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La strage di Regnano del 23 novembre 1944.pdf - Aicod

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Relazione<br />

<strong>La</strong> <strong>strage</strong> <strong>di</strong> <strong>Regnano</strong> <strong>del</strong> <strong>23</strong> <strong>novembre</strong> 1944<br />

C'è ora da annotare quella che è la più tragica pagina <strong>del</strong>la Resistenza italiana, qualche cosa <strong>di</strong><br />

più e <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso <strong>del</strong>la scia <strong>di</strong> rappresaglie e <strong>di</strong>struzioni che qualsiasi rastrellamento tedesco si<br />

lascia abitualmente <strong>di</strong>etro: una pagina che allora noi confondemmo con tutte le ali e <strong>di</strong> sangue e <strong>di</strong><br />

dolore <strong>del</strong>la guerra <strong>di</strong> liberazione, ma che s'è <strong>di</strong>stacca,a dalle altre, brillando <strong>di</strong> un proprio cupo<br />

bagliore. Dappertutto il passaggio dei nazifascisti ha significato morte e rovina: è stato )<br />

dovunque furia selvaggia e <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata ferocia. Qui si tratta invece d'un piano eseguito a freddo,<br />

d'un itinerario tracciato coerentemente, che si <strong>di</strong>stingue per il proprio carattere ininterrotto dalle<br />

tante strade percorse dai reparti nazifascisti in rastrellamento. l'itinerario seguito dal battaglione<br />

maledetto al comando <strong>del</strong> criminale <strong>di</strong> guerra Reder, dalla Toscana all'Emilia. Ed è bene che oggi<br />

si possa fare questa <strong>di</strong>stinzione che allora non facemmo: poiché è bene che la responsabilità <strong>del</strong>la<br />

<strong>strage</strong> non sia attribuita in<strong>di</strong>stintamente a”tutti i tedeschi" ma che sia in<strong>di</strong>viduato anche<br />

nell'esercito <strong>del</strong>l'invasore quel reparto o quell'uomo che più d'ogni altro macchiò l'onore <strong>del</strong>la<br />

propria nazione e avvilì la <strong>di</strong>gnità umana ( ... )<br />

(R. BATTAGLIA, Storia <strong>del</strong>la Resistenza italiana, Torino, 1964, pp. 427-428)<br />

Il contesto in cui maturò a <strong>strage</strong>: perché <strong>Regnano</strong><br />

<strong>Regnano</strong>, collocato in un'area montana sulle prime propaggini <strong>del</strong>l'Appennino tosco-emiliano si<br />

trovò coinvolto geograficamente nelle operazioni <strong>di</strong> costruzione e <strong>di</strong> azione <strong>del</strong> movimento<br />

partigiano fin dai suoi esor<strong>di</strong>. A monte <strong>di</strong> <strong>Regnano</strong>, sui prati a fieno <strong>di</strong> Tea venne paracadutato già<br />

nell'ottobre <strong>del</strong> 1943 Domenico Azzari, marinaio marconista italiano allora al servizio <strong>del</strong>le forze<br />

inglesi. Azzari fu scelto per una missione alleata, la "Rutland", affinché istallasse una base ra<strong>di</strong>o<br />

sull'Appennino. Azzari era originario <strong>del</strong> comune <strong>di</strong> Casola in Lunigiana, e abitava nella frazione <strong>di</strong><br />

Castiglioncello; per cui conosceva bene il territorio e ciò contribuì non poco al successo <strong>del</strong>la<br />

missione.<br />

Attorno all'Azzari e a suo cognato Sante Marini, detto "Angiolino", anch'egli <strong>di</strong> Castiglioncello, si<br />

raccolsero alcuni partigiani che <strong>di</strong>edero vita ad una <strong>del</strong>le prime formazioni resistenti, ricordata dallo<br />

storico <strong>del</strong>la Resistenza italiana, Roberto Battaglia (1), e da un testimone <strong>di</strong> primo piano quale<br />

Renato Jacopini (2) come la "banda <strong>del</strong>l'Argegna". Questa formazione, <strong>di</strong>venuta nel pieno <strong>del</strong>la<br />

Resistenza la III Brigata Garibal<strong>di</strong> “<strong>La</strong> Spezia",, ebbe anche in <strong>Regnano</strong> Castello una base <strong>di</strong><br />

riferimento, sia militare che per i rifornimenti Una base da cui <strong>di</strong>fendeva anche la popolazione dalle<br />

razzie nazifasciste; il 28.4.1944 respinse i funzionari <strong>del</strong>la Zootecnia giunti per requisire il<br />

bestiame(“In precedenza e cioè nella nottata gli stessi incaricati si erano recati a <strong>Regnano</strong> per lo<br />

stesso scopo ma furono assaliti dai Partigiani ed ebbero un morto e alcuni feriti " (3 ) Roberto<br />

Battaglia ricorda nel suo Un uomo, un partigiano, l'incontro a <strong>Regnano</strong> con il comandante <strong>del</strong>la III<br />

Brigata Garibal<strong>di</strong> "<strong>La</strong> Spezia", nell'estate <strong>del</strong> 1944: "A <strong>Regnano</strong> si compie la prima giornata <strong>di</strong><br />

marcia i tedeschi hanno attaccato e <strong>di</strong>sperso il campo <strong>di</strong> partigiani a un'ora <strong>di</strong> strada e i capi <strong>di</strong><br />

quest'ultimi sono ora seduti all'osteria, in un ambiente stretto e fumoso, raccolti intorno a una<br />

tavola, alcuni con le barbe lunghe e le bombe ancora appese alla cintura; li comanda Diavolo<br />

Nero... "(4)<br />

Così, per la sua collocazione geografica. al pie<strong>di</strong> <strong>del</strong>l'Appennino, in un punto <strong>di</strong> facile collegamento<br />

con la Garfagnana (passo dei Carpinelli e <strong>di</strong> Tea) e con l'Emilla (passo <strong>di</strong> Pradarena e <strong>del</strong> Cerreto),<br />

fra le valli <strong>del</strong>l'Aulella, <strong>del</strong> Rosaro e <strong>del</strong> Taverone ove forte si sviluppò il movimento partigiano,<br />

<strong>Regnano</strong> fu interessata più volte dalle operazioni <strong>di</strong> rastrellamento e <strong>di</strong> rappresaglia tedesca. Due<br />

fratelli <strong>di</strong> <strong>Regnano</strong>, Fermo e Fabio Bertolucci, erano stati catturati (il Primo fu ucciso; il secondo<br />

dopo essere stato seviziato fu fucilato ma non morì) durante il grande rastrellamento <strong>del</strong> 4 maggio<br />

1944 susseguito al lanci alleati a Mommio (che provocò la <strong>strage</strong> <strong>di</strong> quel paese). Dalla notte <strong>del</strong>l'8<br />

al 10 agosto 1944, nel tentativo, prima, <strong>di</strong> catturare i capi <strong>del</strong> nascente movimento partigiano, datisi<br />

convegno a <strong>Regnano</strong> e, poi, in rappresaglia per l'ospitalità data al convegno stesso. i tedeschi<br />

attaccarono <strong>Regnano</strong>, uccidendo un partigiano nell'abitato <strong>del</strong>la Villa, rastrellando la popolazione e<br />

minando alcune case che furono <strong>di</strong>strutte o lesionate. Pertanto la <strong>strage</strong> dei <strong>23</strong> <strong>novembre</strong> 1944 non<br />

appare come un atto isolato o episo<strong>di</strong>co ma si inserisce in una strategia <strong>di</strong> terrore rivolta verso Liti<br />

paese in cui trovavano ospitalità ed appoggio logistico c'era un Coniando) i partigiani prima <strong>del</strong> la


anda <strong>del</strong>l'Argegna e poi <strong>del</strong>la III Brigata Garibal<strong>di</strong> “<strong>La</strong> Spezia”.Questa ipotesi è confermata da<br />

Domenico Azzari, commissario politico e poi comandante <strong>del</strong>la III Brigata Garibal<strong>di</strong> "<strong>La</strong> Spezia"<br />

che ritiene che l'attacco contro la nostra base <strong>di</strong> <strong>Regnano</strong> fosse stato preparato già "da giorni" (5).<br />

<strong>La</strong> <strong>strage</strong>. I fatti noti.<br />

<strong>La</strong> fonte più ricca <strong>di</strong> informazioni, positive e negative, è il Liber Chronicus <strong>del</strong>la Parrocchia <strong>di</strong> S.<br />

Margherita (6) steso dall'allora parroco don Paolo Tomaselli, nato ad Albareto il 4.4.1918, parroco<br />

<strong>di</strong> <strong>Regnano</strong> dal 1.7.1943 al 1.4.1950, vivente. Questi descrisse i fatti avvenuti nella sua parrocchia<br />

fortemente interessata dal movimento partigiano e dalle azioni e reazioni tedesche, in particolar<br />

modo e cruenza durante il 1944.<br />

Il Tomaselli scrive: "<strong>23</strong> <strong>novembre</strong>. Era continuata nell'ottobre e <strong>novembre</strong> l'azione <strong>di</strong> molestia da<br />

parte dei Partigiani contro i presi<strong>di</strong> <strong>del</strong>l'esercito tedesco e le truppe che transitando sulla nostra<br />

strada affluivano al fronte <strong>del</strong>la Garfagnana. Il colpo più ar<strong>di</strong>to fu quello <strong>del</strong> 21 <strong>novembre</strong> (in<br />

realtà fu il 22 <strong>novembre</strong>, nota mia). All'alba <strong>di</strong> questo giorno un manipolo <strong>di</strong> partigiani scese a<br />

Montefiore, pose asse<strong>di</strong>o al presi<strong>di</strong>o ivi istallato e con l'azione improvvisa ne determinarono la<br />

resa catturando tutti i suoi effettivi non più <strong>di</strong> 15 o 16 uomini in tutto. Solo il sergente che -li<br />

comandava era tedesco, tutti i militari erano russi. Selle prime ore <strong>del</strong> mattino infatti vedemmo<br />

passare in paese i nostri partigiani i quali, trionfalmente scortavano il nemico catturato <strong>di</strong>retto al<br />

Comando che aveva sede in <strong>Regnano</strong>. Ammaestrati dalla dolorosa esperienza passata, per questa<br />

azione, anche se brillantemente, un subito timore invase l'animo <strong>di</strong> tutti (..) (DIAFERIA, pp. 378 -<br />

Come era preve<strong>di</strong>bile la reazione tedesca fu imme<strong>di</strong>ata, terribile, sanguinosa. All'alba <strong>del</strong> giorno<br />

dopo, <strong>23</strong> ' <strong>novembre</strong>, <strong>Regnano</strong> si trovò improvvisamente circondato da imponenti forze tedesche<br />

convergenti da tutti i coman<strong>di</strong> <strong>di</strong> presi<strong>di</strong> <strong>del</strong>la zona (Fivizzano - Casola - Metra) in tutto cinque o<br />

seicento uomini desiderosi <strong>di</strong> vendetta e assetati <strong>di</strong> sangue e <strong>di</strong> rapina. <strong>La</strong> frazione ---Castello", da<br />

precise informazioni ed in<strong>di</strong>cazioni, era risultato loro sede <strong>del</strong> Comando Partigiano, quin<strong>di</strong><br />

esclusivamente contro <strong>di</strong> esso fu <strong>di</strong>retta l'azione <strong>di</strong> rappresaglia. 1 movimenti <strong>di</strong> impostazione <strong>del</strong>le<br />

truppe per l'asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> detta zona erano stati effettuati dal comando tedesco con tale or<strong>di</strong>ne e<br />

silenzio da non destare in paese alcun sospetto. Numerosi fe<strong>del</strong>i infatti, fin dalle prime ore <strong>del</strong><br />

mattino erano affluiti regolarmente alla chiesa per assistere e partecipare alle funzioni <strong>di</strong> suffragio<br />

che qui a <strong>Regnano</strong> si usano celebrare senza interruzioni per tutto il mese <strong>di</strong> <strong>novembre</strong>. Alcuni <strong>di</strong><br />

essi avevano bensì incontrati per via schiere <strong>di</strong> militari: ma non avendo da essi subito molestia, non<br />

ne avevano tratto argomento <strong>di</strong> pericolo. Si inizia così nella calma e nel raccoglimento abituale lei<br />

Santa Messa mentre fuori i placi<strong>di</strong> conta<strong>di</strong>ni si stavano recando i loro lavori campestri. Ma ecco<br />

improvvisamente un razzo <strong>di</strong> segnalazione solcare con bagliore sinistro il cielo; a questo ne fa<br />

seguito un altro <strong>di</strong> risposta; poi un altro e un altro ancora. E poi è tutta una miriade <strong>di</strong> razzi che<br />

s'innalzano si incrociano nell'aria, che danzano il peana <strong>di</strong> morte. E' il segnale d'inizio <strong>del</strong>la<br />

cru<strong>del</strong>e e sanguinosa vendetta tedesca che improvvisa s'abbatte, spietata ed unica sul <strong>di</strong>sgraziato<br />

paesello. Un rombo pauroso fa seguito alle segnalazioni. I moschetti, i fucili mitragliatori, le<br />

mitragliatrici leggere c pesanti, a centinaia e centinaia cantano con voce sinistra, e recano la<br />

morte a moltissimi infelici innocenti. E' tutto un frastuono, pauroso, altissimo <strong>di</strong> grida selvaggia, <strong>di</strong><br />

or<strong>di</strong>ni, <strong>di</strong> spari, <strong>di</strong> crepitio, <strong>di</strong> scoppi <strong>di</strong> bombe a mano tedesche che fa tremare la terra, le case e<br />

tutto il paese e mette nel cuore e nell'animo l'angoscia e il terrore " (DIAFERIA, pp. 379-380).<br />

Altri racconti e<strong>di</strong>ti dettagliati non risultano a me esistenti ma <strong>del</strong>la <strong>strage</strong> si ha menzione in molte<br />

opere sulla Resistenza in Lunigiana, <strong>di</strong> cui si allega, in appen<strong>di</strong>ce, una breve selezione <strong>di</strong> titoli.<br />

Fondamentale è però rilevare, ora (si tornerà poi sull'argomento), che la descrizione doviziosa <strong>di</strong><br />

particolari <strong>del</strong> Tomaselli s: interrompe bruscamente al periodo suddetto perché la parte successiva,<br />

in cui egli aveva descritto nei particolari i fatti è stata strappata. M. Diaferia afferma ma, alla nota<br />

296 (7) che "L 'estensore per il periodo <strong>del</strong>la resistenza, don Paolo Tomaselli tuttora vivente e<br />

parroco in Albareto, ricorda <strong>di</strong> aver compilato completamente il liber chronicus, ma non rammenta<br />

alcuna pagina strappata: rievoca soltanto un episo<strong>di</strong>o in cui aveva fatto consultare il Iiber ad<br />

alcuni ricercatori, questi ultimi avrebbero stracciato probabilmente le pagine mancanti. E' più<br />

verosimile - continua Marco Diaferia - che nei fogli stracciati si narrasse <strong>di</strong> fatti coinvolgendo<br />

personaggi che hanno <strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente <strong>di</strong>strutto i brani che li compromettevano.<br />

Abbiamo formulato questa ipotesi perché, richiedendo al parroco un colloquio più approfon<strong>di</strong>to,


per completare il liber nelle parti mancanti, don Tomaselli ha preferito non farlo, sostenendo che<br />

gli episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> guerra riaprono ferite ancora non guarite- (DIAFERIA, p. 438).<br />

Voglio notare il fatto suddescritto perché utile all'indagine su eventuali ipotetiche connivenze o<br />

collaborazioni <strong>di</strong> abitanti <strong>del</strong> paese con gli autori <strong>del</strong>la <strong>strage</strong>. Già in precedenza, infatti, don<br />

Tomaselli avevano rilevato la presenza <strong>di</strong> informatori dei tedeschi, probabilmente locali, senza<br />

tuttavia farne i nomi e tenendo sul generico il ragionamento. Infatti, trattando dei fatti avvenuti in<br />

<strong>Regnano</strong> nel giorni 8-9-10-11-12 agosto 1944, in reazione all'avvenuto convegno dei capi <strong>del</strong>la<br />

resistenza appenninica ed apuana da cui sarebbe scaturita, alla fine <strong>di</strong> settembre, la Divisione<br />

Garibal<strong>di</strong> "Lunense", cosi scrive: "9 agosto. Dopo il triste avvenimento <strong>del</strong> 4 maggio per circa due<br />

mesi la vita in paese trascorse relativamente calma e tranquilla non verificandosi che incidenti<br />

insignificanti. <strong>La</strong> preoccupazione però <strong>del</strong> domani e 1 'incubo <strong>di</strong> cose poco liete gravava<br />

incessantemente sull'animo <strong>di</strong> tutti, tanto più che azioni <strong>di</strong> molestia notturne e <strong>di</strong>urne effettuate<br />

incessantemente da patrioti annidati nelle vicinanze <strong>del</strong> Monte Tondo, ci mettevano nel pericolo<br />

continuo e gravissimo <strong>di</strong> rappresaglie da parte <strong>di</strong> truppe tedesche i cui coman<strong>di</strong> già da tempo<br />

guardavano a noi e consideravano <strong>Regnano</strong> come a sede <strong>di</strong> assembramenti e a covi <strong>di</strong> Partigiani e<br />

quin<strong>di</strong> come a nemico acerrimo loro. <strong>La</strong> nostra preoccupazione si mutò in terribile apprensione<br />

quando nella notte fra 1'8-9 agosto fummo svegliati <strong>di</strong> soprassalto da un improvviso crepitio <strong>di</strong><br />

fucili e mitragliatrici. Si trattava <strong>di</strong> truppa tedesca <strong>di</strong> azione contro le così dette bande partigiane<br />

giunte a <strong>Regnano</strong> proprio in quella notte <strong>di</strong>etro informazione <strong>di</strong> qualche spia. E' necessario<br />

premettere che la sera precedente il fatto, era stato indetto un Consiglio <strong>di</strong> Capi Patrioti con<br />

appuntamento in <strong>Regnano</strong>, per <strong>del</strong>iberare questioni e problemi loro propri inerenti alle loro<br />

attività. Ora patrioti capi o meno <strong>di</strong> tutti i <strong>di</strong>ntorni avevano affluito numerosi in quella sera in<br />

paese credendo che non vi fosse luogo più sicuro per il loro convegno. Ma ci fu purtroppo chi si<br />

fece un dovere <strong>di</strong> far presente al Comando tedesco i fatti <strong>di</strong> <strong>Regnano</strong> e naturalmente il Comando<br />

tedesco si trovò in maggior dovere <strong>di</strong> inviare i suoi emissari armati per sorprendere <strong>di</strong> notte tempo<br />

i patrioti e soffocarne ogni velleità <strong>di</strong> resistenza nel sangue e nella <strong>di</strong>struzione. Fu la salvezza <strong>del</strong><br />

paese e dei Patrioti una donna <strong>di</strong> Montefiore che accortasi <strong>di</strong> un certo movimento <strong>di</strong> truppe sulla<br />

strada, venne in sospetto che si trattasse <strong>di</strong> un'azione sii <strong>Regnano</strong>. Non indugia più oltre, ma con<br />

coraggio veramente ammirabile affronta i pericoli <strong>di</strong> quella notte burrascosa e corre in paese ad<br />

avvisare i Patrioti e le famiglie interessate <strong>del</strong> grave pericolo che incombe su <strong>di</strong> loro. Sicché<br />

quando giungono i tedeschi sicuri <strong>del</strong> fatto loro, i Patrioti erano giù sia monti " (DIAFERIA, p374<br />

375).<br />

Quei fatti <strong>del</strong>l'agosto produssero una rappresaglia il 10 agosto che tuttavia non fece vittime fra la<br />

popolazione, che fu assembrata in piazza <strong>del</strong>l'Oratorio <strong>di</strong> S. Croce a <strong>Regnano</strong> Villa, ma portò al<br />

minamento e alla <strong>di</strong>struzione o lesione <strong>del</strong>le case <strong>di</strong>:<br />

Giuseppe Salvatori, <strong>di</strong>strutta<br />

Anna Salvatori, lesionata<br />

Tommaso Bertolucci, lesionata<br />

Ernesta Gervasi, lesionata<br />

Ippolito Malaspina, lesionata<br />

Antonio Bizzari, lesionata,<br />

Fratelli Gervasi, lesionata.<br />

Rilevo, dal passo succitato, che nel paese <strong>di</strong> <strong>Regnano</strong> si sospettava l'esistenza <strong>di</strong> un (o più, non si<br />

sa) informatore italiano bene a conoscenza dei movimenti dei partigiani.<br />

Noto infine, per precisare il carattere <strong>di</strong> <strong>strage</strong> in<strong>di</strong>scriminata e <strong>di</strong> civili che, dal Comune <strong>di</strong> Casola,<br />

il 5.2.1945, fu inviata una lettera alla Prefettura <strong>di</strong> Apuania a Pontremoli in cui si chiedeva per iI<br />

familiari <strong>del</strong>le vittime <strong>del</strong>la <strong>strage</strong> <strong>di</strong> <strong>Regnano</strong> un'assistenza affermando: “è noto che le persone<br />

decedute (in massima parte persone anziane e capi famiglia,) nulla avevano a che fare con i<br />

partigiani (8).<br />

<strong>La</strong> <strong>strage</strong> <strong>di</strong> <strong>Regnano</strong>: una testimonianza<br />

Un testimone sopravvissuto alla <strong>strage</strong> ha rilasciato una ricostruzione dei fatti che così si riassume<br />

la causa <strong>del</strong>la rappresaglia fu l'attacco al presi<strong>di</strong>o tedesco <strong>di</strong> Montefiore (presso l'abitazione <strong>di</strong><br />

Ariante Bartolí) realizzato grazie alla collaborazione <strong>di</strong> un soldato russo alleato ai partigiani <strong>di</strong><br />

nome "Milenko", avvenuto all'alba <strong>del</strong> 22 <strong>novembre</strong> '44 (sia il Tomaselli che il nostro testimone<br />

datano l'azione al giorno precedente la <strong>strage</strong>, il 22 <strong>novembre</strong>, anche se il Tomaselli riporta


erroneamente il giorno 21 <strong>novembre</strong>). Il "Milenko", vestito da tedesco, avrebbe avvicinato il<br />

presi<strong>di</strong>o, mentre il resto dei partigiani <strong>del</strong>la III Brigata Garibal<strong>di</strong> "<strong>La</strong> Spezia", guidati da Sante<br />

Marini e Domenico Azzari, erano nelle imme<strong>di</strong>ate vicinanze. Era riuscito ad arrivare alla porta,<br />

parlando tedesco, e qui avrebbe estratto il mitra e <strong>di</strong>sarmato la guar<strong>di</strong>a mentre entravano in azione<br />

gli altri partigiani catturando tutta la guarnigione impreparata, composta da un sergente tedesco,<br />

comandante <strong>del</strong> presi<strong>di</strong>o, e altri tedeschi e russi alleati dei tedeschi. Tutti furono portati a <strong>Regnano</strong><br />

Castello, ove risiedeva il Comando <strong>del</strong>la III Brigata "<strong>La</strong> Spezia" (in una casa presso la chiesa <strong>di</strong> S.<br />

Margherita) e furono <strong>di</strong>visi; il sergente fu chiuso in una capanna mentre altri furono raccolti in un<br />

luogo <strong>di</strong>verso. Questa stessa sera i partigiani uccisero il sergente tedesco mentre gli altri soldati<br />

furono scortati lungo la strada che conduceva a Pugliano per far loro passare il fronte. I soldati<br />

tedeschi e russi erano ancora armati e a scortarli erano solo due partigiani. Lungo la strada i soldati<br />

russi e tedeschi si ribellarono uccidendo uno dei due partigiani e fuggendo verso il presi<strong>di</strong>o tedesco<br />

<strong>di</strong> Metra ove raccontarono <strong>del</strong>l'uccisione <strong>del</strong> sergente tedesco e <strong>del</strong>la cattura <strong>del</strong> presi<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

Montefiore. <strong>La</strong> rappresaglia fu imme<strong>di</strong>ata. Al mattino presto <strong>del</strong> <strong>23</strong> <strong>novembre</strong> un numero<br />

imprecisato <strong>di</strong> soldati tedeschi, fra cui erano anche italiani mascherati con passamontagna (la<br />

moglie <strong>del</strong> testimone, testimone a sua volta, racconta che, in italiano, uno degli Uomini mascherati<br />

in<strong>di</strong>cò alle donne e bambini rastrellati da che parte andare). 1 tedeschi provenivano dal presi<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Fivizzano e <strong>di</strong> Metra (che fossero provenienti da quelle località, per il testimone, viene provato dal<br />

fatto che il bestiame requisito fu portato a Fivizzano e Metra) ed erano armati <strong>di</strong> mitraglia, mitra e<br />

bombe a mano. Fu sparato anche qualche colpo <strong>di</strong> mortaio ma in numero limitato. Pare che, dalla<br />

sottostante Villa <strong>di</strong> <strong>Regnano</strong> vi fosse qualcuno con una ra<strong>di</strong>o ricetrasmittente che, in tedesco,<br />

or<strong>di</strong>nava, forse. dove cercare le persone nascoste. Il testimone infatti si era rifugiato nella capanna<br />

<strong>del</strong>la sua casa che dava sull'aia, assieme ad altri due, in quanto renitente alla leva <strong>del</strong>la repubblica <strong>di</strong><br />

Salò e temette <strong>di</strong> essere stato visto mentre si nascondeva. <strong>La</strong> stia descrizione <strong>di</strong>segna un attacco<br />

forsennato ("pareva il giu<strong>di</strong>zio") con soldati provenienti da ogni parte (dalla via <strong>del</strong>la Villa e dalla<br />

Via <strong>del</strong> Mercato verso Fivizzano) che sparavano su chiunque scappava (ma anche persone ferme),<br />

uccidendo prima il padre <strong>del</strong> testimone, poi la madre accorsa nell'aia e mancando <strong>di</strong> poco la moglie<br />

giovanissima che poi fu rastrellata con la figlia <strong>di</strong> pochi mesi. In questo modo, e in or<strong>di</strong>ne sparso,<br />

furono uccise quasi tutte le 13 vittime <strong>del</strong>la <strong>strage</strong>. Solo un gruppo <strong>di</strong> 4 o 5 fu sterminato assieme e<br />

fra questi era uno, Cesare Benetti, che fu ferito non mortalmente e si salvò miracolosamente. Il<br />

testimone <strong>di</strong>ce che c'erano anche morti russi. Le donne, i bambini e tutta la popolazione trovata<br />

furono condotti al Poggio <strong>di</strong> <strong>Regnano</strong>, presso la casa <strong>di</strong> Maurilio Bizzari, in un orto, e <strong>di</strong>sposti in<br />

gruppo con una mitragliatrice davanti. Furono anche fatti inginocchiare ma non furono uccisi. <strong>La</strong><br />

moglie <strong>del</strong> testimone racconta che le fu strappata la bambina che fu passata <strong>di</strong> mano in mano dai<br />

tedeschi, terrorizzandola, ma non fu uccisa. Di fronte a loro fu torturato e picchiato selvaggiamente<br />

un partigiano, affinché rivelasse dov'era no i suoi compagni il quale poi fu ucciso lungo la strada <strong>di</strong><br />

Pugliano. Questo partigiano era stato catturato dentro una cisterna in cui si era rifugiato portando<br />

con sé i documenti <strong>del</strong> comando <strong>del</strong>la III Brigata Garibal<strong>di</strong> "<strong>La</strong> Spezia". Non era infatti riuscito a<br />

fuggire in tempo.<br />

Un comandante tedesco, in italiano, faceva <strong>di</strong>re alla gente ammassata al Poggio <strong>di</strong> non appoggiare i<br />

partigiani e <strong>di</strong> collaborare con loro comunicando al tedeschi se e quando i partigiani tornavano in<br />

paese. Contemporaneamente altri tedeschi rastrellavano o uccidevano in<strong>di</strong>scriminatamente ali<br />

animali che trovavano provocando un ulteriore caos fra le bestie che lottavano fra loro e fra cui era<br />

un toro liberato. Entravano nelle case e le svaligiavano <strong>di</strong> ogni bene (scarpe, lenzuola, vestiti, ecc.).<br />

Da quel giorno i tedeschi furono a <strong>Regnano</strong> spesso e volevano beni e alimenti ogni volta.<br />

A un certo momento venne dato l'or<strong>di</strong>ne "Via!Via!" e tutti i tedeschi se ne andarono (scapparono<br />

perché avevano paura anche loro) velocemente.<br />

Tutto questo accadde al Castello mentre gli abitanti <strong>del</strong>la Villa non furono toccati.<br />

<strong>La</strong> <strong>strage</strong> Le responsabilità tedesche.<br />

Di <strong>di</strong>fficile in<strong>di</strong>viduazione è la responsabilità degli ufficiali <strong>del</strong>le truppe tedesche <strong>di</strong> cui, dal<br />

documenti, poco si sa. In particolare non risultano molte notizie sulle generalità dei comandanti dei<br />

presi<strong>di</strong> che appaiono collocati, in <strong>di</strong>versi momenti, a Casola, a Vigneta, a Reusa, a Metra e a<br />

Montefiore.


A questi si aggiunge il presi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Fivizzano più volte impegnato in azioni nel Comune <strong>di</strong> Casola.<br />

Secondo il Tomaselli parteciparono alla <strong>strage</strong> soldati ed ufficiali nazisti <strong>di</strong> Fivizzano, Casola e<br />

Metra; secondo il testimone <strong>di</strong> <strong>Regnano</strong>, solo quelli <strong>di</strong> Metra e Fivizzano.<br />

<strong>La</strong> collocazione dei presi<strong>di</strong> nel paesi è <strong>di</strong>fficile da ricostruire stante la requisizione, da parte <strong>del</strong>le<br />

FF.AA. tedesche <strong>di</strong> molte case nel Comune <strong>di</strong> Casola in Lunigiana.<br />

Si sa che fecero domanda <strong>di</strong> indennizzo per alloggio <strong>di</strong> FF.AA. Tedesche nel Comune <strong>di</strong> Casola in<br />

Lunigiana dal 5.11.1944 al 4.3. 1945, 1 seguenti nominativi:<br />

Alessandro Sarteschi (Reusa), Arturo Castelli (Casola), Pietro Gervasi, Ademaro Storti (Casola),<br />

Giuseppe Gervasi, Giuseppe <strong>La</strong>zzerini, Vito Cecconi, Oreste Biagioni, Attilio Ercolini (Co<strong>di</strong>ponte),<br />

Anna Gennari (9). Inoltre appare una <strong>di</strong>ffusa tendenza degli ufficiali tedeschi a non rilasciare<br />

nemmeno su richiesta esplicita ricevute dei materiali requisiti. Spesso infatti le richieste <strong>di</strong><br />

risarcimento postbelliche trattavano <strong>di</strong> "comando tedesco non identificato" che da lì a poco si spostò<br />

senza lasciare tracce <strong>di</strong> sé". Ciò accadde nel settembre '44 a Co<strong>di</strong>ponte. Oppure <strong>di</strong> coman<strong>di</strong> che<br />

Rifiutavano <strong>di</strong> vistare spese <strong>di</strong> requisizioni, quali le case. Il 19.7.1945 il Sindaco <strong>di</strong> Casola in<br />

Lunigiana, Isio Zannoni, protestò presso la Prefettura perché erano state respinte le domande <strong>di</strong><br />

indennizzo per case requisite in quanto mancanti <strong>di</strong> visto <strong>del</strong>le autorità tedesche affermando che ..<br />

quel comando al quale venne sottoposta tale contabilità non ebbe mai a vistarla per quanto<br />

richiestone - ( 10).<br />

Notizie relative al suddetti presi<strong>di</strong> sono le seguenti:<br />

- Comando <strong>di</strong> Casola, forse situato in abitazione <strong>di</strong> Arturo Castelli, che risulta requisita dal 5. 11.44<br />

al 4.3.45 da 2 ufficiali, 4 marescialli e 4 soldati. Da qui, il 1.3.1945, il Coniando tedesco obbligò il<br />

Comune a pagare a Bice Battaglini 19 piante loro fornite. <strong>La</strong> ricevuta fu rilasciata dal<br />

l'Ortskomandantur <strong>di</strong> Casola, Einheit Fp n. 59864 D. E sempre da questo presi<strong>di</strong>o, il 12.3.1945 il<br />

comandante chiedeva al Comune <strong>di</strong> pagare una fornitUra <strong>di</strong> legname avuto da Luigi Musetti in<br />

Montefiore; la ricevuta <strong>del</strong> 21.1.1945 risulta intestata al Il ...Einheit 59869 D. Non c'è altra<br />

in<strong>di</strong>cazione.<br />

- Presi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Vigneta nella casa <strong>di</strong> Cirillo Bertolotti, al n. 6, requisita in data 20.7.1944 dal Comune<br />

su or<strong>di</strong>ne verbale <strong>del</strong> capitano Stam, comandante <strong>di</strong> un <strong>di</strong>staccamento <strong>di</strong> polizia civile tedesca alla<br />

sorveglianza <strong>del</strong>le strade dei ponti"(1 1) formato da 20 -30 uomini appartenenti alla 3^ Compagnia<br />

20' Reggimento Polizia Tedesca, identificato così: Einheit Fp. n' 01662 D, ed in possesso <strong>di</strong> una<br />

autocarro targato 79045 Pol. Questo Stam fu responsabile <strong>del</strong>la requisizione, dalla seconda metà <strong>del</strong><br />

luglio '44, <strong>di</strong> un autocarro e <strong>di</strong> due automobili (entrambe il <strong>23</strong>.7.1944). Il 1^ agosto 1944 si <strong>di</strong>ce che<br />

pareva che il suddetto comando <strong>di</strong> polizia si fosse trasferito presso il <strong>La</strong>go <strong>di</strong> Garda.<br />

- Presi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Montefiore, nella Casa <strong>di</strong> Ariante Bartoli, sulla strada rotabile, che pare occupato il<br />

6.11.1944 (ma non è certo che si trattasse <strong>di</strong> requisizione <strong>del</strong>la casa quanto la denuncia <strong>di</strong>ce “oggi<br />

stesso mi sono venuti in casa mia una ventina <strong>di</strong> soldati russi assieme ad ufficiali tedeschi ed hanno<br />

prelevato... "dei beni mobili). Tuttavia, per altro verso, la data pare certa perché, anche altrove,<br />

vennero inse<strong>di</strong>ati presi<strong>di</strong> tedeschi a partire dal 5.11.1944;eppoi questo gruppo <strong>di</strong> russi e tedeschi<br />

pare essere proprio quello <strong>di</strong>sarmato il 22.11.1944 dalla III Brigata Garibal<strong>di</strong> "<strong>La</strong> Spezia".<br />

- Presi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Reusa, che alla data <strong>del</strong>l'1. 10. 1944 era occupato dal Comando tedesco Einheit FP<br />

n°.58458 C Bescheinigung! Questo presi<strong>di</strong>o era, probabilmente, situato in casa <strong>di</strong> Alessandro<br />

Sarteschi, a Montanara <strong>di</strong> Reusa, dove compare dal 5.11.1944 la presenza <strong>di</strong> 35 soldati, 2<br />

marescialli e 3 sottufficiali, i quali vi restarono fino al <strong>23</strong> ). 11. 1944, il giorno stesso <strong>del</strong>la <strong>strage</strong>.<br />

Dal giorno successivo si spostarono in casa <strong>di</strong> Anna Gennari. Ciò è singolare perché in tutte le altre<br />

case i tedeschi restarono continuativamente fino al 4.3.1945.<br />

- Comando <strong>di</strong> Fivizzano. Esiste una ricevuta rilasciata a Giuseppe Zannoni per un maiale che è<br />

firmata in data 6.10.1944 e risulta rilasciata dal Einheit FP n° 57902 E Comando locale <strong>di</strong><br />

Fivizzano.<br />

Dalla documentazione presente nell'archivio storico comunale non si riesce a risalire al nomi dei<br />

comandanti dei presi<strong>di</strong>, a volte perché le firme sono indecifrabili, sovente perché i comunicati<br />

pubblici sono affidati al podestà che opera su or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> locale Comando tedesco. Dei pochi<br />

documenti in cui appare una firma (peraltro <strong>di</strong>fficilmente decifrabile) è <strong>di</strong> notevole importanza<br />

quello <strong>del</strong> 30.10.1944 dato dal Commissario prefettizio <strong>di</strong> Casola <strong>di</strong> questo tenore:


“In seguito ad or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> Comando militare tedesco rende noto se chiunque, partigiani od altri, si<br />

renderanno colpevoli <strong>di</strong> atti <strong>di</strong> ostilità verso i militari tedeschi, i paesi nel cui territorio il fatto è<br />

avvenuto saranno incen<strong>di</strong>ati. Tale provve<strong>di</strong>mento sarà anche adottato nel caso <strong>di</strong> ulteriori atti ostili<br />

verso signore e signorine con taglio <strong>di</strong> capelli od altri spregi. Questo proclama riprendeva un su<br />

foglietto a righe con scritto, in italiano stentato e in francese: "Se partizani attacare militariste<br />

dedesce o attacare queste signorine au partizani capelli via tagliare sara che Casola e altera<br />

villaggio fare caput traverso fuoca" (12).<br />

L'unico manifesto a stampa noto, non datato ma databile all'estate autunno 1944, porta la firma<br />

generica <strong>di</strong> "Comandante <strong>di</strong> Piazza". Il manifesto è importante perché determina le con<strong>di</strong>zioni per le<br />

rappresaglie; in esso veniva imposto il coprifuoco nella zona pericolosa posta lungo le strade <strong>di</strong><br />

Piazza al Serchio – Casola - Fivizzano e Piazza al Serchio-Terenzano-Fivizzano dalle 21.30 alle<br />

4,30 dei giorno successivo. Veniva vietato il transito a pedoni e mezzi <strong>di</strong> qualsiasi tipo pena la<br />

fucilazione imme<strong>di</strong>ata. Aggiungeva: "Per resistenza passiva, aggressioni, devastazioni, demolizioni<br />

saranno resi responsabili in pieno quei Comuni (forse si vuol intendere paesi") che trovansi vicini<br />

al luogo <strong>del</strong> recito commesso. Paesi e caseggiati nei quali venissero trovate armi, oppure risultanti<br />

stare in comunicazione con ribelli saranno bruciati, fucilandone la popolazione maschia.<br />

Il presupposto per la <strong>strage</strong> ed altre rappresaglie era posto da questi documenti, che, tuttavia<br />

appaiono costantemente in<strong>di</strong>retti (cioè fatti pubblicare dalle autorità italiane) o non firmati <strong>di</strong> pugno.<br />

Un'ultima notazione.<br />

L'aggressione a <strong>Regnano</strong> si svolse con la classica forma <strong>del</strong> saccheggio e <strong>del</strong>la " messa a ferro e<br />

fuoco" dei paese. I soldati tedeschi e russi : e gli italiani che li affiancavano operarono, prima,<br />

un'azione <strong>di</strong> terrore generalizzato con lanci <strong>di</strong> bombe e spari, uccidendo chiunque scappava o anche<br />

chiunque era trovato, uomo o animale; successivamente rastrellarono tutta la popolazione,<br />

raccogliendola in un unico luogo (al Poggio), e il bestiame che fu avviato (così dalle testimonianze)<br />

nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Metra e Fivizzano (la strada verso quest'ultima località passa anche da Reusa).<br />

Quin<strong>di</strong> terrorizzarono la popolazione simulando una fucilazione intimando a voce <strong>di</strong> non aiutare i<br />

partigiani e <strong>di</strong> collaborare coi tedeschi. Contemporaneamente, altri saccheggiavano<br />

in<strong>di</strong>scriminatamente tutte le case asportando ogni tipo <strong>di</strong> bene. Si trattò <strong>di</strong> un classico saccheggio<br />

perché i materiali rubati non appaiono utili alle esigenze belliche o <strong>di</strong> approvvigionamento dei<br />

soldati stessi. Dalla descrizione dei materiali asportati <strong>di</strong> cui fu fatta richiesta <strong>di</strong> indennizzo. ancora<br />

nel marzo 1945, ciò appare con chiarezza.<br />

Da casa <strong>di</strong> Viaggi Leonilde: 10 lenzuoli, 14 asciugamani, i copriletti, 5 camicie per donna, 12<br />

tovaglioli, 3 paia <strong>di</strong> calze da uomo, 8 fodere per guanciale, 6 paia <strong>di</strong> mutande da donna.<br />

Da casa <strong>di</strong> Viaggi Casita: 10 lenzuoli, 14 asciugamani, 12 tovaglioli, 3 paia <strong>di</strong> fodere, 4 camicie, 3<br />

paia <strong>di</strong> calzetti, 3 coperte.<br />

Da casa <strong>di</strong> Arman<strong>di</strong>na Franconi: un asino, una pecora, 6 forme <strong>di</strong> formaggio, 1 orologio d'argento, 2<br />

cucchiai d'alpacca, 2 pezzi <strong>di</strong> sapone <strong>di</strong> Marsiglia, 5 rocchetti <strong>di</strong> filo forte grossi, 2 forbici da ricamo<br />

d'argento.<br />

Da casa <strong>di</strong> Sante Gervasi: 1 somara, 1 puledro, 1 orologio, 1000 lire in contanti.<br />

Da casa <strong>di</strong> Ada Malaspina: 4 lenzuola, 3 vestiti da donna, 4 camicie da donna, un paio scarpe da<br />

donna, un paio <strong>di</strong> scarpe da uomo, 2 coperte, una sveglia, 1 orologio.<br />

Da casa <strong>di</strong> Elsa Malaspina: 12 lenzuola, 2 paia scarpe da uomo, 1 paio <strong>di</strong> scarpe da donna, 1 vestito<br />

da uomo, 3) camicie da uomo, 8 vestiti da donna, un paio <strong>di</strong> orecchini d'oro, una vera matrimoniale<br />

d'oro, 1 maiale, 12 kg formaggi <strong>di</strong> pecora.<br />

Da casa <strong>di</strong> Agata Pietrini: 5 lenzuola, 3 coperte, D paia <strong>di</strong> federe, 6 asciugamani, 10 tovaglioli, 8<br />

fazzoletti, 3) camicie da uomo, 2 paia <strong>di</strong> mutande, 5 maglie <strong>di</strong> lana, un golf <strong>di</strong> lana, 5 camicie da<br />

donna, 1 abito da uomo, 1 impermeabile, 2 borse da donna, una sveglia, 6 cucchiai, 6 forchette.<br />

Da casa <strong>di</strong> Pietrini Paolo: 1 somaro, 1 pecora.<br />

Da casa <strong>di</strong> Ida Ribolini: 4 lenzuoli, 12 asciugamani, 8 federe, 4 camicie da donna, 1 sciarpa <strong>di</strong> lana,<br />

i golfino <strong>di</strong> lana da bambini, 1 tovaglia, 2 paia <strong>di</strong> calze, 1 macchina fotografica, 2 borse <strong>di</strong> pelle, 1<br />

paio <strong>di</strong> forbici, 1 orologio, 1 paio <strong>di</strong> scarpe da donna, 3 rocchetti, 4 saponette, 2 kg <strong>di</strong> zucchero,<br />

fasce e compresse me<strong>di</strong>cinali.<br />

<strong>La</strong> <strong>strage</strong>. Le responsabilità italiane


Non abbiamo documenti probanti che accanto a, reparti <strong>del</strong>l'esercito, <strong>del</strong>la polizia civile,<br />

<strong>del</strong>l'antiguerriglia tedeschi impiegati nella <strong>strage</strong> <strong>di</strong> <strong>Regnano</strong> operassero anche reparti militari o <strong>di</strong><br />

polizia italiani <strong>del</strong>la repubblica <strong>di</strong> Salò. In rapporto alle azioni <strong>di</strong> rastrellamento che produssero la<br />

<strong>strage</strong> <strong>di</strong> Mommio nel maggio '44, si conosce dal Liber Chronicus <strong>del</strong>la Parrocchia <strong>di</strong> Co<strong>di</strong>ponte<br />

quanto don Clemente Tedeschi annotò: “Sono arrivati a Casola, fin dalla sera precedente (il 3<br />

maggio, nota mia), molti camions <strong>di</strong> truppe <strong>del</strong> Battaglione 9 Marco. Ciò anche ci Fivizzano. in<br />

Garfagnana e nei <strong>di</strong>ntorni allo scopo <strong>di</strong> rastrellare i partigiani <strong>di</strong>sseminati in queste parti " (13).<br />

Reparti militari italiani legati alla repubblica <strong>di</strong> Salò erano quin<strong>di</strong> stati usati in funzione<br />

antiguerriglia e <strong>di</strong> rastrellamento. Anche successivamente compare più volte la presenza <strong>di</strong> reparti<br />

<strong>di</strong> alpini <strong>del</strong>la "Monterosa" nella zona (<strong>di</strong> cui molti <strong>di</strong>sertarono unendosi ai partigiani (14) attivi in<br />

azioni belliche antipartigiane. Importante è la documentazione <strong>del</strong>la requisizione <strong>di</strong> una mula ad<br />

Amilcare Gervasi <strong>di</strong> <strong>Regnano</strong> da parte <strong>del</strong> "Comando <strong>del</strong>la 12^ Compagnia Alpini (Monterosa) " il<br />

25 <strong>novembre</strong> 1944 (15); ciò documenta che, due giorni dopo la <strong>strage</strong>, nell'area <strong>di</strong> <strong>Regnano</strong> erano<br />

presenti forze militari italiane repubblichine. Non abbiamo tuttavia nessun in<strong>di</strong>zio per collegare<br />

questa presenza con la <strong>strage</strong> <strong>del</strong> <strong>23</strong>. <strong>novembre</strong> 1944.<br />

<strong>La</strong> <strong>strage</strong> Le responsabilità italiane locali.<br />

Non si hanno prove documentate su una partecipazione <strong>di</strong> persone locali alla <strong>strage</strong> <strong>di</strong> <strong>Regnano</strong> e ad<br />

altri fatti <strong>del</strong>ittuosi simili. Tuttavia la presenza <strong>di</strong> italiani mascherati (non si sa, però, se locali) con<br />

passamontagna è ricordato da più testimonianze, ultima, per noi, quella <strong>del</strong>la moglie <strong>del</strong> nostro<br />

testimone che come si è ricordato è certa <strong>di</strong> un invito in italiano da parte <strong>di</strong> un uomo vestito da<br />

tedesco e mascherato.<br />

E' invece molto <strong>di</strong>ffusa la convinzione sulla presenza e l'opera <strong>di</strong> informatori dei tedeschi. Già si è<br />

ricordata la nota <strong>del</strong> Tomaselli su spie che informarono ì tedeschi <strong>del</strong> convegno <strong>di</strong> <strong>Regnano</strong>. Precisa<br />

è poi l'affermazione <strong>del</strong>l'effettivo comandante <strong>del</strong>la III Brigata Garibal<strong>di</strong> "<strong>La</strong> Spezia", Domenico<br />

Azzari: “L'attacco tedesco portato da truppe specializzate antiguerriglia con circa trecento uomini<br />

ben preparato con l'aiuto <strong>di</strong> spie che potevano sempre infiltrarsi fra noi " (16)<br />

C'è poi una testimonianza scritta redatta da un testimone <strong>di</strong>retto, il Sindaco Isio Zannoni, succeduto<br />

Sante "Angiolino" Marini, primo Sindaco <strong>di</strong> Casola in Lunigiana, che documenterebbe la presenza<br />

<strong>di</strong> italiani locali mascherati durante le gran<strong>di</strong> stragi <strong>del</strong>l'estate 1945. In risposta ad una richiesta <strong>di</strong><br />

chiarimenti <strong>del</strong>la Prefettura <strong>di</strong> Apuania <strong>del</strong> 21.7.1945 su un esposto <strong>di</strong> Battista Anghilleri in cui si<br />

denunciavano soprusi ai danni <strong>di</strong> Giacomina Anghilleri, il Sindaco <strong>di</strong> Casola ricordava che essa era<br />

la moglie <strong>di</strong> Francesco Ambrosi "primo ed ultimo segretario <strong>del</strong> fascio repubblichino <strong>di</strong> questo<br />

comune " che "curò ogni mezzo per arrecare il maggiori danno possibile materiale e morale ai<br />

patrioti ed al suo paese, e se non vi riuscì come avrebbe voluto, non fu certo merito suo - , per cui<br />

conclude: "nulla pertanto <strong>di</strong> più naturale che a "tanto apostolato”, seguissero, imme<strong>di</strong>atamente<br />

dopo la liberazione <strong>del</strong>la zona, atti <strong>di</strong> rappresaglia verso l'Ambrosi e sua famiglia, la quale, - è bene<br />

che si sappia, - era <strong>del</strong>la medesima levatura morale e politica <strong>del</strong> capo famiglia. Costituitasi la<br />

Amm/ne com/le tali, atti cessarono imme<strong>di</strong>atamente. " E poi, il Sindaco descrive l'attività <strong>del</strong><br />

Francesco Ambrosi: "E' bene, a questo punto, dare alcuni cenni sulla figura <strong>del</strong>l'Ambrosi e <strong>del</strong>la sua<br />

... metà, la quale, se si atteggia oggi a vittima, non la pensava certo in tal modo al tempo <strong>del</strong>la<br />

pseudo repubblica sociale italiana. Ambrosi Francesco (vulgo ,Mario) (...) uno dei primi fascisti <strong>del</strong><br />

comune nel lontano 1922: <strong>di</strong> meschina mentalità, <strong>di</strong> bassa levatura morale ma irruento e manesco<br />

ebbe a ran<strong>del</strong>lare non poche persone che non la pensavano come lui. " ( ... ) Divenuto segretario<br />

<strong>del</strong>la sezione fascista repubblicana <strong>di</strong> Casola "iniziò subito una caccia serrata verso chi non la<br />

pensava come lui. Iniziatosi il movimento partigiano nella zona, braccò con tutti i, mezzi a<br />

<strong>di</strong>sposizione ì patrioti ed i sospetti antifascisti, uno dei quali riuscì a far imprigionare a <strong>La</strong> Spezia.<br />

Approssimatosi il fronte ed occupata la zona da elementi militari nazifascisti fu spia al servizio<br />

<strong>del</strong>le forze repubblichine tedesche. Fuggito da Casola nel giugno 1944 si unì ad elementi <strong>del</strong>la 10^<br />

flottiglia in Fivizzano (-) Fu sua la proposta, (che non ebbe seguito,) <strong>di</strong> attaccare e <strong>di</strong>struggere tutti i<br />

paesi lungo le sponde <strong>del</strong>l'Aulella da Gragnola a <strong>Regnano</strong>, Ritiratosi da Fivizzano con la 10^ si<br />

arruolò nelle brigate nere a Carrara ed è risaputo che, mascherato o meno, prese parte ai feroci<br />

rastrellamenti <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Lucido nell'agosto 1944 e poscia, coraggiosamente, si <strong>di</strong>leguò in alta<br />

Italia" (17).<br />

A seguito <strong>di</strong> queste note il Sindaco veniva invitato dalla Prefettura a denunciare il Francesco<br />

Ambrosi e la moglie; denuncia che partì il 28.9.1945 (18) alla Commissione provinciale per le


sanzioni contro il fascismo, istituita presso la Prefettura <strong>di</strong> Apuania, Questa documentazione offre<br />

dati <strong>di</strong> conferma <strong>del</strong>la presenza <strong>di</strong> persone locali, spesso mascherate, durante i rastrellamenti nazisti.<br />

Bibliografia<br />

Una bibliografia completa sulla Resistenza in Lunigiana è pubblicata dal massimo storico<br />

lunigianese, il prof. Giulivo Ricci in: AA.VV., Il Crocevia <strong>del</strong>la Lunigiana, Atti <strong>del</strong> Convegno <strong>di</strong><br />

Stu<strong>di</strong>, Aulla, 17.10.1987, (a cura <strong>di</strong> G. Ricci).<br />

NOTE*<br />

1. Roberto BATTAGLIA scrisse l'opera più nota sulla Resistenza in Lunigiana. Un uomo un<br />

partigiano, Einau<strong>di</strong>, Torino, 1965. 2. Renato JACOPINI scrisse alcune opere sullo stesso<br />

argomento, fra cui Canta il gallo, Milano, 1965, Lunense, <strong>La</strong> Spezia.<br />

Archivio Parrocchiale <strong>di</strong> Co<strong>di</strong>ponte, Liber Chronicus, - 28 aprile 1944.<br />

4. R. BATTAGLIA, Un uomo, op. cit.,,p. 78.<br />

5. D. AZZARI, Cronaca <strong>di</strong> Azzari in opuscolo a fotocopia e<strong>di</strong>to dal Comune <strong>di</strong> Casola in Lunigiana<br />

1999.<br />

6 M. DIAFERIA, 1943-1945: Pontremoli, una <strong>di</strong>ocesi ' italiana tra Toscana, Liguria ed Emilia<br />

attraverso i libri cronistorici parrocchiali, Zappa, Sarzana, 1995, pp. 367-380.<br />

7 Ibidem, p. 438,<br />

8 ACC, Lettera n. 122 <strong>del</strong> 5.2.1945,<br />

9.ACC, busta n. fasc. "Requisizioni e alloggi per le FF.AA. Tedesche"<br />

10. Ibidem.<br />

11. Ibidem<br />

12. Ibidem (copia fotostatica <strong>del</strong> documento).<br />

13. Archivio Parrocchiale <strong>di</strong> Co<strong>di</strong>ponte, Liber Chronicus, 4 maggio 1944.<br />

14. D. AZZARI, Cronaca <strong>di</strong> Azzari in opuscolo a fotocopia e<strong>di</strong>to dal Comune <strong>di</strong> Casola in<br />

Lunigiana, 1999.<br />

15. ACC, Atto <strong>di</strong> notorietà, 6.2.1945.<br />

16. D. AZZARI, Cronaca <strong>di</strong> Azzari in opuscolo a fotocopia e<strong>di</strong>to dal Comune <strong>di</strong> Casola in<br />

Lunigiana, 1999.<br />

17. ACC, Affari <strong>di</strong>versi 1943 - 44, lettera n. 1322 <strong>del</strong> 21.8.1945.<br />

18. Ibidem, lettera n. 1569 <strong>del</strong> 28.9.1945

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