12.11.2014 Views

La strage di Regnano del 23 novembre 1944.pdf - Aicod

La strage di Regnano del 23 novembre 1944.pdf - Aicod

La strage di Regnano del 23 novembre 1944.pdf - Aicod

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

erroneamente il giorno 21 <strong>novembre</strong>). Il "Milenko", vestito da tedesco, avrebbe avvicinato il<br />

presi<strong>di</strong>o, mentre il resto dei partigiani <strong>del</strong>la III Brigata Garibal<strong>di</strong> "<strong>La</strong> Spezia", guidati da Sante<br />

Marini e Domenico Azzari, erano nelle imme<strong>di</strong>ate vicinanze. Era riuscito ad arrivare alla porta,<br />

parlando tedesco, e qui avrebbe estratto il mitra e <strong>di</strong>sarmato la guar<strong>di</strong>a mentre entravano in azione<br />

gli altri partigiani catturando tutta la guarnigione impreparata, composta da un sergente tedesco,<br />

comandante <strong>del</strong> presi<strong>di</strong>o, e altri tedeschi e russi alleati dei tedeschi. Tutti furono portati a <strong>Regnano</strong><br />

Castello, ove risiedeva il Comando <strong>del</strong>la III Brigata "<strong>La</strong> Spezia" (in una casa presso la chiesa <strong>di</strong> S.<br />

Margherita) e furono <strong>di</strong>visi; il sergente fu chiuso in una capanna mentre altri furono raccolti in un<br />

luogo <strong>di</strong>verso. Questa stessa sera i partigiani uccisero il sergente tedesco mentre gli altri soldati<br />

furono scortati lungo la strada che conduceva a Pugliano per far loro passare il fronte. I soldati<br />

tedeschi e russi erano ancora armati e a scortarli erano solo due partigiani. Lungo la strada i soldati<br />

russi e tedeschi si ribellarono uccidendo uno dei due partigiani e fuggendo verso il presi<strong>di</strong>o tedesco<br />

<strong>di</strong> Metra ove raccontarono <strong>del</strong>l'uccisione <strong>del</strong> sergente tedesco e <strong>del</strong>la cattura <strong>del</strong> presi<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

Montefiore. <strong>La</strong> rappresaglia fu imme<strong>di</strong>ata. Al mattino presto <strong>del</strong> <strong>23</strong> <strong>novembre</strong> un numero<br />

imprecisato <strong>di</strong> soldati tedeschi, fra cui erano anche italiani mascherati con passamontagna (la<br />

moglie <strong>del</strong> testimone, testimone a sua volta, racconta che, in italiano, uno degli Uomini mascherati<br />

in<strong>di</strong>cò alle donne e bambini rastrellati da che parte andare). 1 tedeschi provenivano dal presi<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Fivizzano e <strong>di</strong> Metra (che fossero provenienti da quelle località, per il testimone, viene provato dal<br />

fatto che il bestiame requisito fu portato a Fivizzano e Metra) ed erano armati <strong>di</strong> mitraglia, mitra e<br />

bombe a mano. Fu sparato anche qualche colpo <strong>di</strong> mortaio ma in numero limitato. Pare che, dalla<br />

sottostante Villa <strong>di</strong> <strong>Regnano</strong> vi fosse qualcuno con una ra<strong>di</strong>o ricetrasmittente che, in tedesco,<br />

or<strong>di</strong>nava, forse. dove cercare le persone nascoste. Il testimone infatti si era rifugiato nella capanna<br />

<strong>del</strong>la sua casa che dava sull'aia, assieme ad altri due, in quanto renitente alla leva <strong>del</strong>la repubblica <strong>di</strong><br />

Salò e temette <strong>di</strong> essere stato visto mentre si nascondeva. <strong>La</strong> stia descrizione <strong>di</strong>segna un attacco<br />

forsennato ("pareva il giu<strong>di</strong>zio") con soldati provenienti da ogni parte (dalla via <strong>del</strong>la Villa e dalla<br />

Via <strong>del</strong> Mercato verso Fivizzano) che sparavano su chiunque scappava (ma anche persone ferme),<br />

uccidendo prima il padre <strong>del</strong> testimone, poi la madre accorsa nell'aia e mancando <strong>di</strong> poco la moglie<br />

giovanissima che poi fu rastrellata con la figlia <strong>di</strong> pochi mesi. In questo modo, e in or<strong>di</strong>ne sparso,<br />

furono uccise quasi tutte le 13 vittime <strong>del</strong>la <strong>strage</strong>. Solo un gruppo <strong>di</strong> 4 o 5 fu sterminato assieme e<br />

fra questi era uno, Cesare Benetti, che fu ferito non mortalmente e si salvò miracolosamente. Il<br />

testimone <strong>di</strong>ce che c'erano anche morti russi. Le donne, i bambini e tutta la popolazione trovata<br />

furono condotti al Poggio <strong>di</strong> <strong>Regnano</strong>, presso la casa <strong>di</strong> Maurilio Bizzari, in un orto, e <strong>di</strong>sposti in<br />

gruppo con una mitragliatrice davanti. Furono anche fatti inginocchiare ma non furono uccisi. <strong>La</strong><br />

moglie <strong>del</strong> testimone racconta che le fu strappata la bambina che fu passata <strong>di</strong> mano in mano dai<br />

tedeschi, terrorizzandola, ma non fu uccisa. Di fronte a loro fu torturato e picchiato selvaggiamente<br />

un partigiano, affinché rivelasse dov'era no i suoi compagni il quale poi fu ucciso lungo la strada <strong>di</strong><br />

Pugliano. Questo partigiano era stato catturato dentro una cisterna in cui si era rifugiato portando<br />

con sé i documenti <strong>del</strong> comando <strong>del</strong>la III Brigata Garibal<strong>di</strong> "<strong>La</strong> Spezia". Non era infatti riuscito a<br />

fuggire in tempo.<br />

Un comandante tedesco, in italiano, faceva <strong>di</strong>re alla gente ammassata al Poggio <strong>di</strong> non appoggiare i<br />

partigiani e <strong>di</strong> collaborare con loro comunicando al tedeschi se e quando i partigiani tornavano in<br />

paese. Contemporaneamente altri tedeschi rastrellavano o uccidevano in<strong>di</strong>scriminatamente ali<br />

animali che trovavano provocando un ulteriore caos fra le bestie che lottavano fra loro e fra cui era<br />

un toro liberato. Entravano nelle case e le svaligiavano <strong>di</strong> ogni bene (scarpe, lenzuola, vestiti, ecc.).<br />

Da quel giorno i tedeschi furono a <strong>Regnano</strong> spesso e volevano beni e alimenti ogni volta.<br />

A un certo momento venne dato l'or<strong>di</strong>ne "Via!Via!" e tutti i tedeschi se ne andarono (scapparono<br />

perché avevano paura anche loro) velocemente.<br />

Tutto questo accadde al Castello mentre gli abitanti <strong>del</strong>la Villa non furono toccati.<br />

<strong>La</strong> <strong>strage</strong> Le responsabilità tedesche.<br />

Di <strong>di</strong>fficile in<strong>di</strong>viduazione è la responsabilità degli ufficiali <strong>del</strong>le truppe tedesche <strong>di</strong> cui, dal<br />

documenti, poco si sa. In particolare non risultano molte notizie sulle generalità dei comandanti dei<br />

presi<strong>di</strong> che appaiono collocati, in <strong>di</strong>versi momenti, a Casola, a Vigneta, a Reusa, a Metra e a<br />

Montefiore.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!