di democrazia futura - questa cosa che può sembrare un po'<br />
folle o impossib<strong>il</strong>e - penso a una democrazia che non sia più legata <strong>in</strong><br />
maniera essenziale alla cittad<strong>in</strong>anza. Ancora una volta, ritorno sulla medesima<br />
contraddizione apparente: io non sono affatto contro la cittad<strong>in</strong>anza, essa è<br />
necessaria, e si deve anche lottare perché certi esseri umani, che ne sono<br />
privi, possano f<strong>in</strong>almente acquisirla. Ma i diritti dell'uomo devono essere estesi<br />
oltre la cittad<strong>in</strong>anza. Tale è lo spirito della Dichiarazione dei diritti dell'uomo<br />
(al di là delle dichiarazioni dei diritti dell'uomo e del cittad<strong>in</strong>o), anche se<br />
questo spirito resta ostacolato, nella sua ispirazione, dallo stato della lettera e<br />
dalla lettera dello Stato».<br />
JACQUES DERRIDA
Indice<br />
Editoriale<br />
Ettore Borghi, La scuola sotto tiro<br />
Ricerche<br />
Glauco Bertani, La lente dei media. Settembre 1990: «operazione verità»?<br />
«La Repubblica nata dalla Resistenza» tra storiografia,<br />
politica e mass media<br />
Marco M<strong>in</strong>ardi, I prigionieri di San Tomaso della Fossa.<br />
Internati civ<strong>il</strong>i nel comune di Bagnolo <strong>in</strong> Piano, 1943-1945<br />
Memoria<br />
Massimo Storchi (a cura di), Documenti <strong>in</strong>editi sulla strage della Bettola<br />
Didattica<br />
Maria Assunta Ferretti, La Resistenza nello specchio dei decenni:<br />
una proposta didattica<br />
Documenti<br />
Maria Assunta Ferretti-Giovanna fori (a cura di), Antologia della mostra<br />
permanente: Il Canale di Secchia: storia ed usi dal medioevo<br />
all'età contemporanea<br />
Note e Rassegne<br />
Francesco Paolella (a cura di), Fascismo, antifascismo, Resistenza,<br />
lotte politiche e sociali a Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />
Recensioni<br />
Ultime acquisizioni della biblioteca di <strong>Istoreco</strong><br />
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La scuola sotto tiro<br />
ETTORE BORGHI<br />
Da vecchio <strong>in</strong>segnante, vorrei dedicare le seguenti riflessioni ai colleghi che oggi lavorano<br />
<strong>in</strong> una scuola sempre più sottoposta a ben orchestrate campagne di rivalutazione del fascismo<br />
(con paradossale concentrazione proprio sul suo momento più bieco e privo di attenuanti:<br />
la fase di Salò). <strong>Istoreco</strong> ha col mondo della scuola una tradizione di dialogo e di<br />
approfondimento mai v<strong>in</strong>colata a temi cont<strong>in</strong>genti. La scuola italiana stessa ha al suo attivo<br />
una capacità di riflessione e di r<strong>in</strong>novamento che non merita le rozze <strong>in</strong>terferenze degli ultimi<br />
tempi, a com<strong>in</strong>ciare dalla pretestuosa questione dei manuali di storia (nel ricordo, presumib<strong>il</strong>mente,<br />
dei bei tempi del libro di stato). I.;<strong>in</strong>tendimento politico revanscista di questo<br />
assalto è sotto gli occhi di tutti, anche se si ammanta di coperture «scientifiche» e di proposizioni<br />
estrapolate da opere rispettab<strong>il</strong>i di storici di professione. Non necessariamente peraltro<br />
quelle formule - separate dalla ricerca documentaria che ne costituisce <strong>il</strong> contesto e <strong>il</strong><br />
supporto - conservano <strong>il</strong> valore di novità e <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo teorico che si lascia <strong>in</strong>tendere. Basti<br />
ricordare, alla r<strong>in</strong>fusa, a) l'espressione liquidatoria «vulgata antifascista», buona solo per chi<br />
non conosca direttamente, sulle opere, le posizioni diversificate degli <strong>in</strong>tellettuali antifascisti<br />
d'antan: liberali conservatori, liberaldemocratici, marxisti, cattolici liberali, cattolici<br />
sociali, ecc. (si dimentica che lo stesso De Felice ha <strong>in</strong>contrato per la prima volta <strong>il</strong> grande<br />
. pubblico proprio con un libro sulle <strong>in</strong>terpretazioni del fascismo); b) <strong>il</strong> richiamo alla «guerra<br />
civ<strong>il</strong>e», presunta scoperta, <strong>in</strong> realtà annoso stereotipo diffuso s<strong>in</strong> dall'immediato dopoguerra;<br />
c) la banale, ma equivoca apologia del «revisionismo» come condizione permanente<br />
della ricerca storica, quasi che da un'acribiosa esplorazione di archivi o da un presunto aff<strong>in</strong>amento<br />
delle acutezze «f<strong>il</strong>ologiche» possa scaturire <strong>il</strong> rovesciamento del collaudato giudizio<br />
- <strong>in</strong>nanzitutto etico-politico - su una vicenda ben nota e, per molte persone ancora<br />
viventi, direttamente sofferta.<br />
7
8<br />
È comprensib<strong>il</strong>e che ogni generazione di studiosi rivendichi la propria libertà di mettere<br />
all'ord<strong>in</strong>e del giorno nuovi <strong>in</strong>terrogativi anche su argomenti apparentemente arc<strong>in</strong>oti (nessuno<br />
si stupisce che si scrivano «nuovi» libri sul diritto romano, la Repubblica di Venezia o<br />
Aristotele). Sarebbe poi compito della cosiddetta comunità scientifica valutarne la caratura<br />
o l'ut<strong>il</strong>ità, e si può stare certi che, coi tempi dovuti e nella maggior parte dei casi, questo<br />
mandato verrebbe scrupolosamente eseguito, mantenendo all'attenzione <strong>il</strong> repertorio dei<br />
validi contributi ed abbandonando all'oblio le dispute di moda, come quella recente sulla<br />
«morte della Patria» e sim<strong>il</strong>i batracomiomachie. Ma la scena che ci preoccupa, ora, non è<br />
quella alta e rigorosa della cultura accademica, bensì quella effervescente e superficiale dei<br />
suoi fragorosi echi mediatici e del loro <strong>in</strong>teressato ut<strong>il</strong>izzo nella de/formazione del «senso<br />
comune», cioè del campo d'azione della scuola, dell'<strong>in</strong>sieme di pre/giudizi con cui essa<br />
deve misurarsi ogni volta che <strong>in</strong>augura o riprende un discorso (secondo <strong>il</strong> suo st<strong>il</strong>e, mantenendo<br />
sempre <strong>il</strong> senso delle proporzioni e non dimenticando mai la scala di r<strong>il</strong>evanza - non<br />
assoluta, certo, né def<strong>in</strong>itiva - dei temi proposti).<br />
Allora sarebbe <strong>il</strong> caso di domandarsi quali ricerche recenti abbiano mutato sostanzialmente<br />
<strong>il</strong> quadro delle acquisizioni consolidate, già presenti nei contributi classici (qualche nome:<br />
Tasca, Salvatorelli, Salvem<strong>in</strong>i, Ernesto Rossi, Jemolo, Dorso, le cui opere sono vecchie<br />
almeno di c<strong>in</strong>quant'anni). Proviamo a fare un elenco approssimativo:<br />
- La Grande Guerra come serbatoio di miti propagandistici e fuc<strong>in</strong>a di soluzioni autoritarie.<br />
- La guerra civ<strong>il</strong>e <strong>in</strong>iziata almeno a partire dal 1921 , ad opera dello squadrismo contro bersagli<br />
civ<strong>il</strong>i e pacifici: municipi «rossi» riformisti, associazioni s<strong>in</strong>dacali e cooperative (rosse<br />
o bianche), redazioni di giornali.<br />
- Costruzione dello stato autoritario a partito unico, monopolista dell'<strong>in</strong>formazione, della<br />
organizzazione s<strong>in</strong>dacale, delle attività ricreative. Abolizione dei diritti <strong>in</strong>dividuali propri<br />
dello stato liberale e crim<strong>in</strong>alizzazione delle espressioni di critica culturale e politica. F<strong>in</strong>e<br />
di quel tanto di separazione dei poteri che era stato <strong>in</strong>trodotto dallo Statuto Albert<strong>in</strong>o o dalla<br />
praSSI successiva.<br />
- Penoso cedimento delle antiche classi dirigenti all'idea di un capo carismatico, titolare<br />
della verità ed <strong>in</strong>carnazione della volontà nazionale.<br />
- Un consenso di massa non immediato, ma frutto dell'<strong>in</strong>timidazione e della propaganda.<br />
Estraneità ai valori ed alle pratiche della democrazia da parte di quella che Salvem<strong>in</strong>i def<strong>in</strong>iva<br />
«piccola borghesia umanistica», fac<strong>il</strong>e preda della retorica patriottarda ed <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>e a forme<br />
di bovarismo dannunziano. Consapevole, immediato consenso «istituzionale»: i «padroni<br />
del vapore» (E. Rossi), gli apparati dello Stato, la parte decisiva dell'autorità ecclesiastica.<br />
Non ci può essere discussione, dati questi r<strong>il</strong>ievi, sulla formula gobettiana del fascismo<br />
come autobiografia della nazione, mentre rimane vaga e fumosa l'espressione (dell'autorevole<br />
Biografo) «ceti medi emergenti».<br />
- M<strong>il</strong>itarizzazione dello Stato. Non solo perché l'esercito forniva <strong>il</strong> modello strutturale<br />
(gerarchia) del partito unico e della pervasiva pedagogia m<strong>il</strong>itari sta attuata dal regime, ma<br />
per la banale constatazione che l'Italia fascistafu sempre <strong>in</strong> guerra o <strong>in</strong>tenta - nei rari <strong>in</strong>tervalli<br />
- a preparare la guerra successiva. Solo sottovalutando colpevolmente <strong>il</strong> colonialismo<br />
(se non, addirittura, considerandolo sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o del successo o dell'<strong>in</strong>successo <strong>in</strong> politica<br />
estera) si può <strong>in</strong>fatti ignorare la lunga e crudele repressione della resistenza libica, portatrice,<br />
fra l'altro, di momenti di tensione e di rancore nei confronti della Francia. La sequenza<br />
degli anni trenta è poi impressionante, solo che si distolga <strong>il</strong> pensiero dalla banalità del «programma»<br />
scolastico (riassumere tutto <strong>in</strong> un paio d'ore, controllare la memorizzazione delle<br />
date, di qualche nome di protagonisti e della obbligatoria lista di cause ed effetti) e si rifletta
veramente sulla natura degli eventi: Etiopia, Spagna, Albania, seconda guerra mondiale.<br />
- La serie delle colpe <strong>in</strong>cancellab<strong>il</strong>i, contro <strong>il</strong> popolo italiano, ma anche contro la sua dignità<br />
morale, per averlo trasc<strong>in</strong>ato <strong>in</strong> imprese senza giustificazione: la violenza culturale sulle<br />
m<strong>in</strong>oranze etniche (<strong>il</strong> «conf<strong>in</strong>e orientale» e la cancellazione dell'identità slovena), le leggi<br />
razziali, la d<strong>il</strong>ettantesca, avventuristica, ma soprattutto aggressiva e crim<strong>in</strong>ale partecipazione<br />
alla guerra, cart<strong>in</strong>a di tornasole sulla vera <strong>in</strong>dole del fascismo e del suo capo.<br />
- La sottomissione del duce all'alleato nazista, tragica ed um<strong>il</strong>iante soprattutto nella primavera-estate<br />
del 1943, di fronte all'<strong>in</strong>sensata prospettiva di un prolungamento <strong>in</strong>sostenib<strong>il</strong>e<br />
dei sacrifici, della distruzione delle città e della perdita irrimediab<strong>il</strong>e di capolavori d'arte<br />
(valga per tutti <strong>il</strong> Mantegna degli Eremitani).<br />
- Inf<strong>in</strong>e Salò, macch<strong>in</strong>a subord<strong>in</strong>ata al prolungamento di un conflitto <strong>in</strong> cui, come raramente<br />
accade, s<strong>in</strong> dall'<strong>in</strong>izio le responsab<strong>il</strong>ità e i torti erano nettamente attribuib<strong>il</strong>i ad una sola<br />
parte, tanto da diventare esempio paradigmatico fissato nella memoria ed ancor oggi evocato<br />
nel discorso mediatico, come quando l'accostamento a Hitler serve da motivo per écraser<br />
l'<strong>in</strong>fame, si tratti di Saddam o di M<strong>il</strong>osevic.<br />
Si dirà che la ricerca storica deve andare oltre queste semplici <strong>in</strong>formazioni, che tutti<br />
conoscono, che qualunque studioso serio dà per acquisite mentre si rivolge ad aspetti meno<br />
noti o alla risistemazione di dettagli s<strong>in</strong>o a questo momento trascurati o non ben situati nel<br />
quadro generale. Ma ciò non vale per la scuola. Che cont<strong>in</strong>uerà a svolgere <strong>il</strong> suo lavoro di<br />
Sisifo, avendo come punto di partenza <strong>il</strong> potenziale <strong>in</strong>teresse degli alunni, ma anche la loro<br />
certa ignoranza e la loro probab<strong>il</strong>e prevenzione. Allo stesso modo essa cont<strong>in</strong>uerà ad <strong>in</strong>segnare<br />
l'aritmetica elementare, a dispetto dei grandi ricercatori matematici che, con civetteria<br />
e non senza verità, dichiarano di occuparsi di tutt'altro che di numeri o di calcoli <strong>in</strong> senso<br />
stretto.<br />
Si rifletta, <strong>in</strong> conclusione, che <strong>il</strong> tentativo di riab<strong>il</strong>itare <strong>il</strong> fascismo (spesso effettuato sul<br />
metro dei valori e dei miti che formarono la sua ideologia: onore, fedeltà, nazionalismo) può<br />
aver effetto solo se si re<strong>in</strong>venta la storia dell'Italia repubblicana, che, assieme all'ord<strong>in</strong>amento<br />
costituzionale, è <strong>il</strong> vero bersaglio e la più importante posta <strong>in</strong> gioco. Di questa storia<br />
fa parte <strong>il</strong> ritardo (almeno s<strong>in</strong>o al famigerato Sessantotto) nel praticare effettivamente l'<strong>in</strong>segnamento<br />
della Resistenza e della Costituzione. Per non parlare del Novecento, un'appendice<br />
sempre frettolosamente r<strong>in</strong>corsa nell'affanno delle ultime settimane di lezione, ed assurto<br />
a tema importante solo nell'ultimo decennio. Con buona pace della favola di una scuola e di<br />
una cultura ostaggio della s<strong>in</strong>istra e dell'antifascismo.<br />
9
La lente dei media<br />
Settembre 1990: «operazione verità»?<br />
«La Repubblica nata dalla Resistenza»<br />
tra storiografia, politica e mass media*<br />
GLAUCO BERTANI<br />
Introduzione<br />
È passata alla storia come «Chi sa, parli!» l'operazione di revisione storiografica sulla<br />
Resistenza, dalle forti valenze politiche, che è esplosa nell'estate del 1990. Un'autentica<br />
bomba che ha scosso <strong>il</strong> mondo politico e le associazioni partigiane e che ha dato <strong>in</strong>izio a<br />
una «nuova» stagione della storiografia resistenziale! e degli studi sulle orig<strong>in</strong>i della<br />
Repubblica 2 •<br />
A r<strong>il</strong>eggere oggi, a distanza di oltre dieci anni, lo scritto di Otello Montanari «Rigore sugli<br />
atti di "Eros" e Nizzoli» (
Con le parole di Rossana Rossanda, riassumiamo i pareri opposti.<br />
La vera notizia sul «triangolo della morte»4 di Reggio Em<strong>il</strong>ia - scrive Rossanda - è che se ne<br />
tomi a parlare e che un articolo scritto da Otello Montanari, presidente dell'Istituto Cervi di<br />
quella città sul Resto del Carl<strong>in</strong>o abbia fatto così grande sensazione. Quelle uccisioni erano<br />
note, se <strong>il</strong>e erano occupati giornali e tribUnali, ed erano già state largamente agitate contro i<br />
comunisti e i partigiani'.<br />
Di che cosa si tratta? Otello Montanari ricostruisce le vicende dei delitti, <strong>in</strong> particolare<br />
dell'assass<strong>in</strong>io dell'<strong>in</strong>gegnere Arnaldo Vischi, direttore tecnico delle Offic<strong>in</strong>e Reggiane, e<br />
delle responsab<strong>il</strong>ità che permisero (o tollerarono) tutta una serie di violenze delittuose che<br />
<strong>in</strong>sangu<strong>in</strong>arono <strong>il</strong> Reggiano tra <strong>il</strong> 1945 e <strong>il</strong> 1947.<br />
Tuttavia la lettera dell'ex partigiano fu la miccia che diede <strong>il</strong> la a una polemica violentissima,<br />
sul ruolo del Pci nella Resistenza e nella storia dell'Italia repubblicana. n tema non<br />
otterrà <strong>il</strong> giorno immediatamente successivo le prime pag<strong>in</strong>e di giornali e televisioni locali e<br />
nazionali ma una volta conquistata la manterrà per parecchi giorni, cont<strong>in</strong>uando poi a «bruciare»<br />
per buona parte del mese di settembre. L'acme è raggiunto nei primi dieci giorni di<br />
settembre 6 , periodo preso <strong>in</strong> considerazione per monitorare l'effetto mass mediatico del «Chi<br />
sa, parli!».<br />
In realtà, data la materia altamente <strong>in</strong>fiammab<strong>il</strong>e, periodicamente e <strong>in</strong> co<strong>in</strong>cidenza di<br />
ricorrenze storiche e/o avvenimenti particolari, i temi legati al periodo che va dall'8 settembre<br />
1943 al 25 apr<strong>il</strong>e 1945 e all'immediato dopoguerra, protagonista <strong>il</strong> Pci, tornano agli<br />
onori della cronaca storico-politica, venata di «nera».<br />
«Forzando» un po' la storia, potremmo considerare un prologo del «Chi sa, parli» due fatti<br />
accaduti nel reggiano nell'apr<strong>il</strong>e e nel giugno 1990.<br />
Apr<strong>il</strong>e-maggio: sul «Resto del Carl<strong>in</strong>o», edizione reggiana, sulla «Gazzetta di Reggio» e<br />
poi sull' «Unità», pag<strong>in</strong>e locali, divampò, alla f<strong>in</strong>e del mese, una rovente polemica sui cosiddetti<br />
desaparecidos (term<strong>in</strong>e preso a prestito dal l<strong>in</strong>guaggio politico <strong>in</strong>ternazionale, <strong>il</strong> cui<br />
significato orig<strong>in</strong>ario si riferiva alle migliaia di persone che la dittatura m<strong>il</strong>itare argent<strong>in</strong>a<br />
del generale Videla, <strong>in</strong>stauratasi negli anni Settanta del secolo scorso, fece scomparire <strong>in</strong><br />
modi atroci), ossia i corpi di fascisti uccisi a Campagnola nelle ultime settimane di guerra e<br />
nei primi mesi del dopo Liberazione e mai ritrovati (la richiesta di ritrovare e recuperare i<br />
loro resti cont<strong>in</strong>ua, tuttora, a ricomparire sulle pag<strong>in</strong>e della stampa locale Y<br />
Giugno: all'<strong>in</strong>izio del mese, sull' onda della presentazione di un libro sui sette fratelli<br />
Cervi, tornò di nuovo sulle pag<strong>in</strong>e locali dei quotidiani citati, <strong>il</strong> tema della natura del Pci e<br />
del suo ruolo nella Resistenza. Argomento che sulla «Stampa» del 4 settembre viene ripreso<br />
nell'articolo Polemica sui fratelli Cervi. Un libro accusa: <strong>il</strong> pci non ha cercato di salvarli.<br />
n settembre '90, <strong>in</strong>vece, andò ben al di là dell'ambito locale, co<strong>in</strong>volgendo i mass media<br />
nazionali. Ci pare che non si sia lontani dalla verità nell'affermare che mai furono raggiunti<br />
livelli d'impatto massmediatico così <strong>in</strong>tensi ed estesi come quelli toccati alla f<strong>in</strong>e di<br />
quell' estate.<br />
Alla luce di questa imponente campagna massmediatica, nelle pag<strong>in</strong>e che seguono, cercheremo<br />
di offrire un'ipotesi <strong>in</strong>terpretativa di quella fase storica e di analizzare, seppur s<strong>in</strong>teticamente,<br />
l'uso che della storia, e <strong>in</strong> particolare della «memoria», è stato fatto dai mezzi<br />
di <strong>in</strong>formazione 8 su avvenimenti che solo apparentemente sembravano riposare sotto la<br />
cenere del tempo.<br />
n presente saggio non può certo considerasi esaustivo - <strong>in</strong>tanto perché prende <strong>in</strong> conside-<br />
12
azione, come è stato detto, solo un periodo limitato di tempo anche se molto significativo -<br />
perché <strong>in</strong> campo ci sono tutti gli <strong>in</strong>gredienti che ciclicamente tornano sotto le luci della<br />
ribalta, f<strong>in</strong>o al recente «dossier Mitrok<strong>in</strong>» e alla campagna referendaria dell'ottobre scorso<br />
quando un manifesto della Lega attribuiva la legge costituzionale federalista proposta dal<br />
centro s<strong>in</strong>istra ad un complotto comunista.<br />
29 agosto 1990: «Chi sa,parli!»<br />
Il «Carl<strong>in</strong>o Reggio» del 28 agosto 1990 titola un articolo, sotto la voce Violenza politicaspecificazione<br />
che caratterizzerà tutti gli articoli del quotidiano em<strong>il</strong>iano che affrontano le<br />
questioni relative alle tormentate vicende del secondo dopoguerra - «Havel, apri gli archivi<br />
segreti delle Br», nell'occhiello Del Bue chiede di far luce su «desaparecidos» e terrorismo<br />
e nel catenaccio La proposta alla commemorazione di Umberto Farri a Casalgrande.<br />
Scheletri reggiani <strong>in</strong> Cecoslovacchia. È con esso, se vogliamo prendere una data di <strong>in</strong>izio,<br />
che prende <strong>il</strong> via la (lunga) stagione del «Chi sa, parli», l'<strong>in</strong>vocazione che chiude la lettera di<br />
Otello Montanari al «Carl<strong>in</strong>o» <strong>in</strong> risposta alle accuse di Del Bue e pubblicata <strong>il</strong> 29 agosto, <strong>il</strong><br />
giorno successivo all'articolo sopracitato. La lettera è anche commentata da Mike Scull<strong>in</strong><br />
nelle pag<strong>in</strong>e reggiane dello stesso giornale (Il Pci fa i nomi di chi li copriva) e da Francesco<br />
Alberti <strong>in</strong> quelle nazionali (
Liberazione Cesare Campio1i mentre della seconda si è già accennato.<br />
La discussione sul ruolo di «Eros» e Nizzoli - prosegue Montanari - va riaperta con rigore<br />
anche se può dispiacere perché furono antifascisti che pagarono con anni di carenze e sofferenze,<br />
ma procurarono con alcuni atti conseguenze e ferite molto gravi alla democrazia, al<br />
consorzio umano, al Pci ... Si trattava certamente di personalità che portavano avanti la «doppia<br />
l<strong>in</strong>ea» ... Larga parte del gruppo dirigente reggiano nel Pci non fu però sufficientemente<br />
coerente e risoluto nello sradicare ogni forma di eversione.<br />
Sulla questione della «doppia l<strong>in</strong>ea» e di un gruppo dirigente diviso, <strong>il</strong> fondo di Umberto<br />
Bonaf<strong>in</strong>i, direttore della «Gazzetta di Reggio», dal titolo Gli <strong>in</strong>nocenti <strong>in</strong> galera e i colpevoli<br />
fan carriera, che comparirà i131 agosto, rifiuta questa impostazione e dà voce a un comune<br />
sentire nei confronti di colui che lanciò l'appello «Chi sa, parli».<br />
C'è chi divide <strong>il</strong> Pci dell'epoca <strong>in</strong> buoni e cattivi: i cattivi erano Nizzoli e compagni, i buoni<br />
Valdo Magnani, Campioli ecc. Non c'è una riga sulla stampa dell'epoca <strong>in</strong> cui Magnani,<br />
Campioli ed altri «buoni» abbiano sconfessato mandanti e assass<strong>in</strong>i dell'epoca [corsivo mio]<br />
... Chi oggi si atteggia a verg<strong>in</strong>ella, non dimentichiamolo mai, si schierò dalla parte di coloro<br />
che schiacciarono <strong>il</strong> "pidocchio" Magnani, allogato nella cr<strong>in</strong>iera del "cavallo" Pci di allora.<br />
Non solo: ma avendo m<strong>il</strong>itato e vissuto da sempre all'<strong>in</strong>terno della parrocchia comunista<br />
doveva, amore o forza, conoscere i segreti della sagrestia.<br />
Non è superfluo ricordare le riflessioni che nel '52, all'<strong>in</strong>domani della loro uscita dal Pci<br />
(seguita dall'espulsione), Aldo Cucchi e Va1do Magnani affidarono allo scritto Perché<br />
entrammo nel P.C.!. e perché ne siamo usciti lO • Esse sono una testimonianza coeva e di<br />
prima mano (Magnani divenne segretario della federazione del Pei reggiano dopo Nizzo1i)<br />
ai fatti, che ci restituisce <strong>il</strong> clima di quegli anni. Scrivono<br />
Nel tumulto della liberazione i dirigenti comunisti prov<strong>in</strong>ciali stavano distribuendosi le cariche<br />
cittad<strong>in</strong>e e non facevano nulla per consigliare, frenare o dirigere i partigiani, non mettevano<br />
alcun freno alla loro azione, preoccupandosi solo di non trovarsi direttamente co<strong>in</strong>volti<br />
(corsivo mio).<br />
Affermazioni pesanti, ma che la revisione dei processi Nico1<strong>in</strong>i e Baraldi e la lettera di<br />
Montanari hanno confermato ll .<br />
Con <strong>il</strong> '48, <strong>in</strong> seguito alla sconfitta elettorale del Fronte popolare, al concetto «d<strong>in</strong>amico»<br />
di democrazia progressiva si sostituì la fede nelle baionette dell'Armata rossa, quale scorciatoia<br />
cruenta e ant<strong>in</strong>azionale per <strong>il</strong> socialismo. Il mito dell'Urss, la versione comunista del<br />
regno dei cieli cristiano, nel nome di Sta1<strong>in</strong> (e Zdanov) schiacciò implacab<strong>il</strong>mente ogni voce<br />
critica. Pci e Urss facevano blocco, <strong>in</strong> negativo. In questo «ambiente» - schematicamente<br />
riassunto - Cucchi e Magnani, ne11oro scritto, smentiscono chi vedeva all'<strong>in</strong>terno del Pci<br />
uno scontro tra riformisti e stal<strong>in</strong>isti, perché tutti od obtorto collo o pienamente conv<strong>in</strong>ti si<br />
compattarono sulla politica stal<strong>in</strong>ista. Compresi quelli che oggi - come accusa Bonaf<strong>in</strong>i -<br />
lanciano certi appelli. Infatti, ben pochi ebbero la forza critica e <strong>il</strong> coraggio di pagare <strong>il</strong><br />
prezzo del dissenso 12 • Bisognerebbe essere storicisti assoluti per accettare che solo <strong>il</strong> reale è<br />
raziona1e 13 • Tuttavia mi pare <strong>in</strong>generoso non sottol<strong>in</strong>eare 10 sforzo di Montanari sia di <strong>in</strong>serire<br />
quelle vicende ne110ro tempo sia di stigmatizzare chi - e qui sicuramente è evidente <strong>il</strong><br />
suo volersi <strong>in</strong> qualche misura tirar fuori da quegli avvenimenti - tutto «motivava con la<br />
14
m<strong>in</strong>accia ricorrente di un ritorno fascista e reazionario sostenuto dagli Usa».<br />
Montanari <strong>in</strong>tervistato dall'«Unità», si difende dall'accusa di essere stato <strong>in</strong> quegli anni<br />
«omertoso» (Egidio Baraldi, accusato del delitto del capitano Mirotti avvenuto nell'agosto<br />
1946, e poi assolto nel 1999, non si periterà dal ricordarglielo)14 come la famosa scimmia<br />
che non vede, non sente e non parla<br />
lo - si difende Montanari - fui gravemente ferito nel gennaio del 1945, per quattro mesi mi<br />
nascosi e <strong>in</strong> seguito rimasi più di un anno <strong>in</strong> ospedale a Bologna. Non ero a Reggio quando fu<br />
ucciso Vischi, né quando avvennero altri omicidi. Iniziai l'attività di partito alla f<strong>in</strong>e del '46 e<br />
assunsi <strong>in</strong>carichi nella segreteria più tardi, nel 1951. Detto questo, riconosco che abbiamo<br />
avuto gravi ritardi nel trarre tutte le conseguenze <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i storici e politici, dalla consapevolezza<br />
che alcuni compagni e dirigenti di partito, commisero o coprirono gravi delitti ...<br />
Insomma, con quegli episodi con le cause politiche che li determ<strong>in</strong>arono, non si sono fatti i<br />
conti def<strong>in</strong>itivamente!5.<br />
Ma qui non <strong>in</strong>teressa più di tanto <strong>il</strong> personaggio, <strong>in</strong>teressano, <strong>in</strong>vece, i fatti storici che<br />
restano <strong>in</strong>equivocab<strong>il</strong>i. Certo è che metodo democratico e via rivoluzionaria (o violenta) al<br />
socialismo erano un <strong>in</strong>treccio complesso all'<strong>in</strong>terno del Pci non fac<strong>il</strong>mente dirimib<strong>il</strong>e come<br />
un nodo gordiano, con un colpo netto. Se fu <strong>il</strong> primo a prevalere lo si deve, <strong>in</strong>dubbiamente e<br />
per semplificare, alla l<strong>in</strong>ea scelta da Togliatti (qualcuno direbbe impostagli da Stal<strong>in</strong>, attento<br />
agli equ<strong>il</strong>ibri mondiali durante e dopo la guerra)16.<br />
La Mafai avvalora la tesi della scelta autonoma del Pci.<br />
La «confessione» di Otello Montanari - scrive - e quanto altro potrà uscire dagli archivi, non<br />
mette <strong>in</strong> gioco la l<strong>in</strong>ea scelta dal Pci nel dopoguerra. Caso mai, per paradosso, ne conferma la<br />
giustezza e le difficoltà, nel momento <strong>in</strong> cui vengono allo scoperto le resistenze con le quali<br />
dovette misurarsi. Quegli episodi, per quanto isolati, sono proprio la traccia sangu<strong>in</strong>osa di<br />
quelle resistenze 17 •<br />
Con molta lucidità e senso della misura (cioè storico) la giornalista riconosce che da una<br />
guerra «gloriosa e spietata» come quella che visse l'Italia del 1943-45 non si poteva uscire<br />
«solo per una disposizione della Gazzetta Ufficiale ... Le vicende della storia non possono<br />
venire scandite con una regolarità da orario ferroviario». Mentre la Rossanda sul<br />
«manifesto» liquida così le accuse di doppiezza rivolte contro <strong>il</strong> Pci togliattiano<br />
Secchia fu amato negli anni settanta e ottanta perché era avversario di Togliatti: ma è una<br />
figura mediocre come testimoniano le sue assai selettive memorie. Togliatti ebbe davvero di<br />
che battersi, perché non frange isolate di partigiani ma l'uomo dell'organizzazione tenne <strong>in</strong><br />
piedi f<strong>in</strong>o agli anni c<strong>in</strong>quanta accanto alla rete vera del Pci un apparato sufficientemente<br />
«m<strong>il</strong>itarizzato» da compromettere <strong>il</strong> partito e del tutto assurdo rispetto ai rapporti di forza<br />
politici e m<strong>il</strong>itari!8.<br />
Ma l'op<strong>in</strong>ione della Rossanda si sp<strong>in</strong>ge più <strong>in</strong> là, ribaltando i giudizi dei dirigenti comunisti<br />
riguardo le scelte togliattiane e le «velleità» di Secchia, sostenendo che «l'operazione<br />
"stal<strong>in</strong>iana" non fu la velleità di Secchia, ma quello che fece Togliatti battendosi coerentemente<br />
per un partito di massa e senz'armi».<br />
Infatti, <strong>in</strong> altre parole, le velleità <strong>in</strong>surrezionali di Secchia sono la cosa più lontana dallo<br />
stal<strong>in</strong>ismo dopo Yalta, perché chi accettò la divisione del mondo secondo quegli accordi fu<br />
15
Togliatti, non Secchia o Scoccimarro o Colombi ecc. In questo, la fondatrice del «manifesto»,<br />
per <strong>il</strong> solito gioco bizzarro dell'eterogenesi dei f<strong>in</strong>i, trova pieno consenso nella stampa<br />
«borghese», secondo cui Togliatti è uno stal<strong>in</strong>ista. Naturalmente, gli <strong>in</strong>tenti della Rossanda<br />
sono diversi, vogliono stemperare, ragionando, <strong>il</strong> furore di quei giorni <strong>in</strong> cui <strong>il</strong> «piano K» e<br />
la violenza dei comunisti erano la notizia.<br />
Carlo Giorgi sul «Popolo», organo della Dc, del 1 o settembre 1990 - un esempio fra i tanti<br />
possib<strong>il</strong>i - non va tanto per <strong>il</strong> sott<strong>il</strong>e:<br />
I partigiani comunisti all'<strong>in</strong>domani della Liberazione pensavano che fosse imm<strong>in</strong>ente l'avvento<br />
del Pci al governo e non ebbero alcuna esitazione a massacrare <strong>in</strong>ermi cittad<strong>in</strong>i, sacerdoti e<br />
oppositori per <strong>in</strong>timidire, ricattare, piegare quanti si opponevano a questo disegno.<br />
Miriam Mafai ed altri commentatori sono propensi a giustificare, ad assolvere a credere che,<br />
nonostante gli errori e le pag<strong>in</strong>e oscure, quel modello comunista fosse assolutamente estraneo<br />
alle tradizioni e alla storia del Pci.<br />
Lasceremo naturalmente agli storici la ricostruzione e <strong>il</strong> giudizio su quegli anni ... Ma<br />
Francesch<strong>in</strong>i, Pelli, Gall<strong>in</strong>ari e tanti altri brigatisti che alla f<strong>in</strong>e degli anni '60 scelsero la lotta<br />
armata, avevano alle spalle i loro maestri. Se fossi mio figlio - dichiarò <strong>il</strong> padre di<br />
Francesch<strong>in</strong>i nel libro Mai più senza fuc<strong>il</strong>e - farei esattamente quello che ha fatto lui. È la<br />
vecchia anima del Pci che si ritrova nella prospettiva rivoluzionaria e dell'avvento della classe<br />
al potere e questo disegno significava, anche dopo gli eccidi, trovare comunque un nemico,<br />
un avversario da elim<strong>in</strong>are. Altroché riformismo! La cultura della violenza, l'<strong>in</strong>vito alla lotta<br />
armata nascono dagli esempi, dalle sollecitazioni, dalla storia e dalle esperienze del PcF 9 •<br />
Mass media e mondo politico (<strong>in</strong> particolare gli ambienti socialisti), hanno scelto di calcare<br />
la strada delle notizie «urlate», anche se i toni possono avere sfumature diverse di grado<br />
ma non di sostanza.<br />
Mike Scull<strong>in</strong> racconta nel suo articolo del 29 agosto, Il Pci fa i nomi di chi li copriva,<br />
quale sia stata la «genesi» dello scritto di Montanari. Significativo l'<strong>in</strong>contro tra l'ex onorevole<br />
e <strong>il</strong> massimo dirigente del Pc reggiano di allora che conferma che la strada scelta per<br />
voltar pag<strong>in</strong>a è la «confessione» pubblica.<br />
L'onorevole - scrive Scull<strong>in</strong> - è entrato nell'ufficio di Fausto Giovanelli, segretario del Pci,<br />
alle due del pomeriggio e gli ha mostrato le tre cartelle datt<strong>il</strong>oscritte. «Mi ha detto che a leggere<br />
è rabbrividito - ricorda poco dopo Montanari - è sostanzialmente d'accordo, apprezza <strong>il</strong><br />
coraggio. Bisogna voltar pag<strong>in</strong>a, chi ha da dire parli».<br />
Montanari è sicuro che la strada non sarà sempre <strong>in</strong> discesa come l'<strong>in</strong>contro con <strong>il</strong> segretario<br />
comunista. Lo stesso cronista registra: «"Ho amici partigiani che mi dicono: 'Bisogna<br />
fare come la Chiesa, tacere'. No, bisogna dire la verità. Anche se domani qualcuno mi<br />
toglierà <strong>il</strong> saluto"».<br />
«Il problema è capire come era la situazione dal giorno della Liberazione al massimo al<br />
31 dicembre 1947, al momento dell'approvazione della nuova carta costituzionale». Sono le<br />
parole che <strong>il</strong> dirigente comunista Giannetto Magnan<strong>in</strong>i scrive sull'«Dnità» Reggio del 29<br />
agosto, (Reggio non è mai stata capitale della violenza. Attenzione ai polveronif), per<br />
rispondere a Mauro Del Bue (
Liberazione, aveva proposto a Prov<strong>in</strong>cia e Comuni un programma di studi sul periodo post<br />
Liberazione.<br />
Le parole del dirigente comunista reggiano sembrano raccogliere l'<strong>in</strong>vito di far piena<br />
luce, senza alzare «strumentali» polveroni, sulle vicende ancora oscure del post<br />
Liberazione. Ma è l'eco della lettera di Montanari che catalizza l'<strong>in</strong>teresse generale.<br />
Secondo Francesco Alberti, nel suo articolo citato, <strong>il</strong> Pci, che f<strong>in</strong>o ad allora aveva sempre<br />
negato ogni responsab<strong>il</strong>ità «nelle violenze che <strong>in</strong>sangu<strong>in</strong>arono Reggio fra <strong>il</strong> '45 e <strong>il</strong> '47» ha<br />
risposto per «bocca» di Montanari «con parole che non si prestano a equivoci: "Furono<br />
molti, fra i comunisti, coloro che scelsero la l<strong>in</strong>ea della reticenza e della copertura"». Di<br />
più, <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio di colpevoli e <strong>in</strong>nocenti, scrive la Mafai sulla «Repubblica» del 31 agosto,<br />
«gli storici e i giornalisti che si erano addentrati <strong>in</strong> quella "zona grigia", lo sapevano o<br />
meglio lo sospettavano».<br />
L'on. del Bue ha avuto una forte (e forse <strong>in</strong>sperata) risposta alle sue accuse. Il giovane<br />
deputato socialista - come lo def<strong>in</strong>isce <strong>il</strong> «Corriere» del 30 agosto - nella commemorazione<br />
di Umberto Farri di alcuni giorni prima, aveva <strong>in</strong>dicato nella Cecoslovacchia la meta<br />
strategica di fuga prima di ex partigiani <strong>in</strong>seguiti da mandati di cattura per i delitti commessi<br />
e poi di brigatisti rossi. E senza mezzi term<strong>in</strong>i aveva accusato ambienti comunisti reggiani<br />
di essere non solo i mandanti dell'omicidio del s<strong>in</strong>daco di Casalgrande, Umberto Farri<br />
ucciso <strong>il</strong> 26 agosto 1946, ma anche di altri delitti commessi <strong>in</strong> terra reggiana fra <strong>il</strong> '45 e <strong>il</strong><br />
'47.<br />
Le ammissioni di colpa del Pci per bocca di Montanari com<strong>in</strong>ciano ad avere un'eco, ma<br />
ancora senza un gran risalto, sulla stampa nazionale. I primi articoli sono ancora relegati<br />
nelle pag<strong>in</strong>e <strong>in</strong>terne. Il «Corriere della sera» del 30 agosto titolava a pag<strong>in</strong>a lO: «Il Pci<br />
ammetta quei delitti». Ex combattente della Resistenza svela i misteri di Reggio Em<strong>il</strong>ia e <strong>il</strong><br />
«Giornale», <strong>in</strong> un articolo di due colonne dal titolo <strong>in</strong>terrogativo: Pci, polemiche <strong>in</strong> Em<strong>il</strong>ia:<br />
<strong>il</strong> partito dette protezione a dei partigiani assass<strong>in</strong>i?, mentre l'«Avanti» parla delle vittime<br />
italiane dell'occupazione jugoslava dal 1945 al 1948.<br />
Stranamente la «Gazzetta di Reggio» non assegna un grande r<strong>il</strong>ievo alla lettera di<br />
Montanari, pubblicata come detto dal «Carl<strong>in</strong>o Reggio» - anche se <strong>il</strong> fondo di Bonaf<strong>in</strong>i del<br />
giorno successivo è significativo <strong>in</strong> proposito - affidandosi alle dichiarazioni di Fausto<br />
Giovanelli, segretario del Pc reggiano, per <strong>il</strong> commento sull'omicidio Vischi e sui fatti di<br />
sangue del dopoguerra. Così titola, citando una frase di Giovanelli, «Sul delitto Vischi non<br />
spetta al Pci cercare la verità». Il giorno dopo sullo stesso quotidiano <strong>il</strong> segretario comunista<br />
si lamenterà che <strong>il</strong> titolo non corrispondeva al suo pensiero. Interessante (e un poco<br />
cifrata) è la risposta di Bonaf<strong>in</strong>i: «Capisco che, dopo essere stato tirato <strong>in</strong> ballo <strong>in</strong> questa<br />
vicenda, ogni parola "faccia difetto" per <strong>il</strong> segretario del Pci. Ma non dia la colpa ai giornali.<br />
Si guardi piuttosto attorno a sé <strong>in</strong> via Toschi [corsivo mio]» Bonaf<strong>in</strong>i sembra dire che le<br />
serpi sono sempre <strong>in</strong> seno, mai fuori.<br />
Ben altra musica si sprigiona dalle colonne reggiane del «Carl<strong>in</strong>o». Il 30 agosto Quei<br />
comunisti stritolati dal Pci, titolo sparato che <strong>il</strong> sommario chiarisce Bertol<strong>in</strong>i e Montanari:<br />
«lI Partito sapeva che Nicol<strong>in</strong>i era <strong>in</strong>nocente, ma lo abbandonò». Così anche per Baraldi.<br />
A fianco, come spalla, <strong>il</strong> giornale cittad<strong>in</strong>o diretto da Gigi Zerb<strong>in</strong>i pubblica uno scritto di<br />
V<strong>in</strong>cenzo Bertol<strong>in</strong>i, già segretario «migliorista» del Pc reggiano e, all'epoca, vicepresidente<br />
regionale della lega delle Cooperative, <strong>il</strong> cui titolo, Ci è restata una scomoda eredità, riasc<br />
sume perfettamente tanto <strong>il</strong> contenuto del pezzo quanto le idee di una parte del partito che,<br />
attraverso la «Cosa», stava <strong>in</strong>camm<strong>in</strong>andosi sulla strada del cambiamento del nome <strong>in</strong> Pds.<br />
Un'esigenza di chiarezza confermata da Giovanelli: «Ritengo che se c'è stato spazio per<br />
17
eticenze e doppiezze, non ve ne sia e non debba esservene più oggi nel nuovo Pci e tantomeno<br />
domani nella nuova forza che ci acc<strong>in</strong>giamo a fondare».<br />
Il «Resto del Carl<strong>in</strong>o», per amplificare al massimo l'attenzione sugli scottanti temi ut<strong>il</strong>izza<br />
sia le pag<strong>in</strong>e reggiane sia le nazionali. Su queste ultime all'articolo di Francesco Alberti,<br />
Il Pci ritrova la memoria (30 agosto), non si può negare che sia riuscito a <strong>in</strong>dividuare con<br />
lucidità alcuni aspetti significativi della questione.<br />
Omicidi. Violenze. Fughe all'estero <strong>in</strong> paesi compiacenti (come la Cecoslovacchia). Processi<br />
p<strong>il</strong>otati o comunque condizionati da testimonianze spesso <strong>in</strong>teressate. Sentenze senza un colpevole.<br />
Colpevoli senza colpe. Il Pci ritrova la memoria .... Ma adesso con un futuro ancora<br />
da decidere (la «Cosa») e un presente avvelenato da concreti rischi di scissione, <strong>il</strong> Pci anche<br />
se fra m<strong>il</strong>le tenteunamenti (vedi <strong>il</strong> tentativo di far coesistere l'anima riformista con quella<br />
len<strong>in</strong>ista), pare deciso a fare i conti con la propria cattiva coscienza.<br />
E a conferma di ciò cita un passaggio dello scritto di V<strong>in</strong>cenzo Bertol<strong>in</strong>i, comparso nelle<br />
. .<br />
pagme regglane<br />
«Nessuno di noi può considerarsi al di fuori di questa scomoda eredità .... È vero c'erano<br />
gruppi che consideravano transitoria la democrazia politica e operavano con mentalità <strong>in</strong>surrezionale»<br />
... Parole ispirate da un'improvvisa voglia di verità? In parte sì - perché dubitarne?<br />
- ma sarebbe però riduttivo non scorgere dietro a queste affermazioni precise motivazioni<br />
politiche: la voglia di uscire dalle secche della "Cosa ", anche a costo di rituffarsi fra orrori<br />
ed errori del passato con tutti i rischi che ne conseguono [corsivo mio].<br />
L'«Unità» del 30 agosto riporta, nelle pag<strong>in</strong>e nazionali, <strong>in</strong> un essenzialissimo resoconto<br />
dal titolo Delitti politici nel dopoguerra. Dossier sul Pci di Reggio Em<strong>il</strong>ia, i contenuti della·<br />
lettera di Montanari, affidando al sommario tutto <strong>il</strong> peso della notizia.<br />
Nell'immediato dopoguerra, alcuni dirigenti del Pci reggiano praticarono la «doppia l<strong>in</strong>ea».<br />
Lo stesso segretario di allora - <strong>in</strong> conflitto con le posizioni di Togliatti - coprì veri e propri<br />
delitti politici. Una ricostruzione dell'ex partigiano ed ex parlamentare comunista Gtello<br />
Montanari riapre un capitolo drammatico. Il segretario attuale: «Nessuna paura della<br />
verità».<br />
Il giornale comunista «laicamente» accetta, qu<strong>in</strong>di, la tesi secondo la quale all'<strong>in</strong>terno del<br />
Pci, subito dopo la Liberazione, la «svolta di Salerno» era ancora più nella testa e nelle<br />
<strong>in</strong>tenzioni del gruppo dirigente romano che <strong>in</strong> quella dei quadri e dei m<strong>il</strong>itanti periferici,<br />
reggi ani <strong>in</strong> particolare.<br />
Il quotidiano del Pci trascura, però, un'altra questione sollevata dall'ono Del Bue e confermata<br />
per un verso dalle parole scritte da Montanari: le fughe <strong>in</strong> Cecoslovacchia di partigiani<br />
ed ex dirigenti comunisti co<strong>in</strong>volti <strong>in</strong> quei fatti delittuosi. Aspetti che <strong>il</strong> «Corriere della<br />
Sera» dello stesso giorno non passa <strong>in</strong> secondo piano e che con tre frasi «secche» ricostruisce<br />
nel catenaccio: La fuga p<strong>il</strong>otata <strong>in</strong> Cecoslovacchia di alcuni responsab<strong>il</strong>i - I legami con<br />
gli anni di piombo [<strong>il</strong> sovrappiù] Il lavoro di un deputato del Psi.<br />
Il 31 agosto da nord a sud l'Italia giornalistica (si contano circa quaranta articoli dedicati<br />
al tema, senza annoverare quelle testate che non siamo riusciti ad esam<strong>in</strong>are) mette <strong>in</strong> risalto<br />
che un Ex-resistente accusa i comunisti di sei delitti (Avvenire) mentre la «Gazzetta del<br />
Mezzogiorno» titola Il Pci ammette le sue colpe sul dopoguerra nel reggiano. Nuove auto-<br />
18
critiche dopo quelle dell'ex deputato Montanari. Scrive l'«Umanità», organo del Psdi,<br />
Dopoguerra <strong>in</strong> Em<strong>il</strong>ia: un altro scheletro nell'armadio del Pei. Ma è <strong>il</strong> quotidiano del Psi,<br />
l'«Avanti!», che si <strong>in</strong>carica di evidenziare a tutto tondo i term<strong>in</strong>i della questione. Sotto la<br />
voce «Anni Quaranta i crim<strong>in</strong>i coperti dal Pci» presenta quattro articoli. Uno è un'<strong>in</strong>tervista<br />
a Mauro del Bue, Da Reggio a Praga terrorismo rosso di ieri e di oggi; un altro è un scritto<br />
dello stesso parlamentare reggiano del Psi, Erano fondate quelle accuse al Pci reggiano.<br />
Con <strong>il</strong> terzo L'altro volto del togliattismo. F<strong>in</strong>almente la cultura della glasnost anche sugli<br />
omicidi «politici» del 1946, l'organo d'<strong>in</strong>formazione del Psi mette subito <strong>in</strong> chiaro quali<br />
siano i temi su cui punterà la sua artiglieria pesante. Il sottotitolo, evidenziato <strong>in</strong> neretto,<br />
riassume <strong>il</strong> «f<strong>il</strong>o rosso» che legherebbe guerra di liberazione e terrorismo brigatista:<br />
«Da Reggio Em<strong>il</strong>ia giungono autorevoli conferme delle azioni crim<strong>in</strong>ali e degli assass<strong>in</strong>ii<br />
perpetrati dal Pci "parallelo" negli anni Quaranta, un partito armato di tutto punto e pronto<br />
all'<strong>in</strong>surrezione, una sorta di archetipo del "brigatismo rosso" degli anni Settanta»<br />
È l'<strong>in</strong>tervista all'ono Del Bue a fissare <strong>il</strong> terzo capo d'accusa rivolto al Pci, le relazioni più<br />
che pericolose con la Cecoslovacchia.<br />
Il quarto articolo s'<strong>in</strong>titola Vertici del partito furono conniventi con gli assass<strong>in</strong>i. La testimonianza<br />
di Otello Montanari.<br />
Gli altri quotidiani, quelli «d'op<strong>in</strong>ione», appaiono più distaccati. Prendiamo come esempio<br />
<strong>il</strong> «Corriere della sera», sempre del 31 agosto, che titola, echeggiando la lettera di<br />
Montanari, Reggio, chi sa com<strong>in</strong>cia a parlare mentre <strong>il</strong> quotidiano romano «<strong>il</strong> Messaggero»<br />
constata che I «delitti rossi» del dopoguerra non imbarazzano <strong>il</strong> Pei a tre giorni dall'<strong>in</strong>izio<br />
dell'«operazione verità». La «Repubblica», <strong>in</strong>vece, dedica al tema più articoli fra cui uno <strong>in</strong><br />
prima pag<strong>in</strong>a La verità su quel triangolo di Miriam Mafai.<br />
E «l'Unità»? da parte sua <strong>il</strong> quotidiano comunista, diretto da Renzo Foa, appare del tutto<br />
dis<strong>in</strong>volto verso <strong>il</strong> passato del suo partito. Nell'<strong>in</strong>tervista raccolta dall'«Unità», Fausto<br />
Giovanelli afferma<br />
Per la verità a Reggio Em<strong>il</strong>ia non è da adesso che se ne parla. I protagonisti di quegli anni<br />
non trovano nulla di particolarmente nuovo <strong>in</strong> ciò che si è scritto <strong>in</strong> questi giorni ... E <strong>in</strong> questi<br />
ultimi tempi è venuta fuori con maggior <strong>in</strong>sistenza, soprattutto da parte di ex partigiani<br />
condannati <strong>in</strong>giustamente la richiesta di fare chiarezza, di dire tutta la verità 20 •<br />
Gli fa eco da Roma, <strong>il</strong> giorno successivo, Piero Fass<strong>in</strong>o, della segreteria nazionale del Pci<br />
e <strong>in</strong>caricato di seguire i fatti di Reggio Em<strong>il</strong>ia, che dichiara al term<strong>in</strong>e della Direzione<br />
nazionale,<br />
proprio dalla ricostruzione di quegli anni diffic<strong>il</strong>i emerge che sia <strong>il</strong> gruppo dirigente nazionale<br />
del Pci, coll'impegno diretto e personale di Togliatti, sia la stragrande maggioranza dei<br />
comunisti reggiani, si batterono con rigore per dare basi di massa alla democrazia nel nostro<br />
paese, contrastando ambiguità e doppiezze e opponendosi con decisione a qualsiasi atto che<br />
portasse la lotta politica al di fuori della legalità 21 •<br />
Mentre Mussi precisa che non c'è una l<strong>in</strong>ea specifica della segreteria per i fatti<br />
dell'Em<strong>il</strong>ia. Insomma, pare che <strong>il</strong> partito di Occhetto abbia reagito - per usare le parole<br />
«posate» del «Giornale» di Montanelli -<br />
19
senza far drammi alle rivelazioni dell'ex partigiano Otello Montanari, che dopo 45 anni ha<br />
spezzato <strong>il</strong> cerchio d'omertà che circondava i crim<strong>in</strong>i compiuti <strong>in</strong> Em<strong>il</strong>ia da alcuni partigiani<br />
comunisti: una serie di barbare vendette personali mascherate da «esecuzioni politiche»22.<br />
Il motivo appare chiaro dalle dichiarazioni dell'ono Montanari<br />
8esigenza di chiarezza assoluta è tanto più vera quanto più affermiamo con nettezza i valori<br />
che da tempo ci ispirano e quando ci prepariamo a costituire una nuova forza politica che<br />
raccolga e sv<strong>il</strong>uppi <strong>il</strong> meglio di quei valori [corsivo mio]2J.<br />
e di Fausto Giovanelli: «C'è <strong>in</strong> tutto questo una lezione ut<strong>il</strong>e per <strong>il</strong> vecchio e ancor di più per<br />
<strong>il</strong> nuovo partito: convenienza politica e senso della storia non possono scavalcare giustizia e<br />
verità», parole che esprimono la nuova etica e la nuova morale del partito «<strong>in</strong> costruzione».<br />
Tuttavia non tutto <strong>il</strong> partito reagì con aplomb a quelle rivelazioni.<br />
Le dichiarazioni riportate dai giornali di Giancarlo Pajetta- <strong>il</strong> «ragazzo rosso» leader storico<br />
del pci - nei confronti dell'autore dell'«operazione verità», furono tutt'altro che tenere.<br />
Citiamo dal «Corriere della Sera» del 7 settembre '90: «Pajetta: quel Montanari è proprio<br />
un pazzo. Poi si scusa» e nel sottotitolo «Chi ha sollevato <strong>il</strong> caso del triangolo della morte<br />
ci pensi prima di passeggiare per Reggio Em<strong>il</strong>ia».<br />
Il partito <strong>in</strong> realtà è lacerato.<br />
Già Marzio Breda nell'articolo La festa del Pci ormai nella tempesta aveva registrato sullo<br />
stesso quotidiano m<strong>il</strong>anese del 4 settembre le conseguenze dell'«operazione verità».<br />
Chiaro che una sim<strong>il</strong>e <strong>in</strong>iziativa, anche se approvata da Botteghe Oscure (qui l'età media degli<br />
iscritti è alta, <strong>in</strong>torno ai 53 anni), abbia generato forti contrasti ... Aprire sul serio gli armadi<br />
chiusi nel '47 proprio tra Reggio, Modena e Bologna è una scelta che richiede grande coraggio<br />
e grande coesione. La quale, appunto, manca ... Magri ha avanzato pesanti dubbi e aspre<br />
critiche sull'operazione verità lanciata da Montanari, con frasi che qualcuno ha <strong>in</strong>terpretato<br />
addirittura come sospetta mossa cannibalistica <strong>in</strong>terna, per mettere <strong>in</strong> difficoltà e magari del<br />
tutto fuori causa <strong>il</strong> fronte del «no», cui aderisce. Ha detto che «la campagna di Reggio è un'operazione<br />
a freddo per nascondere la verità», «un tentativo di l<strong>in</strong>ciaggio e una sorta di pentitismo»,<br />
«uno dei varchi attraverso i quali passano le sp<strong>in</strong>te di scissione nel partito, un varco per<br />
la cui chiusura non si è lottato».<br />
Una posizione che ha raccolto gli applausi di quasi la metà delle 800 persone che seguivano <strong>il</strong><br />
dibattito.<br />
Vale la pena riportare anche <strong>il</strong> sopratitolo, <strong>il</strong> catenaccio e <strong>il</strong> sommario dello stesso articolo,<br />
perché fotografano non solo la situazione <strong>in</strong> cui si trova <strong>il</strong> Pci, ma del<strong>in</strong>eano anche scenari<br />
futuri (avveratisi):<br />
Le polemiche sui crim<strong>in</strong>i commessi nel dopoguerra nel «triangolo della morte» si <strong>in</strong>trecciano<br />
con i temi di fondo sulla rifondazione occhettiana del partito - Il fronte del no accusa: la<br />
campagna sui delitti <strong>in</strong> Em<strong>il</strong>ia favorisce la scissione [corsivo mio] - A Reggio una travagliata<br />
direzione è servita a preparare <strong>in</strong>contri con le sezioni della bassa e gli ex partigiani. Intanto a<br />
Modena Magri denuncia «un'operazione a freddo per nascondere la verità», Fass<strong>in</strong>o conferma<br />
che le Botteghe Oscure apriranno gli archivi.<br />
I media si danno anche da fare per «catturare» le op<strong>in</strong>ioni dei m<strong>il</strong>itanti comunisti presenti<br />
alla festa nazionale dell'Unità di Modena e a quella prov<strong>in</strong>ciale di Reggio Em<strong>il</strong>ia.<br />
20
Marzio Breda, <strong>in</strong>viato del «Corriere della Sera» all'appena aperta festa, registra gli umori<br />
della «base» percorsa da domande sull'opportunità dell'«operazione verità» o, che dir si<br />
voglia, del «chi sa, parli» <strong>in</strong> un momento già diffic<strong>il</strong>e per <strong>il</strong> partito (le <strong>in</strong>certezze della<br />
«Cosa» e la frattura <strong>in</strong>terna sulla missione m<strong>il</strong>itare nel Golfo).<br />
«Non si rischia anche l'autodistruzione? si domanda <strong>il</strong> popolo comunista» scrive <strong>il</strong> cronista.<br />
Insomma - prosegue Breda - ragiona così, <strong>in</strong> un solfeggio di recrim<strong>in</strong>azioni e dist<strong>in</strong>guo, <strong>il</strong><br />
popolo comunista. Con lo smarrimento di chi è <strong>in</strong> b<strong>il</strong>ico tra crisi di coscienza e voglia di<br />
sopravvivere, anzi r<strong>in</strong>ascere. S<strong>in</strong>tetizza bene un giovane, Sergio: «Tira un 'aria assurda da<br />
cupio dissolvi, dopo la faccenda di Reggio Em<strong>il</strong>ia. Una specie di sp<strong>in</strong>ta nich<strong>il</strong>ista che porta<br />
qualcuno di noi a mettere <strong>in</strong> dubbio gli stessi miti della Resistenza. Quasi una voglia di parricidio.<br />
Più che gli storici o gli strateghi della politica, dovrebbero venire qui degli psicanalisti».<br />
Un giudizio che un capo carismatico come Pajetta condannerebbe alla stregua di un'eresia24.<br />
Ma ci sono anche voci della «base» che le idee le hanno chiare, che scagionano <strong>il</strong> Pci di<br />
ogni responsab<strong>il</strong>ità, attribuendo a logiche politiche coeve la ragione pr<strong>in</strong>cipale della «riscoperta»<br />
del «triangolo della morte».<br />
«La colpa non è del Pci se c'è stato chi ha esagerato. Quando c'è una esplosione le schegge volano.<br />
Non mi stupisco di allora ma di adesso. Perché proprio ora questa polemica? Si sapeva tutto,<br />
anche Togliatti sapeva e lo disse, no? E allora va bene la verità ma non la speculazione»25.<br />
Se ci sono spore di scetticismo - «La verità. "Ma si saprà mai?"» afferma un volontario<br />
alla festa nazionale dell'Unità a Modena -la dirigenza comunista di Modena e Reggio r<strong>il</strong>ancia<br />
per far fronte agli attacchi da destra e da s<strong>in</strong>istra, ma anche dal suo <strong>in</strong>terno. A Reggio,<br />
secondo Michele Smargiassi, <strong>in</strong>viato della «Repubblica», <strong>il</strong> Pci «apre <strong>il</strong> processo politico<br />
agli anni bui delle violenze post-Liberazione». I «cug<strong>in</strong>i» modenesi, <strong>in</strong>vece, <strong>in</strong>tendono proporre<br />
all'Istituto storico della Resistenza di affidare a degli storici di «<strong>in</strong>dubbia competenza»<br />
la ricerca sui fatti del dopoguerra, perché anche <strong>in</strong> quella prov<strong>in</strong>cia l'eco del «Chi sa parli»<br />
ha <strong>in</strong>iziato a produrre i suoi effetti.<br />
Il segretario prov<strong>in</strong>ciale del Pci Roberto Guerzoni - confermando piena consonanza con<br />
la l<strong>in</strong>ea nazionale del partito - annuncia, dalla festa nazionale dell'Unità a Modena che<br />
«le questioni sollevate vanno però al di là dei s<strong>in</strong>goli episodi e propongono <strong>il</strong> tema di una<br />
ricostruzione storica e politica» ... che comprenda anche «<strong>il</strong> ruolo svolto <strong>in</strong> quella fase dai<br />
diversi soggetti politici e istituzionali, compreso <strong>il</strong> Pci». AI pool di esperti al di sopra di ogni<br />
sospetto la federazione di Modena metterà a disposizione gli archivi del partito, comunque da<br />
anni aperti al pubblico e agli studiosi26.<br />
Non sono certo sufficienti le <strong>in</strong>sistenze della dirigenza comunista sulla necessità di contestualizzare<br />
e di dist<strong>in</strong>guere tra Togliatti e le frange violente presenti all'<strong>in</strong>terno del partito - e<br />
neppure la perentorietà delle affermazioni che compaiono, ad esempio, sulle pag<strong>in</strong>e del<br />
«manifesto» <strong>in</strong> cui Marco Galeazzi sostiene che la polemica sullo stal<strong>in</strong>ismo di Togliatti è<br />
«anacronistica» perché non tiene conto della guerra fredda, del clima di violenza all'<strong>in</strong>domani<br />
della guerra civ<strong>il</strong>e e dimentica le divisioni nel Pci rappresentate dall'opposizione tra <strong>il</strong><br />
«Migliore» e Secchia (10 settembre) - per impedire al «penta partito», e <strong>in</strong> particolare al<br />
Psi, di parlare di «resistenza tradita»27 e al Movimento sociale italiano di voler processare<br />
21
tout court la Resistenza.<br />
Il segretario miss<strong>in</strong>o, P<strong>in</strong>o Rauti, rivolge al m<strong>in</strong>istro degli Interni una perentoria richiesta<br />
«fuori i dossier, fuori le cifre, fuori i rapporti che certamente questure e prefetture avranno<br />
<strong>in</strong>viato <strong>in</strong> quei due anni di violenze», mentre <strong>il</strong> deputato Mirko Tremaglia afferma che<br />
<strong>il</strong> presidente della Camera [N<strong>il</strong>de lotti], «ex dirigente della Federazione del Pci di Reggio<br />
Em<strong>il</strong>ia, sapeva tutto» e, dunque, «<strong>in</strong>degna di rimanere al suo posto», soprattutto dopo l'«<strong>in</strong>decente»<br />
difesa compiuta sulle pag<strong>in</strong>e dell'Unità dell'ex deputato comunista Moran<strong>in</strong>d 8 •<br />
Il Msi per dare corso «storico» (nonché politico) alle proprie accuse alla Resistenza ha<br />
preparato per 1'8 settembre a Reggio Em<strong>il</strong>ia un convegno dal titolo «Il triangolo della morte,<br />
la verità che abbiamo sempre saputo» con lo scopo «di vedere riscritto un biennio drammatico<br />
della storia d'Italia», come dichiarerà alla stampa dell' Il settembre P<strong>in</strong>o Rauti.<br />
Lo stesso giorno nella città medaglia d'oro della Resistenza gli ex partigiani hanno <strong>in</strong>detto<br />
una manifestazione s<strong>il</strong>enziosa - a cui ha aderito anche <strong>il</strong> Pci - davanti al monumento alla<br />
Resistenza <strong>in</strong> piazza Martiri del 7 luglio (1960).<br />
A Sant'Ilario (
La stampa del 5 settembre riporta ampi stralci dell'<strong>in</strong>tervista che Alberto Francesch<strong>in</strong>i,<br />
uno tra i fondatori delle Brigate rosse, ha concesso al «Matt<strong>in</strong>o» di Padova, alla «Nuova<br />
Venezia» e alla «Tribuna di Treviso».<br />
Francesch<strong>in</strong>i ricorda che per i giovani usciti dalla Fgci [alla f<strong>in</strong>e degli anni Sessanta, ndr] che<br />
scelsero la lotta armata «<strong>il</strong> Pci vero era quello di Secchia», e racconta delle due pistole donategli<br />
da un ex partigiano al momento di passare alla clandest<strong>in</strong>ità. Una di quelle pistole - racconta<br />
l'ex brigatista - fu ut<strong>il</strong>izzata durante <strong>il</strong> sequestro del dirigente Siemens Hidalgo<br />
Macchiar<strong>in</strong>i ... Poi, Francesch<strong>in</strong>i descrive la sua visita a un deposito di armi creato dai partigiani<br />
«fuori Reggio, <strong>in</strong> campagna», con «trenta, quaranta mitra Sten» che «funzionavano alla<br />
perfezione» oltre vent'anni dopo <strong>il</strong> 25 apr<strong>il</strong>e. E racconta che un dirigente dell'Anpi, <strong>in</strong>formato<br />
della cosa, subito dopo fece avvertire la polizia, che portò via tutto l ].<br />
Affermazioni che vengono avvalorate da giornalisti collocab<strong>il</strong>i nell'area della s<strong>in</strong>istra<br />
estranea tanto all'esperienza comunista quanto al nuovo corso craxiano del socialismo italiano<br />
e da importanti figure di ex partigiani cattolici, che non si permetterebbero mai di def<strong>in</strong>ire<br />
Togliatti «assass<strong>in</strong>issimo» come lo ha def<strong>in</strong>ito <strong>il</strong> radicale Marco Pannella nel corso di un<br />
pubblico dibattito alla festa nazionale dell'Unità di Modena ..<br />
Mario Pirani, ad esempio, <strong>in</strong> un articolo di «Repubblica» riprende una vecchia affermazione<br />
della Rossanda, secondo la quale nelle Br ci sarebbe «una certa aria da "album di<br />
famiglia"», per sostenere l'esistenza di una sorta di collegamento "genetico" tra <strong>il</strong> gruppo<br />
terroristico e le frange del movimento partigiano comunista responsab<strong>il</strong>i dei delitti dell'immediato<br />
dopoguerra. Insomma, quei gruppi partigiani sarebbero gli «antenati» della Br l2 •<br />
Per i dirigenti della «Cosa», <strong>in</strong>vece, le Br non appartengono <strong>in</strong> nessun modo alla cultura<br />
della s<strong>in</strong>istra né tantomeno ci può essere una connessione. Alcune sfumature tra nuova e<br />
vecchia guardia ci sono. Secondo Fass<strong>in</strong>o, «fra le vicende dell'immediato dopoguerra ed <strong>il</strong><br />
terrorismo degli anni Settanta ll ; mentre per la lotti<br />
Ci sono, certamente, delle responsab<strong>il</strong>ità politiche per la ripresa dell'estremismo nella nostra<br />
prov<strong>in</strong>cia [quella di Reggio Em<strong>il</strong>ia, ndr] negli anni '70. Ma <strong>il</strong> fenomeno delle Br è cosa ben<br />
diversa. Non dimentichiamo che queste nascono non a Reggio Em<strong>il</strong>ia, bensì nella Facoltà di<br />
sociologia di Trento, <strong>in</strong> ambiente cattolico l4 •<br />
Questo breve accenno al tema Br-Resistenza, sollevato dal deputato del Psi Mauro del<br />
Bue, possiamo concluderlo circolarmente, ossia ritornando al delitto Vischi.<br />
Luciano Salsi, giornalista della «Gazzetta di Reggio», al term<strong>in</strong>e dell'<strong>in</strong>tervista al partigiano<br />
reggiano delle Fiamme Verdi, Eugenio Corezzola, liberale e tra i fondatori della<br />
«Nuova Penna», scrive: «Ma 1'omertà, allora, era sovrana ed <strong>il</strong> Pci non aveva fatto ancora<br />
quella scelta legalitaria che negli anni Settanta gli avrebbe consentito di isolare e combattere<br />
le Brigate rosse»35. Tout se tient.<br />
Giovanelli (Pci): «Non cifaremo processare <strong>in</strong> piazza».<br />
I partigiani «Non si processa la Resistenza»<br />
Il «bombardamento» di notizie sui fatti di Reggio Em<strong>il</strong>ia, <strong>in</strong> corso dalla f<strong>in</strong>e di agosto,<br />
costr<strong>in</strong>ge la direzione e la segreteria prov<strong>in</strong>ciale e nazionale comunista a sottol<strong>in</strong>eare con<br />
sempre maggior forza che <strong>il</strong> Pci vuole «chiarezza e giustizia» ma non accetta «demonizzazioni<br />
della Resistenza», che i propri archivi sono aperti da tempo, che Togliatti combatté le<br />
«tentazioni ribellistiche e [rese] <strong>il</strong> Pci coautore della Costituzione e protagonista della storia<br />
23
italiana contemporanea» e che l'operazione-verità non può essere usata per la «battaglia<br />
politica di oggi». Sono queste le posizioni che Fausto Giovanelli e Piero Fass<strong>in</strong>o ribadiscono<br />
nella conferenza stampa del 4 settembre, seguita alla Direzione prov<strong>in</strong>ciale.<br />
Il Pci dà pieno credito all'«operazione-verità», come gli stessi dirigenti comunisti def<strong>in</strong>iscono<br />
l'<strong>in</strong>iziativa di Montanari, ma vuole evitare la «demolizione della lotta partigiana e<br />
della Resistenza» (
dentale e quei morti ammazzati sono la prova schiacciante della loro doppiezza: la guerra di<br />
liberazione l'hanno fatta per <strong>il</strong> loro ord<strong>in</strong>e e gli espatri prima <strong>in</strong> Jugoslavia poi, dopo la rottura<br />
tra Stal<strong>in</strong> e Tito, <strong>in</strong> Cecoslovacchia (
E, come risulta chiaro ... chi ha un ruolo ugualmente decisivo - prosegue lo storico - è Luigi<br />
Longo. Proprio per l'autorità che gli derivava dalla sua funzione nella Resistenza, Longo ...<br />
non si limita alla polemica e alla condanna netta ma si impegna <strong>in</strong> una concreta azione di<br />
conv<strong>in</strong>zione e di repressione: si legga poi <strong>il</strong> verbale della direzione dell'8 giugno 1945 (che ho<br />
già citato <strong>in</strong> altra sede), <strong>in</strong> cui parla apertamente di germi di degenerazione nel partito di<br />
«malattia del mitra»42.<br />
Il giorno dopo <strong>il</strong> «Corriere della Sera» titola a tutta pag<strong>in</strong>a Le stragi dimenticate fra i partigiani.<br />
Un controverso e <strong>in</strong>esplorato capitolo di storia con cent<strong>in</strong>aia di vittime <strong>in</strong>colpevoli 43 ,<br />
mentre <strong>il</strong> discorso di Togliatti riportato da Mart<strong>in</strong>elli è un «palchetto» al centro della stessa<br />
pag<strong>in</strong>a, Un <strong>in</strong>edito di Togliatti: no a elementi immoralr 4 • La notizia è l'altra. Il giornalista<br />
enumera delitti e stragi senza preoccuparsi delle scansioni temporali, così le uccisioni (o<br />
delitti come li chiama) compiuti all'<strong>in</strong>domani della Liberazione sono accomunati con quelli<br />
accaduti anche due mesi o tre mesi dop045. E vi trova anche <strong>il</strong> modo di accennare al sangu<strong>in</strong>oso<br />
episodio avvenuto nel febbraio 1945 a Porzus, località <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Ud<strong>in</strong>e, <strong>in</strong> cui<br />
partigiani comunisti uccisero diciassette partigianiappartenti alla «Osoppo».<br />
Tutto questo per sottol<strong>in</strong>eare che la contraddizione del Pci, su cui s'<strong>in</strong>cuneano le critiche,<br />
sta tra <strong>il</strong> dibattito <strong>in</strong>terno tutt'altro che reticente, come le parole di Togliatti e Longo dimostrano,<br />
e le prese di posizioni politiche che negano le responsab<strong>il</strong>ità comuniste di quelle violenze,<br />
attribuendole, spesso, ad azioni fasciste.<br />
Piero Fass<strong>in</strong>o, <strong>in</strong> un'<strong>in</strong>tervista r<strong>il</strong>asciata alla «Stampa» di Tor<strong>in</strong>o, cerca di chiarire ancora<br />
una volta, con parole «libere ideologicamente», la posizione del Pci<br />
In settori partigiani anche di diverso colore politico c'erano resistenze evidenti all' ord<strong>in</strong>e di<br />
consegnare le armi. Ci si domandava: «sì, ma se poi a comandare tornano gli stessi di<br />
prima?». In sostanza, si discuteva se dare una vera adesione alla scelta democratica, o un consenso<br />
di facciata <strong>in</strong> attesa del momento buono per fare la rivolnzione46.<br />
E alla domanda di Marcello Sorgi - a proposito delle dichiarazione di Massimo Caprad 7<br />
secondo cui Togliatti, nonostante fosse m<strong>in</strong>istro della Giustizia, avrebbe favorito l'espatrio di<br />
partigiani assass<strong>in</strong>i come quelli co<strong>in</strong>volti nell'episodio di Schio - risponde che<br />
certo, guardata quarant'anni dopo, anche con tutte le considerazioni del caso, quella scelta<br />
non appare a me giustificata. Togliatti assunse <strong>il</strong> primato del bene del partito come valore<br />
assoluto, subord<strong>in</strong>ando a questo tutti gli altri valori. Questo fu l'errore ed è <strong>il</strong> punto con cui<br />
dobbiamo fare i conti.<br />
Il problema vero però è un altro e lo <strong>in</strong>dica Adriano Vignali, esponente della s<strong>in</strong>istra reggiana,<br />
sulla «Gazzetta di Reggio», <strong>in</strong> cui afferma che «<strong>il</strong> Pci ha sbagliato nel glissare e non<br />
affrontare direttamente questi problemi»48.<br />
Un problema di «memoria»?<br />
Man mano che i giorni passano, e i media cont<strong>in</strong>uano a <strong>in</strong>sistere sull'argomento,<br />
«l'Unità», quotidiano del Pci, rimette <strong>in</strong> circolazione pezzi di «memoria»49 e <strong>in</strong>sieme ad essa<br />
si muove anche la memoria «vivente» del Pci costituita da Boldr<strong>in</strong>i, Lama, Pajetta, Pecchioli<br />
e Tortorella, c<strong>in</strong>que dirigenti del Pci che furono combattenti e capi partigiani. Essi prendono<br />
carte e penna per chiedere «verità e chiarezza su tutti gli aspetti di una storia che fu grande e<br />
terrib<strong>il</strong>e», mentre def<strong>in</strong>iscono «<strong>in</strong>accettab<strong>il</strong>e e <strong>in</strong>degna» l'opera di denigrazione contro <strong>il</strong><br />
Pci e Togliatti e di «crim<strong>in</strong>alizzazione della Resistenza»5o.<br />
26
A Reggio Em<strong>il</strong>ia, lo storico e direttore dell'Istituto storico di Reggio Em<strong>il</strong>ia di allora,<br />
Antonio Zambonelli - dopo aver «spolverato» la memoria a chi l'avesse appannata ricordando,<br />
<strong>in</strong> occasione del convegno organizzato nella città em<strong>il</strong>iana dal Movimento sociale, l'efferatezze<br />
compiute dai fascisti a v<strong>il</strong>la Cucchi - è testimone di un certo «stupore storiografico»<br />
(ma anche politico) di fronte alla campagna massmediatica <strong>in</strong> corso.<br />
Credevamo, da anni - scrive - che fossero maturi i tempi per documentare e spiegare sempre<br />
meglio <strong>il</strong> nodo fascismo-antifascismo, ivi comprese le vicende della lotta di Liberazione e del<br />
dopoguerra, non <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di emotiva ed eccitata cronaca di contrapposti martirologi, ma sul<br />
terreno di una «ricerca aperta e libera ... <strong>in</strong> sede propria, quella della ricerca e della verifica<br />
storica» per usare le parole dell'amico Nazario S. Onofri 51 •<br />
Ma sembra non conv<strong>in</strong>cere. Sulla «Gazzetta di Reggio» <strong>il</strong> giorno successivo, 9 settembre,<br />
due sono le notizie: La piazza s'<strong>in</strong>fiamma, a proposito del convegno del Msi svoltosi a<br />
Reggio 1'8, e Montanari fa atto di contrizione all'assemblea che si era tenuta a Sant'Ilario.<br />
Gli fa eco <strong>il</strong> «Carl<strong>in</strong>o»: Montanari «l<strong>in</strong>ciato» dai compagni e «Processo alla Resistenza» al<br />
«f<strong>in</strong>to» convegno del Msi. O ancora sul «Popolo» Il f<strong>il</strong>o del terrore. Il Pci tra <strong>il</strong> triangolo<br />
della morte e le br, firmato dal parlamentare reggiano Franco Bonferroni. E c'è sempre un<br />
modo per controbattere, più o meno artificiosamente.<br />
Enzo Bettizza ritiene che <strong>il</strong> problema non stia tanto nella denuncia di quei fatti, dal riconoscimento<br />
di antichi errori, e nel sottol<strong>in</strong>earne la notorietà ma «che <strong>il</strong> noto non diventa<br />
veramente noto, <strong>il</strong> documentato mai veramente documentato, f<strong>in</strong>o al giorno <strong>in</strong> cui essi stessi<br />
non decidano che deve essere noto alla loro memoria [dei comunisti] e documentato alla<br />
loro coscienza?» E la recente riab<strong>il</strong>itazione da parte di Gorbaciov di Buchar<strong>in</strong> è l'esempio<br />
da seguire perché «ha segnato una pietra m<strong>il</strong>iare nel r<strong>in</strong>novamento» dell'Urss 52 •<br />
Una riflessione storico-culturale (e politica) <strong>in</strong>torno a queste questioni prova a imbastirla<br />
lo storico Luciano Casali che, a differenza di altri «<strong>in</strong>tellettuali organici», non nasconde<br />
antiche «carenze» e più recenti «<strong>in</strong>sensib<strong>il</strong>ità».<br />
È sufficiente rispondere - scrive lo storico em<strong>il</strong>iano - come è stato fatto, che su quegli avvenimenti,<br />
gli archivi sono aperti e i documenti disponib<strong>il</strong>i per chi li voglia studiare?<br />
Ammettiamo pure che la documentazione sia tutta disponib<strong>il</strong>e - e <strong>il</strong> Pci negli ultimi anni ha<br />
fatto un grande sforzo <strong>in</strong> tal senso rispetto a istituzioni governative e ad altri partiti. Però è<br />
venuto a mancare da parte dello stesso Pci un <strong>in</strong>teresse verso la storia (corsivo mio) ... Da<br />
almeno 15 anni, o per lo meno dalla morte di Ernesto Ragionieri, non si è stati promotori di<br />
ricerche sulla storia contemporanea e non si è sollecitato o aiutato ad affrontare temi «diffic<strong>il</strong>i»<br />
e «scottanti». Che la Resistenza possa essere considerata anche guerra civ<strong>il</strong>e, è argomento<br />
sul quale per troppo tempo non è stato fac<strong>il</strong>e <strong>in</strong>tervenire o riflettere (corsivo mio). Nelle a<br />
volte retoriche celebrazioni del 25 apr<strong>il</strong>e, nessuno sembrava mai aver considerato che la guerra<br />
non era f<strong>in</strong>ita, né poteva f<strong>in</strong>ire, al preciso scoccare di quella data fatidica, soprattutto là<br />
dove la lotta di liberazione era stata combattuta aspramente contro un nemico anche <strong>in</strong>tern0 5 ).<br />
Le questioni che Luciano Casali solleva comporterebbero una riflessione storico-politica<br />
che <strong>il</strong> Pci <strong>in</strong> fase di trasformazione e <strong>in</strong> una situazione politica mondiale <strong>in</strong> movimento (i<br />
recenti drammi dell'Est e la coeva Guerra del Golfo), non è forse <strong>in</strong> grado di compiere. Si<br />
ha però la sensazione che si vorrebbe chiudere la questione alla svelta, perché i dirigenti<br />
credono di essere un'altra cosa dalla loro storia. Pia <strong>il</strong>lusione. Gli attacchi non dim<strong>in</strong>uiscono,<br />
perché la loro «colpa» è, se così si può dire, storico-genetica.<br />
27
È una spirale polemica che sembra non avere fondo, come <strong>il</strong> famoso pozzo di San<br />
Patrizio.<br />
Quello che si constata tra balbettii, dist<strong>in</strong>guo, giustificazioni, sforzi di liberarsi dalle lenti<br />
deformanti delle ideologie e l' «anticomunismo opportunista, tipito degli <strong>in</strong>tellettuali italiani»<br />
è la diversità e schiettezza di posizioni come quella di Giorgio Bocca (sue le parole<br />
sopra virgolettate), partigiano «azionista», che esprime sulla polemica <strong>in</strong> corso un giudizio<br />
che potremmo def<strong>in</strong>ire «sprezzante». Già <strong>il</strong> titolo dell'articolo Fischia <strong>il</strong> vento urla la bufera<br />
... 5 \ pubblicato da «Repubblica» <strong>il</strong> 7 settembre, è un manifesto significativo come lo è la<br />
conclusione <strong>in</strong> cui rivendica - nonostante che ora c'è chi «riscopre che la Resistenza fu<br />
tante cose diverse, tenuta assieme dalla lotta contro i nazisti e i fascisti» - la legittimità di<br />
cont<strong>in</strong>uare a chiamare quegli anni Resistenza e Liberazione.<br />
L'<strong>in</strong>izio dell'articolo è di critica impietosa verso <strong>il</strong> Pci, responsab<strong>il</strong>e dell'attuale<br />
situazione:<br />
Il «Triangolo della morte» quaranta e passa anni dopo. Perché? A pro di chi? Diciamo, per<br />
com<strong>in</strong>ciare, che la responsab<strong>il</strong>ità di questa confusa strumentalizzata, <strong>in</strong>ut<strong>il</strong>e rivisitazione di una<br />
storia nota e arc<strong>in</strong>ota è del partito comunista, di un partito che sembra aver perso la bussola.<br />
Fass<strong>in</strong>o, nell '<strong>in</strong>tervista citata 5 S, afferma<br />
In settori partigiani anche di diverso colore politico c'erano resistenze evidenti all'ord<strong>in</strong>e di<br />
consegnare le armi ... In sostanza, si discuteva se dare una vera adesione alla scelta democratica,<br />
o un consenso di facciata <strong>in</strong> attesa del momento buono per fare la rivoluzione.<br />
La risposta la lasciamo a Bocca<br />
Perché i partigiani, tutti o quasi, conservarono le armi? Perché non erano per nulla sicuri che<br />
<strong>il</strong> fascismo fosse f<strong>in</strong>ito per sempre. Perché i partigiani di tutte le prov<strong>in</strong>ce partigiane chiusero<br />
la resa dei conti nel maggio del '45 e <strong>in</strong>vece nella Bassa em<strong>il</strong>iana si andò avanti per alcuni<br />
anni? Perché la storia sociale, la tradizione dell'unanimismo, e una cultura contad<strong>in</strong>a passata<br />
per conflitti feroci segnavano la differenza con <strong>il</strong> Piemonte della piccola proprietà contad<strong>in</strong>a e<br />
m<strong>il</strong>itarista, con la Lombardia mercant<strong>il</strong>e, con <strong>il</strong> Veneto bianco.<br />
Ci fu <strong>il</strong> doppio b<strong>in</strong>ario comunista, la convivenza del partito rivoluzionario con quello del<br />
lungo viaggio democratico attraverso le istituzioni? Ma certo che ci fu, [e] la scoperta che ne<br />
fanno oggi, con f<strong>in</strong>to scandalo, anche alcuni studiosi, non sembra una cosa seria 56 •<br />
Ridiamo la parola a Fass<strong>in</strong>o, che sull'Unità del 9 settembre, cerca di chiarire ai «compagni»<br />
e agli ex partigiani <strong>il</strong> suo agire<br />
Ho vissuto questa vicenda con grande tensione e partecipazione, avvertendo tutta la responsab<strong>il</strong>ità<br />
che gravava sulle spalle mie e degli altri compagni. Ho cercato di farvi fronte con lo<br />
scrupolo e l'impegno a cui sempre ho ispirato la mia azione quotidiana di dirigente del Pci. E<br />
lo scrupolo è stato tanto più grande e severo perché i partigiani e la Resistenza stanno dentro<br />
alla mia testa e al mio cuore da sempre: vengo da una famiglia antifascista; mio padre salì <strong>in</strong><br />
montagna <strong>il</strong>IO settembre 1943 ... 57 •<br />
«Apprezzo la reazione, ma è stata tardiva» aveva affermato Gav<strong>in</strong>o Angius, esponente del<br />
«no» al cambiamento del nome del Pci, sull' «Unità» del 7 settembre, e ci pare riassuntiva<br />
dello stato d'animo di tanta parte del Pci.<br />
28
Riprendiamo ancora l'articolo citato di Bocca, che ha <strong>il</strong> «coraggio» di r<strong>in</strong>viare alla Storia<br />
del pci scritta dallo storico comunista Paolo Sprian0 58 , per stigmatizzare come la novità, non<br />
sia per nulla una novità.<br />
I.:altro giorno Mario Pirani citava la massima: «niente è più <strong>in</strong>edito della carta stampata».<br />
Noi parafrasando la diremmo: «niente è più <strong>in</strong>ut<strong>il</strong>e della storia scritta»59.<br />
Perché <strong>il</strong> «Chi sa, parli»? Un 'ipotesi <strong>in</strong>terpretativa<br />
L'articolo «Rigore sugli atti di «Eros» e Nizzoli» scritto dal Otello Montanari ha fatto<br />
emergere una situazione <strong>in</strong> movimento già da tempo che non attendeva che tempi giusti per<br />
deflagrare. Altrimenti non si capirebbe come mai, per esempio, i due volumi scritti da<br />
Egidio Baraldi - Nulla da rivendicare. L'irifanzia la Resistenza gli anni bui della persecuzione<br />
(1985) e Il Delitto Mirotti. Ho pagato <strong>in</strong>nocente. L'omicidio <strong>il</strong> processo <strong>il</strong> carcere<br />
(1989) - non avessero montato un'onda così alta. Eppure <strong>in</strong> quei volumi si toccavano tasti<br />
altrettanto delicati. Oppure, così si accennava sopra, la questione degli scomparsi fascisti a<br />
Campagnola Em<strong>il</strong>ia (Reggio Em<strong>il</strong>ia) nelle ultime settimane di guerra e nelle prime post<br />
Liberazione sollevata alla f<strong>in</strong>e dell'apr<strong>il</strong>e '90 - qu<strong>in</strong>di, solo pochi mesi prima - da un figlio<br />
di uno degli scomparsi, sia rimasta, sì, diversi giorni sulle pag<strong>in</strong>e locali ma senza eco nel<br />
resto d'Italia, come accadrà per la lettera di Otello Montanari 60 •<br />
Le cause vanno ricercate, probab<strong>il</strong>mente, <strong>in</strong> una particolare congiuntura storico-politica e,<br />
strettamente legata ad essa, nella fonte autorevole di quelle ammissioni.<br />
Le cause storico-politiche.<br />
La dissoluzione dell'assetto geopolitico formatosi dopo la seconda guerra mondiale e alla<br />
cosiddetta «guerra fredda» - che possiamo riassumere simbolicamente nell'abbattimento del<br />
muro di Berl<strong>in</strong>o nel novembre 1989 61 - <strong>in</strong>nesca nel Pci un'accelerazione del processo di<br />
revisione della propria storia che sfocerà, a partire dalla Bologn<strong>in</strong>a e attraverso successive<br />
tappe, nel congresso del gennaio 1991 con la nascita del Pds. Nel novembre dello stesso<br />
anno si costituirà <strong>il</strong> Partito della rifondazione comunista, frutto della scissione cossuttiana.<br />
Com'è ormai noto, <strong>il</strong> 12 novembre 1989 alla Bologn<strong>in</strong>a Occhetto, segretario del Pci, lanciò<br />
la proposta di cambiare nome al partit0 62 • Da allora <strong>in</strong>izierà un aspro confronto fra i fautori<br />
del «sì» e quelli del «no» (per semplificare def<strong>in</strong>iamo i primi occhettiani mentre i secondi<br />
sono legati alle figure di Cossutta e Ingrao, una strana coppia davvero). E che si risolverà <strong>in</strong><br />
un'ulteriore scissione che confluirà nel Prc.<br />
Chi scrive ritiene che la sortita pubblica di Otello Montanari possa rientrare nella lotta fra<br />
i due schieramenti. Ovvero da parte dei fautori del cambiamento, o se si preferisce del de<br />
profundis del vecchio partito comunista, esisteva la necessità di sbloccare <strong>il</strong> sistema politico<br />
italiano attraverso una reale resa dei conti con tutti i punti oscuri della storia comunista a<br />
partire proprio dagli anni della fondazione della Repubblica. Secondo i sostenitori del «no»,<br />
viceversa, della storia del Pci e del suo patrimonio politico e culturale non c'era nulla da<br />
«r<strong>in</strong>negare», ma, caso mai, da rivedere criticamente quegli episodi palesemente <strong>in</strong> contrasto<br />
con i pr<strong>in</strong>cipi del socialismo e della libertà dei popoli all'autodeterm<strong>in</strong>azione. Entrambi gli<br />
schieramenti, a parte i cossuttiani, nutrivano per la storia passata dell'Urss un comune senso<br />
critico. L'ascesa al potere di Gorbaciov, nel 1985, però aveva <strong>in</strong>st<strong>il</strong>lato nel partito la speranza<br />
di una possib<strong>il</strong>e autoriforma dell'«orso» sovietico <strong>in</strong> senso squisitamente democratico e<br />
di conseguenza aveva riattivato nel Pci, ma non solo, energie (<strong>il</strong>lusorie) che la storia<br />
29
30<br />
dell'Urss f<strong>in</strong>o ad allora avevano spent0 63. In altre parole i germi posti dalla rivoluzione<br />
d'Ottobre non erano ster<strong>il</strong>i e le riforme gorbacioviane ne erano la prova, per cui si sarebbe<br />
potuto cambiare nella cont<strong>in</strong>uità64. Ma poi accadde ciò che accadde. E <strong>il</strong> Pci, secondo alcuni<br />
storici e politologi, aveva perduto del tempo prezioso rimandando l'<strong>in</strong>eluttab<strong>il</strong>e cambiamento<br />
che i fatti storici man mano suggerivano e/o imponevano dopo <strong>il</strong> costante decl<strong>in</strong>o successivo<br />
al 1976. Anno importante anche per un altro motivo, ai f<strong>in</strong>i del nostro discorso: nel<br />
1976 alla segreteria del Psi approdò Bett<strong>in</strong>o Craxi, che <strong>in</strong>augurò una stagione di aperta ost<strong>il</strong>ità<br />
verso <strong>il</strong> Pci, mentre quest'ultimo giunse ad accusare Craxi, un <strong>in</strong>dubbio politico energico<br />
che fece del «decisionismo» la sua bandiera, di essere una «m<strong>in</strong>accia alla democrazia»65.<br />
Questi, <strong>in</strong> estrema s<strong>in</strong>tesi, i rapporti fra Pci e Psi che percorsero tutti gli anni Ottanta e che<br />
si risolsero, si può dire, solo per cause extrapolitiche, cioè giudiziarie. Così nel 1990 con <strong>il</strong><br />
Pci alle prese coi problemi di cui abbiamo detto e <strong>il</strong> Psi che puntava all'«Unità socialista»<br />
che avrebbe dovuto (e voluto) <strong>in</strong>globare <strong>il</strong> Pci, si può capire <strong>il</strong> significato che assunsero le<br />
«rivelazioni» di Otello Montanari ex partigiano, ex deputato comunista e presidente<br />
dell'Istituto Cervi.<br />
Indubbiamente, una maggior chiarezza coeva agli episodi delittuosi che videro co<strong>in</strong>volti<br />
Pci e partigiani avrebbe, probab<strong>il</strong>mente, dis<strong>in</strong>nescato nei suoi eccessi una propaganda volta<br />
a bollare l'Em<strong>il</strong>ia come «triangolo della morte». I morti ci furono e gli esecutori m<strong>il</strong>itavano<br />
e nel Pci e nell'associazione partigiana66. Un dato <strong>in</strong>negab<strong>il</strong>e, ma se si vuole fare ricerca storica<br />
autentica e non una vulgata cronachistica e scandalistica come media e forze politiche e<br />
<strong>in</strong>tellettuali hanno fatto, gli avvenimenti di allora devono essere ricondotti al loro contesto<br />
senza, però, fac<strong>il</strong>i giustificazionismi e reticenze, e <strong>in</strong> quel contesto studiati.<br />
Storicizzare gli avvenimenti significa, è opportuno ribadirlo, calarsi <strong>in</strong> un determ<strong>in</strong>ato<br />
contesto storico per coglierne i diversi aspetti, non ultimo la mentalità degli attori che <strong>in</strong><br />
esso agiscono. Capire questo non vuoI dire giustificare ma compiere lo sforzo, che uno storico<br />
è tenuto a fare, di <strong>in</strong>terpretare la complessità che ogni momento storico presenta. Oggi,<br />
possiamo dire, come anche allora qualcuno denunciò, che <strong>il</strong> bene del partito, l'entità astratta<br />
Partito, veniva prima delle persone <strong>in</strong> carne e ossa, come i casi emblematici e clamorosi di<br />
Germano Nicol<strong>in</strong>i (delitto don Pess<strong>in</strong>a) e di Egidio Baraldi (delitto Mirotti) stanno a dimostrare.<br />
Verità ancora parziale che Miriam Mafai, giornalista di «Repubblica» e compagna di<br />
Gian Carlo Pajetta, coglie ponendo nella giusta prospettiva <strong>il</strong> rapporto fra i s<strong>in</strong>goli e <strong>il</strong><br />
Partito (con la P maiuscola). Erano <strong>in</strong>nocenti che «sapevano e tacquero, per discipl<strong>in</strong>a politica<br />
[corsivo mio], i nomi dei veri esecutori e dei mandanti. E scontarono, da <strong>in</strong>nocenti,<br />
molti anni di galera»67.<br />
Questo è uno dei tasselli del complesso quadro <strong>in</strong> cui le vicende del dopoguerra si sv<strong>il</strong>upparono,<br />
e che sarebbe bene tenere presente. Come non si può dimenticare che <strong>il</strong> livello dello<br />
scontro all'<strong>in</strong>terno della società politica e civ<strong>il</strong>e italiana dopo la rottura della solidarietà ciellenistica<br />
avvenuta nel maggio '47, cioè l'allontanamento dal governo della s<strong>in</strong>istra, e <strong>il</strong> processo<br />
di formazione di due schieramenti mondiali contrapposti, con identiche ricadute<br />
nazionali, divenne scontro fra civ<strong>il</strong>tà, ossia guerra ideologica. Un guerra ideologica che si<br />
rifletterà ancora sui mass media con uno spregiudicato uso pubblico della storia, e parliamo<br />
del settembre '90, oltre quarant'anni dopo e con le macerie del muro ancora fumanti. È<br />
come se le «confessioni» di Montanari avessero rotto una sorta di vaso di Pandora che contenesse<br />
tutte le «malefatte» del Pci68. Se nel vaso di Pandora solo la Speranza è rimasta a<br />
disposizione degli uom<strong>in</strong>i, nel nostro caso <strong>il</strong> fatto nuovo e positivo che <strong>il</strong> «Chi sa, parli» ha<br />
prodotto è stata la rottura di certe, diciamo, <strong>in</strong>ibizioni che impedivano di accostare <strong>il</strong> termi-
ne violenza all'evento Resistenza. Un libro per tutti, <strong>il</strong> saggio di Massimo Storchi,<br />
Combattere si può v<strong>in</strong>cere bisogna. La scelta della violenzafra Resistenza e dopoguerra.<br />
Riportiamo un breve passo a proposito dell'uccisione dell'<strong>in</strong>gegnere Arnaldo Vischi per<br />
capire che «Italia era quella del '45», e per riconoscere che se vi era una violenza legata a<br />
sete di giustizia, ve ne era un'altra, f<strong>in</strong>ché si vuole limitata e circoscritta, che aveva scopi di<br />
«classe» (naturalmente qui non <strong>in</strong>teressa <strong>il</strong> puro banditismo )69. Scrive Storchi:<br />
Ma <strong>il</strong> crim<strong>in</strong>e rimane r<strong>il</strong>evante non solo per la personalità dell'ucciso ma soprattutto per le connessioni<br />
e le complicità che esso mette <strong>in</strong> luce <strong>in</strong> particolare all'<strong>in</strong>terno della federazione del<br />
Pci reggiano che rimane co<strong>in</strong>volto nel caso f<strong>in</strong>o ai massimi livelli. In una sorta di tragico carosello,<br />
<strong>in</strong>fatti, <strong>il</strong> responsab<strong>il</strong>e materiale viene ben presto <strong>in</strong>dividuato e segretamente arrestato da<br />
elementi della questura reggiana che lo consegnano, anziché alla magistratura, a un gruppo di<br />
partigiani gappisti che provvederanno alla sua elim<strong>in</strong>azione e sparizione, dopo aver sequestrato<br />
e percosso <strong>il</strong> partigiano <strong>in</strong>caricato di una <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e parallela dallo stesso Pci reggiano.<br />
Nel tentativo poi di coprire l'accaduto e accreditare l'ipotesi di una fuga del colpevole all'estero,<br />
gli stessi ex gappisti non esiteranno a uccidere parecchi mesi dopo l'accaduto anche un<br />
ulteriore testimone?O.<br />
Non è compito di questo lavoro entrare nel merito delle complesse questioni che l'Italia<br />
del '45 viveva, ai nostri f<strong>in</strong>i ci basta <strong>il</strong> passo citato di Combattere si può v<strong>in</strong>cere bisogna che<br />
consente di comprendere perché <strong>il</strong> «Chi, sa parli» reggiano abbia di fatto aperto le porte a<br />
titoli nazionali come quello del «Giorno» del 7 settembre 1990, Gli operai dalla piazza:<br />
«D 'Onofrio, dacce er via!», <strong>in</strong>vocazione urlata, secondo <strong>il</strong> raff<strong>in</strong>ato giornalista del quotidiano<br />
m<strong>il</strong>anese, dai comunisti dopo l'attentato a Togliatti; oppure, sempre sul «Giorno», come<br />
quello del 2 settembre Il festival degli scheletri nell 'armadio, <strong>in</strong> concomitanza con l'apertura<br />
del festival nazionale dell'Unità di Modena.<br />
Se mai può valere la considerazione che chi fa storia fa sempre storia del presente (e aiuta<br />
le forze <strong>in</strong> campo nel loro sv<strong>il</strong>uppo, Gramsci), <strong>il</strong> «Chi sa, parli» è <strong>il</strong> caso della sua dimostrazione<br />
empirica. Consultando la stampa di quel settembre si <strong>in</strong>tuisce la profondità della frattura<br />
nel mondo politico e culturale italiano che la conclusione della guerra «calda» e lo<br />
scoppio di quella «fredda» provocarono. Una spaccatura che ha accompagnato (e tuttora<br />
accompagna) la vita politica, culturale e sociale della Repubblica f<strong>in</strong> dalle sue orig<strong>in</strong>i.<br />
Infatti, sull'onda delle «rivelazioni» dell'ex deputato comunista tante altre questioni furono<br />
letteralmente sbattute <strong>in</strong> prima pag<strong>in</strong>a: <strong>il</strong> f<strong>il</strong>o rosso che «univa» i partigiani alle Br, i rapporti<br />
tra <strong>il</strong> Pci e la Cecoslovacchia, <strong>il</strong> «Piano K» e la «doppia l<strong>in</strong>ea», lo stal<strong>in</strong>ismo di Togliatti<br />
(<strong>il</strong> «Migliore»).<br />
La divisione del mondo <strong>in</strong> due blocchi contrapposti è stata la morsa che ha stritolato <strong>il</strong><br />
sistema politico italiano <strong>in</strong>ficiandone uno sv<strong>il</strong>uppo più articolato, ma che non ha impedito al<br />
Partito comunista, soprattutto nei momenti più drammatici della storia d'Italia, di difendere<br />
- con, forse, un eccesso di statalismo - quella Repubblica che aveva contribuito a fondare.<br />
Tuttavia non si può nascondere o negare che c'era chi pensava a una soluzione diversa da<br />
quella parlamentare, da quella che nei fatti è prevalsa.<br />
Al Pei di allora mancò <strong>il</strong> coraggio della denuncia chiara e <strong>in</strong>equivocab<strong>il</strong>e, come testimoniano<br />
alcuni protagonistF'. Scrive Storchi<br />
Con l'uccisione di Vischi ci si trova di fronte a un nuovo tipo di azione di violenza ... Gruppi<br />
31
di ex partigiani, ancora organizzati secondo le gerarchie della lotta clandest<strong>in</strong>a, e parti importanti<br />
della struttura del Pci reggiano con una ramificazione diffusa nel territorio, proseguono<br />
<strong>in</strong> una attività di controllo, sorveglianza e <strong>in</strong>dividuazione di possib<strong>il</strong>i obiettivi. Con la collaborazione<br />
di agenti della polizia partigiana, f<strong>in</strong>o all'<strong>in</strong>terno della stessa questura, si muovono<br />
elementi che rispondono direttamente ancora alle logiche e alle strategie attuate nei mesi<br />
della lotta clandest<strong>in</strong>a. Pur di fronte alle ricorrenti prese di posizione ufficiali, la prassi rimane<br />
quella del «doppio pensiero» e della «doppia azione» 72.<br />
Risulta chiaro, qu<strong>in</strong>di, che <strong>il</strong> cuore del problema a cui mirano politici e mass media, a partire<br />
proprio dai quei morti ammazzati, è la questione della fondazione della Repubblica e<br />
della legittimità democratica e nazionale di uno dei suoi fondatori, <strong>il</strong> Pci73. Mass media e<br />
mondo politico non si lasciano sfuggire l'occasione Montanari, <strong>il</strong> quale f<strong>in</strong>ì, con foto, anche<br />
su un cruciverba74.<br />
Il legame con Mosca e l'elaborazione del «Piano K» sono proprio <strong>il</strong> leitmotiv su cui si<br />
costruisce l'<strong>in</strong>tera campagna politica e di stampa, <strong>in</strong> particolare di quella locale e degli organi<br />
di partito. Infatti <strong>il</strong> tema della legalità/<strong>il</strong>legalità, ossia l'abusata querelle sulla doppiezza<br />
del Pci (resp<strong>in</strong>ta con sdegno dalla dirigenza dello stesso partito)15, è <strong>il</strong> nucleo centrale su cui<br />
si costruisce la reazione alle «confessioni» di Montanari.<br />
È <strong>il</strong> prezzo pagato alla storia per <strong>il</strong> legame con l'Vrss, contraddist<strong>in</strong>to da rivendicazioni di<br />
autonomia e da discipl<strong>in</strong>ata «<strong>in</strong>troiezione della "superiorità" di Mosca» che altro non erano<br />
che le «due facce della stessa medaglia»76.<br />
Pur non essendoci motivi per dubitare della sostanziale lealtà costituzionale del Partito<br />
comunista «<strong>il</strong> rapporto priv<strong>il</strong>egiato con <strong>il</strong> modello sovietico - mai seriamente criticato da<br />
Togliatti - si rivela alla f<strong>in</strong>e un veleno per <strong>il</strong> comunismo italiano»77.<br />
Tanto i titoli quanto i contenuti mettono a dura prova <strong>il</strong> delicato equ<strong>il</strong>ibrio fra storia e politica.<br />
«Chi volesse una conferma che la storia è sempre storia contemporanea - scrive<br />
Massimo L. Salvadori sulla «Stampa» dello settembre 1990, A carte scoperte. I processi<br />
alla storia - non ha che da guardarsi attorno». E solo di sfuggita segnaliamo che a Rim<strong>in</strong>i,<br />
mentre monta l'«operazione verità», al meet<strong>in</strong>g di Comunione e Liberazione è <strong>in</strong> corso <strong>il</strong><br />
processo al Risorgimento, quello di Garibaldi, ovviamente.<br />
È tra questi due poli estremi, processo al Pci e al Risorgimento garibald<strong>in</strong>o, che acquistano<br />
un preciso significato politico le parole di Fabio Fabbri, presidente dei senatori socialisti<br />
Da noi la rivoluzione <strong>in</strong>dustriale non è stata preceduta dall'affermazione delliberalismo. Lo<br />
sbandamento che colpisce comunisti e democristiani <strong>in</strong>coraggia a operare perché <strong>il</strong> vuoto<br />
possa f<strong>in</strong>almente essere colmato dai valori del nuovo liberalismo sociale, che si ispira al<br />
socialismo liberale di Rosselli e Turati, f<strong>in</strong>ora rimasto m<strong>in</strong>oritario J8.<br />
Ci pare perciò contraddittoriamente pert<strong>in</strong>ente <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo di Pierluigi Battista, giornalista<br />
della «Stampa» di Tor<strong>in</strong>o, che scrive: «Il fatto politicamente r<strong>il</strong>evante [del «Chi sa, parli»,<br />
ndr] rimane la riapertura del conflitto storiografico»79. Così affermando l'articolista attribuisce<br />
alla storia un valore politico, che è proprio ciò che mette <strong>in</strong> evidenza l'<strong>in</strong>tera «operazione<br />
verità», contrassegnata dalle parole chiave perestrojka e glasnost, i due fortunati term<strong>in</strong>i del<br />
lessico gorbacioviano adottati, spesso a sproposito, dai media e dal mondo politico italiano<br />
per descrivere la «confessione» di Otello Montanari, uno dei passaggi ritenuti necessari dal<br />
Pci per fare i conti col proprio passato.<br />
32
«L'autorevolezza della fonte»<br />
La «confessione» di Otello Montanari fu autorevole ed espresse la volontà di buona parte<br />
del gruppo dirigente del Pci reggiano (i dirigenti nazionali all'<strong>in</strong>izio sembrarono def<strong>il</strong>arsi) di<br />
segnare con un atto significativo <strong>il</strong> passaggio a una nuova fase della storia della s<strong>in</strong>istra<br />
comunista italiana che la Bologn<strong>in</strong>a aveva annunciato. Che poi l'eco della parole di<br />
Montanari sia andata oltre le quattro pareti domestiche (leggasi Reggio Em<strong>il</strong>ia) è da imputare,<br />
come si è detto, alle particolare congiuntura storico-politica che ha amplificato a tutto <strong>il</strong><br />
territorio nazionale un'<strong>in</strong>iziativa che appariva ai promotori, probab<strong>il</strong>mente, non degna di<br />
sim<strong>il</strong>e pubblicità. Le parole di Giovanelli, riportate dalla «Gazzetta di Reggio» (4 settembre)<br />
sono <strong>il</strong>lum<strong>in</strong>anti<br />
A Reggio molte cose dette da Montanari sono sempre state risapute, scritte e riscritte, tranne<br />
qualche elemento. Per questo non si poteva immag<strong>in</strong>are <strong>il</strong> clamore a livello nazionale che<br />
avrebbero suscitato.<br />
Sottovalutarono, forse, <strong>il</strong> fatto che <strong>il</strong> Pci fosse ancora considerato un corpo anomalo o<br />
estraneo alla democrazia occidentale e <strong>in</strong> particolare italiana, ritenendo, al contrario, che<br />
fosse del tutto assodata la sua completa aderenza alla pratica democratica occidentale.<br />
Fatto sta che<br />
<strong>il</strong> Pci reggiano si trova al centro dell'attenzione di tutti. Giornalisti, la Rai hanno preso d'assalto<br />
via Toschi [sede dei comunisti reggiani f<strong>in</strong>o ad alcuni anni fa, ndr] e hanno fatto ripetere<br />
i concetti di «trasparenza» e di esigenza di «verità» al segretario prov<strong>in</strong>ciale Fausto<br />
Giovanelli e allo stesso Montanari. Giovanelli ha detto di aver ricevuto una telefonata sul<br />
tema dal membro della segreteria centrale Umberto Ranieri: «Voleva sapere»80.<br />
Interessante sarebbe poter accedere alle registrazioni complete del Comitato federale che si<br />
svolse a porte chiuse 1'11 settembre 1990, di cui si hanno solo scarni resoconti giornalistici 8l •<br />
Non crediamo si possano trascurare tra le cause che sp<strong>in</strong>sero una parte del Pci a ritenere<br />
ut<strong>il</strong>e una «catarsi» pubblica di quel tipo, gli aspetti psicologici e pratici.<br />
Se fosse stato co<strong>in</strong>volto tutto <strong>il</strong> partito <strong>in</strong> una discussione sull'opportunità e sul modo di<br />
affrontare le tragiche e delicate vicende dell'immediato dopoguerra - sollecitate dall'esterno<br />
del partito - vista la dura reazione nei confronti dello scritto di Montanari da parte di tanti<br />
comunisti ed ex partigiani, sicuramente sarebbe stata scartata la via della «lettera confessione»<br />
a un quotidiano, per di più con riferimenti politici e d'op<strong>in</strong>ione abbastanza lontani dal<br />
partito comunista. Infatti una delle accuse più ricorrenti all'«operazione verità» da parte<br />
degli ambienti comunisti e dell'Anpi a Montanari sta proprio qui, nell'aver scelto un protagonismo<br />
pubblico che ha scatenato una furibonda campagna antipartigiana, mettendo <strong>in</strong><br />
discussione la legittimità stessa della «Repubblica fondata sulla Resistenza». Ma proprio<br />
questa reazione può aiutare a capire perché l'«operazione verità» ha scelto la strada della<br />
carta stampata e non quella di un pronunciamento ufficiale del partito comunista. È stata<br />
una scorciatoia per evitare veti all'<strong>in</strong>terno del partito, lanciato sulla via del cambiamento del<br />
nome e della sua stessa natura. Una delle condizioni perché <strong>il</strong> nuovo partito fosse davvero<br />
nuovo e moderno, secondo una buona parte della dirigenza affermatasi durante gli anni<br />
Ottanta, era far chiarezza sui «luoghi oscuri» del suo passat0 82 •<br />
Il giornalista del «Carl<strong>in</strong>o», Mike Scull<strong>in</strong>, lucidamente, sulla scorta della vicenda di<br />
Germano Nicol<strong>in</strong>i - accusato e condannato per <strong>il</strong> delitto consumato nel giugno 1946 di don<br />
33
Umberto Pess<strong>in</strong>a, parroco di San Mart<strong>in</strong>o piccolo di Correggio (ma del quale nel 1994 verrà<br />
completamente scagionato) - afferma che sulla vicenda «Diavolo»<br />
si sta costruendo adesso l'autoflagellazione del Pci, una confessione - quasi masochistica<br />
nella sua ferocia - degli errori commessi nel dopoguerra: i leader di allora anche se non tutti,<br />
tollerarono, ebbero addirittura legami con chi si macchiava di sangue. E a dirlo fuori dal<br />
palazzo non sono stavolta i soliti 'reazionari', ma proprio loro, gli uom<strong>in</strong>i che contand J •<br />
Chiudiamo queste considerazioni con Marzio Breda che sul «Corriere» del 4 settembre si<br />
concede citazioni letterarie per descrivere la situazione «psicopolitica» della «Cosa»:<br />
Scomodare Dostoevskij e <strong>il</strong> suo universo <strong>in</strong> dissoluzione, dove l'anima di ciascuno «si agita,<br />
si sdoppia, si batte con se stessa, ferisce e <strong>in</strong>vita a ferire», può sembrare eccessivo. Eppure<br />
non c'è forse riferimento più appropriato per raccontare di quel che sta accadendo fra i comunisti<br />
reggiani, sempre più <strong>in</strong>certi e divisi, frastornati, sulle rivelazioni e autocritiche fatte da<br />
un loro dirigente ... Otello Montanari.<br />
Alcune osservazioni f<strong>in</strong>ali<br />
Il titolo dell'ultimo capitolo Alcune osservazioni f<strong>in</strong>ali andrebbe completato con l'ulteriore<br />
aggettivo virtuale, nel senso che i temi e i problemi «sbattuti <strong>in</strong> prima pag<strong>in</strong>a» nel settembre<br />
'90 sono tutt'altro che risolti. Le questioni legate alla fondazione della Repubblica e ai<br />
suoi protagonisti, a dir <strong>il</strong> vero sempre più <strong>in</strong>ghiottiti dalla storia ma non per questo «serenamente»<br />
ricordati, cont<strong>in</strong>uano nel nuovo m<strong>il</strong>lennio ad essere oggetto di dispute politiche piuttosto<br />
che storiche.<br />
Per questo motivo, ci affidiamo a voci diverse che allora, <strong>in</strong> quel «fatidico» settembre,<br />
dopo i qu<strong>in</strong>dici giorni che sconvolsero la memoria della Resistenza e l'identità del Pci, cercarono<br />
di trarre alcune conclusioni storiche e d'<strong>in</strong>dicare possib<strong>il</strong>i l<strong>in</strong>ee di sv<strong>il</strong>uppo del dibattito<br />
<strong>in</strong>fuocato che l'articolo di Montanari suscitò <strong>in</strong> Italia, ma anche <strong>in</strong> Europa.<br />
Siamo sempre, vale la pena ricordarlo, nell'ambito giornalistico qu<strong>in</strong>di fatalmente legati<br />
alla «quotidianità» delle riflessioni, che tuttavia, negli articoli proposti, cercano di trovare<br />
un equ<strong>il</strong>ibrio, se così possiamo dire, fra miopia e presbiopia. Ossia, <strong>in</strong> altre parole, di vederci<br />
chiaro <strong>in</strong> prospettiva.<br />
Il «manifesto», <strong>il</strong> 16 settembre, commenta la messa <strong>in</strong> onda (venerdì 14 settembre) da<br />
parte della Rai di uno Speciale Tgl, curato da Paolo Frajese, dedicato al «Chi sa, parli!», o<br />
all' «operazione verità» che dir si voglia, dando un giudizio perentorio sul «messaggio» del<br />
programma.<br />
A pochi m<strong>in</strong>uti da ben altre immag<strong>in</strong>i - scrive Marco Sotgiu - quelle delle lacrime e delle<br />
commemorazioni per <strong>il</strong> partigiano Giancarlo Pajetta [morto <strong>il</strong> 14 settembre, ndr]. La Tv della<br />
Repubblica, si potrebbe dire, ha pubblicamente tagliato le sue radici. Perché è pur vero che <strong>il</strong><br />
programma alla f<strong>in</strong>e ha dovuto ammettere che pure qualche valore della Resistenza andrà<br />
passato ai giovani, ma l'immag<strong>in</strong>e che abbiamo avuto (e che purtroppo anche i bamb<strong>in</strong>i di<br />
Sant'Ilario hanno avuto) dalla trasmissione di venerdì è quella di un paese <strong>in</strong> balia di orde di<br />
comunisti, f<strong>in</strong>o ad oggi rimasti impuniti 84 •<br />
Questo è uno dei punti chiave: quale storiografia e quale memoria per le nuove generazioni.<br />
Interrogativo che rimanda ad un'altra domanda: perché l' «operazione verità» sulla<br />
34
Resistenza? Quale Repubblica?<br />
In ballo c'è - scrive Guido D'Agost<strong>in</strong>o, ut<strong>il</strong>izzando lenti gramsciane, sempre sulle colonne<br />
del «manifesto» - l'egemonia ed essa va conquistata <strong>in</strong> tutti modi, s<strong>in</strong>o a trasformarla <strong>in</strong><br />
dom<strong>in</strong>io attraverso lo stab<strong>il</strong>imento del monopolio ideologico: amalgamare, azzerare, omogeneizzare<br />
<strong>il</strong> campo, riempiendolo dei propri referenti ideologici e culturali rendendoli progressivamente<br />
gli unici esistenti, senza possib<strong>il</strong>ità di riscontri o paragoni sul piano dell'esistente<br />
che diventa cosÌ <strong>il</strong> «modello assoluto»85.<br />
Ma la bagarre scatenata ha proprio lo scopo di fare tabula rasa della memoria partigiana e<br />
comunista per rifondare «ideologicamente» la Repubblica? Gian Enrico Rusconi <strong>in</strong> La<br />
memoria liberata, che già <strong>il</strong> titolo rende chiaro <strong>il</strong> suo pensiero, pubblicato dalla<br />
«Repubblica», <strong>il</strong> 13 settembre, afferma<br />
In realtà quello che è andata perduta è soltanto l'immacolatezza fasulla, che è tipica del mito.<br />
Demitizzare senza perdere <strong>il</strong> rapporto di senso con quel passato implica una revisione storica<br />
seria. Non un ennesimo aggiustamento che fa assomigliare la Resistenza a quelle grottesche<br />
fotografie del periodo stal<strong>in</strong>iano sottoposte a periodici ritocchi. Le l<strong>in</strong>ee della necessaria rivisitazione<br />
storica sono già implicite negli <strong>in</strong>terventi dei due dirigenti che sono <strong>in</strong>tervenuti a<br />
Reggio. C<strong>in</strong>sistenza di Lama sulla ferocia della guerra partigiana non va <strong>in</strong>tesa come riconoscimento<br />
della presenza di fattori umani, che spiegano passioni e atteggiamenti ad un tempo<br />
eroici ed assass<strong>in</strong>i. È un r<strong>il</strong>ievo storico, «tecnico» per cosÌ dire. Fu una guerra civ<strong>il</strong>e a tutti gli<br />
effetti. Questa def<strong>in</strong>izione non è un nom<strong>in</strong>alismo accademico né una concessione a chi pretende<br />
di togliere senso e valore alla Resistenza chiamandola «guerra civ<strong>il</strong>e».<br />
Ancora più importante politicamente è lo spunto critico di Fass<strong>in</strong>o contro Togliatti e <strong>il</strong> prevalere<br />
della «ragion di partito» su altre logiche democratiche.<br />
Solo <strong>in</strong>sistendo, senza timidezze, <strong>in</strong> questa direzione si riuscirà a dist<strong>in</strong>guere tra Resistenza<br />
come evento storico e <strong>il</strong> suo uso strumentale; tra le attese rivoluzionarie di alcuni m<strong>il</strong>itanti e<br />
la strategia togliattiana con le sue ambiguità ed errori.<br />
Non si processa la storia 86 è <strong>il</strong> bel titolo dell'articolo di Umberto Bonaf<strong>in</strong>i, direttore della<br />
«Gazzetta di Reggio». Nel corso di questo lavoro abbiamo ritenuto che una certa importanza<br />
abbia rivestito <strong>il</strong> fatto che certe ammissioni venissero proprio dall'<strong>in</strong>terno del Pci, attraverso<br />
la penna di Montanari. Secondo Bonaf<strong>in</strong>i è un fatto se non irr<strong>il</strong>evante certamente<br />
secondario «perché quelle cose le avevano scritte sia dei comunisti che degli anticomunisti e<br />
poi perché sono state scritte <strong>in</strong> sentenze di tribunali della Repubblica».<br />
Ma poi precisa: «non considero solo [corsivo mio, ndr] Otello Montanari responsab<strong>il</strong>e<br />
della querelle <strong>in</strong>sorta». È venuto a mancare, <strong>in</strong>somma, scrive <strong>il</strong> direttore della «Gazzetta»<br />
«quell'equ<strong>il</strong>ibrio che è tipico della lettura della storia e che qualifica, <strong>in</strong> senso culturale, <strong>il</strong><br />
rapporto fra storia e politica». Un equ<strong>il</strong>ibrio che non si poteva chiedere all'ex partigiano<br />
«ma che avevano ed hanno <strong>il</strong> dovere di mostrare coloro i quali guardano ai fatti ben oltre i<br />
conf<strong>in</strong>i degli <strong>in</strong>teressi personali o di parte».<br />
«Montanari - conclude Bonaf<strong>in</strong>i - ha sicuramente sbagliato nella sostanza e nel metodo;<br />
ma hanno altrettanto sicuramente sbagliato e forse ancora di più coloro i quali, approfittando<br />
del suo <strong>in</strong>genuo operato, hanno pensato e pensano di processare la storia dell 'Italia<br />
democratica»<br />
Quello che è accaduto, <strong>in</strong> sostanza, è stata la sovrapposizione e l'<strong>in</strong>treccio perverso di storia<br />
e politica. Ed è ciò che sostengono ventitré giovani storici reggiani ed em<strong>il</strong>iani: «Non un<br />
solo sforzo per capire e approfondire la complessità del problema che le presunte rivelazioni<br />
35
<strong>in</strong>iziali avevano <strong>in</strong>nescato ma solo vuote ripetizioni di stereotipi trascorsi e abusati, ricerca<br />
dello scoop e dell'evento a sensazione anche a costo di approfittare di dolorose vicende personali,<br />
ex funzionari di partito improvvisatisi storici che contribuiscono ulteriormente alla<br />
confusione dei ruoli e delle competenze ... La storia è una cosa seria, è una scienza, non è<br />
una delle figliastre della politica»87.<br />
Tuttavia una questione rimane <strong>in</strong> sospeso.<br />
Probab<strong>il</strong>mente - scrive Gian Enrico Rusconi - si è persa 1'occasione per creare davvero una<br />
memoria collettiva, critica e solidale <strong>in</strong>sieme. Quella memoria sempre <strong>in</strong>vocata come fondamento<br />
del vivere civ<strong>il</strong>e democratico. Una memoria capace di comprendere le motivazioni di<br />
tutti pur tenendo fermo <strong>il</strong> criterio per dist<strong>in</strong>guere chi era dalla parte della ragione e chi da<br />
quella del torto, tra chi era nel giusto con le armi <strong>in</strong> pugno e chi con esse ha commesso <strong>in</strong>giustizie88.<br />
E qui che s'<strong>in</strong>nesterà, ci pare, <strong>il</strong> tema storiografico del «riconoscimento», ovvero delle<br />
memorie divise all'<strong>in</strong>terno delle comunità stesse rispetto a quella «egemone» e della memoria<br />
dell'altra parte, quella fascista, che diversi storici affronteranno negli anni successivi.<br />
Quello che possiamo dire qui a titolo di commento è che essa è una riflessione condivisib<strong>il</strong>e,<br />
da cui Rusconi ha sv<strong>il</strong>uppato <strong>il</strong> ragionamento dell'articolo citato alcune righe sopra,<br />
ma che ci rimanda alla famosa frase di Marx: «i f<strong>il</strong>osofi hanno <strong>in</strong>terpretato <strong>il</strong> mondo ora si<br />
tratta di cambiarlo» che significa, mutatis mutandis, a quali gambe affidare le idee perché,<br />
per citare ancora D'Agost<strong>in</strong>o<br />
non va sottovalutato <strong>il</strong> fatto che la strada imboccata dal sistema è di quelle che conducono<br />
all'autodistruzione, per consunzione e disfacimento dal di dentro, sotto i colpi delle lotte <strong>in</strong>test<strong>in</strong>e<br />
e della mancanza di ricambio, o della compresenza, concorrenziale, di qualcosa d'altro<br />
da sé che non sia la propria <strong>in</strong>unag<strong>in</strong>e, tragicamente speculare89.<br />
Una questione tutta da approfondire.<br />
36
1. Nella bibliografia raccolta su fascismo, resistenza e repubblica <strong>il</strong> criterio guida pr<strong>in</strong>cipale (ma alcuni titoli che<br />
non si potevano ignorare risalgono ad anni precedenti) è stato proprio quello di scegliere le pubblicazioni uscite<br />
dopo <strong>il</strong> «galeotto» 1990. Un saggio per tutti: Una guerra civ<strong>il</strong>e (1991) di Claudio Pavone diventato un sorta di<br />
bibbia per quegli storici (e non solo) disposti a un approccio, se così possiamo dire, più laico su temi ancora così<br />
fortemente sentiti. In appendice pubblichiamo una bibliografia m<strong>in</strong>ima sull'argomento.<br />
2. Cfr. Leonardo Paggi, Alle orig<strong>in</strong>i del credo repubblicano. Storia, memoria, politica, <strong>in</strong> Le memorie della<br />
repubblica, a cura di Leonardo Paggi, La Nuova Italia, Scandicci (Firenze) 1999. Scrive: «La sparizione subitanea<br />
del sistema dei partiti che si è determ<strong>in</strong>ata all'<strong>in</strong>izio di questi decennio, ma la cui <strong>in</strong>cubazione data dagli anni<br />
Settanta, ha improvvisamente messo <strong>in</strong> discussione quell'idea di democrazia "nata dalla Resistenza" a lungo<br />
apparsa come una <strong>in</strong>discutib<strong>il</strong>e affermazione di senso comune. La ricerca storica già <strong>in</strong> corso su vari aspetti e<br />
momenti della trasformazioni conosciute dal paese negli ultimi c<strong>in</strong>quant'anni è stata così improvvisamente e<br />
perentoriamente richiamata a un livello più primordiale di riflessione sui caratteri della repubblica e sui modi<br />
della sua autorappresentazione» (pp. VI-VII).<br />
3. Otello Montanari dichiara alla stampa: «Non ho scritto nulla che non fosse noto. Ho solo messo assieme i<br />
pezzi», «Tutti sapevano, io l'ho scritto», «La Repubblica» 31 agosto 1990.<br />
Così anche Domenico Settembr<strong>in</strong>i sul «Resto del Carl<strong>in</strong>o» del 31 agosto (pag<strong>in</strong>a nazionale) pur apprezzando l'<strong>in</strong>iziativa<br />
del dirigente comunista afferma: «ma francamente non ha rivelato niente che già non si sapesse».<br />
4. «Triangolo della morte» è un piccolo triangolo di territorio compreso fra i comuni modenesi di Manzol<strong>in</strong>o,<br />
Castelfranco e Piumazzo che si vide attribuire questa def<strong>in</strong>izione <strong>in</strong> seguito ali 'uccisione di quarantaquattro persone<br />
e all'assalto dato a una polveriera avvenuti tra l'apr<strong>il</strong>e 1945 e l'ottobre 1946. Poi con <strong>il</strong> consumarsi di altri<br />
fatti di sangue la denom<strong>in</strong>azione si è estesa s<strong>in</strong>o a comprendere le prov<strong>in</strong>ce di Reggio, Modena, Bologna e<br />
Ferrara.<br />
5. Rossana Rossanda Il sangue d'Italia. Il «triangolo rosso» di Reggio Em<strong>il</strong>ia: la memoria mediocre di una storia<br />
tragica, «Il manifesto» 1 settembre 1990.<br />
6. Nel solo mese di settembre comparvero 1321 articoli (più o meno significativi), un'onda partita alla fme d'agosto<br />
e culm<strong>in</strong>ata <strong>il</strong> 7 settembre con 119 articoli, così disaggregati secondo le testate (e bisogna considerare che<br />
non siamo riusciti a visionare tutta la stampa nazionale e la stampa estera, che sappiamo essersi <strong>in</strong>teressata al<br />
«Chi sa, parli»):<br />
Avanti! 79, - Avvenimenti (settimanale), 9 - Avvenire, 39 - Corriere della Sera 64 - Epoca (settimanale), 8 -<br />
I:Espresso (settimanale), II - Europeo (settimanale), 7 - Famiglia cristiana (settimanale), 4 - Gazzetta del<br />
Mezzogiorno, 18 - Gazzetta di Reggio, 149 - Il Giornale, 108 - Il Giorno, 85 - La Libertà (settimanale), 8 - Il<br />
Manifesto, 50 - Il Messaggero, 18 - Notiziario Anpi (mens<strong>il</strong>e), 2 - Osservatore Romano, 3 - Panorama (settimanale),<br />
13 - Il Popolo, 69 - Reporter (RE) (settimanale), 12 - La Repubblica, 79 - Resto del Carl<strong>in</strong>o (ed. RE),<br />
222 - R<strong>in</strong>ascita (settimanale), 13 - Il Sabato ( settimanale), 6 - La Stampa, 64 - Stampa Sera, 5 - I:Umanità, 28<br />
- Umanità Nova (Fai), 3 -l'Unità (ed. RE), 142 - Voce Repubblicana, 9. ,<br />
Bisogna, poi, tenere conto del fatto che l'eco del settembre si fece anche sentire nei mesi successivi. E <strong>il</strong> caso, ad<br />
esempio, della «Giustizia», giornale del Psi reggiano che, non uscendo con regolarità, a metà ottobre pubblicherà<br />
<strong>in</strong>tegralmente gli atti del convegno tenuto a Reggio Em<strong>il</strong>ia <strong>il</strong> 16 settembre 1990, promosso dalla Federazione<br />
prov<strong>in</strong>ciale Psi, dall'Istituto storico socialista «p. Marani» e dal gruppo cons<strong>il</strong>iare socialista regione Em<strong>il</strong>ia<br />
Romagna dal titolo, «Perché la verità della storia diventi storia della verità» (gli atti furono anche pubblicati nel<br />
volume La Resistenza tradita. Atti del convegno sulla violenza politica nel dopoguerra a Reggio Em<strong>il</strong>ia, PSI -<br />
Ufficio centrale stampa e propaganda, 1990). E, su scala nazionale, possiamo portare <strong>il</strong> caso di «Mondoperaio»,<br />
che nel mese di ottobre pubblica due articoli sull'argomento.<br />
Rispetto al mese di settembre, per i tre mesi successivi, ma <strong>in</strong> particolare per ottobre, la ricerca del materiale è<br />
stata condotta, pr<strong>in</strong>cipalmente, usando come <strong>in</strong>dicatori gli
38<br />
Collotti, Laterza, Roma-Bari 2000; Chiara Ottaviano, Uso pubblico della storia, <strong>in</strong> «RS», n 78/1995, pp. <strong>93</strong>-105.<br />
9. Per valutazioni diverse <strong>in</strong> merito alla questione della doppiezza cfr. Renzo Mart<strong>in</strong>elli Storia del Partito comunista<br />
dalla Resistenza al18 apr<strong>il</strong>e, E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o 1995. «La vera "doppiezza" del PCI - che, <strong>in</strong>tesa nel senso<br />
piti tradizionale, riposa ... su una realtà estremamente variegata e complessa della sua base e del suo corpo sociale,<br />
oltre che su reali sp<strong>in</strong>te ribellistiche - è espressa <strong>in</strong> realtà dalla comb<strong>in</strong>azione tra una politica rigorosamente<br />
democratica e da una organizzazione nella quale <strong>in</strong>vece si esprimono, e si sublimano, le vecchie tradizioni len<strong>in</strong>iste<br />
e rivoluzionarie. Su questo terreno viene <strong>in</strong>canalato lo sforzo dei m<strong>il</strong>itanti, la loro aspettativa m<strong>il</strong>lenaristica,<br />
la tendenza all'ora X - per la quale una perfetta organizzazione è fondamentale, come <strong>in</strong>segna l'esperienza del<br />
movimento comunista. Cosi, la fiducia <strong>in</strong> una prospettiva <strong>in</strong>def<strong>in</strong>ita, ma non esclusa, di «presa del potere» -<br />
bisogna ricordare che <strong>il</strong> PCI, sul piano della difesa contro i tentativi reazionari, ha sempre ammesso la violenzasi<br />
è tradotta <strong>in</strong> un lavoro m<strong>in</strong>uto, quotidiano, si è legata alla lotta per <strong>il</strong> miglioramento del tenore di vita delle<br />
masse lavoratrici, e si è collegata, su questa base, a strati sociali importanti nell'Italia ancora agricola del 1945-<br />
46. Si sono poste le basi, <strong>in</strong> questo modo, di un radicamento nella società italiana tale da b<strong>il</strong>anciare la debolezza<br />
politica, si è spostata su questo piano l'azione del partito, si è formato cosi, <strong>in</strong> def<strong>in</strong>itiva, <strong>il</strong> piti grande partito di<br />
massa della storia dell'Italia repubblicana. Questo ha tuttavia espresso, e <strong>in</strong> parte prodotto, anche un'<strong>in</strong>elim<strong>in</strong>ab<strong>il</strong>e<br />
sfasatura, perché la situazione <strong>in</strong>ternazionale non permetteva <strong>il</strong> superamento di certi limiti - ma soprattutto<br />
perché la società italiana era all'<strong>in</strong>izio di un processo di mutamento e di sv<strong>il</strong>uppo economico sconvolgente, che i<br />
comunisti certamente non potevano prevedere. I loro strumenti di analisi e di valutazione, di conoscenza della<br />
situazione, di consapevolezza dei mutamenti economici e sociali dell'Italia, non erano <strong>in</strong>fatti i piti idonei a comprendere<br />
la realtà - e a questa comprensione della realtà facevano schermo elementi di carattere ideologico-storicistico,<br />
come la vittoria <strong>in</strong>evitab<strong>il</strong>e del socialismo, <strong>il</strong> mito dell'Urss, ecc. Tutti questi fattori del<strong>in</strong>eano una condizione<br />
di <strong>in</strong>sufficienza e di tendenziale subalternità dei comunisti, che si manifesterà pienamente nelle successive<br />
vicende di questo triennio cruciale».<br />
Sulla figura, <strong>in</strong> particolare, di Didimo Ferrari «Eros» bisogna registrare anche una voce diversa. Antonio<br />
Zambonelli, direttore dell'Istituto storico della Resistenza, sull'Unità dell'8 settembre 1990, afferma: «E per<br />
quanto riguarda m<strong>il</strong>itanti comunisti da tempo scomparsi - come Eros - sulle cui spalle oggi troppe colpe vengono<br />
caricate prima dei necessari approfondimenti della ricerca ... Dovremmo sapere ascoltare anche la sua voce,<br />
sia pure a 32 anni dalla morte che lo colse dopo molte amarezze, <strong>in</strong> età di 47 anni». Si veda, sull'argomento, uno<br />
studio sempre, di Zambonelli, dal titolo Il dopoguerra reggiano nelle «carte segrete» di «Eros», pubblicato nel<br />
dicembre dello stesso anno sulla rivista dell'Istituto storico della Resistenza di Reggio Em<strong>il</strong>ia «Ricerche<br />
Storiche», nn. 64/66. Riportiamo un passo della presentazione di Antonio Zambonelli:<br />
«Didimo Ferrari, Eros, è stato uno dei fantasmi "negativi" evocati nel corso delle polemiche settembr<strong>in</strong>e sul<br />
dopoguerra reggiano e, più <strong>in</strong> generale, sulla Resistenza. Gli si attribuiscono colpe per le quali fu perseguitato e<br />
condaunato contumace. Con la documentazione <strong>in</strong>edita che pubblichiamo <strong>in</strong> questo "dossier" crediamo di poter<br />
fornire un contributo alla conoscenza delle vicende reggiane negli anni del post Liberazione e del ruolo che <strong>in</strong><br />
quelle vicende ebbe Eros» [p. 8].<br />
lO. Ripubblicato con <strong>il</strong> titolo Crisi di una generazione, La Nuova Italia, Firenze 1952. Ora ripubblicato Idem,<br />
Edizioni e/o, Roma 1995 da dove è tratta la citazione, pp. 42-43.<br />
Il. Riportiamo, come esempio, alcuni passi della sentenza di risarcimento a favore di Egidio Baraldi emessa<br />
dalla Corte d'Appello di Perugia <strong>il</strong> 22 gennaio 1999.<br />
«Dalla lettura della sentenza di revisione pronunciata dalla Corte di appello, risulta <strong>in</strong>oltre, <strong>in</strong> maniera <strong>in</strong>equivoca,<br />
la lunga e solitaria battaglia che <strong>il</strong> Baraldi dovette condurre per ottenere <strong>il</strong> riconoscimento della propria <strong>in</strong>nocenza<br />
da parte dei suoi "compagni" e dei suoi concittad<strong>in</strong>i prima ancora che da parte della giustizia: una battaglia<br />
contrassegnata da s<strong>il</strong>enzi, omertà e ost<strong>il</strong>ità, venuti meno soltanto quando - alla distanza di ben c<strong>in</strong>quant'anni<br />
dall' assass<strong>in</strong>io del Mirotti - le coscienze di coloro che "sapevano" ed avevano così a lungo taciuto entrarono <strong>in</strong><br />
crisi e certi "muri" ideologici com<strong>in</strong>ciarono a crollare ... Senza dire, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, della particolare stagione attraversata<br />
dal nostro paese negli anni' 50, allorquando gli organi istituzionali dello Stato, deputati a far luce su alcuni gravissimi<br />
fatti di sangue verificati si - quale quello <strong>in</strong> esame - nelle prov<strong>in</strong>ce reggiane ed em<strong>il</strong>iane, f<strong>in</strong>irono,<br />
anch' essi, loro malgrado, con <strong>il</strong> risentire del clima di contrapposizione ideologica, aspra e netta, esistente <strong>in</strong><br />
quella parte d'Italia, <strong>in</strong>correndo <strong>in</strong> gravi errori giudiziari, sia pure nel doveroso e legittimo <strong>in</strong>tento di <strong>in</strong>dividuare<br />
e punire severamente gli autori di quei gravissimi fatti di sangue».<br />
Si veda anche la testimonianza di Valdo Magnani data a Nadia Caiti ora <strong>in</strong> Nadia Caiti-Romeo Guarnieri, La<br />
memoria dei «rossi», Ediesse, Roma 1996.<br />
12. P.I.a. «So chi sono gli assass<strong>in</strong>i», «Il Giornale» 2 settembre 1990.<br />
«Credo - afferma Adelmo Cervi, figlio di Aldo, uno dei sette fratelli fuc<strong>il</strong>ati da fascisti - che Otello Montanari<br />
lo abbia fatto per anticipare altri, ma non ~i conv<strong>in</strong>ce f<strong>in</strong>o <strong>in</strong> fondo perché anche lui c'era <strong>in</strong> quegli anni ed è<br />
stato un dirigente di partito per tanti anni. E l'Andreotti del Pci dell'Em<strong>il</strong>ia. Lui è sempre rimasto al vertice del<br />
Pci, è stato anche l'accustarore di chi contestava la l<strong>in</strong>ea ufficiale».
13. Marcello Flores-Nicola Gallerano, Sul Pci. Un'<strong>in</strong>terpretazione storica, Il Mul<strong>in</strong>o, Bologna 1992, p. 76,<br />
«Solo uno storicismo assoluto può far credere che non vi fosse all'epoca altra via che quella di <strong>in</strong>sultare ed<br />
emarg<strong>in</strong>are due dirigenti [Cucchi e Magnani, ndrl che rivendicavano proprio quella l<strong>in</strong>ea democratica e nazionale<br />
che gli storici comunisti hanno sostenuto costituire <strong>il</strong> "vero" f<strong>il</strong>o rosso del Pci da Gramsci f<strong>in</strong>o a Berl<strong>in</strong>guer e<br />
forse oltre».<br />
La vicenda personale e politica di Valdo Magnani e Aldo Cucchi, Miriam Mafai (Botteghe Oscure, addio,<br />
Mondadori, M<strong>il</strong>ano 1996) la riassume molto bene <strong>in</strong> poche righe.<br />
«Accusato di "deviazionismo tit<strong>in</strong>o", Magnani venne immediatamente espulso <strong>in</strong>sieme a un altro dirigente della<br />
federazione e deputato, Aldo Cucchi. Togliatti spiegò, e fu una delle sue dichiarazioni più <strong>in</strong>felici, che "anche<br />
nella cr<strong>in</strong>iera di un nob<strong>il</strong>e cavallo possono crescere due pidocchi ... ". Attorno a Valdo Magnani e al suo complice<br />
venne steso, per evitare che l'<strong>in</strong>fezione tit<strong>in</strong>a si diffondesse, un vero e proprio cordone sanitario: <strong>in</strong>timidazioni,<br />
ped<strong>in</strong>amenti e controlli parapolizieschi. Otello Montanari [<strong>in</strong> realtà a Magnani subentrò Onder Boni, qu<strong>in</strong>di la<br />
frase che segue è di dubbia attribuzione, ndr l, che lo aveva sostituito come segretario della federazione di<br />
Reggio, non si stancava di sottol<strong>in</strong>earne nelle riunioni di base "le caratteristiche della spia: <strong>il</strong> riso diabolico e la<br />
falsa austerità". Ma non bastava ancora: Magnani e Cucchi vennero pers<strong>in</strong>o espulsi dall'Anpi (Associazione<br />
nazionale dei partigiani italiani) e condannati senza pietà dai dirigenti socialisti. Uno di questi, e tra i più autorevoli,<br />
Rodolfo Morandi, li def<strong>in</strong>i sbrigativamente "bave tit<strong>in</strong>e", Fernando Schiavetti toglierà <strong>il</strong> saluto alla figlia<br />
Francesca, che sposerà <strong>il</strong> "traditore". (Valdo Magnani, nel 1962, verrà riammesso nel partito, dove resterà f<strong>in</strong>o<br />
alla morte, sempre però <strong>in</strong> posizione molto marg<strong>in</strong>ale, nonostante le sue notevoli capacità)>> (p. 57).<br />
14. Scrive Antonio Zambonelli sull'«Unità» dell'8 settembre 1990: «Qualche anno addietro mi capitò di dare<br />
una mano a Baraldi nella pubblicazione delle sue memorie quando altri, che peraltro, hanno molti meriti lontani<br />
e vic<strong>in</strong>i, e che oggi si fanno portabandiera di una scomposta "glasnost" storiografica, cercarono di <strong>in</strong>durmi a<br />
conv<strong>in</strong>cere Baraldi stesso a non pubblicare la propria drammatica testimonianza».<br />
15. Stefano Morselli, «Ciò che so su quei delitti non è tutto la verità ... », «l'Unità» 31-08-1990.<br />
16. Marcello Flores-Nicola Gallerano, Sul Pei. Un'<strong>in</strong>terpretazione storica, cit., pp. 70-71, «Interrogarsi sulla<br />
paternità togliattiana o sovietica della svolta di Salerno non è, contrariamente a quanto è stato più volte affermato,<br />
un esercizio ozioso e superfluo ... Quello che bisogna sottol<strong>in</strong>eare sono gli effetti che <strong>il</strong> suo arrivo [di<br />
Togliatt<strong>il</strong> produsse nel gruppo dirigente italiano. Togliatti era <strong>il</strong> riconosciuto leader del partito, e lo era perché si<br />
trovava a Mosca. Egli tornava <strong>in</strong> patria aureolato dal ruolo ricoperto nel Kom<strong>in</strong>tern [fu vicesegretario, ndr) e<br />
dalla vic<strong>in</strong>anza con Stal<strong>in</strong>: anche cosÌ si spiega l'attenzione con cui venivano seguite le sue trasmissioni radiofoniche<br />
dall'Urss. La proposta di alleanza con Badoglio, per quanto <strong>in</strong> contrasto con la l<strong>in</strong>ea seguita <strong>in</strong> Italia, non<br />
venne messa <strong>in</strong> discussione da nessuno; come nessuno aveva espresso la benché m<strong>in</strong>ima critica al riconoscimento<br />
sovietico di un governo che era allora considerato rappresentante dei ceti plutocratici reazionari.<br />
L'adesione a scelte "tattiche" sovietiche è <strong>il</strong> segno <strong>in</strong>equivocab<strong>il</strong>e della soggezione del Pci nei confronti di<br />
Mosca; come lo è <strong>il</strong> tentativo di dare un segno di cont<strong>in</strong>uità al cambiamento operato da Togliatti a Salerno e di<br />
far apparire le divergenze e le differenze di posizioni come "approfondimenti" di un disegno condiviso unitariamente<br />
... Nessuno contesta più che vi sia stata, tra i dirigenti comunisti <strong>in</strong> Italia, una sorta di schizofrenia tra le<br />
valutazioni relative alla situazione <strong>in</strong>terna (conduzione della Resistenza, rapporti con i partiti del CIn, questione<br />
istituzionale, partecipazione al governo) e la comprensione della d<strong>in</strong>amica <strong>in</strong>ternazionale. Essa nasceva dalla<br />
tumultuosità del periodo, che portava a frequenti aggiustamenti e mutamenti tattici che potevano anche assumere<br />
l'aspetto di "svolte" di notevole portata. Fu una schizofrenia, tuttavia che si risolse sempre priv<strong>il</strong>egiando gli <strong>in</strong>teressi<br />
"<strong>in</strong>ternazionali" su quelli nazionali)>>.<br />
17. «La Repubblica» 31 agosto 1990.<br />
18. Rossana Rossanda, Il sangue d'Italia. Il «triangolo rosso» di Reggio Em<strong>il</strong>ia: la memoria mediocre di una<br />
storia tragica, cit.<br />
19. Il riformismo degli stal<strong>in</strong>isti, «Il Popolo» l settembre 1990.<br />
20. Walter Dondi «Certo, stal<strong>in</strong>ismo e doppiezza lasciarono <strong>il</strong> segno», «l'Unità» 31 agosto 1990.<br />
21. Il Pei su Reggio: «Dobbiamo fare piena luce», «Avvenire» l settembre 1990.<br />
22. Delitti partigiani, <strong>il</strong> Pei difende Togliatti, l settembre 1990 .<br />
. 23. Stefano Morselli «Ciò che so su quei delitti non è tutto la verità ... », cit.<br />
24. Marzio Breda, La coscienza turbata del popolo del Pei, «Corriere della sera», 2 settembre 1990.<br />
25. Michele Smargiassi, «Quella è roba per la storia», «La Repubblica» 4 settembre 1990.<br />
26. m.s. «Processo a quegli anni bui ma non contro la Resistenza», «La Repubblica» 4 settembre 1990.<br />
27. Il titolo del convegno del Psi, svoltosi a Reggio Em<strong>il</strong>ia, <strong>il</strong> 16 settembre è emblematico: «La Resistenza tradita».<br />
Il titolo del convegno stravolge semanticamente <strong>il</strong> significato di questa locuzione fatta propria dai critici di s<strong>in</strong>istra<br />
e azionisti <strong>in</strong> particolare nei confronti del Partito comunista f<strong>in</strong> dai primi anni del dopoguerra.<br />
A questo proposito, <strong>in</strong>teressante è la lettura di Giovanni De Luna che <strong>in</strong>troduce anche un aspetto psicologico<br />
nella disputa storiografica sull' «occasione perduta»: «Lo scenario fu quello scandito dall'irrefrenab<strong>il</strong>e ''voglia di<br />
39
40<br />
sicurezza" che portò alla stab<strong>il</strong>izzazione conservatrice del dopoguerra, determ<strong>in</strong>ando <strong>il</strong> brodo di coltura per<br />
quella che gli scrittori del "Mondo" def<strong>in</strong>iranno 1'''Italia alle vongole". Il risvolto esistenziale della querel!e storiografica<br />
sulla "resistenza tradita" è tutto qui. r.;"occasione perduta" fu non solo quella legata all'<strong>in</strong>capacità dei<br />
partiti antifascisti di recidere <strong>in</strong> profondità la cont<strong>in</strong>uità degli assetti istituzionali, politici ed economici che avevano<br />
alimentato <strong>il</strong> ventennio fascista, ma anche l'impossib<strong>il</strong>ità per gli uom<strong>in</strong>i del movimento partigiano di protrarre<br />
nel tempo un' esperienza che pure era stata <strong>in</strong> grado di scard<strong>in</strong>are la società italiana da quei caratteri di<br />
passività e di rassegnazione che pesavano come macigni sulla nostra identità collettiva, <strong>in</strong>troducendo nel vivo<br />
del corpo sociale i germi di un attivismo febbr<strong>il</strong>e, di un vitalistico slancio ricostruttivo, di un prorompente voglia<br />
di vivere che <strong>in</strong> soli tre anni, dal 1945 al 1948, portò a cancellare del tutto le ferite materiali <strong>in</strong>ferte dalla guerra»<br />
<strong>in</strong> Giovanni De Luna-Marco Revelli, Fascismo Antifascismo. Le idee, le identità, La Nuova Italia, Scandicci<br />
(Firenze)1995, p. 121.<br />
Altrettanto significativo è quanto aveva scritto alla mertà degli anni Sessanta Giorgio Bocca <strong>in</strong> Storia del! 'Italia<br />
partigiana, Laterza, Bari 1966.<br />
«La Resistenza è semplicemente quella che è e che sarà per sempre nella storia: una guerra politica, la cruenta<br />
gestazione, penata gestazione di un'Italia diversa. Dunque né Resistenza fallita né Resistenza tradita, ma diffic<strong>il</strong>e,<br />
<strong>in</strong> parte deludente, promozione politica e civ<strong>il</strong>e di una nazione» (p. 606)<br />
E ancora: «"Se proprio vogliamo trovare", dice ... Bobbio, "una caratterizzazione s<strong>in</strong>tetica, comprensiva, del<br />
significato storico della Resistenza e del rapporto fra la Resistenza e <strong>il</strong> tempo presente, non parliamo di<br />
Resistenza esaurita e neppure tradita o fallita, ma di Resistenza <strong>in</strong>compiuta. Perché s'<strong>in</strong>tende l'<strong>in</strong>compiutezza<br />
propria di un ideale che non si realizza mai <strong>in</strong>teramente, ma ciononostante cont<strong>in</strong>ua ad alimentare e a suscitare<br />
ansie ed energie di r<strong>in</strong>novamento" [Memoria di Norberto Bobbio scritta vent'anni dopo la f<strong>in</strong>e della guerra, citata<br />
dall' A., ndr]» (p. 609)<br />
Nel corso del settembre '90 si svolsero a Reggio Em<strong>il</strong>ia altri «convegni» sul tema Resistenza: Msi (8 settembre)<br />
Psdi (15 settembre), Dc (15 settembre). Il Psi reggiano propose anche una dibattito <strong>in</strong> Consiglio comunale che<br />
però non si svolse mai.<br />
28. m.s. «Processo a quegli anni bui ma non contro la Resistenza», «La Repubblica» 4 settembre 1990.<br />
29 Giampiero Moscato, Caro Montanari, ormai devi dimetterti / Sant 'Ilario d'Enza: al convegno sui fratelli<br />
Cervi la platea riserva all'ex deputato-relatore diffidenza e aperta contestazione/La tiepida autocritica del «traditore»<br />
non commuove i compagni, «Corriere della Sera» 9 settembre 1990; F.M., Montanari va cacciato!» /<br />
L'Anpi di Cavriago: «Via dal 'Cervi' e dali 'istituto storico della Resistenza» - Il presidente Mar<strong>in</strong>o Montanari:<br />
«Otello ha perso l'equ<strong>il</strong>ibrio. Deve smettere difare <strong>il</strong>furbo, ora c'è un solo posto dove può andare: i giard<strong>in</strong>i<br />
pubblici», «Gazzetta di Reggio» Il settembre 1990. .<br />
30. Mauro DelBue, Unf<strong>il</strong>o rosso che porta agli anni di piombo, «Avanti!» l settembre 1990.<br />
31. Francesch<strong>in</strong>i: «Le Brigate rosse usarono armi dei partigiani», «La Repubblica» 5 settembre 1990.<br />
32. «La Repubblica» 5 settembre. Sul tema «album di famiglia» <strong>in</strong>terviene anche Adriano Vignali, esponente del<br />
Pci reggiano, che scrive, ampliando l'orizzonte: «Rossana Rossanda scrisse sul Manifesto un articolo sul terrorismo<br />
di s<strong>in</strong>istra 'Talbum di famiglia" <strong>in</strong> cui sosteneva che nella s<strong>in</strong>istra esisteva s<strong>in</strong> dagli anni '30 (la tesi del<br />
socialfascismo) un f<strong>il</strong>one estremistico-<strong>in</strong>surrezionale rispetto al quale <strong>il</strong> Pci e l'<strong>in</strong>sieme della s<strong>in</strong>istra erano sempre<br />
stati politicamente più forti quando la l<strong>in</strong>ea politica v<strong>in</strong>cente era stata molto nettamente alternativa rispetto al<br />
potere dom<strong>in</strong>ante mentre più ampi marg<strong>in</strong>i si lasciano al massimalismo quando una prospettiva di trasformazione<br />
sociale profonda si appanna o si <strong>in</strong>debolisce agli occhi delle grandi masse popolari. Oggi quella lettura "da<br />
s<strong>in</strong>istra" viene accolta con segno politico rovesciato: "da destra" si dice che sempre nel pci e nella s<strong>in</strong>istra ci<br />
sono state due l<strong>in</strong>ee, una coerentemente riformista e democratica, l'altra confusamente alternativa ed antagonista<br />
(per dirla con Trombadori sul "Corriere", da Secchia a Ingrao), qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong>direttamente responsab<strong>il</strong>e di questi<br />
sbandamenti eversivi ed <strong>in</strong>surrezionali. Qu<strong>in</strong>di bisogna togliere ogni riferimento all' esperienza storica del comunismo,<br />
dichiarare superata ogni velleità di trasformazione sociale profonda, affermare che <strong>il</strong> capitalismo e la<br />
democrazia co<strong>in</strong>cidono. Così non è .. , C'è un problema vero: degli <strong>in</strong>nocenti sono stati condannati, bisogna rifare<br />
i processi. (
negano che Togliatti fosse contrario ad esse, ma <strong>in</strong> segretario del Pci aveva stab<strong>il</strong>ito la liquidazione del partito<br />
armato <strong>in</strong> pieno accordo con Stal<strong>in</strong> e aveva consentito loro l'espatrio nel santuario cecoslovacco. Da qui, secondo<br />
Del Bue, quei «profughi» sarebbero stati ispiratori delle Br.<br />
Questa mancata presa di distanza da Togliatti non rendono credib<strong>il</strong>i f<strong>in</strong>o <strong>in</strong> fondo le dichiarazioni sul cambiamento<br />
<strong>in</strong> atto nel Pci «non a caso - scrive Piazzesi - Gorbaciov, che resta <strong>il</strong> leader del riformismo comunista, ha<br />
associato la glasnost alla perestrojka; se non c'è trasparenza nessuno crederà al r<strong>in</strong>novamento».<br />
Senza la certezza delle cifre sui morti non si va <strong>in</strong> là dalla supposizioni. Piazzesi <strong>in</strong>vita a darsi una «calmata» e<br />
<strong>in</strong>vita gli storici al lavoro «per recuperare, con un m<strong>in</strong>imo di decenza, quasi c<strong>in</strong>quant'anni sprecati». Ma anche,<br />
solo per citarne un altro, Francesco Alberti ha scritto sul «Resto del Carl<strong>in</strong>o» del 2 settembre 1990 <strong>in</strong> Occhetto<br />
colto di sorpresa: «Roma non ha les<strong>in</strong>ato complimenti ed applausi al "coraggio dell'ex partigiano che parla", ma<br />
<strong>in</strong> realtà la sortita di Montanari, e <strong>il</strong> successivo appoggio ricevuto dai vertici del Pci reggiano, harmo irritato più<br />
di un leader di Botteghe Oscure. Non tanto per la sostanza delle cose dette, quanto per <strong>il</strong> modo. Visto <strong>il</strong> clamore<br />
suscitato dalla questione. Occhetto e i suoi avrebbero preferito condurre <strong>il</strong> gioco <strong>in</strong> prima persona, evitando,<br />
come <strong>in</strong>vece è avvenuto; di trovarsi spiazzati su tutta la l<strong>in</strong>ea».<br />
38. Fausto Ibba, Pajetta: «Non faccio <strong>il</strong> giudice» ,«l'Unità» 6 settembre 1990.<br />
39. Ruggero Puletti, Togliatti si mosse da puro stal<strong>in</strong>iano, 7 settembre 1990.<br />
A proposito di «rivoluzioni parallele» può essere <strong>in</strong>tressante citare Giorgio Bocca. che domanda <strong>in</strong> Storia<br />
dell'Italia partigiana, cit.: «Doppio gioco comunista? "Non doppio gioco" risponde Pajetta "ma doppio animo.<br />
Le direttive sono unitarie, ma <strong>il</strong> compagno che le porta alla periferia non manca mai di consigliare vig<strong>il</strong>anza,<br />
negli <strong>in</strong>teressi del partito. E capita spesso che <strong>il</strong> dirigente di periferia, devoto al partito, all'operaismo abbondi <strong>in</strong><br />
vig<strong>il</strong>anza" [conversazione con Gian Carlo Pajetta citata dall'A., ndr]. Sì, questo può essere la meccanica del settarismo;<br />
ma la sua causa prima è la fede messianica della base, non scoraggiata dai dirigenti, nella mentalità<br />
della pal<strong>in</strong>genesi comunista, fede che le vittorie sovietiche starmo riportando al calore degli anni rossi fra <strong>il</strong> 1919<br />
e <strong>il</strong> '20» (p. 316).<br />
40. «l'Avanti!» 11 settembre 1990.<br />
41. Michele Smargiassi, «Il Pci voleva sfruttare quel clima di violenza», «La Repubblica» 5 settembre 1990.<br />
42. Renzo Mart<strong>in</strong>elli, Dobbiamo battere l'<strong>il</strong>legalismo, «l'Unità» lO settembre 1990.<br />
43. S<strong>il</strong>vio Bertoldi, Il settembre 1990.<br />
44. «Corriere della Sera» Il settembre 1990.<br />
45. S<strong>il</strong>vio Bertoldi, cit. Riportiamo un passo, ma l'articolo meriterebbe la lettura completa.<br />
«Peggiore ancora quanto accade a Vercelli la notte del 13 [maggio 1945]- scrive Bertoldi - Un gruppo di m<strong>il</strong>iti<br />
fascisti si è rifugiato nell' ospedale psichiatrico <strong>in</strong> cerca di salvezza, <strong>in</strong>vece li raggiungono le squadre dei giustizieri<br />
e 75 f<strong>in</strong>iscono la loro vita contro <strong>il</strong> muro. Tutti colpevoli? Nessun dubbio? È bastato <strong>il</strong> riconoscimento a<br />
vista? E c'è stato? O si è fatto come a Schio, i presenti <strong>in</strong> carcere riuniti al pianterreno, uom<strong>in</strong>i, donne e vecchi,<br />
senza nemmeno badare quale imputazione si faccia loro carico: e si apre <strong>il</strong> fuoco con i mitra, 55 le vittime».<br />
Ceccidio di Schio si verificò <strong>il</strong> 6 luglio 1945. .<br />
46. Marcello Sorgi, Basta con le ragioni di partito, «La Stampa» 7 settembre 1990 [<strong>in</strong>tervista a Piero Fass<strong>in</strong>o].<br />
47. Massimo Caprara, Sorbo le, qui Radio Praga, «Il Giornale», 2 settembre 1990.<br />
48. «Questi problemi <strong>il</strong> Pci doveva affrontarli prima», 6 settembre 1990.<br />
49. Qui di seguito alcuni articoli sulla «memoria»:<br />
- Germano Nicol<strong>in</strong>i, Vi racconto come mi accusarono di aver assass<strong>in</strong>ato don Pess<strong>in</strong>a, «l'Unità» 2 settembre<br />
1990.<br />
- Così Togliatti criticò i comunisti reggiani: «Non basta condannare dovevate anche controllare», «l'Unità» l<br />
settembre 1990/Dai discorsi de124/0911946 e de125/0911946 (pubblicato <strong>in</strong> «R<strong>in</strong>ascita» 1973).<br />
- Giovarmi Alasia, Gli sbocchi erano <strong>in</strong>certi e anche nel Psi esisteva un 'organizzazione m<strong>il</strong>itare / Pubblichiamo<br />
questo articolo di Giovanni Alasia, m<strong>il</strong>itante Psi nella Resistenza, poi deputato del Pci, «l'Unità» 4 settembre<br />
1990<br />
- Gian Piero Del Monte, Cont<strong>in</strong>uarono a uccidere ... che tormento <strong>in</strong> quegli anni»/La rievocazione di Valdo<br />
Magnani dei delitti politici commessi a Reggio nel dopoguerra, «l'Unità Reggio» 4 settembre 1990.<br />
- Mauro Curati, Mi accusarono di un delitto. Ero <strong>in</strong>nocente, fuggii a Praga, «l'Unità» 5 settembre 1990.<br />
- Stefano Morselli, Il Partito fu contro la violenza, bisogna resp<strong>in</strong>gere le speculazioni»//1 delitti, la discussione<br />
di allora, le polemiche di oggi: parla Aldo Magnani, partigiano e dirigente comunista, «l'Unità Reggio» 5 settembre<br />
1990.<br />
- Giuseppe Carretti, Deposte le armi ecco la paura e le persecuzioni», «l'Unità» 7 settembre 1990.<br />
- Lidia Greci, Ma come si spiega queste regioni all'avanguardia?», «l'Unità» 7 settembre 1990<br />
- Rita De Buono, La Resistenza va avanti a testa alta ... »/documento delle Associazioni partigiane, «l'Unità<br />
E.R./Reggio» 7 settembre 1990.<br />
-A Reggio morirono <strong>in</strong> più di 600 «per la libertà», «l'Unità Reggio» 8 settembre 1990.<br />
41
42<br />
50. «l'Unità» 7 settembre 1990. A questa presa di posizione risponde Paolo Mieli, direttore della «Stampa», nell'articolo<br />
di fondo del 6 settembre.<br />
63. «La caduta del muro di Berl<strong>in</strong>o aveva smosso tante coscienze, ma forte restava ancora <strong>il</strong> peccato orig<strong>in</strong>ale nei<br />
comunisti italiani, cioè la conv<strong>in</strong>zione che quei Paesi [dell'Est, ndrl a regime comunista potessero essere riformati<br />
democraticamente. Uno dei fattori che più ha aperto gli occhi ai m<strong>il</strong>itanti e agli elettori comunisti è stato ciò<br />
che si è visto dopo <strong>il</strong> crollo» Ig<strong>in</strong>o Ariemma. La casa brucia. I Democratici di s<strong>in</strong>istra dal Pci ai giorni nostri,<br />
Mars<strong>il</strong>io, Padova 2000, p. 29; cfr. Valerio Castronovo, L'eredità del Novecento, E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o 2000, <strong>in</strong> particolare<br />
tutto <strong>il</strong> capitolo Le ceneri del socialismo reale).<br />
64. Gerardo Chiaromonte, Senza timore della storia, <strong>in</strong> Se v<strong>in</strong>ce Gorbaciov. Storia immag<strong>in</strong>i documenti riflessioni<br />
nel 70° della rivoluzione d'ottobre, supplemento all' «Unità» del I ° novembre 1987. «Ci sia consentito - scrive<br />
<strong>il</strong> direttore dell'« Unità» di allora - di esprimere ... una conv<strong>in</strong>zione profonda: uno dei nodi da sciogliere, e<br />
non tra i meno importanti, nel nuovo corso proclamato dal nuovo gruppo dirigente sovietico è proprio quello<br />
relativo alla storia stessa del loro paese e del loro partito. Una storia assai ricca, della cui conoscenza critica e del<br />
cui studio non potrebbe che trarre vantaggio la causa del riunovamento politico e culturale dell'Urss e del Pcus.<br />
Ci sembra <strong>in</strong>ut<strong>il</strong>e sottol<strong>in</strong>eare <strong>il</strong> nostro apprezzamento per le posizioni e gli <strong>in</strong>tendimenti che oggi vengono<br />
espressi da Gorbaciov e dal nuovo gruppo dirigente sovietico ... La determ<strong>in</strong>azione di Gorbaciov e dei nuovi dirigenti<br />
sovietici, <strong>il</strong> loro coraggio nel riconoscere e denunciare la verità e nell'<strong>in</strong>sistere sulla necessità di cambiamenti<br />
radicali, <strong>il</strong> loro ragionare "<strong>in</strong> grande", <strong>il</strong> loro vedere i problemi del mondo contemporaneo <strong>in</strong> modo <strong>in</strong>terdipendente<br />
e correlato, <strong>il</strong> non lasciarsi guidare da <strong>in</strong>teressi "di parte" o schematismi ideologici: tutto questo ci<br />
sembra veramente assai importante. E travalica - e <strong>in</strong>vita tutti noi a superare - ogni <strong>in</strong>erzia culturale e politica».<br />
(p. 7-8).<br />
65. Massimo L. Salvadori, La S<strong>in</strong>istra nella storia italiana, Laterza, Roma-Bari 2000, p. 183. In particolare sul<br />
rapporto Psi-Pci nell'era del craxismo si veda <strong>il</strong> capitolo XII.<br />
66. Cfr. Massimo Storchi, Combattere si può v<strong>in</strong>cere bisogna. La scelta della violenza fra Resistenza e dopoguerra,<br />
Mars<strong>il</strong>io, Venezia 1998.<br />
67. «La Repubblica» 31 agosto 1990.<br />
Scrive <strong>in</strong> proposito Sandro Spreafico <strong>in</strong> Storia della chiesa ... voI V tomo I: «Certo, l'uomo Nicol<strong>in</strong>i era persona<br />
politicamente troppo <strong>in</strong>telligente per dare un ord<strong>in</strong>e scellerato come quello di elim<strong>in</strong>are un sacerdote nel giugno<br />
del 1946; ma <strong>il</strong> comunista Nicol<strong>in</strong>i non era libero, nonostante la sua autorevolezza, di opporsi alla l<strong>in</strong>ea del partito<br />
che era ben determ<strong>in</strong>ato ad impedire che si facesse luce piena sul delitto. Perciò l'<strong>in</strong>nocente Nicol<strong>in</strong>i disse<br />
tutta la verità relativamente a se stesso, ma non tutte le verità che riguardavano le responsab<strong>il</strong>ità di compagni<br />
carissimi di lotta partigiana o di partito [corsivo mio l» (p. 15/1)<br />
A Michele Smargiassi della «Repubblica» che gli domanda se la tessera del Pci ce l'ha ancora <strong>in</strong> tasca, Egidio<br />
Baraldi - accusato del delitto Mirotti - risponde «lo non accuso <strong>il</strong> Pei. Accuso una parte del Pci. Quelli che allora,<br />
e anche dopo, avevano la "doppia l<strong>in</strong>ea". Quando useii dal carcere nel '53, chiesi un <strong>in</strong>contro con <strong>il</strong> segretario:<br />
<strong>in</strong> 37 anni nessuna risposta» (31 agosto 1990). Sempre nello stesso articolo <strong>in</strong> riferimento alla sua vicenda,<br />
Germano Nicol<strong>in</strong>i (delitto don Pess<strong>in</strong>a) afferma: «Ho resistito al carcere perché mi sentivo un eroe; mi dissero<br />
bravo, sei un martire, ma stop, non mi vollero affidare nessun <strong>in</strong>carico». «E <strong>il</strong> "diavolo' [nome di battaglia di<br />
Germano Nicol<strong>in</strong>i, ndr l dice di sapere i nomi dei veri colpevoli, qualcuno camm<strong>in</strong>a ancora sotto i portici di<br />
Correggio: ma i nomi non li ha mai voluti fare» Mike Scull<strong>in</strong>, Vittima di quegli anni terrib<strong>il</strong>i, «Il Resto del<br />
Carl<strong>in</strong>o>>31 agosto 1990.<br />
Francesco Alberti nell'articolo Tra compagni lacrime e s<strong>il</strong>enzi pubblicato lo stesso giorno sul medesimo quotidiano<br />
riporta le dichiarazioni di Oddone Catt<strong>in</strong>i «Sbafi», all'epoca del delitto Vischi <strong>in</strong> polizia e per questo suo<br />
ruolo fu accusato di omissioni di atti d'ufficio e arrestato. Scontò oltre 28 mesi di carcere. In carcere con Catt<strong>in</strong>i<br />
c'era l'ex segretario del Pci Arrigo Nizzoli che <strong>in</strong>vece fu quasi immediatamente scarcerato: «Eppure - scrive<br />
Alberti - nonostante l'<strong>in</strong>giustizia subita, non solo è rimasto comunista ("Perché essere comunisti è una fede")<br />
ma di fronte alle rivelazioni di questi giorni così risponde: "Dico quello che Ho Chi M<strong>in</strong> disse a Kruscev: i panni<br />
sporchi bisogna lavarli <strong>in</strong> famiglia". E non è <strong>il</strong> solo. Alla teoria del "bucato <strong>in</strong> famiglia", autodifesa che per<br />
decenni è puntualmente scattata nei momenti di crisi, si all<strong>in</strong>ea, anche se <strong>in</strong> maniera più sfumata un' altra figura<br />
di spicco del Pci reggiano del dopoguerra: l'ex segretario prov<strong>in</strong>ciale, ex partigiano Onder Boni ... "ora si sanno<br />
cose nuove. Ma quelli della mia età sono stanchi e l'unica cosa che possono fare è stare a vedere"».<br />
68. «Certo - scrive Domenico Settembr<strong>in</strong>i - è importante che <strong>il</strong> Pc, accogliendo la sollecitazione di Otello<br />
Montanari, aiuti a fare f<strong>in</strong>almente chiarezza su tutti questi episodi; quanto se ne sa già è tuttavia più che sufficiente<br />
a <strong>in</strong>dicare l'opportunità di farla f<strong>in</strong>ita con <strong>il</strong> mito storiografico della Resistenza tradita. In realtà la<br />
Resistenza aveva <strong>in</strong> Italia due anime: quella liberale, democratica, nazionale, che grazie a De Gasperi e Scelba -<br />
grazie anche al popolo italiano - <strong>il</strong> 18 apr<strong>il</strong>e 1948 confortò col suo consenso l'operato di questi statisti e quella<br />
rivoluzionario-comunista. Dalla frustrazione che quest'anima dovette subire sono nati i fatti di sangue del dopoguerra<br />
ed è nato <strong>il</strong> terrorismo delle Brigate Rosse. Per sapere quale sarebbe stato <strong>il</strong> nostro dest<strong>in</strong>o, se avesse<br />
trionfato questa Resistenza, non abbiamo che da guardare alle tribolazioni dei paesi dell'Europa dell'Est». «Il<br />
Resto del Carl<strong>in</strong>o» 31 agosto 1990.<br />
43
44<br />
69. Mirco Dondi, La lunga liberazione. Giustizia e violenza nel dopoguerra italiano, Editori Riuniti, Roma<br />
1999; <strong>in</strong> particolare <strong>il</strong> capitolo II Un fenomeno parallelo: la del<strong>in</strong>quenza comune, p.l33 e sgg.<br />
70. Massimo Storchi, cit. p. BI.<br />
71. Massimo Storchi, ivi, p. 134, testimonianza di Ervé Farioli.<br />
72. Massimo Storchi, ivi, pp. 131-132.<br />
73. Mi pare significativo <strong>il</strong> commento di Rusconi, scritto nel 1995, su ruolo del Pci nella storia dell'Italia<br />
Repubblicana. «Il Partito comunista per <strong>il</strong> tipo di opposizione che esercita, diventerà di fatto funzionale all'evoluzione<br />
e alla maturazione del sistema democratico italiano. Diventerà un fattore di stab<strong>il</strong>ità costituzionale.<br />
Trasformerà gradualmente <strong>il</strong> "nemico di classe" da combattere e da elim<strong>in</strong>are (politicamente, ben<strong>in</strong>teso, ma pur<br />
sempre da fare sparire nella sua identità) <strong>in</strong> "avversario/concorrente" da v<strong>in</strong>cere nel gioco democratico (con <strong>il</strong><br />
sott<strong>in</strong>teso che manterrà la sua identità). Ma non riuscirà a diventare una forza di governo. Lealtà costituzionale e<br />
disab<strong>il</strong>ità governativa sono i tratti di fondo della "questione comunista" che non si è risolta neppure con l'eutanasia<br />
del Pci» (op. cito pp. 178-179).<br />
74. Montanari nel cruciverba, Resto del Carl<strong>in</strong>o (Carl<strong>in</strong>o Reggio), 18 set. 1990.<br />
75. Sulla questione della «doppiezza» <strong>il</strong> terrib<strong>il</strong>e 1956 è <strong>il</strong> turn<strong>in</strong> I po<strong>in</strong>t che prova a chiarire i rapporti fra <strong>il</strong> Pci e<br />
l'Unione Sovietica e fra democrazia e socialismo.<br />
Con gli Elementi per una dichiarazione programmatica del Pci e con <strong>il</strong> progetto Per una via italiana al socialismo.<br />
Per un governo democratico delle classi lavoratrici materiali preparatori dell'VIII congresso - su cui si formeranno<br />
negli anni successivi i quadri del Pci, attraverso lo studio che si farà di essi nelle scuole di partito - la<br />
dirigenza comnnista chiarisce molte cose <strong>in</strong> tal senso ma non risolve <strong>il</strong> legame con l'Urss, lasciando qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong><br />
sospeso uno dei motivi su cui si basa l'accuse di doppiezza.<br />
Togliatti nel rapporto all'VIII Congresso sostiene che le trasformazioni strutturali devono compiersi nel quadro<br />
previsto dalla Costituzione repubblicana.<br />
«Su questo punto - scrive Aldo Agosti - le novità più esplicite non sono contenute nel rapporto di Togliatti al<br />
congresso, ma nella Dichiarazione programmatica, da lui <strong>in</strong> buona parte redatta, che viene approvata alla f<strong>in</strong>e dei<br />
lavori: "Il regime parlamentare - vi si afferma - <strong>il</strong> rispetto della maggioranza espressa, <strong>il</strong> metodo def<strong>in</strong>ito dalla<br />
Costituzione per assicurare che le maggioranze si form<strong>in</strong>o <strong>in</strong> modo libero e democratico, sono non soltanto compatib<strong>il</strong>i<br />
con l'attuazione di profonde riforme sociali e con la costruzione di una società socialista, ma agevolano<br />
e assicurano, nelle condizioni di oggi, la conquista della maggioranza da parte dei partiti della classe operaia".<br />
Non solo <strong>il</strong> Parlamento "può e deve esercitare una funzione attiva" nel corso della trasformazione democratica<br />
della società italiana, e poi <strong>in</strong> una nuova società socialista: ma "non esiste nessun pr<strong>in</strong>cipio che escluda la pluralità<br />
di partiti nel Paese e al potere durante la costruzione di una società socialista, e <strong>il</strong> libero confronto fra le differenti<br />
ideologie". eadesione, non tattica e strumentale ma di pr<strong>in</strong>cipio alla democrazia politica, ai suoi metodi e<br />
ai suoi istituti non potrebbe essere espressa <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i più chiari, e rappresenta una rottura netta rispetto alla tradizione<br />
comunista, connotando <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i profondamente orig<strong>in</strong>ali la "via italiana al socialismo". Resta però un<br />
limite <strong>in</strong>superato, una contraddizione profonda: la conclamata superiorità del modello democratico e socialista<br />
realizzato nel!' Unione Sovietica non può non proiettare un'ombra sulla stessa scelta a favore della democrazia<br />
politica <strong>in</strong> Occidente (corsivo mio, ndr)>> (Aldo Agosti, Togliatti, Utet, Tor<strong>in</strong>o 1996, p. 458)<br />
Una contraddizione messa <strong>in</strong> luce, <strong>in</strong> modo ancor più articolato, da Gozz<strong>in</strong>i e Mart<strong>in</strong>elli nella loro storia del Pci:<br />
«[Togliatti] ha parlato ... di "r<strong>in</strong>novamento nella cont<strong>in</strong>uità", valorizzando questa formula come un criterio di<br />
validità permanente nella storia del Pci. Ma quanto corrisponde la realtà a valutazioni di questo genere? Quale<br />
b<strong>il</strong>ancio è possib<strong>il</strong>e trarre, <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i storici e non immediatamente politici, dall'VIII congresso del Pci?<br />
Bisogna sottol<strong>in</strong>eare prima di tutto che la versione tramandata dalla memoria comunista coglie un dato soggettivo<br />
di fondo, fortemente presente nella consapevolezza del gruppo dirigente alla guida del Pci nel corso del 1956,<br />
che lette <strong>in</strong> r<strong>il</strong>ievo i tratti più evidenti della svolta congressuale sul piano politico: la condanna esplicita della<br />
"doppiezza" e l'affermazione di una "via italiana al socialismo" fondata sulla Costituzione. Questo elemento<br />
soggettivo corrisponde a una parte della realtà» (op. cito p. 633) ...<br />
«Nel rapporto tenuto al congresso - scrivono più avanti gli autori - <strong>il</strong> segretario è stato molto esplicito: anche se<br />
la Costituzione rende possib<strong>il</strong>e un'avanzata democratica delle forze lavoratrici, la resistenza dei ceti dom<strong>in</strong>anti e<br />
la possib<strong>il</strong>ità di "colpi di testa reazionari" fa sì che non sia pensab<strong>il</strong>e "una modificazione del carattere del nostro<br />
partito e della sua strategia rivoluzionaria. Anzi <strong>in</strong>sistiamo su questa» (op. cito p. 635). Che <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di cultura<br />
di partito siguifica che «<strong>il</strong> legame con l'Unione Sovietica viene <strong>in</strong>fatti ribadito dal gruppo dirigente, dopo i "fatti<br />
d'Ungheria", sulla base della realpolitik di una scelta di campo che contiene <strong>in</strong> sé elementi di gerarchia e di<br />
identità (tipici di tutta la politica togliattiana); ma anche <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i assoluti di valore ideologico, secondo l'affermazione<br />
e la conv<strong>in</strong>zione che la società sovietica resta comunque una società socialista. A questa posizione si<br />
pensa di non poter r<strong>in</strong>unciare, ed è per questo che gli spunti di analisi marxista del regime sovietico, affacciati da<br />
Togliatti nell'<strong>in</strong>tervista a "Nuovi argomenti" rimangono privi di sv<strong>il</strong>uppo. Anche se non si crede più allo statoguida,<br />
<strong>il</strong> "legame di ferro" con l'Urss rimane per i comunisti italiani una sorta di barriera mentale <strong>in</strong>superab<strong>il</strong>e,
un fattore essenziale di appartenenza e di conservazione» (op. cito p. 635-636).<br />
76. Marcello Flores-Nicola Gallerano, Sul Pei. Un'<strong>in</strong>terpretazione storica, Il Mul<strong>in</strong>o, Bologna 1992, p. 71.<br />
77. Gian Enrico Rusconi, Resistenza e Postfaseismo, Il Mul<strong>in</strong>o, Bologna 1995, p. 178.<br />
78. «Avanti!» l settembre 1990.<br />
79. «La Stampa», 2 settembre 1990.<br />
80. Sa <strong>il</strong> nome di un carnefice, «lI Resto del Carl<strong>in</strong>o» 31 agosto 1990.<br />
81. Il resoconto più «esauriente» si trova sull'«Unità» del 12 e 13 settembre 1990, Gian Piero Del Monte, «Si<br />
vorrebbe ster<strong>il</strong>izzare <strong>il</strong> nostro patrimonio storico»; Giovanni Dal Fiume, «Non si riscrive la storia». Tutti uniti<br />
nel Pci Reggiano».<br />
82. Cfr. Renzo Mart<strong>in</strong>elli Storia del Partito comunista dalla Resistenza al18 apr<strong>il</strong>e, cit., sul Pci nel dopoguerra.<br />
83. Mike Skull<strong>in</strong>, Vittima di quegli anni terrib<strong>il</strong>i, «Il Resto del Carl<strong>in</strong>o» 31 agosto 1990.<br />
Sul fatto che è dal «palazzo» che giungono le accuse <strong>in</strong>siste anche Francesco Alberti nell'articolo Tra compagni<br />
lacrime e s<strong>il</strong>enzi, «Il Resto del Carl<strong>in</strong>o» 31 agosto 1990.<br />
84. Marco Sotgiu, «<strong>il</strong> manifesto», 16 settembre 1990<br />
85. Guido D'Agost<strong>in</strong>o, «<strong>il</strong> manifesto», 16 settembre 1990.<br />
86. Umberto Bonaf<strong>in</strong>i, Non si processa la Resistenza, «Gazzetta di Reggio», 16 settembre 1990.<br />
87. Fabio Macchi, «Giù le mani dalla storia», «Gazzetta di Reggio» 16 settembre 1990.<br />
88. Gian Enrico Rusconi, La memoria liberata, «La Repubblica», 13 settembre 1990.<br />
89. Guido D'Agost<strong>in</strong>o, cit.<br />
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Nicola Tranfaglia, Un passato scomodo. Fascismo e postfascismo, Laterza, Roma-Bari 1996<br />
47
Cronologia degli articoli depositati <strong>in</strong> <strong>Istoreco</strong><br />
Dal 28 agosto al 30 settembre 1990<br />
Agosto<br />
28 martedì - 01<br />
29 -05<br />
30 - lO<br />
31 -40<br />
Totale - 56<br />
Settembre<br />
periodico ago/set - 02<br />
01 0 - 59<br />
~ -00<br />
03 lunedì - 22<br />
04 - 61<br />
05 - 84<br />
06 -96<br />
07 119<br />
08 107<br />
09 100<br />
lO lunedì - 22<br />
Il - 58<br />
12 - 36<br />
13 - 39<br />
14 - 44<br />
15 - 43<br />
16 -46<br />
17 lunedì - 18<br />
18 - 42<br />
19 - 44<br />
20 - 23<br />
21 - 33<br />
22 - 25<br />
n -%<br />
24 lunedì - lO<br />
25 -21<br />
26 -20<br />
n -~<br />
28 -08<br />
29 - lO<br />
30 - 14<br />
(Comprese 24 lettere al direttore)<br />
Totale 1321<br />
48
Reggio Em<strong>il</strong>ia, piazza del Duomo, 25 apr<strong>il</strong>e 1945.<br />
49
I prigionieri di San Tomaso della Fossa.<br />
Internati civ<strong>il</strong>i nel comune di<br />
Bagnolo <strong>in</strong> Piano, 1943-1945<br />
MARCO MINARDI<br />
I fatti dell'8 settembre e la chiusura del campo di concentramento di<br />
Montechiarugolo<br />
I cittad<strong>in</strong>i più anziani del comune di Montechiarugolo, <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Parma, ricordano<br />
ancora i camion m<strong>il</strong>itari tedeschi <strong>in</strong> sosta davanti all'uscita del castello mentre si acc<strong>in</strong>gevano<br />
a caricare gli uom<strong>in</strong>i che per oltre due anni erano stati prigionieri nel castello e che stavano<br />
per essere trasferiti oltr'Enza al term<strong>in</strong>e di due giornate drammatiche e cariche di tensione.<br />
La decisione dei comandi tedeschi di chiudere <strong>il</strong> campo per ragioni di sicurezza stava<br />
portando all'evacuazione del castello!. Tutto era <strong>in</strong>iziato qualche giorno prima, all'<strong>in</strong>domani<br />
della dichiarazione dell' armistizio da parte del governo italiano e dell' arrivo a<br />
Montechiarugolo di reparti m<strong>il</strong>itari tedeschi. Di fronte alla pretesa di entrare nel campo <strong>il</strong><br />
direttore, commissario Pietrantonio, si era opposto. I tedeschi non esitarono ad ut<strong>il</strong>izzare la<br />
forza e sfondato <strong>il</strong> cancello d'<strong>in</strong>gresso entrarono per un sopralluogo prima di ripartire verso<br />
Parma. Nel frattempo, tramite <strong>il</strong> comandante dei carab<strong>in</strong>ieri del posto fisso di<br />
Montechiarugolo, era giunto l'ord<strong>in</strong>e di resistere. Dello stesso avviso - come scrisse poi <strong>il</strong><br />
comandante del campo nel suo rapporto sui fatti del 9-12 settembre - erano i prigionieri che<br />
«avevano fatto una specie di barricata puntellando <strong>il</strong> portone esterno con tavolame e quanto<br />
capitò loro sottomano» chiedendo <strong>in</strong>ut<strong>il</strong>mente di essere armati. Da lì a breve i m<strong>il</strong>itari sarebbero<br />
ritornati al castello, come scrisse sempre Pietrantonio, «accompagnati da un grosso<br />
autocarro carico di truppa tedesca con due cannoni anticarro e mitragliatrici»2.<br />
Nonostante <strong>il</strong> direttore del campo fosse deciso a sbarrare loro la strada, i m<strong>il</strong>itari non<br />
ebbero difficoltà ad entrare una seconda volta e disarmare le guardie italiane, mentre i due<br />
ufficiali tedeschi ispezionarono, a loro volta, <strong>il</strong> campo, prima di lasciare nuovamente l'edificio<br />
<strong>in</strong> mano agli italiani.<br />
51
Il giorno seguente con le notizie che giungevano da Parma e da Reggio Em<strong>il</strong>ia, ormai sottoposte<br />
ad occupazione m<strong>il</strong>itare, nel campo si diffuse una generale preoccupazione tra prigionieri<br />
e forza pubblica. Come si legge sempre nel rapporto del comandante del campo,<br />
molti reclamarono la liberazione <strong>in</strong> virtù dell'armistizio e la restituzione dei propri documenti,<br />
m<strong>in</strong>acciando anche «di impossessarsene con la violenza». Trattenerli divenne impossib<strong>il</strong>e<br />
e da lì a poco «si determ<strong>in</strong>ò un fuggi fuggi generale, attraverso <strong>il</strong> giard<strong>in</strong>o, attraverso<br />
le f<strong>in</strong>estre, e pers<strong>in</strong>o attraverso <strong>il</strong> cancello, d<strong>in</strong>anzi agli occhi degli stessi due carab<strong>in</strong>ieri di<br />
servizio (disarmati), <strong>in</strong> quanto non avevano neppure portato con sé l'unica arma <strong>in</strong> loro possesso,<br />
<strong>il</strong> moschetto». Quella sera, era <strong>il</strong> l O settembre, i m<strong>il</strong>iti del posto fisso dei carab<strong>in</strong>ieri,<br />
vestiti panni civ<strong>il</strong>i, abbandonavano anch'essi <strong>il</strong> paese.<br />
I tedeschi tornati a Montechiarugolo <strong>il</strong> giorno Il e constato ciò che era avvenuto durante<br />
la loro assenza arrestarono direttore, agenti e i prigionieri rimasti nel castello o catturati<br />
nelle campagne circostanti e da lì trasferiti oltr'Enza a disposizione del Comando m<strong>il</strong>itare<br />
tedesco 1008, come riferì, sempre nella sua relazione, <strong>il</strong> comandante del campo:<br />
Durante <strong>il</strong> pomeriggio e nella serata dell' Il corrente, gli <strong>in</strong>ternati e gli agenti furono trasportati<br />
con un autocarro scortato da carro armato a Reggio Em<strong>il</strong>ia, nelle carceri giudiziarie, ed io<br />
stesso, con l'ultimo gruppo di <strong>in</strong>ternati, fui trasportato con <strong>il</strong> medesimo mezzo <strong>il</strong> matt<strong>in</strong>o del<br />
12 corrente nella Caserma Bersaglieri di Reggio Em<strong>il</strong>ia dove avrebbero dovuto raggiungerei<br />
gli altri provvisoriamente alloggiati nelle carceri; ma di fatto ci trasferirono tutti <strong>in</strong> un capannone<br />
della caserma del 38° Regg. Artiglieria, dove ognuno ebbe assegnato una branda con<br />
lenzuola e coperte e gavetta completa.<br />
Il commissario Pietrantonio decl<strong>in</strong>ò l'<strong>in</strong>vito tedesco di alloggiare nel reparto ufficiali e<br />
rimase con gli <strong>in</strong>ternati e gli agenti prigioniero per dodici giorni, f<strong>in</strong>o alla sua liberazione<br />
avvenuta unitamente a quella degli agenti, grazie all'<strong>in</strong>tervento delle autorità italiane. La<br />
permanenza nella caserma fu relativamente breve. Poco tempo dopo si ritrovarono nuovamente<br />
caricati su camion e trasferiti <strong>in</strong> un nuovo luogo di <strong>in</strong>ternamento: l'edificio scolastico<br />
situato <strong>in</strong> via Veneri nella zona <strong>in</strong>dustriale del quartiere di Santa Croce, sempre a Reggio<br />
Em<strong>il</strong>ia.<br />
Sulla loro permanenza <strong>in</strong> via Veneri scarseggiano le notizie. Si sa di sette prigionieri giunti<br />
<strong>il</strong> 23 novembre provenienti dal carcere giudiziario di Parma dove erano r<strong>in</strong>chiusi <strong>in</strong> seguito<br />
al tentativo di fuga dal campo di Montechiarugolo nei giorni che seguirono l'annuncio<br />
dell'armistizio l . Anche <strong>il</strong> soggiorno a Reggio si rivelò tutt'altro che def<strong>in</strong>itivo. La sera tra<br />
1'8 e <strong>il</strong> 9 gennaio 1944 un pesante bombardamento aereo alleato si abbatté su Reggio<br />
Em<strong>il</strong>ia, centrando soprattutto la stazione ferroviaria e la zona <strong>in</strong>dustriale (obiettivo pr<strong>in</strong>cipale<br />
le Offic<strong>in</strong>e Reggiane t 8 ex scuola venne colpita. Molti rimasero sotto le macerie anche<br />
se non si hanno notizie di morti. I superstiti cercarono scampo nella campagna circostante.<br />
Memori dell'esperienza fatta a Montechiarugolo e consapevoli che non sarebbero andati<br />
molto lontano, una volta term<strong>in</strong>ato l'allarme aereo gli <strong>in</strong>ternati fecero tutti ritorno <strong>in</strong> via<br />
Veneri. Si prospettava così un nuovo trasferimento: nell'edificio scolastico di San Tomaso<br />
della Fossa <strong>in</strong> comune di Bagnolo <strong>in</strong> Piano.<br />
L'<strong>in</strong>ternamento a San Tomaso della Fossa<br />
8<strong>in</strong>ternamento dei cittad<strong>in</strong>i stranieri era stato una diretta conseguenza della guerra e della<br />
loro presenza nella penisola nel momento <strong>in</strong> cui l'Italia era entrata <strong>in</strong> guerra. Carmelo<br />
Cassar, anglo-malte se allora studente <strong>in</strong> medic<strong>in</strong>a all'Università di Roma, ricorda <strong>in</strong> un suo<br />
racconto autobiografico <strong>il</strong> giorno dell'arresto.<br />
52
Erano le dieci circa quando sono arrivato alla Casa dello Studente. Ho <strong>in</strong>formato Alex Mizzi<br />
[futuro <strong>in</strong>ternato a Montechiarugolo e a San Tomaso della Fossa, ndr] di cosa stava accadendo<br />
prima di rientrare nella mia stanza; mi stavo svestendo quando sento bussare alla porta.<br />
Era uno studente che conoscevo e che spesso mi portava notizie di mio fratello [già <strong>in</strong> carcere,<br />
ndr]. Ci sedemmo sul letto e lui <strong>in</strong>iziò a parlare con un tono diverso dal solito quasi si<br />
dovesse scusare di qualcosa. Quella cosa mi fu subito chiara: non si trattava di un collega universitario<br />
bensì di un agente della questura <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trato nell'Università per tenere d'occhio <strong>il</strong><br />
gruppo di studenti anglo-maltesi. Mi chiese di rivestirmi e di seguirlo <strong>in</strong> quanto <strong>il</strong> commissario<br />
di polizia mi voleva vedere. Mi ricordo che pensai: «Strano orario per un <strong>in</strong>terrogatorio»;<br />
ma non sollevai problemi e lo seguii. Giunti all'<strong>in</strong>gresso dell'ostello gli dissi che mi ero<br />
dimenticato i miei occhiali <strong>in</strong> camera, e se potevo ritornare su a prenderli. Me lo concesse,<br />
risalii le scale mentre lui mi aspettò alla reception. Recuperai i miei occhiali, dimenticati<br />
apposta sul comod<strong>in</strong>o e scrissi un breve messaggio ad Alex nel quale lo <strong>in</strong>formavo che ero<br />
stato arrestato e lo <strong>in</strong>f<strong>il</strong>ai sotto la porta della sua camera prima di scendere nuovamente.<br />
Giunti alla stazione di polizia a Trastevere <strong>il</strong> commissario era già uscito; venni qu<strong>in</strong>di r<strong>in</strong>chiuso<br />
<strong>in</strong> cella <strong>in</strong> attesa dell'<strong>in</strong>terrogatorio, la matt<strong>in</strong>a seguente ... La matt<strong>in</strong>a seguente si fece vivo<br />
<strong>il</strong> mio amico/catturatore con nuove istruzioni. Il commissario non mi voleva più <strong>in</strong>terrogare,<br />
avrei dovuto raggiungere mio fratello <strong>in</strong> carcere. Mi fece poi una proposta amichevole! Mi<br />
voleva risparmiare l'um<strong>il</strong>iazione di essere tradotto <strong>in</strong> carcere dai carab<strong>in</strong>ieri con un mezzo<br />
della polizia; qu<strong>in</strong>di mi offrì la possib<strong>il</strong>ità di raggiungere Reg<strong>in</strong>a Coeli <strong>in</strong> taxi, magari fermandoci<br />
lungo la strada per prendere un cappucc<strong>in</strong>o, ovviamente a mie spese! Accettai,<br />
chiamò un taxi e dopo aver preso <strong>il</strong> cappucc<strong>in</strong>o proseguimmo sul Lungo Tevere f<strong>in</strong>o all'<strong>in</strong>gresso<br />
del carcere. Da quel momento e f<strong>in</strong>o alla f<strong>in</strong>e della guerra persi la mia libertà 5 •<br />
Già nel 1<strong>93</strong>8 <strong>il</strong> testo unico di legge che discipl<strong>in</strong>ava l'<strong>in</strong>ternamento prevedeva che <strong>il</strong> m<strong>in</strong>istero<br />
dell'Interno con proprio decreto avrebbe potuto disporre l'<strong>in</strong>ternamento di sudditi di<br />
paesi nemici o <strong>il</strong> soggiorno obbligato <strong>in</strong> località determ<strong>in</strong>ate. Con decreto del duce <strong>il</strong> 4 settembre<br />
1940 venne stab<strong>il</strong>ito che i sudditi nemici <strong>in</strong>ternati potevano essere raggruppati <strong>in</strong><br />
speciali campi di concentramento o conf<strong>in</strong>ati al soggiorno obbligato 6 • Nel frattempo molti<br />
civ<strong>il</strong>i stranieri erano già detenuti nelle questure, nelle carceri e nei primi campi di concentramento<br />
<strong>in</strong> seguito a disposizioni contenute <strong>in</strong> una serie di circolari m<strong>in</strong>isteriali, emanate a<br />
partire dalI o giugno, che <strong>in</strong>dicavano procedimenti per l'identificazione e la detenzione dei<br />
cittad<strong>in</strong>i stranieri sudditi di paesi nemici. Anticipando la dichiarazione di guerra <strong>il</strong> m<strong>in</strong>istero<br />
aveva impartito le «prescrizioni per i campi di concentramento e località di <strong>in</strong>ternamento»<br />
(circolare dell'8 giugno 1940, n. 442/12267)1 e aveva fatto pervenire alle questure <strong>in</strong>teressate<br />
dalla costituzione dei campi di concentramento per <strong>in</strong>ternati civ<strong>il</strong>i le disposizioni generali<br />
per la sovr<strong>in</strong>tendenza dei campi e sulle località di conf<strong>in</strong>o (circolare n. 442/12301 del 9 giugno<br />
1940). I campi vennero posti sotto la giurisdizione della Direzione generale di pubblica<br />
sicurezza del m<strong>in</strong>istero dell'Interno. Il precipitare della situazione dopo <strong>il</strong> 25 luglio 1943 e<br />
l'occupazione tedesca di gran parte della penisola cancellò molte delle normative sulla<br />
detenzione dei civ<strong>il</strong>i stranieri. Sebbene i campi di concentramento venissero sorvegliati da<br />
italiani, i prigionieri o i conf<strong>in</strong>ati erano a disposizione del comando m<strong>il</strong>itare tedesco. Nel<br />
caso di San Tomaso, <strong>il</strong> campo dipendeva dalla questura di Reggio Em<strong>il</strong>ia e la sorveglianza<br />
era italiana; «fascisti <strong>in</strong> camicie nere», ricorda Peter Grant 8 , <strong>il</strong> più giovane tra gli <strong>in</strong>ternati a<br />
San Tomaso, anche se era diretto dagli uffici reggiani della M<strong>il</strong>itarkommandantur 1008.<br />
Gli <strong>in</strong>ternati del campo di Montechiarugolo giunti a San Tomaso della Fossa rappresentavano<br />
circa la metà di quelli presenti nel campo di Montechiarugolo all'arrivo dei tedeschi. rultimo<br />
dato sulla presenza nel campo parmense, del 31 agosto 1943, stimava <strong>il</strong> numero degli <strong>in</strong>ternati<br />
<strong>in</strong> 104, ai quali vanno aggiunti c<strong>in</strong>que ricoverati <strong>in</strong> ospedale, uno <strong>in</strong> licenza medica e otto<br />
53
ichiusi nelle carceri di Parma 9 • Il resto degli <strong>in</strong>ternati si era perso nel territorio dopo la fuga<br />
dal campo. Alcuni furono ripresi altri riuscirono a raggiungere le l<strong>in</strong>ee amiche o nascondersi<br />
sui monti. I;ipotesi di esser trasferiti nei campi che si trovavano nei territori del Reich tenne i<br />
detenuti <strong>in</strong> costante apprensione, preferendo, come era accaduto <strong>il</strong>9 settembre 1943, rischiare<br />
di essere fuc<strong>il</strong>ati come spie piuttosto che essere deportati <strong>in</strong> Germania. Al loro <strong>in</strong>gresso a<br />
Montechiarugolo nel 1940 <strong>il</strong> direttore del campo li aveva avvertiti che fuori di lì sarebbero<br />
stati considerati spie e non prigionieri m<strong>il</strong>itari e qu<strong>in</strong>di fuc<strong>il</strong>ati. Come si è detto ciò non<br />
impedì a una parte di loro di avventurarsi tra i monti e le campagne em<strong>il</strong>iane nel tentativo di<br />
attraversare le l<strong>in</strong>ee o superare <strong>il</strong> conf<strong>in</strong>e con la Svizzera. In pochi si unirono alle formazioni<br />
partigiane, qualcuno come Michael Tyler (
Una prima risposta alla impossib<strong>il</strong>ità di vivere a lungo nel rec<strong>in</strong>to del campo giunse nell'apr<strong>il</strong>e<br />
1944 quando un gruppo di detenuti veune prosciolto dall'<strong>in</strong>ternamento e gli venne<br />
concessa la possib<strong>il</strong>ità di risiedere fuori dal campo <strong>in</strong> un comune della prov<strong>in</strong>cia. Tutti, per<br />
ciò che sappiamo, decisero di rimanere a Bagnolo <strong>in</strong> Piano. In seguito alla circolare del<br />
m<strong>in</strong>istero dell'Interno n.155/124 del 16 marzo 1944, qu<strong>in</strong>di, un gruppo di detenuti, tra cui<br />
Cam<strong>il</strong>le Lébre, Joseph Cassar, Francesco Cassar, Salvatore Mizzi, Charles M<strong>il</strong>ls, Luigi C<strong>in</strong>i,<br />
René Bouvet, Albert Rowlett, si sistemarono <strong>in</strong> alloggi presso famiglie bagnolesi!6.<br />
La discipl<strong>in</strong>a, ricorda Joseph Cassar detenuto a Bagnolo, da conf<strong>in</strong>ato era «un poch<strong>in</strong>o<br />
più lenta; potevamo fare qualche parola di qua e di là, sebbene sempre di nascosto». Poi<br />
com<strong>in</strong>ciò a riparare orologi e<br />
la gente ha com<strong>in</strong>ciato a riconoscermi e mi chiamavano l'aluvier. Una volta venne una signor<strong>in</strong>a<br />
... e da quel momento ci siamo ... appiccicati. Dopo la guerra è diventata mia moglie e ha<br />
avuto una parte molto importante per la mia fuga, ma di questo parlerò più avanti. A Bagnolo<br />
ho f<strong>in</strong>ito per avere molti amici. Alloggiavo dai Carnevali e mangiavo da un signore che riparava<br />
biciclette, Vivaldo Benassi. Conoscevo poi molto bene anche <strong>il</strong> Podestà Carboni. Passavo<br />
gran parte del tempo a Bagnolo riparando orologi. Non prendevo denaro ma accettavo cose<br />
da mangiare, salame e prosciutto, che dopo distribuivo ai miei connazionali.<br />
Armando Carboni lo ricorda molto attivo, «non stava mai fermo. Aggiustava orologi, faceva<br />
<strong>il</strong> fotografo. Era amico di mio padre. Una volta trovò <strong>il</strong> modo, attraverso <strong>il</strong> Comune, di<br />
andare ad aggiustare l'orologio della Torre ... Si recò anche a Novellara e aggiustò quello<br />
della Rocca. Usava attrezzi che gli dava <strong>il</strong> padrone di casa che era meccanico di biciclette».<br />
Andavo spesso a chiacchierare dalla signora Ferment<strong>in</strong>a Olivi - racconta sempre Cassar - nel<br />
periodo <strong>in</strong> cui era a Bagnolo come conf<strong>in</strong>ato, dopo essere stato liberato dal campo di concentramento<br />
<strong>in</strong>somma. Quando poi ho avuto abbastanza confidenza con le autorità mi sono fatto<br />
fare <strong>il</strong> permesso per circolare <strong>in</strong> bicicletta e questa benedetta bicicletta mi dava la possib<strong>il</strong>ità<br />
di andare quasi ogni giorno a Castelnuovo Sotto per vedere la signora Alda e di poter fare<br />
comunicazione con i partigiani per preparare la mia fuga 17 •<br />
r..: allentamento della sorveglianza nei confronti dei conf<strong>in</strong>ati si dimostrò decisivo nel<br />
favorire le relazioni personali tra stranieri e abitanti.<br />
La vita nel campo durante l'estate del 1944 trascorse lentamente. Ad ogni detenuto era<br />
consentito ricevere appena una lettera alla settimana e i rapporti con l'esterno non erano frequenti.<br />
Va detto che la frazione di San Tomaso della Fossa si trovava distante dal centro<br />
capoluogo del comune di Bagnolo <strong>in</strong> Piano e attorno la vita era quella di campagna. Anche<br />
la monotonia del vitto, non sempre sufficiente, preparato da una signora del paese certo<br />
contribuiva ad accrescere apatia e noia tra i detenuti: la matt<strong>in</strong>a caffè a volontà e latte a<br />
pagamento; mezzogiorno e sera 300 gr. di pane, «m<strong>in</strong>estra», «risotto» o «pasta asciutta» «<strong>in</strong><br />
quantità sufficiente»; la razione giornaliera di grassi era stab<strong>il</strong>ita <strong>in</strong> 25 gr. quasi sempre di<br />
burro; la carne veniva servita quattro volte alla settimana (100 gr.) e v<strong>in</strong>o a pagamento.<br />
Anche le sigarette erano a pagamento: quaranta per persona alla settimana come da tessera<br />
di razionamento. Ai detenuti, ormai vestiti di abiti «<strong>in</strong> parte molto usurati» era <strong>in</strong>fatti consentito<br />
tenere denaro con sé ma non gli era però consentito lavorare qu<strong>in</strong>di dopo tre anni di<br />
<strong>in</strong>ternamento e i pochi contatti con i propri paesi d'orig<strong>in</strong>e, gran parte di loro viveva <strong>in</strong> condizioni<br />
di sussistenza!8. Preziosi risultavano qu<strong>in</strong>di i pacchi della Croce rossa <strong>in</strong>ternazionale<br />
che giungevano ai detenuti periodicamente, contenenti cibo e beni di prima necessità, famo-<br />
55
56<br />
si anche tra gli abitanti locali per alcuni prodotti conservati nei pacchi da tempo assenti <strong>in</strong><br />
Italia.<br />
A partire dall'<strong>in</strong>verno 1944 le probab<strong>il</strong>ità di essere trasferiti oltre <strong>il</strong> Brennero crescevano<br />
con <strong>il</strong> passare del tempo. I detenuti, oltre che sulla popolazione poterono contare su un<br />
alleato <strong>in</strong>sperato, <strong>il</strong> commissario prefettizio che tentò <strong>in</strong> ogni modo di difendere la comunità,<br />
compresi i prigionieri, da eventuali trasferimenti o soprusi da parte dei m<strong>il</strong>itari tedeschi.<br />
A metà ottobre, anticipando di qualche settimana l'ord<strong>in</strong>e tedesco di evacuazione del<br />
campo, egli predispose la liberazione di un altro gruppo di detenuti ancora r<strong>in</strong>chiusi a San<br />
Tomaso <strong>in</strong> condizioni penose. Con una lettera egli <strong>in</strong>formò <strong>in</strong>fatti <strong>il</strong> Capo della Prov<strong>in</strong>cia<br />
che «questo Comune s'impegna di provvedere alla sistemazione <strong>in</strong> convenienti locali ed a<br />
fornire agli stessi brande, materassi, lenzuola e coperte requisite <strong>in</strong> virtù del decreto prefettizio<br />
del 7 ottobre 1944 n. 15743»19. Qualche settimana più tardi, i19 novembre, la questura di<br />
Reggio <strong>in</strong>viò un telegramma ai Comuni della prov<strong>in</strong>cia, compreso quello di Bagnolo <strong>in</strong><br />
Piano, al comando raggruppamento della Gnr di Reggio Em<strong>il</strong>ia e alla squadra politica, <strong>in</strong>vitandoli<br />
a dare «disposizioni aff<strong>in</strong>ché tutti i sudditi esteri nella Prov<strong>in</strong>cia siano avviati a<br />
Verona ove dovranno prendere contatto attraverso SS locali con tenente Eclaché -<br />
Comandante O-Jennesse-Novelle Europe, presso l'Albergo Cavall<strong>in</strong>o»20. Non vi erano<br />
dubbi, nonostante la confusione che ormai regnava nella geografia dell'<strong>in</strong>ternamento la<br />
volontà tedesca rimaneva quella di giungere, dove possib<strong>il</strong>e, al trasferimento degli <strong>in</strong>ternati<br />
verso i campi del Centro Europa. Ancora una volta <strong>il</strong> commissario non r<strong>in</strong>negò <strong>il</strong> ruolo che<br />
si era dato di tutela degli <strong>in</strong>ternati: nessuno partì. Trascorsero poche settimane e una nuova<br />
<strong>in</strong>iziativa della questura con un «biglietto urgente di servizio», <strong>il</strong> 28 novembre, annunciava<br />
ai commissari prefettizi o podestà dei comuni di Bagnolo, Poviglio, Campagnola e<br />
Novellara che <strong>il</strong> m<strong>in</strong>istero degli Affari esteri e Forze armate aveva deciso di giungere ad uno<br />
scambio di prigionieri: ottantaquattro membri degli equipaggi delle due piro cisterne italiane<br />
Taigete e Arcola, catturati dagli alleati con altrettanti <strong>in</strong>ternati stranieri detenuti nella<br />
Repubblica sociale italiana. Il questore <strong>in</strong>vitava qu<strong>in</strong>di le autorità dei quattro comuni di<br />
«rivedere con massima urgenza posizione suddetti nemici <strong>in</strong>ternati rispettive giurisdizioni<br />
comunicando complete generalità, professione et comune residenza quelli che si ritenga<br />
opportuno proporre per detto scambio. Degli stessi dovrà essere precisato se disposti rimpatriare»21.<br />
Della presenza di <strong>in</strong>ternati negli altri comuni non si hanno notizie precise, tranne<br />
quelle di Adamo Turkefeld a Campagnola e Marenkorn Iraida e Anna Tolkachova a<br />
Novellara. Da ciò che si può desumere dalla documentazione dell'archivio comunale nessuno<br />
tra gli <strong>in</strong>ternati o conf<strong>in</strong>ati nella zona di Bagnolo rientrò nello scambio. Non sappiamo se<br />
per scelta delle autorità italiane o se furono gli stessi <strong>in</strong>ternati a preferire la permanenza a<br />
Bagnolo rispetto all'avventura rappresentata dallo scambio con tutte le <strong>in</strong>cognite che ciò<br />
avrebbe comportato.<br />
Il mancato rimpatrio degli <strong>in</strong>ternati ripropose nuovamente <strong>il</strong> problema del loro mantenimento<br />
e della loro sorveglianza. Era ormai evidente a tutti che la permanenza del gruppetto<br />
ancora r<strong>in</strong>chiuso nell'edificio di San Tomaso della Fossa era diventato <strong>in</strong>sopportab<strong>il</strong>e e <strong>in</strong>ut<strong>il</strong>e<br />
ai f<strong>in</strong>i della sicurezza. Si giunse così all'accordo tra Capo della Prov<strong>in</strong>cia di Reggio<br />
Em<strong>il</strong>ia e gli uffici del comando tedesco della SD di sciogliere l'ultimo gruppo di detenuti<br />
dai v<strong>in</strong>coli dell'<strong>in</strong>ternamento Sidney Thomas, Peter Grant, Daniel Vellenfort, Ivan<br />
Matckievitch, W<strong>il</strong>liam Cornish, Walter Gaffier scelsero tutti di risiedere nel comune di<br />
Bagnolo 22 • •<br />
Il proscioglimento dall'<strong>in</strong>ternamento non pose comunque gli ex detenuti al riparo dall'eventuale<br />
deportazione <strong>in</strong> Germania. Una settimana dopo la «liberazione» del campo la que-
stura di Reggio Em<strong>il</strong>ia ord<strong>in</strong>ava ai responsab<strong>il</strong>i dei comuni di provvedere al f<strong>in</strong>e che «tutti i<br />
sudditi francesi, esclusi quelli degli ord<strong>in</strong>i religiosi che si sono rifugiati <strong>in</strong> Italia <strong>in</strong> seguito<br />
all'<strong>in</strong>vasione italiana della Francia, devono essere avviati a Verona»23. Anche <strong>in</strong> questo caso<br />
nessuno sembra essere partito da Bagnolo.<br />
Non tutti i detenuti riuscirono però ad evitare la deportazione come Karlis Helms<strong>in</strong>g, cittad<strong>in</strong>o<br />
lettone, prelevato dal campo nell' apr<strong>il</strong>e 1944 da m<strong>il</strong>itari tedeschi e trasferito nel<br />
campo di Fossoli, dove rimase per tre giorni prima di essere trasferito <strong>in</strong> Germania. «Da<br />
quel tempo non si hanno più notizie di lui»24, affermò nell'autunno del 1945 <strong>il</strong> responsab<strong>il</strong>e<br />
del Comune. Anche di Louis Gourney si persero le tracce durante la detenzione. Una lettera<br />
della Croce rossa <strong>in</strong>ternazionale, nel dopoguerra, chiedeva <strong>in</strong>formazioni su di lui per conto<br />
della moglie residente a Gabes <strong>in</strong> Tunisia (ma di nazionalità francese) che non aveva più<br />
notizie dal luglio 1944.<br />
Il 14 febbraio dieci civ<strong>il</strong>i vennero fuc<strong>il</strong>ati <strong>in</strong> piazza per rappresaglia dopo l'uccisione di<br />
due m<strong>il</strong>itari fascisti, attribuita ai partigiani25. Tra le vittime della strage di Bagnolo <strong>il</strong> commissario<br />
prefettizio Aristide Carboni, come ricorda Joseph Cassar <strong>in</strong>ternato anglo-maltese:<br />
A Bagnolo, come ho già detto, ho conosciuto <strong>il</strong> povero Podestà Carboni che venne fuc<strong>il</strong>ato <strong>in</strong><br />
piazza <strong>in</strong>sieme ad altri perché si era rifiutato di dare la lista per una rappresaglia. Volevano da<br />
lui la lista degli antifascisti. Lui rispose: «lo non conosco nessun antifascista; potete com<strong>in</strong>ciare<br />
da me», e l'hanno preso <strong>in</strong> parola. In piazza hanno fatto chiudere tutte le persiane e li<br />
hanno fuc<strong>il</strong>ati lì. Ma Carboni prima, un giorno, mi aveva avvertito, disse: «Cassar stai attento<br />
perché sappiamo che vi stanno per trasportare a Buchenwald»26.<br />
La notizia è confermata dal figlio Armando che ricorda che <strong>il</strong> padre aveva detto <strong>in</strong> casa<br />
che «era arrivata una lettera <strong>in</strong> Comune che gli ord<strong>in</strong>ava di radunare questi e mi sembra che<br />
ad alcuni lo avesse detto, come Cassar».<br />
Nonostante l'<strong>in</strong>tervento del parroco e di un ufficiale dei bersaglieri, verso le nove del matt<strong>in</strong>o,<br />
racconta Franz<strong>in</strong>i, «i dieci prigionieri vennero portati nella piazza, sp<strong>in</strong>ti ai piedi del<br />
torrazzo e qui massacrati con raffiche di armi automatiche». Stando al Franz<strong>in</strong>i l'eccidio<br />
mise «<strong>in</strong> imbarazzo gli ambienti» soprattutto fascisti: <strong>il</strong> Capo della Prov<strong>in</strong>cia era «contrariato»<br />
mentre i tedeschi «non si lasciarono scappare l'occasione di r<strong>in</strong>facciare questo nuovo<br />
crim<strong>in</strong>e fascista»27. Il locale Platzkommandantur <strong>in</strong>tervenne presso la federazione fascista<br />
«per far concedere sussidi ad alcune delle famiglie colpite da un'azione "sbagliata", concedendo<br />
<strong>il</strong> nulla osta aff<strong>in</strong>ché durante la cerimonia religiosa per i due fascisti uccisi dai partigiani<br />
venisse ricordato anche <strong>il</strong> commissario prefettizio ucciso dai fascisti»28, come si ev<strong>in</strong>ce<br />
dalla lettera che <strong>il</strong> comando tedesco <strong>in</strong>viò al Capo della Prov<strong>in</strong>cia di Reggio, ripresa da<br />
Franz<strong>in</strong>i:<br />
Come Vi è stato comunicato oralmente, <strong>il</strong> Comando Korueck 514 r<strong>il</strong>ascia <strong>il</strong> nulla osta che, <strong>in</strong><br />
occasione di una cerimonia religiosa per la memoria delle persone assass<strong>in</strong>ate dai fuori legge,<br />
nella messa di requie sia nom<strong>in</strong>ato anche <strong>il</strong> Commissario Prefettizio Carboni Aristide, fuc<strong>il</strong>ato<br />
dalla Brigata nera.<br />
Sette dei fuc<strong>il</strong>ati a Bagnolo hanno lasciato le famiglie <strong>in</strong> povere circostanze; specialmente<br />
bisognosa è la vedova dell'operaio Condelli, Natal<strong>in</strong>a, nata Benecchi, con i suoi 4 piccoli fanciulli;<br />
secondo <strong>in</strong>formazioni pervenute al Korueck <strong>il</strong> Condelli era un operaio pacifico. Il<br />
Comando Korueck 514 chiede alla Prefettura e alla Federazione a dare sussidi a tali buone<br />
famiglie bisognose, siccome l'esecuzione era un'azione sbagliata 29 •<br />
57
Nonostante la strage avesse destato molta impressione <strong>in</strong> paese e <strong>in</strong> Prefettura le autorità<br />
m<strong>il</strong>itari tedesche proseguivano nella loro politica di deportazione degli stranieri verso la<br />
Germania. È del marzo 1945 la lettera della questura di Reggio che <strong>in</strong>vitava i responsab<strong>il</strong>i<br />
del Comune, su ord<strong>in</strong>e del locale comando tedesco, a trasferire a Parma gli <strong>in</strong>ternati, già<br />
prosciolti dall'<strong>in</strong>ternamento e residenti a Bagnolo, Sidney Thomas, Carlo M<strong>il</strong>Is, Antonio<br />
Grech, Carlo Rifley, Peter Grant, Francesco Cassar, Alberto Rowlet e Henry Rosembusch,<br />
che si trovava <strong>in</strong>vece a Campagnola. L'appuntamento era fissato per <strong>il</strong> giorno 6 alle ore 16<br />
davanti al Municipio di Bagnolo dove un camion li avrebbe condotti prima a Reggio poi a<br />
Parma. «Ogni <strong>in</strong>ternato civ<strong>il</strong>e libero - si legge nella lettere - potrà portare con sé un bagaglio<br />
non eccedente <strong>il</strong> peso di trenta ch<strong>il</strong>ogrammi»Jo. Se <strong>il</strong> gruppo di ex <strong>in</strong>ternati sia giunto a<br />
Parma e quale fu la loro reale dest<strong>in</strong>azione la documentazione non dice, anche se dopo<br />
Parma la dest<strong>in</strong>azione più probab<strong>il</strong>e sarebbe stata Verona e Bolzano. La documentazione<br />
r<strong>in</strong>venuta nell'archivio comunale di Bagnolo <strong>in</strong> Piano li dà partiti per Reggio e da quel<br />
momento «se ne sono perse le tracce». Da lì a poco la liberazione e la f<strong>in</strong>e della guerra<br />
porrà f<strong>in</strong>e alla detenzione e molti di loro avrebbero fatto ritorno nei propri paesi d'orig<strong>in</strong>e.<br />
Memoria e popolazione civ<strong>il</strong>e<br />
Il fenomeno dell'<strong>in</strong>ternamento civ<strong>il</strong>e durante la guerra può essere letto non solo come<br />
fenomeno dai risvolti collettivi, ma permette di affrontare le s<strong>in</strong>gole storie di vita dei prigionieri,<br />
del loro <strong>in</strong>teragire con la comunità che li ospita, nelle relazioni con gli altri detenuti e<br />
con i fatti che segnano la vita quotidiana durante la guerra. L'<strong>in</strong>ternamento di civ<strong>il</strong>i non fu<br />
per l'Italia un semplice episodio determ<strong>in</strong>ato dalla guerra ma divenne occasione per le<br />
comunità locali di confrontarsi con gruppi e famiglie «nemiche» o «di razza <strong>in</strong>feriore», nel<br />
caso degli ebrei jugoslavi, di misurarsi con la propria capacità di <strong>in</strong>teragire e di essere solidali<br />
nei loro confronti. In poche parole la capacità di far prevalere i valori di umanità su<br />
quelli dettati dalla guerra e dalla dittatura fascista.<br />
Dietro le storie d'<strong>in</strong>ternamento si nascondono storie di vita segnate dalla volontà di<br />
sopravvivenza e dal desiderio di riconquistare ogni giorno spazi di libertà. Storie che<br />
nascondono legami <strong>in</strong>aspettati che si <strong>in</strong>trecciano con le storie della comunità e dei loro s<strong>in</strong>goli<br />
rappresentanti. Joseph Cassar era nato a Malta nel 1917 e si trovava <strong>in</strong> Italia per ragioni<br />
di studio quando la polizia italiana lo arrestò nel 1940. Venne arrestato con <strong>il</strong> fratello<br />
Carmelo e un gruppo di maltesi, tutti studenti, portato sull'isola di Ventotene dove erano<br />
conf<strong>in</strong>ati numerosi detenuti politici. Cassar e gli altri malte si conf<strong>in</strong>ati fecero domanda al<br />
governo italiano per vedere riconosciuto <strong>il</strong> loro status di prigionieri di guerra, e non politici,<br />
e qu<strong>in</strong>di di essere trasferiti presso un luogo di detenzione dest<strong>in</strong>ato a malte si sudditi britannici.<br />
Cassar, come ricorda <strong>in</strong> una sua testimonianza, potè usufruire dei consigli del futuro<br />
presidente della repubblica Sandro Pert<strong>in</strong>i e di alcuni altri conf<strong>in</strong>ati politici antifascisti. La<br />
domanda venne accolta e Cassar <strong>in</strong>sieme ad altri quattro suoi connazionali si apprestò a<br />
lasciare l'isola per un campo di <strong>in</strong>ternamento per civ<strong>il</strong>i «sudditi di paesi nemici»,<br />
Montechiarugolo appunto. Prima della partenza, Cassar fu vittima di un <strong>in</strong>cidente, raccontò<br />
pubblicamente una barzelletta contro Mussol<strong>in</strong>i, che gli costò sei mesi di carcere a Poggio<br />
Reale a Napoli. Chiusa la parentesi napoletana Cassar raggiunse <strong>in</strong> treno Montechiarugolo,<br />
dove lo aspettavano <strong>il</strong> fratello Carmelo e gli altri <strong>in</strong>ternati maltesi. Inf<strong>in</strong>e, <strong>il</strong> passaggio dopo<br />
tre anni a Reggio Em<strong>il</strong>ia e qu<strong>in</strong>di a San Tomaso della Fossa.<br />
Fu allora - racconta Cassar Manghi - ero anche amico con un maresciallo dei carab<strong>in</strong>ieri ...<br />
mi diede un biglietto, dicendomi: «Stai attento a non farti pescare.» Giravo <strong>in</strong> bicicletta f<strong>in</strong>o a<br />
58
venti ch<strong>il</strong>ometri da Bagnolo; sono andato a parlare con i partigiani e quelli erano di una<br />
sezione comunista. Ho parlato ma non hanno avuto fiducia <strong>in</strong> me e mi hanno resp<strong>in</strong>to.<br />
Tornando <strong>in</strong>dietro fui fermato da un posto di blocco di questi brigatisti neri e mi volevano<br />
arrestare e portare a Reggio Em<strong>il</strong>ia perché giravo lontano da Bagnolo <strong>in</strong> bicicletta [aveva trasgredito<br />
le norme che regolavano la vita dei conf<strong>in</strong>ati, ndr]. Ma io avendo <strong>in</strong> tasca <strong>il</strong> lasciapassare<br />
tedesco ho <strong>in</strong>sistito per essere portato <strong>in</strong> caserma dei tedeschi e non dei fascisti.<br />
Hanno avuto un po' di titubanza e mi hanno lasciato andare. E allora io via ... Sono stato<br />
pescato un'altra volta a Bagnolo per una rappresaglia perché avevano ucciso due tedeschi.<br />
Quella volta me la sono vista brutta, perché ero stato trattenuto tra gli eventuali ostaggi. Poi<br />
una guardia di pubblica sicurezza mi riconobbe e mi aiutò a scappare, per poi d<strong>il</strong>eguarmi <strong>in</strong><br />
campagna.<br />
La mia amica e futura moglie di Castelnuovo mi condusse a V<strong>il</strong>la Cella da un prete, don Luca<br />
Pallai. Lì ci mettemmo d'accordo che mi avrebbe mandato sui monti per passare f<strong>in</strong>almente<br />
le l<strong>in</strong>ee. Prima di fare questo passo mi sono consultato con un altro <strong>in</strong>ternato, un certo Dunn,<br />
che era un legale, un <strong>in</strong>ternato, ma un avvocato. Lui mi confermò che <strong>in</strong> caso di cattura mentre<br />
si attraversava <strong>il</strong> conf<strong>in</strong>e sarei stato fuc<strong>il</strong>ato. Lo so di aver rischiato ma ho rischiato.<br />
Don Luca Pallai mi tenne nascosto <strong>in</strong> canonica per quattro notti. Poi la matt<strong>in</strong>a presto del<br />
qu<strong>in</strong>to giorno con la mia bicicletta siamo saliti <strong>in</strong> montagna e di lì da una staffetta all'altra<br />
senza sapere chi fossero mi hanno fatto attraversare la montagna da un campo partigiano<br />
all'altro, per dieci giorni, mangiando tutto ciò che si poteva trovare ... castagne quasi sempre.<br />
Attraversai <strong>il</strong> fronte, mi sembra dalle parti di Massa ... aggrappato ai monti sopra <strong>in</strong> alto mentre<br />
giù si vedevano i tedeschi. I miei pantaloni erano tutti stracciati perché non riuscivo a<br />
scendere dai monti se non strisciando con <strong>il</strong> sedere. Essendo però <strong>in</strong> mano ad una guida capace<br />
che ci faceva camm<strong>in</strong>are solamente di notte attraversammo <strong>il</strong> fronte a Firenze 3 ].<br />
Anche altri <strong>in</strong>ternati fuggirono da Bagnolo, m<strong>in</strong>acciati dai provvedimenti tedeschi, sparpagliandosi<br />
nelle campagne reggiane. Peter Grant <strong>in</strong>sieme a tre compagni, ad esempio, fuggì<br />
«verso le montagne di Scandiano dove sapevamo che c'erano dei partigiani. Ci siamo <strong>in</strong>contrati<br />
con loro e ci hanno consegnati alle autorità Alleate nei d<strong>in</strong>torni di Firenze»32.<br />
A Firenze - cont<strong>in</strong>ua Grant - la vita è cambiata completamente. Da ex <strong>in</strong>ternato sono diventato<br />
un sospettato per aver attraversato le l<strong>in</strong>ee. Prima mi presero gli americani poi mi consegnarono<br />
agli <strong>in</strong>glesi che mi tennero <strong>in</strong> arresto nel campo profughi di C<strong>in</strong>ecittà. Senza nessun<br />
aiuto tranne che per <strong>il</strong> cibo che davano nel campo. Nemmeno i vestiti davano ... niente.<br />
Durante la mia fuga però avevo dato ai partigiani tutto ciò che avevo. Era gente che viveva <strong>in</strong><br />
montagna e aveva bisogno di tutto. Ho dato quello che potevo perché ero certo che sarei stato<br />
capace di attraversare con fac<strong>il</strong>ità <strong>il</strong> fronte.<br />
Venni portati a C<strong>in</strong>ecittà dove sono rimasto per sei mesi, f<strong>in</strong>ché dopo le tante proteste verso <strong>il</strong><br />
governo di Malta mi hanno portato su una nave e mi hanno condotto a Malta, vestito da soldato<br />
americano perché non avevo vestiti eccetto quelli che mi avevano dato i m<strong>il</strong>itari al<br />
momento dell' attraversament0 33 •<br />
Dopo la guerra Cassar ritornò nel reggiano, facendo tappa a Castelnuovo Sotto dove sposò<br />
la ragazza a cui aveva aggiustato l'orologio e che lo aveva aiutato a fuggire. Nel 1973<br />
ritornò per l'ultima volta a Bagnolo <strong>in</strong> Piano assieme ad Alda, ed <strong>il</strong> loro terzogenito Luigi,<br />
rivedendo con piacere la famiglia Forment<strong>in</strong>a Olivi. Non fu l'unico, anche Peter Grant<br />
ritornò <strong>in</strong> paese per sposarsi. «Sono ritornato a San Tomaso - racconta Grant - nel '46 ed ho<br />
sposato Maria Ghizzoni nella chiesa parrocchiale del paese, mia figlia maggiore è nata lÌ».<br />
«Non erano considerati nemici, erano più nemici chi li controllava!», sostengono conv<strong>in</strong>ti<br />
i fratelli Carboni. «Loro sono stati bene; poi perché molti sono tornati e ogni tanto qualcuno<br />
59
torna ancora? Perché erano stati accolti bene». Lo spirito di accoglienza non riguardò solo<br />
gli uom<strong>in</strong>i. La permeab<strong>il</strong>ità della comunità locale fece sì che anche le stranezze trovarono<br />
cittad<strong>in</strong>anza nella comunità. Un esempio per tutti ce lo racconta Armando Carboni:<br />
C'era poi un prigioniero, tale Bazzoochy ... un tipo un po' diverso, strano ... Si può dire che<br />
da allora a Bagnolo i Bazzoochy non sono mai mancati ... Bazzoochy esiste ancora a<br />
Bagnolo! La verità è che ogni tanto salta fuori <strong>il</strong> nome Bazzoochy. È diventato un soprannome<br />
comune <strong>in</strong> paese e un modo di dire dopo la guerra; anche qualche cane venne chiamato<br />
cosÌ. C'è addirittura un consigliere delle Reggiane che si è portato via <strong>il</strong> soprannome di<br />
Bazzoochy. Lui, l'orig<strong>in</strong>ale, era strano, diverso ... andava, ad esempio, <strong>in</strong> bonifica a nuotare<br />
sempre tutto nudo. Noi bamb<strong>in</strong>i di otto, nove anni, lo vedevamo nudo lì .... Ma non ha mai<br />
fatto niente. Non dormiva <strong>in</strong> mezzo agli altri nelle scuole. I suoi compagni lo facevano dormire<br />
nel sottoscala. Il nome lo si prendeva per l'aspetto ... un po' c<strong>in</strong>ese, per dire, o per la<br />
camm<strong>in</strong>ata, con la faccia un po' <strong>in</strong> avanti ... Allora ce ne furono subito quattro o c<strong>in</strong>que di<br />
Bazzoochy ... e ogni tanto ne spuntava uno nuovo. Ce ne sono ancora oggi dopo c<strong>in</strong>quant'anni.<br />
La guerra porta sempre cose con sé ... J4 •<br />
La f<strong>in</strong>e della guerra e delle ragioni che avevano portato all'<strong>in</strong>ternamento non co<strong>in</strong>cise<br />
sempre con <strong>il</strong> rimpatrio degli stranieri ex <strong>in</strong>ternati. Non tutti avevano un posto dove andare o<br />
avevano voglia di lasciare <strong>il</strong> paese come si ev<strong>in</strong>ce da una lettera del prefetto Vittorio Pellizzi<br />
del 20 ottobre 1945 che <strong>in</strong>vitava le nuove autorità comunali a sgomberare l'edificio scolastico<br />
di San Tomaso della Fossa dagli <strong>in</strong>ternati ancora presenti, un britannico e un irakeno, <strong>in</strong><br />
vista dell'imm<strong>in</strong>ente apertura del nuovo anno scolastico J5 •<br />
60
l. Marco M<strong>in</strong>ardi, Tra chiuse mura. Deportazione e campi di concentramento nella prov<strong>in</strong>cia di Parma 1940-<br />
1945, Comune di Montechiarugolo 1987, pp. 19-43.<br />
2. Archivio di Stato di Parma, Questura di Parma, b.95, lettera riservata del direttore del campo al questore di<br />
Reggio Em<strong>il</strong>ia, 25 settembre 1943.<br />
3. Si trattava degli <strong>in</strong>glesi Vittorio Campbell, Alberto Rowlett, Giuseppe Chevalier, Raffaele Kattan, del russo<br />
Giovanni Markevic, del canadese Ronci F<strong>il</strong>ippo, e del francese Roberto Tricoire (Archivio centrale dello Stato di<br />
Roma, Pubblica Sicurezza, cat. A4bis b.5).<br />
4. Guerra alle "Reggiane ". 28 luglio 1943/8 gennaio 1944, Comune di Reggio Em<strong>il</strong>ia, Circoscrizione VII,<br />
<strong>Istoreco</strong>, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1999.<br />
5. Carmelo Cassar, The Bru story, Gozo Press, Malta 1997, pp. 12-13.<br />
6. Paola Carucci, Conf<strong>in</strong>o, soggiorno obbligato, <strong>in</strong>ternamento: sv<strong>il</strong>uppo della normativa, <strong>in</strong> I campi di concentramento<br />
<strong>in</strong> Italia. Dall'<strong>in</strong>ternamento alla deportazione 1940-1945, a cura di Costant<strong>in</strong>o Di Sante, Franco<br />
Angeli, M<strong>il</strong>ano, 2001, p. 23.<br />
7. Paola Carucci, cit. p.23.<br />
8. Testimonianza scritta di Peter Grant, 13 giugno 2000.<br />
9. Marco M<strong>in</strong>ardi, Tra chiuse mura, cit., pp. 68-69.<br />
IO. Marco M<strong>in</strong>ardi, Tra chiuse mura, cit., p.38.<br />
Il. Marco M<strong>in</strong>ardi, Gli <strong>in</strong>ternati civ<strong>il</strong>i nel Campo di concentramento di Fossoli. Un documento, <strong>in</strong> «Rassegna di<br />
Storia contemporanea», Rivista dell'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia<br />
di Modena, a. 1998, n. 2, pp. 77-85.<br />
12. Archivo centrale dello Stato, Pubblica Sicurezza, cat. A4bis, b.1944, Questura di Parma. «Stranieri già <strong>in</strong>ternati<br />
a Montechiarugolo, che si trovano dall' 11.9 .c.a. a Reggio Em<strong>il</strong>ia a disposizione dell' autorità m<strong>il</strong>itari tedesca».<br />
13. Archivio di Stato di Parma, Questura di Parma, b.13, f. E.P.<br />
14. Wash<strong>in</strong>gton National Archives, doc. 740063, Campo San Tomaso della Fossa preso Bagnolo <strong>in</strong> Piano. Visité<br />
par le Dr. B. Beretta le 25 ju<strong>in</strong> 1944 (vedi allegato).<br />
15. Testimonianza orale di Armando Carboni, 16 ottobre 2000.<br />
16. Tra le famiglie che ospitarono gli ex <strong>in</strong>ternati vi fu quella di Dante Carnevali che risiedeva <strong>in</strong> via Lazzari Il.<br />
17. Testimonianza orale di Joseph Cassar, II ottobre 2000.<br />
18. Wash<strong>in</strong>gton National Archives, doc. 740063, Campo San Tomaso della Fossa pres Bagnolo <strong>in</strong> Piano. Visité<br />
par le Dr. B. Beretta le 25 ju<strong>in</strong> 1944.<br />
19. Archivio comunale di Bagnolo <strong>in</strong> Piano, cat. 15 Pubblica Sicurezza, 1944, b.546, Lettera del commissario<br />
prefettizio di Bagnolo <strong>in</strong> Piano, 18 ottobre 1944.<br />
20. Archivio comunale di Bagnolo <strong>in</strong> Piano, cat. 15 Pubblica Sicurezza, 1944, b.546, Telegramma della Questura<br />
di Reggio Em<strong>il</strong>ia, 9 novembre 1944.<br />
21. Archivio comunale di Bagnolo <strong>in</strong> Piano, cat. 15 Pubblica Sicurezza, 1944, b.546, Biglietto urgente di servizio<br />
della questura di Reggio Em<strong>il</strong>ia, 28 novembre 1944.<br />
22. Archivio comunale di Bagnolo <strong>in</strong> Piano, cat. 15 Pubblica Sicurezza, 1945, b.551, Soggiorno stranieri nel territorio<br />
repubblicano.<br />
23. Archivio comunale di Bagnolo <strong>in</strong> Piano, cat. 15 Pubblica Sicurezza, 1944, b.546, Telegranuna del questore di<br />
Reggio Em<strong>il</strong>ia 20 dicembre 1944 b.2 Telegramma della questura di Reggio Em<strong>il</strong>ia, 20 dicembre 1944.<br />
24. Archivio comunale di Bagnolo <strong>in</strong> Piano, cat. 15 Pubblica Sicurezza, 1945, b.551, Soggiorno stranieri nel territorio<br />
repubblicano.<br />
25. Guerr<strong>in</strong>o Franz<strong>in</strong>i, Storia della Resistenza reggiana, Anpi di Reggio Em<strong>il</strong>ia, Reggio Em<strong>il</strong>ia, pp. 547-548.<br />
26. Testimonianza orale di Joseph Cassar, II ottobre 2000<br />
27. Guerr<strong>in</strong>o Franz<strong>in</strong>i, op cit., p. 548.<br />
28. Guerr<strong>in</strong>o Franz<strong>in</strong>i, op cit., p. 548.<br />
29. Guerr<strong>in</strong>o Franz<strong>in</strong>i, op cit., p. 548.<br />
30. Archivio comunale di Bagnolo <strong>in</strong> Piano, cat. 15, Pubblica Sicurezza, 1945, b. 551.<br />
31. Testimonianza orale di Joseph Cassar, 11 ottobre 2000<br />
32. Testimonianza scritta di Peter Grant, 13 giugno 2000.<br />
33. Testimonianza scritta di Peter Grant, 13 giugno 2000.<br />
34. Testimonianza di Armando Carboni, 16 ottobre 2000.<br />
35. Archivio comunale di Bagnolo <strong>in</strong> Piano, cat. 15 Pubblica Sicurezza, b.551, lettera del Prefetto di Reggio<br />
Em<strong>il</strong>ia, Vittorio Pellizzi, 20 ottobre 1945.<br />
61
Documenti<br />
CAMPO SAN TOMASO DELLA FOSSA VICINO A BAGNOLO IN PIANO<br />
Visitato dal dott. B. Beretta <strong>il</strong> 25 giugno 1944.<br />
Indirizzo postale: CC. San TOMASO DELLA FOSSA, frazione di BAGNOLO IN PIANO<br />
(REGGIO EMILIA)<br />
Capienza: circa 50 persone<br />
Comandante: Il campo dipende dalla Questura di Reggio Em<strong>il</strong>ia, ma è diretto e amm<strong>in</strong>istrato<br />
dal primo tenente R. della «M<strong>il</strong>itiirkommandatun> Reggio Em<strong>il</strong>ia.<br />
Effettivi al 25 giugno 1944: 25 <strong>in</strong>ternati civ<strong>il</strong>i, dei quali: 20 Britannici; 1 U.S.A.<br />
Si tratta degli occupanti del campo di BAGNOLO IN PIANO che sono stati trasferiti a SAN<br />
TOMASO DELLA FOSSA, spostato di 4 km all'<strong>in</strong>izio dell'anno.<br />
Camp leader: <strong>in</strong>ternato civ<strong>il</strong>e britannico THOMAS Sydney.<br />
Aspetti generali: Il campo è sistemato nell'edificio della scuola. Situato <strong>in</strong> prossimità della<br />
strada, è circondato da un orto e rec<strong>in</strong>tato da f<strong>il</strong>o sp<strong>in</strong>ato. r.; edificio è costituito da un piano<br />
terra e due piani. Al piano terra si trovano le cuc<strong>in</strong>e per i m<strong>il</strong>itari di guardia e per gli <strong>in</strong>ternati<br />
civ<strong>il</strong>i. La cuc<strong>in</strong>a degli <strong>in</strong>ternati civ<strong>il</strong>i è spaziosa e <strong>il</strong>lum<strong>in</strong>ata da 3 f<strong>in</strong>estre. Una donna di<br />
sevizio prepara <strong>il</strong> vitto. Tre stanze spaziose al primo piano sono a disposizione degli <strong>in</strong>ternati<br />
e contengono ciascuna 8 letti da campo con coperte e lenzuola. Tre f<strong>in</strong>estre e due lampade<br />
elettriche per stanza consentono sufficiente aerazione e <strong>il</strong>lum<strong>in</strong>azione.<br />
Installazioni sanitarie: Vi sono 4 WC. al primo piano, con acqua corrente, e sono sufficienti.<br />
Le docce, <strong>in</strong>vece, mancano, e gli <strong>in</strong>ternati se ne lamentano.<br />
Vitto: Vi sono tre pasti al giorno:<br />
Matt<strong>in</strong>o: caffè a volontà con latte (quest'ultimo a pagamento)<br />
Mezzogiorno: pane 300 gr.<br />
«m<strong>in</strong>estra» o «risotto» o «pasta asciutta» <strong>in</strong> quantità sufficiente<br />
Sera:<br />
lo stesso menu del mezzogiorno.<br />
Razione giornaliera di grassi per persona: 25 gr. (spesso burro).<br />
Carne: 4 volte alla settimana <strong>in</strong> quantità di 100 gr. a persona ogni volta,<br />
Tabacco: la tessera di razionamento da diritto a 40 sigarette a persona ogni settimana dietro<br />
pagamento.<br />
V<strong>in</strong>o: distribuito a pagamento. Il campo ha ricevuto una dotazione di 2.200 litri al prezzo<br />
controllato di 6 lire al litro. Questo stock si è ben presto esaurito.<br />
Noi abbiamo assaggiato la m<strong>in</strong>estra con la pasta e l'abbiamo trovata ottima. I pasti sono<br />
consumati nei dormitori.<br />
Cure mediche: Il medico condotto comunale viene quando è chiamato. La salute di tutti è ottima.<br />
62
Effetti di abbigliamento e biancheria personale: In parte molto usurati.<br />
Denaro: Gli <strong>in</strong>ternati civ<strong>il</strong>i possono tenere <strong>il</strong> denaro di cui dispongono.<br />
Lavoro: E' impossib<strong>il</strong>e.<br />
Cant<strong>in</strong>a: Vedere sotto «Vitto».<br />
Culto: Un cappellano m<strong>il</strong>itare celebra messa al campo tutte le domeniche. Il giorno della<br />
nostra visita la funzione era già stata officiata.<br />
Corrispondenza: Una lettera alla settimana.<br />
Lamentele: Da parte della direzione nessuna.<br />
Variazioni: I:<strong>in</strong>ternato civ<strong>il</strong>e britannico FEININGER Laurens ha potuto entrare, dietro sua<br />
richiesta, nel Convento del vescovo di Trento <strong>in</strong> «Trent<strong>in</strong>o», con congedo <strong>il</strong>limitato concesso<br />
dalle Autorità tedesche nel febbraio 1944.<br />
Colloqui: Alla presenza del primo tenente R. e del Commissario della Questura di Reggio,<br />
abbiamo parlato con <strong>il</strong> camp leader e con alcuni <strong>in</strong>ternati civ<strong>il</strong>i e abbiamo r<strong>il</strong>evato quanto<br />
segue:<br />
1<br />
2.<br />
3<br />
Il camp leader THOMAS Sydney: dichiara che, <strong>in</strong> generale, tutto va bene.<br />
Secondo lui, <strong>il</strong> cibo è buono.<br />
Si richiede <strong>il</strong> permesso di poter passeggiare lungo una strada di campagna che<br />
costeggia <strong>il</strong> campo. Questo sarà accordato a meno che non vi sia stazionamento<br />
di truppe nei d<strong>in</strong>torni.<br />
Il signor EDWARDS, <strong>in</strong>ternato civ<strong>il</strong>e britannico, chiede dei libri per studiare le<br />
l<strong>in</strong>gue (italiano).<br />
Il signor GRANT, <strong>in</strong>ternato civ<strong>il</strong>e britannico, si dichiara soddisfatto.<br />
Generi di soccorso:<br />
Abbiamo consegnato nelle mani del camp leader signor THOMAS Sydney i seguenti generi<br />
di soccorso:<br />
1.- 8 casse di pacchi canadesi (trasportati per ferrovia e sotto scorta f<strong>in</strong>o a CARPI, qu<strong>in</strong>di<br />
rispediti ancora sotto scorta a BAGNOLO IN PIANO e trasportati da là con un camion del- ..<br />
l'esercito italiano.<br />
La quasi totalità di queste casse è stata aperta alla presenza del Commissario della Questura<br />
di Reggio Em<strong>il</strong>ia che ha controllato <strong>il</strong> contenuto di 2 o 3 pacchi per cassa.<br />
2.- 4 cartoni con 3.000 sigarette e 6 scatole di tabacco per cartone.<br />
Per quel che riguarda i pacchi canadesi, abbiamo detto al camp leader di distribuirli agli<br />
<strong>in</strong>ternati civ<strong>il</strong>i britannici e americani del campo, nonché agli <strong>in</strong>ternati civ<strong>il</strong>i anglo-maltesi<br />
liberati che abitano nei d<strong>in</strong>torni.<br />
Relazione della Croce Rossa Internazionale conservata presso Wash<strong>in</strong>gton National Archives (traduzione<br />
testo orig<strong>in</strong>ale francese)<br />
63
Elenco degli <strong>in</strong>ternati civ<strong>il</strong>i stranieri <strong>in</strong>ternati nel campo di concentramento di San<br />
Tomaso della Fossa, comune di Bagnolo <strong>in</strong> Piano (Reggio Em<strong>il</strong>ia)<br />
Herbert Thomas Arden fu Edward, <strong>in</strong>glese, nato a Bologna <strong>il</strong> 24.5.1923<br />
Alberto Belayghe fu Enrico, francese, nato a Tersac <strong>il</strong> 9.10.1882<br />
Leone Benedeva, nato ad Alessandria d'Egitto nel 1914<br />
Domenico Bocca fu Giacomo, <strong>in</strong>glese, nato a Felizzano <strong>il</strong> 1.4.1886<br />
W<strong>il</strong>liam Bookes, di Giuseppe, <strong>in</strong>glese, nato a Roma <strong>il</strong> 29.10.1898<br />
Rene Bouvet fu Giuseppe, francese, nato a Albertv<strong>il</strong>le <strong>il</strong> 24.3.1891<br />
Edoardo Buttigich fu Antonio, <strong>in</strong>glese, nato a Tripoli <strong>il</strong> 28.1 0.1918<br />
Vittorio Campbell di Domenico, <strong>in</strong>glese, nato a Tarvisio iI20.11.1886<br />
Francesco Cassar di Riccardo, <strong>in</strong>glese, nato a Tripoli <strong>il</strong> 13.6.1909<br />
Giuseppe Cassar di Giuseppe, <strong>in</strong>glese, nato a Malta <strong>il</strong> 7.8.1917<br />
-Luogo C<strong>in</strong>i fu Salvatore, <strong>in</strong>glese, nato a Tripoli <strong>il</strong> 3.2.1895<br />
Carlo Carli fu Giobatta, francese, nato a Marsiglia <strong>il</strong>1.10.1890<br />
Giuseppe Chevalier fu Tommaso, <strong>in</strong>glese, nato a Malta <strong>il</strong> 2.12.1920<br />
W<strong>il</strong>liam Cornish fu W<strong>il</strong>liam, <strong>in</strong>glese, nato a Londra <strong>il</strong> 19.8.1896<br />
Vladimiro De Bostros fu Sel<strong>in</strong>, <strong>in</strong>glese, nato a Londra <strong>il</strong> 1.11.1883<br />
Alberto De Graan fu Giovanni, olandese, nato ad Amsterdam <strong>il</strong>I 0.2.1894<br />
Enrico Dunn Vernon di Settimo, <strong>in</strong>glese, nato a Giaffa <strong>il</strong> 14.6.1907<br />
Edwards F. Lovett, <strong>in</strong>glese, nato a Yarmouth <strong>il</strong> 26.9. 1901<br />
Lawrence Fe<strong>in</strong><strong>in</strong>ger di Leon, <strong>in</strong>glese, nato a Berl<strong>in</strong>o <strong>il</strong> 5.4.1909<br />
Pierre Fabre di Em<strong>il</strong>io, francese, nato a Parigi <strong>il</strong> 26.1.1904<br />
-Rom<strong>il</strong>do Farruggia fu Giuseppe, <strong>in</strong>glese, nato a Sfak <strong>il</strong> 2.4.1902<br />
Henry Franken di Adolfo, olandese, nato ad Amsterdam <strong>il</strong>l.l.1918<br />
Walter Gaffiers di Alberto, <strong>in</strong>glese, nato a Malta <strong>il</strong> 20.1.1869<br />
W<strong>il</strong>liam Falzon fu Giovanni, <strong>in</strong>glese, nato a Tripoli <strong>il</strong> 29.8.1912<br />
Herriett Glass, nato a Colombus <strong>il</strong> 1885<br />
Peter Grant di Sandy, <strong>in</strong>glese, nato a Mauritius <strong>il</strong> 4.12.1925<br />
Luois Gournaj di Jean, francese, nato ad Algeri <strong>il</strong> 22.2.1904<br />
Natal<strong>in</strong>o Grech di Carmelo, <strong>in</strong>glese, nato a Tripoli <strong>il</strong> 16.12.1907<br />
Axel Hamns<strong>in</strong>ch, francese, nato <strong>in</strong> Alta Savoia nel 1914<br />
Karlis Hels<strong>in</strong>g di Leonardo, Iettane, nato a Riga <strong>il</strong> 21.10 .1916<br />
"'Thomas K<strong>in</strong>g fu Roberto, <strong>in</strong>glese, nato a Cardiff <strong>il</strong> 9.2.1884<br />
Carlo Kimball di Carlo, statunitense, nato a Chicago <strong>il</strong> 30.7.1914<br />
Alfredo Laferla di Goffredo, <strong>in</strong>glese, nato a Malta <strong>il</strong> 26.5.1913<br />
Michael Langley di Ambrose, <strong>in</strong>glese, nato a Blakeley <strong>il</strong> 17.9.1911<br />
Cam<strong>il</strong>lo Lebre fu Giuseppe, francese, nato a Aix-en-Prov<strong>in</strong>ce nel 1890<br />
Ivan Marckevic fu Francesco, russo, nato a Vladi Cancaz <strong>il</strong> 10.1.1890<br />
Carlo Middleton fu John, <strong>in</strong>glese, nato a Spr<strong>in</strong>ger <strong>il</strong>lO.7.1887<br />
Spiridione Mifsud di Giuliano, <strong>in</strong>glese, nato a Malta <strong>il</strong> 25.3.1918<br />
Carlo M<strong>il</strong>ls fu Carlo, <strong>in</strong>glese, nato a Catania <strong>il</strong> 26.10.1908<br />
Alfonso Marthours, <strong>in</strong>glese, nato <strong>in</strong> Costa d'Oro <strong>il</strong> 23.12.1889<br />
""tiuseppe Mifsud di Carmelo, <strong>in</strong>glese, nato a Port Said <strong>il</strong> 15.1.1921<br />
Salvatore Mizzi fu Salvatore, <strong>in</strong>glese, nato a Tripoli <strong>il</strong> 22.1.1904<br />
64
Edoardo Montague fu Cir<strong>il</strong>, <strong>in</strong>glese, nato a Londra <strong>il</strong> 5.1.18<strong>93</strong><br />
Naon Bazzoky di Salomon, <strong>in</strong>glese, nato a Bagdad <strong>il</strong> 27.9.1888<br />
Hagopian Der Nishan di Marton, turco, nato a Sebasta <strong>il</strong> 11.7.1913<br />
Edmond Stanley Parson di Edoardo, <strong>in</strong>glese, nato a Londra 1'8.3.1913<br />
Peter Precha fu Michele, <strong>in</strong>glese, nato a Londra <strong>il</strong> II.1.1900<br />
Giovanni Price di Giovanni, <strong>in</strong>glese, nato a Piomb<strong>in</strong>o <strong>il</strong> 4.2.1897<br />
F<strong>il</strong>ippo Ronci di Romeo, canadese, nato a Montreal <strong>il</strong> 2.9.1913<br />
Vladimiro Polic fu V<strong>in</strong>cenzo, americano, nato a Buenos Aires <strong>il</strong> 15.5.1899<br />
....... Charles Ripley, <strong>in</strong>glese, nato a G<strong>il</strong>l<strong>in</strong>gham <strong>il</strong> 29.9.1898<br />
Paolo Rottman fu Ermanno, <strong>in</strong>glese, nato ad Amburgo <strong>il</strong> 14.9 .1890<br />
Enrico Rosembusch di Guglielmo, <strong>in</strong>glese, nato a Itar <strong>il</strong> 17.6.1895<br />
Nripendra Math Mitter di Janoki, <strong>in</strong>glese, nato a Janoki <strong>il</strong> 29.12.1890<br />
Mario Romano di Ferd<strong>in</strong>ando, australiano, nato a Eboli <strong>il</strong> 25.9.1894<br />
Albert Rowlett di Edoardo, <strong>in</strong>glese, nato a Mess<strong>in</strong>a <strong>il</strong> 4.4.1916<br />
W<strong>il</strong>liam Smith fu W<strong>il</strong>liam, <strong>in</strong>glese, nato a Napoli 1'11.11.1884<br />
Roberto Stark fu Alfredo, francese, nato a Parigi <strong>il</strong> 7.6.1896<br />
Fritz Snapper di Isidoro, olandese, nato a Gran<strong>in</strong>ger<br />
~<strong>il</strong>ippo Tagliavia fu Paolo, <strong>in</strong>glese, nato a Londra <strong>il</strong> 5.1.1907<br />
Sydney Thomas di Giacomo, <strong>in</strong>glese, nato a Walton-on-Naze <strong>il</strong> 24.3.1891<br />
Roberto Tricoire fu Carlo, francese, nato a Parigi <strong>il</strong> 1.6.1907<br />
Max Werdier fu Gabriele, francese, nato a Parigi <strong>il</strong> 14.9.1907<br />
Daniele Valenfort di Leone, <strong>in</strong>glese, nato a Port Vittoria nel 1907<br />
Roberto White fu Alfredo, <strong>in</strong>glese, nato a Genova <strong>il</strong> 28.11.1913<br />
Emanuele Weiss fu Em<strong>il</strong>io, <strong>in</strong>glese, nato a Zeist <strong>il</strong> 26.9 .1903<br />
Henry Montagne Wearne di Riccardo, <strong>in</strong>glese, nato a Helston <strong>il</strong> 17.1 0.1902<br />
Gian Battista Zammit fu Giuseppe, <strong>in</strong>glese, nato a Tripoli <strong>il</strong> 15.1 0.1881<br />
Fonte: Archivio comunale di Bagnolo <strong>in</strong> Piano, buste relative alla categorie Beneficenza e Pubblica<br />
Sicurezza per gli anni 1944-1945; Archivio centrale dello stato, Pubblica Sicurezza cat. A4 bis, b.<br />
1944.<br />
65
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gelassen wlJrderl.<br />
Documento della Questura di Reggio Em<strong>il</strong>ia del 18 apr<strong>il</strong>e 1944 che «libera» Joseph<br />
Cassar dall'<strong>in</strong>ternamento. Rimase per «l'ex prigioniero» <strong>il</strong> rischio di essere nuovamente<br />
arrestato e deportato <strong>in</strong> Germania.<br />
67
•<br />
4; O ru::UN E<br />
.'N}0IF.. Elenco<br />
•<br />
DI BAGNOLO ][N PIANO<br />
IL COII~~A~~'P~E'TTIZIO<br />
AU'tà locale di pubblica s,rez:za<br />
Vista la domanda In atti,' .<br />
Visto <strong>il</strong> Decreto del Capo della Proy/nda di Reggio Em<strong>il</strong>ia <strong>in</strong> data 18 Apr<strong>il</strong>e 1944 - XXII, ed <strong>il</strong>.<br />
telegramma N, 02990 del Questore di Reggio Em<strong>il</strong>ia,'<br />
AUTORIZZA<br />
•<br />
IO • -,.;: l' .,,-.<br />
<strong>il</strong> Signor ......... 0.4-.ìhl.1A ....... J~"'~r~ ... JL ... ~7,v-'-'U,~ ...... ·· .................. .<br />
residente <strong>in</strong> BAGNOLO IN PIANO tl çircolare <strong>in</strong> òfcicletta nel territorio della<br />
Prov<strong>in</strong>cia di Reggio Em<strong>il</strong>ia nelle ore consentit.. • .<br />
Il titolare del presen.pe~esso è munito del seguente documento di riconoscimento:<br />
Carta d'identità n. .... r<strong>il</strong>asciati§;a a .t;;~qlt~~,............ i1 ....····..·.....···,....·····<br />
". IJ ,f-jli If.. i Q '. ~:'f . " . '. cl .' (,~ IcJ'l,c<br />
.'. ~ ..........." .. lrr .. ,iw-')e*.D:1-'-' .~-) ..)'!J<br />
... ', • ì~~l ~ .. ..." .... ~.,, .. .......... 1, ..... . !q.Ì'.~<br />
•·["~.~:\.I\o<br />
..•;._ ~.' m'"'!t't. 't arlo Prefettlzlo<br />
Bagnolo <strong>in</strong> Piano, ...... 1944-t({'..{~':r;~'··;I'1·')\ l al. di P.S. •<br />
• \.4' \.,~:,.,I·.:, '-. '~.""'-..'//,.>"/ '.~:; I J<strong>il</strong> TI LUIGI ''';Qg"" .. f ~.:..' . ./<br />
"'.:;- :::~_...,';'/./1fPé:t;7!4v iIt'. /,1<br />
~~:~ ~'tc ~~.I' ~,~"",,-<br />
//<br />
Interno del dormitorio nella scuola di San Tomaso della Fossa, Bagnolo <strong>in</strong> Piano<br />
"• •.<br />
I I<br />
Distribuzione del rancio agli <strong>in</strong>ternati davanti alla scuola di San Tomaso della Fossa, Bagnolo <strong>in</strong><br />
Piano.<br />
69
Tessera di riconoscimento dal GUF di Roma<br />
Lasciapassare r<strong>il</strong>asciato dalle Fiamme Verdi per fac<strong>il</strong>itare a Joseph Cassar l'attraversamento delle<br />
l<strong>in</strong>ee.<br />
70
,<br />
Alda Manghi, moglie di Joseph Cassar<br />
71
Documenti <strong>in</strong>editi sulla<br />
strage della Bettola<br />
MASSIMO STORCHI<br />
Quando nel 1994 venne alla luce, dopo un s<strong>il</strong>enzio di oltre tre decenni, quello che gli storici<br />
hanno def<strong>in</strong>ito «l'armadio della vergogna», <strong>in</strong> cui erano stati occultati 695 fascicoli relativi<br />
a crim<strong>in</strong>i di massa compiuti dalle truppe naziste durante gli anni dell'occupazione, l'attenzione<br />
per <strong>il</strong> complesso di quelle tragedie tornò alla ribalta, ricongiungendo così <strong>il</strong> contesto<br />
italiano a quanto già da tempo <strong>in</strong> Germania era al centro dell' attenzione da parte degli storici,<br />
delle autorità giudiziarie e dei mass media.<br />
I due processi a Priebke per la strage delle Fosse Ardeat<strong>in</strong>e (1996-97) nell'attualità e la<br />
riproposizione di <strong>in</strong>terventi di ricerca e di riflessione storiografica (<strong>in</strong> particolare i Convegni<br />
di Civitella del 1994 e di Bologna nelle scorse settimane)! hanno ulteriormente reso di attualità<br />
<strong>il</strong> tema che rimane ancora di stretta attualità anche per vicende di cronaca giudiziaria 2 •<br />
Oltre che alle Procure m<strong>il</strong>itari competenti per <strong>il</strong> territorio (nella persistente debolezza di<br />
organici e apparati)lla vicenda è approdata anche a Montecitorio per i profondi risvolti politici<br />
legati alla decisione presa, all'epoca, dal governo Segni (Taviani m<strong>in</strong>istro della Difesa e<br />
Mart<strong>in</strong>o degli Esteri) di r<strong>in</strong>unciare a perseguire i responsab<strong>il</strong>i delle stragi <strong>in</strong> ossequio alla<br />
«ragion di stato» che suggeriva di evitare ogni azione che potesse, <strong>in</strong> un contesto di guerra<br />
fredda, <strong>in</strong>debolire l'alleato tedesco ponendo sul banco degli accusati l'esercito <strong>in</strong> fase di<br />
ricostituzione e di <strong>in</strong>serimento nello schieramento atlantico.<br />
Così, operando oltretutto <strong>in</strong> dispregio delle norme di legge, si decise di archiviare tutto<br />
quanto faceva riferimento alle oltre 15.000 vittime, tutte civ<strong>il</strong>i, elencate nei dossier che vennero<br />
r<strong>in</strong>chiusi <strong>in</strong> quell'armadio che sarebbe riemerso solo tre decenni più tardi. Si decise di<br />
non ut<strong>il</strong>izzare la mole di documenti istruttori di grande valore e precisione, prodotti dagli<br />
angloamericani e consegnati da questi, per legittima competenza alle autorità italiane alla<br />
vig<strong>il</strong>ia degli anni C<strong>in</strong>quanta. Così ogni possib<strong>il</strong>e <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e su Cefalonia, come su S. Anna di<br />
Stazzema e su Bettola, divenne una eventualità impossib<strong>il</strong>e.<br />
Le stragi, anno dopo anno, rimanevano nella memoria delle celebrazioni e dei sopravissuti,<br />
73
74<br />
assumendo sempre di più la sostanza di eventi assoluti, dissolti da ogni legame con un contesto<br />
bellico. Eventi tragici che avevano colpito le s<strong>in</strong>gole comunità ma che proprio per <strong>il</strong> fatto<br />
di non poter far riferimento a responsab<strong>il</strong>ità precise, a «colpevoli» <strong>in</strong>dividuati o segnalati,<br />
tendevano a trasformarsi, con la pesante decl<strong>in</strong>azione degli anni ormai trascorsi, <strong>in</strong> eventi<br />
fuori dal tempo e sempre più diffic<strong>il</strong>mente trasmissib<strong>il</strong>i nella memoria collettiva, quasi relegati<br />
al rango di sventurati eventi naturali. E se questa memoria subiva vari attacchi e rimozioni,<br />
tanto più pesante era <strong>il</strong> passaggio del tempo su tutte quelle stragi «ignorate» che non<br />
erano state <strong>in</strong> grado di emergere con sufficiente spazio di celebrazione (si pensi alle 1586<br />
vittime <strong>in</strong> Campania tra settembre e ottobre 1943).<br />
Il r<strong>in</strong>novato <strong>in</strong>teresse della ricerca storica si è saldato di frequente con la sensib<strong>il</strong>ità delle<br />
comunità a recuperare la propria identità riaprendo <strong>il</strong> versante della ricerca storica e dell '<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e<br />
giudiziaria. Al di là delle vuote dichiarazioni di «pacificazione», si è andata formando<br />
una <strong>in</strong>edita unità di <strong>in</strong>tenti fra storici e magistrati che forse potrà raggiungere qualche risultato.<br />
I documenti <strong>in</strong>editi che vengono pubblicati fanno riferimento all'<strong>in</strong>chiesta svolta dall'apposito<br />
reparto dell'esercito <strong>in</strong>glese nell'estate 1946 e provengono dal Public Record Office di<br />
Londra e dall'archivio M<strong>il</strong>itare tedesco di Ludwigsburg e sono frutto di una ricerca compiuta<br />
da <strong>Istoreco</strong> volta ad acquisire materiali documentari svolta nel 2000.<br />
In realtà 1'attenzione alle stragi compiute nel reggiano da nazisti e fascisti era rimasta viva<br />
nelle attività dell'Istituto, ricordiamo le conferenze di Lutz Kl<strong>in</strong>khammer a Reggio Em<strong>il</strong>ia e<br />
Castelnovo Monti nel 1995 e <strong>il</strong> saggio di Marianella Casali 4 dedicato proprio alla memoria<br />
della strage di Bettola. Certamente però i documenti <strong>in</strong>editi che presentiamo rappresentano<br />
per più motivi elementi di novità.<br />
In primo luogo per quanto esprimono <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di occasione perduta: ut<strong>il</strong>izzati nei tempi<br />
dovuti questi materiali istruttori potevano consentire, alle competenti autorità di proseguire <strong>in</strong><br />
ricerche potenzialmente fruttuose nella identificazione dei responsab<strong>il</strong>i della strage, per la<br />
prima volta <strong>in</strong>dicati con sufficiente precisione. In altri term<strong>in</strong>i era possib<strong>il</strong>e giungere alla<br />
<strong>in</strong>dividuazione dei responsab<strong>il</strong>i e all'avvio dei legittimi procedimenti giudiziari per la loro<br />
punizione <strong>in</strong> tempi ut<strong>il</strong>i. Operazione questa che si è voluta impedire, negando la giustizia alle<br />
vittime e impedendo l'affermazione della verità per almeno un quarantennio.<br />
Ma una lettura attenta dei documenti che vengono oggi pubblicati consente anche alcune<br />
ulteriori considerazioni sulla tragedia avvenuta nella notte di S. Giovanni 1944 a La Bettola.<br />
Innanzitutto si conferma una delle evidenze che la riflessione storiografica <strong>in</strong> sede europea<br />
ha raggiunto circa <strong>il</strong> completo co<strong>in</strong>volgimento dell'<strong>in</strong>tera struttura dell'esercito tedesco nella<br />
politica di strage e di guerra ai civ<strong>il</strong>i. 8unità m<strong>il</strong>itare responsab<strong>il</strong>e della strage della Bettola<br />
non apparteneva alle cosiddette «unità di élite», come era stato nel caso di Cervarolo (con i<br />
m<strong>il</strong>itari della «Hermann Goer<strong>in</strong>g»), ma apparteneva alla Feldgendarmerie, la polizia m<strong>il</strong>itare<br />
della Wehrmacht. Qu<strong>in</strong>di non un'unità particolarmente «specializzata» ma una unità di occupazione,<br />
guidata da ufficiali non più giovanissimi e <strong>in</strong> semplice transito a Cas<strong>in</strong>a, se, come<br />
varie testimonianze confermano, la presenza nel piccolo centro montano si esaurisce nel volgere<br />
di due mesi, prima di un trasferimento verso <strong>il</strong> nord, probab<strong>il</strong>mente <strong>in</strong> zona Veneto. Ciò<br />
nonostante, nella notte di S. Giovanni, questa unità m<strong>il</strong>itare applica con brutale efficienza e<br />
ferocia la rappresaglia più spietata nei confronti di civ<strong>il</strong>i <strong>in</strong>nocenti. Il modus operandi (l'arrivo<br />
nel cuore della notte, gli ostaggi divisi <strong>in</strong> due gruppi per fac<strong>il</strong>itarne la elim<strong>in</strong>azione, lo stupro<br />
di alcune donne, <strong>il</strong> saccheggio dei beni delle vittime, la uccisione e la distruzione dei<br />
cadaveri e dei luoghi con l'<strong>in</strong>cendio) rivela una precisa attitud<strong>in</strong>e, se non esplicita esperienza<br />
ad azioni di rappresaglia, forse <strong>in</strong>aspettata da una unità di polizia m<strong>il</strong>itare.<br />
E se è pur vero che l'<strong>in</strong>esperienza e la <strong>in</strong>capacità rivelata dal gruppo partigiano nello svolgere<br />
l'azione di attacco all'obiettivo dest<strong>in</strong>ato (<strong>il</strong> ponte sulla SS63) rimane <strong>il</strong> motivo scatenante<br />
la rappresaglia, <strong>il</strong> completo annientamento di trentadue <strong>in</strong>nocenti costituisce un ele-
mento di violenza quasi esorbitante da un contesto che f<strong>in</strong>o a quel momento non aveva presentato<br />
elementi di eccessiva pericolosità per l'occupante. La posizione strategica della<br />
Bettola, la uccisione di m<strong>il</strong>itari tedeschi, la fase di profonda crisi dello schieramento m<strong>il</strong>itare<br />
nazifascista (non dimentichiamo che <strong>in</strong> quelle settimane la montagna rimane sguarnita di<br />
fronte all'offensiva partigiana che costr<strong>in</strong>ge i fascisti a ritirare i propri presidi f<strong>in</strong>o alla zona<br />
della pedemontana), sono tutti questi elementi che spiegano solo <strong>in</strong> parte tanta violenza come<br />
quella che si rivela a La Bettola.<br />
La mancanza di ulteriori <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i, rese impossib<strong>il</strong>i dalla scelta dei governi di centro destra<br />
degli anni Sessanta, ci ha privato anche della possib<strong>il</strong>ità di verificare con i protagonisti le<br />
ragioni di quanto accaduto. Di confrontarci con le loro personalità e con le loro storie<br />
<strong>in</strong>dividuali.<br />
Perché La Bettola (come emerge proprio dal verbale di <strong>in</strong>chiesta alleato) è una strage<br />
«nascosta» <strong>in</strong> duplice senso. Per la mancata giustizia resa alle vittime ma anche per le sue<br />
modalità di svolgimento. Il coprifuoco, la totale elim<strong>in</strong>azione di possib<strong>il</strong>i testimoni, la breve<br />
permanenza dell'unità tedesca responsab<strong>il</strong>e sui luoghi, sono stati tutti elementi che hanno<br />
reso più evanescente la ricostruzione dei fatti di quella notte.<br />
Per questo è di grande <strong>in</strong>teresse la testimonianza del sopravissuto gestore della locanda<br />
che, se si salda con le altre raccolte dagli alleati, presenta alcuni elementi di grande r<strong>il</strong>evanza.<br />
Il primo è certamente la imprevedib<strong>il</strong>ità della tragedia: dopo la uccisione dei tre abitanti della<br />
casa più prossima al teatro dell'azione partigiana, quando giunge l'ord<strong>in</strong>e di rialzarsi da terra<br />
dove gli ord<strong>in</strong>i dei soldati avevano costretto a lungo i trentadue occupanti della locanda, si<br />
diffonde quasi un senso di sollievo, tanto da sp<strong>in</strong>gere <strong>il</strong> testimone a pensare di r<strong>in</strong>graziare i<br />
m<strong>il</strong>itari per lo scampato pericolo, conv<strong>in</strong>to che <strong>il</strong> peggio sia ormai passato. E possiamo<br />
immag<strong>in</strong>are la confusione del momento, nella notte, dopo gli spari nella vic<strong>in</strong>a casa della<br />
famiglia Prati. Poi la tragedia <strong>in</strong>vece si concretizza rapidamente, i due gruppi di ostaggi divisi,<br />
le donne violentate, l'uccisione di massa che diventa reale, l'<strong>in</strong>cendio che divampa e<br />
distrugge.<br />
E nel momento dell'esecuzione ecco emergere, nelle parole del sopravissuto, la nota più<br />
agghiacciante, la voce che ord<strong>in</strong>a <strong>il</strong> fuoco non lo fa <strong>in</strong> tedesco, ma sono parole <strong>in</strong> italiano<br />
quelle che comandano la raffica mortale.<br />
In altre testimonianze raccolte la presenza di fascisti di Vezzano era già emersa, ma <strong>in</strong><br />
forma sfumata e <strong>in</strong>certa, forse rimossa. La testimonianza di Beneventi ce le riporta con chiarezza.<br />
Voci italiane ord<strong>in</strong>ano <strong>il</strong> fuoco, fascisti repubblicani sono presenti e collaborano, come<br />
<strong>in</strong> altre stragi (a Cervarolo come a Legoreccio) con i tedeschi nella uccisione di civ<strong>il</strong>i <strong>in</strong>ermi.<br />
Anche su questo la mancanza di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i serie a approfondite ha consentito l'impunità dei<br />
responsab<strong>il</strong>i. Non si sono cercati gli assass<strong>in</strong>i <strong>in</strong> Germania ma neppure a Vezzano e nei d<strong>in</strong>torni,<br />
ciò rimane comunque a creare un deficit di giustizia e di verità che non possiamo tacere.<br />
1. Guerra ai civ<strong>il</strong>i. Stragi, violenza e crim<strong>in</strong>i di guerra <strong>in</strong> Italia e <strong>in</strong> Europa durante la seconda guerra mondiale: i<br />
fatti, le memorie, i processi. Convegno <strong>in</strong>ternazionale di studi, 19-22 giugno 2002. Bologna, Marzabotto. In occasione<br />
di questo convegno l'autore ha presentato la comunicazione: Tra Resistenza di massa e guerra ai civ<strong>il</strong>i: le<br />
stragi a Reggio Em<strong>il</strong>ia.<br />
2. E proprio dei primi giorni di luglio 2002 la notizia della condanna di Friedrich Engel, ufficiale delle SS a<br />
Genova, responsab<strong>il</strong>e della strage del Turch<strong>in</strong>o (c<strong>in</strong>quantanove vittime) si veda V. Vannucc<strong>in</strong>i, Fece fuc<strong>il</strong>are c<strong>in</strong>quantanove<br />
prigionieri. Sette anni al "boia di Genova" <strong>in</strong> "La Repubblica", 6 luglio 2002, p.22.<br />
3. È ancora dei primi giorni di luglio 2002 la notizia apparsa sulla stampa nazionale delle perduranti difficoltà della<br />
Procura M<strong>il</strong>itare di La Spezia, competente per territorio per la strage della Bettola, a condurre con efficacia <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i<br />
<strong>in</strong>vestigative sugli eventi bellici. Si veda Una toga, 64 istruttorie <strong>in</strong> "I.;Espresso", Il luglio 2002, p. 26.<br />
4. M. Casali, Usi e rappresentazioni della memoria nella strage di San Giovanni: Bettola, 23 giugno 1944 <strong>in</strong> Le<br />
memorie della Repubblica, a cura di Leonardo Paggi, La Nuova Italia, Scandicci (Firenze) 1999.<br />
75
Documenti<br />
WAR CRIME SUMMARY<br />
Fer. W SIB78/WC/46/65.<br />
AREA: LA BETTOLA<br />
MR. L2354 Sheet Il<br />
Date commited:<br />
Provo ofReggio Em<strong>il</strong>ia Italy 1: 200,000.<br />
23-24 Jun 44.<br />
VICTIMS:<br />
PRATI FELICITA<br />
PRATI LIGORIO<br />
PRATI MARIANNA<br />
BALESTRAZZI FRANCESCO<br />
BONACINI ABRAMO<br />
BONACINI EVA<br />
BONACINI IGINO<br />
BONACINI GIOVANNI<br />
MARZIANI EMMA<br />
VALCAVI BRUNO<br />
FONTANI EMORE<br />
LASAGNI MARIA<br />
RICCO ITALIANA<br />
SACCAGNI TITO<br />
VARINI IONA GINO<br />
VARINI WALTER<br />
BRAGLIA EUROSIA<br />
BARBIERI ETTORE<br />
BARBIERI GIANNA<br />
BARBIERI LAURA<br />
BARBIERI ZELINDO<br />
CARRETTI ARGENTINA<br />
CASTELLARI BASILIO<br />
CATELLANIALFREDA<br />
FONTANESI BRUNO<br />
FONTANESI FRANCA<br />
FONTANE SI FRANCO<br />
MAGNANI GIUSEPPE<br />
RONZONI EMMA<br />
SPALLANZANI PIERINO<br />
VARINI PIERO<br />
VARINI WILMA.<br />
ACCUSED (In custody):<br />
Gen.BURGER<br />
(Not known to be <strong>in</strong> custody):<br />
Capt. LANER or LANNECH<br />
Capt. HOFHELSER<br />
Capt. NICOLAJEV<br />
Lieut. MULLER<br />
Meister SCHWANlKE<br />
Sjt Major WENT Karl<br />
" " KEPPEL<br />
German SS & SD Commandant, Upper Italy Centre.<br />
German Gendarmerie.<br />
"<br />
" "<br />
German SS.<br />
76
PRECIS OF FACTS:<br />
Between 13 and 20 Jun 44, a unit of German Gendarmerie (Field Post W 33-845) moved<br />
<strong>in</strong>to the v<strong>il</strong>lage ofCASINA, Provo ofREGGIO EMILIA.<br />
The Commandant of this unit, Capt. LANER or LANNECH b<strong>il</strong>leted himself <strong>in</strong> the<br />
VILLA MARIA, wh<strong>il</strong>st his two subord<strong>in</strong>ate capta<strong>in</strong>s HOFHELSER and NICOLAJEV lived<br />
<strong>in</strong> the VILLA CASOTTI.<br />
About 2145 hrs on 23 Jun 44, a number ofLANER'S men were attacked by partisans on<br />
the bridge of LA BETTOLA (a small v<strong>il</strong>lage appr. 15 kms North of CASINA). In the<br />
ensu<strong>in</strong>g fight two Germans and three partisans were k<strong>il</strong>led.<br />
About midnight on 23 Jun 44, between thirty and forty members of the Gendarmerie left<br />
CASINA <strong>in</strong> motor vehicles and proceeded <strong>in</strong> the direction ofLA BETTOLA.<br />
Arriv<strong>in</strong>g at LA BETTOLA between 01 30 and 01 45 hrs on 24 Jun 44, these troops<br />
attacked the house of PRATI Ligorio which happened to be the dwell<strong>in</strong>ghouse nearest to the<br />
bridge where the two German soldiers had been shot a few hours previously.<br />
After k<strong>il</strong>l<strong>in</strong>g the occupants (PRATI Ligorio, PRATI Felicita and PRATI Marianna) they<br />
set fire to the house and then turned their attention to the OSTERIA DELLA BETTOLA on<br />
the opposite side of the road.<br />
Wh<strong>il</strong>st two members of the Gendarmerie turned out the occupants (32 persons), others<br />
placed two mach<strong>in</strong>e-guns fac<strong>in</strong>g the Osteria. Five other persons who had heard the first<br />
shoot<strong>in</strong>g hid <strong>in</strong> the celIar. The persons who had been assemb1ed <strong>in</strong> the street were then ordered<br />
to lie on the ground <strong>in</strong> front of osteria, fac<strong>in</strong>g the mach<strong>in</strong>e-guns, and on their stomachs.<br />
After be<strong>in</strong>g left <strong>in</strong> this position for about half an hour they were ordered to stand up with<br />
their hands above theirs heads. They were ordered to form two groups. The first group was<br />
ordered to walk to the rear of the osteria, wh<strong>il</strong>st the second had to go <strong>in</strong>to the osteria garage.<br />
As soon as the last Italian entered the garage, the German troops opened fire with a<br />
mach<strong>in</strong>e gun and various other automatic weapons. BENEVENTI Oreste, his wife and<br />
young daughter who hid themselves <strong>in</strong> a lavatory <strong>in</strong> the garage were the only survivors. At<br />
practically the same moment, other troops opened fire on the party at the rear of the osteria,<br />
leav<strong>in</strong>g no survivors.<br />
The bodies were then thrown <strong>in</strong>to the garage on top of those who had been k<strong>il</strong>led there.<br />
After cover<strong>in</strong>g the bodies with straw and brushwood and soak<strong>in</strong>g them <strong>in</strong> petrol, the garage<br />
was set on fire. The dwell<strong>in</strong>ghouse of PRATI, the osteria and the osteria garage were completely<br />
gutted by fire.<br />
REMARKS BY INVESTIGATOR.<br />
Although d<strong>il</strong>igent enquiries have been mad <strong>in</strong> the vic<strong>in</strong>ity of LA BETTOLA, no persons<br />
could be found who could give any <strong>in</strong>formation regard<strong>in</strong>g the identity of the German officers<br />
or soldiers present.<br />
77
Furthermore, ow<strong>in</strong>g to a curfew which was <strong>in</strong> force at that time no civ<strong>il</strong>ians could be<br />
found who actually saw the German troops leave CASINA, saw them an route, or saw them<br />
arrive at LA BETTOLA.<br />
Several witnesses who had German officets or Sjt-Majors b<strong>il</strong>leted with them state about<br />
midnight on 23 Jun 44, their boarders armed themselves and left, return<strong>in</strong>g between 06 00<br />
hrs and 08 00 hrs (24 Jun 44). FRIGNANI Maria stated that about midnight on 23 Jun 44,<br />
her two officers boarders returned to her house, armed themselves and then left.<br />
Immediately they had departed she heard a number of motor vehicles leave the square <strong>in</strong><br />
CASINA and go <strong>in</strong> the direction ofLA BETTOLA.<br />
Lieut MULLER who boarded with MANENTI Oreste admitted dur<strong>in</strong>g conversation with<br />
the latter that he was one ofthe officers who took part <strong>in</strong> the atrocity at LA BETTOLA.<br />
The custodians of the VILLA MARIA are an elderly and feeble-m<strong>in</strong>ded couple and could<br />
give non <strong>in</strong>formation regard<strong>in</strong>g the movements of Capt LANER on the night of 23-24 Jun<br />
44.<br />
No death-certificates have been obta<strong>in</strong>ed <strong>in</strong> respect of the victims ow<strong>in</strong>g to the fact that<br />
their bodies were buried <strong>in</strong> the cemeteries of their respective towns and v<strong>il</strong>lages. The procuration<br />
of these would have enta<strong>il</strong>ed journeys of considerable distances with the resultant<br />
delay <strong>in</strong> the submission of this report.<br />
There is, however, no doubt as to the identity of the victims.<br />
It may be seen from the aUached statements that this case is based on circumstantial and<br />
hearsay evidence. This can only be aUributed to the discreet and swift action of the German<br />
unit concerned.<br />
The follow<strong>in</strong>g Exhibits are enclosed:<br />
Exhibit 'A'<br />
Exhibit 'B'<br />
Return sent from unit HQ to the Podestà bear<strong>in</strong>g unit stamp and Field Post<br />
N° 33-845.<br />
Gendarmerie hat badge.<br />
PRESENT POSITION OF CASE.<br />
Enquiries suspended pend<strong>in</strong>g identification of German unit and whereabouts of accused<br />
persons.<br />
INVESTIGATION BY: SGT OLIVER J.<br />
78 Section SIB CMP.<br />
(A/S Group 46).<br />
24 July 46.<br />
R. J. MASTERS, Capta<strong>in</strong><br />
DAPM 78 Special Investigation Section CMF<br />
78
Traduzione<br />
Fra <strong>il</strong> 13 e <strong>il</strong> 20 giugno '44, un'unità della Gendarmeria tedesca (posta da campo n. 33-485)<br />
arrivò nel paese di Cas<strong>in</strong>a, <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Reggio Em<strong>il</strong>ia. Il Comandante di questa unità,<br />
cap. Laner o Lannech si stab<strong>il</strong>ì a V<strong>il</strong>la Maria, mentre i suoi sottoposti capitano Hofhelser e<br />
Nicolajev risiedevano a V<strong>il</strong>la Casotti.<br />
Alle ore 21.45 del 23 giugno '44, alcuni uom<strong>in</strong>i di Laner furono attaccati da partigiani sul<br />
Ponte della Bettola (un piccolo v<strong>il</strong>laggio circa a 15 km da Cas<strong>in</strong>a). Nel combattimento due<br />
tedeschi e tre partigiani furono uccisi. Verso mezzanotte del 23 giugno '44, un gruppo di 30-<br />
40 uom<strong>in</strong>i della gendarmeria lasciò Cas<strong>in</strong>a su automezzi <strong>in</strong> direzione della Bettola. Qui<br />
giunti fra le O 1.30 e le O 1.45 del 24 giugno '44, questi m<strong>il</strong>itari assalirono la casa di Prati<br />
Ligorio [recte Liborio] che era la più vic<strong>in</strong>a al ponte dove i due soldati tedeschi erano stati<br />
uccisi poche ore prima. Dopo aver ucciso i residenti (Prati Ligorio, Prati Felicita e Prati<br />
Marianna) <strong>in</strong>cendiarono la casa e si diressero verso l'Osteria della Bettola sul lato opposto<br />
della strada. Mentre due m<strong>il</strong>itari facevano uscire gli occupanti (32 persone) gli altri misero<br />
<strong>in</strong> posizione due mitragliatrici di fronte all'Osteria. C<strong>in</strong>que altre persone che avevano sentito<br />
per prime gli spari si nascosero <strong>in</strong> cant<strong>in</strong>a. Le persone radunate <strong>in</strong> strada furono costrette a<br />
sdraiarsi bocconi di fronte all'Osteria di fronte alle mitragliatrici. Dopo essere stati <strong>in</strong> quella<br />
posizione circa mezz'ora fu loro ord<strong>in</strong>ato di alzarsi e di tenere le mani sul capo, furono poi<br />
divisi <strong>in</strong> due gruppi, <strong>il</strong> primo condotto dietro all'Osteria, <strong>il</strong> secondo dentro al garage.<br />
Appena questi ultimi entrarono nel garage i soldati tedeschi aprirono <strong>il</strong> fuoco con una mitragliatrice<br />
e con altri armi automatiche. Beneventi Oreste sua moglie e la giovane figlia che si<br />
erano nascosti nel lavatoio nel garage furono gli unici a sopravvivere. Quasi nello stesso<br />
momento, altri m<strong>il</strong>itari aprirono <strong>il</strong> fuoco dietro all'Osteria senza lasciare superstiti.<br />
I corpi furono poi gettati nel garage, sopra quelli uccisi lì, coperti di paglia e fasc<strong>in</strong>e e<br />
bagnati di benz<strong>in</strong>a, <strong>il</strong> garage fu poi <strong>in</strong>cendiato. 8abitazione di Prati, l'Osteria e <strong>il</strong> garage<br />
furono completamente distrutti dalle fiamme.<br />
Osservazioni dell' <strong>in</strong>vestigatore<br />
Sebbene siano state condotte accurate <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i nelle vic<strong>in</strong>anze de LA BETTOLA, non è<br />
stato possib<strong>il</strong>e trovare persone che dessero <strong>in</strong>formazioni circa l'identità degli ufficiali e soldati<br />
tedeschi presenti. Inoltre, a causa del coprifuoco che era <strong>in</strong> vigore all'epoca non è stato<br />
<strong>in</strong>dividuato nessun civ<strong>il</strong>e che abbia visto le truppe tedesche partire da Cas<strong>in</strong>a, dirette a LA<br />
BETTOLA.<br />
Numerosi testimoni che ospitavano nelle loro case ufficiali tedeschi riferiscono che circa<br />
alla mezzanotte del 23 giugno 1944 i loro ospiti presero le armi e partirono, tornando fra le<br />
6 e le 8 (24 giugno 1944). Frignani Maria riferisce che verso la mezzanotte del 23 giugno<br />
'44, i suoi due ufficiali ospiti tornarono a casa, presero le armi e se ne andarono. Subito<br />
dopo la loro partenza udì <strong>il</strong> rumore di veicoli che lasciavano la piazza di Cas<strong>in</strong>a e si dirigevano<br />
verso La Bettola.<br />
Il ten. Muller che era ospite presso Manenti Oreste ammise, nel corso di una conversazione,<br />
di essere uno degli ufficiali che avevano preso parte al massacro della Bettola.<br />
I custodi di V<strong>il</strong>la Maria sono una coppia di anziani deboli di mente e non sono stati <strong>in</strong> grado<br />
di dare <strong>in</strong>formazioni sui movimenti del cap. Laner la notte del 23-24 giugno 1944.<br />
79
Testimonianze<br />
CASINA<br />
Provo REGGIO EMILIA<br />
10 luglio 1946<br />
Testimonianza di:<br />
Rossi Terenzio<br />
Maschio<br />
35 anni<br />
Segretario comunale<br />
CASINA<br />
Prov<strong>in</strong>cia di REGGIO EMILIA<br />
Che dichiara:<br />
Dall'agosto 1942 a oggi sono stato segretario del Comune di CASINA.<br />
1115 giugno 44 arrivò a CASINA un'unità della Gendarmeria tedesca, probab<strong>il</strong>mente trasferita<br />
dall'Umbria.<br />
La truppa fu ospitata <strong>in</strong> tre edifici: <strong>il</strong> c<strong>in</strong>ema, <strong>il</strong> Municipio e un deposito agricolo, mentre gli<br />
ufficiali furono collocati <strong>in</strong> case private.<br />
Il cap. LANNEcH, comandante, risiedeva a V<strong>il</strong>la Maria, mentre i suoi capitani subord<strong>in</strong>ati<br />
erano a V<strong>il</strong>la Casotti. Non conosco i loro nomi.<br />
Il cap. LANNECH era sui c<strong>in</strong>quanta anni, alto circa 1,65, molto magro, colorito pallido, capelli<br />
corti castani tendenti al grigio, viso rasato, occhi grigio-azzurri, occhi e orecchie normali,<br />
fumatore di sigarette, forte bevitore e sensib<strong>il</strong>e al fasc<strong>in</strong>o femm<strong>in</strong><strong>il</strong>e. Vestiva una giacca grigio-verde<br />
con stivali da cavallerizzo neri, cappello da ufficiale grigio-verde con stemma<br />
d'argento con aqu<strong>il</strong>a e svastica.<br />
8altro capitano era sui 50, alto 1,75, corporatura robusta, faccia grassa tondeggiante, pelle<br />
fresca, viso rasato, calvo salvo capelli <strong>in</strong>torno al cranio e dietro, naso regolare, occhi normali,<br />
occhi azzurro, forte fumatore di sigarette e forte bevitore, parlava bene <strong>il</strong> francese. Questo<br />
ufficiale una volta mi disse di essere orig<strong>in</strong>ario di GLEIWITZ, Germania. Vestiva di solito una<br />
giacca grigio-verde e calzoni da cavallerizzo, stivaloni neri, cappello da ufficiale grigioverde<br />
con stemma d'argento con aqu<strong>il</strong>a e svastica.<br />
Questa unità aveva un tenente di nome Mi<strong>il</strong>ler che abitava a casa di MANENTI Oreste a<br />
CASINA, quest'ufficiale era sui 35 anni, alto 1,72/1,73, corporatura snella, viso allungato e<br />
rasato, capelli castani corti, occhi scuri, fumava sigarette, sensib<strong>il</strong>e al fasc<strong>in</strong>o femm<strong>in</strong><strong>il</strong>e.<br />
Vestiva la stessa uniforme degli altri due.<br />
Durante l'occupazione tedesca <strong>il</strong> coprifuoco nel nostro comune era <strong>in</strong> vigore dalle nove di<br />
sera alle sei del matt<strong>in</strong>o.<br />
Il matt<strong>in</strong>o del 24 giugno seppi che nella notte precedente (23-24 giugno 44) 20-30 soldati<br />
tedeschi al comando di un capitano di cui non so <strong>il</strong> nome ma che ho descritto avevano assalito<br />
l'OSTERIA LA BETTOLA come rappresaglia per l'uccisione di due della gendarmeria avvenuta<br />
nei pressi dell'osteria poche ore prima. Una casa di contad<strong>in</strong>i vic<strong>in</strong>a era stata assalita e<br />
<strong>in</strong>cendiata. Alcuni degli occupanti fu uccisa ma non so i loro nomi. 80steria LA BETTOLA fu<br />
80
qu<strong>in</strong>di assalita e i 40 ospiti fatti uscire e 32 di loro uccisi e i loro corpi bruciati. Dopo averla<br />
saccheggiata i tedeschi avevano poi bruciato l'osteria, otto persone si erano salvate.<br />
Durante l'occupazione del paese ho ricevuto vari documenti dal loro Comando, uno di questi,<br />
che ho consegnato porta l'<strong>in</strong>dicazione "Posta m<strong>il</strong>itare 33-845".<br />
(...) analogamente ho consegnato un pezzo del nastro che portavano sul cappello con <strong>il</strong><br />
nome "H.SCHRAMM"(?)<br />
(...)<br />
Questa unità della gendarmeria rimase qui f<strong>in</strong>o al 16 luglio per partire poi per la zona di<br />
MESTRE<br />
Letto, confermato e sottoscritto<br />
ROSSI Terenzio<br />
CASINA<br />
PROVo REGGIO EMILIA<br />
14 luglio 1946<br />
Testimonianza di:<br />
Canali Nicola<br />
Maschio<br />
58 anni<br />
Geometra<br />
CASINA<br />
Prov<strong>in</strong>cia di REGGIO EMILIA<br />
Che dichiara:<br />
*****<br />
Il 20 giugno '44 un sergente maggiore della Gendarmeria venne a risiedere a casa mia.<br />
Questo sergente maggiore si chiamava SCHWANIKE Gustav, era sui 45 anni, alto 1,65, robusto,<br />
capelli biondi, calvizie <strong>in</strong>cipiente, occhi azzurri, naso e orecchie regolari, fumatore e<br />
bevitore moderato, sensib<strong>il</strong>e al fasc<strong>in</strong>o femm<strong>in</strong><strong>il</strong>e. Di solito <strong>in</strong>dossava una giacca e calzoni<br />
grigio verde, scarpe da civ<strong>il</strong>e, cappello alto con aqu<strong>il</strong>a d'argento e svastica. Era orig<strong>in</strong>ario di<br />
STENDAL, Germania.<br />
Verso la mezzanotte del 23 giugno '44, fui svegliato da una forte scampanellata alla porta<br />
d'<strong>in</strong>gresso. Aprii la f<strong>in</strong>estra della mia camera da letto e vidi che alcuno soldati cercavano<br />
SCHWANIKE. Lo svegliai e quello parlò ai soldati dalla f<strong>in</strong>estra aperta. Mentre si vestiva i soldati<br />
se ne andarono. Non vidi <strong>il</strong> sergente maggiore uscire ma lo sentii caricare <strong>il</strong> mitra prima<br />
di andarsene.<br />
Rividi SCHWANIKE verso le otto o le nove della matt<strong>in</strong>a (24 giugno '44) quando tornò a casa<br />
per dormire qualche ora. Uscì di nuovo alle undici per tornare verso le c<strong>in</strong>que/sei del pomeriggio<br />
portando bott<strong>in</strong>o frutto di un saccheggio, lenzuola, calze e <strong>in</strong>dumenti da donna, etc.<br />
SCHWANIKE che parlava appena italiano non mi disse dove era stato quella notte, dove si<br />
fosse procurato quella roba.<br />
81
Il sergente maggiore partì con <strong>il</strong> resto della sua unità per la zona di Rovigo <strong>il</strong>15 agosto '44.<br />
Non posso dare altre <strong>in</strong>formazioni sugli altri ufficiali o soldati che stavano qui.<br />
Letto, confermato e sottoscritto<br />
Geom. CANALI Nicola<br />
*****<br />
Vezzano sul Crostolo, 15 luglio 1946<br />
Testimonianza di:<br />
Beneventi Romeo,<br />
Vezzano Sul Crostolo.<br />
Provo Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />
Maschio, 35 anni.<br />
Imprenditore trasporti<br />
Dichiara:<br />
Dall'apr<strong>il</strong>e '43 f<strong>in</strong>o al 24 giugno '44 ero <strong>il</strong> gestore della Osteria della Bettola, La Bettola.<br />
La notte del 23 giugno nella locanda c'erano 37 persone ospiti dell'Osteria, compreso me<br />
stesso, mia moglie e mio figlio.<br />
Circa alle 2l.45 del 23 giugno '44, sentii rumori di spari venire dal ponte de La Bettola e .<br />
seppi la seguente matt<strong>in</strong>a che c'era stato uno scontro fra soldati tedeséhi di Cas<strong>in</strong>a e partigiani.<br />
In quella notte erano stati uccisi due soldati tedeschi e i seguenti partigiani:<br />
ORLANDINI Guer<strong>in</strong>o di 26 anni<br />
CAVICCHIONI Enrico di 23 anni<br />
PIGONI Battista di 21 anni<br />
Fra le 1.30 e le 1.45 del 24 giugno '44 sentii di nuovo rumore di spari e seppi dopo che era<br />
stata attaccata la casa di PRATI che è dall'altra parte della strada. In questo attacco furono<br />
uccise le seguenti persone:<br />
PRATI Felicita di anni 74<br />
PRATI Ligorio di anni 70<br />
PRATI Marianna di anni 37<br />
Verso le 02.00 del 24 giugno 44, circa 30 soldati assalirono la mia Osteria. Due soldati fecero<br />
uscire tutti gli ospiti e li fecero sdraiare a faccia <strong>in</strong> giù a terra di fronte alla Osteria sotto <strong>il</strong><br />
tiro di due mitragliatrici che erano state messe proprio lì di fronte. V ARINI G<strong>in</strong>o, che aveva<br />
parcheggiato la sua corriera proprio dietro l'osteria, fu costretto a consegnare le chiavi del<br />
mezzo prima di essere messo anche lui a terra con gli altri. Dopo una mezz'ora ci fu consentito<br />
di alzarci ma tenendo le mani alzate. Pensammo che stessero per lasciarci andare e stavamo<br />
r<strong>in</strong>graziando i tedeschi per averci risparmiati, quando ci fu detto di dividerci <strong>in</strong> due<br />
gruppi. A un gruppo fu ord<strong>in</strong>ato di andare nel retro dell'Osteria, mentre all'altro fu detto di<br />
andare verso la rimessa. Mia moglie, mia figlia ed io eravamo nel secondo gruppo. Arrivati<br />
vic<strong>in</strong>o alla rimessa ci fu ord<strong>in</strong>ato di entrare. Appena entrati nascosi mia moglie e mia figlia<br />
dentro una piccola lavanderia. Mentre entravamo dentro sentii qualcuno contare f<strong>in</strong>o a tre <strong>in</strong><br />
82
italiano e poi i tedeschi aprire <strong>il</strong> fuoco su quelli che erano dentro con le due mitragliatrici e<br />
varie armi leggere automatiche. Sentii poi grida e <strong>il</strong> suono di altri spari venire dal retro<br />
dell'Osteria. Mentre stavo ancora nascosto nella lavanderia, sentii i soldati tedeschi trasc<strong>in</strong>are<br />
i corpi dei morti e dei feriti dal retro dell'Osteria e gettarli nel garage sopra ai corpi di<br />
quelli uccisi lì. Guardando attraverso un piccolo foro nella porta, vidi i tedeschi coprire i<br />
corpi di paglia e fasc<strong>in</strong>e. Dopo averli cosparsi di benz<strong>in</strong>a li <strong>in</strong>cendiarono. A causa del calore<br />
e del fumo che diventavano <strong>in</strong>sopportab<strong>il</strong>i mia moglie e mia figlia scapparono attraverso<br />
una f<strong>in</strong>estr<strong>in</strong>a nel garage. Dopo aver aspettato abbastanza perché fossero al sicuro anch'io<br />
fuggii dalla stessa parte. Purtroppo i tedeschi mi videro e spararono ferendomi alla spalla e<br />
al viso. Mia moglie che mi aspettava sulla coll<strong>in</strong>etta vic<strong>in</strong>o mi sentii lamentarmi e mi portò<br />
f<strong>in</strong>o alla casa di un contad<strong>in</strong>o da dove fui trasferito all'ospedale di Rivalto [Rivalta]. Dopo<br />
aver bruciato <strong>il</strong> garage, i tedeschi saccheggiarono l'osteria e poi la diedero alle fiamme.<br />
I seguenti ospiti della Osteria della Bettola furono uccisi all'alba del 24 giugno:<br />
(segue elenco)<br />
Non sono <strong>in</strong> grado di descrivere nessuno dei soldati tedeschi che assalirono la mia osteria,<br />
né so i loro nomi.<br />
Ho saputo dopo che questi soldati venivano da Cas<strong>in</strong>a.<br />
Letto, confermato e sottoscritto<br />
Beneventi Romeo<br />
( ... )<br />
83
Wiù'/TIlD LJIlT<br />
Oi'f'ioe of' the:<br />
Del)uty Juàgè Advooate General<br />
GHQ OBN'CRAL MEDlTERl1Ai mAH lCOHJES<br />
~-Vf:I\"~IAL<br />
(B) FOR INTEllROGA'fIOH<br />
. -.~ -""'-._....__.<br />
-_.._---_.----_.... -----~.....----..._------- HAME RANE: UNIT Al<strong>il</strong>l HlW' NATIONALITY I IlE:SCfuPI'ION l'Il:;;; REu'<br />
'EMPLOYED<br />
& REMARKS<br />
----t------t--------<br />
" "<br />
L-_________________________________________________________ ~a<br />
VlAlmID LIST<br />
Depl:t~,. Judge Aa700ate General<br />
GHq C:C1ITRAL :MBDlfDrnlA1lEl~N i:""'O:tlCES<br />
~ -wi>lò -et<strong>il</strong>l!ll"L<br />
(B)<br />
j'OR lliTERROGATION<br />
-r--~·----·---·-:-·--~---I<br />
NAME RANK ; m,lT "ND mw : HATIONALITI IlE:SORIPTION PILE RE!"<br />
i EME'Wl."ED<br />
' ---._-_ .. "T-------<br />
& RIlHAHKS<br />
Il Il /I<br />
L-______________________________________________ ~b<br />
84
WANI'ED IJTIT<br />
Off'ioe of: thfi:<br />
Depllty Judg. !avooat. General<br />
Gli';! CENTRAL JOOlTERRAl<strong>il</strong>lAl! 1'OROES<br />
~:,) '1!liR 8±!;QWI.I\,l;,<br />
(Bl<br />
WR INTERROGATJ;ON<br />
L-________________________________________________________ ~c<br />
a - Scheda di ricerca dei presunti responsab<strong>il</strong>i del massacro della Bettola<br />
Laner o Lannech, capitano, Gendarmeria tedesca a La Bettola, Prov<strong>in</strong>cia di Reggio Em<strong>il</strong>ia, 24<br />
giugno '44.<br />
Tedesco. Altezza 1,65, età circa 50, carnagione pallida, occhi azzurri, capelli castani tendenti al<br />
grigio, rasato, corporatura es<strong>il</strong>e ... Forte bevitore.<br />
Mi<strong>il</strong>ler, tenente, Gendarmeria tedesca a La Bettola, Prov<strong>in</strong>cia di Reggio Em<strong>il</strong>ia, 24 giugno '44.<br />
Tedesco. Altezza 1,75, età circa 35, carnagione rosea, occhi azzurri, capelli chiari lisci con riga<br />
<strong>in</strong> mezzo pett<strong>in</strong>ati <strong>in</strong>dietro, rasato, corporatura es<strong>il</strong>e. Ritenuto orig<strong>in</strong>ario di Brunswick. Non<br />
fumatore.<br />
b - Scheda di ricerca dei presunti responsab<strong>il</strong>i del massacro della Bettola<br />
Keppel Edmond, sergente maggiore, Gendarmeria tedesca a La Bettola, Prov<strong>in</strong>cia di Reggio<br />
Em<strong>il</strong>ia, 24 giugno '44.<br />
Tedesco. Altezza 1,70 circa, circa 40 anni, carnagione pallida, capelli biondi, occhi azzurri, rasato,<br />
corporatura es<strong>il</strong>e. Forte fumatore e bevitore. Qualche conoscenza del francese.<br />
Went Karl, sergente maggiore, Gendarmeria tedesca a La Bettola, Prov<strong>in</strong>cia di Reggio Em<strong>il</strong>ia,<br />
24 giugno '44.<br />
Tedesco. Altezza 1,75, circa 43 anni, carnagione rosea, capelli biondi pett<strong>in</strong>ati <strong>in</strong>dietro, corporatura<br />
robusta, rasato.<br />
c - Scheda di ricerca dei presunti responsab<strong>il</strong>i del massacro della Bettola<br />
Nicolajev, capitano, Gendarmeria tedesca a La Bettola, Prov<strong>in</strong>cia di Reggio Em<strong>il</strong>ia, 24 giugno '44.<br />
Tedesco. Altezza 1,70, età circa45, carnagione scura, corporatura robusta, capelli scuri, baffetti,<br />
fumatore.<br />
Hothelser Friedrich, capitano, Gendarmeria tedesca a La Bettola, Prov<strong>in</strong>cia di Reggio Em<strong>il</strong>ia,<br />
24 giugno '44.<br />
Tedesco. Altezza 1,80, età circa 50, carnagione rosea, robusto, <strong>in</strong>dossa occhiali per leggere, rasato,<br />
corporatura robusta e grassa, forte fumatore e bevitore. Si ritiene orig<strong>in</strong>ario di Freiberg.<br />
85
La Resistenza nello specchio dei decenni:<br />
una proposta didattica<br />
MARIA ASSUNTA FERRETTI<br />
Stanotte è la notte di San Lorenzo, amore mio. E devono cadere le stelle. Da noi qui <strong>in</strong> Toscana si<br />
dice che ogni stella che cade esaudisce un desiderio. Aspetta, 'n dormire ... Sai qual è <strong>il</strong> mio desiderio<br />
stanotte? Di riuscire a trovare le parole per raccontare a te un'altra notte<br />
di San Lorenzo di tant'anni fa ...<br />
(La notte di San Lorenzo di Paolo e Vittorio Taviani)<br />
In quanto evento fondante l'Italia repubblicana, la Resistenza è stata un oggetto di riflessione<br />
cont<strong>in</strong>uamente riproposto e re<strong>in</strong>terpretato: denigrato come <strong>in</strong>ut<strong>il</strong>e eredità e zavorra del<br />
passato, talvolta dimenticato nel generale frastuono di un'Italia <strong>in</strong>volgarita e smemorata o<br />
degradato a vuota retorica nelle celebrazioni ufficiali, ma anche scoperto nella molteplicità<br />
e vitalità dei suoi significati ideali dalla società civ<strong>il</strong>e ed esplorato nel complesso <strong>in</strong>treccio<br />
delle sue componenti dall'<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e storiografica. Basta scorrere l'<strong>in</strong>dice del primo volume<br />
del recente Dizionario della Resistenza! per comprendere come l'approccio esclusivamente<br />
politico della storiografia resistenziale delle orig<strong>in</strong>i sia stato nel tempo affiancato da una<br />
sempre più vasta e profonda esplorazione di carattere socio-antropologico, attenta tra l'altro<br />
ai contributi della storia orale, e come, a voler citare solo alcuni esempi, abbiano trovato<br />
f<strong>in</strong>almente attenzione la Resistenza civ<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> ruolo della donna e quello degli <strong>in</strong>ternati m<strong>il</strong>itari<br />
italiani nei campi tedeschi, le rappresaglie, le stragi e gli eccidi, la deportazioni degli<br />
ebrei, <strong>in</strong>somma tante voci a cui è stata ridata la parola, che sono state sottratte all'obli0 2 •<br />
Obiettivo didattico diventa quello di restituire la complessità del momento considerato e<br />
di contribuire a veicolare l'idea che la sua ricostruzione non è data <strong>in</strong> modo def<strong>in</strong>itivo, crÌstallizzata<br />
<strong>in</strong> una sorta di atemporale immob<strong>il</strong>ità, ma è <strong>il</strong> risultato del cont<strong>in</strong>uo r<strong>in</strong>novarsi<br />
delle domande che i contemporanei - storici e non - pongono al passato, alla luce delle<br />
87
88<br />
priorità, delle metodologie e dello spirito del tempo caratteristici del presente. Chi, per<br />
ragioni anagrafiche, ha una memoria ormai abbastanza lunga, può, rispetto alla propria storia<br />
personale ed alla storia collettiva, cogliere le cont<strong>in</strong>uità-discont<strong>in</strong>uità tra la consapevolezza<br />
di oggi e quella di ieri e ritenere quasi auto evidente l'attività di costante re<strong>in</strong>terpretazione<br />
a cui sottoponiamo la realtà; non così <strong>il</strong> ragazzo, che si confronta con una memoria<br />
personale abbastanza breve e che, nell'attuale momento storico, non può sempre contare su<br />
quella perpetuazione del ricordo <strong>in</strong> passato garantita, <strong>in</strong> primo luogo, dalle narrazioni fam<strong>il</strong>iari.<br />
Per me, che durante l'<strong>in</strong>fanzia ho ascoltato le fiabe nere di mia madre, popolate di partigiani,<br />
fuggiaschi, dispersi <strong>in</strong> mare, fascisti, tedeschi, madri <strong>in</strong> lutto, <strong>il</strong> passato si è presentato<br />
<strong>in</strong> primo luogo come una sorta di spontaneo sgorgare di parole ed immag<strong>in</strong>i affasc<strong>in</strong>anti e<br />
terrib<strong>il</strong>i, una sorta di <strong>in</strong>volontaria propedeutica all'apprendimento della storia. Ma non è<br />
sempre così nel presente, dove <strong>il</strong> racconto orale non è più catena tra le generazioni. In questa<br />
situazione la scuola f<strong>in</strong>isce per essere caricata di compiti ancora più gravosi e deve darsi<br />
strumenti adeguati per aiutare ad <strong>in</strong>tendere <strong>il</strong> trascorrere del tempo ed i suoi riflessi nelle<br />
coscienze.<br />
A tale proposito prenderò <strong>in</strong> considerazione i f<strong>il</strong>m Paisà, Novecento, La notte di San<br />
Lorenzo, scelti per la loro capacità di mostrare tre modi di confrontarsi con i temi resistenziali<br />
<strong>in</strong> tre decenni della nostra storia. Com'è ovvio - per noi, un po' meno per lo studente -<br />
questi f<strong>il</strong>m, che costituiscono un modesto campione dei tanti f<strong>il</strong>m ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i, parlano della<br />
Resistenza sottol<strong>in</strong>eandone aspetti diversi, ma parlano anche di chi li ha realizzati e degli<br />
anni <strong>in</strong> cui sono stati realizzati, di quello che è stato chiamato lo spirito del tempo. Inizierò<br />
dal celeberrimo, benché oggi un po' trascurato, Paisà, presentato alla Mostra di Venezia nel<br />
1946.<br />
Il f<strong>il</strong>m fa parte, <strong>in</strong>sieme a Roma città aperta e a Germania anno zero, di un trittico dedicato<br />
da Roberto Rossell<strong>in</strong>i alle allora recentissime - la realizzazione delle pellicole va dal<br />
1944 al 1948 - vicende belliche e postbelliche. Ne Lo sguardo <strong>in</strong>quiet0 3 Fernaldo Di<br />
Giammatteo racconta la ripresa dell'attività c<strong>in</strong>ematografica italiana nell'estate del 1944 e<br />
con la f<strong>in</strong>e del conflitto <strong>il</strong> ritorno a C<strong>in</strong>ecittà dell'<strong>in</strong>tera produzione, anche di quella che si<br />
era, nell'autunno del 1943, parzialmente trasferita nel territorio della Rsi, a Venezia.<br />
r.; epurazione - molto blanda - dei registi compromessi con <strong>il</strong> regime fascista si era conclusa<br />
con la sospensione dal lavoro per un periodo di sei mesi di Goffredo Alessandr<strong>in</strong>i, Carm<strong>in</strong>e<br />
Gallone e Augusto Gen<strong>in</strong>a e la produzione era cont<strong>in</strong>uata secondo i generi ed i modi consueti:<br />
«chi si fosse <strong>il</strong>luso - commenta Di Giammatteo - che la guerra, la Resistenza e la<br />
liberazione potessero rivoluzionare i cosiddetti gusti dello spettatore, o creassero nuovi spettatori,<br />
ha modo di constatare che poco è cambiato»4. In questo «poco», però, è <strong>in</strong>cluso <strong>il</strong> r<strong>in</strong>novamento<br />
neorealista.<br />
Diceva Rossell<strong>in</strong>i <strong>in</strong> un'<strong>in</strong>tervista r<strong>il</strong>asciata nel 1948 che «<strong>il</strong> grande nemico del c<strong>in</strong>ema è<br />
<strong>il</strong> teatro di posa»5. Fedele all'assunto di limitare al massimo <strong>il</strong> ricorso ad esso, Rossell<strong>in</strong>i,<br />
term<strong>in</strong>ato <strong>il</strong> lavoro preparatorio di Paisà, viaggia con la sua troupe per l'Italia, alla ricerca<br />
dei luoghi per le riprese, dei personaggi, delle storie. Il f<strong>il</strong>m, composto di episodi raccordati<br />
tra di loro da una voce fuori campo, segue l'avanzata degli alleati da sud a nord: sei <strong>in</strong>contri<br />
tra americani ed italiani <strong>in</strong> un paese sic<strong>il</strong>iano, a Napoli, a Roma, a Firenze, nei pressi di<br />
Savignano sull'Appenn<strong>in</strong>o romagnolo, a Porto Tolle sul delta del Po. Con l'eccezione del<br />
primo e del qu<strong>in</strong>to episodio, entrambi girati a Maiori sulla costiera amalfitana, tutte le riprese<br />
sono effettuate sui luoghi stessi delle vicende narrate e pertanto ci restituiscono, soprattutto<br />
<strong>in</strong> alcuni momenti, <strong>il</strong> contesto socio-economico della guerra e dell'immediato dopoguerra<br />
con l'impatto di un documentario. Questa impressione di verità, che è <strong>in</strong> realtà <strong>il</strong>
isultato di una sapiente ricostruzione, è ribadita dall'uso di attori non professionisti. Nel<br />
1946, rispondendo ad un <strong>in</strong>tervistatore, Rossell<strong>in</strong>i affermava <strong>in</strong> proposito:<br />
Paisà è un f<strong>il</strong>m senza attori nel vero senso della parola. Quel negro americano che lei ha trovato<br />
così notevole nell' episodio napoletano sosteneva di avere già <strong>in</strong>terpretato delle piccole<br />
parti, ma mi sono accorto che <strong>in</strong> realtà aveva mentito per essere <strong>in</strong>gaggiato. Tutti i monaci<br />
dell'episodio del monastero sono dei veri monaci. Il pastore e <strong>il</strong> rabb<strong>in</strong>o dell'esercito americano<br />
che parlano con loro sono un vero pastore e un vero rabb<strong>in</strong>o americano. La stessa cosa<br />
per i contad<strong>in</strong>i delle paludi <strong>in</strong>torno a Ravenna che parlano <strong>il</strong> dialetto della zona, come i sici-·<br />
liani dell'<strong>in</strong>izio del f<strong>il</strong>m parlano <strong>il</strong> sic<strong>il</strong>iano. Gli ufficiali <strong>in</strong>glesi sono altrettanto autentici dei<br />
soldati tedeschi, che ho preso fra i prigionieri. E se trova che <strong>il</strong> giovane americano dell'episodio<br />
romano ha del talento, sappia che non aveva mai posato se non davanti alla macch<strong>in</strong>a di<br />
un fotografo che ut<strong>il</strong>izzava i suoi ritratti per la pubblicità delle lamette!6.<br />
Prima di passare ad un esame dettagliato dell'episodio forse più significativo per <strong>il</strong> tema<br />
<strong>in</strong> oggetto, s<strong>in</strong>tetizziamo le varie tappe del viaggio di Paisà. Come abbiamo anticipato, ogni<br />
storia ruota <strong>in</strong>torno ad un <strong>in</strong>contro tra americani ed italiani che a guerra <strong>in</strong> atto o a guerra<br />
f<strong>in</strong>ita riescono a trovare, grazie ad un comune sentire e nonostante le differenze, un accordo<br />
che risulta <strong>in</strong>terrotto dalla morte - come nel primo, nel quarto e nel sesto episodio - o che<br />
comunque, per varie ragioni, non ha occasione di sv<strong>il</strong>upparsi <strong>in</strong> qualcosa di più duraturo.<br />
Unica parziale eccezione al senso di tragedia, di frustrazione o di lab<strong>il</strong>ità che circola nel<br />
f<strong>il</strong>m è l'episodio ambientato nell'Appenn<strong>in</strong>o romagnolo, dove l'<strong>in</strong>contro tra tre cappellani<br />
m<strong>il</strong>itari - un cattolico, un protestante, un ebreo - e i monaci di un convento costituisce una<br />
serena parabola, <strong>in</strong> sé conclusa, sulla tolleranza religiosa.<br />
Il primo episodio si svolge <strong>in</strong> Sic<strong>il</strong>ia, nel momento dello sbarco angloamericano del luglio<br />
1943. Una giovane sic<strong>il</strong>iana accetta di accompagnare una pattuglia americana per evitare un<br />
percorso m<strong>in</strong>ato. Mentre alcuni uom<strong>in</strong>i vanno <strong>in</strong> avanscoperta, Carmela e un soldato di<br />
nome John rimangono <strong>in</strong> attesa <strong>in</strong> un castello abbandonato ed hanno occasione di fraternizzare.<br />
Per un'imprudenza di John saranno scoperti ed uccisi dai tedeschi, nonostante la<br />
coraggiosa difesa di Carmela, gettata per questo da una scogliera e ritenuta, <strong>in</strong>vece, la<br />
responsab<strong>il</strong>e della morte di John dai soldati americani sopraggiunti agli spari.<br />
Si passa qu<strong>in</strong>di a Napoli, dopo l'abbandono da parte dell'esercito tedesco. Un bamb<strong>in</strong>o<br />
avvic<strong>in</strong>a un soldato americano di colore ed approfittando del suo stato di ebbrezza, dopo<br />
una breve peregr<strong>in</strong>azione per le strade della città, gli ruba le scarpe. Qualche giorno più<br />
tardi <strong>il</strong> soldato <strong>in</strong>contra nuovamente lo scugnizzo ed ancora arrabbiato con lui, si fa condurre<br />
a casa sua per riavere le scarpe, ma r<strong>in</strong>uncia ai suoi propositi di fronte alla disperata miseria<br />
del piccolo orfano. «Giustizia e civ<strong>il</strong>tà! Abbasso i mori!» gridavano i pupi nel teatr<strong>in</strong>o<br />
dove lo scugnizzo aveva condotto <strong>il</strong> soldato, ma probab<strong>il</strong>mente la f<strong>in</strong>e della guerra non porterà<br />
giustizia a chi - nero o scugnizzo - si colloca tra gli emarg<strong>in</strong>ati.<br />
Ambientata a Roma, la terza storia racconta di Francesca, una giovane prostituta, che adesca<br />
un soldato americano ubriaco ed ha modo di riconoscerlo come colui che aveva <strong>in</strong>contrato<br />
<strong>in</strong> ben altre, più felici circostanze sei mesi prima, nei giorni della liberazione della<br />
città. Cercherà di r<strong>in</strong>novare l'<strong>in</strong>nocenza di quel primo <strong>in</strong>contro con un nuovo appuntamento,<br />
ma <strong>il</strong> soldato, <strong>il</strong> matt<strong>in</strong>o seguente, distruggerà <strong>il</strong> biglietto <strong>in</strong> cui la donna ha scritto <strong>il</strong> proprio<br />
<strong>in</strong>dirizzo.<br />
Furono <strong>il</strong> secondo ed <strong>il</strong> terzo episodio di Paisà a suscitare più degli altri le critiche dei<br />
contemporanei. Abituati al c<strong>in</strong>ema del ventennio, <strong>in</strong> cui <strong>il</strong> negativo era sistematicamente<br />
espulso o trasferito <strong>in</strong> paesi lontani, e animati da un moralismo per noi diffic<strong>il</strong>e da compren-<br />
89
dere, critici e uom<strong>in</strong>i politici conservatori si <strong>in</strong>dignarono per la rappresentazione realistica,<br />
senza <strong>in</strong>dulgenze, dell'Italia dell'immediato dopoguerra, <strong>in</strong>sorgendo a difesa dell'orgoglio<br />
nazionale. Scriveva <strong>il</strong> critico Gian Luigi Rondi sulle pag<strong>in</strong>e del «Tempo», a proposito dell'episodio<br />
ora s<strong>in</strong>tetizzato:<br />
Non sarebbe stato possib<strong>il</strong>e farne a meno, con grande guadagno per l'estetica, l'opportunità e<br />
la morale? Perché mandare all'estero sim<strong>il</strong>i ritratti delle donne italiane? Non basta quello che<br />
ne diranno i soldati che tornano? Lo stesso valga per l'episodio napoletano che, se ha momenti<br />
di rara felicità, dip<strong>in</strong>ge d'altro canto un <strong>in</strong>ut<strong>il</strong>e quadro della miseria di Napoli, che avremmo<br />
preferito fosse rimasto tra noi).<br />
Dopo la tappa romana, la narrazione cont<strong>in</strong>ua a Firenze, ancora sconvolta dalla battaglia<br />
partigiana che nell'agosto 1944 conduce alla liberazione della città dai tedeschi. Qui una<br />
giovane americana, impegnata nell'assistenza ai feriti, va alla ricerca di Guido, conosciuto<br />
anni prima e diventato <strong>il</strong> famoso capo partigiano Lupo. Dopo aver rischiato la vita sotto <strong>il</strong><br />
fuoco nemico, Harriet viene <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e a sapere che l'amato è morto.<br />
Dopo la tranqu<strong>il</strong>la parentesi del convento romagnolo <strong>in</strong> cui, nell'autunno del 1944, la pace<br />
<strong>in</strong>teriore dei monaci viene prima turbata dall'arrivo di tre cappellani m<strong>il</strong>itari di diverse religioni,<br />
poi ristab<strong>il</strong>ita grazie all'accettazione del pastore protestante e del rabb<strong>in</strong>o, per la cui<br />
salvezza spirituale i monaci digiunano e pregano, l'ultimo episodio ci conduce nel delta del<br />
Po, nel terrib<strong>il</strong>e <strong>in</strong>verno 1944, quando la liberazione sembrava ai combattenti di nuovo lontana,<br />
pur essendo - ma lo si può dire solo con <strong>il</strong> senno di poi - tanto prossima. La voce fuori<br />
campo conclude <strong>in</strong>fatti la storia, dicendo: «Questo accadeva nel Natale 1944. Quattro mesi<br />
dopo la guerra era f<strong>in</strong>ita», considerazione che, venendo dopo la scena dell'esecuzione dei<br />
partigiani, sembra alludere al crudele dest<strong>in</strong>o di chi ha combattuto per un obiettivo che la<br />
morte prematura gli impedirà di vedere realizzato.<br />
Il racconto si apre con una scena meritatamente famosa: un cadavere, tenuto a galla da un<br />
salvagente e sovrastato da un cartello con la scritta Partigiano, è trasc<strong>in</strong>ato a valle dalla corrente<br />
del fiume, sotto lo sguardo attonito di un gruppo di donne e bamb<strong>in</strong>i. Siamo nel vivo<br />
della tragedia italiana, nel cuore di quelle vicende che Rossell<strong>in</strong>i all'epoca def<strong>in</strong>iva «come le<br />
più importanti esperienze della nostra vita»8. Mario Isnenghi ha dedicato un saggio a<br />
L'esposizione della morte 9 , cioè a quella pedagogia funeraria che si estr<strong>in</strong>secava <strong>in</strong> rituali e<br />
scenografie della morte, esibendo, talvolta con una macabra mostra it<strong>in</strong>erante, <strong>il</strong> cadavere<br />
del nemico straziato e d<strong>il</strong>eggiato. Tale esibizione prevedeva molteplici varianti, tra cui proprio<br />
quella di affidare alla corrente dei fiumi «la mob<strong>il</strong>ità e la visib<strong>il</strong>ità delle spoglie del<br />
ribelle, legato a delle tavole» IO. La trama dell'episodio è l<strong>in</strong>eare: un gruppo di partigiani,<br />
affiancati da agenti americani dell'Oss (Offiee of Strategie Serviee) e da due aviatori <strong>in</strong>glesi,<br />
cerca di sfuggire ai tedeschi <strong>in</strong> una situazione di estremo pericolo, <strong>in</strong> cui scarseggiano viveri<br />
e munizioni. Una famiglia di pescatori rifoc<strong>il</strong>la la banda, ma viene sterm<strong>in</strong>ata per rappresaglia.<br />
La rappresentazione della povera casa costituisce una testimonianza veritiera della<br />
realtà economico-sociale del delta, non dissim<strong>il</strong>e da quella fornita da altri successivi documentari<br />
sullo stesso soggetto ll . Anche i lanci aerei falliscono e le scorte di munizioni f<strong>in</strong>iscono<br />
<strong>in</strong> mare. Circondati dai nemici, partigiani e alleati si arrendono: i partigiani verranno<br />
giustiziati, mentre, protetti dalle convenzioni <strong>in</strong>ternazionali, i soldati angloamericani saranno<br />
probab<strong>il</strong>mente <strong>in</strong>ternati <strong>in</strong> qualche campo di prigionia, con l'eccezione di Dale, che, per<br />
uno spontaneo moto di ribellione di fronte alla brutalità dell'esecuzione, verrà abbattuto dai<br />
tedeschi. La conclusione dell'episodio è speculare rispetto all'<strong>in</strong>izio, concentrandosi come<br />
90
quello sul significato funebre delle acque paludose: i partigiani, sp<strong>in</strong>ti dai tedeschi, precipitano<br />
con un tonfo sordo nel fiume.<br />
Quella dell'ultimo episodio di Paisà è una ricostruzione che avviene a breve distanza dagli<br />
eventi e tende a sottol<strong>in</strong>eare con immag<strong>in</strong>i di grande forza metaforica - la vastità e nudità<br />
del paesaggio fluviale trasmettono un senso di profondo sgomento e di esperienza del limite<br />
-l'epos di una lotta patriottica condotta da gente del popolo <strong>in</strong> condizioni spirituali e materiali<br />
disperate, <strong>in</strong> un ambiente ost<strong>il</strong>e, con scarse risorse. I combattenti sono fraternamente<br />
sostenuti da altri popolani e dall'impegno degli alleati di cui, come abbiamo visto, viene sottol<strong>in</strong>eata<br />
la solidarietà con i resistenti, cementata dalla condivisione di una vita durissima,<br />
f<strong>in</strong>o al sacrificio f<strong>in</strong>ale, come dimostra la morte di Dale. Qualche considerazione critica è<br />
riservata da Rossell<strong>in</strong>i, come già nell'episodio fiorent<strong>in</strong>o, agli <strong>in</strong>glesi, <strong>in</strong> ciò esprimendo<br />
un'op<strong>in</strong>ione diffusa tra i partigiani; l'atteggiamento <strong>in</strong>glese <strong>in</strong>izialmente ost<strong>il</strong>e agli italiani e<br />
l'ampia diffusione del mito americano avevano <strong>in</strong>fatti creato una corrente di op<strong>in</strong>ione più<br />
favorevole agli americani che agli <strong>in</strong>glesi 12 • È proprio ad un membro dell'Oss che spetta nell'episodio<br />
<strong>il</strong> compito di chiarire con semplicità le ragioni della lotta partigiana. In risposta<br />
alla notizia del proclama del generale Alexander, che <strong>il</strong> 13 novembre 1944 aveva annunciato<br />
la f<strong>in</strong>e delle ost<strong>il</strong>ità ed <strong>in</strong>vitato i partigiani a conservare armi e munizioni <strong>in</strong> attesa di nuovi<br />
ord<strong>in</strong>i, Dan dichiara: «Questa gente non combatte per l'impero britannico, combattono per la<br />
loro vita!». Alla f<strong>in</strong>e dell'episodio si aggiungono altre buone ragioni per combattere i tedeschi:<br />
contrastare quella volontà di dom<strong>in</strong>io che si manifesta nel discorso dell'ufficiale ai prigionieri<br />
angloamericani:<br />
Noi tedeschi non ci preoccupiamo di nulla e di nulla abbiamo paura! La guerra che combattiamo<br />
vuoI dire la vita o la morte per noi! Noi stiamo costruendo una nuova civ<strong>il</strong>tà che dovrà<br />
durare m<strong>il</strong>le anni! E i tedeschi lo faranno! Noi manterremo ad ogni costo le promesse fatte al<br />
mondo, perché questa è la nostra missione!<br />
Ut<strong>il</strong>izzando le categorie <strong>in</strong>terpretative del noto e dibattuto saggio di Pavone Una guerra<br />
civ<strong>il</strong>e, possiamo dire che <strong>in</strong> Paisà emerge l'idea della Resistenza come guerra patriottica <strong>in</strong><br />
cui <strong>il</strong> nemico tedesco viene contrastato dall'unione delle forze partigiane e alleate; poco spazio<br />
viene dato ai fascisti, che compaiono solo nell'episodio ambientato a Firenze come odiosi<br />
cecch<strong>in</strong>i che sparano sui resistenti e ne vengono uccisi. Storicamente parlando, siamo<br />
ancora al di qua dell'espulsione dei comunisti dal governo e dall'<strong>in</strong>izio ufficiale della guerra<br />
fredda, che avrebbe spezzato sia nella politica nazionale che <strong>in</strong> quella <strong>in</strong>ternazionale l'unità<br />
costruita per combattere <strong>il</strong> nazifascismo. Negli anni C<strong>in</strong>quanta, non a caso, <strong>il</strong> c<strong>in</strong>ema avrebbe,<br />
con qualche eccezione, dimenticato la Resistenza, che di quell'unità antifascista era stata<br />
l'espressione ll .<br />
•<br />
I fascisti, che comparivano solo marg<strong>in</strong>almente <strong>in</strong> Paisà, sono <strong>in</strong>vece al centro del racconto<br />
resistenziale - ai tedeschi si allude solo per brevi cenni - <strong>in</strong> Novecento, realizzato da<br />
Bernardo Bertolucci nel 1976. Com'è noto, la pellicola non ha la Resistenza come soggetto<br />
pr<strong>in</strong>cipale e non la mette <strong>in</strong> scena se non nel momento conclusivo, tuttavia più di altri f<strong>il</strong>m<br />
ne chiarisce le componenti legate alla lotta di classe che la temperie degli anni Settanta, con<br />
l'apogeo dell'egemonia culturale della s<strong>in</strong>istra, portava <strong>in</strong>evitab<strong>il</strong>mente a sottol<strong>in</strong>eare 14 • Dice<br />
<strong>in</strong> proposito Giuseppe Bertolucci, cosceneggiatore del f<strong>il</strong>m <strong>in</strong>sieme al fratello Bernardo e a<br />
Franco «Kim» Arcalli:<br />
Kim portava anche <strong>il</strong> contributo di una memoria storica, poetica; <strong>il</strong> processo f<strong>in</strong>ale al padrone<br />
91
era molto suo, diceva che nella Resistenza c'era quest'anima che era stata poi trascurata, perduta.<br />
Ci raccontò per esempio di un'azione <strong>in</strong> una caserma, con un partigiano che aveva preso<br />
la bandiera tricolore e ne aveva strappato via <strong>il</strong> verde e <strong>il</strong> bianco, ma questa scena nel f<strong>il</strong>m<br />
non l'abbiamo lasciata 15.<br />
La pellicola <strong>in</strong>izia con <strong>il</strong> 25 apr<strong>il</strong>e 1945 nella pianura padana em<strong>il</strong>iana; ritorna <strong>in</strong>dietro<br />
all'anno 1900, al giorno <strong>in</strong> cui nascono i due protagonisti, <strong>il</strong> bracciante Olmo e l'agrario<br />
Alfredo; ne segue le vicende politico-esistenziali <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e cronologico e secondo <strong>il</strong> susseguirsi<br />
delle stagioni, dall'estate dell'<strong>in</strong>fanzia primo-novecentesca al livido <strong>in</strong>verno della<br />
maturità nei tardi anni Trenta; ripropone <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e le immag<strong>in</strong>i <strong>in</strong>iziali, secondo una modalità<br />
non più mimetico-realistica bensì, come vedremo, epico-utopica. Il secolo, nella sua dimensione<br />
regionale padana, viene r<strong>il</strong>etto da Bertolucci a partire dai concetti di classe - la contrapposizione<br />
tra proletariato rurale e grande borghesia agraria - e la Liberazione appare<br />
come la vittoria f<strong>in</strong>ale del proletariato rurale (con tutti i limiti che vedremo) nella guerra<br />
contro <strong>il</strong> fascismo sostenuto dagli agrari, dopo la battaglia perduta degli anni Venti.<br />
All'<strong>in</strong>izio del f<strong>il</strong>m i braccianti, armati di forconi, <strong>in</strong>seguono la diabolica coppia dei fascisti<br />
Att<strong>il</strong>a e Reg<strong>in</strong>a, che ha commesso nefandezze di ogni genere, agendo come braccio armato<br />
della borghesia agraria contro i braccianti, ma macchiandosi anche di altre violenze come lo<br />
stupro e l'uccisione di un bamb<strong>in</strong>o. Dice <strong>in</strong> proposito Bertolucci: «Att<strong>il</strong>a e Reg<strong>in</strong>a non sono<br />
<strong>il</strong> fascismo, ma la concentrazione dell'aggressività di tutti i personaggi borghesi del f<strong>il</strong>m,<br />
delegati a farlo come certi personaggi del dramma elisabettiano»16. O, magari, del melodramma<br />
italiano, le cui storie sono così spesso popolate di cattivi irredimib<strong>il</strong>i.<br />
Contemporaneamente <strong>il</strong> piccolo Leonida, arma <strong>in</strong> pugno, fa prigioniero Alfredo <strong>in</strong>neggiando<br />
a Stal<strong>in</strong>.<br />
Il f<strong>in</strong>ale del f<strong>il</strong>m riprende e conclude le due scene: Att<strong>il</strong>a è ucciso nel cimitero, mentre a<br />
Reg<strong>in</strong>a vengono tagliati i capelli; Alfredo subisce un processo da parte dei partigiani e dei<br />
braccianti. La rappresentazione, come abbiamo anticipato, perde quasi completamente le<br />
connotazioni realisti che e non pretende più di mostrare gli eventi <strong>in</strong> modo verosim<strong>il</strong>e, ma li<br />
trasfigura nel regno dell'utopia, del come-si-vorrebbe-che-fosse, ed assume un tono volutamente<br />
didascalico. Tutto ciò risulta evidente f<strong>in</strong> dalle prime scene, <strong>in</strong> cui dall'alto di un<br />
pagliaio Anita, la figlia di Olmo, avvista Att<strong>il</strong>a e Reg<strong>in</strong>a <strong>in</strong> fuga e descrive ai compagni queste<br />
ed altre visioni, come l'arrivo su un cavallo bianco del padre Olmo, l'eroe proletario<br />
ritornato dall'es<strong>il</strong>io a cui era stato costretto dal fascismo. La posizione sopraelevata della<br />
ragazza, che guarda verso un lontano orizzonte, la luce morbida e calda, la musica epicamente<br />
<strong>in</strong>tonata segnalano <strong>il</strong> passaggio ad un'altra modalità narrativa. I partigiani-contad<strong>in</strong>i<br />
che scendono dalla montagna chiedono ai braccianti: «È vero che date la terra a chi la lavora?»,<br />
chiarendo <strong>in</strong>direttamente i moventi della loro scelta resistenziale, come appare con<br />
ancor maggiore evidenza nel successivo processo al padrone.<br />
8aspirazione alla giustizia sociale dei resistenti, <strong>in</strong> particolare - ma non solo - da parte<br />
della componente comunista, e la prospettiva della realizzazione di un mondo nuovo sono<br />
ampiamente documentate nel già citato saggio di Pavone, sia nella forma della società socialista<br />
che aveva <strong>il</strong> suo modello nell'Unione Sovietica di Stal<strong>in</strong> -le ultime parole del partigiano<br />
comunista di fronte al plotone d'esecuzione potevano essere Viva Stal<strong>in</strong>! - sia <strong>in</strong> forme<br />
meno politicamente connotate, più sfumate e generiche.<br />
Per un operaio di La Spezia andava da sé che la Resistenza, essendo stata fatta per abbattere <strong>il</strong><br />
fascismo, ne sarebbe conseguito l'abbattimento del capitalismo:<br />
92
«Avevamo un prefetto socialista e un questore comunista, avevamo i centri di potere <strong>in</strong> mano,<br />
<strong>in</strong> questo quadro era logico pensare: beh, compagni, diamoci da fare a ricostruire perché ora<br />
al governo ci siamo noi. Noi, per la nostra situazione, pensavamo che <strong>il</strong> socialismo fosse qui,<br />
quando la sera facevamo le riunioni, parlavamo di come costruire la società socialista, di<br />
comunismo, non d'altro»17.<br />
Di Ponente, <strong>il</strong> comandante della divisione garibald<strong>in</strong>a Arno, i biografi Emirene e G<strong>in</strong>o<br />
Varlecchi scrivono a caldo che<br />
«combatteva sì contro <strong>il</strong> nemico nazifascista, ma che nella sua rossa sfolgorante camicia era<br />
considerato, e giustamente, <strong>il</strong> combattente di una più "grande guerra", quella di tutti gli<br />
oppressi contro gli oppressori, della povertà contro la ricchezza, della giustizia contro l'<strong>in</strong>giustizia»!8.<br />
Nel f<strong>il</strong>m di Bertolucci <strong>il</strong> vecchio ord<strong>in</strong>e viene giudicato e condannato dai partigiani-proletari.<br />
Il giudizio, con tanto di imputato, testimoni e giudice, avviene <strong>in</strong> un'atmosfera da festa<br />
popolare, accompagnata dalla fisarmonica che suona Bandiera rossa e da un cantastorie che<br />
<strong>in</strong>tona un canto nella tradizione dei maggi appenn<strong>in</strong>ici, sotto <strong>il</strong> cielo rosso di una bandiera,<br />
cucita pezzo dopo pezzo dalle contad<strong>in</strong>e nei bui anni del fascismo e seppellita <strong>in</strong> attesa dei<br />
tempi migliori che sono f<strong>in</strong>almente giunti!9. Come viene ripetutamente ribadito, non si tratta<br />
di un processo all'<strong>in</strong>dividuo Alfredo Berl<strong>in</strong>ghieri, ma alla figura simbolica del padrone di<br />
cui quest'ultimo è solo la cont<strong>in</strong>gente <strong>in</strong>carnazione. Pertanto, <strong>il</strong> giudice Olmo può dire:<br />
«Allegri compagni, <strong>il</strong> padrone è morto! Il padrone non esiste più!» e poco oltre: «Il padrone<br />
è morto, ma Alfredo Berl<strong>in</strong>ghieri è vivo e noi non dobbiamo ucciderlo». La Resistenza, pertanto,<br />
non avrà uno sbocco rivoluzionario: Olmo, come rappresentante del partito comunista,<br />
si <strong>in</strong>carica di mediare tra <strong>il</strong> mondo dell'utopia ed <strong>il</strong> pr<strong>in</strong>cipio di realtà, <strong>in</strong>ducendo i partigiani<br />
a consegnare le armi agli uom<strong>in</strong>i del Comitato di Liberazione Nazionale, esponenti<br />
dell'unità antifascista - composta da democristiani, liberali, socialisti, comunisti ed azionisti<br />
- sancita dalla svolta di Salerno. Come a dire che <strong>il</strong> patto resistenziale, da cui è nata l'Italia<br />
repubblicana, forse non ha creato una società senza classi, ma ha comunque abbattuto un<br />
ord<strong>in</strong>e sociale fondato sul totale disconoscimento dei diritti dei lavoratori: «Il padrone è<br />
vivo» dice Alfredo alla conclusione del processo, ma sicuramente non è più <strong>il</strong> padrone che<br />
esercitava sul bracciante un potere senza limitazioni. La società comunista rimane una meta<br />
a cui tendere, ma si allontana <strong>in</strong>def<strong>in</strong>itamente nel futuro.<br />
Sei anni dopo, nel 1982, Paolo e Vittorio Taviani girano La notte di San Lorenzo, che ha<br />
ancora per oggetto temi resistenziali, ma <strong>in</strong>seriti <strong>in</strong> un contesto <strong>in</strong> cui, pur rimanendo ferma<br />
la presa di posizione antifascista, le contrapposizioni politiche sono sentite come profonda<br />
lacerazione di un tessuto comunitario e non sono presentate nella forma di un contrasto di<br />
classe: come vedremo più dettagliatamente nell'analisi del f<strong>il</strong>m, più forte che <strong>in</strong> Novecento è<br />
<strong>in</strong>somma la percezione della Resistenza come guerra civ<strong>il</strong>e. È nota la r<strong>il</strong>uttanza della s<strong>in</strong>istra<br />
- non della destra - ad <strong>in</strong>terpretare la lotta di liberazione anche come guerra civ<strong>il</strong>e,<br />
r<strong>il</strong>uttanza che va comunque al di là del caso italiano, perché «è <strong>il</strong> fatto stesso della guerra<br />
civ<strong>il</strong>e che reca <strong>in</strong> sé qualcosa che alimenta la tendenza a seppellirne <strong>il</strong> ricordo»20. La qualificazione<br />
di «civ<strong>il</strong>e» e «fratricida» da parte di chi tale guerra ha combattuto rimanda alla percezione<br />
soggettiva che <strong>il</strong> nemico, nonostante tutto, è parte della stessa comunità locale,<br />
nazionale o talvolta sovranazionale, cosa che non sempre i combattenti sono disposti ad<br />
ammettere. Questo ritengo spieghi come lo spettatore di Novecento non abbia la sensazione<br />
di assistere alla rappresentazione di una guerra civ<strong>il</strong>e: <strong>il</strong> fascista Att<strong>il</strong>a, a differenza di<br />
Alfredo, viene presentato con i tratti della deformità morale, per cui non è percepito come<br />
<strong>93</strong>
membro della stessa comunità paesana a cui appartengono i braccianti, né della nazione italiana<br />
e, a dire <strong>il</strong> vero, neppure dell'umanità. Questo spiega <strong>in</strong>oltre come, all'opposto, chi<br />
vede La notte di San Lorenzo ne ricavi l'impressione di una guerra combattuta tra paesani,<br />
vic<strong>in</strong>i di casa, parenti o, nel caso dei soldati tedeschi, tra membri di una stessa umanità<br />
accomunata dalla morte e dal lutto.<br />
In un'<strong>in</strong>tervista Paolo Taviani così spiega la genesi del f<strong>il</strong>m:<br />
Per parlare della Notte di San Lorenzo dobbiamo fare un passo <strong>in</strong>dietro. Da bamb<strong>in</strong>i abbiamo<br />
vissuto <strong>il</strong> passaggio della guerra ... Questo momento è sempre stato dentro di noi e sempre ci<br />
siamo detti che dovevamo raccontare quella storia che abbiamo vissuto <strong>in</strong> prima persona,<br />
tanto è vero che quando andammo a Pisa all'università e scoprimmo <strong>il</strong> c<strong>in</strong>ema e avemmo una<br />
macch<strong>in</strong>a da presa e un po' di soldi dal Comune e dalla Prov<strong>in</strong>cia per fare <strong>il</strong> nostro primo cortometraggio<br />
di una dec<strong>in</strong>a di m<strong>in</strong>uti, esso si <strong>in</strong>titolava San M<strong>in</strong>iato 1944 e parlava, anche se<br />
<strong>in</strong> chiave completamente diversa perché era documentaristica, di questo episodio ...<br />
Per questo f<strong>il</strong>m, anche se volevamo farlo non forzavamo la mano, sentivamo che si doveva<br />
allontanare nel tempo <strong>in</strong> modo che non fossero passati appena qu<strong>in</strong>dici o vent'anni ma una<br />
trent<strong>in</strong>a, aff<strong>in</strong>ché fosse ben digerito non solo nella nostra ma nella coscienza di tutti. Quando<br />
abbiamo deciso di riprendere <strong>in</strong> mano la storia e siamo andati a controllarla <strong>in</strong> Toscana, ci<br />
siamo resi conto che era profondamente radicata nella coscienza della comunità, ma anche<br />
che ognuno ce la raccontava <strong>in</strong> una maniera diversa. Ormai non era più la storia raccontata<br />
nel dopoguerra dal grande c<strong>in</strong>ema italiano, ma era quasi una leggenda, si era deformata come<br />
i racconti orali che si tramandavano di padre <strong>in</strong> figlio e arrivava a noi <strong>in</strong> una forma nuova e<br />
vecchissima, quasi sim<strong>il</strong>e a una fiaba, perché alla base di questi racconti diversi uno dall'altro<br />
c'era un tema costante comune a tutti: nel momento <strong>in</strong> cui tutto sembra perduto, tutto si può<br />
salvare.<br />
Il fatto che nei diversi racconti ci fosse questa costante ci ha fatto vedere la contemporaneità<br />
del sentimento, <strong>in</strong> un momento come oggi <strong>in</strong> cui c'è questo sconcerto, questa disperazione<br />
dappertutto, questa mancanza di speranza. Ci dicevamo: «ci raccontano questo quasi per farsi<br />
coraggio loro stessi, adesso.}l.<br />
Il passo sopra riportato si presta a numerose considerazioni. In primo luogo pone come<br />
centrale un problema che negli anni Novanta avrà ampia risonanza nella storiografia proprio<br />
<strong>in</strong> relazione agli eccidi ed alle stragi, come quella di San M<strong>in</strong>iato, avvenuti nell'estate 1944:<br />
si tratta del tema della memoria - condivisa, divisa o plurale - considerato tanto nella sua<br />
dimensione <strong>in</strong>dividuale, quanto <strong>in</strong> quella collettiva, della comunità locale chiamata a perpetuare<br />
ed elaborare <strong>il</strong> ricordo ed <strong>il</strong>lutt0 22 • Nel f<strong>il</strong>m la diversità delle narrazioni sulla strage di<br />
San M<strong>in</strong>iato (o, come si chiama nella pellicola, di San Mart<strong>in</strong>o) si tradurrà nella scelta di<br />
una narrazione corale che, se dà largo spazio al punto di vista della piccola Cec<strong>il</strong>ia, non<br />
r<strong>in</strong>uncia per questo ad <strong>in</strong>trecciare i f<strong>il</strong>i delle tante storie dei fuggiaschi ed entra spesso, nella<br />
forma del monologo <strong>in</strong>teriore, nella coscienza stessa dei personaggi. Nelle parole di Paolo<br />
Taviani si fa <strong>in</strong>oltre esplicito riferimento al nesso passato-presente, penui <strong>in</strong> un'Italia altrettanto<br />
lacerata - questa volta dal terrorismo e dallo «stragismo» degli anni Settanta e dei<br />
primi anni Ottanta - e priva di speranza nel futuro, la vicenda della fuga e della salvezza di<br />
un piccolo gruppo, solidale <strong>in</strong>torno alla figura di un vecchio e carismatico contad<strong>in</strong>o, diventa<br />
racconto esemplare per la comunità che ricorda, i registi e lo spettatore. Non tutti, per la<br />
verità, si salvano, ma la cont<strong>in</strong>uità del gruppo è garantita ed alla f<strong>in</strong>e i sopravvissuti, dopo la<br />
liberazione da parte degli anglo-americani, possono fare festosamente ritorno alle loro case<br />
(o a quello che ne è rimasto) sotto una pioggia rigeneratrice 23 •<br />
Il racconto si apre con una f<strong>in</strong>estra spalancata sul cielo stellato di Firenze, nella notte di<br />
94
San Lorenzo. Nel prologo della vicenda, sullo sfondo della volta celeste attraversata da una<br />
stella cadente, una voce femm<strong>in</strong><strong>il</strong>e esprime <strong>il</strong> desiderio di rievocare, per quello che si suppone<br />
<strong>il</strong> suo bamb<strong>in</strong>o, una vicenda che le è accaduta tanti anni prima. Il tempo regredisce all'agosto<br />
del 1944: <strong>in</strong> una chiesetta di campagna si celebra <strong>il</strong> matrimonio tra l'adolescente<br />
Bell<strong>in</strong>dia, <strong>in</strong> attesa di un bamb<strong>in</strong>o, e Corrado, un giovane renitente alla leva. La cerimonia è<br />
vista con gli occhi di Cec<strong>il</strong>ia, la donna ascoltata nel prologo, che all'epoca aveva solo sei<br />
anni. Da questo momento <strong>in</strong> avanti <strong>il</strong> suo punto di vista <strong>in</strong>fant<strong>il</strong>e sarà quello dom<strong>in</strong>ante,<br />
benché non esclusivo, e darà alla vicenda <strong>il</strong> sapore di una fiaba, come ne Il sentiero dei nidi<br />
di ragno di Italo Calv<strong>in</strong>o. Poco distante, nella cittad<strong>in</strong>a di San Mart<strong>in</strong>o, persone di varia età<br />
e ceto sociale decidono di seguire un vecchio contad<strong>in</strong>o, <strong>il</strong> cui nome - Galvano - è non a<br />
caso quello di un cavaliere della corte di re Artù. Questi vuole andare alla ricerca degli americani,<br />
ormai vic<strong>in</strong>i, anziché obbedire ai tedeschi che, dopo aver m<strong>in</strong>ato case che saranno<br />
fatte esplodere durante la notte, hanno chiesto alla popolazione di concentrarsi nella chiesa.<br />
Indossati abiti neri per confondersi con le tenebre, Galvano e i suoi compagni si allontanano<br />
da San Mart<strong>in</strong>o; gli altri abitanti, fidandosi delle assicurazioni del vescovo che <strong>in</strong> buona<br />
fede crede ai tedeschi, rimangono e si radunano nella cattedrale. Ai fuggiaschi si aggregano<br />
<strong>in</strong> seguito gli <strong>in</strong>vitati al matrimonio e gli sposi.<br />
L'avventura del gruppo di Galvano e quella degli abitanti rimasti <strong>in</strong> città scorrono per<br />
qualche tempo parallelamente, f<strong>in</strong>ché questi ultimi, concentrati nella chiesa, non vengono<br />
sterm<strong>in</strong>ati dalle bombe dei tedeschi, con la complicità dei m<strong>il</strong>iti fascisti. Mentre nella colonna<br />
sonora una voce canta <strong>il</strong> Requiem verdiano, lo spettatore assiste al massacro come se si<br />
trovasse davanti alla cattedrale di San Mart<strong>in</strong>o-San M<strong>in</strong>iato: alcune fragorose esplosioni,<br />
provenienti dall'<strong>in</strong>terno, abbattono le porte dell'edificio da cui escono sconvolti e urlanti i<br />
sopravvissuti. Nella realtà storica la strage di San M<strong>in</strong>iato non si verifica 1'8 agosto 1944,<br />
come nel f<strong>il</strong>m, ma <strong>il</strong> 22 luglio, nell'ambito degli <strong>in</strong>terventi m<strong>il</strong>itari dell'esercito tedesco che<br />
<strong>in</strong>sangu<strong>in</strong>ano la Toscana nell'estate di quell'anno e che sono parte di una vera e propria<br />
«guerra ai civ<strong>il</strong>i»24. I morti nella chiesa del paese sono, secondo alcune stime, c<strong>in</strong>quantaquattro2s,<br />
mentre nell'<strong>in</strong>tera Toscana le vittime di rappresaglie, stragi ed eccidi ammontano<br />
ad oltre quattrom<strong>il</strong>a.<br />
Nella vicenda narrata da La notte di San Lorenzo, tra i morti della strage di San Mart<strong>in</strong>o,<br />
vi è anche Bell<strong>in</strong>dia, che, <strong>in</strong> attesa di un bamb<strong>in</strong>o, non è riuscita a tenere <strong>il</strong> passo dei fuggiaschi<br />
ed è stata costretta a tornare <strong>in</strong>dietro, condividendo così <strong>il</strong> tragico dest<strong>in</strong>o degli abitanti<br />
riuniti nella chiesa. Sapremo più tardi che <strong>il</strong> marito, rimasto fuori dal paese per non <strong>in</strong>correre<br />
nella punizione prevista per i renitenti alla leva, è accorso all'esplosione <strong>in</strong> tempo per<br />
vedere portare fuori <strong>il</strong> cadavere della sua sposa bamb<strong>in</strong>a e ne è rimasto sconvolto al punto<br />
da perdere temporaneamente la memoria. Lo strazio della madre di Bell<strong>in</strong>dia che trasc<strong>in</strong>a <strong>il</strong><br />
cadavere della figlia fuori della chiesa, sulle note del Requiem verdiano, è speculare al<br />
compianto dei soldati tedeschi per i loro comm<strong>il</strong>itoni morti che si vede <strong>in</strong> una scena successiva:<br />
una corriera, trasformata <strong>in</strong> carro funebre, procede lentamente affiancata da uno scomposto<br />
drappello, mentre uno dei soldati canta uno struggente brano del Tannhiiuser. A tanti<br />
anni di distanza dalla conclusione della guerra, si può dunque accettare di unire <strong>in</strong> un moto<br />
di compassione morti italiani e morti tedeschi, ferma restando la condanna del nazifascismo.<br />
Altrettanto importante per l'<strong>in</strong>terpretazione del f<strong>il</strong>m rimane la scena della battaglia tra i<br />
fuggiaschi ed i partigiani da una parte, le m<strong>il</strong>izie fasciste dall'altra, nel mezzo di un campo<br />
di grano. Questo episodio è preceduto dall'<strong>in</strong>contro tra <strong>il</strong> gruppo di Galvano ed i partigiani<br />
di Bruno, che hanno deciso di aiutare i contad<strong>in</strong>i a mietere rapidamente <strong>il</strong> grano ed a<br />
nasconderlo nel bosco per impedirne la requisizione da parte dei fascisti. In questa occasio-<br />
95
96<br />
ne non solo Galvano ed i fuggiaschi affiancano i partigiani nel lavoro, ma una parte di loro<br />
entra a far parte della banda. L'ammissione nel gruppo è sancita, nel bosco, dalla r<strong>in</strong>uncia al<br />
proprio nome e con esso ad una vita quotidiana meno avventurosa ed «eroica» di quella che<br />
ci si appresta a condurre: <strong>il</strong> battesimo partigiano, <strong>in</strong> cui ognuno assume <strong>il</strong> nome che più<br />
sembra corrispondere alle proprie fattezze, alla proprio più <strong>in</strong>timo sentire, alle proprie radici<br />
culturali 26 , è un bell'esempio di trasfigurazione fiabesca della vicenda resistenziale, conforme<br />
al punto di vista <strong>in</strong>fant<strong>il</strong>e che i registi hanno deciso di assumere come dom<strong>in</strong>ante nel<br />
loro racconto e all'aura leggendaria di cui la memoria popolare ha, col tempo, circonfuso l'episodio<br />
storico. Quando arrivano i fascisti, si scatena nel campo una guerra non meno<br />
cruenta per <strong>il</strong> fatto di opporre persone che si conoscono. Che si tratti di guerra fratricida, tra<br />
membri della stessa comunità, è sottol<strong>in</strong>eato dal particolare che i contendenti si chiamano<br />
per nome. Mentre procede carponi nel grano, Rosanna, una giovane del gruppo di Galvano,<br />
urta un fascista, lo guarda e grida: «Giuseppe! Ma la zia lo sa che sei con questi?»; riconoscerlo<br />
come cug<strong>in</strong>o non impedirà alla ragazza di sv<strong>in</strong>colarsi dal suo abbraccio per consentire<br />
al partigiano Bruno di prendere la mira ed ucciderlo.<br />
La battaglia raggiunge <strong>il</strong> suo culm<strong>in</strong>e nel momento <strong>in</strong> cui, davanti agli occhi di Cec<strong>il</strong>ia, <strong>il</strong><br />
cantore popolare Ol<strong>in</strong>to, che conosce a memoria l'Iliade e la recita nelle feste paesane, si fa<br />
avanti armato di forcone per uccidere <strong>il</strong> fascista Giglioli, che ha appena abbattuto un compaesano<br />
e ne ha sfregiato <strong>il</strong> cadavere; a vendicare Ol<strong>in</strong>to, che cade a sua volta sotto i colpi di<br />
Giglioli, giungono Bruno ed altri partigiani, che appaiono a Cec<strong>il</strong>ia nelle vesti degli antichi<br />
eroi greci e trafiggono con le loro lance <strong>il</strong> nemico. Con ciò sembra ribadito <strong>il</strong> pr<strong>in</strong>cipio che,<br />
comunque, per quanto la violenza <strong>in</strong>flitta e subita non risparmi nessuno, fascisti e antifascisti<br />
non possono essere messi sullo stesso piano: dal riconoscimento che i fascisti appartengono<br />
alla stessa comunità dei partigiani non segue la giustificazione etico-politica della loro<br />
azione. Gli eroi erano e rimangono i partigiani.<br />
Il ricordo si conclude, come abbiamo anticipato, con <strong>il</strong> ritorno a casa dei fuggiaschi dopo<br />
una breve sosta notturna <strong>in</strong> un casolare, <strong>in</strong> cui, nella sospensione dell'ord<strong>in</strong>e consueto -<br />
comprese le gerarchie sociali - che co<strong>in</strong>cide con l'avventura della compagnia, Galvano può<br />
fare l'amore con la donna che tanti anni prima non aveva potuto sposare a causa delle differenze<br />
di ceto.<br />
L'ep<strong>il</strong>ogo del f<strong>il</strong>m ci riporta ai nostri giorni ed alla camera affacciata sul cielo stellato<br />
della notte di San Lorenzo, dove Cec<strong>il</strong>ia conclude <strong>il</strong> suo racconto al figlio che giace addormentato<br />
sul letto. La tenera età del bamb<strong>in</strong>o ci fa dubitare che la vicenda sia stata rievocata<br />
per lui: forse Cec<strong>il</strong>ia ha raccontato quella storia a lieto f<strong>in</strong>e <strong>in</strong> primo luogo a se stessa, per<br />
rassicurarsi di fronte al presente <strong>in</strong>quietante di cui parla Paolo Taviani nella testimonianza<br />
riportata. Che questa possa essere la corretta <strong>in</strong>terpretazione è confermato dallo sguardo<br />
ansioso che la donna rivolge al bamb<strong>in</strong>o e ad un punto oscuro della stanza - potrebbe venire<br />
da lì qualche pericolo? - e dalla f<strong>il</strong>astrocca che ora ripete: quella stessa che da bamb<strong>in</strong>a<br />
aveva recitato durante la battaglia nel grano per esorcizzare la paura. Come a dire che, se le<br />
lacerazioni della comunità nazionale che si sono prodotte <strong>in</strong> passato sono purtroppo riapparse<br />
nel presente, c'è comunque la speranza di un lieto f<strong>in</strong>e: «Anche le storie vere possono<br />
f<strong>in</strong>ir bene» diceva Cec<strong>il</strong>ia a conclusione del suo racconto ...
I.Dizionario della Resistenza. Volume primo: Storia e geografia della Liberazione, a cura di E. Collotti, R.<br />
Sandri e E Sessi, Tor<strong>in</strong>o 2000.<br />
2. Per una s<strong>in</strong>tesi del tema <strong>in</strong> oggetto rimandiamo al contributo di C. Pavone La Resistenza oggi: pro blema storiografico<br />
e problema civ<strong>il</strong>e, <strong>in</strong> Dizionario della Resistenza. Volume secondo: Luoghi, formazioni, protagonisti, a<br />
cura di E. Collotti, R. Sandri e E Sessi, Tor<strong>in</strong>o 200 l.<br />
3. E Di Giammatteo, Lo sguardo <strong>in</strong>quieto. Storia del c<strong>in</strong>ema italiano (1940-1990), Firenze 1994.<br />
4. E Di Giammatteo, Lo sguardo <strong>in</strong>quieto, cit. , p. 71.<br />
5. R. Rossell<strong>in</strong>i, Il mio metodo, Venezia 1987, p. 58.<br />
6. R. Rossell<strong>in</strong>i, Il mio metodo, cit., p. 51.<br />
7. G. Rondol<strong>in</strong>o, Rossell<strong>in</strong>i, Tor<strong>in</strong>o 1989, p.108-109. L'autore ricostruisce nel terzo capitolo i term<strong>in</strong>i dello scontro<br />
tra la s<strong>in</strong>istra e la destra più conservatrice <strong>in</strong> merito al giudizio sul neorealismo.<br />
8. R. Rossell<strong>in</strong>i, Il mio metodo, cit., p.55.<br />
9. Il saggio è contenuto <strong>in</strong> Guerrefratricide. Le guerre civ<strong>il</strong>i <strong>in</strong> età contemporanea, a cura di G. Ranzato, Tor<strong>in</strong>o<br />
1994.<br />
lO. M. Isnenghi, L'esposizione della morte, cit., p.341.<br />
11. Si veda ad esempio Delta padano (1951) di E Vanc<strong>in</strong>i. Anche le allusioni alla malaria rimandano ad un ben<br />
preciso contesto ambientale che tuttavia non era caratteristico solo della zona del delta, ma riguardava un po'<br />
tutta la penisola, se è vero che ben 20m<strong>il</strong>a tra i soldati angloamericani sbarcati <strong>in</strong> Sic<strong>il</strong>ia contrassero la malaria (<strong>il</strong><br />
dato è contenuto <strong>in</strong> G. Rochat, La campagna d'Italia 1943-45, nel già citato volume Dizionario della Resistenza.<br />
Volume primo).<br />
12. Per un approfondimento del tema rimandiamo al paragrafo l tradizionali alleati nel volume di Claudio<br />
Pavone Una guerra civ<strong>il</strong>e. Saggio storico sulla moralità della Resistenza, Tor<strong>in</strong>o 1991.<br />
13. Il s<strong>il</strong>enzio su questo soggetto va da Achtung! Banditi! (1951) di Carlo Lizzani a Il generale Della Rovere<br />
(1959) di Roberto Rossell<strong>in</strong>i.<br />
14. Secondo Bertolucci <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m sarebbe stato <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea con <strong>il</strong> compromesso storico: «La cosa dei comunisti che mi<br />
ha profondamente ferito è di come non si sono accorti che fosse un f<strong>il</strong>m così profondamente <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea col compromesso<br />
storico! Forse non visto completamente come lo vedevano loro, ma <strong>il</strong> rapporto di quei due protagonisti!<br />
Il f<strong>il</strong>m fu difeso solo dalla Fgci, che però non aveva nessun peso e nessuno spazio» (E Fald<strong>in</strong>i e G. Fofi, Il<br />
c<strong>in</strong>ema italiano d'oggi 1970-1984 raccontato dai suoi protagonisti, M<strong>il</strong>ano 1984, p.151).<br />
15. E Fald<strong>in</strong>i, G. Fofi,!l c<strong>in</strong>ema italiano d'oggi 1970-1984 raccontato dai suoi protagonisti, cit., p.147.<br />
16, E Fald<strong>in</strong>i, G. Fofi, Il c<strong>in</strong>ema italiano d'oggi 1970-1984 raccontato dai suoi protagonisti, cit., p.148.<br />
17. Claudio Pavone, Una guerra civ<strong>il</strong>e, cit., p.360.<br />
18. Claudio Pavone, Una guerra civ<strong>il</strong>e, cit., p.362.<br />
19. È qui sfiorato <strong>in</strong> forma simbolica <strong>il</strong> tema della memoria, <strong>in</strong>tesa come memoria dell'antifascismo che scorre<br />
sotterraneamente durante <strong>il</strong> venteunio.<br />
20. Claudio Pavone, Una guerra civ<strong>il</strong>e, cit., p.223. Per l'analisi delle ragioni di tale rifiuto nel contesto della s<strong>in</strong>istra<br />
italiana ed <strong>in</strong> altri contesti, si veda, oltre al saggio di Pavone (pp. 221-225), <strong>il</strong> contributo di G. Ranzato Un<br />
evento antico e un nuovo oggetto di riflessione <strong>in</strong> Guerre fratricide. Le guerre civ<strong>il</strong>i <strong>in</strong> età contemporanea, cit.<br />
21. E Fald<strong>in</strong>i, G. Fofi, Il c<strong>in</strong>ema italiano d'oggi 1970-1984 raccontato dai suoi protagonisti, cit., p.543.<br />
22. Per un'ag<strong>il</strong>e s<strong>in</strong>tesi del recente dibattito sul tema si rimanda al saggio di Anna Rossi-Doria Una storia di<br />
memorie divise e di impossib<strong>il</strong>i lutti, «Passato e presente», n. 49, 2000.<br />
23. Per una lettura che sottol<strong>in</strong>ea i legami tra <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m e gli anni del terrorismo, si veda anche E Di Giammatteo,<br />
Lo sguardo <strong>in</strong>quieto, cit., pp. 379-396.<br />
24. Nella voce Rappresaglie, stragi, eccidi del Dizionario della Resistenza. Volume primo: Storia e geografia<br />
della Liberazione, Enzo Collotti e Tristano Matta così riassumono la terza fase delle stragi perpetrate dalle truppe<br />
tedesche: «Nella terza fase, che comprende i mesi dal giugno all'ottobr~ 1944, si assiste a una vera e propria<br />
escalation della violenza nei confronti della popolazione civ<strong>il</strong>e italiana ... E la fase di massima espansione della<br />
lotta partigiana, della renitenza ai bandi della Rsi, della liberazione di Roma e del ripiegamento tedesco verso<br />
. l'Appenn<strong>in</strong>o tosco-em<strong>il</strong>iano - che <strong>in</strong>fatti viene co<strong>in</strong>volto <strong>in</strong> ll}odo quanto mai diffuso e massiccio <strong>in</strong> quella che è<br />
ormai un'autentica «guerra ai civ<strong>il</strong>i». Le rappresaglie sono ormai diventate un fenomeno diffuso, un vero e proprio<br />
strumento di lotta e tendono a non colpire più solamente i partigiani veri o presunti, ma anche l'<strong>in</strong>tera popolazione<br />
di una determ<strong>in</strong>ata area, considerata <strong>in</strong> blocco come sospetta di connivenza».<br />
25. Si veda <strong>in</strong> proposito la mappa dedicata alle stragi ed agli eccidi tedeschi dal maggio 1944 al maggio 1945,<br />
contenuta nel volume Atlante storico della Resistenza italiana, curato dall'Istituto nazionale per la Storia del<br />
Movimento di Liberazione <strong>in</strong> Italia, M<strong>il</strong>ano 2000.<br />
26. A proposito dell'immag<strong>in</strong>ario partigiano esplorato attraverso un'<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e sui nomi di battaglia, Claudio<br />
Pavone segnala l'opera di E Castelli, Miti e simboli dell'immag<strong>in</strong>ario partigiano: i nomi di battaglia, <strong>in</strong> Isr,<br />
Contad<strong>in</strong>i e partigiani, Atti del Conveguo storico, Asti, Nizza Monferrato, 14-16 dicembre 1984, Alessandria<br />
1986<br />
97
Breve nota bibliografica<br />
Sulla Resistenza:<br />
E. Collotti , R. Sandri, F. Sessi Ca cura di), Dizionario della Resistenza. Volume primo: Storia e geografia<br />
della liberazione, E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o 2000<br />
E. Collotti , R. Sandri, F. Sessi C a cura di), Dizionario della Resistenza. Volume secondo: Luoghi, formazioni,<br />
protagonisti, E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o 2001<br />
Istituto nazionale per la storia del Movimento di Liberazione <strong>in</strong> Italia C a cura di), Atlante storico della<br />
Resistenza italiana, Bruno Mondadori, M<strong>il</strong>ano 2000<br />
C. Pavone , Una guerra civ<strong>il</strong>e. Saggio storico sulla moralità della Resistenza, Bollati Bor<strong>in</strong>ghieri,<br />
Tor<strong>in</strong>o 1991<br />
Sulle guerre civ<strong>il</strong>i <strong>in</strong> età contemporanea:<br />
G. Ranzato, Guerre fratricide. Le guerre civ<strong>il</strong>i <strong>in</strong> età contemporanea, Bollati Bor<strong>in</strong>ghieri, Tor<strong>in</strong>o<br />
1994<br />
Sulle stragi e gli eccidi tedeschi <strong>in</strong> Italia e sulla memoria degli eventi:<br />
M. Batt<strong>in</strong>i e P; Pezz<strong>in</strong>o, Guerra ai civ<strong>il</strong>i. Occupazione tedesca e politica del massacro. Toscana 1944,<br />
Mars<strong>il</strong>io, Venezia 1997<br />
G. Cont<strong>in</strong>i, La memoria divisa, Rizzoli, M<strong>il</strong>ano 1997<br />
L. Kl<strong>in</strong>k:hammer, Stragi naziste <strong>in</strong> Italia. La guerra contro i civ<strong>il</strong>i (1943-44), Donzelli, Roma 1997<br />
A. Rossi-Doria, Una storia di memorie divise e di impossib<strong>il</strong>i lutti, «Passato e presente», n. 49, 2000<br />
G. Schreiber, La vendetta tedesca. 1943-1945: le rappresaglie naziste <strong>in</strong> Italia, Arnoldo Mondadori,<br />
M<strong>il</strong>ano 2000<br />
Sulle strage di San M<strong>in</strong>iato e la sua diffic<strong>il</strong>e ricostruzione storica:<br />
M. Batt<strong>in</strong>i e P; Pezz<strong>in</strong>o, Guerra ai civ<strong>il</strong>i. Occupazione tedesca e politica del massacro. Toscana 1944,<br />
Mars<strong>il</strong>io, Venezia 1997<br />
Sul c<strong>in</strong>ema italiano del secondo dopoguerra:<br />
F. Di Giammatteo, Lo sguardo <strong>in</strong>quieto. Storia del c<strong>in</strong>ema italiano (1940-1990), La Nuova Italia,<br />
Firenze 1994<br />
F. Fald<strong>in</strong>i e G. Fofi, n c<strong>in</strong>ema italiano d'oggi 1970-1984 raccontato dai suoi protagonisti, Arnoldo<br />
Mondadori 1984<br />
G. Rondol<strong>in</strong>o, Rossell<strong>in</strong>i, UTET, Tor<strong>in</strong>o 1989<br />
R. Rossell<strong>in</strong>i, Il mio metodo, Mars<strong>il</strong>io, Venezia 1987<br />
.,;<br />
99
-~<br />
~<br />
=<br />
~
Antologia della mostra permanente:<br />
Il Canale di Secchia:<br />
storia ed usi dal medioevo<br />
all'età contemporanea<br />
ORIGINE E PERCORSO DEL<br />
CANALE DI SECCHIA
Le orig<strong>in</strong>i del Canale di Secchia sono remote ed <strong>in</strong>certe: se ne ipotizza la nascita nell'età<br />
medievale, se non addirittura <strong>in</strong> quella antica quale diramazione del fiume Gabellus<br />
Secchia. Secondo la descrizione del percorso fornita da Giovanni Andrea Banzoli nel XVIII<br />
secolo - ma nelle l<strong>in</strong>ee generali valida anche per i secoli precedenti - <strong>il</strong> canale veniva captato<br />
nel comune di Castellarano, attraversava <strong>il</strong> territorio scandianese, giungeva poi nelle<br />
v<strong>il</strong>le di Sabbione e Fogliano ed entrava <strong>in</strong> città da Porta Castello:<br />
«Passa poi <strong>il</strong> Canale per li borghi, s<strong>in</strong>ché entra nella città, ove entrato si divide <strong>in</strong> quattro<br />
Canali, quali volgendosi per ogni parte della città, doppo havere mac<strong>in</strong>ato mol<strong>in</strong>i, lavorato<br />
f<strong>il</strong>atoglii, et altri edificii, e lavata la città ... ne uscisse poi da due parti, una da SS. Cosma e<br />
Damiano verso la porta di S. Stefano, e l'altra dalla parte verso porta Santa Croce, restituendo<br />
l'aque nel detto Canale Grande vic<strong>in</strong>o al mol<strong>in</strong>o della Nave, per pr<strong>in</strong>cipio de borghi di S.<br />
Croce. Et uniti cosÌ se ne vanno per la strada verso tramontana, che va a Bagnolo, e<br />
Novellara, s<strong>in</strong>ché trovando <strong>il</strong> Rodano nella v<strong>il</strong>la di Mancasale, et accompagnandosi asieme,<br />
arrivano alli due ponti delle Rotte. Il primo posto nel Reggiano, et <strong>il</strong> secondo nel conf<strong>in</strong>e<br />
di Bagnolo ... e di Novellara ... E scorrendo detto Canale a Bagnolo, e Novellara, d'<strong>in</strong>di<br />
alla Parmegiana, alla quale si caccia sotto ... , s<strong>in</strong>ché poi entra al Canale della Moglia <strong>in</strong> detta<br />
Parmegiana, già stancho d'haver scorso da Secchia sua madre alla detta Parmegiana sua<br />
sepultura, per spacio di trentac<strong>in</strong>que miglia doppo d'avere mac<strong>in</strong>ato trentac<strong>in</strong>que mol<strong>in</strong>i.<br />
L'altra parte dell'aqua divisa alle Rotte, come si è detto, cade da detti ponti delle Rotte, e dà<br />
pr<strong>in</strong>cipio al f<strong>in</strong>me Canalazzo, quale tortuoso scorre verso Maestro, e passa per li paesi di<br />
Bagnolo e Novellara, e per quelli di Reggio, per la v<strong>il</strong>la di Prato fontana, Mancasale, Sesso,<br />
Arg<strong>in</strong>e, Càdelbosco e Seta, passando sopra <strong>il</strong> Cavo della Brefana, per mezo d'una Botte<br />
detta <strong>il</strong> Begone. Et ivi poi cambia <strong>il</strong> nome del Canalazzo <strong>in</strong> Tassone ... s<strong>in</strong>ché arriva all'hosteria<br />
del Magnano, et <strong>in</strong>di alla l<strong>in</strong>gua, unendosi poi con <strong>il</strong> Crostolo, che scorre <strong>in</strong> Po,<br />
ponendo <strong>il</strong> suo f<strong>in</strong>e <strong>in</strong> detto fiume».<br />
Uscita del canale di Secchia dalla città, mappa del XVII secolo conservata all'Archivio di<br />
Stato di Modena. Mostra <strong>il</strong> Canale di Secchia che <strong>in</strong>contra <strong>il</strong> Canale d'Enza, detto anche<br />
Canale Ducale, poco oltre <strong>il</strong> Mul<strong>in</strong>o della Nave, accoglie le acque del torrente Rodano non<br />
lontano dal Ponte delle Rotte e, divenuto Canalazzo, confluisce nel Crostolo a valle<br />
dell'Osteria del Magnano.<br />
103
IL SISTEMA IDRAULICO<br />
a<br />
b
La rete dei canali, compreso quello di Secchia, fonzionava (e fonziona) grazie ad una complessa<br />
costellazione di manufatti idraulici predisposti per governare <strong>il</strong> regime delle acque. È<br />
ancora Giovanni Andrea Banzoli ad esprimere tutta la sua ammirazione per gli «edificij»<br />
che irregimentano <strong>il</strong> corso del canale, ad esempio per <strong>il</strong> condotto sotterraneo da lui def<strong>in</strong>ito<br />
Botte maravigliosa, che consentiva al Canale Maestro di passare sotto <strong>il</strong> torrente Tres<strong>in</strong>aro<br />
nel territorio di Scandiano. Tali manufatti, <strong>in</strong> passato costruiti <strong>in</strong> pietra, <strong>in</strong> muratura, ma<br />
anche <strong>in</strong> legno, richiedevano una costante manutenzione ed erano sottoposti al controllo<br />
delle autorità comunali, che punivano più o meno severamente le manomissioni, con cui talvolta<br />
contad<strong>in</strong>i e artigiani si appropriavano di quantità d'acqua superiori a quelle loro concesse,<br />
e l'<strong>in</strong>curia, che causava <strong>in</strong>ut<strong>il</strong>i dispersioni del patrimonio idrico.<br />
a - La Botte maravigliosa che consente al Canale di Secchia di passare sotto <strong>il</strong> fiume<br />
«Tres<strong>in</strong>ara» nella Pianta e Veduta del Canale grande e Maestro di Giova,pni Andrea Banzoli<br />
(1720), Archivio di Stato di Reggio Em<strong>il</strong>ia. .<br />
b - Ex voto attribuito a Carlo Bolgieri (1807), conservato nel Santuario della Madonna<br />
della Fossetta di Novellara. La scena si svolge al Mul<strong>in</strong>o di Sopra di Novellara e rappresenta<br />
<strong>il</strong> salvataggio miracoloso di una ragazza che per la paratoja aperta precipitò nella nave alla<br />
quale andavano due Mol<strong>in</strong>i. I manufatti idraulici sono qui dip<strong>in</strong>ti con realistica precisione.<br />
105
MULINI E OPIFICI<br />
a<br />
b<br />
c
F<strong>in</strong>o al XX secolo <strong>il</strong> Canale di Secchia costituì un 'importante risorsa per gli abitanti della<br />
città, così importante che, quando nel 1655 gli spagnoli assediarono la città, decisero di<br />
deviarne le acque, impedendone l'<strong>in</strong>gresso entro la c<strong>in</strong>ta muraria per costr<strong>in</strong>gere <strong>il</strong> nemico<br />
alla resa. Il canale era <strong>in</strong>fatti adibito a svolgere molteplici funzioni. I suoi condotti portavano<br />
via gli scoli urbani, <strong>in</strong> particolare i residui delle lavorazioni manifatturiere, e raccoglievano<br />
le piogge che, ristagnando, avrebbero trasformato la città <strong>in</strong> un acquitr<strong>in</strong>o. Le sue<br />
acque servivano a lavare le strade e le piazze, ad irrigare e ad azionare i mul<strong>in</strong>i: per mac<strong>in</strong>are<br />
i cereali, le sostanze vegetali necessarie alle concerie, i colori e <strong>il</strong> piombo <strong>in</strong>dispensab<strong>il</strong>i<br />
alle ceramiche, <strong>il</strong> carbone e lo zolfo usati nella confezione della polvere da sparo. Altri<br />
opifici - talvolta chiamati anch'essi impropriamente mul<strong>in</strong>i - ut<strong>il</strong>izzavano l'energia idrica<br />
del Canale Maestro o Canale Grande; si trattava di magli per battere <strong>il</strong> rame, mole per aff<strong>il</strong>are<br />
i metalli, segherie, laboratori per la brunitura e la lucida tura delle armi, per la produzione<br />
della carta e, ultima ma non meno importante, per la produzione tess<strong>il</strong>e.<br />
L'acqua metteva <strong>in</strong> moto i.f<strong>il</strong>atoi <strong>in</strong> cui si torceva e avvolgeva <strong>il</strong> f<strong>il</strong>o di seta e i folli o gualchiere<br />
<strong>in</strong> cui si battevano i tessuti di lana per conferire ad essi morbidezza. Era <strong>in</strong>oltre<br />
necessaria per bagni e lavaggi: purgava i tessuti di lana dai grassi assorbiti durante la lavorazione<br />
e veniva usata nella t<strong>in</strong>tura tanto della lana che della seta.<br />
a - Giovanni Andrea Banzoli, Pianta della città di Reggio con descrizione del percorso del<br />
Canale Grande, dei vari condotti d'acqua e delle attività ad essi connesse (1720), Archivio di<br />
Stato di Reggio Em<strong>il</strong>ia. Raffigurazioni di San Grisante a s<strong>in</strong>istra e di Santa Daria a destra.<br />
Nella pianta è disegnato <strong>il</strong> reticolo delle diramazioni del Canale di Secchia, dal suo <strong>in</strong>gresso<br />
presso Porta Castello alle uscite nei pressi di Porta Santo Stefano e di Porta Santa Croce. La<br />
descrizione di accompagnamento fornisce per ogni bocca, chiavica, f<strong>il</strong>atoio, mul<strong>in</strong>o, galgaria<br />
(conceria), numerati uno ad uno, <strong>in</strong>dicazioni che ne consentono l'identificazione. Nel<br />
1720, entro le mura della città, ut<strong>il</strong>izzavano l'acqua del Canale di Secchia 10 mul<strong>in</strong>i, 2 galgarie,<br />
31 f<strong>il</strong>atoi, con una significativa concentrazione al di qua di Porta Castello, situata <strong>in</strong><br />
questo caso nella parte alta della mappa, anziché <strong>in</strong> basso, con un orientamento diverso da<br />
quello delle carte attuali.<br />
b - Stemma del setificio Mazzacani e Leoni (f<strong>in</strong>e del sec. XVII o <strong>in</strong>izio del sec. XVIII),<br />
Musei Civici di Reggio Em<strong>il</strong>ia. Da notare l'immediato simbolismo delle figure rappresentate<br />
che alludono ai due cognomi dello stemma e alla fama raggiunta dall'opificio tess<strong>il</strong>e.<br />
c - Stemma del setificio Padoa e Grassetti (sec. XVIII), Musei Civici di Reggio Em<strong>il</strong>ia. La<br />
figura femm<strong>in</strong><strong>il</strong>e con b<strong>il</strong>ancia e spada può essere <strong>in</strong>trepretata come un'allusione alle tradizionali<br />
virtù della giustizia e della fortezza.<br />
107
IRRIGAZIONE<br />
MUNICIPIO DI REGGIO<br />
AVVISO<br />
QUClitl> 4AlIldlflio CllUllU1I1I ... fIftIltt publim Sl'dulll delli 28 del mese- eurrenle mcnlre In, !\t:rb<strong>il</strong><strong>il</strong>o<br />
dtu s1 mlloMlt'lpO <strong>in</strong>,-ati.. t!! h, IlIl<strong>il</strong>ll'l cl' <strong>il</strong>'1'<strong>il</strong>fulmu: ,II I(."f't'cni "III.... ti l(lffllotio <strong>il</strong>ei Comune :t.l<br />
eceezlooe 41Cffli orchi, I,," Fure tldiberlllD ..,I!ft pt!i ll!l1'1!ni pD~1i f,UIl; <strong>il</strong>ul ,Ieih, lt!mlcirio i 1101111<br />
s' irriun",' t-'fllll! !!.e/lnl! tfri (111",11 tf FJt!:n, di Snt/l<strong>in</strong> tt 11#1 t~lmtl.,=::O litnomo. iI"Jl:trhmuPII :I lJu~l ...<br />
IIll1uldpw, ~alJfl esano l~ 1tI~l1(li
In un discorso pubblico del 1847 sull 'Orig<strong>in</strong>e del Canale di Secchia, <strong>il</strong> conte Ippolito<br />
Malaguzzi, consigliere di Stato e presidente della società agraria, riferiva che all'epoca <strong>il</strong><br />
canale metteva <strong>in</strong> moto «147 ruote da mul<strong>in</strong>o, una ferriera, una cartiera, c<strong>in</strong>que p<strong>il</strong>e da riso<br />
ed altri opifizi, <strong>in</strong>sieme 31 di numero» e bagnava «<strong>in</strong> totale 12969 bifolche di terra». In una<br />
l<strong>in</strong>gua improntata al gusto retorico del tempo l'oratore <strong>in</strong>vitava poi <strong>il</strong> magistrato municipale<br />
a verificare come le acque vivificassero le campagne, rendendo «baldi e lieti di p<strong>in</strong>gui<br />
pascoli i ridenti prati, e di gradite verzure gli orti suburbani, e di soavi frutti i guardati serragli».<br />
Dal lontano 1341, <strong>in</strong>fatti, gli Anziani di Reggio avevano concesso a chiunque di prelevare<br />
acqua dal canale di Secchia per l'irrigazione, dietro pagamento di una tassa a rimborso<br />
delle spese sostenute dal Comune per <strong>il</strong> controllo e la manutenzione. Tutto <strong>il</strong> sistema di irrigazione<br />
era sottoposto ad una cap<strong>il</strong>lare regolamentazione e ad una costante vig<strong>il</strong>anza, a cui<br />
erano addetti, al livello più basso, i dugaroli, menzionati nei documenti ufficiali e nelle<br />
testimonianze dal XVII al XX secolo. I dugaroli erano delegati a svolgere numerosi compiti,<br />
tra cui verificare che ogni primavera i contad<strong>in</strong>i eseguissero i lavori di manutenzione di<br />
loro competenza, regolare l'apertura e la chiusura delle chiaviche a scopo di irrigazione e<br />
controllare le licenze comprovanti <strong>il</strong> diritto di ognuno.<br />
a - Avviso del Municipio di Reggio nell'Em<strong>il</strong>ia <strong>in</strong> data 28 maggio 1868. È fissata l'entità<br />
dei tributi da versare <strong>in</strong> base agli usi ed alle coltivazioni dei terreni, nonché alla loro collocazione<br />
entro o fuori <strong>il</strong> territorio del Comune.<br />
b - Avviso del Municipio di Reggio nell'Em<strong>il</strong>ia <strong>in</strong> data 13 luglio 1870. Si <strong>in</strong>forma la cittad<strong>in</strong>anza<br />
dell'<strong>in</strong>izio dei turni per l'irrigazione. La scarsa portata d'acqua causata dalla siccità<br />
estiva, ma anche dall'<strong>in</strong>tenso prelievo per usi agricoli e artigianali, fu sempre un problema<br />
per <strong>il</strong> Comune, che dovette svolgere opera di conc<strong>il</strong>iazione tra le parti <strong>in</strong> conflitto per l'accaparramento<br />
delle acque. Tale problema si rivelò <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e un ostacolo <strong>in</strong>sormontab<strong>il</strong>e quando si<br />
volle trasformare <strong>il</strong> canale <strong>in</strong> naviglio, cioè <strong>in</strong> canale navigab<strong>il</strong>e adibito al trasporto delle<br />
merci da Reggio al Po.<br />
109
IL CANALE SCOMPARE<br />
a<br />
b
Se un viaggiatore avesse visitato i sobborghi e percorso le strade di Reggio nel XVII secolo<br />
si sarebbe cont<strong>in</strong>uamente imbattuto nel Canale di Secchia, che all'epoca scorreva per lo più<br />
a cielo aperto. Se <strong>il</strong> nostro ipotetico viaggiatore nel tempo avesse ripetuto lo stesso it<strong>in</strong>erario<br />
alla f<strong>in</strong>e dell'Ottocento, avrebbe ancora <strong>in</strong>contrato <strong>il</strong> corso d'acqua nei sobborghi, ma<br />
ne avrebbe a stento trovato traccia entro <strong>il</strong> perimetro delle mura, dove, pur cont<strong>in</strong>uando a<br />
svolgere importanti funzioni, affiorava solo per brevi tratti. Gli <strong>in</strong>terventi di copertura cont<strong>in</strong>uarono<br />
anche nel secolo successivo, f<strong>in</strong>ché nella seconda metà del Novecento <strong>il</strong> processo<br />
poté dirsi concluso, prima con la riduzione del canale ad una condizione di totale marg<strong>in</strong>alità,<br />
poi con la sua cancellazione dal contesto cittad<strong>in</strong>o. Ancora negli anni Quaranta del XX<br />
secolo esso costituiva lo sfondo della vita quotidiana di alcuni quartieri periferici: i contad<strong>in</strong>i<br />
usavano l'acqua per irrigare, le lavandaie facevano <strong>il</strong> bucato, i bamb<strong>in</strong>i pescavano i<br />
pesci e le rane. Era però l'atto f<strong>in</strong>ale della sua lunga esistenza.<br />
a - Il canale <strong>in</strong> via Casso li negli anni C<strong>in</strong>quanta.<br />
b - Il canale <strong>in</strong> via Cassoli (<strong>il</strong> Mul<strong>in</strong>o Montrucoli) negli anni Settanta. Confrontando le due<br />
foto, separate da vent'anni di distanza, ne appare evidente <strong>il</strong> degrado, preludio alla def<strong>in</strong>itiva<br />
scomparsa.<br />
111
Fascismo, antifascismo, Resistenza,<br />
lotte politiche e sociali a Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />
a cura di FRANCESCO PAOLELLA<br />
Nelle prossime pag<strong>in</strong>e i lettori troveranno un aggiornamento della bibliografia di James<br />
Malaguti apparsa su questa stessa rivista nell'apr<strong>il</strong>e 1995 (RS n.76).<br />
Quello di seguito è un <strong>in</strong>ventario di opere edite a partire da quell'anno e f<strong>in</strong>o ai primi mesi<br />
del 2002.<br />
I titoli <strong>in</strong> questione riguardano certo <strong>il</strong> fascismo e la Resistenza reggiani, ma ho mantenuto <strong>il</strong><br />
criterio di James Malaguti nel considerare tutto <strong>il</strong> Novecento a Reggio e prov<strong>in</strong>cia, spaziando<br />
dalla politica all'economia (<strong>in</strong>dustrializzazione, s<strong>in</strong>dacalismo, cooperazione), dalla cultura<br />
e dall'istruzione alle memorie ed alle biografie. Ho <strong>in</strong>cluso anche i cataloghi delle mostre<br />
dedicate <strong>in</strong> questo periodo ai medesimi temi.<br />
Ovviamente questo lavoro non può essere ritenuto esaustivo né per gli argomenti trattati né<br />
tanto meno per la produzione dei s<strong>in</strong>goli autori citati.<br />
Voglio <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e ricordare che la quasi totalità dei volumi qui menzionati può essere consultata<br />
presso la biblioteca dell'Istituto.<br />
113
114<br />
O. ACCORSI, L. FAVELLA, V. TASSINARI, I racconti dei cippi: nuove scritture<br />
per i caduti della lotta antifascista e della guerra di liberazione, Passato Prossimo,<br />
Correggio 1995.<br />
"Ai noster teimp ... " i ricordi e la storia, Reggio Em<strong>il</strong>ia, Scuola elementare Collodi, 1995.<br />
Appunti e immag<strong>in</strong>i della resistenza a Casalgrande, ed. del Comune di Casalgrande, 1995.<br />
ASSOCIAZIONE MATERIALE RESISTENTE, Storia <strong>in</strong> città: mappa dei luoghi del nazifascismo<br />
e della resistenza correggese, Correggio, Materiale Resistente 2000.<br />
L. BACCHI et al., Poviglio vive e lavora: un secolo di immag<strong>in</strong>i, Bacchi, Poviglio 1997.<br />
G. BADINI (a cura di), Quattro Castella dai secoli antichi al secolo breve, ed. del Comune<br />
di Quattro Castella, 2002.<br />
G. BADINI, Manodori: la famiglia e <strong>il</strong> territorio, Fondazione Pietro Manodori, Reggio<br />
Em<strong>il</strong>ia 2001.<br />
C. BALDI, Cooperazione e reggianità, Tecnograf, Reggio Em<strong>il</strong>ia 2001.<br />
A. BALLETTI, Storia di Reggio nell'Em<strong>il</strong>ia: 1859-1922, Diabasis, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1996.<br />
A. BALLETTI, Storia di Reggio nell'Em<strong>il</strong>ia narrata ai giovani, Diabasis, Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />
1997.<br />
J. BARTOLI et al., Rossi a Palazzo: memoria e cronaca della federazione reggiana del PCI<br />
PDS <strong>in</strong> Palazzo Masdoni (1954-1991), Comma, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1999.<br />
G. BASINI, G. LUGLI, Affermazione dell'<strong>in</strong>dustria: Reggio Em<strong>il</strong>ia 1940-1973, Laterza,<br />
Roma-Bari 1999.<br />
D. BERGONZONI, Storia degli ebrei di Scandiano, Giunt<strong>in</strong>a, Firenze 1998.<br />
L. BERNAZZALI, N. lOTTI, V. BERTOLINI, Luigi Roversi s<strong>in</strong>daco di Reggio Em<strong>il</strong>ia dal<br />
1902 al 1917: un'esperienza di guida socialista di uno dei più importanti comuni d'Italia,<br />
culla del Tricolore nazionale, Comma, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1995.<br />
G. BERTANI, S. GILIOLI (a cura di), Sulle orme della memoria: gli studenti del XX secolo, .<br />
Anpi, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1997.<br />
M. BIANCHINI, Imprese e imprenditori a Reggio Em<strong>il</strong>ia 1861-1940, Laterza, Roma-Bari<br />
1995.<br />
BIBLIOTECA «A. PANIZZI», Storie di anarchici e di anarchia: l'archivio Famiglia<br />
Berneri-Aurelio Chessa, ed. del Comune di Reggio Em<strong>il</strong>ia, 2000.<br />
U BORGHI, Il primo circolo di Correggio (1979-1995): appunti per una storia della scuola<br />
correggese, Direzione didattica statale «Salvo D'Acquisto», Correggio 1995.<br />
N. BRUGNOLI, A. CANOVI, Le pietre dolenti dopo la Resistenza: i monumenti civ<strong>il</strong>i, <strong>il</strong><br />
pantheon delle memorie a Reggio Em<strong>il</strong>ia, <strong>Istoreco</strong>, Reggio Em<strong>il</strong>ia 2000.<br />
A. BURANI, V. FRANZONI, 50 anni di vita UC.LLM, UC.I.I.M., Reggio Em<strong>il</strong>ia, 1997.<br />
P. BURANI, G. DOSSETTI, Don Angelo Cocconcelli parroco di San Pellegr<strong>in</strong>o: pag<strong>in</strong>e di<br />
fede e libertà, Bertani, Reggio Em<strong>il</strong>ia 2001.<br />
N. CAITI, R. GUARNIERI, La memoria dei «rossi»: fascismo, resistenza e ricostruzione a<br />
Reggio Em<strong>il</strong>ia, Ediesse, Roma 1996.<br />
F. CALESTANI (a cura di), Mezzo secolo dalla liberazione: Sant'Ilario d'Enza antifascista<br />
e partigiana, ed. del Comune di Sant'Ilario d'Enza, 1995.<br />
p. CALESTANI, U BONAFINI, Boretto e la sua gente: vita quotidiana, guerra e resistenza<br />
1943-1945, ed. del Comune di Boretto, 1995.<br />
F. CANOVA', Cooperativa muratori Reggiolo: 90 anni di vita e lavoro 1907-1997, Circolo<br />
Polaris, Reggiolo 1997.<br />
A. CANOVI, A. SEZZI, Artigiani associati: 50 anni di CNA a Reggio Em<strong>il</strong>ia, CNA, Reggio<br />
Em<strong>il</strong>ia 1996.
A. CANOVI, Argenteu<strong>il</strong> creuset d'une petite ltalie: histoire et memoires d'une migration,<br />
Les Temps des CeRISES, Pant<strong>in</strong> 2000.<br />
A. CANOVI, Roteglia, Paris: l'esperienza migrante di G<strong>in</strong>a Pifferi, <strong>Istoreco</strong>, Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />
1999.<br />
A. CANOVl, Cavriago ad Argenteu<strong>il</strong>: migrazioni comunità memorie, <strong>Istoreco</strong>, Reggio<br />
Em<strong>il</strong>ia 1999.<br />
A. CANOVI (a cura di), Galleria Mercato Coperto: storie memorie e sentimenti per la città,<br />
<strong>Istoreco</strong>, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1997.<br />
A. CANOVI (a cura di), Comunisti, cattolici, socialisti: una generazione politica si racconta<br />
ai Giovani Storici Em<strong>il</strong>iani, <strong>Istoreco</strong>, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1998.<br />
G. CAROLI, Il mio raccontare: Carp<strong>in</strong>eti e la seconda guerra mondiale, le lettere dei caduti,<br />
ed. del Comune di Carp<strong>in</strong>eti, 1995.<br />
A. CARRI, Dopo vent'anni racconta: la prima festa de l'Unità al Campovolo (1981-2001),<br />
Montecchio Em<strong>il</strong>ia 2001.<br />
M. N. CASALI, Via Em<strong>il</strong>ia: generazioni, comunità, memorie, <strong>Istoreco</strong>, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1999.<br />
V. CASOTTI, A. MARGINI, G. RIVA, Terra rossa: Cavriago nel Novecento, Bertani,<br />
Reggio Em<strong>il</strong>ia 1999.<br />
G. CATELLANI, Santa Vittoria dei braccianti: l'organizzazione cooperativistica <strong>in</strong> un v<strong>il</strong>laggio<br />
rurale della bassa reggiana (1890-1915), La Nuova Tipolito, Fel<strong>in</strong>a 2000.<br />
V. CAVATORTI, Le sorgenti dello sv<strong>il</strong>uppo: acque potab<strong>il</strong>i a Reggio Em<strong>il</strong>ia dall'acquedotto<br />
Levi all'alba del miracolo economico, Diabasis, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1999. .<br />
L. CECCHINI, Speciale Museo Cervi, Patria Indipendente, Roma 2001.<br />
R. CENCI, Speciale Tricolore: 1797-1997, Il Resto del Carl<strong>in</strong>o, 1997.<br />
C. CIPOLLI, L'università e la cultura reggiana, San Lorenzo, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1998.<br />
E. CLEMENTEL, I prigionieri di V<strong>il</strong>la Gobbio, Sometti, Mantova 2000.<br />
COMUNE di CORREGGIO, La scuola a Correggio nel periodo fascista (1922-1943):<br />
mostra documentaria e fotografica sull'educazione scolastica fascista a Correggio, ed. del<br />
Comune di Correggio, 1995.<br />
COMUNE di NOVELLARA, Novellara: ricordi <strong>il</strong>lustrati, ed. del Comune di Novellara,<br />
2001.<br />
COMUNE di POVIGLIO, Tra i campi e le strade: l'organizzazione storica nella bassa pianura<br />
reggiana, ed. del Comune di Poviglio, 1998.<br />
COMUNE di REGGIO EMILIA, N<strong>il</strong>de lotti, ed. del Comune di Reggio Em<strong>il</strong>ia, 2000.<br />
A. CORRADINI, Alb<strong>in</strong>ea: «persone e personaggi del '900», Pro-Loco, Alb<strong>in</strong>ea 1995.<br />
M. DEL BUE, Novecento, <strong>il</strong> libro del secolo: cronaca, vicende e personaggi a Reggio<br />
Em<strong>il</strong>ia, Olma, Reggio Em<strong>il</strong>ia 2001.<br />
E. FERRETTI, Parole nel tempo: le idee, l'utopia, la realtà, Dea Cagna, Montecavolo<br />
(Quattro Castella) 1997.<br />
M. FESTANTI, Il museo del Tricolore, ed. del Comune di Reggio Em<strong>il</strong>ia, 2000.<br />
A. FICARELLI, Osservatorio prov<strong>in</strong>ciale sull'immigrazione n° 6: dati al 31/12/1997, ed.<br />
della Prov<strong>in</strong>cia di Reggio Em<strong>il</strong>ia, 1998.<br />
M. FINCARDI, La terra dis<strong>in</strong>cantata: trasformazioni dell 'ambiente rurale e scolarizzazione<br />
nella bassa padana, Unicopli, M<strong>il</strong>ano 2001.<br />
S. FOLLONI, Fede e Resistenza: i cattolici nella resistenza reggiana, Pozzi, Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />
1995.<br />
La Fondazione Pietro Manodori per Reggio Em<strong>il</strong>ia: impegno civ<strong>il</strong>e e culturale nella società<br />
reggiana, Diabasis, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1997.<br />
115
G. FRANZINI, Storie di montagna: dal diario del distaccamento «G. Bedeschi», <strong>Istoreco</strong>,<br />
Reggio Em<strong>il</strong>ia 1996.<br />
I fratelli Vecchi: una famiglia contad<strong>in</strong>a nella resistenza, Reggio Em<strong>il</strong>ia, Comitato per le<br />
Celebrazioni del 50° della Resistenza, 1995.<br />
B. GABBI, M. CURATI, G. MANFREDI, La grande paura: <strong>il</strong> Po a Gualtieri 1951-1954,<br />
Diabasis, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1998.<br />
A. GIANOLIO, Sant'Ilario d'Enza dall'Unità d'Italia alla liberazione, ed. del Comune di<br />
Sant'Ilario d'Enza, 1999.<br />
C. GRAZIOLI, Anni rossi, anni neri: la prima amm<strong>in</strong>istrazione socialista di Scandiano e<br />
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Appenn<strong>in</strong>o reggiano (1860-1960), ed. del Parco del Gigante, 1998.<br />
Ogni contrada è patria del ribelle: mostra storico documentaria, ed. del Comune di Reggio<br />
Em<strong>il</strong>ia, 1995.<br />
Omaggio adAlcide Cervi, ed. del comune di Gattatico, 1996.<br />
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C. PELLACANI, La R<strong>in</strong>ascita: vicende e protagonisti (1924-1999), Consulta, Reggio<br />
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U. PELLINI, Alberi nella storia di Reggio, AGE Grafico-Editoriale, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1996.<br />
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Tecnograf, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1995.<br />
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Reggio Em<strong>il</strong>ia 1997.<br />
M. STORCHI (a cura di), Automob<strong>il</strong>e Club Reggio Em<strong>il</strong>ia 1926-1996 ACI, Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />
2000.<br />
117
118<br />
M. STORCHI, Combattere si può v<strong>in</strong>cere bisogna: la scelta della violenza fra resistenza e<br />
dopoguerra (Reggio Em<strong>il</strong>ia 1943-1946), Mars<strong>il</strong>io, Venezia 1998.<br />
M. STORCHI, Per una storia della guerra <strong>in</strong> Val d'Enza: fonti e ipotesi di ricerca, ed. del<br />
Comune di San Polo d'Enza, 1997.<br />
Il Tricolore 1797-1997: «tutti gli uom<strong>in</strong>i sono fratelli», Diabasis, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1996.<br />
Uniti siamo tutto: alle orig<strong>in</strong>i della Camera del Lavoro di Reggio Em<strong>il</strong>ia, ed. del comune di<br />
Reggio Em<strong>il</strong>ia, 2001.<br />
A. ZAMBONELLI, I. SACCHETTI, La s<strong>in</strong>agoga di Reggio Em<strong>il</strong>ia, Musei Civici, Reggio<br />
Em<strong>il</strong>ia 2000.<br />
A. ZAMBONELLI, La s<strong>in</strong>istra a Rivalta: fotostoria 1921-1991, Sezione DS «A. Ferrari»<br />
(Rivalta), Reggio Em<strong>il</strong>ia 2000.<br />
A. ZAMBONELLI, Castelnovo Sotto 1921-1946: un paese tra due dopoguerra, ed. del<br />
Comune di Castelnovo Sotto, 1995.
Recensioni<br />
Quattro Castella. Dai secoli antichi al secolo breve, a cura di G<strong>in</strong>o Bad<strong>in</strong>i, Comune di Quattro<br />
Castella, 2002, pp. 463, € 22.<br />
I;<strong>in</strong>tenzione degli autori è ricostruire le vicende castellesi, dalla preistoria ai giorni nostri, per comprendere<br />
lo sv<strong>il</strong>uppo del tessuto sociale, politico ed economico di Quattro Castella e del suo territorio,<br />
con una particolare attenzione alle vicende del secolo appena trascorso, <strong>il</strong> cosiddetto «secolo<br />
breve».<br />
La prima parte dell'opera, partendo dalla preistoria, attraversando l'età antica e romana, si sofferma<br />
sul medio evo e sull'epoca della contessa Mat<strong>il</strong>de, quando Canossa diviene <strong>il</strong> palcoscenico di uno<br />
degli episodi cruciali della lotta per le <strong>in</strong>vestiture.<br />
La seconda parte è <strong>in</strong>teramente dedicata al '900.<br />
Il periodo che ne Il Secolo breve è def<strong>in</strong>ito «l'età della catastrofe» (1914-1945), viene analizzato<br />
nei suoi aspetti economici, sociali e politici (dallo Stato liberale, al fascismo, alla Repubblica) evidenziandone<br />
le ripercussioni su Quattro Castella.<br />
Il secondo dopoguerra è presentato nella sua caratteristica più evidente: <strong>il</strong> boom economico degli<br />
anni Sessanta e Settanta e la conseguente crescita delle scuole, dei servizi sociali e del volontariato.<br />
Analizzate <strong>in</strong> questo volume troviamo, qu<strong>in</strong>di, la presenza contemporanea di differenti «protagonisti»<br />
(storici, economici, culturali e sociali) all'<strong>in</strong>terno di un unico contesto storico e territoriale quale<br />
è oggi <strong>il</strong> comune di Quattro Castella.<br />
m.b.<br />
Alessandro Carri, Dopo vent'anni racconta: la prima Festa de l'Unità al Campovolo (1981-2001),<br />
Montecchio Em<strong>il</strong>ia 2001, pp. 152, € 5,16.<br />
Alla f<strong>in</strong>e degli anni Settanta <strong>il</strong> Pci di Reggio scelse, come nuova sede della Festa prov<strong>in</strong>ciale de<br />
l'Unità, l'area del Campovolo, che, dopo trentac<strong>in</strong>que anni di abbandono, era divenuta un immenso<br />
terreno <strong>in</strong>colto, adibito a discarica.<br />
Il segretario di allora, Alessandro Carri, rivive <strong>in</strong> queste pag<strong>in</strong>e gli sforzi per la realizzazione di un<br />
progetto che doveva r<strong>il</strong>anciare una Festa che durante la sistemazione al Parco Fola e poi alla caserma<br />
Zucchi aveva perso smalto e capacità di attrazione.<br />
Il percorso che avrebbe <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e portato alla Festa nazionale del 1983 (con Enrico Berl<strong>in</strong>guer e un<br />
m<strong>il</strong>ione di persone) trovò da subito molte resistenze, anche dentro lo stesso partito, per le enormi<br />
spese, per i possib<strong>il</strong>i danni alle feste locali (che vennero <strong>in</strong> realtà favorite), per <strong>il</strong> rischio di un fallimento<br />
che avrebbe potuto co<strong>in</strong>volgere una delle federazioni più importanti d'Italia e con essa la sua<br />
classe dirigente.<br />
119
Quest'operazione r<strong>il</strong>anciò l'immag<strong>in</strong>e di Reggio nella vita politica italiana, ma anche <strong>il</strong> valore del<br />
suo modello economico e sociale (si pensi all'esperienza della cooperazione). Quel lavoro permise<br />
<strong>in</strong>oltre una più generale riqualificazione territoriale ed urbanistica della zona nord-est della città, specie<br />
<strong>in</strong> un periodo <strong>in</strong> cui lo sv<strong>il</strong>uppo era diretto verso sud.<br />
È degli anni 1979-1981 l'allestimento della Festa come oggi lo conosciamo (una «cittadella» divisa<br />
<strong>in</strong> quartieri): per la prima volta furono <strong>in</strong>trodotti le esposizioni commerciali (tra non poche polemiche),<br />
lo spazio per i centom<strong>il</strong>a volumi della libreria R<strong>in</strong>ascita e le strutture per i ristoranti, le mostre, i<br />
concerti ed i dibattiti su economia, cultura e politica estera.<br />
fp·<br />
Marco M<strong>in</strong>ardi (a cura di), Memorie di pietra. Monumenti alla Resistenza, ai suoi caduti e alle<br />
vittime civ<strong>il</strong>i durante l'occupazione m<strong>il</strong>itare tedesca nella prov<strong>in</strong>cia di Parma, Comune di Parma<br />
Prov<strong>in</strong>cia di Parma Fondazione Monte Parma Anpi-Alpi-Apc, Parma 2002, pp. 387, s.i.p.<br />
Con questo volume, le associazione partigiane e le amm<strong>in</strong>istrazioni comunali e prov<strong>in</strong>ciale di<br />
Parma, hanno <strong>in</strong>teso offrire un documento, accessib<strong>il</strong>e a tutti, per ricordare gli eventi, ma soprattutto i<br />
protagonisti, della guerra di Liberazione nel parmense.<br />
Cent<strong>in</strong>aia di lapidi, di cippi, di tombe, di sacrari e di monumenti, dissem<strong>in</strong>ati <strong>in</strong> ogni angolo della<br />
prov<strong>in</strong>cia, testimoniano l'efferatezza e l'<strong>in</strong>tensità della lotta partigiana.<br />
In essi vive <strong>il</strong> ricordo di chi è morto, partigiano o civ<strong>il</strong>e, durante i combattimenti contro le m<strong>il</strong>izie<br />
nazi-fasciste o nelle rappresaglie delle truppe d'occupazione tedesche contro popolazioni <strong>in</strong>difese.<br />
Un'ampia documentazione fotografica e topografica aiuta a capire l'estensione veramente cap<strong>il</strong>lare<br />
di questi luoghi simbolo della memoria partigiana; una chiara dimostrazione gell'ampiezza del fenomeno<br />
partigiano e del consenso che seppe catalizzare nelle popolazioni civ<strong>il</strong>i. Quest'opera di catalogazione<br />
e raccolta della memoria partigiana, oggi che rimangono ormai pochi i testimoni diretti di<br />
quegli eventi, è quanto mai ut<strong>il</strong>e per cont<strong>in</strong>uare a far conoscere alle giovani generazioni che cosa è<br />
accaduto durante quei venti mesi di guerra partigiana, si tratti di vere e proprie battaglie contro le<br />
forze nazi-fasciste, di rappresaglie contro i civ<strong>il</strong>i o di cippi a ricordo di s<strong>in</strong>goli caduti.<br />
Il titolo dell'opera: Memorie di pietra, <strong>in</strong>dica chiaramente la volontà di tramandare <strong>il</strong> ricordo di<br />
quegli anni; un ricordo saldo e durevole come la pietra dei suoi monumenti.<br />
m.b.<br />
Nicola Brugnoli, Antonio Canovi, Le Pietre dolenti. Dopo la Resistenza: i monumenti civ<strong>il</strong>i, <strong>il</strong><br />
pantheon delle memorie a Reggio Em<strong>il</strong>ia, prefazione di Leonardo Paggi, RS libri, Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />
2000, pp. 302, € 32.<br />
Cent<strong>in</strong>aia di lapidi e di monumenti <strong>in</strong> tutto <strong>il</strong> territorio della Prov<strong>in</strong>cia di Reggio Em<strong>il</strong>ia ricordano i<br />
venti mesi della guerra di Liberazione ed i suoi protagonisti <strong>in</strong> terra reggiana. Partigiani caduti <strong>in</strong><br />
azione, oppure civ<strong>il</strong>i vittime di disumane rappresaglie.<br />
Su quelle pietre, dolenti per le lacrime ed <strong>il</strong> sangue versato, sono scolpiti i loro nomi ed i loro volti,<br />
<strong>in</strong>sieme ai loro ideali di libertà e di giustizia, resistenti al tempo e agli uom<strong>in</strong>i proprio come <strong>il</strong> materiale<br />
di cui sono fatte.<br />
Il vero obiettivo di quest'opera, che non è un semplice elenco di nomi e di luoghi, è quello di aiutare<br />
le persone a ricordare eventi ormai lontani nel tempo.<br />
120
Le pietre dolenti sono la testimonianza del consenso che la lotta partigiana ed i suoi ideali ebbero<br />
sulla popolazione; essi rappresentano dunque la volontà di non dimenticare chi combatté per la liberazione<br />
dell'Italia dalla dittatura.<br />
Alcune di esse sono state poste a ricordo delle battaglie contro le forze nazi -fasciste, altre per tramandare<br />
la memoria di un congiunto scomparso, altre ancora per ricordare i luoghi dove si riunivano<br />
i comandi partigiani o <strong>il</strong> Cln locale, ma tutti hanno <strong>in</strong> comune la volontà di far sopravvivere e rendere<br />
accessib<strong>il</strong>i a chiunque la memoria di chi ha perduto la vita perché altri potessero vivere senza conoscere<br />
la tirannia e la dittatura.<br />
Ad oltre c<strong>in</strong>quant'anni dalla f<strong>in</strong>e della seconda guerra mondiale, i testimoni sopravvissuti a quei<br />
tragici eventi sono ormai pochi. Così ecco quest' opera di «catalogazione» dei luoghi della memoria,·<br />
per non correre <strong>il</strong> rischio di dimenticare luoghi e persone che hanno <strong>in</strong>dissolub<strong>il</strong>mente legato la loro<br />
vita al territorio nel quale hanno combattuto; <strong>in</strong>oltre un elenco completo di questi monumenti può<br />
aiutare le istituzioni, pubbliche o private, nella loro conservazione.<br />
Come <strong>in</strong>dica <strong>il</strong> sottotitolo, questi monumenti costituiscono <strong>il</strong> pantheon della memoria della<br />
Resistenza nel dopoguerra; un pantheon non racchiuso <strong>in</strong> un unico luogo, bensì a cielo aperto, nelle<br />
strade e nelle piazze dei paesi, pronto a richiamare alla memoria di frettolosi passanti ciò che è successo<br />
<strong>in</strong> quegli stessi luoghi durante la guerra di Liberazione.<br />
m.b.<br />
Gianni Car<strong>in</strong>o, La luna nello stagno (con un saggio storico di Franco Boiardi e Antonio<br />
Zambonelli), Istituto Alcide Cervi ed Edizioni Diabasis, Reggio Em<strong>il</strong>ia 2001, € 12,91.<br />
Le generazioni che hanno percorso la storia della repubblica hanno vissuto <strong>in</strong> forme diverse l'avventura<br />
del «fumetto», all'<strong>in</strong>izio <strong>in</strong> modo quasi clandest<strong>in</strong>o per l'erronea condanna - <strong>in</strong> contrapposizione<br />
al «buon» libro - str<strong>il</strong>lata da arcigni pedagoghi, poi via via con una crescente consapevolezza<br />
della grande ricchezza espressiva che le storie disegnate avevano <strong>in</strong> serbo: dal fantastico al satirico,<br />
dall'avventuroso all'erotico, tutta una straord<strong>in</strong>aria varietà di soluzioni grafiche, di <strong>in</strong>quadrature, di<br />
ritmi narrativi. È almeno dalla metà degli anni Sessanta, grazie anche all'avallo di <strong>in</strong>tellettuali br<strong>il</strong>lanti<br />
come Eco e Del Buono, che <strong>il</strong> fumetto è pienamente accolto dalla cultura «alta» e non già come un<br />
genere «m<strong>in</strong>ore» o soltanto «per ragazzi».<br />
Non da oggi, crediamo, la scuola più sensib<strong>il</strong>e alle possib<strong>il</strong>ità offerte dell'ambiente culturale ha<br />
imparato a fare i conti con la sfera delle immag<strong>in</strong>i fisse o mob<strong>il</strong>i più accessib<strong>il</strong>i ed accattivanti per i<br />
ragazzi, avviando esperienze di decodificazione e di fruizione consapevole.<br />
Molto opportunamente dunque l'Istituto Alcide Cervi, ad <strong>in</strong>tegrazione del suo imponente lavoro di<br />
collaborazione con la scuola, ha affidato a Gianni Car<strong>in</strong>o l'<strong>in</strong>carico di sv<strong>il</strong>uppare un'idea di avvic<strong>in</strong>amento<br />
al tema della Resistenza che sapesse conc<strong>il</strong>iare le esigenze della qualità artistica e del rigore<br />
documentario con gli elementi di fasc<strong>in</strong>o che al fumetto sono connaturati. Ne è uscita una storia<br />
avv<strong>in</strong>cente <strong>in</strong> cui, attraverso l'<strong>in</strong>contro e l'amore di due giovani, si sdipanano i mesi tra l'estate del<br />
1943 e la primavera del 1945. La grande storia (l'occupazione tedesca, <strong>il</strong> fascismo di Salò, la famiglia<br />
Cervi, don Pasqu<strong>in</strong>o Borghi, l'<strong>in</strong>surrezione e la Liberazione ... ) si <strong>in</strong>treccia con le microstorie<br />
private e quotidiane, <strong>in</strong>dispensab<strong>il</strong>i a situare gli eventi nel loro contesto determ<strong>in</strong>ato e riconoscib<strong>il</strong>e.<br />
I.;opera, molto densa di <strong>in</strong>formazioni e di richiami, si raccomanda per un uso scolastico, oltre che<br />
fam<strong>il</strong>iare, essendo molto adatta a stimolare una riflessione - a più voci e tra più generazioni - attorno<br />
al passato che non passa.<br />
e.b.<br />
121
Carlo Pellacani, Il sogno dell'alternativa. Vicende e protagonisti del dissenso ecclesiale e politico.<br />
Dal Sessantotto al movimento No-global, Consulta, Reggio Em<strong>il</strong>ia 2002, pp. 296, € 14.<br />
Ben più della presente segnalazioni meriterà questo lavoro del reggiano Carlo Pellacani, sia per le<br />
tematiche attualissime già evidenziate nel titolo, sia per la dimensione locale, reggiana, nel cui ambito<br />
vengono analizzate, <strong>in</strong> connessione col clima nazionale ed <strong>in</strong>ternazionale <strong>in</strong> cui s'<strong>in</strong>serissero e<br />
s'<strong>in</strong>scrivono. A partire dai fermenti che percorsero <strong>il</strong> mondo giovan<strong>il</strong>e, studentesco e non, cattolico e<br />
di s<strong>in</strong>istra laica o «marxiana», negli anni che precedettero e seguirono immediatamente <strong>il</strong> fatidico<br />
Sessantotto. E qui <strong>il</strong> lettore <strong>in</strong>contra nomi di personaggi reggiani, allora sui vent'anni, molti dei quali<br />
ancora oggi protagonisti della vita politica a vari livelli: da P.L. Castagnetti a Luciano Berselli; da<br />
Adriano Vignali a Tiziano R<strong>in</strong>ald<strong>in</strong>i, solo per fare alcuni dei molti nomi che compaiono nell'apposito<br />
<strong>in</strong>dice.<br />
Ma l'A., che pure fu protagonista - da giovane cattolico di s<strong>in</strong>istra - di quella lontana stagione, non<br />
compie un'opera di rievocazione nostalgica. Tutt'altro. Lo scopo che persegue è quello di confrontare<br />
le motivazioni e le sp<strong>in</strong>te ideali che mossero la generazione del Sessantotto con quelle che stanno<br />
oggi alla base dei nuovi movimenti genericamente rubricati come «No-global».<br />
Ci fu allora, e c'è oggi, secondo Pellacani, un analogo impulso a cambiare <strong>il</strong> mondo, a combattere<br />
le <strong>in</strong>giustizie. In entrambe le fasi della nostra storia le giovani generazioni risultano portatrici di<br />
domande giuste alle quali non furono date (e si rischia di non dare oggi) risposte adeguate.<br />
Il volume di Pellacani, basato su di una ricca documentazione spesso del tutto <strong>in</strong>edita, non mancherà<br />
di stimolare la crescita del necessario dibattito politico-culturale sulla fase travagliata che stiamo<br />
vivendo <strong>in</strong> Italia e nel mondo.<br />
a.z.<br />
Michele Sarfatti, Le leggi antiebraiche spiegate agli italiani, E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o 2002, pp. 102,<br />
€ 7,50.<br />
Sarfatti si occupa da anni della storia degli ebrei italiani nel Novecento.<br />
Ci troviamo davanti ad un testo divulgativo, ma che riesce ad offrire un quadro completo della<br />
genesi politica della legislazione fascista contro gli ebrei, delle reazioni degli altri poteri co<strong>in</strong>volti (di<br />
Casa Savoia, del Vaticano, della comunità scientifica), dell'effettiva applicazione sul piano normativo<br />
e amm<strong>in</strong>istrativo.<br />
1.; Autore è poi attento a def<strong>in</strong>ire i limiti cronologici e giuridico-biologici dei provvedimenti persecutori,<br />
a partire dalla def<strong>in</strong>izione stessa di «ebreo».<br />
Notevole l'apparato delle appendici e delle tabelle statistiche, tra cui l'elenco delle leggi del periodo<br />
1<strong>93</strong>8-43, i testi dei decreti nei confronti degli ebrei stranieri e per la difesa della razza nella scuola<br />
italiana.<br />
Da segnalare, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, la lista di tutti i nomi delle autorità che hanno dato la loro approvazione, a<br />
partire dal re Vittorio Emanuele III, ai membri del governo, del Gran Consiglio del fascismo, del partito<br />
e delle due Camere.<br />
fp·<br />
Jean Baudr<strong>il</strong>lard, Lo spirito del terrorismo, Raffaello Cort<strong>in</strong>a, M<strong>il</strong>ano, 2002, pp. 46, € 6, 50.<br />
Pubblicato per la prima volta su «Le Monde», questo testo parla dell'«evento assoluto» dell'undici<br />
settembre. Questo è per B. <strong>il</strong> segno dell'avvio della quarta guerra mondiale, l'unica vera, poiché l'uni-<br />
122
ca che pone l'ord<strong>in</strong>e mondiale contro se stesso. La mondializzazione, elim<strong>in</strong>ati coi precedenti conflitti<br />
tutti gli antagonisti «manifesti» (ultimo <strong>il</strong> comunismo), è divenuta un dom<strong>in</strong>io tanto asimmetrico ed<br />
egemonico da far nascere al suo <strong>in</strong>terno forze ost<strong>il</strong>i ovunque diffuse. Ogni potenza <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ita suscita,<br />
non solo <strong>in</strong> coloro che ne sono esclusi, ma anche nei beneficiari diretti, un'ost<strong>il</strong>ità <strong>in</strong>elim<strong>in</strong>ab<strong>il</strong>e.<br />
Un dato profondo di quest'analisi sta nell'affermazione dell'<strong>in</strong>confessab<strong>il</strong>e complicità di tutti, visto<br />
che ognuno di noi ha sognato (si pensi ai f<strong>il</strong>m) l'implosione di un potere ormai assoluto. La mondializzazione<br />
ha ricevuto una sfida, contro cui nulla valgono le risposte m<strong>il</strong>itari e le prove di forza, non<br />
trattandosi di un duello con le armi della potenza reale, ma con quello della violenza e della morte<br />
simboliche.<br />
Il vero obiettivo, altamente razionalizzato, dei nuovi «terroristi ricchi» non è la distruzione, ma l'um<strong>il</strong>iazione<br />
del potere egemonico. Vivendo <strong>in</strong> perfetta clandest<strong>in</strong>ità, mimetizzandosi tanto da poter<br />
essere paragonati a virus <strong>in</strong>controllab<strong>il</strong>i, essi hanno manifestato la resistenza alla mondializzazione<br />
trionfante.<br />
fp·<br />
Giorgio Israel, La questione ebraica oggi: i nostri conti con <strong>il</strong> razzismo, Il Mul<strong>in</strong>o, Bologna 2002,<br />
pp. 166, € 11,50.<br />
Possiamo affermare oggi che <strong>il</strong> dibattito sul conflitto medio-orientale sia libero da pregiudizi?<br />
Per Israell'antisionismo è <strong>il</strong> nuovo volto dell'antisemitismo. Dove lo ritroviamo?<br />
In politica occupa una posizione trasversale. Non solo a destra, ma anche a s<strong>in</strong>istra (e non si tratta<br />
di una novità), specie nei settori più aderenti al vecchio atteggiamento sovietico (si pensi alla «delusione»<br />
di Mosca per la scelta occidentale di Israele).<br />
Poi <strong>in</strong> certe forme religiose di <strong>in</strong>tegralismo: nel cattolicesimo (non esente <strong>il</strong> Vaticano) e nel mondo<br />
islamico, dove si assiste alla riscoperta, <strong>in</strong> televisione come nelle scuole, della propaganda antisemita,<br />
dai Protocolli dei Savi di Sion agli stereotipi sull'ebreo perfido ed avido e sulla volontà giudaica di<br />
dom<strong>in</strong>io globale attraverso <strong>il</strong> denaro.<br />
La guerra di Palest<strong>in</strong>a è un grande stimolo ed un'occasione di manifestarsi per queste tendenze.<br />
Valutare <strong>il</strong> sionismo come una forma di razzismo (ancora alla conferenza di Durban, nel 2001) o<br />
vedere nello stato di Israele un ricettacolo di «assass<strong>in</strong>i», non significa altro che riproporre <strong>il</strong> passaggio,<br />
come <strong>in</strong> ogni ideologia razziale, da una critica (necessaria, oltre che legittima) di s<strong>in</strong>goli atti o<br />
<strong>in</strong>dividui ad un giudizio generalizzato su un <strong>in</strong>tero popolo, def<strong>in</strong>ito «genocida» o «terrorista».<br />
Il concetto stesso di «genocidio», nato con la Shoah, viene ritorto contro gli stessi ebrei, secondo la<br />
formula: «Le vittime di ieri sono i carnefici di oggi».<br />
Il ricordo dello sterm<strong>in</strong>io non rimane certo fuori da questo contesto.<br />
Ma gli ebrei non vanno considerati esclusivamente come <strong>il</strong> popolo della memoria e dei sopravvissuti,<br />
venendo così ad essere ignorata la loro vita presente e giudicato <strong>il</strong> dramma <strong>in</strong> cui versa Israele<br />
come «patologico».<br />
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Ultime acquisizioni<br />
della biblioteca di <strong>Istoreco</strong><br />
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a cura difp.
F<strong>in</strong>ito di stampare<br />
nel mese di luglio 2002<br />
da Grafitalia - Reggio Em<strong>il</strong>ia