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La seconda sofistica come espressione culturale della ... - sirago.net

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più possibilità di contrasto. Il seguito <strong>della</strong> cultura bizantina si atterrà<br />

fedelmente all’assorbimento <strong>della</strong> cultura antica compiuto dall’eloquenza del<br />

Crisostomo.<br />

<strong>La</strong> fioritura dunque <strong>della</strong> <strong>sofistica</strong> nel IV sec. non aggiunse niente di<br />

nuovo all’operazione compiuta nel II, ma la ravvivò certamente e servì a<br />

trasmetterla alla cultura cristiana. E <strong>come</strong> i grandi sofisti del II sec. ebbero il<br />

loro ricordo nella trattazione di Filostrato, così nomi e fasti del IV sec. furono<br />

ricordati da Eunapio (inizio del V sec.) nelle ‘Vite di filosofi e sofisti’,<br />

esposizioni più o meno aneddotiche, confuse e prive di senso critico, valide<br />

solo per le informazioni che ci offrono, molto inferiori alle ‘Vite’ di<br />

Filostrato, che pur non sono biografie di alto valore storico. E <strong>come</strong> i sofisti<br />

del Il sec. avevano fissato la decade dei grandi oratori attici (Andocide,<br />

Antifonte, Lisia, Isocrate, Iperide, Iseo, Licurgo, Demostene, Eschine e<br />

Demade), così in epoca bizantina 229 si fissò la decade dei grandi sofisti in cui<br />

entrarono i maestri del II e quelli del IV sec. (Dione di Prusa, Nicostrato,<br />

Antonio Polemone, Erode Attico, Elio Aristide, Filostrato, Imerio, Temistio,<br />

Libanio ed Eunapio).<br />

Ultimo aspetto dell’operazione <strong>sofistica</strong>, in genere finora trascurato, fu<br />

la limitazione <strong>della</strong> scelta <strong>della</strong> letteratura greca. E’ noto che dell’immensa<br />

produzione letteraria in greco a noi è giunta solo una minima parte. Il che è<br />

dovuto certamente alla difficoltà <strong>della</strong> trasmissione dei testi sia per mancanza<br />

di materiale scrittorio, la cui produzione fu limitata nel medioevo, sia per lo<br />

scarso interesse delle nuove generazioni; ma è dovuto, ci pare, soprattutto<br />

alla limitazione operata dai sofisti. Se da una parte la neo<strong>sofistica</strong> àncora la<br />

lingua scritta a determinati autori del V e IV sec. a. C, dall’altra segna dei<br />

limiti alla produzione precedente, a <strong>seconda</strong> delle scelte consone ai propri<br />

programmi. Essa, che si propone lo studio degli autori attici e fra questi<br />

soprattutto coloro che possano aiutare l’arte dell’eloquenza, finisce con<br />

l’escludere tutti gli altri autori che non rispondano a quelle esigenze. Esclude<br />

tutti gli autori del periodo ionico e i numerosissimi autori del periodo<br />

ellenistico. I più grandi sacrificati sono i poeti, che ai maestri d’eloquenza del<br />

II sec. danno l’impressione di non poter insegnare niente, soprattutto i poeti<br />

lirici. Poeti grandissimi e di vasta lettura ancora all’epoca di Augusto, quali<br />

Alceo, Saffo, Asclepiade, scompaiono totalmente. E poiché nel II sec. si<br />

tende a sintetizzare le opere o gli autori scientifici precedenti, scompaiono<br />

anche le grandi trattazioni scientifiche del periodo ellenistico. Non si salva<br />

nessuna delle tante opere citate da Plinio il Vecchio nel I libro <strong>della</strong> sua<br />

‘Naturalis Historia’.<br />

Sulla limitazione degli autori proposti possiamo farci un’idea da Elio<br />

Aristide e da Luciano, i cui scritti in gran parte sono giunti: ebbene, Aristide<br />

cita Omero frequentemente — tutto il corpus, ‘Iliade’, ‘Odissea’, ‘Inni’,<br />

‘Ritorni’, senza alcuna conoscenza dei dibattiti filologici suscitati dalla<br />

scuola Alessandrina — ; cita genericamente Pindaro, Esiodo, i tre tragici, cita<br />

di <strong>seconda</strong> mano Aristofane, Eupoli, Cratino e Menandro, cita in modo<br />

generico Alcmane, Alceo, Saffo, Stesicoro, Simonide, Solone, Archiloco, e<br />

invece mostra conoscenza diretta e specifica degli scritti di Platone (compresi<br />

gli apocrifi), di Eschine il socratico (dialoghi), dei tre storici Erodoto,<br />

Tucidide e Senofonte (questi, molto meno), degli oratori attici Andocide,<br />

229 Per gli oratori attici cfr. Filostrato, V. Soph. II 1,14; per i sofisti cfr. Scholia a Luciano XXXIII (De<br />

saltatione) 69; Suda s. v. Νικόστρατος,.<br />

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